legge per il governo del territorio
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legge per il governo del territorio
Comune di Cesano Maderno Provincia di Milano PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DOCUMENTO DI INDIRIZZO PROGRAMMATICO per l’avvio del procedimento di adeguamento del PRG vigente ai principi e contenuti di cui alla L.R. 11.3.2005, n. 12 (legge per il governo del territorio) Marzo 2006 (1° agg.) PREMESSE … era ormai un posto dove si aveva voglia di abitare (da “L’uomo che piantava gli alberi”, di Jean Giono La legge n. 12 dell’11.3.2005 in materia di governo del territorio, approvata dal Consiglio Regionale della Lombardia, determina un mutamento di rilievo nel quadro di riferimento urbanistico-edilizio a livello regionale. Il nuovo strumento di pianificazione urbanistica a livello comunale cambia denominazione ed assume un significato di più ampia portata in “governo del territorio”. Detta legge, entrata in vigore il 31 marzo 2005, dispone che tutti i Comuni lombardi deliberino l’avvio del procedimento di adeguamento dei loro PRG entro un anno da tale data, procedendo all’approvazione di tutti gli atti del Piano di Governo del Territorio (o PGT, così si chiama il nuovo strumento di pianificazione urbanistica a scala comunale) secondo i principi, i contenuti e il procedimento stabiliti dalla stessa L.R. 12/2005. Inoltre, secondo i citati disposti normativi, i PRG vigenti conserveranno la propria efficacia fino all’approvazione del PGT e, comunque, non oltre quattro anni dall’entrata in vigore della nuova “Legge per il governo del territorio”. Ciò significa che si rende urgente e inderogabile avviare il processo di revisione del vigente strumento urbanistico generale, al fine di cogliere anche le nuove opportunità offerte dal recente dettato legislativo in tema di pianificazione urbanistica locale. Il presente documento, propedeutico alle analisi delle complesse tematiche che dovranno essere affrontate per redigere gli atti che costituiranno il Piano di Governo del Territorio, intende prefigurare l’inizio di un percorso che può risultare decisivo per il futuro della nostra Città. In genere la politica e l’urbanistica, sentendosi autosufficienti, faticano a trovare punti d’incontro. Sembra quasi che vogliano custodire il privilegio della loro separatezza per non rendere conto del loro operato, o meglio dei relativi effetti, evidenziati nella scarsa qualità urbana che, seppure in modi diversi, colpisce centri storici e periferie, metropoli e villaggi. La Città ne soffre perché è un organismo politico per eccellenza. La Città è infatti una creazione umana fondamentale e universale, sede privilegiata della cultura e dell’economia, quindi luogo insostituibile per la vita sociale, per la realizzazione individuale e collettiva. Una assenza politico-culturale produce danni alla città, al territorio e quindi al vivere quotidiano delle persone. Il rischio è che in questo vuoto finiscano per prevalere gli interessi di gruppi di potere forti, non più guidati dalla mano pubblica. In questo senso diventa ineludibile stabilire metodi e criteri di gestione della complessità del territorio, al fine di delineare uno sviluppo che deve essere armonioso, di qualità, perché così deve essere consegnato alle generazioni future. Nel nostro ambito particolare risulta logico proseguire nel lavoro di ricerca e analisi sviluppato negli scorsi anni per l’elaborazione dello strumento urbanistico oggi in vigore, proponendo altresì alcuni nuovi spunti di riflessione, preliminari alle fasi operative previste dalla nuova normativa in materia. Riteniamo propedeutico per la trattazione dei temi che seguiranno, definire prioritariamente cosa è, o meglio, cosa vogliamo sia il “governo del territorio”: – il governo del territorio comprende la tutela del paesaggio libero e costruito, comprende la tutela e difesa del patrimonio storicomonumentale e delle bellezze naturali, nonché la tutela e difesa del suolo e la cura degli interessi pubblici funzionalmente collegati a queste materie; – il governo del territorio comprende la pianificazione territoriale più ampia di sistema ed infrastrutturale, la pianificazione urbanistica che disciplina le modalità d’uso e di trasformazione del suolo e del sottosuolo, il rinnovo 1 urbano e l’insieme dei programmi edilizi atti a coordinarlo e regolamentarlo; – il governo del territorio comprende le attività relative alla tutela, all’uso e alla trasformazione dello stesso, promuovendo anticipatamente ed in relazione all’obiettivo dello sviluppo, il complesso delle infrastrutture, delle attrezzature e delle reti cui deve essere dotato l’ambito territoriale; – il governo del territorio è il promotore dei diritti urbani e con essi la sua capacità di poter garantire il benessere diffuso, la sostenibilità, la solidarietà. I diritti urbani possono dunque costituire il terreno sul quale stabilire un confronto per poter definire un progetto concreto, pensato per migliorare sempre più la vita locale, rinnovando le qualità peculiari della nostra Città: – il diritto alla città: offerta di condizioni di opportunità equivalenti per i suoi abitanti - vita urbana basata sui principi di equità, dignità, solidarietà degrado ambientale visto come generatore di esclusione e segregazione sociale; il diritto alla città va pertanto esteso e garantito alle categorie protette e alle categorie deboli, va esteso a tutte le parti della città, superando il concetto di “periferie”, ripensando le criticità, promuovendo e favorendo i progetti atti a superare il degrado; – il diritto alla città sostenibile, inteso come l’insieme delle politiche territoriali atte a favorire e incentivare un’edilizia eco-compatibile, con sempre minori barriere, promuovendo il rapporto tra il luogo privato e il luogo pubblico; – il diritto allo sviluppo urbano sostenibile, inteso come conciliazione tra lo sviluppo industriale e una gestione ambientale di impresa, attraverso la valorizzazione e la sostenibilità delle scelte a sostegno del tessuto produttivo, alla luce di possibili progetti urbani di ricollocazione, ponendo particolare attenzione alla pianificazione delle infrastrutture viarie in relazione a possibili compensazioni ambientali e, in generale, promuovendo la riqualificazione degli spazi urbani; – il diritto alla differenza e alla convivenza; – il diritto alla cultura urbana, che comprende la bellezza della Città e del paesaggio, per affermare che ha valore anche ciò che non è monetizzabile; – il diritto all’ambiente quale risorsa limitata, promuovendo le reti ecologiche come strumenti di pianificazione e non semplicemente di difesa, valorizzando le risorse idriche e le aree agricole; – il diritto all’equità, che impone di indirizzare le scelte, anche del mercato, verso il soddisfacimento dei bisogni, a partire da quelli dei più deboli, anche mediante politiche perequative che possano trovare corretta e giusta applicazione; – il diritto alla casa, spesso negato a chi ha redditi modesti o ha la pelle di colore diverso, inteso come programmazione e progetti verso le forme di disagio, di marginalizzazione e di “rischio abitativo”, favorendo iniziative in grado di soddisfare il fabbisogno abitativo o di servizi. Sono questi e altri i “sistemi” attorno ai quali può essere utile il confronto fra politici-amministratori e tecnici, non perdendo mai di vista le ragioni sociali ed etiche del proprio agire. Nella Città che sta diventando sempre più cosmopolita, quindi più ricca di culture, esperienze, colori, sta emergendo anche il diritto alla diversità. Nelle contraddizioni, che sempre più forti risultano, si possono trovare le ragioni e le risorse per un rinnovamento urbano, sostenuto dalla consapevolezza che la Città è un organismo collettivo e sociale, non la Città di pochi ma il luogo di tutti, con i medesimi diritti e doveri, nel rispetto delle regole. In questa dimensione la Città contemporanea può scoprire il senso della propria identità e la capacità di fondere equità e bellezza. La buona politica deve occuparsi sempre più e costantemente delle Città, non solo come bacino elettorale, ma per tendere a quella “Città Ideale” che sin dal ‘400 Piero della Francesca, Luciano Laurana e Leon Battista Alberti disegnavano, riconoscendo nello spazio pubblico la qualità suprema, il significato più rappresentativo dell’ambiente urbano. 2 E’ una visione di Città che vogliamo affermata anche nella Cesano Maderno contemporanea per l’alto valore simbolico che ciò rappresenta. Se, come diceva Goethe, “L’architettura è una musica pietrificata”, possiamo esigere la melodia delle sue forme. Da tempo la bellezza non è fra i parametri richiesti, requisito invece ritenuto primario nei secoli. Oggi sembra quasi considerato superfluo. Anche per questo va citato il diritto alla bellezza. Sono questi fatti della politica? Pensiamo proprio di sì. Un tempo chi governava esigeva il bello dall’architettura e dalla forma della Città. Quindi bellezza intesa come patrimonio collettivo, bene che appartiene a tutti. Governo della Città è Governo della complessità che non ammette semplificazioni. L’Architettura non deve perdere la sua funzione di “legante”, di elemento costitutivo della Città, interagente con il suo intorno, in termini funzionali, morfologici, spaziali. Un pensiero corrente sollecita la “costruzione” dei vuoti urbani per evitare l’espandersi della Città. Per evitare di perdere gli ultimi spazi inedificati deve quindi accentuarsi l’attenzione del pianificatore, e dove più alta è la densità edilizia, più forte e determinata deve essere la difesa dei luoghi ecologicamente funzionali alla salute e alla bellezza della città. Quindi le forti pressioni del mercato immobiliare devono essere indirizzate verso il recupero dell’edilizia esistente, il soddisfacimento del bisogno di aree verdi, servizi, case in locazione anche a canone sociale, affinchè questa congiuntura favorevole all’investimento nel così detto “bene rifugio” non si risolva nel solito aumento di territorio urbanizzato, ma si traduca in qualità urbana o in deterrente verso i facili guadagni della rendita fondiaria. Questo modo di indirizzare la domanda di investimento nel settore edilizio, che oggi preme sulla Pubblica Amministrazione, può venire in soccorso al Comune nell’acquisizione di aree e costruzione di servizi. Uno strumento che, se oculatamente adoperato, potrebbe tradurre concretamente questa volontà politico-amministrativa in standard non costretti a rimanere solo sulle tavole del piano regolatore, è la perequazione. Per realizzare una città bella, funzionale, dotata di servizi, occorrono spazi urbani adeguati e ben localizzati. La perequazione ha interpreti molto diversi. Vi sono opportunità che questo strumento offre e danni che, se mal regolamentato, può arrecare. Innanzi tutto due premesse: I Piani Regolatori, per “far quadrare gli standard”, sono ricorsi in genere ai vincoli delle aree agricole, mentre hanno consentito l’edificazione di aree libere nelle zone densamente urbanizzate. 1. la città che vogliamo, per essere tale, ha bisogno di servizi veri, realizzati e gestiti ad alto livello qualitativo. Senza la disponibilità di spazi centrali, la riqualificazione urbana risulta molto ardua. Ma non è facile sottrarre alla speculazione edilizia i luoghi che hanno raggiunto i massimi valori della rendita. Così da tempo si utilizzano teorie che giustificano la loro edificazione, che insieme allo sfruttamento intensivo di aree esterne, hanno poco a che fare con l’interesse collettivo. 2. i dati sul fabbisogno pregresso e la sconfortante prospettiva sulle risorse finanziarie degli Enti locali inducono ad una riflessione sul presente e sul futuro dello sviluppo cittadino, incompiuto nell’offerta di servizi pubblici e collettivi. Dopo anni e anni di standard e di Piani che li indicano sulla carta, la presenza dei servizi realizzati è insufficiente e inadeguata al ruolo che si vorrebbe assegnare alla Città. I vuoti sono come le pause tra una parola e l’altra e, come queste, sono fondamentali per rendere comprensibile il discorso urbano. 3 L’esproprio, strumento necessario ma non sufficiente, e che non sempre è stato espressione di equità, va sostenuto da forme complementari ed efficaci di acquisizione di aree e realizzazione di servizi. delle opere pubbliche e ai processi di concertazione pubblico-privato, nella logica del raggiungimento del più alto livello del pubblico interesse. Con ciò potranno essere garantiti ai cittadini i diritti fondamentali per la vita collettiva, sociale, culturale. Una perequazione ben concepita potrebbe avviare un processo di risanamento e riqualificazione diffusa della Città intesa come sistema integrato di funzioni; potrebbe inoltre includere fra i servizi la residenza sociale, che presenta aspetti di elevata criticità come più volte e da tempo evidenziato dall’Assessorato ai Servizi Sociali. Il diritto alla casa potrebbe avere invece prospettiva se, ad esempio, in ogni trasformazione urbana di entità significativa, una percentuale di superficie edificabile venisse ceduta come standard al Comune cosicchè, gradualmente ma sistematicamente, l’Amministrazione Comunale verrebbe a dotarsi di un patrimonio pubblico di alloggi e di aree per le attività sociali. Va però considerato che la cosiddetta “compensazione” si carica di rischi se si dovesse sottrarre al nuovo PGT la forza e l’autorevolezza di modificare alcune previsioni quantitative e destinazioni del precedente Piano. Un’ampia riserva di aree pubbliche, che attraverso lo strumento perequativo si può ottenere, è condizione necessaria per gestire utilmente l’urbanistica. Inoltre va considerato che queste aree, in quanto pubbliche, si sottrarrebbero agli effetti sempre più incombenti della decadenza dei vincoli. Emerge in sintesi la necessità di attivare processi di pianificazione che giungano ad una trasformazione del territorio attraverso una equilibrata crescita programmata e progettata. Cioè ad un “Piano” che si attua per progetti urbani, all’interno di un sistema coordinato e coerente che consenta di ottenere un assetto organizzato ed una elevata qualità architettonica in grado di esaltare lo stato dei luoghi, oltre che un maggior controllo, nella costruzione della città pubblica, della struttura urbana e dei servizi, legando i processi di pianificazione alla programmazione 4 LA SOSTENIBILITÀ E LA PARTECIPAZIONE Il nuovo strumento urbanistico dovrà anche aprire nuove prospettive e possibilità in merito al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità per cogliere i principi di: – integrazione della dimensione economica, sociale e culturale, in modo da elaborare e sviluppare le proprie politiche tenendo conto delle diverse dimensioni di azione collegandole alle prerogative ambientali; – “buon governo”, inteso come gestione efficiente dei servizi, equo accesso ad essi e reale collaborazione tra i diversi soggetti operanti sul territorio; – cooperazione e solidarietà come sussidiarietà tra i livelli di governo per favorire l’iniziativa locale e come costruzione del consenso con gli attori per una condivisione delle responsabilità (di scelta e di azione); – decentralizzazione effettiva e sostenibilità delle scelte anche per competenze e disponibilità di risorse finanziarie. Ciò significa attuare scelte di pianificazione intese non solo sotto il profilo strettamente ambientale, ma anche sotto il profilo sociale ed economico, in modo che ogni atto di programmazione territoriale contribuisca a garantire una maggiore equità sociale, anche attraverso la diffusione di pari occasioni di sviluppo. Per la Città di Cesano Maderno, impegnata da tempo su tali temi e processi di sviluppo sostenibile, questo si presenta quale momento per promuovere, attraverso il governo del territorio e i suoi strumenti, le azioni di Agenda 21 locale, ponendo al centro il rafforzamento della partecipazione degli attori locali nelle questioni territoriali (in senso lato) e assicurando un elevato livello di protezione dell’ambiente. La partecipazione, comunque, non dovrà essere interpretata come una grande assemblea pubblica (sul modello condominiale), né tanto meno come sondaggio d’opinione. Risulterà quindi strategico cercare di facilitare una partecipazione orientata alla realizzazione di pratiche sociali, a una forma di dialogo in cui lo stesso territorio possa avere la parola, proprio in quanto depositario delle identità, dei bisogni e delle aspettative che fanno dell’abitare un momento significativo della vita quotidiana. Ciò consentirà di promuovere l’azione della comunità, nonché la concreta attuazione di criteri ormai divenuti fondamentali e imprescindibili (sussidiarietà, sostenibilità, partecipazione e flessibilità). Centrale per la valutazione del processo di sostenibilità del contesto sociale, economico e ambientale sarà l’utilizzo di indicatori sui quali strutturare la fase decisionale del PGT. Attraverso tali indicatori, dettati dalla Giunta Regionale o previsti nel piano stesso, si dovrà evidenziare la congruità delle scelte rispetto agli obiettivi di sostenibilità e le possibili sinergie del PGT con gli altri strumenti di pianificazione e programmazione (tra cui anche il Piano d’Azione di Agenda 21 locale) garantendo, a regime, il costante monitoraggio delle singole azioni di piano e i risultati complessivi e/o di tendenza in materia di sostenibilità. L’elemento determinante per l’efficacia degli indicatori e, quindi, di tutto il “sistema” di valutazione ambientale di cui saprà dotarsi il nuovo PGT, sarà quello di una stretta correlazione con il territorio di riferimento, per garantire il collegamento delle scelte con le reali necessità del territorio stesso, per individuare: criticità ambientali, priorità e, soprattutto, per mostrare l’andamento nel tempo. Il PGT dovrà quindi conciliare le aspirazioni dei cittadini con le regole e i principi di un modello di sviluppo locale che risponda senz’altro ai criteri della sostenibilità, applicando un metodo di pianificazione interattiva, comunicativa e partecipata e sollecitando l’espressione delle diverse componenti della comunità locale. 5 ASPETTI GENERALI E OBIETTIVI SPECIFICI Le attività correlate al processo di revisione del vigente strumento urbanistico consentiranno di affinare e perfezionare tutti i nuovi elementi già introdotti conseguentemente all’approvazione dell’attuale PRG. Questi elementi, dopo essere stati testati sul campo per oltre due anni, possono ora essere migliorati e resi più rispondenti alle sempre più rapide e dinamiche trasformazioni che il nostro territorio oggi richiede. − la possibile integrazione dei contenuti della pianificazione da parte dei privati. E proprio seguendo i suddetti principi, in coerenza con il disegno politicoprogrammatico dell’Amministrazione comunale, si intendono recepire in questo documento anche gli obiettivi della stessa riforma urbanistica regionale, cogliendone gli aspetti generali per tradurli negli obiettivi specifici delle politiche territoriali locali. Non si intende, beninteso, stravolgere il disegno dell’attuale PRG, peraltro recentemente entrato in vigore (6 agosto 2003) ma, piuttosto, cercare di esprimerne al meglio le innumerevoli potenzialità per l’ottimale valorizzazione del nostro territorio, con la massima attenzione alla sostenibilità delle scelte che saranno intraprese. Lo scopo principale è quindi quello di creare uno strumento urbanistico di governo del territorio comunale aggiornato, pronto a rispondere in tempo reale agli attuali bisogni della collettività, che consenta di programmare il suo futuro, in un’ottica di articolazione graduale e flessibile delle scelte, con uno spirito che è proprio dei principi della nuova legge regionale. Inoltre, il nuovo dettato legislativo rappresenta un esplicito invito a tutti gli Enti che si occupano di “governo del territorio”, a uniformare i propri strumenti al criterio della sostenibilità “intesa come garanzia di uguale possibilità di crescita del benessere dei cittadini e di salvaguardia dei diritti delle future generazioni”. E’ quindi oggi per Cesano Maderno, come per gli altri comuni, un preciso impegno quello di intervenire nel governo del territorio con responsabilità condivise per ricercare e realizzare tutte le possibili azioni di sviluppo e progresso sostenibile e di valorizzazione delle attività e azioni già in essere, garantendo: − la pubblicità e la trasparenza delle attività che conducono alla formazione dello strumento; − la partecipazione diffusa dei cittadini e delle loro associazioni; 6 → ridefinire marginalmente, ma puntualmente, le scelte sin qui operate, finalizzando l’attività di ridisegno del territorio ad una più appropriata lettura dei fenomeni in atto, con un’elevata attenzione ai casi di dismissione e di trasformazione, anche se singolarmente non estremamente significativi garantire che i processi di trasformazione e sviluppo siano compatibili con la sicurezza dai rischi naturali e tecnologici, nonché con la salubrità e l’igiene degli insediamenti umani favorire le forme di riutilizzazione del patrimonio immobiliare edificato per non compromettere il suolo libero e in particolare quello ad alta produttività agricola, nonché favorire le scelte localizzative congruenti con il sistema infrastrutturale esistente e di progetto potenziare e sviluppare il sistema infrastrutturale privilegiando quello esistente ai fini di garantire la dotazione di infrastrutture e di servizi a sostegno della mobilità rispetto alle prestazioni richieste dagli insediamenti esistenti ed alla prospettive di sviluppo OBIETTIVI SPECIFICI ASPETTI GENERALI promuovere lo sviluppo sociale, economico e culturale dalla nostra comunità locale nel suo complesso compatibilmente con l’equilibrato uso del territorio, la salvaguardia dell’ambiente e l’uso appropriato di ogni tipo di risorsa → recepire, a livello comunale, le vigenti disposizioni concernenti le attività di industrie classificate a rischio di incidente rilevante → analizzare attentamente le scelte effettuate, mettendo a sistema i progetti già avviati e quelli per i quali esiste una reale e concreta opportunità di attuazione (oasi LIPU, “Fiume vivo”, rete ecologica, PLIS, parco della Barruccanetta, vuoti urbani) → valutare le ricadute sul territorio in rapporto alle trasformazioni in atto (realizzazione del nodo di interscambio ferroviario, previsione della nuova fermata “Groane” sulla linea FNM Saronno-Seregno, perfezionamento del progetto per la “Pedemontana”, definizione del progetto per la tangenziale nord a confine con il Comune di Seveso, …) ridefinendo le strategie di mitigazione dell’impatto ambientale, nonché, anche se a scala minore, quelle necessarie a consentire lo sviluppo dell’attività commerciale (medie e grandi strutture di vendita) 7 garantire l’equità economica e sociale attraverso l’uso di sistemi perequativi e compensativi (di perequazione economica, di sostenibilità sociale, …) garantire l’adattabilità degli strumenti urbanistici rispetto ai cambiamenti e/o al maturare di nuove esigenze sociali, culturali ed economiche della comunità locale attraverso procedure e tempi certi favorire forme di collaborazione tra istituzioni e privati nella progettazione e nella realizzazione di ogni intervento di trasformazione territoriale ai fini di garantire l’espressione della creatività e dell’intrapresa economica → indirizzare e definire strumenti operativi che consentano di perseguire la sostenibilità degli interventi, anche attraverso forme di convenzionamento tra il Comune e i soggetti proponenti OBIETTIVI SPECIFICI ASPETTI GENERALI stimolare i processi di partecipazione alla definizione dei contenuti della programmazione e della pianificazione territoriale, ai fini della condivisione delle scelte sul territorio attraverso le molte forme degli strumenti di negoziazione → perfezionare il meccanismo perequativo introducendo anche sistemi di compensazione e incentivazione → definire ambiti di trasformazione territoriale soggetti a pianificazione attuativa (anche attraverso PII) con modalità operative predefinite e condivise che consentano, comunque, un elevato livello di flessibilità delle scelte, con particolare attenzione ai fenomeni evolutivi del polo industriale delle Groane (valorizzazione, riconversione e/o ricollocazione di attività) → agevolare il ricorso agli interventi convenzionati attraverso la puntuale indicazione di parametri cui attenersi in fase di contrattazione rendendo evidente il perseguimento dell’interesse pubblico secondo criteri di imparzialità e trasparenza 8 valorizzare i beni architettonici, monumentali, di valore storico tipologico, tramite utilizzazioni funzionali e interventi che favoriscano la presenza di persone e di attività compatibili con i caratteri del contesto territoriale assecondare il processo di consolidamento del ruolo di Cesano Maderno come luogo di centralità di rango elevato all’interno del sistema Brianza e lombardo → sviluppare il PGT a livello di strumento urbanistico cui è attribuibile la valenza paesistica, con particolare attenzione ai centri storici, alle zone agricole, agli ambiti fluviali e alle zone a parco OBIETTIVI SPECIFICI ASPETTI GENERALI favorire la qualità degli interventi rispetto al territorio: – nel suo complesso (vasta scala, ambiente fisiconaturale, economico e sociale) – alle singole parti (contesti territoriali e urbani, storicoculturali, morfologici e paesaggistici) – agli elementi costitutivi (edifici, spazi urbani, infrastrutture e paesaggio) → approfondire l’indagine sul patrimonio edilizio esistente definendo ipotesi di intervento per le zone residenziali di antica formazione e, comunque, definite di recupero → sviluppare e potenziare le attrezzature di livello superiore (Cesano Maderno città d’arte e della cultura, polo universitario, turismo, …) ponendo particolare attenzione all’inserimento di tali infrastrutture nel Piano dei Servizi 9 Il Documento di Piano ASPETTI STRUTTURALI Si dovrà, quindi, procedere ad articolare il PGT attraverso la struttura definita dal nuovo quadro legislativo di riferimento che individua la tripartizione complementare degli atti che lo compongono: il Documento di Piano, il Piano dei Servizi e il Piano delle Regole. Nella redazione del PGT dovranno essere osservate le modalità approvate con deliberazione della Giunta Regionale n. 8/1681 del 29 dicembre 2005. La nuova struttura del piano urbanistico comunale si pone la finalità di operare una distinzione concettuale e normativa tra le parti di territorio ancora libere e, perciò, suscettibili di espansione e quelle già oggetto di edificazione, con l’esigenza di coordinare sull’intero territorio la realizzazione, lo sviluppo e la gestione dei servizi. Attraverso il Documento di Piano verrà definito il quadro ricognitivo e programmatorio di riferimento per lo sviluppo economico e sociale del Comune, anche sulla base delle proposte dei cittadini singoli o associati e tenuto conto degli atti di programmazione provinciale e regionale. Il Documento di Piano dovrà contenere anche il quadro conoscitivo del territorio comunale attraverso: − le trasformazioni avvenute, − i grandi sistemi territoriali, − il sistema della mobilità, − le aree a rischio o vulnerabili, Il territorio comunale viene infatti suddiviso tra gli ambiti di trasformazione, soggetti al Documento di Piano, e gli ambiti di tessuto urbano consolidato, soggetti al Piano delle Regole. − le aree di interesse archeologico e i beni di interesse paesaggistico o storico-monumentale, nonchè le relative aree di rispetto, La differenziazione degli ambiti oggetto della pianificazione, ossia le aree oggetto di trasformazione e il tessuto urbano consolidato, costituisce il punto di origine per la diversa natura e cogenza dei due strumenti attraverso cui si articola il PGT. − gli aspetti socio-economici, culturali, rurali e di ecosistema, In base ai nuovi disposti legislativi regionali, il Documento di Piano, infatti, non potrà contenere previsioni che producano effetti diretti sul regime dei suoli e avrà durata quinquennale mentre il Piano delle Regole conserverà la durata indeterminata tipica degli strumenti di pianificazione urbanistica tradizionali, avrà carattere vincolante e produrrà effetti diretti sul regime giuridico delle aree. Infine, il Piano dei Servizi avrà il compito di individuare lo stato delle urbanizzazioni esistenti e definire le modalità e le risorse per il loro potenziamento, anche attraverso il concorso degli operatori privati; anch’esso, come il Piano delle Regole, avrà carattere prescrittivo e vincolante, senza termini di validità, essendo sempre modificabile. − i siti interessati da habitat naturali di interesse comunitario, − la struttura del paesaggio agrario, − l’assetto tipologico del tessuto urbano, − ogni altra emergenza del territorio che vincoli la trasformabilità del suolo e del sottosuolo. La redazione del Documento di Piano dovrà inoltre definire l’assetto geologico, idrogeologico e sismico comunale, osservando i criteri e gli indirizzi approvati dalla Giunta Regionale con deliberazione n. 8/1566 del 22 dicembre 2005. La definizione di tali elementi ci consentirà, attraverso lo stesso Documento di Piano di: − delineare una “vision” complessiva, socialmente condivisa, delle prospettive di futuro assetto di Cesano Maderno; 10 − individuare gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione, che abbiano valore strategico per la politica territoriale; − indicare i limiti e le condizioni di sostenibilità ambientale, in coerenza con le previsioni sovracomunali; − determinare gli obiettivi quantitativi di sviluppo, tenendo conto della riqualificazione del territorio, della minimizzazione del consumo del suolo, in coerenza con l’utilizzazione ottimale delle risorse territoriali, della definizione dell’assetto viabilistico e della mobilità, dell’utilizzazione e del miglioramento dei servizi; − determinare, in coerenza con i precedenti obiettivi e le politiche della mobilità, le politiche di intervento per la residenza, ivi comprese le eventuali politiche per l’edilizia residenziale pubblica, le attività produttive primarie, secondarie e terziarie, ivi comprese quelle della distribuzione commerciale; − dimostrare la compatibilità delle politiche di intervento con le risorse economiche attivabili dall’Amministrazione Comunale; − individuare cartograficamente gli ambiti di trasformazione e definirne i relativi criteri di intervento per la tutela ambientale, paesaggistica, storicomonumentale, ecologica, geologica, idrogeologica e sismica; − determinare le modalità di recepimento delle previsioni prevalenti contenute nei piani sovracomunali; Il Piano dei Servizi Una delle novità più rilevanti presenti nella L.R. 12/2005 è costituita dalla conferma e dall’evoluzione del Piano dei Servizi. Si tratta di uno strumento di programmazione, già previsto dalla L.R. 1/2001, attraverso il quale il legislatore regionale ridefinisce radicalmente la nozione di standard urbanistico. Attraverso il Piano dei Servizi, infatti, verrà definita la dotazione globale di aree per servizi, le eventuali aree per l’edilizia residenziale pubblica e le dotazioni a verde, i corridoi ecologici e il sistema del verde di connessione tra territorio rurale e quello edificato. Il Piano dei Servizi: − determinerà la popolazione stabilmente residente nel Comune, la popolazione prevista dal Documento di Piano e la popolazione gravitante nel territorio comunale; − valuterà prioritariamente l’insieme delle attrezzature di servizio insediate con riferimento a qualità, fruibilità e accessibilità, accertandone l’eventuale insufficienza e/o inadeguatezza e quantificandone conseguentemente i costi di adeguamento, nonchè le modalità di intervento. Inoltre, il Piano dei Servizi, con riferimento agli obiettivi di sviluppo del Documento di Piano: − definire i criteri di compensazione, di perequazione e di incentivazione ; − indicherà le necessità di sviluppo e integrazione dei servizi esistenti, quantificandone i costi e prefigurandone le modalità di attuazione; − evidenziare i criteri secondo i quali valutare la sostenibilità ambientale, in relazione agli indirizzi generali approvati con deliberazione della Giunta Regionale n. 8/1563 del 22 dicembre 2005. − assicurerà la corretta dotazione di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico o generale, in relazione alla popolazione stabilmente residente o a quella da insediare; − individuerà la dotazione di servizi da assicurare nei piani attuativi, ricorrendo eventualmente anche alla possibilità di monetizzazione; − espliciterà la sostenibilità dei costi di adeguamento, sviluppo e integrazione con il Programma Triennale delle Opere Pubbliche e l’eventuale realizzazione diretta da parte di privati; 11 − indicherà i servizi da assicurare negli ambiti di trasformazione, con particolare riferimento agli ambiti in cui è prevista l’attivazione di strutture di distribuzione commerciale, terziarie, produttive e di servizio caratterizzate da rilevante afflusso di utenti. Inoltre, risulta significativo fin da ora il ruolo sovracomunale attribuibile a Cesano Maderno rispetto al contesto territoriale di livello provinciale in cui ricade, soprattutto in considerazione del futuro quadro di riferimento territoriale dettato dall’istituzione della nuova Provincia di Monza e Brianza. Ciò appare evidente considerando le condizioni di accessibilità e la dotazione di servizi esistenti o di prossimo sviluppo (università e istituti di livello superiore, infrastrutture ferroviarie e relativo nodo di interscambio, nuovo sistema autostradale pedemontano, polo tecnologico-produttivo area Groane, patrimonio storico-artistico-monumentale, Parco Groane), che consentiranno al Comune di svolgere sempre più un ruolo di polarità urbana rispetto ai diversi ambiti territoriali. Conseguentemente, il Piano dei Servizi dovrà contenere la previsione di servizi pubblici aggiuntivi e dovrà prevedere il potenziamento dei servizi di interesse sovracomunale, necessari al soddisfacimento della domanda espressa dal bacino territoriale di gravitazione. Il Piano dei Servizi sarà accompagnato anche da una normativa di disciplina attuativa. Il Piano delle Regole Il Piano delle Regole è lo strumento che definisce a livello operativo, cartograficamente e con norme, le prescrizioni urbanistiche vincolanti e conformative del regime dei suoli nell’ambito del tessuto urbano consolidato, ovvero nelle parti in cui il territorio comunale è già stato oggetto di edificazione. Pertanto, il Piano delle Regole: − definirà gli ambiti del tessuto urbano consolidato comprendendo in essi le aree libere intercluse o di completamento; − indicherà gli immobili assoggettati a tutela in base alla normativa statale e regionale; − individuerà le aree e gli edifici a rischio di compromissione o degrado e a rischio di incidente rilevante; − conterrà, in ordine alla componente geologica, idrogeologica e sismica, il recepimento e la verifica di coerenza con gli indirizzi e le prescrizioni del PTCP e del piano di bacino, l’individuazione delle aree di pericolosità e vulnerabilità, nonché le norme e le prescrizioni a cui le medesime aree sono assoggettate in ordine alle attività di trasformazione territoriale; − individuerà le aree destinate all’agricoltura, le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche e le aree non soggette a trasformazione urbanistica; − individuerà le parti del territorio comunale nonchè le tipologie di edifici o di intervento escluse dall’applicazione delle disposizioni vigenti in materia di recupero ai fini abitativi dei sottotetti esistenti. 12 Negli ambiti del tessuto urbano consolidato il Piano delle Regole: − individuerà i nuclei di antica formazione; − identificherà i beni ambientali e storico-artistico-monumentali oggetto di tutela o per i quali si intende formulare proposta motivata di vincolo; − definirà le caratteristiche fisico-morfologiche che connotano l’esistente, da rispettare in caso di eventuali interventi integrativi o sostitutivi, nonché le modalità di intervento ed i criteri di valorizzazione degli immobili vincolati; − identificherà i parametri da rispettare negli interventi di nuova edificazione o sostituzione relativamente a: · caratteristiche tipologiche, allineamenti, orientamenti e percorsi, · superfici lorde di pavimento esistenti e previste, · rapporti di copertura esistenti e previsti, · altezze massime ed, eventualmente, minime, · modi insediativi che consentano continuità di elementi di verde e del reticolo idrografico superficiale, · destinazioni d’uso non ammissibili, · interventi di integrazione paesaggistica, − individuerà gli edifici esistenti non più adibiti ad usi agricoli, dettandone le normative d’uso. Per le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche, il Piano delle Regole detterà ulteriori regole di salvaguardia e di valorizzazione in attuazione dei criteri di adeguamento e degli obiettivi stabiliti dal PTR, dal PTPR e dal PTCP. Per le aree non soggette a trasformazione urbanistica, il Piano delle Regole individuerà gli edifici esistenti, dettandone la disciplina d’uso e ammetterà in ogni caso, previa valutazione di possibili alternative, interventi per servizi pubblici, prevedendo eventuali mitigazioni e compensazioni agro-forestali e ambientali. Spetterà inoltre al Piano delle Regole, qualora la perequazione urbanistica risulti applicabile in forma non strettamente circoscritta all’interno degli ambiti di trasformazione, il compito di normare la sua applicazione, sulla base dei criteri definiti dal Documento di Piano, in tutte le aree del territorio comunale. In tal caso, il Piano delle Regole dovrà anche regolamentare la cessione gratuita al Comune delle aree destinate alla realizzazione di opere di urbanizzazione, ovvero di servizi ed attrezzature pubbliche o di interesse pubblico o generale, da effettuarsi all’atto della utilizzazione dei diritti edificatori, così come determinati in applicazione dello stesso criterio perequativo. · parametri qualitativo-prestazionali riguardanti in particolare materiali, tecnologie, elementi costruttivi, ecc., per assicurare la qualità degli interventi in rapporto alla efficienza energetica, alla riduzione dell’inquinamento, al risparmio di risorse naturali e al miglior inserimento nel contesto. Per le aree destinate all’agricoltura il Piano delle Regole: − detterà la disciplina d’uso, di valorizzazione e di salvaguardia di tali aree; − recepirà i contenuti dei piani di bonifica; 13 L’ORGANIZZAZIONE A livello operativo, per determinare compiutamente il processo di elaborazione del PGT, risulta quanto mai opportuno evidenziare l’assetto della struttura organizzativa tecnico-gestionale che si integra e garantisce coerenza con il più ampio modello organizzativo dell’Ente. Verrà comunque contemporaneamente garantito il normale svolgimento dell’attività amministrativa, senza ritardi o inefficienze. Si ritiene, infatti, che la redazione del nuovo strumento urbanistico comunale possa più efficacemente essere definita non ricorrendo ad un’unica figura di pianificatore progettista, ma debba essere più articolata attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro plurispecialistico. Il gruppo di lavoro dovrà risultare composto dal personale dell’U.O. Urbanistica, che svolgerà il ruolo di cerniera e coordinamento tra le altre unità organizzative dell’Ente che saranno chiamate a partecipare alle attività, secondo le proprie conoscenze e competenze, e l’apparato tecnico-scientifico costituito da tecnici esterni, liberi professionisti, che siano in grado di sviluppare e progettare tutti i temi che il PGT dovrà trattare. Il gruppo di lavoro così strutturato sarà in grado di garantire un obiettivo di massima trasversalità all’interno del processo che condurrà alla redazione del PGT. Ciò consentirà il conseguimento di almeno quattro utilità: 1. disporre di tutte le conoscenze scientifiche necessarie per l’ottimale definizione del PGT; 2. avere accesso diretto a tutte le informazioni utili e necessarie per la conoscenza delle problematiche territoriali e delle loro implicazioni strutturali; 3. formare il personale che dovrà gestire l’attuazione del PGT e di tutto ciò che esso determina (sostenibilità ambientale, urbanistica, edilizia, lavori pubblici, mobilità, ecologia, commercio, lavoro, sviluppo sociale, ...); 4. definire un PGT attuale, reale e concreto, capace di analizzare le problematiche esistenti oggi sul territorio ed in grado di offrire soluzioni che consentano di anticipare i bisogni. 14