IMPARARE A STUDIARE

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IMPARARE A STUDIARE
ATTIVITÀ DIDATTICHE 1
Prova di verifica
IMPARARE A STUDIARE
di Lucia Rossi
MATERIE GIURIDICHE (classe 1° ITC, IPSC, Programmatori, Liceo Economico)
L'articolo propone alcune riflessioni su come sviluppare le capacità di ascolto,
acquisire o potenziare le abilità di studio e applicare le tecniche fondamentali per
un uso corretto del libro di testo. Queste sono le strategie fondamentali per rendere
meno faticoso e più proficuo lo studio e l’apprendimento.
Come acquisire o migliorare il metodo di Come imparare a prendere appunti.
lavoro. Anche quella dello studente è una professione, gnarsi a prendere appunti è importante perché:
ma per diventare professionisti è necessario conoscere le
regole guida per acquisire e sviluppare le abilità di studio.
Un metodo di lavoro efficace è necessario per usare al meglio le proprie capacità e per non operare all’insegna della
improvvisazione, sprecando tanta fatica per ottenere risultati non sempre lusinghieri. Per svolgere qualsiasi attività
nel minor tempo e nel miglior modo possibile è opportuno
conoscere determinate regole; così, per affrontare il lavoro di studente si devono applicare alcune strategie per rendere più efficace l’impegno profuso e per organizzare al
meglio l’attività di studio. Per agevolare l’apprendimento
e favorire la crescita intellettuale è necessario:
•
•
•
imparare ad ascoltare;
imparare a prendere appunti;
imparare a leggere, comprendere e memorizzare un
testo scritto.
Come imparare ad ascoltare. “Ascolta e segui
con attenzione la spiegazione dell’insegnante”. Quante
volte ti è stata fatta questa raccomandazione? E quante
volte sei stato richiamato perché eri distratto?
L’insistenza nel richiamarti deve farti pensare che è particolarmente importante seguire la lezione: l’insegnante, con il suo intervento, illustra e chiarisce i contenuti
del libro di testo e, quindi, agevola il tuo lavoro; inoltre,
spesso ti fornisce ulteriori informazioni rispetto al testo.
Ascoltare però non è facile: bisogna combattere con la
distrazione e, soprattutto, bisogna saper ascoltare. È necessario, cioè, riuscire a comprendere quello che ci viene
comunicato. Per contrastare la distrazione esiste un rimedio: prendere appunti. Per quanto riguarda le difficoltà di
comprensione, esse possono derivare da diverse cause:
se l’insegnante usa qualche parola di cui non conosci il
significato l’intera frase ti risulterà oscura e, mentre cerchi di raccapezzarti, il discorso filerà via. In questi casi
è importante non estraniarsi: impegnati a mantenere viva
l’attenzione comunque. È probabile che con il proseguire
del discorso i tuoi dubbi si chiariscano, altrimenti appena
possibile chiedi all’insegnante le spiegazioni necessarie.
•
•
Impe-
rimane una traccia di ciò che si è ascoltato e questo
consente di ricostruire il contenuto del discorso e, di
conseguenza, il lavoro a casa risulta agevolato;
aiuta a non distrarsi e ad ascoltare più attentamente
la lezione.
Per prendere appunti, però, è necessario conoscere qualche strategia, perché mentre tu scrivi l’insegnante continua a parlare e non puoi pensare di poter registrare tutto
quello che dice.
Riuscire a prendere appunti è un’abilità che si acquisisce poco
alla volta e ognuno, a mano a mano che diventa più esperto,
elabora accorgimenti e astuzie che servono a renderli:
•
•
•
chiari;
il più possibile completi;
dotati di un filo logico.
Per riuscire ad avere appunti che rispondano a queste caratteristiche non ci si può limitare semplicemente a registrare una frase dopo l’altra.
Al termine della lezione rischieresti di trovarti con materiale privo di qualsiasi ordine logico, perché non sarai
riuscito a scrivere tutto e il discorso sarà un alternarsi di
spazi vuoti e di frasi incompiute e quindi scarsamente utile. L’obiettivo, invece, è quello di registrare tutte le informazioni utili che consentano di ricostruire il contenuto
della lezione in maniera adeguata.
Le strategie fondamentali per raggiungere l’obiettivo sono
le seguenti:
•
•
•
selezionare il messaggio;
usare simboli o abbreviazioni;
costruire mappe.
come selezionare il messaggio.
Per realizzare
appunti chiari, completi e coordinati il primo accorgimento è quello di riuscire a selezionare il messaggio dell’insegnante cercando di cogliere i punti essenziali.
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CHE COSA FARE
Segna l’argomento che l’insegnante si appresta a spiegare.
Segna le parole o le frasi che
l’insegnante tende a rimarcare
con un tono di voce diverso o
che ripete più volte: si tratta
sicuramente di parole chiave o
di definizioni.
ESEMPIO
I bisogni
esperto, perché poi risulterebbe troppo laborioso decifrare
gli appunti presi. In ogni caso, la prima volta che introduci
una sigla indica tra parentesi anche la parola per esteso.
Della frase “I bisogni possono
essere primari o secondari”
scriverai: bisogni, primari,
secondari; oppure della definizione “Il bisogno è uno stato
di necessità che provoca una
sensazione di disagio” scriverai: bisogno, stato di necessità,
disagio.
la costruzione di mappe.
Inserisci i collegamenti (legaBisogni
mi) tra le diverse parole.
A mano a mano che
acquisisci esperienza e sicurezza nel prendere appunti
puoi provare a realizzare schemi per mettere in evidenza
i rapporti tra le diverse parole chiave. In uno schema (o
mappa) è possibile sistemare le idee in maniera ordinata
e sistematica partendo dall’idea principale e collegando a
essa, mediante frecce (legami) e secondo un ordine logico,
le idee secondarie.
primari
secondari
Se non riesci a completare gli appunti durante la lezione cerca di farlo prima possibile, finché puoi contare su quello che
ti è rimasto in mente. A questo punto dovresti aver realizzato
un testo sufficientemente sintetico e abbastanza chiaro che ti
faciliti l’approccio ai contenuti del manuale.
Tuttavia, dopo aver sperimentato per alcune volte questo
processo, puoi provare ad adottare anche qualche strategia
più complessa.
l’uso di abbreviazioni. Se riesci ad abbreviare le
parole utilizzando apposite sigle, guadagni altro tempo e
alla fine i tuoi appunti saranno più completi.
Puoi adottare al massimo due o tre sigle: una per l’argomento trattato e le altre per qualche parola chiave.
Non devi eccedere, almeno finché non sei diventato più
bisogni
(idea principale)
primari
(idea primaria)
secondari
(idea secondaria)
.....................................
.....................................
.....................................
.....................................
Le mappe possono essere di diversi tipi: quella che abbiamo
appena realizzato è estremamente semplice ed è un esempio
di mappa ad albero (o a grappolo) dove il titolo (bisogni) è
la radice dell’albero e da esso si dipartono i rami (primari,
secondari). Un altro tipo di schema è la mappa a raggiera
(o a margherita), dove il titolo dello schema viene posto al
centro e intorno sono collocate le parole chiave. Esempio:
.....................................
.....................................
.....................................
.....................................
primari
secondari
bisogni
individuali
.....................................
.....................................
collettivi
pubblici
.....................................
.....................................
privati
.....................................
.....................................
Finché si tratta di mappe semplici non c’è una differenza
sostanziale tra la mappa ad albero e la mappa a raggiera
per quanto riguarda la costruzione; c’è solo da osservare
.....................................
.....................................
che la prima si presta di più a essere usata per prendere
appunti, mentre la seconda è più idonea per schematizzare
un testo scritto.
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1. Leggi attentamente il brano seguente e sintetizza i contenuti in una mappa sul tuo quaderno
•
Gli storici ricostruiscono il passato sulla base di fonti. A lungo le uniche
fonti utilizzate furono i testi scritti (trattati, dichiarazioni pubbliche).
In seguito si cominciarono a considerare fonti anche altri documenti,
come le iscrizioni, le monete, i resti archeologici, distinguendo tra fonti
scritte (tutti i testi scritti), fonti figurate o “iconografiche” (materiali contenenti un’immagine, come pitture, monete ecc.) e fonti orali
(testimonianze registrate dalla viva voce, come discorsi, interviste ecc.).
Successiva è la differenziazione tra documenti volontari, cioè testi e
reperti lasciati con lo scopo di tramandare qualcosa (storie, iscrizioni
ecc.) e documenti involontari, resti prodotti dagli uomini senza intenzione di lasciare un ricordo (un’anfora, un elmo ecc.).
•
Come LEGGERE IL testo scolastico.
Dopo aver
ascoltato la spiegazione dell’insegnante e aver preso appunti è il momento dello studio personale. Non commettere l’errore di andare a cercare l’argomento alla pagina
assegnata e cominciare a leggere dalla prima parola fino
all’ultima pensando di “imparare la lezione leggendo, rileggendo e, magari, rileggendo ancora”, perché al termine potresti concludere dicendo: “non ho capito niente”. È
necessario, infatti, imparare a studiare, adottare cioè le
tecniche giuste per sviluppare le abilità di lettura e comprensione di un testo scritto che si deve capire e memorizzare. Leggere un giornale o un romanzo è cosa ben diversa
dal leggere un testo scolastico: infatti in quest’ultimo caso
è indispensabile capire e ricordare i contenuti in maniera
precisa e coordinata. Bisogna cioè distinguere la semplice
lettura dalla lettura-studio, il leggere dal saper leggere.
Per la lettura-studio le abilità chieste sono le stesse qualunque sia la materia, anche se per ogni tipo di testo, e
addirittura per ogni argomento, oltre alle abilità comuni
sono essenziali abilità specifiche.
le tecniche di lettura. Le tecniche da adottare per
imparare a leggere sono diverse, ma si tratta in genere di
operazioni semplici che, una volta apprese, sono di facile
applicazione e fanno risparmiare tempo ed energie.
L’approccio al testo deve avvenire in due fasi:
1. lettura selettiva (o pre-lettura)
2. lettura analitica (o lettura-studio)
la lettura selettiVa. La prima fase consiste in una
scorsa veloce dell’unità e del paragrafo o dei paragrafi da
studiare per:
• individuare gli elementi più importanti;
• avere un’idea generale del contenuto;
• rendersi conto di che cosa si deve studiare.
Si tratta di una lettura selettiva che consiste nel:
leggere il titolo dell’unità, i titoli dei paragrafi e sottoparagrafi, i titoletti a lato, le parole in corsivo o in
grassetto;
osservare gli schemi, le eventuali foto e illustrazioni e
leggere le relative didascalie.
Mentre ti appresti a eseguire queste operazioni, se hai seguito la lezione in classe e hai preso appunti sei facilitato,
perché hai già un’idea di quello che devi studiare e riesci a
individuare più facilmente le informazioni nel testo.
la lettura analitica. Nella seconda fase si tratta di
leggere il testo in maniera profonda, cercando di capire il
senso generale del discorso con l’obiettivo di analizzare
accuratamente il contenuto e far propri i concetti fondamentali.
In questa fase si passa alla lettura analitica, che consiste
nelle seguenti operazioni:
•
individuare le parole nuove di cui non conosci il significato e ricercarlo nel dizionario;
• individuare le parole e le idee chiave;
• sottolineare i concetti fondamentali;
• fare annotazioni e brevi riassunti a margine
(usando, se ci sono, anche i titoletti a lato);
• costruire schemi o mappe.
Queste operazioni sono il fondamento della lettura-studio,
perché evitano di rileggere il testo più volte e a ognuna di
esse corrisponde una maggiore padronanza dei contenuti.
Di fondamentale importanza sono le due operazioni che
precedono la sottolineatura (individuare le parole nuove,
le parole e le idee chiave), perché prima di sottolineare è
necessario che tu abbia chiaro ciò che hai letto e che tu sia
in grado di individuare le frasi più adatte per sintetizzare
meglio il contenuto, senza sottolineare tutto. È utile, inoltre, sottolineare il testo con colori diversi per distinguere,
eventualmente, le parti più o meno importanti. Oltre alla
semplice sottolineatura puoi utilizzare anche altri mezzi
grafici come cerchi, ovali, frecce per mettere in risalto e
collegare idee simili o contrastanti.
Esempio: mentre i bisogni primari , proprio perché sono alla base dell’esistenza, sono definiti anche
bisogni di prima necessità , i bisogni secondari sono
denominati bisogni di conforto perché il loro soddisfacimento gratifica anche lo spirito e rende più piacevole la vita.
L’operazione conclusiva è la realizzazione di schemi
(mappe), che consiste nell’organizzazione di ciò che hai
sottolineato ed evidenziato: parole e idee chiave, concetti
fondamentali, note brevi, nonché gli appunti presi in classe durante la lezione.
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ATTIVITÀ DIDATTICHE 4
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il soddisfacimento
dei bisogni
primari
o di prima necessità
secondari
o di conforto
alla base dell’esistenza
rendono
più piacevole la vita
Giunti a questo punto, non solo hai decodificato il testo,
e quindi dovresti aver chiaro il contenuto in ogni sua parte, ma hai anche prodotto il materiale (mappa, riassunto breve) che ti consente di visualizzare i contenuti nella
fase dell’esposizione orale e di memorizzarli e ripassarli.
Può accadere, però, che nel corso della lettura-studio tu non
riesca a superare alcuni ostacoli (per esempio, una frase
poco chiara): mettili in evidenza con un punto interrogativo
a lato e, appena possibile, chiedi chiarimenti all’insegnante.
come memorizzare i contenuti. Una volta che
hai sintetizzato i contenuti, l’ultimo lavoro che ti rimane
da fare per affrontare una verifica orale o scritta è quello
di memorizzarli.
Le operazioni di lettura selettiva e analitica ti hanno consentito di lavorare a più riprese sugli stessi contenuti che,
pertanto, dovrebbero ormai esserti noti tuttavia, per ricordarli anche a distanza di tempo (memorizzazione) è opportuno ripeterli.
La ripetizione può avvenire dovunque e senza utilizzare
alcun sussidio, anche se, per acquistare questa indipendenza dal testo e dagli appunti, le prime volte è meglio
ricorrere al lavoro fatto sul manuale (sottolineatura, note
brevi) o sul quaderno (mappe, riassunti brevi) per aiutarti
a organizzare il discorso.
Quanto più la lettura-studio e tutte le operazioni a essa
connesse sono state accurate, tanto più veloce sarà il lavoro di memorizzazione.
2. Applica al seguente brano le tecniche di lettura appena apprese e concludi il lavoro con la realiz-
zazione di una mappa sul tuo quaderno
I settori produttivi
I diversi tipi di attività economica svolta dall’uomo, in base alle caratteristiche che li accomunano, fanno capo a tre settori produttivi: primario,
secondario e terziario. Al settore primario appartengono l’agricoltura,
l’allevamento, la pesca, l’attività forestale, cioè tutte quelle attività economiche che nella storia l’uomo ha svolto per prime e che sono preposte
alla produzione di beni primari. Il settore secondario, definito anche industria, è il settore nel quale sono comprese tutte le attività di trasformazione delle materie prime in beni di consumo e di produzione come
l’industria chimica, meccanica, tessile ecc. Il settore terziario comprende
tutte le attività che non producono beni materiali, ma offrono servizi
come le attività di trasporto, commerciali, bancarie, assicurative ecc.
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