Catardi R

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Catardi R
Catardi Raffaello
Alghero - Pescatori di Scogliera
in Rivista Sarda
n° 4 Aprile-maggio 1920
Furogna è un marinaio pescatore. Nella lunga scala gerarchica delle maestranze marinare di
Alghero, la categoria cui egli appartiene, non occupa un posto secondario; la sua piccola barca
troppo sovente reca in porto guano e gabbiani al posto di aragostette squassanti, e deve ridursi
umilmente a sottovento di fronte alle barche nassaiole, che rientrano con la brezza leggera in pieno
meriggio, sfoggiando dal fianco opulento il trionfo di colori di una abbondante pescagione.
Ciò non toglie che Furogna non sia un marinaio come si deve; che anzi più volte, stretto dal
maltempo, ha lasciato il velame al libeccio, e più volte ha fatto conoscere alla piccola palma legata
in cima d’albero ad augurio di pace, una benedizione meno dolce di quella pasquale. Sicché la sera,
nei crocchi delle bettole, il suo parere porta un peso non disprezzabile sulla bilancia delle
discussioni, interminabili discussioni fatte al debole chiarore della lanterna rossa e confortate
dall’odore piccante dei zarretti in graticola.
Se andassimo in barca con Furogna e frugassimo nella intimità oscura del sottoprua, non potremmo
fare a meno di notare una quantità di insoliti attrezzi da pesca. Ci rivelerebbero la serie di mestieri
del nostro uomo, che appartiene alla maestranza dei pescatori di scogliera. Dunque niente segnacoli
da nasse che i nassaioli costruiscono con larghe focacce di sughero guarnite da un ramoscello di
odoroso lentischio e da un sonaglio da pecora. E neanche le soffici matasse di rete, benevoli
mitigatrici della durezza del pagliuolato...
Al contrario vi troveremmo i palamiti dai mille ami disposti a semicerchio, e la totanara, che
mollata all’imbrunire e portata allo strascico con vento leggero, incoccia i bei calamaretti accorrenti
al richiamo della piuma bianca di piccione. E non ci sfuggirebbe la piccola lama da patelle, e il
gamberaio, e il ferro da nacchere nemico acerrimo della enorme conchiglia bivalva il cui muscolo
fibroso e bianco forma la massima delizia gastronomica dei buongustai di Alghero.
Tale genere di attrezzi non ammette altro lavoro di pesca all’infuori di quello fatto nelle immediate
vicinanze della costa, ma il tipo di attrezzatura, identico in tutto a quello degli altri gussi permette a
questi pescatori di scogliera la navigazione nel golfo e fuori. Perciò la loro attività peschereccia si
spinge a Capo Marrargiu e a Capo Falcone, e avendo centro nel golfo di Alghero, viene così a
svolgersi lungo il tratto settentrionale della costa di ponente.
(pagg. 118-119)