TRACCE D`ETERNITA` N.18

Transcript

TRACCE D`ETERNITA` N.18
Tracce
LA BIBBIA E GLI ALIENI:
MITOPOIESI MODERNA O NEO-EVEMERISMO SOSTENIBILE?
(PRIMA PARTE) di Fabio Marino
La rivista elettronica del mistero
Anno IV nr.
INSERTO CENTRALE DI 16 PAGINE
18
d’eternità
Questa rivista telematica, in formato pdf, non è una testata giornalistica, infatti non ha alcuna periodicità. Non può
pertanto considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Viene fornita in download gratuito
solamente agli utenti registrati del portale e una copia è inviata agli autori e ai collaboratori. Per l’eventuale utilizzo di
testi e immagini è necessario contattare i rispettivi autori.
Un'indagine sulle origini del diavolo
LE DIECI TRIBU’ PERDUTE DI
ISRAELE
Roberto La Paglia
NAUFRAGIO DELLA
COSTA CONCORDIA
STRANE COINCIDENZE
Claudio Foti
ATTERRAGGIO UFO A
VELLETRI NEL LONTANO
1993?
Daniele Cataldi
LA MAPPA DEL CREATORE
Simone Barcelli
L’ALBA
DEL SOLE
NERO
DIO E SATANA
DUE FACCE
DELLA STESSA
MEDAGLIA?
Roberto Bommarito
Pier Giorgio Lepori
La medicina dimensionale
Michele Proclamato
LA BUFALA
DEL SIGILLO
SUMERO VA/243
Stefano Panizza
GIOVANNA
D’ARCO,
GILLES DE RAIS
E LE PARCHE
Nicoletta Travaglini
IL TERRORE PER
LA MUTILAZIONE
DI ANIMALI
È DIFFUSO E GLOBALE
COS’E’ LA MATERIA?
Domenico Dati
LA NASCITA
DELLE
COSTELLAZIONI
ANTICHE
Agostino Galegati
LE FIRME DI QUESTO NUMERO
di Naomi Semeniuk
Traduzione a cura di Carla Masolo
Naomi Semeniuk
Alateus
Aezio (Il Fatto Storico)
Daniele Bagnoli (Dita di Fulmine)
Franco Pavone (C.U.T.)
Simone Lega (Edizioni XII)
Antonella Beccaria
Pier Giorgio Lepori
Nicoletta Travaglini
Roberto Bommarito
Stefano Panizza
Michele Proclamato
Noemi Stefani
Fabio Marino
Simonetta Santandrea
Simone Barcelli
Gianluca Rampini
Riflessioni sulla
conferenza del
C.U.T.
alla scuola media
Alessandro Volta
Franco Pavone
CONTENUTI
ARTICOLI
Pag.11 Roberto Bommarito - Dio e Satana, due facce della stessa medaglia?
Pag.24 Nicoletta Travaglini - Giovanna D’Arco, Gilles De Rais e le Parche
Pag.44
EDITORIALE
Pag.28 Domenico Dati - Cos’è la materia?
Roberto La Paglia
Pag.31 Pier Giorgio Lepori - L’alba del Sole Nero
Pag.45
LE DIECI TRIBU’PERDUTE DI ISRAELE
Pag.36 Agostino Galegati - La nascita delle costellazioni antiche
Pag.62 Franco Pavone - Riflessioni sulla conferenza C.U.T. scuola Alessandro Volta
Pag.68 Stefano Panizza - La bufala del sigillo sumero VA/243
Pag.87 Naomi Semeniuk - Il terrore per la mutilazione di animali è diffuso e globale
Roberto La Paglia
Pag.50
NAUFRAGIO DELLA COSTA CONCORDIA
STRANE COINCIDENZE
Claudio Foti
(traduzione a cura di Carla Masolo)
Pag.94 Simone Barcelli - Kolosimo, un’intervista fuori dal tempo e dallo spazio
(con note esplicative di Fabio Marino)
Pag.53
ATTERRAGGIO UFO A VELLETRI
NEL LONTANO 1993?
Daniele Cataldi
Pag.55
NEWS
Pag.56
SEGNALI IN LIBRERIA
Pag.57
LA MAPPA DEL CREATORE
RECENSIONI
Pag.56 Giovanni F. Bignani, “Cosa resta da
scoprire” (Mondadori, 2011)
Pag.70 Simone Barcelli, “Il ritorno del Serpente
Piumato” (Cerchio della Luna Editore, 2012)
Simone Barcelli
INTERVISTE
Pag.94 Simone Barcelli intervista Peter Kolosimo
(Fuori dal tempo e dallo spazio)
NAVIGA TRA LE
PAGINE CON IL
SIMBOLO
RUBRICHE
Pag. 3 NOTE A MARGINE della redazione
Pag. 5 LIBRARSI di Simonetta Santandrea
Pag. 6 IL FATTO STORICO di Aezio
Pag. 7 DITA DI FULMINE di Daniele Bagnoli
Pag. 8 LUCI DALL’OLTREVERSO di Fabio Marino
Pag.17 XAARAN di Antonella Beccaria
Pag.19 L’OTTUPLICE SAPERE ORIENTALE di Michele Proclamato
Pag.30 INTORNO XII di Simone Lega
Pag.59 NON PRENDIAMOCI SUL SERIO della redazione
Pag.81 CONFESSO, HO VIAGGIATO di Noemi Stefani
Pag.84 ALTRE VERITÀ di Alateus
Pag.92 LIFE AFTER LIFE di Noemi Stefani
REDAZIONE
Progetto grafico e impaginazione
a cura di Simone Barcelli.
Revisione testi a cura della redazione.
Simonetta Santandrea [email protected]
Gianluca Rampini [email protected]
Andrea della Ventura [email protected]
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Simone Barcelli [email protected]
Fabio Marino [email protected]
Traduzioni
Sabrina Pasqualetto [email protected]
Anna Florio [email protected]
Antonio Nicolosi [email protected]
Germana Maciocci [email protected]
Carla Masolo [email protected]
2
NOTE A MARGINE
di Simonetta Santandrea
Il LiDAR, il radiocarbonio, l’archeologia e…
Leggo questa notizia su un buon sito
internet:
"È un cambiamento di paradigma",
afferma l’archeologo Chris Fisher, "proprio
come l'avvento del radiocarbonio, il LiDAR
avrà lo stesso impatto".
Archeologo specializzato in Messico
occidentale, Fisher studia il modo in cui gli
ambienti influenzano e cambiano le
culture. LiDAR lo ha aiutato a delineare
meglio il quadro del Messico antico,
portandolo a conoscere l'Impero
Purepecha, prima poco conosciuto.
Diversi anni fa, Fisher iniziò con robusti
computer palmari e alcuni ricevitori GPS
per mappare la città recentemente
scoperta di Sacapu Angamuco nel Messico
occidentale, occupata all’incirca dal 1000
al 1350 d.C. I Purepechan o Tarasco si
erano dimostrati più difficili da individuare
archeologicamente dei loro
contemporanei e rivali, gli Aztechi.
LiDAR, abbreviazione di "light detection
and ranging" è una tecnologia di
rilevamento remota. Analogamente al
radar, una matrice LiDAR emette luce su
un obiettivo, spesso tramite laser.
La luce può essere nel campo visibile dello
spettro, nei raggi ultravioletti o nel vicino
infrarosso. Si misura il tempo necessario
perché la luce ritorni riflessa indietro allo
scanner, con ogni misurazione registrata
come un punto. In archeologia, i dati così
raccolti sono utilizzati per tracciare le
differenze nell'elevazione e forma; da
questa nube di dati, è costruita
un'immagine dell'area osservata.
Oltre all'archeologia, LiDAR ha usi in
geologia, silvicoltura, usi agricoli, militari e
meteorologici; esso è abbastanza accurato
per ambienti urbani, per esempio, per
tracciare un grafico e per tracciare linee di
trasmissione elettrica sulla mappa.
Come dare agli scienziati una foto di ciò
che si trova sotto di loro su (e sotto) il
suolo, LiDAR può anche misurare pioggia e
prodotti chimici.
Anche se spesso distribuito su aerei che
volano lungo piani di volo appositamente
registrati, coprendo un'area con copertura
strisce e sovrapposti, LiDAR può essere
impiegato anche su veicoli terrestri ed è
anche usato in dispositivi fissi fare
scansioni 3D di vani costruiti e oggetti.
La scienza pura non è la sola logica per
l'uso di LiDAR e altre tecnologie.
In stretto tempo economico, permette di
risparmiare sui fondi della ricerca
accademica, quindi tutto ciò che può
risparmiare denaro è il benvenuto.
"La tecnologia LiDAR (aiuta) a mappare
non solo l'architettura antica", scrive
Fisher, "ma il paesaggio sottostante in
modo più conveniente di quanto non si
riesca a fare con una tradizionale indagine
archeologica. Inoltre, la qualità dei dati è
migliore di qualsiasi metodo precedente.
"LiDAR è stato da un po' (dagli anni 80)
ampiamente usato per l'archeologia nel
Regno Unito e altri luoghi in Europa. Ma
solo di recente la sua risoluzione è
diventata abbastanza alta per vedere le
singole parti archeologiche. Ogni punto che
abbiamo ha una gamma di più/meno di 2,5
cm — circa le dimensioni di un cubo di
Rubik. Così ora noi possiamo usarlo per
indagare non solo antiche città, ma il
panorama più ampio e connessioni tra
queste caratteristiche sul paesaggio. Per la
prima volta siamo in grado di registrare il
mondo nello stesso modo in cui lo
sperimentiamo — in tre dimensioni."
In che cosa esattamente consiste questa
rivoluzione?
Velocità. Costo. Complessità.
LiDAR e la sua tecnologia correlata hanno
3
compresso la raccolta dei dati, nello stesso
modo in cui il calcolo stesso ha aumentato
la velocità di elaborazione di calcoli
numerici di informazioni.
Un paesaggio, con i suoi manufatti
architettonici e agricoli, può essere
mappato in dettaglio straordinario in una
frazione del tempo che era necessaria
prima per prendere tutte le misure e per
un prezzo molto ridotto.
In questo modo gli archeologi possono
spendere più del loro tempo per
modellare, ragionare e teorizzare,
utilizzando i dati, piuttosto che per la
semplice raccolta degli stessi dati.
Inoltre, le informazioni raccolte sono
plausibilmente immuni dai danni del
tempo, o almeno più resistenti a deperire
rispetto a molte delle prime informazioni
di archeologia.
"I dati sono indelebili", prosegue Fisher,
"non come una fotografia, [che] si
degrada. Essi rappresentano anche una
nuvola di punti, piuttosto che un'immagine
statica. Noi, come archeologi,
combattiamo una battaglia già persa per
preservare il patrimonio culturale di fronte
a un mondo in continua espansione. LiDAR
congela il paesaggio - tutto in quel
paesaggio; vegetazione, animali, ecc - in
questo momento. Immaginate se avessimo
immagini LiDAR per siti archeologici
rovinati da un centinaio di anni fa”…
E mi viene da pensare… Grande la
tecnologia al servizio della scienza e della
scienza archeologica! E anche: quanto
LiDAR occorrerebbe per ripulire questo
stesso mondo scientifico da montagne di
stupidaggini!
Simonetta Santandrea
NOTE A MARGINE
di Gianluca Rampini
Anche gli scienziati piangono
Tempi strani, tempi complicati. Di per sé è il
tempo stesso a essere un mistero.
L’altro giorno ho sentito Mikio Kaku, maggior
esponente della teoria delle stringhe, dire che
uno dei più grandi misteri rimasti irrisolti è il
motivo per cui il tempo fluisca in avanti e non
indietro. Per quanto banale, è un domanda a
cui non abbiamo risposta.
Perché non siamo tutti come Benjamin
Button? Curioso che questo problema mi
accompagni fin da quando era ragazzo, quando
in vari modi mi capitava di confrontarmi con
l’idea dei viaggi nel tempo. Quindi figuriamoci
quanto complicato può essere comprendere
perché succedono certe cose, come si legano
le une alle altre e cosa ci aspetta.
Nel campo scientifico, soprattutto in
astronomia, è periodo di grande fermento per
ciò che riguarda la comprensione della nostra
galassia. Meglio specificare la nostra galassia,
perché dell’universo sappiamo ancora ben
poco. Ci viene detto che ormai è quasi fatta
per la scoperta di un pianeta gemello alla
Terra. Che i pianeti nella così detta “fascia di
abitabilità” siano ormai molto numerosi e,
soprattutto, molto più numerosi di quanto non
si potesse immaginare. Il che aumenta
esponenzialmente le probabilità che ci siano
altre civiltà evolute, nella nostra galassia.
Altre civiltà evolute. Diciamo altre civiltà,
perché se il termine di paragone siamo noi,
l’idea di evoluzione potrebbe non essere così
condivisa. La celebre equazione di Drake: Nciv =
Fét x Ppla x Npla x Pvie x Pint x Pcom x T, che prova a
calcolare quante civiltà evolute ci potrebbero
essere nella Via Lettea, è ormai decisamente
superata e decisamente riduttiva. Diciamo,
tanto per generalizzare, che il timore di essere
soli nell’universo è totalmente infondato.
Come dice Hawkins, forse dovremmo temere
per l’esatto opposto.
Giungono poi importanti notizie, anche e
soprattutto dal nostro sistema Solare.
Su Marte ci viene detto ci siano tracce di vita
passata, naturalmente non vita complessa,
socialmente evoluta, ma il passo tra una cellula
vivente e una civiltà tecnologica, è per me
molto più breve che tra l’assenza di tracce di
vita e una forma di vita qualsiasi.
Dire che sulla Luna ci sia acqua non è più una
così insensata eresia, è la Nasa stessa ad
ammetterlo. Sempre secondo Kaku, ci sono
buone probabilità di trovare, sempre sul nostro
satellite, antiche tracce del passaggio di una
qualche sonda artificiale auto-replicante,
inviata da una civiltà aliena a esplorare e
colonizzare tecnologicamente l’intera galassia.
Il monolite di “2001: odissea nello spazio”, ne
sarebbe il miglior esempio cinematografico.
Quindi? Generalmente, a questo punto dei
miei editoriali, giunge il ma. E come posso
smentirmi proprio questa volta?
Non lo faccio. Ci sono infatti troppe zone
d’ombra e contraddizioni. Siamo sulla soglia di
scoprire un mondo come il nostro, sappiamo
ormai per certo che il nostro sistema solare
potrebbe svelare incredibili sorprese e il
governo statunitense cosa fa? Taglia
brutalmente i budget della Nasa, abbandona il
programma Shuttle senza avere nulla che lo
possa sostituire. Certo c’è la crisi e certo,
c’erano i milletrecento miliardi di dollari da
dare alle banche. A mio parere, l’unico motivo
per abbandonare in questo modo una ricerca
scientifica, forse non vitale ma di certo
fondamentale per l’umanità, o per quanto li
riguarda per gli Stati Uniti, è che abbiano già in
opera un programma segreto di viaggi nello
spazio con tecnologia talmente avanzata da
dover esser tenuta assolutamenta segreta.
Non c’è il tempo di elencarli qui, ma ci sono
molti indizi che puntano in questa direzione.
Divertente, in qualche modo, una gaffe di
Reagan quando era presidente, in cui disse di
aver appreso che sullo shuttle in orbita ci
fossero trecento persone (Diario del
Presidente Reagan: 11 giugno 1985, pag. 334 ).
Altra curiosità è che la Nasa, nel 2007, abbia
premiato “La Squadra Umana di supporto al
volo spaziale” per i suoi sforzi nel mantenere al
sicuro gli astronauti dai detriti spaziali, dagli
asteroidi o da qualsiasi genere di pericolo di
questo tipo. Già la definizione “umana”
potrebbe insospettire ma credo si
contrapponga al concetto di missione
automatica piuttosto che a qualcos’altro di più
esotico. Messa in questo modo, sembrerebbe
vi sia una “squadra” di astronauti che seguono
da vicino gli Shuttle con funzioni di sicurezza.
Oppure, volendo essere meno azzardati, ci
4
dovrebbero spiegare come possono fornire
questo tipo di assistenza, tenuto conto che una
volta in orbita, lo Shuttle, o la Stazione Spaziale
Internazionale, ha una ridottissima
manovrabilità. Non possono certo schivare ciò
che arriva loro addosso e, in ogni caso, la Nasa
dispone già di un sistema di sorveglianza di
tutti i detriti spaziali che ci sono in orbita.
Quindi cosa e come diavolo fanno?
Posso dirvi che ho trovato un link governativo,
o per meglio dire militare, che riportava questa
notizia, ma che questo link ora non è più
attivo. Guarda la casualità.
Per riprendere le fila del discorso, io sospetto
che la particolare attenzione e libertà con cui
circolano le notizie sulle scoperte che si vanno
facendo in giro per la galassia e nel nostro
sistema solare, vengano proprio comode per
allontanare, sempre più, l’orizzonte, per creare
più ampi spazi di manovra e per poterci dire
“Vedete, se c’è acqua sulla Luna noi ve lo
diciamo, non siamo certo gente che tiene
segrete le notizie, altrimenti non lo avremmo
fatto sapere a tutti”.
Concludo con una nota di costume; avrete
sentito che Margherita Hack si è
pubblicamente lamentata, perché un medico
abilitato non ha voluto esaminarla per il
rinnovo della patente. È andata in tv e sui
giornali, indignata per quella che lei ha sentito
come una discriminazione. A parte tutte le
considerazioni sulla veneranda età,
novantadue mi sembra, e sulla legittimità
dell’azione del medico, vorrei sottolineare
come lei abbia voluto sfruttare la propria
celebrità, lamentandosi pubblicamente,
cercando di ottenere una movimentazione
popolare che inducesse qualcuno a ridarle la
patente.
Evidentemente anche gli scienziati piangono.
Perdonerete la mia presa di posizione, ma la
Hack, per chi come me si occupa di ufologia, è
sempre stata una polemica e ottusa spina nel
fianco. Forse avete ragione voi: è acqua
passata, in tutti i sensi. Meglio pensare a
Tracce, che anche questa volta si ripropone
con eccezionali contenuti, frutto dei nostri
impareggiabili contributors.
Grazie a tutti e buona lettura.
Gianluca Rampini
LIBRARSI
di Simonetta Santandrea
STRANE CREATURE
Tracy Chevalier
“Be’,
quando Mary Anning lo
scoprì cambiò, senza volerlo, il
nostro modo di vedere il mondo. Di
colpo era apparsa questa creatura
misteriosa, di cui non c’era traccia
sulla terra. Una creatura che non
esisteva più da chissà quanto
tempo, una specie estinta…
ovvero, scomparsa per sempre.
Quella scoperta fece nascere il
dubbio che il mondo fosse
soggetto ai cambiamenti, che si
trasformasse, anche se molto
lentamente, invece di rimanere
sempre uguale a se stesso, come si
pensava in precedenza.”
di un animale che lei e il fratello
continuarono a lungo a chiamare
‘un coccodrillo’, anche quando gli
studiosi lo avevano già rinominato
‘ittiosauro’.
Dopo l’ittiosauro un altro
scheletro di animale venne, per
così dire, alla luce - era diverso dal
precedente, collo lunghissimo,
corpo a barile, coda corta.
Era il plesiosauro, la ‘quasi
lucertola’.
Ormai l’intero mondo della scienza
aveva gli occhi puntati su Mary
Anning.
(Intervista a Tracy Chevalier) Nel romanzo, poiché questo è in
effetti Strane creature, una storia
romanzata basata su dati reali e
Mary Anning aveva un dono,
sulla figura realmente esistita di
quello di individuare, nel grigiore
Mary Anning e sulle sue reali
della sabbia e nell’impasto
scoperte archeologiche, grande
arruffato delle alghe, il contorno di
parte ha il dibattito del mondo
un fossile - un’ammonite, una
scientifico di allora relativamente
belemnite, un giglio di mare, o un
al peso da attribuire a questi
altro di quelli che la gente comune
rinvenimenti, all’impatto sociale e
chiamava ‘ninnoli’ e che venivano
morale di tali affermazioni
venduti ai turisti di Lyme.
scientifiche, che paiono scardinare
Forse l’aveva ereditato dal padre, le basi religiose che avevano fin
un ebanista, che le aveva anche
qui retto anche il mondo
insegnato a cavare i fossili dalla
accademico con questi nuovi
sabbia e a pulirli col raschietto
principi galileiano-darwiniani…
senza rovinarli.
E per di più ad opera di una
Fin qui, niente di straordinario.
donna.
Un giorno, però, Mary Anning
scorse qualcosa di più grosso tra le
rocce calcaree e la sabbia: il cranio
5
Titolo
Strane creature
Autore
Tracy Chevalier Tracy
Anno pubblicazione
2009
287 pagine
brossura
Traduttore
Ortelio M.
Editore
Neri Pozza
(collana I narratori delle tavole)
IL FATTO STORICO
di Aezio
Quotidiano di
Storia
e Archeologia
Il “primo” sottomarino
svelato interamente
dell’Unione H
o
u
sa
to
n
ic, e sparì dalla zona dopo
essere riemersa per mostrare alle truppe di terra
un segnale di missione compiuta con una lanterna,
che poi è stata ritrovata dagli archeologi ancora a
bordo: l’Hunley non fece infatti ritorno alla base,
ma affondò a sua volta subito dopo.
Esistevano già dei sottomarini, dice Michael
Drews, direttore del Warren Lasch Conservation
Center, dove adesso è conservato il sottomarino,
ma l’Hunley era tecnologicamente all’avanguardia:
“A quell’epoca, la mentalità della guerra navale
era, fondamentalmente, che le grandi navi
affondavano quelle piccole. Le navi piccole non
affondavano le navi grandi. L’Hunley ha
rivoluzionato questo concetto”.
Reuters
Il battello confederato H.L. Hunley, il primo
sottomarino al mondo ad essere utilizzato con
successo in una guerra, è stato svelato per la
prima volta interamente dopo un decennio di
conservazione. Fra non molto sarà ancora visibile
al pubblico, ma all’interno di una vasca d’acqua
dolce per evitare che si arrugginisca. Considerata
l’arma invisibile della Confederazione, nel 1863
l’Hunley arrivò nella città di Charleston, che in quel
momento era sotto assedio da parte delle truppe
e delle navi dell’Unione. Nei mesi successivi
affondò due volte dopo incidenti durante le prove
in mare, uccidendo 13 membri dell’equipaggio, tra
cui Horace Lawson Hunley, costruttore del
sottomarino. Nel febbraio del 1864 un equipaggio
riuscì finalmente ad affondare la nave da guerra
LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI DE “IL FATTO STORICO”
6
DITA DI FULMINE
di Daniele Bagnoli
Strane forme di
vita scoperte sul
fondo dei
"blue holes"
Ricordate il Great Blue Hole? Per chi si fosse collegato a Dita di Fulmine per la prima volta, il Great Blue Hole (se ne
parla in questo post http://www.ditadifulmine.com/2010/03/great-blue-hole.html) è, in sintesi, un buco. Quello che
lo rende spettacolare è la sua formazione e il suo attuale aspetto: si tratta di una galleria sotterranea verticale
collassata (e probabilente di origine vulcanica) che, se osservata dall'alto, sembra un vero e proprio buco senza
fondo in pieno oceano. Il Great Blue Hole non è un caso unico: si calcola che nelle sole Bahamas ne esistano almeno
altri 30 collegati ad almeno un migliaio di caverne sottomarine, una concentrazione mai riscontrata in altre parti del
mondo. E' per questo motivo che le isole sono state la destinazione finale di un gruppo di ricercatori dedito allo
studio delle svariate, e talvolta misteriose, forme di vita che popolano questi pozzi verticali sommersi. "E' davvero
incredibile nuotare lungo un passaggio che nessuno ha mai esplorato prima, e sperimentare il brivido della scoperta"
spiega Tom Iliffe, a capo della spedizione e biologo marino della Texas A&M University. "Sul fondo della caverna, non
si può dire cosa si può incontrare dietro ad ogni angolo". Si calcola che al mondo esistano decine di migliaia di
caverne sottomarine, ma solo meno del 5% è stato esplorato, o è diventato oggetto di una seria investigazione
scientifica. "Abbiamo più informazioni sul lato nascosto della luna che su queste caverne sul nostro pianeta. Non si
può dire cosa si scoprirà in alcune delle migliaia di caverne in cui nessuno è mai entrato".
PROSEGUI LA LETTURA DELL’ARTICOLO SUL SITO DITA DI FULMINE
7
LUCI DALL’OLTREVERSO
di Fabio Marino
LA BIBBIA E GLI ALIENI
MITOPOIESI MODERNA
O NEO-EVEMERISMO
SOSTENIBILE?
PRIMA PARTE
CONSIDERAZIONI LOGICHE E GENERALI
Com’è noto, personalmente sono
un sostenitore (senza prove…)
dell’ipotesi del paleo-contatto.
Ultimamente, si osserva una
spiccata tendenza a interpretare (o
a voler interpretare) gli scritti
biblici come un vero e proprio
resoconto di contatti con civiltà
aliene; e di questa tendenza
esistono addirittura diversi filoni,
alcuni dei quali prevedono
finanche la creazione ex novo del
genere umano attraverso
manipolazioni genetiche.
Si tratta, chiaramente, di
un’impostazione che
filosoficamente possiamo definire
“neo-evemerismo” (definizione
personale, ideata per l’occasione).
Di che si tratta? Il termine trae
origine dal filosofo ellenistico
Evemero (IV-III sec. a.C.), il quale
ipotizzò che le divinità altro non
erano che soggetti umani
divinizzati a vario titolo. Con il
termine “neo-evemerismo”,
quindi, intendo riferirmi a un
concetto simile, in cui però a
essere divinizzati sarebbero stati gli
alieni in visita sul nostro pianeta.
8
La complessità dell’argomento non
consente un esauriente trattazione
in poche pagine; pertanto,
l’articolo sarà diviso in tre parti.
In questa prima parte, verranno
trattate alcune argomentazioni
logiche, mentre nella seconda
parleremo degli aspetti semanticofilologici delle affermazioni dei neo
-evemeristi (ovviamente nel limite
delle mie competenze); nella terza
e ultima (chissà…) parte
valuteremo la scientificità di tali
affermazioni e cercheremo di
trarre delle conclusioni, seppur
certamente provvisorie.
Un notevole tentativo, in epoca
recente, di studiare l’Antico
Testamento (e segnatamente il
Libro della Genesi) in chiave
scientifica è rappresentato
dall’ottimo ed affascinante “In
principio. Il libro della Genesi
interpretato alla luce della
scienza” (1981, Mondadori), di
Isaac Asimov. In esso, l’Autore (mai
abbastanza compianto) raffronta le
affermazioni contenute nella
Genesi con le attuali conoscenze
scientifiche, traendone, di fatto, un
quadro interlocutorio (utilizzando,
com’è ovvio, le categorie di un
popolo dell’antichità).
Indipendentemente e
successivamente, invece, vennero
proposti scenari certamente più
“incredibili” (in senso lato!),
secondo i quali, in buona
sostanza, la Bibbia NON SAREBBE
un libro a impronta religiosa, ma
un fedele resoconto (“fedele”
quanto può essere il racconto di un
popolo nomade e semi-primitivo)
di eventi realmente e
storicamente accaduti in un
passato indefinito. In altre parole,
una Comunità (gli Ebrei) avrebbe
avuto ripetuti contatti con esseri
provenienti da altri mondi (oppure,
l’Umanità stessa sarebbe stata
creata con procedimenti di
tecnologia biologica da alieni), e la
Bibbia in primo luogo sarebbe il
racconto di questi contatti.
Non esisterebbe nessun Dio,
Yahweh o El/Elohim (parleremo
anche di questa apparente
contraddizione singolare/plurale),
ma in realtà ci si riferirebbe, con
questi nomi, semplicemente a
esseri di altri mondi, giunti in visita
più o meno “interessata” (o,
perché no?, di cortesia o di
piacere…) sulla Terra. La chiave di
lettura della Bibbia, dunque,
sarebbe la sua interpretazione
letterale, mettendo da parte altri
9
risvolti di natura solamente
umana.
Sembra quasi di rileggere le
affermazioni di Sitchin in merito ai
testi sumeri, non è vero?
E non il solo “Genesi” ne sarebbe la
riprova, ma anche molti altri
episodi biblici, a cominciare dai
fatti dell’Esodo (Esodo 13:21 ”Il
Signore marciava alla loro testa di
giorno con una colonna di nube,
per guidarli sulla via da percorrere,
e di notte con una colonna di fuoco
per far loro luce, così che potessero
viaggiare giorno e notte”), per
proseguire, fra gli altri, con
l’ascensione al Cielo di Elia con un
“carro di fuoco” o con la visione di
Ezechiele; oppure, infine, con
quanto recita il Salmo 82, 1-7:
“1 Salmo di Asaf. DIO sta
nell'assemblea di DIO; egli giudica
in mezzo agli dèi.
2 Fino a quando giudicherete
ingiustamente e prenderete le parti
degli empi?
3 Difendete il debole e l'orfano fate
giustizia all'afflitto e al povero.
4 Liberate il misero e il bisognoso;
salvatelo dalla mano degli empi.
5 Essi non conoscono nulla e non
intendono nulla, e camminano nelle
tenebre tutti i fondamenti della
terra sono smossi.
6 Io ho detto: "Voi siete dèi, siete
tutti figli dell'Altissimo.
7 Tuttavia voi morrete come gli
altri uomini, e cadrete come ogni
altro potente".
E anche del significato di questo
Salmo, spiegato fra gli altri non da
un “quisque de populo”, ma da tale
S. Agostino da Ippona parleremo
nella prossima parte.
Ora, mettiamo da parte, per una
serie di motivi, questi ultimi fatti, e
concentriamoci invece
sull’impianto gnoseologico
dell’ipotesi Bibbia-alieni.
È corretta l’interpretazione SOLO
LETTERALE del Testo Sacro?
Per rispondere, poniamoci un altro
paio di domande.
Quanto è corretto cercare, nelle
pieghe della Storia, la vita reale di
Lorenzo Tramaglino detto Renzo e
della sua promessa Lucia
Mondello? Come sappiamo, infatti,
i “Promessi Sposi” sono
certamente un romanzo “storico”,
in quanto ambientato in periodo
preciso della storia (tra il 1628 e il
1630); inoltre diversi suoi
personaggi sono storicamente
esistiti (uno per tutti, il cardinal
Borromeo). Ma quanti, “fra i miei
venticinque lettori”, sono convinti
dell’esistenza REALE di Renzo e
Lucia? Quanti scommetterebbero
sulla veridicità letterale dei fatti
raccontati dal Manzoni? E quanti
andrebbero alla ricerca delle prove
o delle evidenze storiche di Fra’
Cristoforo, o Agnese? O, infine,
quanti sosterrebbero la necessità di
analizzare “letteralmente” i
“Promessi Sposi”, perché così si
otterrebbe il vero significato del
romanzo?
È vero che un’operazione del
genere è stata tentata di recente
con i romanzi di Dan Brown, i quali
- nonostante le numerose
smentite dell’Autore in persona sono stati riguardati quasi come
documentari ben documentati sulla
vita di Cristo, ma forse a tutto c’è
un limite…
E, giusto per fare un altro esempio,
pure significativo: c’è qualcuno,
per quanto sprovveduto, che
voglia interpretare la “Divina
Commedia” come la reale
descrizione dell’Aldilà da parte del
Sommo, anche se, magari, solo in
funzione “onirica”?
Dovremmo cioè credere che Dante
abbia attraversato il diaframma
invalicabile, trovando, sotto
Gerusalemme, l’accesso al mondo
dell’Oltretomba, il quale è come
Egli ce lo descrive? Di sicuro non è
necessario rispondere a queste
domande, che - è bene precisarlo a
scanso di equivoci - non sono
“letterali”, bensì “retoriche” (una
comunissima figura
grammaticale!). In altri termini, si
rimane sotto una netta
10
impressione. La suggestiva “realtà”
descritta da film di grande successo
come, ad esempio, “Stargate” pare
quasi aver creato una sorta di
“archetipo moderno”, che ha dato
il “la” a una serie di interpretazioni
“disinvolte” (e spesso, purtroppo,
poco originali) di quella che è la
nostra Storia. Con ciò non si vuole
affatto ridicolizzare il lavoro di tanti
Ricercatori. Voglio solo sottolineare
che probabilmente un
atteggiamento più “scientifico”
permetterebbe una messe di
risultati meno rivoluzionari e più
sostenibili, anche (e non solo) dal
punto di vista dell’interpretazione
linguistica dei Testi Sacri.
L’aspetto più strettamente e
banalmente logico è quanto
esposto fin qui; come detto, nella
parte successiva daremo
un’occhiata più da presso a quelli
che sembrano essere i punti di
forza dei neo-evemeristi, a
cominciare proprio dalle “prove”
linguistiche. Sarà una “passeggiata”
impegnativa, ma - mi auguro particolarmente interessante.
Un'indagine sulle origini del diavolo
Dio e Satana
due facce della
stessa medaglia?
Roberto Bommarito
La caduta dell'uomo e l'espulsione dal Paradiso Terrestre (dettaglio) di Michelangelo (1508 – 1512)
Satana: un personaggio che di sicuro
non ha bisogno di presentazioni. È
presente negli insegnamenti della
Chiesa Cattolica, così come nelle
espressioni artistiche più importanti
della cultura occidentale. Una figura,
quella del diavolo, che si addice
perfettamente anche ai dilemmi
morali proposti dalla letteratura così
come agli scopi d'intrattenimento di
Hollywood. Ma sappiamo di chi
parliamo, in realtà, quando ci
riferiamo a Satana? In questo articolo
esploreremo l'evoluzione della figura
di Satana nelle religioni abramitiche.
Un serpente, ma non il diavolo
periodo intertestamentale fra il 200
AC e il 100 DC. I libri del Vecchio
testamento, invece, vennero scritti
nell'arco di tempo che spazia dal 1400
AC al 400 AC.
Secondo la Bibbia il serpente è solo
una delle tante creature di Dio.
Chi è davvero Satana? Per quanto
molti associno il serpente che tentò
Il serpente era il più astuto di tutti gli
Eva con Satana, in realtà questa
animali selvatici che Dio aveva fatto e
identificazione si ebbe solo durante il disse alla donna: «È vero che Dio ha
11
detto: «Non dovete mangiare di alcun
albero del giardino»?» (Gen 3:1)
Per quanto la Bibbia dica che il
serpente è il più astuto fra tutti gli
animali, nella Genesi non ci viene
detto da nessuna parte che si tratti
del diavolo. Si parla di un animale,
non di un'entità spirituale. Parecchi
secoli più tardi, in testi come il Libro
della Sapienza, il serpente –
reinterpretato – inizia ad avvicinarsi
alla figura di Satana:
Ma la morte è entrata nel mondo per
invidia del diavolo; e ne fanno
esperienza coloro che gli
appartengono (Sap 2:24).
La bestia del mare, arazzo dell'apocalisse (1373 – 1377)
45:7).
L'identificazione completa, però,
Qui è Dio stesso quindi a identificarsi
avviene solo nel libro conclusivo del
Nuovo Testamento, più precisamente come l'origine non solo del bene ma
anche del male. Nel Vecchio
nell'Apocalisse di Giovanni.
Testamento Dio uccide
personalmente un totale di 371, 186
Afferrò il drago, il serpente antico,
che è diavolo e il Satana, e lo incatenò individui. Ad esempio, nel Primo libro
di Samuele troviamo:
per mille anni (Ap 20:2).
Dio, ti ha comandato di fare. (Deut
20, 16-17)
L'idea di un Dio capace di provocare
le peggiori sciagure – le stesse oggi
attribuite a Satana – ci potrebbe
lasciare un poco basiti, ma solo
perché l'immagine di Dio a noi
famigliare è quella più recente del
Nuovo Testamento. Non dobbiamo
pensare ai protagonisti dei testi sacri
Quindi a che punto Satana fa davvero Ma il Signore colpì gli uomini di Betcome a delle figure statiche. Con lo
Semes, perché avevano guardato
la sua prima comparsa nella Bibbia?
Studiare l'origine del diavolo significa nell'arca del Signore; colpì nel popolo scorrere del tempo, a causa dei
seguire la sua evoluzione. Satana, così settanta persone su cinquantamila e il cambiamenti sociali, religiosi e
politici, questi sono infatti maturati
popolo fu in lutto, perché il Signore
come lo conosciamo oggi, è infatti il
fino a giungere a noi nella loro forma
aveva inflitto alla loro gente questo
risultato di un lungo processo di
attuale.
trasformazione, dovuto al problema grave colpo. (1 Sam 6,19)
di dovere identificare una causa del
Gli avversari
A questi vanno aggiunti 1, 862, 265
male all'interno di un contesto
monoteista che ammetteva un unico individui uccisi indirettamente per
All'interno del Vecchio Testamento,
Dio onnipotente (YHWH). Tutto ruota suo ordine. Ad esempio:
inizialmente Satana compare non
attorno a una delle domande più
come nome proprio, ma piuttosto in
importanti in ambito teologico, quella Ora in quella notte l'angelo del
qualità di appellativo. Varie persone
dell'origine del male. In altre parole, Signore uscì e colpì
in carne e ossa vengono infatti
come può esistere il male se Dio, che nell'accampamento degli Assiri
identificate con il nome hassatan che
centoottantacinquemila uomini.
ha creato tutto, rappresenta il bene
significa “avversario.” Nel primo libro
Quando i superstiti si alzarono al
supremo?
di Samuele troviamo scritto:
Quello che viene proposto oggi dalla mattino, ecco, erano tutti cadaveri
dottrina cristiana è un Dio benevolo. senza vita. (2Re 19, 35)
I capi dei Filistei si irritarono tutti
Ma non è stato sempre così,
contro di lui e gli intimarono:
tutt'altro. Nel Libro di Isaia troviamo Soltanto nelle città di questi popoli
che il Signore, tuo Dio, ti dà in eredità, «Rimanda quest'uomo: torni al luogo
scritto:
non lascerai in vita alcun vivente, ma che gli hai assegnato. Non venga con
li voterai allo sterminio: cioè gli Ittiti, noi in guerra, perché non diventi
Io formo la luce e creo le tenebre,
nostro avversario [hassatan] durante
gli Amorrei, i Cananei, i Perizziti, gli
faccio il bene e provoco la sciagura;
io, il Signore, compio tutto questo (Is Evei e i Gebusei, come il Signore, tuo il combattimento. (1 Sam 29:4)
12
massacrato gli Aramei. Andarono
quindi a Damasco, si stabilirono là e
cominciarono a regnare in Damasco.
Fu avversario [hassatan] d'Israele per
tutta la vita di Salomone, e questo
oltre al male fatto da Adad; detestò
Israele e regnò su Aram.
Ecco, io sono uscito a ostacolarti
[hassatan], perché il tuo cammino
contro di me è rovinoso (Nm 22,3233).
In principio, quindi, l'appellativo
hassatan nella Bibbia descrive una
funzione, un ruolo: non indica un
In Numeri troviamo invece qualcosa nome proprio. Hassatan sono gli
di diverso. Qui l'appellativo hassatan esseri umani incaricati da Dio di
viene usato non nei confronti di esseri portare sciagura. Oppure, come nel
passaggio che si riferisce a Balaam,
umani, ma bensì come termine che
hassatan è semplicemente una parola
descrive l'operato di un angelo
usata per significare “ostacolo”, pur
incaricato da Dio di intralciare il
non essendo l'appellativo dell'angelo
percorso del profeta Balaam.
(il cui nome è mal'ak Yhwh, o angelo
L'angelo del Signore gli disse: «Perché di YHWH). La comparsa di Satana in
hai percosso la tua asina già tre volte? quanto entità spirituale si verifica solo
Re Davide, Santa Maria Maggiore,
Cappella Paolina (Roma)
Hassatan in questo caso si riferisce a
Davide che i filistei temono possa
rappresentare un ostacolo alla
conquista d'Israele. Quello
dell'ostacolo è un altro significato
dello stesso termine.
Nel Secondo libro di Samuele, però, è
questa volta lo stesso Davide a usare
l'appellativo di avversario in uno
scambio di battute con il nipote
Abisai.
Davide disse: «Che ho io in comune
con voi, o figli di Seruià, perché
diventiate oggi miei avversari
[hassatan]?» (2 Sam 19, 23)
Il termine hassatan viene usato anche
nei confronti delle persone che Dio
usa come suo strumento per mettere
i bastoni fra le ruote a Solomone.
Dio suscitò contro Salomone un altro
avversario [hassatan], Rezon figlio di
Eliadà, che era fuggito da Adadèzer,
re di Soba, suo signore. Egli radunò
uomini presso di sé e divenne capo di
una banda, quando Davide aveva
L'asina di Balaam di Rembrandt (1626)
13
Satana punisce Giobbe con piaghe infuocate di William Blake (1826)
paradossale, essendo Dio onnisciente.
Leggendo con attenzione, però, ci
accorgiamo che la domanda sembra
L'entrata in scena di Satana
più mirata a presentare Satana al
lettore che non a Dio. Infatti subito
La comparsa di una matura entità
spirituale dal nome hassatan avviene dopo i due si parlano come se fossero
amici di vecchia data, tanto che Dio si
in Giobbe.
vanta del suo servo Giobbe.
Ora, un giorno, i figli di Dio andarono
Il Signore disse a Satana: «Hai posto
a presentarsi al Signore e anche
attenzione al mio servo Giobbe?
Satana [hassatan] andò in mezzo a
Nessuno è come lui sulla terra: uomo
loro (Gb 1,6)
integro e retto, timorato di Dio e
lontano dal male» (Gb 1,8).
Dio gli domanda da dove viene e
Satana risponde:
Ma Satana gli fa notare come,
«Dalla terra, che ho percorso in lungo essendo stato benedetto da ogni
fortuna, sia fin troppo facile per
e in largo» (Gb 1,7).
Giobbe essere devoto a Dio.
A prima lettura sembrerebbe che Dio
Non sei forse tu che hai messo una
faccia la conoscenza di Satana solo
adesso. Una cosa del genere sarebbe siepe intorno a lui e alla sua casa e a
più tardi.
14
tutto quello che è suo? Tu hai
benedetto il lavoro delle sue mani e i
suoi possedimenti si espandono sulla
terra. Ma stendi un poco la mano e
tocca quanto ha, e vedrai come ti
maledirà apertamente! (Gb 1,10-11).
A questo punto avviene quella che
potrebbe essere considerata una
scommessa fra Dio e Satana. Dio dà il
permesso a Satana di privare Giobbe
di tutti i suoi averi e dei suoi dieci figli
che perdono la vita in un tornado. E,
quando la fede di Giobbe non cede, a
Satana viene consentito anche di farlo
ammalare.
È nel libro di Giobbe quindi che
Satana assume non solo un'identità
vera e propria, ma anche alcune delle
caratteristiche che gli riconosciamo
ancora oggi, quelle di tentatore e
portatore di sciagure.
Ma cosa ha determinato questo
cambiamento?
Nel 587 A.C i babilonesi catturano
Gerusalemme. Gli israeliti vengono
esiliati in Babilonia. Qui entrano in
contatto con la religione dominante
del posto, lo Zoroastrismo,
caratterizzata da una prospettiva
bipolare della realtà, dove il bene rappresentato dallo spirito Ahura
Mazda - si scontra contro il male personificato dallo spirito Angra
Mainyu. Lo storico delle religioni
Mircea Eliade scrive:
Zoroastrismo, però, il problema di
coniugare il paradosso di un Dio
benevolo e nel contempo causa del
male viene risolto conferendo a
un'altra entità, il malvagio Angra
Mainyu, la capacità di scegliere il
male. La responsabilità ricade perciò
su Angra Mainyu. Ahura Mazda,
invece, si limita a offrire una scelta.
La comparsa di Satana come entità
separata da Dio avviene solo dopo
l'esilio degli israeliti in Babilonia. Non
è quindi difficile immaginare come gli
israeliti, con l'intenzione di risolvere il
proprio dilemma teologico, abbiano
potuto assorbire certi aspetti della
...il Bene e il Male, il santo e il
religione persiana nella loro
demone procedono entrambi da
mitologia, formulando così il proprio
Ahura Mazdā, ma poiché Angra
Mainyu ha scelto liberamente la sua Angra Mainyu, ovvero Satana.
natura e la sua vocazione malefica, il Eppure in Giobbe Satana non è
ancora del tutto indipendente. Può
Signore non può essere considerato
responsabile della comparsa del Male. agire solo con il permesso di Dio.
Passerà ancora un po' di tempo prima
Come nel caso di YHWH, quindi, sia il di incontrare un Satana molto più
bene che il male sono emanati dalla simile a quello che conosciamo oggi.
stessa fonte: Ahura Mazda. Nel
Satana emancipato
È nel periodo intertestamentale che
Satana diventa un'entità autonoma.
In questo periodo, la diaspora
ebraica, gli israeliti si spargono di
nuovo in varie zone del mondo antico,
venendo a contatto con le credenze di
altri popoli.
Come accade spesso in questi casi,
molti elementi del pantheon delle
altre religioni vennero demonizzati
dagli israeliti in modo da rafforzare la
propria identità. Satana acquisisce
quindi molte delle caratteristiche
appartenenti alle divinità delle altre
culture, diventando un personaggio
autonomo a tutti gli effetti: non più
dipendente dalla volontà di Dio, ma
padrone di se stesso.
Nel libro di Enoch, uno dei tanti testi
apocrifi scritti in questo periodo,
Azazel – che nelle fasi conclusive del
testo viene chiamato Satana – è a
capo di una schiera di angeli ribelli, i
“Guardiani”. Sotto il suo comando, i
Guardiani si dimenticano presto del
Angra Mainyu attacca il Toro Primordiale, altorilievo del V° secolo, Persepoli
15
loro ruolo e, tentati dalla bellezze
delle donne umane, cadono nel
peccato, fornicando e impartendo alla
razza umana conoscenze proibite.
In un altro testo, il libro dei Giubilei,
certe azioni moralmente ambigue del
Dio del Vecchio Testamento – come
l'ordine impartito ad Abramo di
sacrificare il figlio Isacco – vengono
attribuite a un certo Mastemma. Così
come nel libro di Enoch, Mastemma
viene poi chiamato Satana nelle
battute conclusive. Cosa più
importante, però, è che qui possiamo
notare come la divisione fra gli aspetti
negativi e quelli positivi di Dio è
sempre più netta. Così come nel
Zoroastrismo, la responsabilità del
male ricade non più su Dio, ma su
Satana. L'unico modo di fare questo è
conferendogli una volontà propria.
Eppure il percorso emancipativo della
figura di Satana è lungo e per nulla
lineare. Nel Nuovo Testamento, ci
sono ancora passaggi dove si può
dedurre che Satana, diventato ora
l'oppositore di Gesù, sia ancora
soggetto al volere di Dio.
Nel Vangelo di Giovanni Satana,
impossessandosi di Giuda, sembra
addirittura svolgere un ruolo
essenziale affinché il piano di Dio di
sacrificare suo figlio possa essere
compiuto. Non solo, ma è Gesù stesso
a dargli il permesso di procedere.
Allora, dopo il boccone, Satana entrò
in lui [Giuda]. Gli disse dunque Gesù:
«Quello che vuoi fare, fallo
presto» (Gv 13, 27).
Le tentazioni di Cristo di Duccio di Boninsegna
(1308-11)
Malgrado ciò, le
influenze dei testi
intertestamentali è
ormai definitiva. Satana
possiede tutte le qualità
che nel Vecchio
Testamento erano
ancora allo stato
embrionale. Nel vangelo
di Luca, Satana dice a
Gesù di potere scegliere
cosa farne del proprio
potere, evidenziando
come la sua volontà non
sia più legata a quella di
Dio come lo era in
passato.
Il diavolo lo [Gesù]
Azazel secondo Collin de Plancy (1825)
condusse in alto, gli
mostrò in un istante
tutti i regni della terra e gli disse: «Ti Primo libro di Samuele è Dio a
impartire l'ordine a Davide di
darò tutto questo potere e la loro
gloria, perché a me è stata data e io compiere il censimento – che risulterà
in nefaste conseguenze per Israele –
la do a chi voglio» (Lc 4, 5-6)
nel più tardo Primo libro delle
Cronache il responsabile è invece
Conclusione
Satana.
Nel corso dei secoli, quindi, è
Il Dio del Vecchio Testamento è
avvenuta una vera e propria
origine sia del bene che del male.
L'unico modo di risolvere il dilemma esorcizzazione. La parte distruttiva di
Dio è stata separata da quella
posto da questa doppia natura era
benevola, dando corpo a un nuovo
ricalcare il modello persiano dello
personaggio: Satana.
Zoroastrismo, creando un'entità
spirituale malefica cui attribuire ogni
Bibliografia
sciagura. Il salto di responsabilità è
evidente specialmente nei seguenti
FREE THOUGHT NATION, Bible
passaggi:
morality or depravity?,
febbraio/2012, http://
L'ira del Signore si accese di nuovo
freethoughtnation.com/
contro Israele e incitò Davide contro il
contributing-writers/74popolo in questo modo: «Su, fa' il
barbara-g-walker/649-biblecensimento d'Israele e di Giuda» (2
morality-or-depravity.html
Sam 24,1)
M. ELIADE, Storia delle credenze e
delle idee religiose, Milano,
Satana insorse contro Israele e incitò
Rizzoli, 2006
Davide a censire Israele (1Cr 21,1).
T.J. WREY & G. MOBLEY, The birth
of Satan: Tracing the devil's
Entrambi i passaggi – tratti
biblical roots, New York,
rispettivamente dal Primo libro di
Palgrave Macmillan, 2005
Samuele e dal Primo libro delle
Cronache – si riferiscono allo stesso
identico episodio. Ma con una
fondamentale differenza. Laddove nel
16
XAARAAN
di Antonella Beccaria
Bat-soldati, paracadutisti arruolati della
guardia dello Stato della California.
Era il 1942
Batman era nato tre anni prima, nel 1939, dalle menti di Bob Kane e Bill Finger. Ma nel 1942 c’era
chi sembrava richiamare il personaggio dei fumetti per scopi bellici. Era il caso dei “Bat-Men”
Troops Join California State Guard.
(Via Neatorama)
NOVITA’
È inimmaginabile per chiunque la quantità di Male
che bisogna accettare per ottenere il Bene”, afferma il
Divo Giulio
Prima edizione marzo 2012
Divo ritratto nel fortunato film di Paolo Sorrentino. E
Giulio Andreotti, l’uomo in carne e ossa, di male ne ha
attraversato tanto o, quantomeno, tante sono state le realtà opache che hanno accompagnato la sua
storia. Fin dai tempi della Seconda guerra mondiale e dei suoi rapporti con i servizi segreti alleati,
proseguendo con la stagione dei dossier, l’esplosione del terrorismo, le coperture degli stragisti
neofascisti, l’allestimento di apparati non ortodossi, come Gladio e l’Anello, fino alle clientele necessarie
per raccogliere consenso e ai rapporti ambigui con la mafia. Difficile dire se il Divo Giulio sia stato il
maggiore statista italiano del Novecento o il grande Belzebù che si è nutrito della parte più oscura della
storia nazionale. Quello che è certo è che ripercorrere la sua vicenda significa attraversare tutti i maggiori
scandali italiani dal dopoguerra a oggi, dal golpe Borghese al delitto Moro, dalla P2 a Michele Sindona,
fino all’omicidio del giornalista d’assalto Mino Pecorelli. Questa biografia di Giulio Andreotti, rigorosa e
documentata, ricostruisce per la prima volta senza pregiudizi e senza timori l’intera storia politica, quella
ufficiale e quella inconfessabile, del ‘grande vecchio’ dell’Italia del Novecento, tracciando un percorso
inquietante dentro le ombre più dense della prima Repubblica.
Antonella Beccaria, Giacomo Pacini
17
La storia dell’umanità ricostruita attraverso
le epidemie.
L’autore: “È l’uomo il responsabile di
comparsa e diffusione degli agenti infettivi”
È un volume illustrato e si
intitola Storia delle epidemie il
libro scritto dal medico
infettivologo Stefan
Cunha Ujvari e
pubblicato dalla casa
editrice bolognese
Odoya. Di questo si
tratta:
[È una] narrazione della
tormentata convivenza
tra gli esseri umani e,
invisibili abitanti del
nostro pianeta, i batteri.
Esiste un batterio, che
risponde al suggestivo
nome di Bacillus
infernus, capace di
sopravvivere all’acqua
bollente; ne esiste un
altro, il Micrococcus
radiophilus, che si nutre
di sostanze radioattive,
come uranio e plutonio,
e che sarebbe ben contento di
un’esplosione atomica [...].
Dalla
peste
di Atene nel V secolo a.C.
dell’evoluzione del rapporto tra
descritta da Tucidide, alla peste germi e scienza, una lotta per
nera del Medioevo; dalla
la sopravvivenza della specie
umana. Il libro racconta
come l’insorgenza di ogni
epidemia abbia
modificato le varie civiltà,
chiarendo come la
trasmissione di queste
malattie infettive sia stata
ben lontana dal
rappresentare la
conseguenza di una
maledizione divina come i
nostri antenati
credevano. L’autore infatti
argomenta come sia
l’uomo stesso il principale
responsabile della
comparsa e diffusione
degli agenti infettivi.
Per quanto in brasiliano,
sul sito della casa editrice
Editora Contexto che ha
sifilide al colera diffusosi
pubblicato il libro in lingua
durante la Rivoluzione
originale ci sono indice e
presentazione.
industriale, fino all’Aids e
all’Ebola. La descrizione
Anno 2010. È trascorso ferragosto da un paio di giorni quando Francesco Cossiga muore in un
ospedale romano. Con lui, si è detto nei giorni successivi, se n'è andato un pezzo di storia d'Italia
che si sarebbe guardato bene dal raccontare, un armadio da aprire alla ricerca di quelli che lui
stesso chiama gli “arcana della Repubblica”. Ma a rileggere ciò che il grande vecchio della
politica tricolore scrisse e dichiarò, è possibile aggiungere qualche tassello a un mosaico fatto di
servizi segreti e carabinieri, terroristi perdonati e magistrati invisi, stragi e Gladio. Dal rapimento
Moro all'infiltrazione nelle organizzazioni estremistiche, dalla passione per l'intrigo alle guerre
intestine nella Democrazia Cristiana, da Ustica all'amore per gli ex comunisti, dall'amicizia con i
palestinesi ai conflitti silenziosi sullo scacchiere del Mediterraneo. Questi sono alcuni degli
argomenti di cui Francesco Cossiga parlò a più riprese. Per ribadire, come gli insegnò il suo
mentore, Aldo Moro, “sacrificato sull'altare della Ragione di Stato”, che “noi non ci faremo
processare”.
18
L’OTTUPLICE SAPERE ORIENTALE
di Michele Proclamato
LA MEDICINA
DIMENSIONALE
(SECONDA E ULTIMA PARTE)
In questa seconda parte sarà esposta
l’ipotesi per la quale una legge unica
dalle origini dimensionali si dimostra
essere matrice sistemica della macro
come della micro anatomia a cui si
ispira il millenario sistema “medico” e
conoscitivo dell’Ayurveda”.
Vorrei far notare come la stessa
scienza ufficiale, oggi, utilizza e ha
formalizzato, a livello equazionale,
una presenza dimensionale altra,
responsabile della nascita della
materia (vedi Teoria delle Stringhe).
Ma rimane comunque ben lontana
dall’ipotizzare uno schema
archetipico dimensionale, in grado,
di motivare, oltre alla materia, una
scienza medica come l’Ayurveda.
Continua a non voler accettare nelle
pieghe della storia umana la presenza
di una TEORIA del TUTTO millenaria.
Mi riferisco alla Precessione degli
Equinozi, la quale si consuma in
25920 anni, attraverso un movimento
dell’asse planetario, pari a 1 grado
dei 360 celesti, ogni 72 anni. Un
movimento suddiviso in 12 mesi di
2160 anni l’uno, appartenenti a un
anno, in occidente conosciuto come
anno Platonico.
Solidi platonici e anni platonici , due
termini che dovrebbero far pensare,
alla luce proprio della complessità di
ogni era processionale, la quale,
senza il minimo errore, si consuma
all’Equinozio di primavera in modo
eliaco. Stiamo attendendo, infatti,
che dietro al nostro sole per il
prossimo mese platonico si stagli una
nuova costellazione che prenda il
posto di quella dei Pesci. Ma perché
ciò avvenga, credo non sfugga come
velocità orbitali, rotazionali e
traslatorie, riguardanti non solo la
19
terra ma tutto il sistema solare, in
rapporto con tutti i sistemi stellari
presenti nella nostra galassia,
debbano in qualche modo essere
“COORDINATI” da una LEGGE in
grado di “PRESIEDERE” un evento di
tale complessità.
In merito a questa Legge però ci
saranno due interpretazioni: una
appartenete alla scienza ufficiale e
una appartenente alla visione egiziomesopotamica, nonché vedica.
Infatti, mentre la scienza dice che la
Precessione è un evento prettamente
terrestre, provocato dall’attrazione
gravitazionale Luni-Solare, lo Zodiaco
di Dendera afferma la Precessione
essere qualcosa di molto più
complesso e Universalmente
invasivo.
È il caso di ritornare sull’immagine
egizia e domandarsi perché gli egizi
hanno posto alla base della loro
composizione galattica solo 72 corpi
celesti. Gli stessi, vista la loro mitica
capacità di osservazione stellare,
sicuramente presso il 30mo parallelo,
avevano la possibilità di vedere molti
più corpi siderali, così come oggi tale
possibilità grazie alla scienza ufficiale
si è enormemente amplificata.
Quindi alla base di quella scelta
numerica vi è una diversa
intenzionalità. E la motivazione di ciò
si trova fuori da quella
rappresentazione sferica inscritta in
quei 24-12 esseri. Esseri che gli Egizi
vedevano, descrivevano e
rappresentavano con estrema
convinzione ma che effettivamente
alla scienza odierna sono…
sconosciuti. Ma numericamente la
loro presenza “DIMENSIONALMENTE
-INVISIBILE” sarà necessaria nello
Zodiaco in questione, affinchè si
consumi ciò che definiamo
Precessione degli Equinozi non a
causa dell’attrazione Luni-solare, ma
grazie al rapporto numerico esistente
fra gli Esseri (36) e i Corpi celesti (72).
Quindi l’intenzionalità numerica
egizia, risiede nel fatto che ciò che
essi descrivevano, era e direi, è, una
LEGGE CHE DECIDE OGNI
MOVIMENTO E QUALSIASI
EVOLUZIONE DI OGNI PARTE
COMPONENTE NON SOLO LA
NOSTRA GALASSIA MA L’UNIVERSO
INTERO.
Perciò Dendera sarà interpretabile
come un ulteriore passaggio di
quell’evento cimatico iniziato in
Mesopotamia e approdato
finalmente nella MACRO MATERIA.
Adesso però sapete che i NUMERI
alla base della LEGGE ipotizzata sono
il frutto della somma di ipotetiche
frequenze, CHE PRIMA DI DIVENTARE
STELLE E PIANETI IN QUESTA
REALTA’, erano causa creante di 5
Solidi ben precisi. Potrete quindi
apprezzare il vero motivo per cui
Nulla in questo UNIVERSO può
succedere se non attraverso le
permutazioni o l’evoluzione dei 5
Panchamahabutha.
Ora, visto che i Veda dicono essere
l’Uomo creatura speculare alla
LEGGE UNIVERSALE da me
individuata nella Precessione degli
Equinozi, egli dovrà possedere
fisiologicamente parametri riferenti
la legge in questione … e questo
avviene.
L’UOMO è dotato di ritmi respiratori
e cardiocircolatori basati su frazioni e
multipli numerici appartenenti al
fenomeno assiale in questione. E si
potrebbe proseguire nelle analogie
fisiologiche ben oltre ma mi
accontenterò di allegare un
immagine piuttosto chiarificatrice. La
seguente :
cosmica e quella umana è la stessa.
Soprattutto quando partendo da
questo assioma hanno dato origine a
un sistema curante, l’Ayurveda,
interagente con il Creato.
Un creato che anche per il popolo
nilotico era dotato di… anima .
Penso sia evidente, infatti,
osservando galatticamente il tutto,
come ogni corpo celeste possieda
caratteristiche animiche ben precise.
Soprattutto come quell’insieme
composito di esseri celesti,
dimostrino caratteristiche
fisiognomiche peculiari, anticamera
di un loro Karma stellare.
Di conseguenza, come anticipato, ci
troveremmo di fronte a una LEGGE
A questo punto mi sento di poter
dire che i VEDA dicono il vero
quando affermano che la fisiologia
DIMENSIONALE CAPACE ALLO
STESSO TEMPO DI DIVENTARE
MATERIA, FISIOLOGIA E ANIMA DI
20
UN ESSERE VIVENTE COMPOSITO
CHIAMATO UNIVERSO. ESSERE,
COME L’UOMO, DOTATO DI ATMAN,
KARMA E SAMSKARA.
Trovato l’apparentamento cosmico
ora credo si debba parlare di come si
crea… un essere umano
L’UOMO VEDICO
Secondo la SCIENZA, alla base
del’Ayurveda tutte le forme
dell’Universo sono figlie della “Non
Forma” detta Avyakta o non visibile.
Un modo alternativo di parlare di
archetipi e Iperuranio greco, direi.
Comunque 2 saranno le componenti
alla base dell’ Avyakta : Purusha e
Prakriti (dal Samkhya Darshana).
Per Purusha si intende la parte
cosmica dell’uomo, il suo afflato
universale, mentre per Prakriti la sua
costituzione fisica.
Tali qualità verranno a loro volta
riflesse in 3 aspetti il Vyakta (corpo
vivente), Buddhi (intelletto) e
Ahamkara (ego, io).
A sua volta Ahamkara sarà di 3 tipi
d’energia potenziale: Rajasica
(dinamica), Sattvica (pura) e
Tamasica (statica).
Infine, combinando insieme Sattvica
e Rajasica si otterranno gli 11
Indriya, costituiti dai 5 organi di
senso (occhi, naso, orecchie, pelle e
lingua), i 5 organi di movimento
(mani, piedi, organi genitali maschili e
femminili, lingua e retto), per ultima
arriverà la mente a governare tutto
ciò.
Voglio comunque fermarmi per farvi
notare un meccanismo numerico
presente a tutti i livelli finora
esaminati.
Nella dinamica della descrizione
creante delle forma umana,
nuovamente apparirà il riferimento al
numero 5, solo apparentemente nella
struttura fisica finale . Infatti, a una
più attenta lettura sarà possibile
ottenere tale riferimento, sommando
i 2 componenti presenti nell’Avjakta
ai 3 aspetti sempre del’Avyakta.
Quindi nuovamente i 5
Panchamahabutha riappariranno per
ben 3 volte (15) dimostrando come la
loro presenza sia fondamentale non
solo a livello macroscopico.
Tralascerò volutamente come e
quanto in questa descrizione Vedica il
suono sia presente, attraverso
intervalli musicali ben precisi.
Intervalli presenti nello Zodiaco di
Dendera come nella Lista Sumera.
Passerei quindi direttamente al
funzionamento fisiologico dell’essere
umano.
DOSHA –DHATU –MALA e ...
Nell’Ayurveda il funzionamento del
corpo umano dipende da tre fattori
fondamentali alla base del sistema,
patologico fisiologico e metabolico.
1) I 3 Dosha
mobilità, nitidezza, morbidezza,
levigatezza, chiarezza e fluidità. La
sua sede principale è l'intestino tenue
ed i suoi 5 sub-dosha sono: Pacaka,
Ranjaka, Sadhaka, Alochaka e
Bhrajaka.
Kapha
composto da acqua (jala) e terra
(prithvi), è il dosha legato alla
coesione, al tener unito, è proprio dei
fluidi corporei, lubrifica e mantiene il
corpo solido ed uniforme. Le sue
qualità sono: freddezza, umidità,
pesantezza, grossolanità, stabilità,
opacità, morbidezza, levigatezza e
densità. I suoi cinque sub-dosha
sono: Kledaka, Avalambaka, Bodhaka,
Tarpaka e Slesaka.
Con chiarezza nei TRE Dosha
appariranno 2 elementi appartenenti
2) I 7 Dhatu
ai 5 Panchamahabutha,
ma soprattutto, forse passerà in
3) 5 mala
secondo piano, il fatto che per
ognuno dei TRE corrisponderanno 5
I tre Dosha ufficialmente saranno
sub-dosha.
chiamati(tratto volutamente da
Nuovamente per 3 volte verrà
Wikipedia, nda):
utilizzato il numero 5(15), spero
vogliate chiedervi il perché, in quanto
Vata
vorrei mostravi la struttura simbolica
composto da spazio (akasha) e aria
sulla quale la scienza Ayurvedica si
(vayu), è il principio del movimento, basa.
Per farlo vorrei nuovamente che
legato a tutto ciò che è movimento
rivolgeste la vostra attenzione agli
nel corpo (sistema nervoso,
esseri posti all’esterno della visione
respirazione, circolazione
egizia.
sanguigna...). Le sue qualità sono:
Non credo di sbagliare se dico che
freddezza, secchezza, leggerezza,
l’ultimo momento che divide la
sottigliezza, mobilità, nitidezza,
creazione stellare dalla matrice
durezza, ruvidezza e fluidità. La sua
esterna sia costituito da quelle 24
sede principale è il colon ed i suoi 5
braccia o mani che accarezzano un
sub-dosha sono: Prana, Udana,
sottile perimetro divisorio.
Samana, Apana e Vyana.
Ebbene, tale riferimento potrebbe
essere sintetizzato in molti modi, gli
Pitta
egizi usarono le braccia di 12 enormi
composto da fuoco (tejas) e acqua
Atlanti, un Eremita di oltre
(jala), è il dosha legato alla
trasformazione, alla digestione intesa Settecento anni fa utilizzò nella
basilica (Collemaggio all’Aquila) che
sia a livello fisico (stomaco, fuoco
lo vide diventare Papa (CelestinoV)
digestivo detto anche agni) che
mentale (elaborazione delle
un simbolo. Il seguente:
emozioni). Le sue qualità sono: caldo,
untuoso, leggerezza, sottigliezza,
21
State osservando le 24 braccia egizie
diventate 6 cerchi, intimamente uniti.
Credo non vi sfugga come tale
simbologia sia costituita da TRE OTTO
la cui composizione interna risulterà
essere affidata a 30 cerchi minori
caratterizzati da bicromaticità.
Bicromaticità distinta da 2 cerchi
bianchi e 3 Scuri.
A questo punto le 6 ripetizioni dei 5
Panchamahabutha paria 30 unità, 3
nell’Avyakta e 3 nei Dosha avranno
più senso, credo, poiché chi ha creato
la scienza vedica alla base
dell’Ayurveda non ha fatto altro che
re-interpretare un sapere sonico, se
vogliamo, che tutto deve a quegli 8
antichissimi RE Mesopotamici.
Quindi AVYAKTA e TRIDOSHA
rappresenteranno forma e funzioni
dello stesso tratti specularmente da
una struttura invisibile ma
responsabile di un sistema anatomico
dimensionalmente posto altrove.
Sicuramente non corrispondente a
quello occidentale, ma altrettanto
sicuramente funzionante, poiché
matrice non solo galattica ma umana.
Ancora titubanti?
Benissimo.
Allora chiedetevi perché ai 3 Dosha
verranno contrapposti i 3 Guna.
In un altalena psicofisica garante
comunque di 6 riferimenti come le
TRE OTTAVE.
Chiedetevi perché il sistema
Ancora, osservate Dendera, cosa
conterranno quelle 24 braccia (6
cerchi) se non un Settimo enorme
cerchio, rappresentante la nostra
galassia e più in generale l’intero
Universo?
Quindi quelle enormi frequenze
maschili e femminili semplicemente:
faranno l’amore, per poter creare
quella progenie galattica gestita
precessionalmente.
L’Ayurveda, coerente nel suo intento
di riflettere nella fisiologia umana
una legge dimensionale indicherà nel
Settimo Dhatu, il Sukra, responsabile
della riproduzione, il Dhatu più
potente di tutti.
Non solo conscio dell’importanza
dei 5 Panchamahabutha, suddividerà
numerico presente nella creazione
delle forme vediche utilizza rapporti la struttura metabolica attraverso 5
pari a 2\3 e 1\3 (intervallo di quinta). Mala che saranno:
Soprattutto osservate come nella
Vitta (feci)
Lista, le città verranno suddivise.
Forse troverete la spiegazione per la Mutra (urina)
Sveda (sudore)
quale l’Ayurveda fu suddiviso in
Nakha (unghie)
OTTO PARTI.
Romakupa (peli capelli)
A questo punto è giusto sappiate
che, sempre sulle TRE OTTAVE, si
Infine, se volessimo geometrizzare la
consuma una volta l’anno, un
fenomeno solare al Solstizio d’estate, fisiologia Karmica Ayurvedica,
per il quale un costrutto esterno alla potremmo farlo con estrema facilità
con l’immagine seguente, da millenni
basilica, il rosone centrale di
conosciuta come SETTENARIO o
Collemaggio, proietterà le sue
informazioni numeriche ,sulle stesse, SEME DELLA VITA.
trasformandosi in un SETTIMO
CERCHIO perfettamente uguale agli Un Seme della vita dove le TRE
OTTAVE, partoriranno un settimo
altri SEI.
cerchio, diventando SETTENARIO, il
Quali saranno le sue informazioni
cui scheletro geometrico sarà
numeriche?
24-12 (36) braccia + 24-48 (72) vuoti costituito dai 5 Solidi Platonici.
E se volessimo ritornare in Occidente
compresi nelle braccia.
in modo molto semplice potremmo
L’Ayurveda come reinterpreterà tutto delineare il cuore della suddetta
cio? Attraverso 7 Dhatu, i seguenti: immagine in rosso, come io ho fatto,
Dhatu
1. Rasa
2. Rakta
3. Mamsa
4. Meda
corpo
5. Asthi
Tessuto
chilo, linfa, plasma
sangue
tessuto muscolare
tessuto adiposo
Funzione principale
alimentare gli altri tessuti
mantenere la vita
ricoprire le ossa e gli organi del corpo
conferire untuosità e morbidezza al
tessuto osseo, cartilagine compresa
sostegno del corpo
(Tratto da “Benessere.Com”)
22
e trasformare i Tridosha sommati ai
Triguna, i 7 Dhatu e i 5 Mala in
L’Ayurveda funziona e sempre
funzionerà, come lo Yoga,
l’Agopuntura e l’I-ching,
semplicemente perché cura l’uomo
da millenni, attraverso un sistema
medico archetipico posto dove la
scienza prima o poi sarà costretta a
investigare se vorrà finalmente
creare una scienza… spirituale.
un’opera d’arte ammirata ovunque:
“Il cenacolo”.
Dimenticavo l’immagine da me
utilizzata, per Giordano Bruno
rappresentava uno dei TRE sigilli
ermetici più importanti, utili a
ricordare “la memoria immortale o
archetipica”. Lo chiamava VENERE o
AMORE. Se poi voleste osservare,
ruotandolo, il monogramma di
J.S.Bach, potreste notare come il
sistema curante Ayurvedico fosse
“musica” nel settecento e fisica nelle
mani di Isaac Newton, nel momento
in cui decise di scomporre la luce
attraverso il “suo” prisma, scoprendo
un Settenario cromaticamente
famoso. Posso solo aggiungere che
Michele Proclamato ha scritto di Giordano Bruno. E lo ha fatto come solo lui ci ha
abituato a fare, fondendo cuore e intuito. Il risultato? Per la prima volta, dopo secoli, i
SIGILLI ERMETICI del Nolano hanno trovato una spiegazione, valida, potente, unica.
L’Autore attraverso un percorso conoscitivo originalissimo, carico di emozione , è
riuscito a regalare a noi tutti un Bruno finalmente capace di rivelare cosa veramente
nascondesse dietro la sua Ars Memorandi. Ecco, di conseguenza, apparire un Universo
animicamente vivo in tutte le sue parti, capace di dialogare, attraverso il simbolismo dei
Sigilli, con un uomo finalmente conscio dei suoi poteri, per ospitare un percorso
conoscitivo rivolto verso la LUCE DIVINA. Percorso nel quale verranno coinvolti
Platone, Leucippo, Alessandro Magno, Leonardo da Vinci, Galileo, Newton, Lissajous,
Nativi Americani, Cerchi nel Grano, Renato Palmieri. Sicuramente il libro più bello
scritto da Proclamato, sicuramente un modo unico per intuire il come e il perché della
Creazione. Assolutamente da leggere. Prima però preparatevi alla commozione del
sapere, dove l’uomo è degnamente un figlio divino.
23
GIOVANNA D’ARCO,
GILLES DE RAIS
E LE PARCHE
Nicoletta Travaglini
Correva l’anno 1066 quando Guglielmo il
Conquistatore, suddito del re di Francia,
con la battaglia di Hastings, mise fine alla
dominazione sassone sull’Inghilterra,
sostituendola con quella normanna.
Attraverso una fitta rete di matrimoni
combinati, la Francia e l’Inghilterra,
strinsero forti alleanze che portarono i
sovrani inglesi ad avere dei domini in
terra francese, anche se questi
risultavano sempre e comunque vassalli
della corona di Francia. Questi stretti
legami parentali portarono con il tempo
e con la morte dell’ultimo re capetingio,
Carlo IV, a una contesa legale su chi
doveva essere il legittimo erede al trono
di Francia rimasto vacante per mancanza
di discendenti diretti del defunto
monarca. Era l’inizio del XV secolo
quando una cruenta guerra civile dilaniò
la Francia, conflitto scatenatosi in
seguito a una congiura che portò alla
morte del duca d’Orlèans. Le due
opposte fazioni quella dei Borgognoni,
propugnatori di una monarchia inglese, e
quella degli Armagnacchi filo francesi,
mise a ferro e fuoco la Francia, finché la
regina Isabella moglie di Carlo VI e a
nome del suo consorte, con il trattato di
Troyes del 1420, pose fine a queste lotte
24
intestine, cedendo il trono francese
all’Inghilterra, sconfessando così di fatto
suo figlio Carlo VII come legittimo erede
al trono. Però Carlo, anche se molto
amareggiato da questa situazione, non
accettò di essere lasciato in disparte e
con il sostegno degli Armagnacchi si
proclamò re di Francia. La guerra tra i
due regni continuò sempre più cruenta e
violenta finché… non entrò in gioco una
ragazza chiamata Giovanna d’Arco. Ma
chi era costei?Secondo Antony S.
Mercatante Giovanna d’Arco all’età di
tredici anni ebbe delle visioni da lei poi
identificate come voci di San Michele,
Santa Caterina e Santa Margherita.
Quando Enrico VI d’Inghilterra assediò
Orleans nel 1428, Giovanna, convinta di
essere la prescelta da Dio per scacciare
gli inglesi dal suolo francese, si preparò.
Parlò al delfino (futuro Carlo VII) della
sua missione e, in abiti maschili, guidò le
truppe francesi alla vittoria nel maggio e
nel giugno 1429. Era a fianco di Carlo VII
alla sua incoronazione in luglio.
Non avendo truppe in numero
sufficiente per proseguire la campagna,
Giovanna, fu fatta prigioniera dai
Borgognoni che la vendettero agli
inglesi.
Fu processata con dodici accuse di
stregoneria e per essersi tagliata i capelli
e aver indossato abiti maschili… l’ordine
di esecuzione le fu riferito da un inglese .
“Quando Giovanna udì l’ordine,
cominciò a piangere e lamentarsi in tal
modo che tutti i presenti si commossero
fino alle lacrime”.
Il fuoco venne acceso e Giovanna venne
“tragicamente
martirizzata” (MERCATANTE, Antony S.,
Dizionario Universale dei miti e delle
leggende, Newton & Compton Editori
S.r.L, Roma 2001 pag.306). Durante la
battaglia di Orlèans, l’8 maggio 1429,
Giovanna d’Arco era affiancata dal
Maresciallo di Francia Gilles de Rais,
sulla cui figura, il famoso scrittore di
favole Perrault, modellò il personaggio
di Barbablu.
Chi era Gilles de Rais?
Secondo quanto si legge nei Grandi
enigmi di Martin Mystère intitolato Il
segreto di Giovanna d’Arco, Gilles De
Montmorecy- Laval, barone di Rais o
Retz era un nobile vissuto nel
quindicesimo secolo che crebbe alla
corte del Delfino Carlo di Valois, il futuro
Carlo VII, del quale divenne amico e
compagno fidato.
Grazie alle eredità del nonno e dei
genitori, e a un matrimonio abilmente
combinato, a ventott’anni si trovò a
essere l’uomo più ricco della Francia.
Mentre il paese stava attraversando la
fase più cruciale della guerra dei
Cent’anni il suo temperamento
fortemente irrequieto trovò sbocco in
una brillante carriera militare. Gilles si
guadagnò sul campo, infatti, il titolo di
maresciallo di Francia nelle numerose
battaglie sostenute contro le truppe
inglesi… prestando servizio durante le
campagne di Giovanna d’Arco, la
leggendaria “Pulzella d’Orlèans”, con la
quale sviluppò un legame, secondo
alcuni molto forte, di profonda
devozione. Purtroppo la vicenda della
“Pulzella” ebbe un finale tragico,
allorchè Giovanna venne catturata dagli
inglesi e condannata al rogo per eresia.
Si dice che Gilles abbia animatamente
litigato con Carlo VII perché questi, per
motivi politici, non si era adoperato per
far liberare la Pulzella. Gilles abbandonò
allora la carriera militare, disgustato
dagli intrighi di corte e si ritirò a vita
privata nelle sue terre, dove condusse
una vita opulenta e dissoluta. Non si sa
esattamente come iniziò né quando…
sta di fatto che, a un certo punto, il
signore de Rais prese l’abitudine di far
condurre al proprio castello, a Tiffauges,
diversi ragazzini ufficialmente per
prenderli al proprio servizio come paggi.
Ma i fanciulli, in realtà venivano condotti
nelle camere di tortura del barone, dove
trovavano una triste fine al termine di
mille sevizie…
Secondo altri, invece, le torture che
infliggeva alle sue vittime facevano
parte di riti oscuri finalizzati alla
evocazione di demoni. Con l’aiuto o su
istigazione di un sedicente mago e
alchimista italiano, appunto quel
Francesco Prelati, grazie al quale la
residenza di Tiffauges divenne in breve
tempo un vero e proprio “Castello degli
orrori”.
Gilles de Rais commise una lunga serie di
brutali omicidi senza che nessuno lo
fermasse, grazie al suo potere… ma era
impensabile che tali atti potessero
25
venire coperti in definitivamente… e,
alla fine, la verità venne a galla. Il
maresciallo di Francia venne quindi
arrestato e messo sotto processo,
seppure con tutti privilegi concessi al
suo rango. Durante il processo i servitori
parlarono, e tutte le sue efferatezze
vennero alla luce con grande orrore e
ribrezzo dei presenti. Prelati stesso
testimoniò contro di lui , in cambiò
dell’impunità. Gilles dapprima negò, poi
confessò ogni cosa in un mare di
lacrime. Venne condannato a morte il 26
ottobre 1440, assieme ai suoi complici.
Gli fu concesso di avere una degna
sepoltura, invece di lasciare che il suo
corpo venisse bruciato e le ceneri sparse
al vento, com’era previsto dalla legge
per quel genere di crimini… (AA.VV., “I
Grandi Enigmi di Martin Mystère
Detective dell’impossibile Il segreto di
Giovanna d’Arco” pag. 97 e seguenti).
Se si prova a leggere la fiaba di Barbablu
come viene riportata nel sito
http://www.paroledautore.net/fiabe/cla
ssiche/perrault/barbablu.htm, ci si
rende conto della inaudita ferocia che si
annidava nell’ animo del protagonista di
questa favola “nera”, che, come si è
detto, potrebbe essere Gilles de Rais.
Fiabe Classiche - C.Perrault: Barbablu
"Les Contes de ma mère l'Oye"
(traduzione di Carlo Collodi da "I racconti
delle fate")
C'era una volta un uomo, il quale aveva
palazzi e ville principesche, e piatterie d'oro e
d'argento, e mobilia di lusso ricamata, e
carrozze tutte dorate di dentro e di fuori. Ma
quest'uomo, per sua disgrazia, aveva la
barba blu: e questa cosa lo faceva così
brutto e spaventoso, che non c'era donna,
ragazza o maritata, che soltanto a vederlo,
non fuggisse a gambe dalla paura. Fra le sue
vicinanti, c'era una gran dama, la quale
aveva due figlie, due occhi di sole. Egli ne
chiese una in moglie, lasciando alla madre la
scelta di quella delle due che avesse voluto
dargli: ma le ragazze non volevano saperne
nulla: e se lo palleggiavano dall'una all'altra,
non trovando il verso di risolversi a sposare
un uomo, che aveva la barba blu. La cosa poi
che più di tutto faceva loro ribrezzo era
quella, che quest'uomo aveva sposato
diverse donne e di queste non s'era mai
potuto sapere che cosa fosse accaduto. Fatto
sta che Barbablu, tanto per entrare in
relazione, le menò, insieme alla madre e a
tre o quattro delle loro amiche e in
compagnia di alcuni giovinotti del vicinato,
in una sua villa, dove si trattennero otto
giorni interi. E lì, fu tutto un metter su
passeggiate, partite di caccia e di pesca,
balli, festini, merende: nessuno trovò il
tempo per chiudere un occhio, perché
passavano le nottate a farsi fra loro delle
celie: insomma, le cose presero una così
buona piega, che la figlia minore finì col
persuadersi che il padrone della villa non
aveva la barba tanto blu, e che era una
persona ammodo e molto perbene. Tornati
di campagna, si fecero le nozze.
In capo a un mese, Barbablu disse a sua
moglie che per un affare di molta
importanza era costretto a mettersi in
viaggio e a restar fuori almeno sei
settimane: che la pregava di stare allegra,
durante la sua assenza; che invitasse le sue
amiche del cuore, che le menasse in
campagna, caso le avesse fatto piacere: in
una parola, che trattasse da regina e tenesse
dappertutto corte bandita."Ecco", le disse,
"le chiavi delle due grandi guardarobe: ecco
quella dei piatti d'oro e d'argento, che non
vanno in opera tutti i giorni: ecco quella dei
miei scrigni, dove tengo i sacchi delle
monete: ecco quella degli astucci, dove sono
le gioie e i finimenti di pietre preziose: ecco
la chiave comune, che serve per aprire tutti i
quartieri. Quanto poi a quest'altra chiavicina
qui, è quella della stanzina, che rimane in
fondo al gran corridoio del pian terreno.
Padrona di aprir tutto, di andar dappertutto:
ma in quanto alla piccola stanzina, vi
proibisco d'entrarvi e ve lo proibisco in modo
così assoluto, che se vi accadesse per
disgrazia di aprirla, potete aspettarvi tutto
dalla mia collera." Ella promette che sarebbe
stata attaccata agli ordini: ed egli, dopo
averla abbracciata, monta in carrozza, e via
per il suo viaggio.
Le vicine e le amiche non aspettarono di
essere cercate, per andare dalla sposa
novella, tanto si struggevano dalla voglia di
vedere tutte le magnificenze del suo palazzo,
non essendosi arrisicate di andarci prima,
quando c'era sempre il marito, a motivo di
quella barba blu, che faceva loro tanta
paura. Ed eccole subito a sgonnellare per le
sale, per le camere e per le gallerie, sempre
di meraviglia in meraviglia. Salite di sopra,
nelle stanze di guardaroba, andarono in
visibilio nel vedere la bellezza e la gran
quantità dei parati, dei tappeti, dei letti,
delle tavole, dei tavolini da lavoro, e dei
grandi specchi, dove uno si poteva mirare
dalla punta dei piedi fino ai capelli, e le cui
cornici, parte di cristallo e parte d'argento e
d'argento dorato, erano la cosa più bella e
più sorprendente che si fosse mai veduta.
Esse non rifinivano dal magnificare e
dall'invidiare la felicità della loro amica, la
quale, invece, non si divertiva punto alla
vista di tante ricchezze, tormentata,
com'era, dalla gran curiosità di andare a
vedere la stanzina del pian terreno. E non
potendo più stare alle mosse, senza badare
alla sconvenienza di lasciar lì su due piedi
tutta la compagnia, prese per una scaletta
segreta, e scese giù con tanta furia, che due
o tre volte ci corse poco non si rompesse
l'osso del collo. Arrivata all'uscio della
stanzina, si fermò un momento, ripensando
alla proibizione del marito, e per la paura dei
guai, ai quali poteva andare incontro per la
sua disubbidienza: ma la tentazione fu così
potente, che non ci fu modo di vincerla.
Prese dunque la chiave, e tremando come
una foglia aprì l'uscio della stanzina.
Dapprincipio non poté distinguere nulla
perché le finestre erano chiuse: ma a poco a
poco cominciò a vedere che il pavimento era
tutto coperto di sangue accagliato, dove si
riflettevano i corpi di parecchie donne morte
e attaccate in giro alle pareti. Erano tutte le
donne che Barbablu aveva sposate, e poi
sgozzate, una dietro l'altra. Se non morì
dalla paura, fu un miracolo: e la chiave della
stanzina, che essa aveva ritirato fuori dal
buco della porta, le cascò di mano. Quando
si fu riavuta un poco, raccattò la chiave,
richiuse la porticina e salì nella sua camera,
per rimettersi dallo spavento: ma era tanto
commossa e agitata, che non trovava la via
a pigliar fiato e a rifare un pò di colore.
Essendosi avvista che la chiave della stanzina
si era macchiata di sangue, la ripulì due o tre
volte: ma il sangue non voleva andar via.
Ebbe un bel lavarla e un bello strofinarla
colla rena e col gesso: il sangue era sempre
lì: perché la chiave era fatata e non c'era
verso di pulirla perbene: quando il sangue
spariva da una parte, rifioriva subito da
quell'altra.
Barbablu tornò dal suo viaggio quella sera
stessa, raccontando che per la strada aveva
ricevuto lettere, dove gli dicevano che
l'affare, per il quale si era dovuto muovere
da casa, era stato bell'e accomodato e in
modo vantaggioso per lui. La moglie fece
tutto quello che poté per dargli ad intendere
che era oltremodo contenta del suo sollecito
ritorno. Il giorno dipoi il marito le richiese le
chiavi: ed ella gliele consegnò: ma la sua
mano tremava tanto, che esso poté
indovinare senza fatica tutto l'accaduto.
"Come va", diss'egli, "che fra tutte queste
chiavi non ci trovo quella della stanzina?" "Si
vede", ella rispose, "che l'avrò lasciata di
sopra, sul mio tavolino." "Badate bene",
26
disse Barbablu, "che la voglio subito."
Riuscito inutile ogni pretesto per
traccheggiare, convenne portar la chiave.
Barbablu, dopo averci messo sopra gli occhi,
domandò alla moglie: "Come mai su questa
chiave c'è del sangue?". "Non lo so davvero",
rispose la povera donna, più bianca della
morte. "Ah! non lo sapete, eh!", replicò
Barbablu, "ma lo so ben io! Voi siete voluta
entrare nella stanzina. Ebbene, o signora: voi
ci entrerete per sempre e andrete a pigliar
posto accanto a quelle altre donne, che
avete veduto là dentro."
Ella si gettò ai piedi di suo marito piangendo
e chiedendo perdono, con tutti i segni di un
vero pentimento, dell'aver disubbidito. Bella
e addolorata com'era, avrebbe intenerito un
macigno: ma Barbablu aveva il cuore più
duro del macigno. "Bisogna morire, signora",
diss'egli, "e subito." "Poiché mi tocca a
morire", ella rispose guardandolo con due
occhi tutti pieni di pianto, "datemi almeno il
tempo di raccomandarmi a Dio." "Vi accordo
un mezzo quarto d'ora: non un minuto di
più", replicò il marito. Appena rimasta sola,
chiamò la sua sorella e le disse: "Anna", era
questo il suo nome, "Anna, sorella mia, ti
prego, sali su in cima alla torre per vedere se
per caso arrivassero i miei fratelli; mi hanno
promesso che oggi sarebbero venuti a
trovarmi; se li vedi, fà loro segno, perché si
affrettino a più non posso". La sorella Anna
salì in cima alla torre e la povera sconsolata
le gridava di tanto in tanto: "Anna, Anna,
sorella mia, non vedi tu apparir nessuno?".
"Non vedo altro che il sole che fiammeggia e
l'erba che verdeggia."
Intanto Barba-blu, con un gran coltellaccio in
mano, gridava con quanta ne aveva ne'
polmoni: "Scendi subito! o se no, salgo io".
"Un altro minuto, per carità" rispondeva la
moglie. E di nuovo si metteva a gridare con
voce soffocata: "Anna, Anna, sorella mia,
non vedi tu apparir nessuno?".
"Non vedo altro che il sole che fiammeggia e
l'erba che verdeggia."
"Spicciati a scendere", urlava Barbablu, "o se
no salgo io." "Eccomi" rispondeva sua moglie;
e daccapo a gridare: "Anna, Anna, sorella
mia, non vedi tu apparir nessuno?". "Vedo"
rispose la sorella Anna, "vedo un gran
polverone che viene verso questa parte..."
"Sono forse i miei fratelli? " "Ohimè no,
sorella mia: è un branco di montoni."
"Insomma vuoi scendere, sì o no?", urlava
Barbablu. "Un'altro momentino" rispondeva
la moglie: e tornava a gridare: "Anna, Anna,
sorella mia, non vedi tu apparir nessuno?".
"Vedo" ella rispose "due cavalieri che
vengono in qua: ma sono ancora molto
lontani." "Sia ringraziato Iddio", aggiunse un
minuto dopo, "sono proprio i nostri fratelli: io
faccio loro tutti i segni che posso, perché si
spiccino e arrivino presto."
Intanto Barbablu si messe a gridare così forte,
che fece tremare tutta la casa. La povera
donna ebbe a scendere, e tutta scapigliata e
piangente andò a gettarsi ai suoi piedi: "Sono
inutili i piagnistei", disse Barbablu, "bisogna
morire". Quindi pigliandola con una mano per
i capelli, e coll'altra alzando il coltellaccio per
aria, era lì lì per tagliarle la testa. La povera
donna, voltandosi verso di lui e guardandolo
cogli occhi morenti, gli chiese un ultimo
istante per potersi raccogliere. "No, no!",
gridò l'altro, "raccomandati subito a Dio!", e
alzando il braccio...
In quel punto fu bussato così forte alla porta
di casa, che Barba-blu si arrestò tutt'a un
tratto; e appena aperto, si videro entrare due
cavalieri i quali, sfoderata la spada, si
gettarono su Barbablu. Esso li riconobbe
subito per i fratelli di sua moglie, uno dragone
e l'altro moschettiere, e per mettersi in salvo,
si dette a fuggire. Ma i due fratelli lo
inseguirono tanto a ridosso, che lo
raggiunsero prima che potesse arrivare sul
portico di casa. E costì colla spada lo
passarono da parte a parte e lo lasciarono
morto. La povera donna era quasi più morta
di suo marito, e non aveva fiato di rizzarsi per
andare ad abbracciare i suoi fratelli.
E perché Barba-blu non aveva eredi, la moglie
sua rimase padrona di tutti i suoi beni: dei
quali, ne dette una parte in dote alla sua
sorella Anna, per maritarla con un
gentiluomo, col quale da tanto tempo faceva
all'amore: di un'altra se ne servì per comprare
il grado di capitano ai suoi fratelli: e il resto lo
tenne per sé, per maritarsi con un fior di
galantuomo, che le fece dimenticare tutti i
crepacuori che aveva sofferto con Barbablu.
Le leggende legate alla figura della Santa
e Protettrice delle Francia, Giovanna
D’Arco, sono tante come quella secondo
cui le voci che ella udiva pare fossero i
suggerimenti delle Parche o Norne che
vivevano sotto l’albero cosmico o
Yggdrasill. Si narra che Giovanna D’Arco,
durante un temporale, si fosse rifugiata
sotto una enorme albero, dove, avrebbe
incontrato le Norne o Parche che le
avrebbero mostrato il proprio destino.
Secondo Antony S. Mercatante tale
pianta è Yggdrasil, il cavallo del terribile,
oppure, il destriero di Odino, nella
mitologia nordica, il grande albero di
frassino cosmico, conosciuto anche come
l’albero del mondo. L’Edda di Snorri lo
descrive come “il più grande e il migliore
degli alberi. Suoi rami, estesi su tutto il
mondo, s’innalzano oltre il cielo. Ha tre
radici molto grandi. Una si estende fino
agli Asi…, un'altra fino ai Giganti del
Ghiaccio dove prima c’era Ginnugagap
(l’abisso primordiale), la terza poggia su
Niflheimr (la terra delle brume fredde e
oscure), e sotto la sua radice,
costantemente rosicchiata da Nidhogg ( il
drago) , c’è Hvergelmir”.
In cima all’ Yggdrasill c’è un’aquila
appollaiata. In mezzo agli occhi
dell’uccello c’è un falco, Verdurfolnir.
Uno scoiattolo chiamato Ratatosk corre
su e giù per l’ Yggdrasill, cercando di far
litigare l’aquila e Nidhogg. Quattro cervi…
passano da un ramo all’altro mangiando i
suoi germogli. Le Norne siedono sotto la
fonte Urdar, situata alla terza radice
dell’albero (MERCATANTE, S. Antony, op.
cit. pag. 660).
Laura Rangoni a proposito di questa
leggenda scrive di alcuni interrogatori
particolarmente indicativi: “Vicino a
Dorèmy c’è un albero, lo chiamano
l’albero delle Dame oppure, talvolta,
l’albero delle Fate. Lì nei pressi c’è una
sorgente. Ho sentito dire che gli
ammalati vanno a bere l’acqua di quella
27
sorgente per riacquistare la salute.
Qualche volta sono andata con altre
ragazze a fare delle ghirlande di foglie
per adornare la statua di Nostra Signora
di Dorèmy. I vecchi raccontano che le fate
venivano a chiacchierare vicino
all’albero. Ho sentito la Jeanne Aubry,
che era la moglie del podestà e mia
madrina, raccontare a me che vi sto
parlando, di aver veduto le fate in quel
posto. Ma io non so se questo sia vero.
Ho visto delle ragazze al mio paese
posare ghirlande di fiori sui rami
dell’albero e, quindi, qualche volta l’ho
fatto anch’io con loro; certi giorni ce li
portavamo via con noi, altre volte le
lasciavamo là” (RAGONI, Laura, Le Fate,
Xenia Editori Milano 2004 pag. 87).
In un’altra leggenda si dice che ella fosse
in possesso della famosa spada di
Orlando chiamata Durlindana, dal nome
del mago che la forgiò, che aveva
recuperato grazie alle voci che le avevano
suggerito dove era nascosta. Quest’arma
aveva una propria volontà e per questo
difficile da controllare. Essa, poteva
facilmente influenzare la psiche del
possessore se questo non possedeva una
forza di volontà superiore alla spada.
Pare che Giovanna fosse in grado di
dominare questa meravigliosa arma, e
sembra che, ella, non abbia mai ucciso
nessuno con la sua spada. Infine, alcuni
sostengono che Giovanna fosse una delle
tante custodi del Graal e quella che morì
sul rogo non fosse la vera Pulzella
d’Orlèans, ma una sua sosia poiché ella,
prima di morire, doveva portare a
termine il suo compito, che ignoriamo
quale fosse.
COS’E’ LA MATERIA
Domenico Dati
Che cos’è la materia? Per la Scienza…
La Scienza Convenzionale prevede la materia
come costituita da molecole, atomi,
composti a loro volta da protoni, neutroni ed
elettroni che orbitano intorno come satelliti
intorno a un pianeta.
Tratto da Wikipedia:
Dal greco ἄτομος - àtomos -indivisibile, unione
di ἄ - a – [alfa privativo] +τομή - tomé –
[divisione], così chiamato perché inizialmente
considerato l’unità più piccola ed indivisibile della
materia, risalente alla dottrina dei filosofi
greci Leucippo,Democrito ed Epicuro, detta teoria
dell’atomismo)
Solo inizio del XIX secolo (più precisamente
nel 1808)John Dalton rielaborò e ripropose la
teoria di Democrito fondando la teoria atomica
moderna, con la quale diede una spiegazione ai
fenomeni chimici, affermando che le sostanze
sono formate dai loro componenti secondo
rapporti ben precisi fra numeri interi (legge delle
proporzioni multiple), ipotizzando quindi che la
materia fosse costituita da atomi. Nel corso dei
suoi studi, Dalton si avvalse delle conoscenze
chimiche che possedeva (la legge della
conservazione della massa, formulata da Antoine
Lavoisier, e la legge delle proporzioni definite,
formulata da Joseph Louis Proust) e formulò la
sua teoria atomica, che espose nel libro A New
System of Chemical Philosophy (pubblicato
nel 1808). La teoria atomica di Dalton si fondava
su cinque punti:
la materia è formata da piccolissime particelle
elementari chiamate atomi, che sono
indivisibili e indistruttibili;
gli atomi di uno stesso elemento sono tutti uguali
tra loro;
gli atomi di elementi diversi si combinano tra loro
(attraverso reazioni chimiche) in rapporti di
numeri interi e generalmente piccoli, dando così
origine a composti;
energie a caccia dell’ormai famosa “particella
di Dio”, o Bosone di Higgs, che secondo le
loro ipotesi avrebbe giocato un ruolo vitale
nella creazione dell’universo. Oggi si trovano
a dover considerare l’ipotesi che la particella
su cui per tanto tempo hanno lavorato non
esista. Insomma un bel modo di complicarsi
la vita, andando a caccia di fantasmi.
…e secondo la Scienza di Confine che cos’è la
materia?
Bisogna fare qualche passo indietro, tornare
nel 1940 dove c’era qualcuno che s’è
cimentato nell’impresa tramite
• gli atomi non possono essere né creati né
un microscopio lenticolare di sua invenzione
distrutti;
(ottenendo ingrandimento dell’ordine di
• gli atomi di un elemento non possono essere oltre un miliardo e mezzo), Pier Luigi
convertiti in atomi di altri elementi.
Ighina ha fotografato quella che per lui è la
In definitiva questa è la definizione di atomo per
“particella di Dio”, l’Atomo Magnetico
Dalton: “Un atomo è la più piccola parte di un
(Monopolo Magnetico). Secondo Ighina,
elemento che mantiene le caratteristiche fisiche
come scriverà nel suo libro L’ Atomo
di quell’elemento”.
Con la scoperta della radioattività naturale, si intuì Magnetico (a pag.19): “A questo punto
constatai che in tutte le materie e
successivamente che gli atomi non erano
particelle indivisibili, bensì erano oggetti composti
da parti più piccole ed alla luce delle ultime
ricerche, sfruttando sofisticate e potenti
apparecchiature elettroniche, è stato possibile
determinare in modo più completo anche la
struttura del nucleo. In particolare si è scoperto
che i protoni e i neutroni sono a loro volta formati
da particelle più piccole: i quark.
Secondo il Modello Standard la materia è
costituita da particelle dette fermioni che
interagiscono fra loro grazie alle interazioni
fondamentali mediate da altre particelle
elementari dette bosoni.
http://www.youtube.com/watch?v=j50ZssEojtM
Gli scienziati del Cern di Ginevra hanno
trascorso molto tempo e speso molte
28
specialmente nell’aria, vi erano moltissimi di
tali atomi e non vi erano atomi della materia
che non avessero, attorno a sé, vari di questi
atomi (magnetici)”.
Scrive Edward Leedskalnin il creatore di Coral
Castle nel suo opuscolo “A D V E R T I S E M E
N T” nel 1946: “Non ho mai visto un atomo,
ma penso che i disegni dell’ atomo sono
sbagliati . (…) Penso che tutto ciò che la
natura ha bisogno di tre cose, il Nord e il Sud
come poli magnetici individuali (monopoli
magnetici) e le particelle neutre. Ogni tipo di
queste tre cose possono agire in modo
diverso con velocità differenti e diverse
combinazioni, e in modo che possano
ottenere risultati diversi”.
In soldoni abbiamo le particelle neutre (che
comunque sono formate da monopoli
magnetici che si sono uniti tra di loro ,
un monopolo positivo s’è saldato con
un monopolo negativo solidificandosi,
creando la materia con un proprio campo
magnetico interno che stabilisce le
caratteristiche della materia stessa) mosse e
tenute insieme dai monopoli magnetici , se
prendiamo come esempio il
gioco GeoMag possiamo farcene un’idea
(chiaramente al posto dei magneti
permanenti del gioco, dobbiamo
propriamente immaginare i monopoli
magnetici).
cosa otteniamo? Abbiamo lo scioglimento
della materia (qualunque tipo di
materia) come spiega Pier Luigi Ighina nel
video http://www.youtube.com/watch?v=UxMGhxz3n0:
Presentatore Bene, il Signor Ighina, uno degli
ultimi collaboratori di Marconi, oggi
ottantasettenne, mi ha dato prima di
cominciare un documento dove dice “Una
grande scoperta per produrre la pace, la
neutralizzazione di una arma bellica molto
pericolosa (la bomba “H” a fusione
termonucleare NDR)”; allora il Centro
Internazionale di Studi Magnetici… che è il
suo centro vero?
Pier Luigi Ighina Sì.
Presentatore Avrebbe… sarebbe riuscito a
produrre l’antidoto per quest’arma bellica
bloccando la trasformazione della materia in
energie sub-magnetiche riflettendo la stessa
trasformazione alla materia che la produce
disintegrandola… Che cos’è… che ha fatto?
Pier Luigi Ighina Eh, non ho fatto altro, che
quest’arma bellica toglie completamente la
colla magnetica, levando la colla magnetica
tutte le materie si sciolgono.
accaduto solo ed esclusivamente perché non
erano a conoscenza della forza di gravità. La
forza di gravità è una cosa molto importante.
Presentatore Ma è sicuro?
Pier Luigi Ighina Sicuro, se vuole io lo posso
anche spiegare…
Presentatore No, no, a questo non mi
azzardo. Ma siamo sicuri, ecco qui.
Pier Luigi Ighina Sicurissimo. Perché lei deve
pensare che la forza di gravità, facendo
andare le macchine a sinistra,
prendono energia terrestre e salta fuori la
macchina. Se invece si fa girare a destra che
è quella solare rimane sempre appiccicata in
terra e può andare anche a mille chilometri
orari e non succede nulla.
Presentatore Non ci ha pensato mai
nessuno? Con tutti gli incidenti accaduti?
Pier Luigi Ighina Perché non hanno ancora
conosciuto cos’è la forza magnetica, non
hanno conosciuto cos’è la forza di gravità.
Presentatore Ma come non sanno cos’è
la forza di gravità?
Pier Luigi Ighina Eh, la forza di gravità…
nessuno la sa, altrimenti l’avrebbero fatto.
E qui introduciamo un’ulteriore concetto: la
Gravità ha influenza sulla materia proprio
perché la natura della materia è magnetica.
Ne deriva che anche la Gravità è un
fenomeno di natura magnetica (infatti non
potrebbe essere differentemente).
Per approfondire questo concetto, prego
fare riferimento alla “Legge del Ritmo” di
Pier Luigi Ighina che è la teoria base di tutti i
suoi esperimenti e dispositivi.
L’inesplicabile effetto Hutchison perturba lo
stato della materia e della gravità
http://www.youtube.com/watch?v=xeUgDJc6AWE
Dobbiamo considerare in oltre che madre
natura ha bisogno di costruire tutto quello di
cui ha bisogno ai fini della crescita della vita
stessa (qualunque tipo di vita dai virus ai
vegetali fino ad arrivare all’uomo). E ha
bisogno che questi “mattoni” d’energia siano
disponibili istantaneamente, nelle quantità
necessarie, e in qualunque luogo si ci trovi
sul pianeta (dalle profondità degli oceani,
nelle grotte, sulla superficie della
terra, dappertutto insomma) ed è per questo
che sul nostro pianeta non c’è un cm3 senza
vita, proprio perché non c’è un cm3 senza
energia. Ne siamo immersi, come si trattasse
di un fluido costantemente continuamente
istante per istante (vedi la “Legge del Ritmo”
di Pier Luigi Ighina). L’energia all’interno
della materia muta e trasmuta da magnetica
in elettrica. Ora, se immaginiamo per un
istante di togliere dalla struttura della
materia i monopoli magnetici che
mantengono insieme le particelle neutre,
Presentatore Ma che è la colla magnetica?
Pier Luigi Ighina La colla magnetica è la
composizione della materia stessa,
perché l’energia solare e l’energia
terrestre, messe insieme, unendosi,
producono la materia.
Presentatore Ma è sicuro di quello che dice?
Pier Luigi Ighina Certamente che sono sicuro.
Vede, infatti, è molto importante del caso
capitato quest’anno nella F1 a Imola (sta
parlando della disgrazia accaduta a Ayrton
Senna nel 1994 NDR), tutto questo è
29
Insomma la materia è energia monomagnetica solidificata. Di questo erano a
conoscenza le civiltà antidiluviane che
modellavano la materia con l’energia dei
monopoli magnetici, riuscendo a tagliare e a
trasportare immensi blocchi di pietra come
quelli di Baalbek (Libano), a erigere
imponenti mura poligonali come quelle
diSacsayhuamàn (Perù) e a realizzare anche
complesse opere di precisione in
durissima Diorite come quelle presenti
a Puma Punku (Bolivia); tagli d’una
precisione millimetrica, impossibili da
realizzare perfino con i mezzi forniti dalla
nostra attuale tecnologia.
La rubrica curata da Simone Lega di Edizioni XII riprenderà regolarmente dal prossimo numero.
TUTTO (O QUASI) IL CATALOGO
DI EDIZIONI XII IN EBOOK
Bassavilla con Danilo Arona, poi è
stata la volta dell'incubo delle
Maledette zanzare di Simone Corà.
Ora è il momento di fare sul serio.
Con il 2012, uno alla volta, tutti i titoli
delle collane Eclissi e Mezzanotte di
Edizioni XII saranno pubblicati in
edizione integrale digitale. E in due
formati: ePub e MobiPocket.
E si comincia con il ritorno del Sellero,
di Zecchinetta e di tutti i personaggi
del bar Sciabecco: in versione riveduta
e corretta, Edizioni XII pubblica Diario
Pulp, di Strumm.
E con simili protagonisti nessun giorno
sarebbe stato più indicato per l'uscita
di questo titolo storico del nostro
catalogo se non il 14 febbraio: proprio
quel San Violentino con cui si aprono
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Diario Pulp, di Strumm, edizione
che vi porterà su e giù per le vie della
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Avete già provato un viaggio digitale a capitale fra sparatorie in centro città,
Simone Lega
[email protected]
nasce il 13 novembre
1978 a Siracusa. Ha
pubblicato racconti in
alcune raccolte e su
varie riviste e si è
beccato pure qualche
premio. Collabora con
la casa editrice
Edizioni XII
(caporedattore del
blog) e per “Il Teatro
Instabile Siracusa”
svolge di volta in volta
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lettore impacciato in
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maldestro tecnico
luci… Nel 2012, per
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Venerdì 13 aprile alle ore 21 il nostro David Riva presenterà il romanzo Opera sei, durante una serata che vedrà
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sulle origini e i confini dell'Arte Contemporanea, che vedrà nel ruolo di relatrice la prof.ssa Ilaria Boschini, docente di
Storia dell'Arte. L'iniziativa si terrà presso la Sala Mostre della Biblioteca Comunale di Erba, sita in via Jorati 6.
Hao Myung, il chirurgo estetico che ha spostato il limite del Tollerabile, è un artista. Ester, la bellissima Ester che odia il
suo corpo perfetto, sceglie di essere la sua opera più ambiziosa. Metafisica è l’organizzazione che vuole trarne profitto.
Ivan deve tornare in azione, dopo tanti anni d’esilio. Ivan deve riportarla a casa. Colui che prima era folle ora è genio, e poi
sarà limite.
30
Riflessioni sulle radici occulte del nazismo
L'ALBA DEL SOLE NERO
di Pier Giorgio Lepori
Introduzione
Die schwarze-sonne o ‘il sole nero’ è un
simbolo mistico, rappresentazione della
ruota solare o delle posizioni del sole
lungo l'apparente cammino sull'eclittica
in ogni casella zodiacale ad ornamento
del cielo, nel quadro del moto stellare
apparente regolato da una precisa legge
astronomica – legata ai moti di rotazione
e rivoluzione terrestri - conosciuta come
Precessione degli Equinozi.
Non è un mistero infatti che le braccia
simboliche dividano il cerchio in dodici
radianti irradiando dal centro del
simbolo, ipoteticamente la posizione
dell’osservatore sul pianeta Terra.
La situazione si complica nel momento in
cui altre rappresentazioni dello schwarze
-sonne sono caratterizzate da una
riduzione del numero degli spicchi.
Si parte da cinque braccia presenti in
particolari monili antichissimi
appartenenti alla storia teutonica in cui è
possibile scorgervi forme care a certo
esoterismo tra cui il pentacolo e la
svastica. È ipotizzabile quindi che il ‘sole
nero’ possa rappresentare anche la
struttura occulta dell’uomo dove
l’antichissimo simbolo uncinato,
presente in ogni cultura umana e
specialmente presso siti definiti
‘antidiluviani’ come Tiwanacu o la
regione dell’Akkad ma in particolar modo
in tutta l'Asia, fu associato a simbologie
solari e a rappresentazioni schematiche
dell’umanità esattamente in questi
termini:
⁃sul piano orizzontale della morte si
impernia il piano verticale e
perpendicolare della vita e il senso
rotatorio impartito dal verso dei piedi
terminali a chiosa della figura illustra
l’ineffabilità della metensomatosi e
dell’eterno ritorno, ciclico, delle
esistenze (karma).
Anche lo schwarze-sonne a cinque
braccia ricorda l’antica definizione
dell’uomo come stella (il Vitruviano)
inscritta nel pentacolo; la doppia stella
intersecata a dieci punte svela la
composizione maschio-femmina delle
origini (la Stella di Venere) ovvero
l’Androgino.
Una domanda pertanto sorge
inquietante a dispetto dei significati
appena enunciati: perché questo
simbolo campeggia trionfante e sinistro
nella mistica simbolica delle Schutzstaffel
ovvero delle SS?
È noto infatti che un mosaico a
pavimento di colore verde smeraldo
raffigurante lo schwarze-sonne sia
presente all’interno della torre nord nel
famigerato Castello di Wewelsburg in
Westfalia, Nord Renania, dove il
Reichsfuhrer SS Heinrich Himmler pose
simbolicamente il ‘Centro del Nuovo
Mondo’ adibendo l’edificio a quartier
generale delle SS e in particolare della
Deutsches Ahnenerbe, un distaccamento
scientifico delle ‘Staffette’ dedito ad ogni
forma di indagine culturale conosciuto
come, nello specifico significato tradotto
dalla definizione completa del
dipartimento, ‘Società di ricerca
dell'Eredità
Ancestrale’ (Forschungsgemeinschaft
Deutsches Ahnenerbe e. V.).
Lo scopo principale di questa divisione,
che rientrava nel Corpo Scientifico delle
31
SS, era quello di trovare in ogni angolo
del mondo le origini della supremazia
razziale e intellettuale teutonica forte
delle proprie radici ariane, indagando
l’antropologia e le contaminazioni
culturali e razziali tedesche nell’orbe.
Gli studi, gli appunti e le riflessioni
derivanti da numerosissimi viaggi e
spedizioni dell’Ahnenerbe forgiarono il
corpus gnoseologico della struttura.
Un’altra domanda ci pone un quesito più
generico: come mai il nazionalsocialismo
fece uso di simbologie esoteriche, non
ultimo proprio il segno dello swastika nel
gonfalone del NSDAP? È possibile
ipotizzare gnoseologie impensabili a
fondamento dell’ideologia del Terzo
Reich? La storia convenzionale non è
d’aiuto in questo campo. Lo storico
attende ancora ai servigi del XIX secolo,
al cartesianesimo razionalista, scientista
e positivista totalmente riluttante verso
l’interpretazione occulta della storia
dove il motore comportamentale alla
base di ideologie ed eventi che hanno
caratterizzato l’intera vicenda umana
trarrebbe origine dalle fonti
dell’irrazionale o del ‘sovra-razionale’.
È per questo motivo che
l’interpretazione esoterica del nazismo
verrà coadiuvata dalle riflessioni di colui
che per primo coniò il concetto di
realismo fantastico, il grande Louis
Pauwels coautore assieme a Jacques
Bergier dell’intramontabile ‘Il Mattino
dei Maghi’ un testo imprescindibile per
chi indaga aspetti non convenzionali
della Storia. Louis Pauwels è molto
chiaro nell’esposizione della propria tesi
e non esita ad introdurre il tema con il
titolo ‘Alcuni anni nell’Altrove Assoluto’,
dove ‘l’altrove assoluto’ identifica un
momento storico nel quale il realismo
fantastico si manifestò con tutta la
propria potenza in quel fenomeno
altrimenti noto come socialismo magico.
Da qui in poi le istanze razionaliste della
Germania identificata con ‘l’Herr
Doktor’, patria di lumi indiscussi come
Albert Einstein, Georg W. F. Hegel,
Wilhelm C. Rontgen e molti altri, si
fermano di fronte alla definizione di una
scienza ariana rispetto ad una scienza
giudaico-cristiana non in linea con le
tradizioni teutoniche ed ariane, linfa
quest’ultime del Reich Millennario.
Non si parla però di ‘occultismo’ in senso
stretto: la novità risiede nel ‘fantastico’,
inteso come concezione straordinaria
dell’esistenza, del pensiero e delle arti. Il
nazista vero, profondo, non appartiene
alla storia dell’umanità; egli è un alieno
intellettuale che fonda una propria
antropologia, biologia, filosofia e
soprattutto religione. È la prima volta,
infatti, che si dà una definizione
rivoluzionaria del movimento
nazionalsocialista: non si tratta di una
politica o di una visione prosaica,
filosofica della società e della storia.
Il nazismo è una mistica, è a tutti gli
effetti religio. Come ogni mistica che si
rispetti, secondo Pauwels, esso viene
annunciato da una serie di eventi che
con Jung possono essere definiti
‘coincidenze significative’, simili agli
allineamenti planetari forieri di nascite
divine e cesure storiche definitive. La
differenza la fanno gli storici, legati al
razionalismo e alle critiche morali che
impediscono un’analisi approfondita, a
tutto campo del fenomeno. Il nazismo
per Louis Pauwels non è morto, né mai
lo sarà finchè continueremo ad
esorcizzarlo, rimuoverlo come follia
collettiva, possessione diabolica, pazzia
congenita nel suo Fuhrer.
Se ci spingiamo nel cuore di questa
mistica avulsa dal contesto storico ed
umano, esso è rappresentabile in un
passo tratto da un racconto di Arthur
Machen, personaggio controverso
appartenente a società segrete di cui
tratteremo più avanti:
‘…il vero male, nell’uomo, è come la
santità e il genio. È un’estasi dell’anima,
qualcosa che supera i limiti naturali
dell’intelletto, che sfugge alla coscienza.
(…) il male nel senso vero del termine è
raro. Credo anzi che divenga sempre più
raro.’
Non si tratta dell’esaltazione del male o
del bene bensì della sua teoretica, della
sua decontestualizzazione
diventa inspiegabile alla luce della lente
positivista. Molto più consona la
considerazione di un signore, Marcel
Ray, quando già nel 1939 aveva
riconosciuto la guerra manichea portata
dalla Germania al mondo. Esteriormente
gli strumenti erano gli stessi di
qualsivoglia scontro bellico; ma c’è un
esoterismo e le credenze più profonde
del nazionalsocialismo hanno scatenato
una lotta tra dèi, misteriose potenze la
cui origine è opposta ad un contesto
razionale. Rauschning stesso affermava
che ogni tedesco ‘ha un piede
nell’Atlantide…’, la natura duale dei
tedeschi capaci di vivere
contemporaneamente un pragmatismo
tanto elevato come il magismo sostiene
il dilagare di quest'ultimo e ne mette a
disposizione il terreno fertile dove
prosperare.
L’indagine partirà necessariamente dalle
società misteriose che determinarono
certe scelte. Intorno al 1880 sia in
Francia che in Inghilterra e infine in
Germania alcuni cenacoli esoterici,
iniziatici cominciarono a captare al loro
interno eminenti personalità, a fondersi
dando origine a potenti strutture.
Tre in particolare:
⁃La Golden Dawn inglese
⁃La Società del Vril tedesca
⁃La Thule Gesellschaft sempre tedesca
L’Alba Dorata (questo il significato di
Golden Dawn) prendeva le mosse dalla
società Rosa-crociana fondata due
decenni prima da R. Wentworth L., forte
di appartenenze massoniche nell’ordine
dei 144 membri; un numero ben noto
riportato in base 1000 nell’Apocalisse di
Giovanni, cifra legata al numero dei
‘salvati’ (144.000). lo scopo della Golden
Dawn era quello di raggiungere poteri e
conoscenze iniziatiche profonde.
I legami più forti li troviamo con
l’Antroposofia di Rudolf Steiner e più
tardi con uno dei massimi
rappresentanti del neo-paganesimo
Aleister Crowley fondatore peraltro del
temuto O.T.O. (Ordo Templis Orientis)
caratterizzato da forti tendenze
luciferine. Gran maestro di questa loggia
fu addirittura il poeta Yeats che assunse
il nome mistico di Fra’ Diavolo o il più
iniziatico Deus Inversus. Il panorama
culturale e scientifico della loggia
spaziava da scrittori come Bram Stoker,
l’autore di Dracula, fino all’ingegnere
Allan Bennett, l’astronomo reale di
Scozia Peck e Gerald Kelly, presidente
della Royal Academy. Merita un accenno
sulla Rosa Croce per comprendere
ancora di più le dinamiche di tensione e
contrasto tra inglesi e tedeschi.
La Rosa Croce fu una società iniziatica
fondata nel 1618 da Christian
Rosenkreuz, cognome da cui l’etimo
‘rosa-croce’ (traduzione letterale).
Scopo di questa congrega era il conferire
scientificità attraverso rituali alchemici
Il contesto filosofico – Le società segrete
ai grandi arcani occulti cristiani e proto
Considerare Adolf Hitler dunque un
cristiani fusi con la tradizione
posseduto, un essere demoniaco o più
soprattutto egizia. Le simbologie
semplicemente un pazzo mal si concilia rosacrociane provenivano dalla
con il contesto in cui quest’uomo visse e disposizione ‘a petali di rosa’ delle gocce
formò la propria ideologia. Egli infatti
di sangue cadute dal costato ferito del
non era alcunché di tutto questo; se
Cristo. Tra la numerologia troviamo il 3,
pertanto gli aggettivi suddetti stridono 4, 7, 10 e 12 dove la combinazione
con la realtà nondimeno il nazismo
dell’ultimo numero porta a 144 – il
fenomenologica dai parametri morali
comuni. Il superamento dei limiti
intellettuali o intellettivi è ben illustrato
da una coincidenza significativa molto
inquietante. Nel 1896 lo scrittore inglese
Shiel pubblica un racconto dove una
banda di criminali terrificanti devasta
l’Europa sterminando famiglie
considerate nocive per l’umanità e il suo
progresso bruciandone i cadaveri.
Il titolo della novella è ‘Le SS’.
I grandi eventi storici sono annunciati in
maniera sinistra. Il diario di un fanciullo
chiamato Napoleone terminava con la
frase ‘Sant’Elena, piccola isola…’.
Un evento non è prevedibile ma
intuibile. Ewers, romanziere tedesco,
scrisse il terrificante racconto La
Mandragola che sembra anticipare
preventivamente l’orrendo patto
perpetrato dal Fuhrer con il suo
mentore astrologo proprio di fronte alla
radice maledetta. La domanda del come
fosse stato possibile - in pieno XX secolo
- veder sorgere un’assurdità logica di
tale portata non contempla un’altra
misura d’indagine; è infatti impossibile
valutare con i parametri dello scientismo
ciò che negò lo scientismo dal profondo.
La nostra storia è falsa né più né meno
di una rappresentazione figurativa di
natura morta o del seno di una donna
illustrati dal pittore, ecco la concezione
che permea il Mattino dei Maghi, senza
fare riferimento ad una regia occulta
bensì al susseguirsi di rivelazioni del
mondo dell’assurdo dopo
l’antonomastica la rottura del vaso di
Pandora, ovvero la ribellione profonda al
Positivismo. Così non fu di scandalo
pensare che il Fuhrer e la Germania
nazista, ad un certo punto della loro
storia, credessero davvero all’avvento
del Superuomo. E che non era
sicuramente lo ubermensch caro a
Nietzsche il cui significato è ‘oltreuomo’,
ossia l’evoluzione intellettuale
dell’umanità ad opera dell’umanità
stessa. Il Superuomo, al contrario e lo
vedremo più avanti, è un’entità ben
precisa, addirittura aliena secondo le
tesi originarie a fondamento del
pensiero nazionalsocialista.
L’esplorazione della storia invisibile aiuta
a sbarazzarsi della ripugnanza per
l’inverosimile che, spesso e volentieri –
se non adeguatamente penetrato paralizza la conoscenza.
Per questo motivo la recherche è partita
da strani culti, cosmogonie e cosmologie
aberranti, filosofie irrazionali sorte
violentemente nella terra di Humboldt,
Haeckel e Max Planck. L’obiettivo è
penetrare l’impianto logico nazista
indagando alcuni aspetti centrali:
⁃filosofie occulte e società correlate
⁃cosmogonia
Solo in questa maniera sarà possibile
fare luce lì dove la stessa luce fatica a
manifestarsi.
32
numero dei membri della Golden Dawn
ad essa ispirata – mentre negli altri è
facile riconoscere cifre care al
Cristianesimo (3 7 e 10) e al pitagorismo
(3, 4 e 10) dove la Perfezione espressa
dal Triangolo viene desunta dal numero
10 derivante da 3 lati in base 4,
successivamente riconosciuta tale figura
come rappresentazione geometrica del
Sacro Tetragamma.
La Società del Vril è ben più inquietante
e possiamo considerarla la culla
gnoseologica del nazismo. I fondamenti
di questa congrega li ritroveremo nella
cosmogonia e nell’astronomia di regime
entrambe connesse alle teorie di Hans
Horbiger che tutto faceva discendere
dallo scontro eterno tra il ghiaccio e il
fuoco. Cosa si dicevano gli adepti del
Vril?
Essi credevano nella Terra Cava nella
quale noi siamo gli abitanti dell’interno
mentre gli astri altro non sono se non
luci che si vengono a formare all'interno
del gas azzurrognolo in sospensione
sulla volta rocciosa che conferisce
l'illusione del cielo.
Potrebbe sembrare una follia collettiva
senza soluzione ma soprattutto
impossibile da applicare se non
ricordassimo che dette teorie sono alla
base anche del neonazismo e l’aneddoto
che segue dà l’esatta percezione di ciò
che si manifestò in quegli anni e della
presa sulle coscienze. Si tratta di un
accenno di M. Gardner nell’opera In the
Name of Science.
Nell’aprile del 1942, sponsorizzata dai
vertici gerarchici del partito (Goering,
Himmler e lo stesso Hitler), una
spedizione segretissima capeggiata da H.
Fischer, studioso dei raggi infrarossi,
equipaggiata con le più avanzate
tecnologie radariste dell’epoca sbarca
sull’isola di Rugen. Giunti sul posto si
dispongono i radar verso l’alto con
un’inclinazione di 45° e così restano per
molti giorni peraltro in piena guerra
dove strumenti di quel tipo avrebbero
avuto ben altra dignità. Ma l’operazione
Rugen riveste un carattere ben più
importante e fondamentale: il Fuhrer
ritiene, infatti, che la Terra sia concava e
non convessa, dunque cava; noi ne
abitiamo l’interno, il cielo è un gas
azzurro costellato di luminescenze
scambiate per stelle; luna e sole sono
ben più piccoli delle considerazioni
scientifiche giudaico-cristiane e sono
composti da ghiaccio. Tatticamente, le
onde radar di riflessione sulla volta
rocciosa permetteranno di vedere la
flotta inglese ancorata a Scapaflow…
All’interno della terra cava vivono
uomini dalle capacità psichiche ben più
elevate delle nostre; essi appartengono
ad una razza che ci soppianterà, non
ancora del tutto pronta ad uscire dal
centro della Terra. Questa tesi porta alla
considerazione dell’uomo come ancora
in evoluzione e prossimo ad una
‘formidabile mutazione’ capace di
conferire ad esso gli antichi poteri
attribuiti agli dèi. Questi superuomini
sono già presenti sul pianeta ed hanno
origini aldilà dei confini temporali ma in
special modo spaziali: sono essi infatti di
origine aliena. Al fine di non finire come
schiavi bensì coadiutori delle
trasformazioni spirituali e genetiche che
questi Superiori porteranno nella Storia,
è possibile un’alleanza, l’alleanza con il
Signore del Mondo o il Re della Paura.
Pochissimi uomini sono a questo livello
di consapevolezza, in grado di giungere
alla piena manifestazione delle loro
potenzialità nascoste.
In contrapposizione ai Superuomini
troviamo gli uomini comuni definiti larve
e il Dio giudaico-cristiano un dio delle
larve. Questo il kerigma del Vril
sostanzialmente basato sulla
trasposizione nella realtà di un romanzo
di B. Lytton La Razza che ci Soppianterà:
la trama del libro è perfettamente
cogente ai concetti in cui credono gli
adepti del Vril. Lytton apparteneva ai
144 della Golden Dawn.
Quali le origini di queste considerazioni?
Una società molto potente fondata da
Helena Petrovna Hahn detta Madame
Blavatsky a New York nel 1875 potrebbe
essere considerata tra le basi ispiratrici
della Società del Vril, la Società
Teosofica. L’impianto gnoseologico della
Teosofia si basa sul considerare ogni
religione esistente e rivelata riflesso di
una religione unica ed antichissima
insieme alla consapevolezza della
propria divinità che potrà essere
raggiunta dall’uomo per via iniziatica,
esoterica. Testo cult per i teosofi era il
Libro di Dzyan in cui si racconta
dell’arrivo in tempi remotissimi di una
civiltà aliena sulla Terra che coadiuvò
l’evoluzione umana e rimase di stanza
sul pianeta abitandone il sottosuolo. Il
periodo trattato nel libro è vastissimo:
parte dalla genesi del cosmo fino alla
distruzione di Atlantide.
Aldilà dell’esistenza o meno del testo di
Dzyan, la Blavatsky era convinta di aver
incontrato dei Maestri Sconosciuti autori
delle sue conoscenze iniziatiche
all’indomani delle ferite mortali
riportate al petto durante la campagna
garibaldina di Monterotondo.
La terra cava non è però solamente una
tesi teosofica o nazista. Nel 1818 giunse
una missiva ai Membri del Congresso
americano da parte del Capt. John C.
Symnes che dichiarava l’esistenza di
cavità concentriche all’interno della
Terra, sfere sovrapposte il cui ingresso
era polare compreso in un arco variabile
tra i 12° e i 16°. Saranno Ley e Sprague
de Camp2 ad illustrare i fondamenti di
Symnes:
⁃ogni oggetto è cavo
⁃anche i pianeti
⁃la Terra in particolare presenta 5 sfere
concentriche
⁃tutte abitate
⁃gli esseri umani e non solo che le
abitano possono interagire risalendo e
scendendo attraverso le sfere.
Pur considerando questa tesi ‘bislacca’,
sottolineiamo che un modellino in legno
della geologia di Symnes si trova
all’Accademia delle Scienze Naturali di
Filadelfia negli Stati Uniti.
Nel 1870 Cyrus Read Teed, americano
anh’egli, assai colto e preparato nonché
appassionato studioso di alchimia
sostenne la teoria della terra cava a tal
punto che fondò una vera e propria
religione diffusa attraverso una rivista di
sua redazione chiamata ‘La Spada di
33
Fuoco’ raggiungendo la considerevole
cifra di 4.000 adepti nel 1894 aderenti
alla setta denominata Koreshismo.
Un aviatore tedesco, Bender, fondò un
movimento a sostegno di questa tesi (la
Hohl Welt Lehre), suffragato da
un’ulteriore tesi americana
appartenente a Marshall Gardner in cui
il fulcro gnoseologico era la posizione al
centro della Terra del Sole e la sua
capacità di tenere tutti attaccati alla
crosta grazie ai raggi che emettevano
una certa pressione. Il pensiero e il
movimento di Bender divenne popolare
nel 1930 e affascinò dirigenti del Reich e
alti ufficiali Luftwaffe e Kriegsmarine.
E che cos’è il ‘vril’?
È la definizione di un’energia ineffabile,
originaria, della quale noi utilizziamo
solo una piccola parte e che, al contrario
– qualora sfruttata totalmente, ci
renderebbe consapevoli della nostra
divinità e dunque padroni del mondo.
I Superiori Sconosciuti, presenti in ogni
mistica occulta orientale come
occidentale, ne sarebbero provvisti e
dunque esseri sovrumani: essi sono
coloro che supporteranno gli eletti della
razza umana ad una formidabile
mutazione spirituale e genetica. Hitler
era fermamente convinto della
necessaria mutazione di razza; la
differenza è nell’interpretazione ‘attiva’
di tale tesi.
Dove troviamo i ‘Superiori Sconosciuti’?
In inquietanti e temibili racconti come il
Necronomicon di H.P. Lovecfraft; egli ne
parla mentre rituali occulti neopagani o
luciferini li evocano. Oltre la Società del
Vril e la Golden Dawn necessita aprire
uno spiraglio su un’altra società tedesca
segreta e assai potente: la Thule
Gesellschaft. Solo il simbolo utilizzato
non dovrebbe lasciar dubbi sul
considerarla la culla per il futuro
nazionalsocialismo. Fondata nel 1919
campeggia sul gonfalone una svastica
irraggiante di forma circolare che
sovrasta un gladio coronato dall’alloro.
È ormai assodato che la Thule sia un
nucleo discendente dalla Società del Vril
della quale sposò i tratti razziali salienti
e soprattutto la cosmogonia teosofica e i
Superiori Sconosciuti.
Rauschning dichiarava che un giorno
Hitler gli parlò chiaramente delle proprie
visioni a proposito della mutazione
razziale cui il nazismo si fece interprete:
‘l’uomo nuovo vive in mezzo a noi!
È qui. Vi basta? … ho visto l’uomo nuovo.
È intrepido e crudele. Ho avuto paura di
fronte a lui…’
È curioso, per rimanere sul prudente,
ritenere che gli stessi concetti della
Golden Dawn, transitati attraverso la
Società del Vril e poi la Thule, originati
nelle riflessioni teosofiche e sfociati nel
programma politico e militare del
NSDAP possano essere una coincidenza
sfortunata.
Pauwels si spinge oltre e propone una
visione estremamente interessante.
Noi siamo abituati a valutare le
connessioni logiche, le ‘filiazioni’
sillogistiche: se A=B e B=C allora A=C, ed
è pacifico; peccato che rimanga il
problema di fondo ovvero dare una
collocazione reale ad A, B e C.
Le connessioni, i collegamenti tra
società, pensieri, considerazioni di
questo tipo sono secondo Pauwels il
manifestarsi di un mondo parallelo,
incredibile, una ‘porta’ che si aprì su un
altro universo non appartenente alla
dimensione che conosciamo noi.
È una vsione metafisica tutto questo ed è
assolutamente discutibile.
Meno discutibile è il silenzio sotto cui
sono passate le affiliazioni alla Thule di
Haushoffer – considerato insieme a
Bormann e Rosenberg il vero fondatore
del nazionalsocialismo – di Hess e dello
stesso Hitler. La Teosofia faceva da
sfondo tanto da fungere come
neologismo – teosofismo – per indicare
la renaissance del magismo, base
dell’irrazionale esistenza vissuta in toto
dagli uomini di inizio XX secolo.
Un personaggio incredibile nascerà sotto
l’egida della Società Teosofica.
Ne sarà rappresentante in Svizzera a
Dornach, dove poi lo stesso – liberatosi
dal giogo teosofico in cui vedeva delle
contraddizioni profonde con il proprio
pensiero – diede vita all’Antroposofia,
una filosofia basata sulla capacità tutta
umana di raggiungere vette cognitive ed
evoluzioni spirituali altissime dovute alla
concezione di universo contenuto
nell’uomo stesso. L’Antroposofia, in
campo medico, scientifico, biologico è
fortissima: dai concimi che non
distruggono il suolo, dai metalli che
modificano il metabolismo fino ad una
pedagogia tutt’ora in uso in Europa, ha
dettato le leggi che aiuteranno a pensare
in forma antinazista. Egli era il grande
Rudolph Steiner, considerato dai nazisti
– i quali bruciarono i suoi testi e il centro
antroposofico stesso di Dornach nel ’24
(Steiner morì di dolore l’anno seguente)
– il nemico intellettuale uno.
Questo in breve il contesto. Altre teorie
tra cui quelle cosmogoniche avrebbero
alimentato la visione scientifica
neopagana. La più grande teoria alla
base della scienza nazista era la
cosmogonia del conflitto ghiaccio-fuoco
teorizzata da Hans Horbiger.
Analizziamo più a fondo il gruppo Thule e
i suoi affiliati tra cui un personaggio
controverso: Dietrich Eckardt.
Nel 1920 costui insieme a Rosenberg
incontrò Adolf Hitler. Entrambi erano
appartenenti alla Thule. Da quell'istante
Eckardt intraprende la formazione
iniziatica e spirituale del Fuhrer
impartendogli la doppia dottrina: quella
segreta mistica e quella propagandistica,
finalizzata alla politica. Nel 1923 egli
entra di fatto nei leggendari Sette di
Spandau ossia i fondatori del
nazionalsocialismo, tutti affiliati alla
Thule. Morirà nello stesso anno, non
prima di aver recitato una misteriosa
preghiera di fronte ad una meteorite
nera che egli chiamava la 'sua Kaaba'.
La lasciò in eredità ad Oberth uno tra gli
iniziatori dell'astronautica. Inviò anche
un lunghissimo manoscritto a Haushoffer
in cui si affermava che la Thule sarebbe
sopravvissuta alla sua morte ed avrebbe
cambiato per sempre la faccia del mondo
e della storia (leggere brano primo
capoverso pag. 353).
La Società vanta una storia veramente
inquietante. Le radici del pensiero
principiano da una leggendaria terra
chiamata Thule che scomparve
nell'estremo nord e al pari dell'Atlantide
fu il centro vivo magico di una
supercività scomparsa. Il principio di
base da cui gli adepti partono è che i
segreti perduti di Thule non sarebbero
tali bensì alcuni esseri, presenze
intermedie tra i Superiori e gli uomini
deterrebbero tale ricchezza, vera riserva
di forze da affidare alla Germania intesa
come nunzia della futura superumanità
previo affidamento del dominio
mondiale Uomini infallibilli guideranno
eserciti potenti per sterminare,
rovesciare qualsiasi opposizione,
ostacolo al destino spirituale della Terra,
tutto ciò possibile grazie alle fonti di
energia che nutriranno i
nazionalsocialisti così come fecero con i
Grandi Antichi.
Eckardt e Rosenberg affidano alla
medianità di Hitler i contenuti esoterici
della dottrina e con Haushoffer la hule si
trasformerà da gruppo iniziatico a vera e
propria società segreta, forte di iniziati a
contatto con l'invisibile e i Superiori
Sconosciuti ma soprattutto centro
magico di alimentazione nazista.
Ed è proprio una struttura occulta nel
vero senso del termine: per un gruppo di
iniziati, regola fondamentale, è che fatto
il patto con le potenze nascoste queste si
possono evocare solo in presenza di un
intermediario, un mago; quest'ultimo
non avrebbe però nessun potere
evocativo se non coadiuvato da un
medium: Haushoffer era 'il mago'' e
Hitler 'il medium'. Ma il gruppo della
Thule non si limitava ad evocare le
potenze superiori di cui si sentiva
intermediario. L'ambizione dei nazisti
34
iniziati verteva sulla selezione biologica
dell'uomo-dio e non solo in Germania
ma in tutto il pianeta. A Rauschning
continua a confidare che il nazismo è una
cesura profonda, che avverrà una
mutazione più elevata dell'avvento di
una neoreligione, la rivoluzione nazista è
la tappa fondamentale per la
soppressione della storia.
Rudolf Hess era assistente di Haushoffer
all'università di Monaco, favorì l'incontro
con Hitler. Hess prima del suo delirante
viaggio verso l'Inghilterra nel 1942, era l
numero 2 del Partito e del Reich, era il
vice del Fuhrer. L'iniziazione di Adolf
Hitler è perfetta: egli capisce
l'importanza dei due piani dottrinari e
mescola le istanze di Haushoffer e i piani
di Rosenberg e Eckardt nel manoscritto
Mein Kampf. La croce uncinata,
volgarmente definita, ovvero lo swastika
sembrerebbe essere stata una scelta di
Haushoffer come simbolo nazista
supremo.
Approfondire il significato dello swastika
è centrale per l'indagine 'realistico
fantastica' proposta da Louis Pauwels.
Aldilà dei significati canonici proposti in
apertura, l'accento va posto
sull'architettura del simbolo: rispetto alla
croce e agli altri simboli archetipali
(cerchio, triangolo, quadrato e
mezzaluna) lo swastika è un tracciato
intenzionale e non riproduttivo.
È un simbolo vero e proprio addirittura
ipoteticamente nato con l'umanità
stessa. La presenza è costante tra
Europa, Asia e Americhe e sottolinea la
necessità di pensare o ripensare alle
dinamiche sociali che uniscono i destini,
le migrazioni e i sistemi di pensiero o
organizzativi dell'umanità sparsa su
questi enormi continenti fin dai empi più
antichi. Una delle spiegazioni per cui
questo simbolo rappresenterebbe la
purezza razziale (G. List, 1908)
pienamente sposata dai nazisti è che
inspiegabilmente il simbolo non trova
riscontri nell'area semitica tranne
apparizioni fugaci tra Egizi, Caldei, Assiri
e Fenici.
La zona planetaria in cui il simbolo si
manifesta in maniera diffusa e assai
corrente, sia sinistrorsa che destrorsa, è
il Tibet e i nazisti – specie le SS
appartenenti all'Ahnenerbe – avevano
un particolarissimo rapporto con questa
zona. Pauwels trova l'ennesima
correlazione tra la Società dei Verdi che
era legata alla Thule e la sua origine
tibetana; un monaco tibetano presente a
Berlino negli Anni '20 e '30, denominato
'l'uomo dai guanti verdi', avrebbe
predetto il numero esatto dei deputati
nazisti eletti al Reichstag e riceveva
regolarmente il futuro Fuhrer: lo
definivano colui che deteneva le chiavi di
Agarthi. Il nome Agarthi, assieme a
quello di Schamballah, è legato a
dichiarazioni da parte dei
nazionalsocialisti processati a
Norimberga dal 1945 ma soprattutto da
Renè Guenòn il quale riprese un'antica
leggenda sulla popolazione del Gobi,
ritenuta dai nazisti la componente
fondamentale dell'umanità intera e del
ceppo ariano in particolare, sfuggita ad
un cataclisma e rifugiatasi nelle caverne
sotterranee dell'Himalaya. Durante la
permanenza nel sottosuolo, essa ebbe
uno scisma interno tra
⁃coloro che presero la via della mano
sinistra
⁃coloro che presero la via della mano
destra.
I sinistrorsi rappresentavano la
meditazione, la contemplazione il Bene
appartenente al tempio della nonpartecipazione al mondo e la sede di
questo centro di forza era Agarthi; i
destrorsi, al contrario, fecero propria la
forza del controllo sugli elementi, il
magismo nero e la violenza con cui
comandano le masse umane portandole
alla cesura degli Eventi con residenza
nella città segreta del Male,
Schamballah.
Quando i russi entrarono a Berlino
trovarono migliaia di cadaveri tra i
volontari della morte ed erano senza
documenti e di razza himalayana.
Gli adepti della Thule dovevano essere
protetti affinchè la loro millennaria
missione di mutazione della razza umana
arrivasse fino al prossimo diluvio
ricominciando il ciclo. Onde permettere
ciò, era necessario ingraziarsi le potenze
oscure di Schamballah, i Superiori
Sconosciuti attraverso il rituale dei
sacrifici umani.
Nel 1946 l'iniziatore del nazismo e gran
maestro della Thule si suicida portando
con sé la moglie Martha. Suo figlio
Albrecht prese parte all'attentato contro
il Fuhrer nella tana del Lupo ad opera dei
congiurati capeggiati da Von
Stauffenberg il 20 luglio 1944. ad aprile
del 1945 fu giustiziato insieme ai
cospiratori con un colpo alla nuca.
Memorabili i suoi Sonetti di Moabit.
L'Ordine Nero
Il 'realismo fantastico' di Pauwels riesce a
spiegare comportamenti al contrario
assolutamente irrazionali e difficili da
comprendere alla luce della semplice
analisi politica o di una liquidazione del
fenomeno come 'follia collettiva' e dei
suoi artefici come 'pazzi furiosi'.
Sono indubbiamente analisi più comode
ma profondamente fuori luogo se
paragonate alle incredibili istanze del
Terzo Reich.
Nel 1934 durante la 'notte dei lunghi
coltelli' le formazioni paramilitari 'pure'
del nazismo in erba (le SA, Sturm
Abteilungen) vengono eliminate
fisicamente, in primis leaders quali
Gregor Strasser, Ernst Rohm e via
discorrendo, accusato il primo di
connivenze con i maggiori nemici del
nazismo, i bolscevichi, il secondo perchè
capo delle SA. La storia ha 'giustificato'
Strasser attribuendogli una visione
'socialista reale' del nazionalsocialismo,
pronto a sposare le istanze anticapitalistiche dei marxisti imprimendo al
NSDAP una visione 'di sinistra'.
L'antitesi alla signoria assoluta di Hitler,
l'arresto nel 1934 e l'uccisione da parte
della Gestapo su ordine dello stesso
Goering avvalora la tesi del martire
ideologico. Presunto.
Ciò che interessa Pauwels, però, è il
cambio di marcia in corsa tra le S.A. e le
SS. Queste erano più adatte alla missione
esoterica del Reich Millenario e furono
affidate alla cura di Heinrich Himmler,
uno degli aderenti da sempre
all'hitlerismo con il compito di
organizzare le 'Staffette' come una
congrega di monaci guerrieri, vero e
proprio ordine religioso votato
interamente al nazismo magico.
La gerarchia prevedeva un gotha
consapevole delle istanze esoteriche e
una serie di vassalli sottoposti fino alle
Waffen-SS che altro non erano se non un
riflesso delle più alte rappresentanze
appartenenti al gruppo della SS
Totenkopf, 'Testa di morto', vertice
gnoseologico dell'organizzazione.
Ufficialmente i vertici di partito non
riconobbero mai questo aspetto delle
Schutzstaffel ma non ne impedirono il
dilagare di potere.
La misteriosa Ahnenerbe era la teologia
di questa neoreligione; l'Ordine Nero –
alias delle SS – l'aspetto più
propriamente mistico, sacerdotale.
Dal momento in cui prende sempre più
piede la visione iniziatica dei Signori di
Thule, le SS acquisiscono un potere
illimitato e sono di fatto un regno nel
regno. Himmler assume l'incarico
plenipotenziario di Reiscsfuhrer SS.
Un profilo interessante fu dato dalla
testimonianza di Kersten, suo medico
personale, quando nel 1942 fu
convocato da Himmler stesso per un
intervento rilassante allo stomaco.
Egli raccontò che il Fuhrer si era convinto
dell'impossibilità di una vita pacifica
futura finchè fosse rimasto in vita un
solo ebreo e conferì i poteri al
Reiscsfuhrer per l'immediata
liquidazione di oltre 5 milioni di ebrei
come priorità assoluta. Data la
costernazione di Himmler, Kersten ebbe
l'infelice idea di commiserarlo capendo il
suo dramma umano per un compito
orribile di questo tipo. Ma rimase
ammutolito quando il Reichsfuhrer lo
riprese dicendogli che non aveva capito
nulla. Il suo problema era morale verso
Hitler poiché in un impeto di egoismo
pensò esclusivamente alle proprie
priorità e non a quelle di regime e del
suo amato Fuhrer. Da lì il suo stato di
malessere.
L'inversione totale di valori rispetto a
quelli che conosciamo e pratichiamo in
quanto esseri umani non erano
minimamente percepiti, capiti o
condivisibili da parte di chi aveva una
concezione profondamente aliena della
realtà. Essi vivevano in un mondo diverso
dove la missione epocale cui furono
chiamati anima e corpo travalicava i
pensieri larvali dell'umanità ormai al
termine di un ciclo della propria storia.
È lampante che non si tratta più di uno
scenario esclusivamente politico,
LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI SUL SITO DI
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economico o militare.
L'Ordine principiava dalle SS Totenkopf;
esse ricevevano – come monaci guerrieri
rispetto ai 'frati minori' delle Waffen-SS –
la loro prima iniziazione nei Burg3 previa
formazione seminarista nella NaPoLa4: si
afferma in un articolo del '42 apparso su
'Schwarze Korps' che sono 'scuole in cui
si impara a dare e ricevere la morte' e il
concetto di 'comunione con la morte non
rigurda solo il morire fisicamente sul
campo di battaglia ma anche un più
liturgico morire all'uomo vecchio in
favore dell'uomo nuovo.
La cerimonia della presa dei voti nei Burg
è ed è rimasta segreta, trapelano solo
alcune voci da parte di chi ha parlato in
tempi più favorevoli rispetto a
quell'esperienza. Si entrava in un
'destino sovrumano irreversibile' e colui
che tradiva la causa arebbe stato
annientato non solo lui stesso ma anche
moglie e figli affinché non avesse
discendenza. Era detta la 'cerimonia
dell'Aria Densa'; non si capisce se ci si
riferiva all'atmosfera greve e grave della
presa dei voti oppure all'abbrutimento
satanico, da messa nera degli astanti.
I Totenkopf, da quell'istante, comunque,
venivano isolati per sempre dagli uomini
normali definiti 'apparenti' o peggio
untermenschen, 'sotto-uomini'.
La vera SS è parte integrante di una
visione globale nuova, essa è il nuovo
uomo-dio.
Lo stesso Hitler divide il futuro mondo in
classi verticistiche ben precise e
delineate, una piramide al cui vertice vi è
una:
'...nuova, alta nobiltà di cui non posso
parlare. Ma questi piani devono essere
ignorati dai semplici militanti...'.
Il pianeta diviene la pasta da cui trarre
un'energia ineffabile che attiri i Superiori
del Difuori e l'organizzazione dell'Ordine
Nero una realtà che risponde a fini
magici, iniziatici e non meramente
politici. Il cosmo, l'universo è l'unico
essere esistente e senziente: uomini,
esseri animati, tutte le cose che ci
circondano non sono altro che forme
universali diverse che si trasformano nel
tempo, divengono e di cui l'Ordine Nero
delle SS è il demiurgo che ne aiuta il
rimpasto finalizzato ad un grande scopo
di natura e sapore escatologici.
La creazione non è terminata e le SS
sono i maghi ai quali l'Universo
trasmette gli ordini per lavorare la cieca
e sanguinosa pasta umana.
La Storia ha dimostrato che i cosiddetti
untermenschen teorizzati dal
nazionalsocialismo si coalizzarono su
scala mondiale bloccando il Reich
Millennario, forti delle ragioni umane
che trasalirono di fronte all'orrore
fermando l'assurdo progetto di
transizione dimensionale dell'umanità.
Il vero problema è che l'hanno solo
fermato, non debellato.
LA NASCITA DELLE
COSTELLAZIONI
ANTICHE
Agostino Galegati
L’Astronomia può essere definita la
Madre delle Scienze per la sua
antichità; infatti, le prime attività
scientifiche che la razza umana ha
intrapreso di cui abbiamo
conoscenza riguardano appunto
l’osservazione del cielo e le prime
osservazioni celesti possono essere
fatte risalire a molti millenni prima
della nascita di Cristo; questa
datazione così antica è possibile sia
grazie alla scoperta di manufatti a
tema astronomico sia per le
tradizioni orali ereditate col passare
del tempo.
La parte ovest della Scozia, ad
esempio, è particolarmente ricca di
siti megaliti così come l'Inghilterra
(ad esempio Stonehenge e
Woodhenge) in cui è stato possibile
individuare particolari orientazioni di
tipo astronomico ed a questo
periodo (molte migliaia d’anni prima
di Cristo), forse, possono essere fatti
risalire i primi sforzi da parte
dell’uomo di raggruppare le stelle in
costellazioni.
Le stelle di una costellazione non
hanno in genere una connessione
l’una con l’altra se non ovviamente il
fatto di essere all’apparenza alla
stessa distanza e direzione da noi e
questi gruppi sono molto differenti
secondo le varie tradizioni che
prendiamo in considerazione: grecolatina, Sumero-Babilonese, cinese e
sono diverse le domande che
necessitano una risposta riguardo ai
primi disegni di costellazioni: dove
sono nati, quando sono nati e
perché sono nati.
Le costellazioni che conosciamo noi
ci sono state tramandate dalla
tradizione greca classica ma si pensa
in realtà che esse siano molto più
antiche e provenienti
originariamente dalla Mesopotamia
e quindi dalla tradizione sumerobabilonese.
Pur essendo incompleti e spesso
36
difficili da tradurre con sicurezza i
testi scoperti sembrano in ogni
modo essere sufficienti a mostrarci
un quadro generale su come sumeri
e babilonesi vedevano il cielo.
In Mesopotamia convivevano due
tipi di tradizioni di costellazioni che
si svilupparono
contemporaneamente ma avevano
differenti propositi.
La tradizione “divina” identificava
animali nobili e figure divine nelle
costellazioni, e quindi per motivi
religiosi, specialmente nello zodiaco;
queste erano le figure rappresentate
come pittografie nell’arte
mesopotamica.
La tradizione del calendario agreste
identificava contadini e animali nel
cielo per fornire un calendario
annuale ai contadini.
Molte costellazioni appartengono ad
entrambe le tradizioni, ma solo le
costellazioni zodiacali e quelle ad
esse collegate provenienti dalla
tradizione divina sono state
esportate in Occidente.
Lo sviluppo storico può essere
suddiviso in sei fasi:
1) Fase dell’antica pittografia (32002100 a.C.)
2) Fase della pittografia delle pietre
di confine (1350-1000 a.C.)
3) La fase “Tre stelle ognuna” (1100
a.C.)
4) La fase MULAPIN 1100-700 a.C.
Queste ultime due fasi forniscono i
“libri di testo” delle costellazioni
perché sono le prime testimonianze
scritte che includono la tradizione
del calendario agreste. Le liste
MULAPIN sono le più complete ed
accurate e forniscono anche le
associazioni che erano condivise tra
le due tradizioni e questo fatto ci
permette anche di interpretare
l’iconografia della tradizione divina.
5) La fase dei diari astrometrici (750
– 60 a.C.). Astronomia ed astrologia
procedono assieme; le prime
registrazioni regolari del moto dei
pianeti erano usate per gli oroscopi.
A questo periodo risalgono le prime
figure delle costellazioni
mesopotamiche: lo zodiaco
Seleucido e di Dendera.
6) La trasmissione ai greci delle
costellazioni zodiacali ed agli arabi di
quelle agresti.
I due zodiaci sopraccitati
contengono le illustrazioni delle
costellazioni zodiacali più i quattro
animali parazodiacali (Corvo,
Serpente, Aquila, Pesce Australe)
Lo zodiaco Seleucido era composto
di una serie di 12 tavolette d’argilla
rappresentanti i 12 segni zodiacali
per l’astrologia.
Lo zodiaco di Dendera è l’unica
mappa completa del cielo antico che
abbiamo e risale ai primi secoli a.C.
in Egitto. Esso mostra lo zodiaco
classico circondato dalle altre
costellazioni egizie, ma le figure non
sono ancora quelle tipiche della
tradizione greco-latina; bensì questi
due zodiaci sono uguali tra loro e
sono identici alle pittografie delle
pietre di confine risalenti a circa
2000 anni a.C.; quindi lo zodiaco di
Dendera può essere considerato la
una copia completa dello zodiaco
mesopotamico.
Tra le grandi civiltà mesopotamiche
dobbiamo ricordare i sumeri che già
intorno al 3200 a.C. cominciarono a
produrre una ricca tradizione
artistica.
Sono soprattutto i sigilli l’aspetto più
interessante di questo periodo
perché mostravano scene
mitologiche riprodotte anche nel
loro cielo come ad esempio il
combattimento del leone col toro
che rappresentava il cambiamento di
stagione. Leoni e tori insieme con lo
scorpione sono i soggetti più
rappresentati in questo periodo e
spesso erano raffigurati circondati
da stelle e quindi questi sigilli
volevano rappresentare il Leone, il
Toro e lo Scorpione come
costellazioni. Queste tre costellazioni
37
tra il 4400 ed il 2200 a.C.
contenevano tre dei quattro punti
cardinali celesti, il quarto segno per i
sumeri era l’Ibex che era formato da
stelle dei nostri Acquario, Capricorno
e dalla testa di Pegaso.
Queste costellazioni contengono
tutte stelle di prima magnitudine
(Aldebaran, Regolo, Antares,
Fomalhaut), molto vicine alla
posizione dei punti cardinali, che
furono poi chiamate stelle Reali in
Persia anche se Fomalhaut era
invisibile perché troppo a sud in quel
periodo a quelle latitudini e
probabilmente Altair era usata al suo
posto e questa potrebbe essere
l’origine dell’Aquila come altra
costellazione Reale.
Per i Sumeri il Toro era il “Toro del
Cielo” ed indicava l’equinozio di
primavera e l’inizio del nuovo anno,
la sua testa erano le Iadi compresa
Aldebaran. La nostra costellazione
del Toro mostra solamente la parte
anteriore dell’animale, in
Mesopotamia la posizione era
diversa, con le Pleiadi a formare il
corno superiore e la catena di stelle
di pi Ori il corno inferiore.
Il Leone indicava il solstizio estivo,
Regolo era chiamata Sharru (il re) dai
maggior numero di rappresentazioni quindi un buon raccolto.
divine che sono rappresentate anche
Il cielo per i Babilonesi era suddiviso
nel cielo:
in tre parti:
Ea dio buono della Terra e della
vita rappresentato con due fiumi 1) La parte settentrionale era la
Strada di Enlil, dio dell’aria e delle
che gli escono dalle braccia,
forze della natura.
divenne l’Acquario ed i suoi
simboli formarono altre
costellazioni: capricorno (la capra 2) La fascia zodiacale era la Strada di
Anu, padre di tutti gli dei.
marina di Ea), il Campo (il nostro
Pegaso), il Pesce Australe e forse i
3) La parte meridionale era la Strada
Pesci e l’Ariete (dalla forma del
di Ea.
bastone di Ea).
Babilonesi.
Lo Scorpione indicava l’equinozio
d’autunno. All’inizio era più grande
nel cielo; infatti, le stelle della
Bilancia formavano le chele
dell’animale. Questa separazione
risale a circa 2000 anni a.C. ed è
rimasta anche ai giorni nostri.
Queste costellazioni sono tra le
poche ad essere rimaste invariate
anche nei cataloghi successivi.
Al 2500 a.C. sono fatti risalire altri
sigilli scoperti in Iran molto
interessanti contenenti figure
astronomiche come ad esempio un
dio cacciatore in piedi su cani armato
di arco e frecce (prototipo del
Sagittario?), una figura che tiene in
mano due fiumi (l’Acquario?), una
figura che tiene in mano due serpenti
(Ofiuco? Idra?). Questi forse sono i
primi esempi di iconografia dello
zodiaco e provengono da Elam che è
la città rivale di Sumer.
I primi cataloghi “Tre stelle ognuna”
catalogano le Pleiadi, il Leone, lo
Scorpione e l’Acquario come “Stelle
di Elam” mentre le Stelle di Akkad e
di Amurru contengono poche altre
costellazioni zodiacali (Gemelli,
Bilancia e Cancro) che possono
essere esempi di costellazioni della
tradizione “agreste”; quindi è
possibile che lo zodiaco sia nato ad
Elam piuttosto che a Sumer.
Il sigillo di Adda invece contiene il
Ishtar regina degli dei e dea
dell’amore, della fertilità e della
guerra e era rappresentata armata
ed accompagnata da leoni, più
tardi il suo simbolo astrale rimane
il solo Venere ma potrebbe essere
anche l’origine del Leone, della
Vergine e della Freccia (il nostro
Cane Minore).
Un dio cacciatore non identificato
armato di arco che potrebbe
essere il Sagittario.
Il Dio-Sole Shamash rappresentato
come un uomo barbuto con raggi
uscenti dalle spalle armato di
coltello con cui si apre la via
dall’orizzonte est.
Attorno al 1350 a.C. a Babilonia per
far rispettare i confini delle varie
proprietà cominciarono ad essere
usate delle pietre chiamate Kudurrus
su cui erano incise maledizioni che
avrebbero colpito chi non rispettava
questi confini ma erano decorate con
simboli divini che corrispondevano a
pianeti (Marduk-Giove, NabuMercurio, Nergal-Marte e NinurtaSaturno) e costellazioni (Toro, Leone,
Scorpione, Sagittario, Capricorno,
Acquario, probabilmente Ariete e
Vergine e precursori dei Pesci e dei
Gemelli). Gli originali di questi
kudurrus venivano conservati nei
templi come una sorta di ex-voto per
avere la benedizione dei vari dei e
38
Importanti iconografie da queste
pietre sono anche l’uccello che
cammina (Papsukal) identificato con
la nostra costellazione di Orione,
Shala dea della fertilità (la Vergine),
Dumuzi, dio della fertilità (Ariete).
Il primo catalogo stellare babilonese
è il cosiddetto “Tre stelle ognuno” o
sistema a 36 stelle. È stato scritto su
tavolette circolari risalenti circa al
1100 a.C. Questo catalogo contiene
molte costellazioni agresti ed il loro
levare eliaco molto utile a Babilonia
perché il loro anno era determinato
dai mesi lunari. Il nuovo anno iniziava
con la prima luna nuova vicina
all’equinozio di primavera; in questo
modo l’anno babilonese era suddiviso
in 12 o 13 mesi. Attorno al 3000 a.C.
in Mesopotamia l’inizio delll’aratura
dei campi in febbraio coincideva con
il levare eliaco di mul-APIN (il nostro
Triangolo) ed il tramonto eliaco di
mul-Mul (le Pleiadi).
Il catalogo considera tre stelle per
ogni mese suddivise per ogni Strada
sopraccitata ma queste suddivisioni
sono spesso errate. Quasi tutte le
stelle sono state identificate, alcune
appartenenti a costellazioni, altre
sono stelle singole, altre pianeti.
Sono annotate anche le loro posizioni
relative, il levare ed il tramonto ed il
loro significato per l’agricoltura e la
mitologia. Questi dati sono precisi in
molti casi ma ci sono anche molti
errori forse prodotti da errate
trascrizioni da parte dei copisti o
perché i dati erano riportati per scopi
non astronomici. A questo periodo
risale probabilmente la nascita del
Cancro (lo scarabeo per gli Egizi) e la
Bilancia dopo l’amputazione delle
chele dello Scorpione.
Il secondo compendio
dell’Astronomia babilonese è la
coppia di tavolette chiamate
MULAPIN, dal nome della prima
costellazione dell’anno, risalenti al
700 a.C. circa. Questo catalogo
contiene le stesse stelle del
precedente “Tre stelle ogni mese”
con gli stessi scopi, ed alcune delle
stesse descrizioni, ma sulla base di
accurate osservazioni ed è
astronomicamente più completo e
sistematico. Le costellazioni
circumpolari sono catalogate per la
prima volta, e sono presenti più
rappresentazioni sia delle
costellazioni divine sia delle
costellazioni agresti.
La prima tavoletta contiene 71 tra
costellazioni, stelle e pianeti suddivisi
nelle tre Strade, ognuna con il
proprio nome preceduto da mulseguito dal nome del dio associato e
con alcune indicazioni della posizione
della stella rispetto ad altre, le date
del loro levare eliaco, la posizione ed
il cammino della Luna e dei pianeti e
le date del loro passaggio nelle
vicinanze delle varie costellazioni.
La seconda tavoletta contiene il
calendario solare e le date di quando
il Sole è nei vari punti cardinali, i
pianeti e la durata delle loro
congiunzioni col Sole ed anche le
credenze che riguardano la comparsa
dei pianeti, delle stelle e delle
comete.
Alcune delle costellazioni nate in
questo periodo sono il Bracciante
agricolo (in seguito Ariete), il Solco
(Vergine), il Pastore (Orione), Aratro
(Triangolo), il giogo (Boote), i due
carri (le orse), i Gemelli che
compaiono per la prima volta come
due coppie di uomini barbuti ed
armati, il Leone era suddiviso in
quattro costellazioni più piccole, la
Capra (la Lira), Pabilsag (Sagittario).
A parte quelle zodiacali pochissime
sono le costellazioni che sono rimaste
nel nostro cielo. Tre di queste
(Orione, Perseo ed Andromeda) sono
antropomorfe ma potrebbero essere
state disegnate indipendentemente.
Dal 750 a.C. i Babilonesi
cominciarono a tenere precise
cronache sia degli avvenimenti storici
sia astronomici soprattutto misure
precise delle posizioni planetarie
relative alle costellazioni zodiacali ed
alle 31 stelle attorno allo zodiaco non
appartenenti alle costellazioni
suddette. La divisione in 12 “segni”
uguali risale a questo periodo. Questi
segni furono concepiti in maniera tale
da contenere al loro interno i punti
cardinali. Dopo la conquista di
Babilonia da parte di Alessandro
Magno questa astrometria continuò a
svilupparsi di pari passo con
l’astrologia e sotto gli Arabi
sopravvissero le costellazioni
“divine”. Le costellazioni rurali che
fine fanno? I beduini arabi avevano
sviluppato una ricca cultura
astronomica ed una grande varietà di
costellazioni alcune delle quali
sicuramente eredità della tradizione
rurale babilonese che furono
rappresentate nei manoscritti arabi di
questo periodo come ad esempio
questo planisfero.
39
Per aiutare l'osservazione
astronomica gli arabi introdussero
l'uso dei cosiddetti astrolabi che
permettevano di misurare l'altezza
sull'orizzonte delle varie stelle.
La prima classe di costellazioni
raffigurate sono quelle classiche
“espanse”; ne sono esempi il Leone
(con un’ampiezza che andava da
Spica a Castore), Orione (fino ai
Gemelli), il Sagittario ed una
gigantesca coppia di braccia dalle
Pleiadi fino a Cassiopea.
Un’altra classe comprende non figure
che si ottengono “unendo i puntini”
come le nostre, bensì mandrie di
animali, uno per ogni stella: capre in
Auriga, cammelli in Drago, Lepre ed
Iadi, gazzelle in Orsa Maggiore, aquile
o avvoltoi al posto di Vega ed Altair,
un ovile attorno al Polo Nord,
custodito da un pastore con i suoi
cani, ma anche in Ercole ed Ofiuco
struzzi attorno all’orizzonte sud, e poi
statue o icone, i due carri
circumpolari diventano due bare, il
quadrilatero del Pegaso un
gigantesco secchio.
Attorno al 500 a.C. la cultura
babilonese entra in contatto con la
cultura greca e le costellazioni dello
zodiaco e quelle parazodiacali (Corvo,
Serpente, Pesce Australe ed Aquila)
mesopotamiche sono esportate ed
una volta mescolati con la tradizione
greca danno origine alle mappe del
cielo che noi abbiamo ereditato.
L’altra tradizione astronomica che i
greci avevano adottato era molto
antica, con un’origine stimata attorno
al 2800 a.C., e le costellazioni che
nacquero avevano lo scopo di aiutare
i naviganti in mare. Sicuramente
questa tradizione si era sviluppata
presso qualche popolo nel
Mediterraneo ma non è facile
stabilire esattamente dove, alcuni
storici ipotizzano presso la cultura
minoica.
Le 48 costellazioni che conosciamo
noi furono descritte per la prima
volta da Eudosso ed Arato alcuni
secoli prima di Cristo ma la lista
definitiva è opera di Tolomeo in
Egitto al tempo occupato dai Romani.
Le prime descrizioni del loro levare e
del loro tramonto da parte di
Eudosso ed Arato erano errati a
meno che non si riferissero ad
un’epoca molto precedente (attorno
al 2000 a.C.) . Questo fatto fu notato
da Ipparco ed in seguito da altri
autori. Le forme attuali delle
costellazioni portano a stimare la loro
origine attorno al 2800 a.C. (± 300
anni) tenendo in considerazione
naturalmente gli effetti della
precessione: mentre l’eclittica è fissa
rispetto alle stelle, il polo celeste e
l’equatore lentamente si spostano. Il
Polo Nord quindi si sposta, nel 2800
a.C. la stella polare era Thuban (alpha
Dra) invece della stella Polare e si
spostano anche il Polo Sud e la
cosiddetta “zona proibita”, cioè dove
le stelle meridionali sono invisibili
dall’emisfero nord; ad esempio le
stelle del Centauro e di Argo erano
più visibili allora, le stelle di Eridano e
del Pesce Australe oggi. Si sposta lo
zodiaco cosicché i punti cardinali si
spostano da una costellazione
all’altra ogni 2160 anni e quindi si
sposta anche il levare eliaco delle
costellazioni relativo alle stagioni e
quindi col passare del tempo l’uso
per la navigazione non resta valido.
Alcuni autori avevano ipotizzato che
le costellazioni nacquero tutte
contemporaneamente ma questo è
errato; infatti alcune delle
costellazioni che usiamo noi erano
sconosciute in Mesopotamia e per
questo motivo sarebbe più corretto
affermare che le nostre costellazioni
sono mutuate da varie tradizioni non
collegate tra di loro:
anche alcuni miti collegati ma
soprattutto spiegando l’importanza
che avevano per i naviganti.
Abbiamo successive edizioni dovute
ad Eratostene (Katasterismoi, 200100 a.C.) ed Igino (primi secoli d.C.)
ma l’astronomo più importante
dell’antica Grecia è forse Ipparco di
Nicea che scrisse un commentario
sull’opera di Eudosso-Arato che è
1) Alcune costellazioni sono comuni a sopravvissuto completo in cui critica
gli errori apparentemente contenuti.
tutte le culture: l’Orsa (l’Aratro),
Dopo aver prodotto un catalogo
Orione, le Pleiadi, le Iadi, Sirio.
stellare completo basato sulle sue
osservazioni riuscì a scoprire il
2) Le costellazioni che indicano con
fenomeno della precessione che
maggiore precisione le coordinate
spiegava gli errori presenti in
celesti attorno al 2800 a.C.: enormi
Phaenomena le cui osservazioni
serpenti, orse e giganti. Queste
risalivano ad almeno 1000 anni prima
costellazioni erano sconosciute ai
(alcuni studiosi le fanno risalire
Babilonesi con la sola eccezione
dell’Idr ggio in Egitto, poi riscritto in addirittura al 2600 a.C.). Come mai
Eudosso ha usato un catalogo
versi circa 100 anni dopo da Arato
risalente a 2000 anni prima?
che divenne uno dei testi scientifici
Forse la risposta è che i sacerdoti
più importanti dal mondo classico
egizi da cui aveva imparato buona
fino al medioevo. Esso descrive la
parte delle sue conoscenze gli
forma delle costellazioni e la
avevano fornito appunto un catalogo
posizione delle stelle raccontando
40
molto antico e lui era caduto in
errore!
Molti astronomi greci usarono queste
osservazioni per almeno due millenni
senza accorgersi che esse non erano
più valide appunto per il fenomeno
della precessione.
Tra il 130 ed il 160 d.C. l’astronomia
classica raggiunse la sua vetta più alta
con l’Almagesto di Tolomeo. Questa
grande opera contiene un ricchissimo
catalogo stellare, le istruzioni per
costruire un globo celeste e la
definizione finale delle 48
costellazioni.
miscela di tradizioni in quanto questo
piede non necessario non è mai stato
eliminato.
4) Auriga, il cocchiere che porta una
capra e due bambini come se fosse
un pastore, questo sarebbe in
accordo con la costellazione
babilonese Gam (la spada curva ma
anche il bastone da pastore) e forse
la capra ha forse una derivazione
beduina; infatti in questa
costellazione gli arabi vedevano una
mandria di questi animali.
5) La parte meridionale del cielo fu
Alcune delle costellazioni introdotte occupato da un folto gruppo di
costellazioni marine per questo fu
dai greci furono:
chiamato il mare meridionale o
“l’Acqua” da Arato. Alcuni autori
1) Ara: l’altare è una costellazione
identificarono questa zona con le
costituita da stelle di bassa
piogge invernali perché il Sole si
luminosità ma indica il punto
trovava li’ in inverno. In questa zona
sull’orizzonte in cui la Via Lattea
abbiamo Pegaso, il mostro marino
estiva si alza nel cielo come una
(Cetus) ed il fiume Eridano che non
colonna di fumo.
hanno un riscontro babilonese anche
se i babilonesi qui avevano Acquario,
2) Ercole: molto probabilmente ha
origine dal mesopotamico Engonasin Capricorno, Pesce Australe ed il
(l’uomo inginocchiato) è il più grande Campo, tutte riferite al dio Ea che
abbiamo ricordato precedentemente.
dei giganti ed al giorno d’oggi si
presenta a testa in giù ma nel 2800
6) Centauro ed Argo: risalgono
a.C. doveva trovarsi nella posizione
sicuramente al 2800 a.C. su disegno
corretta appena sopra la stella
dei Navigatori. Queste costellazioni a
polare.
causa della precessione non sono più
interamente visibili e per questo
3) Ofiuco il portatore di serpenti, il
cui piede occupa una parte della zona motivo suddiviso dagli astronomi
moderni in parti. Il Centauro ed il
occupata dallo Scorpione ma non è
mai stato inserito tra le costellazioni Sagittario sono spesso identificati con
zodiacali; questa sembra essere una Chirone, il saggio centauro precettore
anche di Achille, immortale ma ferito
involontariamente da una freccia
avvelenata da Ercole e per rendere
meno dolorosa la sua esistenza Giove
lo collocò nel cielo. Al Centauro
appartenevano anche le stelle che
formano la Croce del Sud.
7) Argo è la nave degli Argonauti alla
ricerca del vello d’oro, era la più
grande delle costellazioni antiche ma
adesso è suddivisa in quattro parti: la
Carena, la Poppa, il Compasso e la
41
Vela.
8) Un altro gruppo molto importante
è quello formato da Andromeda,
Perseo, Pegaso, Cefeo e Cassiopea.
Cefeo e Cassiopea erano la PanteraGrifone ed il Cervo, Perseo era il
Vecchio, precursore della nazione
persiana, il quadrilatero del Pegaso
era il Campo.
9) L’ultimo gruppo di costellazioni,
alcune delle quali molto antiche è
formato da animali (Pesce Australe,
Aquila, Cigno, Cane Maggiore e
Minore, Lepre, Delfino, Cavallino,
Corvo) ed oggetti: Corona Boreale ed
Australe, Freccia e Triangolo.
Questa è una breve cronologia della
nascita delle costellazioni in
Mesopotamia migliaia di anni fa ed il
loro successivo passaggio circa 2.500
anni fa nella tradizione greca.
Origine dell’articolo
http://www.racine.ra.it/planet/testi/
costel.htm
Agostino Galegati, 42 anni, è laureato
in Astronomia. Ha collaborato con il
settimanale Sport Ravenna e Sport
Romagna. Dal 2003 scrive per il
Corriere Romagna
IL NUOVO LIBRO DI MICHELE PROCLAMATO
Per gli utenti di Tracce d’eternità, ecco la cover del nuovo libro del
nostro collaboratore Michele Proclamato, in uscita a maggio 2012 per
l’Editore Melchisedek. Il titolo è ORIENTE (SCIENZA MEDICA, ARTI
MARZIALI E LA FILOSOFIA DELLE CULTURE ORIENTALI, IN LINEA CON LA
LEGGE DELL’OTTAVA). Dopo le incursioni rivelatrici nel campo
dell’archeologia, della storia, della fisica, dell’astronomia, con la
rivoluzionaria riscoperta della Divina Legge dell’Ottava che governa il
mondo, e dopo essersi accorto di essere in buona compagnia con
Leonardo da Vinci (Il Genio Sonico) e Giordano Bruno (L’Uomo di Dio),
Proclamato affronta i segreti dell’Oriente e delle sue dottrine. Per farci
conoscere che il filo sottile che accomuna il rosone di Collemaggio con la
Gioconda, e lo Zodiaco di Dendera con i sigilli di Giordano Bruno, è
anche alla base dello Yoga come del Taoismo, dell’agopuntura come del
Buddismo, dell’Ayurveda come dell’Induismo. Si tratta forse del più
geniale collegamento tra Oriente e Occidente, della più originale
dimostrazione che la Legge Divina dell’Ottava è alla base non solo
dell’intero Universo, ma anche della storia delle nostre civiltà.
Un’emozione continua. Il perché della creazione in tutti i suoi aspetti,
anche quelli sottili e sconosciuti. Il romanzo della vita sul nostro Pianeta
continua…
Michele Proclamato ha iniziato i suoi studi attraverso la riscoperta
misterica di alcuni monumenti della sua città: L’Aquila. Dopo aver
individuato nel SAPERE dell’OTTAVA il cuore della scienza esoterica,
oggi presente in tutto il mondo, ha scritto per Melchisedek Edizioni le
seguenti opere: Il segreto delle Tre Ottave, L’Ottava la scienza degli
Dei, Il Genio Sonico, La Storia Millenaria dei Cerchi nel Grano, Quando le stelle fanno l’amore e L’Uomo di Dio. Questo ultimo
vi sorprenderà, perché rivela un collegamento tra Oriente e Occidente cui nessuno aveva mai pensato.
42
NAUFRAGIO DELLA
COSTA CONCORDIA
STRANE
COINCIDENZE
Atterraggio UFO a Velletri
nel lontano 1993?
LE DIECI TRIBU’
PERDUTE DI ISRAELE
43
SIGNS Magazine – Anno II – Numero 4 – Aprile/Maggio 2012
EDITORIALE
Ho sempre pensato che il caso sia
soltanto l’ultima fase di una lunga
catena
di
eventi
che,
silenziosamente, ha comunque
compiuto il suo corso, lavorando
lontano da occhi indiscreti e
generando alla fine lo scenario in
base al quale saremo costretti a
scegliere.
Ogni cosa accade sempre e
soltanto quando è tempo che
accada; a questa regola nessuno si
sottrae e non è quindi un caso che
SIGNS si proponga da oggi come
allegato
alla rivista Tracce
d’Eternità.
Vista l’esperienza maturata in
questo percorso, e sentite anche
alcune voci che in questo periodo
girano tra gli “addetti ai lavori”,
premetto subito una cosa: SIGNS
non chiude, e non depone le armi
in segno di resa ad uno scenario in
gran parte deludente, fatto da
notizie mordi e fuggi, clamori che
quasi sempre si rivelano infondati
e un contesto ufologico che
sembra ritorcersi contro se stesso.
L’inserto che vi apprestate a
leggere è soltanto un nuovo
percorso ed è motivato dal fatto
che nuovi impegni mi porteranno
fuori dall’Italia, rubandomi quella
parte di tempo che dedicavo alla
rivista.
Nessuna resa quindi, semmai
l’approfondimento di una sinergia
che era già nata con l’amico
Simone Barcelli, l’unica persona
che ritengo possa continuare la
strada intrapresa da SIGNS e che
pubblicamente
ringrazio
per
avermi ospitato tra le pagine della
sua importante rivista.
Rimane quindi la voglia di fare, di
andare oltre, di allargare gli
orizzonti ed estendere lo sguardo
verso mete che portino nuova linfa
alla ricerca; rimane ovviamente in
vita il portale UfoSigns, e con esso
gli arretrati della rivista, ai quali
chiunque potrà sempre accedere
attraverso questo link:
http://www.ufosigns.org/
index.php?
mod=none_Search&find=Numeri.p
ng&where=news
contribuendo, se vorrà, al nuovo
progetto in fase di studio; in ogni
caso continuerò ad essere
presente attraverso i mezzi offerti
dalla rete.
Il futuro si costruisce giorno dopo
giorno e, in fondo, è proprio
questo l’impegno che mi appresto
ad iniziare; esaurite le pagine del
44
mio diario, mi appresto ad iniziarne
uno nuovo, una nuova avventura
su un sentiero che non sempre
sarà in discesa, ma senza sacrifici si
ottiene ben poco.
SIGNS è in buone mani e ognuno di
voi è nei miei pensieri.
Un abbraccio a tutti voi.
Roberto La Paglia
Rivista di informazione ufologica, esopolitica,
misteri e scienze di frontiera.
Supplemento gratuito,
abbinato a “Tracce d’eternità”
Direttore Responsabile Emilio Raciti
Direttore Editoriale Roberto La Paglia
Coordinatore Salvatore Giusa
Webmaster e coordinazione in Rete Roberto La Paglia
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LE DIECI TRIBU’
PERDUTE DI ISRAELE
Roberto La Paglia
721 a.C.: il re assiro Sargon II sconfigge gli
Israeliti e, come egli stesso afferma in una sua
antica iscrizione, deporta 27.290 ebrei; da
questo avvenimento nasce uno degli enigmi
storici che da sempre ha acceso la fantasia di
studiosi e ricercatori, quello delle dieci tribù
perdute di Israele.
Tra storia e leggenda
Secondo la tradizione, le Dieci Tribù d’Israele
costituivano il regno settentrionale e vennero
deportate nel 721 a.C. nei “paesi del Nord”; di
loro non si ebbe più notizia. Queste le notizie
riportate sulla Bibbia, che sembra non
interessarsi più della vicenda, scegliendo di
45
descrivere soltanto quelle che furono le sorti del
“resto di Israele”, ovvero di quel popolo il cui
destino era stato scritto da Dio. Le Dieci Tribù
perdute furono le seguenti: Ruben, Dan, Neftali,
Gad, Aser, Issachar, Zabulon. Efraim, Manasse;
quali furono le loro sorti? A questo punto storia
e leggenda diventano quasi una sola cosa; le
Dieci Tribù, in realtà, avrebbero fatto ritorno in
Israele, o comunque avrebbero tentato di farlo,
poiché il Signore circondò il loro cammino con
un fiume leggendario, il Sambatyon. Per tutta la
settimana le sue acque ribollivano, e tale era la
forza che sembrava quasi animare il terribile
fiume che enormi rocce si staccavano dal fondo
alzandosi in aria e ricadendo su chiunque si
fosse trovato nelle vicinanze; soltanto il sabato
il Sambatyon riposava, proprio il giorno durante
il quale gli ebrei, per rispetto e devozione,
osservavano scrupolosamente il precetto del
riposo. La prima menzione riguardante questo
misterioso corso d’acqua si trova nel Targum
Yonatan o Targum dei Profeti, ne parla anche lo
storico Giuseppe Flavio che lo colloca in Siria,
mentre altri suggeriscono l’India o l’Etiopia. Un
viaggiatore del Nono Secolo, infine, lo descrive
come un fiume senza acqua, composto soltanto
da rocce e sabbia. Una vera e propria ricerca
fisica del Sambatyon non darebbe certo alcun
risultato, risulta abbastanza evidente il fatto che
si tratti, in realtà, di una immagine simbolica,
intesa in origine come la speranza nel futuro; la
sua stessa ricerca ha chiare connotazioni riferite
allo studio del simbolismo, a tratti molto vicina
alla famosa ricerca della Nome di Dio; trovare il
Sambatyon era infatti inteso come un modo per
affrettare l’avvento del Messia attraverso il
ricongiungimento delle tribù perdute. Rimane il
fatto che una deportazione, sia pure non
epocale, avvenne nel 721 a.C. e questo
avvenimento storico basta già per approfondire
l’argomento e tentare di capire quale sorte
toccò agli ebrei che non fecero più ritorno.
Indizi storici
Beniamino, figlio di Giona, era determinato a
vedere il mondo e scoprire i suoi misteri; fu
proprio questa passione che determinò la sua
decisione di allontanarsi da Tutela, sua città di
origine, per intraprendere un lungo viaggio. Era
l’anno 1165 e Beniamino partì con l’intenzione
di arrivare in Terrasanta; molto probabilmente
la vera motivazione che lo spinse a
intraprendere questo lungo cammino fu quella
di redigere una mappa che indicasse le varie
comunità ebraiche sparse lungo gli itinerari che
conducevano ai luoghi sacri; questa mappa
sarebbe di certo tornata utile a tutti i pellegrini
di origine ebraica che avrebbero intrapreso lo
stesso viaggio e che, in tal modo, avrebbero
facilmente trovato ospitalità. Oggi questo
grande esploratore e geografo e conosciuto
come Beniamino da Tudela, autore di un
interessante
libro,
fonte
preziosa
di
informazioni per chi è interessato alle antiche
comunità ebraiche: “I viaggi di Beniamino”.
Proprio descrivendo uno dei suoi viaggi in Persia
e nella penisola Arabica, Beniamino racconta di
essersi imbattuto in alcune tribù di origine
ebraiche, e di ritenere che possa trattarsi di uno
o più delle Dieci Tribù perdute. Questa la
descrizione di Beniamino: “…ci sono uomini
d’Israele in terra di Persia…nelle montagne
vivono quattro delle dieci tribù, quella di Dan, di
Zabulon, di Aser e di Neftali…adorano il vento”.
Successivamente, in Arabia, si imbatte nel più
grande insediamento ebraico della regione,
quello di Kheibar, che identifica con i
discendenti della tribù di Gad, e descrive come
feroci predoni che saccheggiano i vicini
insediamenti arabi. I racconti contenuti nei
Viaggi di Beniamino ispirarono molti dei
ricercatori che si misero sulle tracce delle Tribù
Perdute, ma nessuna prova testimoniò a
sufficienza le notizie contenute nel libro, e nel
frattempo nuove ipotesi indirizzavano la ricerca
in un luogo molto distante e completamente
46
diverso.
Il Nuovo Mondo
1492: Cristoforo Colombo e il suo equipaggio
scrivono una pagina importante della storia
sbarcando in quello che verrà definito il Nuovo
Mondo, anche se in seguito molti dubbi
sorgeranno in merito al fatto che quelle terre
fossero veramente sconosciute, dubbi che
ancora oggi continuano a stimolare accesi
dibattiti. Agli inizi del Sedicesimo secolo,
Bartolomè de Las Casas, un vescovo cattolico
impegnato nella difesa dei Nativi Americani,
lavora alacremente al fine di rendere migliori le
condizioni nelle Indie Occidentali, in Perù e in
Guatemala; proprio in uno dei suoi resoconti si
possono trovare alcuni riferimenti alle Dieci
Tribù; “…questi Indiani si possono avvicinare alla
redenzione…sono convinto che essi siano
originari di Israele e posso portare le prove che
siano i discendenti delle Dieci Tribù perdute…”.
Per quanto possa apparire come una ipotesi
azzardata, dettata magari da un eccessivo zelo
nel proprio operato o da un bisogno estremo di
approvazione, l’associazione di alcune tribù di
Nativi Americani con Israele è un argomento
molto sentito ancora oggi. Il viaggiatore
portoghese Antonio Montezinos, circa 120 anni
dopo i resoconti del vescovo cattolico, riferì di
aver incontrato in Sud America tribù indiane che
osservavano riti ebraici e recitavano lo Shemà,
una delle preghiere più sentite dagli Ebrei
insieme al Kaddish, per inciso quella che inizia
con la frase: “Ascolta, Israele, il Signore è il
nostro Dio, il Signore è Uno”. Mennaseh Ben
Israel, un erudito ebreo olandese molto
rispettato anche negli ambienti cristiani, svolse
un ruolo centrale nel rafforzare l’idea che
associava gli Indiani d’America alle Dieci Tribù
perdute; profondamente influenzato dai
racconti di Montezinos, diede alle stampe il
libro “La speranza di Israele”, ipotizzando che la
dispersione degli Ebrei in tutti gli angoli della
terra segnò l’inizio della redenzione e che la
prima fase di questo piano divino si rivelava
proprio con la scoperta dei discendenti delle
Tribù perdute nel continente americano. Si
trattava in realtà di una abile manovra
diplomatica con la quale si voleva costringere
Oliver Cromwell, Lord Protettore d’Inghilterra, a
riammettere gli Ebrei sul suolo inglese in modo
da accelerare l’avvento dell’era messianica. Ben
Israel rafforzava questo suo discorso
identificando il termine “the end of the earth”
con quello medievale di Angle-Terre che
metteva in assonanza con Inghilterra. Questo
continuo soffermarsi sul Messia e sul ritorno
dell’era messianica sfociò nel 1665 con una
lettera redatta da un rabbino carismatico,
Nathan di Gaza, il quale annunciò
pubblicamente che il Messia era arrivato. La
ricerca delle Dieci Tribù si era conclusa, il Messia
era giunto dalla città di Ismir e il suo nome era
Shabbetai Zevi, colui che aveva attraversato il
Sambatyon. In realtà Shabbetai, nato in Asia
Minore nel 1626, era soltanto un mistico che
divulgava la propria dottrina attingendo agli
insegnamenti della Kabbalah; le sue idee si
diffusero ben presto in Marocco, Tunisia, Egitto
e Italia, assumendo anche una certa pericolosità
quando alla sua predicazione si associò il fatto
che le Dieci Tribù si stavano riunendo sotto il
suo comando ed erano pronte a marciare in
direzione della Mecca. Nel 1666 Shabbetai
venne arrestato e dopo qualche anno si convertì
all’Islam; unha forte delusione accompagnò il
rinnovarsi del mistero delle Dieci Tribù perdute
di Israele.
La questione Etiope
Durante la seconda metà dl XII secolo si diffuse
una leggenda che raggiunse ben presto l’Egitto,
la Palestina e gran parte dell’Europa: Si parlava
di un leggendario monarca, Prete Gianni, che
governava un vasto impero, molto più grande e
ricco di quello cristiano. Secondo la tradizione, il
territorio che ospitava questo favoloso e
potente regno, il Regno di Prete Gianni, si
47
trovava in Etiopia e voci persistenti parlavano di
un lungo periodo di guerra con i regni africani
israeliti. Ma chi erano gli uomini che
componevano queste tribù africane di origine
israelita? Si trattava di ebrei etiopi conosciuti
con il nome di Falashas, i senza terra, gli ebrei
erranti; in territorio etiope si occupavano
prevalentemente di agricoltura, ma erano
anche conosciuti per l’artigianato e i gioielli.
Oggi vivono quasi tutti in Israele e secondo una
antica tradizione sarebbero proprio loro i
discendenti di una delle Dieci Tribù perdute, la
tribù di Dan. I Falasha definiscono loro stessi
come Beta Israel, la casa di Israele, pur avendo
sviluppato nel tempo alcune differenze di
dottrina rispetto all’Ebraismo; ma queste
25.000 persone, dei quali almeno due terzi
ormai ospitati in territorio israeliano,
nascondono anche un altro enigmatico mistero.
Nel 1999 uscì un libro, “Il mistero del Sacro
Graal” di Graham Hancock, nel quale si
narravano le varie vicende legate alla ricerca
dell’Arca dell’Alleanza; tra le tante ipotesi una
riguardava proprio questo misterioso popolo,
poiché si affermava che l’Arca potrebbe essere
custodita ad Axum o Aksum, una città nella
regione settentrionale dell’Etiopia. Il prezioso
manufatto, secondo l’ipotesi del ricercatore
scozzese, sarebbe stato costruito proprio da un
membro della tribù di Dan, la stessa dalla quale
discendono i Falasha che sono oggi custodi della
piccola chiesa che custodirebbe l’Arca.
I molti misteri del Kashmir
Il Kashmir è costituito da una ampia e bella
vallata circondata da alte montagne; in questo
luogo vivono da 5 a 7 milioni di persone che si
presentano con carnagioni più chiare e sono
diversi dagli altri cittadini dell'India. Proprio nel
Kashmir, una antica tradizione, identifica le
Dieci Tribù perdute d’Israele, una tradizione
supportata da un'ampia letteratura scritta sia
dalla popolazione del luogo che da molti altri
studiosi. Esistono diversi luoghi dai nomi
chiaramente ebraici, la stessa cosa vale per
altrettanti nomi maschili e femminili. Una delle
tante ricorrenze del Kashmir si chiama Pasca e
viene festeggiata in primavera, quando si regola
la differenza di giorni tra il calendario lunare e il
calendario solare; questa stessa regolazione
avveniva nel mondo ebraico. Quasi tutta la
storia del Kashmir ma l’opinione che proprio in
questa terra, dopo aver a lungo vagato lungo la
Via della Seta, siano arrivati i sopravvissuti della
deportazione di Sargon II accomuna molti
ricercatori. Secondo alcuni le peregrinazioni
iniziarono circa 300 anni più tardi; gli ebrei si
stabilirono in Kashmir e mantennero le loro
tradizioni fino a quando non furono costretti a
convertirsi all'Islam. D’altra parte le coincidenze
non sono affatto poche e un ragionevole dubbio
appare più che giustificato quando, ad esempio,
si incontrano i nomi di alcune tribù e alcuni
luoghi. Una delle tribù del Kashmir è chiamata
Asheriya e Aser era una delle tribù di Israele; ma
l’elenco è molto più lungo: Dand è la tribù di
Dan, Gadha è Gad, Lavi è Levi, la tribù di Shaul è
affine al nome ebraico di re Saul, quella di Musa
ricorda Mosè, quella di Suliamanish ricorda
invece Salomone. Esiste anche un elenco di
luoghi: Samaryah richiama la Samaria, Mamre
conserva lo stesso nome ebraico del luogo dove
il Signore apparve ad Abramo (le Querce di
Mamre), Pishgah è il monte Pisgah ricordato
nella Bibbia, Nabudaal è il Monte. Nevo, mentre
Guzana è Gozan, uno dei nomi del luogo in
Assiria nel quale vennero deportate le Dieci
Tribù. Ma il Kashmir non custodisce soltanto
questo particolare enigma, e le sue “relazioni”
con alcuni avvenimenti e alcuni personaggi della
Bibbia sono molteplici, così come la sua
presupposta connessione con il Nuovo
testamento. Esiste ad esempio una strana
tradizione riguardante il re Salomone, che
avrebbe raggiunto la valle del Kashmir, e
avrebbe aiutato con la sua saggezza il popolo
nei lavori di progettazione di una diga per
48
contenere le acque del fiume Jhelum, un corso
d’acqua che sgorga da una sorgente a Verinag,
nella parte sud orientale della valle del Kashmir.
Questa tradizione è collegata anche ad un luogo
chiamato il trono di Salomone che si trova su
una collina di Srinagar, un tempio ristrutturato
nel 54 d.C. Altra tradizione riguarda invece
Mosè, il quale, sempre secondo la leggenda, finì
i suoi giorni proprio in Kashmir (la Terra
Promessa menzionata nella Bibbia); la sua
tomba si troverebbe a circa 58 chilometri a nord
di Srinagar, in cima al Nebo-baal, a Bethpor, ed
è conosciuta come la “Qbar-i-Mooosa”, ovvero
la Tomba di Hazrat Mosa. Il luogo è oggetto di
venerazione e di culto da ben 3500 anni e da
900 anni viene custodito dalla famiglia
appartenente ad una antica comunità ebrea.
Esistono anche due altre reliquie legate alla
figura di Mosè; entrambe custodite nella città di
Bijbihara, a 43 chilometri a sud di Srinagar. La
prima è conosciuta con il nome di “Saing-iMusa”, la Pietra di Mosè, un enorme masso di
quarantanove chili; la seconda è nota come
“Assa-i-Mosa”, ovvero il bastone di Mosè. In
merito a quest’ultima reliquia, la leggenda narra
il sacro bastone appartenne successivamente a
Gesù il quale, una volta ritornato in Kashmir, lo
depose nuovamente nella tomba di Mosè.
Proprio questa tradizione ci offre lo spunto per
accennare a un altro enigma, che alcuni anni fa
destò grande interesse e non pochi dibattiti,
spesso dai toni abbastanza accesi. Questa,
molto succintamente, la leggenda che diede
l’avvio al dibattito, una tradizione che, come
vedremo tra poco, presenta alcuni punti che
dovrebbero forse essere maggiormente
approfonditi. Durante l’anno 35 Gesù si dirige
verso Damasco, dove avviene l’incontro con
Paolo di Tarso, incontro che verrà in seguito
riportato come l’apparizione di un segno divino.
Subito dopo Gesù si reca a Nisibis, la moderna
città di Nusaybin, nella Turchia sud orientale; da
qui si aggregherà a una carovana di mercanti
amici di Giuseppe d’Arimatea che è in viaggio
verso l’India. Giunto a destinazione cambierà il
proprio nome in quello di Yuzu Asaph, ovvero
“colui che unisce”. L’ipotesi di Gesù in India è
una tradizione molto antica, ma venne alla
ribalta soltanto durante la fine degli anni ’80,
quando l’esploratore russo Nikolai Notovich,
viaggiando tra il Tibet ed il Ladakh, ebbe modo
di ascoltare da diverse fonti la leggenda di Isa
Asaf, un personaggio misterioso molto
rispettato tra i buddisti perché insegnò le sacre
dottrine in India e ai figli di Israele. Notovich
decise di approfondire e dopo numerosi
tentativi riuscì a convincere un monaco a
mostrargli gli antichi documenti che
contenevano quanto gli aveva narrato;
l’esploratore rimase enormemente colpito
quando, sfogliando i vecchi fogli ingialliti dal
tempo, notò la straordinaria similitudine tra il
racconto che gli era stato fatto e la vita di Gesù.
I documenti narravano di un fanciullo di
carnagione bianca, giunto dalla terra di Israele
nell’India del nord, che discendendo verso sud
sostò a Jagannath, Rajagriha, Benares,
Gantamides, e in altre città sante. Visse tra le
comunità Vaishyas e Shudras studiando i sacri
Sutras e predicando l’abolizione della schiavitù
e l’esistenza di un unico Dio. Dopo aver
compiuto i diciotto anni, Isa ritornò in Palestina.
Notovich scrisse tutta la storia in un diario che
fu ritrovato dai missionari tedeschi Marx ed
Eranke all’interno della biblioteca del
monastero. La tomba si trova a Srinagar e
sembra essere così famosa che anche una
famosa collana di guide turistiche, la Lonely
Placet, ne riporta la descrizione parlando del
sito sepolcrale di Roza Bal. Sembra quasi la
sceneggiatura per un nuovo romanzo nello stile
del famoso “Codice da Vinci”, anche se,
probabilmente, nessuno riuscirà mai a trovare il
bandolo di questa intricata matassa.
49
NAUFRAGIO DELLA
COSTA CONCORDIA
STRANE COINCIDENZE
Claudio Foti
Sono molte le coincidenze. Molte ma non
abbastanza per alcuni e fin troppe per altri. Ma
dove è la verità? Siamo davvero di fronte a una
lettura duplice della tragedia? C’è davvero un
simbolismo occulto in quello che è accaduto alla
nave da crociera Concordia? Vediamo di
analizzare la questione senza farci prendere la
mano.
Primo punto: si sostiene che, visto che il Titanic è
affondato il 14-04-1912 e la Concordia il 14-012012 ci siano esattamente 99 anni e 9 mesi di
distanza tra i due avvenimenti. Ma perché il 999
dovrebbe essere importante? Qualcuno dirà
perché rovesciandolo si ottiene il 666, numero
della bestia. Già, davvero? Innanzitutto il 666
sarebbe il numero della bestia solo per i cattolici
e non per tutti gli altri fedeli del mondo, che sono
la maggioranza, quindi, personalmente credo che
in questo caso vi sia davvero poca attinenza,
l’idea cattolico-centrica non può essere accettata
da chi vuole analizzare a fondo le cose. Inoltre
poi, secondo recenti studi il numero della bestia
sarebbe il 616 e non il 666. Quindi doppio errore.
Secondo punto, sembra sia accertato che sia per
il Titanic sia per la Concordia la bottiglia al varo
non si ruppe, nelle leggende marinare questo
accadimento porta male, e dobbiamo dirlo, pare
proprio che queste leggende abbiano un
fondamento.
Il Terzo aspetto è quello che vuole che
l’affondamento del Titanic non sia stato proprio
un incidente casuale come viene fatto credere da
libri di storia e da Hollywood. Secondo alcuni
studi il naufragio sarebbe stato intenzionale. Ma
perché? Tutto si intreccia con il segreto della
Federal Reserve. Il Titanic doveva sprofondare
negli abissi portandosi dietro coloro che volevano
impedire che i banchieri si unissero prendendosi il
sistema monetario e soggiogando così gli Stati
nazionali, a bordo del Titanic infatti c’erano i
personaggi più importanti che volevano fermare
la nascita della Federal Reserve. Siamo nel 1910 e
50
i banchieri più potenti del mondo si incontrano
per creare la Federal Reserve Bank. Sono Nelson
Aldrich e Frank Valderclip per i Rockefeller, Henry
Davidson, Charles Norton e Benjamin Strong per
John Pierpont Morgan, Paul Warberg per i
Rothschilds e gli agenti bancari del Vaticano. In
ogni modo i Morgan, i Rothschilds ed i Rockefeller
da concorrenti divennero alleati e volevano
costruire un cartello bancario e nazionale definito
il Sistema della Federal Reserve. Contro di loro si
erano schierati Astor, Guggenheim e Straus, gli
uomini più ricchi del mondo in quegli anni e che
non lesinarono di usare la loro ricchezza ed il loro
potere per opporsi al progetto. Erano un ostacolo
da eliminare, poi avrebbero creato la
Federal Reserve e avrebbero scatenato una
guerra mondiale per indebitare gli Stati ed
appropriarsi delle loro ricchezze. Isidor Straus,
John Jacob Astor e Benjamin Guggenheim erano
tutti a bordo del Titanic, la nave che la White Star
Line, acquisita da Morgan, aveva costruito. Ora
questi sono i fatti certi. Non sappiamo se il
capitano Edward John Smith ricevette l'ordine di
affondare il transatlantico per nascondere ogni
prova. Quello che sappiamo è che un capitano
esperto come lui spinse il transatlantico a 22
nodi, in mezzo alla nebbia facendolo scontrare
con un enorme iceberg. Quello che sappiamo è
che insieme a molti uomini comuni persero la vita
anche gli uomini più ricchi del mondo. Quegli
stessi uomini che cercavano di impedire la nascita
della Federal Reserve. Il 14 aprile 1912 il Titanic
colpì un iceberg, e nel dicembre del 1913, nacque
la Federal Reserve istituita dal governo degli Stati
Uniti e pochi anni dopo si scatenò la Prima Guerra
Mondiale indebitando molti paesi nei confronti
della neonata associazione bancaria.
Ma torniamo alla questione della Costa Concordia
e a chi ritiene che persino la data, Venerdì 13,
abbia un significato. Data questa considerata
funesta perché Venerdi 13 ottobre 1307 segnò la
fine dei Templari so ordine di Filippo IV di Francia
e del Papa. Secondo molti i Cavalieri templari
sarebbero una sorta di proto-massoni. Ora in
merito l’argomento è talmente ingarbugliato che
ci sentiamo di dover sospendere il giudizio su
questo specifico punto.
Il quarto aspetto inquietante risiede nel nome
della nave da crociera: Concordia. La Concordia
era un tributo ai Paesi e alle città d'Europa che
davano il nome ai ponti e ai vari saloni. Il nome
Concordia fa riferimento all'unità e alla pace fra le
nazioni europee. I suoi tredici ponti hanno i nomi
di altrettanti stati europei (Olanda, Svezia, Belgio,
Grecia, Italia, Gran Bretagna, Irlanda, Portogallo,
Francia, Germania, Spagna, Austria e Polonia).
Che questo naufragio ha un che di simbolico visto
il costante attacco delle agenzie di rating all’Euro
e all’Europa? La Costa Concordia è decisamente
una nave dedicata all’Europa, quindi affondarla
per poi affondare l'Europa grazie all'attuale crisi
creata a tavolino dalle banche? Forse, certo è che
se si pensa al Titanic e al concomitante
declassamento dell'Italia da parte di Standard &
Poor's, agenzia di rating controllata dagli stessi
che hanno causato la crisi, qualche dubbio viene.
Quinto punto, anche qui un simbolo? La
Concordia infatti si incaglia e affonda davanti
all'isola del Giglio. Fiore questo che è uno dei
simboli più utilizzati dai Rosa Croce per firmare le
proprie azioni.
Sesto aspetto: su molti quotidiani è riportato che
Mario Monti, di cui è nota l’appartenenza alla
massoneria, proprio il giorno dopo regala al Papa
un facsimile degli ‘Atlanti nautici’ del 1500 di
Francesco Ghisolfo. L’atlante contiene carte
nautiche con le rotte oceaniche verso il nuovo
mondo, oltre a quelle più note e battute
dell`oriente e del Mediterraneo. “Da lei” ha
commentato Monti a quanto captato dai
microfoni accesi delle telecamere “ci aspettiamo
orientamenti e indicazioni”. Il libro, ha chiosato il
Papa con un sorriso, ha un valore "simbolico". Il
cardinale Tarcisio Bertone, da parte sua, ha
regalato a Monti un facsimile del papiro Bodmer
relativo al Nuovo testamento. Ma quale dei 22
51
papiri Bodmer gli è stato regalato?
Settimo aspetto: secondo alcuni siti web le cause
del disastro della Costa Concordia potrebbero
essere da imputare al malfunzionamento della
strumentazione di bordo, il Gps avrebbe fornito
tutt'altra posizione e caso strano proprio il 13
gennaio 2012 la Nasa ha riferito di un espulsione
di plasma solare diretta proprio verso l'Europa.
Tutto questo non c’entra con le teorie
cospirazioniste ma mi sembrava giusto inserirlo
nella lista di coincidenze.
Ottavo punto: non è affondata solo la Costa
Concordia ma anche l’arte dell’Europa in quanto a
bordo c’erano oltre seimila quadri tra copie e
originali, di 35 artisti contemporanei. Inoltre il
design degli interni della nave da crociera,
disegnati dall'architetto di Miami Joe Farcus,
rappresentano gli stili architettonici e artistici
sviluppatisi storicamente in Europa. Anche tutto
questo può essere letto come una sottolineatura
del messaggio o è solo un’altra curiosità?
Nono aspetto: il capitano della nave. Sul blog di
panorama un capitano di lungo corso rivela
“strano e preoccupante il modo in cui è affondata
la nave”. Strana direi anche questa dichiarazione,
in ogni modo il capitano della nave, di cui i
telegiornali sembrano essersi dimenticati il nome,
è indagato per avere abbandonato la nave
anzitempo. Strano, perché un uomo di mare
esperto come lui avrebbe fatto una cosa del
genere? Eppure Schettino è in carcere per questo
reato, non per le accuse contestate come
naufragio e omicidio colposo plurimo,.
Quest’uomo di mare scappa quindi dalla nave
incagliata a 50 metri dall'isola del Giglio, mentre
c'erano ancora molti passeggeri da trarre in salvo?
Perché? Francesco Schettino, questo il nome
dell’uomo, sarebbe stato invitato più volte dalla
Capitaneria di Porto di ritornare sulla nave per
assolvere ai suoi compiti, ma non l’ha fatto?
Perché? Possibile che fosse in preda al panico?
Possibile che non si rendesse conto? Non c’è
risposta certo rimane la stranezza del comandante
52
che anche lui abbandona l’Europa, pardon la
Concordia. Ma queste sono solo altre simbologie
che nulla probabilmente hanno di reale.
Incredibile poi anche le varie versioni i quotidiani
riportano tutti che “...quanto alla dinamica
dell'incidente, secondo il magistrato, il
comandante
«si
è
avvicinato
molto
maldestramente al Giglio, la nave ha preso uno
scoglio che si è incastrato sul fianco sinistro,
facendola inclinare ed imbarcare tantissima acqua
nel giro di due, tre minuti». Ai comandi «c'era
Schettino», ed è stato lui «ad ordinare la rotta:
questo è quanto ci risulta. È stata una manovra
voluta».”
Eppure oltremanica scrivono: “Nei minuti
precedenti l’impatto con gli scogli, il comandante
della Costa Concordia era al bar a bere "un drink
con una bella donna". Lo scrive nel suo sito web il
quotidiano britannico Daily Mail. Il giornale cita la
testimonianza diretta di una passeggera olandese
di 41 anni, Monique Maurek: "Quello che mi
scandalizza di più - dice la testimone al giornale - è
quando ho visto il comandante passare gran parte
della serata del naufragio bere al bar sotto braccio
a una bella donna".” Sempre che non esca fuori,
tra qualche mese, che Schettino non era
responsabile…
Decima coincidenza: Loggia Concordia (18612000) i Massoni a Firenze di Olinto Dini. Nel libro
si scopre che Concordia è anche il nome della
prima loggia massonica fiorentina, da cui poi
nacque il Grande Oriente d'Italia, attualmente
l'ordine massonico italiano più importante.
Coincidenza nella coincidenza, il Giglio è oltre che
il simbolo dei Rosa Croce è anche il simbolo di
Firenze.
Certo è difficile immaginare che uomini potenti e
senza scrupoli siano disposti a sacrificare decine di
persone pur di compiere una sorta di “rito
propiziatorio”, o solo per mandare un messaggio.
Eppure mi torna in mente che Confucio soleva
ripetere che “Il mondo è governato da segni e
simboli, non da leggi e frasi.”
ATTERRAGGIO UFO A
VELLETRI NEL LONTANO 1993?
Daniele Cataldi
meteorite, d'altronde era la notte di S. Lorenzo, e
tutto, secondo loro, era possibile.
24 Agosto, Velletri, località Le Castella (RM), Ugo
Casentini, uno dei protagonisti, denuncia alle
autorità lo stesso stano fatto accaduto 14 Giorni
prima del nuovo evento che si è nuovamente
ripresentato. Maria Teresa Brandolini, di anni 53,
nativa di Giulianello, ospite della famiglia
Casentini, racconta che: Domenica 22 Agosto, era
andata a dormire dopo le ore 1:00 di notte, ma
nonostante l'ora e la quiete della campagna, non
riesce a dormire, all'improvviso, dopo alcune ore,
sente uno strano e pauroso rumore prolungato e
dalla spiegazione, egli ci dice che pareva essere
come provocato da un'oggetto solido che fende
l'aria a velocità vertiginosa, seguito dal vortice che
tende i rami degli alberi. Ad un tratto gli fanno
male le gambe, e non riusciva a muoversi. D'un
Nel 1993 avevo iniziato ad occuparmi dello studio
della fenomenologia ufologica, basando il mio
approccio verso questo fenomeno su una
strumentazione tecnica che mi avrebbe consentito
di raccogliere dati interessanti per la ricerca. In
quei mesi però non vi furono casi particolarmente
interessanti, in quanto le segnalazioni si riferivano
a semplici apparizioni di oggetti luminosi nel cielo
serale. La sera di S. Lorenzo, del di quell'anno, ed
esattamente il 10 Agosto, qualcosa invece accadde
realmente, tanto da creare incredulità e stupore
all'interno dell'intera città veliterna. Quella sera,
alcuni ragazzi, appostatisi per le isolate praterie di
campagna, intenti ad osservare il cielo, notarono le
evoluzioni di strani oggetti luminescenti, che
variavano la propria intensità e colorazione
avvicinandosi al suolo. Gli astanti, pensarono
ovviamente che potesse trattarsi di uno strano
53
la sfera dai mille colori che virava vorticosamente
nel cielo per poi vederla atterrare nella zona de Le
Castella. Non sembra plausibile l'idea di
un'allucinazione collettiva, tantomeno di uno
scherzo, che se vero, per altro, di cattivo gusto.
La stessa estate, venne osservato uno strano
oggetto evoluire in Contrada Rioli, sempre a
Velletri: per la strada, molte auto erano ferme sul
ciglio della carreggiata, i conducenti erano scesi
rivolgendo la loro attenzione verso uno strano
oggetto volante luminoso (lattiscente). La
testimone che mi contattò per riferirmi l'accaduto
ebbe modo di registrare lo strano evento con la
videocamera, e io riuscii a visionarlo interamente:
il filmato mostra un punto di luce dall'apparenza
solida, che viene continuamente sfuocato
dall'autofocus, ma che presenta delle stranezze
(grandezza, colorazione e moto). Dopo alcuni
minuti, si nota un aereo di linea passare
prospetticamente al di dietro dell'oggetto,
sottolineando così la natura reale dell'ordigno
luminescente, la sua fermezza di movimenti e
stazionalità. L'oggetto scompare lentamente dopo
alcuni minuti, alzandosi di quota e dissimulando.
Durante le riprese, vennero allertate anche le
Forze
dell'ordine,
mentre
l'audio
della
videocamera, fa continuamente ascoltare le
esclamazioni e le frasi di incredulità dei parenti
della testimone, che attraverso un binocolo
osservavano contemporaneamente lo stesso
fenomeno, che a loro dire aveva una forma a
doppia cupola, ed era di colore bianco-neon. Il
filmato mostra un oggetto dalla grandezza
apparente del pianeta Giove, ma dotato di una
luminosità simile a quella del pianeta Venere.
Quanto accaduto in quel lontano 1993, mi rimarrà
sempre nel cuore, perché furono quegli incredibili
fatti a spronare la mia curiosità di ricercatore che
posseggo ancora oggi. Per coloro i quali sono
interessati a questo genere di argomenti, possono
contattarmi senza alcun problema al seguente
indirizzo e-mail: [email protected] o visitare il
sito
del
nostro
gruppo
di
ricerca:
www.ltpaobservarproject.com. Alla prossima
tratto i cani della zona cominciano a guaire e ad
ululare. Intanto Maria Teresa prova ad alzarsi, ma
ancora è come immobilizzata da una strana forza
provando così a chiamare sua figlia, constata che
non riesce nemmeno a parlare. La mattina la
signora si sente male e strana, gli gira la testa e gli
fa male lo stomaco, non riesce a capire che cosa sia
accaduto dietro a quella finestra. Aggiungerà poi
che un malore del genere lo ha avvertito anche il
suo consuocero Gino Casentini, la notte di San
Lorenzo (il 10 Agosto). Maria continua a descrivere
l'evento e dice che secondo lei il suono, proveniva
a circa 25 metri dalla finestra, vicino l'abitazione
del vicino, il signor Salvatore de Luca, il quale lascia
anche lui la propria testimonianza: Stava sul letto
sveglio, e stava seguendo un film giallo alla TV
quando avvertì uno strano rumore, come un forte
sibilo, e poi un tonfo sordo. Per un momento
credette che qualcuno stesse rubando nella sua
officina, si reca quindi in cucina e orecchia alla
finestra, sono le 03:40, dopo di che torna
nuovamente a letto. La mattina osserva il
trambusto nella proprietà di Ugo e ricollega
l'accaduto a ciò che aveva udito la notte stessa.
Ugo Casentini, mostra le strane tracce rinvenute
nella sua proprietà. Queste paiono essere state
generate da un oggetto p o qualcosa che ha
percorso un tragitto enorme a forma di cerchio,
lungo circa 1 Km, iniziato dal vialetto della sua
proprietà per spostarsi poi sul territorio a limitrofo
in direzione Sud dove il 10 Agosto, vennero
riscontrate altre tracce, a forma di croce di
S.Andrea. Sul posto pervennero molti esperti quali
Mario Cingolani e Giulio Perrone del CUN. A tale
vicenda si aggiungono altri testimoni che
trovarono il coraggio di di raccontare la loro
esperienza dopo le rivelazioni dello stesso Ugo
Casentini. Anche queste altre persone, hanno
rinvennero segni nelle loro proprietà, tra costoro:
Vincenzo Magliocchetti, poliziotto, Nello Pompili,
impiegato comunale di Cisterna, Giancarlo de
Angelis, operaio, Rolando D'Uffizi, operaio, Maria
Pia Mosca, casalinga. A questi vanno aggiunto i
testimoni che la notte di S.Lorenzo, avevano visto
54
NEWS
UN "NUOVO UOMO" SCOPERTO IN
CINA? PARLIAMONE...
Questa nuova specie, ribattezzata “la popolazione del Cervo
Rosso” (dal nome della grotta nella quale vennero rinvenuti
anche resti di carne di cervo rosso), sarebbe sopravvissuta fino
alla fine dell’era glaciale, ma l’aspetto più interessante
dell’intera storia è che i fossili potrebbero rappresentare un
popolo fino ad oggi sconosciuto dall’aspetto
straordinariamente “moderno”. Le caratteristiche generiche
riscontrate sono infatti estremamente particolari, diverse da
qualsiasi altro ritrovamento, quasi un nuovo ramo nel nostro
albero, una razza che non appartiene al Neanderthal ma
neanche alle popolazioni moderne. I campioni finora analizzati
rivelano caratteristiche arcaiche e moderne fuse insieme;
guance piatte e mascelle sporgenti diversi da ogni loro altro
parente, ma anche lobi frontali alti, molto simili a quelli
dell’uomo moderno. In aggiunta a queste già strane
caratteristiche, quello che rende particolarmente interessanti i
fossili è la loro età, tra i 14.500 e gli 11.500
anni, ovvero in un periodo durante il quale,
in Cina, gli esseri umani moderni
cominciavano a sviluppare le prime
esperienze nel campo dell’agricoltura e
della ceramica. Ad oggi, nessun fossile
umano conosciuto, corrisponde a quelli
ritrovati in Cina, ed anche per questo
motivo le soluzioni ipotizzate e prospettate
sono molteplici. Prima di indicare alcuni
spunti di ricerca o di ulteriori
approfondimenti sull’argomento, risulta
però doveroso riportare due riflessioni che,
comunque, fanno parte dell’intera
questione: i fossili, in realtà vennero
scoperti sul finire degli anni Settanta; per tutto questo periodo
di tempo, e almeno fino al 2008, sono stati “dimenticati” dalla
scienza ufficiale e dalle autorità. In secondo luogo bisogna
tener conto che il silenzio su alcune particolari notizie o
scoperte è del tutto normale in Cina; vista l’importanza della
questione decenni di silenzio risultano abbastanza sospetti.
Detto questo prendiamo spunto da alcune dichiarazioni
rilasciate da Darren Curnoe, leader del team di ricercatori
dell’università del Nuovo Galles del Sud, e autore della
pubblicazione di questo evento. Secondo Curnoe i fossili
potrebbero appartenere ad una specie finora del tutto
sconosciuta oppure, in alternativa, potrebbero rappresentare
una altrettanta sconosciuta ondata migratoria di uomini
moderni provenienti dall’Africa, che però non avrebbero dato
alcun contributo genetico alle popolazioni moderne. Di certo
sarebbe molto semplice tentare la carta della connessione
ufologica; d’altra parte la provincia di Guangxi, nella quale
vennero rinvenuti i resti della “nuova razza”, non è nuova al
fenomeno Ufo: nel giugno del 1995, ad esempio, ben quattro
contee dello Guangxi segnalarono la presenza di un oggetto
misterioso in movimento nel cielo.
Nell’agosto del 2010 una enorme “palla di fuoco” venne vista
lampeggiare nella parte meridionale della regione; anche in
questo caso le testimonianze raccolte furono molte e non
venne data alcuna spiegazione ufficiale. Sempre nello Guangxi,
e sempre nel 2010, venne ritrovato uno strano petroglifo,
subito ribattezzato come un “ritratto alieno”, anche se in
realtà raffigurava la stilizzazione di un antico guerriero.
Questi fatti, e molti altri ancora volutamente tralasciati per
ragioni di spazio, potrebbero spingere qualcuno ad
abbracciare l’ipotesi Ufo anche nel caso
degli ominidi del Cervo Rosso, ipotesi che
però avrebbe ben poche basi sulle quale
poggiarsi. Molto più interessante
riflettere invece su quella che è stata da
sempre l’idea della maggior parte di
coloro che si occupano di archeologia
misteriosa: una antica civiltà dimenticata,
sopravvissuta alla sfida del tempo e delle
catastrofi naturali, vissuta in assoluto
silenzio e in assoluta solitudine, che alla
fine si è estinta, vittima del suo stesso
isolamento. Per quanto ne sappiamo, e
alla luce delle varie scoperte, la sinergia
tra civiltà in fase di sviluppo e gruppi di
sopravvissuti a catastrofici eventi naturali, potrebbe essere
l’unica spiegazione valida per tutte quelle anomalie storiche
nelle quali si imbattono sempre più spesso gli archeologi. La
scoperta cinese, se confermata, non soltanto si aggiungerebbe
ai tanti motivi che ci spingono a pensare alla storia come un
testo da riscrivere in moltissime delle sue parti, potrebbe
anche essere un tassello in più nell’intricato mosaico dello
sviluppo umano, che non si può certo rappresentare come una
linea retta bensì come un alternarsi di fasi ed eventi che
ebbero percorsi ed evoluzioni diverse e che a volte entrarono
in contatto tra loro, generando quelli che oggi vengono definiti
come oggetti, reperti ed avvenimenti fuori dal tempo, che non
dovrebbero esistere ma che con una frequenza ormai
allarmante si presentano ai nostri occhi.
55
SEGNALI IN LIBRERIA
COSA RESTA DA SCOPRIRE
GIOVANNI F. BIGNAMI
MONDADORI
Mi sembra un’illusione, anzi una fosca illusione, e spero che
tale rimanga. Questo è il pensiero che mi ha accompagnato per
quasi tutto il libro. Immaginare il futuro è compito improbo
perché le variabili da ponderare sono troppe e soprattutto
imprevedibili. Qualcuno, tanti anni fa, profetizzò che nessuna
macchina avrebbe volato e che l’Uomo mai sarebbe sceso sulla
Luna. Questo dovrebbe insegnare a non avere certe pretese, se
non limitandosi ad un simpatico gioco intellettuale. Poi, credo
che sia errato immaginare il futuro come un'estensione del
processo che si sta manifestando in questi decenni. E cioè con
una presenza sempre maggiore della tecnologia. In realtà la
Storia mostra una sorta di andamento ondulatorio, che a volte
esalta una certa lettura del mondo, in altre uno completamente
diverso. Ritenere il futuro impregnato sempre di maggior
meccanica ed informatica può essere certamente una
possibilità, ma non certo un atto dovuto. Senza dover ipotizzare
guerre planetarie in grado di far precipitare l’Umanità all’età
della pietra, per avere scenari diversi potrebbe essere
sufficiente un costante ma inesorabile rifiuto di quanto offre il
mondo moderno. E la rinascita di varie forme di spiritualità o di
certe pseudoscienze, sono un chiaro segnale che a molti le
cose, così come stanno, non van più bene. Questo senso di
ribellione, poi, non può che amplificarsi di fronte a possibilità che mi sembrano attentino alla parte di intima
e, quindi, più vera dell’Uomo. In futuro, secondo Giovanni Bignami, volto noto del National Geographic
Channel e apprezzato scienziato, macchine e prodotti farmaceutici guideranno, infatti, ogni nostra decisione.
In altre parole la parte istintuale tenderà a scomparire perché per ogni situazione sarà già confezionata la
relativa soluzione (campo amoroso compreso). Mi immagino già una popolazione uniforme nelle scelte,
prevedibile nei comportamenti e … sempre più annoiata. E le emozioni dovranno essere bandite perché
incontrollabili e quindi pericolose. Il quadro rischia di diventare ancor più fosco se si immagina il costante
monitoraggio, tramite una tecnologia sempre più sofisticata, di quanto facciamo e pensiamo. Eh si, proprio
anche di quanto pensiamo, perché appositi microchip impiantati nella scatola cranica potranno registrare i
nostri pensieri. Queste considerazioni non devono certamente far dimenticare che la ricerca e la tecnica
hanno e potranno alleviare le sofferenze dell’Uomo e migliorare la comprensione della realtà. Ma la mia
impressione è che la situazione, se non adeguatamente supportata da una maturazione etica, rischi di
sfuggire di mano e crei un’Umanità sempre più infelice e sempre in attesa che qualcuno risponda alle sue
esigenze spirituali. Mi sembra, piuttosto, che il sistema finisca per estremizzare l’ansia di controllo che esiste
Stefano Panizza
nelle classi dominanti. E questo, credo, che non possa essere accettato.
56
LA MAPPA DEL CREATORE
Simone Barcelli
dottore in scienze fisiche e matematiche
dell’Università della Repubblica Russa di Baskiria,
indicato come lo scopritore della mappa, fu
interpellato all’epoca dal ricercatore Diego Cuoghi e
dichiarò di non essere responsabile di quanto
riportato dalla stampa perché la notizia era stata
enfatizzata; aggiunse che l’esistenza dell’oggetto
era dimostrata e considerava la pietra
un’illustrazione in cui sono mostrati territori come
se fossero stati osservati dall’alto. Confidava che la
mappa, esposta al museo di archeologia, era
considerata dai visitatori una pietra magica.
Secondo il suo parere la pietra, forse intagliata con
un’ascia, mostra la paleogeologia del territorio in
un’epoca databile a venti, trenta milioni di anni fa,
anche se l’incisione potrebbe essere molto più
Milioni di anni La mappa del Creatore, a volte
indicata anche come pietra di Daška, è una lastra di
pietra scoperta il 21 luglio 1999 a Chandar, una
località del Distretto Federale del Volga
comprendente parte degli Urali meridionali. La
particolarità di questa pietra da una tonnellata, alta
un metro e mezzo, larga uno, è che conterrebbe,
disegnata, la mappa della regione della Bashkiria,
così come doveva apparire centoventi milioni di
anni fa. Per alcuni sarebbe un tassello di un
improbabile
mosaico
composto
di
trecentoquarant’otto pezzi con incisa l’intera
cartografia mondiale. La notizia dell’eccezionale
ritrovamento fu pubblicata il 30 aprile 2002 sul sito
web del quotidiano Pravda e da quel momento fece
letteralmente il giro del mondo. Aleksandr Cuvyrov,
57
recente. Cuvyrov terminava asserendo che non
era un suo problema conoscere chi realizzò il
manufatto. Fatto sta che non disdegnò di
partecipare a una conferenza on line, promossa
dallo stesso quotidiano che aveva pubblicato la
notizia così “enfatizzata”. Nessun resoconto
dettagliato della scoperta è mai stato pubblicato
su riviste scientifiche accreditate.
Falsità e imprecisioni Già questi elementi
dovrebbero essere sufficienti per ridimensionare
la scoperta, ma sono così tante le imprecisioni (e
le falsità) contenute in quell’articolo che meritano
un ulteriore approfondimento. Ad esempio
l’incredibile datazione della mappa (inizialmente
attestata a tremila anni fa), ha un unico appiglio
basato sullo spostamento dei poli magnetici della
Terra; in sostanza è stata notata una
corrispondenza tra il magnetismo della pietra e la
posizione dei poli centoventi milioni di anni fa.
Francamente, non ci sembra un requisito
sufficiente per convalidare la datazione. Alcuni
elementi della pietra sarebbero stati inviati al
Centro di Cartografia Storica del Wisconsin, i cui
esperti avrebbero dichiarato che solamente con
rilievi aerei si sarebbe potuto realizzare la mappa.
Peccato che questo fantomatico centro non
esista: nel Wisconsin c’è solo l’istituto di
cartografia The History of Cartography Project e i
responsabili hanno riferito, sempre a Cuoghi, di
essere stati contattati due anni prima da Cuvyrov
ma di non aver mai ricevuto quella pietra.
Insomma, non hanno mai svolto nessun
accertamento. Anche la circostanza che la pietra
contenga rilievi risalenti a milioni d’anni fa è
sospetta: com’è possibile riconoscere la superficie
di un territorio che non conosciamo e che
possiamo solo immaginare con prospezioni
approssimative? Inoltre, in un’intervista concessa
qualche anno fa da Cuvyrov a una nota
trasmissione televisiva italiana, egli avrebbe
affermato che la mappa fosse la rappresentazione
di enormi canalizzazioni, da ricercare mediante
prospezioni geologiche. Una semplice verifica a
tale dichiarazione ha dimostrato l’inconsistenza di
quanto ipotizzato.
Un pesce d’aprile La mappa del Creatore
potrebbe quindi essere semplicemente quel che
appare, una lastra con delle rotture e alcune
crepe formatesi probabilmente in maniera del
tutto naturale. La circostanza che Pravda abbia
ripreso la notizia del sensazionale ritrovamento
dal misconosciuto notiziario in rete Itugi.ru
(www.itogi.ru/paper2002.nsf/Article/, link
segnalato da Massimo Biasotto in una mailing
list), ci permette di risalire anche alla data di
prima pubblicazione: 1° aprile 2002… Per il
momento l’unica certezza è che Cuvyrov, negli
anni Novanta del secolo scorso, s’interessò
all’ipotesi di una migrazione cinese in Siberia,
rinvenendo a Bashkiria alcune incisioni rupestri in
lingua cinese ma nulla più.
58
NON PRENDIAMOCI SUL SERIO
59
Riflessioni sulla
conferenza del
C.U.T.
alla scuola media
Alessandro Volta
Franco Pavone (Componente CUT)
La mattina di lunedì 30 Gennaio 2012
il nostro centro ha relazionato in una
conferenza organizzata dall’Istituto
Professionale
S.Apollonia,
nella
scuola media Alessandro Volta, sui
temi a noi cari riguardanti la vita
intelligente nell’Universo e l’ufologia,
spaziando appunto dalle anomalie
ufologiche e storiche riguardanti le
civiltà antiche, a quelle spaziali, fino
ai giorni nostri, con gli avvenimenti
più inquietanti accaduti prima e dopo
l’ultimo conflitto mondiale.
Organizzata dal preside Franco Di
Bisceglie,
presidente
dell’ANSI
(Associazione
Nazionale
Scuola
Italiana), tramite il figlio, professor
Giampaolo Di Bisceglie, nostro
assiduo frequentatore, e il preside
reggente
dell’Alessandro
Volta,
Angelo Carrieri, che ha messo
gentilmente a disposizione l’aula
magna del suo istituto, la conferenza
si è avvalsa anche di una relazione
della professoressa Irma Saracino.
Il convegno, di cui abbiamo filmato i
momenti
più
importanti
che
pubblicheremo sul nostro sito
internet, ha avuto anche un
approccio giornalistico dell’emittente
televisiva regionale Tele Norba, che
ha intervistato il nostro presidente
Vincenzo Puletto, trasmettendo il
servizio in serata nel TG Norba 24.
Il tabloid Taranto Sera, il 29 Gennaio,
ha pubblicato un bell’articolo di
60
presentazione sulla conferenza,
mentre il settimanale locale Wemag
ha presentato il tutto in un trafiletto
interno.
La conferenza è stata seguita da un
folto pubblico, oltre centocinquanta
studenti delle scuole superiori di altri
istituti, da una ventina di docenti e
da simpatizzanti del nostro centro.
Dopo una presentazione generale
della conferenza da parte del
presidente dell’ANSI Franco Di
Bisceglie, c’è stata una riflessione del
preside
dell’Alessandro
Volta
professor Angelo Carrieri, che ha
messo in risalto l’attualità e il grande
interesse, suo personale e generale,
per la ricerca di vita intelligente
nell’Universo e la sua personale
convinzione che non siamo soli, a
dispetto,
ha
sottolineato,
dell’antropocentrismo
umano,
invitando i giovani ad approfondire la
tematica e ad accostarsi a questi
studi, visto che loro sono il futuro, ed
è sua ferma volontà organizzare
un’altra
conferenza
nell’Istituto
Professionale Cabrini, di cui è preside.
La cosa ci fa enormemente piacere,
perché oltre evidentemente a
riconoscere la serietà, l’impegno e la
passione per il lavoro del Centro
Ufologico Taranto, fa capire che forse
qualcosa sta cambiando nella
mentalità della gente.
Infatti, all’orizzonte si profilano anche
dei corsi di ufologia da tenere nelle
scuole, con i componenti del CUT
come una sorta di docenti della
materia, sulla falsariga forse delle
scuole cinesi e dell’Accademia delle
Scienze russa, fatte le debite
proporzioni, e la cosa è sintomatica di
questo cambiamento in atto.
61
Qualche anno fa la cosa sarebbe stata
impensabile, forse è la prima volta
nel nostro paese. Del resto sarebbe
veramente ora che ci fosse un
coordinamento
nazionale
o
addirittura internazionale, al di là dei
vari centri di ricerca, senza
prevaricazioni di sorta, senza guru
che portano il verbo della conoscenza
o la pietra filosofale e relativi adepti,
con rispetto reciproco, senza signori
“io so tutto“, come ha evidenziato
l’amico Antonello Vozza nella sua
recente lettera aperta.
Ma veniamo ora alle relazioni.
Il presidente Vincenzo Puletto ha
fatto una premessa presentando il
CUT e i suoi collaboratori,
mettendone in risalto il lavoro svolto,
l’indipendenza di giudizio, senza che
nessuno dei componenti si erga a più
bravo dell’altro, con rispetto
reciproco e unità d’intenti, mettendo
al primo posto l’amicizia e poi tutto
quanto il resto. Ha evidenziato il
fatto che nell’Ottobre 2010 lo stesso
CUT nella persona sua e di Franco
Pavone, è stato scelto dall’Unione
Europea per relazionare al Congresso
Internazionale di Strasburgo in
Francia di Astronomia, Astronautica e
Ufologia,
come
rappresentanti
dell’Italia,
confrontandosi
con
personalità del calibro di Chandra
Wicramasinghe, Jean Pierre Petit,
Nick Pope, Jesse Marcel Jr., Stanton
Friedman, Claude Nicollier, Malcolm
Robinson, eccetera.
Dopo aver ricordato gli ormai
quattordici anni di vita del CUT, nato
nel 1998, forse il primo a Taranto, ha
detto ai giovani presenti che l’oggi è
oggi, ma domani è già il futuro (del
resto, ecco il motivo del titolo della
nostra rivista online), non è più
tempo di scherzare, bisogna essere
preparati e non lasciare ad altri
questi studi, perché giornalmente ci
sono tanti avvenimenti ufologici e
scientifici, e bisogna conoscere anche
il passato che non è quello che
comunemente ci viene propinato,
tenendo d’occhio il presente, prova
ne sia che una Margherita Hack, una
volta restia ad ammettere l’esistenza
di altre entità galattiche, ora afferma
che solo nella nostra galassia ci sono
oltre cinquecento miliardi di stelle
con eventuali pianeti e altre Terre,
con la scoperta recente di esopianeti
simili al nostro, e 1500 miliardi di
altre galassie. Ecco perché, prosegue
Vincenzo, gli UFO sono una realtà
acclarata. Ha anche parlato del fatto
che la tecnologia italiana, come per
esempio i prototipi dell’Impresa
Agusta, dimostrano che dopo gli USA
e la Russia veniamo noi, e che gli
OVNI, come dovremmo definirli nella
nostra lingua, hanno fatto progredire
la scienza di molto in soli cinquanta
anni.
Dopo questa introduzione, la prima
relazione è stata a cura di Eugenio
Palese sull’origine dell’ufologia nelle
antiche civiltà, rimarcando che
“credere” agli UFO è sbagliato,
perché l’ufologia non è una fede, noi
del CUT non siamo imbonitori che
vogliono a tutti i costi imporre le
proprie idee, ma solo esprimerle, con
la storia e la scienza, perché UFO può
significare tutto e niente, e non
bisogna credere a qualunque cosa,
ma avere una mentalità aperta senza
preconcetti, approcciarsi con una
buona dose di scetticismo, avere
dubbi e non certezze di ricercatori,
anche perché non siamo una setta,
informarsi e aggiornarsi sulle cose
reali e non presunte, soprattutto
sulla storia antica. In ogni
enciclopedia ci sono civiltà che
parlano di dei venuti dalle stelle,
cominciando da Sumeri e Babilonesi,
con le loro conoscenze ancestrali di
dei stellari, civiltà che ci tramandano
religioni e scoperte archeologiche,
civiltà
antichissime
e
forse
sconosciute che possono retrodatare
la Storia, come per esempio affermò
Platone, che nel Timeo e Crizia parlò
di Atlantide, o lo storico sacerdote
egizio Manetone della biblioteca di
Alessandria, che scoprì che la
piramide di Cheope non è di Cheope,
perché pare che l’abbiano trovata già
in loco, e rivelò anche avvenimenti
astronomici di 12.000 anni fa, come
l’esplosione della supernova Vela X,
fonte di cataclismi che distrussero
queste civiltà, il passaggio della
cometa
Encke,
che
portò
all’inclinazione dell’asse terrestre, e
che dimostrano come la storia antica
sia da riscrivere, perché è impossibile
che ci siamo evoluti in così poco
tempo senza un aiuto esterno.
E come il bambino ai genitori,
vorremmo porre a eventuali civiltà
aliene, domande su noi stessi per
avere possibilmente delle risposte.
È stata poi la volta di Antonello
Vozza, su ufologia e mitologia, che ha
affermato che quest’ultima è un
contenitore che fa apprendere tante
altre cose, essendo l’alternativa alla
storia ufficiale, una ricerca di vita
intelligente migliore della nostra,
62
ammesso che la nostra sia una civiltà
intelligente, augurandoci che gli
“altri” ci insegnino a vivere più
civilmente. Ha proseguito dicendo
che la Storia è piena di vuoti, ma
piena però di miti e credenze delle
antiche civiltà, cominciando dai
Sumeri che avevano una concezione
particolare
dell’Universo,
nato
secondo loro da un brodo
primordiale, con gli dei Anunnaki
scesi sulla Terra, che hanno portato
la civiltà, con Enki dio dell’acqua ed
Enlil dio del vento, creando l’uomo
secondo le teorie dello studioso
Zecharia Sitchin, con un esperimento
di manipolazione genetica, e
rimarcando che la trinità esiste in
ogni civiltà antica, come Padre, Figlio
e Spirito Santo, oppure Enki, Enlil e
Marduk o Iside, Osiride e Horus, e
terminando dicendo che ogni civiltà
ha un suo ciclo iniziale e finale.
È stata poi la volta della
professoressa Irma Saracino, che ha
relazionato sulle tante anomalie
archeologiche, come per esempio il
complesso megalitico di Stonehenge,
antico osservatorio astronomico, le
piramidi egizie, mondiali e marziane,
allineate quelle egizie sembra con la
costellazione di Orione o secondo
altri con quella del Cygnus, e la
scoperta di un reperto archeologico
sempre in Egitto, che raffigura la
stilizzazione di un essere che ricorda
nelle fattezze un cosiddetto “grigio”,
e che fa venire alla mente una certa
casistica di entità animate oggi in
voga, e mettendo in risalto il fatto
che anticamente forse gli alieni erano
già giunti sulla Terra, ed erano entrati
in contatto con le antiche civiltà.
Ha proseguito di nuovo il presidente
del CUT Vincenzo Puletto, arrivando
a tempi più recenti, che ha
relazionato sui misteri del Gabinetto
RS 33 di Mussolini, dove un VNC
(velivolo non convenzionale) atterrò
a Vergiate (Varese) appunto nel
1933, dove all’epoca era situata
l’impresa Caproni – Vizzola e dove si
costruivano aerei per il regime e
vigeva un ferreo cover-up, perché
sennò si rischiava di essere ospiti
delle carceri fasciste, tramite l’Ovra.
Ma le mura parlano e all’epoca fu
prodotto stranamente un aereo a
reazione Campini-Caproni, che pare
volasse a quasi novecento chilometri
orari, rispetto ai quasi trecento di
altre aviazioni. Ha poi ricordato il
numero della rivista della Marina,
recapitatoci nel 2008, dove il
capitano Ruggero Ghiselli stilò un
articolo sull’RS 33 e gli USO, con
l’interrogativo irrisolto che forse
negli archivi stessi ci sia qualcosa sul
Majestic 12 fascista, anche perché a
quei tempi esisteva una sorta di
SuperMarina. Secondo un vecchio
testimone intervistato da Vincenzo in
camera caritatis, pare che a Vergiate
gli americani ripulirono il tutto,
finanche la carta igienica (!),
trasportando questi enigmi in una
destinazione sconosciuta. Gli studi
dell’RS 33 furono anche traslati agli
scienziati del Terzo Reich, che
potrebbero aver sviluppato le
cosiddette V2 e il V7, il cosiddetto
disco volante di Hitler. Sintomatico fu
anche in merito il famoso discorso di
Benito Mussolini all’Urbe, dove
affermò che sarebbe stata più facile
una invasione da Marte su
inimmaginabili fortezze volanti.
Vincenzo ha poi raccontato la sua
visita al Museo areonautico Volandia,
dove è esposto un misterioso
prototipo a reazione di antica data.
Recentemente alla Finmeccanica ha
potuto visitare un padiglione adibito
a Museo dello Spazio, e dove si è
reso conto che la nostra tecnologia,
frutto forse di retro ingegneria non
convenzionale o meno, era già
all’avanguardia dal 1956, ben prima
del volo di Juri Gagarin, e le
attrezzature tecnologiche spaziali
italiane sono oggi impiegate anche
nella
Stazione
Spaziale
Internazionale. Tramite conoscenti, è
entrato in possesso di alcune copie di
una brochure edita dalla stessa
Finmeccanica,
sull’avventura
dell’uomo nello Spazio.
La relazione di chiusura è stata a cura
di Franco Pavone, che ha parlato dei
misteri di Roswell e dell’Area 51,
partendo dalla retrospettiva dei foofighters della Seconda Guerra
Mondiale, dove le rispettive fazioni
belligeranti
credevano
reciprocamente
che
queste
enigmatiche sonde di energia fossero
armi segrete del nemico, ma così non
era. Ha citato la nascita dell’ufologia
ufficiale nel 1947 con l’avvistamento
di Kenneth Arnold del 24 Giugno, di
nove oggetti volanti sconosciuti,
riportato dalla stampa mondiale. Ha
poi rimarcato che gli UFO potrebbero
giungere da noi tramite la curvatura
dello Spazio o da altre dimensioni
dell’Universo, quelli che l’astrofisica
d’avanguardia chiama whormoles,
anche perché Alpha Centauri la stella
più vicina a noi è distante quattro
anni
luce.
Ha
poi
parlato
dell’incidente di Roswell, dove uno o
due UFO sono atterrati in quelle
lande desertiche del New Mexico ai
primi di Luglio dello stesso anno,
63
vicino alla città limitrofa alla sede del
509° Gruppo Bombardieri dell’Usaf,
unico contingente adibito all’uso di
armamento nucleare, forse per
questo scelto dalle probabili entità
galattiche, come sito degno di
considerazione. Pavone ha citato i
vari personaggi più conosciuti della
vicenda coinvolti più o meno nel
mistero: William Mc Brazel che trovò
i rottami dell’ordigno sparsi nel suo
Foster Ranch; lo sceriffo di Roswell
Wilcox che contattò l’Aeronautica; il
generale Clemence Mc Mullen, che
ordinò al suo secondo in grado
colonnello William Blanchard di
redigere un comunicato, che fu
affidato al tenente Walter Haut con
la famosa dichiarazione di Roswell, in
cui specificò il recupero di un disco
volante; il maggiore Jesse Marcel
dell’intelligence della base, che
insieme al maggiore Sheridan Cavitt
si recò al Foster Ranch e si rese conto
che
i
rottami
non
erano
convenzionali, e il figlio Jesse Marcel
Jr. che abbiamo conosciuto di
persona a Strasburgo, ha confermato
che il padre non poteva prendere
lucciole per lanterne, perché aveva
frequentato
un
corso
di
perfezionamento sui palloni sonda,
dichiarazioni
confermate
recentemente da una versione quasi
perfetta della macchina della verità;
il generale Roger Ramey, con il suo
messaggio decifrato da poco in cui si
parla di disco volante e vittime,
nonostante l’Aeronautica continui ad
affermare che si trattò di un pallone
sonda e di manichini, usati tra l’altro
solo nei primi anni 50 col programma
spaziale americano. Poi ha parlato
della fantomatica Area 51 o
Dreamland (terra di sogno) nel
Nevada, fotografata dai satelliti russi
per la prima volta in periodo di
Guerra Fredda, dove si vocifera
venga studiata tecnologia aliena,
base ideata dal presidente Harry
Truman, gestita dal misterioso e
fantomatico Majestic 12, con il primo
direttore che pare sia stato il fisico
Edward Teller, fiancheggiata dalla
Extraterrestrial Higway, l’autostrada
degli extraterrestri, dove sorge la
cittadina di Rachel, meta degli
appassionati di UFO. Ha terminato
citando il colonnello Philip J. Corso,
che ha confermato gli eventi di
Roswell e la retro ingegneria che ha
portato alla produzione nelle
multinazionali USA delle fibre
ottiche, laser, microcircuiti integrati,
eccetera.
Queste le relazioni.
Per finire faccio delle considerazioni
finali.
La conferenza ha dimostrato che
queste ricerche servono a conoscere
meglio noi stessi e il posto che
occupiamo nell’Universo.
Gli eventuali contatti con altre civiltà
del Cosmo cambierebbero il nostro
mondo, e forse i gruppi di potere non
potrebbero
più
applicare
sistematicamente lo sfruttamento
dell’uomo sull’uomo, per questo
l’ufologia è scomoda, le masse
potrebbero avere una crisi di autorità
e non riconoscere neppure le
religioni e la nostra tecnologia.
Nel 1500 nessuno pensava che il
nostro mondo sarebbe stato
controllato dai satelliti e da Internet,
quindi gli UFO sono la scienza futura,
ogni secolo ne ha una, ci sarà
sicuramente anche una scienza del
XXII secolo, con una nuova tecnologia
applicata veramente al benessere
dell’uomo e non alla ricchezza di
pochi a scapito delle masse, se non ci
autodistruggeremo con le nostre
mani.
Dal caso Roswell in poi e cioè dal
1947, il governo USA ha mentito non
per il fatto che UFO e alieni
sarebbero stati una minaccia per la
nazione, ma una minaccia per i
gruppi di potere. Impossibile che la
scienza, gli enti militari, le religioni e
gli apparati industriali non se ne
siano occupati, lo negano per poterlo
fare di nascosto. Le nazioni
democratiche
non
dovrebbero
occultare fatti che riguardano anche
l’opinione pubblica, in nome forse di
progetti segreti che si servono di
fondi neri per i black projects, tra cui
rientrano evidentemente gli UFO,
perché in effetti c’è anche e
soprattutto
una
questione
economica e di potere tecnologico,
come scrissi in un vecchio articolo.
Probabilmente queste entità sono già
tra di noi, ma evidentemente non
siamo abbastanza sviluppati da
riuscire a prendere un contatto
diretto con loro, può darsi che usino
altri sistemi di comunicazione.
Lo scienziato William H. Byler scoprì
la luce di Wood o luce nera, una
sorgente luminosa che emette
radiazioni elettromagnetiche nella
gamma degli ultravioletti, con spettri
luminosi diversi, che potrebbero
rivelare la presenza di UFO ed entità
animate non visibili nella nostra
gamma di luce. Gli alieni potremmo
anche guardarli in faccia senza
riconoscerli, perché cerchiamo esseri
come noi, ma può darsi che
nell’Universo ci siano forme di vita
intelligente aldilà della nostra
64
comprensione,
anche
perché
prendiamo come esempio il pianeta
Terra, dove ci sono tante forme di
vita adattatesi ad ambienti ed
ecosistemi diversi dal nostro, si pensi
all’esistenza del batterio Deinococcus
Radiodurans,
resistente
alle
radiazioni nucleari.
Come uno scimpanzé probabilmente
(ma non ne saremmo così sicuri) non
riuscirebbe a capire la teoria
quantistica, potrebbero esistere
realtà dell’Universo che sono aldilà
delle capacità di comprensione del
nostro cervello, che però ha ancora
delle potenzialità che non abbiamo
sviluppato del tutto.
Gli UFO, come ha detto l’amico
Eugenio Palese, non sono materia di
fede, ma una ricerca scientifica in
tutti i campi dello scibile, checché se
ne dica, come un’ultima frontiera
della
ricerca,
contestimonianze
acclarate di gente con un background
elevato, con avvenimenti che
riguardano milioni di persone, con un
acculturamento
graduale
dell’opinione pubblica sulla realtà
aliena mediante cinema, televisione,
giornali, riviste, libri e pubblicità
occulta, le cosiddette “produzioni
orientate” così definite da Joseph
Allen Hynek, anche se tante volte in
maniera superficiale e romanzata.
Se le leggi fisiche, come dicono gli
scienziati, sono uguali in tutto
l’Universo, tipo pianeti con ossigeno
e acqua, perché non lo sono anche
per la vita intelligente? Come disse il
cardinale francese Paul Poupard nel
2005, riguardo l’Universo: come può
l’uomo capire ciò che non ha limiti?
Un’altra bella dichiarazione fu quella
dell’astronomo britannico Martin
Reese, che disse: la mancanza
dell’evidenza non significa l’evidenza
della mancanza.
Calza a pennello con gli UFO.
Noi del CUT, più che cercare risposte,
che forse non troveremo mai, o
affermare dogmi, ci poniamo tante
domande, perché queste ultime sono
il cuore delle nostre ricerche, nella
speranza di capire meglio noi stessi e
dove stiamo andando, e confidando
come ha detto l’amico Vincenzo
Puletto nei giovani, che sono il
futuro.
SITCHIN E LA BUFALA DEL
SIGILLO SUMERO VA/243
Stefano Panizza
Quanto segue è una sostanziale
rielaborazione, intesa come
puntualizzazione ed integrazione, di
quanto scritto alcuni anni or sono.
Alla fine ne è uscita una ricerca
sostanzialmente nuova, che pur
ribadisce le conclusioni di quella
precedente. Ho sentito la necessità di
ritornare sull’argomento perché,
nonostante le perplessità
manifestate a suo tempo, l’assioma
“sigillo sumero = sistema solare”
viene costantemente riproposto
come una verità di fatto. E ciò
malgrado la buona pubblicità al mio
vecchio scritto, pubblicato a suo
tempo su una importante rivista del
settore, oltre che presente sul sito
internet www.centrostudifortiani.it
fino allo scorso mese di ottobre.
Evidentemente da più parti, con
qualche lodevole eccezione, si è
ritenuto più comodo non considerare
le obiezioni sostenute. Trovo,
comunque, curioso questo
atteggiamento di sottacere i dati
“scomodi”, visto che poi è questa
l’accusa che i believer fanno alla
cosiddetta scienza “ufficiale”.
Ma prima di venire al contenuto della
contesa spieghiamo che cos’è un
sigillo. Si tratta di una pietra incisa e
di dimensioni modeste, tanto da
essere portata al collo appesa ad una
cordicella. Serviva, come dice il
termine, per sigillare un qualcosa,
spesso derrate alimentari, tramite
calchi su strati di argilla umida.
Che cos’è, allora, questo famigerato
sigillo sumero VA/243? Ne ha parlato
Zecharia Sitchin in tutti i libri che ha
pubblicato, anche se in termini poi
sostanzialmente uguali.
archeologia misteriosa o
pseudoarcheologia e un sostenitore
della "teoria dell’antico astronauta”
come spiegazione dell'origine
dell'uomo. Le controverse teorie di
Sitchin, basate sulla sua personale
interpretazione dei testi sumeri, sono
considerate pseudoscienza dalla
comunità scientifico-accademica, ma
registrano un buon seguito
nell'ambito della letteratura
popolare. Egli attribuiva la creazione
dell'antica cultura dei Sumeri ad una
presunta razza aliena detta Nefilim
(in ebraico) o Anunnaki in sumero),
proveniente dal pianeta Nibiru, un
ipotetico 9º pianeta del sistema
solare dal periodo di rivoluzione di
circa 3600 anni e presente nella
mitologia babilonese.”
Zecharia Sitchin
http://extraordinaryintelligence.com/2560/
the-unexplained/2560/
Per chi non conoscesse tale studioso,
lascio la parola a Wikipedia:
“Zecharia Sitchin (Baku, 11 luglio
1922 – New York, 9 ottobre2010)
scrittore azero naturalizzato
statunitense. È stato autore di molti Sitchin ed il suo mondo
http://gizidda.altervista.org/site.html
libri di divulgazione sulla cosiddetta
65
Ritornando al nostro sigillo, si tratta, dentro”, allora, ci sono dei buoni
motivi per approfondire il discorso.
più precisamente, di un manufatto
accadico risalente al 2500 a.C. e
custodito al Museo di Stato di Berlino
nella collezione Vorderasiatische.
Corona solare durante l’eclissi totale del 11
agosto 1999
http://www.astrogav.eu/G_A_V_%20%20Gruppo%20Astronomico%20Viareggio_f
otoarchiviosole.htm
Sigillo VA/243
Fonte: Vorderasiatische Museum di Berlino
Per tutti, nella sua parte in alto a
sinistra, vi è la rappresentazione del
nostro sistema solare (più una
sorpresa che alla fine vedremo).
Lo stesso Sitchin in “L’ultima profezia”
si vede costretto a scrivere: “… era
ovvio che si trattava della
raffigurazione del nostro sistema
solare.” Una sicurezza invidiabile.
Ma è, davvero, così? Proviamo ad
analizzare la faccenda nel modo più
analitico possibile. Se lo osserviamo,
si nota, oltre a tre figure umane, una
stella circondata da undici piccoli
cerchi di varie dimensioni.
Secondo Sitchin, essa rappresenta,
come detto, il nostro sole, mentre gli
undici tondi sono i nove pianeti
classici, la nostra Luna ed uno
sconosciuto corpo celeste, il mitico
Nibiru delle saghe sumere.
Insomma, il tutto appare come il
nostro sistema solare al gran
completo, più un misterioso intruso
(che per la scienza non esiste).
Ricordo che ufficialmente Urano è
stato scoperto nel 1781, Nettuno nel
1846 e Plutone nel 1930.
Lo studioso ha, poi, identificato con
precisione la disposizione dei singoli
pianeti, partendo da un punto ben
preciso.
Tutto spiegato? Mica tanto. Forse è il
caso di dare un’occhiata…
Se, poi, anche la prestigiosa rivista
Fortean Times (che non può essere
certamente definita scettica per
partito preso) ha voluto “guardarci
Un numero della rivista Fortean Times
http://denverlibrary.org/content/magazinemonth-fortean-times
Per comodità di esposizione
esporremo, allora, i nostri
ragionamenti sotto forma di
domande e risposte. Cominciamo.
La figura a forma di stella
rappresenta davvero il Sole?
Questa è una domanda fondamentale
perché se essa non lo raffigura, allora
il tutto non potrà mai essere
considerato l’immagine del nostro
sistema solare. Cadrebbe, di
conseguenza, una delle prove, anche
se non l’unica, avanzate da Sitchin a
dimostrazione di conoscenze
astronomiche straordinarie da parte
dei Sumeri e dell’esistenza stessa del
famigerato Pianeta X (o Nibiru).
Lo studioso, in cerca di indizi per la
sua teoria, ritiene che l’immagine
stellata rappresenti davvero il Sole
con la sua corona perché così lo si
vedrebbe se la sua potente luce fosse
schermata (ad esempio come durante
le eclissi solari). Ma basta scorrere le
centinaia di immagini presenti sul
web per rendersi conto che il
paragone non regge perché
l’apparenza è completamente
diversa.
66
Corona solare durante l’eclissi totale del 11
luglio 2010
http://www.ecologiae.com/eclissi-sole-isolapasqua-video/18524/
Corona solare durante l’eclissi totale del 1
agosto 2008
http://www.astrofoto.it/immagine.aspx?id=53
Rispondere alla domanda che ci siamo
sopra posti significa, in realtà,
rispondere ad altri due interrogativi.
Il primo, i Sumeri come
rappresentavano, solitamente, il
Sole? Il secondo, il sigillo contiene una
parte letterale che possa aiutare a
comprendere quella figurativa?
Fortunatamente esistono centinaia di
immagini del Sole recuperate in anni
di scavi archeologici, basta avere la
pazienza di andarsele a cercare.
La forma classica è la stella a quattro
punte con quattro serie di linee
Per dovere di cronaca, secondo
Sitchin, questa è in realtà una delle
rappresentazioni di Nibiru.
ondulate, il tutto racchiuso da un
cerchio.
Shamash
http://www.michaelsheiser.com/va_243%20
page.htm
Nibiru
Tratto da “Quando i Giganti abitavano la
Terra” di Zecharia Sitchin
Shamash
http://www.michaelsheiser.com/va_243%20
page.htm
In altri casi, meno frequenti, vi sono
solo le linee ondulate ed il cerchio.
Shamash
http://www.michaelsheiser.com/va_243%20
page.htm
Shamash
http://www.michaelsheiser.com/va_243%20page.htm
Oppure abbiamo immagini con stella
a otto punte e a otto raggi
rettangolari.
Shamash
Fonte: Louvre, Departement des Antiquites
Orientales, Paris, France
Shamash
Fonte: Louvre, Departement des Antiquites
Orientales, Paris, France
Shamash
http://ultimitempi.forumattivo.org/t594-lachiesa-cattolica-adora-shamash-il-dio-sole
67
Nella Stele della Vittoria di Naram-Sin,
re di Akkad di soli ve ne sono
addirittura due.
E già che siamo in argomento di
“soldi” smontiamo la bufala che, su
una banconota fuori corso da 10
franchi svizzeri, possa essere
rappresentato l’orbita del pianeta
Nibiru.
Simbolo di Baal
http://www.aloha.net/~mikesch/wheel.htm
Vi è anche un caso in cui Shamash si
mostra “in carne ed ossa”, cioè non il
tramite del suo simbolismo solare.
Si pone seduto di fronte ad
Hammurabi. Si tratta del “codice di
Hammurabi”, il noto corpus iuris
dell’antichità.
Franco 10
http://www.osservatorioapocalittico.it/wpcontent/uploads/2011/06/10franchi.jpg
Shamash e la Stele della Vittoria
Fonte: Louvre, Departement des Antiquites
Orientales, Paris, France
E non dimentichiamo neppure la
forma del disco solare alato.
Disco solare alato (in alto a sinistra)
http://www.michaelsheiser.com/va_243%20page.htm
Shamash e Hammurabi
Fonte: Louvre, Departement des Antiquites
Orientales, Paris, France
Curiosamente la stessa immagine è
Altre raffigurazioni, che riportano
riprodotta nella banconota irachena
stelle a quattro braccia all’interno di da 25000 dinari (nell’altro lato è
un cerchio, so no state erroneamente presente una fattoria curda).
riferite a Shamash. In realtà
appartengono a divinità diverse.
Un esempio è nel tempio cananeo di
Hazor, in Israele, del 1400 a.C., dove
l’immagine rappresenta il dio Baal.
Dinaro 25000
http://it.wikipedia.org/wiki/Dinaro_iracheno
68
In realtà essa celebra il più grande
matematico svizzero, e cioè Eulero,
che nel 1700 secolo calcolò l’orbita di
diverse comete. Quindi, quella sulla
banconota non è nient’altro che
l’illustrazione delle orbita di uno di
questi corpi celesti.
Torniamo al sigillo.
Il punto è questo.
Pur con modalità diverse, il Sole non è
mai stato rappresentato come nel
VA243, e cioè come stella a sei punte.
Che sia sfuggito a me, come ad altri?
Tutto può essere, ma, fino a che
qualcuno non ne trova un’immagine
inequivocabile, questo è lo stato
dell’arte.
E non deve averla trovata nemmeno
Sitchin, perché, in caso contrario,
cosa gli avrebbe impedito di
esclamare trionfante: “Ecco, guardate
quest’altra immagine, i Sumeri erano
soliti rappresentare il sole anche in
questo modo!”?
E veniamo al secondo punto.
La traduzione del testo cuneiforme,
presente nella parte destra e sinistra
del sigillo, recita: “Dubsiga, Ili-illat, il
tuo/suo servo”.
Ma se il Sole non è il “Sole”, allora
quegli undici cerchi che lo circondano
possono rappresentare i pianeti?
Naturalmente no, ma vediamo di
dimostrarlo con una logica
indipendente.
Sitchin, al contrario, ne appare
convinto ed assicura, pure, di averli
identificati con precisione, partendo
da un punto ben preciso.
VA/243 Iscrizioni sigillo
Personalmente la spiegazione non mi
convince particolarmente perché
anche la figura centrale ha il
Ciò non sembra avere nulla a che fare
“copricapo con corna” (seppur meno
con il Sole, il sistema solare e, più in
pronunciate) e “lunghe vesti fluenti”.
generale, l’astronomia. Il che può
Senza considerare che il “servo” non
anche essere normale, interpretando
sembra avere un atteggiamento
semplicemente il simbolo
molto “servile” (ad esempio non è
astronomico come una parte
Sistema solare nel sigillo secondo Sitchin
inginocchiato). Ho avuto, poi, modo di Legenda: A venere – B mercurio – C luna – D
complementare della scena. In ogni
osservare un sigillo nei Musei Vaticani
terra – E marte – F nibiru – G giove – H
caso la traduzione non può essere
nel quale una triade in piedi ha le
saturno – I urano – L nettuno – M plutone
usata come elemento di favore per
http://www.cifas.net/ricerche/QUESTIONI_CELESTI.pdf
corna ben visibili, unitamente al
Sitchin. Quindi, riassumendo, né la
personaggio assiso.
comparazione simbolica né la parte
Analizzando i disegni, però, non si fa
letterale del sigillo portano a pensare
fatica a capire che, in realtà, diverse
che quello rappresentato sia il nostro
cose non quadrano. Partiamo dal
Sole.
sistema Terra-Luna.
Questo ha un senso logico perché il
Ma se non è il Sole che cosa potrebbe
rapporto fra le dimensioni appare
essere?
sostanzialmente corretto (la Terra si
Partiamo dalle componenti presenti
mostra, in ogni caso, più grande della
nel sigillo. Si vede una persona (forse
Luna, come è giusto che sia) e perché
un servo) nell’atto di porre un
sono gravitazionalmente legati.
qualcosa (un’offerta?) ad un’altra
Cilindro conservato nei Musei Vaticani
Non si comprende, al contrario,
seduta. A sinistra una terza persona
Foto a cura dell’autore
l’accostamento Mercurio-Venere che,
osserva la scena. Nel mezzo è
come sappiamo, sono due pianeti ben
presente, probabilmente, un aratro
Altri parlano di “fiamme”, anziché di distinti (addirittura la loro distanza
accompagnato da un animale con
“corna”, ma francamente mi sembra reciproca è minore rispetto al sistema
corna in basso a destra.
poco plausibile. E, quindi? Forse nel
Terra-Luna).
Ma chi sono questi tre personaggi?
VA243 tutte e tre sono divinità, con
Ad onor del vero negli anni Settanta
L’archeologia riconosce nella figura
quella centrale di importanza minore, del secolo scorso l’astronomo Thomas
seduta ed in quella a sinistra del servo ma restano forti dubbi su cosa stiano
Van Flanders propose che Mercurio
delle divinità.
facendo. O forse la divinità di destra, fosse stato una luna di Venere, poi
E questo per due motivi: il copricapo quella che sorregge l’aratro, dona
sfuggitagli.
con corna e le lunghe vesti fluenti.
idealmente la pratica dell’agricoltura
Esistono centinaia di sigilli con questo alla figura centrale, un contadino,
tema e caratterizzati da una figura
elevato, per l’eccezionalità del
stellare.
momento, a semidio (con le corna).
http://www.michaelsheiser.com/va_243%20page.htm
69
divulgata in un meeting dell’American
Astronomical Society. Secondo
questa, anche la Terra e Marte
avrebbero fatto parte di un sistema
binario.
Thomas Van Flanders
http://bourabai.narod.ru/articles/van-flandern.htm
L’idea è stata, poi, ripresa alcuni anni
or sono da Brad Hansen
dell’Università di California e
Venere - Mercurio
http://www.pianetamarte.net/teoria_sistema_solare.htm
Mi risulta, però, che si tratti di casi
isolati, nel senso che il riscontro della
comunità scientifica non è stato dei
più favorevoli. A chi sta pensando che
questa sia chiusa alle novità, ricordo
che la teoria più accreditata
sull’origine della Luna, che prevede
l’impatto di un grosso corpo celeste
con la Terra, ha preso corpo solo negli
anni Ottanta del 1900 e perfezionata
una decina di anni fa. E recentemente
vi è stata la scoperta di corpi celesti
attorno alla stella Kepler 11 della
costellazione del Cigno che ha
completamente stravolto le idee sulla
Simone Barcelli
IL RITORNO DEL SERPENTE PIUMATO
Il dio Quetzalcoatl tra Vecchio e Nuovo Mondo
Gennaio 2012 Cerchio della Luna Editore
Lascio da parte i commenti positivi perché finirei per ripetermi,
avendo già recensito la sua opera precedente “Enigma delle
Origini”. Mi limito a ringraziare Barcelli per aver avuto la bontà di
menzionarmi a vario titolo. Preferisco, invece, discutere del
contenuto, quanto mai interessante. Chi è Quetzalcoatl, noto
(colpevolmente) solo agli appassionati di archeologia? La storia
“ufficiale” ce lo descrive come la principale divinità adorata dagli
Aztechi, e dalle fattezze classicamente europee (barba folta e
carnagione chiara). Da questa prima, ed in parte conosciuta,
stranezza, l’Autore va alla ricerca di tutta una serie di prove ed
indizi tesi a suggerire che, oltre il velo del conosciuto consolidato,
esista una vicenda tutta da raccontare e che superi il vissuto del
personaggio. Perché leggere la storia di Quetzalcoatl significa
scendere in un intricato labirinto, costituito da vicende
sorprendenti perché inaspettate e da dubbi angoscianti che
possono turbare più di una coscienza, il tutto evidenziato con i
dovuti chiaroscuri. Si scopre, allora, che la storia di Gesù, ma anche
di tante altre divinità sparse per il mondo, non sembra costituire un
unicum, ma è ripetuta in contesti religiosi lontani nel tempo e nello spazio (la nascita da una Vergine, l’incarnarsi
per la remissione dei peccati, il simbolo della croce etc). Così come si viene a conoscenza che molte tradizioni
sono comuni ad un numero sterminato di popoli, ignari della reciproca esistenza (mi viene in mente la storia
dell’allungamento dei crani o la sacralità della figura del serpente). Ciò potrebbe significare la presenza, in un
lontano passato, di una civiltà madre o più realisticamente che migliaia di anni fa si viaggiava per mare e per terra
molto di più di quanto si pensi. E da questo punto di vista nel libro si possono trovare molti esempi significativi.
Ma credo che l’aspetto che turbi maggiormente il lettore sia la sensazione che Quetzalcoatl sia stato, in fondo, un
essere in carne ed ossa, cioè un “uomo”, pur con conoscenze al di là del ragionevole. Venne, infatti, investito dalla
sua gente di valenze plurime, da dio della natura, a sovrano della guerra, a civilizzatore. E chi poteva essere tutto
ciò migliaia di anni fa? Ed a caduta penso che sorga pure il dubbio che tutte le figure divine, di ogni tempo e
luogo, possano venire spogliate di quell’aura soprannaturale che sembra invece consolidata. Così come il
dualismo Bene/Male, così presente nella figura di Quetzacoatl, potrebbe non essere solo simbolico, ma legato ad
una contrapposizione fra figure reali, terrene o meno. Insomma, l’Autore dispone con cura tutti gli “ingredienti”,
Stefano Panizza
sta alla sensibilità del lettore riordinarli nella “ricetta” che preferisce.
70
formazione dei sistemi planetari. Non
si pensava infatti che potessero
esistere le cosiddette superterre, cioè
pianeti con massa e dimensioni
intermedie fra quelli rocciosi, come la
Terra, e quelli gassosi, come Giove.
Così come sembrava impossibile che
vi fossero pianeti con orbite così
ravvicinate verso il proprio sole
(cinque di loro hanno una distanza
dalla stella inferiore a quella di
Mercurio).
dalle dimensioni almeno pari a quelle
della Luna (se i Sumeri hanno
individuato il lontano e piccolo
Plutone, risulta inspiegabile che non
abbiano osservato, ad esempio, i
satelliti di Giove o Titano, una delle
lune di Saturno).
"macchie" gigantesce ed impossibili
da non vedere.
Ad esempio, dal 2000 abbiamo la
cosiddetta "Ovale BA", una enorme
tempesta di colore rosso posizionata
nell'emisfero meridionale del
pianeta.
Kepler 11
http://miaplacidusedaltriracconti.blogspot.com/2011/02
/un-sistema-solare-con-sei-pianeti-si.html
Mi sembra, in altre parole, che, a
cercare, si troverà riscontro a
qualunque teoria si voglia proporre
(ne riparleremo più avanti, sempre
con Van Flanders).
Ma torniamo al nostro sigillo.
Sitchin, inoltre, parte dal presupposto
che Mercurio sia l’oggetto posto sulla
destra, rispetto a Venere. Tale logica,
però, è del tutto arbitraria, anzi,
volendo sceglierne una (quella della
distanza dal Sole), le parti andrebbero
invertite perché è Mercurio il corpo
più vicino al Sole (ma questo fa
“sballare” i conti di Sitchin).
Proseguiamo. Giove e Saturno, che
sono di gran lunga i corpi più massicci
del sistema solare (tanto è vero che si
dice che Giove sia una stella
mancata), non sono raffigurati in
proporzioni agli altri pianeti.
Basti confrontare Giove e la nostra
Terra, per rendersene conto, oppure
Giove con il Sole. Rimanendo
nell’ambito “dimensioni”, non si
riesce neppure a comprendere come
mai non siano raffigurati quei satelliti
Satelliti del sistema solare
http://it.wikipedia.org/wiki/File:Lune_del_SistemaSolare.jpg
Come mai, poi, si sono “dimenticati”
la "Grande Macchia Rossa" di Giove
(che, per dimensioni, contiene tre
della nostra Terra)?
"Ovale Ba" a sinistra della "Macchia Rossa" nel 2006
http://it.wikipedia.org/wiki/Ovale_BA
Saturno, inoltre, è privo dei suoi
classici anelli (se i Sumeri hanno
identificato tutti i corpi del sistema
planetario non potevano non
conoscere questo importante
particolare). Esiste, in realtà, una
Confronto fra la "Macchia Rossa" e la Terra misconosciuta tavoletta che riporta
http://www.pd.astro.it/MOSTRA/G2160JPT.HTM
una raffigurazione tale da richiamare
Saturno, i suoi anelli e, più in
È vero che essa potrebbe non essere
generale, il sistema solare. Sembra,
esistita migliaia di anni fa, ma, il fatto
effettivamente, di osservare il Sole, la
che su Giove si scatenino in
Terra, la Luna, Marte, la Cintura degli
continuazione fenomeni atmosferici
Asteroidi, Giove e Saturno (Sitchin, in
straordinari, fa pensare che la sua
realtà, toglie la Terra ed inserisce
superficie presenti costantemente
Venere).
71
Sitchin stesso, in un altri contesti
(ma a volte sembra dimenticarsene),
parla del dio Ea come “Signore
dell’acqua corrente”, circondato da
vasi dai quali fuoriescono delle
cannucce (esistono numerose
raffigurazioni).
Saturno con anelli e Cintura Asteroidi
http://www.biosferanoosfera.it/scritti/ANTI
CHE%20CONOSCENZE.pdf
Mi chiedo, però, visto che
sarebbero stati gli Anunnaki a
raccontare la disposizione dei
Ma anche in questo caso le cose
pianeti, avendola osservata nella
sono diverse da come appaiono.
lunga fase di avvicinamento, perché
Come può essere considerata una
ne avrebbero fornito una falsa
rappresentazione del sistema solare rappresentazione? E la Cintura degli
quando non si vedono né Venere e Asteroidi? Si tratta, in realtà e molto
né Mercurio, la Terra e la Luna non semplicemente, della cannuccia da
sono proporzionate, così come né
cui si abbevera Ninkasi, la dea della
Marte, né Giove e né Saturno (che si birra (da notare il contenitore nella
tolga Venere o la Terra, il discorso
quale si immerge).
non cambia perché di incompletezza
sempre si tratta)? E gli anelli?
Perché il “pianeta” non è al loro
centro e, soprattutto, perché da essi
non è “tagliato”? Certamente
quest’ultimo punto può richiamare
Ninkasi
certe fotografie astronomiche.
www.birranova.it/storia.php
Saturno
http://unduezero.wordpress.com/2010/01/31/unasettimana-in-compagnia-di-saturno/
72
Ea
Tratto da “Quando i Giganti abitavano la
Terra” di Zecharia Sitchin
Ora, bisognerebbe chiedere a
Sitchin come mai la “cannuccia”
serve a volte per bere a volte per
simboleggiare la Cintura degli
Asteroidi? E come giustifica la
mancanza dei soliti cerchietti nelle
raffigurazioni “acquatiche” del dio
Ea? E Nibiru? Strano che non sia
rappresentato …
Ma continuiamo.
Urano è raffigurato, poi, più piccolo
di Nettuno, quando in realtà è il
contrario.
Ed, infine, Plutone.
Anche in questo caso le dimensioni
non sono rapportate a quelli dei
“compagni” celesti. Si legge che
l’orbita di Plutone è così “pazza” da
portarlo, in determinate occasioni,
più all’interno del sistema solare,
togliendolo dalla posizione di ultimo
pianeta. Ciò corrisponde al vero ma,
nella sua rivoluzione attorno al Sole,
può diventare, al massimo, il
penultimo corpo del sistema
planetario (inteso nella sua struttura
classica) ma mai il terzultimo.
Quindi, le sue dimensioni,
rapportate agli altri pianeti,
risultano, comunque, errate.
Sitchin ha cercato di rimediare
successivamente a quest’ultima
incongruenza ipotizzando, dalla
lettura dei testi sumerici, che
Plutone, nell’antichità, fosse un
satellite di Saturno (nel suo “Il
dodicesimo pianeta”, infatti, la
sequenza dei pianeti poneva
Plutone all’ultimo posto).
Con questa logica Plutone viene
“retrocesso” nel sigillo fra Saturno e
Urano (cioè terzultimo), con
Nettuno ultimo pianeta
rappresentato.
In questo caso la triade Saturno –
Urano – Nettuno verrebbe
rapportata nel sigillo nelle giuste
dimensioni.
Ma le cose, dal punto di vista
scientifico, stanno in modo
alquanto diverso.
Secondo la scienza, infatti, Plutone
potrebbe essere stato si, un
satellite, ma di Nettuno, non di
Saturno, questo in considerazione
del fatto che il suo moto è in
risonanza 3:2 con quello di Nettuno.
Ciò significa che, mentre Plutone
compie due orbite attorno al Sole,
Nettuno ne compie esattamente
tre. Secondo teorie più recenti,
invece, quest’ultimo potrebbe
essersi staccato dalla fascia di
Edgeworth-Kuiper, unitamente a
Caronte e Tritone. Questo perché
hanno caratteristiche molto diverse
dai pianeti giganti ai quali sono
vicini: hanno una maggiore densità
e hanno parametri orbitali molti
diversi.
Il sistema solare esterno
http://blog.libero.it/Astronomy/
Insomma, comunque la si veda,
Plutone non sembra aver nulla a
che fare con Saturno. Qui si sta
parlando, naturalmente, di teorie
che abbiano avuto un minimo di
riconoscimento scientifico. Perché
“a scuoter la siepe” di idee
bislacche se ne trovano fin che si
vuole.
Fascia di Kuiper e corpi transnettuniani
Quest’ultima è situata oltre l’orbita
di Nettuno, il cui primo
componente è stato individuato
solo agli inizi degli anni Novanta.
Questi corpi transnettuniani sono
divisi in varie famiglie a seconda del
tipo di orbita, eccentricità etc.
Qualcuno potrebbe obiettare che
Plutone, Caronte e le due lune conosciute questi corpi non siano stati visti
http://www.uate.it/node/21
dagli Anunnaki in avvicinamento
verso la Terra.
Ma, soprattutto, vi è un particolare Effettivamente, se proviamo a
che Sitchin sembra aver
confrontare i dati di Eris, “pianeta
dimenticato. Plutone, al pari di
nano” e grande quanto Plutone, con
Quaoar (grande la metà di Plutone), quelli di quest’ultimo, ci rendiamo
Sedna (due terzi di Plutone) ed altri, conto di come abbiano poco in
è uno delle migliaia di oggetti
comune, salvo le dimensioni.
celesti di modeste dimensioni
(tanto che ora non è più
considerato un pianeta) che
circolano attorno al nostro Sole (e
facenti parte della cosiddetta Fascia
di Kuiper).
Fascia di Kuiper
http://planetfacts.org/kuiper-belt/
73
poco credibile ipotizzare che non
abbiano avuto un quadro d’insieme
del nostro sistema solare.
E qui stiamo ragionando
considerando il caso più difficile.
Perché, ad esempio, Quaoar ha un
periodo di rivoluzione di 285 anni,
molto simile a Plutone, e
un’inclinazione sull’eclittica di soli
7° (quella della Terra è di 24°) .
Tornando al discorso
precedentemente interrotto, va
detto che lo scopritore di Plutone,
l’astronomo Clyde Tombaugh,
avrebbe potuto benissimo, negli
anni Trenta, individuare, piuttosto
che Plutone, un altro o più corpi
celesti della Fascia.
Eris ed il suo satellite Dysnomia
http://www.notiziedalcosmo.storiepoesie.it/articoli/er
is-e-plutone-gli-anelli-di-saturno-lassoluzione-dinettuno-e-urano-toccata-e-fuga
Clyde Tombaugh
http://pdxretro.com/tag/clydew-tombaugh/
Questo non avvenne perché il solo
Plutone, in quel periodo, transitava
sufficientemente vicino alla Terra.
Se fosse stato all’altro capo della
sua orbita non sarebbe mai stato
scoperto. Verrebbe osservato oggi
unitamente a tanti altri corpi celesti
più o meno delle sue dimensioni e
mai considerati pianeti.
Confonti fra le dimensioni di Eris e Plutone
http://link2universe.wordpress.com/2010/10/08/erise-plutone-piu-simili-di-quanto-si-pensava/
La rivoluzione del primo attorno al
Sole dura all’incirca 500 anni, il
perielio (il punto dell’orbita più
vicino al sole) dista poco più di 37
unità astronomiche (una unità
astronomica è pari alla distanza
Terra – Sole) e l’inclinazione
sull’eclittica è di poco superiore ai
44°. Plutone, invece, ha una
rivoluzione di 248 anni, un perielio
di 29 unità astronomiche ed
un’inclinazione sull’eclittica di 17
gradi.
Però, considerando che gli
Anunnaki non sono stati sulla Terra
i classici “due giorni”, ma si è
trattato di un continuo andirivieni
con il proprio pianeta, credo sia
Orbita di Quaoar e altri corpi
transnettuniani
Appare, dunque, strano che i
Sumeri abbiano raffigurato uno solo
http://www.lunarplanner.com/asteroidsdwarfplanets/Quaoar.html
di questi corpi celesti e proprio
Plutone.
Rimarrebbe, in ogni caso,
Sarebbe, in altre parole, davvero
totalmente ingiustificata la
una coincidenza singolare che i
mancanza di segnalazione di classici Sumeri/Anunnaki abbiano
oggetti del sistema solare, come la considerato il sistema solare
Grande Macchia Rossa di Giove, i
esattamente come, e solo per una
Pianeti Medicei etc.
74
settantina d’anni, gli uomini del XX°
secolo (nel 1800 venivano definiti
“pianeti” anche gli asteroidi).
Insomma, il discorso “dimensioni”
appare una vera spina nel fianco
per la teoria di Sitchin.
E sarebbe sbagliato non
considerarlo perché se l’autore del
sigillo sumero si è premurato di
creare un contesto così eterogeneo
(cioè composto da sfere di diametro
diverso), un motivo ci deve pur
essere (in caso contrario mi
sembrerebbe di offendere la sua
intelligenza artistica).
Ma anche se accettassimo l’ipotesi
che si tratti di una semplice
rappresentazione di fantasia, e che
quindi non abbia senso parlare di
“dimensioni” e “distanze”, non è
che la teoria di Sitchin ne esca
rafforzata.
Anzi, considerando che è priva di
appigli sia dal punto di vista
archeologico (non esistono
raffigurazioni del sole in quel tal
modo) che filologico (il testo
presente nel sigillo parla di
tutt’altro), non rimane nulla che la
possa difendere.
E se ne deve essere accorto anche
Sitchin perché una qualche
giustificazione ha cercato di
abbozzarla (ad esempio per la
posizione di Plutone).
Però ritengo che non sia corretto
tirar fuori la “interpretazione
artistica” quando i conti non
tornano e lasciarla, invece, nel
cassetto se comincia a diventar
scomoda.
Altro problema.
Non esiste un solo testo sumero
inequivocabilmente di astronomia,
astrologia e matematica, che citi
pianeti al di fuori dei cinque
tradizionali (Marte, Venere, Giove,
Saturno e Mercurio).
E neanche fra quelli babilonesi, che
li seguirono.
Si potrebbe citare i Testi di GoalYear, dove si parla di grandi cicli
planetari, dove per ogni pianeta
sono elencate le effemeridi secolo
dopo secolo, o del MUL.APIN, una
sorta di compendio di astronomia.
Sette stelle rappresentate, sette
stelle visibili ad occhio nudo (sono
anche chiamate le Sette Sorelle), sei
delle quali che hanno
sostanzialmente la stessa
luminosità apparente (per questo,
probabilmente, i cerchi che le
rappresentano, sono molto simili).
In cieli con eccezionali condizioni di
visibilità se ne possono vedere fino
a dodici.
Però la regola del sette sembra la
più accreditata, non unica, cioè, ma
la più frequente.
Tanto da far affermare al poeta
Ovidio "Quae septem dici, sex
tamen esse solent" e cioè “le quali si
dice siano sette, ma tuttavia sono
solite essere sei”.
Testi di Goal-Year
Questa associazione è, comunque,
http://www.thelivingmoon.com/42stargate/03files/S
molto comune nel mondo antico.
umerian_Astronomy_02.html
Sitchin, al contrario, immagina che
sette sia il numero di pianeti che gli
E questo deve far pensare.
Se, dunque, il “Sole” non è il Sole ed Anunnki abbiano incontrato
entrando nel sistema solare per
i “pianeti” non sono i pianeti,
arrivare alla Terra. Al di la
diventa, allora, inutile porsi la
domanda su che cosa sia il piccolo dell’obiezione che i cerchi
rappresentano stelle e non pianeti,
cerchio considerato da Sitchin il
rimane sempre valida la
Dodicesimo Pianeta.
Teniamo, però a sottolineare che la considerazione che il numero dei
pianeti che compongono il sistema
sua presunta esistenza non è
oggetto della presente trattazione; solare è una convenzione e, come
ciò che si vuole solo sottolineare è tale, mutata e mutabile nel tempo.
Le stelle, però, possono essere
che, in ogni caso, non ha nulla a
rappresentate anche nella forma
che fare con il sigillo VA/243.
classica e a noi famigliare (e così
simile al cosiddetto “Sole” del
Me se gli undici cerchi non
sigillo); entrambe le
rappresentano i pianeti cosa
rappresentazioni possono
possono essere?
coesistere nella medesima opera
Stelle. Io credo che rappresentano artistica.
delle comunissime stelle.
Basti vedere la rappresentazione
sumera del gruppo stellare delle
Pleiadi.
Sigilli con Pleiadi
http://www.sitchiniswrong.com/VA243seal.pdf
75
apparsa bassa sull’orizzonte della
Mesopotamia 5.000 anni dopo, non
potrebbe mai aver destato alcun
tipo di interesse (neppure artistico).
Simboli di stelle
l’ipotesi che il “Sole”, in realtà,
http://complottiamo.blogspot.com/2008/12/sit
Esiste anche un’altra teoria, poco
rappresenti una supernova.
chin-e-la-cospirazione-dei-malefici.html
Ricordiamo che, con tale termine, si conosciuta, proposta dalla rivista di
intende quella immane esplosione astronomia “Sky & Telescope” nel
Viene, allora, da chiedersi come mai stellare che porta l’astro medesimo suo numero di aprile 2000.
In pratica, unendo con una linea
siano state rappresentate delle
a risultare brillantissimo in cielo.
immaginaria i cerchi attorno alla
stelle.
Ufficialmente la prima sicura
stella centrale (vista come Giove) si
Qui cominciano i veri misteri.
registrazione storica di un tale
Potrebbero, simbolicamente,
evento risale al 185 d.C. ad opera di otterrebbe una figura molto simile
alla cosiddetta Teiera del Sagittario.
significare il Concilio delle Divinità astronomi cinesi.
mesopotamiche che era composto, Secondo l’assirologo ed astronomo
appunto, da dodici membri (lo
George Michanowsky, invece, gli
stesso Sitchin, pur in un contesto
antichi Sumeri potrebbero aver
diverso, cita il pantheon delle dodici osservato e raffigurato una ben più
divinità).
antica supernova apparsa nella
Se l’interpretazione è corretta,
costellazione della Vela (la
allora, la grande stella centrale
cosiddetta Vela X).
rappresenta la divinità più
importante che, però, non è il dio–
sole Shamash ma Anu (più tardi
chiamato Marduk).
E la diversità di dimensione dei
cerchi potrebbe riferirsi ad una
scala di valori all’interno del
pantheon stesso.
Ciò, non contrasterebbe, in ogni
caso, con la rappresentazione con il
presunto gesto di offerta (sono,
Articolo Sky & telescope
infatti, raffigurate delle divinità).
http://www.sitchin.com/teapot.htm
Oppure, secondo alcuni, potrebbe
raffigurare la “dodecapoli”, cioè la
Quest’ultima è un asterismo di
lega delle dodici città più
stelle, contenuto, appunto, nella
importanti.
costellazione del Sagittario, che
richiama la forma di una teiera
George Michanowsky
(contenitore utilizzato per servire il
http://www.surfingtheapocalypse.net/forum/in
te).
dex.php?id=205305
E se così fosse stato, nulla può
escludere che proprio questa sia
quanto di visibile nel sigillo Va/243.
Esistono, però, due considerazioni
che fanno escludere tale ipotesi.
La prima è il momento in cui questa
Dodecapoli sumera
http://www.biosferanoosfera.it/scritti/ANTICHE sarebbe stata visibile dalla Terra:
%20CONOSCENZE.pdf
9.500 a.C. (troppo in anticipo
rispetto alla civiltà sumera).
Questa teoria, però, non giustifica la
La secondo è che la debole e
disposizione ad anello attorno ad un
confusa nebulosa, residuo
nucleo centrale.
dell’immane deflagrazione e
Da alcune parti si è avanzata
76
Teiera
http://forzaelettromotrice.wordpress.com/2009/02/
A questa interpretazione si possono
contrapporre facilmente diverse
obiezioni.
La prima è che, unendo i cerchi
presenti nel sigillo e solo con un
grande sforzo di immaginazione, si
può ricavare la forma della Teiera.
La seconda è che non esiste nessun
indizio che, per i Sumeri, questa
parte della costellazione avesse un
interesse particolare.
La terza è che Giove, nella sua
orbita, non scende mai fra le stelle
della Teiera; basta, infatti,
consultare una qualunque tavola di
Effemeridi per notare che la
declinazione di Giove non va oltre i 20° (il Sagittario è – 25°).
E’ pur vero che il pianeta Giove è
astrologicamente assoggettato a
questa costellazione ma,
onestamente, l’ipotesi appare
azzardata e assolutamente non
comprovata (tanto è vero che
presto è finita nel dimenticatoio).
Sitchin, dal canto suo, non si è
lasciato sfuggire l’occasione per
dimostrare l’inconsistenza di questa
teoria.
Ci sarebbe, piuttosto, da chiedersi
come mai non replichi a obiezioni
ben più consistenti e avanzate da
più parti.
A questo proposito ricordo che
alcuni anni or
sono venne pubblicata una lettera
aperta da parte del Dr Michael S.
Heiser sul sito
http://www.sitchiniswrong.com/.
Costui ha un dottorato in ebraico
biblico e antiche lingue
semitiche, un master of arts ed alle
spalle quindici anni di insegnamento
universitario.
In pratica è un esperto, oltre che del
già citato ebraico biblico, anche di
greco biblico, aramaico, siriaco,
egiziano, fenicio, moabita, ugaritico,
accadico e sumero.
Nella citata lettera sono elencate
dieci brevi domande, attraverso le
quali il mittente chiede a Sitchin di
chiarire alcuni aspetti delle sue
teorie.
Una di queste, la numero 7, recita:
"Can you explain why the alleged
sun symbol on cylinder seal VA 243
is not the normal sun symbol or the
symbol for the sun god Shamash?"
che tradotto significa:
"Può spiegare perchè il presunto
simbolo del sole nel sigillo VA 243
non è il normale simbolo del sole o il
simbolo usato per il dio sole
Shamash?"
dubbio, cosa non sia (e cioè il nostro
sistema solare).
Conclusioni
Prima di passare alle conclusioni,
credo sia utile sgombrare il campo
da un equivoco.
Ho letto da più parti che lo stesso
Carl Sagan, noto astronomo e
divulgatore scientifico, scrisse a
proposito del sigillo VA/243.
Sitchin non rispose mai.
Lettera aperta a Sitchin
http://www.sitchiniswrong.com/open_letter.htm
Ora, se è legittimo scegliere di non
rispondere alle critiche (anche se
poco comprensibile), mi sembra
mero opportunismo far fronte solo a
quelle che si smontano da sole.
Mi ricorda un po’ quella nota
pubblicità che chiedeva allo
spettatore se gli fosse piaciuto
“vincere facile”.
Ha sbagliato, in ogni caso, a
considerare il caso della Teiera
come una prova della veridicità del
proprio punto di vista.
Se, infatti, può non essere ben
chiaro cosa il sigillo rappresenti, lo è
invece, al di la di ogni ragionevole
77
Carl Sagan
http://notiziarioufologico.blogspot.com/2011/07
/carl-sagan-e-la-questione-ufo-non-fu.html
E’ vero, lo fece nel suo “Intelligent
life in the Universe”, pubblicato nel
lontano 1966 negli Stati Uniti. E ne
parlò in termini molto possibilisti,
citando chiaramente le parole
“pianeti” e “Sole” (e questo ben
prima di Sitchin nel suo libro “The
12th Planet” del 1976).
E questi fatti, spesso, vengono
considerati come una
dimostrazione che la teoria di
Sitchin non sia “campata per aria”.
Ma pochi sanno (o non dicono) che
nel corso degli anni cambiò
completamente idea, tanto che nel
suo “testamento spirituale”, quale
rappresenta il libro “Il mondo
infestato dai demoni” (opera ormai
introvabile) uscito nel 1997, si
dimostrò alquanto scettico verso
tutto quello che comunemente si
può definire “pseudoscienza”.
Libro: "Intelligent life in the Universe"
Addirittura nella famosa targhetta
da lui ideata e posta sulla sonda
Pioneer 10, destinata a “dare il
benvenuto” a ipotetici alieni
incontrabili nel suo cammino nello
spazio esterno, mise il sumero
come prima fra le 55 lingue
codificate. Inoltre, fra le immagini
presenti, pose fotografie dell’Egitto
e del monte Sinai (luoghi, spesso,
teatro delle vicende sitchiniane).
Targa del Pioneer 10
http://www.astronomia.com/?p=2797&cp=all
Non si tratta infatti di un omaggio ai
nostri presunti “padri fondatori” (gli
Anunnaki) ma il semplice
riconoscimento ad un popolo
(quello Sumero) che rappresenta la
nostra prima civiltà e la cui lingua è
la prima ad avere un cosiddetto
metodo di scrittura (si definisce tale
quando quest’ultima è
rappresentata graficamente con
lettere e segni).
Il fatto, poi, che esistono numerose
incertezze su come vadano
pronunciati i fonemi, toglie
qualunque significato comunicativo
al messaggio.
Riguardo alle fotografie dell’Egitto e
del Monte Sinai non credo che ci sia
necessità di scomodare chissà quale
razza extraterrestre per
giustificarne la presenza. L’Egitto è
stata la sede di un’altra grandissima
civiltà antica, il Monte Sinai è il
luogo dove Dio, secondo la
tradizione, si sarebbe manifestato a
Mosè.
Libro: "Il mondo infestato dai demoni"
La storia del sigillo sarebbe,
dunque, finita completamente
nell’oblio se non fosse stato per
Sitchin.
Qualcuno ipotizza che Sagan abbia
voluto attuare una sorta di
vaccinazione delle masse (“dico una
verità e poi la nego, ma intanto te
l’ho detta”). Mi sembra che la cosa
non abbia molto senso perché
l’episodio è isolato e troppo lontano
nel tempo.
Ma anche il fatto che la lingua
sumera faccia da “apripista” ha un
significato molto meno misterioso
di quanto possa sembrare.
78
Monte Sinai
http://viverelagheula.net/arc.asp?aid=25691&cid=24602
Ma al di là di queste considerazioni
ne sorgono spontanee delle altre.
Sagan non era un archeologo ma un
astronomo. Non poteva, cioè,
conoscere quelle sfumature
simboliche ed artistiche che fanno
parte del bagaglio di conoscenze di
un professionista del settore, cioè di
un archeologo. Ha esternato quello
che appare evidente a molti, senza
nessun filtro ne approfondimento.
Seppur incredibilmente, per un
personaggio di tale calibro, si
potrebbe parlare di un eccesso di
superficialità.
Come potrebbe, infatti, uno
scienziato fare affermazioni così
esplosive e non cercare, in un
qualche modo, di dimostrarne la
consistenza?
Nessun analisi dell’immagine e
nessuna contestualizzazione, infatti.
Si è limitato ad ipotizzare
“esperimenti dell’inconscio degli
uomini dell’antichità per
comprendere e raffigurare un
ambiente talvolta incomprensibile”.
Una sorta di precognizione
collettiva.
Affermazioni molto forti che,
francamente, non possono essere
“date in pasto” ai lettori senza un
adeguato e serio approfondimento.
E deve essersene accorto pure lui
perché successivamente non parlò
più di questa storia.
In ogni caso, credo che indagare
seriamente i “misteri” voglia dire,
innanzi tutto, metter da parte il
cosiddetto “ipse dixit” di pitagorica
memoria.
Non perché lo ha “detto lui” (che sia
Sagan o Sitchin il discorso è il
medesimo) bisogna accettare senza
un adeguato filtro critico quanto
viene detto.
E visto che parliamo di scienziati
riprendiamo il discorso lasciato in
sospeso a proposito di Thomas Van
Flanders (quello della teoria che
prevedeva Mercurio come satellite
di Venere).
Un tipo sicuramente contro
corrente, se ipotizzò anche la
presenza di strutture artificiali su
Marte.
Essendo, poi, molto interessato allo
studio di un possibile Pianeta X, si
occupò anche del nostro sigillo.
Criticò l’interpretazione di Sitchin,
facendo, però, secondo me, ancora
peggio.
Rendendosi conto
dell’inconsistenza delle affermazioni
di quest’ultimo, ma al contempo
affascinato da quello che poteva
significare il sigillo, decise di salvare
“capra e cavoli”. Questo non
avrebbe riportato, cioè, una
raffigurazione del nostro sistema
solare, ma di quello di un’altra stella
…
Esopianeta
http://it.wikipedia.org/wiki/Pianeta_extrasolare
Vediamo, per finire, di sintetizzare i
ragionamenti esplicitati nel corso
del nostro articolo.
L’immagine composta da una stella
centrale e da undici cerchi
difficilmente può rappresentare il
nostro sistema solare.
Primo, perché il Sole non è mai
stato figurato in quel modo (se è
successo perchè Sitchin o i suoi
seguaci non lo mostrano?).
Secondo, per l’incertezza sulla
raffigurazione dei pianeti, in quanto
possono essere rappresentati anche
da immagini stellate (vedi Ishtar,
cioè Venere). Quindi la correlazione
assoluta di Sitchin “cerchio =
pianeta” non sta in piedi (vedi le
Pleiadi in forma circolare).
Terzo, perché le stelle potevano
essere rappresentate anche nella
classica forma stellata (oltre che la
già citata circolare), come il
79
cosiddetto “Sole”.
Quarto, perché esistono troppe
incongruenze fra la struttura reale
del nostro sistema planetario e
quanto rappresentato.
Quinto, perché nè l'archeologia (in
nessun documento si parla di
pianeti, al di là di quelli noti
nell'antichità), nè la filologia (nel
sigillo si scrive di tutt'altro) e
neppure la scienza astronomica,
argomento, comunque, non
trattato nel presente
articolo, offrono supporto alla
teoria in questione.
Sesto, perchè Sitchin non è mai
stato in grado di rispondere alle
obiezioni sollevate.
Quindi, al di là dell’apparenza visiva,
credo che non vi sia nulla che porti
concretamente in quella direzione,
perché i dati a disposizione o sono
contrari o di dubbia
interpretazione.
Ritengo, realisticamente, si tratti di
stelle.
Stelle, forse dal significato
allegorico.
La figura del sigillo potrebbe
rappresentare, per numero
componenti e valore simbolico, il
pantheon sumero o le città più
importanti della nazione, o tutte
due.
Ma si tratta di ipotesi tutte da
comprovare.
E ancor di più la teoria della “teiera”
e della supernova.
Così come rimane incerto, a mio
avviso, il significato delle tre figure
umane presenti sul sigillo (anche se,
nel nostro contesto, la cosa può
apparire irrilevante).
Divinità? Uomini e dei?
Potremmo riassumere il tutto con
questa frase: nel sigillo non è
rappresentato il nostro sistema
solare, vi sono probabilmente delle
stelle ma non sappiamo bene che
cosa ciò significhi.
Un’ultima cosa, se si osserva
attentamente il sigillo in questione
si può notare, fra il cosiddetto
“offerente” e l’ ”uomo seduto”, un
piccolo ed isolato cerchio.
corpi del sistema solare di cui solo
ora l’astronomia è venuta a
conoscenza?
Ma a guardar bene è presente un
altro oggetto … ed è campanulato!
Altro strano oggetto nel sigillo VA/2432
Strano oggetto nel sigillo VA/2432
Non ricorda il classico disco
volante?
Di cosa si tratta? Mistero …
Che si tratti, allora, di un’astronave
Però, a pensarci bene, potrebbe far nibiriana in fase di avvicinamento
sballare, qualora ce ne fosse ancora alla Terra?
bisogno, l’assioma “sigillo = sistema A sedersi attorno ad un tavolo, di
solare”.
misteri, se ne tirano fuori fin che si
Perché il “tondino” è per tutto
vuole…
uguale ai suoi simili disposti attorno
all’immagine stellata.
Un altro pianeta, dunque?
Bibliografia
Ma non dovevano essere dodici?
Il dodicesimo pianeta – Zecharia Sitchin –
Che i Sumeri, in barba a Sitchin e
Edizioni Mediterranee
agli Anunnaki, avessero scoperto
Il pianeta degli dei – Zecharia Sitchin - Piemme
80
La genesi – Zecheria Sitchin – Piemme
Le astronavi del Sinai – Zecharia Sitchin –
Piemme
Guerre atomiche al tempo degli dei – Zecharia
Sitchin – Piemme
Gli dei dalle lacrime d’oro – Zecharia Sitchin –
Piemme
Gli architetti del tempo – Zecharia Sitchin –
Piemme
Il codice del cosmo – Zecharia Sitchin – Piemme
Il libro perduto del dio Enki –Zecharia Sitchin –
Piemme
La Bibbia degli dei – Zecharia Sitchin - Piemme
Il giorno degli dei – Zecharia Sitchin – Piemme
L’altra Genesi – Zecharia Sitchin – Piemme
Quando i Giganti abitavano la Terra – Zecharia
Sitchin - Piemme
L’ultima profezia – Zecharia Sitchin - Piemme
Il mondo infestato dai demoni la scienza e il
nuovo oscurantismo – Carl Sagan – Baldini &
Castaldi
Schiavi degli dei – Biagio Russo – Drakon
edizioni
All’alba della civiltà – Gorge Michanowsky – Siad
Apocalisse dallo spazio – Luca Scantamburlo –
Lulu.com
http://it.wikipedia.org/wiki/Zecharia_Sitchin
http://www.angelismarriti.it/images/akkad3.jpg
http://www.cifas.net/ricerche/QUESTIONI_CELE
STI.pdf
http://www.altrogiornale.org/news.php?extend
.120
http://it.wikipedia.org/wiki/Fascia_di_Kuiper
http://it.wikipedia.org/wiki/Pleiadi_(astronomia
)
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http://wapedia.mobi/it/Lingua_sumera?t=3.#3.
http://www.sitchin.com
http://www.edicolaweb.net/arca009g.htm
http://digilander.libero.it/diogenes99/Babilones
i/Babilonesi.htm
http://miaplacidusedaltriracconti.blogspot.com
/2011/02/un-sistema-solare-con-sei-pianetisi.html
http://www.sitchiniswrong.com/
CONFESSO, HO VIAGGIATO
di Noemi Stefani
ROMEO, GIULIETTA E...
È ancora marzo.
Viaggio sulla statale che mi
riporta a casa dopo un week end
di quasi primavera che è già
finito, giusto il tempo di arrivare
e poi si riparte.
Acqua e neve picchiettano sul
vetro del lunotto anteriore e con
gli occhi seguo distrattamente il
va e vieni del tergicristallo
mentre spazza di lato piccoli
grumi di ghiaccio.
Qualche giorno lontano dalla
normalità per cambiare aria, per
respirare quella frizzante di un
vento sottile che arriva
improvviso e ti sorprende
sibilando profumo di montagna.
Le cime sono ancora tutte
sbiancate dalla neve che si
ritirerà soltanto verso la fine di
maggio finché il sole la scioglierà
del tutto.
Pian piano cambieranno i
marroni e i grigi e risplenderà il
verde tenero dei prati costellati
di primule. Poi verrà il giallo
solare dei denti di leone e sul
prato spunteranno i crocus,
bianchi e azzurri con le
campanule color pervinca. Il
ronzio delle api farà da
accompagnamento al verso
dell’aquila che, volando
81
altissima, attraverserà la vallata.
Con le ali spalancate sfrutterà le
correnti d'aria ruotando intorno
alle cime dei pini, pronta a
fiondarsi improvvisamente a
terra a caccia di prede.
Come dicevo, stavo tornando a
Milano e con la mente
ripercorrevo un altro viaggio di
parecchi anni fa.
Succede spesso. Il viaggio è
lungo, noioso, e così, tanto per
ingannare il tempo, uno pensa.
Ricordavo un viaggio con i figli,
diversi anni fa. La piccola voleva
andare a Verona perché si era
innamorata della storia di
Giulietta e Romeo.
Aveva letto il libro, visto il film, e
desiderava conoscere i luoghi
della storia. Forse incominciava a
scoprire dentro di se l’indizio che
preannunciava la sua crescita
imminente. Forse l’amore per un
compagno di scuola, un
sentimento fatto di sguardi e
timidi sorrisi, un bene della
stessa sostanza dei sogni.
Le mamme lo sanno, non c’è
bisogno di parole. Sanno che è il
ciclo della vita che si ripete e
sorridono, anche se è un sorriso
triste, che sa di perdita e di nido
vuoto.
Eravamo partiti in treno, e poi
con calma siamo andati verso
Piazza delle Erbe, che forse è
ancora oggi il punto di ritrovo più
famoso di Verona.
Una bella giornata di sole in
pieno inverno. Ricordo che ci
siamo fermati vicino all’Arena a
mangiare un boccone per
prepararci a quello che sarebbe
stato il nostro vero obiettivo.
Visitare la casa di Giulietta.
Prima un salto alla chiesa, dove
dicono che andasse a pregare
accompagnata dalla sua nutrice.
Mi incuriosisce una strana
acquasantiera, come vedrete
dalla foto. Un uomo è chinato,
curvo a portare il peso dell'acqua
santa (o forse, è il peso della
chiesa cattolica, così gerarchica e
piena di orpelli).
Entriamo in un portone scuro e si
intravede la casa di Giulietta.
Ecco, secondo la storia, il famoso
balcone da cui si affacciava per
chiamare il suo Romeo.
Se non ricordo male, l’interno
non aveva nulla di particolare, a
parte le finestre a bifora e gli
interni totalmente ristrutturati.
Ma in fondo alla scala ci accoglie
e non poteva mancare il vero
protagonista, colui che rese
immortale questa storia.
Il grande Shakespeare.
Visitata la casa, andiamo dove
pare sia stata sepolta Giulietta.
Era la tomba di famiglia, e il suo
sepolcro di marmo rosa si
distingue subito perché la gente
sosta in silenzio. Si sente quasi
solo il respiro delle persone che
sussurrano e parlano a bassa
voce. Vengono da tutto il mondo.
Arrivano qui e lasciano un fiore,
una lettera, un biglietto con una
promessa d’amore, oppure una
richiesta perché l'amore arrivi
presto.
Chissà se è una storia vera.
D’istinto faccio una cosa che non
si dovrebbe fare.
Mi siedo con la schiena
appoggiata alla tomba e chiedo a
Serafino se ha qualcosa per me.
82
Non è solo curiosità la mia.
È ricerca del vero.
Quello che arriva, arriva (se
arriva).
Recupero carta e penna e
aspetto.
Libero la mente e la mia mano
inizia lentamente a tracciare
segni e parole.
<Abbiamo sentito con quanta
tristezza avete ascoltato quelle
esperienze. Sappi che si sono
amati davvero.
Adesso sono ancora separati.
Non si può spezzare una vita!
Nemmeno per amore.
E neanche per disprezzo.>
Poi improvvisamente la
calligrafia cambia, sento
un’energia diversa. Diventa più
sottile, svolazzante, agile e
veloce e capisco. Non è più
l’Angelo che parla.
<... Giulia… no… Ero troppo
infelice. Noi ci amavamo.
Solo quel poco tempo varrebbe
una vita.>
So che si rivolge a mia figlia che
ha più o meno l’età che lei aveva
quando è morta.
<… Sappi aspettare. L’amore sarà
come salire su, io non saprei
dove. Sappi che forse verrà anche
per te e sarà bellissimo. Taci con
le tue amiche. Loro sono solo
gelose se tu sei felice.
Non vedo Romeo. Qui sento solo
salmi e sermoni.
Adesso posso salutarti, sono
contenta di saperti amica. Addio,
noi ci risentiremo se vorrai,
addio. Vi sarò vicina con amore.>
Non avrei mai sperato tanto...
Se era lei, e sento che era lei... ci
aveva parlato con la freschezza
dei suoi pochi anni.
Erano così giovani e innamorati.
Un destino crudele li ha travolti e
portati a sbagliare, scegliendo la
morte.
Chi si toglie la vita oppure la
toglie agli altri, poi ne paga le
tragiche conseguenze.
Tutto secondo il Creatore deve
avere un ordine preciso
nell'Universo, e tutto viene
regolato dalla legge del KARMA.
Ma quello che è più terribile, il
loro sacrificio non è servito a
nulla. Sono destinati a restare
separati anche nell’Aldilà, e forse
per sempre.
La vita è sacra.
Ogni istante è parte che deve
restare percorso esatto e seguire
una esatta esperienza.
Anche un viaggio, noioso se è
pieno di ricordi, lascia un sorriso
sulle labbra.
Il mio viaggio dentro al viaggio
svanisce mentre passo il casello
d’uscita dell’autostrada.
Manca poco, un paio di rotonde
e di curve.
Quasi a casa.
Mi sfugge un altro sorriso.
Sono nel qui e ora, ma la mia
mente può andare dove vuole e
quando vuole...
Finché il Signore lo
vorrà.
83
ALTRE VERITA’
di Alateus
Dimenticare Dio
L'ateismo non è una "fede" e non si
propone di fare opera di deconversione, di de-cristianizzazione,
di de-islamizzazione o di altro.
Semplicemente l'ateismo ignora il
concetto di dio e rifiuta tutte le
falsità che sul suo conto, nel corso di
millenni, sono state astutamente ed
ingannevolmente diffuse da gruppi
di astuti parassiti che, in suo nome,
si sono attribuiti titoli quali: padre,
iman, rabbi, guru ed altre vuote
qualificazioni del genere.
L'ateismo è una forma di
ragionamento razionale che si
oppone, da millenni, alla truffa
perpetrata dai "furbi" ai danni di chi
non è in grado, o non vuole,
ragionare. L'unico dio, se così si può
chiamare, è la vostra innata
coscienza; è la vostra capacità di
vivere in seno alla società alla quale
appartenete,
rispettando
ed
evitando di danneggiare il vostro
prossimo. Tutto qui.
L'incontrastabile ed assoluto potere
della morte e la conseguente paura
che essa genera in tutti gli esseri
animati (istinto di conservazione) è
stato la fonte di tutte le religioni.
L'idea insidiosamente indotta dai
preti
sulla
esistenza
e
sull'immortalità
dell'anima
ha
resistito e si è diffusa solo perchè
sopiva, in parte, il timore (istintivo)
della
morte
e
soddisfaceva,
artatamente, ad una illusione molto
potente coltivata dalla presunzione
stessa degli uomini: un desiderio
assurdo di immortalità: il desiderio
di essere "ricordati". Ricordati da chi
e perchè? Mettiamocelo bene in
testa: solo pochi uomini che hanno
lottato per il trionfo della scienza,
del razionalismo e l'affermazione
delle arti (Newton, Copernico,
84
Galileo, Shakespeare, Lavoisier,
Einstein, Mozart, eccetera) hanno
conquistato il meritato diritto di
essere ricordati. Solo loro e… alcuni
altri brutti ceffi che si sono distinti
negativamente per le loro opere
devastanti
e
per
i
loro
comportamenti che hanno oscurato
le pagine della storia: da Attila a
Gengis Khan, a Carlo Magno, a
Hitler, Stalin, Costantino I… e altri
gentiluomini di questa risma.
Dobbiamo abituarci a pensare che la
morte non è niente per noi, perchè il
bene e il male risiedono nel senso e
la morte è la privazione del senso.
Perciò la giusta consapevolezza che
la morte non è niente per noi ci
rende apprezzabile la caducità della
vita, non prolungandone il tempo
all'infinito ma togliendoci il desiderio
dell'immortalità (Epicuro). Come si
può
credere
seriamente,
tranquillamente a un "aldilà" di cui
non si conosce nulla?
I riti funerari, secondo Voltaire, sono
solo dei gesti consolatori.
Un modo di onorare il defunto e, nel
contempo, di sbarazzarsi del suo
ingombrante cadavere, secondo
modalità, rituali e costose abitudini
che i vostri vicini di casa e una
"interessata,
ricca
industria
funeraria" si aspettano da voi.
Domandatevi: perchè gli uomini
dovrebbero avere un'anima e il
vostro cane, o il vostro gatto, no?
Chi sono i furbi che l'hanno deciso
per voi? Si è persino cercato
astutamente
di
"dimostrare"
l'esistenza dell'anima, basandosi sul
fatto che, qualche volta, una
persona defunta possa apparire in
sogno. Esiste una ben orchestrata
confusione tra il concetto di anima e
quello di una "pesante digestione
notturna". Diciamolo ancora e più
chiaramente: dio non esiste, non è
mai esistito e non esisterà mai; non
è luce, non è ispirazione, non è
regola sacra; non esistono regole
dettate e allineate a una sua
presunta e imposta condotta di vita
e di comportamenti.
"La natura basta a sè stessa" e
quindi non ha bisogno di queste
regole assurde.
Dio è solo una favola; è il mostruoso
caos intellettuale che i preti vi hanno
scaricato addosso insidiando il
vostro pensiero con capziose,
quanto inutili domande: chi siamo,
perchè siamo, da dove veniamo,
perchè esiste il mondo, ben sapendo
che nessun intelletto umano
(proprio perchè di questo mondo è
parte) può dare loro risposta e
quindi facilmente riducibile in fertile
terreno per il loro parassitismo.
Nella storia dell'umanità dio è solo
un grande imbroglio, uno strumento
di comodo, una nozione affiorata e
maturata dagli imbroglioni in tempi
relativamente recenti, all'inizio del
III millenio prima dell'era volgare.
In fondo dio è un grande ritardatario
se vogliamo dare un peso all'incerto
e ingannevole concetto di tempo,
legato al breve scorrere della vita
umana, ma privo di significato se
rivolto alla realtà dell'universo.
L'idea
del
dio
unico
(grammaticalmente forma singolare
di "dei") è nata da un naturale, quasi
impercettibile,
passaggio
da
primitive forme di magia spicciola,
esorcizzante (coltivata da sciamanistregoni) a forme più evolute, ma
non meno bugiarde di pensiero,
indotte dai furbi e poi riprese da
"astuti
ebrei"
che
sono
disinvoltamente passati dagli Elohim
(spiriti), ad El (demiurgo?), ad Eloi,
ad Adonai per poi accomodarsi
definitivamente
e
altrettanto
disinvoltamente su Yhwh.
Provate dunque a chiedervi dov'era
dio, prima del III millennio a.e.v.
(ante era volgare, ndr); prima che
fosse inventato cinquemila anni or
sono. Durante la sua esistenza
l'uomo segue determinate regole
che nascono dal fatto stesso di
dover convivere con i proprii simili,
di collaborare con loro facendo
attenzione a non crearsi troppi
problemi di convivenza. In fin dei
conti l'uomo è un animale sociale
che deve confrontarsi con il suo
prossimo evitando particolari motivi
di attrito; gli eventuali attriti
vengono risolti mediante le leggi e le
norme di comportamento che
l'uomo stesso si è date, senza
scomodare nessun dio.
Già intorno al 1770 a.C., ci aveva
pensato Hammurabi che, tenuto
conto delle esigenze sociali dei suoi
tempi, formulò il primo codice della
storia dell'umanità.
Quando il fantomatico Mosè (o chi
per
lui)
disse,
nel
primo
comandamento "Non avrai altro dio
al di fuori di me", era perfettamente
cosciente di gettare le basi per la più
grandiosa truffa mai operata ai
danni del genere umano del mondo
occidentale.
Affermare "non avrai altro dio al di
fuori di me" è una regola che
affonda le sue radici nella paura dei
sempliciotti e, quindi, una legge
fatta da scaltri individui, che
sfruttano questa paura, e perciò non
è attribuibile a nessuna particolare
divinità.
Thomas Jefferson, a suo tempo,
85
affermava che parlare di esistenze
immateriali significa parlare di nulla.
Dire che l'anima umana, gli angeli,
dio sono immateriali significa dire
che non sono nulla e che non ci sono
nè dio, nè gli angeli nè l'anima.
Constatazione che dovrebbe essere
abbastanza ovvia, ma che non ha
impedito, nel corso dei millenni, a
capziosi parassiti, ammantati di falsa
saggezza e di prosopopea, di
elaborare quella enorme sciocchezza
nota come teologia, non scienza,
non disciplina e non filosofia che è
servita a dare una base falsa ed
inconsistente sulla quale perpetrare
l'inganno a danno di poveretti
succubi di ancestrali paure e della
loro ignoranza.
Alcuni chierici, o pseudo filosofi, si
sono affannati anche a dimostrare,
con tortuosi giri di parole, l'esistenza
dell'inesistente.
Dopo
essersi
inutilmente
affaticati
su
argomentazioni speciose quali quella
cosmologica, quella ontologica,
quella teleologica o quella di natura
morale e sulla nozione assai relativa
e inconsistente di bene e di male,
alla fine si sono resi conto della loro
impotenza e hanno cercato di
ribaltare il problema: se è vero che
l'esistenza di dio non è dimostrabile,
allora è anche vero che non è
dimostrabile la sua inesistenza.
Argomentazione di comodo; una
trappola nella quale sono caduti
parecchi studiosi scettici i quali non
hanno
tenuto
conto
che,
razionalmente
parlando,
la
dimostrazione compete a chi
afferma qualcosa e non a chi la
nega.
Già ai suoi tempi Euclide aveva
messo in chiaro che "Ciò che è
affermato senza prova, può essere
negato senza prova".
La premessa, falsa, che dio esiste è
la base fondamentale per l'esistenza
di diverse forme di religione. Ma se
questa premessa viene a mancare,
che altro resta? Per fortuna, già dal
XVIII secolo, il Barone d'Holbach, con
la sua opera "Il Buon Senso", ha
posto fine a queste assurde
affermazioni. Bisogna purtroppo
constatare che il buon senso è di
pochi.
Ricordatevi sempre di Seneca: la
religione è vera per la plebe, falsa
per il saggio e redditizia per quelli
che ne fanno un mestiere.
Perciò mangiate, bevete, fumate,
fate all'amore nei limiti di un
responsabile comportamento ma,
soprattutto, non versate soldi alle
chiese ingorde e parassite che
chiedono continuamente il vostro
supporto. A tutte le vostre azioni c'è
un limite ragionevole che dovete
razionalmente percepire, al di fuori
della insidiosa morale.
Godetevi al meglio questa vita che la
natura vi ha casualmente assegnato.
Non dovete aspettarvi nulla dopo la
morte; il vostro spirito vitale non
andrà da nessuna parte esattamente
come quello di un topo, di un cane,
di un bue o di qualsiasi altro essere
animato.
Dopo il movimento illuminista del
Settecento, dopo il comunismo, il
liberalismo
e
il
positivismo
scientifico
dell'Ottocento,
s'è
affermato, dall'inizio degli anni
Sessanta del secolo scorso, il
grandioso, anche se ancor confuso,
movimento della "New Age", dando
vita ad una estesa forma di
controcultura che si è (finalmente)
opposta allo stagnante e melmoso
immobilismo culturale imposto, da
sempre, da una fradicia casta
sacerdotale che ha preteso, per
millenni, di porsi come unico tramite
tra l'uomo e il "divino". Soprattutto
è stata ampiamente rigettata l'dea
balzana del dio creatore dal nulla.
Oggi l'uomo tende finalmente ad
accorgersi che è stato lui a creare
dio e non dio l'uomo (Feuerbach) ed
a considerare se stesso e il suo
intelletto come il solo e vero aspetto
"divino" e "sacralizzare" la propria
unica, inimitabile e insostituibile
personalità.
E dobbiamo anche dire che Internet,
pur con tutti i suoi difetti e le sue
inevitabili storture, ha dato un
significativo contributo nel far
colloquiare gli uomini tra loro senza
l'ingannevole
e
occhiuta
interpretazione del prete.
La corrosione delle cariatidi religiose
del passato, operata da Internet, è
imponente.
A ogni modo non è questa la sede
per rinfocolare un dibattito di
questa natura.
Lo scritto “Il breviario degli
atei”
(http://www.alateus.it/
breviario.htm) si propone solo di
analizzare e criticare, nei limiti del
possibile, uno dei prodotti più
nefasti derivato da questi concetti:
la religione cristiana e tutte le sue
infinite storture. Questo non
significa che le altre credenze (islam,
ebraismo, eccetera) siano meno
corrotte, perverse o criticabili del
cristianesimo; indagare sulla loro
natura è solo una questione di
tempo, di studio e di disponibilità.
Ogni religione porta in sé i germi
della propria dissoluzione; quante
religioni del passato si sono dissolte
nel nulla per questo salutare effetto
di autodistruzione? E anche qui è
solo questione di tempo. In questi
ultimi anni abiamo assistito alla
nascita di nuove strane credenze
come quella del dio "Cargo" (il dio
Aeroplano) accaduto nell'isola di
Tana (Oceano Pacifico), ma quello
che oggi appare ancora più
divertente e sintomatico è la nascita
(almeno in Europa) di un nuovo
culto, quello del Dio Pallone. Non è
uno scherzo. La chiesa ha già
manifestato segni di insofferenza,
(con Giovanni Paolo II) verso i
(tiepidi) fedeli che disertano il
Tempio a favore dello Stadio
(sottraendo indirettamente quattrini
alla chiesa). D'altro canto abbiamo
chiare manifestazioni che questi
nuovi adepti (i tifosi) si comportano
con la stessa furia devastatrice, la
stessa
insofferenza
che
ha
caratterizzato i primi giudeo-cristiani
e poi la chiesa stessa nel corso dei
secoli. L'intrallazzo finanziario è
comunque sempre lo stesso e
imponente; pare che l'iniqua
ripartizionesi della rapina dell'otto
per mille non basti ancora per
spennare i polli. Occorre però tenere
nel debito conto che le attuali
religioni, in generale, e il
cristianesimo in particolare, sono
istituzioni ancora troppo radicate e
ricche per poter pensare di
eliminarle
in
un
tempo
relativamente breve. Resta il fatto
che l'ebraismo, il cristianesimo e
l'islam saranno nel tempo destinati a
dissolversi
quasi
contemporaneamente essendo, tutti
e tre, basati sulle stesse assurde
menzogne del "Libro". Fino a
quando esisterà gente, incapace di
ragionare, che crederà in un qualche
comodo Dio, anche Dio continuerà
ad esistere. Il bisogno di credere nel
fantastico (qualsiasi cosa di tipo
consolatorio, proposta con una certa
enfasi) è una delle peggiori tare del
genere umano che preclude, nella
mente di molti, la capacità
elementare di formulare un qualsiasi
pensiero razionale.
Le religioni, come il comune
raffreddore, sono ormai diffuse in
tutto il mondo (D.Dennet).
Questo però non impedisce di
curarci, di prendere l'aspirina, in
attesa che qualche potente vaccino
riesca a debellare definitivamente il
vibrione della stupidità umana.
Dio è un prodotto dell'ignoranza che
la scienza va lentamente e
inesorabilmente sgretolando; è un
concetto molto redditizio per pochi
ma che perpetua la servitù di molti.
Viviamo
perciò
serenamente
dimenticandoci di dio.
UNA NUOVA RIVISTA DIGITALE IN DOWNLOAD
GRATUITO DAL PORTALE
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86
IL TERRORE PER LA MUTILAZIONE
DI ANIMALI È DIFFUSO E GLOBALE
di Naomi Semeniuk
Traduzione a cura di Carla Masolo
Avremmo voluto corredare questo
articoli dell’amica Naomi, con molte
più immagini e rendere così più
vivido il lato violento di questo
fenomeno, qualsiasi opinione se ne
possa avere. Ma si sarebbe incorsi in
una piccola galleria degli orrori che
qualcuno avrebbe potuto mal
sopportare. E’ strano infatti, o forse
non lo è, che impressioni quasi più
immagini di animali mutilati che
altre magari riguardanti esseri
umani. Qualche numero fa
pubblicammo un articolo su alcuni
supposti casi di mutilazioni umane e
devo ammettere ebbi meno
problemi a pubblicarle. In ogni casi
a chiunque interessi la questione
trovare decine di immagini è cosa
più che facile tramite a
l’onnipotente Google. Buona
lettura.
Gianluca Rampini
Ricerca sulle mutilazioni
Nel mondo in cui viviamo, la parola
terrore assume i contorni di molteplici
forme e si trasforma in svariate figure,
nessuna delle quali certamente
interessa il pubblico medio, quel tipo
di persona che conduce uno stile di
vita necessariamente preordinata il
cui scopo,nella maggior parte dei casi,
è quello di far quadrare il bilancio
familiare. La questione della
mutilazione di animali è stata un
argomento tenuto segreto, o per
meglio dire segregato, vietato nei
mezzi di comunicazione pubblica.
Fanno eccezione il canale “History
Channel” e naturalmente la rete.
Linda Moulton Howe, giornalista
premiate per il suo documentario “An
alien harvest” gestisce un sito,
www.earthfiles.com che segue molto
da vicino questo argomento.
Ultimamente si è aggiunto anche il
87
sito di Phil Hoyle, www.apfu.org,
dedicato esclusivamente a questo
“problema”, sito ricco di
documentazione.
Grazie a questi “speciali” investigatori
e ricercatori del paranormale come
Linda Moulton Howe e Phil Hoyle, con
i rispettivi siti web e le preziose
ricerche in continua espansione, l'
intero fenomeno della mutilazione di
animali viene sondato ed esplorato
con una solida microscopica lente d'
ingrandimento , in cui nessun fatto è
lasciato inosservato né alcun dato è
rimandato a qualche errata,
convenzionale o prosaica
spiegazione.
La straordinaria ricerca sugli UFO
svolta da George Filer e le newsletters
dell'intera gamma del soggetto UFO
sono importanti perchè fanno
riferimento all'instancabile incessante
ricerca di Phil Hoyle sulle mutilazioni
di animali in ogni parte del mondo.
Ecco la Howe in una delle sue investigazioni
risposte insindacabili e definitive per
queste mutilazioni. Anche la legge, o
per meglio dire i suoi rappresentanti,
dovrebbe assumersi delle
responsabilità e concorrere alla fine di
tali fenomeni.
È necessaria una Commissione di
indagine
Ampio riconoscimento e coraggio
nell'esplorare le mutilazioni di animali
assieme a Linda Moulton Howe spetta
al sito www.unknowncountry.com di
Whitley Streiber.
Valide sorgenti di dati
Tali siti dovrebbero essere presenti
nell' archivio di ogni team di
ricercatori, perché in mancanza di
essi, l'argomento delle mutilazioni
animali sarebbe una lavagna vuota e
ciò significherebbe vivere nella totale
ignoranza sul tema delle mutilazioni di
animali che non sono assolutamente
da considerarsi morti normali e
nemmeno possono essere attribuite
all' opera di animali, in cerca di
carcasse, o a chissà quali culti satanici;
questa è una questione prioritaria,
persino nel mondo dei cosiddetti
fenomeni ad elevata stranezza.
Hoyle, lo Sherlock Holmes di questo
campo, è sempre stato un
investigatore tenace e professionale
che da sempre cerca di smuovere
l’opinione pubblica su questo
argomento. Il lavoro di Linda Moulton
Howe e le immagini di lei seduta
accanto a molte mucche mutilate,
mentre prende appunti facendo
osservazioni empiriche, sono la
perfetta rappresentazione di un
ricercatore che non abbandona mai le
indagini ed insiste fino in fondo, fino
alla giustizia per le terribili morti di
questi animali orribilmente
assassinati.
Molti dei testimoni che Linda Moulton
Howe ha intervistato, hanno potuto
assistere alla presenza di velivoli di
colore argenteo, apparsi appena
prima delle mutilazioni animali, il che
aggiunge l’ipotesi extraterrestre a
questo pantano, ormai di proporzioni
globali. Sono emerse testimonianze di
mucche che vengono attirate ancora
vive tramite un raggio di luce da un'
astronave UFO, e molti della comunità
UFO ipotizzano che i responsabili
possano essere gli Zeta, una specie di
esseri extraterrestri, piccoli e grigi.
Secondo il Dr. Steven Greer, fautore
del Disclosure Project, le mutilazioni di
animali sarebbero una possibile
tattica di terrore dai connotati
totalmente umani. Su questo le
opinioni dei ricercatori differiscono,
ma la verità dei fatti non può essere
cambiata e si devono individuare
Nessuno di questi professionisti
propone teorie; essi promulgano
sostanzialmente la circolazione delle
informazione, su fatti che sono ormai
noti ma ignorati. Si sarebbe forse già
dovuta attuare da tempo una
commissione indipendente, non
governativa, per il monitoraggio e la
prevenzione delle mutilazioni. Il
Colorado dovrebbe diventare il
quartier generale leader a livello
nazionale di una tale commissione
negli Stati Uniti. Gli allevatori NON
dovrebbero avere paura di parlare e
raccontare quello che hanno provato.
Non sorprende come siano stati in
qualche modo messi a tacere, visto
che a Washington DC non c'è mai
stata neanche una protesta sulle
mutilazioni di animali. Linda Moulton
Howe sarebbe la leader perfetta dell'
organizzazione e la rete televisiva
Open Minds presterebbe la propria
credibilità a questo argomento
estremamente scioccante, argomento
che è stato deliberatamente eliminato
dai media, allertati di non trattarlo e
di lasciarlo morire. In Inghilterra, nel
2001, è stata fondata la Animal
Pathology Field Unit da Phil Hoyle che
si occupa di investigare
tempestivamente questi genere di
casi, che si presentino nel loro raggio
d’azione.
assomigliano ad un furioso tornado,
anarchico e senza pietà. Purtroppo
non s' intravede alcuna giustizia per
questi animali mutilati, assassinati in
modo così orrendo nelle più insolite
ed inusuali circostanze. Circostanze
che sfuggono ogni spiegazione
convenzionale. Se non riusciremo a
catturare i carnefici, a dare loro un
volto e ad individuare il loro “modus
operandi” non sarà possibile porre un
termine a questi eventi. Se le Nazioni
Unite possono annunciare al mondo di
avere un “OOSA-UN”, un dipartimento
d' affari dello spazio esterno, dedicato
alla questione extraterrestre ed altri
eventuali problemi dello spazio a capo
del quale c'è l'astrofisica malese
Maztlan Othman, non sarebbe illogico
pensare alla creazione di una
commissione non governativa delle
Nazioni Unite sull' intera questione
delle mutilazioni animali.
Il Remote Viewing per catturare i
carnefici
Per provare a risolvere un problema
decisamente “non convenzionale” si
potrebbe utilizzare un metodo
altrettanto non convenzionale: il
Remote Viewing. ( ndr: La visione a
distanza è una tecnica di spionaggio
psichico il cui studio ed impiego da
parte della CIA è stata confermata da
diversi documenti ufficiali ottenuti con
il Foia).
Un’ unità di remote viewing
addestrata a dovere, ad esempio dal
colonnello Morehouse, potrebbe
presto portare alla cattura di uno dei
mutilatori di animali, per lo meno
potrebbe dare alcune indicazioni sulla
loro identità e sui luoghi di questi
delitti. Si potrebbe venire a
Non si può sempre attribuire la causa conoscenza in breve tempo delle
coordinate di una mutilazione animale
delle mutilazioni agli animali
programmata e forse anche la
necrofagi
destinazione delle parti mutilate,
estratte dagli animali. Il remote
Le spiegazioni convenzionali non
viewing è l' arte marziale della mente
bastano più e molte notizie di
con la quale si possono trovare
mutilazioni di animali sono state
persone scomparse, identificare
nascoste da innumerevoli rapporti
luoghi ed eventi senza muoversi dalla
falsificati nei quali la colpa è stata
artificialmente attribuita agli animali propria poltrona. I remote viewers
sono riusciti a visualizzare in modalità
che si nutrono di carogne ma non si
remota perfino il pianeta Marte, ma
direbbe che sia questo il caso.
anche altri mondi, altri luoghi al di
Nessuna specie di animali ne è
fuori del nostro pianeta. Ne consegue
immune e gli stati del Colorado,
Montana, Nuovo Messico, Wyoming, che sarebbe anche possibile
determinare se la matrice dietro il
Utah, Arizona ed altri ancora , sono
fenomeno delle MAM ( ndr: acronimo
tutti stati aree, nelle quali si sono
ripetute con molta frequenza.
L’aspetto globale della questione è
allarmante perché tende ad escludere
l’episodicità di questo fenomeno,
dando adito al sospetto che dietro vi
sia una qualche forma di
organizzazione. Queste stranissime
morti , veramente anomale, unite all'
invincibilità assoluta di questi così
anomali carnefici, che riescono
sempre ad assaltare i ranch di tutta l'
America e del mondo intero,
Presunta immagine di una mucca prelevata verso il cielo
88
Gruppi di animalisti
inglese per Mysterious Animal
Mutilations ) sia terrestre oppure no.
Purtroppo per quanto ne sappiamo
non esiste alcun programma di
Remote Viewing sulle mutilazioni di
animali ma varrebbe assolutamente la
pena che vi fosse. Se i reparti militari
si occupano di questo, allora ci
dovrebbero essere anche altre
agenzie a svolgere indagini, con un
pettine a denti fini , a controllare
tutto con il microscopio, mettendo
responsabilità e motivi, in cima a una
lista di priorità nell' agenda della
giustizia in corso.
Il ruolo degli elicotteri neri
Una squadra di remote viewers, come
quella di cui faceva parte il colonnello
Morehouse e remote viewers alla
stregua di Joe McMoneagle,
potrebbero riuscire perfino ad
individuare il luogo in cui siano diretti
e da dove provengano i silenziosi ed
enigmatici elicotteri neri collegati alle
mutilazioni di animali. Oppure persino
dove vadano a finire tutte quelle
rimozioni chirurgiche che avvengono
senza nessuno spargimento di sangue
,tipo lingue, genitali, mammelle, altri
organi, orecchie, ecc., asportate con
uno schema classico, caratteristico di
questo fenomeno, dato che si
verificano immancabilmente senza
una minima impronta, nessuna traccia
di veicoli e nessuna impronta di
zoccoli; in tutte queste anomale
mutilazioni di animali non viene mai
vista o ritrovata alcun tipo di traccia.
Forse gli elicotteri neri possiedono
delle apparecchiature che consentono
di manovrare un laser chirurgico ad
alta tecnologia, ed è ipotizzabile che
le mutilazioni in realtà avvengano
all’interno di qualche velivolo dal
quale l’animale verrebbe poi gettato
altrove. Nel libro di Richard Sauder
"Tunnel e basi sotterranee", viene
menzionato un dispositivo laser
chirurgico, in relazione alle
mutilazioni di animali. Gli organi e le
parti mancanti appaiono sempre
recise di netto con la straordinaria
minuzia di un chirurgo veterinario.
Sauder sposa l'ipotesi che ci possa
essere un volto umano dietro a
queste sinistre mutilazioni, ma una
tecnologia di origine aliena ed
altamente sofisticata, utilizzata a fini
loschi e criminali.
Apatia, passività, e mancanza di
professionalità possono soltanto
Anche associazioni animaliste, come distruggere ogni progresso, qualsiasi
la Humane Society degli Stati Uniti, si speranza di avere risposte definitive e
sono schierate per cercare di
di arrivare alla cattura dei mutilatori
identificare i colpevoli di tali
di animali. Gli straordinari ricercatori
efferatezze. Ad esempio è stata molto che ho nominato , Linda Moulton
impegnata a risolvere casi di terribili Howe e Phil Hoyle, insieme ai remote
mutilazioni su alcune mucche
viewers di comprovate capacità e alle
verificatisi fuori Trinidad, in Colorado, organizzazioni dei diritti degli animali
nel 2009, che sono un classico
legate ad altre agenzie e, magari, ad
esempio di casi di mutilazioni
una commissione delle Nazioni Unite
anomale.
creata appositamente potrebbero
E' anche importante notare che la
costituire un' arma sufficiente a dare
Humane Society è disposta a
un colpo a questa guerra che miete
concedere una taglia di 2500 dollari di vittime animali ed umane e che viene
ricompensa a chiunque fornisca un
completamente oscurata dai media.
testimone oculare o informazioni utili
a portare all' arresto dei mutilatori o
Contea di Fulton “Slaughter”
informazioni relative alle mutilazioni
del 2009 in Colorado. E' la prima volta Come è potuto accadere che circa un
nella storia che un'organizzazione per migliaio di maiali siano stati
i diritti degli animali si impegna in
massacrati e i loro cuori rimossi a
questo strano macabro mondo
Fulton County, in Pennsylvania, e non
anomalo delle mutilazioni di animali , ci sia stato il minimo indizio? I maiali
e lo si attendeva da tempo. Anche la si sono spaventati ed hanno cercato di
Peta ed altre associazioni dovrebbero scappare, ma qualche cosa, una
muoversi in questo senso. La Humane qualche entità li ha ammazzati ed ha
Society sta si sta muovendo nella
rimosso i loro cuori. Come è possibile
giusta direzione. Dovrebbero unirsi
che ciò sia avvenuto senza che in
anche altre organizzazioni di diritti per quella stalla sia rimasto qualche prova
gli animali ed affrontare la sfida, ma
che qualcosa stava succedendo?
senza una squadra esperta di
Come è stato possibile senza che sia
professionisti provenienti da tutte
sentito il pianto e lo stridore delle
queste diverse zone le mutilazioni di grida di morte di un migliaio di
animali verrebbero lasciate
maiali?
comunque in mano alle autorità, che (Ndr: data la portata di questa
purtroppo sono rimaste
affermazione mi sono premurato,
irrevocabilmente passive per decenni. come in altri casi, di verificarla. La
notizia risulta vera perciò che riguarda
i mille maiali morti, esiste anche una
causa penale tra due coniugi per
questo episodio. Ciò che non è certa,
almeno secondo quanto ho potuto
trovare io e l’asportazione dei cuori).
Come si può arrivare a fare qualcosa
come rimuovere il cuore di un migliaio
di maiali in modo assolutamente non
cruento e silenzioso e senza lasciare
89
alcun tipo di impronta, di orma, e
senza nessuna traccia di veicoli di
qualche tipo sul terreno? Non viene
mai ritrovata una minima traccia dei
mutilatori di animali. Animali in cerca
di carogne, predatori, e culti satanici
sono stati esclusi da questi generi di
mutilazioni di animali per l'elevata
stranezza dei casi e l'alta tecnologia
che viene utilizzata. Nel caso classico
delle mutilazioni di animali non viene
mai scoperta, ad esempio, una scia di
sangue. L’unico elemento ricorrente
sono gli elicotteri.
Globi e sfere di colore rosso
Il ricercatore Phil Hoyle, ha scoperto
che vi sono stati casi mutilazioni di
pecore in Inghilterra in cui sono stati
avvistati globi luminosi rossi. Il tema
degli avvistamenti di globi collegati
alle mutilazioni di animali rientra in un
settore del tutto nuovo che Phil Hoyle
sta esplorando con competenza
perseveranza. Dei globi sono stati
collegati perfino alle formazioni di
cerchi nel grano, avvistamenti di UFO,
ed in altre zone di anomali
avvistamenti di oggetti paranormali,
nei quali non si erano verificate
mutilazioni di animali. Nell'estate del
2010, un contadino polacco ha
rilevato che ottanta dei suoi maiali
erano stati massacrati in modo molto
simile al modo avvenuto a Fulton
County ed ancora una volta con i
classici caratteri di assoluta assenza di
sangue, mancanza di impronte,
nessuna orma di zoccoli. Nessuna
traccia di veicoli di alcun tipo. Non c'è
stato alcun rumore e non è stato
lasciato nessun indizio. Vi era invece
la costante della precisa rimozione
chirurgica degli organi.
Tale assenza di prove potrebbe far
pensare a qualche sistema di
occultamento o di alterazione dello
spazio-tempo. Ma siamo nel campo
delle ipotesi.
Un ulteriore anomalia
Il caso di Mike Duran, Colorado,
marzo 2009. Sulla carcassa della
mucca non sono stati trovati né vermi
nè tracce di uccelli necrofagi, il che è
un'ulteriore anomalia rispetto al solite
set di incongruenze. La mucca è stata
trovata, con le orecchie, le mammelle
e gli organi genitali rimossi, in fondo
ad un dirupo nei pressi di un ripido
costone vicino a un ruscello, in cui la
mucca non sarebbe mai potuta
cadere.
Non c’erano segni o tracce di attacchi
di predatori o coyotes che avrebbero
potuto indurre la mucca a cadere
nelle fuga. L'intera regione era
tranquilla , indisturbata, e nulla
sembrava far pensare a qualcosa di
simile. Inoltre non sono stati trovati
segni di lotta. Nessun escremento
bianco di gazze, che si trovano in
genere sulle carcasse di bestie che
muoiono per attacchi di predatori.
Duran, l’allevatore proprietario
dell’animale, è stato orribilmente
sconvolto da questa esperienza. Fra le
altre cose ha dichiarato di aver visto
delle strane luci nel cielo poco prima
del presunto momento della
mutilazione. Non accade spesso di
vedere delle strane luci nel cielo e non
sempre questo fenomeno è
precursore di mutilazioni animali, ma
in alcuni casi gli allevatori hanno
realmente segnalato la comparsa di
strane luci in cielo. Altre persone che
si trovavano assieme al Sig. Duran
hanno segnalato la presenza di
oggetti volanti non identificati, prima
della terribili mutilazioni. In alcune
recenti mutilazioni, tramite il team
BLT di Nancy Talbot ed il dottor
Levengood, si è identifica una
sostanza di colore marrone scuro,
trovata nascosta nel corpo della
mucca mutilata, classificata come
emoglobina. Questa è un’ulteriore
caratteristica anomala, dal momento
che l'emoglobina è una sostanza che
non può venire separata se non in
laboratorio.
Ecco Snippy, triste testimonial di questo orrendo fenomeno
Migliaia di casi
E' un vero scandalo che
nessuno abbia mai trovato
un responsabile o arrestato
nessuno da quando si è
verificata la prima
mutilazione di animali nel
1967, che riguardò un
cavallo di razza Appaloosa,
bello e sano, di nome
Snippy. Ebbe luogo in un
ranch di cavalli King nella
San Luis Valley, anche in
quel caso, in
Colorado. L’animale venne
stato scarnificato nella
zona del collo e della testa
con le consuete
caratteristiche di assenza
di spargimento di sangue e
90
rimozione chirurgica degli organi.
Questo fatto sconvolse la comunità di
allora, visto che nessuno, nel 1967,
aveva mai sentito parlare di un simile
orrore. Snippy il cavallo mutilato, da
allora, è diventato simbolo di tutte le
mutilazioni animali. Da allora sono
accadute negli Stati Uniti ed in tutto il
mondo decine di migliaia di
mutilazioni di animali anomale. Gli
Stati Uniti, il Colorado ed il New
Mexico sono gli Stati con la più alta
percentuale di casi di mutilazioni
avvenute ed ancora ne vengono
segnalate spesso. Un particolare
degno di nota è il fatto che gli
allevatori avevano sempre fatto
dichiarazioni esplicite in merito alla
salute e al benessere del proprio
bestiame, prima di ogni mutilazione.
Non si sono mai verificate mutilazioni
su animali malati. Per quello che vale
è un dato da tenere in
considerazione.
Il caso di Walsenburg, Colorado
Appena dopo la notizia del caso di
Mike Duran, l'investigatore
paranormale Zubowski è stato
avvisato di un altro caso di
mutilazione di animali, avvenuto in
una città chiamata Walsenburg, in
Colorado, a 50 miglia a nord di
Trinidad, Colorado. L'allevatore di
Walsenburg era un certo Tom Miller,
che aveva trovato un suo vitellino di
appena una settimana mutilato. Tom
Miller aveva dato da mangiare al
gregge. Tutto era tranquillo e normale
fino al mattino successivo quando ha
ritrovato il suo vitellino totalmente
smembrato, con il tronco mancante e
le orecchie rimosse. Gli unici resti del
corpo erano la testa, le gambe, e la
colonna vertebrale. Ci sono state
mutilazioni di cavalli a Rush, in
Colorado, altre mutilazioni hanno
avuto luogo in Wyoming, Arizona e
nello Utah e ciò che accomuna tutti
questi casi, oltre alle anomale
peculiarità, è il fatto che nessuna
amministrazione locale, tranne rare
eccezioni, si è mai mossa per
affrontare il problema ne tanto meno
per riconoscerlo come reale. In
Colorado, il Sig. Duran ha incontrato
Dennis Williams, ispettore qualificato
del dipartimento dell' Agricoltura del
Colorado competente per i furti di
bestiame, per i casi di macellazione
clandestina di animali e per il
randagismo degli animali. Questi ha
affermato che le incisioni fatte al
vitellino di Tom Miller sono state
compiute con un laser. Ciò coincide
anche con la conclusione a cui è
giunta la maggior parte di esperti e
ricercatori. La Humane Society,
associazione animalista, offre 2500
dollari di ricompensa a chi fornisse
informazioni rilevanti sul caso della
mutilazione del vitello di Tom Miller .
Il ritrovamento del vitello del sig. Sanchez nel 2009
Il caso della mutilazione di Meyers
Poco tempo dopo la mutilazione del
vitello di Miller, ne è avvenuta
un'altra a danno di un allevatore di
nome Tim Meyers nella vicina
Trinidad, in Colorado. Il Sig. Williams
è stato contattato dal signor Meyers
dopo che lo stesso aveva scoperto la
sua vitellina mutilata. La vitellina di
Meyers aveva da poco partorito ed è
stata ritrovata con le mammelle
asportate, con le stesse modalità di
rimozione chirurgica netta, in cui
avvengono tutte le mutilazioni. C’è
da dire che se fossero gli
extraterrestri i responsabili, anche in
parte di queste violenze, dovrebbero
ormai avere una banca dati di tutti
gli antiparassitari, della miriade di
prodotti chimici, di ormoni, e di
tossine che entrano nelle fattorie
prima di arrivare nei piatti della
gente.
La gente ha il diritto di sapere
Se si trattasse di esperimenti per
armi biologiche o chimiche allora
Plum Island ( Ndr: Una strutture di
ricerca sulle malattie animali )
sarebbe il luogo a cui pensare, in cui
non ci sarebbe da stupirsi se vi
fossero in corso esperimenti biologici
e chimici su animali innocenti.
Potrebbe essere questo il centro di
raccolta degli organi rimossi dagli
animali mutilati? E dove si
troverebbero le altre Plum Island?
Dovremmo a questo punto già avere
delle risposte, ma sembra che non
sia nostro diritto venirne a
conoscenza. In quest’ottica appare
curioso che nessun veterinario sia
mai giunto tempestivamente
sulla scena della mutilazione
per condurre
una necroscopia che sarebbe utile
alla soluzione di queste orribili
mutilazioni. Un’ “autopsia” sulla
scena potrebbe aiutare a dare
indicazioni sulle direzioni in cui
investigare e rispondere a molte
domande. Certo questo genere di
casi non convenzionali scoraggia
molti veterinari dall’intervenire. Non
sappiamo dire poi quanto questa
latitanza investigativa sia dovuta
solamente alla volontà dei singoli
veterinari o quanto pressione possa
esservi per tenerli lontano da questo
argomento. Ci sono comunque delle
eccezioni. L'Istituto Nazionale di
Ricerche Scientifiche guidato dal
fondatore Robert Bigelow, si occupa
di ricerca in ambito di mutilazioni di
animali, ed è degno di nota
sottolineare che tale INRS (o NIDS )
esclude le spiegazioni convenzionali
che attribuiscono le mutilazioni a
predatori e malattie infettive. Anche
la dottoressa Colleen Duncan,
anatomo-patologa, cui è stato
sottoposto un campione di tessuto
proveniente da una mucca mutilata
ha concordato che si tratti di
incisioni chirurgiche effettuate dopo
la morte dell'animale. Il NIDS
potrebbe essere un catalizzatore
importante se potesse operare in
combinazione con altre istituzioni,
nel tentativo di catturare coloro che
sono coinvolti nelle mutilazioni di
animali in America e nel mondo. A
riprova del fatto che tale
organizzazione sia da prendere sul
serio basti dire che uno degli
amministratori delegati è Colin
Kelleher, microbiologo “tradizionale”
dotato di Ph.D e che tra i membri vi
siano ex membri della Nasa e
scienziati di varia provenienza,un
membro del Progetto Manhattan e
persino l’ex astronauta Dr. Edgar
Mitchell.
Il NIDS ha anche concluso che nei
casi di mutilazioni animali vengono
usati strumenti molto taglienti o
persino un dispositivo laser. Il
governatore del Colorado, Richard
D.Lamm, in una occasione si è
riferito alle mutilazioni di animali
come ad una delle più grandi atrocità
della storia nell' industria
occidentale del bestiame.
Quest’affermazione ha sicuramente
dato credito al fenomeno, a
prescindere dall’opinione che se ne
possa avere. Spesso chi si occupa di
questo argomento si scorda del fatto
che l’obbiettivo principale sarebbe
scoprire i colpevoli, non dimostrare
l’esistenza degli extraterrestri, per
far terminare queste atrocità.
Nonostante questo rimane il
problema è che non si riesce a
smuovere l’opinione pubblica.
91
Il caso Sanchez
A questi innumerevoli casi si
aggiunge la notizia di un' ennesima
mutilazione segnalata nel mese di
ottobre del 2009 da un altro
allevatore del Colorado, il Sig.
Sanchez. Si tratta del caso di una
mutilazione di due vitelli che sono
stati trovati con gli organi
completamente rimossi e,
naturalmente, senza spargimento di
sangue, senza impronte o tracce di
alcun tipo. A voler esser precisi la
lista di mutilazioni subite da questi
due giovani animali riempirebbe una
pagina intera, di cui alcune
sicuramente attribuibili ad uccelli o
animali necrofagi, altre certamente
no. La lingua è stata tagliata molto in
profondità, troppo in profondità per
ipotizzare il morso di un animale. E’
anche interessante notare come
attorno alle ferite che si considerano
anomale, non vi sia stato
versamento di sangue o di fluidi in
genere, mentre dove le ferite sono di
natura convenzionale i fluidi siano
stati riscontrati. Il secondo dei due
vitelli è stato trovato sulla neve il che
ha reso possibile assicurarsi che non
ci fossero tracce nelle vicinanze.
Sanchez era già stato testimone di
un caso di mutilazione nel 2006.
L’allevatore, che ha perso in tutto 4
animali in 3 giorni è rimasto così
colpito da questi eventi da aver
deciso di mettere all’asta l’intero
allevamento. Di certo avrà
contribuito anche l’atteggiamento
inconcludente dello Sceriffo a cui era
stata sporta la denuncia contro
ignoti, che come sempre
fino ad ora, tali sono
rimasti.
LIFE AFTER LIFE
di Noemi Stefani
SERAFINO INSEGNA
<Voi umani quando parlate di soldi
spesso dite che dovete "far
quadrare i conti">.
Di questi tempi non serve
nemmeno spiegare come sia
difficile per tanti fare in modo che
‘quadrino’ per arrivare alla fine del
mese. Anche gli Angeli usano la
parola ‘quadrare’.
Questo è il punto di vista degli
Angeli.
Ecco come la pensa Serafino
<Gli individui non devono
comportarsi in modo da alzare
aspettative e sogni negli altri
sapendo che stanno creando
illusioni.
È sbagliato. Forma dolore.
Quando fate degli errori, sappiamo
che non vorreste.
Pensa alla tua persona. Non lasciare
che la tua parte fisica sia tanto
serva della terra.
Tutto passa ma sentire il tuo corpo
invecchiare è solo il peso che avevi
che se ne andrà.
Tutto quello che accade è per farvi
crescere spiritualmente.
Accetta i cambiamenti, non temere
il futuro.
Fai del bene a tutti e non dovrai mai
vergognartene.
Segui i principi che ti detta il cuore e
separa le passioni che ti deprimono.
Sappiate sempre essere più saldi
nelle vostre azioni. Pregare e
parlare senza fare nulla non serve a
cambiare la vita.
Anche le azioni più insignificanti a
volte decidono ciò che verrà. Dolore
o gioia dipendono da questo.
Come vorrei che parlare di questi
92
argomenti potesse bastare a farvi
cambiare certi valori...
A me, a Noi, farebbe piacere
aspirare a servizi molto più
‘QUADRATI’.
Adesso ti spiego.
Per noi Angeli sapere come potreste
‘quadrare’, cioè raddrizzare la
sequenza delle vostre azioni,
apporta grande ENERGIA.
Perché serve tanto peso? Perché
tenete tanto veleno dentro alla
vostra anima?
Levate insensate parti (negative)
che vi tengono in croce e lasciate
posto al bene.
Terrete fuori la parte peggiore
(dannato).
Queste sono le cose che vi
raccomando, e tu lo sai che vi
abbiamo nel cuore...
Amen.>
Quindi se siamo fatti di energia e
tutto intorno a noi l’universo vibra
della stessa sostanza, sia positiva
che negativa, adesso si svela un
grande mistero.
Seguendo la fede dei padri (e non
parlo soltanto di noi cristiani
cattolici, perché vale per molte
religioni), sentivamo spesso
nominare gli Angeli, ma molti di noi
li hanno sempre considerati a livello
di favola educativa.
Ci hanno insegnato a pregare prima
di dormire, e da piccoli ci
impegnavamo ogni sera a rivolgere
una preghiera all’Angelo custode.
Affidarci a Lui ci faceva dormire più
sereni.
Crescendo si dimenticano le favole,
e così anche l’Angelo viene messo
da parte come fosse una piccola
bugia per tener buoni i bambini.
Perché si ha fede in tutti i santi, c’è
il culto Mariano con un’infinità di
chiese e santuari, e di Gesù non si
parla allo stesso modo?
E gli Angeli che ruolo hanno?
Gli Angeli nella Bibbia, e in tutte le
varie religioni in cui vengono
nominati, hanno principalmente la
funzione di ‘messaggeri’, ovvero
sono incaricati di portare la Parola
del Creatore alle Sue Creature.
Ma questo è soltanto uno dei loro
ruoli.
Ci sono vicini e ci influenzano bene.
Salvano le nostre anime.
Ho capito perché tra noi e Loro si
crea questa simbiosi già prima della
nascita.
Prima. Quando ancora tutto è
pianificato a livello di Progetto di
Vita.
Siccome nulla accade per caso, il
Creatore ha predisposto che
viaggiamo insieme, legati allo stesso
destino. La nostra parte terrena
fatta di carne e sangue (sale,
dolore) deve affrontare tutte le
prove della vita, e spesso sono
troppo pesanti. Già, Loro dicono
che vivere sulla terra è
93
un'esperienza solo per anime forti.
Allora il Padre ci unisce a questa
energia purissima che quando tutto
il vissuto sarà esaurito ci riporterà a
Casa.
Ecco spiegato cosa significa
collaborare insieme.
Gli umani e gli Angeli hanno bisogno
gli uni degli altri per poter
progredire ed evolvere.
Ogni umano e il suo Angelo.
Ignoralo e resterà da parte a
guardarti sbagliare.
Non può fare nulla se non Lo cerchi.
Se non Lo riconosci come Se
Superiore.
A causa del libero arbitrio non potrà
interferire positivamente in alcun
modo con il tuo destino.
Ma se ti comporti ‘esattamente’ e
chiedi il Suo aiuto, darai molto
potere al tuo Angelo custode.
Non provvederà a risolvere i nostri
nodi esistenziali.
Non è quello il suo compito.
Non potrà cambiare gli eventi tristi
che sono già scritti ( come la nostra
morte o quella dei nostri cari, ad
esempio), ma ci darà tutti gli
strumenti perché possiamo fare un
ottimo lavoro con le nostre
potenzialità.
PETER KOLOSIMO
UN’INTERVISTA
FUORI DAL TEMPO
E DALLO SPAZIO
Simone Barcelli
(con note esplicative di Fabio Marino)
Premessa
Un sogno che si avvera, almeno per
me, da sempre estimatore di Peter
Kolosimo, compianto divulgatore di
quelle tematiche misteriose che
ancor oggi affrontiamo su Tracce
d’eternità.
Realizzare un’intervista, fuori dal
tempo e dallo spazio, cercando le
risposte tra le pagine di Pi Kappa, la
rivista mensile che Kolosimo portò
in edicola all’inizio degli anni
Settanta del secolo scorso.
Parole tratte direttamente dallo
spazio che Peter riservava, in
apertura, al colloquio con i lettori.
Per immaginarci a tu per tu e farci
una bella chiacchierata con l’autore
di tanti libri di successo, i cui scritti
hanno così influenzato quest’insana
passione che nutriamo verso il
mistero.
Frasi aggiustate minimamente, quel
tanto che basta per poter rendere
scorrevole il pensiero di Kolosimo,
incalzato dalle nostre domande.
Tanti gli argomenti: Atlantide, i
Centauri, le antiche conoscenze, la
conquista dello spazio, la diatriba
con Von Dakinen, il rapporto tra
scienza e fantascienza. Per finire
con i consigli che Kolosimo darebbe
agli investigatori di oggi.
Nella speranza che questa mia
fatica “taglia e cuci” possa
trasmettere, almeno a qualcuno di
voi, un brivido, un’emozione, quel
qualcosa di indefinibile che
dovrebbe stare sempre a monte
della ricerca; come fosse uno stato
di torpore capace di accendere la
94
scintilla della fantasia e veicolare i
nostri sogni nella realtà.
In fondo, quel che avrebbe voluto
quel gran sognatore di Kolosimo.
Peter, all’inizio degli anni Settanta
del secolo scorso compariva in
edicola la tua rivista Pi Kappa,
cronache del tempo e dello spazio.
Conservo gelosamente ogni
numero. Vuoi spiegare ai lettori di
Tracce il senso di questa tua
iniziativa editoriale?
Il mondo pullulava di dilettanti,
pazzoidi e cialtroni che
pretendevano di dichiarare guerra
ad oltranza alla scienza “ufficiale”.
Con PK non avevamo la minima
intenzione di farlo. Uscivamo perché
eravamo convinti che la scienza non
è tale se non è progresso. In tutti i
campi. Nella corsa allo spazio il
tempo non si ferma. E non si è
fermato neppure sui reperti da
museo etichettati più di un secolo
fa, anche se qualcuno non se ne è
accorto. Uscivamo per dire basta da
un lato ai maghi, dall’altro ai
pontefici e ai loro dogmi. Uscivamo
non per prospettare assurde teorie,
ma per tratteggiare nuove ipotesi di
lavoro, per aprire qualche spiraglio
su mondi affascinanti e troppo poco
esplorati. Qualche spiraglio, non
qualche fetta d’assurdità. Con PK
abbiamo cercato di far pensare, non
d’imporre. E se per far pensare c’è
bisogno di un sogno, ben venga il
sogno. Un pizzico di fantascienza
invita a riflettere, però non si deve
spacciare per scienza.
L’Associazione Studi Preistorici che
dirigevi aveva per simbolo il
serpente galattico. Fra l’altro la
sigla ASP, in inglese, significa
proprio “aspide”. Una scelta
voluta?
C’era una volta un pianeta detto
Hub, posto al centro dell’universo,
retto da un consiglio di cui faceva
parte un illustre biologo, Lucifero.
Quest’insigne scienziato volle dar
vita ad una razza di superuomini,
ma i suoi avversari politici lo
combatterono e lo vinsero,
esiliandolo sul nostro globo. “Vi fu
guerra in cielo. Michele e i suoi
angeli combatterono contro il
dragone (…) e il dragone, il serpente
antico che è chiamato Diavolo o
Satana (…) venne gettato giù sulla
Terra e i suoi angeli vennero gettati
95
giù con lui”. Questo afferma, fra
l’altro, la Bibbia (Apocalisse, 12,7).
Le creature di Lucifero, i “Veglianti”,
avrebbero insegnato all’uomo
l’astronomia, l’astrologia, la
lavorazione dei metalli e delle fibre
tessili, l’agricoltura e parecchie altre
cose. Ammettiamo, per assurdo, che
la faccenda abbia una base di
verità. Pensiamo ad un naufrago
che, proveniente da un paese civile,
approdi in un’isola popolata da
primitivi. Cercherà di rendersi la vita
più facile e tenderà a tornare da
dove è venuto: in entrambi i casi,
avrà tutto l’interesse ad insegnare
agli indigeni quanto conosce. E sarà
per loro il “dragone gettato sulla
Terra”. Prima del racconto biblico il
serpente non è mai stato in alcun
luogo ed in alcun tempo segno
d’insidia e di perfidia. È stato, anzi,
simbolo della creazione,
dell’infinito, forse del volo. Già negli
anni Settanta del secolo scorso
sapevamo che la maggior parte
delle galassie
aveva la forma del
serpente avvolto a
spirale. Ma
troviamo la stessa
figura presso tutti
i popoli di un
remoto passato,
incisa sulla roccia,
disegnata, fatta
statua. Esistono
indubbiamente
legami tra figli di tempi
immemorabili e l’universo. Con Pi
Kappa cercavamo effettivamente di
scoprire le gesta di questi naufraghi
nostalgici o avventurieri dell’oceano
spaziale.
Puoi spiegarci come ti poni di
fronte alla scienza e come questa
può “convivere” con la
fantascienza?
La scienza può e deve attendersi
moltissimo dalla fantascienza.
Tesori di fantasia da cui non è raro
veder scaturire lo stimolo a nuove
conquiste, geniali intuizioni che
possono fornire la chiave – cercata
a lungo, invano, in altre direzioni –
alla soluzione d’un difficile
problema tecnico, elaborazioni in
chiave letteraria di temi scientifici,
tali da indurre menti
necessariamente concentrate in
campi piuttosto aridi a non
96
trascurare l’elemento più
importante, quello umano, con il
suo bagaglio di speranze e di timori,
d’audacia e di riflessione, di reazioni
imprevedibili. Ma la fantascienza
non deve pretendere di diventare
cronaca, e tanto meno scienza. È
noto che a porre in una luce assurda
ed assai poco lusinghiera gli studiosi
di alcuni appassionanti problemi
apparentemente confinanti con
l’incredibile, sono stati proprio
scrittori di science fiction, usi a
prendere un po’ troppo sul serio i
loro parti letterari. Il compito più
nobile e più bello della fantascienza
è di preparare l’umanità ai nuovi
orizzonti schiusi dalla scienza.
L’esplorazione cosmica, ad esempio,
va considerata come una nuova,
inevitabile fase dell’evoluzione
scientifica e tecnica, alla quale non
potremmo rinunciare senza
compromettere per sempre le sorti
del nostro genere. La fantascienza
straordinarie conoscenze le briciole
del retaggio lasciato da favolose,
antichissime civiltà, chi pensa ad
“influssi esterni”, chi collega le due
Su Pi Kappa c’era una bella rubrica ipotesi. In verità non ne sappiamo
nulla. Un moderato scetticismo è
intitolata “Così inventammo il
futuro”, in cui si cercava di far luce quindi comprensibile. Proprio com’è
su scoperte ritenute fino ad allora inaccettabile, dal canto opposto,
una negazione aprioristica.
inspiegabili. Rimane comunque
oscura l’origine di altre
stupefacenti nozioni possedute dai Stiamo ancora cercando l’esatta
collocazione della mitica Atlantide.
nostri antenati, riguardanti
soprattutto il cosmo. Che ne pensi? Te la senti di darci dei
suggerimenti?
Per quanto si cerchi d’indagare a
Gli errori di Platone sono certo
fondo nella storia della scienza, le
molti, alcuni suoi concetti espressi in
conoscenze astronomiche di molti
maniera per noi discutibile, ma la
“avventurieri del progresso” (il
sua descrizione della terra
filosofo Anassimene, Pitagora,
Democrito di Abdera, Archimede e scomparsa è inequivocabile: “Oltre
quelle che ancor oggi si chiamano
Talete di Mileto, questo per fare
Colonne d’ercole si trovava un
degli esempi), restano avvolte nel
grande continente, detto Poseidonis
mistero. C’è chi vede in queste
può e deve costituire il grande
punto d’incontro fra scienza e
umanità, nella poesia.
97
o Atlantis”.
Platone aggiunge
che era “più
grande dell’Asia
e della Libia
prese assieme”. È
chiaro che le
definizioni
geografiche del
400 a.C. non
corrispondevano
a quelle odierne, ma è altrettanto
evidente che l’Asia e la Libia “di
allora”, messe insieme, dovevano
coprire una superficie ben
maggiore, ad esempio, dell’isola di
Creta. Ogni tanto viene rispolverata
la teoria di un archeologo greco
secondo il quale Atlantide dovrebbe
essere identificata in Santorini e le
famose “colonne” in non sappiamo
bene quale passaggio tra isola ed
isola. In realtà, circa la posizione di
Atlantide,
Teopompo di Chio,
vissuto nel IV
secolo prima della
nostra era,
concorda appieno
con Platone,
ponendola “molto
al di là delle
Colonne d’Ercole,
ai margini dell’Oceano”. Le
“Purana” indiane parlano di una
“grande terra, molto potente”
estesa su quello che è ora
l’Atlantico; il “Mahabharata” fa la
storia di “sette grandi isole del Mare
d’Occidente” e non dobbiamo
dimenticare le tradizioni americane:
riferendosi alla “patria degli
antenati”, narrano di Aztland, Atlan
o Nahoatlan (che significa “terra fra
le acque”), descrivendole sempre
come un’estesa zona “posta un
tempo là dove sorge il Sole e dove
ora non c’è che acqua”. Seguendo le
indicazioni fornite da Platone, il
geologo russo D.Zirov descrive
Atlantide come un paese
montagnoso ed effettivamente c’è
un gigantesco sistema montagnoso
che si stende da un circolo polare
all’altro, passando quasi al centro
dell’Atlantico. Tale sistema ha una
soluzione di continuità nelle
vicinanze dell’Equatore. Secondo
Zirov si può parlare di due catene,
quella Nordatlantica nell’emisfero
settentrionale e la Sudatlantica in
quello meridionale: secondo lui
l’Atlantide di Platone ha a che fare
con la prima catena. Potrei
aggiungere numerosi altri elementi
attendibili che depongono a favore
dell’esistenza di un vasto arcipelago
nell’Atlantico, ma non voglio
ripetere quanto ho già riferito nei
miei libri.
Hai conosciuto personalmente Kurt
Marek, meglio conosciuto con lo
affermazioni.
pseudonimo C.W. Ceram,
scomparso nel 1972. Parlaci di lui.
Veniamo a un argomento che ti ha
sempre infastidito, anche se non
Ceram aveva capito che non era
ne hai parlato molto. Alcuni
allineando un reperto accanto
sostengono tuttora che il tuo
all’altro, etichettandoli,
omologo Erik Von Daniken abbia
disponendoli in bella vista nelle
iniziato ad occuparsi delle
vetrine dei musei o nelle pagine di
tematiche misteriose prima di te, e
pretenziosi volumi che si poteva
ricostruire, sia pure a grandi tratti, comunque attingendo dagli stessi
autori (Horbiger, Bergier, Charroux
la storia dell’umanità. Ceram è
e Homet).
stato il padre della storia
dell’archeologia, ha aperto ai suoi
lettori le porte dei musei, gli ingressi Non mi piace impegnarmi in
polemiche personali ma, visto che
alle zone di scavo, di ricerca, ha
alcune volte sono stato chiamato
spronato gli studiosi ad
abbandonare sistemi d’esposizione direttamente in causa, credo di
sterili, se non controproducenti, ne dover rispondere una volta per
tutte. Il primo libro del Dakinen è
ha indotto molti a trasformarsi,
uscito in edizione tedesca nel 1968
come lui, in “cronisti del passato”.
ed il secondo l’anno dopo. Per quel
Prima di Ceram, non sapevamo
niente della civiltà cretese, di quella che mi riguarda, “Il pianeta
sconosciuto” è uscito nel 1959,
troiana, di quella egizia, tanto per
ricorrere a qualche esempio tra i più “Terra senza tempo” nel 1964,
“Ombre sulle stelle” nel 1966 e
noti. Sui testi scolastici, fino ad
“Non è terrestre” nel 1968. Il fatto
allora, avevamo appreso elementi
fiabeschi. È stato Ceram a spingerci che io abbia attinto a numerosi
a guardare oltre il mito, a ricordarci autori per esporne, commentarne e
come ogni leggenda sia nata e si sia discuterne le idee, è verissimo e mi
sembra del tutto ovvio: non posso
sviluppata da un nucleo reale. Lo
scrittore tedesco ci ha insegnato a certo dialogare con me stesso. Ma
un conto è richiamarsi ad altri
“sognare la scienza” e l’unico
studiosi, citandoli scrupolosamente,
appunto che gli si potrebbe
ed un conto pescare a piene mani
muovere è quello di essere stato
da volumi editi in precedenza,
forse troppo prudente nelle sue
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Omero non parla dei centauri come
dei mostri per metà equini, ma
semplicemente di uomini “pelosi e
violenti”. La mitologia ci prospetta
l’origine di tali esseri con curiose
leggende: in una di queste, un certo
Issone cercò di sedurre Era, sorella e
sposa di Zeus, e quest’ultimo, deciso
a condannare l’impudenza
dell’intraprendente individuo, gli
I tuoi lavori sono fortemente
giocò un tiro ben poco simpatico:
impregnati di racconti mitologici.
Cosa pensi fossero quelle creature foggiò una nuvola a somiglianza
passate alla storia come centauri? della moglie e lasciò che Issone la
possedesse. L’aspirante
conquistatore si vide anche regalare
Gli antichi Greci consideravano i
centauri a volte bellicosi e feroci, a un rampollo orribile, dagli istinti
bestiali: appunto Centauro, il quale
volte saggi e virtuosi, sostenendo
unitosi con le cavalle del monte
che i loro antenati furono
alternativamente alleati e nemici di Pelio, diede il via alla bella razza che
porta il suo nome. Desta stupore,
questi strani esseri. Nei centauri
semmai, che anche per i Maya i
potrebbero essere identificati i
divini figli delle nuvole erano
guerrieri sciti, causasici ed iranici
che, addomesticati a cavalli prima tutt’altro che rari e per gli antichi
abitanti di San Agustin, in Colombia,
degli Ellenici, penetrarono nel
scese dal cielo una mostruosa
Mediterraneo nel III millennio a.C.
appropriandosi delle scoperte e
delle teorie altrui. A titolo di
esempio, se si desidera maggiori
testimonianze sulle “ricerche”
equadoriane dello svizzero, è
sufficiente leggere il settimanale
“Stern” che all’epoca, per primo,
fece luce su certi penosi retroscena.
99
creatura che aveva la testa
umanizzata di un’aquila a quattro
zampe.
Si continua, ancor oggi, a parlare di
un ipotetico decimo pianeta del
nostro sistema solare. Che ne
pensi?
Di questo “ospite invisibile” ne
parlava già Urbain Leverrier,
scopritore di Nettuno, nel 1860 (in
realtà Leverrier scoprì Nettuno,
precedendo d'un soffio Adams, nel
1846, non nel 1860 NDR). Il
direttore dell’osservatorio di Parigi,
discutendo di Mercurio, si disse
convinto che questo pianeta non
obbediva alle leggi cosmiche,
attribuendone l’irregolarità alla
presenza di “uno o più piccoli corpi
celesti” con un’orbita interna a
quella di Mercurio stesso. Il decimo
pianeta, battezzato Vulcano,
secondo Leverrier sarebbe distante
tredici milioni di miglia da Mercurio
ed avrebbe un periodo di rivoluzione
di diciannove giorni e diciassette
ore. L’astronomo brasiliano Liais
asserì che Vulcano sarebbe
transitato sulla faccia visibile del
Sole il 3 aprile e il 6 ottobre di ogni
anno, mentre altri astronomi
(Wolfe, Weber,
Watson e Smith)
fecero osservazioni
analoghe nella
seconda metà del
XIX secolo, durante
l’eclissi solare del 29
luglio 1878. I
detrattori di Vulcano
sostengono che si
tratta solamente di
macchie solari o di comete ma ad
analoghe conclusioni è giunto, ai
miei tempi, Henry Courten, il quale
sostenne nel 1971 che ad appena
quattordici milioni di chilometri dal
Sole dovrebbe orbitare un corpo dal
diametro di circa ottocento
chilometri (Tuttavia, Vulcano non fu
mai osservato effettivamente ed è
considerato una leggenda
metropolitana, perché nacque
teoricamente per spiegare il
cosiddetto avanzamento del
perielio di Mercurio; un
avanzamento che, dal 1919 in poi, è
stato sperimentalmente attribuito
alla gravità solare NDR). Secondo
Joseph Brady dell’Università della
California, i pianeti del nostro
sistema solare sarebbero addirittura
undici: nel 1972 ne ha, infatti,
ipotizzato l’esistenza con calcoli
matematici effettuati al computer e
basati sulla deviazione della famosa
cometa di Halley. Il “Pianeta X”
dovrebbe essere trenta volte più
grande della Terra, distante cinque
miliardi di chilometri da Nettuno,
con un’orbita completata di
cinquecento dodici anni (Il "Pianeta
X", tanto caro a Lowell, potrebbe
esistere ma oggi persistono molti
dubbi. Si può approfondire ai
seguenti link:
http://fuffologia.blogspot.it/2011/09/adee-i-pianeti-perduti.html e http://
www.astronomia.com/2011/02/21/tycheha-le-ore-contate/ NDR). Per finire,
anche il sovietico Savelij Hamburg,
nel 1971, sosteneva che oltre a
Vulcano e al “Pianeta X”,
potrebbero forse trovarsi
all’estrema, sconosciuta periferia
del sistema, altri due corpi celesti.
Gli studi di Hamburg sulle leggi di
strutturazione cosmica,
proverebbero la presenza di altri tre
100
satelliti attorno a Giove e altri
cinque attorno a Saturno. Sempre ai
miei tempi, qualcuno parlava di un
minuscolo inquilino del Sole, situato
tra la Terra e Venere, forse con
un’orbita regolare o forse senza
fissa dimora: un asteroide
vagabondo, insomma. “Il safari
spaziale” continua.
Chiudiamo questa chiacchierata,
fuori dal tempo e dallo spazio, con
qualche consiglio che daresti ai
ricercatori di oggi.
La scienza è progresso. Ricordiamo
che senza verifica, senza rettifiche,
senza il coraggio di rinnegare
quanto ieri ci sembrava
inconfutabile, senza la caparbietà
ragionata d’insistere su nuove
ipotesi di lavoro, non vi può essere
progresso.