alleviamo il coniglio volpe
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alleviamo il coniglio volpe
di Lorenzo Luchetta ALLEVIAMO IL CONIGLIO VOLPE Ecco una bellissima razza a pelo lungo, forse meno nota di altre, ma sempre più apprezzata dagli appassionati ALLEVATO da sempre a scopo amatoriale, il coniglio volpe è presente nel registro anagrafico dell’ANCI (Associazione Nazionale Coniglicoltori Italiani) tra le razze classificate come “speciali”. Ultimamente ha trovato una sua nicchia di amatori, soprattutto tra chi ama gli angora e i testa di leone. Ha una pelliccia folta (il pelo, sul corpo, può raggiungere i 6 cm di lunghezza), ma è privo di ciuffi sulle orecchie. Il suo nome deriva da una vaga somiglianza con la volpe, ma solo a livello fisico, non certo per quanto riguarda le abitudini: questa razza, esattamente come le sue “sorelle”, è infatti vegetariana al cento per cento. UN TIPO DOCILE. Il coniglio volpe è molto tranquillo: ecco qual è la caratteristica che ha contribuito a farlo apprezzare come animale domestico. Si lascia accarezzare il pelo lungo e lucente senza agitarsi, pur non apprezzando, ovviamente, alcune manovre “strane”, come essere messo a pancia in su o sollevato per le orecchie. Il modo più giusto per prenderlo in grembo è sollevarlo delicatamente con due mani, sostenendo con una mano la parte posteriore dell’animale e mettendo l’altra sotto le zampe anteriori. CURATO E COCCOLATO. Come tutti i conigli a pelo lungo, il volpe necessita di un’accurata “manutenzione” del manto per prevenire la formazione di nodi e ammassi di pelo. L’ideale è pettinarlo con una spazzola a denti fini almeno due volte alla settimana. E, in presenza di nodi, non insistere: occorre invece tagliare la ciocca di pelo con una forbicina, quindi continuare a lisciarlo per evitare che il nodo si riformi. Le zone più a rischio, in questo senso, sono il sottogola e la zona caudale. Se spazzolando l’animale si notano aree in cui il pelo è mancante e con la cute rossastra, probabilmente si è in presenza di una forma di dermatofitosi; questa, e qualsiasi lesione del manto, va subito sottoposta a un adeguato esame veterinario. Il medico specializzato è il solo in grado di individuare l’eventuale agente patogeno (tra i più comuni ci sono miceti e acari), instaurare un’adeguata terapia e informare circa le giuste manovre da adottare per non contrarre l’infezione. Alcune patologie dermatologiche del coniglio possono infatti essere trasmesse all’uomo (si tratta tuttavia di eventi rari e privi di conseguenze pericolose). Nel periodo cosiddetto di “muta”, durante la spazzolatura l’animale perderà molti più peli, ma questo è un fenomeno del tutto fisiologico e, anzi, indispensabile al coniglio per mantenersi in salute. Un manto lucido e morbido è indice inequivocabile di buona salute. MANTO COLOR MARRONE IN MUTA E, NELLA FOTO SOPRA, MANTO GRIGIO DUE PAROLE SUL CIBO. La scorretta alimentazione è spesso responsabile di problematiche di vario genere (soprattutto dentarie e gastrointestinali). Il coniglio è un erbivoro, quindi la base della sua dieta è costituita da fieno ed erba, da integrare con un mangime pellettato specifico e qualche saltuaria “leccornia” come frutta o stick e snack appositamente formulati per questo mammifero. Anche in questo caso, il veterinario è il miglior referente (oppure un allevatore esperto). Attenzione, invece, alle notizie in rete: alcune possono essere attendibili, altre decisamente meno. PICCOLI MAMMIFERI 111