Influenza: un male di stagione

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Influenza: un male di stagione
Influenza: un male di stagione
Che cos’è?
L’influenza è una malattia virale, contagiosa ed
altamente
debilitante,
che
si
manifesta
principalmente a carico del sistema respiratorio,
anche se sintomi di tipo generalizzato, come
cefalea, mialgia e malessere, fanno comunemente
parte del quadro clinico.
Ha un altissimo tasso di contagiosità: la sua
trasmissione avviene con grande facilità e
rapidità: per questo motivo le epidemie colpiscono
gran parte della popolazione in un tempo ristretto.
Come si contrae l’influenza?
Il virus dell’influenza viene trasmesso attraverso le
secrezioni delle vie aeree, da una persona infetta
ad un soggetto sano. Sono particolarmente
contagiose le goccioline di saliva emesse da
soggetti malati attraverso le vie respiratorie
(tosse, starnuti, ecc…). Il virus sopravvive bene
nell’ambiente esterno ed è favorito da umidità e
temperature relativamente basse. Una volta che il
virus è penetrato nelle cellule dell’epitelio
respiratorio, inizia il suo ciclo riproduttivo in 4-6
ore.
L’affollamento e le condizioni ambientali tipiche
dell’inverno (luoghi chiusi e scarsa ventilazione)
favoriscono la trasmissione. Il decorso della
malattia varia considerevolmente in relazione alla
reattività individuale ed alla virulenza del ceppo di
una determinata stagione: in alcuni anni si
presentano ceppi molto virulenti, in altri anni i
sintomi possono essere più attenuati.
Sintomatologia
Dal contatto con il virus alla manifestazione della
malattia passano in genere dalle 18 alle 72 ore;
inizialmente si ha un brusco rialzo della
temperatura corporea che può raggiungere i 39°40°C, con brividi, spossatezza, malessere, dolori
muscolari
e
articolari.
Successivamente
compaiono i sintomi tipici delle infezioni alle vie
respiratorie , quali rinite, tosse e mal di gola. In
mancanza di complicazioni il decorso è di circa 710 giorni. I sintomi sono simili a quelli di affezioni
respiratorie causate da altri agenti infettivi, molto
comuni nella stagione invernale.
Cosa si può fare?
Una volta contratta l’influenza, è necessario che
l’organismo attivi le risposte immunitarie in modo
da liberarsi del virus.
Si possono assumere farmaci che sono in grado di
alleviare i sintomi, come gli antipiretici,
antidolorifici, sedativi della tosse, decongestionanti
che aiutano ma non guariscono dall’influenza.
L’impiego degli antibiotici non è giustificato,
trattandosi di una malattia di origine virale e non
batterica. E comunque nel caso che sopravvengano
complicanze o superinfezioni quali polmoniti o
bronchiti batteriche, sarà il medico a valutare
l’eventualità della loro somministrazione.
I vaccini
La vaccinazione influenzale è l’unica forma di
controllo della malattia. I vaccini a disposizione in
Italia sono costituiti da particelle virali inattivate ed
altamente purificate, incapaci quindi di proliferare e
di dare luogo alla malattia. Si hanno sia vaccini
contenenti il virus intero (vaccino intero), sia
frammentato con un miglior profilo di tollerabilità.
La vaccinazione si effettua in genere tra metà
ottobre e fine novembre, per via intramuscolare,
ricordando che occorrono almeno due settimane
per un’adeguata risposta degli anticorpi. Non ci
sono comunque problemi ad eseguire la
vaccinazione anche a dicembre o agli inizi di
gennaio.
E’ sufficiente una sola dose di vaccino influenzale
per garantire la protezione per circa 6 mesi.
La vaccinazione comporta pochissimi effetti
indesiderati, peraltro di scarsa entità, che vanno dal
gonfiore/ eritema in sede di iniezione al malessere
generale con febbricciola o dolori muscolari di breve
durata e intensità. Questi effetti sono transitori e
scompaiono senza alcun trattamento.
Chi deve essere vaccinato contro l’influenza?
La vaccinazione influenzale è indicata per tutti
coloro che desiderano proteggersi da un fastidioso
disturbo invernale. Ad alcune categorie di persone
però la vaccinazione è fortemente raccomandata:
 anziani di età pari o superiore a 65 anni
 conviventi di persone anziane o a rischio
 bambini o adulti affetti da: malattie croniche a
carico dell’apparato respiratorio, circolatorio,
urinario.