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CRONOLOGIA DEGLI EVENTI IN IRAN
2009
12 giugno – Si tengono le elezioni presidenziali.
13 giugno – Le autorità dichiarano vincitore il presidente uscente Mahmoud Ahmadinejad, con il
63% per cento dei voti. Mir Hossein Mousavi è secondo con il 34% e denuncia una frode
elettorale. Migliaia di manifestanti si scontrano con la polizia.
14 giugno – Mir Hossein Mousavi chiede al Consiglio dei guardiani di annullare il risultato. Forze
in borghese attaccano il dormitorio dell’Università di Teheran uccidendo presumibilmente cinque
studenti. Vengono attaccate anche la sedi dell’Università di Esfahan.
15 giugno – Tre milioni di persone partecipano, a Teheran, a una protesta di massa contro i
risultati delle elezioni; almeno sette persone vengono uccise. Si tengono proteste anche in altre
città. Il portavoce del parlamento critica l’attacco contro il dormitorio dell’Università di Teheran,
dando la responsabilità al ministro dell’Interno. Attaccate le sedi dell’Università di Shiraz.
16 giugno – Continua la protesta di massa; le autorità vietano ai giornalisti stranieri di scendere in
strada. Il ministro dell’Intelligence dichiara l’arresto di 76 persone, che identifica come i principali
responsabili delle manifestazioni. Questi sono in maggioranza persone che hanno seguito le
campagne di Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karroubi e tra loro anche ex ministri e figure politiche di
rilievo.
17 giugno – Più di mezzo milione di persone protesta nella piazza 7 Tir, a Teheran; il ministro
dell’Intelligence ordina un’indagine sull’attacco al dormitorio dell’Università di Teheran.
18 giugno – Si tengono dimostrazioni di massa nel centro a Teheran per commemorare le vittime
della repressione.
19 giugno – La Guida suprema iraniana dichiara che Mahmoud Ahmadinejad ha vinto le elezioni
onestamente e avverte i leader dell’opposizione che saranno ritenuti responsabili per “lo
spargimento di sangue, la violenza e il caos”, se non porranno fine alle manifestazioni.
20 giugno – Le forze di sicurezza usano la violenza contro i dimostranti. La polizia anti-sommossa
disperde i manifestanti a Teheran. Vengono arrestate centinaia di persone. Le immagini di una
giovane donna, Neda Agha Soltan, uccisa da un colpo d’arma da fuoco, presumibilmente esploso
da un miliziano Basiji, fanno il giro del mondo. La televisione di stato dichiara che il Consiglio dei
guardiani ha deciso di ricontare il 10% dei voti.
21 giugno – Il capo della polizia di Teheran ribadisce che la polizia prenderà “misure severe
contro ogni riunione illegale e i disordini”.
22 giugno – La polizia antisommossa spara gas lacrimogeni contro circa 1000 manifestanti nella
piazza Haft-e Tir e in altre piazze di Teheran.
23 giugno – Il Consiglio dei Guardiani conferma il risultato elettorale. La polizia antisommossa e le
milizie Basiji a Teheran impediscono alcune manifestazioni programmate.
24 giugno – Il ministro dell’Intelligence dichiara che è stato scoperto un piano “terroristico” per
destabilizzare lo stato durante le elezioni.
26 giugno – Ahmad Khatami, studioso di rilievo e membro dell’Assemblea degli esperti, chiede
l’esecuzione dei “leader della sommossa”.
27 giugno – Il comandante delle Guardie rivoluzionarie avverte nuovamente che ci sarà una
repressione “decisiva e legale” da parte delle forze di sicurezza.
28 giugno – Vengono arrestati nove membri locali dello staff dell’Ambasciata del Regno Unito,
accusati di incoraggiare le proteste.
29 giugno – Il presidente ordina alla magistratura di indagare sulla morte di Neda Agha Soltan.
9 luglio – Alcune proteste, organizzate in occasione dell’anniversario delle manifestazioni
studentesche del 18 Tir nel 1999, vengono disperse dalla polizia con bastoni e gas lacrimogeni.
17 luglio – Circa due milioni di persone, tra i quali i candidati alla presidenza Mir Hossein Mousavi
e Mehdi Karroubi, partecipano alla preghiera del venerdì guidata dall’ex presidente Rafsanjani a
Teheran. La polizia utilizza i gas lacrimogeni e arresta alcuni manifestanti.
19 luglio – Migliaia di persone dimostrano a Shiraz contro il risultato elettorale.
21 luglio – Scontri a Teheran tra dimostranti antigovernativi e forze di sicurezza, tra cui la milizia
Basiji; almeno 10 persone rimangono uccise.
23 luglio – Muore Mohsen Rouholamini, figlio di un consigliere di Mohsen Rezaei, trattenuto nel
centro di detenzione di Kahrizak.
25 luglio – Giornata mondiale di azione per protestare contro le violazioni dei diritti umani in Iran.
Si tengono eventi in più di 195 città del mondo.
27 luglio – Viene annunciato che la Guida suprema ha ordinato la chiusura del centro di
detenzione di Kahrizak.
30 luglio – Centinaia di migliaia di persone manifestano pacificamente in tutto il paese. Scoppiano
scontri quando centinaia di persone si riuniscono al cimitero di Behesht-e Zahra a Teheran, per
commemorare il 40° giorno dalla morte di Neda Agha Soltan. Nel solo cimitero vengono arrestate
decine di persone.
1 agosto – Inizia una serie di “processi spettacolo” nei confronti di circa 100 detenuti arrestati
durante le proteste. Molti rilasciano “confessioni”, apparentemente estorte, di quello che il pubblico
ministero definisce come il tentativo, appoggiato da stranieri, di mettere in atto una “rivoluzione di
velluto” in Iran.
5 agosto – Inaugurazione del nuovo mandato del presidente Mahmoud Ahmadinejad.
10 agosto – Viene resa pubblica una lettera scritta a fine luglio da Mehdi Karroubi rivolta
all’Ayatollah Rafsanjani, ex presidente, e a questa data a capo dell’Assemblea degli Esperti e del
Consiglio delle opportunità, nella quale denuncia che i detenuti sono stati sottoposti a tortura,
incluso lo stupro, e ad altri maltrattamenti, e richiede un indagine. Ali Larijani, portavoce del
parlamento, istituisce un Comitato parlamentare speciale che indaga sulle accuse di stupro
durante la custodia e sulle condizioni di detenzione di coloro che sono trattenuti durante le proteste
post elettorali.
12 agosto – Il portavoce Ali Larijani annuncia che il Comitato parlamentare speciale ha concluso
che le accuse di stupro non erano fondate.
26 agosto – La Guida suprema riconosce che violazioni e crimini sono stati commessi durante gli
eventi post elettorali, in particolare nel centro di detenzione di Kahrizak e durante l’attacco al
dormitorio dell’Università di Teheran; un membro del Comitato parlamentare speciale, che
mantiene l’anonimato, dichiara che il Comitato ha individuato prove di stupri effettuati con l’uso di
bastoni e bottiglie.
29 agosto 209 – L’Ayatollah Sadegh Larijani, capo della magistratura, nomina un Comitato
giudiziario di tre membri con il mandato di indagare sulle accuse di torture e altri maltrattamenti
inflitti ai detenuti. Il presidente Mahmoud Ahmadinejad chiede alla magistratura di procedere
legalmente contro i suoi principali rivali politici per avere messo in discussione l’esito elettorale e
macchiato l’immagine dello stato.
5 settembre – Probabile rimozione dall’incarico di tre giudici in relazione agli abusi perpetrati al
centro di detenzione di Kahrizak.
7 settembre – Ufficiali di sicurezza chiudono gli uffici del Comitato creato da Mehdi Karroubi per
raccogliere e mettere insieme informazioni sulle torture e sugli altri abusi e requisiscono le
testimonianze.
12 settembre – Il Comitato giudiziario dichiara di non avere trovato nessuna prova di stupri e
chiede che siano processati coloro che hanno lanciato o ripetuto queste accuse.
15 settembre – Vengono emesse le prime condanne in relazione alle manifestazioni post elettorali
nei confronti di otto studenti di Babol.
18 settembre – Migliaia di persone sfruttano l’occasione dei raduni in occasione del giorno di Al
quds per protestare contro il risultato elettorale e le violazioni dei diritti umani. I manifestanti, alcuni
dei quali lanciano pietre, vengono colpiti con bastoni; sono almeno 35 gli arresti a Teheran.
20 settembre – La Guida suprema dichiara che le “confessioni” rilasciate in tribunale sono valide.
23 settembre – Viene emessa la prima condanna, al carcere, a termine di un “processo
spettacolo” nei confronti del giornalista Ali Reza Eshraghi.
29 settembre – Un membro del parlamento comunica che sono stati presentati alla magistratura
104 denunce riguardanti gli abusi a Kahrizak.
30 settembre – Il capo della polizia dichiara che 10 poliziotti sono stati arrestati in relazione agli
abusi commessi a Kahrizak.
7 ottobre – Il capo della polizia dichiara che sono stati commessi abusi a Kahrizak ma che
un’indagine non ha trovato prove di stupri.
8 ottobre – Mohammad-Reza Ali Zamani è la prima persona condannata a morte a termine dei
“processi spettacolo”.
18 ottobre – L’accademico iraniano-statunitense Kian Tajbakhsh è condannato a 15 anni di
prigione in relazione alle vicende post elettorali.
22 ottobre – Circa 70 persone sono arrestate durante una cerimonia di preghiera organizzata a
sostegno del detenuto prigioniero di coscienza Shahaboddin Tabatabaei.
28 ottobre – La Guida suprema iraniana dichiara che è un crimine mettere in dubbio le elezioni di
giugno. Hossein Rassam, un analista politico iraniano dell’Ambasciata del Regno unito, viene
condannato a quattro anni di prigione.
4 novembre – La polizia si scontra con decine di migliaia di sostenitori di Mir Hossein Mousavi e
Mehdi Karroubi a Teheran, in occasione del 30° anniversario dell’assalto all’Ambasciata
statunitense. Proteste hanno luogo anche in altre città, tra cui Shiraz, Esfahan e Rasht. Una
persona viene uccisa a Esfahan.
10 novembre – Muore in circostanze misteriose Dr Ramin Pourandarjani, che aveva curato i
detenuti del centro di detenzione di Kahrizak, durante il periodo del suo servizio militare.
13 novembre – Un membro del Comitato parlamentare speciale sostiene che un rapporto
confidenziale sugli eventi post elettorali è stato presentato al portavoce del parlamento.
15 novembre – Reza Kazemi è la quinta persona condannata a morte. Era stato accusato di far
parte dell'Organizzazione dei mujaheddin del popolo dell'Iran (Pmoi) e di aver organizzato le
manifestazioni.
18 novembre – La magistratura conferma di aver esaminato 89 casi: 81 persone sono state
condannate alla detenzione, cinque a morte e tre prosciolte.
7 dicembre – In occasione della Giornata nazionale dello studente si tengono manifestazioni in
diverse città del paese. Decine di studenti e altri manifestanti vengono arrestati.
20 dicembre – Si verificano disordini prima e durante i funerali del grande Ayatollah Hosseinali
Montazeri; il religioso si era pronunciato apertamente contro le esecuzioni che ebbero luogo nel
1988 e, più recentemente, aveva criticato la repressione del governo iraniano contro i manifestanti
pacifici.
27 dicembre – Le manifestazioni a cui partecipano migliaia di persone, in occasione del giorno
sacro dell’Ashura, sono represse dalle forze di sicurezza. In questo stesso giorno si commemora il
settimo giorno dalla morte dell’Ayatollah Montazeri. La risposta delle forze di sicurezza è la più
violenta dall’inizio delle proteste post elettorali: più di mille persone vengono arrestate.
5 gennaio – Le autorità di Teheran mettono al bando oltre 60 istituzioni straniere, tra cui anche
organizzazioni per i diritti umani. Una serie di mezzi di informazione stranieri vengono definiti
“sovversivi”; la misura criminalizza di fatto chiunque venga in contatto con essi. Cinque persone
sono accusate di moharebeh (comportamento ostile a Dio) per aver partecipato alle manifestazioni
in occasione delle commemorazioni religiose dell’Ashura; il reato può essere punito anche con la
pena di morte.
12 gennaio - Masoud Ali-Mohammadi, uno scienziato nucleare, viene ucciso in un attacco
dinamitardo nella capitale. I media nazionali accusano di coinvolgimento Israele e gli Usa.
28 gennaio - Mohammad Reza Ali-Zamani e Arash Rahmanipour, arrestati durante le proteste
post elettorali, vengono impiccati, dopo essere stati giudicati colpevoli, al termine di un processo
iniquo, di "comportamento ostile a Dio" e di appartenenza all'Anjoman e-Padeshahi e-Iran (Api), un
gruppo fuorilegge che chiede il ritorno della monarchia.
2010
3 febbraio - Il difensore dei diritti umani e giornalista Kaveh Ghasemi Kermanshahi viene arrestato
nell’ovest dell’Iran da funzionari in borghese, presumibilmente Guardie rivoluzionarie
9 febbraio – Nella prima settimana di febbraio, diversi ufficiali della polizia e della magistratura
dichiarano che non saranno tollerate manifestazioni antigovernative in vista del 31° anniversario
della Rivoluzione islamica in Iran, l’11 febbraio. Almeno nove persone rischiano di essere messe a
morte.
11 febbraio - Le proteste di massa dell'11 febbraio, 31° anniversario della Rivoluzione islamica in
Iran, sono state aspramente represse. A diverse persone, compreso Hossein Mousavi, era stato
impedito di radunarsi e le forze di sicurezza hanno usato la forza contro i dimostranti e lanciato gas
lacrimogeni. Nello stesso giorno il presidente Mahmoud Ahmadinejad annuncia che ora l’Iran è
uno stato nucleare, a seguito del conseguimento nell’arricchimento dell’uranio.
21 febbraio - L’attivista per l’ambiente e interprete Mahfarid Mansourian viene rilasciata su
cauzione dopo due settimane di detenzione.
25 febbraio - La giornalista e attivista politica Hengameh Shahidi viene arrestata e condannata a
sei anni di reclusione.
1 marzo - Viene rilasciato, dopo 191 giorni di detenzione nella prigione di Evin, Mohammad Maleki,
ex rettore dell’Università di Teheran.
19 marzo– L’ex vicepresidente Hossein Marashi viene imprigionato con l’accusa di diffusione di
propaganda.
20 aprile - durante un discorso a Teheran il membro del clero Hojatoleslam Kazem Sedighi incolpa
le donne di causare i terremoti.
giugno - Il Consiglio di sicurezza dell’Onu vara un quarto ciclo di sanzioni contro l’Iran che
includono più stretti freni finanziari e un più ampio embargo sulle armi a causa del suo programma
nucleare.
12 giugno - Diversi dirigenti di movimenti sindacali vengono arrestati a Teheran. Tra questi Reza
Shahabi.
7/9 luglio - A seguito delle moltissime manifestazioni internazionali in favore di Sakineh
Mohammadi Ashtiani, condannata alla lapidazione per adulterio, il governo annuncia che le
esecuzioni delle donne adultere non subiranno più tale pena.
15 luglio - Un attacco suicida da parte del Prmi, partito di opposizione della minoranza baluchi,
nella Grande Moschea sciita di Zahedan provoca 27 morti e più di 270 feriti.
4 agosto - La Corte suprema iraniana inizia una revisione della condanna a morte di Sakineh, per
allontanare la pressione internazionale sul caso. Pochi giorni dopo però viene trasmessa in
televisione la confessione di colpevolezza estorta alla donna, prima di una lunga serie di
apparizioni forzate della donna sulla televisione di stato.
agosto/settembre - Viene caricato carburante a Bushehr il primo impianto ad energia nucleare del
paese, poche settimane dopo un virus colpisce il sistema informatico della centrale.
4 settembre- Nasrin Sotoudeh, avvocatessa per i dritti umani, viene arrestata nella sua casa.
13 settembre - Shiva Nazar Ahari viene rilasciata su cauzione.
15 settembre – Termina la detenzione di Sarah Shourd e degli altri due turisti statunitensi arrestati
al confine tra Iran e Iraq e sospettati di essere spie.
10 ottobre - Vengono arrestati Javid Houtan Kiyae l’avvocato difensore di Sakineh Mohammadi
Ashtiani insieme a uno dei figli della donna, sospettati di trasmettere informazioni a paesi nemici
come gli Usa.
1 dicembre - Ha luogo l’esecuzione di Khadijeh “Shahla” Jahed, moglie “temporanea” di un famoso
calciatore iraniano, condannata per l’assassinio della moglie del calciatore.
15 dicembre - Nuovo attacco bomba da parte del Prmi, in una moschea di Chabahar, causa 38
morti e più di 50 feriti; 11 persone vengono messe a morte perché accusate di aver legami con gli
attentatori.
2011
9 gennaio - Nasrin Sotoudeh viene condannata a 11 anni di prigione, al divieto di praticare la
propria professione e all’esilio per 20 anni. L’avvocatessa è una prigioniera di coscienza.
11 febbraio - Nel giorno del 32esimo anniversario della Rivoluzione si hanno detenzioni preventive
di massa per scongiurare manifestazioni in supporto alle primavere arabe di Tunisia e Egitto, a cui
si aggiungono gli arresti domiciliari per i leader dell’opposizione Mir Hossein Mousavi e Mehdi
Karroubi, organizzatori delle manifestazioni.
14 febbraio - Cortei e manifestazioni in favore delle manifestazioni egiziana e tunisina vengono
dispersi dalle forze di sicurezza. Karroubi e Mousavi rimangono agli arresti domiciliari e numerosi
manifestanti, tra cui diversi studenti, vengono arrestati.
25 marzo - Il governo rifiuta un’ispezione sulle violazioni dei diritti umani richiesta dal Consiglio dei
diritti umani dell’Onu.
12 giugno - Le autorità disperdono e arrestano i manifestanti nel secondo anniversario delle
controverse elezioni presidenziali del 2009.
giugno - Ondata di arresti che coinvolge attivisti appartenenti a associazioni ambientaliste, a
minoranze e ad associazioni per i diritti delle donne tra cui le attiviste della campagna per Un
milione di firme e del gruppo Le madri in lutto.
25 agosto - L’ex primo ministro Mousavi viene ricoverato in seguito a un attacco di cuore. Diversi
altri prigionieri di coscienza non hanno accesso alle cure.
21 settembre - Due autostoppisti americani, Shane Bauer e Josh Fattal, vengono liberati dietro
cauzione dopo due anni di detenzione con l’accusa di spionaggio.
novembre/dicembre - Assalti all’ambasciata britannica di Teheran. La Gran Bretagna evacua lo
staff diplomatico ed espelle personale diplomatico iraniano da Londra. I due paesi non
interrompono del tutto le relazioni diplomatiche.
2012
gennaio - Ondate di arresti preventivi in vista delle elezioni parlamentari di marzo.
2 marzo - Elezioni legislative: fazione vicina a Khamenei esce rafforzata; sconfitta per
Ahmadinejad.
11 giugno - Ali Larjani viene rinominato portavoce del parlamento.
28 giugno - Il vicepresidente Mohammad-Reza Rahimi fa un discorso antisemitico a una
conferenza Onu dicendo che il Talmud (il testo classico dell’ebraismo) è responsabile per la
diffusione delle droghe illegali.
Luglio/agosto - Scatta un ulteriore embargo dell’Unione europea sul petrolio iraniano. Gli Usa
colpiscono chi permette all’Iran di vendere o trasportare petrolio. Aumento incontrollato
dell'inflazione.
12 agosto - Proiezione sulla Tv di stato del documentario “Club del terrore”, in cui sette uomini e
cinque donne confessano di fronte alla macchina di presa il loro coinvolgimento nelle uccisioni di
scienziati iraniani avvenute negli anni precedenti. Tutti e 12 verranno poi condannati alla pena
capitale.
26/31 agosto - A Teheran si tiene il 16esimo incontro dei Movimento dei paesi non allineati.
7 settembre - Il Canada rompe ogni relazione diplomatica con l’Iran a causa del programma
nucleare e del sostegno al governo di Assad in Siria.
21/23 settembre - Manifestazioni studentesche di protesta per l’inaugurazione del nuovo anno
accademico vengono violentemente represse. Il governo blocca inoltre il motore di ricerca Google.
2013
gennaio - Arresto di 11 giornalisti di diverse testate, con l’accusa di agire contro la rivoluzione
collaborando con media stranieri.
22 gennaio - Behrouz Ghobadi, fratello minore del regista Bahman Ghobadi, viene liberato in
seguito a una campagna che coinvolge importanti registi attori e produttori di Hollywood.
22 maggio - Dei 686 candidati alla presidenza dell’Iran solo otto passano il vaglio del Consiglio dei
guardiani: Saeed Jalili, Hassan Rowhani, Gholam Alì Haddad Adel, Mohammed Baqer Qalibaf, Ali
Akbar Velayati, Mohsan Rezai e Mohammad Gharazi considerati vicini alla Guida suprema
Khamenei e due candidati considerati riformisti ovvero Hassan Rouhani e Mohammad Reza Aref.
Esclusi sia Mashei, vicino al presidente Ahmadinejad, che Rasfanjani.