Il Secolo XIX - Università degli studi di Genova
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Il Secolo XIX - Università degli studi di Genova
{REG-8-0207-5} Tue Jul 1 19:18:28 2003 CYAN MAGENTA YELLOW BLACK 34 ● INTERNET & TECNOLOGIE 2 luglio 2003, Mercoledì Liguria ricerca LA FOTO DEL GIORNO IN RETE & SCIENZA Il viaggio di Giuseppe e dell’omonimo Guiseppe Ricerche sull’atomo per una chimica più pulita el 1911 la popolazione di Favale, località della val Fontanabuona devota al martire San VincenN zo, era virtualmente di 3.745 persone. 1223 vivevano stata pubblicata dalla prestigiosa rivista È scientifica internazionale Physical Review Letters una ricerca dell’Istituto Nazionale di Fisi- in paese; più del doppio (2.522) oltreoceano. Domenica scorsa, come ogni estate da quasi mezzo secolo, nel borgo che oggi ha meno di 500 abitanti si sono ritrovati gli emigranti che hanno fatto fortuna. Il loro simbolo è Amedeo Peter Giannini che fondò la “Bank of America”, per anni il più importante istituto di credito privato del mondo; la casa del padre, nella frazione di Accereto, è diventata il museo di queste storie terribili e straordinarie. Ma non tutti gli emigranti divennero ricchi e famosi. I più si dispersero per le strade del mondo aggiungendo la sofferenza della lontananza a quella di una vita grama. Prendiamo i Giannini, per esempio. Non i parenti del banchiere. Tutti gli altri. Alla porta dell’America (www.ellisisland.org/default.asp), con questo cognome, bussarono in 1.240. I liguri erano sei, più almeno altri due probabili a giudicare dai luoghi di provenienza, Castiglioni (Castiglione?) e Cawposoico (Campodonico?). Tre venivano da Varese Ligure (Emanuele, numero 411, arrivato nel 1903 a 25 anni; Antonio, numero 185, anno 1922, 23 anni; Pietro, numero 1.067, anche lui 1922, dodici mesi). Uno era di Savona (Giuseppe, numero 697, anno 1907, 39 anni). Poi ce n’erano due proprio di Favale, entrambi di nome Giuseppe, anche se a Internet il secondo è stato consegnato come “Guiseppe”. Giuseppe era il numero 674, arrivò nel 1910 a 25 anni. “Guiseppe” era il 730, sbarcato cinque anni prima, nel 1905, quando aveva 18 anni. A rigor di termini, l’altro Giannini, quello della “Bank of America”, non era neppure emigrante: era arrivato in Usa nel grembo della madre. Vide la luce il 6 maggio 1870 a San José, in California, all’alba del decennio che portò 56 mila italiani oltreoceano. Quando “Guiseppe” scende dalla nave a NewYork, la “The California-based Bank of Italy” (in origine si chiamava così), è aperta da un anno. ”Guiseppe“ sbarca il 25 settembre da ”La Gascogne“, partito da Le Havre. Nella lista dell’ Immigration (www.ellisisland.org/search/shipManifest.asp?; occorre registrarsi) è il numero 17. La prima cosa che salta agli occhi è il puntino sul secondo corno della “u”, assolutamente perfetto. Così diventò “Guiseppe”. Tra camerieri, minatori, contadini, viene classificato “horseman”, cavallerizzo. In tasca ha trenta dollari. Non risulta né poligamo, né anarchico. Ha già parenti in America. Giuseppe - alto cinque piedi e tre pollici, ma non si conosce il colore di occhi e capelli - arriva sul “Duca D’Aosta” il 12 aprile 1910, quando ormai da un anno Amedeo Peter sta comprando le piccole banche della California per incorporarle nella sua. Ha 25 dollari in tasca e, negli Usa, un fratello di nome Giovanni. La domanda è: dove finirono. Su Internet ci sono centinaia di piste, quasi tutte probabilmente false. Basti dire che, digitando “guiseppe giannini” su http:/ /boards.ancestry.com/ («la più grande raccolta di registrazioni di storie familiari sul web») si ottengono duemila risultati, compreso uno che riguarda il figlio di Giancarlo Giannini, l’attore. Chi è romantico può sperare che i due Giuseppe abbiano fatto fortuna. Gli altri (http://pirate.shu.edu/~connelwi/tamtime.htm) possono consolarsi pensando che Amedeo Peter, al quale nel ’30 fu sfilato il colosso che aveva costruito, ispirò un film a Frank Capra, altro emigrante che credeva nei sogni. Il titolo era “American Madness”, l’anno il 1932. Chissà dov’erano Giuseppe, Guiseppe e tutti gli altri. Marco Giacobbe [email protected] A.A.A. macchinine in vendita È in corso la catalogazione di una delle più grandi collezioni di modellini d’auto, quella del fisico americano Ferdinand Zegel, recentemente scomparso. Dei 50 mila pezzi, molti sono ormai molto rari. Dalla vendita si prevede un ricavo di 1,6 milioni di dollari mondi VIRTUALI ra le ultime novità nel monT do del divertimento elettronico per Xbox e Playstation 2 spiccano quelle edite da Halifax, garanzia di qualità su ogni piattaforma videoludica. E proprio su Xbox è da non lasciarsi scappare Red Faction II, gioco d’azione 3D con visuale in prima persona ambientato sulla Terra del ventiduesimo secolo, un tetro futuro dove si combatte una guerra senza sosta per la libertà contro una malvagia dittatura. Nel ruolo di un soldato esperto in demolizioni bisognerà completare numerose missioni sfruttando al meglio un letale arsenale e ser- vendosi anche di mezzi come carri armati o sottomarini. Sparatorie, inseguimenti, enigmi da risolvere, dialoghi, colpi di scena e la possibilità di interagire totalmente con l’ambiente di gioco (che si potrà demolire a piacimento) sono gli elementi che coinvolgono e tengono vivo a lungo l’interesse degli utenti. Da lodare anche la presenza della modalità multiplayer (fino a quattro partecipanti su schermo condiviso), per sfide ancora più avvincenti. Incredibilmente spassoso è Dancing Stage MegaMix, un titolo per Playstation 2 con cui ci si potrà improvvisare ballerini da discoteca, eseguendo spettacolari passi di danza al ritmo di ventotto brani differenti, che spaziano da Kylie Minogue (Love at First Sight) a Elvis Vs. JXL (A Little Less Conversation). Il prodotto è adatto a tutte le età visto che, a seconda del livello di difficoltà selezionato, le prestazioni fisiche richieste diverranno più o meno impegnative, variando dal ballo "tranquillo" alla danza più sfrenata. Con l’apposito tappetino "dance mat" (venduto separatamente), attivando la modalità "Workout", si potrà anche dimagrire facendo ginnastica a tempo di musica, dopo aver impostato il proprio peso e il consumo calorico desiderato durante la sessione. Un ottimo mix di divertimento ed esercizio fisico. Ancora per PS2, dedicato agli amanti dell’horror e delle emozioni forti, è da segnalare Clock Tower 3, appassionante avventura 3D in cui si vestiranno i panni di Alyssa, una giovane studentessa che, in cerca della madre scomparsa, si ritroverà a viaggiare nel passato per liberare delle anime di innocenti brutalmente assassinati da vari serial killer. Oltre a risolvere gli enigmi necessari a svelare il mistero della sparizione materna, bisognerà riuscire a sopravvivere agli attacchi di folli omicidi e raccapriccianti fantasmi, scappando e nascondendosi il meglio possibile sfruttando l’ambiente circostante. Un gioco tra il thriller e il paranormale, dove l’adrenalina è mantenuta alta dalla costante tensione a cui è sottoposta la giovane protagonista virtuale (soggetta anche a possibili attacchi di panico) e di riflesso, quindi, anche il giocatore. Piermarco Rosa ca della Materia (Infm) di Genova sui fenomeni di catalisi, che apre nuovi scenari nella comprensione dei meccanismi della reazione chimica a livello nanoscopico. Con future ricadute sulla produzione industriale per quanto concerne la riduzione dei costi e dell’inquinamento. L’articolo, uscito il 6 giugno, s’intitola "Inserimento e rivelazione di atomi di specie subsuperficiali", e gli autori sono Mario Rocca (docente associato di Struttura della materia alla facoltà di Scienze di Genova), Luca Vattuone (ricercatore), Letizia Savio (dottoressa di ricerca). Che, come unità dell’Istituto nazionale per la fisica della materia, hanno portato avanti lo studio al dipartimento di Fisica dell’Università all’ombra della Lanterna. Oggetto di questo lavoro è la comprensione dei fenomeni di catalisi, utilizzata dall’industria chimica per sintetizzare composti complessi (l’ammoniaca). Oppure per eliminare specie inquinanti come l’ossido d’azoto e il monossido di carbonio generati dal motore a scoppio delle auto (marmitta catalitica). «Particolari fenomeni di catalisi - dice il professor Mario Rocca - sono influenzati dalla presenza di specie chimiche sotto la "superficie", che per loro stessa natura sono difficili da osservare, e per questo motivo sono stati poco studiati negli ultimi 30 anni. Con le nostre ricerche abbiamo trovato che un particolare difetto della "superficie" permette questa migrazione di atomi di ossigeno verso le zone subsuperficiali. Particelle che presentano caratteristiche chimiche diverse rispetto a quelle sovrastanti la "superficie"». Queste particelle quindi giocano un ruolo importante per la sintesi di certi composti, quali l’epossido d’etilene, utilizzato ad esempio come composto base per produrre il liquido refrigerante destinato ai radiatori delle auto. L’industria "sforna" questo liquido con una perdita del 20% di reagenti che potrebbe essere eliminata grazie appunto alla comprensione dei meccanismi della reazione chimica a livello atomico. «Questa ricerca - conclude il professor Mario Rocca - apre nuovi scenari nella comprensione delle reazioni chimiche, con possibili grandi ricadute nell’industria. In sostanza questi studi hanno come obiettivo la selettività nelle reazioni chimiche: cioè dato un certo reagente si vuole ottenere il prodotto programmato senza scarto, che porta costi aggiuntivi e inquinamento». Maurizio Monero