domenicani - Centro Giovanile Domenicano a Selargius

Transcript

domenicani - Centro Giovanile Domenicano a Selargius
DOMENICANI
CARISMA & MISSIONE
san Domenico, Maestro di Preghiera (p. 160).
EVENTI & CELEBRAZIONI
l’Ordinazione Sacerdotale di fr G. Matteo Serra op. (p. 139).
a cento anni dalla morte del Servo di Dio: Pio del Corona (p. 153).
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
A. XLVI - n. 4 - settembre - ottobre 2012 - Sped. A.P. - D.L. 24/12/2003, n.353, conv. in L. 27/02/2004 n.46 - Firenze Aut. n.1800/1967
133
DOMENICANI
sommario
bimestrale d’informazione
della Provincia Romana
di S.Caterina da Siena
134
Nella grande tavola ammiriamo questo gruppo di santi,
tra cui S. Domenico, a grandezza naturale, quattro in
piedi e due in ginocchio, in
una animata “disputa“ tra di
loro.L’argomento che trattano
lo si comprende dall’immagine della SS. Trinità, che è accennata tra le nuvole buie e
lontane. Il mistero di Dio uno
e trino insieme all’Incarnazione del Verbo di Dio, nel grembo verginale di Maria, formano il fondamento di tutta la
nostra fede cristiana.
Anno XLVI – n. 4
settembre-ottobre 2012
c/c postale n. 41482894
int. Convento S. Domenico
Padri Domenicani
09127 Cagliari – Italia
Autorizzazione del
Tribunale di Firenze del
4 gennaio 1967 - n. 1800
SOMMARIO
Direttore
P. Eugenio Zabatta o.p.
Responsabile
P. Fausto Sbaffoni o.p.
135 Editoriale. Coinvolti come predicatori…
P. Eugenio Zabatta op.
137 Per l’Anno della Fede.
Direzione e Redazione:
piazza S. Domenico, n. 5
09127 CAGLIARI
naca dell’ordinazione e testo dei discorsi).
Tel. 055-2656453
cell. 339 18 22 685
e.mail
[email protected]
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
Anno XLVI - settembre-ottobre 2012 - n. 4.
CON APPROVAZIONE
ECCLES. E DELL’ORDINE
Sped. Abb. Postale
D.L. 24/12/2003, n.353,
conv. in L. 27/02/2004 n.46
copertina:
FIRENZE. Galleria palatina.
Andrea del Sarto, La Disputa,
a. 1518 c., olio su tavola.
139 Fr Gian Matteo Serra op., sacerdote. (Cro153 Celebrazioni in onore di Pio Del Corona,
Servo di Dio, a cento anni dalla morte.
Fr Massimiliano Fanzone op.
156 Nuova sede del Noviziato Interprovinciale.
157 Incontro vocazionale.
Fr T. Simone Bellomo op.
158 Conquistato da S. Caterina da Siena.
Don Matteo Kouth.
160 San Domenico, maestro di preghiera.
SS. Benedetto XVI.
162 Videoillustrazione su S. Domenico.
Fr Manolo Puppini op.
164 Le sfide della nuova evangelizzazione.
165 Incontro con P. Bruno Cadoré, MO.
Edoardo Mattei.
169 Notizie dalle Fraternite domenicane.
172 In memoria di: P. Giammarino e P. Botti.
175 Biblioteca domenicana.
•••
176 Vita dei frati e le loro comunità.
Per l’anno della fede il Papa, Benedetto XVI, ci invita a pregare la Madonna. Nella lettera “Porta fidei” (11
ottobre 2011) esclama: «Affidiamo alla
Madre di Dio, proclamata “beata” perché “ha creduto” (Lc 1,45), questo tempo di grazia».
Il Papa presenta, poi, la Madonna
come l’esempio più genuino di credente, con queste espressioni: «Per fede Maria accolse la parola dell’Angelo
e credette all’annuncio che sarebbe divenuta Madre di Dio nell’obbedienza
della sua dedizione (cfr Lc 1,38). Visitando Elisabetta innalzò il suo canto di
lode all’Altissimo per le meraviglie che
compiva in quanti si affidano a Lui (cfr
Lc 1,46-55). Con gioia e trepidazione
diede alla luce il suo unico Figlio, mantenendo intatta la verginità (cfr Lc 2,67). Confidando in Giuseppe suo sposo,
portò Gesù in Egitto per salvarlo dalla
persecuzione di Erode (cfr Mt 2,13-15).
Con la stessa fede seguì il Signore
nella sua predicazione e rimase con
Lui fin sul Golgota (cfr Gv 19,25-27).
Con fede Maria assaporò i frutti della risurrezione di Gesù e, custodendo ogni ricordo nel suo cuore (cfr Lc
2,19.51), lo trasmise ai Dodici riuniti
con lei nel Cenacolo per ricevere lo
Spirito Santo (cfr At 1,14; 2,1-4).
Appartenendo noi ad un Ordine eucaristico-rosariano, quale giustamente
è quello domenicano, dobbiamo sentirci particolarmente coinvolti in questo
anno della fede: sapere elevare con fervore la nostra preghiera e svolgere con
più animo l’attività apostolica.
La fede non è solo la “porta” (cfr At
14,27) che introduce alla vita di comunione con Dio, ma è anche la “porta”
che permette l’ingresso nella sua Chiesa. Attraversare quella porta - aggiunge il Papa - comporta immettersi in un
cammino che dura tutta la vita.
Per questo cammino difficile, ci viene spontaneo ricorrere alla nostra guida
sicura che è Maria, tanto più che si tratta di entrare nella Chiesa, che come ha
ricordato Benedetto XVI in un’udienza
generale (L’Oss. Romano, 15 marzo),
non può esserci Chiesa senza Maria:
«Non si può parlare di Chiesa se non
è presente Maria, Madre del Signore».
Parlando della “presenza orante della Vergine” nella vita terrena di Gesù
e nei momenti in cui ”iniziano i primi
passi della Chiesa”, il Pontefice ha fatto
notare come le tappe di questo cammino – dalla casa di Nazareth a quella
di Gerusalemme, passando attraverso
l’esperienza della Croce - “sono segnate dalla capacità di mantenere un per-
135
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
Coinvolti come predicatori nell’anno della fede.
editoriale
editoriale
editoriale
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
136
severante clima di raccoglimento, per
meditare ogni avvenimento nel silenzio del suo cuore, davanti a Dio».
In particolare nell’esperienza del
Cenacolo Maria condivide con gli
“Undici” il dono dello Spirito Santo.
«Se non c’è Chiesa senza Pentecoste ha osservato il Papa - non c’è neanche
Pentecoste senza la Madre di Gesù,
perché lei ha vissuto in modo unico ciò
che la Chiesa sperimenta ogni giorno
sotto l’azione dello Spirito Santo».
Questo legame, sottolineato in modo particolare dal Concilio Vaticano
II, attesta che «il posto privilegiato di
Maria è la Chiesa». Venerarla vuol dire, dunque, «imparare da Lei a essere
comunità che prega»: non soltanto nelle situazioni di difficoltà o di bisogno,
ma sempre, «in modo unanime, perseverante, fedele», con «un cuore solo e
un’anima sola».
«Affidiamo a lei - è l’invito del Papa - ogni fase di passaggio della nostra
esistenza personale ed ecclesiale non
ultima quella del nostro transito finale. Maria ci indica come solo con un
legame costante intimo, pieno di amore con suo Figlio possiamo uscire da
noi stessi per raggiungere i confini del
mondo e annunciare ovunque e a tutti
il Signore Gesù».
Ci rimanga sempre cara questa scena che ci presenta, nel Cenacolo, gli
Apostoli in preghiera con Maria per
attendere con lei il dono dello Spirito
Santo, senza il quale non si può essere
testimoni, predicatori della Parola. Maria, che ha già ricevuto lo Spirito per
generare il Verbo incarnato, condivide
con tutta la Chiesa l’attesa dello stesso
dono, perché nel cuore di ogni credente «sia formato Cristo» (cf. Galati 4,19).
Voglia Dio che quest’anno della fede, indetto da Papa Benedetto XVI con
l’intento “di dare impulso alla missione della Chiesa di condurre gli uomini
fuori dal deserto”, abbia pieno successo con chiari riverberi di “crescita nella
fede” in tutte le famiglie cristiane
Il presente fascicolo di “Domenicani” che vi raggiunge all’inizio del nuovo anno sociale, con le notizie lieti e
tristi di famiglia che porta, contribuisca
a mantenere alto il nostro morale, necessario per fare la nostra parte.
P. Eugenio Zabatta op.
•••
L’ANGOLO DELL’ECONOMO
Il titolo di questa rubrica che ogni tanto fa capolino, ormai è da tutti riconosciuto e anche gradito. È da questo “angoletto” della rivista, infatti, che
facciamo giungere ai nostri gentili e benevoli lettori il nostro grazie e al tempo
stesso la nostra richiesta di sostegno e contributo di ogni genere.
Angoletto gradito anche perché è qui che viene ricordato a tutti che questa
è la rivista di famiglia e come tutti possiamo goderne, così tutti hanno piacere di concretizzare quanto solo personalmente può essere fatto. Iniziando in
questo periodo il nuovo anno sociale, formuliamo volentieri, a tutti, i nostri
auguri per una buona ripresa, dopo l’estate che speriamo sia stata di riposo
fisico e mentale. L’anno della fede che il S. Padre, Benedetto XVI, ha inaugurato ci renda ancora più certi che a coloro che cercano il Regno di Dio, tutto
il resto è dato in abbondanza. Grazie ancora del vostro contributo a favore di
“Domenicani”. (P. Eugenio Zabatta e Redazione).
•••
L’Anno della Fede era già stato annunciato, nel 2011, da Papa Benedetto
XVI con questa grande finalità: “Proprio per dare impulso alla missione della Chiesa di condurre gli uomini fuori
dal deserto, ho deciso di indire un Anno della Fede”.
“L’anno della fede” inizierà l’11 ottobre 2012, in occasione del 50.mo
anniversario dell’apertura del Concilio
Vaticano II, e terminerà il 24 novembre
2013, giorno della Solennità di Cristo
Re dell’Universo.
Per Benedetto XVI promuovere la
Nuova Evangelizzazione a consolidamento della fede, è un compito vitale e
urgente, all’interno stesso della Chiesa,
sia per preservare la fede e sia per trasmetterla. Per questo ha istituito il Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione (28 giugno
2010); ugualmente ha dato come tema
alla prossima Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si
celebrerà a Roma nell’ottobre 2012:
Nuova Evangelizzazione e trasmissione
della fede cristiana.
Il motivo per cui il Papa invita a
promuovere la Nuova Evangelizzazione mostra come all’origine della riflessione sull’urgenza di una nuova evan-
gelizzazione è la costatazione di una
diffusa crisi di fede nei paesi che sono
cristiani da secoli; Benedetto XVI parla di una “eclissi di Dio”; tocca a noi,
come Chiesa, scoprirne le cause per
rispondere a questa sfida proponendo
soluzioni che riportino i cristiani all’autenticità e coerenza della loro appartenenza ecclesiale.
Nel “Motu proprio” Ubicumque et
semper (21 novembre 2010), con il
quale il Papa istituisce il Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova
Evangelizzazione, esprime così la situazione di crisi di fede di tanta cristianità oggi: «Uno dei tratti singolari del
nostro tempo è stato il misurarsi con il
fenomeno del distacco dalla fede, che
si è progressivamente manifestato presso società e culture che da secoli apparivano impregnate dal Vangelo.
Le trasformazioni sociali alle quali
abbiamo assistito negli ultimi decenni
hanno cause complesse, che affondano le loro radici lontano nel tempo e
hanno profondamente modificato la
percezione del nostro mondo. Si pensi
ai giganteschi progressi della scienza e
della tecnica, all’ampliarsi delle possibilità di vita e degli spazi di libertà individuale, ai profondi cambiamenti in
137
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
“Proprio per dare impulso alla missione della Chiesa di condurre
gli uomini fuori dal deserto”, il Papa ha indetto l’Anno della Fede che
inizierà l’11 ottobre 2012, in occasione del 50mo anniversario
dell’apertura del Concilio Vaticano II, e terminerà il 24 novembre 2013,
giorno della Solennità di Cristo Re dell’Universo.
pastorale
PER L’ANNO DELLA FEDE
pastorale
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
138
campo economico, al processo di mescolamento di etnie e culture causato
da massicci fenomeni migratori, alla
crescente interdipendenza tra i popoli.
Tutto ciò non è stato senza conseguenze anche per la dimensione religiosa
della vita dell’uomo.
E se da un lato l’umanità ha conosciuto innegabili benefici da tali trasformazioni e la Chiesa ha ricevuto ulteriori stimoli per rendere ragione della speranza che porta (cfr 1Pt 3,15), dall’altro
si è verificata una preoccupante perdita
del senso del sacro, giungendo persino
a porre in questione quei fondamenti
che apparivano indiscutibili, come la
fede in un Dio creatore e provvidente, la rivelazione di Gesù Cristo unico
salvatore, e la comune comprensione
delle esperienze fondamentali dell’uomo quali il nascere, il morire, il vivere in
una famiglia, il riferimento ad una legge
morale naturale».
Allo scopo di far conoscere e sostenere le iniziative legate alla Nuova
Evangelizzazione, già in atto nelle diverse Chiese particolari e promuovere
la realizzazione di nuove, sono coinvolte attivamente in modo particolare
le risorse presenti negli Istituti di Vita
Consacrata e nelle Società di Vita Apostolica, come pure nelle aggregazioni
di fedeli e nelle nuove comunità.
Per un approfondimento del tema
della fede e della Nuova Evangelizzazione, nella Lettera apostolica vengono
richiamate anche:
Esort. ap. Evangelii nuntiandi, n. 52.
Esort. ap. postsinodale Christifideles
Laici, n. 34
Enciclica: Deus caritas est, n. 1.
•••
I principali eventi,
previsti
nell’anno della fede:
- La solenne apertura è in piazza San Pietro, l’11 ottobre. Vi sarà una Messa concelebrata dai padri sinodali e dai presidenti
delle conferenze episcopali del mondo.
- Domenica 21 ottobre ci sarà la canonizzazione di 6 martiri.
- Il 25 gennaio 2013: la tradizionale celebrazione ecumenica nella basilica di San
Paolo fuori le Mura che avrà un carattere
ecumenico più solenne.
- Sabato 2 febbraio è stata fissata la Messa per i religiosi di tutto il mondo e il 24
marzo, domenica delle Palme, sarà come
sempre dedicata ai giovani che si preparano alla loro Giornata Mondiale.
- Il 28 aprile, il Papa cresimerà un piccolo gruppo di giovani. Il 5 maggio sarà dedicata alle Confraternite e il 18 maggio a tutti
i movimenti, antichi e nuovi, con il pellegrinaggio alla Tomba di Pietro.
- Per la festa del Corpus Domini, domenica 2 giugno, ci sarà una solenne adorazione eucaristica, in contemporanea, in
tutto il mondo. Nella cattedrale delle diocesi e in ogni chiesa, alla stessa ora, si realizzerà il silenzio della contemplazione a
testimonianza della fede che contempla il
mistero del Dio vivo e presente in mezzo a
noi con il suo Corpo e il suo Sangue.
- Domenica 16 giugno sarà dedicata alla difesa della vita umana e della dignità
della persona.
- Domenica 7 luglio arriveranno a Roma
seminaristi, novizie e novizi; mentre dal 23
al 28 luglio è fissata la Giornata Mondiale
della Gioventù a Rio de Janeiro.
- Il 29 settembre sarà dedicato ai catechisti e il 13 ottobre a tutte le realtà mariane e rosariane.
- Infine domenica 24 novembre sarà celebrata la giornata conclusiva.
•••
OrdinaziOne
presbiterale di
Gian Matteo Serra
Il 23 giugno 2012 alle ore 18 il nostro confratello fra Gian Matteo Serra
ha ricevuto per le mani di S. Ecc. Mons.
Sergio Pintor, vescovo di Ozieri, il sacro ordine del presbiterato nella chiesa
parrocchiale di San Sebastiano Martire
a Berchidda, caratteristico paesino al
confine fra il Logudoro e la Gallura.
La comunità berchiddese ha mostrato al neo sacerdote tutto il suo affetto e
la sua gioia partecipando numerosa al
memorabile evento non così frequente
e per questo reso ancor più sentito.
Naturalmente, pur non così nutrita,
la nostra Provincia religiosa era rappresentata dal Priore provinciale, fra
Daniele Cara, dal priore di Cagliari fra
Maurizio Carosi, da fra Christian Steiner e dal sottoscritto. Cospicua è stata
la presenza dei frati residenti nelle due
comunità friburgensi. Del convento di
Saint Hyacinthe, dove Gian Matteo ha
atteso per cinque anni agli studi istituzionali, era presente il priore fra Philippe, il maestro degli studenti che lo
ha accompagnato durante questi anni,
fra Pawel e un confratello proveniente
dall’India. Del convento Saint Albert Le
Grand, noto ai più come “Albertinum”,
erano presenti invece diversi giovani
frati, provenienti da vari paesi d’Europa, a dimostrazione dell’affetto e della
simpatia che in questi anni hanno accompagnato il cammino di Gian Matteo verso questa meta importante nella
vita di un frate predicatore.
Anche un gruppo di amici provenienti dagli Stati Uniti conosciuti da fra
Gian Matteo durante il suo semestre di
studi in California, non hanno voluto
mancare nel farsi a lui vicino con la loro presenza. Il clero diocesano locale
ugualmente ha preso parte alla celebrazione con la presenza di alcuni sacerdoti delle comunità parrocchiali vicine e di due ex-viceparroci del paese.
La famiglia Serra ha riservato a noi
tutti una squisita accoglienza, facendoci sentire a nostro agio, come a casa
nostra. Anche la parrocchia di Berchid-
139
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
fra
ordinazione
Berchidda (OT), 23 giugno 2012
ordinazione
da ha contribuito in questo senso, mettendo a disposizione degli ospiti alcune
camere della locale Casa di riposo per
anziani. Lo stesso hanno fatto alcuni
parrocchiani che volentieri hanno condiviso le loro case per l’accoglienza.
Partito dalla casa paterna, dopo aver
ricevuto la tradizionale benedizione
da parte dei genitori, fra Gian Matteo
si è presentato alle ore 18 nella chiesa
parrocchiale dove è iniziata la solenne celebrazione, animata dalla “Schola
cantorum” locale.
Nonostante la calura estiva, la chiesa parrocchiale era gremita di fedeli.
L’ordinando era visibilmente emozionato, come anche i suoi famigliari che,
comunque, hanno già avuto la benedizione di un sacerdote, lo zio paterno di Gian Matteo, p. Teresino Serra,
già Superiore generale dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù e
di una zia suora comboniana, sorella
del missionario e vicina spiritualmente
dall’Africa.
Il Priore provinciale ha presentato
brevemente l’ordinando, ripercorrendo
le tappe della sua formazione, iniziata
nel 2005 con l’ingresso in prenoviziato
nel Convento S. Domenico di Siena.
Nell’omelia, il vescovo di Ozieri,
ha sottolineato l’entusiasmo del nostro confratello nell’abbracciare la vita
religiosa; entusiasmo che è cresciuto gradualmente nel cammino verso
l’ordinazione, di cui è testimonianza
lo scambio epistolare avuto con lui in
questi anni. Il presule non ha nascosto
le difficoltà legate alla vita sacerdotale,
ma ha precisato che proprio la preghiera e la contemplazione, intese secondo
il carisma domenicano, sono efficaci
strumenti per il superamento di esse.
P. Teresino Serra, infine, ha ricordato
a Gian Matteo la dimensione del servizio legata alla missione del sacerdote,
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
140
La tradizionale benedizione da
parte dei genitori per il figlio fra Gian
Matteo prima di recarsi nella chiesa
parrocchiale per la solenne celebrazione.
ordinazione
Al termine della Santa Messa, accompagnati dalla banda musicale del luogo, ci
siamo recati tutti nel vicino ristorante.
Domenica 24 giugno, fra Gian Matteo ha celebrato, alle ore 10.30, la sua
prima Messa sempre nella Chiesa parrocchiale di San Sebastiano Martire.
Tutti gli ospiti si sono dati appuntamento davanti alla casa paterna da dove ci siamo recati processionalmente
in chiesa per iniziare la S. Messa, con
vasta partecipazione dei fedeli.
Prima della celebrazione il sindaco
del paese ha salutato il neo ordinato e
gli amici venuti per l’occasione.
L’omelia è stata tenuta dallo zio di
Gian Matteo, p. Teresino Serra, il cui
testo è riportato qui di seguito. È stata
ricordata con viva commozione la fi-
gura della bisnonna paterna, che nelle
sue preghiere non mancava di chiedere
il dono di numerose vocazioni per la
chiesa locale.
In un tripudio di colori e di variegate
melodie, la giornata si è conclusa con
il pranzo, al quale hanno partecipato
diversi parrocchiani, oltre ai parenti e
agli ospiti convenuti per il fausto evento e dove abbiamo avuto modo di gustare i piatti della saporita e ricca cucina locale, tra cui la famosa “zuppa berchiddese”: il tutto era accompagnato
dal fresco vino vermentino di Gallura.
Un’ordinazione presbiterale ovviamente è sempre una grande festa! Auguriamo al nostro confratello di poter
serbare l’entusiasmo e la gioia che lo
hanno accompagnato in questi anni,
anche nei momenti di difficoltà, per
potersi dedicare con slancio all’appassionante missione di frate Predicatore.
Fra Luciano Cinelli OP
(Firenze, Santa Maria Novella).
•••
141
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
che non appartiene più a se stesso, ma
a Cristo e alla Chiesa.
Al termine della S. Messa, accompagnati dalla banda musicale del luogo, ci siamo recati tutti nel vicino ristorante, dove abbiamo preso parte alla
lauta cena a cui tutto il paese è stato
invitato a intervenire.
ordinazione
Ordinazione Sacerdotale di Gian Matteo Serra.
L’omelia di p. Teresino Serra
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
142
ex superiore generale dei comboniani e zio del neo-sacerdote.
Ricordo un breve episodio della tua
vita. Tu eri piccolo. Io arrivai in vacanza dalle missioni. Mi guardavi con un
visetto curioso. Poi la domanda: «e tu
chi sei?». Ora ti rispondo: sono quello
che sei tu adesso. La gente, direttamente o indirettamente, ogni giorno ti chiederà: «Chi sei?». Devi dare una risposta con fatti, con una vita autentica e in
sintonia con la tua vocazione. Chi sei,
Gian Matteo?
Ieri alle dieci circa, di mattino, eri
diverso. Oggi sei Fra Gian Matteo Sacerdote, Domenicano e missionario.
Così oggi ringraziamo insieme Dio:
“Questo è il giorno che ha fatto il Signore. Rallegriamoci ed esultiamo”.
Ringraziamo Dio che ha posato lo
sguardo su di te e col tuo sacerdozio
vuole fare opere grandi. Ringraziamo
Dio! È lui che ti ha chiamato, è Lui che
ti ha scelto, guidato e sostenuto. È lui
che agisce con gli apostoli come te.
Grazie a Eufrasio e Ceccia per averti
accompagnato in tutto questo tempo.
Carissimi Eufrasio e Francesca: Gian
Matteo non vi appartiene, o non appartiene solo a voi. Non appartiene neanche a sé stesso. Appartiene alla missione a cui Dio lo ha chiamato. Appartiene ai figli di Dio e ai figli senza Dio.
Grazie a Marcello, Rita e Silvana
per averlo lasciato libero e sostenuto.
Achille ti guarderà e un giorno ti domanderà: e tu chi sei?
Grazie a tutti i parenti amici e pre-
Primo dialogo: Dio e Abramo.
Il Signore disse ad Abramo: «Parti
dal tuo paese, dalla tua patria e dalla
Secondo dialogo: Dio e Geremia.
Geremia vive e vede il paese che
attraversa un momento difficile: il popolo ha già sofferto abbastanza. Si temono altre invasioni, altre violenze
e altro sangue ed altre lacrime. Dio
manda delle visioni al suo profeta e gli
chiede: «Che cosa vedi, Geremia?». Rispose: «Vedo un ramo di mandorlo in
fiore». Il Signore soggiunse: «Hai visto
bene, poiché io vigilo sulla mia parola
per realizzarla»(Ger 1,11-12). Hai visto
bene, Geremia, hai visto la speranza.
Non hai fissato lo sguardo sul dolore,
ma sulla speranza. Hai visto il mandorlo in fiore, simbolo di ottimismo e
bene. Il mandorlo è il primo albero a
fiorire e a volte fiorisce in inverno.
Vedrai molte cose e camminerai attraverso diverse situazioni. Ricorda che
l’ottimismo è la virtù dei realisti e dei
forti. L’ottimismo evangelico farà sgorgare miele dalla roccia e fa fiorire i deserti. L’ottimismo crea sempre speranza
nel presente e nel futuro. Il compito del
sacerdote è mantenere alta la speranza della sua gente, particolarmente in
tempi e situazioni difficili.
ordinazione
casa di tuo padre,verso il paese che io
ti indicherò. Ti farò grande e ti benedirò…” (Gen 12,1-2).Vai verso la terra misteriosa del tuo Dio. E Abramo risponde con una obbedienza silenziosa, o con silenzio obbediente. Si fida di
Dio. Parte con tutta la fiducia nel Dio
silenzioso.
Caro Gian Matteo, nella tua vita farai
la stessa esperienza di Abramo. Mantieniti in sintonia con Dio, con la famiglia
domenicana, con la tua missione. Non
mettere mai ostacoli a Dio e segui il
cammino che Dio ti indica. L’obbedienza, questo tipo di obbedienza, a volte è
amara, ma i frutti sono dolci.
143
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
senti. È la festa di tutti. Ringrazia il tuo
paese, Gian Matteo: mai dimenticare
la tua comunità, che tanto ti ha amato e
stimato. Qui ci sono i maestri e professori che ti hanno fatto grande e ti hanno arricchito con la cultura. I tuoi amici e amiche che hanno dato gioia alla
tua gioventù. Ricordiamo i diversi parroci che ti hanno aperto le porte all’apostolato. Quando parti per la tua missione portati dietro un pugno di terra
del tuo paese e portala con te. Perché
è terra sacra, di sacrificio, di lavoro, di
lacrime e speranze. È terra di sacerdoti
e missionari. Ricordati di questo altare… che è un pezzo di storia del paese,
storia che anche tu stai scrivendo.
Qui si sono sposati i tuoi nonni e
genitori. Davanti a questo altare tanti
hanno versato lacrime di gioia e dolore. Davanti a questo altare si sono ordinati vari sacerdoti. Ed in questa chiesa
sei stato battezzato, cresimato e ordinato sacerdote. Da questo altare è partita per la missione tua zia Gina.
Ringraziamo te, Gian Matteo, perché ti sei lasciato fare e rifare, programmare, sprogrammare e riprogrammare
da Dio… e da San Domenico.
Ricorda sempre le parole più amichevoli e profonde che Cristo ha dato
ai suoi discepoli: Rimanete con me,
perché senza di me non potete far
niente. Senza Dio, senza una spiritualità il sacerdote è solo un burocrata dello
spirito, un manager di bassa qualità.
E mentre inizi il cammino della tua
missione, io lascio che parli la Parola
di Dio e ti propongo alcuni dialoghi
biblici, tra Dio e i suoi uomini, i suoi
discepoli.
ordinazione
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
144
Terzo dialogo: Gesù e Pietro.
Un dialogo nel capitolo 21 del Vangelo di Giovanni c’insegna e ci spiega
il comandamento più grande della legge di Dio, il comandamento dell’amore. “Pietro, figlio di Giovanni, mi ami
tu?” Pietro rispose: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo”. “Ed allora pasci i
miei agnelli” (Gv 21,15-17). Cioè, “se
mi ami veramente, mettiti al servizio
dei tuoi fratelli”. È vero, Dio vuol essere amato nel povero, nel piccolo, in
ogni persona che incontriamo, particolarmente nella persona che non conta,
quella dimenticata, l’ultima.
Ama Dio amando il prossimo, dice
questo comandamento, ed ama il prossimo amando Dio. “Pasci i miei agnelli.
Ama con tutto il cuore”.
Caro Gian Matteo, Dio ti darà un
gregge, vari greggi. Non esiste il gregge
perfetto. In ogni gregge ci sono pecore
e caproni, o montoni. A volte i caproni
sono troppi. Ci sarà la pecora nera e la
bianca, la sana e l’ammalata, la forte e
la ferita, l’attenta e quella che si perde.
Ogni pecora, ogni agnello ti appartiene. Rimani e dà più tempo a quella che
ha più bisogno.
Quarto dialogo. Tra te e tuo Padre
San Domenico.
I consigli di San Domenico:
Sii uomo di preghiera: Parla molto
con Dio perché non potrai mai parlare
di Dio se non parli con Dio. Senza orazione non c’è vocazione. Tu sai bene
che il sacerdote non può far nulla senza
Cristo che lo manda e che la diffusione
del Vangelo è legata alla preghiera: senza di questa gli mancherebbe un’insostituibile forza interiore e la sua attività
sarebbe presto pervasa da una visuale
puramente umana.
La tua vita è vivere in sintonia con
Dio, cercare Dio, inebriarti di Dio, studiare Dio, parlare con Dio, parlare di
Dio, servire Dio servendo i tuoi fratelli
e le tue sorelle.
Il sacerdote, se non è tutto di Dio,
ordinazione
Il vangelo predicato con la tua vita è
quello che porta più frutti. La tua testimonianza sincera e trasparente rende
credibile il tuo sacerdozio. Molti non
leggeranno i Vangeli ma leggeranno
la tua vita: sii un vangelo visibile e un
chicco di grano nascosto.
Sii povero: Parafrasando e traducendo un pensiero di San Domenico ti diciamo: Desidera poche cose e le poche
cose che desideri, desiderale poco. La
tua vera ricchezza siano le persone che
si avvicineranno a te. Ogni persona è
sacra. È Dio che te la manda.
Sii povero e semplice: Stai celebrando
la prima Santa Messa. Ti traduco una
pagina di San Giovanni Crisostomo. È
una pagina che troverai nel breviario
(vol. 1): «mentre adori il corpo di Cristo eucaristico, non dimenticare l’altro corpo di Cristo, cioé il tuo fratello
povero e bisognoso. A che serve celebrare la Messa con calici d’oro, se non
ci accorgiamo del povero bisognoso di
un bicchiere d’acqua? E non è contradditorio celebrare su altari coperti da tovaglie preziose e dorate, se non ci ac-
145
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
ha poco da insegnare; e tradisce la sua
missione e la sua gente: la preghiera è
infatti il pane quotidiano del consacrato di Dio.
Parla sempre di Dio: sei dell’Ordine
dei Predicatori, quindi che tu sia un
predicatore in ordine e agli ordini di
Cristo, tuo maestro e di San Domenico, tuo Padre: Non puoi predicare Dio
se non ti nutri della sua Parola, se non
ti incontri con lui. Tu devi predicare la
Sua parola e non la tua. Il decreto “Perfectae Caritatis” ci raccomanda:
«Il sacerdote legge la Parola di Dio
alla luce dello Spirito e in comunione
con la Chiesa. La applica alla sua vita
nella meditazione, lasciandosi giudicare da essa e convertire alla maniera di
pensare e di agire di Dio».
ordinazione
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
146
corgiamo del povero che ha bisogno di
una coperta o di una camicia? E a che
servono quelle catene d’oro o d’argento delle lampade e candelieri se non ci
accorgiamo e non vediamo le catene di
chi vive schiavizzato o in carcere?
Ci preoccupiamo anche di adornare
il tempio con pavimenti e colonne con
marmi preziosi e non badiamo a chi vive senza casa, senza tetto. Il tempio è
importante e mentre adorni l’ambiente
del culto, non chiudere il tuo cuore al
fratello che soffre. Questi è un tempio
vivo più prezioso di quello».
Sii povero perché alcuni, dice San
Paolo, per amore dei soldi hanno denigrato il loro sacerdozio ed hanno tradito il popolo e hanno perso la fede.
Sii povero, cioè ricco di Dio e di virtù umane e spirituali e sacerdotali.
Sii povero e farai miracoli:
 Forse non riuscirai a cambiare
l’acqua in vino, ma potrai cambiare la
tristezza in gioia e il dubbio in speranza, e l’oscurità in luce.
 Non potrai moltiplicare i pani,
ma potrai moltiplicare i tuoi sacrifici e
la tua preghiera per servire meglio alla
tua gente.
 Non potrai risuscitare i morti,
ma potrai far risuscitare i cuori di molte
persone. Sempre.
 Sii povero: usa bene il tuo cuore e sarai segno visibile del tuo Dio invisibile.
Gian Matteo, in poche parole, ti
stiamo augurando non di “crescere”
ma di “diminuire” perché l’unico che
sulla tua strada ha diritto di crescere è
Cristo. Ti auguro di lasciarti crocifiggere, anche se sentirai male, perché solo
chi ha il coraggio di lasciarsi inchiodare alla croce ha la capacità di condurre
il suo popolo verso la Pasqua di Cristo,
verso una nuova Pentecoste..
Gian Matteo, buon cammino. La
meta è la tua missione. Cristo è il tuo
aiuto e Pastore. La preghiera è la tua
forza e noi tutti i tuoi compagni di viaggio. Dio è con te. E anche noi. Buon
cammino.
P. Teresino Serra.
•••
ordinazione
Il saluto di fr Gian Matteo op.
durante la celebrazione della sua prima messa
a Berchidda il 24 giugno 2012
dote che è chiamato ad essere luce per
gli altri, risposta d’amore a Dio per le
persone che Dio gli affida, vita offerta a
Dio, per voi, per quelli che incontro e
incontrerò. Eppure di fronte a voi non
avete un santo. Avete solo un povero
uomo che Dio ha chiamato ad essere
suo strumento, che prega il Padre che
sia riflesso della sua luce, e chiede a
voi di accompagnarlo con la vostra
preghiera. Se poi per la sua debolezza questo povero sacerdote dovesse far
impallidire la luce di Dio, possa essere
consolato dalla vostra misericordia, riflesso della misericordia del Padre.
So che desiderate che i vostri sacerdoti siano santi, perché vi guidino verso la santità. Spero per questo che la
vostra benevola correzione fatta nello
Spirito Santo e con amore, amore per
la vocazione che Dio mi affida, e la vo-
147
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
Cosa può dire un uomo in un giorno
come questo? La tenerezza l’amore e la
misericordia di Dio non lasciano spazio a parole che descrivano sensazioni,
gioie, paure, emozioni … fede!
Ho chiesto a Rosalba di cantare
questa canzone, che ha composto riflettendo sulla vocazione sacerdotale:
Luce.
“Luce sei, uomo che parli a Dio, devi risplendere oltre le tenebre. Tutto sei
per tutti gli uomini che cercano in te la
limpidezza Sua, sei Alter Christus, uomo di Dio, Cristo nelle specie umane,
cielo e terra, risposta d’amore, segno di
contraddizione, luce del mondo, fiaccola ardente, candelabro di luce perenne, pensiero ed azione umano e divino, il sale di questa terra“.
Queste parole mi fanno tremare, e
credo facciano tremare qualsiasi sacer-
ordinazione
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
148
BERCHIDDA. Chiesa parrocchiale
S. Sebastiano martire. Due momenti
della S. Messa di fr Gian Matteo
Serra: l’offerta del pane e del vino,
che sono la materia del sacramento
eucaristico, il segno dell’offerta di
Sé del Cristo e anche, come zio P.
Teresino ha ricordato al nipote P. Gian
Matteo, durante la sua Prima Messa,
il segno della totale appartenenza del
sacerdote a Cristo e alla Sua missione.
stra preghiera, mi aiuti a rinnovare la
fedeltà a questa chiamata che accolgo nella fede, chiamata che è donata a
me, a voi, alla Chiesa.
Dio mi ha benedetto con il dono del
sacerdozio, ma il sacerdozio che mi è
donato è benedizione anche per voi,
perché se Lui vuole, sarò docile alla
sua chiamata di non appartenermi più
e di appartenere come dono alla missione nella Chiesa universale, all’Ordine dei frati domenicani che mi hanno
accolto sette anni fa, e a voi che siete
la comunità che mi ha visto crescere,
mi è stata testimonianza di fede, e ha
sostenuto i primi passi del mio incontro
con Dio.
Oggi più che mai sento forte la necessità di essere io, e voi, costruttori di
amore l’uno per l’altro, riflesso dell’amore che Dio ha per noi, e costruttori
di perdono, perché la Sua tenerezza, la
tenerezza di cui Gesù spesso ci ha dato
l’esempio, anche nelle difficoltà, è l’unico sostegno che ci sorregge.
Amo la parola frate! Frate significa
fratello: cioè cammino con voi, non
sopra di voi, non dietro di voi, non davanti a voi. Questo “voi”, per un frate
domenicano, ha i confini del mondo.
Non mi vedrete camminare sempre per
le strade di Berchidda, ma i vostri passi
di fede camminano nel mio cuore. Sarà
prima di tutto Dio a tenerci uniti.
Frate e allo stesso tempo Padre. Padre Serra, su minore! Se mi chiamate
Padre non sia per reverenza, ma perché, come Gesù, sono chiamato ad
essere servitore. Se penso a mio padre
e a mia madre, e a tutti i genitori che
vivono nella fedeltà il loro amore e la
loro vocazione, genitori che un figlio
non potrà mai ringraziare abbastanza,
capisco meglio cosa significa donare e
sacrificare la propria vita per i figli.
ordinazione
scudo di preghiera sono presenti qui
nel mio cuore, con tutti noi.
Come frate non posso tacere la riconoscenza per tutti i confratelli che
in questi anni ho incontrato! Penso qui
soprattutto a P. Daniele, il mio provinciale, che mi ha accolto come postulante e ai frati della mia provincia del
centro Italia. Ma penso anche ai frati e
agli amici con i quali ho condiviso a
Friburgo i miei ultimi 5 anni, permettetemi di rivolgermi a loro per un istante.
Vous êtes dans les berceaux de ma
foi! Dans cette église j’ai reçu le don
du baptême et de la confirmation. J’y
ai toujours trouvé un lieu de repos
avec Dieu et maintenant il est aussi
le lieu ou’ Dieu m’a consacré à être
son serviteur. Les yeux du cœur, ne
voient pas seulement de murs, mais la
présence de Dieu de Miséricorde dans
ma vie, présence qui prend le visage
de tout ce gens qui vous accueillent
de tout leur cœur. Ici c’est aussi votre
maison, soyez vraiment le bienvenus.
Et je pense particulièrement à toi,
Pawel que pendant ces années tu as été
plus qu’un père maitre, un vrai frère.
Pour ce qui vaut ma prière avec une
grande reconnaissance et amitié je prie
pour toi et je te remercie pour le bine
que tu as fait à ma vie.
Eucaristia significa azione di grazie.
Il sacerdote offre con voi a Dio in ogni
messa il nostro grazie a Lui per il dono
che Egli fa di se stesso a noi. In Lui, alta ed eterna Trinità, ci ringraziamo l’un
l’altro, facendo delle nostre amicizie
un canto di lode a Dio che gli offriamo
oggi nella gioia di questo giorno. Luce
sei, uomo che parli a Dio! Parliamo a
Dio e di Dio e saremo luce, insieme,
nel mondo, per il mondo. Dio vi benedica.
Fr Gian Matteo Serra op. •••
149
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
Non posso scusarmi dicendo di non
avere avuto esempi di generosità nella
mia famiglia per non sforzarmi di fare
della mia vita un dono. Non penso solo
a chi dopo una vita consumata nell’amore immagino stia già contemplando
la bellezza del Padre in Paradiso e oggi
fa festa con noi, ma anche a qualcuno
che continua ad essere per me segno
presente di vita offerta e offerta nella
gioia. Penso a zia Gina, che ci è vicina
dalla sua missione in Africa e a te zio.
Grazie per la tua vita donata!
So che mi concedereste un’altra
mezz’oretta per iniziare adesso la lunga lista dei ringraziamenti, ma sento
che il mio grazie è troppo poco per
quello che ognuno di voi, a titolo diverso ha fatto perché la mia ordinazione sia una festa bella per me e per il
paese intero.
Abbiamo potuto pregare bene, cantare bene, ascoltare la gioia della musica per le nostre strade, vedere la bellezza dei fiori in questa chiesa, e per
chi lo desidera possiamo ancora assaggiare la bontà della vostra generosità,
grazie alla risposta che ognuno di voi
ha dato a Dio in occasione di questi
due giorni di benedizione!
Il fare di tutti voi, il vostro adoperarvi e il vostro essermi vicino vi sia reso
in benedizione e consolazione, perché
Dio non è indifferente a chi dona con
gioia. Da parte mia avete la mia preghiera d’azione di grazie e secondo le
intenzioni che portate nel cuore. Ho
offerto la messa di oggi, la mia prima
messa, in modo particolare per la mia
famiglia, per i frati, per chi ha fatto del
bene alla mia vocazione e per ognuno
di voi, qui presente o che tramite la radio in questo momento ci sta seguendo
da casa. Già, soprattutto i nostri anziani ed ammalati che sono come il nostro
ordinazione
Santa Messa di ringraziamento a cento anni dalla morte del
Servo di Dio Mons. Pio Alberto del Corona,
Vescovo Domenicano.
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
150
BREVE CRONACA DELLA CELEBRAZIONE
Alla Casa Madre, noi novizi arriviamo con vasto anticipo, circa un’ora prima. Le suore gentilissime ci accolgono
con squisita carità, dopo averci offerto
bevande fresche e messo a disposizione
una stanza del convento dove rinfrescarci e riposarci.
Ci rechiamo, poi, a pregare in cripta
sulla tomba del Servo di Dio. Quindi
dal cerimoniere ed organizzatore della
festa, Pietro, del Convento di Fiesole,
veniamo istruiti su come si svolgerà la
celebrazione e ci vengono assegnati i
vari incarichi: croce e candelieri, turibolo, microfono e messale, per il servizio all’altare. A me è toccato di stare
accanto all’Arcivescovo per presentagli,
all’occorrenza, il messale.
La Santa Messa celebrata è quella
del giorno che fa memoria di San Luigi
Gonzaga. Tutto si svolge con grande
solennità e decoro. Il Presule predica
in modo semplice e comprensibile da
tutti: prima rivolge qualche esortazione
a partire dalle figure di San Luigi e di
Mons. Pio Alberto del Corona, quindi
conclude con un commento al Vangelo
del giorno, in cui Gesù insegna ai suoi
apostoli la preghiera del Padre Nostro.
La celebrazione termina con un omaggio sentito e devoto al Servo di Dio.
Tutti i concelebranti, i frati e le suore
con l’assemblea si recano in cripta, con
grande raccoglimento, per innalzargli
una preghiera. Il Cardinale dà inizio alla
preghiera riportata sull’immaginetta del
Servo di Dio, quindi incensa e asperge
la lastra sepolcrale.
Viene cantata la Salve Regina in forma solenne e l’inno Lumen Ecclesiae al
151
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
Giovedì 21 Giugno 2012, la Comunità del Noviziato domenicano
nazionale italiano, da Fontanellato si è
recata a Firenze con il proprio Maestro,
fra François Dermine, per partecipare
ad una solenne Santa Messa di ringraziamento per i cento anni dalla nascita
al Cielo (15 agosto 1912) del Servo di
Dio Monsignor Pio Alberto del Corona
O.P., già Vescovo di S. Miniato (Pisa) e
poi Arcivescovo di Sardica.
A presiedere il sacro rito è Sua Em. il
Cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo
di Firenze. La Santa Messa è stata celebrata, alle ore 17,30, nella Casa Madre
delle Suore Domenicane dello Spirito
Santo, il cui Fondatore è stato il Vescovo
Pio del Corona, in via Bolognese n. 111.
Ci sono molti concelebranti: il Vescovo di S. Miniato, Mons. Fausto Tardelli,
successore di Mons. Pio e il vescovo di
Fiesole Mons. Mario Meini. Il vescovo
di Livorno, diocesi che diede i natali al
Servo di Dio, impossibilitato a venire,
ha inviato un suo vicario. A questi si
aggiungano molti altri sacerdoti, tra i
quali i domenicani provenienti dai vicini
conventi fiorentini di San Marco e Santa
Maria Novella e di San Domenico di
Fiesole. A capo di quest’ultimi, il Padre
Provinciale, Daniele Cara.
celebrazioni
di fr massimiliano fanzone, op.
celebrazioni
Padre comune, San Domenico, di cui,
Pio del Corona fu fedelissimo e degnissimo figlio spirituale.
Segue il rinfresco al quale la Madre
Generale delle Suore dello Spirito Santo, dopo aver rivolto ai presenti cordiali
ringraziamenti per la partecipazione,
ha invitato tutti. Si tratta di un vero e
proprio momento conviviale trascorso
nella fraternità e nell’amicizia. Abbiamo modo così di conoscere i convenuti e scambiarci convenevoli e sincere
cordialità. Anche a questo momento di
comunione tra noi, è presente Sua Em.
l’Arcivescovo di Firenze.
Prima di congedarci da questa bella
Comunità di sorelle oranti, che ci ha
accolto, noi novizi abbiamo potuto visitare il Monastero. Ciò che più ci colpisce durante la visita è la Cappella in
cui Mons. Pio celebrava la Santa Messa.
Lì fu visto elevarsi da terra durante la
consacrazione, come già avveniva per
il Santo Padre Domenico.
Tra le mura sacre di questo Monastero, che Pio amò moltissimo, passò anche
i suoi ultimi giorni, che si conclusero,
come lui aveva predetto, nella festa
dell’Assunta del 1912.
Il servo di Dio era amico di un altro
degnissimo figlio di San Domenico, il
Beato Giacinto Cormier. Si conservano
delle foto che ritraggono i due illustri e
santi confratelli domenicani, che si sono
trovati insieme, nel Convento di San Domenico di Fiesole, per un breve riposo
dalle loro fatiche apostoliche.
Ringraziamo la Trinità Santissima, per
averci concesso di vivere una giornata
di intensa spiritualità accanto ad un gigante di bontà e santità, quale è stato il
Vescovo nostro confratello, il Servo di
Dio Mons. Pio Alberto del Corona, ed
eleviamo fervide preghiere perché si
degni di concedere, quanto prima, la
glorificazione di questo Suo servitore
buono e fedele.
Dr. Massimiliano Fanzone o.p.
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
152
FIRENZE. Via Bolognese. Celebrazione della S. Messa, in onore del Servo di Dio Pio del
Corona, nel centenario dalla morte, presieduta dal Card. Giuseppe Betori, arc. di Firenze.
celebrazioni
Bibbiena giugno 2012
Solenni celebrazioni a S. Maria del Sasso
Nel marzo scorso ricorreva il quinto centenario del prodigioso ritorno
della Madonna del Buio da Bibbiena
al Santuario (21-22 marzo 1512-2012).
Nostro proposito era di protrarre la
celebrazione di questi 500 anni nelle
feste principali dell’anno in corso. Così
è stato per la tradizionale processione
con la fiaccolata (a chiusura del mese
mariano) che ha avuto una partecipazione più numerosa del solito.
Con lo stesso intento è stata celebrata la festa annuale dell’Apparizione
della Madonna, il 23 giugno, a cui si è
unita la celebrazione del 50° di sacerdozio di Padre Giovanni Serrotti.
Le due ricorrenze sono state pre-
cedute e preparate da due serate molto interessanti, nelle quali c’è stata la
presentazione – giovedì 21 giugno – di
un libro su Santa Maria del Sasso nel
periodo della guerra, 1943-1944, che
riporta diari e cronache con la descrizione precisa e interessante di quanto
accadeva a Santa Maria. Allora Santuario, Convento e Monastero avevano aperto le porte a 350 sfollati: l’ospedale
di Bibbiena qui trasferito, alcune classi
delle scuole elementari, la Croce Rossa, una pattuglia di soldati tedeschi,
tante famiglie di Bibbiena e dintorni.
Questo libro riporta anche la cronaca del nostro studentato domenicano,
qui trasferito da Pistoia dopo il primo
153
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
nell’anno centenario della Madonna del Buio
celebrazioni
bombardamento: una cronaca curata
con precisione e acute osservazioni del
bravo cronista Padre Isnardo Grossi.
La vivace partecipazione dei numerosi presenti, nel ricordo personale di
drammatiche situazioni vissute in prima persona, ha reso maggiormente interessante l’incontro.
L’altra serata - venerdì 22 giugno ci ha regalato un concerto di alto livello, tenuto all’aperto, nel piazzale antistante il Santuario, iniziato subito dopo
l’accensione dei tradizionali fuochi nei
dintorni; il concerto ha suscitato profonde emozioni nei presenti.
Tutto è stato preparato e coordinato
dal maestro Roberto Fabbriciani, con
la partecipazione di noti artisti di fama
internazionale: il Coro “Vox Cordis”
di Arezzo, diretto da Lorenzo Donati;
l’Orchestra d’archi degli “Interpreti Veneziani”; il chitarrista Massimo Scattolin. Molto toccante l’ultima esecuzione
del maestro Fabbriciani, una “Elegia”
composta nel ricordo di Padre Raimondo Caprara, l’indimenticabile parroco
di S. Domenico di Arezzo, che aveva
seguito il maestro Fabbriciani negli anni della sua prima gioventù. Questo
brano, eseguito dallo stesso autore, era
accompagnato da chitarra e archi.
Le due serate hanno ben preparato
la celebrazione del 23 giugno: Apparizione della Madonna e 50° di sacerdozio di Padre Giovanni. La solenne Concelebrazione vespertina è stata presieduta dal Vescovo di Arezzo Riccardo
Fontana e animata dal Coro del Santuario, rafforzato per l’occasione da alcuni
amici del Coro S. Domenico di Arezzo.
Prima, durante e dopo questa solenne liturgia il maestro d’organo Sergio
de Pieri ha elevato la preghiera dei presenti con stupendi brani musicali.
Tra i vari interventi è stato sottolineato che Padre Giovanni ha vissuto tutti i
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
154
BIBBIENA. S. MARIA DEL SASSO. In queste pagine riportiamo alcune immagini veramente suggestive della tradizionale processione con la fiaccolata (a chiusura del mese
mariano) che, quest’anno, ha avuto una partecipazione più numerosa del solito.
celebrazioni
BIBBIENA. S. Maria del Sasso, processione in onore della madonna del Buio.
P. Giuseppe Serrotti, op.
•••
155
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
suoi 50 anni di sacerdozio nella Diocesi di Arezzo. Di questi, più di 40 nella
parrocchia di S. Domenico di Arezzo
dove - tra le tante iniziative - è stato
fondatore e direttore per 30 anni - con
molto successo - dell’emittente televisiva diocesana TSD (Telesandomenico).
Ora, da alcuni anni, è preziosa la
sua presenza qui al Santuario di S. Maria: tutto dedito alle necessità pastorali,
alla animazione culturale e alla predicazione.
Con un ricco rinfresco per tutti, offerto nel grande chiostro cinquecentesco, si sono concluse queste celebrazioni. I vecchi amici di TSD con tanta
cura hanno preparato e proiettato un
interessante video su Padre Giovanni,
scherzoso e serio insieme, sottolineando alcuni momenti più salienti del suo
ministero sacerdotale, in particolare
nelle varie attività tra i giovani.
LA NUOVA SEDE DEL
NOVIZIATO INTERPROVINCIALE
Il decreto di erezione firmato dal maestro dell’Ordine
fr Bruno Cadorè
Si comunica che lunedì 11 giugno 2012, il Maestro dell’Ordine, fra Bruno Cadorè, ha firmato il Decreto con cui erige il Noviziato interprovinciale delle Province domenicane d’Italia nel Convento di Madonna dell’Arco (NA).
Inoltre si annuncia che con il consenso del suo Consiglio il P. Provinciale della Provincia S. Tommaso, che accoglie il Noviziato interprovinciale, il 15 giugno
2012, ho istituito fra Marco Nasta, Maestro dei Frati Novizi.
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
156
Nel comunicare questa importante notizia sono state messe in evidenza:
1. La particolare responsabilità che l’impegno preso comporta per la Provincia
S. Tommaso: la formazione del Noviziato, infatti, ha il suo riflesso nel tono e nello
stile di tutta la vita domenicana dei nuovi membri.
2. L’invito pressante ad
affidarsi con la preghiera al
Sacro Cuore di Gesù. Nella nostra invocazione dobbiamo raccomandare alla
Sua divina bontà misericordiosa, i giovani novizi,
il loro maestro, i confratelli che a vario titolo saranno coinvolti nella formazione, il Priore e la Comunità di Madonna dell’Arco.
In particolare, guidati da p. Antonio,
abbiamo fatto la lectio divina sul brano del Vangelo di Giovanni nel quale si
narra la chiamata dei primi discepoli.
Abbiamo sentito come riferito anche a
noi quel “venite e vedrete” e lo sguardo
amorevole del Maestro che si rivolge a
coloro che chiama ad una via di sequela più radicale.
Dono particolare di questi giorni è
stato anche l’incontro con due realtà
di contemplative domenicane: quella di Pratovecchio e quella di Bibbiena. Il colloquio fraterno con le nostre
consorelle ci ha infuso forza, considerando soprattutto il loro esempio di
vita completamente dedicata all’ascolto del Maestro e allo “stare” con Lui.
Infine non poteva esserci conclusione migliore della Solennità del Corpus
Domini, con l’Eucaristia presieduta dal
p. Provinciale Daniele Cara, nella quale abbiamo rinnovato il nostro sguardo
di fede al grande Sacramento dell’amore e della presenza di Cristo tra noi.
Ringraziamo i padri Giuseppe e
Giovanni Serrotti per la calorosa accoglienza che ci hanno fatto. Ringraziamo il Signore per questo anno di attività di pastorale vocazionale: accompagniamo con la preghiera chi si prepara
a iniziare l’anno di noviziato o quello
di prenoviziato. Chiediamo al Padrone
della Messe che mandi nuovi operai
anche nella nostra Provincia; che tutti
seguano con coraggio e perseveranza
le orme del S. Padre Domenico.
fra Simone Tommaso M. Bellomo OP
vocazioni
Da venerdì 8 a domenica 10 giugno
ci siamo ritrovati nel convento di Bibbiena, per il nostro ultimo incontro vocazionale prima dell’estate.
Il luogo particolarmente adatto alla
preghiera e alla meditazione, all’ombra
del Santuario della Madonna del Sasso,
ci ha accolto per tre giorni di pace, fraternità, preghiera e ascolto della Parola
di Dio.
157
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
INCONTRO VOCAZIONALE
DOMENICANO
presso il Santuario di S. Maria del Sasso
vocazioni
Tra i vari ceti che costituiscono la Famiglia Domenicana è prevista anche
la Fraternita Sacerdotale Domenicana, alla quale possono aderire i Sacerdoti
diocesani. Questi, nell’iter di accoglienza, fanno una professione che li incorpora
definitivamente all’Ordine per condividerne la spiritualità e il carisma.
Ha scritto per noi la simpatica relazione, del suo “approdo” nell’Ordine dei
Predicatori, Don Matteo sacerdote diocesano negli Stati Uniti. Leggiamola!
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
158
CONQUISTATO
DA S. CATERINA DA SIENA
Il 30 ottobre 2011, è stato un giorno
indimenticabile, sia per la grazia, sia
per l’amicizia Domenicana. Perché?
Mi chiamo Don Matteo Kauth, sono un
prete diocesano e vengo dagli Stati Uniti, ordinato sacerdote 12 anni fa, ora
in Italia per conseguire il Dottorato in
Teologia Morale.
Quando arrivai nel “Bel Paese“ era solo per imparare la dottrina della
Chiesa sulla Teologia morale, ma, ovviamente, c’erano delle novità da parte di Dio, che mi aspettavano. Infatti,
quando ero seminarista, qualcuno mi
regalò un libro su Santa Caterina. Mi
disse di leggerlo. Però, devo ammettere che non mi piaceva e così il libro
rimase sullo scaffale. Un giorno, mentre cercavo qualcosa in biblioteca, cadde, sulla mia testa, proprio “il Dialogo
della Divina Provvidenza“. Va bene, esclamai. ”Ho capito, lo leggo“.
Di fatto, siccome ho la testa dura,
non lo guardai nemmeno, tuttavia cominciai semplicemente a parlare con
la Santa mentre pregavo. Così scoprii
che era una un’Insegnante di vita spirituale, una Madre potente.
Infatti, quando finalmente lessi i
suoi scritti, mi accorsi con gran piacere che l’avevo già conosciuta, avendola
incontrata nella preghiera. Era la stessa
donna, forte e dolce allo stesso tempo,
che voleva impegnarsi per la mia salvezza. Senza dire tutte le esperienze
e le promesse che avevo fatto, dissi a
me stesso: se mi vuole in Italia, studierò italiano a Siena, per incontrarla ogni
giorno nella Basilica di San Domenico.
Ce l’ho fatta! Così ho incontrato un altro amico/figlio di Santa Caterina e sono rimasto sempre attaccato alla Comunità Domenicana di Siena, dove mi
hanno sempre accolto.
Intanto, due altri Fratelli di Santa
Caterina hanno bussato alla mia porta
in questo tempo in Italia. Entrambi speciali per me: San Tommaso d’Aquino e
il Beato Angelico. Uno per la chiarezza
e la luce che mi dà nello studio e l’altro
per la chiarezza e la luce per gli occhi nella preghiera. Dopo tre anni, ho
pensato di mettermi sotto la loro protezione in un modo ufficiale e impegnato
entrando come terziario nella fraternità
sacerdotale e facendo così parte della
Famiglia domenicana.
Padre Alfredo, ormai un fratello ed
amico, mi suggerì di chiedere al Provinciale, P. Daniele Cara, di entrare
nella Famiglia Domenicana. Il Padre
acconsentì e addirittura chiese al Mae-
sempre stupìto quando guardo tutti i tesori nascosti da Lui nella via che a me
sembrava fatta per caso, e invece era
bene indicata e preparata dall’Amore
Divino.
Non so dove questo corso mi porterà, ma so bene che sarà pieno di doni
e di amici che non aspettavo. Sono incredibilmente grato a Dio, ai suoi Santi
e a tutti i domenicani, a san Domenico,
per essere stati coinvolti nella Provvidenza di Dio.
Se è vero ciò che dice S. Caterina
che “tutto passa“, Ella non parla per
niente delle cose fatte dalle mani eterne: quelle non passano! Ogni atto degli
uomini fatto nella grazia, non finisce
mai, ma fa parte della nostra vita che
va oltre, al di là. Una storia, la nostra,
quasi una favola, che non potevamo inventare, né immaginare. Una bellezza,
diciamo, che solo Lui sa disegnare.
vocazioni
stro Generale dell’Ordine P. Bruno Cadoré, che fosse lui ad accogliermi nella fraternita sacerdotale. Ciò avvenne
proprio durante il Convegno per i 750
anni di canonizzazione della Santa, a
Siena, il 30 ottobre 2011.
Non potete immaginare cosa si prova quando tutti i colori di un dipinto
a me sconosciuto, venivano come raccolti dagli amici di Dio, erano messi insieme rivelando una scena dell’amore
di Dio e dei Santi. I frati domenicani
tutti; in particolare P. Reinaldo Sanchez
organizzò il rito d’accoglienza e fu così che mi ritrovai in mezzo a loro nella preghiera e davanti a me il Maestro
dell’Ordine che mi chiedeva le promesse. Questa è la Provvidenza!
Quando ci si mette nelle mani di
Dio e dei Santi, consapevoli che siamo
troppo piccoli e indegni di arrivare a
nessun posto della santità con le sole
proprie forze, allora arriva l’aiuto di
Colui che dirige e dipinge tutto. Sono
Fra Tommaso Angelico
(Don Matteo Kauth).
SIENA. San Domenico. Fr Tommaso con il Maestro dell’Ordine, Bruno Cadoré,
il P. Provinciale, Daniele Cara, e altri confratelli domenicani.
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
159
Il Papa propone lo stile di preghiera di San Domenico
durante l’udienza generale dell’8 agosto 2012.
SAN DOMENICO
MAESTRO DI PREGHIERA
Benedetto XVI presenta san Domenico come «uomo di preghiera” e
«esempio di integrazione armoniosa tra contemplazione dei misteri divini
e attività apostolica» tanto che «in ogni momento la preghiera fu la forza
che rinnovò e rese sempre più feconde le sue opere apostoliche».
Cari fratelli e sorelle,
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
160
oggi la Chiesa celebra la memoria di
san Domenico di Guzmán, Sacerdote e
Fondatore dell’Ordine dei Predicatori,
detti Domenicani. In una precedente
Catechesi ho già illustrato questa insigne figura e il fondamentale contributo
che ha apportato al rinnovamento della
Chiesa del suo tempo.
Oggi, vorrei metterne in luce un aspetto essenziale della sua spiritualità:
la sua vita di preghiera. San Domenico
fu un uomo di preghiera. Innamorato di
Dio, non ebbe altra aspirazione che la
salvezza delle anime, in particolare di
quelle cadute nelle reti delle eresie del
suo tempo; imitatore di Cristo, incarnò
radicalmente i tre consigli evangelici unendo alla proclamazione della Parola
una testimonianza di una vita povera;
sotto la guida dello Spirito Santo, progredì sulla via della perfezione cristiana. In ogni momento, la preghiera fu
la forza che rinnovò e rese sempre più
feconde le sue opere apostoliche.
Il Beato Giordano di Sassonia, morto nel 1237, suo successore alla guida
dell’Ordine, scrive così: «Durante il
giorno, nessuno più di lui si mostrava
socievole... Viceversa di notte, nessuno era più di lui assiduo nel vegliare in
preghiera. Il giorno lo dedicava al prossimo, ma la notte la dava a Dio» (P. Lippini, San Domenico visto dai suoi contemporanei, Bologna 1982, p. 133).
In san Domenico possiamo vedere
un esempio di integrazione armoniosa
tra contemplazione dei misteri divini
e attività apostolica. Secondo le testimonianze delle persone a lui più vicine, «egli parlava sempre con Dio o di
Dio». Tale osservazione indica la sua
comunione profonda con il Signore e,
allo stesso tempo, il costante impegno
di condurre gli altri a questa comunione con Dio. Non ha lasciato scritti sulla
preghiera, ma la tradizione domenicana ha raccolto e tramandato la sua esperienza viva in un’opera dal titolo: Le
nove maniere di pregare di San Domenico. Questo libro è stato composto tra
il 1260 e il 1288 da un Frate domenicano; esso ci aiuta a capire qualcosa della vita interiore del Santo e aiuta anche
Castelgandolfo (Rm 8/8/12).
•••
agiografia
Sono quindi nove le maniere di pregare secondo san Domenico e ciascuna di queste, che realizzava sempre
davanti a Gesù Crocifisso, esprime un
atteggiamento corporale e uno spirituale che, intimamente compenetrati, favoriscono il raccoglimento e il fervore.
I primi sette modi seguono una linea
ascendente, come passi di un cammino, verso la comunione con Dio, con
la Trinità: san Domenico prega in piedi
inchinato per esprimere l’umiltà, steso
a terra per chiedere perdono dei propri peccati, in ginocchio facendo penitenza per partecipare alle sofferenze
del Signore, con le braccia aperte fissando il Crocifisso per contemplare il
Sommo Amore, con lo sguardo verso il
cielo sentendosi attirato nel mondo di
Dio. Quindi sono tre forme: in piedi,
in ginocchio, steso a terra; ma sempre
con lo sguardo rivolto verso il Signore
Crocifisso. Gli ultimi due modi, invece,
su cui vorrei soffermarmi brevemente,
corrispondono a due pratiche di pietà
abitualmente vissute dal Santo.
Innanzitutto la meditazione personale, dove la preghiera acquista una dimensione ancora più intima, fervorosa
e rasserenante. Al termine della recita
della Liturgia delle Ore, e dopo la celebrazione della Messa, san Domenico
prolungava il colloquio con Dio, senza
porsi limiti di tempo. Seduto tranquillamente, si raccoglieva in se stesso in
atteggiamento di ascolto, leggendo un
libro o fissando il Crocifisso.
Viveva così intensamente questi
momenti di rapporto con Dio che anche esteriormente si potevano cogliere le sue reazioni di gioia o di pianto.
Quindi ha assimilato a sé, meditando,
le realtà della fede. I testimoni raccon-
tano che, a volte, entrava in una sorta
di estasi con il volto trasfigurato, ma subito dopo riprendeva umilmente le sue
attività quotidiane ricaricato dalla forza
che viene dall’Alto.
Poi la preghiera durante i viaggi tra
un convento e l’altro; recitava le Lodi,
l’Ora Media, il Vespro con i compagni, e, attraversando le valli o le colline, contemplava la bellezza della creazione. Allora dal suo cuore sgorgava
un canto di lode e di ringraziamento
a Dio per tanti doni, soprattutto per la
più grande meraviglia: la redenzione operata da Cristo.
Cari amici, san Domenico ci ricorda che all’origine della testimonianza
della fede, che ogni cristiano deve dare in famiglia, nel lavoro, nell’impegno
sociale, e anche nei momenti di distensione, sta la preghiera, il contatto personale con Dio; solo questo rapporto
reale con Dio ci dà la forza per vivere
intensamente ogni avvenimento, specie
i momenti più sofferti. Questo Santo ci
ricorda anche l’importanza degli atteggiamenti esteriori nella nostra preghiera. L’inginocchiarsi, lo stare in piedi davanti al Signore, il fissare lo sguardo sul
Crocifisso, il fermarsi e raccogliersi in
silenzio, non sono secondari, ma ci aiutano a porci interiormente, con tutta
la persona, in relazione con Dio.
Vorrei richiamare ancora una volta
la necessità per la nostra vita spirituale di trovare quotidianamente momenti
per pregare con tranquillità; dobbiamo
prenderci questo tempo specie nelle vacanze, avere un po’ di tempo per
parlare con Dio. Sarà un modo anche
per aiutare chi ci sta vicino ad entrare
nel raggio luminoso della presenza di
Dio, che porta la pace e l’amore di cui
abbiamo tutti bisogno. Grazie.
161
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
noi, con tutte le differenze, a imparare
qualcosa su come pregare.
ROMA-Prati. Convento S. Maria del Rosario.
agiografia
SAN DOMENICO DI GUZMAN
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
162
videoillustrazione storico artistica
Mercoledì 23 maggio 2012 alle ore 16.00 nella chiesa di Santa Maria
del Rosario in Prati, unica parrocchia
domenicana a Roma, in occasione dei
festeggiamenti per la Traslazione del
Santo Padre Domenico, si è tenuta una
videoillustrazione storico-artistica sulla
figura del santo Fondatore.
Fra Manolo M. Puppini O.P., viceparroco della suddetta parrocchia e
autore della videoillustrazione, con
l’ausilio di un videoproiettore, ha mostrato ai convenuti una serie di opere
realizzate da artisti di varie epoche raffiguranti san Domenico, la sua storia e
miracoli, accompagnate dalla lettura di
brani significativi, tratti dalle fonti domenicane più antiche.
Tra gli artisti citati, italiani e stranieri, famosi e meno noti, figurano Guido
da Siena, Nicola Pisano, Pietro Cavallini, Pier Paolo dalle Masegne, France-
sco Traini, Andrea di Bonaiuto, Jacopo
Roseto, Niccolò dell’Arca, Beato Angelico, Benozzo Gozzoli, Piero di Cosimo, Domenico Ghirlandaio, Andrea
della Robbia, Pedro Berruguete, Michelangelo Buonarroti, Lorenzo Lotto,
Tiziano Vecellio, Santi di Tito, Guido
Reni, Antonio van Dyck, Mattia Preti,
Guercino, Claudio Coello.
Dopo una breve introduzione, fra
Manolo ha svelato il significato dei vari
attributi iconografici del santo: l’abito
bianco e nero, il libro (Evangeliario), il
giglio, la stella, il cane con la fiaccola
in bocca, la croce pastorale, il modello
della chiesa.
Non è mancato un accenno al vero
volto di san Domenico, ricostruito nel
1946 a Bologna, al quale è seguita una presentazione dei cicli scultorei e
pittorici con le storie di san Domenico
più rilevanti: il Sarcofago dell’Arca di
agiografia
la b. V. Maria che presenta a suo Figlio
san Domenico e san Francesco per la
salvezza del mondo; l’incontro di san
Domenico e san Francesco; l’approvazione dell’Ordine domenicano; i santi
apostoli Pietro e Paolo che gli consegnano rispettivamente un bastone e un
libro; il miracolo dei pani portati dagli
angeli; la risurrezione di Napoleone
Orsini, nipote del cardinale Stefano di
Fossanova, caduto da cavallo; la morte
e le esequie; la visione del beato Guala
da Bergamo O.P.: san Domenico viene portato in cielo attraverso una scala
sorretta da Gesù e dalla b. V. Maria; infine San Domenico in Soriano: la b. V.
Maria consegna a fra Lorenzo da Grotteria una tela raffigurante san Domenico, perché venga esposta al culto.
La videoillustrazione si è conclusa
con le notizie riguardanti la morte, la
sepoltura, la traslazione e la canonizzazione di san Domenico.
Fra Manolo M. Puppini O.P.
Per ulteriori informazioni o per organizzare la videoillustrazione si prega di contattare fra Manolo alla seguente e-mail:
[email protected]
163
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
San Domenico scolpito da Nicola Pisano e aiuti; il Trittico di San Domenico
dipinto da Giovanni da Taranto; la Pala
di San Domenico conservata a Barcellona; il Polittico di San Domenico dipinto da Francesco Traini; il Reliquiario
del Capo di San Domenico, capolavoro di oreficeria tardo gotica realizzato
da Jacopo Roseto; gli affreschi della
Sala del Capitolo del convento di San
Domenico in Prato; la Pala dell’Incoronazione della Vergine e il Trittico di
Cortona dipinti dal Beato Angelico, sacerdote domenicano; gli affreschi del
Chiostro Grande del convento di Santa
Maria Novella in Firenze. Tale presentazione è stata ricca di notizie sugli artisti, sui materiali e sugli stili artistici.
Successivamente, fra Manolo ha illustrato i singoli episodi della vita di
san Domenico, sia dal punto di vista
storico che da quello artistico: la nascita e il battesimo; il miracolo del libro
respinto dalle fiamme; il miracolo dei
naufraghi salvati dalle acque della Garonna; san Domenico e il Crocifisso; la
b. V. Maria che gli consegna il rosario;
il sogno di Innocenzo III: san Domenico sostiene la basilica del Laterano;
appello urgente del Maestro dell’Ordine dei Frati Predicatori
LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
al centro della missione dell’Ordine
l’Ordine è composto da frati totalmente dediti all’evangelizzazione
della Parola di Dio. Totalmente dedito a rendere la Parola di Dio
una buona notizia per il mondo.
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
164
Sin dalla nascita il concetto di “nuova evangelizzazione”, ha avuto molte
definizioni anche discusse.
Durante una conferenza tenutasi nel
2000, ad esempio, il Cardinale Ratzinger incentrava la sua riflessione sul fatto che: “una grande parte dell’umanità
di oggi non trova più, nell’evangelizzazione permanente della Chiesa, il
Vangelo, cioè una risposta convincente
alla domanda: come vivere?”
La sfida è allora di sapere come
porgere il Vangelo a coloro (uomini e
donne) che non incontrano o non sono
raggiunti dall’evangelizzazione classica (la celebrazione dell’eucaristia, dei
sacramenti, la predicazione …). È per
questo che occorre trovare nuove strutture e nuovi metodi per evangelizzare.
Nella Redemptoris Missio, il Papa
Giovanni Paolo II scriveva: “la Chiesa deve affrontare altre sfide, progredendo verso nuove frontiere sia per la
missione ad Gentes sia per la nuova
evangelizzazione di quei popoli che
hanno già ricevuto l’annuncio di Cristo”, sottolineando la necessità di una
forza spirituale per un rinnovamento
della Chiesa. Egli scriveva ancora, con
riguardo specificamente all’Europa:
“L’Europa non deve oggi semplicemente fare appello alla sua precedente eredità cristiana: occorre infatti che sia
messa in grado di decidere nuovamente del suo futuro nell’incontro con la
persona e il messaggio di Gesù Cristo“
(Ecclesia in Europa. 2002. 2).
In questa stessa prospettiva di rinnovamento, il papa Benedetto XVI evocava il “cortile dei Gentili “ (Discorso alla
Curia Romana 21.12.2009. n. 40 ).
In un certo modo, tutte le definizioni proposte mettono in evidenza questo invito ed è ciò che vi propongo di
accogliere come un appello urgente
per l’Ordine dei Frati Predicatori che
è stato fondato per l’evangelizzazione,
proprio in un momento della storia della Chiesa in cui si poneva la questione
del metodo e delle strutture.
Diego e Domenico, infatti, non hanno forse proposto l’avventura di una
predicazione itinerante e mendicante
in risposta a metodi che sembravano
inadatti a offrire una risposta ai movimenti dei “Puri” che, contestando certe
pratiche e posture ecclesiali, proponevano un ritorno all’evangelismo?
E’ dunque una sfida centrale per
l’Ordine prendere parte, secondo il suo
carisma, a questo movimento di evangelizzazione, specialmente in questo
tempo in cui si prepara la celebrazione
del Giubileo (a. 2016).
(dal Discorso del Maestro dell’Ordine a
Lisbona, giovedì 12 aprile 2012).
UN INCONTRO
CON IL MAESTRO DELL’ORDINE
Sabato 12 Maggio, presso la sala di
S. Caterina, nel Convento di S. Sabina,
si è tenuto un incontro con il Padre Cadoré, Maestro dell’Ordine, come già
abbiamo letto nel numero precedente
di Domenicani (p. 124). Durante l’incontro, il p. Cadoré ha avuto parole di
conforto e letizia per tutti, ma non ha
mancato di porgere domande di stringente urgenza e drammaticità. Fra tutte, una mi è rimasta impressa: “Come
facciamo a uscire dalle sacrestie?”.
Ovviamente la sacrestia è un luogo
che travalica i muri perimetrali dei locali di servizio delle chiese e si allarga
ed espande fino ad abbracciare quello
spazio immaginario dove ogni cattolico si trova a proprio agio, protetto, libero di esercitare la propria fede e di
parlare della propria esperienza. Questo luogo, la propria visione della Chiesa, c’è chi lo vede come un castello da
ristrutturare, chi un fortino assediato,
chi una trincea, chi una casa senza più
porte o mura.
La domanda del Maestro dell’Ordine nasconde una grande urgenza:
come uscire dalla situazione di crisi
vissuta oggi dalla Chiesa? Ognuno di
noi è interrogato e, per rispondere alla
domanda del Maestro Generale, deve
chiedersi: perché sono nella sacrestia?
Perché dovrei uscirne? Che cosa dovrei
fare là fuori?
La prima domanda (perché sono
nella sacrestia?) ha una risposta semplice: perché tutti andavano in sacrestia. Il
sentimento religioso è stato per secoli
il collante della società, il tessuto connettivo dei rapporti e delle relazioni, il
riferimento immutabile dell’escatologia personale e collettiva. La pastorale
partiva da questo sentimento naturale
per far crescere e maturare la fede.
In questa situazione rimanere nella
sacrestia è stata la scelta più semplice
e più ovvia: se il popolo veniva nella
sacrestia a cercare conforto e risposte,
uscirne significava rendere sguarnita e
indebolire la Chiesa (naturalmente non
stiamo parlando dei missionari). Nessuno, credo, potrà dubitare della conclusione di questa fase: le sacrestie sono tristemente vuote!
Probabilmente qualcuno si è dedicato al facile e inutile gioco della cac-
165
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
un incontro gioviale e affettuoso quello con il proprio padre
da parte dei figli durante il quale si mettono in evidenza
preoccupazioni e progetti di famiglia. Alcune espressioni passano
tra loro, al momento usuali e senza particolare significato; poi riemergono nella mente e nel cuore alcune parole, alcune frasi…
È quanto ci esprime Edoardo Mattei, laico domenicano, nella
seguente considerazione che ha scritto per tutti noi.
carisma
P. Bruno Cadorè
carisma
cia al colpevole in cui, come spesso accade, le parti si accusano fra loro: progressisti e tradizionalisti, con tutti i limiti delle etichette, si sono accapigliati
facendosi dispetti e seguendo ciascuno
la propria strada incurante dell’altro (e
della comunione che ci dovrebbe essere…). Il problema, come disse papa
Ratzinger in occasione degli auguri di
Natale del 2005, dipende dalla giusta
interpretazione del Concilio o – come
diremmo oggi – dalla sua giusta ermeneutica, dalla giusta chiave di lettura
e di applicazione. I problemi della recezione sono nati dal fatto che due ermeneutiche contrarie si sono trovate a
confronto e hanno litigato tra loro.
Questa contrapposizione spiega la
doppia risposta alla seconda domanda:
perché dovrei uscire dalla sacrestia?
Se i primi rispondono “Perché se
nessuno viene, dobbiamo andare a
cercarli noi”; gli altri controbattono “Se
restauriamo quanto è stato distrutto, ritorneranno tutti”. Chi ha ragione?
Adattare la Chiesa ai tempi moderni,
e quindi ripensare la dottrina su aborto,
matrimonio, divorzio, famiglia oppure
riaffermare con fermezza il magistero condannando il peccato e offrendo
la conversione al peccatore? C’è realmente contrapposizione? Se il deposito
fidei è lo stesso, dov’è la differenza?
Un problema è la cattiva comprensione della cosiddetta legge di gradualità. Si cresce per gradi e si esprime il
proprio vissuto nella misura delle forze
e delle capacità possedute. È questa la
legge della gradualità, una legge semplice, facilmente constatabile, che permette di assimilare e di interiorizzare
in un continuum le nostre conquiste
quotidiane. Questa legge ha un valore
fondante anche nella formazione umana e spirituale del cristiano.
Ne consegue che non è possibile
pretendere subito l’adesione completa
e incondizionata al magistero così come non è possibile, per motivi pastorali, piegare il magistero affinché sia ac-
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
166
ROMA. Convento S. Sabina. Incontro con il Maestro dell’Ordine. (12.05.2012).
Perché dovremmo uscire? Perché i
nostri divorziati risposati hanno sentito solamente la condanna dalla Chiesa mentre oggi serve qualcuno che annunci loro l’amore e il perdono di Dio.
Questo, l’annuncio della Buona Novella, del kerygma, è solo la prima conversione, la metanoia, l’effetto immediato
dell’accoglienza della predicazione.
È necessaria la presenza di formatori, di educatori per trasformare la prima
conversione in fede matura e questi educatori non hanno bisogno di uscire,
anzi devono rimanere nella sacrestia
per mietere la semina della predicazione.
Il problema, dunque, non è uscire
carisma
o rimanere ma trovare il proprio posto,
con umiltà, senza pensare che sia l’unico possibile per tutti: la messe è grande
e c’è lavoro per tutti e tutti insieme.
L’ultima risposta è la conclusione di
questa riflessione: cosa dovrei fare là
fuori?
«Lo Spirito Santo […] vi spinga ad
andare loro incontro, vi porti a frequentarne gli ambienti di vita […].
Non si tratta di adeguare il Vangelo al
mondo, ma di attingere dal Vangelo
quella perenne novità, che consente in
ogni tempo di trovare le forme adatte
per annunciare la Parola che non passa, fecondando e servendo l’umana esistenza. Torniamo, dunque, a proporre
ai giovani la misura alta e trascendente
della vita, intesa come vocazione: chiamati alla vita consacrata, al sacerdozio,
al matrimonio, sappiano rispondere
con generosità all’appello del Signore,
perché solo così potranno cogliere ciò
che è essenziale per ciascuno».
L’invito del papa è un bellissimo
programma per i chiamati a uscire e là
fuori ognuno può seguire il proprio estro.
Al Lloyd Center Mall di Portland, Oregon, padre Tony Wall, domenicano,
ha un “chiosco cattolico”, la sua base
per parlare con gli avventori del Centro Commerciale. “Siamo diventati una
chiesa completamente passiva – afferma - la gente non incontra più i preti da nessuna parte. Ci siamo nascosti
nelle canoniche” (ricordo come il card.
Vallini, vicario del papa per la diocesi
di Roma, in un incontro di questo inverno, chiedesse la disponibilità di catechisti per una missione nel giorno di
Domenica al Centro Commerciale Porta di Roma).
Con velleità e romanticismo, il p.
Wall ha interpretato il carisma dell’Ordine per i tempi moderni e, contemporaneamente il Maestro Generale, all’ultima conferenza dei Generali, aveva in-
167
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
cettabile da tutti. Sovente c’è confusione. Facciamo un esempio: una coppia
di divorziati risposati si avvicina alla
Chiesa. Qual è il giusto atteggiamento
da tenere? Informarli della difficoltà di
comunione nella Chiesa e dell’esigenza di avere una relazione differente oppure di tacere perché la cosa principale
è il loro ritorno nella Chiesa?
La legge di gradualità, quel criterio
per cui ci si dispone al bene in modo
progressivo, va applicata senza trasformarla in un aggiramento delle norme
cioè in una gradualità della legge. Bisogna scegliere sempre il male minore,
per cui la persona s’impegna nella riduzione del male come unica concreta
possibilità di volgersi verso un bene, al
momento di fatto non interamente praticabile. È ovvio che un cristiano, non
è autorizzato a scegliere il minore tra
due mali, ma a rifiutarli entrambi.
Con i nostri divorziati risposati, è
bene rallegrarsi che siano tornati nella
Chiesa ma, per paura che se ne vadano, non bisogna rinunciare a inserirli in
un cammino di formazione in cui, sostenendoli e annunciando loro la Verità, possano comprendere qual è la loro
vera situazione e maturare un cambiamento di vita.
carisma
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
168
dicato quattro percorsi per un’efficace
evangelizzazione nel mondo di oggi:
l’itineranza, la mendicità, l’incontro,
lo studio. Come possiamo seguire noi,
laici domenicani, questi percorsi nella
nostra vita quotidiana?
Personalmente penso che la itineranza sia la disponibilità a uscire dai
propri luoghi per andare nei luoghi dei
non credenti, uscire dalle sacrestie. Interpreto la mendicità come la rinuncia
al lusso e ai beni superflui (l’orologio
deve essere necessariamente un Patek
Philippe Nautilus? La nuova auto deve
essere obbligatoriamente full optional?)
I mendicanti non solo si sentono più
vicini ai poveri, ma sono anche più liberi di denunciare le strutture sociali e
le politiche economiche che costringono di fatto non poche persone a vivere
in povertà.
L’incontro – affermava p. Cadoré - è
guidato dalla compassione e dal dialogo. La compassione può assumere, in
certi casi, anche la forma dell’indignazione per l’esclusione e l’ingiustizia
nei confronti dei poveri. Compatire diventa allora un incentivo a impegnarsi
nella trasformazione del mondo, nella
convinzione che la lotta per la giustizia
e la pace sono parte integrante della
predicazione del Regno di Dio.
Infine, le persone che s’incontrano
sono mediamente ben informate, con
un senso della vita variamente sviluppato: non possono essere affrontate se
non si ha un’adeguata preparazione
dottrinale e pastorale che viene solo
dallo studio inteso come vocazione e
strumento di predicazione.
Oggi, se il Maestro Generale chiedesse nuovamente “Come possiamo
uscire dalle sacrestie?” saprei come rispondere: “Chi si sente chiamato a uscire, semplicemente apra la porta ed
esca. Ma non dimentichi la strada per
tornare”.
Edoardo Mattei (fr Mattia).
•••
A ROMA-SASSONE (5-7 ottobre).
IL CONVEGNO DEI LAICI DI SAN DOMENICO
Già programmato da tempo, il nostro Convegno annuale si svolge a Sassone, nei pressi di Roma, dal pomeriggio
del 5 ottobre al primo pomeriggio del 7 ottobre 2012.
È ancora possibile dare l’adesione di partecipazione con un fax (n.
063611311) o telefonando (n. 3356790915). Per la prenotazione occorre inviare, a mezzo conto corrente postale (n. 36725968 intestato “Il Pulcin della
Minerva”, Roma) un anticipo di €. 30 a persona. Si ricorda che l’importo da
saldare al Convegno è di €. 85 (o €. 75 in camera doppia) per due giorni di
pensione completa, escursione in pullman ai Castelli Romani ed è comprensivo
della quota d’iscrizione al Convegno.
Tema del Convegno è: la Lettera apostolica “Porta Fidei” alla luce del carisma domenicano.
Attendo con piacere le vostre adesioni, anche con familiari ed amici.
Pier Giorgio Imbrighi, presidente provinciale delle FLD.
•••
SARDEGNA. San Nicolò Fenugheddu.
ha bisogno di essere meditata da noi.
L’altro punto trattato si è concluso
con l’invito alla lettura del Catechismo
della Chiesa Cattolica: “memoria permanente dei tanti modi in cui la Chiesa
ha meditato nella fede”.
Quando a settembre riprenderà l’attività della Fraternita, il Consiglio programmerà gli incontri avendo presenti
questi due importanti temi: 1) la lettera
Apostolica “La Porta della Fede” e 2) Il
Catechismo della Chiesa Cattolica.
C’è stata, poi, la celebrazione della
Santa Messa, presieduta dal P. A. Fazzini, quindi il pranzo, una breve pausa e
la ripresa del convegno.
Paola Palla della Fraternita di Cagliari fa una breve “Storia dell’Ordine”
e ricorda come il carisma domenicano
sia la predicazione apostolica, la preghiera e lo studio. Noi laici domenicani aderiamo allo specifico fondamento
dell’Ordine secondo quanto ci chiede
il Papa. Ci ricorda, infine, come tante
belle figure di Santi domenicani hanno testimoniato, con la predicazione
apostolica e la preghiera, la fede nella
Parola di Gesù.
Gianni Pinna, della Fraternita di
Sassari, interviene parlando della fede
secondo San Tommaso d’Aquino, ed è
stato seguito con viva partecipazione
da tutti noi.
I lavori vengono chiusi dal P. Alberto Viganò e in serata si rientra contenti.
Questo convegno è stato proprio
bello e interessante!
Marisa Vassena
priora della FLD di Cagliari.
•••
169
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
Domenica 3 giugno a S. Nicolò Fenugheddu, presso Oristano, nella bella
sede delle Suore Giuseppine, si è svolto il convegno di formazione dei laici
domenicani di tutta la Sardegna e precisamente di Sassari, Sedilo e Cagliari,
presenti i rispettivi Assistenti.
Ha presieduto i lavori P. Alberto Viganò op., Promotore dei laici della nostra Provincia. Al centro dell’attenzione il commento della lettera Apostolica
“Porta Fidei”. La porta della fede che
introduce alla vita di comunione con
Dio e permette l’ingresso nella sua
Chiesa è sempre aperta per noi. Credere in Gesù Cristo, dunque, è la via per
poter giungere in modo definitivo alla
salvezza eterna.
È seguito un dibattito molto partecipato e interessante. È emersa, tra l’altro, la domanda come fare per comunicare la fede a chi ci è vicino e che
la rifiuta. “La fede è un dono di Dio” è
stata la risposta conclusiva e vera che
fraternite ld
Convegno di formazione dei laici domenicani sardi.
CAGLIARI. Convento S. Domenico
fraternite ld
La Fraternita calaritana in Ritiro.
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
170
Domenica 12 giugno, al Centro
Giovanile di Selargius (CA), si è svolto a conclusione dell’anno “sociale”
e come programmato dal Consiglio di
Fraternita, il ritiro spirituale guidato dal
nostro assistente P. Alberto Fazzini.
Arrivo alle ore 9.00, a Selargius, di
tutti i confratelli e consorelle: pochi assenti per motivi personali o di salute.
Si unisce al gruppo, ospite graditissima,
Suor Anna priora domenicana.
Ci rechiamo in cappella per la recita
delle lodi. Poi fa seguito la catechesi di
P. Alberto. La prima parte è dedicata al
tema: “Domenicani laici” e si legge anche la lettera del Maestro Generale, P.
Bruno Cadorè, riguardante i laici.
Nella seconda parte della catechesi il padre tratta dell’importanza del S.
Rosario: storia e recita, con un’auspicabile meditazione personale.
Il dibattito seguìto ha messo in luce l’esigenza di sentirsi membri della
Chiesa, consacrati al culto della verità,
alla sua diffusione e al raggiungimento
della salvezza. Il Padre assistente ci ha
sollecitato ad essere più presenti e non
essere ignavi né nella meditazione, né
nella vita attiva.
Alle 12,30 la S. Messa, e alle 13,30
il pranzo con la presenza dei padri del
convento di Cagliari, che ci hanno raggiunto nel frattempo per condividere
con noi un momento di gioiosa fraternità conviviale. Dopo pranzo nel piazzale, all’ombra dei pini, abbiamo continuato la discussione del tema e preso
accordi perché nel prossimo consiglio
di fraternita si programmi, tra l’altro,
l’inserimento dell’esame dell’enciclica
“Porta Fidei“ di Benedetto XVI.
(la priora Marisa Vassena).
MONTEPULCIANO (SI). Laicato Domenicano.
Camminare insieme per la strada
della vita può essere molto difficile, ma
il vostro amore vi ha saputo insegnare
come fare… siete infatti arrivati al meraviglioso traguardo di 60 anni di nozze con la consapevolezza che la vostra
vita proseguirà in questo modo.
Abbiamo anche “onorato”, durante
le feste di S. Domenico, i cento anni
della Sig.ra Lara Franceschi Del Toro.
Lara è molto attiva nella Chiesa locale di Montepulciano e nel Laicato
Domenicano. In quest’ultimo è entrata
nel 1932 prendendo il nome di Teresa.
I Laici di Montepulciano hanno voluto esserle vicini dedicandole, con affetto sincero, anche una poesia che è
stata letta pubblicamente e che lei ha
molto gradito.
Auguriamo a tutti ogni bene.
Lucia Tremiti, consorella della Fld.
MONTEPULCIANO,
Foto ricordo delle Nozze
di diamante di Elia e
Mario e dei cento anni
di età della signora Lara
Franceschi del Toro.
171
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
Tra gli anniversari di matrimonio, le
Nozze di diamante sono senza dubbio
un appuntamento importante per due
sposi, in quanto rappresentano 60 anni
di vita vissuta insieme.
Una ricorrenza che, non a caso, viene simbolicamente associata alla più
preziosa delle pietre, appunto al diamante, il materiale più duro al mondo!
Per la sua purezza, il suo valore e robustezza il diamante ben riesce a definire
simbolicamente la preziosità di un legame che dura da ben 60 anni.
Sessant’anni di storia d’amore, di
cose dette e non dette, di presenze e di
assenze, di giochi e di sorrisi, di lacrime e di conforto....
La nostra consorella Elia e il marito
Mario hanno voluto rinnovare le loro
promesse matrimoniali nel Santuario di
S. Agnese. È stato molto bello vedere
Elia indossare il nastro domenicano!
fraternite ld
Nozze di diamante di Elia e Mario e i cento anni di Lara.
In memoria di
Fr Marco
Giammarino
sacerdote domenicano
Torino, 27/11/1933
Pistoia, 07/06/2012
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
172
Nato a Torino il 27 novembre 1933,
ma subito trasferitosi a Roma con la
famiglia, era entrato nell’Ordine giovanissimo. Dopo gli anni del collegio
aveva vissuto il suo noviziato a san Domenico di Fiesole nel 1950-51 e venne
ordinato sacerdote, a Pistoia, nel 1958.
Dopo gli studi all’interno dell’Ordine e la laurea in filosofia a Perugia nel
1968, si impegnò in attività apostoliche
a contatto con i giovani nel collegio di
Arezzo prima, e poi con gli scouts e
nella parrocchia a Perugia. Successivamente, dopo essere stato superiore a
Lucca (1968-70), nel 1970 fu trasferito
a Pistoia, dove è rimasto fino alla morte. Entrato a far parte della redazione di
‘Vita sociale’, curò per diverso tempo
una rubrica di notizie e informazioni
sull’America Latina.
Svolse l’ufficio di priore della comunità di Pistoia e più volte quello di
sottopriore. Dal 1970 intraprese l’insegnamento, prima nella scuola privata,
e poi, dal 1976 al 2004, nella scuola
statale. Per molti anni fu professore di italiano e storia all’Istituto Tecnico Commerciale di Agliana (Pt), intrattenendo
con i suoi studenti un rapporto amicale
e cordiale che è durato fino al termine
della sua vita. Svolse altresì l’ufficio di
Consigliere di Provincia, dapprima dal
1969 al 1972 e poi dal 1977 al 1981.
A seguito del pensionamento nel
2004, fr Marco si era dedicato a diversi
uffici e servizi all’interno della comunità di Pistoia (come quello di economo
o di sacrista), assecondando in ciò la
sua indole amante di una presenza discreta e nascosta, ma anche la sua attitudine allo studio e all’aggiornamento
continuo maturata nell’esperienza di
formazione e di insegnamento.
Negli anni più recenti, incaricato
dal Capitolo Provinciale del 2005 della
Formazione Permanente in Provincia,
ha curato gli “Incontri di Formazione
Annuale” (svoltisi presso il convento di
Pistoia) nel quadriennio 2005-2009.
Sempre dal Capitolo, fu nominato
Direttore della Biblioteca di Pistoia: ufficio svolto fino al 2011.
Affetto da patologia cardiaca, subì
un primo intervento nel dicembre 2010
e un secondo nel luglio 2011.
È deceduto a Pistoia il 7 giugno
2012. La celebrazione delle esequie,
presieduta dal priore provinciale, fra
Daniele Cara, si è tenuta nella chiesa
di S. Domenico alla presenza dei confratelli, dei parenti e di un buon gruppo
di laici vicini alla comunità domenicana tra cui alcuni suoi ex-alunni, nella
mattinata di sabato 9 giugno. •••
In memoria di
in memoria
Fr Remigio
Botti
Piacenza, 08/03/1930
Roma, 22/06/2012
Nato a Piacenza nel 1930, P. Remigio Botti ha fatto professione nell’Ordine domenicano il 28 ottobre 1947 ed è
stato ordinato sacerdote il 5 dicembre
1947. Il 22 giugno scorso all’età di 82
anni ci lasciava per sempre.
Queste le date più importanti della
sua vita, ma, tra le tante notizie da dire, vorrei ricordarlo in particolare come missionario in Pakistan, dato che
anch’io lo raggiunsi in quella missione.
Volentieri cercherò, quindi, di riportare
in breve la sua vita passata in missione
e alcuni miei ricordi di lui.
P. Remigio Botti partì per la missione, affidata ai domenicani della Provincia Romana, nel 1955. Si ricordi che inizialmente fu l’India e il primo gruppo
di missionari partì nel 1931. In seguito,
nel 1947, con la separazione della zona del Nord i missionari si ritrovarono
nel nuovo Paese chiamato Pakistan.
Quando io arrivai in Pakistan, a Faisalabad, allora Lyallpur (era nell’ottobre del 1972) il P. Remigio aveva già
vissuto, sotto tutti gli aspetti, una buona parte della sua vita missionaria.
Egli allora era assegnato alla Bishop’s House da dove assisteva i cristiani della Christian Town, un centro della
comunità cristiana della città, e nello
stesso tempo copriva anche l’ilàqa o
villaggi di Jaranwala, una cittadina a una trentina di km. da Faisaslabad nella
direzione di Lahore.
Anch’io all’inizio, prima di trasferirmi alla casa domenicana di Warispura
che era in fase di costruzione, passai
con lui alcuni mesi alla Bisho’s House.
Là c’era anche mons. B. Cialeo e il vescovo Paolo Andreotti, da poco rientrato in diocesi come vescovo ausiliare e
ricordo che dopo pranzo, si passeggiava un po’ fuori, attorno alla cattedrale.
Negli anni 1973-74 le due vicarie
domenicane: l’italiana e l’americana lo
elessero maestro dei novizi, ufficio che
P. Remigio ricoprì per molti anni, finché rimase in Pakistan. Quasi tutti i domenicani pakistani l’hanno avuto come maestro in noviziato e conservano
un bel ricordo di lui, in particolare per
essere stati aiutati a vivere liberi sotto la
nuova legge portata da Cristo.
Fu scelta come casa di noviziato
quella di Bahawalpur. Allora il P. Remigio lasciava a me la cura della sua
ilàqa, e si trasferì in questa città dove
rimase per parecchi anni.
>>>
173
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
sacerdote domenicano
in memoria
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
174
Se ben ricordo alla fine degli anni
settanta si prese un anno sabbatico (di
riposo e di studio) in Italia: lo passò nel
convento dei Prati a Roma e scelse come materia di studio la spiritualità.
Dopo la creazione della Vice-provincia pakistana (1982) il noviziato
fu spostato a Warispura, dove oltre ai
novizi anche le giovani suore domenicane trassero un grande vantaggio
per la formazione data dal P. Remigio.
E nel 1987, con il trasferimento della
casa priorale da Multan a Warispura,
mi ritrovai anch’io con il P. Remigio
per tre anni interi. Quelli furono anni
belli trascorsi insieme, anche perché
con noi c’era il vescovo Paolo che, come vescovo emerito, aveva lasciato la
diocesi. La presenza di Mons. Paolo e
la sua partecipazione alla nostra vita
comunitaria fu di esempio per tutti, in
particolare per le giovani vocazioni domenicane.
Concludendo, posso dire che ho veramente dei bei ricordi di P. Remigio!
Anche la gente gli voleva un gran bene
e ancora lo ricorda con affetto. Anch’io
posso dire che aveva un gran cuore, sapeva guardare prima alla persona e poi
a tutto il resto.
Negli anni ‘90, quando fu colpito
dall’ictus, egli fu costretto a rimanere
in Italia. Quando capitavo a Roma, immancabilmente l’andavo a trovare e sono contento di averlo potuto vedere e
parlargli, l’ultima volta, circa un mese
prima che ci lasciasse. In una di quelle
visite mi disse che appena fosse stato
un po’ meglio, sarebbe ripartito subito
per il Pakistan, tra la sua gente.
Sì! In seguito all’ictus egli soffriva fisicamente, ma secondo me la sua più
grande sofferenza (che aveva accettato
silenziosamente) era di non poter continuare a lavorare per il Regno di Dio
in Pakistan.
Tutti sanno che il caldo in Pakistan
è terribile e a volte insopportabile: può
raggiungere i 50° gradi e durare per
mesi. Ebbene, per riprenderci un po’,
non solo dal caldo ma anche dal lavoro missionario, passavamo un mese in
montagna, ad Ayubia. Spesso ho passato il mese, con P. Remigio, a scalare
le cime di quei monti, a respirare aria
pura e a cercare funghi. Sono certo che
ora dopo tanta sofferenza, ma sempre
accettata con grande fede, abbia raggiunto nuove vette e possa respirare
nuova aria, aria di Cielo.
Fr Giovanni Palma OP.
• • •
Mentre stiamo concludendo per le stampe questo fascicolo di “Domenicani”
ci lascia per la Casa del Padre anche
FRA REGINALDO RENATO PUDDU op.
Ne danno l’annuncio i Frati domenicani del Convento S. Domenico di
Fiesole dove hanno avuto luogo i funerali lunedì 30 luglio alle ore 10,00.
Fr Reginaldo Puddu era nato a Cagliari il 5 febbraio 1920 e ha fatto la
professione nell’Ordine come Fratello Cooperatore il 18 luglio 1938.
Nel prossimo numero di questa rivista daremo notizie più abbondanti della
sua vita, in sua memoria. RIP. (la redazione).
Tra i propositi più personali da fare, per prepararci a celebrare, nel 2016, l’ottavo
centenario della conferma dell’Ordine, suggerivamo la lettura di un libro della Vita di San
Domenico. Questo ci aiuterà a comprendere meglio il suo carisma e a vivere in comunione con lo spirito e le intenzioni dello stesso S. Domenico (cf. ”Domenicani“, settembre-ottobre 2011, n. 4). Aggiungiamo, all’elenco già fatto, i seguenti testi:
unisce l’ideale della vita evangelica, l’eloquenza del predicatore e la più alta scienza
filosofica e teologica. Certo non è stato l’unico a incarnare questo modello. Non era
san Tommaso. Ma, senza di lui, ci sarebbe
stato un san Tommaso? (…) (pag. 8).
M. ROQUEBERT, San Domenico, contro la leggenda, pp. 330, ed. S. Paolo (2005)
Cinisello Balsamo.
Libro di ottima divulgazione della vita
di S. Domenico, ricco di contenuti e accessibile anche a non specialisti.
Leggiamo dalla presentazione dello
stesso autore che mantiene quanto promette: «Evidentemente Domenico non ha bisogno di questo libro per essere “riabilitato”,
sempre che ne abbia veramente bisogno.
Vorrei semplicemente raccontarlo, rimanendo il più vicino possibile ai fatti certi
forniti dalle fonti storiche, e valutando accuratamente quanto siano probabili o possibili. Raccontarlo senza addentrarmi nei
sentieri tradizionali dell’agiografia, senza
scrivere l’ennesima vita edificante e sublime di un santo cui è già stata consacrata
tanta letteratura devota. Semplicemente,
seguire di anno in anno il destino di un
uomo dall’intelligenza folgorante e dalla
volontà prodigiosa, alle prese con la più
grave crisi spirituale che la Chiesa abbia
conosciuto prima della Riforma.
Un uomo cui questa stessa Chiesa deve
la creazione di un ”modello“ che prima di
lui non esisteva, quello del religioso che
•••
Domenico di Caleruega e la nascita
dell’Ordine dei Frati Predicatori, Atti del
XLI Convegno storico internazionale (Todi
10-12 ottobre 2004), edito da Centro Italiano di Studi sul Basso Medioevo - Accademia Tudertina.
È un grosso volume di 640 pagine: un
vero scrigno da cui attingere notizie interessanti della vita di San Domenico e contenuti di vera spiritualità domenicana.
Allo schema cronologico della vita di
S. Domenico di S. Tugwell, fanno seguito
le lezioni di esperti storici, quali: La chiesa
dal Papa Innocenzo III al Papa Gregorio IX,
di K. Pennington; I nuovi Ordini, il IV concilio Lateranense e i Mendicanti, di M.P.
Alberzoni; Domenico e gli eretici, di L.
Paolini; Domenico e la vita religiosa femminile di G. Cariboni e infine: Gli scritti di
Domenico di E. Montanari.
175
domenicani - settembre - ottobre - 2012 - n. 4
• • •
biblioteca
biblioteca domenicana
Vita dei frati domenicani
e delle loro comunità:
il ruolo che queste ultime rivestono
nella vita di ciascuno.
San Domenico.
(Anonimo)
La comunità rappresenta lo spazio di transizione…. Detto in altri termini, dobbiamo
prenderci cura della qualità della vita comune, dato che essa è l’istanza del particolare
che, in qualche modo, ci “educa” all’universale.
Possiamo qui parlare di “comunità umanizzanti”, e in che forma organizzarle di modo
che ciascuno vi trovi il cammino della propria
umanizzazione.
Ma è anche il modo “capitolare” della nostra vita che qui viene messo in gioco. In che
modo la “comunione fraterna” intesa come
ideale evangelico può essere realmente un
orizzonte strutturante per gli individui?
Qui, per esempio, si pone la questione del
funzionamento concreto dei capitoli, non solo
conventuali ma anche provinciali (a seconda
che la maggioranza dei capitolari porti con
sé “sante predicazioni” radicate in un luogo,
o sia solo delegata di gruppi di frati, la posta
in gioco è della democrazia non essendo la
stessa nei due casi).
Ricevere la comunione come un compito
personale, prima di far ascoltare la propria
voce per orientare la costruzione della comunione. (…).
(dal Discorso del Maestro dell’Ordine, Bruno Cadoré, a Lisbona, giovedì 12 aprile 2012).
•••
“DOMENICANI” n. 4 / 2012
settembre - ottobre 2012
PROVINCIA ROMANA DI SANTA CATERINA
piazza S. Domenico, n. 5 - 09127 Cagliari
Tel. 055-265 64 53 - cell. 339 18 22 685
ccp. 41 48 28 94
e.mail: [email protected]