In Mundu nascitur…

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In Mundu nascitur…
In Mundu nascitur…
La Nascita, il Natale, costituisce, così come l’Avvento, la Quaresima, la Passione, la
Pasqua, la Pentecoste, uno dei cardini fondamentali dello scorrere del tempo teologico cristiano.
In epoca medievale, in una società per la quale il tempo della vita comune era scandito dal
passare dei giorni, dove il sole e la luna erano le uniche testimonianze visive dello scorrere
del tempo, annesso, chiaramente, al ruotare ciclico delle stagioni, il “Natale” si presentava
come fondamentale punto di riferimento:
“Celebriamo oggi un giorno di festa, una solennità che ritorna ogni anno, il Natale del
Signore Nostro Gesù Cristo; la Verità è germogliata dalla terra (salmo 84, 12), il giorno
dal giorno è sorto nel nostro giorno:
rallegriamoci ed esultiamo in esso (Salmo 117,24)…”.
Nella simbologia prettamente teologica, scorgiamo con chiarezza un aspetto simbolico
presente nell’atto della Nascita di Gesù Cristo: Egli è Dio e uomo, Dio fatto uomo,
l’incarnazione perfetta, ed inoltre:
“Esultino uomini e donne: Cristo è nato uomo, è nato da una donna: entrambi i sessi così
sono stati ornati”. La tradizione delle Sacre Scritture divenne, in campo liturgico musicale,
fonte primaria della produzione di molti musicisti e cantori sin dai primi secoli del
cristianesimo. Il Gregoriano, per tale concezione, risulta un ottima testimonianza; Il canto
gregoriano, infatti, divenne, ed è, il canto cristiano per antonomasia; in esso troviamo
presenti le influenze provenienti dal canto ebraico e da quello greco romano. L’avvento del
gregoriano è connesso principalmente alla necessità, da parte della Chiesa di Roma, di
evitare la frammentazione e la diversificazione eccessiva delle tipologie di culto che
nacquero intorno ad essa subito dopo il Concilio di Nicea (323 d.C.).
Con l’avvento della lingua “volgare” le tematiche non variarono ma, al contrario,
rafforzarono la loro rilevanza. “Dal ciel venne messo novello: ciò fo l’angel Gabriello. (…)
L’angelo disse: Non temere, tu sé a Dio sì a piacere, altra madre non volea avere se non voi
con K’io favello. Figliol di l’Altissimo fie chiamato Jesù Cristo in oni lato: per lui fi’l
mondo salvato e tratto de la man del fello…”. La Vergine risulta dunque fondamentale
perché fu lei la “..radice in cielo plantata, madr’e nutrice a Dio dispensata..” L’idea della
nascita si colloca all’interno dell’idea più ampia, da un punto di vista filosofico, della Luce,
la Stella cometa rappresenta in qualche modo questa intuizione così come ci dimostra la
Laude cortonese XXI: “Stella nova ‘n fra la gente k’apparuisti nuovamente. Stella
K’apparuisti al mundo, quando nacque ‘l re giocondo; stette ‘n mezzo a tutto ‘l mondo par
aluminar la gente…”.
"L'annunciazione"
VENITE ET VIDETE
(Canto Romano Antico – VIII sec.)
PROLOGO (Cantigas de Santa Maria – Spagna XIII sec.)
DAL CIEL VENNE MESSO NOVELLO (Laudario di Cortona – XIII sec.)
SONET VOX ECCLESIE (Cantus Binatim Planus – Italia XIII sec.)
"La natività"
VERBUM CARO FACTUM (Liber Usualis)
CRISTO E' NATO (Laudario di Cortona – XIII sec.)
POR NOS VIRGEN
(Cantigas de Santa Maria – Spagna XIII sec.)
ALTISSIMA LUCE (Laudario di Cortona – XIII sec.)
CASTA CATHOLICA (Codex Las Huelgas – Spagna XIV sec.)
POLORUM REGINA (Llibre Vermell de Montserrat – Spagna XIV sec.)
"I Re Magi"
STELLA NOVA 'N FRA LA GENTE (Laudario di Cortona – XIII sec.)
VIDIMUS STELLAM (Liber Usualis)
LOS SET GOYTX (Llibre Vermell de Montserrat – Spagna XIV sec.)
GLORIA 'N CIELO E PACE 'N TERRA (Laudario di Cortona – XIII sec.)
EYA MATER (Codex Las Huelgas – Spagna XIV sec.)