continua il processo di pace in algeria

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continua il processo di pace in algeria
UN LIBRO CONTRO LA GUERRA
Pacifisti e leggende metropolitane
Se la calunnia e’ un venticello fresco e gentile che poi va a finire come un colpo di
cannone, altrettanto succede alle leggende metropolitane che quando si radicano poi non
sono piu’ estirpabili.
Personalmente ricordo una polemica con gianni Riotta rimbalzata sul Web nel 1997 ( o 98?
non ricordo piu’) a proposito dello scandalo Lewinsky che secondo lui sarebbe nato sulle
pagine pettegole del Web ( allora il Web era visto come la causa di tutti i mali endemici, )
mentre io avevo documentato, date alla mano, che tutto risaliva ad un articolo di
Newsweek, ma non ci fu nulla da fare.
Riotta non fece ne’ poteva fare un passo indietro da quello che aveva scritto, e la
leggenda si e’ talmente radicata negli archivi delle redazioni italiane, che in occasione
della discesa trionfale dell’Ar Monica a bocca, hanno scritto che lo scandalo risaliva a quel
famoso sito pettegolo di Internet gestito da un giornalista americano altrettanto pettegolo.
Transeat.
Adesso risuccede.
Da qualche tempo striscia subdolamente l’affermazione secondo cui Alex Zanotelli,
l’inventore delle bandiere arcobaleno della Pace, sarebbe l’autore del concetto travolgente:
“Facciamo diventare la guerra un tabu’ come l’incesto”
Per carita’, nulla da eccepire se il concetto lo fanno proprio i giovanissimi che non
ricordano nulla delle manifestazioni del ’68. Mi fa specie invece quando viene raccolta da
intellettuali alla page, e rimbalza da questi ai nuovissimi pacifisti riciclati. L’ho trovata
citata addirittura sul Corriere da Daniele Luttazzi, che mi pare una persona informata e
attenta.
Ecco perche’ scrivo queste due righe per riportare questo concetto nel grembo del suo
legittimo autore: un finissimo intellettuale, pacifista antesignano di tutti i pacifismi
moderni, che subi’ boicottaggio e derisione per aver propugnato questi concetti
rivoluzionari.
Sto parlando di Carlo Cassola, ( Roma 1917 – Lucca 1987) indimenticabile ma ahime’
dimenticato autore finissimo che con il suo stile scarno ha descritto l’esistenza dei semplici,
da Fausto e Anna alla Ragazza di Bube.
Se qualcuno si ricordasse, ci dovrebbe essere persino un suo intervento televisivo in cui
Cassola, perorava la causa della Pace come tabu’, tra gli sberleffi degli intellettuali alla
moda del momento.
Vabbe’, ragazzi. Io ve l’ho scritto ma so bene che non dipende da noi quella parte della
nostra memoria destinata ad andare perduta, quella che invece fortunosamente sara’
recuperata e quella, come in questo caso, che ritornera’ come Araba Fenice indossando
nuove spoglie.
Non dipende da noi.
Buona Pace a tutti.
CONTRO LA GUERRA:
« Ma quale è dunque il fine e il frutto di questa non dirò "milizia", ma
piuttosto "malizia" mondana, se l'uccisione pecca mortalmente e l'ucciso
muore eternamente? Invero, a dirla con l'Apostolo, "chi ara deve arare con
speranza, e chi trebbia con speranza di avere parte del frutto" (I Cor.,
9,10). Che cos'è dunque, o Cavalieri, questa incredibile passione, questa
intollerabile pazzia di guerreggiare con tante spese e tante fatiche senza
alcun altro guiderdone che la morte o il peccato?
Coprite di seta i cavalli e rivestite di non so che genere di straccetti
colorati le corazze; dipingete le lancie, scudi e selle; ornate d'oro, d'
argento e di gemme le briglie e gli speroni; e in tanta pompa correte, con
vergognoso furore e impudente stupidità, alla morte.
Sono insegne militari, queste, o femminei ornamenti?
( da: "De laude novae militiae" presentato da Bernardo di Chiaravalle nel
corso del Concilio di Troyes del 1129, in una traduzione di Franco Cardini,
tratta da "La nascita dei Templari", 1999. )
~
il mondo e’ pieno di squarta-cantoni
piϊ che l'aer di grilli e parpaglioni;
dice che de' babbioni
da Mantua n'e’ per tutto, e de gli alocchi
e de' gattuci ch'hanno aperti gli occhi;
e che vende i finocchi
per confetti ogni strologo mendace,
annunciando la guerra per la pace.
( Pietro Aretino )
La guerra non mi suggerisce nessuna idea degna di essere comunicata.
(Franz Kafka)
questa volta Dio aveva veramente finito, e disse:
<<Te l'avevo detto, Caino: fate l'amore, non fate la guerra!>>
<<E con chi?>> urlo' Caino <<Che qua ci stavamo solo io e quell'altro rimbambito?!>>.
(Giobbe Covatta)
La fiducia nel sistema e' in caduta libera, si impennano i consumi di
antidepressivi, bibbie e alcolici, gli aerei esplodono, i giornalisti
scomodi vengono eliminati dalla Rai, le madri uccidono i figli e la
guerra echeggia sul pianeta. Insomma, non e' un bel momento…
(Dario Fo)
Per fortuna, da qualche parte subito fuori Washington, c’è l’Europa, che i media dominati
dalla junta petrolifera hanno appena proclamato antisemita, perché la maggior parte di
essa non vuole dichiarare guerra all’Iraq e la junta sì, per ragioni che oggi, grazie agli
investigatori europei e ai loro media relativamente liberi, possiamo cominciare a capire.
Su1 tema “come e perché l’11 settembre l’America è stata attaccata”, l’analisi di gran
lunga migliore, più equilibrata, ad oggi, è quella di Nafeez Mossadeq Ahmed .. Sì, sì, lo so,
è uno di Loro. Ma spesso loro sanno c se che noi non sappiamo, specialmente su quello
che stiamo per fare noi.
(Gore Vidal)
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che noi senza perdere neanche una guerra
potremmo un giorno trovarci col culo per terra.
(Giorgio Gaber)
Gli Ateniesi, costretti ad avanzare in massa cadevano gli uni sugli altri e si calpestavano a
vicenda. Alcuni infilzandosi nei propri giavellotti o nelle altre armi, o perivano subito o,
impacciati com'erano, venivano trascinati giù dalla corrente. I Siracusani, appostati sulla
riva opposta che era scoscesa, colpivano dall' alto gli Ateniesi, mentre in gran parte erano
intenti a bere avidamente e si ostacolavano a vicenda, chiusi com'erano nel letto incassato
del fiume"(...).
Tanto sangue, infine, per lavarci gli occhi dalle illusioni di ere felici vissute tra amori e
bevute, canti e spettacoli teatrali. Dei tanti uomini spazzati via, umile è rimasto invece il
lavoro, la roccia scolpita dalle loro dissolte mani, forgiando teatri e templi; che nei loro
incavi ancora mostrano l'ombra delle dita umanissime.
(Tucidide)
Pei più grandi misfatti vidi tremar la terra;
il re tutto domava, forte e saldo al potere.
Nella pubblica pace solo l'amor fa guerra;
egli è il solo nemico, il solo da temere.
(Voltaire – Zadig)
Senza essere un apostolo della pieta’ e pur riconoscendo la necessitΰ biologica e
psicologica della sofferenza nell'economia della vita umana, tuttavia non si puo’ fare a
meno di condannare la guerra nei suoi fini e nei suoi mezzi e di aspirare alla cessazione
delle guerre.
I popoli sono rappresentati dagli Stati che essi formano; gli Stati, dai governi che li
dirigono. Nel corso di questa guerra, ogni membro di una nazione puς constatare ciς di cui
aveva giΰ una vaga intuizione in tempo di pace, cioθ che, se lo Stato vieta all'individuo la
pratica dell'offesa, cio’ non avviene perchι esso voglia eliminarla, ma perche’ vuole
monopolizzarla, cosi’ come monopolizza il sale ed il tabacco.
(Freud – Aforismi)
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la guerra
quando sia progressista
perché invade
violenta non violenta
secondo accade
ma sia l’ultima
e lo è sempre
per sua costituzione
(Montale, Fanfara)
~
Come quando con mucchi di parole si tessono le lodi della retorica o della
filosofia, o si fa l'elogio di un principe, o si esorta a fare la guerra ai Turchi,
mentre qualcuno predice il futuro, o va formulando questioncelle di lana
caprina. In realta’, come niente e’ piu’ frivolo che trattare in modo frivolo
cose serie, cosi’ niente e’ piu’ gradevole che trattare argomenti leggeri in
modo da dare l'impressione di non avere affatto scherzato.
(Erasmo da Rotterdam – Elogio della follia)
Raccolti entro una capanna, seduti per terra a gambe in croce intorno a una damigiana
verso cui si volgevano come a un idolo, i poeti improvvisavano ottave pro e contro la
guerra di Libia: eran parecchi e si davano il turno, e intorno a loro si accalcavano uomini e
ragazzi: di tanto in tanto qualcuno si curvava per prendere di terra un bicchiere di vino.
"Bibe, diauu!"
"Salute!"
"Che possiamo conoscerla cento anni di seguito, questa festa, sani e allegri."
"Bibe, forca!"
Il poeta Serafino Masala di Bultei, col profilo greco e vestito come un eroe di Omero,
cantava:
Su turcu non si cheret reduire,
Anzis pro gherrare est animosu,
S'arabu inferocidu est coraggiosu,
Si parat prontu né cheret fuire...
(Grazia Deledda – Canne al vento)
~
Giugno 1958
Sto lavorando, con Fellini e Tullio Pinelli, a rispolverare una nostra vecchia idea per un
film, quella del giovane provinciale che viene a Roma a fare il giornalista. Fellini vuole
adeguarla ai tempi che corrono, dare un ritratto di questa “società del caffè” che folleggia
tra l’erotismo. l’alienazione, la noia e l’improvviso benessere. È una società che, passato lo
spavento della guerra fredda e forse proprio per reazione, prospera un po’ dappertutto.
Ma qui a Roma, per una mescolanza di sacro e di profano, di vecchio e di nuovo, per
l’arrivo massiccio di stranieri, per il cinema, presenta caratteri più aggressivi, subtropicali.
Il film avrà per titolo La dolce vita e non ne abbiamo scritto ancora una riga;
(Ennio Flaiano)
E' il denaro che cerca un campo da gioco più vasto, perché confinato nel solito terreno
non può moltiplicarsi più di tanto e muore d'asfissia. Se voi producete stracchino, e siete
diventato il leader del settore, e non potete pretendere che la gente della vostra città
spenda ancora più soldi per comprare stracchino di quelli che già spende, allora, se volete
continuare ad arricchirvi, avete una sola possibilità: vendere il vostro stracchino nella città
vicina, e magari andarlo a produrre là, mungendo le vacche altrui. Per secoli, praticare
questo trucchetto ha significato una sola cosa: fare la guerra.
Comunque ve l'abbiano raccontata, la guerra è sempre stata fatta per rimettere in
movimento i soldi, per conquistare altri mercati, per entrare in possesso di risorse altrui.
Per far respirare il denaro.
(Alessandro Baricco)
Circa sessant'anni fa scappai da quel maledetto bunker di Berlino su un
sidecar senza moto (il mullah Omar mi fa un baffo), e trovai rifugio in un
paese sudamericano. In questo periodo in cui ho vissuto nascosto non ho
sofferto per la guerra persa, ma per la fine di un sogno. Ho temuto che la
sordida propaganda dei vincitori potesse cancellare il meraviglioso mito
della razza eletta, e di un paese superiore agli altri. Per anni solo poche
minoranze hanno difeso questo ideale. Vedervi oggi incarnare lo spirito di
quei giorni dolci e terribili, mi ringiovanisce di mezzo secolo.
...
Se verrà commesso quale crimine di guerra, riuscirete a fare una
legge anche per quello. Se ci foste stati voi, il processo di Norimberga
starebbe ancora passando da una sede all'altra.
Caro George, non preoccuparti se ti senti solo, anch'io lo sono stato. Sono
sempre esistiti gli ebrei, i bolscevichi, gli zingari, gli arabi, e
soprattutto i polacchi traditori come i Wojtyla, i negri come Annan e i
traditori come Schroeder e Chirac. Feccia del mondo unita in quel covo di
sordido meticciato etnico chiamato Onu. La diplomazia, diceva Goebbels, è il
nome con cui le razze inferiori chiamano la loro paura. Ma ora è riapparsa
sulla scena una razza superiore, e tutto questo sparirà nella spazzatura
della storia.
(Stefano Benni)
È giunta l’ora delle grandi responsabilità. Il proletariato d’Italia permetterà dunque che lo
si conduca al macello un’altra volta? Noi non lo pensiamo nemmeno. Ma occorre
muoversi; agire, non perdere tempo. Mobilitare le nostre forze. Sorga, dunque, dai circoli
politici, dalle organizzazioni economiche, dai Comuni e dalle Provincie dove il nostro
Partito ha i suoi rappresentanti, sorga dalle moltitudini profonde del proletariato un grido
solo, e sia ripetuto per le piazze e le strade d’Italia: “Abbasso la guerra!” È venuto il
giorno per il proletariato italiano di tener fede alla vecchia parola d’ordine: “Non un uomo!
Né un soldo!” A qualunque costo!
(L’Avanti – Benito Mussolini)
Tutte le guerre di religione che hanno insanguinato il mondo per secoli sono nate da
adesioni passionali a contrapposizioni semplicistiche, come Noi e gli Altri, buoni e cattivi,
bianchi e neri. Se la cultura occidentale si è dimostrata feconda (non solo dall'Illuminismo
a oggi ma anche prima, quando il francescano Ruggero Bacone invitava a imparare le
lingue perché abbiamo qualcosa da apprendere anche dagli infedeli) è anche perché si è
sforzata di "sciogliere", alla luce dell'indagine e dello spirito critico, le semplificazioni
dannose. Naturalmente non lo ha fatto sempre, perché fanno parte della storia della
cultura occidentale anche Hitler, che bruciava i libri, condannava l' arte "degenerata",
uccideva gli appartenenti alle razze "inferiori", o il fascismo che mi insegnava a scuola a
recitare "Dio stramaledica gli inglesi" perché erano "il popolo dei cinque pasti" e dunque
dei ghiottoni inferiori all'italiano parco e spartano.
(Umberto Eco)
. La sensazione che si prova alla guerra, anzi in combattimento, quando con ogni poro
della tua pelle senti la pallottola o il razzo che arriva, e rizzi gli orecchi e gridi a chi ti sta
accanto:
«Down! Get down! Giù! Buttati giù». L'ho respinta. Non ero mica in Vietnam, non ero mica
in una delle tante e fottutissime guerre che sin dalla Seconda Guerra Mondiale hanno
seviziato la mia vita! Ero a New York, perbacco, in un meraviglioso mattino di settembre,
anno 2001. Ma la sensazione ha continuato a possedermi, inspiegabile, e allora ho fatto
ciò che al mattino non faccio mai. Ho acceso la Tv. Bè, l'audio non funzionava. Lo
schermo, sì. E su ogni canale, qui di canali ve ne
sono quasi cento, vedevi una torre del World Trade Center che bruciava come un
gigantesco fiammifero.
(Oriana Fallaci)
La Cecenia, dove i russi combattono la seconda guerra in cinque anni, è definita dalle
assicurazioni il posto più pericoloso della terra. «Sì. Quando volevo andare in treno a
Grozny, mi
spiegarono che i banditi ceceni avevano un patto con Mosca: loro rapinavano i passeggeri
di tutto,
soldi, orologi, perfino vestiti, ma risparmiavano la vita. Così, avrei dovuto viaggiare nudo.
Un'altra
volta un capo locale m'offrì una guardia del corpo di trenta uomini armati... Eppure, credo
che la
Cecenia abbia diritto all'indipendenza: quegli odiati musulmani dalla pelle scura, che a
Mosca
chiamano "culi neri", sono per la Russia un problema coloniale interno, come per secoli
l'Irlanda fu
per l'Inghilterra. Ma la Russia non cederà mai: intanto ha il terrore paranoico dei confini
meridionali, perché ricorda quando l'Occidente foraggiava l'imam Shamil del Dagestan e
quando, più di recente, i capi ceceni avevano ascolto perfino dalla signora Thatcher. E poi
perché nel Caucaso c'è il petrolio, più petrolio che in Irak e Kuwait messi assieme. Mosca
vuole i soldi, e la mafia ha gli occhi fissi sulla Cecenia.
( Le Carre’)
Le punizioni in caso di disobbedienza variano a seconda delle caratteristiche dello Stato: in
URSS le punizioni potevano andare dalla tortura psicologica all'esilio e alla prigionia,
ovviamente in
condizioni terrificanti.
(...)
"I sistemi democratici procedono diversamente, perche' devono controllare
non solo cio' che il popolo fa, ma anche quello che pensa. Lo Stato non e'
in grado di garantire l'obbedienza con la forza e il pensiero puo' portare
all'azione, percio' la minaccia all'ordine deve essere sradicata alla fonte.
E' quindi necessario creare una cornice che delimiti un pensiero
accettabile, racchiuso entro i principi della religione di Stato.
(Noam Chomsky)
Per Richard Nixon la storia americana pareva cominciare e finire con la guerra fredda. Per
lui la storia degli Stati Uniti prima del 1945 restava un vuoto confuso; persino nel suo
ultimo libro gli riuscì di chiamare gli Stati Uniti «l’unica grande potenza senza una storia di
pretese imperialistiche nei confronti dei paesi vicini»,' definizione che stupirebbe paesi
vicini quali il Messico, il Canada e Cuba (e paesi come la Francia e la Spagna, che persero
territori importanti a causa delle ambizioni territoriali americane), così come stupirebbe
presidenti espansionisti come Thomas Jefferson, Andrew Jackson, James Knox Polk, James
Buchanan, Ulysses Simpson Grant e Theodore Roosevelt.
Gli Stati Uniti furono l’unico vero vincitore della prima guerra mondiale, come il secolo
prima erano stati l’unico vero vincitore delle guerre napoleoniche.
La prima guerra mondiale rese gli Stati Uniti la più grande potenza finanziaria del mondo,
schiantò la Germania – dal punto di vista economico, il rivale più pericoloso dell’America –
e ridusse tanto la Gran Bretagna quanto la Francia a una condizione dalla quale nessuno di
questi due paesi era in grado di lanciare un’efficace opposizione ai progetti americani in
qualunque parte del mondo
(Walter Russel Mead)
"Naturalmente la gente comune non vuole la guerra: ne' in Russia, ne' in Inghilterra, ne' in
Germania. Questo e' comprensibile. Ma, dopotutto, sono i governanti del paese che
determinano la politica, ed e' sempre facile trascinare con se' il popolo, sia che si tratti di
una democrazia, o di una dittatura fascista, o di un parlamento, o di una dittatura
comunista. Che abbia voce o no, il popolo puo' essere sempre portato al volere dei capi. È
facile. Tutto quello che dovete fare e' dir loro che sono attaccati, e denunciare i pacifisti
per mancanza di patriottismo e in quanto espongono il paese al pericolo. Funziona allo
stesso modo in tutti i paesi."
(Hermann Goering al Processo di Norimberga)
Guerra in Iraq: «E il mio dilemma rimane. Tormentoso, assillante»
Per evitare il dilemma, risparmiarmi la dolorosa domanda «questa-guerra-deve-esserefatta-o-no», per superare le riserve e le riluttanze e i dubbi che ancora mi straziano,
spesso dico a me stessa: «Ah, se gli iracheni si liberassero da soli di Saddam Hussein! Ah,
se qualche Ahmed o Abdul lo liquidasse e lo appendesse pei piedi in qualche piazza come
nel 1945 gli italiani fecero con Mussolini!». Ma non serve. O serve in un senso e basta.
Rimane per i motivi che mi accingo ad esporre. E il primo motivo è che, contrariamente ai
pacifisti che non berciano mai contro Saddam Hussein o Bin Laden e se la pigliano solo
con Bush o con Blair, (ma nel corteo di Roma se la son presa pure con me, a quanto pare
augurandomi di scoppiare in mille pezzi col prossimo shuttle), la guerra io la conosco.
(Oriana Fallaci)
Finalmente l’America ha trovato le armi di distruzione di massa che cercava come pretesto
per invadere l’Iraq. Sono nella corea del Nord.
Cosi’ preoccupato per la crescente proliferazioni di armi di distruzioni di massa nella Corea
del Nord, Bush ha finalmente preso una decisione: Invadiamo l’Iraq
Il discorso di Bush e’ stato interrotto trenta volte dagli applausi del congresso e cinque
volte quando e’ stato distratto da oggetti luccicanti.
Il succo del discorso? La guerra e’ la continuazione della guerra con altri mezzi.
Bush ha chiarito la sua visione del mondo: “O siete con noi o siete coi terroristi. O siete coi
terroristi ma avete il petrolio (Kuwait). O siete con noi ma ci odiate ( Egitto) o siete con
noi ma finanziate tutto il terrorismo del mondo ( Arabia Saudita) o siete al 100% coi
terroristi tranne l’omino al comando (Pakistan). O siete con noi ma non potete darci i
soldati, o siete soci coi terroristi ma che si odiano tra di loro (Iran e Iraq).
Secondo la CNN c’e’ un piano per dividere l’Iraq: Normale Super e Senza piombo.
(Daniele Luttazzi)
gli anglo-americani non combatterebbero con ardore se sapessero che, in patria, la gente
non appoggia la guerra in Iraq. E per vincere la battaglia «dei cuori e delle menti» l’arma
più potente è la più ovvia: la menzogna. Prendiamo Alistair Campbell, che è il capo della
comunicazione di Downing Street, cioè di un governo che ha fama d’essere tra i più abili al
mondo nel maneggiare le informazioni a proprio vantaggio. Questo raffinato spin-doctor
(così sono chiamati coloro che danno un «effetto», come a una pallina da cricket, alle
notizie) s’è lamentato del vantaggio che Saddam gode nella propaganda: nelle
democrazie, ha detto, «non possiamo dire bugie nello stesso modo in cui le dittature
dicono bugie di continuo, sia su di loro che su di noi». Rileggiamo bene queste parole: che
intende Campbell? Vuole dire che Blair non può mentire, mentre Saddam può?
(Alessio Altichieri/Peter Arnett)
Sui contrafforti: Faust partecipa alla guerra tra imperatore e
antimperatore. Con l'aiuto delle arti magiche di Mefistofele
combattono per l'imperatore schiere di spiriti e gli procurano la
vittoria.
Tenda dell'antimperatore: l'imperatore sa benissimo che deve la
vittoria alle arti magiche dei suoi due alleati, ma fa finta di credere
che sia merito dei quattro principi e si affretta a ricompensarli.
(Faust- Goethe)
Il centurione o il tribuno militare, che consideravano la guerra solo come un mestiere nel
quale si poteva fare un po' di soldi, andavano tranquilli a combattere, come un muratore
sale su un tetto. Cesare piangeva contemplando la statua di Alessandro.
Ovidio parlava d'amore con spirito; Saffo esprimeva l'entusiasmo di questa passione; e se
è vero che essa le costò la vita, fu perché in lei l'entusiasmo si convertì in demenza.
Lo spirito di partito dispone in modo sbalorditivo all'entusiasmo: non c'è fazione che non
abbia i propri energumeni.
(Voltaire – Dizionario Filosofico)
Bossi dixit:
"Nel tempo che si fuma un toscano, la guerra è finita."
Attrezzatura di Fracchia: stivali Ia guerra mondiale, giganteschi
pantaloni alla zuava ascellari, casco coloniale, giacca blu prima
comunione a doppio petto e guanti da violinista.
Attrezzatura Fantozzi: scarpe chiodate da montagna modello 1906, calze
corte, calzoncini da mare scozzesi, giacca da frac a coda di rondine,
elmo tedesco residuato di guerra. Guanti da violinista. (Questa
attrezzatura era stata giudicata da Fracchia «un po' insufficiente», ma
non c'era di meglio al momento.)
...
L'indomani arrivò il conte Serbelloni, riuscito capitano d'industria,
per il quale Fracchia nutriva una grande ammirazione. Il Serbelloni
nascondeva, con un basco, una calotta d'argento, conseguenza di ferite
riportate durante la guerra in un bombardamento aereo. Va detto che
questa calotta comportava un inconveniente: tutte le volte che il conte,
sovrappensiero, si picchiettava la testa con le dita, subito urlava:
«Avanti, chi ha bussato? Fantozzi, per cortesia, vada a vedere». E
Fantozzi, rassegnato, andava alla porta, apriva e tornava. Il conte:
«Chi era?». «Nessuno» rispondeva Fantozzi. E il conte lo guardava ogni
volta con diffidenza.
(Fantozzi – Paolo Villaggio)
Si misero dunque in campagna senz'ordine e misura, gli uni confusi con gli altri, guastando
e distruggendo tutto per dove passavano senza risparmiare ne’ ricco, ne’ povero, ne’ luogo
sacro, ne’ profano; portavano via buoi, vacche, tori, vitelli, manze, pecore, montoni, capre
e caproni, galline, capponi, pollastri, paperi, oche, maiali, troie, porcellini. Bacchiavano le
noci, vendemmiavano le vigne, estirpando anche le viti, squassavano tutte le frutta dagli
alberi. Facevano un danno incomparabile e non trovarono alcuno che resistesse: tutti si
rendevano a discrezione e li supplicavano di trattarli piω umanamente, ricordando che in
ogni tempo erano stati buoni vicini e amici, senza che essi mai avessero commesso ne’
sopruso ne’ offesa contro loro per essere cosμ improvvisamente maltrattati; e che Dio li
avrebbe presto puniti. A quelle rimostranze nient'altro rispondevano se non che volevano
insegnar loro a mangiare focaccie.
(Francois Rabelais – Gargantua)
Ma il Pastore Polacco, quella volta invece era tornato dal Vietnam dove era andato,
durante la guerra degli Emirati, a dire che bisognava vivere in pace. Poi, quando era
scoppiata la guerra in Jugoslavia era andato a Dubai a dire: °Basta con la guerra!° e
quando è scoppiata la guerra in Kossovo lui, subito dai Serbi, e con la pulizia etnica a
Timor Est, lui subito in Kossovo a gridare: °Basta con la pulizia etnica,° che più che un
Papa mi sembra un cerotto che si mette dove la ferita è stata gi’ medicata.
(Vincent- Incipit)
Attendi, Italia, attendi. Io veggio, o parmi,
un fluttuar di fanti e di cavalli,
e fumo e polve, e luccicar di spade
come tra nebbia lampi.
Né ti conforti? e i tremebondi lumi
piegar non soffri al dubitoso evento?
A che pugna in quei campi
l'itala gioventude? O numi, o numi:
pugnan per altra terra itali acciari.
Oh misero colui che in guerra è spento,
non per li patrii lidi e per la pia
consorte e i figli cari,
ma da nemici altrui
per altra gente, e non può dir morendo:
alma terra natia,
la vita che mi desti ecco ti rendo.
(All’Italia – G. Leopardi)
S. - Allora fa attenzione e cerca di dirmi a che cosa miri il meglio nel fare la
pace e nel combattere con quelli con cui si deve.
A. - Per quanto ci rifletta, non riesco a trovarlo.
S. - Non sai, quando facciamo la guerra, di che cosa ci accusiamo a vicenda nel
metterci a combattere e come denominiamo questo?
A. - Certo. Diciamo di essere ingannati o di subire violenza o di essere
defraudati.
S. - Vediamo: come diciamo di subire ciascuna di queste cose? Cerca di spiegare
quale differenza vi sia tra l'una e l'altra.
A. - Forse, ti riferisci, Socrate, al fatto che siano in modo giusto oppure
ingiusto?
S. - Proprio così.
A. - Ma questa è una differenza in tutto e per tutto.
S. - E allora? Agli Ateniesi, tu contro chi consiglierai di combattere? Contro
chi commette ingiustizie o contro chi opera secondo giustizia?
A. - Mi rivolgi una domanda insidiosa: infatti, se anche uno pensasse che si
debba combattere contro chi agisce secondo giustizia, non lo ammetterebbe di
certo.
S. - Perché questo, come sembra, non è conforme alle leggi.
A. - No di certo: e non mi sembra neppure bello.
S. - Pertanto, nei tuoi discorsi anche tu avrai presente ciò che è giusto ?
A. - É necessario.
S. - Ma, allora, il meglio su cui ti interrogavo poco fa riguardo al combattere
o no, e con chi lo si debba fare e con chi no, e quando sia opportuno o meno,
sarà quello che è più giusto? Oppure no?
A. - Sembra così.
(Socrate – Alcibiade)
~
CONTINUA IL PROCESSO DI PACE IN ALGERIA
OGGI 78 SGOZZATI
Tutti si chiedono come e ‘ possibile che questi uccidano a migliaia e nessuno faccia niente.
La spiegazione e’ semplice e noi Cristiani, che abbiamo esportato nel mondo l’eccidio per
ragioni religiose, abbiamo affinato una teoria Universale difficilmente smentibile.
Ecco di cosa si tratta:
Tu ammazzi un uomo e sei giustamente deprecato. Non solo. Vieni imprigionato per tutta
la vita, e se la legge lo consente ucciso a tua volta ma non finisce qui. Anche nell’aldila’ e’
prevista la sanzione eterna con pene, gemiti ed alti lai.
Se invece ne uccidi, diciamo, dieci, allora probabilmente sei un medico, un chirurgo, un
capomastro e la sanzione penale e’ ridotta.
Se ne uccidi cento sei un luminare della scienza, uno che fa trapianti, un progettatore di
opere pubbliche, un militare in missione di pace.
Se ne uccidi mille sei un buon generale, il Presidente di uno Stato Emergente, il
comandante di una nave.
Se ne uccidi diecimila, sei un grande stratega.
Se ne uccidi fino a cinquantamila, cominciano a chiamarti per nome: il Presidente USA
nella Guerra del Golfo, Gheddafi, Saddam, Papa’ Doc, Mobutu
Da centomila al milione si entra nella storia: Stalin, Mussolini, Napoleone.
Dopo i cinque milioni sei Hitler.
Se li ammazzi tutti sei Dio.
Hai capito adesso come funziona la cosa?
COSSIGA IL PICCIONATORE
Io me lo ricordo il Cossiga Presidente che quando non giocava a fare il radioamatore
andava alle parate militari vestendosi da ufficiale, oggi dell’Esercito, domani della Marina
suscitando anche ilarita’, se la cosa non fosse stata tragica. Mando’ anche una memoria in
Parlamento per chiedere: “In caso di conflitto, chi deve dichiarare la Guerra ? “ Un vero
soldato. Mi e’ quindi estremamente facile ora, immaginarlo nell’orto di casa sua, che
sposta grandi foglie di cavolo mentre, con l’elmetto e il cinturone, si prepara alla guerriglia
annunciata.
ESSERE ED APPARIRE
Vorrei parlarvi oggi, di un Padre della Patria, un grande esempio del nostro Risorgimento
che tanto ha insegnato ai Comandanti di tutte le armi di terra, di mare dell’aria dall’Unita’
d’Italia in poi. Trattasi dell’Ammiraglio Carlo Persano, che si copri’ di gloria durante la
battaglia di Lissa contro la flotta austriaca, prima arrecando danni irreparabili con una
serie di ordini pasticciati e contradditori, poi, vista la mal parata, abbandonando
l’Ammiraglia “Re d’Italia” e lasciandola senza ordini, fino all’affondamento. ( Terza Guerra
d’Indipendenza, 1866). In seguito, processato dal Senato, fu degradato, privato delle
decorazioni nonche’ della pensione.
E cosa fece il nostro fulgido esempio d’Italiano verace? Fece ricorso. Si, fece ricorso
perche’ malgrado tutto voleva la pensione. Non so come e’ andata a finire ma sospetto
che dopo un ragionevole tempo per dimenticare, la pensione glie l’hanno data anche a lui.
(Vincent: La Vita e’ una Cassata - )
~
A volte qualcuno perde una guerra, purtroppo c'e' sempre qualcuno che la ritrova.
Barbara Siliquini
"La guerra e' come l'amore; trova sempre una strada."
Bertold Brecht
Io non so con quali armi verrà combattuta la terza guerra mondiale, ma so per certo che
nella quarta s'impiegheranno sassi e bastoni.
Albert Einstein
~
«Ma sei così sapiente da non sapere che la patria è tanto più nobile, più
veneranda e più santa della madre e del padre e di tutti i nostri avi e che da
dio e dagli uomini di sano intelletto è tenuta nella più alta considerazione, che
bisogna rispettarla, venerarla, blandirla quando è in collera, più che il padre,
convincerla dei suoi torti o fare ciò che essa comanda, sopportare in silenzio
ciò che essa ci ordina di sopportare, percosse, carcere e se ci manda in
guerra per essere feriti o uccisi, accettare anche questo, perché così è giusto,
senza sottrarci, né cedere, né abbandonare il nostro posto ma, sia in
battaglia che in tribunale, come in ogni altro luogo, fare quello che la patria
comanda o, tutt'al più, persuaderla da che parte è la giustizia, ma non farle
violenza: non è lecito farla alla madre o al padre e tanto meno alla patria.»
(Critone – Socrate)
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BELLONA era la divinita’ latina della guerra (da "bellum", "guerra"). Stazio nella "Tebaide"opera che Shakespeare conosceva - la indica come la divinita’ che ispira forza e coraggio
ai guerrieri. A Roma i sacerdoti della dea erano detti "bellonarii"; essi si trapassavano il
corpo con le spade e si provocavano orribili ferite con asce bipenni, offrendo alla dea il
sangue che ne sgorgava. Questa definizione di Macbeth come "sposo di Bellona" (...that
Bellona's bridegroom") e’ un altro annuncio della sua vocazione sanguinaria.
ROSS –
Macbeth, il re con grande gioia ha appreso la notizia del tuo grande successo; e a legger
della tua intrepidezza
in questa guerra contro i rivoltosi stupore e lode in lui sono in conflitto per stabilire quale
sia per te, quale per lui; e mentre ripercorre, ammutolito in questo interno dubbio, l'ultime
fasi di quella giornata(22) ti rivede combattere frammezzo alle agguerrite schiere
norvegesi, inpavido, per nulla intimidito da cio’ che tu facevi di tua mano, straordinarie
immagini di morte.
A lui giugevano messi dal campo l'un dopo l'altro, fitti come grandine, ciascun recando di
te nuove lodi sulla fiera difesa del suo regno, e tutte riversandole ai suoi piedi.
SIWARD - S'avvicina il momento in cui, con ponderata decisione,
ciascun di noi sapra’ quel che possiamo dir di possedere
e quello di cui siamo debitori.
Le congetture non son che il riflesso delle incerte speranze che le nutrono.:solo i colpi
dall'esito sicuro sono i giudici veri degli eventi.
A questo fine muoviamo alla guerra. (Escono marciando)
(William Shakespeare Macbeth)
~
lo scoppio della Prima guerra mondiale. La riuscita dell'assassinio del successore al trono
austriaco fu in parte dovuta a un errore dell'autista che guidava la macchina dell'Arciduca
Ferdinando: costui, infatti, prese male una curva, fu pertanto costretto a rallentare, anzi a
fermare la macchina per un istante, il che certo facilitò l'assassinio - e tutti ben sappiamo
quanto lo scoppio della prima guerra mondiale sia stato in qualche modo legato a questi
fatti. Naturalmente, qualcuno potrebbe argomentare che la Prima guerra mondiale
sarebbe scoppiata lo stesso, anche se l'assassino non avesse avuto successo. Questo
argomento è molto forte, ma non toglie che gli eventi accidentali giochino comunque un
ruolo, sicché, in ogni momento, il futuro resta aperto, nel senso che noi possiamo influire
sul suo corso.
Popp
. È noto che ci fu una guerra tra Greci e Troiani per motivi mitici,
leggendari – del resto, le ragioni delle guerre rimangono per lo più
ignote!
Gadamer
"il problema alla fine di una guerra è del vincitore, che crede di aver
appena dimostrato che la guerra e la violenza si ripaghino. Chi gli
darà ora una lezione?"
Noam Chomsky
Li conoscevo un po’ i tedeschi, ero persino stato a scuola da loro, quando ero piccolo,
dalle parti di Hannover. Avevo parlato la loro lingua. Allora erano una massa di cretinetti
caciaroni con occhi pallidi e furtivi come quelli dei lupi; andavamo a toccare insieme le
ragazze dopo scuola nei boschi d’intorno dove tiravamo anche con la balestra e la pistola
che si compravano perfino a quattro marchi. Si bevevo anche birra zuccherata. Ma da li’
adesso a tirarci nella colombarda, senza neanche venire a parlarci prima e nel bel mezzo
alla strada, ce ne correva parecchio, un abisso. Troppa differenza.
La guerra, insomma, era tutto cio’ che non si capiva. ‘Sta cosa non poteva andare avanti.
Gli era dunque capitato qualcosa di straordinario, a quelli la’?
….
Sarei dunque io il solo vigliacco sulla terra? Perduto in mezzo a due milioni di pazzi eroici
armati fino ai denti? Con elmetti, senza elmetti, senza cavalli, su moto, urlanti in auto,
fischianti sparecchianti, cospiranti, volanti in ginocchio, scavanti, defilanti, caracollanti su
sentieri, spetazzanti, schiacciati pancia a terra, come in una cella d’isolamento, per
distruggere tutto, Germania, Francia, e Continenti, tutto quello che respira, distruggere,
piu’ arrabbiati dei cani, in adorazione della loro rabbia (quel che i cani fanno mica) cento
mille volte piu’ arrabbiati di mille cani e molto piu’ viziosi! Eravamo belli! Davvero, c’ero
arrivato, m’ero imbarcato in una crociata apocalittica…
…
Uno e’ vergine dell’Orrore come lo e’ della volutta’. Come me lo potevo immaginare io ‘sto
orrore lasciando Place Clichi? Chi avrebbe potuto prevedere davvero, prima di entrare in
guerra, la sporca anima eroica e fannullona degli uomini? Adesso ero preso in questa fuga
di massa verso l’assassinio di gruppo, verso il fuoco… veniva dal profondo ed era arrivato.
(Celine, viaggio al termine della notte)
Favola del gambaro e della granzella narrata da Bertoldo.
Diceva il mio padre che quando le bestie parlavano e che le civette cacavano mantelli, che
il gambaro e la granzella, amici carissimi, si disposero d'andare un poco per lo mondo a
vedere come si viveva negli altri paesi (e il gambaro allora caminava all'innanzi come fa
l'altro bestiame, e similmente la Granzella non andava per traverso, come fanno al
presente).
……..
furono dalle guardie scoperti e tolti per due spioni; e subito presi e legati furono condotti
innanzi al loro capitano, il quale, fattogli essaminare minutamente non trovò in essi altro
se non che, desiderosi di veder del mondo, erano giunti in quelle parti e che come
forastieri non erano informati di cosa alcuna, e che bramavano di esser posti in libertà e
tornarsene alle patrie loro; o pure, se volevano trattenergli per soldati, gli dessero il soldo
come agli altri, ch'essi gli averiano serviti in quella guerra fidelissimamente. Inteso ciò dal
capitano, subito gli fece slegare, e parendogli essere bestie da fazzione, per avere tanti
piedi e tante braccia, gli accettò e subito gli fece passar la panca. Ora avvenne che,
essendo mandato il gambaro a spiare quello che si faceva nel campo de' nemici…….. .. ..
Così, tornato al campo, fece la relazione di quanto gli era intravenuto, e come le guardie
dormivano ma che nel padiglione si veghiava; onde il capitano fece armare chetamente le
sue schiere, e andò ad assaltare il nemico e prese il padiglione e uccise tutti quelli che vi
erano dentro, e fecero le vendette del bastonato gambaro. Il quale, per non giunger più a
simil passo, disse alla granzella: "Andiamoci con Dio, perché la guerra non fa per noi". "Ma
come fuggiremo - disse la granzella - che non siano vedute le nostre pedate?" "Tu
caminerai per traverso - disse il gambaro - e io all'indietro, e così ci torremo di sotto".
(Bertoldo e Bertoldino col Cacasenno di Adriano Banchieri)
di Giulio Cesare Croce
Ond'ella: «Io dicerò come procede
per sua cagion ciò ch'ammirar ti face,
e purgherò la nebbia che ti fiede.
Lo sommo Ben, che solo esso a sé piace,
fé l'uom buono e a bene, e questo loco
diede per arr'a lui d'etterna pace.
Per sua difalta qui dimorò poco;
per sua difalta in pianto e in affanno
cambiò onesto riso e dolce gioco.
Perché 'l turbar che sotto da sé fanno
l'essalazion de l'acqua e de la terra,
che quanto posson dietro al calor vanno,
a l'uomo non facesse alcuna guerra,
(Dante- La Commedia, Canto XXVIII)
~
Ed ecco intanto scoprirsi da trenta o quaranta mulini da vento, che si trovavano in quella
campagna; e tosto che don Chisciotte li vide, disse al suo scudiere: «La fortuna va
guidando le cose nostre meglio che noi non oseremmo desiderare. Vedi là, amico Sancio,
come si vengono manifestando trenta, o poco più smisurati giganti? Io penso di azzuffarmi
con essi, e levandoli di vita cominciare ad arricchirmi colle loro spoglie; perciocché questa
è guerra onorata, ed è un servire Iddio il togliere dalla faccia della terra sì trista semente.
— Dove, sono i giganti? disse Sancio Pancia. — Quelli che vedi laggiù, rispose il padrone,
con quelle braccia sì lunghe, che taluno d'essi le ha come di due leghe. — Guardi bene la
signoria vostra, soggiunse Sancio, che quelli che colà si discoprono non sono altrimenti
giganti, ma mulini da vento, e quelle che le paiono braccia sono le pale delle ruote, che
percosse dal vento, fanno girare la macina del mulino. — Ben si conosce, disse don
Chisciotte, che non sei pratico di avventure; quelli sono giganti, e se ne temi, fatti in
disparte e mettiti in orazione mentre io vado ad entrar con essi in fiera e disugual
tenzone.» Detto questo, diede de' sproni a Ronzinante, senza badare al suo scudiere, il
quale continuava ad avvertirlo che erano mulini da vento e non giganti, quelli che andava
ad assaltare. Ma tanto s'era egli fitto in capo che fossero giganti, che non udiva più le
parole di Sancio, né per avvicinarsi arrivava a discernere che cosa fossero realmente; anzi
gridava a gran voce: «Non fuggite, codarde e vili creature, che un solo è il cavaliere che
viene con voi a battaglia.» In questo levossi un po' di vento per cui le grandi pale delle
ruote cominciarono a moversi; don Chisciotte soggiunse: «Potreste agitar più braccia del
gigante Briareo, che me l'avete pur da pagare.» Ciò detto, e raccomandandosi di tutto
cuore alla Dulcinea sua signora affinché lo assistesse in quello scontro, ben coperto colla
rotella, e posta la lancia in resta, galoppando quanto poteva, investì il primo mulino in cui
si incontrò e diede della lancia in una pala. (Cervantes – Don Chisciotte)
E cosi’ li danno da mangiare, e fanno a questo cotale iddio secondo che fanno li altri
Tarteri, li quali v'abbiamo contato adietro. Questo re Conci e’ de la schiatta di Ci(n)ghi
Kane ed e’ parente del Grande Kane. Questa gente non anno ne’ cita’ ne’ castella, ma
sempre istanno in piani od in montagne. E' sono grande gente de le persone, e vivono di
latt'e di bestie e di carne; biada non anno. E non sono gente che mai facciano guerra ad
altrui, anzi istanno tutti in grande pace. Eglino si anno molte bestie, ed ΰnno orsi che sono
tutti bianchi e sono lunghi 20 palmi, ed anno volpi che sono tutte nere, e si anno asini
salvatichi assai. Ancora si anno giambelline, cioe’ quelle donde si fanno le care pegli, che
una pelle da uomo vale bene 1.000 bisanti; vai anno assai.
(Marco Polo – Il Milione)
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Senza essere un apostolo della pieta’ e pur riconoscendo la necessita’ biologica e
psicologica della sofferenza nell'economia della vita umana, tuttavia non si puo’ fare a
meno di condannare la guerra nei suoi fini e nei suoi mezzi e di aspirare alla cessazione
delle guerre.
I popoli sono rappresentati dagli Stati che essi formano; gli Stati, dai governi che li
dirigono. Nel corso di questa guerra, ogni membro di una nazione puo’ constatare cio’ di
cui aveva gia’ una vaga intuizione in tempo di pace, cioe’ che, se lo Stato vieta all'individuo
la pratica dell'offesa, cio’ non avviene perchι esso voglia eliminarla, ma perche’ vuole
monopolizzarla, cosi’ come monopolizza il sale ed il tabacco.
Lo Stato in guerra si permette tutte le ingiustizie, tutte le violenze, la piω piccola delle
quali basterebbe a disonorare l'individuo. Esso ha fatto ricorso, nei confronti del nemico,
non solo a quel tanto di astuzia permessa, ma anche alla menzogna cosciente e voluta, e
questo in una misura che va al di lΰ di tutto cio’ che si era visto nelle guerre precedenti. Lo
Stato impone ai cittadini il massimo di obbedienza e di sacrificio, ma li tratta da
sottomessi, nascondendo loro la veritΰ e sottomettendo tutte le comunicazioni e tutti i
modi di espressione delle opinioni ad una censura che rende la gente, giΰ
intellettualmente depressa, incapace di resistere ad una situazione sfavorevole o ad una
cattiva notizia. Si distacca da tutti i trattati e da tutte le convenzioni che lo legano agli altri
Stati, ammette senza timore la propria capacitΰ e la propria sete di potenza, che
l'individuo e’ costretto ad approvare ed a sanzionare per patriottismo.
(Aforismi e pensieri di Sigmund Freud )
È naturalmente risaputo che parlare distrattamente può costare la vita, ma non sempre si
valuta a fondo la vasta entità del problema.
Per esempio, nel momento stesso in cui Arthur disse Quanto al mio modo di vivere,
sembra che non sia precisamente molto brillante, si aprì curiosamente un piccolo foro nella
struttura dello spaziotempo, un foro attraverso il quale quelle parole furono trasportate
indietro, molto indietro nel tempo, e lontano, molto lontano nello spazio, fino a una
remota Galassia dove esseri strani e bellicosi erano sull'orlo di una spaventosa guerra
interstellare.
I due leader avversari si fronteggiavano per l'ultima volta al tavolo delle conferenze.
Un orribile silenzio si diffuse intorno quando il comandante dei Vl'Hurg, tutto splendente
nei suoi calzoncini da battaglia neri tempestati di gemme, fissò il comandante dei
G'Gugvuntt, che gli stava davanti vestito di una nube di vapore verde dall'odore dolciastro,
e, forte del suo milione di incrociatori stellari pronto a seminare la morte elettrica a un suo
minimo comando, lo sfidò a ritirare quello che aveva detto su sua madre.
Il comandante dei G'Gugvuntt si dimenò nel suo vapore nauseabondo, e proprio in quel
momento le parole quanto al mio modo di vivere, sembra che non sia precisamente molto
brillante si riversarono sul tavolo della conferenza.
Purtroppo, nella lingua dei Vl'Hurg questo era il più abominevole insulto che si potesse
concepire, e non restò altra alternativa che dare inizio a una terribile guerra (che durò
secoli e secoli).
Alla fine però, dopo che nel giro di alcune migliaia di anni la loro Galassia fu decimata, i
due popoli capirono che tutto era nato da un terribile qui pro quo, e unirono le loro flotte
per sferrare un attacco congiunto alla nostra Galassia, ormai riconosciuta quale
responsabile dell'intollerabile insulto.
Per migliaia di anni ancora le loro possenti navi attraversarono i vuoti deserti dello spazio,
finché finalmente non approdarono sul primo pianeta in cui s'imbatterono, che per caso
era la Terra. E lì, a causa di un terribile errore di calcolo nella scala delle grandezze,
l'intera flotta spaziale fu inghiottita da un cagnolino.
Quelli che studiano la complessa interazione di cause e effetti nella storia dell'Universo,
dicono che questo genere di cose succede continuamente, ma che noi siamo impossibilitati
a impedirlo.
– Così è la vita – dicono.
(Douglas Adams GUIDA GALATTICA PER GLI AUTOSTOPPISTI)
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Da: LA RAGIONE NON HA PATRIA, HA SEMPLICEMENTE RAGIONE
Intervista a Karl-Otto Apel di Marina Calloni
“ Ero un bambino di dieci anni, quando per la prima volta ho visto la lotta di classe per le
strade di
Düsseldorf. Di lì a poco sopraggiunse il nazionalsocialismo, col suo - per così dire
"comunitarismo", con quella che chiamavamo la"comunità di sangue e di popolo". Il
fascino esercitato dai nazisti col loro concetto di comunità, se non addirittura di "etica
comunitaristica", era indubbio. Era certamente un tipo di propaganda che esemplificava
una concezione convenzionale della comunità e che riproponeva la dinamica
adolescenziale dell'autoaffermazione fanatica di un determinato gruppo in lotta contro
l'altro. Tutto ciò faceva però presa sulla gente. Ci veniva detto: tu non sei nulla, il tuo
popolo è tutto. Non bisognava mai dimenticarlo, soprattutto quando si poteva essere uccisi
in suo nome. L'ultimo nostro pensiero doveva andare alla patria, alla Germania, per cui
bisognava morire dicendo: "non sono nulla, il popolo è tutto". Solo riandando ai miei anni
giovanili, sono dunque in grado di esemplificare meglio cosa intendo sostenere quando
parlo di uno specifico "comunitarismo negativo", un'esperienza che io come tanti altri
tedeschi ho vissuto nella sua affermazione storica più brutale.”
Possiamo allora affermare che è sulla base del suo
vissuto e della storia nazionale tedesca, che lei si
discosta radicalmente dal comunitarismo
statunitense ?
Sì, certo e ho anche cercato di chiarirlo nell'ultimo
capitolo - "Ritorno alla normalità? Oppure, come
possiamo aver imparato qualcosa di particolare dalla
catastrofe nazionale? La questione del passaggio
storico (mondiale) verso una morale
post-convenzionale, a partire da una visuale
specificamente tedesca" - del mio libro intitolato
Discorso e responsabilità. Questa è la ragione
principale per cui mi discosto dalle posizioni
comunitariste statunitensi, sia nella versione
tradizionalista sostenuta da MacIntyre, sia nella
variante liberale di Rorty.
Costui ricorre infatti ad affermazioni piuttosto ingenue,
come quando asserisce che "la tradizione che noi
possediamo contiene già pretese universalistiche". Il
che significherebbe che noi possiamo cominciare a
pensare, solo a partire dalla nostra peculiare tradizione
- che sarebbe poi quella americana e occidentale. Non
ci sarebbero altre possibilità. Io ritengo invece che noi
non abbiamo alcun diritto di affermare che il discorso
consista in noi, ovvero solo nel fatto che: I'm just an
American. Ho già avuto modo di parlarne con Rorty,
soprattutto a proposito dell'ambigua valenza che può
assumere il "senso comune". Anche noi in Germania
ne abbiamo avuto uno e significava l'idea di un popolo
sano. Ma allora, consideriamo la questione secondo
l'esperienza tedesca. Nel caso mantenessimo
saldamente in testa la nostra storia nazionale,
potremmo noi affermare secondo la medesima
accezione in cui viene affermato dagli statunitensi: I'm
just a German? L'ingenuità di Rorty consiste nel fatto
di pensare che il solo possedere elementi universalistici
nella propria tradizione, escluda qualsiasi necessità di
ricorrere a criteri normativi extra-contestuali. Da una
parte gli statunitensi rivendicano l'universalismo dei
diritti naturali, mentre dall'altra continuano invece a
sostenere il loro potere politico-economico. Il risultato
è che rimangono nella contingenza effettuale delle
cose, senza alcuna capacità normativa di criticare
l'esistente.
Ma mentre il comunitarismo statunitense ha intenti di coesione sociale, le lotte
neo-tribali degli ultimi anni sono state invece fondate su violenze e genocidi.
Ancora una volta abbiamo l'esempio di comunità non certamente "buone".
Inoltre nella tanto civile Europa si sono consumate guerre etniche e neoreligiose. Ne è un esempio la ex-Jugoslavia: i serbi di religione ortodossa, i
croati cattolici e i bosniaci musulmani.
Mi è stato raccontato che prima di ammazzarle, i
soldati avrebbero mostrato alle loro vittime la croce.
Se questa è una comunità...
Karl-Otto Apel in italiano:
L'idea di linguaggio nella tradizione dell'umanismo
da Dante a Vico, Bologna, il Mulino, 1975.
con J.Habermas et al., Ermeneutica e critica
dell'ideologia, Brescia, Queriniana 1977.
Comunità e comunicazione, Torino: Rosenberg &
Sellier, 1977.
Il logos distintivo della lingua umana, Napoli, Guida
1989.
Etiche in dialogo. Tesi sulla razionalità pratica, a
cura di T.Bartolomei Vasconcelos e M.Calloni,
Genova, Marietti 1990.
Etica della comunicazione, Milano: Jacka Book.,
1992.
Discorso, verità, responsabilità, a cura di Virginio
Marzocchi, Milano: Guerini 1997.
La Storia è maestra di vita e noi italiani abbiamo imparato tanto
dalla Storia. Che se la prima Guerra Mondiale l'abbiamo vinta alla
grande, la seconda l'abbiamo persa da scemi, cosi' nel dopoguerra
ci
siamo attrezzati. Un po' di qua con la NATO e un po' di la' con il
KGB. Cosi' per la Guerra Fredda abbiamo pareggiato. (Aldo Vincent
- Cassate)
Ma la vera guerra venne combattuta tra l’occhio e l’orecchio, vale a dire con le protesi degli stessi.
Ti ricordi la guerra fredda? Bene, gli Americani trovavano scandaloso che i Russi mettessero
microspie nelle Ambasciate e non trovavano per nulla riprovevole fotografare coi satelliti le loro
basi missilistiche.
Proprio perche’ l’Impero Sovietico era basato sull’orecchio e sulle sue protesi (A Mosca, fino a poco
tempo fa non c’era l’elenco telefonico, per esempio. Non lo ritenevano necessario), dove tutto era
quasi detto, sibilato, mormorato.
Contro la chiarezza degli Americani, la limpidezza e l’onesta dell’occhio e delle sue protesi, la
telecamera, la fotografia, come se non si possa manipolare il messaggio di queste due protesi
molto piu’ false proprio perche’ apparentemente piu’ attendibili.
Ora, sappiamo quando i cani fanno l’amore perche’ si vedono.
Anche dei gatti che fanno l’amore si sa, perche’ si sentono.
Gli Uomini si sospettano.
E su questo che contava Clinton, sulla mancanza dell’occhio.
Per contro, i Repubblicani tentarono di attaccarlo attraverso l’orecchio. Ma era una guerra persa la
loro finchè non comprave il famoso vestitino blu, per appagare l’occhio. Era stato tenuto
amorevolmente in freezer dalla mamma di Monica che si chiamava, guarda un po’, Lercia.
Omen nomen! (Aldo Vincent – Godere con la lingua)
La gente non dice mai tante bugie come dopo una caccia, durante
una guerra o prima di una elezione. (Otto von Bismarck)
In Italia per 300 anni sotto i Borgia ci sono stati guerra,
terrore, criminalita', spargimenti di sangue. Ma hanno prodotto
Michelangelo, Leonardo, il Rinascimento. In Svizzera vivevano in amore
fraterno, avevano 500 anni di pace e di democrazia. E cosa hanno
prodotto? L'orologio a cucu'. (Orson Welles – Il Terzo Uomo)
. "Grazie ai sottomarini la guerra diverra' impossibile".
(Jules Verne, 1904)
In guerra ci sono sempre dieci eroi per ogni soldato.
Henry Louis Mencken, scrittore americano (1880-1956).
La guerra fra i sessi è l'unico tipo di guerra in cui i nemici
dormono regolarmente insieme. (Quentin Crisp)
"Datemi abbastanza medaglie, e vincero' ogni guerra."
-- Napoleone Bonaparte
La conversazione verteva su di una guerra che il re aveva da poco condotto a termine
felicemente contro il principe di Ircania, suo vassallo. Zadig, che si era segnalato per il suo
coraggio nel corso di questa breve guerra, lodava molto il re e ancora di più la signora.
Prese una tavoletta e vi scrisse quattro versi improvvisati che fece leggere alla bella
dama.Pei più grandi misfatti
forte e saldo al potere
nella pubblica pace
è il solo da temere.
(Voltaire – Zadig)
 " La rivoluzione non è un pranzo di gala,
> non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo,
> non si può fare con tanta eleganza,
> con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia.
> La rivoluzione è un atto di violenza."
Mao Tse Tung
STORIELLE E BARZELLETTE
Il mio grado nell'esercito? Ostaggio, in caso di guerra.
(Woody Allen)
Dopo la guerra un frate racconta: "Sono venuti i Tedeschi e
hanno violentato tutte le suore tranne suor Anna. Poi sono
venuti i partigiani e hanno violentato tutte le suore tranne suor
Anna. Poi sono arrivati gli alleati e hanno violentato tutte le
suore tranne suor Anna". "Ma come mai non hanno
violentato suor Anna?". "Ah lei non voleva!".
Re Artu' deve partire per la guerra. Preoccupato della
fedelta' di Ginevra si rivolge a mago Merlino. Questi
confeziona una speciale cintura di castita': chiunque avesse
tentato di intromettersi in Ginevra avrebbe subito una
istantanea castrazione. Re Artu' a questo punto parte
tranquillo. Al suo ritorno riunisce tutti i cavalieri della tavola
rotonda ed ordina loro di spogliarsi. Sono tutti sprovvisti del
loro nobile augello tranne Lancillotto. Re Artu' si commuove
di fronte alla prova di fedelta' del cavaliere e lo incita: "Dai
Lancillotto diglielo tu a questi traditori cosa significa
rispettare il proprio re e la sua donna! E Lancillotto: "Allll
NGHEOV...GGGCCCYYAAA".
II Guerra Mondiale. Un tedesco, con la sua berlina
ultralucida e veloce, sale una ripida strada di montagna e nel
frattempo un contadino sta scendendo sulla stessa strada a
bordo di un carretto trainato dai buoi, carico di paglia, di
galline, maialetti,... una minifattoria viaggiante, insomma.
Patatrack !! Una scena terribile, coperta pietosamente da
una nuvola di paglia, che a poco a poco si dirada. Il tedesco
si riprende dal trauma, e osserva il bue, moribondo, con le
corna rotte, le zampe fracassate e dice : "Io non poteRe
fedeRe bue soffRiRen ". Prende la pistola e lo finisce con un
colpo alla testa. Poi vede le galline, moribonde anch' esse:
"Io non poteRe fedeRe gallinen soffRiRen ". Punta la pistola
e le uccide. Anche i maialetti: "Io non poteRe fedeRe
maialen soffRiRen "; e li finisce. All' improvviso il contadino
esce allo scoperto. Ha un braccio amputato, ben legato
intorno al collo, una gamba ciondoloni, e vistose ferite alla
testa: "Cavolo, che fortuna!! Non mi sono fatto niente !!!".
Fonogramma dei carabinieri mandati in guerra in Pakistan:"Abbiamo problemi con i
monsoni". Il Comando: "Sterminateli!". Risposta: "Ma sono venti!". Il Comando: "Fossero
pure 1000...!"
Ci sono due tedeschi che, appena finita la guerra, stanno
fuggendo. Cosi' dopo essersi cambiati gli abiti, decidono di
mimetizzarsi tra la gente come due comunissimi italiani. Ad
un tratto, dopo aver camminato per molto tempo, decidono
di entrare in un bar per bere qualcosa. Il primo tedesco fa al
secondo: "Ascolta, visto che io sono piu' intelligente di te,
lascia ordinare me perche' con la tua solita stupidita' ci farai
scoprire". Si avvicinano al bancone e il tedesco fa rivolto
all'oste: "Due martini !". E l'oste: "Dry ?". E il tedesco: "Nein
drei, zwei !".
Prodi, camminando lungo la spiaggia, inciampa sulla lampada
facendone uscire un Genio. Questi gli dice che per
ricompensa e’ disposto ad esaudire un suo desiderio. Prodi
senza esitare dice: "Voglio la pace nel Medio Oriente. Vedi
questa mappa? Voglio che questi paesi finiscano di
combattersi". Il Genio guarda la mappa ed esclama:
"Impossibile, uomo! Questi paesi sono in guerra da migliaia
di anni. Io sono bravo, ma non cosi’ bravo. Non penso di
riuscirci. Esprimi un altro desiderio". Prodi pensa per un
minuto e dice: "Vorrei divenire bello, molto bello. Questo e'
cio' che voglio". Il Genio fa un lungo sospiro e risponde:
"Fammi un po’ rivedere la mappa, vediamo cosa si puo’
fare..."
MILITARI E GUERRA
1.In amore e' come in guerra : ogni buco e' una trincea.
2.Primo cinese: "Lo sai che gli svizzeri ci hanno dichiarato
guerra?". "Ah si? e in che albergo sono alloggiati?".
3.Colmo di un graduato dell'esercito: avere un fratello minore
Maggiore
4.Colmo del fante: avere il padre fantino.
5.Colmo per un generale: sentire freddo ... malgrado i gradi.
6.Domanda: "Cosa ci fa una bambina su un'altalena, a
Sarajevo?". Risposta: (facendo il gesto di mirare a destra, a
sinistra, di nuovo a dx, poi ancora a sx) "Fa impazzire i
cecchini!".
7.Sarajevo, impossibile uscire da casa: i cecchini sono pronti a
sparare a chiunque. Incredibilmente un abitante esce da casa
e riesce a costruirsi nel bel mezzo di una piazza deserta
un'altalena. Finita di costruirla vi sale e comincia a
dondolarsi. Dalle case tutti gli gridano: "Pazzo! Torna a casa!
Possono ucciderti!". E lui: "State scherzando? E' bellissimo!
Guardate quel cecchino: a furia di seguirmi gli sta girando la
testa!".
8.Caserma. Il cappellano militare nel giro di pochi giorni riceve
la confessione di numerosi soldati che gli rivelano: "Sono
stato con la Rosina!". Quando il cappellano si rende conto
che la faccenda e' troppo diffusa rivela tutto al capitano, il
quale decide di radunare tutto il plotone e rivolge la temuta
domanda: "Chi e' andato con la Rosina faccia un passo
avanti!". Tutti, tranne uno, fanno un passo avanti. Il capitano
allora si rivolge all'unico soldato che non si e' mosso e si
congratula con lui: "Bravo! Come ti chiami?". "Giacomo La
Rosina".
9.II Guerra Mondiale. Scenario del Pacifico. Un baldo
aviatore americano, imbarcato su una portaerei, e' alla sua
prima missione. Parte in effetti con un po' di paura, ma
appena in cielo si sente un asso e abbatte in furiosi
combattimenti uno dietro l'altro ben 12 aerei. Quando la
benzina sta per finire atterra sulla portaerei e va incontro
all'ufficiale tutto gioioso: "Eccezionale! Ho abbattuto 12 aerei
giapponesi!". E l'ufficiale: "Male! Molto male! Onolevole
aviatole amelicano!".
10.Pekka e Toivonen sono seduti in treno e ripensano ai tempi
della guerra. Mentre parlano dei loro ricordi, Toivonen
guarda verso la foresta e dice: "Ero proprio li' che cavalcavo
il mio cavallo quando arrivo' una pallottola dalle truppe russe
e me lo ha ucciso. Cosi' ho dovuto continuare a piedi...".
Non appena escono dal tunnel successivo, Pekka da' una
occhiata alla foresta e dice: "Una volta ero proprio li' che
cavalcavo la mia ragazza quando arrivo' una pallottola dalle
truppe russe e me la uccise. Cosi' ho dovuto continuare a
mano...".
11.Prima guerra mondiale: un battaglione italiano avanza presso
le rive di un fiume. Il comandante apre l'ordine del giorno, lo
legge ma non crede ai propri occhi. "Gli ordini sono ordini" e
con gesto risoluto sale a cavallo e ordina: "1a Compagnia...
attenti !". E i soldati si mettono sull'attenti. "1a Compagnia...
disponetevi in fila lungo la riva !". E i soldati obbediscono.
"1a Compagnia... abbassatevi i pantaloni !". Un brusio si
diffonde tra le file e i soldati sono indecisi sul da farsi. "Svelti,
e' un ordine!". I soldati obbediscono. "1a Compagnia...
abbassatevi le mutande !". Il vociare diventa confuso, ma
l'ordine viene eseguito. Poi il comandante va dal suo
sergente: "Sergente, vada a prendere le tenaglie".
Dopodiche' si avvicina con le tenaglie al primo soldato in fila
che lo guarda con due occhi spauriti. Da lontano si sente un
trotto: un messaggero arriva trafelato dal comandante e gli
consegna un foglio. Il comandante lo legge ed esclama: "Ah!
Volevo ben dire! Scaglionamento !".
12.Ci sono due tedeschi che, appena finita la guerra, stanno
fuggendo. Cosi' dopo essersi cambiati gli abiti, decidono di
mimetizzarsi tra la gente come due comunissimi italiani. Ad
un tratto, dopo aver camminato per molto tempo, decidono
di entrare in un bar per bere qualcosa. Il primo tedesco fa al
secondo: "Ascolta, visto che io sono piu' intelligente di te,
lascia ordinare me perche' con la tua solita stupidita' ci farai
scoprire". Si avvicinano al bancone e il tedesco fa rivolto
all'oste: "Due martini !". E l'oste: "Dry ?". E il tedesco: "Nein
drei, zwei !".
13.Sto cercando disperatamente di capire perche' i piloti
kamikaze si mettessero i caschi in testa
14.Un giornalista intervista un militare: "Signor colonnello, qual
e' stato il momento piu' imbarazzante della vostra vita?".
"Quando mia madre ha scoperto che mi masturbavo".
"Come tutti...". "Si', ma per me e' successo ieri!".
15.Il passatempo preferito dai soldati Cristiani nel medioevo
erano le Parole Crociate.
16.Il capitano alla prostituta: "Accettereste la mia compagnia
per 100.000 lire?". "Certo!". "Compagnia, avanti!".
17.Cosa fanno due militari in un frigorifero? La guerra fredda!
18."Generale, il nemico avanza!". "Bene, mettetelo via per
domani!".
19.Il generale entra in caserma in borghese. Ad un tratto vede
che la sentinella se ne sta appoggiata al muro non curante di
nulla. Il generale si avvicina e gli dice: "Ma lo sai chi sono io
?". La guardia si gira verso un gruppo di commilitoni ed
esclama: "Oh, ragazzi, venite. Qui c'e' un vecchio rimbambito
che non sa piu' neanche come si chiama!".
20.In caserma un sergente interroga una recluta: "Soldato, cosa
vedi la'?". "Un militare, signore". "Un militare? Ma sei cieco?
Quelli sono due carri armati!". "Appunto, signore! Ogni
carro armato e' un mezzo militare, quindi...".
21.Nel 1918 mio nonno cadde in battaglia. Poi si alzo' e fuggi'
via!
22.Due soldati, dopo i primi mesi di servizio militare passati in
un paese sperduto sui monti lontano da altri esseri umani,
tornano in licenza verso casa in treno. Nello scompartimento
e' seduto accanto a loro anche un prete. I due soldati
parlano di come passeranno la licenza al paese d'origine.
Dice il primo: "Io passero' i 15 giorni di licenza sempre
all'osteria; voglio ubriacarmi tutti i giorni". Il secondo invece
dice: "Io invece passero' i miei 15 giorni a casa della mia
ragazza; voglio chiavare tutto il giorno per 15 giorni". Il prete
sente, ma fa finta di niente e continua a leggere il giornale.
Anche i soldati dopo un po' si mettono a leggere il giornale,
finche' il primo chiede al secondo: "Giovanni, che vuol dire
lombaggine? ". "Che ne so; chiedilo al prete che sicuramente
e' istruito". Il prete approfitta dell'occasione per punire a suo
modo i due giovani militari: "La lombaggine e' una malattia
che viene quando uno beve troppo e fa troppo all'amore". E
il soldato: "Ma guarda! Qui sta scritto che il Papa soffre di
lombaggine... ".
23.Lettera del soldato: Cara mamma oggi mi hanno fatto i raggi;
se domani mi fanno le ruote vengo a casa in bici.
24.Il mio grado nell'esercito? Ostaggio, in caso di guerra
(Woody Allen).
25.II Guerra Mondiale. Un tedesco, con la sua berlina
ultralucida e veloce, sale una ripida strada di montagna e nel
frattempo un contadino sta scendendo sulla stessa strada a
bordo di un carretto trainato dai buoi, carico di paglia, di
galline, maialetti,... una minifattoria viaggiante, insomma.
Patatrack !! Una scena terribile, coperta pietosamente da
una nuvola di paglia, che a poco a poco si dirada. Il tedesco
si riprende dal trauma, e osserva il bue, moribondo, con le
corna rotte, le zampe fracassate e dice : "Io non poteRe
fedeRe bue soffRiRen ". Prende la pistola e lo finisce con un
colpo alla testa. Poi vede le galline, moribonde anch' esse:
"Io non poteRe fedeRe gallinen soffRiRen ". Punta la pistola
e le uccide. Anche i maialetti: "Io non poteRe fedeRe
maialen soffRiRen "; e li finisce. All' improvviso il contadino
esce allo scoperto. Ha un braccio amputato, ben legato
intorno al collo, una gamba ciondoloni, e vistose ferite alla
testa: "Cavolo, che fortuna!! Non mi sono fatto niente !!!".
26.Un soldato a cavallo esce di caserma e gironzolando per il
bosco incontra una bella fatina che gli dice di essere in grado
di esaudire un suo desiderio. Il soldato, che era dotato di un
piccolissimo organo genitale, approfitta subito della fortunata
occasione e chiede alla fatina: "Vorrei un organo due volte
piu' grande di quello del mio cavallo". Detto fatto, il soldato
si ritrova con un organo veramente mostruoso e ritorna felice
in caserma. Qui il capitano si accorge che qualcosa e'
cambiato dentro i pantaloni del soldato e gli domanda cosa
sia successo. Il giorno dopo il capitano fa sellare il suo
cavallo ed esce dirigendosi verso il bosco in cerca della
fatina. Ed infatti la trova: "Per favore, fatina, fammi un organo
sessuale che sia tre volte quello del mio cavallo". Non
appena la fatina esaudisce il suo desiderio, il capitano grida
furioso: "Chi e' quel cretino che mi ha sellato la cavalla?".
27.Dick, sergente dei Marines, finalmente in licenza, si reca in
un famoso casino e chiede di una donna. La tenutaria gli fa
scegliere la donna che piu’ gli piace e appena sono in
camera questa si spoglia e si sdraia sul letto, mentre il
sergente Dick si mette nudo sull'attenti dinanzi a lei e le dice:
"Il mio nome e’ Sergente Dick. Sono nel glorioso corpo dei
Marines da 30 anni e sono il padrone della mia mente e del
mio corpo. Se io dico ‘DICK, AT-TENTI!!’
immediatamente il mio pene si fa eretto". E in effetti cosi’
succede. La puttana e’ molto meravigliata e gli chiede come
cio’ possa succedere. E il sergente Dick di nuovo replica:
"Sono un Marines da 30 anni e sono il padrone della mia
mente e del mio corpo. Se dico ‘DICK, RI-POSO!!" il mio
pene subito diviene flaccido". E infatti cosi’ succede. La
puttana e’ ancora piu’ meravigliata e chiede una nuova
dimostrazione. Il sergente Dick dice: "DICK, AT-TENTI!!"
e il pene si rizza. Poi dice: "RI-POSO!!", ma questa volta il
pene non si affloscia. Prova e riprova, ma niente da fare.
Allora il sergente Dick comincia a masturbarsi
vigorosamente. La puttana gli urla: "Ma che diavolo stai
facendo?". E il sergente: "Questo soldato ha disubbidito ad
un ordine superiore ed io lo sto punendo obbligandolo ad
una ritirata disonorevole!"
28.Il capitano McKenzie sta volando con il suo aereo trielica
sulle foreste canadesi quando ad un certo punto: "Capitano!
Il motore uno sta perdendo colpi!". "Niente paura, qui c'e' il
capitano McKenzie, lasciate fare a me". E grazie alla sua
abilita' il capitano McKenzie controlla perfettamente il
velivolo. Dopo un po': "Capitano! Il motore due non
funziona piu'!". "Niente paura, qui c'e' il capitano McKenzie,
lasciate fare a me". E grazie alla sua abilita' il capitano
McKenzie riesce di nuovo a far prendere quota all'aereo.
Ma dopo un altro po': "Capitano! Il motore tre si e'
fermato!". Stiamo precipitando!". "Niente paura, qui c'e' il
capitano McKenzie". Mentre l'aereo ormai sfiora le cime
degli alberi il capitano McKenzie dice: "Aprite il portellone,
prendete le cesoie e tagliate le cime degli alberi!". Un po'
sbigottito l'equipaggio comincia a tagliare le cime, e taglia,
taglia, taglia... "Capitano! Il motore uno ha ripreso a
funzionare!". Continuano a tagliare le cime degli alberi...
"Capitano! Anche il motore due funziona!". E cosi’ anche il
motore 3. L'aereo sotto la spinta dei tre motori riprende
quota fra la felicita' dell'equipaggio che va dal capitano: "Ma
capitano! E' incredibile! Come ha fatto? Perche' abbiamo
tagliato le cime degli alberi?". "E' semplice, se volere e'
potere ... volare e' potare!".
37. Seconda Guerra Mondiale, mari del Pacifico. Una nave da guerra
americana e' attaccata da un sottomarino giapponese che gli lancia una
salve di terribili e velocissimi siluri. Il capitano della nave
americana capisce che non c'e' piu' nulla da fare e chiama il suo vice
dicendogli: "Non abbiamo piu' speranze. Vada sottocoperta e dica
all'equipaggio qualcosa di divertente, cosi' almeno moriranno
ridendo". Il comandante in seconda scende sottocoperta e dice
all'equipaggio: "Che cosa direste se io spezzassi in due questa nave
dando un colpo secco col mio cazzo sulle paratie?". L'equipaggio si
mette a ridere all'impazzata e proprio mentre sta ancora ridendo il
capitano in seconda tira fuori il suo arnese (in verita' enorme) e lo
sbatte violentemente contro una paratia. Proprio mentre fa cio' si
sente un rumore violentissimo e la nave si spacca in due. I soli
superstiti sono il capitano e il suo secondo che si allontanano su una
piccola scialuppa di salvataggio. Il capitano, remando, dice al
secondo: "Bene, l'equipaggio stava veramente ridendo quando la nave e'
colata a picco. Ma che cosa ha detto loro?". E il secondo gli racconta
tutto. Allora il capitano, un po' adirato: "Beh, la prossima volta
stia attento con quel cazzo. I siluri ci hanno mancati tutti!!".
Lo psichiatra della marina stava visitando un potenziale futuro
marinaio. Chiese alla giovane recluta: "Cosa faresti se ora,
affacciandoti alla finestra, vedessi una nave da guerra che si
avvicina lungo la strada?". "Sparerei un siluro e la affonderei!". "E
dove andresti a prendere il siluro?" "Nello stesso posto in cui lei e'
andato a prendere la nave!"
Prima guerra mondiale, in trincea si fronteggiano Italiani e
Tedeschi. La battaglia ristagna e un giorno un gruppo di
commilitoni Italiani decidono di mettere in pratica un
gioco d'astuzia per battere i Tedeschi. "Allora" - fa il
sergente - "tutti i tedeschi si chiamano Franz, uno di noi
urla il nome e quando quello risponde noi gli spariamo."
Allora un soldato si piazza nella posizione piu` avanzata e
urla: "Franz !" Un Tedesco si alza e PAM!, viene ucciso. Il
giorno dopo si ripete la stessa cosa: "Franz !" Un Tedesco
si alza e PAM!, viene ucciso. La cosa continua cosi` per un
po' di giorni quando i Tedeschi cominciano a preoccuparsi.
Allora si riuniscono e decidono di adottare la stessa tattica.
"Italiano kiamarsi tutti Tonio" - dice uno - "Noi kiamare qvesto
nome e sparare." Un Tedesco si apposta, pronto con la carabina
e urla: "Tonio !" E dall'altra parte: "Sei tu Franz ?" E
l'altro: "Si..." PAM! e viene ucciso.
(Dalle raccolte del Dr.Zap)
C'erano una volta due passerotti felicemente sposati che vivevano assieme
nel loro nido amandosi teneramente.
Un brutto giorno pero' il passerotto dovette partire per la guerra, e fu
una vera tragedia perche' i due innamorati si dovettero separare.
Finita la guerra il passerotto torno' al nido felice di riabbracciare la
sua passerina, ma aime' ci trovo' anche un'altro passero che nel frattempo
aveva preso il suo posto.
Allora il passerotto roso dal dolore, prese il fucile che aveva in spalla e
sparo' al passero uccidendolo.
Morale: Quando l'amore c'e' l'uccello tira.
Un signore anziano siede ad un tavolo di un bar quando vede in un
tavolo vicino una signora (anche lei anziana) che gli ricorda qualcuna
che conosce. Si alza e chiede alla signora dove puo' averla vista.
Questa non ha problemi a confessargli di essere una tenutaria di una
casa di appuntamenti fin da prima della guerra. Lui: "Ma mi dica, ce
l'ha ancora la casa di appuntamenti?". E lei: "Certo, ma non e' piu'
come una volta. Mi ricordo quando veniva Benito. Sceglieva una
ragazza, la portava in camera e poi se ne andava. E il giorno dopo
arrivavano cioccolatini per tutte". Lui: "Ma veramente?". Lei: "Oh,
si'. E pensi che veniva anche Nenni. Veniva, sceglieva una ragazza,
saliva in camera e poi se ne andava. Un vero signore". Lui: "E il
giorno dopo cioccolatini per tutte, immagino ..." Lei: "No, fantastici
fiori! Che uomo. E pensi che la settimana scorsa e' venuto Bertinotti
...". Lui: "E il giorno dopo, fiori per tutte?!". Lei: "No, no, lui
era solo venuto a trovare la madre!"
Siamo all'epoca della guerra di Troia ...
Il famoso condottiero Perseo, dopo una cruenta battaglia, e'andato disperso...
Il suo fedele servitore comincia allora la lunga ricerca nel campo ove
e' avvenuto il sanguinoso scontro.
Ad un certo punto, fra un cadavere e l'altro, nota un braccio che si muove
appena !
Allora corre,solleva per i capelli il poveraccio,e grida :
"Ehi! Sei Perseo ??"
E l'altro :
"Fa trentaseo !!!"
Un tedesco un americano e un italiano al bar discutono dei tempi
della guerra vantandosi della propria flotta navale. Il tedesco: "Noi
avevamo delle portaerei cosi' grandi che per spostarci da poppa a prua
utilizzavamo le biciclette". L'americano: "E allora? Le nostre erano
cosi' grandi che per spostarci da poppa a prua utilizzavamo le moto".
L'italiano allora: "Mi fate ridere tutti e due. Le nostre portaerei
erano cosi' grandi che a prua c'era la guerra e a poppa non ne
sapevamo niente!!!"
SUL CARSO
Prima guerra mondiale.
E' notte sulla trincea innevata e all'alba si scatenera' l'inferno.
Il capitano chiama Cioni e gli dice:
- Fante Cioni, so che tu abiti qui vicino e voglio nominarti idealmente il rappresentante di
tutto il reparto. Vai giu' a valle a trovare la tua fidanzata e torna prima dell'alba. Ci dirai
tutto quello che e' successo e cosi' tutta la truppa idealmente sara' con il cuore vicino alle
proprie donne prima dell'attacco finale. Vai!Cioni prende i suoi sci e via scivola in silenzio fino dietro le retrovie e scompare nella notte.
All'alba ritorna tutto rosso in viso con un sorrisone radioso da valligiano:
-Agli ordini sior capitano!-Bravo Cioni, adesso tu sei idealmente tutti noi. Raccontaci giu' a valle della tua fidanzata L'ho ciavada, sior capitan!-Si, capisco. Ma dicci qualcosa di piu'. Come ha reagito alla sorpresa quando ti ha visto?-Lei signor capitan, la me ga' visto e ha soriso con tuti quei bei dentini, e me ga dito:
"Cioni"-E allora?-E alora l'ho ciavada, sior capitan. La go' ciavada-Va bene, ma non hai da dirci nient'altro? Non ti ha detto nient'altro?-Si, dopo che la go' ciavada la m'ha soriso coi suoi bei dentini e la m'ha guarda' e la me ga
dito "Cioni"-E allora?-E alora mi la go ciavada, sior capitan. La go ciavada ancora-Va bene. Capisco. Ma possibile che non ci sia nient'altro da raccontare alla truppa?
Possibile che non ti ha detto niente altro?-Si, dopo la seconda la me g'ha parla'…-Ah, vedi? E cosa ti ha detto?-La m'ha soriso con le sue guance rosa e la me ga dito "Cioni' e mi me son fato prendere
da una roba che… insoma mi l'ho ciavada ancora, sior capitan!-Ah, ma allora! Ma e' mai possibile che tutto quello che mi sai dire e' che te la sei
chiavata? Ma e' mai possibile che non vi siate detti niente? Che non ci sia stato un minimo
di conversazione tra due persone che si vogliono bene? Ma e' mai possibile?
-Ma no, cosa dise, sior capitan! Avemo parlato e tanto! Tuta note avemo parla'.
-Ah, lo vedi? E cosa vi siete detti?-Be' dopo la tersa ciavada, lei la me ga dito " Cioni, cosa fai qui? Togliti gli sci e vieni
dentro che qui for a fa un fredo can…!Dopo l'esplosione della bomba di Hiroshima una pattuglia di americani va in perlustrazione
per controllare i danni arrecati. Si fanno strada tra un deserto di mattoni e palazzi rasi al
suolo e si dirigono verso una voce che gli pare di udire di lontano. Si guardano stupiti. Tra
quella caterva di morti ci sarebbe un sopravvissuto e che ride! Infatti man mano che si
avvicinano all'unico casotto rimasto in piedi si distingue chiaramante la risata di un uomo.
Bussano alla porticina e scoprono che si tratta di un gabinetto e dentro c'e' un vecchio
giapponese che ride con le lacrime agli occhi.
-Ma cosa e' successo?- chiedomo gli americani
-E che ne so- risponde il vecchio ridendo - io ho tirato l'acqua e guarda qui!-
FANFULLA DA LODI Il Barone Fanfulla da Lodi,
condottiero di gran rinomanza,
fu condotto una sera in istanza
da una donna di facili amor.
Bel condottier, bel condottier,
cessa di far la guerra,
la guerra, la guerra!
bel condottier, bel condottier,
cessa di far la guerra
e vieni a goder!
Era nuova ai certami d'amore
di Fanfulla la casta alabarda;
ma, alla vista di tanta bernarda,
prese il brando alzossi e armo'!
(Ritornello)
E cavalca, cavalca, cavalca,
alla fine, al suolo si accascia.
Lo risveglia la turpe bagascia:
cento talleri devi pagar!
(Ritornello)
Vaffancul, vaffancul, vaffanculo,
le risponde Fanfulla incazzato,
venti talleri gia' ti ho donato,
gli altri ottanta li prendi nel cul!
(Ritornello)
Sette giorni appresso a quello
gran prurito si sente all'uccello:
cos'e' mai questo male novello
che la madre natura gli die'?
(Ritornello)
Fu chiamato un famoso dottore.
Quello venne e poi disse: Fanfulla,
qui bisogna tagliare una palla
o lo scolo morir ti fara'!
(Ritornello)
In materia di scoli e banani
non c'e' proprio mai nulla che tenga.
Vige solo la legge del Menga:
chi l'ha preso, l'ha preso nel cul!
(Ritornello)
La morale di questa mia storia,
certo ognuno conosce a memoria.
Va applicata la legge del Menga
che a un dipresso s'enuncia cosi':
Chi l'ha nel cul, chi l'ha nel cul,
chi l'ha nel cul se l' tenga,
se l' tenga, se l' tenga!
Chi l'ha nel cul, chi l'ha nel cul,
chi l'ha nel cul se l' tenga,
se l' tenga bel dur!
Di rimando alla legge del Menga,
contrapposta e' la legge del Volga:
chi l'ha preso, dal cul se lo tolga
e lo metta nel cul del vicin!
Mio nonno cadde nella guerra d'Africa, poi si rialzò e riprese a scappare...
Cosa ci fanno gli indiani sul piede di Guerra?
Scendono se no Guerra si incazza.
Con l'intelligenza vinci le battaglie, con la fede vinci la guerra.
Perche' quando vedo Zichichi vorrei che scoppiasse la guerra atomica?
In un WC: In guerra e in carestia, o sei suora o la dai via!!
In un WC ante-guerra: Qui la faccio Qui la lascio Metà al Duce
Metà al fascio, ma siccome qui non c'è luce, niente al fascio, tutta
al duce.
C'eravamo tanto armati - Fine della guerra fredda
In amore e' come in guerra : ogni buco e' una trincea.
La gente non dice mai tante bugie come dopo una caccia, durante
una guerra o prima di una elezione. (Otto von Bismarck)
Torno` dalla guerra con una gamba che aveva perso.
In tempo di pace la guerra si chiama sport.
Campanile
Tragedia in due battute: Guerra. Il generale: (alla prima
cannonata nemica) "Beh, ma se cominciamo con le cannonate, e'
finita!". (Sipario)
"Quello rimasto ucciso durante la guerra era lei o era suo fratello?"
Di solito quando parecchia gente si raduna negli stessi posti si tratta di guerra.
PRIMO CINESE: Lo sai che gli svizzeri ci hanno dichiarato guerra?
SECONDO CINESE: Ah si'? E in che albergo stanno?
Ho preso lezioni di lettura veloce ed adesso sono capace di leggere Guerra e
Pace in venti minuti. Parla della Russia.
-- Woody Allen
La dieta e' una guerra. E se la dieta e' una guerra, io faccio
l'obiettore di coscienza.
-- Gino Bramieri, "Norma e Felice"
Notizie dal futuro: anno 3014: oh, una cattiva ed una buona notizia.
La cattiva notizia e' che nel 3014 scoppiera' la Terza Guerra Mondiale.
Quella buona e' che l'intero ricavato sara' devoluto in beneficienza.
-- Panfilo Maria Lippi, "TABLOID TABLOID"@"Mai Dire Gol"
Pace, s.f.:
Negli affari internazionali, un periodo di inganni tra due periodi
di guerra.
-- Ambrose Bierce, "The Devil's Dictionary"
Titolo su un giornale di provincia:
ARCIDUCA FERDINANDO TROVATO VIVO -LA PRIMA GUERRA MONDIALE, UN ERRORE
La guerra non e' mai imperativa.
McCoy, "Balance of Terror", data astrale 1709.2
[La guerra] e' istintiva. Ma l'istinto si puo' combattere. Noi siamo
esseri umani con il sangue di un milione di anni di barbarie nelle mani!
Ma noi possiamo fermarlo. Possiamo ammettere che siamo assassini... ma
non uccideremo oggi. E' questo che serve! Sapere che non uccideremo
oggi!
-- Kirk, "A Taste of Armageddon", data astrale 3193.0
La guerra non e' una bella vita, ma e' vita.
-- Kirk, "A Private Little War", data astrale 4211.8
Morte. Distruzione. Malattie. Orrore. La guerra e' tutto questo.
Tutto cio' la rende una cosa da evitare.
-- Kirk, "A Taste of Armageddon", data astrale 3193.0
"Penso che abbiano intenzione di prendere tutto questo denaro che ora
spendiamo in guerra e morte --"
"E farlo spendere in vita."
-- Edith Keeler e Kirk, "The City on the Edge of Forever",
data astrale ignota
Nessuno vuole la guerra.
-- Kirk, "Errand of Mercy", data astrale 3201.7
Non c'e' nulla di buono nella guerra. Eccetto la sua fine.
 Abramo Lincoln, "The Savage Curtain", data astrale
Perche’ i generali sono tutti imbecilli?
Perche’ li scelgono tra i colonnelli!
Si potrebbe facilmente superenfatizzare l'importanza di una
buona grammatica. Per esempio, potrei dire: "Una cattiva grammatica e'
la causa principe di una lenta e dolorosa morte nel Nord America", o
"Senza una buona grammatica, gli Stati Uniti avrebbero perso la seconda
guerra mondiale".
-- Dave Barry, "An Utterly Absurd Look at Grammar"
("Un'occhiata totalmente assurda alla grammatica")
Colmo della fantasia: masturbarsi, mettere il risultato in una
bottiglietta, tirarla in alto, spararle e dire che il figlio e' morto
in guerra.
Hai sentito...
quello storico pessimista il cui ultimo libro ha i capitoli
intitolati "Prima Guerra Mondiale", "Seconda Guerra Mondiale"
e "Vedi Questo Spazio?"?
user@localhost$ make love
Non la guerra?
Guarda, non sono equipaggiato per questo, okay?
Contatta il rivenditore del tuo hardware per i moduli appropriati.
-- Output, tradotto, generato in risposta al comando
"make love", come contemplato dal Makefile del
package fortune-mod-9708.tar.gz
I tedeschi non hanno perso la guerra. Sono solo arrivati secondi.
Il gioco degli scacchi e' un gioco di guerra. (Anthony Saidy e
Norman Lessing)
Il gioco degli scacchi e' un gioco. (Boris Spassky)
Il gioco degli scacchi e' un piacevole intrattenimento. (Leo Tolstoj)
Eppoi, alla spiaggia non ci andavo mai, perché sono di Brooklyn. I
brooklinesi hanno solo Coney Island, che come spiaggia fa schifo.
Correva voce durante la guerra che i sottomarini nemici - gli Uboot
tedeschi, se vi ricordate - venivano lì, e l'inquinamento li
corrodeva, nella zona di mare riservata ai bagnanti.
Woody Allen
La guerra e i militari (n=29)
Newsgroups: it.hobby.umorismo
From: [email protected] (Dr. Zap)
Subject:
Date: Fri, 13 Feb 1998 21:37:38 GMT
Organization: Cineca
1. In amore e' come in guerra : ogni buco e' una trincea.
2. Primo cinese: "Lo sai che gli svizzeri ci hanno dichiarato
guerra?". "Ah si? e in che albergo sono alloggiati?".
3. Colmo di un graduato dell'esercito: avere un fratello minore
Maggiore
4. Colmo del fante: avere il padre fantino.
5. Colmo per un generale: sentire freddo ... malgrado i gradi.
6. Domanda: "Cosa ci fa una bambina su un'altalena, a Sarajevo?".
Risposta: (facendo il gesto di mirare a destra, a sinistra, di nuovo a
dx, poi ancora a sx) "Fa impazzire i cecchini!".
7. Sarajevo, impossibile uscire da casa: i cecchini sono pronti a
sparare a chiunque. Incredibilmente un abitante esce da casa e riesce
a costruirsi nel bel mezzo di una piazza deserta un'altalena. Finita
di costruirla vi sale e comincia a dondolarsi. Dalle case tutti gli
gridano: "Pazzo! Torna a casa! Possono ucciderti!". E lui: "State
scherzando? E' bellissimo! Guardate quel cecchino: a furia di
seguirmi gli sta girando la testa!".
8. Caserma. Il cappellano militare nel giro di pochi giorni riceve la
confessione di numerosi soldati che gli rivelano: "Sono stato con la
Rosina!". Quando il cappellano si rende conto che la faccenda e'
troppo diffusa rivela tutto al capitano, il quale decide di radunare
tutto il plotone e rivolge la temuta domanda: "Chi e' andato con la
Rosina faccia un passo avanti!". Tutti, tranne uno, fanno un passo
avanti. Il capitano allora si rivolge all'unico soldato che non si e'
mosso e si congratula con lui: "Bravo! Come ti chiami?". "Giacomo La
Rosina".
9. II Guerra Mondiale. Scenario del Pacifico. Un baldo aviatore
americano, imbarcato su una portaerei, e' alla sua prima missione.
Parte in effetti con un po' di paura, ma appena in cielo si sente un
asso e abbatte in furiosi combattimenti uno dietro l'altro ben 12
aerei. Quando la benzina sta per finire atterra sulla portaerei e va
incontro all'ufficiale tutto gioioso: "Eccezionale! Ho abbattuto 12
aerei giapponesi!". E l'ufficiale: "Male! Molto male! Onolevole
aviatole amelicano!".
10. Pekka e Toivonen sono seduti in treno e ripensano ai tempi della
guerra. Mentre parlano dei loro ricordi, Toivonen guarda verso la
foresta e dice: "Ero proprio li' che cavalcavo il mio cavallo quando
arrivo' una pallottola dalle truppe russe e me lo ha ucciso. Cosi' ho
dovuto continuare a piedi...". Non appena escono dal tunnel
successivo, Pekka da' una occhiata alla foresta e dice: "Una volta ero
proprio li' che cavalcavo la mia ragazza quando arrivo' una pallottola
dalle truppe russe e me la uccise. Cosi' ho dovuto continuare a
mano...".
11. Prima guerra mondiale: un battaglione italiano avanza presso le
rive di un fiume. Il comandante apre l'ordine del giorno, lo legge ma
non crede ai propri occhi. "Gli ordini sono ordini" e con gesto
risoluto sale a cavallo e ordina: "1a Compagnia... attenti !". E i
soldati si mettono sull'attenti. "1a Compagnia... disponetevi in fila
lungo la riva !". E i soldati obbediscono. "1a Compagnia...
abbassatevi i pantaloni !". Un brusio si diffonde tra le file e i
soldati sono indecisi sul da farsi. "Svelti, e' un ordine!". I soldati
obbediscono. "1a Compagnia... abbassatevi le mutande !". Il
vociare diventa confuso, ma l'ordine viene eseguito. Poi il
comandante va dal suo sergente: "Sergente, vada a prendere le
tenaglie". Dopodiche' si avvicina con le tenaglie al primo soldato in
fila che lo guarda con due occhi spauriti. Da lontano si sente un
trotto: un messaggero arriva trafelato dal comandante e gli consegna
un foglio. Il comandante lo legge ed esclama: "Ah! Volevo ben dire!
Scaglionamento !".
12. Ci sono due tedeschi che, appena finita la guerra, stanno
fuggendo. Cosi' dopo essersi cambiati gli abiti, decidono di
mimetizzarsi tra la gente come due comunissimi italiani. Ad un tratto,
dopo aver camminato per molto tempo, decidono di entrare in un bar per
bere qualcosa. Il primo tedesco fa al secondo: "Ascolta, visto che io
sono piu' intelligente di te, lascia ordinare me perche' con la tua
solita stupidita' ci farai scoprire". Si avvicinano al bancone e il
tedesco fa rivolto all'oste: "Due martini !". E l'oste: "Dry ?". E
il tedesco: "Nein drei, zwei !".
13. Sto cercando disperatamente di capire perche' i piloti kamikaze
si mettessero i caschi in testa.
14. Un giornalista intervista un militare: "Signor colonnello, qual e'
stato il momento piu' imbarazzante della vostra vita?". "Quando mia
madre ha scoperto che mi masturbavo". "Come tutti...". "Si', ma per me
e' successo ieri!".
15. Il passatempo preferito dai soldati Cristiani nel medioevo erano
le Parole Crociate.
16. Il capitano alla prostituta: "Accettereste la mia compagnia per
100.000 lire?". "Certo!". "Compagnia, avanti!".
17. Cosa fanno due militari in un frigorifero? La guerra fredda!
18. "Generale, il nemico avanza!". "Bene, mettetelo via per domani!".
19. Il generale entra in caserma in borghese. Ad un tratto vede che la
sentinella se ne sta appoggiata al muro non curante di nulla. Il
generale si avvicina e gli dice: "Ma lo sai chi sono io ?". La
guardia si gira verso un gruppo di commilitoni ed esclama: "Oh,
ragazzi, venite. Qui c'e' un vecchio rimbambito che non sa piu'
neanche come si chiama!".
20. In caserma un sergente interroga una recluta: "Soldato, cosa vedi
la'?". "Un militare, signore". "Un militare? Ma sei cieco? Quelli sono
due carri armati!". "Appunto, signore! Ogni carro armato e' un mezzo
militare, quindi...".
21. Notte, Mediterraneo. La 5^ Flotta Americana avanza nelle acque
scure. Dal ponte della nave ammiraglia viene scorta una piccola luce.
L'Ufficiale di guardia ordina al marinaio: "Ordinate a quella nave di
spostarsi" e il marinaio, visto che gli appelli radio sono
inascoltati, usando un proiettore per segnalazioni luminose esegue.
"Qui 5^ Flotta Americana , vi ordiniamo di spostarvi!". Dalla lucina
si accende la segnalazione in risposta: "Spostatevi voi..." L'
Ufficiale chiama sul ponte il Comandante della nave che accorre e
ordina di ripetere la segnalazione: "Qui 5^ flotta Americana. Vi
ordiniamo di spostarvi dalla nostra rotta!" e dalla lucina:
"Spostatevi voi". Il Comandante a questo punto fa svegliare
l'Ammiraglio che giunge sul ponte e infuriato ordina di segnalare:
"Qui Ammiraglio O'Neal Comandante in capo della 5^ Flotta degli Stati
Uniti d'America: spostatevi dalla nostra rotto o vi travolgeremo". E
dalla lucina giunge la calma risposta: "Qui Pasquale Caccace,
Comandante del faro: fate un po' quel che volete...".
22. Nel 1918 mio nonno cadde in battaglia. Poi si alzo' e fuggi' via!
23. Secolo XVII. Il capitano di una nave riceve cattive notizie:
"Capitano, una nave pirata si sta avvicinando!". E il capitano: "Non
preoccupatevi, siate forti, li possiamo battere! Portatemi la mia
camicia rossa!". Il capitano prende la sua spada e cosi’ pure i
marinai e dopo furiosa battaglia i pirati sono respinti. La sera i
marinai parlano degli avvenimenti del giorno. Sono molto fieri del
loro capitano che si e’ battuto con molto coraggio contro i pirati. Ad
un certo punto uno di loro chiede al capitano: "Ma perche’ avete
chiesto prima della battaglia la vostra camicia rossa?". E il
capitano: "E’ semplice. La camicia e’ dello stesso colore del sangue,
per cui se sono ferito voi non ve ne accorgete e cosi’ non avete paura
e siete piu' forti!". Ovviamente tutti approvano il saggio
comportamento del capitano. Alcuni giorni dopo sono avvistate numerose
navi di pirati e la cattiva notizia e’ portata al capitano. Ma il
capitano urla ai suoi marinai: "Non e’ nulla! Portatemi i miei
pantaloni marron!".
24. Due soldati, dopo i primi mesi di servizio militare passati in un
paese sperduto sui monti, tornano in licenza verso casa in treno.
Nello scompartimento e' seduto accanto a loro anche un prete. I due
soldati parlano di come passeranno la licenza al paese d'origine. Dice
il primo: "Io passero' i 15 giorni di licenza sempre all'osteria;
voglio ubriacarmi tutti i giorni". Il secondo invece dice: "Io invece
passero' i miei 15 giorni a casa della mia ragazza; voglio chiavare
sempre per 15 giorni". Il prete sente, ma fa finta di niente e
continua a leggere il giornale. Anche i soldati dopo un po' si mettono
a leggere il giornale, finche' il primo chiede al secondo: "Giovanni,
che vuol dire lombaggine? ". "Che ne so; chiedilo al prete che
sicuramente e' istruito". Il prete approfitta dell'occasione per
punire a suo modo i due giovani militari: "La lombaggine e' una
malattia che viene quando uno beve troppo e fa troppo all'amore". E il
soldato: "Ma guarda! Qui sta scritto che il Papa soffre di
lombaggine... ".
25. Lettera del soldato: Cara mamma oggi mi hanno fatto i raggi; se
domani mi fanno le ruote vengo a casa in bici.
26. Il mio grado nell'esercito? Ostaggio, in caso di guerra (Woody
Allen).
27. II Guerra Mondiale. Un tedesco, con la sua berlina ultralucida e
veloce, sale una ripida strada di montagna e nel frattempo un
contadino sta scendendo sulla stessa strada a bordo di un carretto
trainato dai buoi, carico di paglia, di galline, maialetti,... una
minifattoria viaggiante, insomma. Patatrack !! Una scena terribile,
coperta pietosamente da una nuvola di paglia, che a poco a poco si
dirada. Il tedesco si riprende dal trauma, e osserva il bue,
moribondo, con le corna rotte, le zampe fracassate e dice : "Io non
poteRe fedeRe bue soffRiRen ". Prende la pistola e lo finisce con un
colpo alla testa. Poi vede le galline, moribonde anch' esse: "Io non
poteRe fedeRe gallinen soffRiRen ". Punta la pistola e le uccide.
Anche i maialetti: "Io non poteRe fedeRe maialen soffRiRen "; e li
finisce. All' improvviso il contadino esce allo scoperto. Ha un
braccio amputato, ben legato intorno al collo, una gamba ciondoloni, e
vistose ferite alla testa: "Cavolo, che fortuna!! Non mi sono fatto
niente !!!".
28. Un soldato a cavallo esce di caserma e gironzolando per il bosco
incontra una bella fatina che gli dice di essere in grado di esaudire
un suo desiderio. Il soldato, che era dotato di un piccolissimo organo
genitale, approfitta subito della fortunata occasione e chiede alla
fatina: "Vorrei un organo due volte piu' grande di quello del mio
cavallo". Detto fatto, il soldato si ritrova con un organo veramente
mostruoso e ritorna felice in caserma. Qui il capitano si accorge che
qualcosa e' cambiato dentro i pantaloni del soldato e gli domanda cosa
sia successo. Il giorno dopo il capitano fa sellare il suo cavallo ed
esce dirigendosi verso il bosco in cerca della fatina. Ed infatti la
trova: "Per favore, fatina, fammi un organo sessuale che sia tre volte
quello del mio cavallo". Non appena la fatina esaudisce il suo
desiderio, il capitano grida furioso: "Chi e' quel cretino che mi ha
sellato la cavalla?".
29. Dick, sergente dei Marines, finalmente in licenza, si reca in un
famoso casino e chiede di una donna. La tenutaria gli fa scegliere la
donna che piu’ gli piace e appena sono in camera questa si spoglia e
si sdraia sul letto, mentre il sergente Dick si mette nudo
sull'attenti dinanzi a lei e le dice: "Il mio nome e’ Sergente Dick.
Sono nel glorioso corpo dei Marines da 30 anni e sono il padrone
della mia mente e del mio corpo. Se io dico ‘DICK, AT-TENTI!!’
immediatamente il mio pene si fa eretto". E in effetti cosi’ succede.
La puttana e’ molto meravigliata e gli chiede come cio’ possa
succedere. E il sergente Dick di nuovo replica: "Sono un Marines da 30
anni e sono il padrone della mia mente e del mio corpo. Se dico ‘DICK,
RI-POSO!!" il mio pene subito diviene flaccido". E infatti cosi’
succede. La puttana e’ ancora piu’ meravigliata e chiede una nuova
dimostrazione. Il sergente Dick dice: "DICK, AT-TENTI!!" e il pene si
rizza. Poi dice: "RI-POSO!!", ma questa volta il pene non si
affloscia. Prova e riprova, ma niente da fare. Allora il sergente Dick
comincia a masturbarsi vigorosamente. La puttana gli urla: "Ma che
diavolo stai facendo?". E il sergente: "Questo soldato ha disubbidito
ad un ordine superiore ed io lo sto punendo obbligandolo ad una
ritirata disonorevole!"
Ma la vera guerra si e' combattuta tra l’occhio e l’orecchio, vale a dire con le protesi degli
stessi.
Ti ricordi la guerra fredda? Bene, gli Americani trovavano scandaloso che i Russi
mettessero microspie nelle Ambasciate e non trovavano per nulla riprovevole fotografare
coi satelliti le loro basi missilistiche.
Proprio perche’ l’Impero Sovietico era basato sull’orecchio e sulle sue protesi (A Mosca,
fino a poco tempo fa’ non c’era l’elenco telefonico, per esempio. Non lo ritenevano
necessario). Dove tutto era quasi detto, sibilato, mormorato, sottinteso.
Volevo solo ricordarti di come il pane, il vino, il grano, il latte di capra siano presenti
radicate nel Mito insieme con la fica.
La fica, si' "Gia' prima di Elena, la fica fu causa orrenda di guerra…" lo scrive Orazio,
possiamo credergli.
Mussolini dal balcone di Palazzo Venezia, con le sue pause, gli effetti la folla in delirio nella
dichiarazione di guerra visto oggi nei vecchi filmati, fa ridere. Ed avrebbe fatto ridere
anche i nostri padri e i nostri nonni se allora ci fosse stata la televisione, ma c'era solo la
radio ed il ridicolo sembro' sublime ai molti, visto poi che tra il sublime ed il ridicolo varie
volte il confine e' cosi' esile da farci credere di essere divini mentre siamo solo grotteschi.
134. Pace: negli affari internazionali, un periodo di inganni fra due
periodi di guerra.
127. La guerra lampo sostituisce la guerra dei bottoni?
310. In caso di guerra nucleare, l'elettromagnetismo prodotto dalle
bombe termonucleari potrebbe rovinare le mie cassette video?
414. In guerra esiste l'equo cannone ? (Mirco Stefanon)
IL PRODE ANSELMO
Passa un giorno, passa l'altro,
mai non torna il nostro Anselmo,
perche' egli era molto scaltro,
ando' in guerra e mise l'elmo,
mise l'elmo sulla testa
per non farsi troppo mal,
e parti' la lancia in resta
a cavallo di un caval.
DAL DIZZIONARIO DI TAGLIANO di Vincent
GUERRA
BERTEGGIARE
GUERRA
POMPELMO
il modo che usa Dio per insegnarci la geografia. (Paul Rodriguez)
Burlare, farsi beffe di qualcuno usando un grosso cannone tedesco
della prima Guerra Mondiale
Metodo per sbrogliare coi denti un nodo politico per cui la
lingua non basta piu’
Elmetto dei pompieri. Durante il periodo bellico dicesi di fellatio in
assetto di guerra
Pensa che la scoperta del fuoco, per fare il giro del Mediterraneo, ha impiegato quasi due
milioni di anni. La penicillina ci ha messo solo il tempo di una Guerra Mondiale, il vaccino
Sabin ha
impiegato qualche mese, e la somatostatina, se e' vera, e' stata comunicata a tutta la
comunita'
scientifica in qualche minuto. E cosa ha fatto la comunita' scientifica? Ne ha aumentato il
prezzo e le Case Farmaceutiche hanno fatto un balzo in Borsa. Questo e' successo. Perche'
con il Progresso
non e' cresciuta di pari passo la Filosofia e la Morale
Il «Novecento» comincia dopo la prima guerra mondiale, cioθ tra il 1920 e il 1930, come
l'«Ottocento» era cominciato solo con il 1830. La guerra incide sull'evoluzione, in quanto
spinge a una scelta fra possibilitΰ diverse. Le tre tendenze principali dell'arte del nuovo
secolo hanno tutte dei precedenti ottocenteschi…
Arnoldo Hauser: STORIA SOCIALE DELL'ARTE (volume secondo) Einaudi
- Vale la pena, penso ad alta voce / d'invocar Santi per aver la pace? / E' lecito sperar che
'l
Ciel s'impicci in fatti di politica sμ spicci? / L'Uomo, piuttosto, che dovrebbe farlo, /
s'astiene, se ne
frega e aspetta Ciarlo. / E Ciarlo dice, scrive e si dimena, / s'appella alla Sapienza e prova
pena: /
vorrebbe urlare ciς che la coscienza / gli grida dentro, ma con quale scienza / potrebbe
dimostrar
che far la guerra / θ stupido e nefasto per la Terra?
Benito Ciarlo
questa "briciola" di Elio Vittorini pubblicata in Home Page: " Non
si dΰ cultura lΰ dove si sappia tutto della guerra dei Trent'anni e niente del secondo
principio della termodinamica"
E posso dire che vedo un casino di ebrei con mitragliette in assetto di
guerra sparare ad altezza d'uomo contro ragazzi che tirano i sassi?
Posso dirlo, questo?
I bambini hanno visto in TV tra uno spot di una nuova merendina da
comprare e un presentatore che mangia un gelato in diretta invitando i
nostri figli a fare altrettanto.
E pistole, coltelli da Rambo, archi multi uso, manette mitragliette da
commandos, bombe…
Allora io mi sono chiesto, ma come potremmo mai insegnare ai nostri
figli l'atrocita' della guerra se essa e' rappresentata come un
avvenimento spettacolare? Come potremmo spiegare loro il dolore se per
essi esso e' solo la smorfia di un nemico?
Ma possibile che l'arma, l'arma di qualunque tipo fino all'ultima
definitiva Bomba Atomica, debbano essere considerate come Totem di
questa moderna civilta'?
Non e' forse giunto il momento di pensare di trasformare questo Totem in
un moderno Tabu' per consentirci un nuovo progresso utile all'Umanita'?
Ma non potremmo decretare il tabu' della guerra, con la proibizione di
nominarla, di evocarla, di giustificarla. Proibendo agli autori di
parlare e scrivere del tabu' della guerra, alla televisione e al cinema
di rappresentarla, ai venditori di giocattoli di vendere armi finte,
agli uomini di buona volonta' di costruire armi vere...
Io me lo ricordo il Cossiga Presidente che quando non giocava a fare il radioamatore
andava alle parate militari vestendosi da ufficiale, oggi dell’Esercito, domani della Marina
suscitando anche ilarita’, se la cosa non fosse stata tragica. Mando’ anche una memoria in
Parlamento per chiedere: “In caso di conflitto, chi deve dichiarare la Guerra ? “ Un vero
soldato. Mi e’ quindi estremamente facile ora, immaginarlo nell’orto di casa sua, che
sposta grandi foglie di cavolo mentre, con l’elmetto e il cinturone, si prepara alla guerriglia
annunciata.
Ma e’ questa la capitale dell’Impero?
E’ questo il modello di Civilta’ che, una volta esportato, dovremo inculcare ai nostri figli?
Dopo la caduta dell’Impero del Male e’ questo quello che ci e’ rimasto?
Usciamo tutti dalla NATO adesso, subito. Come perche’, adesso ve lo spiego.
Dice che se non ci prendono alla sprovvista possiamo resistere in una guerra moderna
elettronica dagli otto ai dodici minuti. E dopo? Quelli che non sono morti, tutti in Siberia e
in Siberia se ridi ti cadono i denti dal freddo.
Invece noi aderiamo al Patto d’acciaio e facciamo casino ma tanto. Appena agli americani
gli girano i coglioni, come puntano i satelliti, portaerei video games eccetera, noi ci
arrendiamo. Ma dove vuoi che ci deportino gli americani? Ma in Florida e passiamo quei
due tre anni a Disneyland in campo di concentramento e vabbe’ devi mangiare i loro
hamburger ma saranno sempre meglio dei Burgy di qui.
Dice e se vinciamo? Vinciamo solo se si sparano spaghetti!
Einstein
"..Io non sono soltanto un pacifista ma un pacifista militante. Voglio combattere per la
pace. Nulla fermerà la guerra come il rifiuto, da parte dei popoli, di farla.."
"Come è strano il destino di noi mortali. Siamo qui per un breve soggiorno, a quale scopo
ci sfugge, sebbene ogni tanto abbiamo la sensazione che vi sia un senso. Ma non è
necessaria una particolare riflessione per accorgerci che ognuno di noi esiste in relazione
agli altri, innanzitutto per quelli il cui sorriso e benessere è così importante per la nostra
felicità; e poi per i tanti sconosciuti ai quali siamo legati da necessità solidali...
...Cento volte al giorno mi capita di pensare che la mia vita, quella interiore e quella
pubblica, dipende dal lavoro di altre persone, vive e scomparse e mi dico che devo
impegnarmi a restituire come e quanto ho ricevuto e ancora ricevo..."
"...Penso a quel pessimo prodotto dell'umanità vista come branco che è il sistema militare,
un sistema che io aborro. Che un uomo possa marciare al suono di una banda è per me
già sufficiente a disprezzarlo. Ha ricevuto un grande cervello per errore: una spina dorsale
sarebbe già bastevole allo scopo. Questa piaga della civilizzazione andrebbe eliminata con
sollecitudine. L'eroismo ubbidendo ad ordini, la violenza irrazionale e quell'orribile non
senso che passa sotto il nome di patriottismo: come odio tutto questo!.."
"...Se devo pensare a quella che è la crisi dei nostri tempi penso che sia rappresentata
dalla relazione tra il singolo individuo e la società. L'individuo è diventato sempre più
cosciente della sua dipendenza dalla società nel suo complesso, ma non sente questa
dipendenza come un sistema positivo, come una forza protettiva: la vede, piuttosto, come
una minaccia ai suoi diritti e anche alla sua sopravvivenza economica. Inoltre la condizione
individuale è oggi tale che le tendenze egoistiche sono accentuate, mentre quelle
socializzanti, che per natura sono meno intense, si deteriorano progressivamente..."
"...e' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio..."
"La meccanica quantistica ha indubbiamente successo. Ma qualcosa dentro di me mi dice
che non è la strada giusta per avvicinarmi ai segreti del Grande Uno. Io, in ogni modo,
sono convinto che Lui non gioca a dadi..."
"...la fantasia è più importante del sapere..
"...la mia religione consiste nell'ammirazione per quello sconfinato spirito superiore
che si rivela nei minuti particolari
che noi siamo in grado di interpretare
con la nostra fragile e debole mente..."
"....La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti..."
---------------------------------------------------------------------------------ALBERT EINSTEIN,
Perchè la guerra? / Sigmud Freud ; Albert Einstein - Torino: Bollati Boringhieri, 1997. -
AFORISMI CONTRO LA GUERRA
Le madri e i padri detestano la guerra.
Giovanni XXIII, Motti e detti di Papa Giovanni
L'umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all'umanità.
John Fitzgerald Kennedy, Discorso all'ONU, 1961 (Frasi storiche)
Una delle più orribili caratteristiche della guerra è che la propaganda bellica, tutte le
vociferazioni, le menzogne, l'odio provengono inevitabilmente da coloro che non
combattono.
George Orwell, Omaggio alla Catalogna, 1938
La guerra è un rozzo e violento mestiere.
Friedrich Schiller, I Piccolomini, 1798
Maledire la guerra come assassinio e poi pretendere dagli uomini che essi facciano la
guerra e in guerra uccidano e si lascino uccidere, affinché "non vi sia mai più una guerra"
è un inganno manifesto.
Carl Schmitt, Le categorie del politico, 1972
Ninna nanna, pija sonno / ché se dormi nun vedrai / tante infamie e tanti guai / che
succedeno ner monno / fra le spade e li fucilli / de li popoli civilli...
Trilussa, La ninna-nanna de la guerra, in Da la guerra a la pace, 1914-1919
Se non poniamo fine alla guerra, la guerra porrà fine a noi.
Herbert George Wells, La vita futura, 1936
Finché la guerra sarà considerata una cosa malvagia, conserverà il suo fascino. Quando
sarà considerata volgare, cesserà di essere popolare.
Oscar Wilde, Il critico come artista, 1889
Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra
Il 10 settembre 2001 per me, e son certo non solo per me, fu un giorno di questo tipo: un
giorno di cui non ricordo assolutamente nulla. So che ero ad Orsigna, l’estate era finita, la
famiglia s’era di nuovo sbrancata in tutte le direzioni ed io probabilmente preparavo vestiti e
carte per tornare in India a svernare.
Pensavo di partire dopo il mio compleanno, ma non contavo i giorni e quel 10 settembre 2001
passò senza che me ne accorgessi, come non fosse nemmeno stato nel calendario. Peccato.
Perché per me, per tutti noi – anche per quelli che ancora oggi si rifiutano di crederlo -, quel
giorno fu particolarissimo, uno di cui avremmo dovuto, coscientemente, gustare ogni
momento. Fu l’ultimo della nostra vita di prima: prima dell’11 settembre, delle Torri Gemelle,
della nuova barbarie, della limitazione delle nostre libertà, prima della grande intolleranza,
della guerra tecnologica, dei massacri di prigionieri e di civili innocenti, prima della grande
ipocrisia, del conformismo, dell’indifferenza o, peggio ancora, della rabbia meschina e
dell’orgoglio malriposto; l’ultimo giorno prima che la nostra fantasia in volo verso più amore,
più fratellanza, più spirito, più gioia venisse dirottata verso più odio, più discriminazione, più
materia, più dolore.
Lo so: apparentemente poco o nulla è cambiato nella nostra vita. La sveglia suona alla stessa
ora, si fa lo stesso lavoro, nello scompartimento del treno squillano sempre i telefonini ed i
giornali continuano ad uscire ogni giorno con la loro dose di mezze bugie e mezze verità. Ma è
un’illusione, l’illusione di quel momento di silenzio che c’è fra il vedere una grande esplosione
in lontananza ed il sentirne poi il botto. L’esplosione c’è stata: enorme, spaventosa. Il botto ci
raggiungerà, ci assorderà. Potrebbe anche spazzarci via. Meglio prepararsi in tempo, riflettere
prima che si debba correre, anche solo figurativamente, a cercare di salvare i bambini o a
prendere qualche ultima cosa da mettere in borsa.
Il mondo è cambiato. Dobbiamo cambiare noi. Innanzitutto non facendo più finta che tutto è
come prima, che possiamo continuare a vivere vigliaccamente una vita normale. Con quel che
sta succedendo nel mondo la nostra vita non può, non deve, essere nonnale. Di questa
normalità dovremmo avere vergogna.
***
Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra
Il mondo non è più quello che conoscevamo, le nostre vite sono definitivamente cambiate.
Forse questa è l’occasione per pensare diversamente da come abbiamo fatto finora, l’occasione
per reinventarci il futuro e non rifase il cammino che ci ha portato all’oggi e potrebbe domani
portarci al nulla. Mai come ora la sopravvivenza dell’umanità è stata in gioco.
Non c’è niente di più pericoloso in una guerra – e noi ci stiamo entrando – che sottovalutare il
proprio avversario, ignorare la sua logica e, tanto per negargli ogni possibile ragione, definirlo
un «pazzo».
***
Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra
Per Bin Laden e la sua gente quello delle armi non è un mestiere, è una missione che ha radici
nella fede acquisita nell’ottusità delle scuole coraniche, ma soprattutto nel profondo senso di
scacco e di impotenza, nell’umiliazione di una civiltà – quella musulmana – un tempo grande e
temuta, che si vede ora sempre più marginalizzata e offesa dallo strapotere e dall’arroganza
dell’Occidente.
***
Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra
Mi piace essere in un corpo che ormai invecchia. Posso guardare le montagne senza il desiderio
di scalarle. Quand’ero giovane le avrei volute conquistare. Ora posso lasciarmi conquistare da
loro. Le montagne, come il mare, ricordano una misura di grandezza dalla quale l’uomo si
sente ispirato, sollevato. Quella stessa grandezza è anche in ognuno di noi, ma lì ci è difficile
riconoscerla. Per questo siamo attratti dalle montagne. Per questo, attraverso i secoli,
tantissimi uomini e donne sono venuti quassù nell’Himalaya, sperando di trovare in queste
altezze le risposte che sfuggivano loro restando nelle pianure. Continuano a venire.
***
Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra
A volte mi chiedo se il senso di frustrazione, d’impotenza che molti, specie fra i giovani, hanno
dinanzi al mondo moderno è dovuto al fatto che esso appare loro così complicato, così difficile
da capire che la sola reazione possibile è crederlo il mondo di qualcun altro: un mondo in cui
non si può mettere le mani, un mondo che non si può cambiare. Ma non è così: il mondo è di
tutti.
***
Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra
Vogliamo eliminare le armi? Bene: non perdiamoci a discutere sul fatto che chiudere le
fabbriche di fucili, di munizioni, di mine anti-uomo o di bombe atomiche creerà dei disoccupati.
Prima risolviamo la questione morale. Quella economica l’affronteremo dopo. O vogliamo,
prima ancora di provare, arrenderci al fatto che l’economia determina tutto, che ci interessa
solo quel che ci è utile?
«In tutta la storia ci sono sempre state delle guerre. Per cui continueranno ad esserci», si dice.
«Ma perché ripetere la vecchia storia? Perché non cercare di cominciarne una nuova?» rispose
Gandhi a chi gli faceva questa solita, banale obiezione.
***
Tiziano Terzani, Lettere contro la guerra
ANARCOPEDIA: CONTRO LA GUERRA
http://ita.anarchopedia.org/Citazioni_sulla_guerra
Si crede di morire per la patria, e si muore per i capitalisti.
(su un muro al confine franco-tedesco, Prima guerra mondiale)
Guerra significa obbedienza cieca, sconsiderata stupidità, brutale insensibilità, sfrenata
distruzione, e irresponsabile massacro. (Alexander Berkman)
Questi assassini, questi ladri, si fanno un nome. Raggiungono i gradi più alti, diventano
senatori, vengono coperti di decorazioni, e qualcuno arriva perfino ad avere un
monumento. Sono “eroi della guerra”. Senza la guerra non salirebbero. Senza la guerra
rimarrebbero ignoti. Se uccidessero e rubassero fuori dal mondo guerresco sarebbero
ritenuti assassini feroci e ladri volgari. (Camillo Berneri)
Ho speso 33 anni nei Marines, la maggior parte del mio tempo facendo l'impiegato di alta
classe per grandi affari, per Wall Street e banchieri. In breve, ero un malvivente per il
capitalismo. (Smedley Butler, U.S. Marine Corps)
La guerra è un racket. Lo è sempre stata. È possibilmente la più vecchia, più facilmente
redditizia, certamente la più cruenta. È l'unico scopo internazionale. Ed è l'unica in cui i
profitti sono stimati in dollari e perdite di vite. (Smedley Butler, U.S. Marine Corps)
Se i miei soldati cominciassero a pensare, nessuno rimarrebbe nelle mie file.
(Federico II di Prussia)
Ovviamente, la gente non vuole la guerra. Perché mai un contadino pezzente dovrebbe
rischiare la vita in guerra quando il massimo che ne può ottenere è tornare alla sua
fattoria tutto intero. La gente comune non vuole la guerra; né in Russia, né in Inghilterra,
né in America, e per quello neanche in Germania. Questo è ben chiaro. Ma, dopo tutto,
sono i capi della nazione a determinarne la politica, ed è sempre piuttosto semplice
trascinare la gente dove si vuole, sia all'interno di una democrazia, che in una dittatura
fascista o in un parlamento o in una dittatura comunista. ... La gente può sempre essere
condotta a ubbidire ai capi. È facile. Si deve solo dirgli che sono attaccati e accusare i
pacifisti di mancanza di patriottismo e di esporre il Paese al pericolo. Funziona allo stesso
modo in qualunque Paese. (Hermann Goering, dai verbali del processo di Norimberga)
... a colui che osserva lo svolgimento delle epoche storiche la guerra si presenta come
un'attività degli stati che è propria della loro essenza. (Bertrand de Jouvenel, On Power)
Scioperate contro la guerra, perché senza di voi nessuna battaglia può essere combattuta!
Scioperate contro le granate, i gas, le bombe e tutti gli altri oggetti di morte! Scioperate
contro i preparativi di morte e distruzione di milioni di esseri umani! Non siate stupidi ed
obbedienti schiavi di un esercito distruttivo! Siate gli eroi di un esercito costruttivo!
(Helen Keller)
La caserma è la stalla del gregge patriottico. Esce da lì un bestiame che è pronto a
formare il gregge elettorale." (A. Libertad)
L'esercito è una scuola, soprattutto. E' questo il suo compito di tutti i giorni: educare,
persuadere, plasmare, convincere, abituare. Abituare a sopportare i soprusi, ad obbedire
senza discutere, ad accettare le umiliazioni sol che provengano da uno che sulla manica
della giacca ha un pezzo di stoffa in più." (Agostino Manni)
Nessun povero bastardo ha mai vinto una guerra morendo per il proprio paese. L'ha vinta,
facendo sì che altri bastardi morissero per il loro paese. (George S. Patton, U.S. Army)
I poveri vanno alla guerra, a combattere e morire per i capricci, le ricchezze e il superfluo
di altri. (Plutarco)
Non è una strana cecità da parte nostra insegnare pubblicamente le tecniche di guerra e
premiare con medaglie quelli che risultano essere gli assassini più abili?
(Marchese de Sade)
Tutti i governi, con una sfacciataggine sorprendente, hanno sempre affermato e
affermano che i preparativi militari e le guerre stesse sono necessarie per mantenere la
pace." (Lev Tolstoj)
La guerra è un massacro fra uomini che non si conoscono a vantaggio di uomini che si
conoscono ma eviteranno di massacrarsi reciprocamente. (Paul Valéry)
Una grande guerra lascia il Paese con tre eserciti: un esercito di mutilati, un esercito di
lutti e un esercito di ladri. (proverbio tedesco)
Considero la parola guerra un anacronismo (Augusto Masetti)
La rivoluzione è una grande distruttrice di uomini e di caratteri. Consuma i valorosi e
annienta i meno forti. (Lev Tolstoj)
Non solo i vivi sono uccisi in guerra. (Isaac Asimov)
Occorre buttare di sella l'eroe guerresco, rompendo i cartelloni della storiografia
convenzionale. Questi assassini, questi ladri, si fanno un nome. Raggiungono i gradi più
alti, diventano senatori, vengono coperti di decorazioni, e qualcuno arriva perfino ad avere
un monumento. Sono "eroi della guerra". Senza la guerra non salirebbero. Senza la guerra
rimarrebbero ignoti. Se uccidessero e rubassero fuori dal mondo guerresco sarebbero
ritenuti assassini feroci e ladri volgari. (Camillo Berneri)
Mentire: attività che si svolge copiosamente prima delle elezioni, durante la guerra e dopo
la caccia. (Otto von Bismarck)
Nel momento in cui si dichiara la guerra [...] le masse [...] si convincono che loro l'hanno
desiderata. Allora le masse, con l'eccezione di pochi scontenti, iniziano ad essere soggette
ad un regime, forzate, disarticolate in tutta la loro vita e convertite in una fabbrica solida
di distruzione [...] Una sensazione di gran ringiovanimento invade le classi significative
della società, un nuovo sentire la loro importanza nel mondo [...] L'opinione pubblica [...]
si converte in un blocco solido [...] La guerra è la salute dello stato. Automaticamente
pone in movimento, attraverso la società, quelle forze irresistibili di uniformità, di
cooperazione appassionata col governo per esercitare coercizione sui gruppi minoritari e
sugli individui che sono carenti di questo ampio senso del gregge... (Randolph Bourne)
La guerra è la condizione salutare dello Stato. Essa attiva in maniera automatica in tutta la
società quelle forze irresistibili a vantaggio del conformismo, del cooperare
appassionatamente con il governo al fine costringere all'obbedienza i gruppi minoritari e gli
individui a cui manca il senso del branco. (Randolph Bourne, The State)
Il disordine ha già salvato la vita a migliaia di individui. In guerra basta spesso la più
piccola deviazione da un ordine per portare in salvo la pelle.
(Bertolt Brecht, Dialoghi di profughi)
Da un importante studio effettuato in tempo di guerra è emerso chiaramente che, per
ottenere i migliori risultati, alle persone con un basso livello educativo, va presentata solo
una versione di un fatto o di un argomento. Una presentazione bipartisan invece, influenza
in maniera molto più efficace le persone con un livello culturale più alto e, in generale, chi
inizialmente aveva assunto riguardo a quel particolare punto di vista una posizione
contraria. (Alex Carey)
Partimmo in mille per la stessa guerra / questo ricordo non vi consoli / quando si muore, si
muore soli. (Fabrizio De André, Il testamento)
Nessuna guerra di qualunque nazione, in ogni era, è stata dichiarata dal popolo.
(Eugene V. Debs)
Io odio la guerra come può odiarla solo un soldato che l'ha vissuta, come uno che ha visto
la sua brutalità, la sua inutilità, la sua stupidità. (Dwight D. Eisenhower)
Lo Stato in guerra si permette tutte le ingiustizie, tutte le violenze, la più piccola delle quali
basterebbe a disonorare l'individuo. Esso ha fatto ricorso, nei confronti del nemico, non
solo a quel tanto di astuzia permessa, ma anche alla menzogna cosciente e voluta, e
questo in una misura che va al di là di tutto ciò che si era visto nelle guerre precedenti. Lo
Stato impone ai cittadini il massimo di obbedienza e di sacrificio, ma li tratta da
sottomessi, nascondendo loro la verità e sottomettendo tutte le comunicazioni e tutti i
modi di espressione delle opinioni ad una censura che rende la gente, già intellettualmente
depressa, incapace di resistere ad una situazione sfavorevole o ad una cattiva notizia. Si
distacca da tutti i trattati e da tutte le convenzioni che lo legano agli altri stati, ammette
senza timore la propria rapacità e la propria sete di potenza, che l'individuo è costretto ad
approvare e a sanzionare per patriottismo. (Sigmund Freud)
Solo i morti hanno visto la fine della guerra. (Platone)
La guerra va bene per gli ufficiali militari, per gli ambiziosi, per gli aggiotatori... per il
potere esecutivo... Questa decisione scioglie da ogni altra preoccupazione, non si deve più
nulla al popolo, quando gli si dà la guerra. (Maximilien de Robespierre)
La nostra politica è quella di fomentare le guerre, ma dirigendo Conferenze di Pace, in
modo che nessuna delle parti in conflitto possa ottenere guadagni territoriali. Le guerre
devono essere dirette in modo tale che le Nazioni, coinvolte in entrambi gli schieramenti,
sprofondino sempre di più nel loro debito e, quindi, sempre di più sotto il nostro potere.
(Mayer Amschel Rothschild)
Mostratemi un posto dove l'uomo si assassina in massa, apertamente, vi mostrerò un
governo alla testa della carneficina. (A. Bellegarigue)
Aforismi contro la guerra.
(da "Umanità Nova" n. 34 del 20 ottobre 2002)
a cura di Sandra K.
"I bambini giocano a fare i soldati. Ma perché i soldati giocano a fare i bambini?"
(K. Kraus)
"...La violenza legale, ufficiale, disciplinata all'arbitrio di un'autorità, l'assassinio collettivo
irragionevole che compiono le file di soldatini automaticamente all'echeggiare di un breve
comando, questa violenza che i lupi e le iene non hanno, ci fa schifo e ribrezzo."
(A. Bordiga)
"Quando lo Stato si prepara ad assassinare, si fa chiamare patria."
(F. Durrematt)
"Guerra alla guerra con la guerra."
(R. Alberti)
"In regime capitalista, e soprattutto nella sua fase imperialista, le guerre sono inevitabili.
Oggi, la propaganda per la pace, se non si accompagna all'appello all'azione rivoluzionaria
delle masse, può soltanto seminare illusioni."
(V. Lenin)
"Io sono nel mio nemico e il mio nemico è in me."
(R. Vaneigem)
"La guerra puzza di cadavere, ma questo non implica che la pace odori di gelsomino. I
periodi tra guerra e guerra esalano un lezzo più sottile e profondo, che a un naso sensibile
e addestrato non sfugge."
(Savinio)
"Soltanto attraverso la diserzione esiste qualche speranza di abbattere i fondamenti di
quell'etica di Stato così sospetta ai nostri occhi."
(G. Grass)
"La rivolta non sarà dunque la rottura d'un sistema pacifico di leggi per una causa
qualunque, ma sarà il rovescio d'una guerra che il governo non cessa di condurre."
(M. Foucault)
"L'esercito è la manifestazione più chiara, più tangibile e più solidamente collegata alle
origini che lo Stato possa avere."
(G. Sorel)
"Chi prepara la guerra è sempre uno dei propagandisti più accesi della pace."
(A. M. Bonanno)
"Se volete restare uomini, non siate soldati; se non sapete digerire le umiliazioni non
indossate l'uniforme."
(J Grave)
"La cosa più tremenda ch'io conosca è la sottomissione, la sudditanza oppure il desiderio
di sottomettersi incondizionatamente, questo fare come gli altri, correre con gli altri,
cantare con gli altri, marciare con gli altri e piombare per di più in un penoso stato di
euforia."
(H. Boll)
"Attraverso il terrore, nella lacerazione della questione sociale, si mostra l'aspetto
totalizzante del Capitale."
(B. Rosenthal)
"Chi dice «Stato» dice necessariamente «Guerra»."
(P. Kropotkin)
"C'era solo una maniera di far fronte alla crisi ed al malcontento: la cortina fumogena a cui
son soliti ricorrere gli Stati totalitari quando la situazione interna diventa minacciosa o, in
altre parole, la guerra."
(V. Garcia)
"La bandiera nazionale copre ogni ingiustizia, inumanità, menzogna, oltraggio, delitto."
(R. Rocker)
"Occorre buttare di sella l'Eroe guerresco, rompendo i cartelloni della storiografia
convenzionale."
(C. Berneri)
"Mostratemi un posto dove l'uomo si assassina in massa, apertamente, vi mostrerò un
governo alla testa della carneficina."
(A. Bellegarigue)
"Il terrore di Stato è un crimine accecante che pretende di distruggere altri crimini."
(Montesquieu)
PACE
La felicità e la pace del cuore nascono dalla coscienza di fare ciò che riteniamo
giusto e doveroso, non dal fare ciò che gli altri dicono e fanno.
„Mahatma Gandhi“
La pace non può regnare tra gli uomini se prima non regna nel cuore di ciascuno di
loro. „Karol WojtylaKarol Wojtyla “
La poesia è un atto di pace. La pace costituisce il poeta come la farina il pane.
„Pablo NerudaPablo Neruda
“
La pace è più importante di ogni giustizia; e la pace non fu fatta per amore della
giustizia, ma la giustizia per amor della pace.
„Martin LuteroMartin Lutero
“
Apprezza ciò che sei perché tu sei amore, quell'amore che cerchi in ogni cosa e in
ogni dove. Accogli ciò che tu sei perché tu sei ciò che cerchi di essere, ciò che tu
vuoi essere, tu sei la vita che crea la tua vita. Accetta te stesso, amore del tuo
amore, perché tu sei ciò che hai tanto bisogno di essere. Sorridi all'amore che tu
emani perché tu sei quell'amore che cerchi in ogni luogo, pace dei tuoi sensi.
„Paulo CoelhoPaulo Coelho
“
Pace in casa, pace nel mondo.
„Mustafa Kemal AtatürkMustafa Kemal Atatürk Condividi questa frase
“
La pace vera nasce dalla comprensione reciproca, dal rispetto, dalla fiducia. I
problemi della società umana dovrebbero essere risolti in modo umano, e la
nonviolenza fornisce un approccio adeguato.
„Tenzin GyatsoTenzin Gyatso
“
La pace durerà cent'anni, ma dobbiamo esser pronti a entrare in guerra domani.
„Josip Broz TitoJosip Broz Tito
“
Per avere una vera pace, bisogna darle un'anima. Anima della pace è l'amore.
„Papa Paolo VIPapa Paolo VI
“
Non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono.
„Karol WojtylaKarol Wojtyla
“
La migliore costituzione per qualsivoglia potere, si comprende facilmente a partire
dal fine dello stato civile: che non è niente altro che la pace e la sicurezza della
vita.„Baruch Spinoza
“
C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria
situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal
tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in
realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un
futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per
l'avventura. La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi
non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in costante cambiamento, del
trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso... Non dobbiamo che trovare il
coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un'esistenza non
convenzionale...
„Into the wild Christopher McCandless, dal film Into the wild
“
Siate sempre in guerra con i vostri vizi, in pace con i vostri vicini, e fate sì che ogni
anno vi scopra persone migliori.
„
Benjamin Franklin
“
La grande pace si trova nelle piccole faccende.
„Geoffrey ChaucerGeoffrey Chaucer
“
La vera felicità è la pace con se stessi. E per averla non bisogna tradire la propria
natura.
„Mario Monicelli
“
Non parlare mai di pace e di amore: un Uomo ci ha provato e lo hanno crocefisso.
„Jim MorrisonJim
“
L'assenza di paura non significa arroganza o aggressività. Quest'ultima è in sé
stessa un segno di paura. L'assenza di paura presuppone la calma e la pace
dell'anima. Per essa è necessario avere una viva fede in Dio.
„Gandhi
“
L'Italia, a mio avviso, deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli
arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai di vita per milioni di
creature umane che lottano contro la fame. Il nostro popolo generoso si è sempre
sentito fratello a tutti i popoli della terra. Questa è la strada, la strada della pace
che noi dobbiamo seguire.
„Sandro Pertini
“
La pace non è assenza di guerra: è una virtù, uno stato d'animo, una disposizione
alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia.
„Baruch Spinoza
“
La pace non è il lavoro di un uomo solo, di un partito, di una Nazione. Non c'è una
pace delle nazioni grandi o piccole, la pace è il frutto della cooperazione di tutto il
mondo.
„Barack Obama
“
“
Non si può separare la pace dalla libertà perché nessuno può essere in pace senza
avere libertà.
„Malcolm X
“
L'uomo guerriero in tempo di pace combatte sé stesso.
„Giulio Cesare
“
Non si troverà mai la pace interiore fino a quando non si imparerà ad ascoltare il
cuore.
„George Michael
“
"Adda tene' pacienza pure int'a casa soia", doveva avere pazienza pure a casa sua.
È bella la pacienza in napoletano perché mette un po' della parola pace dentro la
pazienza.
„Erri De Luca
“
Devo molto | a quelli che non amo. | Il sollievo con cui accetto | che siano più vicini
a un altro. | La gioia di non essere io | il lupo dei loro agnelli. | Mi sento in pace
con loro | e in libertà con loro, | e questo l'amore non può darlo, | né riesce a
toglierlo.
„Wislawa Szymborska
“
Nel quartiere borghese c'è la pace di cui ognuno dentro si contenta, anche
vilmente, e di cui vorrebbe piena di ogni sera l'esistenza.
„Pier Paolo Pasolini
“
“
Questi i risultati della pace e della libertà: lavorare e costruire per il bene degli
uomini, di tutti gli uomini; non uccidere, distruggere e conquistare con la forza delle
armi, ma vivere con il lavoro per la fratellanza e l'aiuto reciproci„
Mario Rigoni Stern
“L'amore che tranquillizza il cuore in pace piena, regalami.
„Rabindranath Tagore
“
Come si può considerare superato il "flower power"? L'essenza delle mie canzoni è
il desiderio di pace e armonia. È tutto quello che nessuno ha mai voluto. Come
potrebbe diventare obsoleto?
„Robert Plant
“
Non serve a niente scacciare i nostri demoni: essi fanno parte di noi; dobbiamo
accettarli e vivere in pace con essi.
„David Herbert Lawrence
“
Il più grande distruttore di pace nel mondo è l'aborto. Se una madre può uccidere il
proprio figlio nella culla del suo grembo, chi potrà fermare me e te dall'ucciderci
reciprocamente?
„Madre Teresa
“
Matrimonio = guerra e necessità; vita da single = pace e prosperità.
„Arthur Schopenhauer
“
La pace ha le sue vittorie, non meno celebri di quelle della guerra.
„John Milton
“
La pace deve essere ben più dell'assenza di guerra.
„Helmut Kohl
“
La pace è più preziosa di qualsiasi pezzo di terra.
„Anwar al- Sadat
“
Creatura quanto mai strana è l'uomo: insaziabile, sempre inappagato, irrequieto,
mai in pace con Dio o con se stesso, di giorno tende senza posa a inutili mete, di
notte si abbandona a un'orgia di desideri proibiti e malvagi.
„Jack LondonJack London Condividi questa frase
“
Quelli che sono in grado di vincere una guerra possono raramente realizzare una
pace conveniente, e quelli che possono realizzare una buona pace non hanno mai
vinto una guerra.
„Winston Churchill
“
La pace governa il giorno, dove la ragione governa la mente.
„Wilkie Collins
“
Che Dio vi renda in amore tutto l'amore che avete donato o tutta la gioia e la pace
che avete seminato attorno a voi, da un capo all'altro del mondo.
„Madre Teresa di Calcutta
“
Nessun trionfo di pace è più esaltante di un trionfo di guerra.
„Theodore Roosevelt
“
La Pace è il fiore profumato che nasce dal puro amore.
„Sathya Sai Baba
“
Gli Stati che aderiscono al presente Trattato riaffermano la loro fede negli scopi e
nei principi dello Statuto delle Nazioni Unite e il loro desiderio di vivere in pace con
tutti i popoli e con tutti i governi. Si dicono determinati a salvaguardare la libertà
dei loro popoli, il loro comune retaggio e la loro civiltà, fondati sui principi della
democrazia, sulle libertà individuali e sulla preminenza del diritto. Aspirano a
promuovere il benessere e la stabilità nella regione dell'Atlantico settentrionale.
Sono decisi a unire i loro sforzi in una difesa collettiva e per la salvaguardia della
pace e della sicurezza.
„La NATO
“
Non è una colpa desiderare un attimo di pace almeno al tramonto della vita.
„John Le Carré
“
La pace universale sarebbe un beneficio immenso, ma mi sembra che il mezzo da
voi proposto (per ottenerla) sarebbe illusorio. Il filantropo deve indicare il fine e i
mezzi che presentano le minori difficoltà per arrivarvi, e benché il fine sia
eccellente, se lo si vuol raggiungere direttamente si corrono i pericoli più gravi. Per
traversare una montagna che ci separa da una fertile pianura, bisogna fare lunghi
giri per evitare i precipizi di cui il più sovente è seminato il cammino.
„Camillo Benso conte di Cavour
“
Non c'è mai stata una guerra buona o una pace cattiva.
„Benjamin Franklin
“
La pace è il preludio dell'eterno gaudio.
„Padre Pio
“
Dolce Paura e timido Diletto, | dolce Ire e dolce Pace insieme vanno; | le Lacrime si
lavon tutto il petto | e 'l fiumicello amaro vrescer fanno; |Pallore smorto e
paventoso Affetto | con Magrezza si duole e con Affanno; | vigil Sospetto ogni
sentiero spia, | Letizia balla in mezzo della via.
„Angelo Poliziano
“
Non ci può essere una vera pace fino a quando permangono in molte parti del
mondo crisi acute che minacciano di allargarsi, coinvolgendo nuovi paesi, e che
d'altro canto esasperano il sempre difficile confronto fra Est e Ovest.
„Bettino Craxi
“
Oggi la pace è poco più che una convenienza politica: non è certo un sistema di
pensiero e un modo di sentire veramente diffusi.
„Alessandro Baricco
“
E' segno di maggior gloria uccidere le guerre con la parola anziché gli uomini con le
armi, e conquistare la pace con la pace, non con la guerra.
„Sant'Agostino
“
In definitiva, la pace si riduce al rispetto dei diritti inviolabili dell'uomo –opera di
giustizia è la pace –mentre la guerra nasce dalla violazione di questi diritti.
„Karol Wojtyla
“
Il villaggio di un uomo è la pace della mente.
„Anwar al- Sadat
“
L'Organizzazione delle Nazioni Unite è stata progettata allo scopo di rendere
possibili a tutti i suoi membri una pace e un'indipendenza durevoli.
„Harry Truman
“
La pace corrompe non meno | di quanto la guerra distrugge.
„John Milton
“
È l'idea della pace eterna che ci toglie la pace.
„Roberto Gervaso
“
La guerra non deve essere considerata fino a che ogni azione di pace non sia fallita.
„William McKinley
“
La pace sarà mantenuta da popoli che vivranno a modo loro senza alcuna
ambizione.
„Winston Churchill
“
La pace e la tolleranza sono le nostre politiche migliori, vorrei tanto che ci fosse
permesso perseguirle.
„Thomas Jefferson
“
La pace si trova dentro se stessi. La violenza provoca sofferenze, la pace si ottiene
non pregando, ma si genera all'interno di sé e poi nella propria famiglia.
„Tenzin Gyatso
“
O beato silenzio che dà tanta pace all'anima.
„Teresa di Lisieux
“
Guardate come può morire in pace un cristiano.
„Joseph Addison
“
[Tanto tempo fa, in una galassia lontana, lontana...]
C'è grande agitazione nel Senato della Galassia. Molte migliaia di sistemi stellari
hanno dichiarato la loro intenzione di staccarsi dalla Repubblica. Il movimento
separatista, capeggiato dal misterioso conte Dooku, sta rendendo arduo al limitato
numero di Cavalieri Jedi mantenere la pace e l'ordine nella galassia. La senatrice
Amidala, ex regina di Naboo, fa ritorno al Senato della Galassia per votare su una
questione cruciale: la fondazione di un ESERCITO DELLA REPUBBLICA in appoggio
ai Jedi in difficoltà...
„
Guerre Stellari - L'attacco dei cloni Dal film Guerre Stellari - L'attacco dei cloni
“
L'unica pace solida e durevole tra un uomo e sua moglie è, senza dubbio, una
separazione.
„Lord Chesterfield
“
La pace si ottiene con una potenza di fuoco superiore.
„Point Break Roach, dal film Point Break
“
I soldati capiscono solo la guerra, la pace li confonde.
„Troy Briseide, dal film Troy
“
“
Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra. Ritornino gli uomini a
comprendersi.
„Pio XIIPio XII Discorso radiofonico del 24 agosto 1939
Da che mondo è mondo perché si fanno le guerre? Per assicurarsi la pace. È raro
che si faccia una guerra per arrivare alla guerra. [...] Se per assicurarsi la pace
occorre fare la guerra, non sarebbe meglio rinunziare alla pace? Almeno non si
farebbero le guerre. No! Perché se non si fanno le guerre che servono ad evitare le
guerre, vengono le guerre.
[da una conferenza tenuta al Circolo Ufficiali il 16 dicembre 1950]
„Achille Campanile
“
Di là dal vetro il silenzio, l'immobilità assoluta, la pace.
„Giorgio Bassani
“
Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della
pace negli uomini e nel mondo. [Epitaffio]
„Maria Montessori
“
[Nel 1961] Non riuscivo ad accettare che i neri non godessero di uguali diritti e
vedere queste discriminazioni mi ha portato a partecipare ai movimenti di
opposizione. Fui picchiato spesso per questo, finendo per ben tre volte, nel corso di
un anno, in clinica psichiatrica. Fu durante il terzo ricovero che ebbi l'illuminazione:
pensai che dovevo fare la rivoluzione dell'amore. Così presi due decisioni: la prima
era che dovevo servire l'umanità facendo il medico, la seconda che dovevo
diventare strumento di pace e giustizia.
„Patch Adams
“
Se si vuole fare la pace con il nemico, si deve lavorare con il proprio nemico. Esso
deve poi diventare il vostro partner.
„Nelson MandelaNelson Mandela
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi,
ma sono mille papaveri rossi.
«Lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendan i lucci argentati,
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente.»
Così dicevi ed era d'inverno
e come gli altri verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la neve.
Fermati Piero, fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addosso,
dei morti in battaglia ti porti la voce,
chi diede la vita ebbe in cambio una croce.
Ma tu non lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera.
E mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore.
Sparagli Piero, sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue,
cadere in terra a coprire il suo sangue.
«E se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
vedere gli occhi di un uomo che muore.»
E mentre gli usi questa premura
quello si volta ti vede ha paura
ed imbracciata l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia.
Cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chieder perdono per ogni peccato.
Cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato ritorno.
«Ninetta mia, crepare di Maggio
ci vuole tanto troppo coraggio.
Ninetta bella, dritto all'inferno
avrei preferito andarci in inverno.»
E mentre il grano ti stava a sentire
dentro le mani stringevi il fucile,
dentro la bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole.
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
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ALDO VINCENT
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