guida alla domanda per la qualifica di restauratore
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GUIDA ALLA DOMANDA PER LA QUALIFICA DI RESTAURATORE LA QUALIFICA DI RESTAURATORE DI BENI CULTURALI La qualifica di restauratore di Beni Culturali si ottiene con il raggiungimento del punteggio minimo - di 300 punti - previsto dal comma 1-ter), al partecipante alla selezione ritenuto idoneo sarà riconosciuta la qualifica di restauratore di beni culturali la cui efficacia sarà comunque subordinata all’inserimento nei settori specifici. La procedura di selezione pubblica consiste nella valutazione dei titoli e delle attività e nell’attribuzione dei relativi punteggi. (cfr. Linee Guida applicative dell’articolo 182 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio di cui al Dl. 22/01/2004,n. 42 e ss.mm.ii.) TITOLO DI STUDIO Viene richiesta all’interessato, oltre che la trasmissione di copia del titolo conseguito, l’indicazione (all’interno del modulo di domanda) di elementi informativi riguardo alla qualificazione giuridica del corso, nonché all’oggetto (materia), alla natura (teorica o pratica-laboratoriale) ed alla consistenza quantitativa (periodo di didattica e di studio, numero di ore di lezione) degli insegnamenti impartiti nel corso.” Titolo di studio Diploma conseguito presso una scuola di restauro statale di cui all'articolo 9 del decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368 (Scuole di alta formazione e di studio che operano presso l'Istituto centrale del restauro, l'Opificio delle pietre dure e l'Istituto centrale per la patologia del libro) Punteggio 300 75 Diploma conseguito presso una scuola di restauro statale di durata almeno biennale per ciascun anno di durata del corso Attestato di qualifica professionale conseguito presso una scuola di restauro regionale ai sensi dell'articolo 14 della legge 21 dicembre 1978, n. 845, ovvero titoli esteri ritenuti equipollenti nell'ambito della procedura di selezione pubblica Laurea in Beni culturali (Ll) ovvero in Tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali (L43) 75 per ciascun anno di durata del corso 37,50 per ciascun anno di durata del corso 37,50 ' Laurea specialistica in Conservazione e restauro del patrimonio storico-artistico (12/S) per ciascun anno di durata del corso 37,50 Laurea magistrale in Conservazione e restauro dei beni culturali (LM11) per ciascun anno di durata del corso Diploma di ·laurea in Conservazione dei beni culturali, se equiparato dalle università alle classi 12/S o LMll, ai sensi dell'articolo 2 del decreto ministeriale 9 luglio 2009 Diploma in Restauro di primo o di secondo livello, conseguito presso le Accademie di belle arti, con almeno un insegnamento annuale m restauro per ciascun anno di corso Titoli riconosciuti equipollenti al diploma in Restauro conseguito presso le Accademie di belle arti 37,50 per ciascun anno di durata del corso 50 per ciascun anno di durata del corso 50 per ciascun anno di durata del corso “Nello specifico, detti punteggi sono cumulabili fino al raggiungimento di un punteggio complessivo di 200, ad eccezione di quelli relativi ai titoli di studio delle università e delle accademie di belle arti che sono cumulabili solo fra loro (e comunque entro il punteggio complessivo di 200) nel modo seguente: la laurea nella classe L1 o L43 è cumulabile con la laurea specialistica nella classe 12/S, con la laurea magistrale nella classe LM11 o con il diploma di secondo livello in Restauro delle accademie di belle arti; il diploma di primo livello in Restauro delle accademie di belle arti è cumulabile solo con il diploma di secondo livello in Restauro o con Vicenza, dicembre 2014 1 GUIDA ALLA DOMANDA PER LA QUALIFICA DI RESTAURATORE le suddette lauree specialistica o magistrale.” (cfr. Linee Guida applicative dell’articolo 182 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio di cui al Dl. 22/01/2004,n. 42 e ss.mm.ii.) Le INFORMAZIONI richieste: Sarà indispensabile quindi disporre di titolo di studio valido come da Tabella 1. Sarà allo stesso modo necessario avere anche il piano di studi con indicate gli insegnamenti, le date di inizio e fine del percorso di studio, la durata. Nel caso specifico di diploma delle Accademie di Belle Arti è specificatamente richiesto che all’interno di ogni anno di corso sia previsto un insegnamento di restauro. ATTIVITA’ DI RESTAURO Tra tutte le attività che possono precedere ed accompagnare un intervento conservativo; solo alcune di esse, tuttavia, costituiscono le specifiche attività professionali del restauratore di beni culturali, oggetto di riserva ai sensi dell’articolo 29, comma 6, del Codice (“Fermo quanto disposto dalla normativa in materia di progettazione ed esecuzione di opere su beni architettonici, gli interventi di manutenzione e restauro su beni culturali mobili e superfici decorate di beni architettonici sono eseguiti in via esclusiva da coloro che sono restauratori di beni culturali”), ed è soltanto ad esse che l’articolo 182, comma 1-quater, lettera a), si riferisce e dà rilevanza ai fini della qualificazione professionale: B - Progettazione, e C - Intervento (progettazione ed esecuzione dell’intervento conservativo, di regola fortemente integrate tra loro, nel settore degli interventi su beni culturali mobili o superfici decorate dei beni architettonici); mentre altre attività (A - Esame preliminare; D - Documentazione e divulgazione; E - Ricerca e sperimentazione) assumono un significato complementare ed esulano dallo specifico ambito professionale riservato al restauratore, ben potendo essere svolte da altri soggetti. (cfr. Linee Guida applicative dell’articolo 182 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio di cui al Dl. 22/01/2004,n. 42 e ss.mm.ii.) Sono riconosciute valide ai fini della qualifica attività di restauro di beni culturali mobili e superfici decorate di beni architettonici ai sensi dell’articolo 182, comma 1-quater, lettera a) a cui sono assegnati 37,50 crediti per anno. I SETTORI di COMPETENZA: Ognuna delle attività di restauro potrà essere inserita in uno o più settori di competenza tra i 12 previsti dalla legge che sono: 1)Materiali lapidei, musivi e derivati ( ad esempio sculture, statue o strutture in pietra, mosaici ecc.) 2)Superfici decorate dell’architettura ( ad esempio affreschi, stucchi, marmorini, scagliola ecc….) 3) Manufatti dipinti su supporto ligneo o tessile ( ad esempio tele, pale d’altare, dorature ecc…) 4) Manufatti scolpiti in legno, arredi e strutture lignee ( ad esempio sculture lignee, intagli ecc…) 5) Manufatti in materiali sintetici lavorati, assemblati e/o dipinti ( ad esempio plastiche, dicofol…) 6) Materiali e manufatti tessili, organici e pelle 7) Materiali e manufatti ceramici e vitrei 8) Materiali e manufatti in metallo e leghe 9) Materiale librario e archivistico e manufatti cartacei e pergamenacei 10) Materiale fotografico, cinematografico e digitale 11) Strumenti musicali 12) Strumentazioni e strumenti scientifici e tecnici “Le posizioni di inquadramento consentono l’iscrizione nell’elenco relativamente al settore di competenza, cui si riferiscono le attività di restauro svolte in via prevalente nonché agli eventuali altri settori cui si riferiscono attività di restauro svolte per la durata di almeno due anni” Si otterrà quindi la qualifica nel settore prevalente e in tutti gli altri settori di competenza dove si raggiungono almeno due anni di esperienza di restauro documentata. Vicenza, dicembre 2014 2 GUIDA ALLA DOMANDA PER LA QUALIFICA DI RESTAURATORE Le INFORMAZIONI richieste per ogni attività di restauro sono: Nome del bene oggetto dell’intervento (es. titolo dell’opera oppure nome dell’edificio) Periodo di esecuzione dell’intervento (data inizio e fine intervento) tipologia dell’intervento (progettazione ed esecuzione di opere su beni architettonici, gli interventi di manutenzione e restauro su beni culturali mobili e superfici decorate di beni architettonici) impresa appaltatrice dei lavori (ragione sociale, indirizzo completo dell’impresa, Partita IVA e/o Codice Fiscale) posizione rivestita dall’interessato (legale rappresentante, dipendente inquadrato al quarto o quinto livello nel settore edile, collaboratore autonomo con contratto d’opera) estremi dell’autorizzazione ( Soprintendenza competente per territorio ) La DOCUMENTAZIONE da presentare: E’ evidente che non potranno essere considerati utili lavori privi dell’autorizzazione rilasciata dall’organo di tutela, prevista dalla normativa vigente quale presupposto di legittimità di ogni intervento conservativo (articoli 20 e 21 del Codice). (cfr. Linee Guida applicative dell’articolo 182 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio di cui al Dl. 22/01/2004,n. 42 e ss.mm.ii.) I documenti da predisporre sono: Autorizzazione della Soprintendenza (verificare che sia relativa a Progettazione e/o intervento conservativo di restauro) Buon esito rilasciato dalla Soprintendenza competente (E’ opportuno disporre di questo documento, eventualmente richiedendolo presso le Soprintendenze o gli enti preposti alla tutela.) La DOCUMENTAZIONE INTEGRATIVA: 1) in ordine alla titolarità della ditta appaltatrice dei lavori di restauro o alla posizione di direttore tecnico dell’impresa stessa: certificato di iscrizione alla C.C.I.A.A., attestazione della SOA; atto contratto di appalto; verbale di consegna lavori; autorizzazione ad eseguire interventi di restauro su beni culturali di proprietà privata; 2) in ordine alla posizione lavorativa nei confronti dell’impresa: estratto del libro matricola, contratto di lavoro, contratto di collaborazione aventi data certa, dichiarazione del legale rappresentante dell’impresa in ordine al ruolo svolto dall’interessato quale dipendente o collaboratore autonomo, documenti inerenti gli aspetti di sicurezza (d.lgs. n. 81/2008); In particolare poi, con riferimento a quanto previsto dalla contrattazione collettiva del settore edile, si ritiene che le classificazioni dal quarto al quinto livello vadano considerate utili ai fini della ricostruzione e del riconoscimento dell’attività lavorativa di restauro in fase di valutazione dei requisiti, con riconoscimento diretto nel caso di classificazione al quinto livello. Nel caso di lavoratori autonomi, l’oggetto dell’attività, e lo svolgimento diretto dell’intervento conservativo dovranno risultare dai contenuti della prestazione lavorativa indicati nel contratto di collaborazione o contratto d'opera (ai sensi dell'art. 2222 e ss. Cod. civ.) a suo tempo stipulato con l’impresa affidataria. 3) in generale: una relazione ispettiva, un ordine di servizio, un verbale di collaudo, un consuntivo tecnico-scientifico, in cui si faccia espressamente menzione dell’interessato come esecutore diretto dell’intervento (atto emanato dall’amministrazione); una comunicazione informativa sullo stato dei lavori, una richiesta di chiarimenti o istruzioni trasmesse dall’interessato (atto ricevuto dall’amministrazione); una pubblicazione, o qualsiasi altro documento assunto al protocollo della amministrazione pubblica competente, che dia conto dell’attività svolta dall’interessato (atto comunque di data certa e custodito). Vicenza, dicembre 2014 3 GUIDA ALLA DOMANDA PER LA QUALIFICA DI RESTAURATORE Nel caso in cui la documentazione relativa alla posizione contrattuale del candidato mostri discordanze che possono causare un danno ad una corretta valutazione della professionalità acquisita le Commissioni procederanno ad una valutazione della documentazione stessa rapportandola alla carriera complessiva del candidato. (cfr. Linee Guida applicative dell’articolo 182 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio di cui al Dl. 22/01/2004,n. 42 e ss.mm.ii.) Sono considerati documenti validi integrativi: 1) Se TITOLARE della ditta: Documenti che attestino l’aggiudicazione della gara d’appalto o l’affidamento diretto di lavori a trattativa privata; Contratto d’ appalto; Contratto di subappalto Documento in cui l’interessato figurava come direttore tecnico dell’impresa esecutrice. Certificato di iscrizione alla C.C.I.A.A. (con codice attività ATECO 90.03.02) Attestazione della SOA Verbale di consegna lavori Autorizzazione ad eseguire interventi di restauro su beni culturali di proprietà privata E’ indispensabile che detti atti risalgano all’epoca di svolgimento dell’attività, per evitare che ricostruzioni postume conferiscano posizioni operative nell’ambito dell’impresa che non erano state esplicitate, e che quindi non può presumersi fossero state conosciute ed apprezzate dall’Amministrazione o dal privato committente dei lavori ai fini dell’autorizzazione e/o dell’affidamento degli stessi. (cfr. Linee Guida applicative dell’articolo 182 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio di cui al Dl. 22/01/2004,n. 42 e ss.mm.ii.) 2) Se lavoratori DIPENDENTI O COLLABORATORI AUTONOMI: contratti di lavoro subordinato o di contratti di collaborazione con l’impresa appaltatrice Dalla contrattazione collettiva del settore edile, si ritiene che le classificazioni dal quarto al quinto livello vadano considerate utili ai fini della ricostruzione. (cfr. Linee Guida applicative dell’articolo 182 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio di cui al Dl. 22/01/2004,n. 42 e ss.mm.ii.) contratto di collaborazione o contratto d'opera (ai sensi dell'art. 2222 e ss. Cod. civ.) a suo tempo stipulato con l’impresa affidataria. La qualifica/posizione lavorativa deve risultare dal libro matricola, dal contratto di lavoro o deve potersi evincere da altri atti di data certa dell’epoca di svolgimento dell’attività. (cfr. Linee Guida applicative dell’articolo 182 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio di cui al Dl. 22/01/2004,n. 42 e ss.mm.ii.) Estratto del libro matricola Dichiarazione del legale rappresentante dell’impresa in ordine al ruolo svolto dall’interessato quale dipendente o collaboratore autonomo Documenti inerenti gli aspetti di sicurezza 3) IN GENERALE: Relazione ispettiva Ordine di servizio Verbale di collaudo Consuntivo tecnico-scientifico Vicenza, dicembre 2014 4 GUIDA ALLA DOMANDA PER LA QUALIFICA DI RESTAURATORE Comunicazione informativa sullo stato dei lavori Una richiesta di chiarimenti o istruzioni trasmesse dall’interessato Altro documento assunto al protocollo della amministrazione pubblica Nel caso in cui si presentino dei documenti che accorpano insieme più attività di restauro attribuibili a diversi settori di competenza, il restauratore dovrà suddividere le giornate, a seconda del tempo di lavoro dedicato a ciascun settore. A comprova della suddivisione sarà possibile presentare ad esempio una perizia di spesa o altro documento dove sia evidente la suddivisione effettiva del periodo di lavoro. Se non specificati i settori di competenza effettivi, l’attività di restauro con il numero di giorni globale sarà comunque valida per il punteggio minimo di 300 punti ma non considerabile per il conteggio in nessuna categoria di restauro specifica. Vicenza, dicembre 2014 5