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72-75 Francia merlo_Layout 1 10/04/13 21:46 Pagina 72 DOSSIER ULTIMO SPETTACOLO Il contrappasso francese La Francia deve affrontare la rabbia degli operai messi in mobilità, gli studenti e le paure della borghesia. Hollande ostenta tranquillità e vuole trasmettere l’immagine di un leader saldamente al potere. Le missioni africane delle truppe francesi servono anche a suggerire l’idea di un paese solido e forte. Eppure il consenso che ha portato Hollande alla vittoria sembra evaporato. di Anna Maria Merlo 72 A un anno dalla promessa del “cambiamento adesso” che il 6 maggio 2012 ha portato François Hollande all’Eliseo, la società francese è in preda al dubbio. C’è chi accusa il governo di Jean-Marc Ayrault e il presidente di aver “tradito”. C’è chi, dopo aver perso il lavoro – la disoccupazione supera i 3 milioni, la soglia psicologica del 10% è stata oltrepassata e 5 milioni sono iscritti alle agenzie di collocamento mentre ci si avvicina al record negativo del ’97 – grida nelle piazze la sua disperazione. Non è ancora un movimento generalizzato, ma nella fabbrica Peugeot di Aulnay, destinata alla chiusura nel 2014, la tensione cresce, gli operai della Goodyear di Amiens, quando sono venuti nei pressi di Parigi per protestare, si sono scontrati con la polizia. Una manifestazione a Strasburgo, che aveva riunito lavoratori francesi, belgi e lussemburghesi che stanno perdendo il lavoro, nelle acciaierie Mittal e non solo, è degenerata, un manifestante ha perso un occhio, colpito da una pallottola di gomma sparata dalla polizia. E poi c’è stato il dramma di Nantes, dove un disoccupato a cui l’agenzia di collocamento chiedeva di restituire parte dei sussidi ricevuti, si è immolato bruciando vivo di fronte agli uffici di questa struttura. Un gesto che comincia a fare degli emuli. Ma governo e presidente non perdono la calma. “La rotta resta la stessa” dichiarano, anche se sono necessarie alcune correzioni, causate dalla contingenza negativa che investe tutta l’Europa. La finanziaria 2013 era stata costruita su una previsione di crescita dello 0,8%. La Commissione di Bruxelles ha rivisto al ribasso il programma e la Francia non spera ormai di superare un misero più 0,1% quest’anno. Hollande aveva promesso, soprattutto a Bruxelles e ai mercati, di riportare entro il 2013 i deficit pubblici entro il 3% regolamentare, imposto da Maastricht e confermato dal Fiscal Compact, approvato ai tempi di Sarkozy. Ma la Commissione ha gelato le speranze di Parigi: il deficit sarà del 3,7% quest’anno e il rientro al 3% non è neppure considerato possibile nel 2014. Dopo i tagli dell’autunno, intorno ai 30 miliardi di euro, seguirà altro rigore: tra i 6 e i 10 miliardi da trovare quest’anno. Aumentare le tasse? La strada è ostruita, dopo il rialzo delle imposte dei mesi scorsi, non tanto per la polemica sulle “fughe” dei ricchi all’estero, ma soprattutto per la pressione sulle classi medie, che per la destra sono “bastonate”. Restano i tagli alla spesa. O almeno una spesa più intelligente, vuole far credere il governo. I mercati, per il momento, continuano a dare fiducia alla Francia. I tassi di interesse che il paese paga – ormai uno dei principali capitoli di spesa dello stato, che sfiora i 50 miliardi di euro l’anno – restano bassi. Bruxelles ha di fatto accettato di dare più tempo a Parigi per rispettare gli impegni presi. Ma la promessa che più interessa i francesi, quella ribadita da Hollande di “rovesciare la curva della disoccupazione entro la fine dell’anno”, si allontana. Hollande, dopo un momento di ripresa dei consensi a gennaio-inizio febbraio, grazie all’intervento in Mali, è crollato nei sondaggi all’inizio di marzo era, a dieci mesi dall’elezione, il presidente più impopolare dall’81, in un arco di tempo così breve, cioè quando le promesse dell’allora presidente Mitterrand cominciavano a impallidire. east european crossroads 72-75 Francia merlo_Layout 1 12/04/13 18:54 Pagina 73 FRANCIA ramento. L’asse con la Germania di Angela Merkel, ormai in campagna elettorale, si è molto allentato. Il confuso risultato delle elezioni italiane ha tolto ogni illusione sulla possibilità di costituire un fronte per cercare di piegare Berlino ad accettare una politica di stimolo all’economia. In Europa, Hollande ha accumulato sconfitte, il “piano di crescita” di 120 miliardi è praticamente inesistente, il Consiglio ha proposto un bilancio pluriennale 2014-2020 d’austerità, intorno all’1% del Pil della Ue, che solo un voto contrario dell’Europarlamento potrebbe rimettere in causa. Per i francesi si profila una nuova riforma delle pensioni lacrime e sangue [ Lavoratori delle acciaierie Mittal in corteo. REUTERS/CONTRASTO/JEAN-PAUL PELISSIER Eppure Hollande aveva puntato tutto su un percorso rovesciato rispetto al suo unico predecessore socialista alla testa della V Repubblica. Il risanamento prima, poi la ripresa economica (Mitterrand aveva fatto una politica espansiva all’inizio fino alla svolta del rigore nell’83). La scommessa era basata su un altro parallelo storico, quello con il ’97, quando grazie alle legislative anticipate volute dal presidente Chirac, i socialisti erano tornati al governo, con Lionel Jospin e la crescita mondiale aveva permesso a Parigi, governata con abilità, di riprendersi. Ma oggi la crescita europea non c’è e non sembra esserci nessuna prospettiva di miglio- DOSSIER numero 47 maggio/giugno 2013 73 72-75 Francia merlo_Layout 1 10/04/13 21:46 Pagina 74 REUTERS/CONTRASTO/ PHILIPPE WOJAZER DOSSIER ULTIMO SPETTACOLO Francia Indicatori politici AREA: 643.801 Km2 POPOLAZIONE: 65.630.692 massimo rischio FORMA DI GOVERNO: Repubblica SUFFRAGIO: Universale (18 anni) CAPO DI STATO: François HOLLANDE (Maggio 2012) CAPO DI GOVERNO: Jean-Marc AYRAULT (Maggio 2012) PIL NOMINALE: $ 2.744 mld (stima 2013) INFLAZIONE: DISOCCUPAZIONE: minimo rischio 0 22 25 21 Corruzione Indipendenza della giustizia 1,3% (stima 2013) 22 37 10,6% (stima 2013) su 176 Paesi su 144 Paesi DEBITO PUBBLICO/PIL: 91,6% (stima 2013) 74 50 Sicurezza 40,4 anni Cattolici Romani 83%-88%, Protestanti 2%, Ebrei 1%, Musulmani 5%-10%, non affiliati 4% Dal giugno 2012 il Paese viene governato dal Partito Socialista che ha la maggioranza parlamentare assoluta. Efficacia governativa ETÀ MEDIA: RELIGIONE: Europeye Research Team 100 Stabilità politica \ Proteste contro la chiusura della fabbrica Peugeot di Aulnay programmata per il 2014. Valori di riferimento: primo paese Norvegia, ultimo paese Somalia Qualità della burocrazia minimo rischio 0 massimo rischio EIU, ONU, WB, WEF, WHO, Heritage Foundation, Transparency International, Global Peace Index east european crossroads 72-75 Francia merlo_Layout 1 10/04/13 21:46 Pagina 75 FRANCIA fino a quando? Per andare dove? “Attenzione – mette in guardia Karine Berger, responsabile dell’economia del Ps – c’è una fragilità legata al morale del paese, non possiamo correre il rischio di un’accelerazione delle riforme”, che non sono solo economiche, ma anche di società (dopo il “matrimonio per tutti”, interventi sulle carceri sovraffollate, dibattito sull’eutanasia, modifica dei ritmi scolastici, prospettiva del voto alle elezioni locali per gli extracomunitari, fine del cumulo dei mandati politici, eccetera). Hollande scommette su una prossima ripresa dell’economia europea. Aspettando la crescita un po’ come si aspettasse Godot, il governo francese ritiene che “coerenza” del programma e “costanza” nella sua applicazione, si tradurranno in “fiducia” (non solo dei mercati, ma anche della popolazione) e quindi in crescita. Nell’attesa, l’importante è fare economia, gestire meglio i conti pubblici (con Sarkozy (rialzo dell’età pensionabile, disindicizzazione dal tasso di inflazione, eccetera), oltre a nuovi tagli nei servizi sociali, mentre per le imprese c’è stata una concessione di 20 miliardi e un “accordo di competitività” che alcuni sindacati – tra cui la potente Cgt – vedono come un regalo al padronato, perché permette licenziamenti più facili. “Hollande è come Sarkozy – ha affermato il nuovo segretario della Cgt – Thierry Lepaon – anche lui considera il lavoro un costo da abbassare”. Tra i parlamentari socialisti e persino nel governo, a cominciare dall’esuberante ministro del Rilancio produttivo Arnaud Montebourg, l’insoddisfazione cresce, anche perché l’unico pilastro della crescita è il consumo delle famiglie (l’export è in forte deficit, e gli investimenti privati e pubblici sono fermi). C’è resistenza ad accettare la svolta social-democratica che Hollande vuole imporre a un partito dalle tradizioni socialiste. Gli sforzi Indicatori sociali sh ar le 1 Disordini sociali a di M 1 in °F lan il debito era aumentato di 600 milioni), ma senza distruggere le basi del welfare del “modello sociale francese” che nei termini di Hollande è “il sogno francese”, per evitare che la società si sfarini, che cresca il sentimento di ingiustizia. L’ardua scommessa è che i francesi avranno pazienza, che capiranno che Hollande, ora “nelle acque di Capo Horn”, come dice un collaboratore del presidente, mantiene la rotta ed è il capitano più adatto a portare la Francia fuori dalla tempesta. Hollande è convinto che sarà possibile solo con il contributo di tutta l’Unione europea, con una politica comune espansiva. Ma la sfiducia è dietro l’angolo e in Francia la sfiducia nell’Europa e nel governo si chiama Fronte nazionale. Con la destra classica impantanata nella crisi interna seguita alla sconfitta di Sarkozy nel 2012, l’estrema destra resta in agguato per sfruttare la disperazione sociale crescente. Business Environment all so °I DOSSIER u °R 34 a da da an Isl 1° er izz an v °S 1 1 minimo rischio 2 massimo rischio Le misure di austerità previste dal Governo potrebbero suscitare tensioni sociali. 7 37 38 50 57 Popolazione in carcere molto basso Facilità nel concludere affari su 185 Paesi (1° Singapore, 185° Rep. Centrafricana) Maggiori ostacoli: registrazione della proprietà, protezione degli investitori. molto alto 1,5 (ogni 100.000 abitanti) 135° Yemen 144° Algeria Distribuzione della ricchezza Tasso di alfabetizzazione (indice Gini) 99% 179° Eritrea 190° Qatar 190° Qatar, Arabia Saudita, Vanuatu Spesa sanità pubblica/PIL % di seggi Libertà di stampa occupati da donne nei Parlamenti nazionali Disparità di genere Fuga di cervelli numero 47 maggio/giugno 2013 32,7 21 Competitività globale su 144 Paesi (1° Svizzera, 144° Burundi ) Abbonamenti a telefoni cellulari 1° Norvegia (25,8) Ultimo Comore (64,3) 105 (ogni 100 persone) Saldo migratorio (netto) Utenti di internet 500.001 76,8 (ogni 100 persone) 62 Libertà economica su 177 Paesi (1° Hong Kong, 177° Corea del Nord) 75