Il numero di Aprile 2008

Transcript

Il numero di Aprile 2008
La Redazione
risponde
In causa contro l’Inps.
Si attende il giudizio
della Corte Costituzionale
A cura dell’Avv.
Vipsania Andreicich
A pagina 5
anno XIV - n° 4
Aprile 2008
periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Centro Studi padre Flaminio Rocchi
Poste Italiane SpA - Spedizione in
Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in
L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma
Giorno del Ricordo
10 Febbraio:
la partecipazione corale i messaggi pervenuti all’ANVGD
Riportiamo alcuni stralci dei messaggi pervenuti all’A
dell’Italia e del mondo
in occasione delle celebrazioni del 10 Febbraio
NVGD
Sono 260 le località in Italia e nel mondo che hanno partecipato con una
cerimonia – con contenuti diversificati dalla posa di corone, all’intitolazione
di vie, dagli spettacoli ai concerti – al Giorno del Ricordo. Una testimonianza forte di solidarietà, di volontà di capire la nostra storia e comunque di
partecipare ad un evento che apre tanti spunti di riflessione. Sia sul ruolo
dell’Italia che di vicini Paesi coinvolti nella vicenda, ma anche di storici e di
opinionisti.
Le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ci hanno
dato una grande soddisfazione perché dimostrano che la lezione della storia
è stata imparata un po’ da tutti e partendo dall’intervento del Quirinale,
ripreso in parte da quello dell’anno scorso, dobbiamo soffermarci a riflettere
su quanto anche quest’anno è stato fatto in Italia e nel mondo dove i nostri
connazionali vivono.
Spesso problemi inespressi, tensioni accumulate nel corso degli anni, si
sciolgono proprio nel dibattito sul 10 Febbraio che diventa, per certi versi
catartico, e verifica di tematiche per troppo tempo sottaciute sulla storia
nostra ma non soltanto. La vicenda degli Esuli diventa così parte del dibattito
sullo spostamento di popoli che ha interessato l’Europa prima e durante la
seconda guerra mondiale. Ecco perché in questo “mare grande” le considerazioni non sono mai semplicistiche, hanno bisogno di filtri intelligenti e di
un approccio positivo se si vuole trasformare la sofferenza di interi popoli in
energia capace di costruire nuovi rapporti e realtà pacificate. Quando diciamo che vogliamo tornare nelle nostre terre, quando affermiamo che la nostra meta e far sì che la cultura italiana delle nostre terre sia fatta propria dalle
genti che vi abitano, non intendiamo avviare alcuna occupazione ma dare il
nostro contributo affinché una storia ricca diventi patrimonio del mondo.
Renzo Codarin
segue a pagina 2
Nel suo indirizzo di saluto il Presidente del Senato, Franco Marini, sottolinea come «a distanza di tanti anni è ancora vivo il dolore per la tragica sorte toccata a quegli inermi
cittadini che pagarono con la propria vita il loro essere italiani». Sui significati del Giorno del Ricordo aggiunge che
«contribuisce a tenere viva la memoria di tanti connazionali e delle loro indicibili sofferenze a lungo dimenticate».
Il Presidente della Camera Fausto Bertinotti ricorda come
«La vicenda degli esuli giuliano-dalmati – una delle pagine
più drammatiche della nostra storia recente – ha segnato la
tormentata storia del confine orientale, attraverso una lunga sequenza di eventi tragici, in cui lo scontro ideologico si
è unito all’intolleranza etnica, gli orrori della guerra alla
follia dei totalitarismi». Nel riportare il tema storico all’attualità odierna, Bertinotti afferma che «oggi il ricordo della
dignità vilipesa di quei nostri connazionali fa parte a pieno
titolo del patrimonio comune di fatti, di valori e di princìpi
che consente a tutte le italiane e gli italiani di riconoscersi
parte di una medesima comunità».
Il Presidente del Consiglio uscente, Romano Prodi, ha
inteso invece sottolineare gli spunti offerti dal Giorno del
Ricordo, ovvero di come «non bisogna dimenticare, bensì
coltivare i semi della democrazia e della libertà nel rispetto
dei diritti universali».
L’inaugurazione del Monumento a Roma ha fornito l’occasione a diversi esponenti della politica e delle Forze armate di inviare significativi messaggi al Comitato presieduto da Olivero Zoia. Tra gli altri, il ministro per i Rapporti con
Numerosi i messaggi pervenuti dalle istituzioni
all’ANVGD in occasione del 10 Febbraio, tra i quali
quelli dei Presidenti di due rami del Parlamento
(nella foto Palazzo Montecitorio)
segue a pagina 2
La visita
del Presidente Napolitano
a Trieste e a Gorizia
Trieste. Il presidente della Federazione delle Associazioni
Renzo Codarin (con il microfono) davanti al monumento che ricorda
l’esodo dei giuliano-dalmati (foto www.arcipelagoadriatico.it)
Memorie di Zara. La cartolina, di fine Ottocento,
che apparirà sulla copertina del romanzo
Le storie attraversano tutto il Novecento
La casa di Calle San Zorzi
Imminente in libreria
il primo romanzo di Lucio Toth ambientato a Zara
10 de Febrero: la participación
al unísono de Italia y del mundo
È in corso di stampa un’opera narrativa, che uscirà nelle prossime settimane per i tipi di Sovera Editore, nella quale si raccontano le piccole storie di gente comune in mezzo agli eventi - spesso tragici e comunque sconosciuti che hanno sconvolto la Dalmazia nel Novecento, dal crollo dell’impero austro-ungarico alla dissoluzione della ex
Iugoslavia.
Lo scenario è Zara, la città dell’autore, Lucio Toth, e
precisamente una casa dell’antico centro storico nella quale si susseguono attraverso le generazioni quattro famiglie,
legate da vincoli di parentela, che le guerre disperdono e
frantumano: due di nazionalità italiana e due croate, che
vivono nella stessa casa, tra le stesse mura, di una città che
cambia pelle attraverso i decenni, fino a far diventare stranieri a se stessi i propri figli.
Il racconto si articola in quattro periodi. Il primo si svolge tra la Finis Austriae nell’ottobre 1918 e il Natale di sangue del 1920, con il quale si conclude, anche a Zara, l’impresa dannunziana. Il secondo va dalla caduta del fascismo nel luglio 1943 ai bombardamenti alleati dei mesi
successivi, all’occupazione iugoslava e all’esodo della popolazione italiana.
En lengua española en la página 15
segue a pagina 6
Basovizza, 10 febbraio 2008.
I labari dei Comuni di Trieste e di Muggia
(foto www.arcipelagoadriatico.it)
February 10th: Widespread Participation
in Italy and Throughout the World
In english language to page 14
Nei giorni 27 e 28
marzo il Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano si è recato in visita ufficiale a Trieste e a
Gorizia. In programma le
visite a Monfalcone, il 27
marzo, per l’inaugurazione della mostra del centenario del cantiere, ed a
Udine. Il 28 invece, a Trieste, gli incontri in Prefettura, quindi con il sindaco Roberto Dipiazza e
all’Università degli Studi
con il Rettore.
A proposito della tappa triestina del Presidente, Claudio Boniciolli, presidente dell’Autorità portuale di Trieste,
ha espresso «grande soddisfazione e un ringraziamento per
la presenza del Capo dello Stato», mentre il sindaco di
Trieste ha voluto «parlare immediatamente con lui del Patto per Trieste», da stipulare con il nuovo governo dopo le
elezioni. La visita triestina, la prima da quando è stato eletto Presidente, avviene a due settimane dalle elezioni del
13 e 14 aprile, quando in Friuli Venezia Giulia non si esprimerà il voto solo per le politiche, ma anche per le regionali
(anche comunali e provinciali a Udine).
A Gorizia, sul Libro d’onore del Comune, il Capo dello
Stato ha lasciato scritto: «Rendo con senso di grande partecipazione il mio omaggio alla città di Gorizia nel ricordo
delle sue sofferenze e del suo sacrificio in diverse stagioni
della nostra storia».
Proprio in Municipio Napolitano si è quindi soffermato
sulla lapide che ricorda i dipendenti comunali deportati e
scomparsi nelle Foibe e dinnanzi alla targa che ricorda l’attribuzione a Gorizia della Medaglia d’oro al valor militare.
d. a.
2
DIFESA ADRIATICA
Aprile 2008
fatti e commenti
continua dalla prima pagina
continua dalla prima pagina
Giorno del Ricordo
10 Febbraio:
la partecipazione corale i messaggi pervenuti all’ANVGD
Riportiamo alcuni stralci dei messaggi pervenuti all’A
dell’Italia e del mondo
in occasione delle celebrazioni del 10 Febbraio
NVGD
Credo che questo sia un disegno alto che da dignità al presente e ci
permette di sperare ancora in una giustizia che travalica – anche se li comprende – i problemi di indennizzi e beni abbandonati.
• • •
Con il Giorno del Ricordo, il nostro impegno è diventato importante. La
forza implosiva che ha caratterizzato l’attività delle nostre associazioni per
tanto tempo, esce allo scoperto e si proietta verso nuovi, finalmente credibili, scenari. Tutto questo è reso possibile proprio dalla partecipazione corale
dell’Italia a questa manifestazione.
I primi anni, si voleva dare una centralità al Giorno del Ricordo,
focalizzando su una città le presenze più qualificate, le cerimonie più importanti. Poi è successo un qualcosa di inaspettato, profondo, per certi versi
appagante. L’Italia intera ha risposto, ha scelto di essere al fianco degli Esuli
in questo momento.
Perché?
Quando c’è stato l’esodo dall’Istria, Fiume e Dalmazia – i 350.000 italiani sono stati destinati in quasi 130 campi profughi sparsi in tutta Italia. Un
intero popolo s’è trovato ad interagire con le realtà locali, a volte palesando
la propria provenienza, altre volte celando quella che per molti era considerata non una vergogna ma comunque una situazione scomoda visto l’atteggiamento della politica italiana nei loro confronti. Gli esuli, comunque, si
sono fatti conoscere, entrando nei pori della società civile, lasciando il segno. Consideriamo la risposta corale un omaggio allo spessore di queste
persone che hanno portato in Italia e nel mondo i principi di una società
evoluta, dedita al lavoro, legata alla sua Chiesa ed ai valori di una lunga
storia di contatti col mondo circostante.
• • •
A Trieste, capitale morale dell’esodo, le manifestazioni sono quasi ovvie,
meno in località come Venezia o Bologna dove gli esuli sono stati oggetto di
contestazione e rifiuto. Ebbene, l’anno scorso, proprio con la targa apposta
alla stazione di Bologna, siamo riusciti ad aprire un capitolo importante nel
nostro rapporto con l’opinione pubblica. Quest’anno nella regione emilioromagnola quasi tutte le città si sono attivate per ricordare in vari modi.
Dalle scuole sono arrivate richieste di materiale didattico, di testi sulla storia
dell’esodo e delle Foibe, di filmati. Crediamo che questa sia la strada da
percorrere. Certo non mancano le contraddizioni. C’è chi vuole approfittare
di questo momento per far passare tesi negazioniste. La speranza è che la
pubblica opinione riesca a distinguere i fatti dalle opinioni di parte. La storia
non è fatta di certezze, di bianco o nero, per cui l’invito a tutti è di riflettere
su quanto sentono dire da chi non ama la causa di questo popolo sparso e
soprattutto di informarsi: negli ultimi anni è stato scritto molto, da storici seri,
che non sono depositari della verità ma certo si avvicinano molto.
In Slovenia e Croazia i giornali danno notizia del Giorno del Ricordo
spesso con toni negativi, quasi che il Giorno del Ricordo fosse una ricorrenza contro qualcuno e così non è. Gli esuli vogliono che si parli della loro
storia non per muovere delle accuse ma per un giusto riconoscimento di
fatti che hanno colpito un popolo in un’Europa che oggi si è finalmente
aperta senza riserve a queste riflessioni. E poi ci sono, nel resto del mondo, i
comitati giuliano-dalmati che hanno saputo trasformare questa giornata in
un momento di grande riconoscimento da parte della comunità nella quale
sono inseriti. Personalmente è una sensazione di grande soddisfazione.
Ora ci vuole un’altra legge che sancisca finalmente l’equo e definitivo
indennizzo degli esuli. Ci vuole un accordo con Slovenia e Croazia per la
restituzione di quei beni ancora in libera disponibilità. Certo le polemiche di
questi giorni ci fanno segnare il passo ma aiutano a mettere a fuoco i nodi
ancora irrisolti sui quali dobbiamo lavorare ed insistere affinché “le verità” –
perché tali sono –, alla fine, abbiano la meglio su tutti i condizionamenti del
passato.
Renzo Codarin
Presidente della Federazione
delle Associazioni degli Esuli
«Una tragedia
del passato
per comprendere
l’avvenire»
Un convegno
a Pescara
con Gasparri
e Ranieri
il Parlamento e le riforme istituzionali, on. Vannino Chiti,
ha scritto: «l’edificazione del Monumento è un atto di rispetto dovuto nei confronti delle migliaia di vittime di quelle terribili persecuzioni troppo a lungo taciute. Rappresenta la fine della “congiura del silenzio” e l’impegno di tutti
affinché orrori del genere non si ripetano. Desidero augurare [...] agli esuli [...] di poter riportare a nuova vita il loro
straordinario tessuto economico, sociale, culturale [...] nell’ambito di [...] quell’Europa nella quale l’italianità è una
delle componenti essenziali»
Il ministro per i Diritti e le Pari Opportunità, Barbara
Pollastrini: «L’istituzione del Giorno del Ricordo è stato un
atto di civiltà necessario nel quale tutto il Paese si riconosce. E si unisce nell’eguale condanna di quei fatti atroci
come una delle pagine più nere della nostra storia. […]
Credo però che la Memoria, il Ricordo, non possano esaurirsi nella sola rievocazione dei lutti e delle tragedie. Essi
hanno un senso solo se diventano l’anima di un riscatto
possibile. […] Ricordare dunque non è solo un atto dovuto. È rinnovare il cammino verso l’affermazione piena della
dignità della persona umana, guidando al tempo stesso
ognuno all’approdo alla parte migliore di sé […]».
Il viceministro degli Affari Esteri, Franco Danieli: «Mi è
gradito farVi giungere il mio sincero apprezzamento per
l’attività che la Vostra Associazione svolge con serietà e
impegno per rappresentare i nostri connazionali fuggiti da
Istria, Fiume e Dalmazia al termine del secondo conflitto
mondiale. Più in generale mi preme esprimere la mia più
sentita vicinanza a tutti coloro che si adoperano per tener
viva e diffondere la memoria del sacrificio di tutte le vittime
delle foibe e dell’esodo. […] Quegli accadimenti rappresentano uno dei momenti più bui della storia recente europea. Ritengo che un’adeguata cultura della conoscenza e
della storia sia indispensabile anche per evitare il ripetersi
di simili atrocità e che l’impegno di ciascun singolo e delle
istituzioni sia necessario per assicurare il rispetto della dignità umana e della vita in qualsiasi circostanza […]»
Il sottosegretario di Stato all’Interno, Ettore Rosato: «Faccio pervenire alle Autorità, alle associazioni e soprattutto
agli Esuli presenti, un pensiero di profonda partecipazione
all’evento che oggi si celebra con giusta solennità. […] Il
Monumento che da questo giorno in poi rimarrà a fermo
ricordo delle Vittime delle Foibe rappresenta in modo appena adeguato il sentimento di pietà dovuto agli Innocenti
che, nelle cavità della terra giuliano-dalmata, precipitarono incontro al loro precoce e iniquo destino. […] Dunque,
ogniqualvolta la nostra Repubblica, in armonia con Regioni ed Enti locali, delibera e compie un dovuto risarcimento
morale nei confronti dei propri figli, è giusto rallegrarsi».
Il sen. Francesco Cossiga, dal canto suo, ha voluto esprimere la sua «affettuosa vicinanza» ai congiunti degli
infoibati. «Al riguardo – ha soggiunto – mi piace ricordare
che da Presidente della Repubblica fui il primo a rendere
omaggio ai martiri trucidati nelle foibe, a Basovizza. Nel
Giorno del Ricordo desidero inoltre aderire alle iniziative
opportunamente indette da codesta Associazione per conservare e ravvivare la memoria dei tragici eventi che causarono l’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati,
ai quali va il commosso pensiero di tutti gli italiani».
Il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, ha
citato le parole del Presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, che ha definito «tardivo» il ricordo delle soffe-
Maurizio Gasparri (AN), ex ministro delle Comunicazioni, e Umberto Ranieri, esponente del PD
e presidente dell’attuale Commissione Esteri della
Camera, s’incontrano il 29 febbraio a Pescara in un
convegno sul tema «Una tragedia del passato per
comprendere l’avvenire».
Il convegno, promosso dalla Provincia di Pescara
in collaborazione con il Comitato ANVGD, si inserisce nel quadro delle celebrazioni del Giorno del
Ricordo delle Foibe e dell’Esodo degli italiani
dall’Istria, Fiume e Dalmazia e si è proposto di
mettere a fronte la tragedia del confine orientale
italiano alla fine della seconda guerra mondiale,
con le attuali tensioni interetniche ed interreligiose
in varie parti del mondo, ma soprattutto nei Balcani
occidentali, dove la UE e la comunità internazionale devono affrontare la crisi del Kosovo.
L’incontro introdotto dal presidente della Pro-
renze e della tragedia vissuta dalla comunità giulianodalmata; ha quindi aggiunto che la memoria «non può più
essere oggetto di una politica di parte. Non c’è dittatura
che possa essere giustificata perché l’altra faccia di quelle
dittature sono le persone morte».
Marrazzo ha sottolineato, tra i problemi ancora irrisolti
per gli Esuli, quello dell’indicazione dei luoghi di nascita,
che nella loro burocratica ingiustizia offendono la loro coscienza di italiani. Ha voluto quindi sottolineare il dolore
degli istriani, dei giuliano-dalmati, ma anche delle comunità ebraiche «perché il bene alberga dove ci sono dei custodi e dei difensori del bene e il dolore può essere condiviso ma resta di chi ha sofferto, mentre la memoria deve
essere comune e non può rimanere chiusa nell’alveo della
famiglia». Ha quindi concluso: «Se non ci fossero stati gli
esuli a fuggire da quelle terre oggi noi non avremmo questa memoria. Lo sa chi è entrato in quelle famiglie: chi ha
ascoltato il loro ricordo e ha sentito palpitare le ultime ore
dei caduti. Alle istituzioni spetta il compito di guidare e
tenere unita la comunità e quel monumento che abbiamo
inaugurato, oltre ad unirci, deve farci ricordare e riconoscere quei morti come martiri della nostra identità di Paese
forte, vivo e solidale».
Dai vertici militari
Il Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di
squadra Paolo La Rosa: «In questa occasione desidero esprimere la vicinanza e la solidarietà di tutta la Marina militare
e mia personale. La “memoria” alimenta i valori fondanti
della nostra società e costituisce incommensurabile tesoro
da tramandare alle future generazioni.
Nel Giorno del Ricordo, le immagini della tragedia vissuta dagli italiani vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro
terre, saranno rese ancor più vivide grazie al monumento
ad essi dedicato. […]
Desidero esprimere all’Associazione l’apprezzamento
di tutta la Marina Militare per l’alto impegno profuso nel
conservare e rinnovare il ricordo di quei tragici eventi entrati a far parte del patrimonio storico della nostra nazione».
Il Comandante Generale della Guardia di Finanza, generale di Corpo d’Armata Cosimo D’Arrigo: «Desidero esprimere a nome mio e della Guardia di Finanza i sensi della
più viva ammirazione per l’impegno costante profuso dai
volontari dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e
Dalmazia affinché rimanga viva la memoria dei tanti italiani che, all’indomani del secondo conflitto mondiale, subirono vessazioni e sofferenze, fino all’orrenda morte nelle
foibe. Nell’inchinarmi simbolicamente dinanzi al Monumento alleVittime delle Foibe istriane, rivolgo un commosso pensiero alle tante vittime innocenti di allora e la vicinanza ai familiari di quanti furono barbaramente assassinati o costretti a lasciare le proprie case, i propri paesi e le
proprie città.
E ritengo doveroso ricordare, oggi, l’altissimo contributo di sangue offerto dalla Guardia di Finanza in quel buio
periodo della storia nazionale ed onorare la memoria dei
tanti Finanzieri cui fu riservato l’atroce destino delle foibe,
colpevoli solo di essere italiani, di servire l’Italia, sovente
dopo aver coraggiosamente difeso la locale popolazione
da razzie, vendette e sopraffazioni d’ogni sorta […].
Red.
vincia Giuseppe De Dominicis e moderato dal presidente ANVGD Lucio Toth, si è tenuto nella sala dei
Marmi del Palazzo della Provincia di Pescara. L’iniziativa va a colmare la necessità di mantenere vivo
l’interesse ed il dibattito sulle tematiche riguardanti
il confine orientale anche dopo la data del 10 Febbraio. E continua, idealmente, le tesi del confronto
avviato a Venezia con il convegno del 1° dicembre. In quell’occasione, Lucio Toth aveva affermato
tra l’altro: «Tutti devono capire l’importanza della
riscoperta di questa adriaticità, da Otranto alle
Marche e agli Abruzzi ma anche gli albanesi, i greci, i montenegrini e perché no, anche gli sloveni ed
i croati.
Ed in contesti simili non dobbiamo lasciare che
ad esempio le nostre associazioni diventino di stampo reducistico bensì dobbiamo dar vita a dinamismi che permettano di portar avanti la nostra arte,
la cultura, la religiosità, che sono il nostro patrimonio più grande. Dobbiamo raffrontarci con la
globalizzazione e con il mondo che cambia in continuazione. Una volta la Casa rossa era il confine di
Gorizia, oggi quel confine non esiste più, esiste una
città piena di vita con un cuore che pulsa molto di
più di quanto faccia quello della Gorizia nostra.
Sono cose su cui meditare perché esistono paesi dell’area ex Jugoslava che per certi aspetti sono
più avanzati di noi, la Slovenia sulla scolarizzazione
ad esempio; gli atavici ormai pregiudizi che per
molti anni ci siamo portati dietro come esuli abbiamo il dovere di aggiornarli, perché o cerchiamo in
tutti i modi possibili di salvaguardare questa nostra
dimensione culturale oppure la storia ci passerà
sopra come un rullo compressore».
www.arcipelagoadriatico.it
Aprile 2008
3
DIFESA ADRIATICA
cultura e libri
LO STUDIOLO DOVE AUGUSTO
DEFINÌ I CONFINI D’ITALIA
Nel 16 a.C., 737° dalla fondazione di Roma, l’imperatore Cesare
Ottaviano Augusto definì i confini d’Italia, cioè dell’Urbs che era al centro
dell’impero, diviso nelle sue tante province, dalla Hispania Betica alla Siria.
Tutti i municipi autonomi (antiche
città etrusche, sannite, picene, greche,
liguri, celtiche, ecc.) e le colonie latine e italiche dedotte nei secoli precedenti all’interno della cerchia alpina
acquistavano quindi il diritto di prendere parte alle decisioni che la costi-
tuzione romana attribuiva agli organi
collegiali della Repubblica.
Questo era certamente un aspetto
prevalentemente formale, perchè non
era facile per un senatore di Augusta
Taurinorum, di Aquileia, o anche di
Sulmona, intervenire effettivamente
nella Curia del Foro nella valletta tra il
Campidoglio e il Palatino. Ancora
meno lo era per un plebeo o un «cavaliere» votare nei comizi popolari. Ma
con questo provvedimento legislativo,
ratificato dal Senato, tutta la nobiltà
Studiare la storia, leggere
la letteratura di frontiera
A Perugia il secondo modulo del progetto
Istria, Fiume e Dalmazia laboratorio d’Europa
Si è tenuto nel capoluogo umbro,
il 21 febbraio scorso, nella bella Sala
Partecipazione di palazzo Cesaroni, il
modulo 2 del progetto realizzato dall’Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea (ISUC) e la Società di Studi
Fiumani dal titolo Letteratura di frontiera, scrittori fiumani dell’esodo e scrittori della minoranza italiana in Istria e
a Fiume, un corso biennale di educazione alla cittadinanza per docenti e
studenti della scuola secondaria.
Il modulo 2 segue il primo, svoltosi nel corso dell’anno scolastico 20062007, che prevedeva tra l’altro un laboratorio presso il Quartiere Giuliano
Dalmata di Roma e all’Archivio Museo Storico di Fiume a Roma, destinato ai docenti; un ciclo di conversazioni per docenti e studenti; un laboratorio documentario sui luoghi del Quar-
tiere Giuliano Dalmata di Roma per
gruppi di allievi; la presentazione di
una mostra documentaria curata dall’Archivio Museo Storico di Fiume.
Per l’anno scolastico 2007-2008 il
modulo 2 per docenti e studenti ha
avuto inizio in ottobre ed ha avuto
come docenti, tra gli altri, Gianni Oliva (storico), Marino Micich, Giovanni
Stelli e Franco Laicini (questi ultimi tre
per la Società di Studi Fiumani), Elvio
Guagnini e Raoul Pupo (Università di
Trieste), Diego Zandel (scrittore,
fiumano), Ingrid Sever (docente, preside della Scuola media Superiore di
Fiume), Patrizia C. Hansen.
I moduli sono stati curati da Dino
Renato Nardelli, della Sezione didattica ISUC, e da Giovanni Stelli per la
Società di Studi Fiumani.
d.a.
Lastovo, un biglietto per l’isola
Riceviamo
e volentieri pubblichiamo.
Mi chiamo Ermanno Dodaro, e
sono figlio di una profuga dalmata (Angela Romita, mia madre, è nata a
Lagosta-Lastovo nel 1940). Nel 1947,
a seguito degli avvenimenti che sono
ben noti, fu costretta all’esilio insieme
a tutti i famigliari. Angela ha rivisto la
sua isola solo nel 2004, ed anche io
che sono suo figlio, ho avuto questo
privilegio.
Più tardi ho sentito l’esigenza di
scrivere una storia sull’esilio di mia
madre e su ciò che quel viaggio aveva
per me rappresentato . Ora quella storia sta per uscire alle pagine del mio
diario e diventare uno spettacolo teatrale. Si intitola Lastovo, un biglietto
per l’isola, e si avvarrà dell’interpretazione di Simona Sanzò e della regia
di Maurizio Castè. Le rappresentazioni avverranno al Teatro “Abarico”, una
piccola struttura di Roma, dall’8 al 13
aprile 2008 (via dei Sabelli, 113 tel.
06.443 40 560).
È la cronaca fedele di un viaggio,
è un viaggio della memoria alla ricerca delle proprie radici. È la scoperta di
un’isola fantastica che diventando reale non perde nulla della sua magia. È
il racconto di una famiglia che si fa
insieme mito e storia collettiva. È un
Una romantica immagine
dell’isola dalmata di Lagosta
delle città al di qua delle Alpi, veniva
a far parte della classe senatoria e tutti
i loro cittadini diventavano cives
optimo iure. Potevano cioè godere la
pienezza dei diritti civili riconosciuti
dall’ordinamento giuridico: la cittadinanza, la libertà personale, lo ius
familiae, la proprietà e la trasmissibilità
dei beni agli eredi.
«Tutto quello che gli uomini possono chiedere agli dei, tutto quello che
gli dei possono dare agli uomini fu
procurato da Augusto. Fu ridata prosperità ai campi, onore alla religione,
sicurezza agli uomini, il certo possesso dei beni a ogni cittadino » (Velleio
Patercolo, Historiae, II, 89).
Non sono cose da poco neanche
oggi. Tanto per fare un esempio di quale sicurezza godono i cittadini italiani
di oggi? E come è stato riconosciuto
agli esuli il loro diritto di proprietà sui
beni iniquamente e illeggittimamente
espropriati?
Fu allora che Tergeste e Pola entrarono a far parte dell’Italia, all’interno
della Regio X « Venetia et Histria » insieme alle altre città di quella che poi
sarà in gran parte la Repubblica di
Venezia: Padova, Verona, Trento,
Treviso, Brescia, Aquileia, Cividale,
Parenzo.
In quegli stessi anni Augusto, che
conosceva bene il suo impero e non
voleva far torto a chi era stato fedele
alla Repubblica, conferiva alle colonie di Salona e di Epidauro (Ragusa) e
alla città liburnica di Zara lo status di
municipium di diritto italico, equiparando quindi i loro cittadini a quelli
della penisola italica e della pianura
padana.
Tutti questi atti solenni vennero
pensati e decisi da Augusto nel suo
«studiolo» che è stato scoperto di recente sotto le rovine del Palatino e che
in questi giorni è stato aperto al pubblico.
Tra quelle pareti rosso porpora e le
decorazioni a encausto che le adornano un uomo, che aveva nelle mani
il destino del mondo, tracciò allora e
per sempre il nostro destino di latini
dell’Adriatico orientale. Forse Mesic
potrebbe sollevare obiezioni. Ma le
cose stanno così – come diceva una
canzone di Sergio Endrigo – e nessuno storico compiacente le può cambiare.
L.T.
mosaico di molte voci, che si nutre
soprattutto della forza di suggestione
della parola, affidato alla voce sola
dell’attrice, che si rifrange nell’incanto della musica, consegnata alla presenza viva del quartetto “asìcomolasflores”.
È in questo delicato gioco di specchi che abbiamo teso il filo del labirinto, per guidare gli spettatori sull’isola
dai molti nomi, in quel luogo dell’anima che nessuno possiede ma che già
un poco ci appartiene, perché offerto
in preziosa custodia a ognuno di noi.
Maurizio Casté
Lastovo – un biglietto per l’isola
Ermanno Dodaro
lo ha scritto e musicato
Simona Sanzò interpreta
“Asìcomolasflores” suona:
Ermanno Dodaro il contrabbasso
Francesco Consaga
il sax e il flauto traverso
Arturo Valiante il piano
Luca Caponi le percussioni
Maurizio Cast firma la regia
Tre immagini dello «studiolo di Augusto»
sul Palatino appena restaurato
(immagine Oecus per il Ministero per i Beni e le Attività Culturali)
Uto Ughi:
«le Foibe, una tragedia»
Il grande violinista Uto Ughi non
ha mancato di intervenire sul Giorno
del Ricordo. In una dichiarazione raccolta dall’ANSA in margine alla presentazione del suo programma radiofonico Uto Ughi racconta: grandi autori per il violino, il Maestro ha detto
tra l’altro, a proposito delle Foibe e
dell’esodo: «Una tragedia, che io conosco bene. I miei genitori erano infatti di Pirano, in Istria, e dovettero andare, via perdendo tutto. Sono tristi
avvenimenti, ingiustizie di ogni campo e di ogni guerra. Ha fatto bene il
presidente Napolitano a parlarne, perché in Italia se ne sono accorti in ritardo».
Il violinista di origine istriana
in un intenso ritratto fotografico
di Giovanni Canitano
4
DIFESA ADRIATICA
Aprile 2008
Edito per i tipi della LEG di Trieste il nuovo libro di Stelio Spadaro
La cultura civile della Venezia Giulia:
antologia di intellettuali giuliani (1905-2005)
Angelo Vivante, Scipio Slataper,
Biagio Marin, Ernesto Sestan, Giani
Stuparich, Diego de Castro, Alberto
Spaini, Roberto Bazlen, Claudio
Magris, Fulvio Tomizza, Carolus L.
Cergoly, Arduino Agnelli, Giorgio
Voghera, Anita Pittoni, Enzo Bettiza,
Pier Antonio Quarantotti Gambini, Elio
Apih.
Sono questi gli anutori presenti
nell’antologia curata da Stelio Spadaro
ed appena edita dalla casa editrice LEG
con la prefazione di Fabio Forti e Lino
Felician (collana “i leGgeri”, euro
20,00).
Con Patrick Karlsen Spadaro è autore del volume L’altra questione di
Trieste. Voci italiane della cultura civile giuliana 1943-1955, edito nel 2006.
«La Venezia Giulia è un paesaggio umano, economico, sociale e storico che va oltre i tracciati dei confini
così come li abbiamo conosciuti nel
corso degli ultimi due secoli – si legge
nel risvolto di copertina – . Ha rappresentato uno stile di vita e un habitus
civile che affondano le radici nell’antico retaggio latino-veneziano, arricchendosi costantemente, anche grazie
alla funzione di interscambio e di incontro, che sempre ha avuto l’Adriatico, degli apporti provenienti da altre
culture e altre esperienze d’Europa, e
non solo, amalgamate da un costume
e da una moralità comuni».
Del volume di Spadaro pubblichiamo un estratto dalla sua Introduzione.
_________________________
I nomi degli autori dei testi qui raccolti sono noti, e celebri sono di ciascuno le riflessioni, le posizioni personali, le evoluzioni del loro pensiero
nell’arco di decenni nei quali tutto
cambiò. Posizioni intelligenti, sofferte, talvolta contraddittorie e poi revisionate, ma sempre frutto di esperienze personali, spesso dolorose, traumatiche.
Raccolti insieme, come abbiamo
cercato di fare nelle pagine di questa
antologia, tali nomi mostrano qualcosa di più, le linee di una tradizione che
perdura nel tempo, il filo di una continuità culturale e civile che caratterizza una parte cospicua dei giuliani italiani. I riferimenti intrecciati nei testi
Lo scrittore istriano Pier Antonio
Quarantotti Gambini a Trieste
nei primi anni Trenta
mostrano un tessuto di relazioni, di
scambi, in molti casi di amicizia, un
vero e proprio humus giuliano, dato
da un carattere e da un temperamento che hanno qualità, e difetti, specifici. Gli autori sono italiani che hanno
respirato in buona parte l’aria di alta
civiltà, di decoro morale e civile, dell’ex impero Austro Ungarico. Parlano
fra di loro e decidono di parlare all’Italia a proposito delle loro esperienze, della condizione politica, culturale, esistenziale dei giuliani, e più a sud
dei fiumani e dalmati.
Parlano, essenzialmente, del loro
essere italiani in una regione plurale
dal punto di vista nazionale, linguistico e culturale. Cercano di descrivere
al Paese il loro modo d’essere, nello
sforzo però di indicare una lezione
generale, di cui tutti gli italiani possano beneficiare.
La Venezia Giulia non fu semplicemente un’invenzione geografica,
un’imposizione artificiale del nazionalismo italiano che si manifestò con tratti
specifici e a volte particolarmente aspri
al confine orientale; fu qualcosa di diverso, di più profondo. Fu un’esperienza in grado di dare vita a una ricca e
ancora fertile tradizione culturale e civile, italiana ed europea allo stesso
tempo.
Trieste e il confine orientale sono
stati spesso rappresentati nell’immaginario nazionale come un’area caratterizzata unicamente da violenze, vittime, tensioni, estremismi. Si trattava
di episodi e situazioni in larga misura
sconosciuti al Paese, o rimossi, che
sono stati affrontati e doverosamente
ricollocati nella coscienza storica e
nella memoria della nazione. Del tessuto sociale e culturale giuliano va ora
messa in luce la capacità di aver prodotto anche un insieme di segnali positivi, testimoni di una attualissima
cultura fondata sui valori della tolleranza, della convivenza e dell’integrazione.
Questi testi, scritti da illustri espo-
Visignano, il Leone di S. Marco sull’arco di una porta cittadina,
emblema dell’«antico retaggio latino-veneziano»
Toponomastica nell’Istria oggi slovena,
accolto l’emendamento Battelli
sul parere vincolante dei rappresentanti italiani
Si apprende dal quotidiano triestino “Il Piccolo” del 1° scorso (Slovenia: nomi italiani a vie
e paesi) che «la Camera di Stato, con 58 voti a
favore e 5 contrari (su 90 deputati i votanti erano
69, ndr), ha approvato in via definitiva l’emendamento del deputato italiano Roberto Battelli
alla “Legge sulla delimitazione e denominazione degli abitati, delle vie e degli edifici”, emendamento che garantisce alla comunità italiana il
diritto di esprimere il proprio consenso – e di
conseguenza di porre il proprio veto – alle scelte
delle autorità locali in materia di toponomastica.
Ciò significa che i consigli comunali di
Capodistria, Isola e Pirano non potranno scegliere
alcun nome di via o piazza senza sentire prima
il parere vincolante della minoranza italiana.
Questo consenso lo daranno le Can (Comunità
autogestite della nazionalità) tramite i rappresentanti italiani nei Consigli comunali».
«È una storia finita bene nonostante un percorso tortuoso e accidentato», si legge sul quotidiano la dichiarazione di Battelli. «Tutto questo
ci fa capire che la nostra posizione non è affatto
sicura, e dovrebbe indurci a serrare le fila e a
capire molto bene qual è la nostra reale posizione rispetto al passato e, soprattutto, rispetto al
futuro». «Il voto del Parlamento – precisa “Il Piccolo” – ha di fatto soltanto confermato quello
che esisteva già. Nella legge in materia finora in
vigore, che risale al 1980, le decisioni sui nomi
di abitati, vie e piazze nelle zone nazionalmente
miste non potevano essere prese senza il consenso di quelle che all’epoca erano le “Comunità d’interesse autogestite delle nazionalità”. [...]
Nella prima versione della nuova legge sulla
toponomastica, però, questo diritto di esprimere
il consenso è stato trasformato da obbligatorio a
facoltativo.
La minoranza, se quel testo fosse passato,
avrebbe potuto continuare a dire la propria, ma
senza alcun potere di bloccare eventuali soluzioni ritenute lesive della sua dignità e della sua
storia. I nostri connazionali avrebbero mantenuto il diritto di rivendicare, così come adesso, la
dicitura bilingue delle insegne, ma senza più la
possibilità di intervenire sui contenuti. Da qui
l’emendamento di Battelli, prima contestato e alla
fine approvato.
Nel corso del dibattito in aula, comunque, le
comunità italiana e ungherese, per questa loro
legittima volontà di mantenere un diritto già esistente, sono state oggetto di attacchi da parte del
In vista di Trieste, l’Istria ha inizio
nenti della cultura di matrice liberal- maggiormente hanno ostacolato l’indemocratica della Venezia Giulia, a serimento di questa regione all’interloro volta incarnano essi stessi la com- no della coscienza repubblicana,
plessità di questa regione perché aiu- come presenza accettata e sentita partano a smentire in maniera determi- te “propria”. Ciò pone al Paese una
nante la raffigurazione della Venezia domanda sulla ferita causata dalla
Giulia come una terra insanguinata, sconfitta nella Seconda guerra monsimbolo di una ferita, quella della scon- diale e sulla successiva distruzione di
fitta italiana nella Seconda guerra mon- una regione, avvenuta senza che l’Itadiale. [...]
lia se ne sia accorta.
Emerge dagli articoli come questa
Questi intellettuali si scontrano con
cultura, intimamente e tenacemente la debolezza della coscienza nazioliberale e democratica, si sia alimen- nale del Paese: una debolezza, prima
tata nel tempo di uno spirito italiano ancora, dello Stato, che si rispecchia e
ed europeo, nello sforzo costante di si ripresenta in quanto debolezza di
apportare al Paese la voce di un’espe- coscienza nazionale, che al confine
rienza, l’esempio di un contributo ori- orientale emerge con evidenza. È l’asginale che si riassume nell’apertura sillo, in particolare, di Giani Stuparich
mentale e intellettuale maturata in e Quarantotti Gambini.
questi territori, utile anche oggi al PaeSono voci che pongono al Paese
se – ecco il punto – per l’elaborazione problemi di carattere generale: come
di una moderna definizione di cittadi- si è calata concretamente l’idea di stananza. [...]
to-nazione in un territorio plurale;
Altro nodo che emerge dalle pagi- come si pone, oggi, il problema del
ne di questa antologia è quello che rapporto fra cittadinanza, identità naconsente di verificare quanto il rappor- zionale, convivenza.
to disturbato sinistra-nazione abbia
contribuito ad alimentare gli equivoci fra la cultura
democratica e repubblicana italiana e il confine
orientale nel suo
complesso. Il vuoto di dialogo fra la
Venezia Giulia e
una sinistra incapace di ascoltare
ha rappresentato
Il Carso in un’immagine
uno dei fattori che
del primo decennio del Novecento
Partito nazionale sloveno e dei parlamentari del
gruppo Lipa, composto da ex esponenti dello
stesso partito. Il presidente del Partito nazionale
Zmago Jelincic ha proposto anche un controemendamento a quello di Battelli, nel tentativo
di privare le minoranze del diritto di esprimere il
consenso in materia di toponomastica, ma la sua
proposta è stata bocciata. Le minoranze
autoctone, dopo una battaglia lunga e sofferta,
mantengono pertanto il diritto di far sentire la
propria voce nel dare nomi a vie ed abitati nelle
aree dove sono storicamente presenti».
red.
Una cartolina
pro Lega
Nazionale
del 1902
Aprile 2008
5
DIFESA ADRIATICA
La Redazione risponde
In causa contro l’Inps. Si attende il giudizio della Corte Costituzionale
A cura dell’Avv.
Vipsania Andreicich
Ho iniziato una causa contro l’INPS per ottenere la perequazione della maggiorazione
prevista dalla Legge 140/85, con decorrenza
dalla data di emanazione della legge stessa.
Ancora la causa non è stata definita con sentenza.
Che conseguenze potrà avere sulla mia causa, la norma di interpretazione autentica introdotta dalla Finanziaria del 2008, la quale ha
affermato che la perequazione deve iniziare
dalla data della domanda della maggiorazione?
Lettera firmata
Purtroppo l’art. 2, comma 505, della Legge
Finanziaria del 2008 ha riportato quanto previsto nel progetto della Finanziaria stessa, e per
la precisione che: «L’art. 6, comma 3, della
Questa rubrica riporta:
- le elargizioni a “Difesa Adriatica”
di importo superiore all’abbonamento ordinario;
- le elargizioni dirette alla Sede nazionale ANVGD;
- eventuali elargizioni di altra natura;
- gli abbonamenti ordinari sottoscritti a “Difesa Adriatica”.
All’interno di ogni gruppo, i nominativi sono elencati in ordine alfabetico. In rispetto della normativa sulla privacy non vengono citate le località di residenza degli offerenti. Ringraziamo da queste pagine tutti coloro
che, con il loro riconoscimento, ci inviano il segno del loro apprezzamento e del loro sostegno. Le offerte qui
indicate non comprendono le elargizioni ricevute dai singoli Comitati
provinciali dell’ ANVGD.
ABBONAMENTI
CON ELARGIZIONI
A “DIFESA ADRIATICA”
(ccp. 32888000)
Le elargizioni si concentrano maggiormente tra fine e inizio anno, in
occasione del rinnovo dell’abbonamento. L’elenco comprende gli abbonati sostenitori o che hanno versato
comunque una quota maggiore dell’ordinario.
GENNAIO Abram Silvia € 50,
Alacevich Alessandro € 60, Alacevich
Antonio € 35, Alacevich Marco € 50
in memoria del padre Dalmi Alacevich
morto il 28-3-2000, Albanese Gianfranco € 50, Andreuzzi Pietro € 50,
Antonini Graziella € 40, Apollonio
Rosa ved. Colizza € 50, Armentani
Guglielmo € 35, Bacci Morella € 50,
Bani Fiorenza € 50, Barbanti Giuseppe € 50, Bedendo Moro Mirta € 100,
Benussi Paolo € 50, Bernardi Teodoro
€ 60, Bernes Ennio € 60, Bernobich
Mario € 40, Bessone Sirola Annamaria
€ 40, Bolzoni Cerni Fernanda € 50,
Bommarco Nocetta € 100 in memoria di Giannina Petris Bommarco, Bon
Domenico € 50, Boni Domenico €
40, Borghesi Claudio € 50, Borroni
Antonio € 100, Bracco Bruna € 50,
Bracco SpA € 50, Braico Mario € 50,
Broz Klaus € 40, Brunner Dalla Palma Elisabetta € 60, Buccaran Bolla
Laura € 50, Buzzi Unicem SpA € 50,
Camalich Dragica € 40, Cambruzzi
Giacomo € 40, Canaletti Giovanni €
35, Canaletti Immacolata € 50, Cappellani M.Pia € 50, Cardin P.Andrea
Davide € 50, Castoldi Filippo € 60,
Cattalini Lucio € 50, Cattich Gigliola
€ 50, Cattich Mario € 50, Cattich
Marlene € 50, Cattich Nino € 60,
Cavaliere Fernanda € 35, Ceglian
Rosaria € 35 in memoria dei propri
defunti, Cerlienco Guerrino € 50 ringraziando per il Vostro impegno,
Cherin Arcadio € 60, Cherin Stelio €
Legge 15 aprile 1985, n. 140, si interpreta nel
senso che la maggiorazione prevista dal comma
1 del medesimo articolo si perequa a partire
dal momento della concessione della maggiorazione medesima agli aventi diritto».
Attraverso tale norma, che introduce una
interpretazione autentica dell’art. 6 della Legge 140/85, è stata confermata sic et simpliciter
l’interpretazione applicata dall’INPS dal 1985
ad oggi, interpretazione che non ha mai trovato il conforto della magistratura.
Come sopra accennato, tale articolo comporta una interpretazione autentica della Legge 140/85 e come tale, ha efficacia retroattiva,
ovvero dovrà essere applicata anche ai giudizi
pendenti. Nelle varie sentenze di merito, nonché nella sentenza della Suprema Corte n.
14285 del 2005, era stato espressamente affermato che l’interpretazione proposta dall’INPS,
secondo cui la maggiorazione delle Lire 30.000
si perequa a partire dal momento della concessione della maggiorazione medesima agli
aventi diritto, condurrebbe a risultati irrazionali e manifestamente lesivi del principio di uguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione, poiché la maggiorazione pensionistica sarebbe corrisposta nello stesso anno in misura diversa ai
vari pensionati a seconda dell’anno del pensionamento.
Oltre all’illegittimità costituzionale per violazione all’art. 3 della Costituzione, ovvero al
principio di eguaglianza, l’interpretazione
dell’art. 6 della L. 140/85 così come indicato
nell’art. 2 comma 505 della legge 24 dicembre 2007, n.244 (Finanziaria 2008), verrebbe
altresì a violare anche l’art. 38 della Costituzione, che sancisce l’esigenza fondamentale
di garantire l’effettività e l’adeguatezza nel tempo delle prestazioni previdenziali.
Sulla base delle predette considerazioni, è
stata sollevata presso la Corte d’Appello di Torino e presso la Corte d’Appello di Trieste la
questione di illegittimità costituzionale della
norma di cui sopra. Le nostre ragioni sono state accolte sia dalla Corte d’Appello di Torino
che dalla Corte d’Appello di Trieste, le quali
hanno deferito la questione relativa alla noma
di interpretazione autentica, introdotta dalla
Finanziaria 2008, alla Corte Costituzionale, che
dovrà esprimersi in merito alla legittimità costituzionale della stessa.
Per tutti coloro che si trovino in pendenza
di giudizio, suggeriamo di chiedere la sospensione del giudizio medesimo al fine di attendere l’esito della decisione della Corte Costituzionale. Nel caso in cui la Corte di legittimità
si dovesse pronunciare dichiarando la illegittimità costituzionale della norma introdotta dalla Finanziaria, quest’ultima perderebbe ogni
efficacia.
ELARGIZIONI E ABBONAMENTI
50, Chersi Matteo € 80, Chiappetta
Claudio € 50, Chighine M. Giuseppina € 50 in memoria della madre
infoibata Libera Berdini, Cleva Clelia
e Ilda € 50 in memoria dei defunti
mamma, papà e sorella Maria Elena,
Coceverin Antonia € 50, Coderani
Giangiacomo € 50, Colani Sergio €
50 in ricordo di Severino Colani e Regina Maltese, Colli Graziella € 50,
Compri Vittorio € 50, Corda Edwin e
Paolo € 50, Corte Luciano € 50, Costa Liana e Grandi Giuseppe € 100,
Costantini Adelia Orietta € 35 con
nostalgia di Buie, Covacic Lina € 35,
Crasti Luciana € 50, Crasti Vittorio €
50, Crisostomi Evimero € 50, Culino
Mariano € 50, Curkovic Antonio €
35, Curto Porro Maria € 50, D’Ambrosio Riccardo € 55, Damiani Andrea € 50, Dario Enrichetta € 40 in
memoria di papà mamma e fratelli
Benito e Remigio Dario, Del Bianco
Canzia Lina € 50, De Lombardo Claudio € 50, Del Treppo Mario € 50, De
Luca Stefano € 60, De Poli Vesta €
60, Destrini Morandi Wanda € 50, De
Tonetti Emanuele € 50, de Tonetti
M.Grazia € 50, Dettoni Loris € 50,
De Vergottini Pierpaolo € 50 in memoria di papà Tonelo-mamma Paola
e Padre Rocchi, Diaco Silvana € 60,
Dicuonzo Giuseppe € 40, Di Grande Foscarina € 50, Dominis M.Rosaria
€ 50, Dovesi Elena € 35, Ellero
Iolanda € 40, Fabretto Romano € 50,
Facchini Silvio € 50, Falchi Gianna €
50, Falconi Marcello € 50, Fama
Nuccia € 50 in memoria dei cari genitori Ella e Giuseppe e del fratello
Lelio, Ferrari Roberto € 50 in memoria dello zio Eugenio Marassovich nel
2° anniversario della morte, Filippi
Carmela € 120, Fiorentin Flavio € 50,
Floris Claudio € 35, Francetich Anna
€ 50, Fusco Chiosco Fiorella € 35 ricordando la madre Gigliola Sarinich
e la nonna Gilda Carposio, Gambetti
Dinelli Laura € 50, Gambos Liliana €
32, Garbin Antonio € 40, Genzo Paolo € 35 per ricordare i defunti genitori Brioni, Gherghetta Matteo € 50,
Ghirardo de’ Gironcoli Luciana € 50
in memoria dei cari defunti de’
Gironcoli e Ghirardo, Gerhardinger
Donatilina € 50, Giacaz Zanoli
Carmen € 35, Giachin Lauretta € 50,
Giacomelli Edmondo € 40, Giordani
Carla € 40, Giurco Zenone Bruna €
40, Giurina Graziella € 50, Giurina
Lucio € 60, Gollessi Lina € 35,
Gorlato Gramegna Lucilla € 50,
Gottardi Sauro € 50, Gropuzzo
Domenico € 40, Guetti Miletich
Marta € 40, Hausbrandt Ermanno €
50, Jelich Fioretta € 50, Jurman Nadia
€ 50, Kail Giovanni € 100, Kucich
Raimondo € 50, Labianca Antonia €
50, Lauri Tullio € 50, Lemessi Maria
Fiorenza € 50, Lemessi Maria Luisa
€ 50, Liuni Perni Silvana € 35, Livio
Iolanda € 35, Malnich Lauro € 40,
Mariotto Italio € 60, Martini Clemente
€ 35, Martinoli Cavazzi Sonia € 50,
Maso Roberto € 60 in ricordo dei nonni Guerrino e Dinora Comici di Albona
e Fiume, Menesini Silvana € 50,
Mesnich Gasparina € 60, Miani Mario € 50, Mirelli Savinetti Consuelo €
50, Mizzan Antonio € 50, Montagner
Jurlina Regina € 50, Moscheni Omero
€ 40, Nacinovich Giuseppina (Mary)
€ 50, Nagel Mirella € 50, Nicolich
Vittorio € 50, Niero Marco € 60, Pace
Furio € 40, Paniek Albino € 40, Pellegrini Alessandro € 55, Pentericci
Giorgio € 80, Perich Fiorella € 40,
Petricca M.Grazia € 50 in memoria
della madre Gina Vlat-kovic † 2-92004, Piccini Giuliano € 50, Pirovano
Anna Maria € 50, Pisani Franco € 50,
Pizzinat Giovanni € 50, Poso Benvenuto € 40, Pucikar Imberti Nerina €
50, Pus Franco € 60 in memoria dei
genitori Corrado Pus e Anastasia Filak,
Quarantotto Luciano € 50, Randich
Antonio € 50, Ratissa Graziano € 50,
Ratzenberger Egone € 50, Riboli
Marco € 50 in ricordo del papà Cesare Riboli, Ricciardi Elio € 50 in memoria del fratello Livio , Rigutto
Antonia € 50, Rismondo Anna € 50,
Rocconi Leonardo € 50, Rolando
Adriana € 50 nel ricordo del marito
Mario Rolando, Romagnoli Roberto €
50, Rossi Valerio € 50, Rubbi Silva €
50, Rubbi Luciano € 50, Rudan Testa
Giovanna € 50, Runco Luisella € 50,
Rusalen Francesco € 50 in memoria
di Antonio Rusalen, Salvini Finestra
M.Pia € 50, Santulin Tonina € 40,
Sauco Elisa € 50, Sbona Bortolanza
Marinella € 40, Sceusa Gioacchino
€ 60, Schiattareggia Sebastiano € 50,
Schiattino Domizio € 60, Schippa
Eleuterio € 50, Scolozzi Umberto €
50 in memoria della madre Augusta
Lidia Possa parenzana, Sichich Aldo
€ 50 in memoria dei genitori Jolanda
e Giovanni Sichich, Sifari Virgilio € 60,
Sigovich Concetta € 50, Soletti
Grusovin Olga € 60, Soppa Alvaro €
50, Sorgarello Grazia € 50, Spadaro
Ghersini Rosamaria € 35, Stefani Silvia € 50, Stocco Moretti Silvia € 35,
Suran Emilio € 50, Tacco Randich
Alessandrina € 100 in memnoria del
marito Otto Randich, Tamino Melita
€ 60, Teja Cristaudi fam. € 80, Tietz
Giorgio € 50, Tomatis Nicolò € 50,
Toppan Fornale M. Pia € 50, Trapani
Maria Pia € 50, Trevisan Antonio €
40, Vaccaro Gemma € 40, Valenti
Um-berto € 50, Venezia Luigi € 50,
Vocetti Salvi Mercede € 50, Zaitz
Archide € 50, Zanetti Matteo € 35,
Zanini Iginio € 40, Zerauschek Guido € 100, Zurich Vladimiro € 35,
Zvietich Vittorio € 35.
ELARGIZIONI PRO CLAUDIO D.
(ccp. 52691003)
Elenchiamo le offerte pervenute
dopo il nostro appello in favore di
Claudio D. (“Difesa Adriatica” di luglio), nativo di Pola e in precarie condizioni a Roma, dove vive in un centro di accoglienza. I dettagli dell’iniziativa sono contenuti nel nostro numero del luglio scorso. Chi volesse far
pervenire delle offerte può versare la
somma che ritiene opportuna sul conto
corrente postale 52691003 intestato
Associazione Nazionale Venezia
Giulia e Dalmazia-Roma, indicando
nella causale “pro Claudio”.
Gennaio P.H. € 50.
ELARGIZIONI PRO ELENA
(ccp. 52691003)
Elenchiamo le offerte in favore di
Elena (“Difesa Adriatica” di agosto-settembre), zaratina, da 50 anni residente in Brasile e che sogna di tornare almeno per una volta nella sua Zara. Se
le somme raccolte non fossero sufficienti a realizzare questo sogno, il ricavato le sarà utile per alleviare la sua
disagiata condizione economica che
la costringe a sopravvivere con l’unico sostegno del locale consolato italiano. Chi volesse far pervenire delle
offerte può versare la somma che ritiene opportuna sul conto corrente
postale 52691003 intestato Associazione Nazionale Venezia Giulia e
Dalmazia-Roma, indicando nella causale “pro Elena”.
Gennaio M.P. € 10.
ELARGIZIONI PRO JOLANDA
(ccp. 52691003)
Elenchiamo le offerte in favore di
Iolanda (“Difesa Adriatica” di novembre), zaratina 79enne residente a
Vercelli e che desidera rivedere la sua
città natale, mai più visitata dopo l’esodo. Con la pensione minima non può
permettersi questo viaggio. Le somme
raccolte saranno destinate ad organizzarle un breve viaggio a Zara, così da
realizzare questo piccolo sogno.
Chi volesse far pervenire delle offerte può versare la somma che ritiene
opportuna sul conto corrente postale
n. 52691003 intestato Associazione
NazionaleVenezia Giulia e DalmaziaRoma, indicando nella causale “pro
Iolanda”.
Dicembre M.C. € 25.
Gennaio F.T. € 30.
ABBONAMENTI ORDINARI
A “DIFESA ADRIATICA”
(ccp. 32888000)
Il rinnovo degli abbonamenti si
concentra maggiormente tra fine e inizio anno, quando i lettori ricevono
insieme al giornale il bollettino postale precompilato. L’elenco comprende
solo coloro che hanno versato la quota ordinaria di abbonamento.
GENNAIO Addario Giovanni,
Andretti Luciano, Anelli Fabiano, Anelli Marianna, Aniceti M.Luisa, Annoscia
Adriana, Antonelli Elsa, ANVGD Comitato Belluno, ANVGD Comitato Novara,
ANVGD Comitato Pisa, Anzil Maria,
Apollonio Luigia Teresa, Apollonio
Steffè Giuliana, Artelli Edoardo, Arvali
Luigi, Ausilio Claudio, Babic Annabella, Baborsky Eneo, Baici Mara,
Balanzin Lidia, Ballarin Norberto,
Barbato Querini Veglia, Barbieri
Matteo, Barca Vincenzo, Barcellesi
Piero, Barnobi Rina, Bascelli Miriam,
Basilisco Mirella, Battaja Caldato Edda,
Battilana Laura, Belci Delzotto Lina,
Bellemo M.Vittoria, Belletich Giuseppe, Belletti Luigi, Belletti Pietro, Benedetti Sebastiano, Benigni Giorgio,
Bensi Flora, Benussi Franca, Benussi
Giordano, Benussi Teresa, Benvenuto
Carmen, Benzan Gabriele, Benzoni
Stelia, Bernardon Loretta, Bernetti
Korman Domenica, Berni Adelma,
Berretti Almerigogna Fiorella, Bertotto
Iginio, Bevilacqua Andrea, Bevilacqua
Barbara, Biagini Glauco, Biagini
Nevio, Bianco Romano, Biasiol Aprà
Maria, Bibalo Pierina e Rita, Bidoli
M.Luisa, Biloslavo Giuliano, Bilucaglia
Luigi, Bittner Ilda, Bizzarri Delzotto
Iolanda, Blascovich Attilio, Blasevich
Franco, Blasich Bianca, Blecich
Liliana, Blecich Tarentini Annamaria,
Boi Filiberto, Boico Mary, Bonacini
Giovanna, Bonamini Carmen, Bonassin Ferruccio, Boncompagno
Annamaria, Bonelli Giuseppina,
Bonfiglio Casimiro, Bonifacio Ezio,
Bonifacio Tutti Bianca, Bontempi famiglia, Bonuccelli Fernanda, Borsi
Maurizio, Bortoluzzi Mirco, Bosar Elio,
Bosi Norbedo Norma, Bossi Antonio,
Bottura M. Grazia, BozicVittorio, BozzettiAndrea, Branka Publisher srl, Bratti
Giovanni, Brenco Dario, Bressanello
Arpad, Brugin Roberto, Brussi Alma,
Budicin Negriolli M. Luisa, Buri Paolo, Burlini Guido, Busechian Ondina,
Bussani Liliana, Calegari Silvana, Califfi
Joffrette, Caluzzi Roberto, Camalich
Ileana Affatati, Canaletti Luciano,
(segue)
Canciani Andrino [...]
6
DIFESA ADRIATICA
Aprile 2008
Fedesuli: « libertà di avviare un grande progetto
di salvaguardia della nostra realtà »
La casa di Calle San Zorzi
continua dalla prima pagina
Le storie attraversano tutto il Novecento
Imminente in libreria
il primo romanzo di Lucio Toth ambientato a Zara
Il terzo periodo è collocato all’inizio degli anni Settanta, al tempo della
prima crisi del regime comunista iugoslavo, sullo sfondo della contestazione
del ’68 e della guerra in Vietnam. Il quarto racconta le vicende di quella che i
croati chiamano «guerra patriottica», cioè del conflitto interetnico del 19911992.
I personaggi e gli eventi sono inventati ma tutti, evidentemente, nascono
dalla memoria autobiografica dell’autore. Poiché non sono alberi, ma uomini e
donne, le loro storie si snodano nei diversi luoghi dove le vicende personali e
collettive li hanno portati: dalla Fiume del 1919 alla Venezia dei campi-profughi; dall’Appenino ligure durante la guerra partigiana alla Milano del secondo
dopoguerra; dalla Parigi degli anni Settanta agli altipiani della Lika sul fronte
croato-bosniaco del 1992.
Ma come in una spirale simbolica il destino dei personaggi passa sempre
per la città natale, si incrocia nelle sue strade, tra quelle quattro mura, la Casa di
Calle San Zorzi, che dà il titolo alla narrazione.
red.
Buenos Aires, gli Esuli in Argentina
per il Giorno del Ricordo
È il sesto anno consecutivo, ancor prima dell’istituzione della Legge 92/
2004, che ci riuniamo per onorare i nostri Esuli ed Emigrati giuliano-dalmati,
deceduti per differenti motivi, in Italia, ed all’estero. Molti dei nostri Esuli, nonostante il priodo estivo, hanno preferito rimandare le vacanze per accorrere ad
assistere alla commemorazione del Giorno del Ricordo già fatto carne in tutti
noi.
La commemorazione si è svolta nella Chiesa Mater Misericordiae di Buenos
Aires, la prima chiesa italiana della metropoli. L’alta temperatura estiva si è fatta
sentire, ma i nostri Esuli non si sono scoraggiati, accorrendo numerosi. Nessuno
è mancato, anzi, fra tanti volti, si sono riviste persone che da anni erano assenti
dagli incontri giuliani. Tanti abbracci, tanti capelli imbianchiti dal tempo, e
pure tante assenze!… La legge della vita.
Un’imponente striscione era stato steso all’entrata del Tempio, e vi si leggeva: «Esuli ed Emigrati Giuliano-Dalmati di Buenos Aires. Giorno del Ricordo 10
febbraio 1947- 2008».
All’inizio del rito, aperta la porta principale, alle prime note dell’Ave Maria
otto esuli, disposti come alfieri, hanno fatto il loro ingresso portando ognuno,
orgogliosamente, le nostre care insegne. Applaudite, entrano insieme le bandiere dell’Argentina e dell’Italia, quest’ultima con un nastro nero in segno di
lutto per il dolore che gli Esuli portano in sé da tanti anni. Seguono poi, una ad
una, le bandiere di Zara, Fiume, Istria, Trieste, Gorizia e della Regione Friuli
Venezia Giulia.
Il sacerdote, don Sante Cervellin di Venezia, attendeva davanti all’altare per
benedire le bandiere inviate recentemente dall’Associazione Giuliani nel Mondo di Trieste. Lampeggiano i flash delle macchine fotografiche, si desidera mantenere vivo questo momento, anche sia in un pezzetto di cartone. Ha inizio la
cerimonia religiosa, il sacerdote si rivolge agli Esuli con parole di comprensione
e rispetto. Nel momento del raccoglimento, s’ode lo squillo chiaro e forte di una
tromba che intona magistralmente il tema del Silenzio degli autori Rosso e
Brezza. Impossibile frenare tanta emozione!
Annamaria Marincovich ha dato quindi lettura di una riflessione
«[...] C’era una volta… forse cosí qualcuno dei nostri figli vorrà raccontare ai
loro nipoti, la storia degli Esuli Giuliani. [...] Poi, venne la bufera, durò molti anni
portandosi via le cose piú belle: membri della famiglia, case, la tranquillità. Città
e paesi si spopolarono come petali di un fiore strappati dal vento. Dove furono?
Di qua e di là del mondo. Poco per volta i petali invecchiarono, sentendo la
nostalgia della Corolla Madre persa, irraggiungibile [...].
Così fu la vita di questa gente giuliana che, benché soli e in esilio, seppero
amare la loro Terra e rispettarla fino all’ultimo momento. Coloro che ancora
vivono, ormai anziani, cercano di stendere la mano per stringere un’altra mano
giuliana, ed in quella stretta poco valgono le parole, ed i ricordi quasi comuni
riaffiorano [...]».
La cerimonia si è conclusa con il Va’ pensiero accompagnato dall’organo e
dalla tromba . Tra i presenti il sig. Lopresti, presidente della “Società Italiana” di
San Martìn (provincia di Buenos Aires), il sig. Granzotto, vice presidente del
“Circolo Ricreativo della Trevisana”, la sig.a Vollarich, in rappresentanza del
“Club Italiano di José C Paz”. Ha
dato la sua adesione il “Circolo
Giuliano di Córdoba”. Un ringraziamento particolare alla sig.a
Brunella Cadìn, per aver portato i
nastrini con il nostro Tricolore,
donatole dal consigliere della Regione Friuli Venezia Giulia, dott.
Adriano Ritossa.
Annamaria Marincovich
Livio Giuricin
Gruppo Esuli ed Emigrati
giuliano-dalmati,
Buenos Aires
Buenos Aires, due immagini
dei convenuti nella Chiesa
Mater Misericordiae
per la celebrazione
del Giorno del Ricordo
Intervista a Renzo Codarin in margine al 10 Febbraio
Sessant’anni di silenzio, poi una
manifestazione che diventa, per legge, momento di riflessione di un’intera nazione sull’Esodo e le Foibe, non
senza perplessità, aspettative, speranze e delusioni.
Un Giorno del Ricordo in evoluzione? Lo chiediamo al Presidente
della Federazione degli Esuli, Renzo
Codarin.
«Direi proprio di sì. Penso ai primi
anni, in cui volevamo dare una
centralità alla manifestazione, focalizzando su una città le presenze più
qualificate, le cerimonie più importanti. Poi è successo un qualcosa di inaspettato, profondo, per certi versi appagante. L’Italia intera ha risposto, ha
scelto di essere al nostro fianco in questo momento».
Quale spiegazione avete dato a
questo fenomeno?
«Quando c’è stato l’esodo dalle
nostre terre – Istria, Fiume e Dalmazia
– i 350.000 italiani sono stati destinati
in quasi 130 campi profughi sparsi in
tutta Italia. Qualche anno fa abbiamo
realizzato una cartina geografica con
i nomi di tutti i centri e non c’è un
angolo d’Italia che rimanga scoperto.
È un popolo intero che s’è trovato ad
interagire con le realtà locali, a volte
palesando la propria provenienza, altre volte celando quella che per molti
era considerata non una vergogna ma
comunque una situazione scomoda
visto l’atteggiamento della politica italiana nei nostri confronti. Gli esuli,
comunque, si sono fatti conoscere,
entrando nei pori della società civile,
lasciando il segno. Considero la risposta corale un omaggio allo spessore di
queste persone che hanno portato in
Italia e nel mondo i princìpi di una
società evoluta, dedita al lavoro, legata alla sua Chiesa ed ai valori di una
lunga storia di contatti col mondo circostante».
Questa spontaneità non ha dappertutto il medesimo impatto sull’opinione pubblica…
«È vero, a Trieste, capitale morale
dell’esodo, le manifestazioni sono
quasi ovvie, meno in località come
Venezia o Bologna dove gli esuli sono
stati oggetto di contestazione e rifiuto.
Ebbene, l’anno scorso, proprio con la
targa apposta alla stazione di Bologna,
siamo riusciti ad aprire un capitolo
importante nel nostro rapporto con
l’opinione pubblica. Quest’anno nella regione emilio-romagnola quasi tut-
te le città si sono attivate per ricordare
in vari modi. Dalle scuole sono arrivate richieste di materiale didattico, di
testi sulla storia dell’esodo e delle
Foibe, di filmati. Crediamo che questa
sia la strada da percorrere. Certo non
mancano le contraddizioni. C’è chi
vuole approfittare di questo momento
per far passare tesi negazioniste. Il mio
augurio è che la pubblica opinione riesca a distinguere i fatti dalle opinioni
di parte. Sappiamo che la storia non è
fatta di certezze, di bianco o nero, per
cui invito tutti a riflettere su quanto
sentono dire da chi non ama la nostra
causa e soprattutto di informarsi: negli
ultimi anni è stato scritto molto, da storici seri, che non sono depositari della
verità ma certo si avvicinano molto».
Che risultato siete riusciti ad ottenere con le scuole?
«È un processo lungo e difficile ma
ci stiamo lavorando, impegnando gli
uomini di buona volontà negli incontri con i ragazzi, preparando materiali
– libri, mostre e Dvd – per le scuole,
confidando nella sensibilità degli insegnanti. Viviamo in democrazia, le
cose non si possono imporre, cerchiamo allora di far arrivare giuste indicazioni». [...]
E all’estero, che cosa succede in
questa occasione?
«Ci sono due diversi momenti di
lettura. In Slovenia e Croazia i giornali
ne danno notizia spesso con toni negativi, quasi che il Giorno del Ricordo
fosse una ricorrenza contro qualcuno
e così non è. Noi vogliamo che si parli
della nostra storia non per muovere
delle accuse ma per un giusto riconoscimento di fatti che hanno colpito un
popolo in un’Europa che si è finalmente aperta senza riserve a queste riflessioni. Dall’altra parte abbiamo nel resto del mondo i comitati giulianodalmati che hanno saputo trasformare
questa giornata in un momento di
grande riconoscimento da parte della
comunità nella quale sono inseriti.
Personalmente è una sensazione di
grande soddisfazione».
Un voto bipartisan ha permesso di
dare concretezza alla memoria, che
cosa si può fare per le richieste degli
Esuli in attesa di soluzione da sessant’anni?
«Ci vuole un’altra legge che sancisca finalmente l’equo e definitivo indennizzo degli esuli. Ci vuole un accordo con Slovenia e Croazia per la
restituzione di quei beni ancora in libera disponibilità. Abbiamo bisogno
che questo succeda quanto prima, che
ci venga tolta questa palla al piede che
non ci permette di correre incontro al
nostro futuro. E noi abbiamo bisogno
di poter immaginare come e dove saranno la nostra cultura, la testimonianza della nostra civiltà tra decenni, dobbiamo avere la libertà di avviare un
grande progetto di salvaguardia della
nostra realtà con le genti di queste terre ovunque esse siano. Gli Stati devono decidere di renderci liberi dal fardello che la guerra ha caricato sulle
nostre spalle».
Le divisioni all’interno del mondo
degli esuli non aiutano questo processo…
«È vero strategie, metodologie, linguaggio ci differenziano ma le mete
sono le stesse. Quando ci si trova ai
tavoli di lavoro con il Governo non
c’è divergenza sulle richieste, tutti vogliamo le medesime cose, quelle di
sempre, per le quali si sono battuti i
nostri predecessori in momenti in cui
il dialogo con le istituzioni era anche
più difficile e gravoso. A loro, in modo
particolare, va il nostro pensiero nel
Giorno del Ricordo che non hanno
conosciuto e che sarebbe stato di grande consolazione e conforto».
Rosanna Turcinovich Giuricin
(l’intervista integrale
su www.arcipelagoadriatico.it)
Dall’Australia il Ricordo
Il Giorno
del Ricordo
in Uruguay
Nella gremita Chiesa della Missione Cattolica Italiana a Montevideo, durante la S.Messa il Parroco don Antonio Bagnara (veneto)
ed il Presidente del Circolo Giuliano dell’Uruguay, ing.Gianfranco
Premuda (esule fiumano) hanno
commemorato il Giorno del Ricordo dell’Esodo dall’Istria, Fiume e
Zara, elevando una prece in memoria delle Vittime delle Foibe e
degli Esuli deceduti lontano dalla
loro Terra perduta.
Ha aderito alla celebrazione la
locale Associazione Nazionale
Combattenti e Reduci Italiani
(A NCRI ) con il suo presidente
Cav.Giovanni Costanzelli, con la
Bandiera a mezz’asta.
Furio Percovich
Canberra. Alcuni convenuti
alla cerimonia religiosa
in memoria degli Infoibati
e degli Esuli defunti.
Il signore con la bandiera
di Isola d’Istria è Livio Chicco,
che ci ha inviato
queste fotografie
Anche in Australia,
nella città di Canberra, gli Esuli
giuliano-dalmati colà residenti
hanno voluto commemorare
il 10 Febbraio, stretti alla cara
memoria dei luoghi natali.
Il presidente dell’Associazione
Giuliani di Canberra depone
una corona al Monumento
dedicato a tutti i Caduti italiani
in guerra e pace
che la comunità italiana
ha eretto nel 2004
Aprile 2008
7
DIFESA ADRIATICA
dai comitati
Prosegue la pubblicazione delle
cronache pervenuteci nel frattempo
dai Comitati Provinciali. Altre seguiranno sul prossimo numero di “Difesa”.
Imperia, Prefettura.
Da sin.: il sig. Pietro Goina,
nipote di Pietro Goina, Vittima
delle Foibe; il sig. Domenico
Goina, figlio di Pietro Goina,
il prefetto di Imperia,
dott. Maurizio Maccari,
Pietro Tommaso Chersola,
presidente Comitato Provinciale
di Imperia ANVGD e
vicepresidente della Consulta
Regionale della Liguria
DELEGAZIONE DI BARLETTA
Il 21 marzo, presso l’ex convento
dei Domenicani di Ruvo di Puglia,
l’Associazione culturale “Novarcadia”
ha promosso in collaborazione con la
Delegazione ANVGD di Barletta un incontro-dibattito al fine di mantenere
vivo nella coscienza dei cittadini ruvesi
gli accadimenti di quei tragici giorni.
Questo il programma: inizio alle ore
19.00 con introduzione del presidente Rossella Scarongella, a seguire lettura di un componimento commemorativo a cura di Valerio Gattulli
accompagnata dal brano «Il silenzio»
a cura di Giandomenico Lospoto;
quindi, la proiezione del film-documentario di Michele Pinto «L’esodo e
le foibe»; al termine dibattito con il
prof. Giuseppe Dicuonzo, Delegato
ANVGD, e con il prof. Salvatore Longo,
moderatore l’avv. Vito Angelo Ippedico.
COMITATO DI BERGAMO
La cerimonia in ricordo delle vittime delle foibe e degli esuli italiani si è
svolta nella cornice del Parco delle
Rimembranze nella Rocca di Bergamo
per iniziativa congiunta di Preettura,
Comune, Provincia, Comitato ANVGD.
Hanno preso la parola, nell’ordine: il
sindaco di Bergamo Roberto Bruni,
l’assessore Tecla Rondi per l’ Amministrazione provinciale e Vincenzo Barca per l’ANVGD. A far da cornice alla
cerimonia gli alfieri con i labari di associazioni combattentistiche e d’Arma,
nonché numerosi cittadini.
Tutti gli interventi hanno evidenziato il carattere violento e disumano dell’intervento titino sullaVenezia Giulia, sul quale per decenni è
pesata una coltre inamovibile di silenzio. Giusto, pertanto, hanno concordato tutti gli intervenuti, aver istituito il
Giorno del Ricordo. Vincenzo Barca,
uno degli esuli istriani arrivati a
Bergamo nell’immediato dopoguerra,
ha voluto riconoscere alla città una
grande generosità nell’accoglienza. La
comunità istriana di Bergamo, ha sottolineato, si è inserita con orgoglio e
senso del dovere nella società bergamasca, giungendo a ricoprire ruoli e
funzioni di rilievo.
E una commemorazione si è tenuta anche nella vicina Seriate, uno
fra i primi Comunin italiani ad intitolare una via alle Vittime delle Foibe.
Nella Sala consiliare del Comune sono
intervenutii rappresentanti del Municipio, gli studenti dell’ITIS “Majorana”,
del Liceo “Mascheroni” di Bergamo,
un centinaio di alunni delle scuole
medie e il rappresentante del Comitato ANVGD, Barca, il quale ha lanciato
un appello: «Ci sono morti che aspettano sepoltura, un fiore, una croce, un
nome. Le foibe devono diventare luogo dove meditare e imparare cosa significa l’odio».
M. Elena De Petroni Florio
nuovo presidente
del Comitato bergamasco
Dopo le recenti elezioni del Comitato provinciale, il rinnovato Esecutivo provinciale ha eletto Maria Elena De Petroni Florio nuovo presidente provinciale. Sostituisce il dimissionario Vincenzo Barca, che è stato eletto per acclamazione presidente onorario.
Coordineranno il nuovo Esecutivo
anche il vicepresidente Mario Mates-
COMITATO DI GORIZIA
Barletta, 9 febbraio. Nella Sala Rossa del Castello svevo
la commemorazione del Giorno del Ricordo da parte delle istituzioni
e del Delegato ANVGD prof. Giuseppe Dicuonzo.
Da sin.: la prof.ssa Mariagrazia Vitobello, presidente Commissione
Cultura del Comune, Patrizia C. Hansen, il prof. Dicuonzo
e mons. Giuseppe Paolillo, vicario episcopale
sich, il delegato all’Amministrazione
Edoardo Uratoriu e i consiglieri Santa
Carloni e Laila Nyaguy.
Al presidente Barca i ringraziamenti della comunità giuliano-dalmata
bergamasca, alla quale ha dedicato
tanti anni del suo impegno. Alla neopresidente De Petroni Florio l’augurio
per un fruttuoso lavoro assistenziale ed
organizzativo.
applaudita con notevole, evidente
commozione.
Le manifestazioni si sono concluse con uno stupendo concerto di musica classica ( Beethoven e Chopin) che
ha avuto come protagonisti di grande
bravura la giovane pianista Chiara e il
fratello Giovanni Bertoglio, violinista,
istriani a metà in quanto di madre
polesana e padre torinese.
COMITATO DI CUNEO
DELEGAZIONE DI FROSINONE
Il 9 febbraio scorso a Savigliano,
nella bellissima cornice di Palazzo
Taffini d’Acceglio, si è tenuta la cerimonia di commemorazione del Giorno del Ricordo alla presenza delle più
alte autorità.
Nel primo pomeriggio è stata deposta una corona di alloro vicino alla
palina di Via Martiri delle Foibe.
Alle cerimonie hanno partecipato
un folto pubblico di oltre 150 persone
e le associazioni d’Arma con le relative rappresentanze con i loro labari e
rispettive bandiere.
Il presidente del Comitato di Cuneo ANVGD, comm. Bernardo Gissi, ha
svolto la relazione commemorativa,
con la quale ha ripercorso molto
dettagliatamente le varie fasi della nostra tragedia, ed è stata lungamente
Il sig. Sergio Viti è stato nominato
Delegato ANVGD per la provincia di
Frosinone.
Fiumano, già dipendente dell’Enel,
è consigliere del Libero Comune di
Fiume in Esilio e Presidente della Lega
Fiumana di Roma. Nel suo nutrito passato associazionistico anche la militanza nei Gruppi Giovanili Adriatici.
Di famiglia originaria dell’isola di
Cherso, il padre era ufficiale della Marina e la madre lavorava al Comune di
Pola. È nipote di Ettore Viti, infoibato.
Vanta al suo attivo numerosi interventi sui quotidiani, alcuni interventi
nella rubrica «Prima pagina» di RAITRE
e tuttora svolge una meritoria opera di
divulgazione della nostra storia nella
provincia di Frosinone e a Fiuggi, dove
vive.
Due immagini della prolusione del presidente
del Comitato di Cuneo, Bernardo Gissi,
nella cornice di Palazzo Taffini d’Acceglio a Savigliano
Nell’ambito delle iniziative volte
a celebrare il Giorno del Ricordo dell’esodo e delle Foibe, lunedì 4 febbraio, presso la sede della Fondazione
Cassa di Risparmio di Gorizia, l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e
Dalmazia ed il Comune di Gorizia, in
collaborazione con la Lega Nazionale di Gorizia hanno presentato il libro,
edito dall’ANVGD di Gorizia, dal titolo
1947-2007: istriani, fiumani e dalmati
esuli da 60 a Gorizia per rimanere italiani.
L’opera, realizzata grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, è stata illustrata dal
presidente Rodolfo Ziberna, ed introdotta dal sindaco di Gorizia Ettore
Romoli, con le testimonianze dei sindaci che si sono succeduti dal dopoguerra ad oggi: Franco Gallarotti, Antonio Scarano, Erminio Tuzzi, Gaetano
Valenti ed Ettore Romoli. Diversi gli
autori che hanno concorso alla realizzazione del libro: Diego Kuzmin, Francesca Santoro, Maria Grazia Ziberna,
Guido Rumici, Rodolfo Ziberna ed
Antonio Lauriti.
Il libro contiene una contestualizzazione sull’esodo, approfondimenti sull’unico campo profughi di Gorizia
(le «casermette»), sul villaggio dell’esule della Campagnuzza e molte testimonianze di esuli residenti a Gorizia
che narrano il “loro” esodo e l’arrivo a
Gorizia. Completano il libro diverse
“schede” di esuli e loro discendenti. Il
libro è stato dedicato al compianto
Pasquale De Simone, già sindaco di
Gorizia e per 40 anni direttore de
“L’Arena di Pola”.
COMITATO DI IMPERIA
Attestato e medaglia
in memoria di Pietro Goina
Nella sede della Prefettura di
Imperia si è svolta la cerimonia di consegna di attestato e medaglia commemorativi al sig. Domenico Goina, figlio di Pietro, vittima delle Foibe, conferiti dal Capo dello Stato Giorgio
Napolitano ai sensi della Legge 30
marzo 2004 n. 92.
Alle ore 9.45, presso i giardini
«Martiri delle Foibe», alla presenza
delle autorità civili e militari e dei rappresentanti dell’Anvgd, guidati dal presidente Chersola, si è svolta la cerimonia di deposizione di una corona davanti al monumento in memoria delle
vittime. Alle ore 10.30, presso l’Ufficio Territoriale del Governo, il prefetto
di Imperia, dott. Maurizio Maccari, ha
consegnato al sig. Domenico Goina,
figlio di Pietro Goina, una medaglia
commemorativa e un attestato conferiti dal Presidente della Repubblica.
COMITATO DI LATINA
Il Comitato pontino ha curato anche alcune manifestazioni nell’intera
provincia oltre che nel capoluogo (si
veda il numero di marzo). La rappresentanza ANVGD guidata da Benito
Pavazza ha commemorato il Giorno
del Ricordo a: Bassiano, Cisterna di
Latina, 8 febbraio, Liceo Scientifico “G .B. Grassi”. La lezione
per gli studenti curata dal Comitato pontino. Il tavolo dei relatori
e una veduta dell’Aula magna gremita di allievi
8
DIFESA ADRIATICA
Aprile 2008
dai comitati
Latina, Fondi, Formia, Pontinia,
Proverno, Roccagorga, Terracina, con
la partecipazione di autorità regionali, provinciali e comunali, delle scolaresche e della cittadinanza.
COMITATO DI LIVORNO
Su invito del Comune di Fauglia
(Pisa), una delegazione del Comitato
Provinciale livornese ha partecipato,
la mattina del 9 febbraio, alla conferenza tenuta dall’Ammiraglio di Squadra (r.) Antonio Molli a favore degli
alunni della locale Terza Media. L’argomento «Foibe ed Esodo» si è sviluppato con un cenno storico sull’Istria
dal II secolo a.C. all’immediato ultimo dopoguerra e la proiezione del
Dvd «Ritorno a casa», entrambi seguiti
con attenzione dagli studenti e dagli
insegnanti accompagnatori ai quali, al
termine dell’incontro sono stati consegnati copie della “Difesa Adriatica”
e dell’opuscolo ad essa allegato, insieme a pubblicazioni varie attinenti
all’argomento.
Nel pomeriggio, nei locali del Circolo Ufficiali Marina Militare di Livorno, cortesemente messi a disposizione di questo Comitato, è stata ripetuta
analoga manifestazione alla quale ha
partecipato una cinquantina tra soci,
simpatizzanti e invitati. Le interessanti
parole dell’amm. Molli e le immagini
del filmato, a tratti commoventi, hanno innescato un caloroso applauso finale alla felice iniziativa di commemorare in tal modo il Giorno del Ricordo.
Domenica 10 febbraio, deposizione di un cuscino di fiori, dai colori del
nostro tricolore, al Monumento ai Caduti Giuliano-Dalmati con la viva partecipazione di un folto gruppo di soci
e simpatizzanti che hanno rivolto agli
scomparsi La preghiera dell’Esule ed
un minuto di raccoglimento. È seguita
una S. Messa nella Cappella dedicata
a Santa Barbara in Accademia Navale, officiata da Don Aldo Nigro, Cappellano militare della Marina. Nell’omelia egli ha ricordato anche la
nobile figura di Giovanni Palatucci, il
questore di Fiume, che salvò dai lager
nazisti innumerevoli ebrei, ma venne
deportato e morì a Dachau il 10 febbraio 1945 e per il quale è in corso la
causa di beatificazione.
La Messa officiata nella Cappella
dell’Accademia Navale è stata particolarmente sentita dagli esuli in quanto
su una parete troneggia la Stella Maris,
denominazione della Madonna protettrice dei marinai. La stessa pala
bronzea era conservata nella Chiesa
della Marina delle Scuole CREMM di
Pola fino al 1947, momento dell’esodo, giunta esule tra gli esuli qui a Livorno.
Mario Cervino
DELEGAZIONE DI LUCCA
La Delegazione per la Provincia di
Lucca, rappresentata dalla dott.ssa
Viviana Dinelli, ha organizzato numerosi incontri per celebrare il Giorno del
Ricordo, con il supporto del Dvd «Ritorno a casa» distribuito dalla sede
centrale di Roma.
Il primo incontro ha avuto luogo il
6 febbraio presso il complesso di San
Micheletto. La delegata Dinelli ha brevemente introdotto il significato del
Giorno del Ricordo ed ha spiegato
l’importanza della memoria storica e
della sua trasmissione alle nuove generazioni per poter crescere civilmente
nella società contemporanea. È stato
così proiettato il Dvd «Ritorno a casa»:
le persone presenti in sala hanno apprezzato la proiezione e successiva-
mente ci sono stati alcuni significativi
interventi della sig.a Casalino e del sig.
Cervai, esuli istriani, che hanno raccontato alcuni episodi della propria
vicenda umana e della tragedia delle
foibe.
In occasione del Giorno del Ricordo, il Comune e la Provincia di Lucca
hanno organizzato la consueta deposizione della corona di fiori presso
P.zza XX Settembre alle ore 12.00:
hanno partecipato rappresentanti della Provincia di Lucca, alcuni assessori
del Comune, il Sindaco sig. Favilla, il
prefetto della città, alcune delegazioni di alpini ed ex combattenti con la
propria bandiera e naturalmente la
delegata Dinelli ha portato anche la
bandiera dell’Associazione.
La giornata di lunedì 11 è stata utilizzata dal Comune di Lucca per un
incontro con le scuole superiori della
città presso la Biblioteca civica-Centro Culturale Agorà di Lucca per parlare del Giorno del Ricordo e della tragedia degli esuli: titolo dell’incontro
«Foibe, esodo e confine orientale». Ha
organizzato e introdotto l’assessore
all’Istruzione e Servizi Scolastici, Biblioteche, Archivi e Musei dott.ssa
Donatella Buonriposi; la prof.ssa Carla Sodini dell’Università degli Studi di
Firenze ha tenuto una relazione sulle
vicende storiche del confine orientale.
Durante l’incontro sono intervenuti
padre Cerri nato a Zara e parroco di
Lunata (Lucca) che ha raccontato la
propria dolorosa esperienza di esule e
di come le vicende delle foibe e della
pulizia etnica degli italiani è stata vissuta in prima persona dalla sua famiglia; il sig. Armando Spinelli, anch’egli
di Zara, ha raccontato la propria esperienza di esule.
Alle ore 15.00, sempre all’interno
della Biblioteca Civica è stato proiettato il Dvd «Ritorno a casa». La delegata Dinelli ha quindi organizzato,
sempre la mattina dell’11, un incontro con alcune classi del Liceo Classico di Lucca “Machiavelli” ed alcune
classi dell’Istituto Magistrale L. Paladini
di Lucca: l’aula Magna del Liceo classico lucchese ha permesso alla delegata Dinelli di introdurre la questione
dell’esodo e della tragedia delle foibe
da un punto di vista storico soffermandosi sulle vicende del 1943-’45 e
il periodo successivo dell’esodo. Si ringraziano le classi presenti e i relativi
professori che hanno accompagnato
gli alunni e alla disponibilità dimostrata
dal prof. Paolo Razzuoli, che ogni anno
partecipa attivamente al dibattito
lucchese della questione dell’esodo
istriano-giuliano-dalmata.
Si segnala infine l’iniziativa del
Comune di Lucca che nel Consiglio
Comunale del 12 febbraio ha commemorato il Giorno del Ricordo e la trasmissione televisiva «Palazzo Ducale»,
curata dallo staff della Provincia di
Lucca, che ha dedicato l’intera puntata al Giorno del Ricordo per approfondire i fatti storici dell’epoca e il significato attuale che gli eventi tragici
dell’esodo e delle foibe hanno per la
Provincia di Lucca e per tutti i cittadini: sono intervenuti in particolare il
presidente della Provincia di Lucca
sig.Baccelli e il segretario nazionale
dell’ANVGD Fabio Rocchi.
V. D.
• • •
«La ricorrenza del 10 febbraio,
Giorno del Ricordo delle Foibe e dell’Esodo giuliano-dalmata, assume anche in questo anno, una valenza importante per non dimenticare la memoria della tragedia degli italiani e di
tutte le vittime delle foibe nel secondo
dopoguerra.
Nel corso del 2007 in questa logica di giustizia storica e di sensibilità
verso coloro che hanno vissuto in prima persona questi drammi, si sono
susseguiti continuamente in tutta Italia manifestazioni a carattere culturale all’interno delle scuole, convegni,
seminari, che durante il corso dell’anno, hanno aiutato a sensibilizzare l’opinione pubblica nello studio e nell’approfondimento di uno spaccato di storia italiana.
Ritengo che sia necessaria una
conoscenza approfondita ed uno studio accurato degli eventi storici che
hanno portato l’Italia ad essere in prima linea durante la seconda guerra
mondiale e di un periodo politico italiano post-bellico che ha portato all’abbandono definitivo (Trattato di
Osimo del 1975) di terre italiane, dimenticando la sofferenza di migliaia
di cittadini italiani.
Le terre istriane hanno sempre contribuito e partecipato attivamente ai
principali eventi storici che hanno condotto l’Italia verso una unità territoriale e politica, che vide il suo compimento alla fine del conflitto bellico
della prima guerra mondiale: tutto
questo in virtù della radicata italianità
che la popolazione istriana e giulianodalmata ha sempre conservato nel
corso della propria storia.
Se analizziamo la storia dei confini d’Italia in Istria e Dalmazia gli errori
politici furono quindi molteplici. L’odio
etnico prevalse comunque mascherandosi dietro a mire espansionistiche e a
scalate di potere politico ed economico che portò ad un abbandono in
massa di terre storicamente italiane.
La legislazione della Repubblica
Italiana riconosce quindi il 10 febbraio quale Giorno del Ricordo, come
dimostrano tre recenti leggi approvate
dal Parlamento quasi all’unanimità: la
Legge n. 92 del 30 marzo 2004 “Istituzione del Giorno del Ricordo in
memoria delle vittime delle foibe,
dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale”, la Legge
n. 193 del 28 luglio 2004 “Tutela del
patrimonio storico e culturale delle
comunità degli esuli italiani dell’Istria,
da Fiume e dalla Dalmazia” e la Legge n. 124 dell’8 marzo 2006 “Diritto
di cittadinanza degli italiani nati nelle
ex province della Venezia Giulia e
Dalmazia dopo la cessazione della
sovranità italiana”».
Viviana Dinelli
COMITATO DI NOVARA
Domenica 10 febbraio, nella Chiesa di S. Giovanni Battista Decollato, è
stata celebrata una Messa di suffragio
in ricordo dei Martiri delle Foibe e dei
350.000 italiani esuli da Fiume, Istria
e Dalmazia.
La partecipazione è stata notevole, con la presenza del prefetto, del
Novara, Chiesa
di S. Giovanni Decollato.
Il Gonfalone del Comune
e le rappresentanze d’armi
al rito religioso
per le Vittime delle Foibe
questore, dell’assessore del Comune,
della rappresentante la Provincia, di
associazioni d’arma con Labari e Bandiere, di personalità civili e militari con
i Gonfaloni della Città e della Provincia di Novara.
Durante il rito religioso la prof.ssa
Nerea Pagani à letto la preghiera dell’esule di mons. Santin, quindi un trombettiere ha suonato il Silenzio.
Sono state benedette la Bandiera
dell’Associazione Nazionale Venezia
Giulia e Dalmazia e la Bandiera diTrieste, inviataci dal Sindaco di Trieste, e
le stesse sono state deposte nella Cappella dedicata ai Caduti per la Patria.
Al termine della S. Messa, presso il
Largo Martiri delle Foibe, al Villaggio
Dalmazia in Novara, si è tenuta la cerimonia della posa delle corone con
la partecipazione del sindaco di
Novara avv. Massimo Giordano.
Hanno preso la parola l’assessore alla Cultura del Comune di
Novara, il vicepresidente della Provincia di Novara, l’on. Gianni
Mancuso, l’on. Cotta, il prefetto di
Novara, il presidente A NVGD di
Novara, al suono del Silenzio e con
un minuto di raccoglimento è terminata la cerimonia.
Nel ciclo dei programmi del Giorno del Ricordo, il giorno 8 febbraio
presso l’Aula Magna dell’Università del
Piemonte convegno “Donne memorie e confine” (si veda la breve cronaca in altra pagina), e il giorno 16 febbraio presso l’Auditorium della Banca
Popolare di Novara, conferenza su
Giovanni Palatucci, ultimo Questore
di Fiume e, a seguire, conferenza di
Piero Tarticchio, presidente Comitato
di Milano.
Antonio Sardi
DELEGAZIONE DI PERUGIA
Ottima riuscita della conferenza
tenuta dal Delegato Franco Papetti
presso l’Istituto Tecnico Commerciale
“Vittorio Emanuele” di Perugia in occasione del Giorno del Ricordo.
Lusinghiera la partecipazione sia
degli studenti che gli insegnanti, i quali
hanno rivolto al relatore numerose
domande di approfondimento.
La settimana precedente il Delegato ANVGD ha presenziato, nella sede
della Provincia, alla cerimonia della
consegna delle medaglie ai congiunti
degli infoibati.
Il delegato ANVGD
per la provincia di Perugia,
Franco Papetti,
di origine fiumana,
tra un gruppo di studenti
dell’Istituto Tecnico
Commerciale
“Vittorio Emanuele”
Aprile 2008
9
DIFESA ADRIATICA
dai comitati
Il 10 febbraio a Roma
le manifestazionio curate la Comitato ANVGD
Le celebrazioni a cura del Comitato ANVGD della capitale guidato da
Oliviero Zoia non si sono imitate all’inaugurazione del monumento alle
Vittime delle Foibe, che comunque è
stato l’evento saliente, ma si sono articolate in una serie di manifestazioni
delle quali diamo di seguito la cronaca.
Il 9 febbraio, alle ore 16.00, è stata
deposta una corona di alloro al monumento ai Caduti giuliano-dal-mati
sulla via Laurentina a cura della nostra Associazione con l’intervento del
vicepresidente prof.ssa Donatella
Schürzel, del vicepresidente del XII
Municipio Matilde Spadaro e del presidente dell’Associazione Triestini e
Goriziani in Roma Roberto Sancin.
Con le bandiere delle due associazioni e nazionali, era presente una nutrita folla di Esuli e di rappresentanti dei
sodalizi d’arma. La cerimonia, semplice ma suggestiva, è terminata con il
Va’ Pensiero, intonato dal socio Franco Gaspardis ed eseguito con commozione da tutto il pubblico presente.
Le bandiere poste sui pili retrostanti
il monumento erano abbrunate e così
sono rimaste sino a tutto il successivo
giorno 10.
Alle ore 16.30, nel Teatro Sammarco si è tenuto un concerto del
Maestro fiumano Francesco Squarcia
alla viola e di Nona Kovavic al pianoforte in occasione della cerimonia di
consegna dell’onorificenza al compositore istriano Luigi Donorà, della quale
riportano la nota a parte.
Alle ore 19.00 è seguita la S.Messa,
officiata dal parroco Annibale Marini,
che all’omelia ha sottolineato la necessità di ricordare la tragedia del confine orientale. Per la prima volta, le letture e le preghiere dei fedeli con testi
estrapolati e ricomposti dalla Preghiera dell’Esule, di Mons. Santin, sono state lette da esuli e da figli di esuli. Al
termine del rito religioso, Ferruccio
Conte ha intonato la Preghiera del profugo del M.o Ludovico Zeriav, che i
presenti hanno poi cantato coralmente. Durante la Messa il M.o Paolo
Verrecchia ha eseguito alcuni brani per
oboe. Il M° Verrecchia è figlio di una
esule dignanese che lo ha avviato all’amore della musica.
Domenica 10 febbraio una delegazione del Comitato composta dai
signori Cergnul e La Rocca ha partecipato con labaro alla deposizione di
una corona d’alloro al monumento ai
caduti di Monteverde vecchio.
Martedì 12 febbraio, alle ore 16.30,
si è svolta la commemorazione ufficiale del Giorno del Ricordo da parte
del XII Municipio: sono intervenuti il
presidente Patrizia Prestipino, il
vicepresidente Matilde Spadaro ed altri consiglieri, Marino Micich presidente dell’Associazione per la Cultura fiumana, istriana e dalmata nel Lazio e
direttore dell’Archivio Museo Storico
di Fiume in Roma, Emiliano Loria, segretario della predetta Associazione
cullturale, Donatella Schürzel,
vicepresidente del Comitato ANVGD di
Roma e Giorgio Marsan, consigliere
del Comitato stesso. Nell’occasione,
è stato consegnato al Municipio un filmato contenente interviste ad esuli,
realizzato dall’Associazione per la
Cultura istriana, fiumana e dalmata nel
Lazio; è questo un documento importante, il primo di una lunga serie prevista. Nella Sala consiliare, Emilio
Scalfarotto aveva allestito una mostra
di pannelli sulla storia delle terre
giuliano-dalmate. Numeroso il pubbli-
co presente, che ha vivamente apprezzato gli interventi.
Mercoledì 13, il Comune di
Ciampino ha voluto commemorare
per la prima volta il Giorno del Ricordo. La cerimonia, svoltasi nella Sala
consiliare, è stata aperta dal presidente del Consiglio comunale, Vitaliano
Giglio e dall’assessore alla cultura del
Comune, Mauro Testa.
Dopo la proiezione di filmati relativi all’esodo è intervenuta la vicepresidente Schürzel (promotrice e organizzatrice della manifestazione col
Comune di Ciampino) con un intervento critico-letterario sui testi letti da
Forti e Zavadini, evidenziando diversi
aspetti della cultura triestina ed istriana,
nell’ottica della storia, ma soprattutto
del forte senso di giustizia che da ogni
autore si può percepire e dalla coralità
della dimensione umana che cerca la
riconciliazione prima in sè stessa e poi
rispetto agli altri.
Ha sottolineato l’importanza della
storia, della memoria nonché della
cultura che nelle terre giulianodalmate da sempre si è sviluppata e
continua tuttora a produrre grandi
esempi di arte e di apertura civile agli
altri, indipendentemente da questioni
di etnie, religioni e politica. Hanno
portato la loro testimonianza il gen.
Colussi, Sergio Schürzel, Plinio
Martinuzzi, presidente della Consulta
ANVGD del Lazio, Maria Ballarin ed
Emilio Scalfarotto, che ha curato anche in questa circostanza la mostra
sulla storia delle terre giuliano-dalmate.
Sono interventuti amche Marino
Micich e Gianclaudio de Angelini,
quest’ultimo vicepresidente dell’Associazione per la Cultura istriana, fiumana e dalmata nel Lazio. L’iniziativa, che
ha visto la presenza di numeroso pubblico, ha rivecuto ampi consensi e sarà
ripetuta dal Comune di Ciampino nei
prossimi anni.
Giovedì 14, nella sede romana
della Regione Friuli Venezia Giulia
l’Associazione Triestini e Goriziani in
Roma ha organizzato un incontro di
carattere culturale dal titolo Per ricordare: testimonianze di un dramma.
L’iniziativa era curata da Marcello Forti e da Giuliana Zavadini. Per l’ANVGD
sono intervenuti il presidente nazionale Lucio Toth e la vicepresidente del
Comitato di Roma Schürzel, che ha
porttao con sé diversi allievi del Liceo
“Blaise Pascal” di Pomezia, nel quale
è insegnante.
Venerdl 15 febbraio, nella sede del
Senato della Repubblica, è stato organizzato a cura della Società di Stutdi
Fiumani, un convegno per commemorare i Senatori di Fiume Icilio Bacci e
Riccardo Gigante, trucidati dai comunisti jugoslavi. Sono intervenuti Amleto
Ballarini e Marino Micich, rispettivamente presidente della Società di Studi Fiumani e direttore dell’Archivio
Museo Storico di Fiume; il gen. Alberto Ficuciello, consigliere militare della Presidenza del Consiglio dei Ministri e presidente della Commissione per
l’attribuzione degli attestati ai congiunti
degli Infoibati; i proff. Fulco Lanchester
e Augusto Sinagra dell’Università “La
Sapienza” di Roma, il prof. Giuseppe
Parlato, Rettore dell’Università “S. Pio
V” di Roma. Ha aperto l’incontro il
Maestro Squarcia che ha eseguito ottimamente alla viola alcuni brani del
repertorio classico. Folto il pubblico
presente, composto anche dagli alunni dei Licei “Blaise Pascal” di Pomezia,
“Stanislao Cannizzaro” di Roma e
“Michelangelo Buonarroti” di Frascati
(Roma), accompagnati dalle rispettive
docenti Schürzel, Balalrin e Pezzini.
Il 18 febbraio, a Colleferro, Silvano
Moffa, Marino Micich e Franco
Gaspardis sono intervenuti alla conferenza-dibattito dal titolo 10 febbraio:
il diritto alla memoria.
Plinio Martinuzzi
All’istriano Luigi Donorà
le insegne di Cavaliere
dell’OMRI
Dìgnano d’Istria è dunque benedetta fra le cìttà della nostra terra e
dell’Italia poiché dà sovente i natali a
musicisti di altissimo rango.
Ancorché nato a Pola è infatti di
Dignano Antonio Smareglia, fra i migliori operisti italiani di fine ’800 e in
quel periodo rappresentato frequentemente alla Scala. In una biografia del
geniale compositore francese d’opera
Massenet (Werther, Manon, Thaïs, Don
Chisciotte) lessi di uno spostamento di
date concernente una sua opera da
rappresentare a Milano, perché in cartellone vi era un’opera dì Smareglia.
Oggi la memoria del compositore
dignanese si è attenuata; non sparita
però, perché chi conosce le sue Nozze istriane sa che ci troviamo dinanzi
ad una grande pagina di musica. Tornerà, tornerà certamente lo Smareglia
e il destro verrà dato probabilmente
dagli ascolti in concerto, perché i costi di allestimento di un’opera non conosciuta sono moto alti e le conoscenze operistiche meno diffuse di un tempo salvo che per le più popolari.
E di Dignano è Luigi Donorà, festeggiato a Roma il 9 febbraio scorso
alla vigilia del nostro Giorno del Ricordo che ha visto inaugurato la domenica seguente, sulla via Laurentina
cara al ricordo del martirio di San Paolo apostolo, il monumento ai nostri
martiri infoibati. Ricevendo la Croce
di Cavaliere OMRI, Luigi Donorà è entrato anche formalmente nella schiera
degli italiani che hanno ben meritato
della Patria. Che hanno ben meritato
di questa terra dell’arte e della musica, mentre al contempo Donorà è altresì l’aedo della sua patria istriana. Ed
egli si colloca, unitamente allo
Smareglia, nella scia di altri grandi della
musica istriana come Tartini «de Piràn»
- che dovremmo tutti conoscere meglio - o Dallapiccola, che fu maestro
di Donorà . Figlio del preside trentino
Roma, 10 febbraio, davanti il Monumento alle Vittime delle Foibe
(foto Marchiolli/Univertical)
del liceo istriano di Pisino, Dallapiccola si senti assolutamente figlio della
nostra penisola e trasse da essa, ruvida, dalla terra rossa costellata da forre,
doline e fiumi talora incerti, un’ispirazione asciutta, versata in note discontinue, non armoniche, di bellezza geometrica. Il Donorà ha proseguito, ha
superato la lezione del compositore
pisinese, coniugando l’ampliamento
degli orizzonti musicali perseguito
dalla musica del ’900 con le ricchezze tramandateci dai decenni, dai se-
coli precedenti conseguendo sorprendenti risultati di armonie e musiche
modernissime (Là del Quarnaro, L’urlo delle Foibe). In cui egli prosegue ed
amplia la lezione del Puccini - da
Donorà amatissimo - esprimendola e
completandola in una bellezza a lui
peculiare. Benvenuto sia quindi questo riconoscimento che ci invita ad
ancora meglio conoscerlo, dandogli
sempre più la nostra naturale ammirazione. Molti auguri, Cavaliere.
Egone Ratzenberger
Di Franco Marchiolli
le immagini dell’inaugurazione a Roma
Il servizio fotografico sull’inaugurazione a Roma del monumento alle
Vittime delle Foibe, parzialmente pubblicato sul numero di marzo, è di
Franco Marchiolli/Univertical.
«Materia insostituibile alla costruzione
del sapere e della verità storica»
Riproduciamo alcuni passaggi del saluto rivolto dal
vicepresidente del Comitato di Roma, prof.ssa Schürzel,
in occasione dell’inaugurazione del monumento alle
Vittime delle Foibe.
Oggi, Giorno del Ricordo, ci troviamo qui per inaugurare il Monumento ai Martiri delle Foibe istriane. [...]
Questo Monumento è stato fortemente voluto dal Comitato Provinciale di Roma, di cui ringrazio i più stretti
collaboratori, che hanno speso ogni energia e profuso
il massimo impegno per la sua realizzazione,
unitamente ai rappresentanti delle istituzioni locali, ed
in special modo del Municipio di Roma XII e del suo
presidente.
È importante che proprio nella città di Roma, dove
già nel 1947 il municipio già pulsava del cuore degli
esuli che, con l’animo ancora gonfio di immensa sofferenza e al tempo stesso di aspettative e speranze, qui
avevano trovato i primi alloggi che potessero dirsi tali,
oggi sia stato eretto questo Monumento, a memoria di
quanto di indicibile sia avvenuto nella recente storia
italiana e a monito di quanto non dovrebbe mai più
accadere.
Il Ricordo, la Memoria di fatti, valori, convinzioni e
sentimenti con un forte impatto emotivo, quali sono le
vicende riguardanti i giuliano-dalmati, offre materia
insostituibile, non solo alla costruzione del sapere e
della verità storica, ma anche, soprattutto dell’identità,
che è qualcosa che, al di la delle collocazioni geografiche, è dentro di noi e ovunque può essere sentita, si
può ritrovare ed affermare.
[...] Il 10 febbraio 2008, Giorno del Ricordo, finalmente rende onore con questo monumento alle Vittime delle Foibe che simbolicamente rappresentano tutte le vittime delle terre giuliano-dalmate e riunisce nel
senso più completo del termine gli esuli istriani, fiumani
e dalmati, questi italiani di altissima fede verso la Patria, a tutti gli italiani in una memoria giusta e condivisa, in un unico grande sentire che è quello dell’Italia
tutta.
Donatella Schürzel
10
DIFESA ADRIATICA
Pubblichiamo le cronache di alcune manifestazioni promosse in Italia. Un elenco naturalmente parziale,
considerando che oltre 200 città (fonte ANSA) sono state teatro di commemorazioni ufficiali.
CAMPOBASSO
La Presidenza della Regione
Molise e l’Associazione Nazionale
Dalmata hanno promosso congiuntamente la commemorazione del Giorno del Ricordo, alla presenza del presidente della Regione, Michele Iorio,
del presidente nazionale ANVGD Lucio
Toth, del prof. Onorato Bucci, dell’Università del Molise, e di Guido Cace,
presidente dell’A ND . «In questa
opccasione – ha detto tra l’altro l’on.
Iorio – abbiamo ritenuto di organizzare una mostra fotografica con materiali inediti riguardanti gli infoibati per
mantenere sempre viva la memoria di
quella scellerata violenza [...]. Abbiamo realizzato un filmato, [...] interviste di testimoni, di sopravvissuti, di
parenti delle vittime».
L’11 febbraio, nel Convitto di
Campobasso, si è tenuto dunque il
convegno con i rapperesentanti delle
associazioni esuli e delle istituzioni, nel
corso del quale è stata conferita dalla
Presidenza della Regione una medaglia d’oro alla memoria di tre infoibati
originari del Molise. «Abbiamo voluto invitare anche i tanti profughi – ha
rimarcato il presidente Iorio – che in
quegli anni furono costretti ad abbandonare le loro case e le loro attività
economiche». Prima dell’inizio dei
lavori del convegno, cui hanno
presenziato le massime istituzioni regionali, i rappresentanti del mondo
economico e sociale della Regione e
varie delegazioni degli studenti
molisani, è stato presentato il filmato
realizzato dall’editore Palladino di
Campobasso. La Presidenza della Regione Molise, considerato l’alto contenuto storico-culturale delle immagini e della parte narrativa, ha inteso distribuire successivamente la pellicola
a tutte le scuole del Molise per dare
agli studenti un valido supporto per
l’approfondimento di quei fatti che
caratterizzarono i mesi successivi alla
fine della seconda guerra mondiale in
quella particolare parte d’Italia.
È stata quindi presentata la ristampa anastatica, voluta dalla Presidenza
della Regione Molise, di alcune copie
del “Giornale d’Istria” che documentava la cronaca quotidiana degli eccidi
in Istria. La mostra «Foibe: martiri dimenticati» è stata allestita presso la
Cappella del Convitto “Mario Pagano”
di Campobasso, ed è rimasta aperta
sino alla fine del mese.
CASERTA
Piena riuscita nel capoluogo campano del convegno «Fuga dal confine
orientale, memorie di un esilio», promosso dall’assessorato alla Cultura
della Provincia di Caserta, in collaborazione con il Centro studi “Francesco Daniele” e l’Istituto Storico della
Resistenza. L’incontro è stato dedicato alle vicende delle popolazioni
istriane e dalmate, vittime di indiscriminate persecuzioni e di feroci rappresaglie, culminate con gli eccidi
nelle foibe, e costrette a un dolorosissimo esodo dai territori del confine
orientale. Dopo il saluto del vicepresidente della provincia Domenico
Dell’Aquila, è stato proiettato il video
«Voci in esilio», curato da Emiliano
Loria dell’Associazione per la Cultura
istriana, fiumana e dalmata nel Lazio,
contenente recenti interviste e testimonianze di esuli giuliano-dalmati. Il folto pubblico presente in sala ha poi
seguito con grande attenzione gli interventi dei due relatori. Lo storico
Aprile 2008
Il Giorno del Ricordo in Italia
Francesco Soverina dell’ICSR “Vera
Lombardi” su «Storia e memoria delle
popolazioni dell’Istria e della Dalmazia» ha fatto un’analisi ampia e
approfondita delle vicende storiche
nell’Adriatico orientale, dal 1918 agli
anni ‘90. L’avv. Vittorio Giorgi ha
relazionato su «L’Istria, Fiume e la
Dalmazia nei trattati internazionali. La
condizione giuridica degli esuli»: ha
illustrato la specifica identità culturale
latina-veneta delle regioni dell’Istria e
della Dalmazia, quindi ha esaminato
il trattato di Parigi, il Memorandum di
Londra e il trattato di Osimo che hanno segnato la cessione di interi territori alla Jugoslavia di Tito, causando l’inevitabile esodo degli italiani. Ha infine
esposto la questione giuridica degli
indennizzi e della restituzione dei beni
agli esuli, purtroppo ancora irrisolta. I
lavori sono stati coordinati dallo storico Felicio Corvese, presidente del Centro studi “Francesco Daniele”, che ha
sottolineato l’antico carattere multiculturale e multietnico delle regioni
dell’Adriatico orientale. Al termine c’è
stata una toccante testimonianza di un
esule da Zara, da molti anni residente
a Caserta.
Davanti al tavolo dei relatori, in
bella mostra, le bandiere dell’Istria,
Fiume e Dalmazia, fornite dall’ANVGD.
La notizia del convegno è stata diffusa
dai giornali casertani e dai giornali web
prima e dopo il convegno. Le immagini dell’incontro e le interviste ai
relatori sono state trasmesse dal telegiornale di RAI3 Regione e da Teleluna.
FRASCATI (ROMA)
Venerdì 22 febbraio, presso le scuderie Aldobrandini a Frascati, l’Associazione per la Cultura Fiumana,
Istriana e Dalmata nel Lazio e l’Archivio Museo Storico di Fiume , con il
patrocinio del Comune di Frascati hanno organizzato un convegno su «Istria,
Fiume e Dalmazia: L’esodo e le foibe»
indirizzato agli alunni delle scuole
medie superiori locali.
Ha introdotto e moderato la
prof.ssa Maria Luisa Botteri e sono intervenuti il dott. Marino Micich (presidente Associazione per la Cultura fiumana, istriana e dalmata nel Lazio)
che ha parlato su «L’italianità in Istria,
Fiume e Dalmazia» e l’on. Lucio Toth
(presidente nazionale ANVGD) su «Il
dovere della memoria».
È stato inoltre presentato il testo La
questione del confine orientale italiano a cura delle autrici prof.sse Patrizia
Pezzini, Mirella Triboli e Maria Luisa
Botteri.
Il vicesindaco Frascatani ha porto
i saluti del Comune che si compiace
di celebrare tutte le giornate della
memoria anche in ricordo dei propri
morti dell’8 settembre 1943. È stata
quindi la volta della proiezione del filmato a cura del dott. Emiliano Loria
«Voci in esilio» seguita dalle testimonianze degli esuli giuliano-dalmati
Franco Gaspardis e Niella Penso .
Sono seguite le domande degli allievi e gli interventi delle professoresse accompagnatrici. Interessante in
particolare l’intervento della prof.ssa
Barberio del Liceo classico “Cicerone”. Al dibattito finale hanno contribuito i relatori, anche per rispondere
alle domande sia dei ragazzi dell’Istituto tecnico “Buonarroti” che del Liceo di Frascati.
ISERNIA
Nel Giorno del Ricordo dedicato
alla memoria delle vittime delle Foibe
il vicesindaco e assessore alla pubblica istruzione del Comune di Isernia,
Giovancarmine Mancini, è intervenuto
sul significato di tale giornata. «L’eccidio delle foibe è stata una delle pagine più tristi della storia italiana recente. Furono migliaia i nostri connazionali uccisi e moltissimi i profughi costretti a fuggire dalle terre occupate dai
comunisti titini. Fu una vera e propria
pulizia etnica. Una strage per decenni
dimenticata, una dimenticanza tanto
colpevole da apparire oggi come una
congiura del silenzio».
Mancini ha programmato una iniziativa tesa a sensibilizzare le nuove
generazioni al ricordo di quella tragedia: «Il prossimo 7 marzo, presso la
scuola media “Giovanni XXIII”, interverrà l’on. Lucio Toth, presidente nazionale dell’Associazione Venezia
Giulia e Dalmazia, il quale, incontrando gli studenti, parlerà loro delle vittime delle foibe e degli italiani cacciati
dalla Venezia Giulia e dalle coste
dalmate». Il vicesindaco ha annunciato il proposito di fare un gemellaggio
con Zara, città che, nel novembre
1943, fu rasa al suolo dai bombardieri
delle truppe alleate, in modo analogo
a quanto subito da Isernia due mesi
prima.
(fonte addetto stampa
Mauro Gioielli)
PALERMO
Nella splendida Chiesa di S. Eugenio Papa, esuli e autorità civili e militari hanno commemorato, sabato 9
febbraio, il Giorno del Ricordo con una
Messa officiata da padre Angelo
Carrara. Nel corso della cerimonia religiosa è intervenuto Gino Zambiasi,
profugo da Fiume, il quale ha richiamato le ragioni della memoria, il clima di violenza e di intimidazione imposto dal regime jugoslavo di Tito per
indurre la popolazione italiana all’esodo, le deportazioni e le soppressioni
di innocenti ad opera dei partigiani
comunisti.
Assieme ai rappresentanti delle Isti-
tuzioni pubbliche, quali l’assessore al
Turismo e sport Raul Russo e il
Vicequestore dott. Antonucci, erano
presenti al rito le diverse associazioni
d’arma con i loro presidenti, il gen.
Gualtiero Consolini, presidente Comitati d’Intesa, e il presidente regionale
dei Bersaglieri, col. Giacomo Alfano.
Domenica 10 febbraio, alle ore
17.00, da Piazza Politeama s’è mosso
un corteo con numerosi partecipanti,
con medaglieri, labari e bandiere, prime fra le quali quelle di Fiume, dell’
Istria e della Dalmazia. Tutti stretti attorno a don Andrea Di Paola, cappellano militare capo Guardia di Finanza Comando Regionale Sicilia, che
sulla scalinata del monumento del
Milite Ignoto in Via Scarlatti, prima di
benedire la corona ha voluto ricordare ai presenti i motivi della cerimonia
e della presenza degli esuli.
Gino Zambiasi
MONTE COMPATRI (ROMA)
Ancora in Provincia di Roma un
incontro ed una mostra dedicata al
confine orientale con il patrocinio del
Comune, della Provincia e della Regione Lazio.
Presenti il sindaco, avv. Marco De
Carolis, il vicesindaco avv. Fabio
d’Acuti, l’assessore ing. Patrizio Ciuffa,
il professor D’Acunzo dell’Università
di Cassino e l’avv. Rolando Grossi,
moderatore dell’incontro dedicato
all’Istria, Fiume e Dalmazia nel ricordo della tragedia.
Promotrice dell’iniziativa, in veste
di rappresentante dell’Associazione
Nazionale Dalmata e come responsabile della Commissione cultura della Pro Loco di Monte Compatri, la
prof.ssa Maria Luisa Botteri, che ha
svolto una relazione su Zara e una sulla
romanità nell’Adriatico orientale.
È seguito un dibattito al quale sono
intervenuti molti dei presenti con domande appropriate.
Palermo, 10 febbraio. Alcuni dei partecipanti
all’omaggio ai Caduti in occasione delle cerimonie
per il Giorno del Ricordo (foto A. Modesto)
NOVARA
«Donne, memoria e confine: voci
dalla letteratura femminile istriana»,
questo il titolo del convegno tenutosi
nell’Aula magna dell’Università di
Novara, ricavata nella già caserma
“Perrone”, che fu dopo l’esodo uno
dei più grandi campi profughi in Piemonte.
L’incontro, presieduto dall’assessore provinciale alla Cultura, Paola
Turchelli, ha visto gli interventi di
Mauro Begozzi, Anna Cardano, dell’esule istriana Romana Sansa, di Alessandra Argenti Tremul (per la Società
di studi storici e geografici di Pirano),
di Carla Rotta, scrittrice, e della prof.ssa
Elis Deghenghi Oluiijc, docente di
italianistica nell’Università di Pola e
autrice di numerosi pregevoli saggi
sulla letteratura istriana “al femminile”.
Il convegno ha avuto il patrocinio
della Presidenza della Repubblica, del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali e delle Pari Opportunità.
Ricordiamo che a Novara è insediata una cospicua comunità di esuli
per i quali venne realizzato nel dopoguerra il «Villaggio Dalmazia». Folta
la rappresentanza di esuli che ha voluto seguire l’incontro.
Novara, convegno «Donne, memoria e confine:
voci dalla letteratura femminile istriana»,
in primo piano, da destra, la prof.ssa Elis Deghenghi Olujic,
alla sua destra Alessandra Argenti Tremul
Il pubblico presente nell’Aula magna
dell’Università per assistere al convegno
Aprile 2008
RECANATI (MACERATA)
Anche quest’anno la città di
Recanati ha celebrato il Giorno del
Ricordo. Due sono state le iniziative.
La prima, l’11 febbraio, nell’Aula
magna del Palazzo comunale, organizzato dal Comune in collaborazione con l’A DES e l’ASI , prevedeva
lincontro con Pietro Crasti, presidente
ADES. La seconda l’illuminazione artistica della residenza municipale dall’8
al 12 febbraio. Il monumento più rappresentativo della città, sede delle istituzioni, è stato dunque di nuovo una
sorta di testimonial del 10 Febbraio.
Dopo aver celebrato la Giornata della
Memoria il 28 gennaio, con una mostra sulla Shoah e l’apposizione di pannelli illustrativi in via Montevolpino,
dove sorgeva l’antico ghetto di
Recanati, e in vicolo Sebastiani, luogo di insediamenti ebraici, Recanati
ha voluto assumere l’iniziativa di
commorare le Foibe e l’esodo.
Un’Aula magna gremita di studenti
ha fatto dunque da cornice all’incontro con Pietro Crasti, nipote di un semplice agronomo, ucciso dai partigiani
di Tito. Ad introdurre l’intervento di
Crasti è stato il sindaco Fabio Corvatta,
che ha ricordato ai giovani il dramma
delle foibe e l’oblio che per sessant’anni ha coperto la vicenda. Ha ricordato
anche quando, nel 2000, l’assessore
alla Cultura on. Franco Foschi, che era
anche presidente di un’associazione
di rifugiati, organizzò un convegno per
ricordare quei fatti. «In quel contesto
facemmo la scelta di intitolare una via
ai Martiri delle Foibe. Una scelta – ha
osservato il sindaco – coraggiosa e sulla
quale, meno di otto anni fa, non trovammo condivisione. Oggi è il presidente della Repubblica Napolitano a
rendere merito, con saggezza e responsabilità, a quel grande lutto».
Il Giorno del Ricordo in Italia
lineato la signora Stocchi – ci aiuta a
capire perché tanti hanno preferito
l’esilio piuttosto che rinunciare alla
propria identità culturale.
Una fiumana di donne, bambini,
vecchi, uomini di ogni età e condizione attraversò l’Istria e laVenezia Giulia,
direttaverso la stessa unica meta: la
libertà. Andavano a Pola e a Trieste, lì
attendevano le navi che li avrebbero
portati in Italia, come se già non ci fossero, in Italia. Coloro che si salvarono
vennero nella penisola, a volte furono
accolti bene, più spesso malvolentieri; altri si dispersero in tutte le parti del
mondo.
Oggi, nei loro cuori è ancora vivo
l’amore per la terra che li ha visti nascere e non li vedrà morire.
Essi non dimenticano chi sono e
da dove sono venuti, insegnano ai loro
figli le antiche nenie e le vecchie
tradizioni,a rispettare le altre culture e
a far conoscere la propria, raccontano
la Storia così come loro l’hanno vissuta».
A Tarquina (Viterbo),
nessuna commemorazione
un commento di Romeo Manfredi Rotelli
Nessun Ricordo, e nessuna Memoria, in quel di Tarquinia. Lo rileva con
rammarico Romeo Manfredi Rotelli,
figlio di profuga da Zara, che in un
corsivo sul periodico locale “L’Extra del
‘la Lestra’” così commenta la latitanza
della municipalità.
«Riflettevo con mestizia, agli inizi
di quest’anno, che la consueta celebrazione del Gìorno del Ricordo presso la sala consiliare della Civica residenza non avrebbe visto la presenza
di mia madre e di Elda Mazzarol, entrambe venute a mancare anche alla
piccola comunità locale di istriani,
fiumani e dalmati. E fantasticavo sull’opportunità, offerta dalla circostanza, di poter commemorare le Scomparse, svelando agli intervenuti quella
loro calma fortezza che le avrebbe
spinte a guerra appena conclusa, una
sola valigia alla mano, ad abbandonare le ridenti e prospere città native,
e gli averi, gli affetti e i morti nel camposanto, per un futuro ricco solo
d’asperità e d’incognite, pur di rimanere Italiane. [...]
Contrariamente, però, alle aspettative, e ai luminosi dettami d’una legge dello Stato, il 10 febbraio scorso non
s’è tenuto, a Tarquinia, alcun Giorno
del Ricordo, così come, del resto, il
27 gennaio precedente non era stato
promossa alcuna Gìornata della Memoria dell’Olocausto. Niente rievocazioni, quindi [...]. Dinanzi alla
sconfortante realtà dell’ablazione delle due solennità civili, e secondando
un imperioso moto dell’animo, ho così
deciso di deporre un mazzo di fiori,
completo di nastro tricolore con il mio
nome, sul Monumento ai Caduti di
viale Dasti – mancando, in città, luoghi più adatti – quale personale
onoranza alle vittime del nazismo e
del titoismo e di tutti gli altri “ismi”
sanguinari che hanno funestato lo scorso secolo. [...]
Obiettivamente, “rebus sic stantibus”, è già tanto che nessuno mi abbia perseguito per manifestazione non
autorizzata o, magari, per indebita
occupazione di suolo pubblico».
Red.
Danneggiata da ignoti
l’insegna del Centro culturale
«Carlo Combi» di Capodistria
Capodistria. Ennesimo atto vandalico ai danni di un’istituzione della
Comunità italiana nell’Istria oggi slovena. L’insegna del Centro culturale
«Carlo Combi» di Capodistria, è stata infatti danneggiata da ignoti a metà
febbraio. «Si tratta di un ennesimo caso di vandalismo nei confronti di
un’istituzione italiana», ha detto a caldo Flavio Forlani, presidente della
Comunità autogestita costiera della nazionalità italiana. «Non potrebbe
essere diversamente, visto che ci sono quattro tabelle all’entrata dell’edificio dove operano varie istituzioni, ed è stata presa di mira soltanto quella
minoritaria». La denuncia è stata sporta per atti vandalici nei confronti di
ignoti. La tabella era stata affissa in occasione dell’inaugurazione della
sede, lo scorso dicembre. «Sono cose che preoccupano», ha rimarcato
Forlani, «e che seguono la scia dei fatti di Pirano, con la segnaletica cancellata e l’imbrattamento all’elementare italiana».
SULMONA (L’AQUILA)
«È giusto che la scuola e le istituzioni si facciano un dovere di informare i giovani riguardo quelle tragiche pagine della nostra storia relative
alle foibe e che non sono menzionate
sui testi di storia».
Così si è espressa la sig.a Maria
Antonietta Stocchi, figlia di un esule
giuliano, intervenuta alla celebrazione organizzata a Sulmona da AG. Erano presenti anche il presidente provinciale A NVGD Livio Gobbo, esule
istriano, che ha portato la sua testimonianza e la vice presidente prof.ssa
Maria Luisa Aniceti.
«Conoscere questi fatti – ha sotto-
11
DIFESA ADRIATICA
Recanati, l’illuminazione artistica della residenza municipale.
Le normali luci di piazza Giacomo Leopardi sono rimaste spente
mentre era in funzione un’illuminazione tenue, emanata
dall’interno del Palazzo da appositi punti luce
curati dalla ditta “iGuzzini illuminazione”
(fonte assessore Roberto Bartomeoli, Comune di Recanati)
Da est a ovest: la «Bancarella» da Trieste a Torino
Il Salone del libro dell’Adriatico orientale, la «Bancarella», la manifestazione ideata ed organizzata dal CDM
(Centro di Documentazione Multimediale della Cultura
Giuliana Istriana Fiumana e Dalmata) e coordinata da
Rosanna Turcinovh Giuricin, presenta ormai da qualche
anno, a Trieste, il meglio dell’editoria e della divulgazione della civiltà italiana dell’Adriatico durante cinque giornate di incontri, dibattiti, musica e spettacoli, alle quali
partecipano autori ed editori, autori, studiosi e pubblico.
Ora, per la prima volta, la «Bancarella» è stata ospitata a Torino nei giorni 27, 28 e 29 marzo 2008 nella
sede prestigiosa del Circolo dei Lettori di Palazzo Graneri
della Roccia, in collaborazione con l’Associazione culturale Istriani, Fiumani e Dalmati del Piemonte.
Il programma ha registrato interventi su Pier Antonio
Quarantotti Gambini e FrancoVegliani, con lettura a cura
del “Teatro della Caduta”, concerti del Mitteleuropa
Ensemble Chamber Quartet, l’evento multimediale di
musica e poesia Musica Popolare dell’Istria veneta - canti
dell’Esodo istriano e i grandi poeti istroveneti del Novecento, e presentazioni al pubblico torinese di prodotti
della cultura eno-gastronomica dell’Istria e della
Dalmazia («Sapori e profumi dell’Adriatico Orientale»).
Nell’ambito della “tre giorni” è stato presentato il vo-
lume di Daria Garbin Salona negli scavi di Francesco
Carrara (se ne parlerà in uno dei prossimi numeri di “Difesa”) ed è stata data un’anticipazione dei molti appuntamenti previsti nel corso della «Bancarella» 2008 a Trieste.
red.
Capodistria, la piazza veduta dalla Loggia
Da Trieste a Torino, la prima “uscita” della «Bancarella» curata dal CDM
12
DIFESA ADRIATICA
Aprile 2008
PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196)
Note dolorose...
Laura Orlich ricorda la zia materna
La sorella Nair e la nipote Patrizia con Guglielmo ricordano con immutato
affetto la cara
Etta Bommarco
morta a Genova il 2 agosto 2007.
Era nata a Cherso nel 1914, si era sposata giovanissima ed era vissuta a
Fiume, fino all’esodo nel 1946. Ricordava sempre il Suo Quarnaro e vi tornava
quando poteva.
Orgogliosa della sua italianità, leggeva molto, anche “Difesa Adriatica”
Il 31 dicembre 2007 è deceduto a Torino il
Odense Nerini
esule da Fiume
mancata a Roma nel 1994. Ne serbano intatto il ricordo dell’intelligenza, della bontà d’animo e della non comune cultura, l’amore per la quale ha saputo trasmettere a
quanti Le sono stati vicini. Fedelissima al ricordo di Fiume,
ha saputo guardare al mondo attraverso l’arte con generosa
sensibilità. In Sua memoria offrono un’elargizione all’ANVGD.
Geom. Livio Laudani
Era nato a Pola nel 1920. Lascia nel profondo dolore
la moglie Nives Benussi, le figlie Luciana e Maura con i
rispettivi mariti e nipoti.
Dopo l’esodo si trasferì a Torino dove risiedeva in
C.so Peschiera, 142.
Fu un marito e padre affettuoso, sempre allegro, sereno, amante della compagnia e della musica, riconosciuto quale ottimo pianista e professionalmente stimato
disegnatore nell’ambito di lavoro.
Vasto cordoglio ha suscitato fra i polesani a Torino, in
particolare negli ambienti legati all’esodo e nell’impiego avendo per moltissimi
anni esplicato la sua molteplice attività.
Dotato di una grande umanità, oltre che di qualità morali, ha sempre riscosso affetto e simpatia da parte di tutti gli amici polesani e non, ricordando fino
all’ultimo la Sua amata Pola.
È con grande dispiacere che la triste notizia verrà recepita da tutti coloro che
Lo hanno conosciuto e stimato per la Sua integrità morale e la Sua infinita bontà.
Alla cara Signora Nives, amica d’infanzia e sempre di mia moglie, e a tutta
la Sua famiglia, porgiamo le più affettuose e sentite condoglianze.
Bernardo Gissi
Col pensiero rivolto alla Sua cara Istria, ha chiuso la Sua vita terrena il 6
gennaio 2008
Giuseppe Pelletti
di anni 92. Nato il 13 marzo 1915 a Dignano d’Istria,
inizia la Sua vita di esule a pochi giorni dalla nascita.
Quasi tutta la popolazione di quella terra, zona di guerra, viene trasferita in Boemia. A fine conflitto, ritorna in
Italia e la famiglia di ricompone con tanti sacrifici. A 20
anni entra in Aeronautica, ma dopo pochi anni l’Italia è
coinvolta in un nuovo conflitto mondiale, con nuovi lutti e distruzioni. Sua mamma un giorno scompare, come
tanti altri italiani. Verrà poi ritrovata in una foiba. Nel 1947, a malincuore, è
costretto a lasciare la Sua casa per trasferirsi in Italia, e dopo il matrimonio si
stabilisce in provincia di Milano. Forma la Sua famiglia, nascono tre figli e più
avanti quattro nipoti. Nel 1975, dopo 40 anni di servizio, lascia la carriera
aeronautica. Inizia così la vita di pensionato e d’uomo, che ha concluso il 6
gennaio scorso, dopo 58 anni di matrimonio. La moglie, signora Vittoria, i figli
con le rispettive famiglie, i nipoti, con rimpianto e nostalgia così Lo ricordano.
I famigliari tutti e l’amica Giuly ricordano con affetto la cara
A Bologna è mancato all’affetto dei Suoi cari e della grande famiglia della
S.G. Fortitudo il
Can. Dott. Don Corrado Mengoli
cognato di Liliana Martissa Mengoli, Esule dall’Istria e autorevole componente del “Coordinamento Adriatico” di Bologna.
In un comunicato ufficiale la S.G. Fortitudo ha dato notizia della perdita di
Don Corrado Mengoli. Le esequie si sono svolte a Bologna martedì 19 febbraio
2008 nella Palestra della Fortitudo in Via San Felice 103, celebrate da S.E. Card.
Carlo Caffarra, Arcivescovo di Bologna
«La S.G. Fortitudo piange Don Corrado Mengoli
Si è spento ieri sera nella Sua abitazione don Corrado Mengoli, nominato fin
dal 1953, dal Card. Nasalli Rocca direttore dell’opera, nata nel 1901 per volontà di don Mariotti e per dieci anni Giudice del Tribunale Ecclesiastico Regionale
Flaminio e in precedenza per tantissimi anni avvocato del tribunale stesso. Don
Corrado era nato a Bologna il 7 febbraio 1924 e ordinato sacerdote il 10 agosto
1946. Fin dai tempi del seminario era noto il suo amore per lo sport, tanto che la
domenica quando il Bologna giocava in casa, i suoi compagni seminaristi ricordano che riusciva sempre a capire quando la squadra segnava. Con la nomina
a Direttore della S.G. Fortitudo la sua passione si trasforma in quotidiana offerta
della vita [...]».
«Con don Corrado – afferma Giancarlo Tesini, presidente dell’S.G. Fortitudo
– scompare una figura storica della Fortitudo».
Ciao Claudio! Sono contenta della tua rubrichetta, finalmente qualche babezzo… Bene, sai cosa ti volevo dire? Sai
cosa ho combinato? A settembre 2007 mi sono iscritta a un
corso serale di croato, qui a Milano. Ci sono altri esuli, non tutti
con nomi italiani (o italianizzati, come il mio) e anche gente
“italiana”. In tutto poca gente. Ci ho pensato per molto tempo:
i miei si rivoltano nella tomba.
Io però penso che una buona volta bisogna accantonare e
andare avanti, per evitare che Storia e le brutte storie si ripetano… Ciao!
Tullia Pace
fiumana nata in via Bolzano, 8
il 27 gennaio 1946
e arrivata a Milano in un cestino
Cara amica Tullia, grazie per il Suo contatto simpatico, vivo
e vibrante. Non male come percorso il Suo.
Si è iscritta a un corso di croato? Francamente (e con il
cuore) La promuovo a 100 punti.
Perché? Semplice.
Mi ha colpito positivamente la modernità, l’attualità della
frase «...evitare che Storie e le brutte storie si ripetano…».
Anch’io lo ripeto: quelle terre trasuderanno sempre l’antica
presenza culturale e storica della nostra civiltà.
Lei, in un istante, ha trasmesso l’idea che ci si può innalzare
da ricordi nostalgici, spesso dolorosi. Innalzarsi per poter rivedere con dignità il nostro futuro.
Quelle terre vivono speranze in evoluzione; l’importante è
Myriam Voncina ved. Kauten
e in memoria offrono un’elargizione a “Difesa Adriatica”
È mancato all’affetto della Sua famiglia
Carlo Pozzi
Lo annunciano con dolore e immutato affetto la moglie Laura Goacci e i figli
Mauro.
È mancato il 21 gennaio 2008
Nino Milazzi
di anni 92, consorte della capodistriana Duilia Godignani Milazzi.
Era nato in Friuli ma abitante e studente a Trieste fin da bambino e fino al
matrimonio con la sig.ra Duilia. Gli amici ricordano la passione patriottica del
caro Nino, che gli ha sempre fatto difendere le posizioni dei profughi istriani e
partecipare ai loro travagli.
Per ricordarLo agli amici lontani e a quanti Lo hanno, magari molto tempo
fa, conosciuto e ritenendo di fare ciò che il nostro Nino avrebbe desiderato di
fare, inviano euro 125,00 in memoria i sigg. Vittorio e Livia Gobbo, Pino e
Fioretta De Forza, Maria Ulessi.
CLAUDIO PER VOI
ricordarle, viverle, riviverle con occhi nuovi, costruttivi, senza
farsi toccare da polemiche e rimpianti. Mi fa piacere constatare
che lei sia Acquario. Segno lungimirante, moderno, non banale. Spero che coltivi qualche contatto con la Sua terra d’origine,
quest’anno potrebbe donarLe una nuova, intensa pagina da
scrivere. Una sincera stretta di mano.
P.S. I Suoi cari non si stanno rivoltando nella tomba ma la
osservano con affetto. Sono orgogliosi di Lei!
• • •
Ho letto la rubrica “Claudio per voi” sul numero di febbraio di “Difesa Adriatica”. Ho notato l’accortezza e la sensibilità
del sig. Claudio nel predisporre la risposta. Mi chiedo quindi,
da figlia di profughi, perché i miei genitori (e tanti altri da quello che so) ci hanno celato per tanti anni una cruda realtà storica
che noi scopriamo quasi solo oggi?
Non è una piacevole sensazione quella di farsi raccontare
la propria storia da altri, mentre a casa nessuno ha mai avuto il
coraggio di farlo.
Giovanna H.
La seguente informativa le viene resa ai sensi e per gli effetti del
Decreto Legislativo 30 giugno 2003 n. 196 in materia di protezione
dei dati personali e concerne i dati forniti all’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, in relazione agli abbonamenti alla
rivista “Difesa Adriatica”.
Categorie di dati personali
oggetto di trattamento, scopi e modalità del trattamento stesso.
Le finalità del trattamento dei Dati Personali sono le seguenti:
a) permettere la corretta esecuzione delle obbligazioni contrattuali
da noi assunte nei confronti degli abbonati e viceversa, nonché
degli adempimenti contabili e fiscali seguenti,
b) permettere l’adempimento agli obblighi previsti da leggi, regolamenti e normative comunitarie, ovvero a disposizioni impartite
da autorità a ciò legittimate della legge e da organi di vigilanza e
controllo,
c) permettere di svolgere attività di informazione circa nostri ulteriori prodotti e/o servizi, nonché attività promozionali, commerciali e di marketing; attività di rilevazione del grado di soddisfazione degli abbonati.
Il trattamento avverrà mediante supporti sia telematici che cartacei,
entrambi eventualmente organizzati anche come banche dati o archivi, e comporterà, ove necessario, l’uso di comunicazioni postali,
telefoniche e telematiche.
I Dati Personali verranno gestiti dal personale addetto che, nominato
responsabile e/o incaricato del trattamento secondo la vigente organizzazione aziendale, è preposto al loro trattamento al fine del
raggiungimento degli scopi precedentemente indicati.
I Dati personali verranno posti a conoscenza dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – Via Leopoldo Serra 32, Roma di Caterini Editore Società a.s. – Via Ambrogio Traversari n. 72, Roma
- nonché di Spedis S.r.l. – Via dell’Omo n. 128 Roma, nominate
responsabili del trattamento, che sono preposte al loro trattamento in
outsourcing nel rispetto delle finalità come sopra elencate.
Eccetto alle sopraccitate persone, fisiche o giuridiche, enti o istituzioni, non è in alcun modo prevista la comunicazione dei Dati Personali a terzi, ovvero la loro diffusione.
Natura obbligatoria dei conferimenti
dei Dati Personali e conseguenze in caso di mancata risposta
Il conferimento dei Dati Personali ed il relativo trattamento per le
finalità indicate sub a) e sub b) nel precedente paragrafo sono strettamente funzionali alla ricezione della Rivista “Difesa Adriatica” e pertanto costituiscono condizione necessaria per poter dar seguito alla
spedizione della rivista indicata.
Il conferimento dei Dati Personali ed il relativo trattamento per le
finalità indicate sub c) nel precedente paragrafo sono invece facoltativi.
Conseguentemente, la mancata prestazione del consenso al trattamento comporterà l’impossibilità per l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, di svolgere le attività ivi indicate, e pertanto, di fornire i beni e/o servizi ivi indicati.
Diritti dell’interessato
L’art 7 del codice le garantisce i seguenti diritti:
1. ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali a Lei
relativi ed ottenere la comunicazione in forma leggibile;
2. ottenere l’indicazione dell’origine dei Dati Personali; delle finalità e delle modalità del trattamento; della logica applicata in caso
di trattamento effettuato con l’ausilio di strumenti elettronici; degli estremi indicativi del titolare del trattamento e dei responsabili
del trattamento; dei soggetti, o delle categorie dei soggetti ai quali i dati Personali possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di responsabili del trattamento o di
persone incaricate del trattamento;
3. ottenere l’aggiornamento, la rettifica o l’integrazione dei Dati Personali, la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il
blocco dei dati trattati in violazione di legge; l’attestazione che le
operazioni indicate in precedenza sono state portate a conoscenza, anche per quanto riguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i Dati Personali sono stati comunicati o diffusi;
4. opporsi, in tutto o in parte, al trattamento di dati per motivi legittimi, anche se i dati sono pertinenti allo scopo della raccolta; al
trattamento di dati ai fini di invio di materiale pubblicitario, di
vendita diretta, per il compimento di ricerche di mercato o di
comunicazione commerciale.
Titolare del trattamento
e disponibilità della lista dei responsabili del trattamento
Il titolare del trattamento dei Dati Personali è ll’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia con sede in Roma, Via Leopoldo
Serra, 32, nella persona del Direttore Responsabile, D.ssa Patrizia C.
Hansen.
Qualsiasi comunicazione o atto ufficiale potrà essere inviato presso
la sede dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, nella
persona del Direttore Responsabile, D.ssa Patrizia C. Hansen, nominato responsabile del trattamento anche per consentire agli interessati l’esercizio dei diritti di cui all’articolo 7 del codice.
Una lista completa dei responsabili del trattamento dei Dati Personali è disponibile presso la sede dellAssociazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Via Leopoldo Serra, 32 Roma.
Il modello di consenso sarà spedito a tutti gli abbonati per posta
ordinaria o come supplemento a “Difesa Adriatica”.
Carissima Giovanna, grazie per il contatto e le parole che mi
hanno scaldato il cuore. Impressionanti sono le analogie, interiori ed esteriori, che tutti noi figli di profughi abbiamo sperimentato ed integrato nel nostro Dna umanitario, spirituale. Ti
propongo una riflessione. Non banale, non superficiale. Ascolta
con il cuore, ti prego. Pensa a una coppia, un amore che si sta
evolvendo, ricco di speranze, di entusiasmo, di timori e incertezze, eccetera. Questa coppia ha investito molto nei propri figlioli, per un futuro ottimista e consapevole. Ma…qualcosa sta
per accadere… Qualcosa che modificherà per sempre la loro
vita. Un futuro sgretolato da profondi e anche ingiustificati sensi
di colpa. Verso se stessi (troppe domande senza risposta) e verso
i figli (come sarà il loro domani? Avremmo potuto fare qualcosa?
Ma cosa? Perché è accaduta questa tragedia? Perché questo odio?).
Ecco…secondo me, la chiave di lettura sta proprio in questo
senso di colpa vissuto nello sradicarsi da certezze ataviche per
affrontare nebbie dolorose e intrise da incomprensioni che partivano anche dai figli. Quindi… questa tragedia aiuta amori a
consolidarsi ma ne frantuma altri, provoca conflitti generazionali per motivazioni drammatiche (le radici, il passato non risolto
mischiato con un presente molto fragile, brandelli di spiegazioni
politiche e sociali, eccetera). Ma qualcosa si è davvero spezzato… Ecco perché penso che se scattasse una vera solidarietà
generazionale da tutte le parti, l’affetto e la rinascita potrebbero
creare un futuro di riscatto, ricco di sorprese costruttive e di propositi equilibrati. Tutto ciò può avvenire anche per le nuove persone che si avvicineranno alla nostra storia, senza pregiudizi ma
con comprensione e, ripeto, solidarietà.
Aprile 2008
13
DIFESA ADRIATICA
ANCHE LA BANCA MI VUOLE NATA ALL’ESTERO
A dicembre ho pagato l’ICI tramite Internet sul sito della mia
banca. Al momento dell’inserimento dati riguardanti la città di
nascita, non mi è stato accettato la scritta Fiume FU.
Alle mie rimostranze la
banca mi ha suggerito di
scrivere EE al posto della
sigla della mia città. Non
esiste una legge del 1989
che ci tutela da queste ingiustizie?
La banca interpellata
ulteriormente mi ha suggerito di provare con la sigla
FM perché FU non passa.
Per gli esuli, difficili spesso
Cosa devo fare?
anche i rapporti
Annamaria Mihalich,
con gli istituti di credito
mail
Le invio la circolare del Ministero dell’Interno del 2007 che,
citando la Legge 54/1989, obbliga tutte le amministrazione a modificare i propri sistemi informatici per permettere di registrare Fiume come città italiana, per chi vi è nato prima del 15 settembre
1947. Se neanche questo documento smuovesse il consueto immobilismo tipico delle banche italiane, allora segnali l’accaduto
alla mail [email protected], indicando precisamente
nomi, fatti e circostanze. Sarà il Ministero ad intervenire direttamente sui vertici dell’istituto di credito.
NIENTE PENSIONE IN ARGENTINA
Mi chiamo Luciana Bellina, nata a Fiume nel 1945. Ho saputo
che c’è una pensione per gli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati.
Anche se minima sempre è un aiuto e piú ancora per persone di
62 e 70 anni come io e la mia sorella.
Insieme alla nostra famiglia abbiamo sofferto l’esodo nel 1947,
al quale la Jugoslavia ci ha costretto, ed abbiamo dovuto cercare
rifugio in altri Paesi. Io ero piccola, non mi ricordo tanto, però la
LA GENTE CHE CI CAPISCE
Ho appena ascoltato la conferenza della prof. Adriana Ivanov
a Battaglia Terme e devo riconoscere che pur conoscendo la questione dalmato-istriana, non conoscevo i particolari e i dettagli
evidenziati dalla brillante professoressa.
Il Vostro dramma non va assolutamente dimenticato e spero
che tutti gli italiani debbano inchinarsi al vostro dolore per aver
colpevolmente taciuto in nome di un’ottusa logica partitica.
Simone Angrisani, mail
Lettere al giornale
FERMO POSTA
di Fabio Rocchi
I quesiti (possibilmente brevi) possono essere inviati alla Redazione (Via Leopoldo Serra 32, 00153 Roma, fax 06.5816852,
e-mail [email protected]). Alcuni vengono tratti da più ampie interrogazioni che giungono alla sede nazionale dell’Anvgd.
mia sorella Ana
Maria aveva 9 anni
ed ha sofferto lo
sradicamento come tanta altra gente, lasciando scuola, amiche, nonni,
parenti, casa dei
miei genitori, tutto...
Non so a chi
devo rivolgermi per
Giuliano-dalmati in Argentina.
la domanda di
La legge italiana non prevede
pensione.
una pensione ad hoc
Voi potete darmi questa informazione? Abbiamo il certificato di profughi. Il nostro Paese di residenza e l’Argentina. Cordiali saluti.
Luciana Bellina, mail
Ci dispiace ma il fatto di essere profughi e di avere la relativa
qualifica, non costituisce per l’Italia diritto di pensione, né per i
residenti in Italia né per i residenti all’estero.
L’agevolazione pensionistica di una piccola integrazione è prevista solo per chi è già titolare di una pensione INPS.
Si sta facendo largo, a partire dal Giorno del Ricordo, quel
sentimento perfettamente espresso qui da questo lettore.
L’opinione pubblica comincia finalmente a capirne qualcosa.
Al di là del fatto che molto c’è ancora da fare, sono comunque
segnali positivi – questi – che la strada che stiamo percorrendo è
quella giusta.
QUALIFICA DI PROFUGO SENZA SCADENZA
L’attestato di profugo giuliano-dalmata (che posseggo) è ancora valido ai fini delle priorità in caso di concorsi/graduatorie pubbliche?
Non ne ho mai usufruito in quanto ho
sempre lavorato nel settore privato.
Ma attualmente opero nel settore pubblico (scuola) e la cosa mi
potrebbe eventualmente tornare utile.
A.V. - Pordenone
Tra i molti documenti utili alla
vita lavorativa e professionale,
L’attestato è sempre
anche il certificato di profugo
valido in quanto la qualifica di profugo non è un dato personale che può essere tolto o
modificato all’individuo.
Può quindi utilizzarlo in tutti quei casi in cui consente un punteggio in graduatorie o altre agevolazioni.
A Missoni la cittadinanza
onoraria di Trieste
Ottavio Missoni riceve la cittadinanza onoraria
dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza
Se esiste qualcuno capace di
sdrammatizzare una cerimonia a Trieste, quel qualcuno è sicuramente
Ottavio Missoni, accolto fastosamente
nella sala del Consiglio comunale per
ricevere la cittadinanza onoraria da
parte del sindaco Roberto Dipiazza.
Si è trattato di un riconoscimento raro
Gorizia, quando la stazione
ferroviaria aveva la stella rossa
Un nostro attento e gentile Lettore, Claudio Rossi, ci segnala che la
foto a pagina 6 di “Difesa Adriatica” dello scorso febbraio non riproduce
la famosa ed odiosa «Casa Rossa», «simbolo della mutilazione di Gorizia
ma bensì la gloriosa stazione ferroviaria principale di Gorizia (Stazione
Transalpina) annessa alla Jugoslavia e che fino a qualche anno fa beffava i
goriziani, con una grande stella rossa montata sul tetto e per molti anni
con le finestre murate verso l’Italia», come rievoca il nostro abbonato.
Egli, precisa, è un goriziano di 67 anni che vive a Roma con la moglie
orfana di padre infoibato.
Ringraziamo il signor Claudio della segnalazione, che provvediamo a
“girare” a tutti i Lettori.
per le abitudini della
città, concesso per i
meriti particolari di un
esule dalmata zaratino
che è stato capace di
costruirsi una solida
fama mondiale, prima
nello sport e dopo nella moda, un uomo che
condivide con Trieste
“lo stesso dialetto, lo
stesso mare e lo stesso
turpiloquio”. O forse lo
condivide con il “capoluogo dalmata” perché,
dice il vecchio Tai, “ noi
zaratini non eravamo
legati tanto a Venezia
quanto a Trieste, la stessa città che ci ha accolto come esuli e ancor
prima come armatori e
capitani”.
Tra le motivazioni
lette dal Sindaco Roberto Dipiazza
dinnanzi all’intero corpo consigliare,
riunito per una sessione tra l’ordinario
e lo straordinario, Missoni si è visto riconoscere la cittadinanza “in nome
dell’alto merito dei risultati raggiunti
nel settore della moda, affermando un
marchio in tutto il mondo sinonimo di
stile, eleganza e fantasia. Ma soprattutto, in considerazione di una vita
segnata dall’esodo dalla nativa Dalmazia, che ha forgiato un uomo vincente dapprima nel mondo dello sport
e poi in quello dell’impresa”.
Poco dopo la lettura delle motivazioni Missoni inizia a raccontare la sua
storia di vita e il suo amore per la città
[...]. Un uomo che ha vissuto la prigionia e l’esodo e che ricorda le terre
adriatiche solo con l’affetto dell’appartenenza e con il ricordo delle gioie
della giovinezza, degli esordi, degli
allenamenti sportivi a san Sabba. [...]
Un riconoscimento che lo fa sorridere
di fronte alla moglie Rosita Jelmini,
presente in sala, che “si meriterebbe
per prima di ricevere un premio, come
Nelle tinte di Ottavio Missoni
i colori e le sfumature della nativa Dalmazia
ci è già capitato all’estero. In Italia mi
hanno fatto Cavaliere del Lavoro: A
mi?! No gò mai capì come – ha affermato Missoni divertito, sapendo di
dover molto di sE stesso e del suo lavoro all’operosa moglie con la quale
aprì il primo laboratorio di maglieria
proprio a Trieste. [...]
Oltre a ricevere qualcosa, il
Missoni giuliano-dalmata porta sempre anche qualcosa in dono.
e.m.
(la cronaca integrale
su www.arcipelago adriatico.it)
Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
Centro studi padre Flaminio Rocchi
DIRETTORE RESPONSABILE
Patrizia C. Hansen
Editrice:
ASSOCIAZIONE NAZIONALE
VENEZIA GIULIA E DALMAZIA
Via Leopoldo Serra, 32
00153 Roma - 06.5816852
Abbonamenti:
Annuo 30 euro
Socio Sostenitore 50 euro
Solidarietà a piacere
Estero 40 euro
(non assegni stranieri)
Una copia 1 euro - Arretrati 2 euro
C/c postale n° 32888000
Intestato a “Difesa Adriatica”
Con il contributo della legge 72/2001
Redazione e amministrazione
Via Leopoldo Serra, 32
00153 Roma - 06.5894900
Fax 06.5816852
Grafica e impianti:
CATERINI EDITORE (Roma)
Servizi Integrati per l’Editoria e la Comunicazione
Tel. 06.58332424 Fax 06.97255609
E-mail: [email protected]
Autorizzazione del Tribunale di Roma
n° 91/94 dell’11 marzo 1994
Spedizione in abbonamento Postale di ROMA
Stampa:
Beta Tipografica Srl (Roma)
Finito di stampare il 31 marzo 2008
14
DIFESA ADRIATICA
Aprile 2008
February 10th: Widespread Day of Remembrance:
Participation in Italy
Some Messages Received
and Throughout the World at ANVGD Headquarters
The February 10th Day of Remembrance was celebrated in 260 different
places, in Italy and worldwide, with
ceremonies ranging from the placement of commemorative wreaths to
street naming, shows and concerts. A
strong witnessing of solidarity, and will
to understand our history, as well as
the desire to participate in events that
open the way for various kinds of
reflection: the roles of Italy and
neighboring countries in these events,
and the roles of historians and opinion
makers as well.
Italian president Giorgio Napolitano’s speech was a great satisfaction
for us, as it showed that the lessons of
history have been widely learned, at
least to a certain extent. From the
President’s speech, which was partially
repeated from last year’s, it is time for
us to reflect on what was done this year,
in Italy and among our immigrant
communities throughout the world.
Oftentimes, problems that have
gone unexpressed, and tensions
accumulated through the years, find a
vent in the debate surrounding
February 10th, which becomes a font
of emotional cleansing and a base for
discussing themes, and not only about
our Exodus, that were kept in silence
for too long.
The events surrounding our Exodus
become part of a much larger discussion on the movement of populations
within Europe before and during the
Second World War. This is why, in this
“vast sea”, considerations made are
never simplistic: they need intelligent
filters and a positive approach if one
wishes to convert the sufferings of an
entire people into energy capable of
building new relationships and
pacification. When we state that we
want to return to our homeland, when
we affirm that our goal is to allow our
homeland’s Italian culture to be
absorbed by the people who now live
there, we are not speaking of setting
up an occupation: we are merely
doing our part to assure that a rich
history becomes part of the treasure of
the world. I believe that this is a noble
plan which gives dignity to the present,
and allows us to hope for a kind of
justice that goes above and beyond,
while always understanding, the
injustices of confiscated properties.
• • •
With the Day of Remembrance,
our commitment has become important.
The implosive force that characterized our associations’ activities for
a long time has now come out into
the open, and projects itself toward
new, finally credible, scenarios. This is
all possible due to the ample participation in this year’s events throughout
Italy. In the first few years, the central
theme of this Day was prevalent: in
one city only, we brought together the
highest authorities and most important
ceremonies.
Then something unexpected,
profound, and, in some ways, satisfying, happened: the whole of Italy
responded, and chose to be by the
Exiles’ side in this moment.
Why?
When the Istrian, Dalmatian and
Fiume Exile occurred, the 350,000
Italians were scattered among 130
refugee camps situated throughout
Italy. An entire population found itself
in the position of having to interact with
specific local situations, sometimes
revealing their origins, sometimes
hiding them, not so much out of
shame, but because of the uncomfortable situation brought about by the
attitude toward them in Italian political
circles. In any case, the Exiles allowed
themselves to be recognized, entering
into local life and making their mark
in civil society. We must consider this
current outpouring a homage to these
people who brought to Italy and the
world the principles of an evolved
society, committed to work, tied to its
Church and to the values of a long
history of contact with its surrounding
world.
• • •
In Trieste, the moral capital of the
Exodus, it was almost a given that Day
of Remembrance events would be
widespread. It was less expected in
cities such asVenice or Bologna, where
in the past Exiles had been a source of
argument and refusal. Even so, last
year, with a special plaque dedicated
at the Bologna train station, we
managed to begin an important
chapter in our relationship with public
opinion.
This year, in the Emilia-Romagna
region, nearly every city participated
in remembering in different ways.
Schools made requests for educational
material, textbooks on the history of
the Exile and the Foibe, and documentaries. We feel that we are on the
right path. To be sure, there is no lack
of contradictions. There are those who,
taking advantage of the focus on these
issues, want to advance their theories
of negation. Our hope is that the public
will realize the difference between
facts and partial opinions. History is
never black and white, and therefore
we invite everyone to reflect on the
information they hear from those who
are against the cause of this dispersed
people, and above all we invite people
to be informed, to seek out information: in the past few years, vast
amounts of information have been
written and published, by serious
historians who, while not holding a
monopoly on the truth, come very
close indeed.
In Slovenia and Croatia, newspapers give very negative accounts on
the Day of Remembrance, as if this Day
were “against” something, and this is
simply not true.
The Exiles want to speak out about
their history, not to make accusations,
but rather for a just recognition of the
facts and events that struck a people,
in a Europe which today is finally open
without reserve to these reflections. In
the rest of the world, too, there are local
committees of Giuliani and Dalmatians who have taken this Day and
transformed it into one of great
recognition by the communities in
which they now live.
Personally it gives a sense of great
satisfaction.
Now, a law is needed that ratifies,
finally, equal and definitive compensation for the Exiles. There needs
to be an agreement with Slovenia and
Croatia for giving back those properties
which are still available.
It is sure that recent disagreements
may slow our pace, but they also help
us to focus on the still unsolved
problems that we need to work on;
they help us, also, in insisting that “the
truths” – because that is what they are
– triumph over the conditionings of the
past.
Renzo Codarin
President of the Federation
of the Associations of Exiles
We offer our readers some of the
messages that we received on the
occasion of the February 10th Day of
Remembrance of the Exile of the Italian
population from Venezia-Giulia and
Dalmatia, and of the Foibe.
In his welcoming speech, Franco
Marini, the President of the Italian
Senate, underlines how “at a distance
of many years, the pain is still alive for
the tragic destiny of those unarmed
citizens who paid their being Italian
with their own lives”. On the meanings
of the Day of Remembrance, he adds
that it “contributes to keeping alive the
memory of many Italians and their
untold suffering that was kept quiet for
such a long time”.
The President of the House of
Deputies, Fausto Bertinotti, reminds us
how “the story of the Giuliani and
Dalmatian exiles – one of the most
dramatic stories in our recent history –
marked the tormented story of our
Eastern border, through a long sequence
of tragic events in which the clash of
ideologies was united with ethnic
intolerance, and the horrors of war were
united with the follies of the totalitarianisms.” Discussing the modern
relevance of an historic theme, Bertinotti affirms that “today the memory
of the scorned dignity of our fellow
Italians has its place in full in the
common treasure of facts, values and
principles which allows all Italian women and men to recognize themselves
within the same community”.
The Premier, Romano Prodi, intended to underline some thoughts that
come to mind in marking the Day of
Remembrance, namely that “we must
not forget, but rather we must cultivate
the seeds of democracy and freedom
in the respect of universal rights” .
The inauguration of the Monument
in Rome furnished the occasion for
many key exponents of political and
military spheres to send meaningful
messages to the Committee and its
president, Oliviero Zoia. Among these,
Vannino Chiti, Minister for Parliamentary Ties and Institutional Reform
wrote that “the act of erecting a
monument is one of respect due to the
thousands of victims of those terrible
persecutions kept silent for too long. It
represents the end of the ‘conspiracy
of silence’ and the commitment of all
people so that similar horrors are not
repeated. My wish for the exiles is that
they can bring their extraordinary
economic, social and cultural fiber to
a modern ot Europe, in which being
Italian is an essential component”.
The Minister for Rights and Equal
Opportunities, Barbara Pollastrini: “The
institution of the Day of Remembrance
is a necessary act of civility, which the
entire country can recognize.The entire
country can unite in an equal condemnation of those atrocious facts as
one of the darkest pages of our nation’s
history. I believe, though, that Memory,
that Remembrance, cannot be confined
solely to the evoking of mourning and
tragedies.
They have a sense only if they
become the spark that ignites possible
redemption. Remembering is not only
an act of duty. It means a renewal of
the path towards the full affirmation of
the dignity of the human being, while,
at the same time, guiding every
individual toward making the most of
him or herself” .
Franco Danieli, theVice-Minister for
Foreign Affairs “I am pleased to send
you my sincere esteem for the activities
that your Association carries out with
seriousness and commitment in representing our fellow Italians forced to flee
Venezia-Giulia and Dalmatia and the
end of the Second World Conflict. More
generally, I feel pressed to express my
heartfelt closeness to all those who strive
to keep alive and diffuse the memory
of the sacrifice of all the victims of the
foibe and the exodus. Those events
represent one of the darkest moments
in the recent history of Europe. I believe
that an adequate knowledge of history
is vital in order to avoid the repetition
of similar atrocities, and that the
commitment of individuals and institutions is necessary to ensure the respect
for human digniry and life in any and
all circumstances” .
The Undersecretary for Internal
Affairs of State, Ettore Rosato: “To the
authorities, the Associations, and most
of all to the Exiles present, I send my
heartfelt participation in the event that
today is being commemorated with
rightful solemnity. The Monument
which, from now on, will serve as a
constant reminder of the Foibe Victims
represents, only just adequately, the
sentiment of pity due to the Innocents
who, in the cavities in the earth, were
hurled toward their untimely and
iniquitous destiny. Whenever our
Republic, together with Regional and
local representatives, brings about such
a moral compensation towards its own,
it is right to rejoice”.
Senator Francesco Cossiga wanted
to express his “affectionate closeness”
to the family of foibe victims. “On this
subject,” he noted, “I am glad to call to
mind that as President of Italy, I was the
first president to render homage at the
Basovizza Foiba. On this Day of
Remembrance, I wish moreover to
adhere to the initiatives promoted by
the Association to preserve and renew
the memory of those tragic events
Rome, February 10th, 2008. Part of the solemn inauguration of the
monument dedicated to the Foibe victims, which took place with major
civilian and military authorities in attendance, along with a strong
representation of exiles from Rome and the surrounding areas
which caused the exodus of the
Giuliani, Fiumani and Dalmatians,
towards whom the heartfelt thoughts
of all Italians spring forth”.
The President of the Region of Lazio,
Piero Marrazzo, cited the words of
President Napolitano, who described
as “late in coming” the memorial of the
tragedy. He added that “memory
cannot continue to be politically
partisan. No dictatorship can be
justified, because on the other side of
that dictatorship there are the dead” .
Marrazzo stressed that, among the
unsolved problems of the exiles, there
remains the matter of incorrect place
of birth on documents.
This offends their consciousness as
Italians. He then went on to emphasize
the pain of these Italians, and also of
the Jewish communities “because
goodness is kept where there are people
willing to defend it, and the experience
of pain can be shared but it lingers in
those who have suffered, while memory
must be shared in common and cannot
be restricted and confined within the
family.” He concluded that “if there
hadn’t been for the exiles who fled those
lands, we would not have a collective
memory today.Those who have entered
into those exile families know this,
having listened to their story and heard
about their experiences.
The government institutions have
the duty of keeping the community
together, and the monument that has
been inaugurated, besides uniting us,
must let us remember and recognize
those fallen as martyrs of our identity
as a strong, living and compact nation”.
From the highest
Military Authorities
The Head of the General Staff of
the Italian Navy, Squadron Admiral Paolo La Rosa: “On this occasion I wish
to express the closeness and solidarity
of the entire Navy as well as my own.
‘Memory’ feeds the values at the base
of our society, and builds inestimable
treasure to be passed on to the future
generations.
On the Day of Remembrance, the
images of the tragedies experienced by
the Italian martyrs of the foibe and those
forced into exile will be rendered all
the more vivid thanks to this monument
dedicated to them. I wish to express to
the Association the appreciation of the
entire Navy for its strong commitment
in preserving and renewing the memory
of those tragic events whch have
entered into our shared national
heritage” .
The Chief Commander of the
Financial Guard, General Cosimo
D’Arrigo: “I wish to express, on my own
behalf and on that of the Financial
Guard, the highest admiration for the
constant and profuse commitment
carried out by the volunteers of the
ANVGD to keep memory alive of the
many Italians who, at the end of World
WarTwo, went through terrible turmoil
and suffering, to the point of horrible
death in the foibe.
As I bow symbolically in front of
the monument dedicated to the Istrian
Foibe victims, I send a heartfelt thought
to the many innocent victims, and to
the family members of those who were
so savagely killed or forced to leave their
houses, towns and cities.
And I feel that it is right, today, to
remember the many Financial Guardsmen whose blood was shed in this
dark period of our national history, and
to honor those among them whose
cruel destiny was to die in the foibe,
guilty only of being Italians, of serving
Italy, often after having courageously
defended the local population from
raids, vendettas, and abuses of every
kind.
Red.
(traduzioni di Lorie Ballarin)
Aprile 2008
15
DIFESA ADRIATICA
10 de Febrero:
Día del Recuerdo,
la participación al unísono
algunos mensajes
de Italia y del mundo
arribados a la ANVGD
Son 260 las localidades de Italia y
del mundo que han participado con una
ceremonia – con contenidos diversificados desde la puesta de coronas, al
nombramiento de calles, desde los
espectáculos a los conciertos – al Día
del Recuerdo. Un testimonio fuerte de
solidaridad, de voluntad de entender
nuestra historia y de todas maneras de
participar en un acontecimiento que
abre tantos puntos de reflexión. Sea
sobre el papel de Italia como del de los
Países cercanos involucrados en los
percances, pero también sobre el de
historiadores y críticos.
Las palabras del Presidente de la
República Giorgio Napolitano nos han
dado una grande satisfacción porque
demuestran que la lección de la historia
ha sido aprendida un poco por todos y
comenzando por la intervención del
Quirinale, retomado en parte de la del
año pasado, tenemos que pararnos a
reflexionar sobre lo que también este año
se ha hecho en Italia y en el mundo
donde nuestros coterráneos viven.
A menudo problemas no expresados, tensiones acumuladas en el
transcurso de los años, se disipan justo
en el debate sobre el 10 Febrero que se
demuestra, en cierto modo catártico, y
verifica temáticas que han estado
demasiado tiempo silenciadas en
nuestra historia y no sólo en la nuestra.
La odisea de los Desterrados se convierte
así en parte del debate sobre el movimiento de pueblos que ha afectado Europa antes y durante la segunda guerra
mundial. Esto es por lo que en este “mar
grande” las consideraciones nunca son
simplistas, tienen necesidad de filtros
inteligentes y de un acercamiento positivo si se quiere transformar el sufrimiento
de pueblos enteros en energía capaz de
construir nuevas relaciones y realidades
pacificadas. Cuando decimos que
queremos volver a nuestras tierras,
cuando afirmamos que nuestra meta es
hacer que la cultura italiana de nuestras
tierras este hecha por la gente que vive
en ellas, no queremos poner en marcha
una ocupación sino dar nuestra contribución para que una historia rica
llegue a ser patrimonio del mundo. Creo
que esto es un modelo alto que da
dignidad al presente y nos permite
esperar todavía una justicia que traspase
– aunque los comprenda – los problemas
de indemnizaciones y bienes abandonados.
• • •
Con el Día del Recuerdo, nuestra
labor se ha vuelto importante. La fuerza
implosiva que ha caracterizado la
actividad de nuestras asociaciones durante tanto tiempo, sale al descubierto y
se proyecta hacia nuevos, finalmente
creíbles, escenarios. Todo esto ha hecho
posible la participación al unísono de
Italia a esta manifestación.
Los primeros años, se quería dar una
centralidad al Día del Recuerdo,
focalizando en una ciudad las presencias
más cualificadas, las ceremonias más
importantes. Después ha sucedido algo
inesperado, profundo, en cierto modo
satisfaciente. Italia entera ha respondido,
ha elegido estar al lado de los Desterrados en este momento.
¿Por qué?
Cuando se dio el éxodo de Istria, Fiume y Dalmazia – los 350.000 italianos
fueron destinados a casi 130 campos de
prófugos esparcidos por toda Italia. Un
entero pueblo se ha encontrado con tener que interactuar con las realidades
locales, a veces revelando la propia
proveniencia, otras veces encubriendo
la que para muchos era considerada no
una vergüenza pero si una situación
incómoda visto el comportamiento de
la política italiana de cara a ellos. Los
desterrados, de todas maneras, se han
dado a conocer, entrando en los poros
de la sociedad civil, dejando la huella.
Consideramos la respuesta al unísono
un homenaje a la relevancia de estas
personas que han traído a Italia y al
mundo los principios de una sociedad
evolucionada, dedicada al trabajo, unida
a su iglesia y a los valores de una larga
historia de contactos con el mundo
circunstante.
• • •
En Trieste, capital moral del éxodo,
las manifestaciones son casi obvias,
menos en localidades como Venecia o
Bolonia donde los desterrados han sido
objeto de disputa y rechazo. Pues bien,
el año pasado, propio con el letrero
apostado en la estación de Bolonia,
hemos conseguido abrir un capitulo
importante en nuestra relación con la
opinión pública. Este año en la región
emilio-romagnola casi todas las ciudades se han movilizado para recordar
de diversas maneras. De las escuelas han
llegado peticiones de material didáctico,
de textos sobre la historia del éxodo y
las Foibe, de películas. Creemos que es
este el camino a recorrer. Es verdad que
no faltan las contradicciones. Hay quien
quiere aprovecharse de este momento
para hacer pasar textos que niegan la
realidad histórica. La esperanza es que
la opinión pública consiga distinguir los
hechos de las opiniones de partidos. La
historia no esta hecha de certezas, de
blanco o negro, por lo que la invitación
a todos es la de reflexionar sobre lo que
oyen decir a quien no ama la causa de
este pueblo esparcido y sobretodo de
informarse: en los últimos años se ha
escrito mucho, historiadores serios, que
no son depositarios de la verdad pero se
le acercan mucho.
En Eslovenia y Croacia los periódicos
dan noticia del Día del Recuerdo a
menudo con tonos negativos, como si
el Día del Recuerdo fuera una conmemoración contra alguien y no es así. Los
desterrados quieren que se hable de su
historia no para mover acusaciones sino
para tener un justo reconocimiento de
hechos que han herido un pueblo en
una Europa que hoy se ha abierto finalmente sin reservas a estas reflexiones. Y
además están, en el resto del mundo,
los comités giuliano-dalmatas que han
sabido transformar esta jornada en un
momento de grande reconocimiento por
parte de la comunidad en la que están
inseridos. Personalmente es una sensación de grande satisfacción.
Ahora hace falta otra ley que decrete
finalmente la justa y definitiva indemnización de los desterrados. Hace falta
un acuerdo con Eslovenia y Croacia para
la restitución de los bienes aún en libre
disponibilidad. Claro que las polémicas
de estos días nos hacen marcar el paso
y ayudan a poner en el asador los
problemas que aún no se han resuelto
sobre los que tenemos que trabajar e
insistir para que “la verdad” – porque
esto es –, al final, acabe lo mejor posible
sobre todos los condicionamientos del
pasado.
Renzo Codarin
Presidente de la Federación
de las Asociaciones de los Desterrados
Roma, Palazzo del Quirinale,
10 de Febrero 2008.
El Jefe de Estado
on. Giorgio Napolitano se dirige
a pronunciar su discurso
a los familiares de las víctimas
de las Foibe como convenido
para la solemne
celebración del Día del Recuerdo
y la entrega de las
condecoraciones en memoria
(Foto Presidencia de la República)
Referimos algunos recortes de
mensajes arribados a la Associazione
Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia
con ocasión de las celebraciones del 10
de Febrero, Día del Recuerdo del Éxodo
de la población italiana de Venecia
Giulia y de Dalmazia, y de las Foibe.
En su discurso de saludo el Presidente del Senado, Franco Marini,
subraya como «a distancia de tantos
años todavía está vivo el dolor por la
trágica suerte tocada a aquellos inermes
ciudadanos que pagaron con la propia
vida su ser italianos». Sobre los
significados del Día del Recuerdo añade
que «contribuye a tener viva la memoria de tantos coterráneos y de sus
indecibles sufrimientos olvidados durante mucho tiempo».
El Presidente de la Cámara Fausto
Bertinotti recuerda como «La odisea de
los desterrados giuliano-dalmatas – una
de las páginas mas dramáticas de
nuestra historia reciente – ha marcado
la atormentada historia del confín
oriental, a través de una larga secuencia
de eventos trágicos, en los que el choque
ideológico se ha unido a la intolerancia
étnica, los horrores de la guerra a la
locura de los totalitarismos». En el traer
el tema histórico a la actualidad de hoy,
Bertinotti afirma que «hoy el recuerdo
de la dignidad humillada de aquellos
compatriotas nuestros forma parte con
pleno derecho del patrimonio común
de hechos, de valores y de principios
que consiente a todas las italianas y a
los italianos reconocerse parte de una
misma comunidad».
El Presidente del Consejo saliente,
Romano Prodi, ha procurado sin
embargo subrayar los temas ofrecidos
por el Día del Recuerdo, es decir como
«no hay que olvidar, sino mas bien
cultivar la semilla de la democracia y
de la libertad en el respeto de los
derechos universales».
La inauguración del Monumento en
Roma ha proporcionado la ocasión a
distintos exponentes de la política y de
las Fuerzas armadas de enviar significativos mensajes al Comité presidido
por Olivero Zoia. Entre otros, el ministro de Relaciones con el Parlamento y
las reformas institucionales, on. Vannino
Chiti, ha escrito: «la edificación del
Monumento es un acto de respeto
debido hacia las miles de víctimas de
aquellas terribles persecuciones por
demasiado tiempo silenciadas. Representa el final de la “conjura del silencio”
y el compromiso de todos para que
horrores de este tipo no se repitan.
Quiero desear [...] a los desterrados [...]
el poder traer a nueva vida su extra-ordinario tejido económico, social,
cultural [...] en el ámbito de [...] aquella
Europa en la que la italianidad es una
de las componentes esenciales»
El ministro de Derechos e igualdad
de Oportunidades, Barbara Pollastrini:
«La institución del Día del Recuerdo ha
sido un acto de civilidad necesario en
el que todo el País se reconoce. Y se
une en la igual condena de aquellos
hechos atroces como una de las páginas
más negras de nuestra historia. […] Creo
que la Memoria, el Recuerdo, no se
pueden extinguir con la sola evocación
de los lutos y de las tragedias. Estos
tienen un sentido sólo si se convierten
en el alma de un rescate posible. […]
Recordar por tanto no es solo un acto
debido. Es renovar el camino hacia la
afirmación plena de la dignidad de la
persona humana, guiando al mismo
tiempo a cada uno a alcanzar la parte
mejor de sí […]».
El viceministro de Asuntos Exteriores, Franco Danieli: «Me agrada
haceros llegar mi sincero aprecio por la
actividad que Vuestra Asociación
desenvuelve con seriedad y tesón para
representar a nuestros compatriotas
huidos de Istria, Fiume y Dalmazia al
final del segundo conflicto mundial.
Más en general me urge expresar mi más
sentida cercanía a todos los que trabajan
por tener viva y difundir la memoria del
sacrificio de todas las víctimas de las
foibe y del éxodo. […] Aquellos
acontecimientos representan uno de los
momentos más oscuros de la historia
reciente europea. Sostengo que una
adecuada cultura del conocimiento y
de la historia sea indispensable también
para evitar que se repitan símiles
atrocidades y que la constancia de cada
individuo y de las instituciones sea
necesario para asegurar el respeto de la
dignidad humana y de la vida en
cualquier circunstancia […]»
El subsecretario de Estado de
Asuntos Internos, Ettore Rosato: «Hago
llegar a las Autoridades, a las asociaciones y sobretodo a los Desterrados
presentes, un pensamiento de profunda
participación al evento que hoy se celebra con justa solemnidad. […] El
Monumento que desde este día en
adelante permanecerá para el recuerdo
de las Víctimas de las Foibe representa
de manera parcamente adecuada el
sentimiento de piedad debido a los
Inocentes que, en las cavidades de la
tierra giuliano-dalmata, precipitaron al
encuentro de su precoz e inicuo destino. […] Por consiguiente, cada vez que
nuestra República, en armonía con
Regiones y Entes locales, delibera y
cumple un debido resarcimiento moral
de cara a los propios hijos, es justo
alegrarse».
El sen. Francesco Cossiga, por su
parte, ha querido expresar su «afectuosa
cercanía» a los allegados de los
enfoibados. «En relación – ha replicado
– me gusta recordar que como Presidente de la República fui el primero en
rendir homenaje a los mártires destrozados en las foibe, a Basovizza. En el
Día del Recuerdo deseo además adherir
a las iniciativas oportunamente sugeridas por esta Asociación para conservar
y reavivar la memoria de los trágicos
eventos que causaron el éxodo de sus
tierras de los istrianos, fiumanos y
dalmatas, a los cuales se dirige el
conmovido pensamiento de todos los
italianos».
El presidente de la Región Lazio,
Piero Marrazzo, ha citado las palabras
del Presidente de la República, Giorgio
Napolitano, que ha definido «tardío» el
recuerdo de los sufrimientos y de la tragedia vivida por la comunidad giulianodalmata; ha por tanto añadido que la
memoria «no puede ser más objeto di
una política de partido. No hay ninguna
dictadura que pueda ser justificada
porque la otra cara de las dictaduras son
las personas muertas».
Marrazzo ha subrayado, entre los
problemas todavía sin resolver de los
Desterrados, el de la indicación de los
lugares de nacimiento, que en su
burocrática injusticia ofenden su
conciencia de italianos. Ha querido por
tanto subrayar el dolor de los istrianos,
de los giuliano-dalmatas, y también de
las comunidades hebreas «porque el
bien alberga donde hay protectores y
defensores del bien y el dolor se puede
compartir pero permanece de quien lo
ha sufrido, mientras la memoria debe
ser común y no puede quedarse
encerrada en la matriz de la familia». Ha
concluido entonces: «Si no hubieran
sido los desterrados a huir de aquellas
tierras hoy no tendríamos esta memoria. Lo sabe quien ha entrado en aquellas
familias: quien ha escuchado su
recuerdo y ha oído palpitar las últimas
horas de los caídos. A las instituciones
corresponde la tarea de guiar y tener
unida la comunidad y el monumento
que hemos inaugurado, además de
unirnos, debe hacernos recordar y
reconocer a aquellos muertos como
mártires de nuestra identidad de País
fuerte, vivo y solidario».
De las cumbres militares
El Jefe de Estado Mayor de la Marina, almirante de escuadrón Paolo La
Rosa: «En esta ocasión deseo expresar
la cercanía y la solidaridad de toda la
Marina militar y la mía personal. La
“memoria” alimenta los valores fundacionales de nuestra sociedad y constituye un inconmensurable tesoro que
transmitir a las futuras generaciones.
En el Día del Recuerdo, las imágenes de la tragedia vivida por los
italianos víctimas de las foibe y del
éxodo de sus tierras, llegarán a ser
todavía más vivas gracias al monumento dedicado a ellas. […]
Deseo expresar a la Asociación el
aprecio de toda la Marina Militar por el
grande ahínco prodigado en conservar
y renovar el recuerdo de aquellos
trágicos eventos que han pasado a formar parte del patrimonio histórico de
nuestra nación». El Comandante
General de la Guardia de Finanza,
general del Cuerpo de la Armada
Cosimo D’Arrigo: «Deseo expresar en
mi nombre y en nombre de la Guardia
de Finanza el sentimiento de la más viva
admiración por el tesón constante
prodigado por los voluntarios de la Associazione nazionale Venezia Giulia e
Dalmazia para que per-manezca viva
la memoria de los muchos italianos que,
inmediatamente después de la segunda
guerra mundial, soportaron vejaciones
y sufrimientos, hasta la horrible muerte
en las foibe. Al inclinarme simbólicamente ante el Monumento a lasVíctimas
de las Foibe istrianas, dirijo un conmovido pensamiento a las tantas víctimas
inocentes de entonces y la cercanía a
los familiares de cuantos fueron
bárbaramente asesinados u obligados
a dejar las propias casas, los propios
pueblos y las propias ciudades.
Y sostengo el deber de recordar, hoy,
la grandísima contribución de sangre
ofrecida por la Guardia de Finanza en
aquel oscuro periodo de la historia
nacional y honrar la memoria de los
muchos Guardias a los que fue reservado el atroz destino de las foibe,
culpables solo de ser italianos, de servir
a Italia, frecuente después de haber
defendido con coraje la población local
de redadas, venganzas y engaños de
todo tipo […].
Red.
(traduzioni di Marta Cobian)
16
Pubblichiamo alcune delle notizie
apparse in tempi recenti sul nostro sito
www.anvgd.it, così da rendere edotti e
aggiornati anche coloro che non utilizzano internet per avere informazioni dalla
nostra Associazione.
Il Comune di Nicolosi
cerca una famiglia di Pola
martedì 12 febbraio 2008
Nell’ambito delle iniziative tese a
celebrare il Giorno del Ricordo dell’Esodo istriano-dalmata, il Comune di
Nicolosi ricorda che, nel febbraio-marzo 1947, ha accolto la famiglia SfecciFachin profuga dalla città di Pola. Il signor Giovanni Omero Sfecci era nato a
Pola il 12 dicembre 1905 e di professione faceva l’artigiano (imbianchino), aveva un unico figlio, Angelo Bruno, nato
un anno dopo il suo matrimonio con
Velina Fachin, originaria della Carnia
(nata a Preone e vissuta a Socchieve),
celebrato nel 1935 ad Abbazia luogo
dove era nato il figlio il 6 gennaio 1936.
I due si erano conosciuti a Trieste dove
Evelina era in servizio presso una famiglia. Giunsero a Nicolosi il 6 marzo 1947
e purtroppo nello stesso giorno del loro
arrivo, Bruno ebbe l’occasione di salire
sull’Etna con una comitiva di americani
a bordo di un camion e sulla strada del
ritorno, a seguito della rottura dei freni,
fu sbalzato fuori dal camion e morì sul
colpo. Fu una tragedia nella tragedia, il
padre Omero morì di crepacuore due
anni dopo, mentre la moglie Evelina riuscì a sopravvivere alla tragedia, grazie anche all’aiuto e al conforto datogli dalla
famiglia Caruso-Spinelli che le diedero
lavoro e ospitalità. Morì quasi novantenne
a Nicolosi il 25 novembre del 2000.
Nel salutarvi vi chiediamo, facendo
appello alla vostra sensibilità e soprattutto alla vostra rete di contatti con i vostri
associati, di reperire notizie ulteriori sulla famiglia Sfecci-Fachin.
Giuseppe Mazzaglia
Assessore alla Cultura
del Comune di Nicolosi (Catania)
Mons. Cassari
nuovo Nunzio apostolico in Croazia
venerdì 15 febbraio 2008
Benedetto XVI ha nominato Nunzio
Apostolico in Croazia mons. Mario Roberto Cassari, Arcivescovo titolare di
Tronto, finora Nunzio Apostolico in Costa d’Avorio. Lo ha reso noto questo giovedì la Sala Stampa della Santa Sede.
Nato a Ghilarza (Oristano) il 27 agosto
1943, l’Arcivescovo è stato ordinato sacerdote il 27 dicembre 1969. Laureato
in Teologia, è entrato nel Servizio diplomatico della Santa Sede il 5 marzo 1977,
prestando la propria opera presso le rappresentanze pontificie in Pakistan, Colombia, Ecuador, Sudan, Africa Meridionale, Giappone, Austria, Lituania, ex Jugoslavia. È stato trasferito alla nunziatura
apostolica in Bosnia ed Erzegovina, il 9
dicembre 1996.
Giorno del Ricordo:
un successo a macchia d’olio
martedì 19 febbraio 2008
A dati oramai quasi completati, il
censimento delle località che hanno
istituzionalmente celebrato il Giorno del
Ricordo quest’anno, ha riscontrato un
ulteriore passo in avanti su tutto il territorio nazionale. Sono più di 280 le città
interessate e circa 160 quelle con la presenza attiva dell’ANVGD, che ha prestato
il proprio contributo in mezzi, uomini e
idee. Dalle cronache giunte in questi giorni si registra alle oltre 600 manifestazioni
la presenza stimata complessiva di circa
250.000 cittadini, a cui vanno aggiunti
alcuni milioni di spettatori che hanno assistito ai vari programmi televisivi.
Sono numeri che rappresentano ogni
anno con maggior chiarezza la strada da
percorrere affinché la nostra storia entri
finalmente a pieno titolo nella coscienza
nazionale. Un particolare merito e ringraziamento va ai comitati, ai dirigenti,
ai delegati, agli uomini e alle donne del-
DIFESA ADRIATICA
Aprile 2008
La rubrica di “Difesa”
www.anvgd.it
l’Associazione NazionaleVenezia Giulia
e Dalmazia, che in ogni angolo d’Italia
hanno donato gratuitamente il loro tempo e il loro impegno per testimoniare la
loro presenza e la loro storia a beneficio
di tutti gli italiani.
Alla ricerca delle proprie origini
martedì 26 febbraio 2008
«Da tempo desidero conoscere dove
si trova o si trovava il paese d’origine della mia famiglia; ho pensato di rivolgermi
a voi per ottenere delle indicazioni utili a
soddisfare il mio desiderio.
Io sono nata a Dignano d’Istria e dall’albero genealogico risalente al 1740,
sarei originaria di San Matteo dei Cevi.
Se qualcuno ha notizie su questo centro,
mi piacerebbe avere qualche indicazione utile. Ringrazio con tanta riconoscenza».
Anna Maria Giorgini
[email protected]
Monselice
Una guida fiumana
a Napoli e dintorni
martedì 26 febbraio 2008
«Salve a tutti, sono Guido Sanza, nato
a Fiume il 24 dicembre 1938, residente
a Napoli. Per passione faccio la guida
naturalistica nell’oasi del WWF “Cratere
degli Astroni”. Sono disponibilissimo per
accompagnare chiunque sia interessato
alla conoscenza di particolari siti di Napoli e Provincia».
Di seguito, elenco i siti visitabili. I
vulcani dei Campi Flegrei: Agnano,
Astroni (Oasi del WWF), Solfatara, Monte Nuovo, Lucrino, Averno, Cratere del
Vesuvio.
Siti archeologici : Baia, Castello
Aragonese, Museo Archeologico dei
Campi Flegrei. – Bacoli, Piscina Mirabile, Cento Camerelle, Miseno. – Cuma,
Parco Archeologico di Cuma, Baia, Terme imperiali di Baia. – Fuorigrotta,
Mergellina, Cripta Neapolitana, Tomba
di Virgilio, Acquedotto Augusteo. –
Pozzuoli, Anfiteatro Flavio, Tempio di
Serapide e di Nettuno, Rione Terra. –
Napoli, Castro Luculliano, Monte Echia,
Castel dell’Ovo. - Napoli sotterranea,
Duomo, Santa Restituita. - Neapolis greca e romana, Decumani, Teatro Romano, Tempio dei Dioscuri, San Lorenzo,
Cappella San Severo (Cristo velato). Scavi di Pompei. - Scavi di Ercolano. –
Oplonti,Villa di Poppea. – Bagnoli, Grotta
di Seiano, Parco Archeologico di Pausillipon.
Per contatti: 081.593 28 28 –
333.647 504.
ANVGD online:
un successo che si diffonde
mercoledì 27 febbraio 2008
Continua ad amplificarsi l’onda informativa che parte dal nostro sito
internet. Sono ad oggi 321 gli utenti iscritti
al nostro sito, che possono così (gratuitamente) consultare tutte le sezioni, le informazioni recenti e d’archivio, ed inviare eventuali richieste. 196 sono gli iscritti
alla Newsletter settimanale (gratuita), che
consente di ricevere ogni settimana comodamente nella mail il riassunto delle
principali notizie, la rassegna stampa e
tutti i link utili. Sono invece 185 gli abbonati online a “Difesa Adriatica”, il nostro giornale mensile che viene inviato
in versione PDF direttamente nella mail.
In questo caso il lettore può leggere a video tutto il giornale 10-15 giorni prima
degli utenti cartacei, può stamparsi anche solo gli articoli che lo interessano,
può conservarsi tutti i numeri senza occupare alcuno spazio fisico. Per l’abbonamento è sufficiente versare 10 euro sul
conto corrente postale 32888000 intestato “Difesa Adriatica – Roma” e indicare nella causale la propria mail (l’abbonamento online è gratuito per i residenti all’estero). Chi ha già un abbonamento cartaceo può chiedere con una
mail a [email protected] di trasformarlo in online.
Ricerca carabiniere
scomparso in Istria
domenica 2 marzo 2008
La figlia di un carabiniere scomparso in istra nel ’45, cerca notizie del padre, del quale non ha mai saputo più
nulla. Ecco tutti i dati. Per eventuali informazioni scriveteci a [email protected].
Ecco i dati conosciuti. Cacciola
Antonino, di Gaetano e Ucciardello
Maria, nato a Messina il 22 marzo 1910,
in servizio alla stazione Carabinieri di
Sanvincenti (Pola) fino al 5 luglio 1944,
quando transitò nella M.D.T. 2° Rgt. Istria.
Alla fine di aprile del 1945, da Dignano
partì per ignota destinazione.
Fu presumibilmente catturato dai partigiani titini e da allora non si ebbero più
sue notizie. Nonostante numerose ricerche fatte negli ultimi anni, il suo nome
non risulta in nessun elenco ufficiale e
non.
Un’Esule da Spalato
cerca conterranei
lunedì 3 marzo 2008
«Mi piacerebbe che mi contattasse
qualcuno che ha abbandonato tanti anni
fa Spalato, come la mia famiglia. Purtroppo non mi è capitato di fare tale incontro
le volte che ho partecipato alle riunioni
dell’Associazione (non tante, a causa del
mio pesante impegno lavorativo di medico ospedaliero). Ci spero!»
Rita Smolcich
[email protected]
Ancora sulle pensioni INPS
martedì 4 marzo 2008
A Trieste l’Unione degli Istriani ha
attaccato l’iniquo provvedimento della
Finanziaria 2008, che stronca ogni diritto economico degli Esuli pensionati INPS;
è stato inoltre annunciato che la Corte
d’Appello di Trieste ha demandato alla
Corte Costituzionale la questione. L’argomento è stato da noi trattato più volte,
e riportiamo un passaggio della nostra
News del 16 dicembre scorso:
«A loro (politici, ndr) il nostro sentito
biasimo per aver creato una fittizia copertura ad un provvedimento fuorilegge
e l’appuntamento nei tribunali dove porteremo l’incostituzionalità di questa normativa, creata appositamente per danneggiarci e soprattutto per togliere dai
portafogli degli Esuli più anziani quei
pochi spiccioli che il diritto aveva loro
garantito».
Al momento non vi è notizia delle
manifestazioni di piazza che l’Unione
aveva annunciato lo stesso 16 dicembre
come già in fase di organizzazione.
Mazzaroli candidato
al Senato con l’IDV
martedì 4 marzo 2008
Il Gen. Silvio Mazzaroli, sindaco del
Libero Comune di Pola in Esilio, alle prossime elezioni politiche è capolista al Senato per il Friuli Venezia Giulia con l’Italia deiValori, formazione di centrosinistra.
Ecco uno stralcio della notizia apparsa
sul quotidiano “Il Piccolo” del 4 febbraio:
«Ma la novità più interessante è rappresentata dal capolista del Senato, Silvio Mazzaroli. Generale degli alpini impegnato in missione di pace in Kosovo,
Mazzaroli “da servitore dello Stato farà il
soldato politico” ha detto Di Pietro. E in
qualità di cariche come quella di Sindaco del Libero Comune di Pola in esilio,
di presidente della famiglia polesana e
vicepresidente dell’Unione degli Istriani,
“porterà all’attenzione nazionale la questione degli esuli istriani”».
Del gen. Mazzaroli ricordiamo la
militanza attiva contro la casta dei politici, soprattutto contro coloro che avrebbero usato gli Esuli come trampolino di
lancio nella politica, tanto che su “L’Arena di Pola” del dicembre 2006 dichiarava di non «assurgere al ruolo di timoniere della condotta politica nei confronti
dei problemi che ci assillano».
Ma il tempo cambia gli uomini ed
ecco che lo scorso novembre, sempre su
“L’Arena di Pola”, Mazzaroli si esprime
in maniera che oggi appare assolutamente profetica: «(…) possiamo ancora sperare di avere un giorno giustizia da questo Stato che, anziché consolidare vieppiù
la propria democraticità, anziché essere
espressione del diritto svela, con crescente arroganza e senza pudore alcuno, il
proprio carattere mercantile e di casta?
Ricordiamocene quando dovremo esercitare il nostro diritto di voto; quando saremo chiamati ad esprimere la nostra preferenza per questo o quel politico».
La ciliegina sulla torta appare invece
su “L’Arena di Pola” del 29 febbraio, solo
3 giorni prima che venga resa nota la
candidatura. Parlando del Giorno del
Ricordo, Mazzaroli critica in maniera
aspra gli «atteggiamenti delle parti politiche più moderate e responsabili, sia di
destra che di sinistra, che, stante la
riapertura della stagione venatoria al voto
degli elettori, ancora cercano il nostro
consenso». Ma il capolavoro appare
poco più in là, quando afferma che «Qui
il discorso, oltre che etico, si fa politico
o, meglio, rivelatore della diversa strategia seguita dalle due anime delle Associazioni degli esuli: l’una, quella della Federazione, tutta rivolta ad accattivarsi i
favori del mondo politico italiano (...); l’altra, quella delle cosiddette “Associazioni
triestine”, tese ad accentuare la loro autonomia dai partiti politici, perché stanche di vuote promesse e di elemosine».
Francobollo “Combi” Capodistria:
il materiale disponibile
venerdì 7 marzo 2008
La Sede nazionale ANVGD ha a disposizione il meteriale filatelico legato all’emissione del francobollo dell’ex Liceo
“Combi” di Capodistria, che esce l’8
marzo. Ecco le disponibilità.
- Francobollo semplice € 0,65
- Bollettino illustrativo con riproduzione del francobollo € 1,03
- Cartolina affrancata con timbro primo giorno di emissione € 1,17
- Tessera filatelica (formato bancomat)
con francobollo incastonato € 0,89.
Il materiale è ordinabile via telefono
o fax (06.58 16 852) o via mail
([email protected]) indicando le quantità,
nome e indirizzo. Insieme al plico giungerà il bollettino postale per il pagamento. Gli importi applicati sono quelli ufficiali di Poste Italiane, a cui vengono aggiunti 2 euro di spese postali.
Clemente lascia la presidenza
dei Triestini e Goriziani
sabato 8 marzo 2008
Il cav. gr. cr. Aldo Clemente, già se-
gretario generale dell’Opera Profughi, ha
lasciato la carica di storico presidente
dell’Associazione Triestini e Goriziani di
Roma. In una emozionante ed affollata
cerimonia presso la Sede di rappresentanza della Regione Friuli Venezia Giulia
di Roma (Piazza Colonna), Clemente ha
passato il testimone a Roberto Sancin,
triestino, operatore economico nel campo del trasporto aereo merci.
Nell’occasione, il Presidente della
Regione Friuli Venezia Giulia ha inviato
il seguente messaggio di saluto.
«Da oltre quarant’anni l’Associazione triestini e goriziani in Roma costituisce un importante punto di riferimento
per tutti coloro che, provenienti dalla
Venezia Giulia, vivono e operano nella
capitale.
L’Associazione ha saputo in questo
lungo periodo mantenere vivi i legami
dei corregionali con la propria terra d’origine e con le istituzioni regionali.
Ed è in questo senso significativo che
l’assemblea generale dell’Associazione si
svolga proprio nella sede della Regione
a Roma.
Oltre a coltivare le radici, l’Associazione ha promosso una serie di meritorie iniziative per far conoscere ai romani
il patrimonio culturale e la storia, spesso
tormentata e tragica, dellaVenezia Giulia,
per tanti anni terra di confine e oggi di
nuovo posta al centro di un’Europa finalmente riunita e riconciliata.
Un sentito ringraziamento va in particolare al presidente uscente Aldo Clemente, che è stato sin dalla costituzione
l’animatore e l’autentica anima dell’Associazione triestini e goriziani in Roma.
Desidero esprimere a nome della Regione Autonoma FriuliVenezia Giulia, e mio
personale, un ringraziamento per la dedizione e l’impegno con cui il presidente uscente ha operato in tutti questi anni.
Aldo Clemente ha costruito un patrimonio di rapporti e di esperienze prezioso
per le nuove generazioni. Riccardo Illy».
Nel corso della medesima cerimonia, l’ANVGD ha consegnato ad Aldo Clemente un simbolo dell’affetto di tutta la
comunità degli Esuli verso colui a cui tanti
giuliano-dalmati devono una casa, costruita con la tenacia, la fermezza e la
volontà di un uomo che ha sempre interpretato nella maniera più generosa - e
continua a farlo - il senso del servizio
verso i più bisognosi.
La perequazione INPS
alla Corte Costituzionale
domenica 9 marzo 2008
A seguito dell’ingiusta interpretazione data dalla Legge Finanziaria 2008 alla
perequazione INPS per gli Esuli, il Comitato ANVGD di Torino ha pubblicato la
delibera della Corte d’Appello del capoluogo piemontese che rinvia alla Corte
Costituzionale la disamina della questione. Tale nuovo passo, avviato in diversi
tribunali su tutto il territorio nazionale e
già annunciato in occasione dell’approvazione dell’iniquo provvedimento, farà
da battistrada per tutte le cause già in corso e anche per coloro che non hanno
avviato un procedimento giudiziario. Ringraziamo il Comitato di Torino per il testo fornito, che leggete qui di seguito.
« Visti gli artt 134 Cost. e 23 l.
11.3.1953 n.876 dichiara rilevante non
manifestamente infondata la questione di
legittimità costituzionale dell’art 2
comma 505 della legge 24 dicembre
2007 , n.244 in relazione all’art.3 Costituzione;
dispone l’immediata trasmissione
degli atti alla Corte Costituzionale;
ordina che, a cura della cancelleria,
la presente ordinanza sia notificata alle
parti nonchè al Presidente del Consiglio
dei Ministri, e sia comunicata ai Presidenti della Camera dei Deputati e del
Senato della Repubblica;
sospendere il giudizio in corso.
Così deciso all’udienza del 29 gennaio 2008.
Il Presidente Estensore Dott.ssa Rita
Sanlorenzo»