sviluppo affettivo e della personalita
Transcript
sviluppo affettivo e della personalita
SVILUPPO AFFETTIVO E DELLA PERSONALITA’ LA PERSONALITA’ : è l’organizzazione dinamica di quei sistemi psicofisici e sociali che determinano il pensiero e i comportamenti caratteristici dell’individuo. Il temperamento e l’esperienza interagiscono nel formare la personalità dei soggetti. È una complessa interazione tra fattori innati (temperamento) e fattori acquisiti (personalità) che porta il soggetto a sviluppare un particolare stile di comportamento. TEST DI PERSONALITA’: servono ad analizzare gli aspetti della personalità diversi dai fattori intellettivi. Si dividono in inventari di personalità e tecniche proiettive. I primi sono questionari formati da domande o affermazioni su cui il soggetto esprime la sua opinione o il suo grado di accordo. Attraverso le risposte si individuano varie caratteristiche della personalità. I test proiettivi si basano sul principio che di fronte a un materiale poco strutturato il soggetto fa riferimento alle proprie esperienze e lo interpreta e completa in base ai propri desideri, alle proprie aspirazioni, alle proprie paure e ai propri conflitti. Tale meccanismo psicologico è chiamato proiezione. Tra i test proiettivi che utilizzano il disegno ricordiamo il test di Rorshach, i test della famiglia che consente allo psicologo di capire i rapporti affettivi con i propri famigliari, i test della figura umana è utilizzato sia per capire il livello di maturità intellettiva sia per capire come il soggetto percepisce e valuta la propria persona e la relazione con l’ambiente, il test dell’albero è fondato sull’ipotesi che tale figura sia una rappresentazione simbolica dell’uomo: disegnando un albero, il soggetto rappresenta in modo inconsapevole la propria personalità. GLI STUDI DI ERIK ERIKSON: la teoria di E. Erikson, rispetto a quella di Freud, che insiste sulla sviluppo pulsionale e sulle dinamiche famigliari, dà una maggiore importanza ai fattori sociali e alla cultura. Il ciclo di vita è la successione delle tappe tipiche attraverso le quali, normalmente, le persone appartenenti a una data cultura passano nel corso dell’intera esistenza. Tali tappe sono caratterizzate da alcuni aspetti fondamentali. Per esempio l’adolescenza che è una fase in cui il soggetto cerca di delineare una propria specifica identità. Ogni fase è però anche contraddistinta da problemi e crisi specifiche di quel periodo. Erikson ritiene che vi siano 8 fasi nel ciclo vitale delle persone, ognuna delle quali comporta una particolare “qualità dell’IO”. Infanzia 0-1 anno (fase orale), fiducia/sfiducia; Prima Infanzia 2-3 anni (fase anale), autonomia/incertezza/vergogna; Età genitale 4-5 anni (fase fallica), iniziativa/colpa; Età scolare 6-12 anni, operosità/inferiorità; Adolescenza 13-18 anni, identità/confusione (dispersione); Età adulta 19-25 anni, intimità/isolamento; Seconda età adulta 26-40 anni, generatività/stagnazione; Vecchiaia 40 in poi, integrazione dell’Io/disperazione. Il concetto dell “IO” in Erikson assume caratteri diversi rispetto alla teoria freudiana. In Freud l’IO svolge soprattutto una funzione di mediazione tra le pulsioni dell’ ES e le esigenze del Super IO. In Erikson l’IO si esprime e si modifica in relazione alle esperienze sociali dell’individuo. Il concetto di IO trova inoltre un 2013 Copyright Cerca trova studia www.cercatrovastudia.altervista.org 1 proprio completamento in quello di identità personale. L’identità personale è la consapevolezza della propria continuità nel tempo e agisce come sintesi delle diverse parti della personalità. GLI STUDI DI JOHN BOWLBY: ritiene che il legame del bambino con la madre sia il risultato di un insieme di schemi comportamentali di natura istintiva. Il bambino cerca il contatto con la madre perchè solo così è assicurata la propria sopravvivenza e la protezione dai predatori. In tale prospettiva i comportamenti come piangere, aggrapparsi oppure sorridere per farsi prendere in braccio assicurano la vicinanza alla madre. Il forte legame affettivo che si forma tra bambino e madre è definito da Bowlby attaccamento e inizia a consolidarsi nel primo anno di vita. Quanto più l’ambiente è percepito dal bambino come pericoloso tanto più si fanno insistenti i suoi segnali o comportamenti di attaccamento, da questo si crea il principio di omeostasi (equilibrio). Il bambino da una parte cerca la vicinanza della madre, dall’altra è portato a esplorare l’ambiente circostante: l’equilibrio tra questi due comportamenti dipende dal grado di sicurezza che egli avverte attorno a se. I TRE PRINCIPALI TIPI DI ATTACCAMENTO: L’attaccamento sicuro: si verifica quando la madre sa riconoscere e soddisfare i bisogni del bambino. La madre è considerata dal piccolo una base sicura cui poter tornare dopo l’esplorazione dell’ambiente. La natura del temperamento (innato, istintivo) del bambino influisce sulla formazione del tipo di attaccamento. Un temperamento facile favorisce l’instaurarsi dell’attaccamento sicuro. L’attaccamento insicuro ansioso-ambivalente e ansioso evitante: l’attaccamento ansioso-ambivalente si verifica quando la madre si mostra imprevedibile nelle sue risposte al piccolo. In certi casi è quasi eccessiva nelle proprie attenzioni, mentre in altri non mostra affatto sollecitudine verso il bambino. L’attaccamento ansioso-evitante si verifica quando la madre evita sistematicamente il contatto fisico con il bambino. Questi bambini risultano più aggressivi rispetto ai bambini dall’attaccamento sicuro. RAPPORTO TRA TIPO DI ATTACCAMENTO E PERSONALITA’ FUTURA: in base alle loro ricerche e agli studi clinici, gli psicologi che seguono la teoria di Bowlby ritengono che la personalità del bambino in età più avanzata e la stessa personalità dell’adulto siano notevolmente influenzate dalle modalità con cui si forma l’attaccamento in età infantile. L’attaccamento sicuro: i bambini dall’attaccamento sicuro si mostrano più socievoli nei rapporti con i coetanei. Il bambino in base alle esperienze compiute nella prima infanzia, si costruisce un’immagine interiore sia della madre sia di se stesso, e tale immagine influenza le esperienze future. E’ più probabile infatti che, sia pure inconsciamente, il bambino e l’adulto cerchino 2013 Copyright Cerca trova studia www.cercatrovastudia.altervista.org 2 persone, situazioni e relazioni con gli altri che confermino ciò che essi si attendono dagli altri sul piano delle relazioni affettive. Nella vita amorosa questi soggetti tendono ad avere un carattere costante, con relazioni sentimentali importanti e di carattere duraturo. L’attaccamento ansioso-ambivalente: i bambini dall’attaccamento ansioso-ambivalente mostrano problemi di adattamento in un nuovo ambiente. La causa è la scarsa affidabilità della madre che forma un modello di persona che dubita di essere degna di essere amata. Da adulto il soggetto dell’attaccamento ansioso-ambivalente ha l’impressione che gli altri siano riluttanti a stargli vicino quanto lui vorrebbe. Nella vita amorosa questi soggetti mostrano estrema attrazione per il partner e sono inclini alla gelosia. Sono anche irascibili, possessivi e vorrebbe il/la compagno/a sempre vicino. L’attaccamento ansioso-evitante: i bambini dall’attaccamento ansioso-evitante riescono ad adattarsi rapidamente all’ambiente. L’apparente autonomia ha però un rovescio della medaglia: questi bambini tendono a giocare da soli ed a tenere gli altri a distanza. Entrano abbastanza spesso in conflitto e hanno reazioni aggressive e imprevedibili. Da adulti tendono a sentirsi a disagio quando sono vicini ad altre persone. Mostrano una certa diffidenza nei rapporti interpersonali e non accettano di poter dipendere dagli altri. Nella vita amorosa i soggetti ansiosi-evitanti trattano con freddezza il/la compagno/a e non amano mostrarsi dipendenti dal legame che con loro hanno stabilito. 2013 Copyright Cerca trova studia www.cercatrovastudia.altervista.org 3