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INFORM - N. 110 - 10 giugno 2009
RETE CONSOLARE
Alle Commissioni Esteri di Camera e Senato il piano di
ristrutturazione delle rappresentanze consolari
Prevista la chiusura di uffici in Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna,
Svizzera, Stati Uniti, Australia e Sud Africa. Via anche l’ambasciata d’Italia
in Zambia.
Mantica: “Il piano tutelerà le esigenze degli utenti e migliorerà i servizi grazie
alle risorse risparmiate”.
Micheloni (Pd): “Il governo fermi questa operazione e apra un dibattito vero”
ROMA – Il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica è stato ascoltato in
audizione, dalle Commissioni Esteri di Camera e Senato, sul processo di
razionalizzazione della rete consolare. Prima di entrare nel merito Mantica ha
ricordato come questo piano di ristrutturazione, che verrà sottoposto all’attenzione
delle Organizzazioni sindacali e del Comitato di Presidenza del Cgie del prossimo 23
giugno, si prefigga di salvaguardare le esigenze degli utenti, di migliorare i servizi
grazie alle risorse risparmiate, di rafforzare gli organici dei consolati maggiormente
oberati dal lavoro e di affiancare con sempre maggior efficacia gli enti italiani che
operano all’estero in ambito economico. Un piano pluriennale, quello proposto dal
sottosegretario, che prevede interventi graduali modulati nel tempo e che dovrebbe
prendere il via durante l’ultimo trimestre 2009, per proseguire nel 2010 e concludersi
nel 2011.
“La razionalizzazione della rete consolare – ha precisato Mantica - si concentrerà in
quelle aree dove il livello d’integrazione delle nostre comunità è elevato e lo sviluppo
del sistema informatico può fare molto per migliorare i servizi. A tal proposito una
seconda audizione su questo tema potrebbe svolgersi a Bruxelles dove, a settembre o
a ottobre, illustreremo i progressi e i nuovi strumenti del sistema informatico con cui
intendiamo promuovere un salto di qualità della rete consolare. Il nostro intervento di
ristrutturazione – ha aggiunto Mantica dopo aver ricordato che l’attuazione del piano
prevede anche il potenziamento del numero dei consoli onorari – si è indirizzato verso
i paesi europei ed extraeuropei che hanno reti consolari più diffuse, come ad esempio
la Svizzera e l’Australia, e non prevede interventi in America centrale e del Sud. Ci
poniamo inoltre - ha proseguito - l’obiettivo di attutire al massimo l’impatto dei
provvedimenti di chiusura sul personale di ruolo in servizio presso le sedi coinvolte,
dove verranno soppressi circa 50 posti fissi. Al personale a contratto sarà comunque
garantita, in caso di chiusura della sede consolare, la ricollocazione entro tre mesi
presso altri uffici all’estero”.
Per quanto riguarda il quadro che si andrà delineando nei vari paesi il
sottosegretario ha annunciato che in Belgio si procederà all’accorpamento degli uffici
del consolato e dell’ambasciata operanti a Bruxelles. Verranno inoltre chiusi l’agenzia
consolare di Genk, il consolato generale di Liegi e, in prospettiva il vice consolato di
Mons. In questo ambito si provvederà al rafforzamento della sede consolare di
Charleroi che dovrà gestire un bacino d’utenza di 230.000 italiani. Saranno 130.000 le
persone seguite dalì’ufficio di Bruxelles.
Per la Francia si prospetta la soppressione del consolato di prima classe di Lilla e
del consolato di Mulhouse. Un cambiamento che porterà a 110.000 il numero degli
utenti del consolato generale di Parigi e a 80.000 persone il bacino di utenza di quello
di Metz. Quattro invece le strutture da chiudere in Germania: il consolato generale di
Amburgo, il consolato di Norimberga, l’agenzia consolare di Mannheim e il consolato
di prima classe di Saarbrücken. Dal piano viene inoltre prevista la soppressione in
Gran Bretagna del consolato di Manchester, i cui utenti verranno dirottati verso i
consolati generali di Londra (140.000) e Edimburgo (30.000), e la chiusura in
Svizzera del consolato generale di Losanna, dell’agenzia consolare di Coira e il
declassamento del consolato generale di Basilea a consolato. Negli Stati Uniti è
prevista la soppressione del consolato generale di Filadelfia e del consolato di prima
classe di Detroit. Per l’Australia è stata invece indicata la chiusura dei consolati di
Adelaide e Brisbane che farà lievitare il numero degli utenti dei consolai generali di
Melbourne (55.000) e Sydney (45.000).
Previsti dal piano anche la chiusura del consolato di Durban in Sud Africa, le cui
competenze passeranno al consolato generale di Johannesburg (20.000 utenti), e il
declassamento dei consolati generali di Gedda (Arabia Saudita(, di Karachi
(Pakistan) e di Alessandria (Egitto). Da segnalare infine la chiusura dell’Ambasciata
italiana a Lusaka (Zambia).
Mantica ha poi evidenziato come, nell’ambito del percorso verso il consolato
digitale, si stia lavorando per far entrare in funzione, entro il 2010, presso l’intera rete
consolare un sistema di prenotazione on line di appuntamenti che consentirà di
eliminare le file degli utenti davanti agli uffici consolari. Il sottosegretario, dopo aver
ricordato che l’intero piano di ristrutturazione porterà ad un risparmio di 8,5 milioni di
euro che verranno utilizzati per il miglioramento dei servizi, ha precisato come a
tutt’oggi lo sportello consolare permanente, una struttura con un minimo di personale
collegata per via telematica con il consolato, fornisca all’utente informazioni su
assistenza sociale e cittadinanza, raccolga le documentazioni da inoltrare al consolato
di riferimento (passaporti e altro), possa iscrivere i connazionali all’anagrafe
consolare, autenticare firme, nonché assistere gli italiani in caso di incidente.
L’audizione è proseguita con l’intervento del senatore del Pd Claudio Micheloni,
eletto nella ripartizione Europa, che si è detto deluso per una presentazione che non
apporta alcuna logica nuova alla questione in esame. “E’ impossibile immaginare - ha
spiegato Micheloni - che il ministero degli Esteri sia in grado di riformarsi da solo,
perché la logica che esce da questo piano non prevede alcuna apertura.
Questa razionalizzazione - ha proseguito il senatore - non ha nulla a che vedere con
l’innovazione e con la missione che dovrebbe avere il Mae . Oltre la politica estera
della promozione economica vi è infatti anche una seconda missione che è quella
delle comunità nel mondo che va affrontata con strumenti diversi. Tutto quello che
noi auspichiamo sul territorio non sono spese per la diplomazia, ma servizi per la
nostra comunità. Chiedo dunque al governo – ha concluso Micheloni - di fermare
questa operazione e di aprire un dibattito vero, perché per otto milioni e mezzo di euro
non si può continuare a distruggere e tagliare i ponti con le comunità italiane
all’estero”.
Sugli interventi dei deputati Franco Narducci (Pd) e Fabio Evangelisti (IdV)
riferiremo in un successivo servizio. Il presidente Lamberto Dini ha rinviato il seguito
dell'audizione ad altra seduta. (G.M. - Inform)