WJA ITALY - Italian Women´s Jewelry Association Newsletter N.2
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WJA ITALY - Italian Women´s Jewelry Association Newsletter N.2
WJA ITALY Newsletter n.2 - Italian Women's Jewelry Association del 29/07/2011 Il popolo dei Cleanappers iniziative spontanee a Napoli di Imma Sordino - “Non siamo gli Angeli della Monnezza, ma solo gente stanca di questa schifezza”; Questo lo slogan della campagna di mobilitazione CleaNap, che ha visto la scorsa edizione centinaia di giovani e meno giovani darsi da fare per donare alla città un aspetto decoroso e ripulito. L’iniziativa è stata promossa da una “giovane laureata in cerca di occupazione” ;proprio così si è definita colei che ha dato vita a questa manifestazione che in fondo non vuole essere altro che una forma di protesta verso le istituzioni e la popolazione stessa della città di Napoli abbandonata da anni in una situazione a dir poco agghiacciante e sempre più grave e dannosa per i cittadini stessi. La giovane promotrice, Emiliana Mellone, ci tiene a sottolineare quanto sia importante l’aiuto e l’assistenza delle autorità locali nel custodire e non lasciar abbandonate le piazze della città. Iniziato tutto da un semplice post su un social network, CleaNap è riuscita a mobilitare e sensibilizzare la stampa internazionale con la presenza di numerosi giornalisti e fotografi che sono stati testimoni diretti dell’iniziativa riportando la notizia sui quotidiani Europei più importanti. La folla di cleanapper armata di scope, palette e detersivi è partita da Piazza Bellini l’11 giugno per poi arrivare il 26 dello stesso mese a via dei Banchi Nuovi fino a raggiungere Porta Capuana lo scorso venerdì. L’obiettivo di Cleanap è canalizzare la rabbia, le delusione e il disagio sociale in un’ azione d’intervento assolutamente pacifica e che possa essere un incipit per tutti gli altri cittadini a parteciparvi attivamente. Napoli non è una città finita e la forza di queste persone ne è la piena dimostrazione Fonte immagini: e-press on-line WJA ITALY Newsletter n.2 - Italian Women's Jewelry Association del 29/07/2011 Alba Cappellieri il gioiello come design di Alessandra Agrò - Alba Cappellieri architetto, Professore Associato alla Facoltà di Design del Politecnico di Milano, responsabile del Laboratorio di Design del Gioiello e direttore del Corso di Alto Perfezionamento di Design del Gioiello, è impegnata come critico di design e moda, cura mostre internazionali sull'alto di gamma e congressi sul gioiello, collabora con diverse riviste quali Il Giornale dell'Architettura, Modo, Domus, Abitare. Tra le ultime e interessanti pubblicazioni ricordiamo: "Antonio Citterio: architettura e design" (Skira Editore - 2007); "Ron Arad: arte, architettura e design" (Mondadori Arte - 2008); "Il gioiello Italiano Contemporaneo" (Skira Editore - 2008) e il "Design della Gioia" (Charta 2005). Alla base della sua filosofia la considerazione che l’Architettura, il Design ed il Design del Gioiello sono tre forme diverse di arte progettuale, in cui a cambiare è la sola scala: il territorio per l'architettura, l’arredo per la casa ed il corpo per il gioiello. Facendo sua la citazione con cui Bruno Munari evidenzia la frattura tra valore artistico e valore economico che tuttora connota l'ambito del gioiello: "Un gioiello è un oggetto prezioso, un oggetto raro, qualcosa che ha un valore e non sempre un prezzo". Nello scenario attuale, dove un oggetto non è mai solamente un oggetto, anche il gioiello si arricchisce di nuovi significati e qualità intangibili, anche se per tradizione era considerato in base ai materiali, quindi ai carati delle gemme ed ai grammi dei metalli. La realizzazione è diventata un attività di design, ed oggi a definire il valore dell’ornamento è la forza dell’idea, nelle sue innumerevoli declinazioni. Altro strumento di valutazione diventa la storia, intesa come memoria, conoscenza, cultura, tutti valori aggiunti determinanti. La storia intesa quindi come strumento di progetto. Secondo Alba, la vera sfida oggi consiste nel fare cultura, promuovere l'incontro tra "cultura d'impresa" e "cultura del progetto" nel settore orafo, superando la convinzione degli imprenditori che il design sia solo una forma alla moda da opporre al gioiello tradizionale per conquistare nuovi consumatori. Tra i vari ambiti merceologici il gioiello è quindi quello che ha meno familiarità con i metodi e i processi del design, ed è un peccato perché il designer rappresenta un'antenna capace di captare i nuovi stili di consumo, oltre che essere l'inventore di nuove forme. Di questo le aziende hanno disperatamente bisogno. Nasce così l’idea della mostra “40 Gioielli per Milano” realizzata nel capoluogo ad aprile 2011, dove Alba Cappellieri ha selezionato 40 artisti creando per la prima volta una collaborazione tra designer e orafi lombardi Fonte immagini :ilsole24ore WJA ITALY Newsletter n.2 - Italian Women's Jewelry Association del 29/07/2011 di Sonia Sbolzani - Dal punto di vista economico, l’oro è definito “riserva di valore storicamente accettata, omogenea, frazionabile, liquida, non basata su un rapporto debito/credito diversamente dalle riserve di valore e monete cartacee”. Nello stesso tempo, l’oro è materia prima scarsa, risultato parziale di un processo di produzione di cui incorpora i costi, mezzo per produrre altre merci. Per tutti questi motivi, esso è rimasto strumento monetario, riserva di valore e mezzo di pagamento anche quando ha perso lo status di moneta legale. Lo stock totale di oro nel mondo si suddivide essenzialmente in due componenti di dimensioni non distanti fra loro: 1) riserve ufficiali di banche centrali, governi, organismi internazionali e riserve in mani private; 2) metallo cumulato per la fabbricazione di manufatti, di cui la gioielleria rappresenta di gran lunga la quota principale. La storia mineraria-industriale dell’oro inizia con gli anni 1850-60. L’oro come moneta segue un percorso temporale in cui è possibile distinguere due fasi: fino agli anni ’30 del Novecento lo stock comprende anche monete auree coniate per la circolazione, mentre con gli anni ’40 la funzione di riserva di valore si limita alle riserve ufficiali, che crescono continuamente (i maggiori detentori sono gli Stati Uniti ed i Paesi comunitari europei). In termini reali sull’arco che va dal 1800 ai nostri giorni il prezzo dell’oro è decisamente aumentato (fino a toccare un picco di 731 dollari all’oncia nella primavera del 2006), dimostrando la capacità di tale metallo di mantenere ed accrescere il proprio potere d’acquisto nel lungo periodo. Si può dire che tutti i grandi economisti (dai preclassici ai classici, dai marginalisti ai keynesiani, a cui si aggiungono contemporanei di varie scuole) si sono occupati dell’oro. Fra di essi due meritano una speciale menzione: David Ricardo e John M. Keynes. Il primo si interessò del metallo giallo in un problema di grande complessità teorica: quello della misura invariabile del valore. Il secondo se ne occupò in una notevole varietà di contesti. L’ultimo grande dibattito sul ruolo monetario dell’oro (dibattito al quale parteciparono principalmente M. Gilbert, R. Harrod, J. Rueff, R. Triffin) ebbe luogo negli anni ’60, allorchè sorse la questione se aumentarne il prezzo ufficiale e mantenere la convertibilità dollaro/oro o attuare il totale sganciamento dallo standard monetario e la demonizzazione. La scelta cadde su quest’ultima opzione, dettata non tanto da unanimità della teoria economica, ma da decisioni politiche. Sotto il profilo della storia dei sistemi monetari, i due più prolungati esperimenti di gold standard sono quello inglese (1717-1914) e quello americano (1834-1914). In tali regimi, nel periodo lungo e nonostante i movimenti oscillatori nel breve, il potere d’acquisto dell’oro ed i prezzi delle merci sono rimasti pressoché stabili. WJA ITALY Newsletter n.2 - Italian Women's Jewelry Association del 29/07/2011 Ma ciò a costo di pesanti tassi di deflazione (fu il sopra citato Keynes a definire il gold standard “barbara reliquia”). Dal 1971, con la cessazione di ogni convertibilità dollaro/oro, fissata con gli accordi di Bretton-Woods nel 1944 (a 35 dollari per oncia), il tema ha ben scarsa attualità pratica, anche se non mancano proposte per restituire all’oro un ruolo cardine nel sistema monetario internazionale. Ricordiamo, ad esempio, l’iniziativa presa nel 1979 dallo SME (Sistema Monetario Europeo) che pose a base parziale dello “scudo” (Ecu) un deposito aureo dei Paesi aderenti. Nel corso della “demonetizzazione” dell’oro, il metallo ha sempre dato prova di una vitalità notevole. L’aumento dei prezzi, sia pure attraverso violente oscillazioni, ha confermato ancora una volta che l’inflazione e le sue aspettative, la diversificazione della liquidità di grandi detentori (specialmente i Paesi petroliferi medio-orientali), le crisi politico-militari, sostengono le domande precauzionali di investimento ed anche speculative. Queste ultime dal 1974 hanno trovato una colossale espressione nei mercati a termine degli Stati Uniti, dove in pochi anni il volume di metallo trattato sulla carta è risultato di gran lunga superiore a tutto l’oro mai estratto. Oggi i mercati a termine rivestono un ruolo cruciale nel determinare i prezzi di breve periodo, sebbene nel tempo si registri un loro ridimensionamento. Nel medio-lungo periodo, però, a prevalere sono le relazioni di domanda e offerta relative al mercato fisico. Da un lato le domande precauzionali, di investimento, industriali e dall’altro le offerte dei due grandi produttori (Sudafrica e Russia) sono piuttosto stabili e determinate, quando non vi sono movimenti di rilievo negli stock accumulati (negli ultimi anni, tuttavia, il boom di Paesi come Cina ed India, che “assorbono” materie prime a ritmo sempre più incalzante, pone in campo nuove incognite). Il futuro dell’oro è, dunque, difficile da prevedere, per quanto la storia passata non lasci intravedere un rapido declino di questa “riserva di valore prodotta”. WJA ITALY Newsletter n.2 - Italian Women's Jewelry Association del 29/07/2011 Il lusso nelle tombe di Ascoli Satriano la pratica di sotterrare gioielli e manufatti preziosi di Cristiana Benigni - "Lo spreco necessario. Il lusso nelle tombe di Ascoli Satriano", la mostra allestita al Polo Museale di S. Maria del Popolo di Ascoli Satriano (Foggia), nasce con l’intenzione di presentare le logiche che accompagnavano la scelta e il valore dei materiali e degli oggetti destinati alla sepoltura tra l'età classica e la prima età imperiale di Ausculum, importante centro del Carepelle. L’ostentazione dei beni di lusso rappresentava una necessità per popolazioni che utilizzavano l’esclusività dei propri apparati come elemento distintivo sociale anche durante i riti funerari. Oro, argento, ambra, vetro, per oggetti dalla forte componente sacra, simbolica , apotropaica, caratteristici dell’aristocrazia secondo il rango e l’importanza, il sesso o l’età di uomini e donne, in complesse strutture sociali in cui l’emulazione e la differenziazione tra modi e comportamenti disegnavano i confini del vivere e del comportarsi. Non vi è complessità architettonica e monumentale nelle strutture funerarie di Ascoli, rigorose rispetto alla struttura importante delle tombe a fossa coperte da tumuli o alla spazialità delle tombe a camera. Rimane intatta la cura e l’attenzione al momento di passaggio, fase di esorcismo del dolore e momento di rigenerazione familiare. Nei reperti del IV secolo A. C. della tomba a fossa di Valle Castagna, ornamenti in oro e argento si accompagnano a vasi di importazione, sottolineando l'importanza dei meccanismi di acquisizione dei materiali di pregio attraverso canali di scambio dall'area del Melfese. Mentre la "Tomba delle oreficerie d'argento", sepoltura femminile di eccezionale valore mostra un preziosissimo bracciale d'argento chiuso alle estremità da protomi di ariete e decorato con scene di grifoni e leoni che atterrano prede, produzione orientale di orafi al servizio delle ricchissime committenze dell'area nord-pontica o macedone. Le tombe del II secolo a.C. sono l'esempio più chiaro dell'accessibilità del lusso di consumatori, in parte romanizzati, che si adeguano alle mode e ai comportamenti ellenici seguendo gli standard stranieri. Il percorso si chiude con la "tomba del cammeo" , tomba a incinerazione della prima metà del I sec. D.C., dove gli spilloni lavorati, il cammeo, il contenitore di ambra rossa raccontano della sepoltura femminile della nobiltà al potere già trasformata culturalmente dall’arrivo di genti provenienti dalle regioni centro-italiche. La mostra, inaugurata alla fine di giugno, rimarrà aperta fino al 16 novembre 2011. http://www.archeopuglia.beniculturali.it/ WJA ITALY Newsletter n.2 - Italian Women's Jewelry Association del 29/07/2011 “Le Gemme”, i nuovi occhiali Bulgari l’eyewear si fa preziosissimo di Sefora Sambati - Bulgari batte ancora una volta in velocità tutti i suoi competitors e crea un nuovo segmento di mercato per un prodotto che, tolte le realizzazioni su richiesta, non era ancora entrato nel mondo della produzione seriale: “Le gemme”, una nuova tipologia di occhialigioiello che ai classici materiali plastici unisce metalli nobili e le pietre preziose. Un progetto “Haute de gamme” realizzato in collaborazione con Luxottica, lo storico partner della licenza per l’occhialeria, con cui è stato rinnovato l’accordo per altri 10 anni. Gli occhiali da sole e l’eyewear in generale fanno parte dell’estetica del lusso da ormai dieci anni e sono diventati un vero fashion statement per tutto il comparto moda. Con questi nuovi prodotti Bulgari vuole cancellare il confine tra accessorio e gioiello, soddisfacendo i suoi clienti più esigenti e condizionando ancora una volta tutto il mercato dell’alto di gamma. Tre linee da sole e montature da vista, per uomo e donna, in vendita a partire dal prossimo ottobre, in Italia, Medio Oriente, Nord America e Asia nelle boutique Bulgari, oltre ad una rete di ottici selezionati e nel retail lusso di Luxottica, con prezzi che oscillano tra i 550 euro, per il modello placcato in oro, ed i 8.500 euro, per la versione in oro e zaffiri, salendo fino e i 65mila euro per i pezzi unici. Ispirata alla natura ed alla Sapphire Flower Collection con richiami agli anni Sessanta, “Primavera” è la collezione dedicata solo alle donne, con montatura nera o marrone in acetato, placcatura in oro 18 carati a scelta tra la versione in giallo, bianco o rosa, arricchita da motivi floreali in pietre semipreziose come quarzo rosa, citrini, ametiste, agata arancione o ematite. La palette dei colori è completata, per citare qualche esempio, da madreperla con taglio cabochon e calcedonio azzurro. Per gli uomini la linea prende il nome di “Zephyr“ e celebra lo stile aviator con forme rettangolari e diverse combinazioni di oro, titanio e metallo placcato oro. “Le Gemme Rare“, la linea più esclusiva, è composta da dieci modelli unici con asticelle d’oro personalizzabili. Sono occhiali da vere star, ispirati al look anni Cinquanta e realizzati in edizione limitata con diamanti, zaffiri, rubini e smeraldi incastonati a mano. Le Gemme verranno arricchite ogni anno da nuove collezioni, l’intero processo di manifattura della collezione, dall’ideazione alla realizzazione del prodotto finito, si svolgerà interamente in Italia. fonte immagini: Bulgari