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PALAZZINE LIBERTY INTORNO CORSO FRANCIA
VILLINO RABY - corso Francia, 8 ( ing. Pietro Fenoglio, arch. Gottardo Gussoni - 1901)
La villa commissionata da Michele Raby all’ing. Fenoglio si avvalse della collaborazione dell’arch.
Gussoni. Rimaneggiata più volte è stata sede di una scuola privata (negli anni ’80) e, dal 2009, è
proprietà dell’Ordine dei Medici e odontoiatri della provincia di Torino.
La villa rappresenta l’unione di due scuole Art Nouveau, quella belga e quella francese.
Il progetto originale fu più volte modificato. L’influenza di Gussoni si avverte nella ridondante
presenza di numerosi elementi decorativi in litocemento ( pietra ottenuta con il cemento posto in
stampi appositi).
La planimetria dell’edificio è asimmetrica, ricca di differenti corpi di fabbrica. Nel prospetto
principale si evidenziano il portoncino d’ingresso in legno scolpito con fregi in metallo, la veranda
con terrazzo, collegato al giardino dalla breve rampa, e il grande bovindo. La villa presenta
modanature ( decori) che, all’ultimo piano, sono intervallate da colonnine. L’unica testimonianza
della decoratissima cancellata originale si può notare nel dettaglio del pilastrino in cemento. Nel
cortile si possono ancora ammirare le vecchie scuderie ( cavalli dipinti).
VILLINO OSTORERO - via Beaumont 7 ( ing. Pietro Fenoglio , 1900)
Il piccolo edificio si articola elegantemente nel movimento delle 4 facciate e dei diversi livelli.
Sopra uno zoccolo di intonaco grigio liscio in cui si affacciano le finestre degli scantinati, sta
l’alzato ridipinto di rosa pallidissimo e la decorazione della cimasa ( parte terminale dell’edificio
prima del tetto) a fiori bianchi su fondo azzurro. Ogni facciata ha caratteristiche proprie:
anteriormente è piatta, asimmetrica e movimentata dalla sopraelevazione e dal terrazzo laterale; sul
lato destro, verso il giardino, la soluzione è a giorno ( aperto) con ampie finestre a tre e a due luci e
una veranda al piano terra; posteriormente vi è un solo balcone e nel quarto lato le scale.
Eleganti le semplici modanature (decorazioni) delle finestre che riprendono il motivo decorativo
pittorico della cimasa, raffinati i ferri battuti delle ringhiere e i balconi, il cui motivo ritorna nelle
scale. Il tetto è a “lambriquin” ( disegno decorativo) in legno sagomato e manto in tegole. Il
portone in legno scolpito ha la parte superiore in ferro battuto.
PALAZZINA MAZZETTA - via Piffetti 3 ( arch. Giovanni Gribodo 1908)
La piccola costruzione di tre piani presenta una facciata movimentata dalla presenza di un balcone
centrale i cui pilastrini in litocemento si integrano felicemente con i ferri battuti che li
congiungono, secondo il motivo ispirato alla coda di pavone. Il portoncino d’ingresso, spostato
verso sinistra, rompe la simmetria e presenta una cornice decorativa ripetuta in diverse
ornamentazioni nelle finestre ai vari piani.
PALAZZINA MASINO - via Piffetti 5 ( arch. Giovanni Gribodo - 1908)
Questa palazzina di tre piani è attigua a un edificio dello stesso architetto. Prevale la tendenza a
geometrizzare le forme: infatti le finestre hanno un taglio lineare, e quelle dell’ultimo piano sono
attraversate da un fregio. Soltanto nel balconcino e nelle finestre del piano centrale non viene meno
il gusto per il fantastico: mentre ancora floreali sono le decorazioni delle finestre, il balconcino è
sovrastato da due erme ( sculture), a forma di sfinge con le ali, di netta ispirazione tedesca, con il
curioso logotipo a “G” sul parapetto, ripetuto tre volte, quasi una firma dell’autore. La simmetria
della piccola costruzione viene rotta dal portoncino d’ingresso che presenta un sopraporta in
litocemento decorato con un rilievo a motivi floreali. Sopra di essa si trova un occhio di bue dalla
massiccia incorniciatura e un’insolita finestra doppia. Da notare ancora una decorazione a sfinge
che orna il camino all’ultimo piano e la pulsantiera originale in bronzo.
PALAZZINA in via Piffetti 5 bis ( arch.Giovanni Gribodo - 1911)
La piccola villa di tre piani, di aspetto neo-rinascimentale, è strettamente legata all’esiguità dello
spazio disponibile. L’ingresso ha un portone in legno scolpito, sormontato da una modanatura in
rilievo con due profili, uno maschile e uno femminile. Al di sopra del portoncino un balconcino
con la balaustra in cemento lavorato ed una modanatura in intonaco geometrizzato. Una
dentellatura in rilievo conclude la struttura; una balaustra a bolli chiude la terrazza. La
modanatura delle finestre presentano mazzi di rose a rilievo. Sul cotto a vista spiccano le
riquadrature in finta pietra.
PALAZZINA in via Piffetti 7 ( arch, Giovanni Gribodo - 1908 )
L’aggraziata villetta ha una struttura estremamente mossa, certamente particolare per quello che era
lo stile di allora dato che ricorda più una villetta nordica che lo stile Liberty. L’irregolarità è il
fattore dominante: i tetti seguono l’andamento dei corpi di fabbrica e hanno una forte inclinazione
ed angolature diverse. L’effetto generale è rafforzato dal tetto retto da modiglioni simulanti travi in
legno operate, dalla cura ai comignoli e dalla decorazione in ferro battuto che corre al culmine del
tetto. Una costante della decorazione è il motivo della rosa e l’inserimento di una o due colonnine
nelle finestre quasi a simulare una bifora o una trifora.
FABBRICATO di via Beaumont, 3 ( arch. ing. Giovan Battista Benazzo – 1903 )
L’edificio di quattro piani fuori terra è coordinato ad un angolo piatto movimentato da un balcone in
cemento con motivi floreali, al primo piano, da un bovindo a giorno con colonnine, al secondo
piano, il cui tetto costituisce il pavimento di un balconcino con inferriata in ferri battuti dell’ultimo
piano.
Le facciate sono movimentate da un’alternanza di finestre e balconi finemente decorati. Deliziose
sono le decorazioni delle due fasce di fiori lavorati in superficie in litocemento e intonaco, vero
lavoro di cesello, a coronamento dell’angolo, ma anche gli intonaci dipinti con motivi floreali al
terzo piano e le mensole che reggono i cerchi sospesi nel sottotetto.
PALAZZINA in via Piffetti 10 ( arch. Giovanni Gribodo - 1909)
La piccola costruzione di tre piani fuori terra si qualifica per i paramenti decorativi. Dominante un
fregio di carattere naturalistico che taglia a metà la facciata e che rappresenta un delicato ritratto
femminile con fiori in mano, ispirata ai modelli francesi, compreso tra le finestre balcone del terzo
piano. Vaste specchiature in laterizio ( mattoni rossi) sul prospetto e un pesante balcone in cemento
sono temi decisamente di gusto eclettico. In stile Liberty sono, invece, le teste leonine in altorilievo
poste sulle lesene (semipilastri sporgenti) laterali del terzo piano; le due teste femminili ( erme )
nella parte terminale della palazzina e l’apparato che va dai ferri battuti delle porte finestre alle
delicate decorazioni del sopraporta del portone d’ingresso, decentrato a sinistra. La decorazione si
addensa anche tra le due portafinestra del secondo piano con motivi floreali ( trofeo).
PALAZZINA in via Piffetti 12 ( arch. Giovanni Gribodo 1909)
Villino analogo a quello di fianco, si differenziano solo nei materiali e nell’apparato decorativo,
redatto con gusto ed accuratezza. Identica per la partitura, per le finestre, per il numero dei piani,
per la simmetria della facciata, per il balcone al centro della facciata, per la disposizione distributiva
delle scale con portoncino d’ingresso decentrato, ma non per l’apparato decorativo molto vario.
Presenta, infatti, una decorazione centrale al terzo piano, a forma di tabella dipinta con motivi
fitomorfi, cioè un intreccio floreale a graffito bianco su sfondo scuro. Il portoncino d’ingresso, le
modanature delle aperture al primo piano e i pilastrini del balcone sono impostati su una ricca
decorazione sul tema del girasole, con leggere varianti. Tale apparato decorativo a girasole è
ripetuto grazie all’uso di uno stampo che ne permette la moltiplicazione così da ridurre i costi di
produzione. Il balcone in parte in ferro battuto ha un ordine ondeggiante a piattina, cioè non in
ferro pieno, ma schiacciato. Tali parti in ferro vengono inchiodati tra loro. Strutturalmente molto
semplice, la villetta si qualifica, quindi, per i particolari decorativi.
PALAZZO VITTORIA - corso Francia, 23 ( arch. Gottardo Gussoni – 1920 )
Trae il suo nome per evocare la vittoria nella guerra mondiale del 1915/18. Il tramonto della
coerenza stilistica che aveva animato il movimento Art Nouveau qui raggiunge il suo culmine,
infatti sarà l’ultimo monumento ad evocarlo. Dopo verrà espresso uno stile più razionale e
funzionale, senza inutili decorazioni.
E’ un edificio di spiccato gusto eclettico per sovrapposizione di stili che autocelebra la società di cui
faceva parte anche il costruttore ( Carrera). Si notino i dragoni a fare da reggimensola, inutili da un
punto di vista strutturale, e le decorazioni di derivazione fantastica che si ripetono sul portale e nelle
scale e le salamandre che costituiscono le maniglie della porta d’ingresso.
LA FLEUR - via Principi d’Acaja, 11, angolo corso Francia ( ing. Pietro Fenoglio - 1902)
L’edificio, di tre piani fuori terra, presenta una torre angolare, bow-window, molto aggettante
( sporgente). La torre, coronata da una finta balaustra in ferri battuti, è animata da mossi balconi in
cemento di forme diverse, e da tre ampie finestre in ferri battuti e vetri cattedrali blu e verdi. La
mensola metallica del bovindo ha la forma di una corolla floreale. La finta balaustra sopra il
cornicione offre un esempio del tipico disegno a “lumacone” caratteristico dell’artista. Su corso
Francia vi è un corpo più basso, terrazzato, con veranda, accanto al quale vi è l’ingresso carraio, in
un punto della facciata si possono leggere le iniziali del progettista. Su via Principi d’Acaja un
ampio balcone in cemento con motivi floreali e balconcini in ferro battuto. Il paramento è in
intonaco finta pietra: lo zoccolo è grigio scuro su cui si affacciano le piccole finestre delle cantine
chiuse da ferri battuti a piattina ( schiacciati); il primo piano è sottolineato da strisce orizzontali
dove compaiono bolli e righe verticali; superiormente l’intonaco è liscio, mosso da archeggiature e
da tondi. La fiancata sul corso è dipinta con alberelli in tinte verdi, rosa e azzurre. Portone, porta
delle scale e porte degli appartamenti sono in stile Liberty.
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PAROLE CHIAVE
Balaustra
Bovindo
Cimasa
Erme
Ferro battuto
Ferro battuto a piattina
Lambriquin
Lesene
Litocemento
Motivi fitomorfi
Teste leonine
Trofeo