I gioielli del mare
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I gioielli del mare
BIODIVERSITÀ / I coralli e la Cites I GIOIELLI DEL MARE Gli invertebrati rappresentano il 97 per cento delle specie che costituiscono il Regno Animale I coralli sono i “mattoni” di habitat marini straordinari di Marco Fiori ra le barriere coralline vive circa un terzo delle specie ittiche del pianeta ed una moltitudine di altre specie animali e vegetali. Le formazioni coralline sono diffuse nelle fasce marine tropicali che garantiscono la giusta temperatura (circa 18 C°) e il giusto approvvigionamento solare tutto l’anno. La fascia più rappresentativa è quella Indo-pacifica, ma anche quelle delle coste africane sull’Oceano Indiano, quelle del Mar Rosso e dei Caraibi sono altrettanto note e meravigliose. Esistono tre tipi di formazioni coralline: i banchi costieri, le barriere e gli atolli. Le barriere propriamente dette sono le più belle, separate dalla costa da canali sabbiosi anche di decine di chilometri. Si innalzano a formare vere praterie sottomarine con scarpate sul lato esterno. Sono ecosistemi fragilissimi che dipendono dalla esposizione T alle maree e al sole, facilmente danneggiabili dalle pinne dei turisti che arrivano a frotte a Sharm El Sheik e dintorni. Solo in determinate condizioni infatti possono vivere le miriadi di specie di alghe che vivono in simbiosi con i coralli e ne permettono la vita. I problemi di conservazione consistono nel deterioramento degli habitat di provenienza a causa dell’inquinamento e negli effetti del surriscaldamento dei nostri mari. Ormai noto è il fenomeno dello “sbiancamento” dei coralli . Potendo infatti vivere solo in simbiosi con le alghe “zooxantelle” che forniscono il cibo ai coralli a seguito della fotosintesi, quando la temperatura si innalza di molto oltre i 18 C°, questi espellono le alghe assumendo quella singolare colorazione biancastra. Il corallo in queste condizione non sopravvive e la barriera si degrada. La barriera corallina della Papua Nuova Guinea. 30 - Il Forestale n. 44 I sequestri della Forestale Tonnellate di coralli, madrepore e conchiglie sono stati sequestrati dai Nuclei Cites nei porti di Genova e Napoli ma anche negli aeroporti di Milano, Roma e Palermo. Nel 1997 in un solo sequestro al porto di Genova furono sequestrati circa 60 mila pezzi da coralli grezzi, souvenir di corallo, tridacne e conchiglie strombus. Nel 2007 l’attività di vigilanza in aeroporto e un’articolata attività di intelligence ha portato al sequestro di numerose partite illegali di corallo provenienti dal sud-est asiatico (Indonesia, Filippine, Tailandia). Sotto il profilo delle indagini questo settore ha proposto agli investigatori del servizio Cites del Corpo forestale uno scenario nuovo ed emergente. Infatti il massiccio uso nella acquariofilia italiana di molte specie coralline a rischio ha favorito la ripresa del traffico illegale, permesso grazie alla complicità di una serie di soggetti che operano nelle dogane italiane. I coralli vengono occultati dentro partite di specie legali o dentro colli contenenti articoli genericamente dichiarati come “pesci tropicali” permettendo così di sottrarsi ai controlli doganali. Dall’ottobre 2007 ad oggi sono stati sequestrati all’Aeroporto di Fiumicino oltre 300 chili di coralli vivi e morti del tipo blu, a canna d’organo e del meraviglioso genere Tubastrea spp. dai colori pastello che vanno dal viola, all’arancio, al fucsia. Nella stessa indagine, iniziata grazie alle segnalazioni pervenute dalla Forestale di Napoli, sono state intercettati colli illegali delle stesse specie a Milano Malpensa ed a Palermo Punta Raisi. Molti di questi coralli pervenivano direttamente dalle zone ove le barriere coralline sono minacciate sino all’80 per cento della loro estensione. La situazione dei coralli “mediterranei”, come il corallo rosso (Corallium rubrum) e di altre specie dei nostri mari, come i datteri di mare (Litophaga litophaga), un grosso mitile ancorato sulle scogliere dell’Adriatico, non appare rosea. Il corallo rosso non è protetto dalla Cites. Una proposta di inclusione dell’intero genere Corallium era stata presentata dagli Stati Uniti, nel 2007. Per il direttore dell’Ufficio Traffic del Wwf Italia, Massimiliano Rocco “in molte aree marine italiane si assiste ad una oggettiva rarefazione della presenza di corallo rosso dovuta alla raccolta per uso commerciale e alla pesca a strascico. A riprova della preoccupazione per l’eccessivo sfruttamento del corallo rosso è la misura adottata dalla Regione Sardegna che da un’anno ne ha vietato la raccolta. L’ inclusione in Appendice II della Cites non ne avrebbe vietato lo sfruttamento ma ne avrebbe permesso il monitoraggio e la regolamentazione della pesca”. Chi sono coralli e le madrepore sono organismi a forma di tubo che secernono un’esoscheletro di carbonato di calcio che depositandosi ed indurendosi, anno dopo anno, forma la barriera che a sua volta serve da ancoraggio ad altri coralli ed alghe. I più famosi gruppi tassonomici di coralli sono della classe degli Antozoi o “animali fiori”, e degli Idrozoi. Tra i primi vanno ricordati i Tubiporidi, i famosi coralli a canna d’organo, gli Antipatari o coralli neri, famosi per la realizzazione di collane e bracciali, le Scleractinie, utilizzati molto morti per arredamento e collezionismo. Poi ancora le madrepore del genere Fungia, quelle a forma di cervello o Lobophyllia, quelle a corna di cervo o Acropora , i bellissimi e ambiti coralli blu o Heliopora. Tutte queste specie sono tutelate dalla Cites. Ogni forma di commercio e detenzione è subordinata quindi alla presenza del relativo permesso. I Il Forestale n. 44 - 31 © K. Aitken/Panda Photo A queste minacce si aggiunge la pesca a strascico e il distacco incontrollato per uso commerciale (souvenir e acquariofilia). Negli ultimi anni si è rilevato in Europa un crescente uso dei coralli vivi per l’allestimento di acquari. Molti Paesi di origine introducono bandi all’esportazione per frenare le cause del declino ma proprio su queste specie si accanisce il traffico illegale.