The Patriarch - faigirarelacultura

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The Patriarch - faigirarelacultura
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CASTELLINARIA TRICKER
The Patriarch
By Nicola Mazzi - 16 novembre 2016
Hollywood ha rovinato Lee Tamahori. Questo
regista aveva realizzato, all’inizio della sua
carriera
(nel
1994)
un
bel
lavoro
intitolato Once Were Warriors. Una pellicola
sul disagio e il degrado vissuto dai maori nella
periferia di Auckland, in Nuova Zelanda. Poi,
grazie al successo ottenuto, ha avuto un
biglietto di andata per Los Angeles e lì si è
dilettato in diversi generi, riuscendo anche a
realizzare un film di James Bond (Die Another
Day).
Ieri sera a Castellinaria è stato proiettata la
sua ultima opera: The Patriarch. Tornato nella
sua terra natia, Tamahori, ha voluto ritrovare i
suoi maori. La storia ruota attorno a una
famiglia patriarcale, diretta con pugno inflessibile dal nonno. Figli e nipoti eseguono alla
lettera i suoi ordini, solo il giovane Simeon non ci sta e si ribella. Il suo è uno spirito libero
che provoca conseguenze a catena per la famiglia.
Ma perché ho detto che Hollywood ha rovinato il regista? Semplice, questo film mi ha
ricordato Il mandolino del capitano Corelli. Nel senso che i cliché sulla Nuova Zelanda ci
sono tutti, a cominciare dalla Haka, la danza tipica del popolo Maori (vista eseguire anche
dai famosi All Blacks). Per finire con una storia che sembra uscita dalla penna di uno
sceneggiatore
ancora
acerbo
e
non
particolarmente
pronto
ad
approfondire
le
sfaccettature di quel paese. Le relazioni tra i vari personaggi sono di una disarmante
ingenuità. Il nonno è brutto, cattivo e duro. Ed è sempre stato così, senza che noi
riusciamo a capirne i motivi. Una bidimensionalità, anzi una monodimensionalità, del
personaggio che lascia di stucco. La stessa cosa si può dire anche degli altri. E non basta
certamente qualche parola nella lingua maori, buttata qua e là, durante il film, per
renderlo più realistico. La fotografia è al limite del kitsch. L’unica originalità che ho
trovato, risiede nel rapporto che quel popolo ha con le sue pecore, il vero motore
economico del Paese. Ma basta? Purtroppo no.