Ars amatoria - Sebastiano Inturri

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Ars amatoria - Sebastiano Inturri
L’arte d’amare
di Ovidio
così come riassunta da Sebastiano Inturri
Roma, 27 febbraio 2012
BIOGRAFIA DI OVIDIO
E INTRODUZIONE ALL’ARTE D’AMARE
Publio Ovidio Nasone fu un poeta latino che nacque nel 43 a.C. a Sulmona
(nell’attuale provincia di L’Aquila) da una ricca famiglia.
In giovane età si trasferì a Roma per compiervi gli studi.
Le principali opere di Ovidio sono L’arte d’amare e Le metamorfosi.
Verso l’1-2 d.C. egli pubblicò l’Ars amatoria, conosciuta anche col nome italiano di
L’arte d’amare. Si tratta di un poema in tre libri: nel primo il poeta dà consigli agli
uomini su come conquistare una donna, nel secondo su come mantenere a lungo l’amore
della donna conquistata, nel terzo, viceversa, dà consigli alle donne su come conquistare
l’amore di un uomo.
Successivamente il poeta compose Le metamorfosi (titolo originario in latino:
Metamorphoses), un poema epico in quindici libri, da molti considerato il suo capolavoro.
Nell’8 d.C. Ovidio, non si sa bene per quale motivo, fu esiliato per ordine di Augusto
nella cittadina di Tomi (l’odierna Costanza, in Romania), sulle sponde del mar Nero. Qui
egli morì nel 17 d.C.
LIBRO PRIMO
Se tra di voi c’è chi non conosca ancora l’arte d’amare, legga il mio poema, e divenuto
esperto colga nuovi amori!
Oh tu, soldato nuovo, che vieni alle armi della guerra d’amore per la prima volta, sappi
che la donna non ti cadrà dal cielo, ma dovrai essere tu a cercarla con abilità. Il bravo
cacciatore sa dove va tesa la rete per prendere il cervo, sa dove dimora il cinghiale, sa su
quali rami sistemare il vischio per catturare uccelli; e il valente pescatore conosce le
acque ricche di pesci.
Quando sarai diventato esperto nell’arte d’amare, mille donne, sia giovani sia mature,
cadranno ai tuoi piedi: avrai solo l’imbarazzo della scelta, credimi!
Tra i luoghi ideali per cacciare donne vi sono i teatri e gli ippodromi: ve ne puoi trovare a
bizzeffe! Ci vengono tutte agghindate, desiderose di piacere a chi le guarda. In questi
posti tu hai la possibilità di sederti vicino a una fanciulla, la quale è costretta suo
malgrado a starti a fianco, poiché a causa della folla presente non trova altri posti
disponibili. E qui tu attacca discorso con lei e asseconda sempre i suoi gusti: se lei ha
preferenza per un cavallo, dille che anche tu preferisci quel cavallo. Se per caso vedi che
le si posa un po’ di sporcizia sul grembo, puliscilo prontamente; e anche se non vedi
alcuna sporcizia, abbassati e fingi ugualmente di pulirglielo, approfittando per dare una
sbirciatina alle sue gambe. Sono questi piccoli accorgimenti che riescono a conquistare le
testoline leggere delle donne! Per farti un altro paio di esempi, puoi porre dietro la sua
schiena un cuscino per farla stare più comoda oppure puoi sventolarla per darle un po’
di fresco.
Altri luoghi propizi alla caccia della donna sono i banchetti. Qui tu fai in modo di farle
bere del vino, che ha il potere di sciogliere le sue inibizioni e di predisporla quindi a
lasciarsi andare facilmente alla passione.
Ma di luoghi adatti alla caccia delle donne ve ne sono innumerevoli: sarebbe più facile
contare i granelli di sabbia del mare!
Dopo averti insegnato i posti favorevoli alla caccia, ora ti spiego il sistema per
conquistare la donna che ti piace. Oh uomo, chiunque tu sia, ovunque ti trovi, ascoltami
attentamente, porgi l’orecchio a ciò che ti prometto! Per prima cosa convinciti che non
c’è donna al mondo che non possa diventare tua, se solo tu lo vuoi con fermezza e sai
tendere bene i lacci della tua seduzione.
Per disarmare una donna, riempila di carezze. Non arrenderti se inizialmente lei sembra
non gradire: quando meno te l’aspetti, lei cederà alla voglia che cerca di trattenere. La
donna brucia di desiderio più dell’uomo, ma lo sa nascondere bene. Se non fossi tu a
prendere l’iniziativa, prima o poi sarebbe lei stessa, per la disperazione, a chiederti di
accarezzarla.
Fatti dunque avanti con audacia e senza esitazione: puoi sperare per te tutte le donne che
vuoi! A mala pena ne potrai trovare una, tra tante, che si neghi. Abbi comunque
l’accortezza di pregarle, perché le donne, che si concedano o no, amano essere pregate.
Ti consiglio di destare il buonumore alla donna che vuoi sedurre, in quanto più lei è
allegra e spensierata e più sarà disposta all’unione sessuale.
Falle sempre molte promesse, tanto non ti costa nulla: ogni cialtrone con le promesse
diventa un milionario! Promettile tanti doni, ma non dargliene alcuno: dopo che tu avrai
avuto quello che cerchi [il suo corpo], lei non ti lascerà, poiché spererà di ricevere i doni
che le hai promesso. Allo stesso modo della donna così raggirata si comporta il giocatore
di dadi, il quale, dopo che ha perso, continua a giocare nella speranza di recuperare i
soldi persi.
Inizia il tuo corteggiamento scrivendole delle lettere. Scrivile sempre parole belle e dolci.
La donna non resiste all’eloquenza, a patto che tu non esageri coi discorsi pomposi,
perché potresti annoiarla. Non scoraggiarti se all’inizio lei respinge le tue lettere: prima o
poi accetterà di leggerle. Col tempo anche il giovenco più scontroso viene all’aratro, ed il
cavallo impara a poco a poco a sopportare il morso e le redini. Nulla è più duro di una
rupe, nulla è più molle dell’onda d’acqua; eppure col tempo l’onda riesce a scavare la
rupe.
Nelle tue lettere fa’ in modo che lei senta come l’ami. Dapprima forse lei rifiuterà di
leggerle e ti chiederà di lasciarla in pace. In realtà però lei ha paura di ciò che chiede, e
vuole ciò che non chiede, e cioè che tu continui a scriverle; e tu continua!
Se la incontri per la strada, avvicinati a lei e seguila. Dille con gli occhi ciò che vorresti
dirle con la bocca. Ogni tuo gesto sia una parola!
Non curare troppo la tua pettinatura e non depilarti le gambe: queste cose lasciale agli
effeminati! A te conviene una bellezza un po’ trascurata. Piuttosto cura la tua pulizia, e in
particolare quella dei denti. Porta i capelli ben tagliati e la barba ben rasata, tagliati e
pulisciti le unghie e bada che non ti puzzi l’alito.
E quando finalmente le ti farai incontro di persona, parlale con voce commossa, affinché
creda al tuo amore. Riempila di complimenti sulla sua bellezza, perché alla donna piace
essere apprezzata per le sue doti fisiche. Il pavone, se gliele lodi, dispiega orgoglioso le
sue penne; se invece lo guardi silenzioso, non le mostra.
Come detto prima, prometti molto alle donne, perché a loro piacciono le promesse. Non
farti scrupolo a fare promesse che poi non manterrai, perché loro sono le prime a non
mantenere le promesse. Inganna codeste ingannatrici! Cadano nei lacci che loro stesse
hanno teso!
Sono molto utili anche le lacrime: col pianto potrai rendere molle persino il diamante.
Mostrati a lei con le guance bagnate di lacrime, benché non siano lacrime sincere; e se
non riesci a farti venire il pianto, toccati gli occhi con le mani bagnate.
Mentre le parli, riempila di baci; e se lei ti respinge e ti dice che sei sfacciato, credimi, non
vuole altro, mentre ti resiste, che tu vinca la sua resistenza. E dopo i baci prenditi pure il
resto, senza preoccuparti di possederla con la forza. Vorresti forse dirmi che questa è
violenza? Ma se è proprio questo che vuole la donna! Ciò che piace alle donne è dare per
forza ciò che vogliono dare. La donna su cui salti addosso con impeto d’amore ne gode,
e la violenza per lei è come un dono. Se quando la stai per possedere ti ritiri, lei col viso
simulerà contentezza, ma nel suo cuore proverà delusione e rabbia.
Come detto prima, alla donna piace essere pregata. Ma se noti che questo le suscita
disprezzo per te, abbandona le preghiere e torna indietro sui tuoi passi. Infatti molte
donne vanno verso gli uomini che fuggono da loro e detestano quelli che fanno loro una
corte assillante. Quando parli con questo tipo di donne cerca di dissimulare il tuo
desiderio, e mira ad accendere il loro amore presentandoti sotto le false vesti di un amico
disinteressato. Ho infatti conosciuto tanti uomini che da amici di una donna si sono poi
trasformati in suoi amanti.
All’uomo che vuole essere amante non giova la pelle abbronzata: è meglio il colore
pallido, perché l’aspetto emaciato e il viso smagrito danno alla donna la sensazione che
quell’uomo è consumato da vero amore per lei.
Ma ricordati pure che ogni donna è diversa dall’altra, sia per l’età sia per altre
caratteristiche, e perciò per ciascuna donna occorre una specifica strategia amorosa: la
cerva adulta scopre da lontano l’insidia del laccio; e se fai l’esperto con la giovane
ingenua o assali con troppa foga la donna timida, le fai impaurire.
Qui finisce la prima parte del mio viaggio; adesso posso gettare l’ancora per fermare un
po’ la mia nave.
LIBRO SECONDO
O giovane, in alto mare è la tua nave, ancora lontano il porto cui io sono diretto. Grazie
alla mia arte la fanciulla ti è caduta tra le braccia, ma non basta: adesso la mia arte ti
insegnerà a mantenerla per te. Mantenere la conquista non vale meno di averla fatta:
infatti una donna si può conquistarla anche solo per fortuna, ma conservare il suo amore
può essere frutto solamente dell’arte raffinata. Mi accingo a tentare un’impresa ardua;
l’amore infatti è, per sua natura, errabondo, sempre pronte a spiccare il volo sono le sue
ali, imporre loro dei freni è un compito difficile.
Innanzi tutto, se vuoi essere amato, renditi amabile; ma per questo non ti basta la
bellezza fisica: se vuoi conservare l’amore della tua donna e non farti lasciare da lei,
aggiungi doti morali all’avvenenza del tuo corpo. Questa infatti è effimera, col tempo
sfiorisce e si consuma. Bianchi saranno tra poco i tuoi capelli; il tuo viso, oh bello, sarà
scavato dalle rughe. Perciò ti conviene rafforzare lo spirito, la mente e la capacità
espressiva, che non invecchiano. Il grande Ulisse non era bello; eppure grazie alla sua
eloquenza fece innamorare di sé la ninfa Calipso e la maga Circe. I cuori si conquistano
con la dolcezza dell’animo, non con l’irruenza del corpo.
Con la tua donna sii sempre tenero, rivolgile parole affettuose, non farle mai mancare le
carezze. Evita i litigi con lei; se ti provoca, tu sopporta con pazienza, non essere duro,
agisci con saggezza, vedrai che prima o poi diventerà più docile: se usi il senno, a nuoto
puoi attraversare un fiume, ma non ci riesci se, stoltamente, cerchi di attraversarlo
controcorrente. Se lei resiste, tu cedi: cedendo, ne uscirai tu vincitore. Fai sempre e solo
tutto ciò che vuole. Se critica qualcuno, criticalo anche tu; ciò che lei approva, approvalo
pure tu; ciò che lei dice, dillo pure tu; ciò che nega, negalo anche tu. Lei ride? Allora ridi
pure tu; se piange, ricordati di piangere anche tu: sia lei a dare l’espressione al tuo volto.
Quando giocate, fai vincere lei. Quando piove, falla riparare sotto il tuo ombrello. Falle
largo tra la folla. Reggile lo specchio quando si pettina. Fai questo ed altro per la tua
donna, non essere arrendevole né pauroso: l’amore disprezza i pigri e i vili, l’amore è una
milizia, la mano della gente fiacca non impugni le sue bandiere! Le notti in bianco, le
tempeste, i lunghi cammini, le più dure fatiche attendono chi è disposto ad affrontare
questa guerra. Spesso dovrai sopportare la pioggia e il vento e dovrai giacere,
infreddolito, sulla nuda terra. Dovrai anche umiliarti, ricorrere agli espedienti pur di
raggiungere il tuo obiettivo. Butti via l’orgoglio chi vuole il lungo amore! Se sul tuo
percorso trovi una porta chiusa, passa intrepidamente attraverso una finestra oppure
calati dal tetto; il tuo coraggio sia pegno d’amore per la tua donna.
Dovrei ora esortarti a comporre versi? Ahimè, non è molto apprezzata la poesia!
Apparentemente la donna gradisce i componimenti poetici, ma dentro di sé ambisce a
maggiore sostanza; ella al poeta povero preferisce il villano ricco. Vi sono, è vero, donne
dotate di buona cultura, ma sono poche; le altre che non sono colte vogliono far credere
di esserlo.
Ti sconsiglio di fare grandi doni alla tua donna. I tuoi regali siano modesti; tuttavia
sceglili con cura e impara ad offrirglieli con le dovute maniere. Prima di farle un presente
che già ti accingevi a farle, aspetta che sia lei a chiederlo. In tal modo tu non perderai
niente di più, ma il tuo regalo sarà maggiormente apprezzato; inoltre ella crederà di avere
il merito di avere ricevuto il dono e penserà di averti in suo potere.
Ma se vuoi un consiglio che più di ogni altro servirà a conservare l’amore della tua
donna, fa’ che lei ti creda incantato di fronte alle sue grazie. Dille che i suoi vestiti la
rendono ancora più bella. Se indossa gioielli d’oro, giura che lei è più preziosa dell’oro.
Se porta la pelliccia, dichiarale che nulla le dona di più. Se ti appare davanti
all’improvviso vestita in modo succinto, «Oh,» esclama «ma tu scateni incendi!» E subito
dopo, con tono preoccupato, «Per carità, che tu non prenda freddo!» Se porta la riga tra i
capelli, falle i complimenti per la riga. Se si è fatti i boccoli, tu grida: «Oh, questo ricciolo,
che bello!» Quando danza, ammira le sue braccia. Se canta, elogia la sua voce; e, quando
avrà finito, «Oh, che peccato!», dille. E loda pure ogni suo abbraccio e ciò che ti dà nel
letto.
Con tutti questi accorgimenti, quand’anche fosse più feroce della gorgone Medusa,
diventerà docile e mansueta al tuo cospetto. Sta’ attento però che dalle tue parole non
traspaia simulazione alcuna e che i tuoi gesti non ti tradiscano. Infatti, se lei scoprisse che
i tuoi complimenti non sono sinceri, perderebbe per sempre fiducia in te.
Mostrati sempre lieto delle tue cure, non apparire mai infastidito per le attenzioni che le
rivolgi. Piangi spesso davanti a lei, attraverso i baci beva le tue lacrime. Ma non
esagerare: la tua premura non oltrepassi certi limiti, perché potresti urtarla.
Sei così giunto a un buon punto del tuo viaggio in mezzo al mare. Per il movimento della
tua nave non servirti dello stesso vento che ti gonfiò le vele al momento dell’imbarco.
L’amore, se sai ben coltivarlo, col tempo prende sempre più vigore. Il toro che ora ti
incute soggezione, quando era ancora vitello tu lo accarezzavi tranquillamente; l’albero
sotto cui adesso ti sdrai, a suo tempo fu una piantina; il ruscello, scendendo a valle,
diventa un fiume.
Fa’ che si abitui a te: niente rafforza i sentimenti come la consuetudine. La tua donna ti
veda sempre, la tua voce giunga sempre al suo orecchio, fa’ in modo che giorno e notte
ella abbia il tuo volto davanti agli occhi. Ma quando sarai certo che ti vorrà e soffrirà la
tua assenza, dalle un po’ di requie: il campo riposato rende molto di più, e un terreno
arido beve avidamente l’acqua piovana. Ma la lontananza dalla tua donna sia breve,
perché col tempo la sua ansia di rivederti si fa meno gravosa, il viso dell’assente si
sbiadisce e un nuovo amore subentra a quello antico. Se, a causa della tua assenza, un
altro uomo si prendesse la tua donna, tu non potresti biasimarlo, giacché anche tu, al
posto suo, faresti la stessa cosa. Tu, stando lontano dalla tua compagna, istighi il nuovo
arrivato all’adulterio. Ed anche la donna non può fare altro che piegarsi al tradimento
che tu stesso hai favorito, anche perché lei, poverina, ha tanta paura di coricarsi da sola!
Ma se viceversa sei tu a tradire la tua donna e lei ti scopre, diventa furibonda: si guardi
bene l’uomo dal commettere quest’errore! Non che io voglia condannarti a stare sempre
con la stessa donna: me ne preservi il cielo! Svagati, quando vuoi, con altre femmine, ma
non farti scoprire dalla tua compagna. Prima di tutto, non vantarti delle tue conquiste,
poiché le tue chiacchiere si potrebbero diffondere e arrivare all’orecchio della tua donna;
inoltre fa’ in modo che gli orari e i luoghi nei quali incontri le tue amanti non siano quelli
soliti della tua compagna. E se lei dovesse accorgersi delle tue infedeltà coniugali, tu nega
a oltranza, persino l’evidenza; e, per confermare con i fatti che stai dicendo la verità,
congiungiti con lei carnalmente.
Tu, che poc’anzi ammonivo a celare ogni tuo inganno, adesso cambia strada: non
nascondere nulla alla tua donna. Ora dirai ch’io sono incoerente; ma non è sempre con
lo stesso vento che la nave porta i marinai; e il cocchiere ora allenta le briglie, ora le tira.
Vi sono donne infatti che, se non sono fatte ingelosire, sentono poco l’amore. Il fuoco
che a poco a poco si è consumato ed è quasi scomparso sotto la cenere, se vi butti sopra
lo zolfo, riprende il suo vigore. Allo stesso modo si impigrisce un amore troppo
tranquillo, se non è stimolato dal pungolo della gelosia. Fai stare la tua donna sempre
sulle spine, riaccendi il suo cuore intiepidito, fa’ che non si senta sicura del tuo amore. Mi
domandi per quanto tempo farla spasimare; e io ti rispondo: «Per poco, affinché la tua
latitanza non renda la sua ira troppo ardente». Dopo averla fatta soffrire un po’, torna da
lei e accoglila tra le tue braccia, stringila al tuo petto, bacia le sue lacrime, coprila, mentre
piange, di carezze. In questo modo la sua rabbia si scioglierà come la brina al sole. E
quando sarà particolarmente adirata, placa la sua collera nel letto: qui ella ti diventerà
completamente mite.
Mentre ti dicevo queste cose, mi apparve il dio Apollo, il quale mi disse: «O tu che sei
maestro d’amore, conduci davanti ai miei templi i tuoi scolari. Sul frontone di uno di
questi [cioè su quello di Delfi] è inciso il mio motto, “Conosci te stesso”. Solo chi conosce i
propri pregi e difetti è capace di amare. Se sai che la natura ti ha dato un bel viso, tienilo
bene in mostra; chi è consapevole di avere una pelle vellutata, si faccia vedere a torso
nudo; chi conosce quanto gradito sia il suo modo di parlare, eviti di stare troppo tempo
in silenzio; chi canta bene, canti.»
Tornando a noi, non ti venga mai in mente di criticare, nella tua donna, i suoi difetti.
Piano piano ti ci abituerai e non ci farai più caso: le narici disavvezze sentono la puzza
del cuoio, ma poi, gradualmente, non l’avvertono più. È utile inoltre attenuare i difetti
con paroline adatte: alla donna che ha la pelle nera come il carbone, dirai che ce l’ha di
un bel colorito bronzeo; chiama snella colei che non si regge in piedi per quanto è
magra, agile la nanerottola e bene in carne la cicciona. Insomma, copri ogni difetto col
pregio che più gli assomiglia. Per lo stesso motivo, non domandarle mai l’età,
specialmente quando questa è avanzata. E comunque non disprezzare le donne avanti
con gli anni, perché con l’esperienza esse sanno sopperire alla bellezza che sfiorisce.
Cerca di controllarti più che puoi e ritardare così il culmine del piacere. Le zone del suo
corpo dove vedi che lei prova più godimento accarezzale più delle altre: vedrai gli occhi
di lei farsi lucenti di tremulo fulgore, come i raggi del sole spesso risplendono sullo
specchio dell’acqua. E subito verranno i suoi lamenti, il delizioso sussurro, il gemito così
dolce a udirsi, le sue parole eccitate. Ma tu bada di non navigare troppo a gonfie vele e
lasciare lei dietro di te; bensì correte fianco a fianco fino alla meta. Il godimento è pieno
quando tu e lei soccombete simultaneamente. Se invece vedi che il tuo indugio rischia di
abbassare la sua passione, allora spingi con più forza sui remi, sprona il tuo cavallo in
corsa.
Ecco, finita è ormai la mia fatica. Grati, o giovani, assegnatemi la palma, cingete i miei
capelli con una corona di mirto per la mia grandezza nell’arte amatoria. Uomini, in me
esaltate il vostro vate, cantatemi inni di lode, il nome mio cantate per tutto l’universo! Ma
chi di voi, usando la armi che gli ho dato, riuscirà a vincere l’amore della donna, su quelle
spoglie conquistate scriva “Mi fu maestro Ovidio”.
LIBRO TERZO
Strumenti ho dato agli uomini per combattere la guerra d’amore; adesso, donne, ne do
pure a voi, affinché scendiate in campo ad armi pari. Non sarebbe infatti giusto che
combatteste disarmate contro gli uomini armati; né per voi uomini sarebbe gloriosa una
tale vittoria. Qualcuno mi dirà: «Tu regali veleno a queste serpi, alla lupa rabbiosa apri
l’ovile!» Ma non si deve fare di tutta l’erba un fascio: per colpa di poche non si devono
biasimare tutte le donne. Piuttosto è giusto giudicare ciascuna singola donna per le
proprie specifiche qualità. La mia arte non cerca anime elette, alla mia nave bastano vele
modeste. Non insegno altro che l’amore lascivo; mi limiterò a guidare la donna nell’arte
di farsi amare. La donna, più dell’uomo, è vulnerabile alle frecce scoccate da Cupido;
inoltre rimane vittima dei tradimenti più spesso dell’uomo.
Fu la stessa Venere che mi comandò di educarvi. La dea mi apparve e disse: «Che cosa
hanno fatto di tanto male le povere donne per meritarsi di essere abbandonate indifese e
inermi, in balia degli uomini armati? Con i tuoi due libri hai addestrato gli uomini; ora
ammaestra le mie fanciulle!» Pertanto, o donne, finché Venere mi ispira, ascoltate,
liberamente, i miei insegnamenti.
Finché siete giovani, godetevi la vita! La giovinezza è come l’onda, che dopo che è
passata non ritorna più. Verrà il tempo in cui tu, che ora respingi i corteggiatori, giacerai
vecchia e sola nel tuo letto. Nessuno più ti regalerà fiori. Come appassisce presto, ahimè,
il tuo viso a causa delle rughe; come sbiadisce il bel colore che ti rese bella! E in poco
tempo i capelli t’imbiancheranno tutta la testa.
Non arrossite, donne, per i vostri amori! Non negate le vostre grazie a coloro che
ardentemente vi desiderano! Ammesso che lo facciano solo per sesso, che cosa ve ne
esce? Quand’anche fossero mille uomini a coinvolgervi nell’amplesso, voi non ci
perdereste nulla. Il ferro si consuma, col tempo anche la pietra si logora: ma quella parte
resiste bene in voi, non teme alcun danno. Chi di voi avrebbe motivo di negare di
sottrarre una scintilla dal proprio lume? Chi avrebbe timore di prosciugare le infinite
acque del mare? Con questo non voglio indurvi alla prostituzione: voglio soltanto
togliervi un terrore immotivato.
Fatta questa premessa, comincio a darvi i miei precetti. Innanzi tutto, abbiate cura del
vostro corpo. Poche sono le donne che da Iddio hanno avuto il dono della bellezza; tutte
le altre la bellezza se la devono costruire per mezzo di artifici, tra cui quello di vestirsi
bene. Ma evitate vesti lussuose e gioielli troppo preziosi, in quanto l’eccessiva ricchezza a
volte tiene lontani noi uomini e ci spaventa. Ciò che viceversa ci attrae è la semplice
eleganza. Tenga la donna in ordine i capelli: sono le mani a dare la bellezza, sono le mani
a toglierla. In vari modi si possono acconciare; ciascuna donna scelga la foggia più adatta
a sé, facendosi consigliare dallo specchio: un viso lungo vuole soltanto la scriminatura su
fronte sgombra; un viso rotondo esige che i capelli vengano raccolti in alto, affinché le
orecchie rimangano scoperte. Un altro viso vorrà le chiome sciolte sulle spalle, come le
porta Apollo quando canta con la lira in mano; le porti un’altra legate alla maniera di
Diana [la dea della caccia e dei boschi]. A qualcuna si addicono capelli voluminosi; a
qualcun’altra lisci e appiattiti. A una piace decorarli con una spilla, all’altra farli ondulati.
Ma come le ghiande di una quercia, le api del monte Ibla [in Sicilia] e i lupi che vivono
sulle cime dei monti, così sono innumerevoli le diverse acconciature, e ogni giorno che
passa ne nascono mille nuove ancora. Tuttavia a volte si fa più colpo coi capelli un po’
scompigliati; ad esempio, Ercole, quando vide Iole un po’ spettinata, disse: «Ecco chi
amo!»
Madre Natura con voi donne è benigna, giacché, se da un lato vi offende, dall’altro lato
vi dà i mezzi per rimediare alle offese: i capelli che vi tingete per coprire la canizie
sembrano più belli di quelli naturali; qualcuna di voi, per sostituire i capelli che non ha,
va a spasso coi capelli di un’altra, che ha comprato al mercato [ai tempi di Ovidio era
possibile farlo]. Noi uomini invece non sappiamo nascondere i nostri difetti. L’età crudele
ci strappa i capelli, a poco a poco cadono tutti come foglie al vento.
Riguardo ai vestiti, o donne, scegliete quelli che più vi si adattano: i colori scuri si
addicono a chi ha la pelle bianca come la neve; al contrario, il bianco si confà alle pelli
scure.
Badate anche che le vostre ascelle non puzzino di capra e che sulle vostre gambe non vi
siano ispidi peli. Prendetevi cura pure dei vostri denti, non fateli diventare neri a causa
della negligenza, e sciacquatevi la bocca ogni mattina. Altri tipi di rimedi li conoscete
meglio di me, come quello di usare certi prodotti per schiarire il viso o, se questo è
pallido, per renderlo più colorito; oppure ancora quello di marcare le sopracciglia
affinché appaiano meno sottili. Ma state accorte che l’uomo non vi colga mai coi vasetti
dei vostri cosmetici! L’arte che vi fa belle sia segreta; chi non si schiferebbe infatti nel
vedervi tutte untuose con le creme spalmate sulla pelle durante i vostri trattamenti di
bellezza? Spesso le cose che quando sono ultimate ci piacciono, in corso d’opera,
viceversa, ci disgustano: le belle statue scolpite da Mirone [scultore dell’antica Grecia, autore,
tra l’altro, del famoso Discobolo] un tempo furono massa informe e inespressiva, e per
forgiare l’anello occorre battere a lungo l’oro.
Cercate di celare i vostri difetti: a te che sei bassa di statura, conviene stare seduta, per
non sembrare già seduta in piedi; se sei troppo magra, indossa vestiti ampi e lascia il
mantello aperto sulle spalle. Gesticola poco se hai le mani grosse; se hai l’alito cattivo,
non parlare mai a digiuno e stai a debita distanza dall’uomo. Se hai dei brutti denti, evita
di ridere; e anche se ce li hai belli, cerca di ridere con grazia e delicatezza; ci sono donne
infatti che per il troppo fervore con cui sghignazzano sembra che piangano; e ce n’è
qualcuna che quando ride emette un suono così sgradevole che pare la somara quando è
legata alla macina.
Imparate anche a camminare con eleganza, come si conviene a una donna; il portamento
gioca un ruolo importante nelle vostre grazie: a seconda dei casi, respinge o attira chi vi
non vi conosce. Lasciate nuda parte della spalla e la zona alta del braccio; ciò dona,
soprattutto se la pelle è candida: a questa vista, io personalmente sono spinto in maniera
irresistibile a coprire di baci la parte scoperta.
Imparino inoltre la mie fanciulle a cantare: a molte fece da ruffiana, più che la bellezza
fisica, la voce. Né dubiti nessuno ch’io non voglia esperta la donna nel ballo: chi dimena
con scioltezza i propri fianchi manda in visibilio gli spettatori.
Utile vi è pure, o donne, la folla; uscite spesso di casa. La lupa si lancia nel gregge per
prendere un’agnella, sugli stormi si getta l’aquila in volo: allo stesso modo si mostri in
pubblico la donna, affinché tra tanti uomini ve ne sia almeno uno che s’innamori di lei!
Spesso la donna trova marito al funerale del proprio marito; perciò conviene che ella ci
vada coi capelli curati e che si mostri molto commossa e addolorata, affinché appaia più
piacente e sensibile.
Evitate però, donne, l’uomo agghindato o con i capelli troppo curati: ciò che dice a voi
l’ha già detto a mille altre donne. Il suo amore è vagabondo, non sa fermarsi in uno
stesso luogo. Che ve ne fate di chi è incostante più di voi stesse e forse innamorato di
qualche effeminato come lui? Date retta a me che ho molta esperienza: state alla larga da
questo tipo di uomo! Non fatevi ingannare dai suoi capelli profumati né dalla fascia che
si mette sulla fronte per coprire le rughe né dai suoi vestiti lussuosi né dagli anelli che gli
ornano le dita. La vostra porta non si apra mai all’uomo imbroglione. Se lui ti fa
promesse solo a parole, anche tu fai altrettanto; se poi mantiene con i fatti le promesse,
donagli prontamente il piacere che avete pattuito. Quando ti scrive lettere, cerca di capire
se le sue parole sono sincere o false. Prima di rispondergli, aspetta un po’: l’ansia
dell’attesa alimenta l’amore; ma sii prudente, che l’indugio sia breve. A chi t’implora non
promettere troppo facilmente né rifiutare troppo bruscamente ciò che ti chiede; lascialo
sperare e temere allo stesso tempo.
Cercate pure, o donne, di soffocare l’ira e la superbia, giacché vi deformano l’espressione
del viso: ad accendere l’amore è la dolcezza di uno sguardo amico. Credete a me che
sono esperto: l’uomo non sopporta l’atteggiamento spocchioso e sprezzante. Inoltre noi
uomini rifuggiamo dalle donne malinconiche: solo la donna allegra c’innamora!
E vado avanti fino in fondo: ormai ho aperto la porta ai miei nemici [cioè alle donne]: mi
rendo conto che così facendo ho commesso un tradimento [verso gli appartenenti al suo
sesso, cioè gli uomini], ma ciò che vi ho promesso lo manterrò.
L’amore troppo facile difficilmente si gode a lungo. Alle vostre concessioni alternate
perciò qualche rifiuto. Lasciate ogni tanto che il corteggiatore vi preghi: a noi uomini
non piace il dolce, il nostro appetito è stimolato dall’amaro. Affonda a picco una barca
sospinta da un vento troppo favorevole. Per questo motivo l’amore della moglie è fuori
dalla logica: infatti il marito ce l’ha ogni volta che vuole. Ponete una porta tra voi e
l’uomo; ditegli senza pietà: «Oggi non puoi!» Respinto, in lui l’amore ritornerà più forte.
Ma adesso buttate via le armi smussate, e avanzate in campo con quelle affilate, i cui
colpi, ahimè, feriranno anche me stesso che vi sto insegnando a darli!
Finché il nuovo spasimante non è caduto nelle vostre reti, lasciategli l’illusione che siete
sue. Solamente dopo egli si accorga dei suoi rivali, e sappia di dovervi dividere con loro.
Senza questa strategia l’amore invecchia presto. Il cavallo di razza irrompe nella pista
quando vede che vi si trovano altri cavalli in corsa che può raggiungere e superare.
Benché languido, il fuoco alimentato dalla gelosia è tale che basta una piccola causa per
farlo divampare. Per quanto mi riguarda, ve lo confesso, amo soltanto quando vengo
tradito.
Stavo dimenticando, donna, di spiegarti come eludere la vigilanza del tuo attento marito.
Quand’anche gli occhi puntati su di te fossero tanti quanti erano quelli di Argo [mitologico
gigante dai cento occhi], non ci sarà uomo di cui tu non possa scansare la sorveglianza, se
solo tu lo vorrai. Potrà mai esserci uomo al mondo che possa impedirti di scrivere di
nascosto due righe, dal momento che non può seguirti in bagno? E dopo che le hai
scritte, potrà mai egli accorgersi della tua lettera, se tu l’hai consegnata a un’amica, la
quale la può occultare tra i seni o nelle scarpe prima di consegnarla al tuo amante?
Acrisio [mitologico re della città di Argo, in Grecia] adottò tutte le precauzioni per conservare
vergine la figlia [Danae, che secondo un oracolo avrebbe avuto un figlio che avrebbe ucciso Acrisio],
ma ciononostante accadde che lei lo rese nonno [fu Giove che riuscì a fecondarla presentandosi
a lei sotto forma di una pioggia d’oro entrata attraverso una fessura della soffitta della stanza nella
quale era stata rinchiusa dal padre]. Quale potere potrà mai avere un guardiano a Roma, dove
i teatri sono tanti e dove le donne possono liberamente assistere alle corse dei cavalli e
partecipare ai riti sacri in onore della dea Iside, il cui ingresso è vietato agli uomini? Ed
anche nei bagni pubblici è possibile godersi un amore furtivo. Inoltre col vino, se offerto
in abbondanza, puoi neutralizzare qualunque vigilante occhiuto. Esistono pure medicine
capaci di indurre un profondo sonno. E con un po’ d’oro il custode è tuo. Credi a me:
coi soldi compri gli uomini e gli dèi. Con le offerte riesci a placare lo stesso Giove: se si
lasciano corrompere gli dèi, a maggior ragione si lascerà corrompere il custode.
Certo che sono proprio pazzo: vado a petto nudo contro il nemico, mi tradisco con le
mie stesse mani! Facendo un paio di paragoni, è come se un uccello rivelasse al
cacciatore il modo di tendergli la rete, o come se una cerva svelasse ai cani il modo
migliore per essere catturata. Peggio per me, continuo scrupolosamente a insegnarvi
quanto vi ho promesso, vi do le armi da cui sarò straziato.
Fate in modo, e in questo siete maestre, che noi uomini ci crediamo amati: chi vi adora,
crede, felice, tutto ciò che spera. Guardate languidamente chi vi ama, mandate lunghi
sospiri. Mostratevi dispiaciute per il ritardo con cui vi raggiunge e fingetevi molto
addolorate a causa delle vostre rivali in amore.
Quando andate a cena, fatevi aspettare: l’attesa accende l’interesse. Andateci dopo il
tramonto: il buio coprirà i vostri difetti. A tavola mangiate meno di quanto vorreste: se
Paride [figlio di Priamo, re di Troia] avesse visto Elena [moglie di Menelao, re di Sparta, rapita da
Paride e da lui portata a Troia, episodio che causò la guerra di Troia] intenta a ingozzarsi di cibo,
si sarebbe domandato: «Perché l’ho rapita?» Riguardo al bere, ritengo che alla donna si
addica molto più che all’uomo; ma pure in questo non superate i limiti: bevete finché la
vostra mente e le vostre gambe reggano e non vediate due uomini al posto di uno!
Mentre fate l’amore, pronunciate liberamente le parole che la passione vi ispira. Ed
anche tu, cui Venere negò il desiderio sessuale, simula eccitazione con parole bugiarde.
Vorrei continuare su quest’argomento... ma mi vergogno, vi sono cose che non posso
dire.
Il mio gioco è terminato. È il momento che io scenda dal carro di Venere, che fino a qui
mi ha trasportato. E come gli uomini, anche voi donne, che fino a qui mi avete seguito,
scrivete sopra i trofei “Ci fu maestro Ovidio”.