Il Partenone simbolo di identità nazionale

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Il Partenone simbolo di identità nazionale
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Il Partenone come simbolo
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dell'identità nazionale
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di Valentina E. Pistarino
Argomenti
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Il Partenone e la storia dellato
Grecia
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La questione
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Il Partenone e la storia della
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Grecia moderna
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Greci “senza voce”
I Greci per secoli sembrano non parlare
del Partenone. La maggior parte della
popolazione probabilmente perde
coscienza della natura e dell’antichità del
monumento, trasformato in chiesa nei primi
secoli del Cristianesimo, poi in chiesa latina
(XIII sec.) e infine in moschea (XV sec.). Il
fatto che gli Ateniesi non ricordino il loro
passato è oggetto di lamentele, già nel XII
sec., da parte dell’arcivescovo di Atene
Michele Coniate.
Le uniche fonti sul Partenone e
sull’Acropoli per quasi tutta la storia
medievale e moderna consistono,
pertanto, nelle testimonianze degli stranieri.
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Rappresentazione di Greci tipica
dell’immaginario occidentale: Th. Aligny,
Ragazze greche ballano la "Romaika", 1850
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Il risveglio della Grecia
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Nel corso del XVIII sec. alcuni intellettuali greci
vengono permeati dalla cultura illuministica e
classicista europea: Evgenios Voulgaris (17161806) traduce in greco Voltaire, Adamandios
Korais (1748-1833) vive a Parigi e partecipa con
entusiasmo alla Rivoluzione francese, Rigas
Velestinlis (1757-1798) fonda a Vienna il primo
giornale greco, Ephemeris.
La nobiltà greca fanariota (dal quartiere greco di
Costantinopoli, il Fanar) dà forte slancio
all’illuminismo greco e alla riscoperta delle antiche
radici culturali; si sente l’esigenza di depurare la
parlata popolare dai termini stranieri per
recuperare la grandezza della lingua greca.
La ritrovata coscienza nazionale, almeno da parte
degli intellettuali e delle élites greche, trova un
appoggio nella politica dell’impero russo, molto
interessato ad ampliare la propria influenza ai
danni dell’impero ottomano: la Russia ottiene dai
Turchi una sorta di “protettorato” sui sudditi greci
ortodossi (trattato di Küçük-Kainarge, 1774).
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Ritratto di Adamandios Korais, “padre” della lingua greca katharévoussa
La Guerra di Indipendenza
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(1821-1828)
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1821: scoppia la guerra di
Indipendenza greca sull’onda dei moti
rivoluzionari del 1820, sostenuta dai
monasteri ortodossi e dalle correnti
filellene occidentali.
1822: il congresso greco di Epidauro
proclama l’Indipendenza della Grecia
dall’impero ottomano.
1825: Russia e Francia intervengono a
favore della Grecia.
1827: Inghilterra, Francia e Russia si
alleano ufficialmente per liberare la
Grecia.
20 ottobre 1827: Sconfitta della flotta
turca a Navarino.
1828: con il trattato di Adrianopoli la
Russia ottiene dall’impero ottomano
l’Indipendenza ufficiale della Grecia.
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Th. Vryzakis, Germanos, Il Metropolita di Patrasso benedice
la bandiera della Rivoluzione, 1865
Episodi di guerra:
l’Acropoli assediata
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1821/1822: i Turchi resistono sull’Acropoli
all’attacco dei Rivoluzionari greci, ma vengono
sconfitti e massacrati.
1825: Odysseas Androutsos (1788-1825), uno dei
capi della rivolta greca, viene imprigionato dai Greci
sull’Acropoli per tradimento e ucciso.
1826/1827: i rivoltosi greci e filelleni subiscono
l’assedio turco e sono a loro volta sconfitti e uccisi.
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A sinistra: K. Krazeisen, Greci in battaglia tra
le antiche rovine, 1829; sopra, ritratto di
Odysseas Androutsos e L’assedio di Atene
descritto da Makriyanni
Un Re per la Grecia
Al termine della Guerra d’Indipendenza, le
aspre lotte interne e le divisioni tra i Greci - già
evidenti durante la guerra - sfociano
nell’uccisione del neoeletto governatore della
Grecia, Ioannis Kapodistrias (1776-1831).
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1832: la
conferenza di
Londra designa re
di Grecia Ottone,
secondogenito di
re Ludwig di
Baviera.
6 febbraio
1833: arrivo a
Nauplio di Re
Ottone I.
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A sinistra, Ritratto di Ioannis Kapodistrias (1776-1831) ;
sopra, P. v. Hess, L’arrivo del re a Nauplio, 1835
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Due architetti per Otto:
Schinkel e von Klenze
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Due famosi architetti tedeschi si disputano il privilegio di “mettere
mano” sull’Acropoli: Karl Friedrich. Schinkel e Leo von Klenze. È ben
presente a entrambi la fortissima valenza simbolica e politica del sito.
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K.F. Schinkel
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K.F. Schinkel (1781-1841),
artefice dell’Altes Museum e
della Sala dei Concerti a
Berlino, viene interpellato dal
fratello di Otto, Maximilian di
Baviera: i suoi progetti
trasformano sulla carta la
rocca del Partenone nel
Palazzo Reale della nuova
monarchia greca. Per fortuna
la sua idea non ha successo!
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L. v. Klenze(1784-1864), architetto del Walhalla, si propone
come consulente al re greco e propone il restauro
dell’Acropoli; definisce il progetto di Schinkel “un fascinoso
sogno di mezza estate”.
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L. von Klenze
Schinkel: una rocca
“regale”
Il Partenone, incassato tra
edifici ad un piano
Ingresso
monumentale
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K.F. Schinkel, pianta del palazzo progettato per il re Otto sull’Acropoli, 1834
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Ippodromo infossato utilizzato
come corte cerimoniale
all’aperto
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Quartiere
residenziale
Schinkel: una rocca
“regale”
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K.F. Schinkel, Progetto per il palazzo di re Otto sull’Acropoli, 1834. Vista da ovest.
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Lo “sgombero”
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L’11 aprile 1833 i Bavaresi offrono un banchetto d’addio all’ultima guarnigione turca di stanza
sull’Acropoli, che si ritira in buon ordine.
Tra i due architetti tedeschi ha la meglio Leo v. Klenze, che riesce a imporre il suo progetto di
restauro.
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“L’inaugurazione dell’Acropoli”
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“ Dopo tanti secoli di barbarie, Vostra
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Maestà ha camminato oggi
per la prima
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volta su questa celebrata
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procedendo sulla strada
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attraversata da
uomini come Temistocle,
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Aristide, a
Cimone e Pericle; questo è e
i occhi del vostro popolo, il
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o del Vostro glorioso regno. Tutti i
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della barbarie saranno rimossi, qui
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come in tutta la Grecia, e le vestigia del
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passato glorioso saranno riportate di
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nuovo alla luce, come solido fondamento
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di un presente e di un futuro gloriosi”
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Discorso al Re pronunciato da Leo von Klenze il 29
agosto 1835, nel corso dell’inaugurazione ufficiale
dei restauri dell’Acropoli.
In realtà la “visione” di v. Klenze non è poi tanto
diversa da quella di Schinkel….
Foto di Otto I, 1865
Klenze: sogno di una rocca
restaurata
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L. v. Klenze, Veduta ideale di Atene, 1846.
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Ripulire e restaurare
“realmente” l’Acropoli
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1835: il sito è sottoposto al controllo del Servizio Archeologico greco. Per
cinquanta anni si spoglia la rocca e si asportano tutte le tracce moderne e
medievali, fino alla distruzione della torre “dei Franchi”, che scandalizza parte
dell’Europa.
1890: il direttore degli scavi annuncia trionfalmente: “abbiamo riconsegnato
l’Acropoli al mondo civilizzato, ripulita da tutte le aggiunte della barbarie, nobile
monumento al genio greco”.
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1894: un terremoto danneggia gravemente il Partenone e gli altri edifici
dell’Acropoli: inizia una prima fase di restauri superficiali ai monumenti, conclusa
nel 1902.
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Anni Venti: l’ingegnere Nikolaos Balanos pone mano ad un vigoroso restauro del
Partenone.
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Fine anni Sessanta: a causa dell’ossidazione delle grappe in ferro utilizzate da
Balanos e dell’inquinamento ambientale, il monumento à segni di degrado.
1986: a seguito dell’elaborazione di numerosi progetti negli anni Settanta sotto il
patronato dell’UNESCO, parte finalmente il programma di restauro che continua
tuttora.
Il XX secolo in Grecia
Il XX sec. in Grecia è caratterizzato da
un’altalenare frenetico di governi monarchici,
repubblicani (1913, 1924, 1964) e dittature (1935,
1967-’70). Il Partenone rimane il simbolo politico
per eccellenza: occupare l’Acropoli significa
governare la Grecia.
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Nel corso della Seconda guerra mondiale,
Italiani e Tedeschi alzano la propria bandiera
nel Partenone; alla fine del conflitto, il governo
greco organizza una solenne cerimonia per
“riconsacrare” la Rocca con la bandiera greca.
In alto, 1941, bandiera nazista nel Partenone; a lato,
cerimonia greca del dopoguerra
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Il Partenone e la società greca
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Due esempi di come viene “vissuto” il
Partenone nella società greca moderna:
• segno di solidità e tradizione;
• mezzo per richiamare l’attenzione e scuotere
l’opinione pubblica.
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Il Partenone e l’arte:
futuristi sui generis
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P. Prekas, Il cavallo dal fregio ovest del Partenone
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Quasi tutti gli artisti e i letterati greci nel
corso del XIX e XX sec. hanno elaborato
un’idealizzazione del Partenone, presentato
come emblema del popolo greco, della sua
storia e, soprattutto, della sua rinascita.
Il caso limite è rappresentato dai futuristi
greci: il manifesto futurista “Distruggiamo il
chiaro di luna” (1909) chiede la demolizione
del Partenone”, ma gli artisti greci sono
assolutamente contrari e anzi, partono dallo
studio del fregio per sperimentare le
possibilità di movimento. Marinetti stesso,
del resto, consapevole dell’orgoglio
nazionale greco, nel Manifesto per i giovani
artisti greci stempera i toni e fa parlare il
monumento stesso, che invita i giovani ad
allontanarsi dalla tradizione!
L’intellettuale Konstantinos Parthenis
commenta: “Non c’è bisogno di demolire
l’Acropoli, nostra Madre; dobbiamo
prenderla ad esempio, non come modello
da imitare”.
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Il Partenone e la pubblicità .
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“Un Paese con una tradizione storica lunga
quanto la Grecia sa apprezzare la
compagnia aerea con i mezzi più moderni”
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Il Partenone ha uno straordinario potenziale pubblicitario
in quanto simbolo della storia e della cultura greca.
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Umorismo greco
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La questione dei marmi
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Le prime tappe
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1842: i primi archeologici greci indirizzano una domanda di restituzione dei marmi Elgin (per i
Greci “Parthenon marbles”), alla Corona inglese.
Fine XIX-inizi XX sec.: la restituzione dei marmi da parte dell’Inghilterra rimane un argomento
“scottante” per la stampa greca, che lo riprende più volte.
1941: il Foreign Office propone di rimpatriare i marmi per ringraziare i Greci per la loro lotto
contro il nazismo. La proposta non ha seguito.
1961: Prima richiesta ufficiale da parte del sindaco di Atene, rivolta alla città di Londra. La
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domanda nasce probabilmente a seguito dell’inaugurazione della galleria Duveen.
1982: Il ministro della Cultura greco Melina Mercouri, rilascia un’intervista alla BBC chiedendo
la restituzione dei marmi, in vista dell’inizio dei nuovi restauri dell’Acropoli.
Il governo greco richiede formalmente per la prima volta al governo britannico il ritorno dei
marmi ad Atene.
Melina Mercouri partecipa all’incontro mondiale dei Ministri della Cultura in Messico e chiede
la protezione dell’UNESCO per la richiesta della stato greco: la maggioranza dei Ministri vota
a favore e il Partenone viene adottato come logo.
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La lotta di Melina Mercouri .
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Melina Mercouri, già celebre
cantante e attrice, si vota alla
causa della restituzione dei
marmi. Nel 1983 smuove
l’opinione pubblica mondiale
piangendo di fronte ai marmi
Elgin a Londra.
Nel 1987 la nuova richiesta di
rimpatrio dei marmi è motivata
“per l’unicità del monumento [il
Partenone] e il suo valore
simbolico”: viene finalmente
dichiarata la sua valenza di
simbolo dell’identità nazionale
greca.
La morte della Mercouri, nel
1994 è molto compianta in
Grecia.
Sopra, Melina Mercouri in visita al Partenone, 1982. A fianco, il
francobollo emesso per la sua morte
Le ultime tappe
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1987: il progetto del Nuovo Museo dell’Acropoli acuisce le tensioni tra Grecia e Regno
Unito: il nuovo museo prevede, infatti, una sala vuota per i marmi Elgin. Intanto, anche
l’International Council of Museums (ICOM) appoggia le istanze greche.
1997: dato che il rifiuto della Gran Bretagna si basa legalmente sul diritto di proprietà sui
marmi, il governo greco propone una trattativa “non legale, ma culturale e politica”, grazie
alla quale i marmi potrebbero essere esposti nel Nuovo Museo dell’Acropoli, mentre la
Gran Bretagna ne conserverebbe la proprietà e il controllo; i Greci si impegnerebbero,
inoltre, ad allestire mostre di antichità greche di risonanza internazionale in Inghilterra.
1999: il Parlamento europeo presenta un documento di richiamo al Regno Unito.
Inizi del XXI sec.: gli incontri dei rappresentanti dei governi dei due Paesi non arrivano ad
uno scioglimento della situazione. Il biasimo delle principali istituzioni politiche e culturali
mondiali non smuove la parte dell’opinione pubblica inglese favorevole al mantenimento
dei marmi in Inghilterra.
A partire dagli anni Ottanta vengono fondate associazioni in tutto il mondo per la
restituzione dei marmi. Un sito internet creato dagli studenti di una scuola superiore di
Creta e dal loro insegnante di inglese è particolarmente attivo nella ricerca delle adesioni.
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Il sito degli studenti di Creta .c
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"Ciechi gli occhi che non versano lacrime vedendo, O Grecia amata, le tue sacre membra razziate da profane mani inglesi, che
hanno ferito ancora una volta il tuo petto dolente, e rapito i tuoi dèi, dèi che odiano l'abominevole nordico clima d'Inghilterra"
Lord Byron, "Il pellegrinaggio del giovane Aroldo"
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Lontani dalla loro terra natìa, i marmi del Partenone sono rimasti al British Museum per oltre
150 anni. Ciò ha significato continue trattative tra il governo greco, che ne chiede la
restituzione, e il governo inglese che, insieme all'amministrazione del British Museum,
continua a rifiutarla.
Nelle pagine che seguono puoi leggere qualcosa sulla storia dei Marmi del Partenone, insieme
ai punti di vista del governo greco, del governo inglese,del Partito Laburista, del Partito
Conservatore e del British Museum. Infine spieghiamo la nostra opinione e ti chiediamo di
esprimere la tua. Non ci vuole più di un minuto per spedirci una e-mail .
Speriamo che la lettura di queste pagine sia piacevole ed istruttiva, così come è stata per noi la
loro realizzazione.
Mandaci una e-mail
http://www.uk.digiserve.com/mentor/marmi/index.htm
Bibliografia
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K. Andrews, Athens Alive, Athens 1979.
M. Beard, Il Partenone, Editori Laterza, Bari 2006 (ed. ingl. 2002).
D. Brewer, The Greek war of independence: the struggle for freedom
from Ottoman oppression and the birth of the modern Greek nation, the
Overlook press,Woodstock - New York 2001.
R. Clogg, Storia della Grecia moderna. Dalla caduta dell’impero
bizantino a oggi, Bompiani, Milano 1998.
C. Hitchens, The Elgin Marbles. Should they be returned to Greece?,
London 1987.
M. Pavan, L’avventura del Partenone. Un monumento nella storia,
Sansoni editore, Firenze 1983.
D. Philippides, The Parthenon as Appreciated by Greek Society, in P.
Tournikiotis (a cura di), “The Parthenon and its Impact in Modern
Times”, Athens 1994, pp. 278-309.
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Bibliografia
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N. Svoronos, Storia della Grecia moderna, Roma 1974.
Who Owns the Past? The Case of the Parthenon Marbles. Papers held
at a Seminar and Public Debate at the Medelhavsmuseet, a cura di
Houby – Nielsen, Stockholm, May the 25th 2003, in Medelhavsmuseet.
Focus on the Mediterranean, 2 (2005), pp. 133-163.
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http://www.uk.digiserve.com/mentor/marmi/index.htm
(sito degli
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studenti
wwcretesi per la restituzione dei marmi Elgin)
http://en.wikipedia.org/wiki/Greek_War_of_Independence
(voce
8
00di buon livello, in lingua inglese, dell’enciclopedia internet
Sitografia
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wikipedia sulla guerra di Indipendenza greca)
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