di - La Riviera

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di - La Riviera
Dicono che gli uomini hanno nemici da
abbattere in gioventù e mondi da difendere
in tarda età. A questa regola fanno
eccezione i diavoli che sono creature
irregolari. Sfugge soprattutto alle norme
valide per gli uomini normali un diavolo
colorato. Il diavolo quando è rosso, come il
nostro, l'addio alle armi
non lo darà mai.
DOMENICA
10 GIUGNO 2012
LA RIVIERA
02
UNA STORIA
TOTÒ
CHE NON
DISPERSE
IL SEME
n tempo nella Locride si
peccava di meno, la terra
era già un inferno e i suoi
abitanti tendevano a evitarsi quello eterno. Il seme non lo si disperdeva quasi mai e ogni notte nei
talami si celebrava il rito della fertilità. Totò aveva come unica ricchezza le braccia, un proletario
vero, orfano di madre per compensare tale mancanza avrebbe
voluto una figlia. Nina la moglie
gliene consegnò dieci in vent’anni,
dieci belle rosee e floride vite rosa
che impallidirono in fretta sfiorendo irrimediabilmente nello spazio
di una settimana. Più gliene morirono è più Totò ne fabbricò, muovendo instancabilmente gonadi e
braccia. Lavorava duro, vendendo
a giornata i suoi muscoli a sollevare le zolle dei ricchi per risparmiare il tanto necessario ad alzar su la
prole ambita. Quasi si arrese Totò
quando anche il ventre coniugale
apparve sfiorire. La speranza
rinacque allorché le braccia lo
portarono nelle terre di un tale
quasi medico oltre che ricco. Anzi
quasi veterinario, poiché aveva
studiato la cura degli animali mollandola a pochi esami dalla laurea.
Lo pseudo dottore rivelò a Totò
una verità brutale, soffiandogliela
in faccia senza dolcezza. “Le
donne sono come le mucche, se
hanno il latte avvelenato ammazzano i figli”. Totò comprese e
ritentò a fabbricare figli. Con sua
somma sorpresa il ventre della
moglie ridivenne colmo. Totò per
nove mesi zappò senza posa e
quando il giorno giunse strappò la
figlia alla madre e l’attaccò a una
mammella di gomma piena del
latte della mucca che col sudore
dei muscoli si era comprato. La
figlia non sfiorì al settimo giorno
né al settimo anno. Crebbe e
divenne madre.. si un tempo si
peccava di meno nella Locride, si
lavorava sodo e grazie a un pazzo
che vendeva braccia e cullava
sogni Le Chevalier ogni settimana
vi rifila una favola.
Le Chevalier
CARTOLINE PER LA PADANIA
*
di Antonio Calabrò
U
LE COLONNE DI ERCOLE
ANTONIO BIONA COMMISSO
E I VERMI DI FACEBOOK
Le notizie più lette della
settimana su larivieraonline.com
1) CHI È L’UOMO PIÙ SEXY DELLA LOCRIDE
2) LA SOLIDARIETÀ DI ANTONIO FERRERI A RITORTO
3) BOVALINO, TOCCARE LA NOSTRA GENTE È REATO
4) LOCRI L’ELISOCCORSO PUÒ ASPETTARE
5) L’INCENDIO CHE ACCESE IL CUORE DI BOVALINO
6) IL NOSTRO TIFO PER LA PROCURA DI REGGIO
7) GIÙ LE MANI DAGLI EROI DEL NOSTRO TEMPO
CAPO VATICANO
uattro scogli di
bellezza e
un’infarinata di
ombrelloni sgargianti. Un
fondale di rocce e polpi e
ricci e granchi che si
contendono il loro sole
tremolante, l’armonia di
baie simmetriche rifugio di
Nereidi. Capo Vaticano,
smeraldi fusi tra promontori
calabri.
Q
Dati larivieraonline.com
Trenitalia, nuovi orari e nuove corse
al 10 Giugno entreranno in
vigore i nuovi orari per i
treni delle Ferrovie dello
Stato. Come già annunciato sono
state soppresse numerose corse che
viaggiavano da e per Reggio
Calabria. Nella nota diffusa da
Trenitalia si sottolinea però che
saranno ripristinate due rotte notturne: una è quella che da Palermo
(12.39) andrà a Milano (10.45), e
viceversa, passando per la costa tirrenica; la seconda è quella che percorrendo la dorsale Jonica collegherà Reggio Calabria (21.30) a
Milano (14.10), e Milano (15.45) a
Reggio (8.05). Non ci resta che
vedere quali saranno i risultati di
questa nuova politica aziendale
sulla vita dei pendo lari calabresi.
D
DOMENICA
esaparecidos: né vivi
né morti, semplicemente scomparsi. Da
Facebook.
Ingenuo Facebook che si era
illuso che amici non si nasce
ma si diventa. Un fallimento.
Dalla sua agenda oggi mancano una decina di persone.
Razza locridea. Ceppo leporide: madre coniglia, padre
lepro pezzato. Cagasotto.
L’operazione “Falsa Politica”
ha fatto danni anche al capo
dei capi dei social network.
Ma c’è un comune denominatore che sgama i neofuggitivi:
L’amicizia col detenauta
Antonio Biona Commisso,
contemporaneamente nel carcere di Reggio e su facebook.
L’ex assessore all’ambiente del
governo Figliomeni, colui che
ha detto no a Giuseppe il
Mastro, è un amico troppo
pericoloso per chi è abituato a
strisciare e non a camminare a
testa alta. Schiene lisce. Di
questi tempi il mouse brucia.
Un click può trasformarsi in
associazione esterna? Una
condivisone in affiliazione?
Un mi piace in ergastolo?
Scriveva un grande Dj nel suo
diario da Alcatraz: «Come
vermi siamo già alla tesi di
laurea, come uomini alle elementari»
D
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LA RIVIERA
03
Parlando
di...
ATTUALITÀ
NORDICI & SUDICI
DI GIOACCHINO CRIACO
Così come tu mi vuoi
A lezione dai Sacco di Bovalino La stampa “straniera” ci dipinge come e quando vuole,
«Noi abbiamo ripreso a
lavorare...». E l’hanno fatto
subito appena si sono spente le fiamme che hanno
distrutto il Beach Side.
Lavorare per ricostruire,
per dare vita a un progetto
che non si può fermare.
Lavorare senza piangersi
addosso, senza far polemica, senza strepiti e vittimismo. Lavorare, i Sacco ci
hanno dato una lezione,
senza protervia, senza accusa. Hanno detto
grazie a tutti
quelli che per la
prima volta li
incoraggiano
alla luce del sole,
li incitano a voce
alta, pubblicamente. Noi pubblicamente li
ringraziamo,
loro e i ragazzi che gli stanno intorno. Questa è la
nostra gente, quella che ci
piace, che mostra la crudeltà della nostra terra ma
continua ad amarla senza
sputargli addosso. Il loro
messaggio è limpido, semplice. Niente polemiche,
niente muri alzati. No alla
cultura del nemico ma braccia aperte a chi comprende
che una certa cultura deve
finire, che ai danni enormi
inferti da un sistema economico spietato alla Calabria
non si possono aggiungere
le coltellate di chi è o
dovrebbe essere figlio di
questa terra. Noi che ci
diciamo vicini a loro dobbiamo cavarli fuori dal
ruolo di vittime di un atto
ignobile. Noi dobbiamo
stare al loro posto ora e
sempre, ogni volta che si
tocca un calabrese che vuol
lavorare a casa propria si
viene toccati tutti. Tutte le
volte che si conculca la
libertà di un singolo e una
comunità intera che deve
spiegare l’immoralità del
gesto. Il Beach
Side deve essere
di tutti e a tutti
faremmo
un
torto se con l’estate incombente fra qualche
giorno ce ne
scordassimo. Di
gesti semplici se
ne possono fare
tanti, e alcuni sono stati fatti,
per stare vicini a chi ricostruisce. Più di qualcuno
l’ha suggerito, l’idea è
buona e la facciamo nostra.
Salutateli e abbracciateli
ogni volta che li vedete i
ragazzi del Beach, chi può
dia un contributo economico e chi può di più l’ombrellone se lo affitti fin da ora e
per il tempo più lungo possibile. Nessuno vi giudicherà se passato il momento
passerete ad altri lidi, se i
Sacco inizierete a salutarli di
meno. State attenti però il
danno lo farete più a voi
stessi che a loro.
grazie anche a un affiancamento aborigeno a oltranza
ILARIO AMMENDOLIA
i hanno messo il basto e la
mordacchia così come si
usava con gli asini da soma e
adesso ci insultano. Leggete
cosa scrive Imma Vitelli inviata di
“Vanity fair” nella Locride:
«Lo so che vi aspettareste che mi
occupassi del massacro di Haula in
Siria [...], e invece questa volta ho
deciso di stupirvi: vi dirò del Medio
Oriente d’Italia. Un luogo aspro e
remoto [...], dove le persone non parlano con i forestieri e in fondo neppure tra di loro, dove gli agenti in divisa
venuti da lontano sono consapevoli
che questo è il vero Far West italiano
[...]. Mi riferisco alla Locride, provincia di Reggio Calabria, la più violenta
d’Italia […]».
Io ho dinanzi ai miei occhi un’altra
Locride: la vedo dinanzi agli istituti
C
PD CALABRESE
Vip,
vedove
e martiri
scolastici dove una bella gioventù di
entra allegra e spensierata nelle scuole così come i giovani di tutta Italia.
La vedo nelle mille iniziative culturali che si accendono puntualmente dal
Kaulonia Tarantella festival, al Jazz di
Roccella, alle rappresentazione di
tragedie greche presso gli scavi di
Locri, ai presidi del libro di Gioiosa,
alla fiera della Badia, al borgo incantato. La vedo nei paesi dell’accoglienza di cui ha parlato l’Italia intera. La
vedo nei suoi imprenditori, nei suoi
sindaci, nel suo Vescovo e nelle mille
e mille persone che, nonostante la
storia e la stanchezza, si impegnano
quotidianamente per una Locride
migliore.
Ora noi potremmo scrivere sdegnate
parole di fuoco sull’articolo di
“Vanity fair” ma sarebbe inutile!
Imma Vitelli ha solo visto la nostra
realtà con gli occhiali deformati e
PASCAL CHARMOT
a vicenda della senatrice Anna
Finocchiaro rappresenta la
metafora del partito democratico. Chissà quanti dei dirigenti democratici si fanno scarrozzare in giro da
gente pagata dallo Stato ridotta a far
da balia a politici arroganti. Questa è
la metafora del partito in Calabria,
retto da un gruppo di dinosauri che si
sentono very important person. Una
nomenclatura che di sinistra non ha
nulla, ma è solo sinistra. Qual è il
senso del congresso del PD calabrese
se non la espressione della volontà di
L
DOMENICA
deformanti che altri le hanno consigliato. A ben riflettere Imma Vitelli
ha visto ciò che voleva vedere e che
molti vogliono vedere per saldare i
conti con la storia.
In fondo, i razzisti del KKK avevano
teorizzato che i neri di America
erano brutti, selvaggi, sporchi,violenti. Meno di mezzo secolo fa un grande presidente americano, Kennedy,
mandava le truppe federali per scortare un giovane di colore, Jonh
Meredith in una Università
dell’Alabama, uno stato segregazionista e razzista che non ammetteva la
frequenza ai giovani di colore di frequentare le università. Per molti noi
non siamo neri, siamo “spazzatura
bianca”! La storia ha percorsi strani,
a volte contorti, ma alla fine rende
giustizia. Oggi Obama, un uomo di
colore, è presidente degli USA.
C’è qualcuno, non solo tra coloro che
un piccolo gruppo dirigente di succedere a se stesso? Nulla accadrà se non
la celebrazione, e l’autocelebrazione,
di un rito autoreferenziale con l’unico
scopo di dare una parvenza democratica a quello che è l’impossessamento
arbitrario di un partito che è stato di
massa. Cosa resta del PD e quanto
vale sul piano elettorale? Poco o nulla,
soprattutto poco o nulla vale sul piano
progettuale, su quello delle idee e
della passione politica. Il partito è
diventato un ectoplasma buono ancora, e per poco, a dare una poltrona
sulla quale poggeranno le terga i soliti
noti. Inutile farvi i nomi, sono triti e
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la Riviera
Maria Lanzetta,
sindaco di
Monasterace
con un agente
della sua scorta
in posa per il
servizio
massacro di
Vanity Fair
vengono da lontano, a cui fa comodo la
Locride tratteggiata dall’articolo di
Vanity fair. Sull’“Espresso” di questa
settimana, sotto il titolo, “Sindaci calabresi, l’antimafia si spacca” c’è scritto:
«il 25 aprile scorso, quando un fronte di
fasce tricolore guidate da Ilario
Ammendolia (Caulonia) si è scagliato
contro “i professionisti dell’anti‘ndrangheta”, criticando lo scioglimen-
to dei Comuni per mafia “senza che i
sindaci possano difendersi”. [...] netto
Claudio La Camera, coordinatore del
museo della ‘ndrangheta: “Alcuni sindaci calabresi”, accusa, “si muovono in
una zona grigia e ambigua: prima
danno la solidarietà ai colleghi minacciati, poi attaccano procura antimafia ,
Stato e associazioni”».
Tra “Vanity fair” e le parole del coordi-
ritriti li conoscete bene, sempre gli
stessi, perché nel PD calabrese le porte
sono chiuse ai volti nuovi e alle idee
fresche. L’anno prossimo ci riproporranno i soliti vip, sostituiranno le vedove di mafia con le martiri della mafia e
questo sarà tutto. Cosa propongono
per la disoccupazione, per il lavoro,
per la scuola, per le strade calabresi
non lo sapremo mai. Come non sapremo mai come la pensano sulla centrale a carbone di Saline, sul rigassificatore di Gioia Tauro, sull’eolico, sul taglio
dei treni..., o se l’hanno detto nessuno
se n’è accorto perché la classe dirigente del PD sul territorio non ci va da
tempo e le idee mirabolanti che sicuramente hanno le affidano ai giornali o
alle tv, sul modello tanto vituperato del
cavaliere. Quelli del PD le sezioni le
snobbano da parecchio, come snobbano gli scioperi veri preferendogli le
solite parate una tantum. L’unica politica che perseguono è quella della rendita di posizione che rende sempre
meno riducendo i posti da dividere,
per questo al vertice non vogliono
compagnia. Soprattutto non vogliono
compagnia giovane o appassionata.
Alla gente che si danna sul territorio
per tenere in piedi quel che resta di un
partito preferiscono le martiri che
natore dell’inutile, quanto dispendioso,
museo vi è un nesso: entrambi sono
espressione di un piatto conformismo
nei confronti del pensiero unico dominante. Un pensiero debole e subalterno a quel Potere che la ‘ndrangheta
genera.
Una precisazione personale: nel 1975
ho promosso una delle prime manifestazioni antimafia della Calabria, qualche notte dopo mettevano fuori uso la
mia macchina. Inoltre non avendo
chiesto né direttamente, né indirettamente né voti, né altro ai mafiosi, non
sono costretto a vivere di luce altrui. Io
sono contro la mafia e nessuno mi deve
dare il patentino. Lo sono, anzi tenterei
di esserlo, con serietà, compostezza,
coerenza e disinteresse. Lo vorrei essere non fermandomi alla manifestazioni
esterne ma portando un mio modestissimo contributo a sterilizzare il ventre
fecondo che genera la ‘ndrangheta.
Adesso parliamo d’altro.
Un grande meridionalista, Mario
Alicata, a proposito dell’Operazione
Marzano ha avuto il coraggio di dire in
Parlamento: «[...] Laggiù il principio
dell’habeas corpus è osservato alla
rovescia perché i cittadini sono abbandonati senza protezione nelle mani
della repressione che effettua retate
nelle piazze dei paesi e negli abitati».
Alicata non era una persona qualuncapaci o meno hanno un buon impatto
e un’alta risonanza mediatica e anche
se non saranno il meglio del vivaio del
partito rappresentano una testimonianza locale da vendere ai più superficiali. L’unica battaglia portata avanti
dai nostri è quella al mostro Scopelliti,
immemori delle ossa rotte in campo
nazionale dei loro anziani padri contro
l’anziano mostro Berlusconi. Ma a
Peppe non lo combattono sul piano
delle idee, delle cose non fatte o fatte
male. Gli sbattono in faccia gli avvisi di
garanzia, che ovvio non saranno una
bella cosa ma non riempiono di anima
il corpo inanimato del fu PD.
DOMENICA
que, non era collocato nella “zona grigia”, non aveva simpatia per i mafiosi.
Alicata era il colto parlamentare che la
mafia la combatteva davvero e che
aveva denunciato al mondo la devastazione della Valle dei Templi ad
Agrigento. Nella stessa occasione,
dall’“Unità”: «il governo se vorrà veramente ricondurre l’ordine, piuttosto
che con provvedimenti polizieschi del
ministro degli interni, intervenga con
provvedimenti
del
ministro
del’Agricoltura, del Lavoro, della pubblica istruzione, dei lavori pubblici.
Perchè all’origine dei delitti e dei grossi crimini c’è, in primo luogo, l’arretratezza, la fame, la disoccupazione, che
continuano ad essere, malgrado la propaganda, le piaghe più vere di questa
regione». Ripeto, Alicata la mafia la
combatteva veramente e non si limitava ad applaudire i magistrati e le forze
dell’ordine. Lui era un militante che
aveva visto da vicino decine di giovani
combattenti uccisi dalla mafia e puntava dritto al cuore del sistema di potere
che la mafia genera, accudisce, vezzeggia e protegge.
Ricordate il film di Volfango De Biasi
“Così, come tu mi vuoi”, in cui la giovane protagonista Giada fa di tutto,
finanche rinnegarsi, per piacere all’inetto Riccardo? Giada, alla fine, comprende che non bisogna mai tradire se
stessi, la propria gente, la propria terra,
la propria cultura. Noi non saremo mai
“Così, come tu mi vuoi”! Noi non ci
rinnegheremo, siamo orgogliosamente, testardamente cittadini di questa
Locride, di questa terra, di questa storia e non sventoleremo mai bandiera
bianca. Vanity fair e l’inutile Museo
della ndrangheta sono strumenti di un
potere che ci vorrebbe mafiosi al 27%
e oltre. La storia dimostrerà che la
Locride è una terra soprattutto di
uomini perbene, dignitosi e liberi.
Mutuando e aggiornando un’antica
canzone di lotta ci verrebbe da gridare
«finu all’urtimu avimu a lottà».
Lottare, oggi come ieri, per difendere
la nostra dignità!
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iovanna Morano ci guarda con grandi occhi azzurri. Sorride. E quel volto, già addolcito da
lunghi capelli biondi, si fa radioso. Una donna della Locride, che ama la sua professione e la
sua terra.
Era il 1987, ed era difficile intraprendere una attività nella Locride, tra tante altre già avviate, del
resto. Cosa fare? Giovanna non ci pensa neanche un attimo: restare. Solo quel nome “parrucchiera” era un po’ riduttivo. Le donne sanno il perchè. Per loro l‘appuntamento per farsi (più) belle è
un’occasione per rilassarsi, incontrare le amiche, fare “il punto” della situazione. Gli uomini, per
contro, ne sono terrorizzati. Quando vanno dal barbiere, infatti, riducono le conversazioni al minimo indispensabile. “Spazio donna” era il nome corretto e via Garibaldi 241, a Locri, l’indirizzo di
sempre. Giovanna era molto, molto, giovane.
«Avevo 21 anni –racconta– e, dopo l’apprendistato ed essermi specializzata a Roma dai Sargassi,
parrucchieri rinomati in tutta Italia con saloni dislocati nelle varie regioni, sono rientrata a Locri
carica di entusiasmo. Non sono nata qui, a dire il vero, ma mi sono sentita sempre locrese a pieno
titolo». Magari ne andassimo così fieri anche noi. Noi, che alla domanda “da dove vieni?” rispondiamo spesso con un generico “Reggio”. Molte clienti la ricordano ancora adolescente, una piccola
imprenditrice che si addentrava in un mondo di lupi. E con lei hanno condiviso il percorso professionale e quello umano: «Ci sono stati momenti difficili, non posso negarlo, soprattutto all’inizio, ma
ho tenuto duro».
Un mondo di artisti il suo, dove il bello è il cuore di ogni cosa. E, come un artista davanti alla
sua tela, mescola le tinte alla ricerca della giusta tonalità, osserva il volto delle
clienti, il colore degli occhi, la carnagione, l’età, studia il taglio più appropriato. Gli occhi azzurri, divengono, in questa fase, severi e attenti. Il rigore
dell’artista che, ora, si estranea da tutto il resto. Le clienti lasciano lo
spazio alla creatività di Giovanna, e lei si rapporta a loro con molta
dolcezza. Sappiamo di qualche marito che non ha più riconosciuto
la moglie!
Studiamo, ora, i locali del suo salone. Grandi spazi in cui il grigio e il rosso, magistralmente accostati, creano un’atmosfera
morbida. Nulla è casuale qua, merito anche delle tante esperienze di Giovanna. Conclude infatti: «Nel corso della mia
carriera professionale ho insegnato presso la scuola professionale di Locri, nel settore parrucchiere e visagista. Una
bella esperienza, in cui ho riscosso la simpatia e l’ammirazione degli altri docenti e degli alunni formati. Per tutte le
piccole, grandi gioie, raccolte negli anni ho il dovere, oggi,
di ringraziare i cittadini della città di Locri, i clienti, le
persone che mi sono state vicine in questi anni. E, naturalmente, la redazione de la Riviera, che ha raccolto con
attenzione la mia testimonianza».
La gente, nel frattempo, arriva numerosa per festeggiare, con Giovanna, 25 anni di attività. E’ arrivato il
momento di levare il disturbo. Ce ne andiamo con qualche appunto preso su fogli disordinati, mentre è chiaro,
nel cuore, il messaggio. “Restare” pensiamo.
Locri via Garibaldi,241 info:0964.22475
G
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LA COPERTINA
SIDERNO
PROVACI
Dal 21 al 23 giugno è Festa della Musica»
La capitale economica della Locride
abbattuta da due operazioni antimafia,
prova a reagire con un evento che inebria
di positività gran parte dell’Europa nel
giorno del grande solstizio. Un segnale di
speranza che “La Riviera”, nonostante
le grosse difficoltà finanziarie, dona alla
gente della Locride.
oi la festa della musica la faremo.
Che sia chiaro: non ci possiamo
tirare indietro. Dall’anno scorso,
dopo il successo della nostra prima
edizione, non sapevamo che sarebbe stato
così. Non potevamo ribattere. Non ce la
potevamo permettere la Festa della Musica.
Ci bastano e avanzano i costi della stampa, ci
siamo detti.
La Locride, Siderno, come Parigi,
Barcellona, Praga. No, che scemi! La Festa
della Musica ha dei costi. La normalità nella
Locride costa cara. Ci siamo fatti i conti.
Dinanzi alle perdite dello scorso anno abbiamo deciso che non ci tornava niente. C’erano
solo perdite. Poi all’improvviso, con due scosse del nono grado della scala antimafia, un
terremoto giudiziario ha colpito l’epicentro
commerciale della Locride. L’ha abbattuto,
piegato e ammantato di depressione. Sì,
Siderno è rimasta sola come un passero
dinanzi ad una tempesta annunciata, degenerata in uragano.
Noi, gli “antianti-‘ndranghetismo” per eccellenza, per il maledetto vizio che abbiamo di
non crogiolarci nel vittimismo collettivo, che
pur piace sui giornali. Noi, immaginati da
strimpellatori che si sentono artisti come
“ndujsti” per quel debole verso la tradizione
e le radici meridionali, e perché no, anche per
gli invidiati sapori calabresi, abbiamo fatto un
passo indietro.
Di fronte a una Siderno sventrata, arrestata
a più tornate, dinanzi a un sindaco Ritorto,
N
Chi è senza peccato si faccia avanti per questo territorio.
Ecco la sfida che lanciamo alla gente della Locride.
Visto che il legittimo sospetto governa da molti anni
solo i puri di spirito possono esporsi per salvarci
RUGGERO CALVANO
e ci hanno beccati a tradire nostra
moglie è inutile pagare il silenzio,
prima o dopo la cosa verrà fuori.
Se la macchina è vecchia smettiamo di spendere soldi per ripararla tanto
ci lascerà a piedi. Se la gamba è in cancrena facciamocela amputare. Inutile accanirsi, meglio affrontare la moglie, passare
dal concessionario e infilarsi in sala operatoria. Le cure palliative servono a nulla,
la Locride ha bisogno di una svolta radicale. Incaponirsi a dimostrare che non
tutto è marcio è una battaglia persa, ci
credono in pochi. La magistratura, le
forze dell’ordine, i media, la gente tutti
sono convinti che ogni settore della
nostra vita pubblica sia inquinato. Passare
il tempo a spiegare che non tutto è così,
sprecare fiato chiedendo di rimandare i
giudizi a dopo le sentenze definitive, dividere il grano dal loglio. Tutto questo è
ormai una battaglia persa. L’albero politico e imprenditoriale della Locride non
porta più frutti, indipendentemente dalla
bontà o meno delle sue radici?
Tagliamolo. No, non gettiamo la spugna,
dentro continueremo a coltivare una
certa idea di libertà e garantismo. L’aria
S
REWIND
Riavvolgiamo la Locride
DOMENICA
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che come noi credeva in questa iniziativa,
dimesso, non ce la siamo sentiti di voltarci dall’altra parte. Cosa fare ora, ci siamo detti? Cosa
fare mentre la città jonica non tenta di risollevarsi dopo il duro colpo mediatico?
Continuare, è chiaro. Vadano al diavolo le perdite, i conti, il tempo speso, la fatica e quant’altro.
Da 21 al 23 giugno Siderno ospiterà la Festa
della Musica come Berlino, Budapest, Roma,
Milano e tutte le altre.
Nuovamente una folla ballerina e festante
invaderà il centro città, con la gente per le strade e i bambini felici dentro un mondo migliore. Spettacolo e risposte, grazie alla Pigreco
Comunications che si è presa sulle spalle il peso
dell’organizzzazione ed ha permesso anche per
quest’anno la realizzazione dell’importante
manifestazione. Noi la faremo per allungare lo
sguardo oltre il solito basso orizzonte a cui ci
hanno abituato. La faremo e ci indebiteremo
perché vogliamo avere fiducia in noi stessi. La
faremo e ci indebiteremo solo per far soffiare
un sibilo di speranza su questo territorio.
Glielo dobbiamo. Ce la giocheremo: possiamo
vincere o perdere, ma il nostro sforzo per tramandare una società migliore alle nuove generazioni, sarà assoluto.
Lele Nucera, direttore artistico, entra in redazione, ci sorpassa, raggiunge Paola D’Orsa nell’ufficio, Presidente della Pigreco communica-
ESSENZIALE
Le cure palliative
servono a nulla, la
Locride ha bisogno di
una svolta radicale.
I magistrati ci dicono
che siamo mafiosi al
27%? Bene gli onesti
si facciano avanti.
Mettiamo fuorigioco
i disonesti
che spira però spegnerà ogni fuoco libero.
E allora? Azzeriamo tutto, facciamolo da
soli prima che altri radano al suolo la
nostra casa comune. Noi diciamo che la
stragrande maggioranza dei calabresi sia
onesta? I magistrati ci dicono che siamo
mafiosi al 27 %? Bene, gli onesti si facciano avanti. Mettiamo fuori gioco i disonesti. E mettiamoci a bordo campo anche
tion: «Paola, quest’anno dobbiamo essere
ancora più coraggiosi. Faremo tre serate!»
dice. Chiediamo, anche noi, qualche delucidazione: «Sì, tre serate, perché quest’anno la scelta artistica non dovrà essere condizionata dalle
esigenze tecniche. La prima sarà etno-folk,
impreziosita dalla partecipazione di Mimmo
Cavallaro e dei suoi Taranproject, e dalla chitarra battente di Francesco Loccisano. Nella
seconda ci sarà la vera novità di quest’anno.
Perché il 22 Giugno, la piazza Portosalvo di
Siderno sarà invasa dai giovani. Per la prima
volta, e in esclusiva, ospiterà la grande musica
rock made in Italy, con gli About Wayne e gli
Autoreverse, e qualcosa di veramente nuovo:
We love drums + dj set con Jacopo, batterista
dei Vanilla Sky. E, per concludere, il 23
Giugno un misto di reggae e pop/rock. Dopo
circa cinque anni torneranno a Siderno i Presi
per caso. La band partorita dal penitenziario di
Rebibbia i cui componenti, ormai in libertà,
raccontano quanto vissuto dentro le mura in
micidiali e dissacranti canzoni». Paola, ora, ci
ha raggiunto anche lei, ci ascolta: «Ci proveremo, anche se la situazione è difficile. Abbiamo
un dovere. Su di noi questo territorio esercita
un diritto: quello dell’appartenenza».«E da
questo non potremo mai fuggire» chiude categorico Rosario Condarcuri, editore de “la
Riviera” .
La redazione
noi, tutti quei calabresi che pur sentendosi onesti sanno che gli verranno rinfacciate parentele, amicizie, passati che il furore etico non è disposto a dimenticare. Si
faccia avanti chi non ha amici, parenti e
passati impuri. Quanti hanno sbagliato o
potrebbe sembrare che lo abbiano fatto
chiamino giro. Si torni a zero, i sospettabili si autocensurino. Niente politica,
niente imprenditoria, niente cariche pubbliche, Niente di niente.
So che è dura per chi non ha colpe sue
sospendersi dalla vita civile, ma o si fa così
o non se ne esce. Si abdichi a qualsiasi
ruolo pubblico e si lasci campo libero a
chi vuol fare economia, politica e vita
pubblica nella nostra terra e non gli si
possa addebitare alcuna ombra. Si facciano avanti i puri, quelli che ci imputano
peccati originali. Si sottopongano a un
rigido esame di caserme e procure e rifacciano sorgere i muri delle macerie locridee. E non c’è ironia in ciò che si dice. C’è
sfida. I Caini, o presunti tali, abbiano un
moto d’orgoglio, si immolino per la
nostra terra. E gli Abele riportino l’amore sulla Locride. Se nemmeno alle anime
bianche sarà concesso di riscattarci, allora
si potrà gridare al complotto e dire che
nell’opera di bonifica scorra il sangue
della malafede.
EDITORIALE
DI ROSARIO V. CONDARCURI
Noi ci proviamo
R
ipartenza, questa è la
parola d’ordine che deve
animare quanti vogliano
dare una mano alla Calabria, alla
Locride e in particolar modo a
Siderno. La Riviera ci prova in
musica nel vero senso della parola.
Porta la nostra musica in piazza
accompagnata dagli artisti calabresi per lanciare il messaggio di una
rinascita impellente, soprattutto in
una città come Siderno devastata
dalle inchieste antimafia.
Rinascere in ogni settore della vita
civile, ritrovare la linfa che ci porti
a superare lo stallo attuale.
Provarci è un imperativo categorico che noi lanciamo da tempo ai
nostri lettori e che in questo caso
raccogliamo in prima persona.
Organizzare una festa della musica
non è cosa semplice, soprattutto se
per farlo ci si deve basare sulle sole
proprie forze, e la sfida sta proprio
in questo, nel fare senza chiedere,
nel fare anche quando le tue
richieste non sono raccolte.
Sostituirsi a chi dovrebbe fare e
non fa, far diventare istituzione il
cittadino in assenza delle istituzioni
preposte. Questo è lo spirito per
cui la festa della musica la faremo,
nonostante tutto.
uesta la motivazione che
chiediamo agli artisti e al
pubblico. In piazza d’ora
in poi, avanti nel cambiamento per
ora per noi solo in musica. Insieme
a passo di danza per tornare a
essere comunità e affrontare insieme le insidie di un futuro al
momento difficile da immaginare.
Q
Femia Brizzi Ritorto. Domino Locrideo
e vicende sono diverse ma l’effetto
è unico. Una tessera che crolla
addosso all’altra in un gioco perverso che rischia di travolgere parecchie
amministrazioni reggine e che potrebbe
trovare la sua apoteosi nello scioglimento
del Comune di Reggio Calabria. Il sindaco Femia è stato arrestato, Ritorto è indagato, S. Ilario è stato sciolto per infiltrazione mafiosa e c’è un ricorso al giudice
amministrativo avverso il provvedimento.
A Reggio si attendono gli esiti della commissione di accesso. E non parliamo di
Samo o di Platì o di Bagaladi. La situazione si mostra da sola in modo desolante e
c’è da giurare che l’effetto domino andrà
avanti e di crolli ne vedremo ancora. Per
sapere se siamo localmente governati
dalla mafia si dovranno attendere verdetti definitivi, intanto non potremo continuare a vivere in amministrazione controllata. Qualcosa dovremo pur fare
aspettando che il TAR decida e i tribunali ordinari sentenzino. Dobbiamo
costruirci da noi le alternative, autoregolamentarci se no non ne usciamo. Siamo
convinti che a volte la mafia metta il suo
zampino nei comuni, altre l’infiltrazione è
apparente. Quando l’arrosto c’è saranno
L
magistratura e forze inquirenti a svelare
l’inganno e agli amministratori onesti
correrà l’obbligo di denunciare le infiltrazioni. Quando della mafia vi è solo il
fumo, un lezzo leggero che sporca l’aria
anche se non la rende completamente
irrespirabile molto si può fare. Chi ha
parenti condannati non si candidi, chi ha
amici condannati non si candidi. Chi in
qualunque modo sa di essere non solo
sospettato ma anche sospettabile non si
candidi. Se siamo mafiosi siamo colpevoli. Se non lo siamo ma lo appaiamo,
comunque la colpa è nostra perché non
siamo stati in grado di esprimere una
forza culturale capace di contrastare una
logica giustizialista che ancorché non
maggioritaria nel territorio appare come
tale. Rischiamo di vederci azzerare una
alla volta tutte le amministrazioni locali
quindi parliamoci chiaro, sappiamo che
c’è tanta brava gente che proviene da
contesti sbagliati, che tanti figli sono
diversi dai padri ma la logica dominante
li vuole fuori dai giochi. Questi abbiano il
coraggio, nel momento in cui viviamo, di
ritirarsi a vita privata. Lo facciano se veramente onesti e se realmente amano la
nostra terra.
DOMENICA
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LA RIVIERA
09
PRIMO PIANO
Politica
Mosse per il futuro
Nell’intervista all’Avvenire il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti ha
denunciato l’inadeguatezza della classe dirigente del Pdl nazionale e calabrese
a dare le risposte che necessitano soprattutto ai territori di periferia
“
A destra è suonato uno squillo
a sinistra nessuna tromba
PASQUINO CRUPI
n politica contano i
fatti: contano anche le
parole date, le quali, se
non mantenute, portano spesso alla rovina i
loro pronunciatori. Tale è
stato il caso di Silvio
Berlusconi e non del solo
Silvio
Berlusconi.
Il
Mezzogiorno, che storicamente è stato terra di grandi
eloquenze, ha offerto non
pochi narratori retorici,
demagogici, inconcludenti.
Finiti nel nulla.
Ritengo
che
Giuseppe
Scopelliti abbia ben presente
questi dati oggettivi e che
perciò non abbia inteso parlare invano nell’intervista
all’Avvenire e cioè che abbia
ben capito che contano anche
le parole. Poiché, se, come
diceva
Francesco
Guicciardini, in politica l’ap-
I
LA RASSEGNA
parire è come l’essere, è naturale che il dire è come il fare.
Che cosa ha detto, cioè che
cosa
intende
fare
il
Governatore
d e l l a
Calabria? Per
il Governatore
della Calabria
nel PDL c’è un
vecchiume
parlamentare,
fatto di statue
gloriose, che
un
tempo,
quando esisteva la DC,
avremmo
detto dorotei.
Questo vecchiume
va
smantellato al 75% così come
vanno smantellati i consiglieri
regionali del PDL nella misura del 50%, non consentendosi più candidature come
quella della Minetti – e qui la
Scopelliti ha una sua
strategia meridionalista
per sfuggire alla morte
del centrodestra
botta a Silvio Berlusconi è
netta-. Le denunce del
Governatore non si fermano.
Riguardano le statue museali
del PDL Ve r d i n i ,
Bondi,
La
Russa
responsabili
del crollo, vecchie nella testa
e nel linguaggio, e che
dovrebbero
essere nel futuro impromovibili come un
tempo,
gli
appuntati dei
carabinieri.
C’è
solo
denuncia in queste proposizioni dello Scopelliti? No. Chi
ha buona vista intellettuale,
capisce che nelle proposizioni
politiche del Governatore c’è
un principio di rivendicazio-
nismo politico autonomo
rispetto ad un vertice che
vuole decidere tutto e fin qui
ha deciso di tutto. Perfino,
non sospettandolo, la disfatta
del PDL. E appunto per questo il Governatore ripropone
come modello la casa dei
moderati. Che per lui rappresenta anche la via d’uscita dal
ristagno
meridionale.
Dimentica, però, sul punto
che a governare l’Italia da ieri
ad oggi sono stati i moderati,
sia nella forma del centrismo,
sia nella forma del centrosinistra, sia nella forma del centrodestra ed infine nella
forma del governo tecnico. E
i risultati non sono stati commendevoli. Comunque, a
destra è suonato uno squillo,
a sinistra non si è ascoltato
nessuna tromba.
Nessuno sottovaluti Scopelliti
di ALDO VARANO* - L’intervista di Scopelliti
all’Avvenire* è un gesto autonomo o è parte di un progetto
concordato con Alfano e gli strateghi del Pdl? La domanda
non pare importante. Conta invece che dall’intervista emerge l’unica strategia possibile del centro destra (cd) di matrice
berlusconiana per impedire il completo disfacimento del
blocco politico-sociale che ha governato l’Italia e dominato il
Sud. Con la strategia che traspare dall’intervista, che non è
nazionale ma meridionale, tutte le
forze politiche di Sud e Calabria
dovranno fare i conti.
Scopelliti guardando al Pdl usa
concetti forti: “azzeramento”,
“crollo”, “catastrofe”, “polverizzazione”, “debacle”.
Dentro le parole c’è una sconfitta
al Nord che al Sud diventa drammatica perché al Sud il Pdl traeva
la forza fondamentale per bilanciare e sovrastare Bossi e gestire le
chiavi del potere. Il Pdl, quindi, o
riacciuffa il consenso perduto
riportandolo, sia pure sotto altra
forma, dentro l’area politica
pidiellina o sparisce. Ci aveva già
provato Miccichè a cui era stato assegnato l’incarico che ora
Scopelliti s’è caricato sulle spalle.
Il Pdl di Roma sa che riproponendosi non riuscirebbe nel
recupero: troppo coinvolto con Bossi e Tremonti che hanno
massacrato il Mezzogiorno negli anni che abbiamo alle spalle.
La Sicilia del 61 a 0 non c’è più. A Palermo sventola la bandiera giustizialista di Orlando e Di Pietro che vivono di antiberlusconismo. La Puglia, per divisioni nel cd, è stata ceduta
a Vendola. La Campania ha gruppi dirigenti considerati
compromessi e privi di credibilità: perfino il modesto De
Magistris li ha scacciati dal Maschio Angioino. Abruzzo e
Molise sono deboli per il recupero. Basilicata saldamente in
mano al csx.
L’ultima speranza per contenere il disastro è la Calabria di
Scopelliti. Si può ironizzare sull’ex maggioranza più forte
della storia della Repubblica costretta ad affidarsi a
Scoppelliti. Ma sarebbe un’ironia da spocchia intellettuale e
fuori luogo.
Certo, a Scopelliti è stata affidata una missione al limite dell’impossibile, ma è anche vero che più che nel resto del paese
in Calabria il csx non riesce a recuperare l’area in uscita dal
cd, soprattutto quella di centro. Anzi, la sensazione è che né
la galassia del csx né il Pd
abbiano al momento le condizioni per tentarci.
La Calabria, quindi, per il Pdl
fa gioco. Non per un presunto
voto in controtendenza ma
perché è stato molto meno
disastroso che altrove. Né perché sia già stato creato, come
sostiene il Governatore, il partito dei moderati. E’ invece
vero che una parte dei potenziali alleati di Berlusconi, Udc
compreso, ha subito una cannibalizzazione politica. E’ stato
questo il maggiore successo
personale di Scopelliti: ha
arricchito con personaggi, personalità e simboli l’area del cd
con un personale politico che pur essendo parte organica del
progetto del Pdl ha formalmente conservato sigle e ruoli di
altri partiti o spezzoni di partiti (talvolta con alle spalle una
tradizione prestigiosa).
Insomma, Scopelliti ha costruito uno strato che dipende dal
Pdl per la sopravvivenza ma con margini di manovra che gli
consentono di esprimere egemonia e legame con strati che
avvertono disagio verso la politica del Pdl nazionale. Ha
gestito la maggioranza e l’opposizione dentro la maggioranza. Quando il Governatore dice di aver creato il partito dei
moderati, in realtà, penso voglia indicare questo complesso
assemblaggio che ora indica come modello sociale e politico
per governare l’Italia.
E’ troppo poco fare affidamento su una realtà così magmati-
ca, di tradizione trasformista e voltafaccia, maestra nel ricatto politico e sociale continuo? Forse. E’ probabile.
Ma, intanto, il Pdl non ha alternativa alcuna. E ha poi il vantaggio della paralisi dei suoi avversari.
Ma su quale linea e quali contenuti dovrebbe snodarsi l’operazione? Scopelliti, e ancora una volta sa bene quello che fa,
non lo dice: sa che se esplicita, con buona pace di Sansonetti,
manda all’aria l’incarico che si è assunto o gli è stato affidato.
Ha capito la lezione di Miccichè, il proconsole palermitano
che a Palermo ormai conta due di mazze quando la briscola
è coppe.
Scopelliti invece insiste su un punto che spesso nel
Mezzogiorno, negli ultimi secoli e di certo a partire dal 1647,
s’è rivelato vincente: offre una preda al popolo deluso del
Pdl: mandiamoli tutti a casa i potenti, tabula rasa, via via, rottamiamo. Dà spazio alla rivolta e insieme promette di creare
opportunità e promozioni per un nuovo ceto politico che
dovrebbe/potrebbe portare in dote nuovo consenso sociale.
Scopelliti guarda alla realtà: “della società civile, dei movimenti, delle associazioni, del mondo delle professioni, di
gente competente”. Va giù con la scimitarra: a casa il 75% dei
parlamentari del Pdl; in Calabria, via il 50% (e si capisce: a
dir poco) dei 50 consiglieri regionali. Sembra proporre il rinnovamento di cui il Pd non è capace.
E arriva al punto: “nelle prossime settimane lancerò un
nuovo progetto, il forum dei movimenti e delle liste civiche”.
Insomma, via la faccia compromessa e impresentabile del
Pdl subalterno a Bossi e al nordismo, nuovo contenitore in
cui ci sarà spazio per gli attuali esclusi.
E’ vero. Si riecheggia la teoria dell’autobus inventata da
Mastella per mettere insieme notabili e spezzoni senza precisa collocazione, usata anche da Casini. Mastella politicamente è finito male. Casini mastica l’amaro del fallimento
del Terzo polo. Scopelliti, coi potenti mezzi del Pdl e del berlusconismo, invece, potrebbe farcela.
E se per riuscirci bisogna gettare a mare qualche vecchio
amico come La Russa o mancare di rispetto a Bondi si arrangino.
*Aldo Varano
direttore di zoomsud.it
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Parlando
di...
ATTUALITÀ
Una giornata in cui la Calabria incontra la Toscana con i suoi giornalisti, editori, scrittori e musicisti
Calabresi
brava gente
INFORMAZIONI
Etnica 2012 – XV edizione
Da giovedì 14 a domenica 17 giugno
Vicchio di Mugello – Firenze
Info tel. 055/8439269 –
055/8448251 – 055/240397
www.jazzclubofvicchio.it
www.toscanamusiche.it
www.eventimusicpool.it
La XV edizione del festival Etnica,
che si svolgerà dal 14 al 17 Giugno,
organizzato dal Jazz Club e dal
Comune di Vicchio (FI) quest'anno
parlerà calabrese. La giornata conclusiva della manifestazione è stata infatti dedicata interamente alla nostra
regione.
Il programma del 17 Giugno è diverso
da quello del resto dell'evento. L'idea
di dedicare una giornata di riflessione
alla Calabria e a ciò che di positivo la
regione sta promuovendo è nata dalla
collaborazione tra l'ass. Nicola
Cipriani e Peppe Voltarelli, cantautore
di Mirto Crosia.
I campi su
cui
si
affronte-
IL DIAVOLO NERO
ranno i calabresi e i toscani sono
diversi. Si partirà con una sfida agonistica, alle 16 si disputerà un incontro
tra le squadre di calcio del MirtoCrosia e quella dell' U. S. Vicchio.
Seguirà un dibattito dall'ironico titolo
“Calabresi brava gente!”. Gli invitati
a questo stimolante convegno sono
tutti personaggi che si spendono per
la crescita culturale della regione e
che rappresentano la Calabria attiva
e positiva: in ordine Gioacchino
Criaco (scrittore), Peppe Voltarelli
(musicista), Giuseppe Gagliardi
(regista), Biagio Simonetta (scrittore), Florindo Rubbettino (editore),
Rosario Condarcuri (editore de “La
Riviera”), Paride Leporace (giornalista), Salvatore Magaro' (Presidente
commissione antimafia regione
Calabria), Mario Caligiuri (ass. alla
Cultura). In rappresentanza della
regione Toscana interverranno
Cristina Scaletti (ass. alla cultura
della regione Toscana) e Sergio
Serges (coordinatore di zona direzione organizzazione soci Unicoop
Firenze). Si proseguirà con la proiezione del film “Doichlanda”. La giornata si concluderà con una cena etnica e un doppio concerto di Peppe
Voltarelli e dei Quartaumentata alle
22.
I folli di Brindisi
Se fossimo riusciti ad abolire i
mafiologi, tra l’altro iscritti negli
elenchi del Ministero degli
Interni, saremmo senz’altro già
venuti a capo di alcuni dei più
importanti delitti di mafia.
Ma quella dei mafiologi è una
specie protetta come le tartarughe e non abbiamo scampo.
Ci dispiace per Don Ciotti che
non ha potuto scrivere sulla sua
bandiera un altro astro di martirio. L’attentato alla scuola
Morvillo Falcone di Brindisi non
ha avuto a che fare per nulla e
nulla con il passaggio della sua
carovana.
Mi dispiace per il figlio del generale Dalla Chiesa che nel salotto
di Lerner ha indottrinato tutta
l’Italia dell’attentato del quale
stiamo discorrendo, era di esemplare matrice mafiosa, non
potendosi avere nel
Mezzogiorno se non delitti di
mafia.
Mi dispiace per il braccio aggiunto di Nando Dalla Chiesa, il
dotto giornalista Enrico Deaglio,
che ha confermato la tesi, indignato al pensiero che non fosse
universalmente accolta.
E così ammonendoci tutti: tante
volte avete sostenuto che non si
trattava di delitti di mafia e poi si
è visto che si è trattato di delitti
di mafia e lo si vedrà anche per
Brindisi.
Ma non è stato così a Brindisi.
La Procura ha messo le mani sull’uomo della bomba, proprietario
di un deposito di carburanti, un
pazzo senza precedenti. La cui
follia sta al disotto dei mafiologi
locali.
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Parlando
di...
LOCRI: TUTTI AL CONSIGLIO COMUNALE
Nel Consiglio Comunale di Locri, previsto per martedì 12 Giugno alle ore 16,00, risultano all'ordine del giorno la discussione
e la eventuale deliberazione su i seguenti argomenti: Convenzione con la Provincia di Reggio Calabria per la realizzazione
del Centro di Aggrgrazione Giovanile; Rimodulazione del Protocollo di Intesa tra il Comune di Locri e la Provincia di Reggio
Calabria per la realizzazione del Polo Scolastico. Certamente si discuterà pure della relazione che la Corte dei Conti ha inviato al Comune di Locri relativa alla situazione economica dell'Ente. Alla luce della rilevanza degli argomenti previsti, e, considerato che il Consiglio Comunale è stato convocato dietro precisa richiesta da parte delle opposizioni che, pur essendo in
Locride
ANTONELLA ITALIANO
, dopo una giornata di corse frenetiche, la mente proprio aspetta quell'ora da trascorrere al bar con gli
amici. Li trovo sempre lì, di sera,
sono gli stessi rassicuranti volti di una vita.
Ormai ci conosciamo, non c'è nulla da cui
difendersi, nulla di cui fregiarsi, e comodi
pantaloncini e ciabatte le mettiamo al cuore,
prima ancora che addosso.
Ah, ma quanto ho odiato questi posti! C'è
stato un momento in cui proprio mi sentivo
soffocare. Il rapporto con il paese, nell'adolescenza, è un po' come quello con i genitori.
Si detesta tutto. Io odiavo le case, le strade,
l'avvicendarsi noioso dei giorni. Avvertivo,
invece, solo la forte voglia di andare via. Via,
a sentire la vita sulla pelle. E ne fui seriamente affascinata. Rapita dall'odore nuovo di
altre città, ascoltavo curiosa il cantilenare
tipico dei dialetti, traducendo i modi di dire
della gente, persino il sole mi sembrava
diverso. Ma non c'era l'Aspromonte a
nasconderlo, o la costa di Africo a chiudere
il mare. Ne fui felice all'inizio, poi la malinconia mi strinse il cuore. Sono questi i momenti in cui comprendi di dover tornare.
Eccoci, ora, al nostro bar. Un po' più attenti
ai dettagli e con qualcosa da insegnare, crediamo, a quelle macchine piene di ragazzini
che passano dal corso. Sicuramente il rispetto e la cortesia: «Cosa ti offro? Non puoi
certo dire di no». E sicuramente la galanteria, quando gli uomini si alzano per far sedere le donne. Potendo, a dire il vero, insegneremmo anche la briscola in cinque.
Purtroppo Fabio ci ha proibito di giocare a
carte, anche se la proposta gliela facciamo
sempre. E, come sempre, è vana.
Quindi…parliamo.
Si discuteva una sera dell'amore. L'amore?
fuori ad un bar? Tra gente chiassosa che
forse dovrebbe essere già a dormire? Sì, parlavamo dell'amore! E tra chi sosteneva che
l'amore finisce e, che a giustificare anni di
matrimonio, subentra altro, e tra chi sosteneva il contrario, qualcuno imputava la mag-
E
Storie da bar
Italo, detto
“U Tripulino”
ESSENZIALE
Italo fu un eccellente studente,
capace di spaziare in tutti i settori
della cultura. Stravagante, certo,
lo fu sempre. Ed è un pezzo
della storia di Bovalino,
senza dubbio. Vivendo
ai margini della stessa,
purtroppo.
gior parte delle colpe all'istinto
primordiale: «L'uomo si comporta così per via del testosterone, la donna è diversa». Traditi e
traditori. Illusionisti e illusi.
Italo, un vecchio bovalinese
“pazzo” ci osservava e ci
ascoltava. «L'amore è
uno, ed è eterno»
disse. Restammo
in silenzio. Beh,
lui è il pazzo, ogni
paese ne ha uno.
Un uomo che
vive di carità, se
la trova. Di
quelli che il Comune si prefigge da decenni
di sistemare. Di quelli che del nostro paese sa
tutto. Già. E pensiamo ai giorni in cui gli passiamo vicino, sperando che non si accorga di
noi. Eppure quel pazzo, quella sera, parlava
di La Cava e di Campanella, dei comizi politici di cinquant'anni fa, e ci insegnava la storia e la letteratura. E parlava dell'amore, e
tanti anni di scelte sbagliate sembrarono avere risposta. Perché l'amore
è uno, uno solo. Quello è eterno.
Avrei voluto chiedere di più, ma
sarei sembrata fin troppo
ragazzina per i miei trent'anni, così ho taciuto. E chissà
chi era il pazzo in quel
momento. Se colui che
aveva smesso di sognare, pur
avendo tanto, o colui che,
senza nulla a parte una vecchia bici, era ancora capace
di farlo.
Serre - Vallata
del Torbido,
presto la strada
i è recentemente svolta a Gioiosa
Ionica, presso la “Terrazza Gatto”,
una riunione promossa dall'imprenditore Pasquale Gatto per costituire il
“Comitato Promotore della Strada
Scorrimento Veloce Serre-Vallata del
Torbido”.
L'arteria stradale, nelle intenzioni del
nascente Comitato, dovrebbe rappresentare un concreto strumento di sviluppo
socio-economico, in grado di congiungere i territori e dare ossigeno all'economia
di due importanti realtà produttive, quelle della provincia reggina e del vibonese.
In concreto, partendo da Gioiosa Ionica
e attraversando i territori di Martone,
Grotteria, Passo di Croceferrata,
Cassarie, Nardodipace, Fabrizia, si
potrebbe raggiungere in pochi minuti l'abitato di Serra San Bruno. Da più parti
sono stati evidenziati gli innegabili vantaggi che la realizzazione di questa strada
apporterebbe al sistema dei trasporti
locali, e quindi allo sviluppo delle economie comprensoriali.
Il Comitato ha registrato l'adesione convinta di singoli cittadini, professionisti,
imprenditori del settore artigianale, commerciale e dei servizi. A questo punto il
Comitato auspica di riuscire ad unire le
forze con chi dalla provincia vibonese
intenda supportare quest'iniziativa.
E.A.
S
Nomina Presidente Ente Parco.
Il sindaco
di Africo scrive a
Sergio Laganà
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minoranza in consiglio, rappresentano il 70% circa dell'elettorato locrese, noi di SiAmo Locri ritieniamo che la partecipazione attiva della cittadinanza al Consiglio Comunale sia indispensabile. Partecipando potrete toccare con mano quanto grigia, inconcludente, apatica sia questa Amministrazione che non fa altro che piangersi addosso, riproponendo sempre la solita nenia. Capirete perchè Locri, che fino ad un anno fa era un ben preciso punto di riferimento per tutto il territorio, oggi è ripiombata nell'anonimato. A Locri non vi sono più nè opere pubbliche nè attività di rilievo in grado di attirare l'attnzione del comprensorio. Locri è un città morta: ci mancano solo le prefiche, di antica ma non troppo lontana
memoria, per sancirne la fine. Noi di SiAmo Locri non possiamo accettare passivamente che tutto ciò avvenga.
È per questo motivo che invitiamo i cittadini a partecipare per conoscere e diventare parte attiva del processo costruttivo
della nostra Città. (SiAmo Locri)
SANITÀ
Il commiato del primario
di chirurgia generale di Locri
Peppe Pavone: «Nessun rancore, ma mancavano le condizioni»
ELEONORA ARAGONA
Le parole del dr. Pavone
Il tono è pacato, come è nello stile del
personaggio. Nessuna polemica,
niente rivendicazioni o sassolini da
togliere dalle scarpe. Piuttosto un’analisi lucida dello stato catartico
della sanità locridea, simile a tante
altre ma resa particolare dal nostro
retaggio culturale.
Quali sono stati i motivi che l’hanno portata a decidere di andarsene
dall’ospedale di Locri?
“Non si sono create le condizioni
per restare, per creare una
rete di servizi efficiente e
per raggiungere degli
obiettivi fondamentali per l’ottimizzazione del servizio
ospedaliero“
Che cosa intende per obiettivi
fondamentali?
“Una diminuzione delle fughe
rosegue la diatriba sulla nomina del nuovo Presidente
dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, e dopo l’intervento del sindaco di Bova, Santo Casile, ad intervenire sulla
questione è ora il sindaco di Africo, Domenico Versaci. Scrive il
Primo cittadino:
“Come il Sindaco di Bova, sono anch’io tra i sindaci firmatari del
documento inviato al Presidente della Giunta Regionale, attraverso il quale ribadivamo due concetti, il primo relativo alla necessità
che la nomina del nuovo Presidente non dovesse scaturire da una
scelta meramente politica, il secondo che lo stesso fosse individuato all’interno del territorio dell’area protetta, giacchè riteniamo
che questo territorio possieda risorse, esperienze e competenze da
P
verso ospedali esterni alla regione,
una maggiore efficienza delle strutture, un ragionamento serio sull’abbattimento degli sprechi.”
Come mai si è giunti a questo punto?
“È mancata l’interfaccia tra i responsabili dei servizi e la dirigenza. Tengo
a precisare però che questo non è un
problema unicamente di questa
amministrazione, è un problema cronico, culturale. La mia decisione inoltre non è stata influenzata da nessuna
ingerenza esterna.”
Quali saranno le conseguenze della
sua decisone sui malati, che saranno
sicuramente i più penalizzati dalla sua
scelta?
“È bene che la gente del territorio
inizi a prendere coscienza che i servizi fondamentali – e quello ospedaliero è uno dei più importanti- sono dei
beni comuni che vanno salvaguardati
e difesi. Se le persone non raggiungeranno questo livello di consapevolezza nulla potrà mai cambiare.”
In bocca al lupo dottor Pavone per il
suo futuro professionale
“Direi che dell’in bocca al lupo ne ha
più bisogno la Locride. Un posto
comunque meraviglioso che mi ha
fatto penare ma mi ha arricchito professionalmente e umanamente”.
valorizzare. Come già precedentemente ribadito, nella vicenda in
questione sarebbe stato opportuno il silenzio dei diretti interessati, ma così non è stato. (...) A questo punto vorremmo chiedere
all’Avv. Laganà di chiarire quali sono gli ambienti di Africo a lui
ostili ai quali faceva riferimento nella nota da lui diramata, la
quale recitava testualmente. Alla luce di quanto letto e visto che
Laganà fa riferimento non ad ambiente ma a presunti ambienti,
che nel linguaggio comune lasciano intendere contesti particolari,
da quelli civili a quelli delinquenziali, sarebbe opportuno che
Laganà ci chiarisse a quali di questi si riferisse in un intervento
allusivo e fuori luogo”.
Domenico Versaci, Sindaco di Africo
DOMENICA
la Riviera
A Riace un
convegno
sulla Canapa
Sabato 9 giugno si è tenuto a
Riace il convegno nazionale
“Canapa da fibra: occasione da
non perdere, per l'agricoltura e
per lo sviluppo industriale sostenibile”
organizzato
da
Assocanapa con il patrocinio
dell'Associazione
Nazionale
Architettura Biologica. Esperti di
livello nazionale hanno relazionato con slide e filmati sulle tecniche di coltivazione e di lavorazione, prodotti e materie prime,
impieghi industriali moderni, rese
e conti economici, domanda del
mercato. La crescita esponenziale, avvenuta nel 2012, dell'interesse concreto per la coltivazione e
la lavorazione della canapa e per
l'acquisto e l'impiego di alimenti e
altri prodotti di canapa da fibra,
impone del resto un grande lavoro di riorganizzazione della
comunicazione. Ecco alcuni dei
prodotti che, oggi, sono fabbricati
con la canapa da piccole aziende
italiane: biscotti, pane, pizze,
taralli, fette biscottate ed altri prodotti da forno, da Colle Val d'Elsa
in Toscana, Cerveteri in Lazio,
Conversano in Puglia; olio e farina di semi da Piemonte, Umbria
e Marche; camiceria casual ed
elegante, borse, maglieria e
manufatti da arredamento da
Chieri e Pinerolo in provincia di
Torino e da Cerveteri, calzature
da Napoli; olio essenziale da
Moretta (Cuneo), liquore “canapello” da Pisoniano (Roma),
cosmetici da Pomezia (RM),
materiali da costruzione da
Lecco, Mantova, Carmagnola
(TO).
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SOCIETÀ
Visioni
Scatti reggini
L'Italia vista da cinque giovani artisti calabresi esposta
a Newark nel tentativo di far riscoprire la bellezza e la
qualità della patria agli immigrati italiani in America
L’Italia calabrese a Newark
i è svolta il 5 Giugno alla Sud e del Nord, e il più mite
S
One
Gallery
(One bianco e nero usato per riproGateway Center, 1085 durre le foto del Centro.
Raymond Boulevard, New
Jersey), la mostra fotografica:
“Snapshots of a Young Italy”,
realizzata grazie al sostegno
fornito dal Consolato d'Italia
in Newark.
Sono state esposte 40 fotografie di cinque giovani artisti
di Reggio e provincia:
Antonio Sgrò, Rosa Maria
Rao, Stefania Azzurra Gitto,
Sergio Campolo e Marco
Battaglia. Gli scorci, i paesaggi, i monumenti riprodotti
negli scatti sono stati catturati durante i loro viaggi in giro
per l'Italia. Le immagini sono
caratterizzate da un forte
contrasto tra le tinte calde del
Le opere più significative,
dopo la mostra, saranno
esposte permanentemente
nella sede del Consolato italiano a Newark.
Il significato che gli artisti
calabresi danno all'iniziativa è
ambizioso. Vorrebbero che
l'interesse verso la nostra
Penisola fosse riconcentrato
sulla bellezza del territorio e
sulla qualità dei giovani italiani. La mostra inoltre è stata
pensata per permettere agli
immigrati italiani all'estero di
ricordare le proprie origini e
di cogliere, tramite occhi
diversi, l'evolvere del Paese e
della società.
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RISCOPRIRE UNA TRADIZIONE
MONASTERACE, L’INFIORATA. Oggi le vie del centro rifioriscono
ELEONORA ARAGONA
onasterace, dal 2000, è uno dei
150 comuni che in occasione
della processione del Corpus
Domini ha riscoperto l'antica tradizione
dell'Infiorata. Questo rito, risalente al
XIII sec., consiste nel creare una serie di
quadri composti da petali, terra e fiori
che impreziosiscono le vie lungo cui si
svolge la processione della domenica.
Può sembrare una delle tante manifestazioni religiose che si svolgono nei nostri
territori. In realtà, questo evento è
molto più significativo per la cittadina
jonica. L'Infiorata è un momento per
riscoprirsi comunità lavorando insieme
per la città e per valorizzare le risorse del
proprio territorio. Ciascuno ha un ruolo
ben preciso e collabora alle varie fasi di
preparazione. Anzi tutto, ci sono coloro
i quali studiano le forme e i disegni da
realizzare. Essendo una manifestazione
religiosa, le immagini scelte sono sempre ispirate all'iconografia sacra.
Quest'anno verranno rappresentati
angeli, agnelli, la bandiera del Vaticano,
Gesù, la Madonna. Dopo questa fase di
progettazione si passa alla scelta e alla
raccolta dei fiori che comporranno i 14
tappeti che da Via Caduti Senza Croce,
M
camento, che consiste nel separare i singoli petali dal fiore o il fiore dal gambo
suddividendoli per colori. È questo
forse il momento che da un senso particolare al rivivere della tradizione. Per
portare a compimento un lavoro così
certosino vecchi, giovani e bambini si
ritrovano durante le serate dedicate a
questa attività e collaborano come
comunità. Inoltre viene preparata la
posa, un miscuglio di colla e residui di
caffè, forniti dai baristi, che costituirà la
base dei disegni. La realizzazione vera e
propria delle opere è stata avviata
venerdì sera in Via Caduti Senza Croce
dove sono stati allestiti, su due file, 12
cerchi dal diametro di 3 m per una lunghezza complessiva di 80 m. Sabato
sera è stato completato il riquadro di 25
m in Via Giorgio Papaleo, una delle vie
storiche dell'Infiorata. L'ultima opera
sarà realizzata stamane davanti alla
chiesa di S. Giuseppe Lavoratore.
Chiunque voglia partecipare a questa
manifestazione lo può fare contattando
la Pro Loco di Monasterace e iscrivendosi come volontario.
Vecchi, giovani e
bambini si ritrovano
come comunità
alavorare insieme
passando per Via Giorgio Papaleo,
accompagneranno la processione fino
alla chiesa S. Giuseppe Lavoratore. Per
la manifestazione le aziende florovivaiste della zona, Calabria Plant & Co., La
Margherita di Taverniti, Ortiflora di
Candido, Az. agr. Squillacioti
Domenico, C.J.S.A.R. di Pileggi e Az.
agr.De Luca Giuseppe, Az. agr. fratelli
Miriello e Sud Exotica, hanno fornito
gratuitamente circa 200 mila fiori.
A questo punto si procede allo spelluc-
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Questo periodico è associato
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Direttore responsabile
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In redazione:
M ARIA E LENA F ILIPPONE, DOMENICO
M ACRÌ, MARIA G IOVANNA C OGLIANDRO,
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Editorialista: G IOACCHINO C RIACO
Art Director: P AOLA D ’ ORSA
Anna Laura Tringali, Mara
Rechichi, Ruggero Brizzi,
Benjamin Boson, Nik Spatari,
Angelo Letizia, Marilene Bonavita,
Francesca Rappoccio, Mario
Labate, Franco Crinò, Marco
Andronaco, Isabella Galimi ,Maria
Teresa D’Agostino, Giovanna
Mangano.
Lettere, note e schermaglie
RISPONDE Maria Carmela Lanzetta
POLISTENA
Problematiche
del servizio idrico
Imu-Aliquote
Padrone e sotto
gregio Ingegnere Polimeni, in
attesa di un riscontro da parte
della SORICAL, alla quale abbiamo inviato le sue analisi sulle problematiche dell'acqua da lei messe in evidenza,
la sua lettera - nonostante alcuni contenuti demagogici e ambigui - ci consente
di chiarire molte cose che sono state anche da lei - travisate. Intanto, per
quanto attiene alla sua offerta di collaborazione, volevamo informare i cittadini
che, già nel 2006, lei si era offerto di collaborare - gratuitamente - quale “esperto” di tributi. Visto che il Comune, all’epoca, non aveva un Responsabile interno e vista la stima e l’amicizia che avevamo nei suoi confronti, abbiamo accettato
la sua offerta e l’abbiamo ufficializzata
con delibera di Giunta n. 159/settembre
2006, con contratto allegato, prevedendo
solo il rimborso spese effettivamente
sostenute. Dopo poco tempo lei è sparito senza un minimo di spiegazione e
abbiamo ricominciato da capo. Pertanto
ci consenta di considerare la sua lettera
come la prima collaborazione - tardiva da quel lontano 2006. Nel fare i conti in
tasca all’Amministrazione 2006-2011 casualmente, solo casualmente -, ci consenta intanto di fare un salto indietro per
ricordare, per dovere di cronaca, che il
canone acqua è stato aumentato nel
2005 (con contenziosi vari), diminuito di
qualche punto nello stesso anno e ancora diminuito qualche anno dopo. Detto
questo vogliamo ricordare che
l’Amministrazione Comunale aveva già
posto il problema riguardo il problema
serbatoi-utenze, inviando alla SORICAL
la nota prot. n. 1479, in data 09/03/2009,
nella quale veniva evidenziata la “discrasia tra le quantità di acque misurate
dalla Società ed i ruoli emessi dal
Comune” ( una condizione, del resto,
simile a tantissimi paesi calabresi), La
Società Idrica Regionale ha risposto con
nota e analisi allegate, protocollate con
n. 3733 il 17 Giugno 2009, evidenziando
che «abbiamo solo il mandato per la
gestione dei serbatoi…e che l'eccessivo
consumo...non è attribuibile alla ns.
responsabilità, (ma) è da ricercarsi in un
non perfetto assetto funzionale delle Vs.
reti di distribuzione interna…La ns.
responsabilità - continua la SORICAL è quella di garantire la portata idrica
richiesta dalle reti di distribuzione…evitando livelli di portata eccedenti il fabbisogno, per evitare lo sfioro del serbatoio
dell'acqua in eccesso e, quindi, lo spreco
di risorsa idrica con evidente ns. danno
economico.»
Aggiungendo, tra l'altro: «Analizzando
le portate del serbatoio di Monasterace
Marina tra maggio e giugno, si evidenzia
che le portate medie nel periodo notturno non mostrano sostanziali decrementi
rispetto alle portate medie del periodo
diurno, mentre dovrebbero essere inferiori almeno del 50%.» È lecito supporre
che la causa vada ricercata nell’irrigazione dei campi? Diciamo anche e purtroppo che, finora, non abbiamo avuto la
possibilità di usufruire di un qualche
finanziamento per rinnovare la rete idri-
E
ca. Per quanto riguarda la depurazione,
l'Amministrazione preferisce fare poco o
niente perché il Sindaco predilige prendersi le denunce da parte delle autorità
preposte.
Comunque se è vero che la SORICAL
reclama una fatturazione molto superiore al consumo reale, è anche vero che il
contatore posto negli appartamenti
segna l’effettivo consumo familiare, ed è
quello che viene fatturato e richiesto dal
Comune. Se già si riuscisse a riscuotere
anche la metà dell’evasione, stia ben
certo che problemi con la SORICAL
non ne avremmo mai avuti; tra l’altro se
tutti facessimo il nostro dovere di contribuenti, potremmo volentieri abbassare le
tariffe: «pagare tutti per pagare meno.»
Scrivevamo prima che alcuni contenuti
sono demagogici e ambigui. Infatti dalla
sua lettera traspare una possibile giustificazione dell’evasione come una scelta
di “disobbedienza civile” che non è
ammessa in un nessun Paese del mondo,
perché le eventuali contestazioni devono
essere rappresentate nelle sedi competenti: vedi, per esempio, la protesta dei
Sindaci per l'IMU; oppure le azioni
intraprese da alcuni consiglieri regionali
per la SORICAL. A questo proposito
voglio ricordare che il 15 Giugno incontrerò a Lamezia il sindaco Speranza per
valutare le possibilità di una class action
riguardo le tariffe SORICAL. Ricordo
altresì che, già dal lontano 2007, i cittadini possono versare i tributi senza l’intermediazione di un Ente di riscossione.
In conclusione: premesso che, tanto per
cambiare, è giunta al Comune una lettera di riscossione della Regione Calabria
per il servizio idropotabile del periodo
1981-2004, per la modica somma di
3.129.590,80 ; premesso che è compito
dell'Amministrazione Comunale garantire l’equità fiscale, per evitare che ci siano
cittadini di serie A(quelli che non pagano) e di serie B (quelli che pagano), si
chieda perché le stesse problematiche
(taglio dell’utenze) affrontate da molti
Comuni calabresi, anche a noi molto
vicini, non sono diventate pretesto per
parlare di “disobbedienza civile”.
Le ricordiamo che l’Amministrazione
comunale, per tanti mesi, dopo il terzo
intervento di diminuzione della portata
da parte della SORICAL, che colpisce
tutti i cittadini, anche quelli che pagano,
ha affisso continuamente manifesti per
convincere i Cittadini a regolarizzare la
loro posizione, in quanto non era più
possibile tergiversare. Senza dimenticare
che una simile situazione ce l'abbiamo
con la TARSU, con nessuna Sorical a
cui dare la colpa, le chiediamo infine per
quale motivo ci mettiamo tutti in fila a
pagare le bollette luce, telefono e gas,
accettando l'aumento continuo della
benzina, senza tirare in ballo la “disobbedienza civile”…
Per la sua rinnovata offerta di collaborazione sa dove trovarci, sperando che
vada a buon fine (altrimenti può sempre
dare la colpa al Sindaco).
MARIA BOETI
arrare in bella forma per descrivere battaglie a spese altrui è facile, ma per chi deve
mettere le mani al portafoglio e pagare
imposte non dovute, o che potevano essere mitigate, è dura.
«Non so davvero come si permettano alcuni parlatori del PD cittadino ad esprimersi in tal maniera»
Queste le primissime parole pronunciate al telefono, quando il 29 maggio del c. mese la sig.ra M. B.
ci ha contattati, contro l' ex sindaco Laruffa, che
oggi siede all' opposizione, perché aveva letto una
dichiarazione di quest'ultimo apparsa sui giornali,
riguardo le aliquote applicate dall' attuale
Amministrazione a terreni rurali, a fabbricati, etc.
Chiediamo, con calma alla nostra interlocutrice
cosa possiamo fare noi per lei. La sua risposta,
simile a tuoni e lampi è: «Far sapere la verità
riguardo a questi gentiluomini. Vedete, io avevo un
piccolo appezzamento di terreno e negli anni scorsi, quando ha amministrato Laruffa, con l'idea del
Piano Associativo con i Comuni viciniori, ho pagato l' ICI per il miglioramento di questo fondo. Altri
al mio posto cosa avrebbero fatto??? Avrebbero
evaso? Io no! Non avevo i soldi, ma me li prestavo
e, pagavo le due rate annuali, una a giugno l'altra a
N
novembre. Non ho la cifra esatta per darvi contezza nell'immediato, ma credo di aver pagato dai cinque ai seimila euro. Addirittura ho pagato anche
quando è divenuta cosiddetta zona bianca. Cioè,
fino a quando, e al di là, lo scellerato Piano
Associativo non è decaduto». La sig.ra arrabbiata
oltre misura, ci fa intendere che solo tramite l'architetto Ferrazzo - che sta lavorando alla stesura
del nuovo Piano Strutturale Comunale - è venuta
a conoscenza che i soldi da lei versati sono stati buttati al vento. E, che il Comune di Polistena, adesso,
è debitore verso di lei, delle ultime due rate. Da
qui, pare che appena riscuoterà la somma, si porterà nei Bar della città per offrire il caffè o un
amaro, a scelta, ai componenti della passata gestione di governo cittadino. Inoltre, ci ha pure elencato i nomi che lì per lì le sono venuti in mente: prof.
Giovanni Laruffa ex sindaco, Antonio Baglio,
Giuseppe De Leo, Alfredo Multari, Giuseppe
Giancotta, Luciano Sorace, Pasquale Iannello, ect.
Continua: <Proprio loro parlano di aliquote da
applicare ai terreni! Loro che ai propri tesseratisimpatizzanti, nella mia stessa situazione, hanno
suggerito di rimanere in condizioni di suolo agricolo, se poi il Piano Associativo sarebbe andato a
buon fine, avrebbero riconvertito, il podere, in area
fabbricabile>. Come dire: per ora il calice amaro
lo facciamo bere ai poveri idioti che pagano, nel
frattempo noi ci sfruttiamo il succo e la polpa, poi
si vedrà... così giochiamo a padrone e sotto.
Cari lettori, pensate che la sig.ra M. B. darà davvero uno schiaffo così forte, con la potenza suprema
del dire e del fare, alla passata Amministrazione,
offrendo loro il caffè o l' amaro? Staremo a vedere…
CRONACHE DAL NORD di Vincenzo Carrozza
Corri sudico, corri ...
Esiste qualcosa d'essenziale nella vita dei sudici. Qualcosa d'essenziale di cui rimangono spettatori impotenti. E' la loro vita, quella dei loro
figli. Esiste una grande illusione nazionale,
costruita sulla pelle dei sudici: che il cambiamento passi dal cambiamento dell'essere sudico. Esiste una grande bugia che avvelena la
mente dei sudici. La grande bugia che l'uomo
sudico debba redimersi dall'essere se stesso.
Che esista un peccato originario nell'essere
sudico. Un peccato che deve essere perdonato
dai professori della morale pubblica che imperversano su tivù, giornali, internet. In genere chi
ci dice cosa dobbiamo fare e come, per cambiare, sta al nord. Al sud stanno gli allievi, i servi di
tali maestri: quelli che sono sempre piegati per
ricevere il giusto riconoscimento.
E' una grande mistificazione costruita pazientemente negli anni. Un grande imbroglio che sfinisce i sudici nell'eterna e inappagata ricerca
del perdono dall'essere sudici. Ma il sudico
verrà perdonato soltanto se: Non avrà l'accento sudico. Dirà male dei sudici. Sarà lecca culo.
Emigrerà. Non nascerà a sud. Camminerà piegato, pronto a ricevere il giusto riconoscimento
dal maestro turno. Spargerà merda a destra e a
manca su altri sudici che sente migliori di Lui.
I sudici appena si levano dal letto devono correre per fuggire da se stessi, e dai moltissimi
maestri (Gran), che desiderano formarli e
inchiappettarli: Le mafie, le sinistre gesuitiche
senza peccato né vergogna, i centro-destra illusionisti e sorridenti, i sacerdoti della morale a
tonnellate, le massonerie, segrete e deviate per
principio. In pratica i ladri, a loro insaputa, di
tutti i colori, i cultori del delitto, della menzogna, del sorriso, della pacca sulle spalle, delle
promesse mancate, della presa per il culo.
Corri sudico, corri, altrimenti ti fanno un culo
così !
L’ANGOLO DI PARRELLO di Franco Parrello
La Madonnina che
aveva sempre amato
Un devastante terremoto ha colpito molti centri dell'Emilia Romagna, provocando
molte vittime ed ingenti danni. Migliaia di famiglie hanno perduto, in pochi istanti, gli
affetti più cari e tanti anni di lavoro e sacrifici. E' necessario cominciare da capo. Ma è
possibile?. Forse, ma non sarà semplice.
Un sacerdote è in Chiesa, quanto sente tremare la terra. Corre via ed esce fuori; ma
subito pensa di salvare la statua della Madonna sull'altare e si precipita in Chiesa a recuperarla; c'è l'ha quasi fatta ma all'improvviso crolla il tetto e rimane sotto le macerie.
Don Ivan è rimasto così per sempre con quella Madonnina che aveva sempre amato.
DOMENICA
10 GIUGNO 2012
LA RIVIERA
20
HANNO COLLABORATO
Francesco Laddarina, Ian
Zimirri, Giuseppe Patamia,
Alessandra Bevilacqua,Bruno
Gemelli, Carmelo Carabetta,
Valentina Elia, Antonio
Cormaci, Mario Labate,
Giulio Romeo, Ilario
Ammendolia, Sara
Caccamo, Giuseppe
Fiorenza, Daniele Mangiola,
Sara Caccamo.
PUBBLICITÀ
Le COLLABORAZIONI non precedute dalla
sottoscrizione di preventivi accordi tra
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gratuite.
FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla
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verranno restituiti.
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esclusivo di “la Riviera Editore” per tutto il
territorio nazionale ed estero.
GLI AUTORI delle rubriche in cui si
esprimono giudizi o riflessioni personali, sono
da ritenersi direttamente responsabili.
L’OPINIONE di Fernando Sagado
Il diavolo non esiste.
Calabresi topi in gabbia
Il tema della paura quale collante delle
società è un tema tutt’altro che originale,
ma sempre di pervicace attualità.
Fondamentalmente gli Stati moderni si
dividono in democratici o dittatoriali,
dove la dittatura o la democrazia si presenta con tonalità diverse a seconda dei
margini di libertà concessi ai sudditi o ai
cittadini o alla risposta data ai bisogni
della gente. Ad esempio la Romania di
Ceausescu affamava oltre che imprigionare, quella libica lo stomaco lo riempiva
quasi sempre. La differenza tattica fra
democrazia e dittatura sta nell’esercizio
mediato o diretto della paura. I dittatori
non si mascherano ed esercitano la paura
di persona, le democrazie(pseudo tali) si
servono di agenti formalmente estranei
per incutere timore. Se volete è il gioco
del diavolo e della scelta apparente fra
inferno e paradiso. Comunque la si guardi, la faccenda, gli Stati, o buona parte di
essi, si reggono per mezzo del diavolo
laico o religioso che sia. Le società completamente libere non esistono, sono al
momento pura utopia, né esisteranno
fino alla calata sulla terra dell'amore puro
capace di tenerci insieme per affetto e
non per necessità. L'Italia fra le democrazie occidentali è una delle più giovani,
solo sessant'anni fa era fascista e monarchica. E nessuno si rizzi sulla sedia, se gli
anni della Repubblica sono pervasi da
stragi e misteri, se le nostre classi dirigenti sono pervase da inquisiti e condannati,
se il tasso di corruzione ed evasione è uno
dei più alti al mondo, se una parte del territorio e sotto scacco criminale, dire che
la nostra sia una democrazia perfetta
sembrerebbe un assurdo. Ma non è dei
massimi sistemi che intendo parlare, il
ragionamento lo limito alla Calabria.
Quali sono le paure calabresi, quelle per
le quali si sta insieme, anche se in un
modo accentuatamente individualistico?
A guardare il dibattito pubblico la paura
per eccellenza è la mafia, uscendo però
dai convegni, dai media, dalla sociologia
scopriamo tante altre paure percepite
dalla gente di intensità pari alla prima. Il
terrore del futuro, la mancanza di un pro-
getto, l'assenza politica e la sua arroganza, il disagio economico, il problema
sanitario, quello viario, il lavoro, la scuola. Ecco perché si sta o si dovrebbe stare
insieme. Per vincere tutte le paure
descritte e tante altre che sarebbe lungo
elencare. Non possiamo pensare di risolvere una sola paura per eliminare una
lunga catena di problemi, né è pensabile
di risolvere ogni dramma posto che
società perfette al mondo non se ne
conoscono. La speranza e il lavoro per la
perfettibilità sociale sono, o dovrebbero
essere, il motore di un contesto sociale
sano. Quando le risposte sono frazionate,
settarie, emergenziali la società si ferma il
miglioramento si allontana. Ecco, in
Calabria paradossalmente ciò che tiene
in piedi la figura dello Stato è la lotta alla
'ndrangheta. E' il diavolo mafioso che
giustifica un'entità statuale che nemme-
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la Riviera
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no ci prova a risolvere programmaticamente gli altri e numerosi problemi. Si
chiede ai cittadini di stare uniti, di lottare
il mostro perché il suo abbattimento
migliorerà la società. Ma la società è un
assetato che deve camminare su un tappeto di spine per raggiungere l'acqua, e
hai voglia a togliertene che tante altre ti
bucheranno le carni. Allora che fare, speranze finite? Tutt'altro, non è il fato che
crea ma l'uomo e l'uomo può migliorare
o peggiorare il suo Stato. Il primo ed
essenziale passo è liberarsi delle paure
indotte e affrontare quelle reali. Uscire
dalle gabbie in cui si vive e affrontare il
nemico, qualunque sia il suo nome. Stare
soprattutto attenti a chi grida al lupo, perché quello è il lupo. Adesso riderete un
po' del mio malsano ragionamento, col
tempo capirete che il diavolo non esiste
su questa terra se non c'è un sovrano che
attraverso di esso vi tiene in prigione e si
fa riverire. Uno Stato che risolva ogni
paura non lo troverete, vi renderebbe
totalmente liberi e non avreste più bisogno di lui. Di Stati con tendenze suicide
non ne troverete in giro. Dovrete scegliere, tenervi le paure o avere coraggio e
sperare che il fato o il caso che ha creati
non sia stato parco nella distribuzione di
quella virtù.
Ritratti *
di Diego Cataldo
MANUELA
CRICELLI
Cantante
Una delle voci più
interessanti del nostro
panorama musicale.
Ha reso omaggio ai
grandi cantastorie siciliani come Rosa
Balistreri. Si è occupata
di teatro con importanti collaborazioni. È
anche stata molto
apprezzata al Roccella
Jazz Festival.
LOQUI E SPORLOQUI di Filomena Cataldo
KAPPADUE di RUGGERO CALVANO
Scrivere in Aspromonte .
Gli amici si fanno sentire
offredo Fofi, Mimmo
Gangemi, Aldo
Varano, Francesco
Munzi, Pietro Spirito, Valter
Rizzo.. Si gli amici si fanno
sentire e iniziano a essere
tanti. L'idea di portare gente
in Aspromonte, partita dal
matto di Napoli Francesco
De Filippo, prende corpo.
Raccogliere una rete di
amici nella montagna calabrese perché la raccontino e
diano voce al mondo del
Mediterraneo sospeso fra
l'Europa e il sud del mondo
si sta rivelando una felice
intuizione. Aprire un pianeta misterioso come
l'Aspromonte, dargli un
varco verso l'esterno può
valere molto. Raccontare,
dipingere, fotografare, suonare per unire, per integrare. L'Aspromonte si dona in
una bellezza mantenuta
integra nei millenni, questo
il significato che muove l'iniziativa. Una casa per le idee
e idee per una casa comune.
Il progetto può sembrare
ambizioso ma la sua gradualità lo rende attuabile. Gli
amici si fanno avanti e per
ora Africo organizzerà un
giorno di festa da fissare nell'ultima settimana di luglio
G
per dar modo a tutti di
incontrarsi, conoscersi,
scambiarsi le idee. Il passo
successivo sarà quello di
alloggiare un numero ristretto di ospiti per permettere
loro un periodo di riflessione in piena libertà. Sono già
disponibili una serie di
appartamenti in grado di
ospitare dignitosamente una
decina di persone alle quali
verrà garantito vitto, alloggio e gli spostamenti per
andare, venire e conoscere
l'Aspromonte.
Parallelamente è disponibile
una grande struttura in
grado di ospitare in modo
spartano una cinquantina di
ospiti, in essa potrà essere
ospitato chi potrà provvedersi in autonomia del vitto,
che comunque sarà supportato per quanto possibile
nella visita dei luoghi.
L'Aspromonte si offre nel
modo in cui si da alla sua
gente, chiede fatica e rispetto in cambio di un'ospitalità
frugale insita nella sua natura. L'invito, ovviamente, non
è a un party ma a un parco
pranzo che potrà riempivi lo
stomaco e qualcos'altro più
di quanto immaginiate.
IL BRIZZOLATO di Ruggero Brizzi
PISICO - CATASTROFE ARRIVA IL DIGITALE TERRESTE
U
n filo sottile,
quello della
paura, tiene
unita
l'Italia.
L'informazione repentina e ostinata lo amplifica. Pare, quasi nevroticamente, che la speranza maggiore sia, per
l'uomo contemporaneo, morire di morte
naturale. Poiché dalle bombe dinanzi alle
scuole ai terremoti quello che ci rendeva
dei leoni, la super potenza dell'ominide, ci
ha trasformato, in un nano secondo, in
coglioni. La nostra infinita piccolezza è
dimostrata. Non che ci fosse bisogno, ma
bisognava ripensarci. Possiamo accettare
che la natura si faccia sentire, ma non che
distrugga laddove l'ingegneria umana ha
superficialmente operato. E' risultata,
volente o nolente, distratta (per così dire).
Non possiamo tollerare, però, la disumana dissennatezza con la quale si lede il
diritto alla vita. Si uccide. Ora, quanto
accade, sta provocando una sorta di “millenarismo post-contemporaneo” per il
quale si crede ad una fine del mondo o per
cause fisiche o per follie umane. La psicosi
della catastrofe, alimentata dalla velocità
dell'informazione, ha atrofizzato le vite,
nonostante eventi naturali e bestialità
umane siano sempre esistiti in ogni era, in
ogni stagione del mondo. Avremmo già
dovuto essere consci della nostra condizione di bambole di pezza, di pigotte destinate a saltare nonostante la tecnologia, la
profeziologia e la gingillometria.
Comprendere la piccolezza di cui siamo
esseri finiti è segno di intelligenza. Usare
l'intelligenza per attrezzare la nostra finitezza sarebbe un atto di coscienza civile.
Da qualche giorno nelle case di parenti, amici, nonni
e mondo lavorativo calabro il panico ha preso il
sopravvento. La difficoltà nel pronunciare “swicht
off” si somma alla difficoltà nel capire il nuovo utilizzo del digitale terrestre.
Ultimi ad arrivare anche al passaggio analogico-digitale, mi è capitato in diverse case calabre di assistere
alle spiegazioni su come dover usare il nuovo decoderino.
La fase “doppio telecomando” è terrorizzante.
Trovare “AV”, il tasto che negli ultimi venti anni non si
era mai toccato nel vecchio telecomando, è una ricerca davvero difficile, ma una volta trovato si passa alla
fase della memorizzazione automatica che, a quel
punto, diviene destabilizzante anche per chi è alle
prese con l'insegnamento.
La memorizzazione automatica dei canali ti trova
telesatnordcalabriachannel con 24 ore di fisarmoniche e basi midi su cui canta chiunque passi da quello
studio, ma si dimentica i sei canali che hanno fatto la
storia della tv. Rai uno, due, tre, rete 4, canale 5, italia
1.
Dobbiamo attendere il 14 giugno ci dicono (ma vorrei
si ricordassero che c'è la seconda partita dell'Italia in
quella giornata e dunque possano avere il buon senso
di non farcela vedere a tratti e salti di immagine).
Una volta fatto tutto questo l'insegnante tecnologico,
forte di tutti questi procedimenti, prende le distanze
dal decoder e inizia a tentare di cambiare i canali illustrando all'alunno la meraviglia di alcuni canali locali.
Il telecomando però, punta sulla tv e non sul digitale
e gli infrarossi non arrivano a destinazione, facendo
rimanere lo schermo bloccato sulla televendita di prodotti dimagranti, canale 504, rendendo nervoso l'insegnante che non si capacità del perché non debba cambiare canale.
E un po' come l'uomo che indica la luna e l'imbecille
che ne guarda il dito, continuiamo a chiederci perché
non cambia canale invece di domandarci ma che
cazzo ci stiamo vedendo?
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la Riviera
Sport
MASSIMO PETRUNGARO
iciamocelo, all'indomani dell'ennesimo
scandalo che ha travolto il nostro calcio,
due sono state essenzialmente le reazioni. Questo nuova tranche del filone di indagini
riguardante il calcio scommesse getta ancor di
più nell'abisso del ridicolo un campionato che
purtroppo, anno dopo anno, sta perdendo il
fascino di un tempo. Persa ormai la palma del
campionato più bello, ci accontentiamo di avere
il torneo più difficile. Magra consolazione, ma
visti i tempi che corrono, teniamocela ben stretta. Alla vigilia della massima competizione continentale per nazionali, il tifoso italiano medio si
sente in un certo qual modo tradito dai propri
beniamini. La compravendita di partite, con
risultati taroccati, ha provocato, a caldo, due
risposte: da una parte si è sviluppata quasi una
repulsione verso tutto ciò che ruota intorno al
pallone, dalla serie “colpevoli tutti”, quando sappiamo, fortunatamente, che chi ha truccato le
gare rappresenta solo una minima parte.
Dall'altra si sono scomodati illustri paragoni
“filosofico - calcistico”, adducendo addirittura i
corsi e ricorsi storici di vichiana
memoria: scandalo nel 1982, Italia
campione del Mondo, bis nel 2006 in
Germania, e ora. Non c'è due senza
tre? A parte la scaramanzia e gli
scongiuri di turno, come ben sapete
fare paragoni è un giochino che non
funziona col calcio. Mondiali ed
Europei sono tornei che hanno
poco, se non nulla in comune, diverso il tasso tecnico così come differente è lo stress psicologico a cui si è sottoposti. Poi se si punta la lente d'ingrandimento in casa nostra, e si analizza la rosa dei ventitre, allora non
c'è da stare tanto allegri. Precisiamo,
non abbiamo nulla contro Prandelli
e le sue scelte, questo è ciò che passa
il convento. Non è certa la mancata
convocazione di un Pazzini,
Ranocchia, Criscito o chi per loro a
non farci dormire la notte, ma nello
scorrere la lista degli arruolabili, non
c'è un giocatore per dirne uno, che ti
permette di sognare. Mancano i
Nesta, i Cannavaro, i Totti, i Del
Piero della magica notte berlinese.
D
Passioni
Italia, mata il
Toro
Cassano e Balotelli, Pirlo e Buffon, De Rossi e
Chiellini, sono buoni giocatori, ma in loro difficilmente vedo chi possa farci fare quel salto di qualità che ci manca, Si potrebbe obiettare che la
nazionale di Lippi nel 2006, vinse soprattutto
grazie ad un gruppo cementificato che fece muro
intorno ad una situazione (Calciopoli) imbarazzante e all'exploit di Grosso e Materazzi, i due
veri outsider di quel mondiale. Il Cesare nazionale si affida al gruppo Juventus e fa bene, ma sa
anche lui che una Nazionale non è una squadra
di club. In un torneo a venti squadre puoi permetterti qualche passo falso, in un Europeo no.
5° raduno delle 500
Sarà importante per non dire fondamentale non
perdere nella gara di oggi contro i campioni in
carica della Spagna. Per la classifica e soprattutto per il morale, per giocarci poi la qualificazione
contro la Croazia giovedì prossimo e poi nel
“derby” contro l'Irlanda di Trapattoni fra sette
giorni. Nel battesimo di oggi delle 20:45 contro le
Furie rosse sarà 3-5-2. Buffon in porta, linea
difensiva con Chiellini, De Rossi arretrato e con
il granata Ogbonna in vantaggio su Bonucci.
Sulle fasce Balzaretti da un parte e Maggio dall'altra, anche se nelle ultime ore sono salite le
quotazioni di Giaccherini. A centrocampo
Thiago Motta, Pirlo, Marchisio, in attacco
Cassano e Balotelli. E' giunta l'ora di matare il
toro.
132 automobiline storiche, Fiat 500, hanno partecipato al quinto raduno svoltosi il
2 giugno a Locri. L'evento è stato un grande successo. Organizzazione sempre più
precisa quella dello staff “Club Fiat 500 Locri” che ha ospitato centinaia di appassionati della 500.
Tutto ha avuto inizio in piazza dei Martiri con il saluto dei portavoce del Comune,
ass. Galasso e Gelonese. Dalle ore 8.00 alle 11.00, gli automobilisti giunti da Calabria
e Sicilia, e i tanti spettatori, hanno percorso la strada da Locri fino a Roccella, qui lo
staff dell'Azienda F.lli CircostAuto, sostenitore dell'iniziativa, li ha accolti in grande
stile. Le automobili hanno proseguito poi sulla SS 106 guidate dagli automezzi dell'
“Az. Car Service”, dell’“Europ Assistance”, da due anni
anima della manifestazione, della “Celestino Gomme”
e di tanti altri imprenditori e commercianti. Dopo
Roccella tutti al Costa Blu per il pranzo, il taglio della
torta, l'animazione e la musica.
I premiati: Premio come gruppo più numeroso al team
di Catanzaro partecipante con 19 autovetture; trofeo
per la “500 più antica” al signor Sorace di Taurianova;
molti altri i riconoscimenti assegnati agli altri club partecipanti; una targa è stata consegnata anche alla squadra dello Sporting Locri calcio a 5 femminile.
Successivamente il gruppo si è recato al centro
“Mantenea” a Merici, dove si è svolta una prova cronometrica nel circuito del circolo per assegnare i primi tre premi messi in palio dall'organizzazione, batteria femminile e maschile
L'evento gestito da Roberto Longo, Mimmo Tallura e Andrea Caroleo, quest'anno
ha messo in risalto l'operatività e l'ospitalità degli organizzatori locresi. Una giornata all'insegna dell'aggregazione che ha radunato gli appassionati. Tante famiglie unite
sotto il nome del mito italiano degli anni '60. Il prossimo anno, per la sesta edizione,
Locri promette altre novità.
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A proposito
di...
Sport
FIGC - LND - COMITATO REGIONALE CALABRIA
Per la delegazione distrettuale di Locri
un ottimo risultato per il 2011/2012
a Delegazione Distrettuale di
Locri Figc-Calabria ha completato l'attività 2011-2012, con la definizione di tutti i tornei e campionati di
competenza, comprendenti l'attività di
base dei pulcini e degli esordienti e i
campionati giovanissimi ed allievi locali
per il settore giovanile e scolastico, nonché il campionato di serie D di calcio a
cinque e quello riservato agli amatori.
Per quanto riguarda l'attività di base
della categoria pulcini ai primi due posti
del girone sud si sono classificate la
Bovalinese e l'Agesidamo, mentre per il
girone nord hanno prevalso il Gioiosa
Jonica ed il CSPR '94: la fase finale si è
svolta sui campi del Mediterraneo
Sporting Club di Siderno, con
l'Agesidamo vincente sul Gioiosa
Jonica, mentre la Bovalinese ha prevalso sul CSPR '94. La Bovalinese (v. foto)
si è poi aggiudicata il torneo, superando nella gara di finale l'Agesidamo.
Nella successiva fase provinciale la
Bovalinese è stata superata dai pari età
della Reggina. Nella categoria esordienti dell'attività di base hanno avuto la
meglio, nei due gironi, ancora la
Bovalinese, classificatasi al 1° posto del
girone sud, sempre seguita, al secondo
posto, dall'Agesidamo, mentre nel girone nord di nuovo qualificato il CSPR
'94, classificatosi primo, con a ruota la
Stilese “A. Tassone”, seconda al termine
L
La Delegazione Distrettuale di Locri FigcCalabria ha completato l'attività 2011-2012,
con la definizione di tutti i tornei e campionati
di competenza, comprendenti l'attività di base
dei pulcini e degli esordienti e i campionati
giovanissimi ed allievi locali per il settore
giovanile e scolastico, nonché il campionato
di serie D di calcio a cinque e quello riservato
agli amatori.
di un testa a testa con il Roccella. La
fase finale, sempre svolta al
Mediterraneo Sporting Club, ha visto la
vittoria del CSPR '94, che ha battuto al
termine di una combattutissima finale,
decisa dai calci di rigore, la Stilese: le
due finaliste avevano superato, nelle
semifinali, rispettivamente l'Agesidamo
e la Bovalinese. Nella successiva fase
provinciale, il CSPR '94 è stato superato dal Reggio 2000. Il campionato giovanissimi locali è stato appannaggio del
Brancaleone, che ha preceduto nella
classifica finale l'Agesidamo, mentre
negli allievi ha avuto la meglio il Marina
di Gioiosa sulla stessa Agesidamo. Tra
pochi giorni la Delegazione organizzerà, per la categoria allievi, nel proprio
territorio, la coppa provinciale, per cui
la vincente Marina di Gioiosa incontrerà, in un torneo triangolare, le vincenti della stessa categoria della
Delegazione Distrettuale di Gioia
Tauro (che organizzerà la stessa manifestazione per la categoria giovanissimi) e
della Delegazione Provinciale di
Reggio Calabria. Intanto si sono fatti di
nuovo valere i giovani della locale rappresentativa allievi e giovanissimi (anni
'96 e '97), coordinata da Tonino Accursi
e quest'anno allenata da Martino
Pedullà, che si è qualificata per la fase
finale del memorial federale intitolato
ad Antonino Costa (in corso proprio in
questi giorni a Lamezia), dove affronterà i pari età delle delegazioni di
Catanzaro, Cosenza e Gioia Tauro
(l'anno scorso la stessa rappresentativa,
guidata da Silvio Frascà, si aggiudicò a
Corigliano il titolo regionale).
Il campionato di calcio a cinque serie D
è stato vinto, al termine di un testa a
testa fino all'ultima gara, dal Polistena,
che ha preceduto con la classifica avulsa l'Asisport Taurianova (le due squadre
erano infatti appaiate in testa al termine
delle gare), mentre la stessa Asisport ha
avuto la meglio nelle gare di play-off,
superando prima il Fantastic Five
Siderno e poi l'Epizephiri Locri, che a
sua volta aveva battuto l'Edilferr
Cittanova.
Nel campionato amatoriale si è confermata di nuovo vincente l'Azzurra
Amatori, che ha preceduto sul filo di
lana i Giovanotti Siderno; al terzo posto
l'Amatori Mammola, che ha preceduto
le due locresi Calcio Forense Locri,
quarta, e l’Amatori Locri, quinta.
Le speciali classifiche per il premio
disciplina sono state vinte dal
Brancaleone per la categoria giovanissimi, dall'Agesidamo per la categoria
allievi, dal Roccella per il calcio a cinque
e dagli Amatori Benestare per la categoria amatori.
BURRACO
TORNEO
DI BURRACO
A LOCRI
ercoledì 30 maggio, alle ore 21.00, si è svolto, nei locali del
Circolo di Riunione di Locri un torneo di Burraco a squadre.
Il Burraco Club Locri, club ospitante, unitamente al Gruppo
Burraco YMCA di Siderno e al Gruppo Burraco Conga Glauca di
Bovalino hanno dato vita all'incontro/torneo esercitato in otto gare per
otto settimane. Nella settimana di turno del club di Locri, i partecipanti
si sono radunati nel salone delle feste e dei convegni del suddetto
Circolo di Riunione, finemente addobbato per l'occasione.
Il torneo è stato preceduto dal saluto ai graditi ospiti da parte del presidente dl Circolo avv. Pasquale Sansalone e intervallato da un accogliente e gustoso buffet, squisitamente preparato dalle socie del Burraco
Club Locri.
La serata ha avuto un nutrito numero di partecipanti. Il club di Locri
invita gli appassionati e simpatizzanti del burraco, che attualmente è il
gioco più seguito a carattere internazionale, a partecipare alle lezioni
gratuite, che si terranno ogni mercoledì presso il Tennis Club Giulio
Riccio, situato al centro della città nei pressi del lungomare.
Per i più esperti l'incontro è presso il Circolo di Riunione, sito in Piazza
Stazione, nei giorni di venerdì, sabato e domenica dalle ore 17,00 in poi.
M
TORNEO REGIONALE “ARRIVA L'ESTATE”
Il presidente del Club Burraco di Catanzaro, Walter Viapiana, stupisce ancora.
Centotrentadue giocatori per un totale di 35 tavoli si sono dati battaglia a colpi di pinelle.
Alla fine il Torneo è stato diviso in quattro gironi A-B-C-D a seconda del punteggio conseguito nelle prime quattro smazzate. Nel girone A entra la coppia Maria Ruso-Antonella
Bumbaca, nel girone B entra la coppia Letizia Morisani-Francesco Ruso. Dopo i due turni
“Mitchell” per il girone A vince la coppia Federico-Barbucci- ASD. Reggio Calabria, la coppia
Ruso-Bumbaca si classifica in nona posizione. Per il girone B vince la coppia CristaudoFamularo Asd. Lamezia Terme. Al terzo posto la coppia Ruso-Morisani del nuovo gruppo
sidernese Kampus.
Nel girone C la coppia Romeo-Falvo Asd. La Pinella
Nel gironeD la coppia Mancuso-Cascone Asd. Catanzaro.
La competizione è stata diretta dall'arbitro regionale Walter Viapiana. Prossimo appuntamento per la terza tappa regionale il 1° luglio, presso l'Hotel Palace di Catanzaro Lido, organizzato dalla Asd. La Pineta, presieduta dall'avv. Michele Barbieri con la direzione dell'animatrice
Daniela Coltellacci.
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la Riviera
BASKET
Per l’ Eutimo
Locri è serie D
omenica 03 Giugno presso
l’I.T.C. G. Marconi di Siderno si è
giocato lo spareggio per la promozione in serie D tra l’Eutimo Locri e
la Polisportiva Gioiosa. ll terzo pass per
la Serie D lo conquista il Locri del
Presidente Schirripa. I rosso-neri vincono il derby contro il Marina di Gioiosa e
raggiungono la Skorpion e l’Aleandre
nel campionato superiore.
Sempre avanti nei parziali, difesa a uomo
tutto campo che ha costretto il Gioiosa a
fare tanta fatica per trovare buone soluzioni in attacco.
Nell'Eutimo, invece, alte le percentuali di
tiro e prove maiuscole dei giovanissimi
Antonio Dattilo, Domenico Furfaro e
Giulio Ruso.
Vero artefice di questa meravigliosa
cavalcata il coach Euprepio Padula che
avvalendosi della collaborazione del pre-
D
paratore atletico Francesco Campiti, ha
saputo, nelle ultime due stagioni, far crescere in modo esponenziale i giovani
tutti nati nel ‘94-‘95-’96. Oltre il salto di
categoria, la compagine jonica è stata l’unica a battere la Skorpion, vincitrice del
campionato.
Eutimo Locri - Pol. Gioiosa 58 - 44
(15-8/ 27-20 / 42-26)
Eutimo: Riggio, Tropea, Cardo 4,
Dattilo 13, Mazzone 21, Trichilo 5,
Furfaro 6, Reitano 2, Codispoti, Ruso 7.
all. Padula
Gioiosa: Bleve 4, Belcastro 11, Calautti,
Ieraci 3, Peduzzi 4, Palermiti 9, Baggetta
3, Epifania 1, Agostino 9, Romeo. all.
Musitano
Arbitri: Placanica di Roccella e Travia al.
di Gioia Tauro
SIDERNO
Tutto pronto per la X edizione
dell’
Ymcastreetball
associazione Meet on the street, con la collaborazione dell’associazione Ymca, è lieta di presentare la decima edizione dell’Ymcastreetball, che si svolgerà nei giorni 10-11-12 Agosto nello storico campetto dell’Ymca.
Tante le novità, che da ora in avanti saranno svelate dallo staff che organizza l’evento, le quali andranno a caratterizzare un torneo che negli ultimi anni ha riscosso un successo sempre crescente.
Le novità che possono essere per il momento ufficializzate sono: 1) la partecipazione al ranking FIBA,
attraverso il quale tutti i partecipanti all’Ymcastreetball saranno inseriti nel sito internet ufficiale FIBA
con la possibilità di accrescere il proprio punteggio personale, qualora si dovesse partecipare anche ad
altri tornei rientranti nel ranking; 2) la partecipazione all’evento Ymca World Challenge ha come
obiettivo di raccontare la storia attraverso la mobilitazione di organizzazioni YMCA .
Quest’anno l’Ymcastreeball promette spettacolo, parola che è ormai diventata consuetudine, lo staff
sta inoltre pianificando il tutto per poter offrire delle attività collaterali all’evento. Saranno invitatai
anche “vecchi” e nuovi ospiti.
Presto ulteriori novità!!
L’
orte aperte al Circolo Velico per
fare un’uscita in barca a vela o in
surf. L'obiettivo è quello di offrirere un ventaglio più ampio di possibili
attività per divertirsi al mare, non limitandosi al fare castelli di sabbia e a giocare a pallone sulla battigia. «L'ideale
sarebbe - prosegue il Presidente del
Circolo Velico, Carlo Colella - trasformare la città in un centro dove concentrare le attività nautiche, aperto tutto
l'anno e dedicato ai giovanissimi. Per
farlo, occorrono più attrezzature, più
istruttori, e il Circolo Velico si è già trasformato in un sicuro punto di riferimento, in un quartier generale di iniziative in programma e che consentono
un’organizzazione più agevole delle attività di formazione, sportive e di promozione turistica. In Francia e in
Inghilterra il Club Nautico è un luogo
dove si trovano una foresteria, un punto
ristoro, aule per formare i giovani. È un
luogo dove si può trascorrere l'intera
giornata, incontrandosi con gli appassionati degli sport nautici, programmare
settimane azzurre e pianificare regate
veliche. I Club Nautici sono i punti di
maggiore aggregazione nelle città di
mare che caratterizzano le città e non
viceversa».
La vela o meglio la cultura marinara,
oggi, è propagandata dal Ministero
della Pubblica Istruzione in quanto, praticandola, si applicano tutti i principi
P
Domenica 10 Giugno:
CIRCOLO VELICO REGGIO
PORTE APERTE CON l'OPEN DAY.
fisici e culturali appresi nella aule scolastiche. Quest'anno vi è una novità: il
Circolo Velico Reggio mette a disposizione un simulatore dove gli aspiranti
velisti potranno provare l'ebbrezza del
mare e del vento attraverso questo strumento rivoluzionario.
Il Circolo Velico mette sul piatto il curriculum di progetti avviati da Primavela e
dalla Federazione Italiana Vela dove il
contatto con il mare è immediato e a
Reggio il mare si può godere dodici
mesi l'anno.
Quest'anno il Panathlon International
offre il Patrocinio per far crescere i giovani nel culto dell'eticità e della sana
applicazione dei principi dello Sport.
Il Circolo Velico con l' Open Day vuole
far conoscere, con la promozione della
Federazione Italiana Vela, ai genitori, ai
giovani e agli educatori, i corsi di iniziazione per chi volesse trascorrere un’intera giornata a contatto con il mare e per
chi volesse divenire agonista con l'ausilio
di istruttori tecnici.
XVII CORRINSIEME:
Sabato 2 Giugno a Santa Caterina dello Jonio
(CZ) si è svolta la XVII Corrinsieme. Un’edizione
che ha confermato l'accuretezza oganizzativa
dello staff coordinato dai due team manager,
Mimmo Carone e Gino Caporale. Come ogni
anno sono stati centinaia, da tutta Italia, gli amatori che hanno preso parte all'evento, permettendo di devolvere l'intero ricavato delle iscrizioni
all'A.I.R.C. (Associazione Italiana per la Ricerca
sul Cancro). Su un circuito di 2 km da percorrersi
per cinque (gara maschile) e due (gara femminile)
giri di una certa difficoltà tecnica, per due salitelle
che hanno lasciato il segno nella parte finale
della corsa, si è assistito al maschile a una delle
più belle gare di tutte le diciassette edizioni. Al
maschile vittoria del keniano Erastus, seguito dai
ruandesi Eric Sebahire e Silvan Rukundo. Primo
italiano il carabiniere Denis Curzi, che ha preceduto Giovanni Ruggero della Forestale. Nella
prova femminile duello Kenia vs. Ruanda, tra
Prisilah Jepkorir e la ruandese Angeline
Nyransabimana. L'ha spuntata la keniana in
13'10''. Prima italiana, la calabrese Teresa Latella.
Giovanni Certomà
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BIBLIOTECA MERIDIONALISTA
E il Premio
nazionale
Mario La Cava?
ANTONELLA ITALIANO
ualcuno lo ricorda camminare per strada, immerso nei pensieri, nelle sue lunghe passeggiate bovalinesi. Ricorda i
tratti del volto, la sua discrezione, persino il
suono della voce. O fare il bagno anche d’inverno, in quel mare che amava e che, la sera, dal
suo terrazzo, si affacciava a guardare. Mario La
Cava era uno di noi, ma non era come noi. Lui
era molto, molto di più. Questo non lo arricchì,
mai. Arricchì, invece, la nostra terra, perché di
noi scrisse, in modo crudo e raffinato. E i suo
libri ci consegnarono alla storia. E chi, se uno
dei più grandi meridionalisti del sud Italia,
avrebbe potuto fare altrettanto con lo scrittore
bovalinese? Fu la raffinata penna di Pasquino
Crupi, nella sua accurata “Storia della letteratura calabrese”, a raccontarlo:
“Vita proba di scrittore indipendente ha condotto da sempre Mario La Cava [Bovalino 11
settembre (Reggio Calabria) 1908] al quale la
morte ha tolto la vocazione, alla parola il 17
novembre del 1988 (…) . La Cava ha i piedi in
Calabria, ma la testa è rivolta verso il romanzo
europeo. La prolifica famiglia degli inetti sveviani e moraviani è pronta ad accogliere i suoi
indecisi, irrisolti personaggi. Da qualunque
parte la si giri, la narrativa lacaviana si tocca
sempre con la letteratura nazionale, con la letteratura europea per quel suo procedere dalla
sfera della realtà alla sfera della vita interiore,
accordata finalmente anche ai personaggi
umili”.
E, con riferimento all’ultima opera lacaviana
“Una stagiona a Siena”, una sorta di testamento letterario, il professore Crupi scrisse: “Mario
La Cava racconta Siena, la vita universitaria,
una gioventù studiosa senza giovinezza, se stesso negli anni del consenso al fascismo, accorrente lieto verso la guerra, che viene, che verrà.
Non si pensi all’autobiografia di un prepotente
io individuale: così prepotente da essere sapientemente nascosto nella terza persona narrante.
Siamo di fronte all’autobiografia collettiva di
una intera generazione di giovani ventenni (…).
Tutti fallirono, tutti si videro costretti a ridimensionare i loro sogni: persino quelli amorosi.
Chi non fallisce, anzi chi sente di non essere fallito è Paolo. Al ritorno al paese, laureato in
legge, contro la famiglia, che lo vuole avvocato,
contra la vita, che urla la necessità del “particolare”, contro il fascismo, che prepara la guerra,
decide di farsi scrittore. Scrittore né imperiale
Q
ESSENZIALE
“E il mestiere di scrivere,
assai più difficile del
mestiere di vivere, deve
rassegnarsi a scrivere la
sconfitta” Pasquino Crupi
né puro, ma della vita concreta del popolo calabrese. Su questo impegno il romanzo di La Cava
s’interrompe, attraversato da un brivido. Il brivido è che la parola, quando la società è in guerra
con la cultura, non ce la fa a sposare una realtà
maggiore.
E il mestiere di scrivere, assai più difficile del
mestiere di vivere, deve rassegnarsi a scrivere la
sconfitta”.
Ed è una sconfitta, per Bovalino, che non sia
oggi questo il punto di forza del paese. Un tentativo lo fece, a dire il vero, l’attuale amministrazione guidata dal sindaco Tommaso Mittiga.
Solo un tentativo. E tale restò.
La cronologia degli eventi dell’attuale
Amministrazione Comunale
1) Nella campagna elettorale per le elezioni
amministrative 2010, la lista “insieme per ricostruire” (oggi al governo del paese) redasse un
programma. Al punto 6, dal titolo “Pubblica
istruzione e cultura” così scriveva: nell’ambito delle manifestazioni culturali di cui l’amministrazione dovrà rendersi promotrice, si
colloca certamente l’istituzione di un Premio
letterario nazionale intitolato a “Mario La
Cava” che proietterà il nostro paese in una
dimensione culturale nazionale, positiva e
costruttiva”.
Al primo Consiglio comunale, datato 16
aprile 2010, il premio fu istituito.
Il presidente del consiglio (il
sindaco Tommaso Mittiga)
dichiarò che era intendimento dell’amministrazione comunale istituire un
premio letterario, con
cadenza biennale, in
ricordo del compianto
illustre scrittore di
Bovalino Mario La
Cava; che la Giunta
Comunale, sulla base
di apposita manifestazione di volontà del
consiglio, avrebbe provveduto poi di concerto ed in
collaborazione con i gruppi
di minoranza, a predisporre
all’esame ed approvazione del consiglio.
2) I consiglieri di opposizione (Tramontano,
Zappavigna, Savica, Carpentieri) e il Consiglio
deliberarono all’unanimità: “di manifestare la
volontà di istituire il premio letterario “Mario la
Cava”, con cadenza biennale, demandando alla
Giunta Municipale la predisposizione del regolamento disciplinante il premio medesimo, di
concerto ed in collaborazione con i gruppi di
minoranza; di dare atto che lo stesso regolamento una volta predisposto come sopra stabilito,
sarà posto all’esame ed approvazione del consiglio comunale”.
3) Nel bilancio preventivo del 2010
furono stanziati tre mila euro per il
premio
4) L’8 febbraio 2011 la Giunta
comunale deliberò per il premio
20 mila euro, da finanziarsi con
contributo a carico della Regione
Calabria; e 5 mila euro da finanziarsi
con fondi a carico del bilancio
comunale.
5) Il 26 maggio 2011, al
presidente
della
Regione
Calabria
venne presentato il
progetto e la richiesta
di contributo.
6) A luglio 2011, con
i tagli effettuati alla
cultura, la Giunta
comunale stornò i
fondi già stanziati, e
destinati al premio.
E del “Premio nazionale Mario La Cava”
non si seppe più nulla.
L’APPUNTAMENTO
OMAGGIO A MARIO LA CAVA
In collaborazione con il Circolo Culturale “Conca Glauca” si terrà a
Bovalino domenica 10 giugno ore 18.30 presso il Salone del circolo, la
presentazione del libro “Come nasce uno scrittore”.
Omaggio a Mario La Cava di Gianni Carteri, edito da
Città del Sole Edizioni.
L'incontro sarà condotto dal presidente del Circolo
Culturale “Conca Glauca” Francesco Ferraro e moderato dal critico letterario Bruno Chinè. Interverranno il sindaco di Bovalino Tommaso Mittiga, , il presidente del
Sistema Bibliotecario Jonio-Tirreno Piero Leone, l'autore e l'editore Franco Arcidiaco.
Un omaggio sincero a Mario La Cava, quello che il critico letterario, autore di numerosi saggi sulla letteratura
calabrese Gianni Carteri, dedica al famoso autore di
Caratteri; una raccolta di scritti interessanti e in qualche caso inediti, come le lettere che attestano il bellissimo ed intenso rapporto intessuto con il pastore
evangelico fiorentino Gino Roberto, che diventano
un prezioso contributo alla conoscenza del percorso
umano e letterario di uno scrittore «che spese tutte le
sue energie per decifrare le voci di dentro di un'umanità che stava
diventando scagliosa e irriverente, più incattivita», come scrive Carteri.
Un viaggio alla scoperta del mondo interiore di La Cava, le amicizie
importanti, l'apprendistato culturale ed emotivo, gli incontri che segnarono in positivo la sua scelta di diventare scrittore. Si approfondiscono
aspetti meno conosciuti della sua produzione, come la favolistica o il
volume Viaggio in Israele costituendo un prezioso percorso che restituisce la complessità di La Cava, uomo e
scrittore, mettendolo a confronto con i grandi del suo
tempo, in primis Sciascia, Vittorini, Montale, con i quali
intrattenne fervidi dialoghi culturali. Come ricorda lo
stesso Vincenzo Consoli, nella prefazione al volume:
«Imprescindibile scrittore, La Cava, straordinario personaggio. E per me, fra quanti, incontrandoli sulla pagina e
nella vita, mi hanno profondamente segnato».
Giovanni Carteri è nato a Brancaleone e vive a Bovalino.
Collabora al mensile “Studi Cattolici”, diretto da Cesare
Cavalleri, e al settimanale cattolico “Il nostro tempo”. Ha
pubblicato, per la Rubbettino editore, i saggi: Corrado
Alvaro e la Madonna di Polsi; Tra religiosità, mito e storia;
il Dio nascosto. Viaggio nel cristianesimo di Corrado
Alvaro e La lunga notte di Corrado Alvaro, testo per il
quale nel 2006 ha ricevuto il Premio Anthurium d'argento Sezione letteraria. Nel 1994 ha ricevuto il Premio “Cesare
Pavese” per la critica letteraria, e il Premio “Amantea” per la saggistica.
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Parlando
di...
NICODEMO AGOSTINO, UN MAMMOLESE NEI LAGER NAZISTI
Sabato 2 Giugno 2012, nella ricorrenza della Festa della Repubblica, in
Piazza Italia, in memoria di Nicodemo Agostino, mammolese prigioniero e deportato nei lager nazisti nell’ultimo conflitto mondiale,presenti i
familiari, i figli, Carmelo, Mimmo e Pino, il prefetto di Reggio Calabria
Piscitelli ha conferito la medaglia d’onore in sua memoria, un giusto
riconoscimento per i sacrifici subiti durante i 20 mesi di prigionia.
Cultura e società
L’INTERVISTA
a colloquio con Giuseppe Giofrè
Devo tutto ai miei genitori
Si sono sacrificati per me
EDUCAZIONE
AMBIENTALE ALLA
SCUOLA DI MIRTO
Nel plesso scolastico di Mirto le parole chiave di
quest'anno sono state Riduzione, Riutilizzo,
Recupero e Riciclo.
Le docenti Diano F., Filippone M., Giannini P. e
Piscioneri A. hanno proposto agli alunni il progetto extracurriculare “Mondo Pulito”, coinvolgendo gli alunni di tutte le classi della scuola primaria, con lo scopo di promuovere comportamenti rispettosi nei confronti dell'ambiente, sensibilizzando gli alunni alla raccolta differenziata e
all'impiego creativo dei materiali riciclati partendo
da esperienze dirette. Gli alunni attraverso uno
spettacolo musicale, hanno fatto capire al
numeroso pubblico le quattro cose più importanti che ognuno di noi può fare per contribuire a
risolvere il problema dei rifiuti e cioè ridurre, riutilizzare, recuperare e riciclare.
E' proprio attraverso la rappresentazione ludica
del progetto che è emerso che bisogna pensare al
rifiuto come una risorsa e non come un problema.
Con materiale riciclato sono stati realizzati tanti
lavoretti ed è stato allestito un plastico della
“scuola dei sogni “ che ha permesso ai bambini di
dare libero sfogo alla loro fantasia. Una scuola che
renderebbe felice persino l'alunno più svogliato
che sicuramente non farebbe più assenze e
sarebbe più stimolato a studiare. Dalla voce dei
bambini è stato lanciato un SOS all'amministrazione comunale: “anche se non è possibile realizzare la scuola del nostro plastico almeno che faccia ristrutturare il nostro plesso e che porti nelle
nostre aule un po' di colore”.
Con idee davvero originali, hanno ricordato ai
presenti che il rispetto dell'ambiente oltre ad
essere un obbligo giuridico è soprattutto un obbligo morale, rispettare il mondo circostante significa prolungare la possibilità di vivere meglio, di
mantenere e trasmettere veramente un mondo
più pulito. Alla fine è stata colta l'occasione per
festeggiare il dirigente scolastico dott. Callipari
che finalmente dopo anni di intenso e proficuo
lavoro sarà collocato in pensione. Le insegnanti
ringraziano i collaboratori scolastici, i genitori per
la disponibilità dimostrata, le colleghe che hanno
collaborato e la maestra Catena per i meravigliosi
costumi dei bambini.
PASQUALE PATAMIA
La vittoria, le sue emozioni, i sacrifici e la passione per il
ballo. Giuseppe Giofrè, vincitore nella sezione danza dell’edizione 2012 di Amici, ha le idee chiarissime e grande
maturità.
«Ancora non ci credo». 19 anni, Giuseppe Giofré si è
aggiudicato Amici 11 nella categoria ballo e ancora non si
capacita dell’esperienze vissuta e del risultato ottenuto.
Gentile, genuino e spiritoso, è esattamente come te lo
aspetti dopo averlo visto trasformarsi in questi mesi nell’oggetto del desiderio delle ragazzine di tutta Italia.
Giuseppe ha concesso un intervista al nostro giornale e ci
racconta la sua passione, nata da bambino e coltivata grazie alla madre. Lei ne ha compreso per prima il grande
talento e, col padre, ha fatto di tutto pur di vedere realizzati i sogni del figlio. Hanno stretto i denti e creduto in lui.
Giuseppe,ti piacerebbe un nome d’arte?
La gente deve conoscere me medesimo come ballerino, e
non mi piacerebbe un nome d’arte.
Da quanto tempo balli?
Ballo da quando ero piccolissimo, ma non ho una base
classica:mio più grande rimorso.
Che stile pratichi?
Ballo il video dance,new style
Ho ballato per 13 anni
Modern Jazz. A 16 anni ho
iniziato a praticare l’hip hop.
Se ti proponessero di ballare
per Britney Spears accetteresti?
Assolutamente sì… Lei è il
mio sogno.
Pensi di dare altre soddisfazioni alla tua famiglia oltre a
questa che hai gia dato?
Spero con tutto il cuore di
sì,hanno fatto grossi sacrifici
per me e lo meritano tanto.
La prima telefonata dopo la
vittoria, a chi?
Non ricordo ,a miei no, perché
erano con me alla trasmissione… forse a qualche amico
Come sei arrivato ad Amici?
Mamma
chiamò
per
i
IL NUOVO PROGETTO DEI TARANQUARTET
"SONATA A CULURI" da il titolo a questo progetto maturato
dopo un inteso lavoro e un'intensa ricerca di suoni e di arrangiamenti.
Il lavoro e' strutturato da dieci brani,
scritti e musicati dal gruppo con la presenza nel disco della voce di Manuela
Cricelli. I testi sono molto contemporanei, parlano della vita attuale , del
ballo , dell'amore e della passione che
ci appartiene e del nostro grande sud
pieno di sfaccettature e ricco di cose
positive che ognuno di noi dovrebbe
sottolineare ed elogiare.
“SONATA A CULURI” è una suonata colorata. La nostra ricerca di
suoni e di ritmi non si ferma solo alla
Calabria, ma si estende a tutti i suoni
ritmati del sud. Infatti il tempo di questo brano è una tammurriata molto
coinvolgente e solare.
I Taranquartet si formano nel 2009, sotto stimolo della grande
esplosione della musica popolare in Calabria, in modo particola-
re sulla fascia jonica.
Il gruppo è formato da Giorgio Seminara, voce e tamburi a cornice; Simone Zenone, fisarmonica; Logozzo Michael, chitarra
battente e lira; Giò Fratea Dinami,
basso elettrico; Antonio Occhiato di
Rosarno, chitarra classica.
Le registrazioni del disco sono state
effettuate al PFL Studio di Reggio
Calabria da Fortunato Serrano'.
Il cd è prodotto da Natale Centofanti
per Dialetnica Produzioni Musicali
disponibile dal 9 maggio in confezione cartonata digipack e on line per i
download a pagamento nelle principali piattaforme digitali nei prossimi
giorni.
Il gruppo non si stancherà mai di ringraziare tutte le persone che hanno
creduto in questo progetto, la ballerina del gruppo diana, il fan-club e l’agenzia Domenico
Carpentieri management.
PRO-MOSCHETTA
PASSEGGIANDO TRA STORIA E CULTURA
Da Piazza Moschetta, suggestivo borgo e centro delle contrade a sud della città di
Locri, sabato 9 giugno, è partito il numeroso corteo di “Passeggiando tra storia e
cultura”, manifestazione organizzata dall'Associazzione Pro Moschetta,
Presidente Giovanni Capogreco. Le visite a “Colle della Mannella”, alla “Fortezza
di Castellace” e al “Teatro Greco Romano” sono state arricchite dalla Dr.ssa
Francesca Pizzi che ha affascinato le varie fasce d'età presenti con interessanti illustrazioni dei vari siti archeologici. Grazie alla lodevole collaborazione del musicista
Pino Rubino e di alcuni suoi collaboratori, la passeggiata lunga 8 Km, è stata allietata dal suono di strumenti antichi che hanno elevato antiche e allietanti note
durante tutto il tragitto, rendendolo ancor più magico il percorso.
L'Associazione Pro Moschetta
DOMENICA
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la Riviera
GERACE “SUONI DI PRIMAVERA
Conclusa con grande successo a Gerace presso la splendida Chiesa del Complesso Monumentale di San
Francesco la manifestazione “Suoni di Primavera” che ha visto protagonista l’ensemble strumentale composto dai giovani allievi della Scuola Media Statale “D.Scoleri” dell'Istituto Comprensivo di Gerace. La
Scuola è in grado di offrire ai ragazzi che scelgono di frequentare il corso musicale, gratuitamente e per
tre anni, un percorso musicale in piena regola durante il quale potranno verificare le proprie attitudini e i
propri interessi verso questa disciplina.
provini,mamma me li fece fare tutti.E’ lei la mia talent scout.
Devo a lei la vittoria di Amici
Hai 18 anni e ci sei cresciuto con Amici di Maria De
Filippi…
Sono molto cresciuto nella scuola di Amici,come persona
e
come
artista..Amici mi ha
dato tanto.
Il tuo rapporto con
Maria De Filippi?
Maria è stata come
una mamma la dentro,lei è una donna
magnifica.Adesso
stento a crederci che
io l’abbia conosciuto
veramente e con la
quale ho trascorso 4
mesi.
Ti aspettavi di vincere?
Non mi aspettavo
,ma ci sognavo tanto.
Com’è stato ballare
all’Arena di Verona?
Bellissima esperienza
questa:è stata un’emozione
grandissima
potersi esibire in questo
splendido teatro a cielo
aperto
Come ti vedi in futuro?
Vorrei fare il ballerino in tv con qualche artista di caratura
intenazionale.Per fare questo ho la consapevolezza che
molto devo ancora studiare e che mi sento,per ora ,solo
all’inizio.
Alunni in scena con
“Terra di emigranti e
d'immigrati”
Cosa vorresti dire a tutti i tuoi fans e a tutti i ragazzi della
tua età di Gioia Tauro?
Di credere sempre in qualcosa anche d’impossibile,perché
quello che pensavo fosse impossibile è diventato possibile.
Quali sono state le più belle parole che hai sentito dopo la
vittoria?
“Ti voglio bene”, detto
dalla mia mamma con gli
occhi pieni di lacrime. Mi
ha commosso. E il messaggio di mio fratello, che ha
compiuto 18 anni e mi ha
scritto che la vittoria ad
Amici è il più bel regalo che
potessi fargli.
Che cosa farai con il premio?
Vorrei tornare a studiare a
Los Angeles: lì ci sono i
migliori coreografi del
mondo. Intanto, ho fatto un
regalo ai miei genitori: una
crociera. Non sono mai
andati da nessuna parte per
mantenere me e i miei fratelli.
Per Giuseppe,che ha fatto
brillare il nome di Gioia
Tauro, sono tante le emozioni, e tanti anche i progetti e le speranze per una carriera che sogna dopo l’esperienza di Amici: “Non mi riconosco più. Se guardo indietro,
sono un’altra persona; sono cresciuto qui dentro e questo mi
ha dato il coraggio di sperare che possa esserci qualcosa per
me fuori. Lo spero tanto”. In bocca al lupo ,Giuseppe!!
Gli alunni delle classi IIB, IIIA, IIIB e IIIC della
scuola primaria del plesso “M.Bello” Primo
Circolo di Siderno, venerdì 1 giugno nell' auditorium dell'Istituto Tecnico “G.Marconi” hanno
rappresentato “Terra di emigranti e d'immigrati”
commedia in due atti di Tecla Giannini. La
colonna sonora inedita è stata composta dal
prof. Antonello Pedullà.
Il progetto
“Teatriamo” nasce dall'esperienza positiva degli
anni precedenti che ha visto gli alunni impegnati e coinvolti in un percorso gioioso e creativo di
esplorazione delle potenzialità del linguaggio
teatrale , protagonisti e vincitori per ben due
anni al Festival Internazionale “Teatro Scuola “
di Altomonte. Viva soddisfazione del Dirigente
scolastico Giuseppe Callipari che si è complimentato con gli alunni, con i docenti con le famiglie che hanno contribuito molto alla riuscita di
questa avventura.
UN LIBRO,
UNA SPERANZA
L’esempio da tramandare
delle quarti classi
della Pascoli di Siderno
artedì, 29 Maggio presso la sala
consiliare del Comune di Siderno è
stato presentato il libro “Navigando
con la fantasia…”, una raccolta di storie
ideate dagli alunni delle quarte classi della
scuola elementare “G. Pascoli” di Siderno.
Cinquantanove racconti di cui ha parlato
con immensa gioia il dirigente scolastico
Giuseppe Callipari che ha così chiuso in bellezza la sua lunga carriera di coordinatore di
una scuola che sotto la sua gestione ha dato
l’ennesima conferma di esserci. Il libro è una
cretaura che sarà certemente da esempio,
M
un punto fermo, per chi crede totalmente
nella formazione. Ora non si può tornare
indietro. Meastre e alunni hanno un chiaro
punto di rifermento da cui partire e dea
imporre alle famiglie, anche a quelle un po’
lunatiche. Questa iniziativa ha permesso ai
bambini di esprimere liberamente la loro
immaginazione. I protagonisti dei racconti
infatti sono streghe, fate, orchi e principesse,
non mancano nemmeno draghi e folletti.
Tutti quei personaggi tipici delle favole e
che ben rappresentano l’eterna rivalità tra il
bene ed il male.
Ogni bambino si è identificato nell’eroe del
proprio racconto e ha descritto come avrebbe voluto aiutare e salvare chi aveva bisogno
del suo aiuto. I piccoli scrittori emergenti
sono stati diretti dalle maestre (missionarie)
DOMENICA
Maria Giuditta Lombardo, Enza Mittiga,
Maria Antonietta Ursino, Marvy Vigliarolo
che si sono impegnate affinché la scuola
diventi uno strumento di crescita per le
nuove generazioni. La passione e la professionalità di queste docenti ha permesso di
realizzare un progetto di notevole spessore
che arricchisce il nostro tessuto socio-culturale e che, soprattutto, è un investimento
per il futuro della nostra terra. Il messaggio
che si vuole far passare con questo libro è
che l’immaginazione può far crescere i
nostri giovani. le loro idee, e può contribuire a diffondere la convinzione che volere è
potere.È stato importante anche riuscire a
coinvolgere i genitori nel progetto. La scuola e la famiglia non devono essere due
mondi paralleli, ma è necessario che si uniscano e lavoriano sinergicamente per creare
un terreno fertile per le nuove generazioni.
Per quanti fossero interessati, il libro è in
vendita presso la libreria Mondadori –
“C.C. La Gru”e presso la libreria Gentile a
Siderno, i fondi raccolti andranno in beneficenza. (S.P.)
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CINEMA NUOVO
Siderno, info: 0964/ 342776
Operazione vacanze/
18.00 - 20.00 - 22.00
CINEMA GOLDEN
Roccella J, info: 333/ 7672151
nessun film in programmazione
CINEMA VITTORIA
Locri, info: 339/7153696
American Pie, ancora insieme/
18.00 - 20.00 - 22.00
CINEMA GARIBALDI
Polistena, info: 0966/ 932622
Men in black 3/
16.30 - 19.30 - 22.00
Parlando
di
CINEMA POLITEAMA
Gioia T., info: 0966/ 51498
Men in black 3/
18.00 - 21.00
CINEMA ODEON
Reggio C., info: 0965/ 898168
Molto forte, incredibilmente vicino/
17.30 - 19.45 - 22.00
CINEMA AURORA
Reggio C., info: 0965/ 45373
Marylin/
18.10 - 20.20 - 22.30
NUOVA PERGOLA
Reggio C., info: 0965/ 21515
Killer elite/
alle 19.00 - 21.00 - 23,00
fino al 12 giugno
MULTISALA LUMIERE
Reggio C., info: 0965/ 51036
Sala De Curtis
La carica dei 101/ (animazione)
in digitale 2D alle 17.30
Project X, una festa che spacca/
alle 19.00 - 21.00 - 23.00
Sala Sordi
Lorax, il guardiano della foresta/ (animazione)
alle 17.45 in digitale 2D senza occhiali
La carica dei 101/ (animazione)
alle 19.15 in digitale 2D senza occhiali
Men in black 3/
alle 19.45 in digitale 2D
e alle 22.00 in 3D
Sala De Sica
Viaggio in paradiso/
19.00 - 21.00 - 23.00
ingresso unico euro 6,50
Sala Mastroianni
Dark shadow/
18.30 - 20.30
Avengers, i vendicatori/
alle 22,30
ingresso unico euro 6,50
(tutti gli spettacoli al Multisala Lumiere
saranno fino al 12 giugno)
AL
CINEMA
Cinema
OROSCOPO
ARIETE
Lombroso e i Meridionali,
la “razza maledetta”
...è il punto di incontro di chi
lotta per il Sud. Se ami il
Sud unisciti a noi.
dal 21 marzo
al 20 aprile
Ora che la stagione è decisamente propizia, approfittatene per inforcare motocicletta, o bicicletta, per qualche
rapida e divertente escursione nei dintorni.
Sorge il sospetto che, dopo aver fatto
l'Italia con il furto e il sangue, bisognava
giustificare il modo. La "scienza" lombrosiana (nata da un soggiorno del suo fondatore di soli tre mesi in Calabria: un genio da
far impallidire Darwin) avrebbe portato
alle attese conclusioni. Così, appresi di
appartenere a una "razza maledetta"; e
seppi che era dimostrata, con «i fatti», l'inferiorità «razziale, fisica e psicologica,
sociale
e
morale
degl'italiani
delMezzogiorno, rispetto agli italiani del
Settentrione». Facevo veramente schifo e
mi era toccato scoprirlo da solo: era meglio
quando, con i soldi di tutti, aprivano scuole
solo al Nord (l'ha fatto qualcun altro, prima
dell'apparente ministro dell'Istruzione
Mariastella Gelmini), perché, se i terroni
imparano a leggere, possono farsi del male.
Che ne sapevo io, di essere, in quanto meridionale, parte di una sottospecie di «degenerati, barbari, degradati, ritardati»? E, in
trasferta all'estero, per emigrazione (e che
altro, se del Sud?), solo «delinquenti»?
Persino in presenza di genio, trattasi di
«genialità malata o infeconda» (Pasquale
Rossi). E un'intera regione, la Calabria,
riassunto di tutto il Sud, poteva essere indicata come «luogo di epilettici-degenerati,
di popolazioni superstiziose, tendenzialmente, per caratteri razziali e temperamento etnico, criminali». Come vi sentireste, voi, voi euganei, valdostani o brianzoli,
o anche solo marchigiani, persino soltanto
molisani, se scopriste una cosa del genere
non prima, ma dopo aver sposato una calabrese (ignari di indizi rivelatori, quali «la
fronte declive e il diametro bimandibolare
accentuato»)? Mettermi in casa una della
regione «più odiata d'Italia»! E la poveretta di mia moglie mi avrebbe evitato, se
avesse conosciuto lo "studio" che "certificava" ("scientificamente", e si capisce) l'ozio,
l'indolenza, l'apatia, l'accidia dei pugliesi?
Per una parte non breve della mia vita, mi
sono aggirato per questo paese, inconsapevole della classificazione craniologica,
secondo la quale le teste dolicocefale del
Sud erano chiaro indice di inferiorità,
rispetto alle capocce brachicefale che testimoniavano la superiorità dei settentrionali.
Di Borghe-zio, avete presente? O Renzo
Bossi (tutto papà suo), l'intellettuale che
riesce a diplomarsi in appena quattro tentativi; dopo di che, per frenare la fuga dei
cervelli dall'Italia il Nord l'ha incaricato di
"vigilare" sul sistema fieristico lombardo. I
meridionali, per Massimo D'Azeglio,
erano «carne che puzzava» (la storia tace
sul suo alito).
TORO
dal 21 aprile
al 20 maggio
Arrivate al mese di
Giugno in uno stato di
grazia. Ripartite con
nuove attività sportive e
dinamiche che al tempo
stesso vi divertano.
GEMELLI
dal 21 maggio
al 21 giugno
Camminare a passo veloce
per una buona mezz'ora al
giorno vi aiuterà a smaltire
quei due chiletti di troppo
accumulati durante l'inverno.
CANCRO
dal 22 giugno
al 22 luglio
La Luna piena di inizio settimana non concederà nulla
alla pigrizia: se vi sforzerete
di muovervi; vi accorgerete
che anche il tono dell'umore
si farà via via più tonico.
LEONE
dal 23 luglio
al 23 agosto
La Luna in Sagittario ispirerà
stampe esotiche con colori
vivaci, che risveglieranno l'amore per i viaggi e per la vita
avventurosa.
VERGINE
dal 24 agosto
al 22 settembre
Per un aspetto scoppiettante
di salute, potreste decidervi a
dedicare del tempo a un'attività fisica, che stimoli la tonicità degli arti inferiori.
All'alba del 4 gennaio 1871, nel suo laboratorio all'Università di Pavia, dopo aver
scoperchiato il cranio del Brigante Villella, Lombroso asserisce di vedere la “fossetta
occipitale mediana”. La chiave di volta di ogni devianza, su cui Lombroso intendeva
fissare “scientificamente” i caratteri del cosiddetto «tipo criminale, pazzo, mattoide
e geniale». Fu così che, in maniera del tutto arbitraria dal punto di vista scientifico,
Lombroso fece di Giuseppe Villella il simbolo della sua folle teoria sulle “fossette
occipitali”. Il simbolo di tutta la delinquenza calabrese e meridionale, contribuendo
alla creazione di preconcetti razzisti».
La verità dell’Iride
In Emilia si sta sulle onde, nel vero
senso della parola. Fra le altre conseguenze terribili dello sciame sismico che
di Benjamin Bowson
colpisce la regione c'è anche un disturbo
che provoca nausea, vomito, perdita dell'equilibrio,
dolori addominali. Una
sorta di mal di mare causato
dalle oltre cinquanta scosse
giornaliere. L'Emilia beccheggia come fosse un
enorme vascello in balia dei
marosi. Nel frattempo
l'Italia di Nonno Giorgio va
in parata, a festeggiare il 2 giugno, dimentica del dramma vissuto da centinaia di migliaia di
persone. E non ci sarebbe stato nulla di male se si fosse detto che la festa era come un matrimonio ormai fissato con gli inviti spediti e le bomboniere comprate, che lo si sarebbe celebrato senza gioia. No, non ci sarebbe stato nulla di male a celebrare se per tutti gli anni del suo
mandato Nonno Giorgio avesse svolto il suo ruolo senza caricarlo di un affetto degno del
miglior padre di famiglia, senza cingerlo di consigli, carezze e lacrime. Fare festa non sarebbe
stato male perché la crisi economica ormai ci sta per inghiottire, a Brindisi una ragazza è stata
dilaniata da una bomba e già non se ne parla più. Si, ridere in faccia ai camerieri delle banche
che stanno al governo non sarebbe stato poi così male. Mostrare i muscoli del nostro potente
esercito al mondo e soprattutto all'India affinché rimandasse in Italia i nostri marò svenduti
come pesci da una compagnia di navigazione avrebbe potuto essere anche utile. Festeggiare
una democrazia che ha prodotto milioni di emigrati, migliaia di morti e centinaia di stragi
impunite sarebbe stato opportuno. Far sfilare i nostri politici, gli imprenditori, i giornalisti..
persino i calciatori che ci ritroviamo sarebbe stato bello. Si la parata del 2 giugno sarebbe stata
un evento veramente eccezionale se solo ci fosse stato qualcosa da festeggiare.
L’Emilia in barca
l’Italia in parata
BILANCIA
SCORPIONE
SAGITTARIO
CAPRICORNO
ACQUARIO
PESCI
dal 23 settembre
al 22 ottobre
dal 23 ottobre
al 22 novembre
dal 23 novembre
al 21 dicembre
dal 22 dicmbre
al 20 gennaio
dal 21 gennaio
al 19 febbraio
dal 20 febbraio
al 20 marzo
Gambe e braccia dovranno
essere toniche: se non potete
contare sui benefici di un
inverno di allenamenti, dedicatevi ad esercizi all'aria
aperta.
Il look della settimana dovrà
essere carico di forza e intraprendenza, ma anche di una
tranquilla sicurezza. Adottate
colori decisi e naturali.
Fantasiosi e intraprendenti,
questa settimana è il
momento giusto per
lasciarvi andare. Lasciatevi
travolgere dalla trasgressione.
La Luna sagittariana sarà
un inno alla libertà di
movimento, con una spiccata predilezione per capi
originali.
Animate dall'abituale spirito dinamico e socievole,
potrete trarre qualche
spunto dalle creazioni di
giovani stilisti.
DOMENICA
Se vi sentite sotto tiro, seriamente tentate di trasformarvi
in un'alga, cercate almeno di
farlo con stile ricordatevi che
il verde non dona a tutte.
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LA RIVIERA
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la Riviera
Blob of the week
“La Cena dei Campioni”
Mangiamo, beviamo
e ce ne freghiamo
Le giovanni promesse di Cittanova
in visita alla Riviera
Sasà e le sue veline
i tre jolly del McDonald's
Il centauro delle sbarre di Siderno
Il bell'Antonio in 500
Anche a
Lourdes si
legge
“La Riviera”
Dimarti e
Nicita.
Anche la
Scuola
Calcio "Sasà
Minnici" di
Tantissimi auguri alla
Casignana al
Raduno
nostra bellissima
Juventus
di
principessa. La tua famiglia
Gallico.
Ilario, Simona e Annalisa
“Calabria Ora” al completo
Un affettuoso pensiero a tutto lo splendido
staff della "Calura Disco Winter" di
Roccella. Grazie per le frizzanti serate trascorse insieme!!! La vostra Cinzia.
CERIMONIA DEGLI ADDII di Domenico Zappone
dialettali, con errori, e, tuttavia, con tanta immediata freschezza da incantare a prima vista.
Dapprima “Letteratura”, poi il “Selvaggio”, poi “Il
Ponte” nel suo numero dedicato alla Calabria
furono lieti di stampare quelle strane memorie.
Infine, nel '62, l'editore Rebellato raccolse in una
sua collana gli scritti di Marianna Procopio in un volume dal titolo
“Diario ed altri scritti”, e così la mamma di La Cava entrò nel mondo
delle lettere in forma ufficiale e, per di più, con le carte in
regola. Il “Diario” va dall'agosto 1936 al giugno dell'anno
seguente; successivamente altre cose accaddero nella vita
di Marianna Procopio, così la penna le cadde di mano e la
vena s'inaridì. Resta comunque questo volume come un'opera a se stante, lontana da ogni scuola e da ogni incasellamento letterario, anche se, a ben vedere, tra il “Diario”
e certi libri del figlio, specie i “Caratteri”, corre un sottile
rapporto, una medesima carica gnomica e tuttavia poetica, ma altresì la medesima forza e la medesima acre linfa.
Era vecchia, Marianna Procopio, nella sua grande casa, ed
era malata. “Non ho più testa” furono le ultime parole che
udimmo nell'ottobre scorso, e andava da una stanza all'altra, minuta, cerea; una frase lapidaria e sibillina, un'ultima
perla del suo prezioso monile segreto.
Ricordo di Marianna Procopio
E' morta a Bovalino Marianna Procopio, madre dello scrittore Mario
La Cava e scrittrice anch'essa. Fu una scrittrice - intendiamoci - del
tutto occasionale e senza velleità, una che scriveva per
sé, quando le capitava, per fermare un ricordo o un
pensiero, o, meglio ancora, per meglio ricordare dopo,
nei giorni che sarebbero venuti, circostanze ed eventi
altrimenti destinati all'oblio, come spesso capita.
Marianna Procopio non aveva studiato che fino alla
terza elementare.
Aveva sposato un insegnante e aveva avuto un solo
figlio, Mario.
Aveva trascorso i suoi giorni lavorando, s'era allontanata da Bovalino rare volte per recarsi a Reggio, a
Messina, a Napoli, a Roma.
Poi, nel 1936, perse la madre, e fu allora che prese a scrivere per dare sfogo al dolore. Buttava su poveri pezzi di
carta le sue righe che poi il figlio le sottraeva ricopiandole, ma la sua
scrittura era immediata, senza vezzi, senza orpelli, con locuzioni
DOMENICA
10 GIUGNO 2012
LA RIVIERA
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