caratteristiche tecniche di 19 macchine preposte al controllo delle

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caratteristiche tecniche di 19 macchine preposte al controllo delle
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TECNICA
Quante macchine
per l’agricoltura biologica!
Dal controllo delle infestanti
alla lavorazione conservativa
del terreno, il loro numero
è consistente. Non sono esclusive
per il bio e i contoterzisti
cominciano ad interessarsi
■ di Uberto Frondoni - Francesco Bartolozzi
I
costruttori di attrezzature per la gestione fisica
delle infestanti, stimolati dalla crescente e pressante spinta degli agricoltori biologici, hanno portato
a evolvere quel parco macchine per le cure colturali
che da anni l’agricoltura
convenzionale, sostenuta
dalla pratica del diserbo
chimico, non era motivata
più di tanto a sviluppare.
Tuttavia, proprio il sistema
di coltivazione convenzionale, che usa cioè prodotti
chimici di sintesi, ha manifestato in più occasioni il
sorgere di casi di resistenza delle infestanti ad alcuni
diserbanti attualmente in
commercio. L’insorgenza di
questo tipo di resistenza
avviene per vie naturali e
non è determinata da
volontà dell’uomo, ma va
evitata comunque, mediante l’uso incrociato di metodi differenti. L’adozione
combinata di metodi chimici con quelli meccanici
consente di aumentare la
probabilità di eliminare
piante resistenti e non.
Ecco perché anche in agricoltura convenzionale resta
sempre indispensabile la
metodica del controllo fisico delle infestanti, cioè l’uso di attrezzature ad azio-
L’AZIENDA MARANI
D
a sempre disponibile
a organizzare e ospitare la giornata dimostrativa di cui
vi relazioniamo, l’azienda agraria sperimentale “M. Marani” di Ravenna, ente morale senza fini di lucro, opera dal
1929 con lo scopo di promuovere il miglioramento delle
produzioni agricole mediante lo studio e la sperimentazione delle tecniche più idonee, nonché la dimostrazione e la
divulgazione dei risultati ottenuti.
Su una superficie di 53 ettari vengono condotte queste attività: – supporto alle attività provinciali e alla Sperimentazione e Ricerca in programmi regionali, nazionali e comunitari; – sperimentazione e dimostrazione su commissione di
privati, cooperative, associazioni di produttori, enti e istituzioni scientifiche; – divulgazione in ambito provinciale e
supporto alle attività didattiche. L’attività sperimentale,
realizzata nelle province di Ravenna e Ferrara, si svolge
attraverso prove di valutazione varietale e di tecnica colturale in frutticoltura, colture erbacee e industriali, orticoltura da industria e da mercato, arboricoltura da legno. I settori di attività agro-ambientale riguardano agricoltura biologica (controllo meccanico delle malerbe, cover crops ecc.),
agricoltura ecocompatibile (rotazioni, metodi di coltivazione a basso input, difesa integrata, arbusti per siepi e
boschetti ecc.) e utilizzazione agricola di fanghi di depurazione, compost e altre matrici organiche. In termini di dimostrazione e divulgazione l’azienda partecipa alle giornate
dimostrative in collaborazione con gli enti organizzatori
della domanda di ricerca relative a macchine per il controllo delle malerbe e per la gestione dei terreni in agricoltura
biologica, macchine per lo spandimento di compost e altre
matrici organiche, macchine per la difesa fitosanitaria. Infine, cura la sperimentazione orticola nella pianura ravennate-ferrarese con prove di confronto varietale, di tecnica colturale (concimazione localizzata e fertirrigazione, utilizzo
di fanghi, compost e pollina ecc.), prove su commissione di
privati (confronti varietali, collaudo di fertilizzanti ecc.) e
prove di controllo delle malerbe in agricoltura biologica.
Macchine per il controllo delle infestanti
AGRIBAL DI BALBO - SARCHIATRICE CON RINCALZATORE A DISCHI
L
e sarchiatrici sono attrezzature polivalenti, grazie alla possibilità
di montare diversi tipi di utensili (zappe rigide o flessibili, denti
vibranti, denti rotanti, vomeri rincalzatori e, di recente introduzione, anche bruciatori per pirodiserbo).
Un tipo di utensile da riscoprire in agricoltura biologica è il vomere
rincalzatore, che ricopre con terra parte della fila, altrimenti non
coinvolta dal passaggio della macchina. I vomeri rincalzatori, dato
l’uso specifico che se ne può fare, si possono anche trovare montati
fissi su un proprio telaio rigido, cioè non montati come appendice
di elementi sarchianti su una sarchiatrice.
Inoltre, possono essere anche di maggiori dimensioni in base al
volume di terra da spostare ed all’altezza dei colmi da formare (per
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colture su colmi).
Anche per la coltivazione biologica del mais la
rincalzatura è un’operazione importante, perché prolunga l’effetto della sarchiatura sulle
infestanti, estendendone gli effetti anche sulla
fila, dove gli utensili non arriverebbero direttamente.
Il mais in particolare si avvantaggia della rincalzatura, perché tale operazione favorisce l’emissione della seconda cerchia di radici secondarie, che predispone la pianta ad una migliore crescita e resistenza
alla siccità.
10,0
12,3
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AGRIMARSICA 2 - TRATTRICE
PORTATTREZZI “MAZZOTTI”
La trattrice di Mazzotti è l’evoluzione
delle trattrici portattrezzi con attacco a
tre punti in posizione interasse, molto usata in Nord Europa
per lavorazioni orticole di precisione, specialmente semina e
sarchiatura, sia in colture intensive che estensive. Il vantaggio
principale, oltre alla leggerezza, è la possibilità di poter attaccare le macchine operatrici in posizione interasse, cioè sotto lo
sguardo dell’operatore, che può quindi svolgere il lavoro tra le
file con la stessa precisione di quando si opera con la guida
manuale, senza dover sopportare il costo aggiuntivo di un
secondo operatore. La macchina, fornita di serie con motori
ecologici a partire da 60 CV, si presenta con un design completamente rinnovato. Andrà a rafforzare la disponibilità di
un marchio italiano per questa categoria di macchine, oggi
insufficiente sul mercato. Attualmente la macchina è nelle ultime fasi di messa a punto.
BÄRTSCHI (SVIZZERA)
IMPORTATO DA TONIOLO
SARCHIETTO PER ORTAGGI
A
nche questa è una macchina per
sarchiare nelle colture orticole a fila stretta tra i 20 e i 30
cm. Gli organi lavoranti sono le zappe a zampa d’oca su stelo
rigido, fatte per lavorare a profondità costante; la lama flessibile, invece, determinerebbe un andamento irregolare della
profondità. Può essere montata in posizione interasse sul sollevatore centrale di una trattrice portattrezzi o frontalmente
(vedi foto). La possibilità di una guida di precisione consente
all’operatore di restringere la zona di intervento vicinoalla fila.
BÄRTSCHI (SVIZZERA)
IMPORTATO DA TONIOLO
SPAZZOLATRICE
L
e spazzolatrici sono attrezzature mosse dalla presa di potenza del trattore
che trasmette il moto ad un rotore orizzontale, che porta pacchi di spazzole di
materiale plastico. Tra un pacco e l’altro
di spazzole ci sono dei tunnel di lamiera
per proteggere le piantine, alle quali le
spazzole si avvicinano molto. Il lavoro eseguito dalle spazzole
consiste in uno sminuzzamento del terreno da 1-2 fino a 5 cm
di profondità, consentendo non solo l’eradicazione delle erbe
infestanti, ma anche il distacco completo ed accurato del terreno dalle radici ed una certa abrasione della loro superficie;
le piantine risultano, infine, gettate all’indietro rimanendo
esposte al sole sulla superficie del terreno e destinate ad essiccarsi. La spazzolatrice può essere montata su un trattore portattrezzi in posizione interasse che, come già detto, è la più
stabile per guidare la macchina molto vicino alle file coltivate
e senza bisogno di operatori per la guida manuale.
CAROLI - RINCALZATRICE
ROTATIVA PER PATATE
S
i tratta di una rincalzatrice rotativa
con zappe dentiformi, in grado di
sminuzzare bene il terreno, senza tuttavia fare la suola di lavorazione. Infatti, sia la conformazione del dente sia l’azione particolare esercitata dal rotore consentono di “strappare” il terreno e non di
lisciarlo. Successivamente al rotore è presente un convogliatore che agevola la formazione del colmo.
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COMAR - SARCHIA
RINCALZATORE PER COLMI
CON PETTINE STRIGLIATORE
L
a macchina è indicata per lavorare nelle
coltivazioni di patate per togliere le infestanti e ripristinare
i colmi di terra. Risponde appieno alle esigenze dell’agricoltura biologica, che punta molto a ripristinare la tecnica della rincalzatura per un miglior controllo delle erbe infestanti. Lo strigliatore posto sul telaio in corrispondenza della fila è un “pettine” di denti di filo d’acciaio, che striglia il terreno sulla fila,
anche dopo l’emergenza delle piante, ad esclusione della fase
di germinello.
DONATI - ERPICE STRIGLIATORE,
DENTI Ø 6,5 E 8 MM
S
ono attrezzature costituite da un numero variabile di griglie
metalliche, snodate per adattarsi alle irregolarità del suolo, ai
cui snodi è fissata una serie di denti di filo d’acciaio. I denti, flessibili o molleggiati a seconda delle necessità, sono in grado di
arieggiare il cotico erboso, rompendo la crosta, e di estirpare le
erbe infestanti nelle prime fasi di crescita (stadio di germinello).
Dal punto di vista tecnico ha una larghezza di lavoro di 6 m e
una velocità media di lavoro di 8-15 km/h. Gli organi di lavoro
sono rappresentati da denti flessibili e lunghi (35-40 cm, diametro 6,5 o 8 mm, per l’occasione metà macchina allestita con denti da 6,5 e l’altra con denti da 8 mm) e lo spazio operativo è a
tutto campo (ogni cmcircapassa un dente). Come obiettivi, consente di operare la falsa semina, di arieggiare il cotico erboso,
rompendo la crosta, e di estirpare i germinelli delle infestanti.
Può essere utilizzato in pre-emergenza o dopo lo stadio di 3ª-4ª
foglia vera, per cui è molto importante la tempestività d’intervento.Se si aspetta troppo, le infestanti radicano sempre più e
l’efficacia della strigliatura cala notevolmente in modo proporzionale.
HATZENBICHLER (AUSTRIA)
IMPORTATO DA BENATI - ERPICE
STRIGLIATORE, DENTE Ø 7 MM
I
n questa versione di strigliatore i denti possono essere scelti di 3 tipi di diametro (6, 7 o 8 mm) a seconda del tipo di terreno. Il dente dello strigliatore esplica la sua azione mediante la vibrazione del dente attorno al suo asse; azione che, nel
caso delle coltivazioni erbacee, diventa selettiva tra pianta
coltivata e infestante in base alle differenze d’età. Perciò, è
fondamentale riconoscere il momento giusto e intervenire
con tempestività. Oltre alla rottura della crosta superficiale e
all’eliminazione delle piante emerse per interramento o disseccamento in seguito a danni meccanici, l’erpice strigliatore
consente d’intervenire sullo stock di semi contenuti nel terreno, riducendone la quantità. Infatti, l’effetto principale della
strigliatura in tal senso è quello d’interromperne la dormienza, stimolandone la germinazione con un primo passaggio.
Mediante la tecnica della falsa semina, poi, è possibile intervenire sui germinelli con un secondo passaggio ed estirparli.
KRESS (GERMANIA) - ERPICE
STRIGLIATORE PER LETTI DI SEMINA
S
i tratta semplicemente di una versione particolare di erpice
strigliatore, montata su un telaio stretto per operare su letti
di semina. La tecnica è interessante per tutte le colture orticole
che, solitamente impiantate a file strette, rendono difficile operare contro le infestanti, sia tra le file che ancor di più sulla fila.
Perciò si tratta di un’attrezzatura per effettuare la falsa semina
non più in pieno campo, ma sui letti di semina; cioè, quella tecnica che permette d’impoverire di semi d’infestanti il terreno
coltivato, facendoli germinare prima dell’emergenza della coltura (v. strigliatori da pieno campo).
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HATZENBICHLER (AUSTRIA)
IMPORTATO DA BENATI SARCHIATRICI STELLARI:
VERSIONE DA MAIS
È
un particolare tipo di sarchiatrice, costruita per lavorare
solo negli spazi interfila, che presenta gli organi lavoranti
formati da gruppi di dischi con lame uncinate, folli sullo stesso asse. È in grado di operare con efficacia su infestanti diverse, purché non eccessivamente sviluppate. Per la mancanza di
protezioni laterali possiede anche una certa capacità di rincalzare leggermente il terreno. Le lame non tagliano, ma cavano
le erbe infestanti dal terreno, grazie alla loro curvatura ed alla
velocità d’avanzamento, che per operare efficacemente deve
essere compresa tra 8 e 12 km/h. Sono presenti 2 modelli: uno
a 6 file a 45 cm per il mais e l’altro a 2 file a 90 cm per le patate; infatti, i gruppi di utensili possono essere inclinati per poter
lavorare anche sui fianchi dei colmi. In particolare sulla versione per la patata viene montato in corrispondenza di ogni fila
un pettine strigliatore per completare l’effetto rinettante della macchina anche sulla fila, dove altrimenti i dischi stellari non
possono arrivare.
KÖCKERLING (GERMANIA)
IMPORTATO DA TONIOLO
ERPICE STRIGLIATORE,
DENTE Ø 8 MM
È
un tipo di strigliatore simile ai precedenti descritti prima,
ma con un nuovo tipo di dente. Ècostituito anch’esso da
filo d’acciaio, ma più spesso (ø 8 mm), montato in posizione
fissa sul telaio con la caratteristica di lavorare sempre verticale
rispetto al terreno.
Pertanto questotipo di dente non richiede alcuna registrazione dell’inclinazione di lavoro.
Oltre alla rottura della crosta superficiale e alla eliminazione
delle piante emerse per interramento o disseccamento in
seguito a danni meccanici, l’erpice strigliatore consente d’intervenire sullo stock di semi contenuti nel terreno mediante la
tecnica della falsa semina, riducendone la quantità. Infatti,
l’effetto principale della strigliatura in tal senso è quello d’interromperne la dormienza, stimolandone la germinazione con
un primo passaggio. Successivamente, si può intervenire sui
germinelli con un secondo passaggio per estirparli.
KRESS (GERMANIA) - SARCHIATRICE A DITA ROTANTI
È
una macchina semplice, detta finger weeder, progettata per
riprodurre il movimento dell’agricoltore, che con la zappetta a
tridente lavora sulla fila intorno alla pianta per liberarla dalle infestanti più prossime. La struttura della macchina prevede per ogni
elemento sarchiante due tipi di utensili in sequenza:
– una coppia di zappette rigide parallele, che lavorano ai fianchi
della fila per tagliare le infestanti più sviluppate e quelle perenni;
– una coppia di piattelli, che sul bordo portano dita in gomma dura
in posizione radiale. I due piattelli sono montati inclinati a V e ruotano folli, trainati dall’avanzamento, intersecando reciprocamente
KRESS (GERMANIA)
SARCHIETTO PER SPINACI
E CIPOLLE
È
una macchina a file strette per operare nelle colture orticole di pregio
con interfila tra i 20 e i 30 cm. Presenta zappe rigide che lavorano a profondità ridotta. Le lame sono particolarmente sottili per effettuare un semplice taglio dell’infestante senza creare resistenza all’avanzamento, né smuovere troppo il terreno,
che in tal modo non viene lanciato sulle piantine. Può anche
essere montata su trattrice portattrezzi sul sollevatore centrale, posto cioè in posizione interasse, che è la posizione più stabile e con visibilità migliore ottenibile sul trattore. Nella foto è
equipaggiata con pettini strigliatori.
le dita, che così si trovano
a lavorare sulla fila. Le
dita, entrando nei primi
centimetri di terreno
intorno alle piante, estirpano le infestanti presenti, già tagliate dalle zappette, e sbriciolano la crosta intorno ai colletti delle piante.
Poiché il tipo di lavorazione risulta abbastanza energico, questo
tipo di attrezzatura è indicato soprattutto per le colture di specie
“robuste” come le piante da vivaio e certe colture erbacee di pieno
campo e orticole, quando hanno raggiunto un certo grado di sviluppo.
MAINARDI - ROMPICROSTA
È
un tipo di macchina, che presenta gli
organi lavoranti formati da dischi con
lame uncinate, folli sullo stesso asse. Viene usata sia per l’affinamento del letto di
semina, nel caso di formazione di crosta
dopo l’erpicatura, che soprattutto dopo la
semina per favorire una germinazione coetanea dei semi e un’emergenza uniforme della
coltura. Rispetto all’altro modello di rompicrosta presentato, questo è una versione più
leggera, che tuttavia può essere appesantito
con zavorre di trattore su un apposito supporto montato in posizione centrale. I dischi sono formati in
un pezzo unico di lamiera tagliata al plasma.
MAINARDI - SARCHIATRICE INTERFILARE
S
i tratta della sarchiatrice ZIP600B32 a 6 file idraulica, completa di
7 gruppi sarchianti, realizzati con piatto 50x10, con schema a
parallelogramma, sui quali vengono montate 12 molle flex
12x32x500.
Posteriormente su tubolare 50x50 sono montate 7 molle 12x45
complete di doppio rinforzo a occhio 45x10.
Al telaio centrale, realizzato con doppia barra, sono collegate,
mediante cerniere, due sezioni ripiegabili idraulicamente a 180° al
fine di rientrare nei limiti dettati dalle normative sul trasporto su
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strada. Ogni gruppo sarchiante è dotato di una ruota di
registro in gomma piena
350x85, montata su 2 supporti
a tenuta stagna 45x20, per
regolare la profondità di lavoro, azionata mediante dei dispositivi meccanici e collocata anteriormente rispetto agli utensili. Completa di protezioni laterali, ha una
potenza assorbita di 80-100 CV e un peso di 930 kg.
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MINGOZZI OFFICINE MECCANICHE - PIRODISERBATRICI
I
l pirodiserbo è una tecnica di lavoro che permette di controllare ed
eliminare le erbe infestanti e i germi patogeni per mezzo del calore. Ha come vantaggio principale la mancanza assoluta di residui
nocivi sul terreno, dato che il gas Gpl, bruciando, forma solo vapore
acqueo e anidride carbonica. Il principio sul quale si basa la tecnica
del pirodiserbo è quello della lessatura dei tessuti delle erbe infestanti. Il tempo di azione del calore durante il trattamento è così
breve da non permettere la carbonizzazione della materia vegetale, ed entro due o tre giorni la pianta trattata si secca e muore.
Il trattamento di pirodiserbo può essere effettuato contemporaneamente alla sarchiatura e deve avvenire quando lo sviluppo della coltura da trattare la rende resistente al calore prodotto dal passaggio
dei bruciatori rivolti verso la fila. Questa condizione di accrescimento è diversa a seconda del tipo di coltura da trattare. Indicativamente si può rilevare che l’altezza media della coltura sottoposta a
trattamento di pirosdiserbo deve essere di circa 20 cm, mentre la
velocità di lavoro può oscillare dai 3 ai 45 km/h a seconda del grado
di infestazione della medesima.
Il consumo di Gpl per l’intervento di pirodiserbo su mais, soia e girasole è legato al grado di infestazione presente sul campo, poiché ad
esso è anche legata la velocità di avanzamento dell’attrezzatura.
Riferendoci a un’attrezzatura che lavora contemporaneamente su 6
file, si può stimare un consumo orario indicativo di 45 kg
di Gpl. La superficie oraria trattata,
essendo legata alla
larghezza interfilare della coltura,
che in questo caso
è di 75 cm, oscilla
da 0,9 a 1,5 ha/h a
seconda della velocità adottata.
L’attrezzatura è costituita da due bruciatori operanti su ciascuna fila da trattare e rivolti verso le
medesime. Ciascun bruciatore è dotato di un flusso di aria convogliato in maniera tale da controllare il calore indirizzato alla coltura. Il ventilatore prende movimento dalla presa di forza posteriore
della trattrice. I gruppi così composti sono montati su ciascun elemento indipendente portante le zappe del sarchiatore. I sistemi di
controllo e sicurezza sono in grado di rilevare qualsiasi anomalia di
funzionamento dell’attrezzatura e di intervenire in maniera automatica anche in assenza dell’operatore.
MORO PIETRO - ESTIRPATORI A LAME LARGHE, VERSIONE INTEGRALE (PRESEMINA)
E 3 FILE (POMODORO)
È
un tipo di estirpatore particolarmente specializzato nel controllo delle infestanti poliennali, delle quali va a tagliare gli stoloni,
senza favorirne la moltiplicazione agamica, come invece possono
fare le macchine a utensili mossi dalla presa di potenza.
La struttura di questa macchina consiste in un telaio portato sull’attacco a 3 punti della trattrice, sul quale sono fissate àncore con le ali
piane e larghe, che tagliano accuratamente le infestanti fino a pochi
centimetri dalla fila e lasciandole ricoperte con lo strato di terra
appena tagliato. Questo strato si può comportare come una specie
di pacciamatura che, se non pigiato successivamente, ostacola o
ritarda il ricaccio delle infestanti poliennali.
Tecnica del controllo dello stoppione
L’estirpatore presentato può essere utilizzato anche nella nuova tecnica per il controllo meccanico del Cirsium (stoppione). Esperienze
fatte all’Università di Kiev hanno definito un nuovo sistema per il
controllo del Cirsium arvense, un’infestante poliennale con un
MORO PIETRO - ROMPICROSTA
È
un’attrezzatura portata da impiego
più pesante della precedente.
I dischi, in fusione di ghisa sferoidale
appositamente conformati a punta, sono
montati in doppia coppia a bilancere su
telaietti semplici, articolati sul telaio portante, che può essere rigido o pieghevole
a seconda della larghezza della macchina. Queste attrezzature, come dice la
parola, sono costruite per rompere la crosta superficiale sul terreno e perciò lavorano non tra le file, ma a pieno campo.
Il dente entra nel terreno con un certo angolo, idoneo a sollevare dal basso la crosta e sbriciolarla, senza causare alcun danno alla coltura.
Possono avere anche una certa efficacia sui germinelli di varie
infestanti, ma non su piante sviluppate.
apparato radicale che può crescere da 2 fino a 12 m
all’anno. Il punto fondamentale è la conoscenza del
ciclo biologico dello stoppione. Infatti, sapendo che
il germoglio viene emesso dal terreno dagli organi
radicali di riserva, crescendo al ritmo di circa 1 cm al
giorno e conoscendo la profondità media degli stoloni (circa 25 cm), è stato impostato il seguente
metodo. Si utilizza un estirpatore come questo in
prova ad àncore con le ali piane e larghe, le cui
estremità quasi si toccano, e che effettuano un taglio orizzontale
uniforme su tutta la superficie lavorata. In un primo passaggio si
lavora alla profondità di 10-12 cm, tagliando tutti gli stoloni alla
stessa profondità. Dopo una dozzina di giorni, quando il Cirsium ha
ricacciato nuovi germogli, si esegue un nuovo passaggio, questa volta ad una profondità di 14-16 cm. A questo punto la pianta ricaccia
nuovi germogli, ma sempre più deboli. Dopo altre due settimane si
esegue il terzo passaggio alla profondità di 25-30 cm, vicino ai suoi
organi di riserva, per cui il Cirsium è così indebolito che difficilmente riuscirà a ricacciare di nuovo.
UNIVERSITÀ DI PISA
SARCHIATRICE A DENTI ELASTICI
(TORSION WEEDER)
M
acchina costruita da più di 20 anni in Usa
per effettuare il controllo meccanico
delle infestanti nell’interfila di colture, sia
erbacee che arboree. Introdotta di recente in
Nord-Europa, è di struttura molto semplice. In
origine era costituita da lamine di acciaio che,
sfregando “di taglio” sulla superficie del terreno, strappavano via le infestanti intorno
alla coltura. Ora la lamina è stata sostituita da
un filo d’acciaio, che per la gestione dei germinelli ha un’efficacia simile, ma un costo inferiore.
Se le infestanti sono nelle prime fasi di sviluppo, la sarchiatrice a denti elastici le controlla in parte anche sulla fila, perché
ha un certo effetto rincalzante.
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Macchine per le lavorazioni conservative
GOIZIN/F GROUP
DI FIACCADORI M. R.
COLTIVATORE
A LAME LARGHE
KUHN ITALIA
ARATRO SUPERFICIALE
A LOSANGA
È
È
KUHN ITALIA - FRESA
A LAME DA TERRENO SODO
MORO PIETRO
ARARIPUNTATORE,
VERSOI A STRISCE,
LAME WEKEA
un’attrezzatura a basso impatto sull’“ecosistema terreno”, costruita per eseguire la tecnica della minima lavorazione. La ripuntatura con àncora a
scalpello largo consente di sollevare il terreno e, senza rivoltarlo, di sbriciolare la suola formata da precedenti arature o di
ripristinare la permeabilità in suoli compattati dal passaggio di
mezzi o troppo pesanti o quando il terreno era eccessivamente umido. Per avere successo con tale tipo di attrezzatura è
importante operare su terreno in stato di tempera tendente
all’asciutto. Infatti in un suolo troppo umido non si riesce a sviluppare l’onda d’urto delle ancore, che sgretola il terreno
ancora prima del contatto. Può essere utilizzato dopo la raccolta dei cereali autunno-vernini, delle foraggere a fine ciclo o
di colture da insilaggio.
È
un attrezzo tradizionale, mosso
dalla presa di potenza e portato sull’attacco a tre punti della trattrice, costituito da un rotore orizzontale, trasversale rispetto all’avanzamento, che porta
flangiate una serie di numerose zappette di varia forma. In
particolare la macchina in prova ha presentato un rotore con
lame diritte. La scelta del tipo di lama è importante, perché le
lame a squadra tagliano meglio le infestanti e i residui colturali, ma lasciano una suola di lavorazione, tanto più consistente quanto più il terreno è umido e argilloso. Invece le lame
diritte, meglio se orientate in avanti rispetto al senso di rotazione che all’indietro, sono più idonee per i suoli duri e per la
rottura delle zolle particolarmente tenaci. Tendono a rimescolare i residui colturali, meglio se trinciati, anche su terreno
sodo. Occorre fare attenzione a non eccedere nel regime di
rotazione per evitare di polverizzare la struttura del terreno.
un aratro scelto per il tipo di versoio conformato diversamente da quello tradizionale. Solitamente è il vomere
ad eseguire il taglio orizzontale ed il coltro il taglio verticale. Su entrambe le facce dei tagli poi passa la ruota del trattore, slittandoci sopra e compattando il terreno. Al passaggio successivo una nuova fetta viene tagliata, ma solo la
sponda verticale del taglio viene rimossa, quella orizzontale resta. E così, la dannosa suola di aratura cresce via via un
passaggio dopo l’altro. Invece in questo aratro non esiste
questa suddivisione netta tra taglio orizzontale e verticale,
perché un’estensione del versoio, appunto a losanga, consente di conformare il taglio verticale in uno obliquo. Così
il pneumatico passa compatta una suola “obliqua”, che in
parte verrà rimossa al passaggio successivo, riducendo così
l’area complessiva di terreno compattato.
S
i tratta di un aratro con
varie caratteristiche atte a
ridurre l’impatto dell’aratura
sull’ecosistema. Eccole qui
riassunte in breve: un chiodo
ripuntatore montato sotto
ogni versoio per la rottura
della suola di lavorazione
(perciò l’aratro prende il
nome di “araripuntatore”), versoi di tipo fenestrato, che consentono lo sbriciolamento della fetta lavorata già in fase di
rivoltamento (inoltre essi riducono anche in parte l’attrito terreno versoio, diminuendo lo sforzo di trazione del trattore) e
lame frangizolle Wekea per lo sminuzzamento delle zolle
appena rivoltate. Le lame sono montate su una barra laterale
di fianco al telaio centrale dell’aratro che sminuzzano subito il
terreno finché è ancora umido.
RAB - OPERATRICI RABE
E KINZE
S
i tratta di due macchine operatrici che possono lavorare in
coppia quando si dispone di un
trattore con sollevatore frontale,
riducendo così un passaggio in
campo e un conseguente inutile
calpestio del terreno. Preparatore
Rabe: è costituito da una doppia
serie di dischi bombati dentellati
tipo frangizolle, dal quale si differenzia perché ogni disco ha un
proprio asse, parallelo agli altri, ma non in linea. Questa
disposizione permette ai dischi di assumere una incidenza
tale rispetto al terreno che interrano bene le stoppie, rimescolandole col terreno senza approfondire troppo la lavorazione. Le due serie di dischi sono simmetriche, una destra e
una sinistra, in modo che, a una certa velocità, possono imprimere al terreno movimenti bruschi, che favoriscono lo sbriciolamento delle zolle. Seminatrice Kinze: è un tipo di seminatrice robusta da minima lavorazione, capace di operare
anche in presenza di stoppie. È costituita da un telaio 4 file
con una serie di assolcatori rappresentati da 1 disco ondulato
per preparare il taglio del terreno, 2 dischi piani a affiancati
da ruote di galleggiamento per aprire il solco, 1 distributore
seme di tipo meccanico “Finger pick up” (non pneumatico) e
2 ruotini a V con funzione coprisolco.
SELVATICI FRANCO
VANGATRICE
L
a macchina è costituita da
un telaio portato sull’attacco a tre punti della trattrice; il
telaio alloggia un grande
albero a gomiti sul quale
mediante quadrilateri articolati sono montate le vanghe che
smuovono il terreno a profondità costante, interrando e rimescolando la sostanza organica presente.
Grazie all’azione di “strappo” esercitata dalle vanghe questa
macchina non produce suola di lavorazione ed, essendo mossa dalla presa di potenza della trattrice, non richiede elevati
sforzi di trazione, perciò ci sono minori perdite energetiche
per slittamento e, grazie ad una certa azione di spinta delle
vanghe, può essere impiegata con successo anche in terreni
declivi.
La vangatrice è una macchina alternativa all’aratro, usata oltre
che per lavorare in collina ed in condizioni di terreni tenaci,
anche nell’interfilare di colture arboree, specialmente nel
vigneto, dove in generale, rispetto alle esigenze delle colture
di pieno campo, è sufficiente una macchina di dimensioni inferiori e quindi di costi d’investimento minori.
il CONTOTERZISTA - numero 7/8- 2004
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SICMA - LAME GB
PER ERPICI ROTANTI
L
a lama GB è un’estensione tagliente di
acciaio applicata ai coltelli degli erpici
rotanti. Le lame in acciaio speciale, che
hanno dimensioni di pochi centimetri, vengono saldate orizzontali sui coltelli e perpendicolarmente ad essi, in posizione laterale esterna. Per una maggiore efficacia le
lame GB sono previste in numero di due
per ogni coltello ad una distanza di circa 35 cm dalla sua punta.
La lama GB può ottenere dall’erpice rotante non solo una più omogenea preparazione del letto di semina, ma anche un taglio dei germinelli delle erbe infestanti,
anche quelli in fase di pre-emergenza, altrimenti non controllabili da altri sistemi di gestione fisica delle infestanti. I vantaggi possono essere così riassunti: ampliamento del volume di
terreno lavorato (affinato, ma non polverizzato!) dall’erpice,
controllo in unico passaggio della maggioranza delle infestanti e riduzione della profondità di lavoro a circa 8 cm, anziché i soliti 10-12 cm. Risulta, pertanto, ridotto lo sforzo della
trattrice con conseguente risparmio di energia e manodopera.
SPEDO A. FIGLI
RIPUNTATORE
CON DISCHI
PER LAVORAZIONE
A DOPPIO STRATO
L
a macchina presenta
una successione di
ancore e dischi per dissodare il terreno in profondità senza rivoltarlo (per evitare
gli inconvenienti dell’aratura) e invece rivoltarlo solo in
superficie (per interrare le infestanti).
Tale tecnica viene detta lavorazione a doppio strato. Infatti, per impiantare colture che richiedono lavorazioni
approfondite è possibile effettuare la cosiddetta lavorazione a due strati, facendo precedere all’aratura superficiale la
ripuntatura profonda, in modo da ottenere comunque uno
strato lavorato di sufficiente profondità per le radici della
coltura, ripristinare la permeabilità idrica con gli strati di
terreno sottostanti e non dover rivoltare il terreno perdendo sostanza organica in profondità, riportando in superficie terreno carente di ossigeno.
Tab. 1 - Gestione fisica delle infestanti: quadro sinottico dei principali interventi diretti.
Operazione
Strigliatura
Erpicatura
Sarchiatura
(Fresatura)
Dove
Su tutta
la
superficie
Tra
le file
Spazzolatura Tra le file
Pirodiserbo
Sulla fila
Macchina
- Erpice strigliatore
- Erpice a maglie,
c.d. “diavolaccio”
Come
Azione di:
- vibrazione
e sbriciolamento
della crosta,
- lacerazione,
- estirpamento
(in terreno asciutto)
Colture
Quando
Periodo breve,
pre-emergenza e
post-emergenza dopo
Cereali autunnali:
lo stadio di 3°
mais, favino, pisello -4° foglia
proteico, patata,
Richiede tempestività
alcune orticole
e quindi macchine
larghe per avere
grande capacità
di lavoro
Cereali autunnali:
- Stimolazione
accestimento
- Rottura crosta
- Ossigenazione e
riscaldamento del
suolo con conseguente miglior sviluppo della coltura
Sbriciolamento
meno intenso dello
strigliatore, ma più
profondo, perciò
migliore ossigenazione. Per gli utensili mossi dalla pdp
c’è rischio di polverizzazione della
struttura del terreno
Il terreno viene
molto affinato, per
cui c’è il rischio di
polverizzazione
della struttura del
terreno
Sarchiatrici:
- a denti fissi
- a denti flessibili
- stellare
- separatrici
Azione di:
- taglio,
- scuotimento
- rincalzatura,
- sbriciolamento
della crosta
Colture a fila:
mais, patata,
barbabietola,
favino, pisello proteico, orticole
Periodo più ampio
della strigliatura: da
quando possono
resistere alla spinta
laterale degli utensili fino alla chiusura delle file
Spazzolatrice
Azione di:
- distacco, spazzolatura delle radici
delle erbe infestanti
ed esposizione alla
luce solare
Tutte le colture
orticole:
- mais,
- barbabietola
Prima
della sarchiatura:
dalla emergenza
fino all’altezza di 25
cm circa
Pirodiserbatrice
Azione di:
- denaturazione e
lessatura. Poi le
cellule vegetali
delle foglie delle
erbe infestanti
scoppiano ed
essiccano. La pianta
muore, se è allo
stadio di
germinello
Tutte le colture
orticole:
- mais,
- barbabietola
In generale in
pre-emergenza e
finché le erbe
infestanti sono allo L’attività
stadio di
dei microrganismi
germinello.
non viene disturbata
Mais: anche in
post-emergenza
precoce e tardivo
(altezza 20 cm circa)
(Fonte: Neuerburg, Padel, 1992 - Organisch-biologischer Landbau in der Praxis”, BLV Verlagsges., Muenchen)
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Effetti collaterali
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TRELLEBORG WHEEL SYSTEM - SISTEMA PTG
ANTICOMPATTAMENTO PER PNEUMATICI
S
i tratta di un sistema pratico
di adeguamento della pressione dei pneumatici del complesso trattrice-rimorchio alle
esigenze del terreno per ottimizzare il rendimento del lavoro e ridurre il compattamento.
Considerando che in strada è
necessaria più pressione per
ottimizzare la tenuta del trattore e, al contrario, in campo
poca pressione per non compattare il terreno e avere più
aderenza, di solito invece nella
realtà si procede sempre con la
stessa pressione, che quindi
non è mai quella ottimale.
Con questo sistema, invece, si
consente all’operatore di effettuare in campo lo sgonfiaggio
e il rigonfiaggio dei pneumatici per impostarne la giusta
pressione in funzione del lavoro da fare.
Così si possono ottenere le
migliori prestazioni dai pneumatici (minor slittamento e
maggior capacità di lavoro),
minore usura (quindi maggiore
durata), minori consumi di
gasolio e migliore tenuta di
strada e, in campo, minor compattamento alla struttura del
terreno.
Servizio Clienti
PER ESSERE CONTINUAMENTE IN LINEA
Il Sole 24Ore Edagricole)
si è confermata appuntamento di riferimento per
gli operatori del settore.
Il consistente numero di
macchine per il controllo
delle infestanti, la distribuzione della sostanza organica e la lavorazione conservativa del suolo, ribadisce l’importanza di queste
pratiche nel biologico e
l’impegno
delle
case
costruttrici nel realizzare
attrezzature idonee.
Passiamo in rassegna
quelle disponibili sul mercato, selezionate per la
migliore adattabilità al
metodo di coltivazione bio,
presenti a questa manifestazione.
■
continuamente
in linea...
Un servizio che ci
permette di ricevere le
vostre segnalazioni e
suggerimenti via
telefono, fax oppure
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LINEA DIRETTA CON I NOSTRI LETTORI
ne meccanica (erpici, sarchiatrici ecc.) o, in taluni
casi, anche termica (pirodiserbo), la cui azione non
genera resistenza, perché
è molto meno selettiva
rispetto ai metodi chimici.
Dalle innovazioni meccaniche presentate in campo
alle strategie di difesa per
la gestione dell’azienda
biologica, la tradizionale
giornata
dimostrativa
“Macchine e tecniche per
l’agricoltura
biologica”
(organizzata dal Crpv di
Cesena e dall’azienda sperimentale “M. Marani” in
collaborazione con la Prober di Bologna, il Deiafa di
Torino, l’Unima-Apimai di
Ravenna, il Tavolo Verde e
per
essere
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