domenicani - Centro Giovanile Domenicano a Selargius
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DOMENICANI CARISMA & MISSIONE san Domenico, Maestro di Preghiera (p. 160). EVENTI & CELEBRAZIONI l’Ordinazione Sacerdotale di fr G. Matteo Serra op. (p. 139). a cento anni dalla morte del Servo di Dio: Pio del Corona (p. 153). domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 A. XLVI - n. 4 - settembre - ottobre 2012 - Sped. A.P. - D.L. 24/12/2003, n.353, conv. in L. 27/02/2004 n.46 - Firenze Aut. n.1800/1967 133 DOMENICANI sommario bimestrale d’informazione della Provincia Romana di S.Caterina da Siena 134 Nella grande tavola ammiriamo questo gruppo di santi, tra cui S. Domenico, a grandezza naturale, quattro in piedi e due in ginocchio, in una animata “disputa“ tra di loro.L’argomento che trattano lo si comprende dall’immagine della SS. Trinità, che è accennata tra le nuvole buie e lontane. Il mistero di Dio uno e trino insieme all’Incarnazione del Verbo di Dio, nel grembo verginale di Maria, formano il fondamento di tutta la nostra fede cristiana. Anno XLVI – n. 4 settembre-ottobre 2012 c/c postale n. 41482894 int. Convento S. Domenico Padri Domenicani 09127 Cagliari – Italia Autorizzazione del Tribunale di Firenze del 4 gennaio 1967 - n. 1800 SOMMARIO Direttore P. Eugenio Zabatta o.p. Responsabile P. Fausto Sbaffoni o.p. 135 Editoriale. Coinvolti come predicatori… P. Eugenio Zabatta op. 137 Per l’Anno della Fede. Direzione e Redazione: piazza S. Domenico, n. 5 09127 CAGLIARI naca dell’ordinazione e testo dei discorsi). Tel. 055-2656453 cell. 339 18 22 685 e.mail [email protected] domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 Anno XLVI - settembre-ottobre 2012 - n. 4. CON APPROVAZIONE ECCLES. E DELL’ORDINE Sped. Abb. Postale D.L. 24/12/2003, n.353, conv. in L. 27/02/2004 n.46 copertina: FIRENZE. Galleria palatina. Andrea del Sarto, La Disputa, a. 1518 c., olio su tavola. 139 Fr Gian Matteo Serra op., sacerdote. (Cro153 Celebrazioni in onore di Pio Del Corona, Servo di Dio, a cento anni dalla morte. Fr Massimiliano Fanzone op. 156 Nuova sede del Noviziato Interprovinciale. 157 Incontro vocazionale. Fr T. Simone Bellomo op. 158 Conquistato da S. Caterina da Siena. Don Matteo Kouth. 160 San Domenico, maestro di preghiera. SS. Benedetto XVI. 162 Videoillustrazione su S. Domenico. Fr Manolo Puppini op. 164 Le sfide della nuova evangelizzazione. 165 Incontro con P. Bruno Cadoré, MO. Edoardo Mattei. 169 Notizie dalle Fraternite domenicane. 172 In memoria di: P. Giammarino e P. Botti. 175 Biblioteca domenicana. ••• 176 Vita dei frati e le loro comunità. Per l’anno della fede il Papa, Benedetto XVI, ci invita a pregare la Madonna. Nella lettera “Porta fidei” (11 ottobre 2011) esclama: «Affidiamo alla Madre di Dio, proclamata “beata” perché “ha creduto” (Lc 1,45), questo tempo di grazia». Il Papa presenta, poi, la Madonna come l’esempio più genuino di credente, con queste espressioni: «Per fede Maria accolse la parola dell’Angelo e credette all’annuncio che sarebbe divenuta Madre di Dio nell’obbedienza della sua dedizione (cfr Lc 1,38). Visitando Elisabetta innalzò il suo canto di lode all’Altissimo per le meraviglie che compiva in quanti si affidano a Lui (cfr Lc 1,46-55). Con gioia e trepidazione diede alla luce il suo unico Figlio, mantenendo intatta la verginità (cfr Lc 2,67). Confidando in Giuseppe suo sposo, portò Gesù in Egitto per salvarlo dalla persecuzione di Erode (cfr Mt 2,13-15). Con la stessa fede seguì il Signore nella sua predicazione e rimase con Lui fin sul Golgota (cfr Gv 19,25-27). Con fede Maria assaporò i frutti della risurrezione di Gesù e, custodendo ogni ricordo nel suo cuore (cfr Lc 2,19.51), lo trasmise ai Dodici riuniti con lei nel Cenacolo per ricevere lo Spirito Santo (cfr At 1,14; 2,1-4). Appartenendo noi ad un Ordine eucaristico-rosariano, quale giustamente è quello domenicano, dobbiamo sentirci particolarmente coinvolti in questo anno della fede: sapere elevare con fervore la nostra preghiera e svolgere con più animo l’attività apostolica. La fede non è solo la “porta” (cfr At 14,27) che introduce alla vita di comunione con Dio, ma è anche la “porta” che permette l’ingresso nella sua Chiesa. Attraversare quella porta - aggiunge il Papa - comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita. Per questo cammino difficile, ci viene spontaneo ricorrere alla nostra guida sicura che è Maria, tanto più che si tratta di entrare nella Chiesa, che come ha ricordato Benedetto XVI in un’udienza generale (L’Oss. Romano, 15 marzo), non può esserci Chiesa senza Maria: «Non si può parlare di Chiesa se non è presente Maria, Madre del Signore». Parlando della “presenza orante della Vergine” nella vita terrena di Gesù e nei momenti in cui ”iniziano i primi passi della Chiesa”, il Pontefice ha fatto notare come le tappe di questo cammino – dalla casa di Nazareth a quella di Gerusalemme, passando attraverso l’esperienza della Croce - “sono segnate dalla capacità di mantenere un per- 135 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 Coinvolti come predicatori nell’anno della fede. editoriale editoriale editoriale domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 136 severante clima di raccoglimento, per meditare ogni avvenimento nel silenzio del suo cuore, davanti a Dio». In particolare nell’esperienza del Cenacolo Maria condivide con gli “Undici” il dono dello Spirito Santo. «Se non c’è Chiesa senza Pentecoste ha osservato il Papa - non c’è neanche Pentecoste senza la Madre di Gesù, perché lei ha vissuto in modo unico ciò che la Chiesa sperimenta ogni giorno sotto l’azione dello Spirito Santo». Questo legame, sottolineato in modo particolare dal Concilio Vaticano II, attesta che «il posto privilegiato di Maria è la Chiesa». Venerarla vuol dire, dunque, «imparare da Lei a essere comunità che prega»: non soltanto nelle situazioni di difficoltà o di bisogno, ma sempre, «in modo unanime, perseverante, fedele», con «un cuore solo e un’anima sola». «Affidiamo a lei - è l’invito del Papa - ogni fase di passaggio della nostra esistenza personale ed ecclesiale non ultima quella del nostro transito finale. Maria ci indica come solo con un legame costante intimo, pieno di amore con suo Figlio possiamo uscire da noi stessi per raggiungere i confini del mondo e annunciare ovunque e a tutti il Signore Gesù». Ci rimanga sempre cara questa scena che ci presenta, nel Cenacolo, gli Apostoli in preghiera con Maria per attendere con lei il dono dello Spirito Santo, senza il quale non si può essere testimoni, predicatori della Parola. Maria, che ha già ricevuto lo Spirito per generare il Verbo incarnato, condivide con tutta la Chiesa l’attesa dello stesso dono, perché nel cuore di ogni credente «sia formato Cristo» (cf. Galati 4,19). Voglia Dio che quest’anno della fede, indetto da Papa Benedetto XVI con l’intento “di dare impulso alla missione della Chiesa di condurre gli uomini fuori dal deserto”, abbia pieno successo con chiari riverberi di “crescita nella fede” in tutte le famiglie cristiane Il presente fascicolo di “Domenicani” che vi raggiunge all’inizio del nuovo anno sociale, con le notizie lieti e tristi di famiglia che porta, contribuisca a mantenere alto il nostro morale, necessario per fare la nostra parte. P. Eugenio Zabatta op. ••• L’ANGOLO DELL’ECONOMO Il titolo di questa rubrica che ogni tanto fa capolino, ormai è da tutti riconosciuto e anche gradito. È da questo “angoletto” della rivista, infatti, che facciamo giungere ai nostri gentili e benevoli lettori il nostro grazie e al tempo stesso la nostra richiesta di sostegno e contributo di ogni genere. Angoletto gradito anche perché è qui che viene ricordato a tutti che questa è la rivista di famiglia e come tutti possiamo goderne, così tutti hanno piacere di concretizzare quanto solo personalmente può essere fatto. Iniziando in questo periodo il nuovo anno sociale, formuliamo volentieri, a tutti, i nostri auguri per una buona ripresa, dopo l’estate che speriamo sia stata di riposo fisico e mentale. L’anno della fede che il S. Padre, Benedetto XVI, ha inaugurato ci renda ancora più certi che a coloro che cercano il Regno di Dio, tutto il resto è dato in abbondanza. Grazie ancora del vostro contributo a favore di “Domenicani”. (P. Eugenio Zabatta e Redazione). ••• L’Anno della Fede era già stato annunciato, nel 2011, da Papa Benedetto XVI con questa grande finalità: “Proprio per dare impulso alla missione della Chiesa di condurre gli uomini fuori dal deserto, ho deciso di indire un Anno della Fede”. “L’anno della fede” inizierà l’11 ottobre 2012, in occasione del 50.mo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, e terminerà il 24 novembre 2013, giorno della Solennità di Cristo Re dell’Universo. Per Benedetto XVI promuovere la Nuova Evangelizzazione a consolidamento della fede, è un compito vitale e urgente, all’interno stesso della Chiesa, sia per preservare la fede e sia per trasmetterla. Per questo ha istituito il Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione (28 giugno 2010); ugualmente ha dato come tema alla prossima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si celebrerà a Roma nell’ottobre 2012: Nuova Evangelizzazione e trasmissione della fede cristiana. Il motivo per cui il Papa invita a promuovere la Nuova Evangelizzazione mostra come all’origine della riflessione sull’urgenza di una nuova evan- gelizzazione è la costatazione di una diffusa crisi di fede nei paesi che sono cristiani da secoli; Benedetto XVI parla di una “eclissi di Dio”; tocca a noi, come Chiesa, scoprirne le cause per rispondere a questa sfida proponendo soluzioni che riportino i cristiani all’autenticità e coerenza della loro appartenenza ecclesiale. Nel “Motu proprio” Ubicumque et semper (21 novembre 2010), con il quale il Papa istituisce il Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, esprime così la situazione di crisi di fede di tanta cristianità oggi: «Uno dei tratti singolari del nostro tempo è stato il misurarsi con il fenomeno del distacco dalla fede, che si è progressivamente manifestato presso società e culture che da secoli apparivano impregnate dal Vangelo. Le trasformazioni sociali alle quali abbiamo assistito negli ultimi decenni hanno cause complesse, che affondano le loro radici lontano nel tempo e hanno profondamente modificato la percezione del nostro mondo. Si pensi ai giganteschi progressi della scienza e della tecnica, all’ampliarsi delle possibilità di vita e degli spazi di libertà individuale, ai profondi cambiamenti in 137 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 “Proprio per dare impulso alla missione della Chiesa di condurre gli uomini fuori dal deserto”, il Papa ha indetto l’Anno della Fede che inizierà l’11 ottobre 2012, in occasione del 50mo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, e terminerà il 24 novembre 2013, giorno della Solennità di Cristo Re dell’Universo. pastorale PER L’ANNO DELLA FEDE pastorale domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 138 campo economico, al processo di mescolamento di etnie e culture causato da massicci fenomeni migratori, alla crescente interdipendenza tra i popoli. Tutto ciò non è stato senza conseguenze anche per la dimensione religiosa della vita dell’uomo. E se da un lato l’umanità ha conosciuto innegabili benefici da tali trasformazioni e la Chiesa ha ricevuto ulteriori stimoli per rendere ragione della speranza che porta (cfr 1Pt 3,15), dall’altro si è verificata una preoccupante perdita del senso del sacro, giungendo persino a porre in questione quei fondamenti che apparivano indiscutibili, come la fede in un Dio creatore e provvidente, la rivelazione di Gesù Cristo unico salvatore, e la comune comprensione delle esperienze fondamentali dell’uomo quali il nascere, il morire, il vivere in una famiglia, il riferimento ad una legge morale naturale». Allo scopo di far conoscere e sostenere le iniziative legate alla Nuova Evangelizzazione, già in atto nelle diverse Chiese particolari e promuovere la realizzazione di nuove, sono coinvolte attivamente in modo particolare le risorse presenti negli Istituti di Vita Consacrata e nelle Società di Vita Apostolica, come pure nelle aggregazioni di fedeli e nelle nuove comunità. Per un approfondimento del tema della fede e della Nuova Evangelizzazione, nella Lettera apostolica vengono richiamate anche: Esort. ap. Evangelii nuntiandi, n. 52. Esort. ap. postsinodale Christifideles Laici, n. 34 Enciclica: Deus caritas est, n. 1. ••• I principali eventi, previsti nell’anno della fede: - La solenne apertura è in piazza San Pietro, l’11 ottobre. Vi sarà una Messa concelebrata dai padri sinodali e dai presidenti delle conferenze episcopali del mondo. - Domenica 21 ottobre ci sarà la canonizzazione di 6 martiri. - Il 25 gennaio 2013: la tradizionale celebrazione ecumenica nella basilica di San Paolo fuori le Mura che avrà un carattere ecumenico più solenne. - Sabato 2 febbraio è stata fissata la Messa per i religiosi di tutto il mondo e il 24 marzo, domenica delle Palme, sarà come sempre dedicata ai giovani che si preparano alla loro Giornata Mondiale. - Il 28 aprile, il Papa cresimerà un piccolo gruppo di giovani. Il 5 maggio sarà dedicata alle Confraternite e il 18 maggio a tutti i movimenti, antichi e nuovi, con il pellegrinaggio alla Tomba di Pietro. - Per la festa del Corpus Domini, domenica 2 giugno, ci sarà una solenne adorazione eucaristica, in contemporanea, in tutto il mondo. Nella cattedrale delle diocesi e in ogni chiesa, alla stessa ora, si realizzerà il silenzio della contemplazione a testimonianza della fede che contempla il mistero del Dio vivo e presente in mezzo a noi con il suo Corpo e il suo Sangue. - Domenica 16 giugno sarà dedicata alla difesa della vita umana e della dignità della persona. - Domenica 7 luglio arriveranno a Roma seminaristi, novizie e novizi; mentre dal 23 al 28 luglio è fissata la Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro. - Il 29 settembre sarà dedicato ai catechisti e il 13 ottobre a tutte le realtà mariane e rosariane. - Infine domenica 24 novembre sarà celebrata la giornata conclusiva. ••• OrdinaziOne presbiterale di Gian Matteo Serra Il 23 giugno 2012 alle ore 18 il nostro confratello fra Gian Matteo Serra ha ricevuto per le mani di S. Ecc. Mons. Sergio Pintor, vescovo di Ozieri, il sacro ordine del presbiterato nella chiesa parrocchiale di San Sebastiano Martire a Berchidda, caratteristico paesino al confine fra il Logudoro e la Gallura. La comunità berchiddese ha mostrato al neo sacerdote tutto il suo affetto e la sua gioia partecipando numerosa al memorabile evento non così frequente e per questo reso ancor più sentito. Naturalmente, pur non così nutrita, la nostra Provincia religiosa era rappresentata dal Priore provinciale, fra Daniele Cara, dal priore di Cagliari fra Maurizio Carosi, da fra Christian Steiner e dal sottoscritto. Cospicua è stata la presenza dei frati residenti nelle due comunità friburgensi. Del convento di Saint Hyacinthe, dove Gian Matteo ha atteso per cinque anni agli studi istituzionali, era presente il priore fra Philippe, il maestro degli studenti che lo ha accompagnato durante questi anni, fra Pawel e un confratello proveniente dall’India. Del convento Saint Albert Le Grand, noto ai più come “Albertinum”, erano presenti invece diversi giovani frati, provenienti da vari paesi d’Europa, a dimostrazione dell’affetto e della simpatia che in questi anni hanno accompagnato il cammino di Gian Matteo verso questa meta importante nella vita di un frate predicatore. Anche un gruppo di amici provenienti dagli Stati Uniti conosciuti da fra Gian Matteo durante il suo semestre di studi in California, non hanno voluto mancare nel farsi a lui vicino con la loro presenza. Il clero diocesano locale ugualmente ha preso parte alla celebrazione con la presenza di alcuni sacerdoti delle comunità parrocchiali vicine e di due ex-viceparroci del paese. La famiglia Serra ha riservato a noi tutti una squisita accoglienza, facendoci sentire a nostro agio, come a casa nostra. Anche la parrocchia di Berchid- 139 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 fra ordinazione Berchidda (OT), 23 giugno 2012 ordinazione da ha contribuito in questo senso, mettendo a disposizione degli ospiti alcune camere della locale Casa di riposo per anziani. Lo stesso hanno fatto alcuni parrocchiani che volentieri hanno condiviso le loro case per l’accoglienza. Partito dalla casa paterna, dopo aver ricevuto la tradizionale benedizione da parte dei genitori, fra Gian Matteo si è presentato alle ore 18 nella chiesa parrocchiale dove è iniziata la solenne celebrazione, animata dalla “Schola cantorum” locale. Nonostante la calura estiva, la chiesa parrocchiale era gremita di fedeli. L’ordinando era visibilmente emozionato, come anche i suoi famigliari che, comunque, hanno già avuto la benedizione di un sacerdote, lo zio paterno di Gian Matteo, p. Teresino Serra, già Superiore generale dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù e di una zia suora comboniana, sorella del missionario e vicina spiritualmente dall’Africa. Il Priore provinciale ha presentato brevemente l’ordinando, ripercorrendo le tappe della sua formazione, iniziata nel 2005 con l’ingresso in prenoviziato nel Convento S. Domenico di Siena. Nell’omelia, il vescovo di Ozieri, ha sottolineato l’entusiasmo del nostro confratello nell’abbracciare la vita religiosa; entusiasmo che è cresciuto gradualmente nel cammino verso l’ordinazione, di cui è testimonianza lo scambio epistolare avuto con lui in questi anni. Il presule non ha nascosto le difficoltà legate alla vita sacerdotale, ma ha precisato che proprio la preghiera e la contemplazione, intese secondo il carisma domenicano, sono efficaci strumenti per il superamento di esse. P. Teresino Serra, infine, ha ricordato a Gian Matteo la dimensione del servizio legata alla missione del sacerdote, domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 140 La tradizionale benedizione da parte dei genitori per il figlio fra Gian Matteo prima di recarsi nella chiesa parrocchiale per la solenne celebrazione. ordinazione Al termine della Santa Messa, accompagnati dalla banda musicale del luogo, ci siamo recati tutti nel vicino ristorante. Domenica 24 giugno, fra Gian Matteo ha celebrato, alle ore 10.30, la sua prima Messa sempre nella Chiesa parrocchiale di San Sebastiano Martire. Tutti gli ospiti si sono dati appuntamento davanti alla casa paterna da dove ci siamo recati processionalmente in chiesa per iniziare la S. Messa, con vasta partecipazione dei fedeli. Prima della celebrazione il sindaco del paese ha salutato il neo ordinato e gli amici venuti per l’occasione. L’omelia è stata tenuta dallo zio di Gian Matteo, p. Teresino Serra, il cui testo è riportato qui di seguito. È stata ricordata con viva commozione la fi- gura della bisnonna paterna, che nelle sue preghiere non mancava di chiedere il dono di numerose vocazioni per la chiesa locale. In un tripudio di colori e di variegate melodie, la giornata si è conclusa con il pranzo, al quale hanno partecipato diversi parrocchiani, oltre ai parenti e agli ospiti convenuti per il fausto evento e dove abbiamo avuto modo di gustare i piatti della saporita e ricca cucina locale, tra cui la famosa “zuppa berchiddese”: il tutto era accompagnato dal fresco vino vermentino di Gallura. Un’ordinazione presbiterale ovviamente è sempre una grande festa! Auguriamo al nostro confratello di poter serbare l’entusiasmo e la gioia che lo hanno accompagnato in questi anni, anche nei momenti di difficoltà, per potersi dedicare con slancio all’appassionante missione di frate Predicatore. Fra Luciano Cinelli OP (Firenze, Santa Maria Novella). ••• 141 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 che non appartiene più a se stesso, ma a Cristo e alla Chiesa. Al termine della S. Messa, accompagnati dalla banda musicale del luogo, ci siamo recati tutti nel vicino ristorante, dove abbiamo preso parte alla lauta cena a cui tutto il paese è stato invitato a intervenire. ordinazione Ordinazione Sacerdotale di Gian Matteo Serra. L’omelia di p. Teresino Serra domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 142 ex superiore generale dei comboniani e zio del neo-sacerdote. Ricordo un breve episodio della tua vita. Tu eri piccolo. Io arrivai in vacanza dalle missioni. Mi guardavi con un visetto curioso. Poi la domanda: «e tu chi sei?». Ora ti rispondo: sono quello che sei tu adesso. La gente, direttamente o indirettamente, ogni giorno ti chiederà: «Chi sei?». Devi dare una risposta con fatti, con una vita autentica e in sintonia con la tua vocazione. Chi sei, Gian Matteo? Ieri alle dieci circa, di mattino, eri diverso. Oggi sei Fra Gian Matteo Sacerdote, Domenicano e missionario. Così oggi ringraziamo insieme Dio: “Questo è il giorno che ha fatto il Signore. Rallegriamoci ed esultiamo”. Ringraziamo Dio che ha posato lo sguardo su di te e col tuo sacerdozio vuole fare opere grandi. Ringraziamo Dio! È lui che ti ha chiamato, è Lui che ti ha scelto, guidato e sostenuto. È lui che agisce con gli apostoli come te. Grazie a Eufrasio e Ceccia per averti accompagnato in tutto questo tempo. Carissimi Eufrasio e Francesca: Gian Matteo non vi appartiene, o non appartiene solo a voi. Non appartiene neanche a sé stesso. Appartiene alla missione a cui Dio lo ha chiamato. Appartiene ai figli di Dio e ai figli senza Dio. Grazie a Marcello, Rita e Silvana per averlo lasciato libero e sostenuto. Achille ti guarderà e un giorno ti domanderà: e tu chi sei? Grazie a tutti i parenti amici e pre- Primo dialogo: Dio e Abramo. Il Signore disse ad Abramo: «Parti dal tuo paese, dalla tua patria e dalla Secondo dialogo: Dio e Geremia. Geremia vive e vede il paese che attraversa un momento difficile: il popolo ha già sofferto abbastanza. Si temono altre invasioni, altre violenze e altro sangue ed altre lacrime. Dio manda delle visioni al suo profeta e gli chiede: «Che cosa vedi, Geremia?». Rispose: «Vedo un ramo di mandorlo in fiore». Il Signore soggiunse: «Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla»(Ger 1,11-12). Hai visto bene, Geremia, hai visto la speranza. Non hai fissato lo sguardo sul dolore, ma sulla speranza. Hai visto il mandorlo in fiore, simbolo di ottimismo e bene. Il mandorlo è il primo albero a fiorire e a volte fiorisce in inverno. Vedrai molte cose e camminerai attraverso diverse situazioni. Ricorda che l’ottimismo è la virtù dei realisti e dei forti. L’ottimismo evangelico farà sgorgare miele dalla roccia e fa fiorire i deserti. L’ottimismo crea sempre speranza nel presente e nel futuro. Il compito del sacerdote è mantenere alta la speranza della sua gente, particolarmente in tempi e situazioni difficili. ordinazione casa di tuo padre,verso il paese che io ti indicherò. Ti farò grande e ti benedirò…” (Gen 12,1-2).Vai verso la terra misteriosa del tuo Dio. E Abramo risponde con una obbedienza silenziosa, o con silenzio obbediente. Si fida di Dio. Parte con tutta la fiducia nel Dio silenzioso. Caro Gian Matteo, nella tua vita farai la stessa esperienza di Abramo. Mantieniti in sintonia con Dio, con la famiglia domenicana, con la tua missione. Non mettere mai ostacoli a Dio e segui il cammino che Dio ti indica. L’obbedienza, questo tipo di obbedienza, a volte è amara, ma i frutti sono dolci. 143 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 senti. È la festa di tutti. Ringrazia il tuo paese, Gian Matteo: mai dimenticare la tua comunità, che tanto ti ha amato e stimato. Qui ci sono i maestri e professori che ti hanno fatto grande e ti hanno arricchito con la cultura. I tuoi amici e amiche che hanno dato gioia alla tua gioventù. Ricordiamo i diversi parroci che ti hanno aperto le porte all’apostolato. Quando parti per la tua missione portati dietro un pugno di terra del tuo paese e portala con te. Perché è terra sacra, di sacrificio, di lavoro, di lacrime e speranze. È terra di sacerdoti e missionari. Ricordati di questo altare… che è un pezzo di storia del paese, storia che anche tu stai scrivendo. Qui si sono sposati i tuoi nonni e genitori. Davanti a questo altare tanti hanno versato lacrime di gioia e dolore. Davanti a questo altare si sono ordinati vari sacerdoti. Ed in questa chiesa sei stato battezzato, cresimato e ordinato sacerdote. Da questo altare è partita per la missione tua zia Gina. Ringraziamo te, Gian Matteo, perché ti sei lasciato fare e rifare, programmare, sprogrammare e riprogrammare da Dio… e da San Domenico. Ricorda sempre le parole più amichevoli e profonde che Cristo ha dato ai suoi discepoli: Rimanete con me, perché senza di me non potete far niente. Senza Dio, senza una spiritualità il sacerdote è solo un burocrata dello spirito, un manager di bassa qualità. E mentre inizi il cammino della tua missione, io lascio che parli la Parola di Dio e ti propongo alcuni dialoghi biblici, tra Dio e i suoi uomini, i suoi discepoli. ordinazione domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 144 Terzo dialogo: Gesù e Pietro. Un dialogo nel capitolo 21 del Vangelo di Giovanni c’insegna e ci spiega il comandamento più grande della legge di Dio, il comandamento dell’amore. “Pietro, figlio di Giovanni, mi ami tu?” Pietro rispose: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo”. “Ed allora pasci i miei agnelli” (Gv 21,15-17). Cioè, “se mi ami veramente, mettiti al servizio dei tuoi fratelli”. È vero, Dio vuol essere amato nel povero, nel piccolo, in ogni persona che incontriamo, particolarmente nella persona che non conta, quella dimenticata, l’ultima. Ama Dio amando il prossimo, dice questo comandamento, ed ama il prossimo amando Dio. “Pasci i miei agnelli. Ama con tutto il cuore”. Caro Gian Matteo, Dio ti darà un gregge, vari greggi. Non esiste il gregge perfetto. In ogni gregge ci sono pecore e caproni, o montoni. A volte i caproni sono troppi. Ci sarà la pecora nera e la bianca, la sana e l’ammalata, la forte e la ferita, l’attenta e quella che si perde. Ogni pecora, ogni agnello ti appartiene. Rimani e dà più tempo a quella che ha più bisogno. Quarto dialogo. Tra te e tuo Padre San Domenico. I consigli di San Domenico: Sii uomo di preghiera: Parla molto con Dio perché non potrai mai parlare di Dio se non parli con Dio. Senza orazione non c’è vocazione. Tu sai bene che il sacerdote non può far nulla senza Cristo che lo manda e che la diffusione del Vangelo è legata alla preghiera: senza di questa gli mancherebbe un’insostituibile forza interiore e la sua attività sarebbe presto pervasa da una visuale puramente umana. La tua vita è vivere in sintonia con Dio, cercare Dio, inebriarti di Dio, studiare Dio, parlare con Dio, parlare di Dio, servire Dio servendo i tuoi fratelli e le tue sorelle. Il sacerdote, se non è tutto di Dio, ordinazione Il vangelo predicato con la tua vita è quello che porta più frutti. La tua testimonianza sincera e trasparente rende credibile il tuo sacerdozio. Molti non leggeranno i Vangeli ma leggeranno la tua vita: sii un vangelo visibile e un chicco di grano nascosto. Sii povero: Parafrasando e traducendo un pensiero di San Domenico ti diciamo: Desidera poche cose e le poche cose che desideri, desiderale poco. La tua vera ricchezza siano le persone che si avvicineranno a te. Ogni persona è sacra. È Dio che te la manda. Sii povero e semplice: Stai celebrando la prima Santa Messa. Ti traduco una pagina di San Giovanni Crisostomo. È una pagina che troverai nel breviario (vol. 1): «mentre adori il corpo di Cristo eucaristico, non dimenticare l’altro corpo di Cristo, cioé il tuo fratello povero e bisognoso. A che serve celebrare la Messa con calici d’oro, se non ci accorgiamo del povero bisognoso di un bicchiere d’acqua? E non è contradditorio celebrare su altari coperti da tovaglie preziose e dorate, se non ci ac- 145 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 ha poco da insegnare; e tradisce la sua missione e la sua gente: la preghiera è infatti il pane quotidiano del consacrato di Dio. Parla sempre di Dio: sei dell’Ordine dei Predicatori, quindi che tu sia un predicatore in ordine e agli ordini di Cristo, tuo maestro e di San Domenico, tuo Padre: Non puoi predicare Dio se non ti nutri della sua Parola, se non ti incontri con lui. Tu devi predicare la Sua parola e non la tua. Il decreto “Perfectae Caritatis” ci raccomanda: «Il sacerdote legge la Parola di Dio alla luce dello Spirito e in comunione con la Chiesa. La applica alla sua vita nella meditazione, lasciandosi giudicare da essa e convertire alla maniera di pensare e di agire di Dio». ordinazione domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 146 corgiamo del povero che ha bisogno di una coperta o di una camicia? E a che servono quelle catene d’oro o d’argento delle lampade e candelieri se non ci accorgiamo e non vediamo le catene di chi vive schiavizzato o in carcere? Ci preoccupiamo anche di adornare il tempio con pavimenti e colonne con marmi preziosi e non badiamo a chi vive senza casa, senza tetto. Il tempio è importante e mentre adorni l’ambiente del culto, non chiudere il tuo cuore al fratello che soffre. Questi è un tempio vivo più prezioso di quello». Sii povero perché alcuni, dice San Paolo, per amore dei soldi hanno denigrato il loro sacerdozio ed hanno tradito il popolo e hanno perso la fede. Sii povero, cioè ricco di Dio e di virtù umane e spirituali e sacerdotali. Sii povero e farai miracoli: Forse non riuscirai a cambiare l’acqua in vino, ma potrai cambiare la tristezza in gioia e il dubbio in speranza, e l’oscurità in luce. Non potrai moltiplicare i pani, ma potrai moltiplicare i tuoi sacrifici e la tua preghiera per servire meglio alla tua gente. Non potrai risuscitare i morti, ma potrai far risuscitare i cuori di molte persone. Sempre. Sii povero: usa bene il tuo cuore e sarai segno visibile del tuo Dio invisibile. Gian Matteo, in poche parole, ti stiamo augurando non di “crescere” ma di “diminuire” perché l’unico che sulla tua strada ha diritto di crescere è Cristo. Ti auguro di lasciarti crocifiggere, anche se sentirai male, perché solo chi ha il coraggio di lasciarsi inchiodare alla croce ha la capacità di condurre il suo popolo verso la Pasqua di Cristo, verso una nuova Pentecoste.. Gian Matteo, buon cammino. La meta è la tua missione. Cristo è il tuo aiuto e Pastore. La preghiera è la tua forza e noi tutti i tuoi compagni di viaggio. Dio è con te. E anche noi. Buon cammino. P. Teresino Serra. ••• ordinazione Il saluto di fr Gian Matteo op. durante la celebrazione della sua prima messa a Berchidda il 24 giugno 2012 dote che è chiamato ad essere luce per gli altri, risposta d’amore a Dio per le persone che Dio gli affida, vita offerta a Dio, per voi, per quelli che incontro e incontrerò. Eppure di fronte a voi non avete un santo. Avete solo un povero uomo che Dio ha chiamato ad essere suo strumento, che prega il Padre che sia riflesso della sua luce, e chiede a voi di accompagnarlo con la vostra preghiera. Se poi per la sua debolezza questo povero sacerdote dovesse far impallidire la luce di Dio, possa essere consolato dalla vostra misericordia, riflesso della misericordia del Padre. So che desiderate che i vostri sacerdoti siano santi, perché vi guidino verso la santità. Spero per questo che la vostra benevola correzione fatta nello Spirito Santo e con amore, amore per la vocazione che Dio mi affida, e la vo- 147 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 Cosa può dire un uomo in un giorno come questo? La tenerezza l’amore e la misericordia di Dio non lasciano spazio a parole che descrivano sensazioni, gioie, paure, emozioni … fede! Ho chiesto a Rosalba di cantare questa canzone, che ha composto riflettendo sulla vocazione sacerdotale: Luce. “Luce sei, uomo che parli a Dio, devi risplendere oltre le tenebre. Tutto sei per tutti gli uomini che cercano in te la limpidezza Sua, sei Alter Christus, uomo di Dio, Cristo nelle specie umane, cielo e terra, risposta d’amore, segno di contraddizione, luce del mondo, fiaccola ardente, candelabro di luce perenne, pensiero ed azione umano e divino, il sale di questa terra“. Queste parole mi fanno tremare, e credo facciano tremare qualsiasi sacer- ordinazione domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 148 BERCHIDDA. Chiesa parrocchiale S. Sebastiano martire. Due momenti della S. Messa di fr Gian Matteo Serra: l’offerta del pane e del vino, che sono la materia del sacramento eucaristico, il segno dell’offerta di Sé del Cristo e anche, come zio P. Teresino ha ricordato al nipote P. Gian Matteo, durante la sua Prima Messa, il segno della totale appartenenza del sacerdote a Cristo e alla Sua missione. stra preghiera, mi aiuti a rinnovare la fedeltà a questa chiamata che accolgo nella fede, chiamata che è donata a me, a voi, alla Chiesa. Dio mi ha benedetto con il dono del sacerdozio, ma il sacerdozio che mi è donato è benedizione anche per voi, perché se Lui vuole, sarò docile alla sua chiamata di non appartenermi più e di appartenere come dono alla missione nella Chiesa universale, all’Ordine dei frati domenicani che mi hanno accolto sette anni fa, e a voi che siete la comunità che mi ha visto crescere, mi è stata testimonianza di fede, e ha sostenuto i primi passi del mio incontro con Dio. Oggi più che mai sento forte la necessità di essere io, e voi, costruttori di amore l’uno per l’altro, riflesso dell’amore che Dio ha per noi, e costruttori di perdono, perché la Sua tenerezza, la tenerezza di cui Gesù spesso ci ha dato l’esempio, anche nelle difficoltà, è l’unico sostegno che ci sorregge. Amo la parola frate! Frate significa fratello: cioè cammino con voi, non sopra di voi, non dietro di voi, non davanti a voi. Questo “voi”, per un frate domenicano, ha i confini del mondo. Non mi vedrete camminare sempre per le strade di Berchidda, ma i vostri passi di fede camminano nel mio cuore. Sarà prima di tutto Dio a tenerci uniti. Frate e allo stesso tempo Padre. Padre Serra, su minore! Se mi chiamate Padre non sia per reverenza, ma perché, come Gesù, sono chiamato ad essere servitore. Se penso a mio padre e a mia madre, e a tutti i genitori che vivono nella fedeltà il loro amore e la loro vocazione, genitori che un figlio non potrà mai ringraziare abbastanza, capisco meglio cosa significa donare e sacrificare la propria vita per i figli. ordinazione scudo di preghiera sono presenti qui nel mio cuore, con tutti noi. Come frate non posso tacere la riconoscenza per tutti i confratelli che in questi anni ho incontrato! Penso qui soprattutto a P. Daniele, il mio provinciale, che mi ha accolto come postulante e ai frati della mia provincia del centro Italia. Ma penso anche ai frati e agli amici con i quali ho condiviso a Friburgo i miei ultimi 5 anni, permettetemi di rivolgermi a loro per un istante. Vous êtes dans les berceaux de ma foi! Dans cette église j’ai reçu le don du baptême et de la confirmation. J’y ai toujours trouvé un lieu de repos avec Dieu et maintenant il est aussi le lieu ou’ Dieu m’a consacré à être son serviteur. Les yeux du cœur, ne voient pas seulement de murs, mais la présence de Dieu de Miséricorde dans ma vie, présence qui prend le visage de tout ce gens qui vous accueillent de tout leur cœur. Ici c’est aussi votre maison, soyez vraiment le bienvenus. Et je pense particulièrement à toi, Pawel que pendant ces années tu as été plus qu’un père maitre, un vrai frère. Pour ce qui vaut ma prière avec une grande reconnaissance et amitié je prie pour toi et je te remercie pour le bine que tu as fait à ma vie. Eucaristia significa azione di grazie. Il sacerdote offre con voi a Dio in ogni messa il nostro grazie a Lui per il dono che Egli fa di se stesso a noi. In Lui, alta ed eterna Trinità, ci ringraziamo l’un l’altro, facendo delle nostre amicizie un canto di lode a Dio che gli offriamo oggi nella gioia di questo giorno. Luce sei, uomo che parli a Dio! Parliamo a Dio e di Dio e saremo luce, insieme, nel mondo, per il mondo. Dio vi benedica. Fr Gian Matteo Serra op. ••• 149 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 Non posso scusarmi dicendo di non avere avuto esempi di generosità nella mia famiglia per non sforzarmi di fare della mia vita un dono. Non penso solo a chi dopo una vita consumata nell’amore immagino stia già contemplando la bellezza del Padre in Paradiso e oggi fa festa con noi, ma anche a qualcuno che continua ad essere per me segno presente di vita offerta e offerta nella gioia. Penso a zia Gina, che ci è vicina dalla sua missione in Africa e a te zio. Grazie per la tua vita donata! So che mi concedereste un’altra mezz’oretta per iniziare adesso la lunga lista dei ringraziamenti, ma sento che il mio grazie è troppo poco per quello che ognuno di voi, a titolo diverso ha fatto perché la mia ordinazione sia una festa bella per me e per il paese intero. Abbiamo potuto pregare bene, cantare bene, ascoltare la gioia della musica per le nostre strade, vedere la bellezza dei fiori in questa chiesa, e per chi lo desidera possiamo ancora assaggiare la bontà della vostra generosità, grazie alla risposta che ognuno di voi ha dato a Dio in occasione di questi due giorni di benedizione! Il fare di tutti voi, il vostro adoperarvi e il vostro essermi vicino vi sia reso in benedizione e consolazione, perché Dio non è indifferente a chi dona con gioia. Da parte mia avete la mia preghiera d’azione di grazie e secondo le intenzioni che portate nel cuore. Ho offerto la messa di oggi, la mia prima messa, in modo particolare per la mia famiglia, per i frati, per chi ha fatto del bene alla mia vocazione e per ognuno di voi, qui presente o che tramite la radio in questo momento ci sta seguendo da casa. Già, soprattutto i nostri anziani ed ammalati che sono come il nostro ordinazione Santa Messa di ringraziamento a cento anni dalla morte del Servo di Dio Mons. Pio Alberto del Corona, Vescovo Domenicano. domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 150 BREVE CRONACA DELLA CELEBRAZIONE Alla Casa Madre, noi novizi arriviamo con vasto anticipo, circa un’ora prima. Le suore gentilissime ci accolgono con squisita carità, dopo averci offerto bevande fresche e messo a disposizione una stanza del convento dove rinfrescarci e riposarci. Ci rechiamo, poi, a pregare in cripta sulla tomba del Servo di Dio. Quindi dal cerimoniere ed organizzatore della festa, Pietro, del Convento di Fiesole, veniamo istruiti su come si svolgerà la celebrazione e ci vengono assegnati i vari incarichi: croce e candelieri, turibolo, microfono e messale, per il servizio all’altare. A me è toccato di stare accanto all’Arcivescovo per presentagli, all’occorrenza, il messale. La Santa Messa celebrata è quella del giorno che fa memoria di San Luigi Gonzaga. Tutto si svolge con grande solennità e decoro. Il Presule predica in modo semplice e comprensibile da tutti: prima rivolge qualche esortazione a partire dalle figure di San Luigi e di Mons. Pio Alberto del Corona, quindi conclude con un commento al Vangelo del giorno, in cui Gesù insegna ai suoi apostoli la preghiera del Padre Nostro. La celebrazione termina con un omaggio sentito e devoto al Servo di Dio. Tutti i concelebranti, i frati e le suore con l’assemblea si recano in cripta, con grande raccoglimento, per innalzargli una preghiera. Il Cardinale dà inizio alla preghiera riportata sull’immaginetta del Servo di Dio, quindi incensa e asperge la lastra sepolcrale. Viene cantata la Salve Regina in forma solenne e l’inno Lumen Ecclesiae al 151 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 Giovedì 21 Giugno 2012, la Comunità del Noviziato domenicano nazionale italiano, da Fontanellato si è recata a Firenze con il proprio Maestro, fra François Dermine, per partecipare ad una solenne Santa Messa di ringraziamento per i cento anni dalla nascita al Cielo (15 agosto 1912) del Servo di Dio Monsignor Pio Alberto del Corona O.P., già Vescovo di S. Miniato (Pisa) e poi Arcivescovo di Sardica. A presiedere il sacro rito è Sua Em. il Cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze. La Santa Messa è stata celebrata, alle ore 17,30, nella Casa Madre delle Suore Domenicane dello Spirito Santo, il cui Fondatore è stato il Vescovo Pio del Corona, in via Bolognese n. 111. Ci sono molti concelebranti: il Vescovo di S. Miniato, Mons. Fausto Tardelli, successore di Mons. Pio e il vescovo di Fiesole Mons. Mario Meini. Il vescovo di Livorno, diocesi che diede i natali al Servo di Dio, impossibilitato a venire, ha inviato un suo vicario. A questi si aggiungano molti altri sacerdoti, tra i quali i domenicani provenienti dai vicini conventi fiorentini di San Marco e Santa Maria Novella e di San Domenico di Fiesole. A capo di quest’ultimi, il Padre Provinciale, Daniele Cara. celebrazioni di fr massimiliano fanzone, op. celebrazioni Padre comune, San Domenico, di cui, Pio del Corona fu fedelissimo e degnissimo figlio spirituale. Segue il rinfresco al quale la Madre Generale delle Suore dello Spirito Santo, dopo aver rivolto ai presenti cordiali ringraziamenti per la partecipazione, ha invitato tutti. Si tratta di un vero e proprio momento conviviale trascorso nella fraternità e nell’amicizia. Abbiamo modo così di conoscere i convenuti e scambiarci convenevoli e sincere cordialità. Anche a questo momento di comunione tra noi, è presente Sua Em. l’Arcivescovo di Firenze. Prima di congedarci da questa bella Comunità di sorelle oranti, che ci ha accolto, noi novizi abbiamo potuto visitare il Monastero. Ciò che più ci colpisce durante la visita è la Cappella in cui Mons. Pio celebrava la Santa Messa. Lì fu visto elevarsi da terra durante la consacrazione, come già avveniva per il Santo Padre Domenico. Tra le mura sacre di questo Monastero, che Pio amò moltissimo, passò anche i suoi ultimi giorni, che si conclusero, come lui aveva predetto, nella festa dell’Assunta del 1912. Il servo di Dio era amico di un altro degnissimo figlio di San Domenico, il Beato Giacinto Cormier. Si conservano delle foto che ritraggono i due illustri e santi confratelli domenicani, che si sono trovati insieme, nel Convento di San Domenico di Fiesole, per un breve riposo dalle loro fatiche apostoliche. Ringraziamo la Trinità Santissima, per averci concesso di vivere una giornata di intensa spiritualità accanto ad un gigante di bontà e santità, quale è stato il Vescovo nostro confratello, il Servo di Dio Mons. Pio Alberto del Corona, ed eleviamo fervide preghiere perché si degni di concedere, quanto prima, la glorificazione di questo Suo servitore buono e fedele. Dr. Massimiliano Fanzone o.p. domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 152 FIRENZE. Via Bolognese. Celebrazione della S. Messa, in onore del Servo di Dio Pio del Corona, nel centenario dalla morte, presieduta dal Card. Giuseppe Betori, arc. di Firenze. celebrazioni Bibbiena giugno 2012 Solenni celebrazioni a S. Maria del Sasso Nel marzo scorso ricorreva il quinto centenario del prodigioso ritorno della Madonna del Buio da Bibbiena al Santuario (21-22 marzo 1512-2012). Nostro proposito era di protrarre la celebrazione di questi 500 anni nelle feste principali dell’anno in corso. Così è stato per la tradizionale processione con la fiaccolata (a chiusura del mese mariano) che ha avuto una partecipazione più numerosa del solito. Con lo stesso intento è stata celebrata la festa annuale dell’Apparizione della Madonna, il 23 giugno, a cui si è unita la celebrazione del 50° di sacerdozio di Padre Giovanni Serrotti. Le due ricorrenze sono state pre- cedute e preparate da due serate molto interessanti, nelle quali c’è stata la presentazione – giovedì 21 giugno – di un libro su Santa Maria del Sasso nel periodo della guerra, 1943-1944, che riporta diari e cronache con la descrizione precisa e interessante di quanto accadeva a Santa Maria. Allora Santuario, Convento e Monastero avevano aperto le porte a 350 sfollati: l’ospedale di Bibbiena qui trasferito, alcune classi delle scuole elementari, la Croce Rossa, una pattuglia di soldati tedeschi, tante famiglie di Bibbiena e dintorni. Questo libro riporta anche la cronaca del nostro studentato domenicano, qui trasferito da Pistoia dopo il primo 153 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 nell’anno centenario della Madonna del Buio celebrazioni bombardamento: una cronaca curata con precisione e acute osservazioni del bravo cronista Padre Isnardo Grossi. La vivace partecipazione dei numerosi presenti, nel ricordo personale di drammatiche situazioni vissute in prima persona, ha reso maggiormente interessante l’incontro. L’altra serata - venerdì 22 giugno ci ha regalato un concerto di alto livello, tenuto all’aperto, nel piazzale antistante il Santuario, iniziato subito dopo l’accensione dei tradizionali fuochi nei dintorni; il concerto ha suscitato profonde emozioni nei presenti. Tutto è stato preparato e coordinato dal maestro Roberto Fabbriciani, con la partecipazione di noti artisti di fama internazionale: il Coro “Vox Cordis” di Arezzo, diretto da Lorenzo Donati; l’Orchestra d’archi degli “Interpreti Veneziani”; il chitarrista Massimo Scattolin. Molto toccante l’ultima esecuzione del maestro Fabbriciani, una “Elegia” composta nel ricordo di Padre Raimondo Caprara, l’indimenticabile parroco di S. Domenico di Arezzo, che aveva seguito il maestro Fabbriciani negli anni della sua prima gioventù. Questo brano, eseguito dallo stesso autore, era accompagnato da chitarra e archi. Le due serate hanno ben preparato la celebrazione del 23 giugno: Apparizione della Madonna e 50° di sacerdozio di Padre Giovanni. La solenne Concelebrazione vespertina è stata presieduta dal Vescovo di Arezzo Riccardo Fontana e animata dal Coro del Santuario, rafforzato per l’occasione da alcuni amici del Coro S. Domenico di Arezzo. Prima, durante e dopo questa solenne liturgia il maestro d’organo Sergio de Pieri ha elevato la preghiera dei presenti con stupendi brani musicali. Tra i vari interventi è stato sottolineato che Padre Giovanni ha vissuto tutti i domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 154 BIBBIENA. S. MARIA DEL SASSO. In queste pagine riportiamo alcune immagini veramente suggestive della tradizionale processione con la fiaccolata (a chiusura del mese mariano) che, quest’anno, ha avuto una partecipazione più numerosa del solito. celebrazioni BIBBIENA. S. Maria del Sasso, processione in onore della madonna del Buio. P. Giuseppe Serrotti, op. ••• 155 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 suoi 50 anni di sacerdozio nella Diocesi di Arezzo. Di questi, più di 40 nella parrocchia di S. Domenico di Arezzo dove - tra le tante iniziative - è stato fondatore e direttore per 30 anni - con molto successo - dell’emittente televisiva diocesana TSD (Telesandomenico). Ora, da alcuni anni, è preziosa la sua presenza qui al Santuario di S. Maria: tutto dedito alle necessità pastorali, alla animazione culturale e alla predicazione. Con un ricco rinfresco per tutti, offerto nel grande chiostro cinquecentesco, si sono concluse queste celebrazioni. I vecchi amici di TSD con tanta cura hanno preparato e proiettato un interessante video su Padre Giovanni, scherzoso e serio insieme, sottolineando alcuni momenti più salienti del suo ministero sacerdotale, in particolare nelle varie attività tra i giovani. LA NUOVA SEDE DEL NOVIZIATO INTERPROVINCIALE Il decreto di erezione firmato dal maestro dell’Ordine fr Bruno Cadorè Si comunica che lunedì 11 giugno 2012, il Maestro dell’Ordine, fra Bruno Cadorè, ha firmato il Decreto con cui erige il Noviziato interprovinciale delle Province domenicane d’Italia nel Convento di Madonna dell’Arco (NA). Inoltre si annuncia che con il consenso del suo Consiglio il P. Provinciale della Provincia S. Tommaso, che accoglie il Noviziato interprovinciale, il 15 giugno 2012, ho istituito fra Marco Nasta, Maestro dei Frati Novizi. domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 156 Nel comunicare questa importante notizia sono state messe in evidenza: 1. La particolare responsabilità che l’impegno preso comporta per la Provincia S. Tommaso: la formazione del Noviziato, infatti, ha il suo riflesso nel tono e nello stile di tutta la vita domenicana dei nuovi membri. 2. L’invito pressante ad affidarsi con la preghiera al Sacro Cuore di Gesù. Nella nostra invocazione dobbiamo raccomandare alla Sua divina bontà misericordiosa, i giovani novizi, il loro maestro, i confratelli che a vario titolo saranno coinvolti nella formazione, il Priore e la Comunità di Madonna dell’Arco. In particolare, guidati da p. Antonio, abbiamo fatto la lectio divina sul brano del Vangelo di Giovanni nel quale si narra la chiamata dei primi discepoli. Abbiamo sentito come riferito anche a noi quel “venite e vedrete” e lo sguardo amorevole del Maestro che si rivolge a coloro che chiama ad una via di sequela più radicale. Dono particolare di questi giorni è stato anche l’incontro con due realtà di contemplative domenicane: quella di Pratovecchio e quella di Bibbiena. Il colloquio fraterno con le nostre consorelle ci ha infuso forza, considerando soprattutto il loro esempio di vita completamente dedicata all’ascolto del Maestro e allo “stare” con Lui. Infine non poteva esserci conclusione migliore della Solennità del Corpus Domini, con l’Eucaristia presieduta dal p. Provinciale Daniele Cara, nella quale abbiamo rinnovato il nostro sguardo di fede al grande Sacramento dell’amore e della presenza di Cristo tra noi. Ringraziamo i padri Giuseppe e Giovanni Serrotti per la calorosa accoglienza che ci hanno fatto. Ringraziamo il Signore per questo anno di attività di pastorale vocazionale: accompagniamo con la preghiera chi si prepara a iniziare l’anno di noviziato o quello di prenoviziato. Chiediamo al Padrone della Messe che mandi nuovi operai anche nella nostra Provincia; che tutti seguano con coraggio e perseveranza le orme del S. Padre Domenico. fra Simone Tommaso M. Bellomo OP vocazioni Da venerdì 8 a domenica 10 giugno ci siamo ritrovati nel convento di Bibbiena, per il nostro ultimo incontro vocazionale prima dell’estate. Il luogo particolarmente adatto alla preghiera e alla meditazione, all’ombra del Santuario della Madonna del Sasso, ci ha accolto per tre giorni di pace, fraternità, preghiera e ascolto della Parola di Dio. 157 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 INCONTRO VOCAZIONALE DOMENICANO presso il Santuario di S. Maria del Sasso vocazioni Tra i vari ceti che costituiscono la Famiglia Domenicana è prevista anche la Fraternita Sacerdotale Domenicana, alla quale possono aderire i Sacerdoti diocesani. Questi, nell’iter di accoglienza, fanno una professione che li incorpora definitivamente all’Ordine per condividerne la spiritualità e il carisma. Ha scritto per noi la simpatica relazione, del suo “approdo” nell’Ordine dei Predicatori, Don Matteo sacerdote diocesano negli Stati Uniti. Leggiamola! domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 158 CONQUISTATO DA S. CATERINA DA SIENA Il 30 ottobre 2011, è stato un giorno indimenticabile, sia per la grazia, sia per l’amicizia Domenicana. Perché? Mi chiamo Don Matteo Kauth, sono un prete diocesano e vengo dagli Stati Uniti, ordinato sacerdote 12 anni fa, ora in Italia per conseguire il Dottorato in Teologia Morale. Quando arrivai nel “Bel Paese“ era solo per imparare la dottrina della Chiesa sulla Teologia morale, ma, ovviamente, c’erano delle novità da parte di Dio, che mi aspettavano. Infatti, quando ero seminarista, qualcuno mi regalò un libro su Santa Caterina. Mi disse di leggerlo. Però, devo ammettere che non mi piaceva e così il libro rimase sullo scaffale. Un giorno, mentre cercavo qualcosa in biblioteca, cadde, sulla mia testa, proprio “il Dialogo della Divina Provvidenza“. Va bene, esclamai. ”Ho capito, lo leggo“. Di fatto, siccome ho la testa dura, non lo guardai nemmeno, tuttavia cominciai semplicemente a parlare con la Santa mentre pregavo. Così scoprii che era una un’Insegnante di vita spirituale, una Madre potente. Infatti, quando finalmente lessi i suoi scritti, mi accorsi con gran piacere che l’avevo già conosciuta, avendola incontrata nella preghiera. Era la stessa donna, forte e dolce allo stesso tempo, che voleva impegnarsi per la mia salvezza. Senza dire tutte le esperienze e le promesse che avevo fatto, dissi a me stesso: se mi vuole in Italia, studierò italiano a Siena, per incontrarla ogni giorno nella Basilica di San Domenico. Ce l’ho fatta! Così ho incontrato un altro amico/figlio di Santa Caterina e sono rimasto sempre attaccato alla Comunità Domenicana di Siena, dove mi hanno sempre accolto. Intanto, due altri Fratelli di Santa Caterina hanno bussato alla mia porta in questo tempo in Italia. Entrambi speciali per me: San Tommaso d’Aquino e il Beato Angelico. Uno per la chiarezza e la luce che mi dà nello studio e l’altro per la chiarezza e la luce per gli occhi nella preghiera. Dopo tre anni, ho pensato di mettermi sotto la loro protezione in un modo ufficiale e impegnato entrando come terziario nella fraternità sacerdotale e facendo così parte della Famiglia domenicana. Padre Alfredo, ormai un fratello ed amico, mi suggerì di chiedere al Provinciale, P. Daniele Cara, di entrare nella Famiglia Domenicana. Il Padre acconsentì e addirittura chiese al Mae- sempre stupìto quando guardo tutti i tesori nascosti da Lui nella via che a me sembrava fatta per caso, e invece era bene indicata e preparata dall’Amore Divino. Non so dove questo corso mi porterà, ma so bene che sarà pieno di doni e di amici che non aspettavo. Sono incredibilmente grato a Dio, ai suoi Santi e a tutti i domenicani, a san Domenico, per essere stati coinvolti nella Provvidenza di Dio. Se è vero ciò che dice S. Caterina che “tutto passa“, Ella non parla per niente delle cose fatte dalle mani eterne: quelle non passano! Ogni atto degli uomini fatto nella grazia, non finisce mai, ma fa parte della nostra vita che va oltre, al di là. Una storia, la nostra, quasi una favola, che non potevamo inventare, né immaginare. Una bellezza, diciamo, che solo Lui sa disegnare. vocazioni stro Generale dell’Ordine P. Bruno Cadoré, che fosse lui ad accogliermi nella fraternita sacerdotale. Ciò avvenne proprio durante il Convegno per i 750 anni di canonizzazione della Santa, a Siena, il 30 ottobre 2011. Non potete immaginare cosa si prova quando tutti i colori di un dipinto a me sconosciuto, venivano come raccolti dagli amici di Dio, erano messi insieme rivelando una scena dell’amore di Dio e dei Santi. I frati domenicani tutti; in particolare P. Reinaldo Sanchez organizzò il rito d’accoglienza e fu così che mi ritrovai in mezzo a loro nella preghiera e davanti a me il Maestro dell’Ordine che mi chiedeva le promesse. Questa è la Provvidenza! Quando ci si mette nelle mani di Dio e dei Santi, consapevoli che siamo troppo piccoli e indegni di arrivare a nessun posto della santità con le sole proprie forze, allora arriva l’aiuto di Colui che dirige e dipinge tutto. Sono Fra Tommaso Angelico (Don Matteo Kauth). SIENA. San Domenico. Fr Tommaso con il Maestro dell’Ordine, Bruno Cadoré, il P. Provinciale, Daniele Cara, e altri confratelli domenicani. domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 159 Il Papa propone lo stile di preghiera di San Domenico durante l’udienza generale dell’8 agosto 2012. SAN DOMENICO MAESTRO DI PREGHIERA Benedetto XVI presenta san Domenico come «uomo di preghiera” e «esempio di integrazione armoniosa tra contemplazione dei misteri divini e attività apostolica» tanto che «in ogni momento la preghiera fu la forza che rinnovò e rese sempre più feconde le sue opere apostoliche». Cari fratelli e sorelle, domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 160 oggi la Chiesa celebra la memoria di san Domenico di Guzmán, Sacerdote e Fondatore dell’Ordine dei Predicatori, detti Domenicani. In una precedente Catechesi ho già illustrato questa insigne figura e il fondamentale contributo che ha apportato al rinnovamento della Chiesa del suo tempo. Oggi, vorrei metterne in luce un aspetto essenziale della sua spiritualità: la sua vita di preghiera. San Domenico fu un uomo di preghiera. Innamorato di Dio, non ebbe altra aspirazione che la salvezza delle anime, in particolare di quelle cadute nelle reti delle eresie del suo tempo; imitatore di Cristo, incarnò radicalmente i tre consigli evangelici unendo alla proclamazione della Parola una testimonianza di una vita povera; sotto la guida dello Spirito Santo, progredì sulla via della perfezione cristiana. In ogni momento, la preghiera fu la forza che rinnovò e rese sempre più feconde le sue opere apostoliche. Il Beato Giordano di Sassonia, morto nel 1237, suo successore alla guida dell’Ordine, scrive così: «Durante il giorno, nessuno più di lui si mostrava socievole... Viceversa di notte, nessuno era più di lui assiduo nel vegliare in preghiera. Il giorno lo dedicava al prossimo, ma la notte la dava a Dio» (P. Lippini, San Domenico visto dai suoi contemporanei, Bologna 1982, p. 133). In san Domenico possiamo vedere un esempio di integrazione armoniosa tra contemplazione dei misteri divini e attività apostolica. Secondo le testimonianze delle persone a lui più vicine, «egli parlava sempre con Dio o di Dio». Tale osservazione indica la sua comunione profonda con il Signore e, allo stesso tempo, il costante impegno di condurre gli altri a questa comunione con Dio. Non ha lasciato scritti sulla preghiera, ma la tradizione domenicana ha raccolto e tramandato la sua esperienza viva in un’opera dal titolo: Le nove maniere di pregare di San Domenico. Questo libro è stato composto tra il 1260 e il 1288 da un Frate domenicano; esso ci aiuta a capire qualcosa della vita interiore del Santo e aiuta anche Castelgandolfo (Rm 8/8/12). ••• agiografia Sono quindi nove le maniere di pregare secondo san Domenico e ciascuna di queste, che realizzava sempre davanti a Gesù Crocifisso, esprime un atteggiamento corporale e uno spirituale che, intimamente compenetrati, favoriscono il raccoglimento e il fervore. I primi sette modi seguono una linea ascendente, come passi di un cammino, verso la comunione con Dio, con la Trinità: san Domenico prega in piedi inchinato per esprimere l’umiltà, steso a terra per chiedere perdono dei propri peccati, in ginocchio facendo penitenza per partecipare alle sofferenze del Signore, con le braccia aperte fissando il Crocifisso per contemplare il Sommo Amore, con lo sguardo verso il cielo sentendosi attirato nel mondo di Dio. Quindi sono tre forme: in piedi, in ginocchio, steso a terra; ma sempre con lo sguardo rivolto verso il Signore Crocifisso. Gli ultimi due modi, invece, su cui vorrei soffermarmi brevemente, corrispondono a due pratiche di pietà abitualmente vissute dal Santo. Innanzitutto la meditazione personale, dove la preghiera acquista una dimensione ancora più intima, fervorosa e rasserenante. Al termine della recita della Liturgia delle Ore, e dopo la celebrazione della Messa, san Domenico prolungava il colloquio con Dio, senza porsi limiti di tempo. Seduto tranquillamente, si raccoglieva in se stesso in atteggiamento di ascolto, leggendo un libro o fissando il Crocifisso. Viveva così intensamente questi momenti di rapporto con Dio che anche esteriormente si potevano cogliere le sue reazioni di gioia o di pianto. Quindi ha assimilato a sé, meditando, le realtà della fede. I testimoni raccon- tano che, a volte, entrava in una sorta di estasi con il volto trasfigurato, ma subito dopo riprendeva umilmente le sue attività quotidiane ricaricato dalla forza che viene dall’Alto. Poi la preghiera durante i viaggi tra un convento e l’altro; recitava le Lodi, l’Ora Media, il Vespro con i compagni, e, attraversando le valli o le colline, contemplava la bellezza della creazione. Allora dal suo cuore sgorgava un canto di lode e di ringraziamento a Dio per tanti doni, soprattutto per la più grande meraviglia: la redenzione operata da Cristo. Cari amici, san Domenico ci ricorda che all’origine della testimonianza della fede, che ogni cristiano deve dare in famiglia, nel lavoro, nell’impegno sociale, e anche nei momenti di distensione, sta la preghiera, il contatto personale con Dio; solo questo rapporto reale con Dio ci dà la forza per vivere intensamente ogni avvenimento, specie i momenti più sofferti. Questo Santo ci ricorda anche l’importanza degli atteggiamenti esteriori nella nostra preghiera. L’inginocchiarsi, lo stare in piedi davanti al Signore, il fissare lo sguardo sul Crocifisso, il fermarsi e raccogliersi in silenzio, non sono secondari, ma ci aiutano a porci interiormente, con tutta la persona, in relazione con Dio. Vorrei richiamare ancora una volta la necessità per la nostra vita spirituale di trovare quotidianamente momenti per pregare con tranquillità; dobbiamo prenderci questo tempo specie nelle vacanze, avere un po’ di tempo per parlare con Dio. Sarà un modo anche per aiutare chi ci sta vicino ad entrare nel raggio luminoso della presenza di Dio, che porta la pace e l’amore di cui abbiamo tutti bisogno. Grazie. 161 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 noi, con tutte le differenze, a imparare qualcosa su come pregare. ROMA-Prati. Convento S. Maria del Rosario. agiografia SAN DOMENICO DI GUZMAN domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 162 videoillustrazione storico artistica Mercoledì 23 maggio 2012 alle ore 16.00 nella chiesa di Santa Maria del Rosario in Prati, unica parrocchia domenicana a Roma, in occasione dei festeggiamenti per la Traslazione del Santo Padre Domenico, si è tenuta una videoillustrazione storico-artistica sulla figura del santo Fondatore. Fra Manolo M. Puppini O.P., viceparroco della suddetta parrocchia e autore della videoillustrazione, con l’ausilio di un videoproiettore, ha mostrato ai convenuti una serie di opere realizzate da artisti di varie epoche raffiguranti san Domenico, la sua storia e miracoli, accompagnate dalla lettura di brani significativi, tratti dalle fonti domenicane più antiche. Tra gli artisti citati, italiani e stranieri, famosi e meno noti, figurano Guido da Siena, Nicola Pisano, Pietro Cavallini, Pier Paolo dalle Masegne, France- sco Traini, Andrea di Bonaiuto, Jacopo Roseto, Niccolò dell’Arca, Beato Angelico, Benozzo Gozzoli, Piero di Cosimo, Domenico Ghirlandaio, Andrea della Robbia, Pedro Berruguete, Michelangelo Buonarroti, Lorenzo Lotto, Tiziano Vecellio, Santi di Tito, Guido Reni, Antonio van Dyck, Mattia Preti, Guercino, Claudio Coello. Dopo una breve introduzione, fra Manolo ha svelato il significato dei vari attributi iconografici del santo: l’abito bianco e nero, il libro (Evangeliario), il giglio, la stella, il cane con la fiaccola in bocca, la croce pastorale, il modello della chiesa. Non è mancato un accenno al vero volto di san Domenico, ricostruito nel 1946 a Bologna, al quale è seguita una presentazione dei cicli scultorei e pittorici con le storie di san Domenico più rilevanti: il Sarcofago dell’Arca di agiografia la b. V. Maria che presenta a suo Figlio san Domenico e san Francesco per la salvezza del mondo; l’incontro di san Domenico e san Francesco; l’approvazione dell’Ordine domenicano; i santi apostoli Pietro e Paolo che gli consegnano rispettivamente un bastone e un libro; il miracolo dei pani portati dagli angeli; la risurrezione di Napoleone Orsini, nipote del cardinale Stefano di Fossanova, caduto da cavallo; la morte e le esequie; la visione del beato Guala da Bergamo O.P.: san Domenico viene portato in cielo attraverso una scala sorretta da Gesù e dalla b. V. Maria; infine San Domenico in Soriano: la b. V. Maria consegna a fra Lorenzo da Grotteria una tela raffigurante san Domenico, perché venga esposta al culto. La videoillustrazione si è conclusa con le notizie riguardanti la morte, la sepoltura, la traslazione e la canonizzazione di san Domenico. Fra Manolo M. Puppini O.P. Per ulteriori informazioni o per organizzare la videoillustrazione si prega di contattare fra Manolo alla seguente e-mail: [email protected] 163 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 San Domenico scolpito da Nicola Pisano e aiuti; il Trittico di San Domenico dipinto da Giovanni da Taranto; la Pala di San Domenico conservata a Barcellona; il Polittico di San Domenico dipinto da Francesco Traini; il Reliquiario del Capo di San Domenico, capolavoro di oreficeria tardo gotica realizzato da Jacopo Roseto; gli affreschi della Sala del Capitolo del convento di San Domenico in Prato; la Pala dell’Incoronazione della Vergine e il Trittico di Cortona dipinti dal Beato Angelico, sacerdote domenicano; gli affreschi del Chiostro Grande del convento di Santa Maria Novella in Firenze. Tale presentazione è stata ricca di notizie sugli artisti, sui materiali e sugli stili artistici. Successivamente, fra Manolo ha illustrato i singoli episodi della vita di san Domenico, sia dal punto di vista storico che da quello artistico: la nascita e il battesimo; il miracolo del libro respinto dalle fiamme; il miracolo dei naufraghi salvati dalle acque della Garonna; san Domenico e il Crocifisso; la b. V. Maria che gli consegna il rosario; il sogno di Innocenzo III: san Domenico sostiene la basilica del Laterano; appello urgente del Maestro dell’Ordine dei Frati Predicatori LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE al centro della missione dell’Ordine l’Ordine è composto da frati totalmente dediti all’evangelizzazione della Parola di Dio. Totalmente dedito a rendere la Parola di Dio una buona notizia per il mondo. domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 164 Sin dalla nascita il concetto di “nuova evangelizzazione”, ha avuto molte definizioni anche discusse. Durante una conferenza tenutasi nel 2000, ad esempio, il Cardinale Ratzinger incentrava la sua riflessione sul fatto che: “una grande parte dell’umanità di oggi non trova più, nell’evangelizzazione permanente della Chiesa, il Vangelo, cioè una risposta convincente alla domanda: come vivere?” La sfida è allora di sapere come porgere il Vangelo a coloro (uomini e donne) che non incontrano o non sono raggiunti dall’evangelizzazione classica (la celebrazione dell’eucaristia, dei sacramenti, la predicazione …). È per questo che occorre trovare nuove strutture e nuovi metodi per evangelizzare. Nella Redemptoris Missio, il Papa Giovanni Paolo II scriveva: “la Chiesa deve affrontare altre sfide, progredendo verso nuove frontiere sia per la missione ad Gentes sia per la nuova evangelizzazione di quei popoli che hanno già ricevuto l’annuncio di Cristo”, sottolineando la necessità di una forza spirituale per un rinnovamento della Chiesa. Egli scriveva ancora, con riguardo specificamente all’Europa: “L’Europa non deve oggi semplicemente fare appello alla sua precedente eredità cristiana: occorre infatti che sia messa in grado di decidere nuovamente del suo futuro nell’incontro con la persona e il messaggio di Gesù Cristo“ (Ecclesia in Europa. 2002. 2). In questa stessa prospettiva di rinnovamento, il papa Benedetto XVI evocava il “cortile dei Gentili “ (Discorso alla Curia Romana 21.12.2009. n. 40 ). In un certo modo, tutte le definizioni proposte mettono in evidenza questo invito ed è ciò che vi propongo di accogliere come un appello urgente per l’Ordine dei Frati Predicatori che è stato fondato per l’evangelizzazione, proprio in un momento della storia della Chiesa in cui si poneva la questione del metodo e delle strutture. Diego e Domenico, infatti, non hanno forse proposto l’avventura di una predicazione itinerante e mendicante in risposta a metodi che sembravano inadatti a offrire una risposta ai movimenti dei “Puri” che, contestando certe pratiche e posture ecclesiali, proponevano un ritorno all’evangelismo? E’ dunque una sfida centrale per l’Ordine prendere parte, secondo il suo carisma, a questo movimento di evangelizzazione, specialmente in questo tempo in cui si prepara la celebrazione del Giubileo (a. 2016). (dal Discorso del Maestro dell’Ordine a Lisbona, giovedì 12 aprile 2012). UN INCONTRO CON IL MAESTRO DELL’ORDINE Sabato 12 Maggio, presso la sala di S. Caterina, nel Convento di S. Sabina, si è tenuto un incontro con il Padre Cadoré, Maestro dell’Ordine, come già abbiamo letto nel numero precedente di Domenicani (p. 124). Durante l’incontro, il p. Cadoré ha avuto parole di conforto e letizia per tutti, ma non ha mancato di porgere domande di stringente urgenza e drammaticità. Fra tutte, una mi è rimasta impressa: “Come facciamo a uscire dalle sacrestie?”. Ovviamente la sacrestia è un luogo che travalica i muri perimetrali dei locali di servizio delle chiese e si allarga ed espande fino ad abbracciare quello spazio immaginario dove ogni cattolico si trova a proprio agio, protetto, libero di esercitare la propria fede e di parlare della propria esperienza. Questo luogo, la propria visione della Chiesa, c’è chi lo vede come un castello da ristrutturare, chi un fortino assediato, chi una trincea, chi una casa senza più porte o mura. La domanda del Maestro dell’Ordine nasconde una grande urgenza: come uscire dalla situazione di crisi vissuta oggi dalla Chiesa? Ognuno di noi è interrogato e, per rispondere alla domanda del Maestro Generale, deve chiedersi: perché sono nella sacrestia? Perché dovrei uscirne? Che cosa dovrei fare là fuori? La prima domanda (perché sono nella sacrestia?) ha una risposta semplice: perché tutti andavano in sacrestia. Il sentimento religioso è stato per secoli il collante della società, il tessuto connettivo dei rapporti e delle relazioni, il riferimento immutabile dell’escatologia personale e collettiva. La pastorale partiva da questo sentimento naturale per far crescere e maturare la fede. In questa situazione rimanere nella sacrestia è stata la scelta più semplice e più ovvia: se il popolo veniva nella sacrestia a cercare conforto e risposte, uscirne significava rendere sguarnita e indebolire la Chiesa (naturalmente non stiamo parlando dei missionari). Nessuno, credo, potrà dubitare della conclusione di questa fase: le sacrestie sono tristemente vuote! Probabilmente qualcuno si è dedicato al facile e inutile gioco della cac- 165 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 un incontro gioviale e affettuoso quello con il proprio padre da parte dei figli durante il quale si mettono in evidenza preoccupazioni e progetti di famiglia. Alcune espressioni passano tra loro, al momento usuali e senza particolare significato; poi riemergono nella mente e nel cuore alcune parole, alcune frasi… È quanto ci esprime Edoardo Mattei, laico domenicano, nella seguente considerazione che ha scritto per tutti noi. carisma P. Bruno Cadorè carisma cia al colpevole in cui, come spesso accade, le parti si accusano fra loro: progressisti e tradizionalisti, con tutti i limiti delle etichette, si sono accapigliati facendosi dispetti e seguendo ciascuno la propria strada incurante dell’altro (e della comunione che ci dovrebbe essere…). Il problema, come disse papa Ratzinger in occasione degli auguri di Natale del 2005, dipende dalla giusta interpretazione del Concilio o – come diremmo oggi – dalla sua giusta ermeneutica, dalla giusta chiave di lettura e di applicazione. I problemi della recezione sono nati dal fatto che due ermeneutiche contrarie si sono trovate a confronto e hanno litigato tra loro. Questa contrapposizione spiega la doppia risposta alla seconda domanda: perché dovrei uscire dalla sacrestia? Se i primi rispondono “Perché se nessuno viene, dobbiamo andare a cercarli noi”; gli altri controbattono “Se restauriamo quanto è stato distrutto, ritorneranno tutti”. Chi ha ragione? Adattare la Chiesa ai tempi moderni, e quindi ripensare la dottrina su aborto, matrimonio, divorzio, famiglia oppure riaffermare con fermezza il magistero condannando il peccato e offrendo la conversione al peccatore? C’è realmente contrapposizione? Se il deposito fidei è lo stesso, dov’è la differenza? Un problema è la cattiva comprensione della cosiddetta legge di gradualità. Si cresce per gradi e si esprime il proprio vissuto nella misura delle forze e delle capacità possedute. È questa la legge della gradualità, una legge semplice, facilmente constatabile, che permette di assimilare e di interiorizzare in un continuum le nostre conquiste quotidiane. Questa legge ha un valore fondante anche nella formazione umana e spirituale del cristiano. Ne consegue che non è possibile pretendere subito l’adesione completa e incondizionata al magistero così come non è possibile, per motivi pastorali, piegare il magistero affinché sia ac- domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 166 ROMA. Convento S. Sabina. Incontro con il Maestro dell’Ordine. (12.05.2012). Perché dovremmo uscire? Perché i nostri divorziati risposati hanno sentito solamente la condanna dalla Chiesa mentre oggi serve qualcuno che annunci loro l’amore e il perdono di Dio. Questo, l’annuncio della Buona Novella, del kerygma, è solo la prima conversione, la metanoia, l’effetto immediato dell’accoglienza della predicazione. È necessaria la presenza di formatori, di educatori per trasformare la prima conversione in fede matura e questi educatori non hanno bisogno di uscire, anzi devono rimanere nella sacrestia per mietere la semina della predicazione. Il problema, dunque, non è uscire carisma o rimanere ma trovare il proprio posto, con umiltà, senza pensare che sia l’unico possibile per tutti: la messe è grande e c’è lavoro per tutti e tutti insieme. L’ultima risposta è la conclusione di questa riflessione: cosa dovrei fare là fuori? «Lo Spirito Santo […] vi spinga ad andare loro incontro, vi porti a frequentarne gli ambienti di vita […]. Non si tratta di adeguare il Vangelo al mondo, ma di attingere dal Vangelo quella perenne novità, che consente in ogni tempo di trovare le forme adatte per annunciare la Parola che non passa, fecondando e servendo l’umana esistenza. Torniamo, dunque, a proporre ai giovani la misura alta e trascendente della vita, intesa come vocazione: chiamati alla vita consacrata, al sacerdozio, al matrimonio, sappiano rispondere con generosità all’appello del Signore, perché solo così potranno cogliere ciò che è essenziale per ciascuno». L’invito del papa è un bellissimo programma per i chiamati a uscire e là fuori ognuno può seguire il proprio estro. Al Lloyd Center Mall di Portland, Oregon, padre Tony Wall, domenicano, ha un “chiosco cattolico”, la sua base per parlare con gli avventori del Centro Commerciale. “Siamo diventati una chiesa completamente passiva – afferma - la gente non incontra più i preti da nessuna parte. Ci siamo nascosti nelle canoniche” (ricordo come il card. Vallini, vicario del papa per la diocesi di Roma, in un incontro di questo inverno, chiedesse la disponibilità di catechisti per una missione nel giorno di Domenica al Centro Commerciale Porta di Roma). Con velleità e romanticismo, il p. Wall ha interpretato il carisma dell’Ordine per i tempi moderni e, contemporaneamente il Maestro Generale, all’ultima conferenza dei Generali, aveva in- 167 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 cettabile da tutti. Sovente c’è confusione. Facciamo un esempio: una coppia di divorziati risposati si avvicina alla Chiesa. Qual è il giusto atteggiamento da tenere? Informarli della difficoltà di comunione nella Chiesa e dell’esigenza di avere una relazione differente oppure di tacere perché la cosa principale è il loro ritorno nella Chiesa? La legge di gradualità, quel criterio per cui ci si dispone al bene in modo progressivo, va applicata senza trasformarla in un aggiramento delle norme cioè in una gradualità della legge. Bisogna scegliere sempre il male minore, per cui la persona s’impegna nella riduzione del male come unica concreta possibilità di volgersi verso un bene, al momento di fatto non interamente praticabile. È ovvio che un cristiano, non è autorizzato a scegliere il minore tra due mali, ma a rifiutarli entrambi. Con i nostri divorziati risposati, è bene rallegrarsi che siano tornati nella Chiesa ma, per paura che se ne vadano, non bisogna rinunciare a inserirli in un cammino di formazione in cui, sostenendoli e annunciando loro la Verità, possano comprendere qual è la loro vera situazione e maturare un cambiamento di vita. carisma domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 168 dicato quattro percorsi per un’efficace evangelizzazione nel mondo di oggi: l’itineranza, la mendicità, l’incontro, lo studio. Come possiamo seguire noi, laici domenicani, questi percorsi nella nostra vita quotidiana? Personalmente penso che la itineranza sia la disponibilità a uscire dai propri luoghi per andare nei luoghi dei non credenti, uscire dalle sacrestie. Interpreto la mendicità come la rinuncia al lusso e ai beni superflui (l’orologio deve essere necessariamente un Patek Philippe Nautilus? La nuova auto deve essere obbligatoriamente full optional?) I mendicanti non solo si sentono più vicini ai poveri, ma sono anche più liberi di denunciare le strutture sociali e le politiche economiche che costringono di fatto non poche persone a vivere in povertà. L’incontro – affermava p. Cadoré - è guidato dalla compassione e dal dialogo. La compassione può assumere, in certi casi, anche la forma dell’indignazione per l’esclusione e l’ingiustizia nei confronti dei poveri. Compatire diventa allora un incentivo a impegnarsi nella trasformazione del mondo, nella convinzione che la lotta per la giustizia e la pace sono parte integrante della predicazione del Regno di Dio. Infine, le persone che s’incontrano sono mediamente ben informate, con un senso della vita variamente sviluppato: non possono essere affrontate se non si ha un’adeguata preparazione dottrinale e pastorale che viene solo dallo studio inteso come vocazione e strumento di predicazione. Oggi, se il Maestro Generale chiedesse nuovamente “Come possiamo uscire dalle sacrestie?” saprei come rispondere: “Chi si sente chiamato a uscire, semplicemente apra la porta ed esca. Ma non dimentichi la strada per tornare”. Edoardo Mattei (fr Mattia). ••• A ROMA-SASSONE (5-7 ottobre). IL CONVEGNO DEI LAICI DI SAN DOMENICO Già programmato da tempo, il nostro Convegno annuale si svolge a Sassone, nei pressi di Roma, dal pomeriggio del 5 ottobre al primo pomeriggio del 7 ottobre 2012. È ancora possibile dare l’adesione di partecipazione con un fax (n. 063611311) o telefonando (n. 3356790915). Per la prenotazione occorre inviare, a mezzo conto corrente postale (n. 36725968 intestato “Il Pulcin della Minerva”, Roma) un anticipo di €. 30 a persona. Si ricorda che l’importo da saldare al Convegno è di €. 85 (o €. 75 in camera doppia) per due giorni di pensione completa, escursione in pullman ai Castelli Romani ed è comprensivo della quota d’iscrizione al Convegno. Tema del Convegno è: la Lettera apostolica “Porta Fidei” alla luce del carisma domenicano. Attendo con piacere le vostre adesioni, anche con familiari ed amici. Pier Giorgio Imbrighi, presidente provinciale delle FLD. ••• SARDEGNA. San Nicolò Fenugheddu. ha bisogno di essere meditata da noi. L’altro punto trattato si è concluso con l’invito alla lettura del Catechismo della Chiesa Cattolica: “memoria permanente dei tanti modi in cui la Chiesa ha meditato nella fede”. Quando a settembre riprenderà l’attività della Fraternita, il Consiglio programmerà gli incontri avendo presenti questi due importanti temi: 1) la lettera Apostolica “La Porta della Fede” e 2) Il Catechismo della Chiesa Cattolica. C’è stata, poi, la celebrazione della Santa Messa, presieduta dal P. A. Fazzini, quindi il pranzo, una breve pausa e la ripresa del convegno. Paola Palla della Fraternita di Cagliari fa una breve “Storia dell’Ordine” e ricorda come il carisma domenicano sia la predicazione apostolica, la preghiera e lo studio. Noi laici domenicani aderiamo allo specifico fondamento dell’Ordine secondo quanto ci chiede il Papa. Ci ricorda, infine, come tante belle figure di Santi domenicani hanno testimoniato, con la predicazione apostolica e la preghiera, la fede nella Parola di Gesù. Gianni Pinna, della Fraternita di Sassari, interviene parlando della fede secondo San Tommaso d’Aquino, ed è stato seguito con viva partecipazione da tutti noi. I lavori vengono chiusi dal P. Alberto Viganò e in serata si rientra contenti. Questo convegno è stato proprio bello e interessante! Marisa Vassena priora della FLD di Cagliari. ••• 169 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 Domenica 3 giugno a S. Nicolò Fenugheddu, presso Oristano, nella bella sede delle Suore Giuseppine, si è svolto il convegno di formazione dei laici domenicani di tutta la Sardegna e precisamente di Sassari, Sedilo e Cagliari, presenti i rispettivi Assistenti. Ha presieduto i lavori P. Alberto Viganò op., Promotore dei laici della nostra Provincia. Al centro dell’attenzione il commento della lettera Apostolica “Porta Fidei”. La porta della fede che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa è sempre aperta per noi. Credere in Gesù Cristo, dunque, è la via per poter giungere in modo definitivo alla salvezza eterna. È seguito un dibattito molto partecipato e interessante. È emersa, tra l’altro, la domanda come fare per comunicare la fede a chi ci è vicino e che la rifiuta. “La fede è un dono di Dio” è stata la risposta conclusiva e vera che fraternite ld Convegno di formazione dei laici domenicani sardi. CAGLIARI. Convento S. Domenico fraternite ld La Fraternita calaritana in Ritiro. domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 170 Domenica 12 giugno, al Centro Giovanile di Selargius (CA), si è svolto a conclusione dell’anno “sociale” e come programmato dal Consiglio di Fraternita, il ritiro spirituale guidato dal nostro assistente P. Alberto Fazzini. Arrivo alle ore 9.00, a Selargius, di tutti i confratelli e consorelle: pochi assenti per motivi personali o di salute. Si unisce al gruppo, ospite graditissima, Suor Anna priora domenicana. Ci rechiamo in cappella per la recita delle lodi. Poi fa seguito la catechesi di P. Alberto. La prima parte è dedicata al tema: “Domenicani laici” e si legge anche la lettera del Maestro Generale, P. Bruno Cadorè, riguardante i laici. Nella seconda parte della catechesi il padre tratta dell’importanza del S. Rosario: storia e recita, con un’auspicabile meditazione personale. Il dibattito seguìto ha messo in luce l’esigenza di sentirsi membri della Chiesa, consacrati al culto della verità, alla sua diffusione e al raggiungimento della salvezza. Il Padre assistente ci ha sollecitato ad essere più presenti e non essere ignavi né nella meditazione, né nella vita attiva. Alle 12,30 la S. Messa, e alle 13,30 il pranzo con la presenza dei padri del convento di Cagliari, che ci hanno raggiunto nel frattempo per condividere con noi un momento di gioiosa fraternità conviviale. Dopo pranzo nel piazzale, all’ombra dei pini, abbiamo continuato la discussione del tema e preso accordi perché nel prossimo consiglio di fraternita si programmi, tra l’altro, l’inserimento dell’esame dell’enciclica “Porta Fidei“ di Benedetto XVI. (la priora Marisa Vassena). MONTEPULCIANO (SI). Laicato Domenicano. Camminare insieme per la strada della vita può essere molto difficile, ma il vostro amore vi ha saputo insegnare come fare… siete infatti arrivati al meraviglioso traguardo di 60 anni di nozze con la consapevolezza che la vostra vita proseguirà in questo modo. Abbiamo anche “onorato”, durante le feste di S. Domenico, i cento anni della Sig.ra Lara Franceschi Del Toro. Lara è molto attiva nella Chiesa locale di Montepulciano e nel Laicato Domenicano. In quest’ultimo è entrata nel 1932 prendendo il nome di Teresa. I Laici di Montepulciano hanno voluto esserle vicini dedicandole, con affetto sincero, anche una poesia che è stata letta pubblicamente e che lei ha molto gradito. Auguriamo a tutti ogni bene. Lucia Tremiti, consorella della Fld. MONTEPULCIANO, Foto ricordo delle Nozze di diamante di Elia e Mario e dei cento anni di età della signora Lara Franceschi del Toro. 171 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 Tra gli anniversari di matrimonio, le Nozze di diamante sono senza dubbio un appuntamento importante per due sposi, in quanto rappresentano 60 anni di vita vissuta insieme. Una ricorrenza che, non a caso, viene simbolicamente associata alla più preziosa delle pietre, appunto al diamante, il materiale più duro al mondo! Per la sua purezza, il suo valore e robustezza il diamante ben riesce a definire simbolicamente la preziosità di un legame che dura da ben 60 anni. Sessant’anni di storia d’amore, di cose dette e non dette, di presenze e di assenze, di giochi e di sorrisi, di lacrime e di conforto.... La nostra consorella Elia e il marito Mario hanno voluto rinnovare le loro promesse matrimoniali nel Santuario di S. Agnese. È stato molto bello vedere Elia indossare il nastro domenicano! fraternite ld Nozze di diamante di Elia e Mario e i cento anni di Lara. In memoria di Fr Marco Giammarino sacerdote domenicano Torino, 27/11/1933 Pistoia, 07/06/2012 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 172 Nato a Torino il 27 novembre 1933, ma subito trasferitosi a Roma con la famiglia, era entrato nell’Ordine giovanissimo. Dopo gli anni del collegio aveva vissuto il suo noviziato a san Domenico di Fiesole nel 1950-51 e venne ordinato sacerdote, a Pistoia, nel 1958. Dopo gli studi all’interno dell’Ordine e la laurea in filosofia a Perugia nel 1968, si impegnò in attività apostoliche a contatto con i giovani nel collegio di Arezzo prima, e poi con gli scouts e nella parrocchia a Perugia. Successivamente, dopo essere stato superiore a Lucca (1968-70), nel 1970 fu trasferito a Pistoia, dove è rimasto fino alla morte. Entrato a far parte della redazione di ‘Vita sociale’, curò per diverso tempo una rubrica di notizie e informazioni sull’America Latina. Svolse l’ufficio di priore della comunità di Pistoia e più volte quello di sottopriore. Dal 1970 intraprese l’insegnamento, prima nella scuola privata, e poi, dal 1976 al 2004, nella scuola statale. Per molti anni fu professore di italiano e storia all’Istituto Tecnico Commerciale di Agliana (Pt), intrattenendo con i suoi studenti un rapporto amicale e cordiale che è durato fino al termine della sua vita. Svolse altresì l’ufficio di Consigliere di Provincia, dapprima dal 1969 al 1972 e poi dal 1977 al 1981. A seguito del pensionamento nel 2004, fr Marco si era dedicato a diversi uffici e servizi all’interno della comunità di Pistoia (come quello di economo o di sacrista), assecondando in ciò la sua indole amante di una presenza discreta e nascosta, ma anche la sua attitudine allo studio e all’aggiornamento continuo maturata nell’esperienza di formazione e di insegnamento. Negli anni più recenti, incaricato dal Capitolo Provinciale del 2005 della Formazione Permanente in Provincia, ha curato gli “Incontri di Formazione Annuale” (svoltisi presso il convento di Pistoia) nel quadriennio 2005-2009. Sempre dal Capitolo, fu nominato Direttore della Biblioteca di Pistoia: ufficio svolto fino al 2011. Affetto da patologia cardiaca, subì un primo intervento nel dicembre 2010 e un secondo nel luglio 2011. È deceduto a Pistoia il 7 giugno 2012. La celebrazione delle esequie, presieduta dal priore provinciale, fra Daniele Cara, si è tenuta nella chiesa di S. Domenico alla presenza dei confratelli, dei parenti e di un buon gruppo di laici vicini alla comunità domenicana tra cui alcuni suoi ex-alunni, nella mattinata di sabato 9 giugno. ••• In memoria di in memoria Fr Remigio Botti Piacenza, 08/03/1930 Roma, 22/06/2012 Nato a Piacenza nel 1930, P. Remigio Botti ha fatto professione nell’Ordine domenicano il 28 ottobre 1947 ed è stato ordinato sacerdote il 5 dicembre 1947. Il 22 giugno scorso all’età di 82 anni ci lasciava per sempre. Queste le date più importanti della sua vita, ma, tra le tante notizie da dire, vorrei ricordarlo in particolare come missionario in Pakistan, dato che anch’io lo raggiunsi in quella missione. Volentieri cercherò, quindi, di riportare in breve la sua vita passata in missione e alcuni miei ricordi di lui. P. Remigio Botti partì per la missione, affidata ai domenicani della Provincia Romana, nel 1955. Si ricordi che inizialmente fu l’India e il primo gruppo di missionari partì nel 1931. In seguito, nel 1947, con la separazione della zona del Nord i missionari si ritrovarono nel nuovo Paese chiamato Pakistan. Quando io arrivai in Pakistan, a Faisalabad, allora Lyallpur (era nell’ottobre del 1972) il P. Remigio aveva già vissuto, sotto tutti gli aspetti, una buona parte della sua vita missionaria. Egli allora era assegnato alla Bishop’s House da dove assisteva i cristiani della Christian Town, un centro della comunità cristiana della città, e nello stesso tempo copriva anche l’ilàqa o villaggi di Jaranwala, una cittadina a una trentina di km. da Faisaslabad nella direzione di Lahore. Anch’io all’inizio, prima di trasferirmi alla casa domenicana di Warispura che era in fase di costruzione, passai con lui alcuni mesi alla Bisho’s House. Là c’era anche mons. B. Cialeo e il vescovo Paolo Andreotti, da poco rientrato in diocesi come vescovo ausiliare e ricordo che dopo pranzo, si passeggiava un po’ fuori, attorno alla cattedrale. Negli anni 1973-74 le due vicarie domenicane: l’italiana e l’americana lo elessero maestro dei novizi, ufficio che P. Remigio ricoprì per molti anni, finché rimase in Pakistan. Quasi tutti i domenicani pakistani l’hanno avuto come maestro in noviziato e conservano un bel ricordo di lui, in particolare per essere stati aiutati a vivere liberi sotto la nuova legge portata da Cristo. Fu scelta come casa di noviziato quella di Bahawalpur. Allora il P. Remigio lasciava a me la cura della sua ilàqa, e si trasferì in questa città dove rimase per parecchi anni. >>> 173 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 sacerdote domenicano in memoria domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 174 Se ben ricordo alla fine degli anni settanta si prese un anno sabbatico (di riposo e di studio) in Italia: lo passò nel convento dei Prati a Roma e scelse come materia di studio la spiritualità. Dopo la creazione della Vice-provincia pakistana (1982) il noviziato fu spostato a Warispura, dove oltre ai novizi anche le giovani suore domenicane trassero un grande vantaggio per la formazione data dal P. Remigio. E nel 1987, con il trasferimento della casa priorale da Multan a Warispura, mi ritrovai anch’io con il P. Remigio per tre anni interi. Quelli furono anni belli trascorsi insieme, anche perché con noi c’era il vescovo Paolo che, come vescovo emerito, aveva lasciato la diocesi. La presenza di Mons. Paolo e la sua partecipazione alla nostra vita comunitaria fu di esempio per tutti, in particolare per le giovani vocazioni domenicane. Concludendo, posso dire che ho veramente dei bei ricordi di P. Remigio! Anche la gente gli voleva un gran bene e ancora lo ricorda con affetto. Anch’io posso dire che aveva un gran cuore, sapeva guardare prima alla persona e poi a tutto il resto. Negli anni ‘90, quando fu colpito dall’ictus, egli fu costretto a rimanere in Italia. Quando capitavo a Roma, immancabilmente l’andavo a trovare e sono contento di averlo potuto vedere e parlargli, l’ultima volta, circa un mese prima che ci lasciasse. In una di quelle visite mi disse che appena fosse stato un po’ meglio, sarebbe ripartito subito per il Pakistan, tra la sua gente. Sì! In seguito all’ictus egli soffriva fisicamente, ma secondo me la sua più grande sofferenza (che aveva accettato silenziosamente) era di non poter continuare a lavorare per il Regno di Dio in Pakistan. Tutti sanno che il caldo in Pakistan è terribile e a volte insopportabile: può raggiungere i 50° gradi e durare per mesi. Ebbene, per riprenderci un po’, non solo dal caldo ma anche dal lavoro missionario, passavamo un mese in montagna, ad Ayubia. Spesso ho passato il mese, con P. Remigio, a scalare le cime di quei monti, a respirare aria pura e a cercare funghi. Sono certo che ora dopo tanta sofferenza, ma sempre accettata con grande fede, abbia raggiunto nuove vette e possa respirare nuova aria, aria di Cielo. Fr Giovanni Palma OP. • • • Mentre stiamo concludendo per le stampe questo fascicolo di “Domenicani” ci lascia per la Casa del Padre anche FRA REGINALDO RENATO PUDDU op. Ne danno l’annuncio i Frati domenicani del Convento S. Domenico di Fiesole dove hanno avuto luogo i funerali lunedì 30 luglio alle ore 10,00. Fr Reginaldo Puddu era nato a Cagliari il 5 febbraio 1920 e ha fatto la professione nell’Ordine come Fratello Cooperatore il 18 luglio 1938. Nel prossimo numero di questa rivista daremo notizie più abbondanti della sua vita, in sua memoria. RIP. (la redazione). Tra i propositi più personali da fare, per prepararci a celebrare, nel 2016, l’ottavo centenario della conferma dell’Ordine, suggerivamo la lettura di un libro della Vita di San Domenico. Questo ci aiuterà a comprendere meglio il suo carisma e a vivere in comunione con lo spirito e le intenzioni dello stesso S. Domenico (cf. ”Domenicani“, settembre-ottobre 2011, n. 4). Aggiungiamo, all’elenco già fatto, i seguenti testi: unisce l’ideale della vita evangelica, l’eloquenza del predicatore e la più alta scienza filosofica e teologica. Certo non è stato l’unico a incarnare questo modello. Non era san Tommaso. Ma, senza di lui, ci sarebbe stato un san Tommaso? (…) (pag. 8). M. ROQUEBERT, San Domenico, contro la leggenda, pp. 330, ed. S. Paolo (2005) Cinisello Balsamo. Libro di ottima divulgazione della vita di S. Domenico, ricco di contenuti e accessibile anche a non specialisti. Leggiamo dalla presentazione dello stesso autore che mantiene quanto promette: «Evidentemente Domenico non ha bisogno di questo libro per essere “riabilitato”, sempre che ne abbia veramente bisogno. Vorrei semplicemente raccontarlo, rimanendo il più vicino possibile ai fatti certi forniti dalle fonti storiche, e valutando accuratamente quanto siano probabili o possibili. Raccontarlo senza addentrarmi nei sentieri tradizionali dell’agiografia, senza scrivere l’ennesima vita edificante e sublime di un santo cui è già stata consacrata tanta letteratura devota. Semplicemente, seguire di anno in anno il destino di un uomo dall’intelligenza folgorante e dalla volontà prodigiosa, alle prese con la più grave crisi spirituale che la Chiesa abbia conosciuto prima della Riforma. Un uomo cui questa stessa Chiesa deve la creazione di un ”modello“ che prima di lui non esisteva, quello del religioso che ••• Domenico di Caleruega e la nascita dell’Ordine dei Frati Predicatori, Atti del XLI Convegno storico internazionale (Todi 10-12 ottobre 2004), edito da Centro Italiano di Studi sul Basso Medioevo - Accademia Tudertina. È un grosso volume di 640 pagine: un vero scrigno da cui attingere notizie interessanti della vita di San Domenico e contenuti di vera spiritualità domenicana. Allo schema cronologico della vita di S. Domenico di S. Tugwell, fanno seguito le lezioni di esperti storici, quali: La chiesa dal Papa Innocenzo III al Papa Gregorio IX, di K. Pennington; I nuovi Ordini, il IV concilio Lateranense e i Mendicanti, di M.P. Alberzoni; Domenico e gli eretici, di L. Paolini; Domenico e la vita religiosa femminile di G. Cariboni e infine: Gli scritti di Domenico di E. Montanari. 175 domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4 • • • biblioteca biblioteca domenicana Vita dei frati domenicani e delle loro comunità: il ruolo che queste ultime rivestono nella vita di ciascuno. San Domenico. (Anonimo) La comunità rappresenta lo spazio di transizione…. Detto in altri termini, dobbiamo prenderci cura della qualità della vita comune, dato che essa è l’istanza del particolare che, in qualche modo, ci “educa” all’universale. Possiamo qui parlare di “comunità umanizzanti”, e in che forma organizzarle di modo che ciascuno vi trovi il cammino della propria umanizzazione. Ma è anche il modo “capitolare” della nostra vita che qui viene messo in gioco. In che modo la “comunione fraterna” intesa come ideale evangelico può essere realmente un orizzonte strutturante per gli individui? Qui, per esempio, si pone la questione del funzionamento concreto dei capitoli, non solo conventuali ma anche provinciali (a seconda che la maggioranza dei capitolari porti con sé “sante predicazioni” radicate in un luogo, o sia solo delegata di gruppi di frati, la posta in gioco è della democrazia non essendo la stessa nei due casi). Ricevere la comunione come un compito personale, prima di far ascoltare la propria voce per orientare la costruzione della comunione. (…). (dal Discorso del Maestro dell’Ordine, Bruno Cadoré, a Lisbona, giovedì 12 aprile 2012). ••• “DOMENICANI” n. 4 / 2012 settembre - ottobre 2012 PROVINCIA ROMANA DI SANTA CATERINA piazza S. Domenico, n. 5 - 09127 Cagliari Tel. 055-265 64 53 - cell. 339 18 22 685 ccp. 41 48 28 94 e.mail: [email protected]