o - Patrizio Tressoldi

Transcript

o - Patrizio Tressoldi
o r i e n t a m e n t i
d e l l a
r i c e r c a
Trattamento della dislessia
evolutiva: un confronto
multicentrico di efficacia
ed efficienza
Valeria Allamandri, Federica Brenbati, Roberta Donini, Roberto Iozzino,
Itala Riccardi Ripamonti, Claudio Vio, Tania Mattiuzzo e Patrizio Tressoldi
In questo studio si sono confrontati gli esiti di cinque diversi trattamenti
per il miglioramento della velocità e della correttezza di lettura, erogati da
cinque diversi centri di riabilitazione su 96 partecipanti con diagnosi di dislessia
evolutiva. La principale differenza era l’erogazione ambulatoriale versus quella
domiciliare.
La possibilità di utilizzare criteri comuni di inclusione e di valutazione ha permesso di evidenziare che è possibile ottenere cambiamenti clinicamente significativi per quasi tutti i partecipanti indipendentemente dalla presenza di comorbilità
con altri disturbi dell’apprendimento o con disturbi dell’attenzione.
Si è inoltre potuto osservare che, con una media di trattamenti di 7-8 ore al
mese, è possibile ottenere cambiamenti clinicamente significativi anche in due
mesi. Infine, sembra che le caratteristiche dei trattamenti più efficaci siano una
particolare attenzione iniziale per raggiungere la massima correttezza senza
enfatizzare la velocità, seguita subito dopo da esercizi per l’automatizzazione del
riconoscimento di sillabe e parole.
Introduzione
Rispetto alla mole di ricerche compiute riguardo alle caratteristiche della dislessia
evolutiva, i contributi che si sono occupati del trattamento sono relativamente pochi e affrontano con modalità molto differenti il problema, sia in relazione ai modelli interpretativi
delle cause del deficit, sia in merito alle procedure stesse di validazione dei programmi di
riabilitazione (Vio e Mattiuzzo, 2005).
Edizioni Erickson – Trento
Vol. 4, n. 2, maggio 2007 (pp. 143-162)
143
Vol. 4, n. 2, maggio 2007
o
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Considerando inoltre le differenze delle regole di trasformazione tra ortografia e fonologia tra le diverse lingue, i contributi di ricerca che fanno riferimento, ad esempio, alla
lingua inglese possono fornire solo parziali informazioni su come migliorare le difficoltà
di lettura nella lingua italiana.
Fortunatamente, da alcuni anni si stanno accumulando informazioni importanti
relative all’esito di approcci diversi per il recupero delle difficoltà di lettura (accuratezza
e velocità) di soggetti italiani con diagnosi di dislessia evolutiva (Tressoldi, Lonciari
e Vio, 2000; Judica et al., 2002; Tressoldi et al., 2003; Facoetti et al., 2003; Lorusso,
Facoetti e Molteni, 2004; Riccardi Ripamonti, Truzoli e Salvatico, 2004; Lorusso et al.,
2005; Vio e Mattiuzzo, 2005; Tressoldi, Iozzino e Vio, in corso di stampa; Lorusso et
al., 2006).
Grazie a questi studi è oggi possibile identificare quali approcci abilitativi sono
risultati più efficaci.
In breve, in quasi tutti i trattamenti risultati più efficaci, si sono utilizzate procedure
informatizzate per automatizzare il riconoscimento ortografico sublessicale e lessicale,
associate a procedure per favorire la correttezza dell’associazione tra grafemi e fonemi. Tra
i risultati più interessanti per quanto riguarda la velocità di lettura, segnaliamo i cambiamenti ottenuti dopo cicli di trattamento da tre a sei mesi, di entità superiore a quella attesa
in un anno senza l’applicazione di interventi specifici e continuativi. Per la correttezza,
invece, si è osservato che è possibile ottenere livelli di prestazione nella norma per una
percentuale molto alta di soggetti.
Tuttavia, le caratteristiche della difficoltà di lettura dei partecipanti a queste ricerche,
pur rispettando sempre i criteri di inclusione consigliati dal DSM-IV, non erano sempre
sovrapponibili. Ad esempio, pur rispettando il criterio che la difficoltà di lettura dovesse
essere di un grado clinicamente significativo, questa condizione poteva avere un peso
diverso se la difficoltà era a carico solo della correttezza, solo della velocità o di entrambi
i parametri. Allo stesso modo, un conto è l’inclusione di soggetti con una prestazione
deficitaria nella lettura di un brano e di liste di parole, un altro è l’inclusione di soggetti
con una prestazione deficitaria nella lettura di parole isolate, ma con una prestazione nella
norma nella lettura di un brano.
Queste diversità nei criteri di inclusione dei partecipanti non permette un confronto
preciso sugli esiti dei diversi trattamenti al fine di ricavare informazioni sulla loro relativa
efficacia, proprio perché le condizioni cliniche dei partecipanti rispetto alla prestazione
in lettura sono differenti.
Obiettivo di questo studio è essenzialmente quello di poter confrontare gli esiti di
diversi trattamenti per il miglioramento dell’accuratezza e della velocità di lettura su partecipanti selezionati con criteri comuni, sia rispetto agli strumenti di valutazione e al sistema
di scoring, sia rispetto alle condizioni di lettura iniziali. Si è voluto inoltre controllare
meglio l’influenza della condizione di comorbilità con altre difficoltà di apprendimento,
ortografia e calcolo e il disturbo di attenzione, in considerazione del fatto che nella pratica
clinica l’associazione di più disturbi è molto frequente.
Si è poi scelto di includere soggetti che presentassero una particolare inefficienza nella
velocità di lettura, in quanto la semplice discrepanza rispetto alle norme di riferimento non è
V. ALLAMANDRI et al. – Trattamento della dislessia evolutiva
sufficiente per stabilire il livello di gravità del disturbo. Ad esempio, è esperienza clinica comune che una velocità di lettura inferiore a due deviazioni standard in terza classe della scuola
primaria, corrispondente a circa 1.5 sillabe al secondo, non permette una completa autonomia,
mentre la stesso scarto in terza classe della scuola secondaria di primo grado, corrispondente
a circa 3 sillabe al secondo, permette di affrontare in autonomia lo studio del testo.
Tutti i centri coinvolti in questo studio avevano già dimostrato l’efficacia dei loro
approcci riabilitativi rispetto a condizioni di controllo senza trattamento. In questo
nuovo studio si ha quindi la possibilità di confrontarli tra di loro rispetto a parametri
comuni di efficacia ed efficienza. Rispetto a questo ultimo parametro, scarsamente
analizzato negli studi finora disponibili, sarà interessante verificare gli esiti dei trattamenti realizzati prevalentemente a domicilio rispetto a quelli realizzati ambulatorialmente anche in relazione al maggior costo che questi ultimi richiedono (ad esempio,
maggiori risorse di personale esperto nonché maggiori risorse economiche da parte
degli utenti).
Un altro importante elemento di novità di questo studio è la valutazione del cambiamento dopo circa tre mesi dall’interruzione del trattamento. I controlli di follow-up sono
indispensabili per verificare la stabilità degli eventuali miglioramenti osservati.
o
Metodo
Partecipanti
A questo studio hanno partecipato novantasei ragazzi, suddivisi come segue nei cinque centri che hanno aderito alla ricerca: 22 (Centro Ripamonti), 23 (Centro Abilmente),
16 (Savigliano), 11 (Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile di San Donà di Piave),
24 (Centro Regionale per le Disabilità Cognitive e Linguistiche di Roma). Il 70% era di
sesso maschile.
I criteri comuni di inclusione sono stati i seguenti:
– classe frequentata: dalla fine della seconda (primaria) alla terza (secondaria);
– velocità di lettura del brano della batteria MT uguale o inferiore a 1.7 sill/sec. Questo
criterio risulta particolarmente severo con l’aumentare della classe frequentata. In questo
modo si è voluto osservare quali cambiamenti erano possibili partendo da condizioni di
lettura sicuramente gravi;
– QI totale uguale o superiore a 80;
– esclusione di gravi condizioni di svantaggio socio-culturale o linguistico, ad esempio
nel caso di alunni stranieri;
– esclusione di condizioni di patologie sensoriali, visive o uditive e neurologiche.
Erano ammesse condizioni di comorbilità per disturbi di ortografia, calcolo e attenzione-iperattività.
Tutti i soggetti sono stati reclutati dai responsabili dei diversi centri previo assenso
dei loro genitori e accertamento delle condizioni per portare a termine il trattamento, ad
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Vol. 4, n. 2, maggio 2007
o
esempio la disponibilità a frequentare regolarmente la sede nel caso di trattamento ambulatoriale o la disponibilità di un computer con un tutor, generalmente un familiare, in caso
di trattamento domiciliare.
Ogni centro era libero di variare la durata in mesi e l’intensità del trattamento (ore
al mese). A tutti è stato richiesto di effettuare una valutazione di follow-up dopo almeno
tre mesi.
Strumenti di valutazione
A tutti i partecipanti sono state applicate le seguenti prove, prima, dopo il trattamento
e al follow-up applicando criteri comuni di scoring della velocità e degli errori:
– prova di lettura di brano dalla Batteria MT (Cornoldi e Colpo, 1998) corrispondente alla
classe frequentata;
– prova di lettura di parole isolate e di non parole della Batteria per la valutazione della
dislessia e della disortografia evolutiva (Sartori, Job e Tressoldi, 1995).
Per la velocità, veniva registrato il tempo totale in secondi utilizzato per completare
la prova; per la correttezza, veniva registrato il numero totale di errori. Veniva considerato
errore qualsiasi violazione della corrispondenza tra ortografia e fonologia (omissione, sostituzione, inversione, cambio di accento). Non venivano considerati errori le autocorrezioni.
Per ogni parola si calcolava un solo errore.
Per ciascuna prova la velocità di lettura è stata trasformata in sillabe al secondo,
la correttezza invece in numero totale di errori. Un’importante differenza rispetto ai dati
raccolti in studi precedenti, è stata la correzione della velocità di lettura dei brani della
batteria MT considerando la loro diversa difficoltà. Dato che, dalla seconda alla terza
classe della scuola secondaria di primo grado, la velocità di lettura dei diversi brani
della batteria cambia,1 se in fase di post-trattamento o follow-up si cambia il brano
utilizzato nella fase di pretrattamento, il calcolo della differenza di velocità di lettura
può essere non preciso se non si considera la diversa velocità che comporta la lettura
del nuovo brano.
La condizione di disortografia veniva definita se il numero di errori alle prove di
dettato di parole e non parole della Batteria per la valutazione della dislessia e della
disortografia evolutiva (Sartori, Job e Tressoldi, 1995) corrispondevano a un percentile
uguale o inferiore al 10° rispetto alle norme per l’età.
La condizione di discalculia, veniva definita se la prestazione alla batteria AC-MT
(Cornoldi, Lucangeli e Bellina, 2002) oppure del test ABCA (Lucangeli, Tressoldi e Fiore,
1998) o dalla Batteria per la Discalculia Evolutiva (Biancardi e Nicoletti, 2004), rientrava
nei criteri indicati da questi strumenti.
Infine, la condizione di difficoltà di attenzione, veniva stabilita se i punteggi ai questionari SDAG e SDAI (Cornoldi et al., 1996), rientravano nei criteri clinici.
1
146
Vedi dati nel http://www.airipa.it/servizi_airipa/materiali_airipa.html
V. ALLAMANDRI et al. – Trattamento della dislessia evolutiva
Descrizione sintetica delle caratteristiche dei trattamenti erogati
da cinque diversi centri
Nella tabella 1, sono sintetizzate le caratteristiche dei cinque diversi trattamenti.2
Come si può vedere, i diversi trattamenti si distinguono in particolare per la sede dove
viene erogato il trattamento, ambulatoriale o domiciliare. Questo comporta, ad esempio, una
differenza nella personalizzazione delle attività che, nel caso di trattamenti erogati ambulatorialmente, possono essere maggiormente mirati alla personalità e ai ritmi di apprendimento
dei singoli partecipanti. È possibile, inoltre, scegliere materiali diversi per potenziare le diverse componenti del processo di lettura, curare una generalizzazione nelle attività di lettura
e questi interventi sono generalmente condotti da esperti nella riabilitazione. I trattamenti
applicati a domicilio si basano sulla applicazione di un solo tipo di software (WinABC o
Reader), che permette di presentare brani secondo diverse opzioni per regolare la velocità
di presentazione del materiale e per facilitare la rilevazione delle unità linguistiche scelte
dal responsabile del trattamento (sillabe o parole). Questi interventi sono generalmente
controllati da persone non esperte (genitori, educatori), anche se supervisionate dai clinici
che assegnano gli esercizi. I vantaggi dei trattamenti erogati a domicilio possono essere
individuati nella possibilità di applicare con maggiore frequenza l’esercizio, il quale può
diventare parte integrante nelle attività quotidiane del bambino e nel minor costo da parte
della famiglia in termini di spostamenti e di visite da parte di specialisti.
o
Tabella 1
Descrizione sintetica delle principali differenze tra i trattamenti inclusi nello studio
Centro
Sede
trattamento
Durata sessioni (min)
Correttezza
Velocità
Generalizzazione
Abilmente
Ambulatoriale
45
Uso software
ed esercizi ad
hoc
Uso software
diversi
SI
San Donà
Domiciliare
8-10
Opzioni
software
WinABC*
Software
WinABC
NO
Savigliano
Domiciliare
20-30
Opzioni
software
WinABC
Software
WinABC
NO
Roma
Domiciliare
10
Opzioni
software
Reader**
Software
Reader
NO
Ripamonti
Ambulatoriale
45
Esercizi ad
hoc
Esercizi ad
hoc
SI
** www.impararegiocando.it
** Per informazioni: dr. Iozzino
2
Informazioni più dettagliate sono riportate in Appendice.
147
Vol. 4, n. 2, maggio 2007
Risultati
o
Le caratteristiche iniziali dei cinque campioni di partecipanti, sono presentate nella
tabella 2.
Tabella 2
Caratteristiche iniziali espresse in medie e deviazioni standard dei campioni afferenti ai
cinque centri (in grassetto sono evidenziate le differenze statisticamente significative)
Centro
Classe Comorbilità
QI
Brano
sill/sec
Parole
sill/sec
Non
parole
sill/sec
Brano
errori
Parole
errori
Non
parole
errori
Abilmente
n. 23
4.6
(1.6)
1
(.6)
103.7
(11.5)
1.27
(.37)
1.05
(.33)
.76
(.21)
10.7
(7.7)
13.1
(8.1)
12.8
(6.4)
San Donà
n. 11
3.1
(1.3)
1
(.6)
101.4
(5.8)
1.14
(.28)
1.01
(.34)
.72
(.24)
7.8
(3.2)
14.2
(8.5)
10.8
(4.1)
Savigliano
n. 16
3.9
(.77)
1.2
(.6)
102.6
(10.3)
1.13
(.48)
.89
(.35)
.68
(.24)
9.3
(5.7)
15.5
(9.1)
15.07
(6.0)
Roma
n. 24
3.3
(.9)
1.3
(.7)
99.4
(12.8)
.96
(.35)
.77
(.32)
.63
(.26)
12.3
(9.2)
17.4
(13.6)
17.2
(10.1)
Ripamonti
n. 22
2.9
(.8)
1.2
(1)
107.5
(10.7)
1.22
(.28)
.88
(.31)
.81
(.35)
10.8
(5.7)
18
(10.2)
16.8
(6.8)
I contrasti tra le varianze3 di ciascuna variabile per evidenziare eventuali differenze
statisticamente significative tra i gruppi, hanno evidenziato quanto segue:
– per il fattore «classe» è risultata statisticamente significativa la differenza tra la media
della classe frequentata del gruppo Abilmente rispetto a quella dei gruppi San Donà e
Ripamonti;
– per i fattori «comorbilità» e «QI totale» non è risultata nessuna differenza statisticamente significativa. Da considerare inoltre che 19 partecipanti, pari al 19.8% del totale,
sono risultati senza comorbilità, 47, pari al 49%, con un disturbo e i rimanenti 30, pari
a circa il 31,2%, con due o tre disturbi. Nello specifico, 63 partecipanti, pari al 65.6%
presentavano un disturbo in ortografia, 32, pari al 33.3%, un disturbo del calcolo e 16,
pari al 16.7% un problema di attenzione o iperattività;
– per il livello iniziale di velocità di lettura di un brano e di parole isolate sono risultate
statisticamente significative le differenze tra il gruppo Abilmente e il gruppo Roma;
– per il livello iniziale di velocità di lettura di non parole, invece, non sono risultate differenze statisticamente significative;
– per il livello iniziale di errori nella lettura è risultata statisticamente significativa solo
la differenza nella lettura di non parole tra il gruppo San Donà e il gruppo Ripamonti.
3
148
Metodo Bonferroni assumendo varianze diverse. Livello di rifiuto dell’ipotesi nulla: p < .05.
V. ALLAMANDRI et al. – Trattamento della dislessia evolutiva
La durata espressa in mesi, il numero di ore di trattamento e l’intensità del trattamento
espresso in ore al mese, per ognuno dei cinque centri, è riportata nella tabella 3.
Tabella 3
Statistiche descrittive della durata (mesi),
numero di ore e intensità del trattamento espresso in ore al mese
Centro
Mesi
Ore
o
Ore al mese
Abilmente
1.61 (.50)
10.8 (3.6)
7 (1.6)
San Donà di Piave
3.0 (0.0)
6.8 (1.4)
2.3 (.4)
Savigliano
3.0 (0.0)
26.0 (5.2)
8.6 (1.7)
Roma
4.5 (1.4)
18.1 (5.6)
4 (.01)
Ripamonti
10.0 (3.4)
45.1 (12.5)
4.6 (.4)
Per quanto riguarda la durata del trattamento, dato che per i partecipanti ai gruppi San
Donà e Savigliano è stata di tre mesi, il confronto statistico con questi gruppi non è possibile
poiché non c’è varianza. È comunque evidente la differenza di durata tra i diversi gruppi, da
una media di 1.61 mesi per il gruppo Abilmente a una media di 10 mesi per il gruppo Ripamonti, come pure quella relativa al numero di ore al mese di trattamento, da una media di
circa 2 ore e mezza del gruppo San Donà a circa otto ore e mezza del gruppo Savigliano.
Efficacia dei trattamenti: differenze nelle prestazioni di lettura
rispetto alla condizione iniziale
L’esito del trattamento è stato calcolato ricavando la differenza tra la situazione prima
del trattamento e quella rilevata al controllo di follow-up, distinta per brano, parole e non
parole. Per quanto riguarda la variabile velocità di lettura, le differenze medie espresse in
sill/sec, con relativi intervalli di fiducia, sono presentate nelle figure 1, 2 e 3.
Per evidenziare le differenze statisticamente significative, si è scelto il metodo del
confronto degli intervalli di fiducia come suggerito anche nell’ultima versione del manuale
dell’APA (2001). Con questo metodo è possibile il confronto, anche visivamente, attraverso
il controllo della sovrapposizione delle barre d’errore (ad esempio, se si sovrappongono
per meno della metà la differenza è da considerarsi statisticamente significativa con
p<=.05; Agnoli e Tressoldi, 2005). L’ampiezza degli intervalli di fiducia e quindi la minore
precisione della stima del valore medio, dipende dalla maggiore variabilità delle misure
individuali e dalla minore numerosità dei componenti del gruppo.
Per quanto riguarda la velocità di lettura di brano, i risultati ottenuti dal trattamento
erogato dal centro Ripamonti (media = 1.21; ds = .53) supera quello ottenuto da tutti gli
altri. Le altre differenze statisticamente significative sono quelle tra i risultati ottenuti dal
trattamento erogato dal centro Abilmente (media = .93; ds = .27) e quelli ottenuti dal centro
Savigliano (media = .53; ds = .31).
149
Vol. 4, n. 2, maggio 2007
o
Per la velocità di lettura di parole isolate, le differenze statisticamente significative
sono le stesse di quelle osservate nella velocità di lettura di un brano, anche se i valori
cambiano: Ripamonti (media = 1.07; ds = .52); Abilmente (media = .58; ds = .36); Savigliano (media = .36; ds = .24).
Infine per la velocità di lettura di non parole, le differenze statisticamente significative
sono quelle tra i risultati ottenuti dal centro Ripamonti (media = .41; ds = .41) e Abilmente
(media = .36; ds = .15), verso quelli ottenuti dal centro Savigliano (media = .17; ds = .11).
1,6
1,4
1,2
sill/sec
1
0,8
Brano
0,6
0,4
0,2
0
Ripamonti
Abilmente
Roma
San Donà
Savigliano
Fig. 1 Differenze medie e relativi intervalli di fiducia nella velocità di lettura di un brano, ottenute dai diversi
trattamenti.
1,6
1,4
1,2
sill/sec
1
0,8
Parole
0,6
0,4
0,2
0
Ripamonti
Abilmente
Roma
San Donà
Savigliano
Fig. 2 Differenze medie e relativi intervalli di fiducia nella velocità di lettura di parole, ottenute dai diversi
trattamenti.
150
V. ALLAMANDRI et al. – Trattamento della dislessia evolutiva
1,6
o
1,4
1,2
sill/sec
1
0,8
Non parole
0,6
0,4
0,2
0
Ripamonti
Abilmente
Roma
San Donà
Savigliano
Fig. 3 Differenze medie e relativi intervalli di fiducia nella velocità di lettura di non parole, ottenute dai diversi
trattamenti.
Cambiamenti clinicamente significativi
Un modo utile nella pratica clinica di evidenziare i cambiamenti ottenuti nella lettura
è quello di trasformarli in termini di cambiamenti clinicamente significativi. Per quanto
riguarda la velocità, tra le diverse opzioni si è scelta quella di evidenziare la percentuale
di soggetti che hanno raggiunto o superato il cambiamento atteso dalla evoluzione spontanea o in seguito a trattamenti non specifici. Questo dato è disponibile grazie agli studi
longitudinali condotti da Tressoldi, Stella e Faggella (2001) e da Stella, Faggella e Tressoldi
(2001) sulle prestazioni di lettura di soggetti dislessici, che quindi possono servire come
ulteriore controllo. Da questi studi si è potuto stimare che l’evoluzione cosiddetta spontanea o non specifica della velocità di lettura di brano e di parole dei soggetti dislessici è,
in media, di .3 sill/sec all’anno con deviazione standard .14, mentre per le non parole è di
circa la metà e cioè .14 sill/sec con deviazione standard .07.
Con queste stime, considerando la durata del trattamento e del periodo di follow-up
di ciascun trattamento, è possibile individuare la percentuale di partecipanti che hanno
raggiunto o superato il livello atteso dall’evoluzione spontanea. Il livello da raggiungere
e da superare per ciascun trattamento è stato stimato pari a metà di quello atteso in un
anno e quindi pari a .15 sillabe al secondo per la velocità di brano e di parole e pari a .07
sillabe al secondo per la velocità di lettura di non parole per tutti i gruppi, eccetto il gruppo
Ripamonti. Per quest’ultimo gruppo il livello da superare è quello atteso in un anno.
Queste stime, arrotondate per semplificare i calcoli, sono state utilizzate come valore
di cut-off allo scopo di individuare la percentuale di partecipanti che hanno ottenuto un
miglioramento superiore a quello atteso dall’evoluzione spontanea.
Per quanto riguarda gli errori, si è scelto come valore di cut-off per la lettura di brano,
un valore uguale o inferiore a 10 errori che corrisponde a un livello nella norma per gran
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Vol. 4, n. 2, maggio 2007
o
parte dei brani della batteria MT. Per quanto riguarda le parole e le non parole, il valore
di cut-off scelto è il numero di errori inferiore a quelli corrispondenti al 10° percentile
rispetto alla norma della classe frequentata.
Queste percentuali sono riportate nella tabella 4.
Tabella 4
Numero e percentuali di partecipanti che hanno ottenuto un miglioramento nella velocità
e nella correttezza di lettura superiore a quello atteso dall’evoluzione spontanea
Centro
Brano
Velocità
Brano
Errori
Parole
Velocità
Parole
Errori
Non
parole
Velocità
Non
parole
Errori
Abilmente
23 (100%)
23 (100%)
21 (91%)
13 (56%)
23 (100%)
18 (78%)
San Donà di Piave
10 (91%)
11 (100%)
8 (80%)
10 (91%)
8 (72%)
11 (100%)
Savigliano
14 (87%)
13 (81%)
12 (75%)
9 (56%)
9 (56%)
3 (23%)
Roma
23 (96%)
18 (75%)
14 (93%)
14 (93%)
13 (86%)
10 (67%)
Ripamonti
22 (100%)
20 (91%)
18 (95%)
16 (84%)
17 (89%)
13 (68%)
Per quanto riguarda la velocità di lettura di un brano, quasi tutti i trattamenti hanno
prodotto un cambiamento clinicamente significativo in quasi tutti i partecipanti. La percentuale minore, anche se pari all’87%, è ottenuta dal gruppo Savigliano. Nella lettura di parole,
anche se con percentuali leggermente minori, si evidenziano gli stessi risultati osservati per
la lettura di un brano: i gruppi Abilmente, Roma e Ripamonti ottengono percentuali superiori
al 90% seguiti dal gruppo San Donà con l’80% e dal gruppo Savigliano con il 75%. Le
percentuali di cambiamento clinico nella lettura di non parole evidenziano un cambiamento
in tutti i partecipanti del gruppo Abilmente, seguiti dai gruppi di Roma e Ripamonti con
percentuali vicine al 90% e dai gruppi San Donà con il 72% e Savigliano con il 56%.
Solo 5 soggetti di terza classe della scuola primaria hanno raggiunto un livello entro
i parametri di norma al follow-up.
È opportuno confrontare questi risultati con le percentuali di soggetti che raggiungono un livello di correttezza nella norma. A questo proposito, è interessante notare che per
quanto riguarda la lettura di un brano, tutti i trattamenti superano la percentuale del 75%
con punte oltre il 90% per i gruppi Ripamonti, San Donà e Abilmente. Per quanto riguarda
la correttezza nelle prove di lettura di parole e non parole, le percentuali maggiori sono
ottenute dal gruppo San Donà (rispettivamente 91% e 100%) seguite dai gruppi Roma e
Ripamonti, quindi dal gruppo Abilmente e, a maggiore distanza, dal gruppo Savigliano.
Confronto di efficienza tra i diversi trattamenti
A questo punto è possibile analizzare l’efficienza tra i diversi trattamenti attraverso il
confronto dei cambiamenti totali ottenuti, rispetto alla durata e all’intensità del trattamento
e alle percentuali di cambiamento clinico.
152
V. ALLAMANDRI et al. – Trattamento della dislessia evolutiva
Se si divide il cambiamento totale della velocità di lettura per la durata dei diversi
trattamenti si ottiene quanto rappresentato nella figura 4.
Dall’osservazione della figura 4, i risultati ottenuti dal trattamento applicato al gruppo
Abilmente risultano decisamente superiori a tutti gli altri sia per la velocità di lettura di
brano (media = .66; ds = .34) che per la lettura di parole (media = .41; ds = .38) e di non
parole (media = .25; ds = .16). I trattamenti applicati agli altri gruppi, ottengono sostanzialmente gli stessi risultati.
o
0,8
0,7
0,6
Abilmente
San Donà
Roma
Savigliano
Ripamonti
sill/sec
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
0
Brano
Parole
Non parole
Fig. 4 Medie e intervalli di fiducia del cambiamento della velocità di lettura rispetto alla durata in mesi dei diversi
trattamenti.
Se invece si divide il cambiamento totale della velocità di lettura per l’intensità
del trattamento e quindi rispetto alle ore al mese, si ottiene quello che si vede nella
figura 5.
Per quanto riguarda la velocità di lettura di un brano, i trattamenti applicati ai gruppi
San Donà (media = .30; ds = .22), seppur con ampia variabilità, e Ripamonti (media =
.27; ds = .12) ottengono sostanzialmente lo stesso risultato, seguiti a breve distanza da
quanto ottenuto dal gruppo Roma (media = .19; ds = .09) e dal gruppo Abilmente (media
= .14; ds = .04). Risultati minori sono infine ottenuti dal trattamento applicato al gruppo
Savigliano (media = .07; ds = .04). Per la velocità di lettura di parole isolate si osserva una
differenza statisticamente significativa tra gli esiti ottenuti dal gruppo Ripamonti (media
= .23; ds = .11) rispetto ai gruppi Roma (media = .11; ds = .05) e Abilmente (media = .08;
ds = .05), mentre il gruppo San Donà, a causa dell’ampia variabilità dei risultati ottenuti
(media = .18; ds = .19), ottiene una stima sovrapponibile a questi tre gruppi. Minori di tutti
questi quattro gruppi sono i risultati ottenuti dal trattamento applicato al gruppo Savigliano
(media = .04; ds = .03). Infine, per quanto riguarda gli esiti sulla velocità di lettura delle
non parole, l’unica differenza statisticamente significativa è tra quelli ottenuti dai gruppi
153
Vol. 4, n. 2, maggio 2007
o
Abilmente (media = .06; ds = .03) e Ripamonti (media = .09; ds = .08) rispetto a quelli
ottenuti dal gruppo Savigliano (media = .02; ds = .02).
0,50
0,45
0,40
sill/sec
0,35
San Donà
Ripamonti
Roma
Abilmente
Savigliano
0,30
0,25
0,20
0,15
0,10
0,05
0
Brano
Parole
Non parole
Fig. 5 Medie e intervalli di fiducia del cambiamento della velocità di lettura rispetto all’intensità (ore al mese)
dei diversi trattamenti.
Predittori del cambiamento
Per verificare se qualche condizione iniziale potesse prevedere il cambiamento
osservato alla fine del trattamento, sono state condotte delle correlazioni con il livello di
lettura iniziale di brano, parole e non parole (velocità e correttezza) e classe frequentata.
Si ricorda inoltre che, dato il livello di inclusione nello studio uguale per tutti, maggiore
era la classe frequentata, maggiore era la differenza dai dati normativi e quindi il livello
di gravità della prestazione in lettura.
Per quanto riguarda la velocità di lettura, nessuna correlazione è risultata statisticamente significativa, confermando un dato già osservato nello studio di Tressoldi et al. (2003).
Per quanto riguarda invece la correttezza, si sono ottenute delle correlazioni statisticamente
e clinicamente significative tra il livello iniziale e quello finale, rispettivamente: .62 per
gli errori nella lettura di un brano, .86 per gli errori nella lettura di parole isolate e .68 per
la lettura di non parole. Questa correlazione positiva indica semplicemente che maggiore
è il numero di errori all’inizio, maggiore è il cambiamento finale.
Neanche la presenza di comorbilità ha inciso sugli esiti finali. Distinguendo i partecipanti
in tre gruppi (senza comorbilità, con una sola e con due o tre), non si sono ottenute differenze
statisticamente significative né sugli esiti di fine trattamento, né sul cambiamento totale.
Infine, nessuna correlazione tra il miglioramento totale osservato al controllo di
follow-up e le variabili relative alla durata, quantità e intensità del trattamento è risultata
statisticamente significativa.
154
V. ALLAMANDRI et al. – Trattamento della dislessia evolutiva
Discussione
Scopo di questo studio era quello di permettere un confronto più preciso tra gli esiti di
trattamenti diversi mirati al recupero della correttezza e della velocità di lettura di soggetti
con diagnosi di dislessia evolutiva.
Si è quindi scelto di includere soggetti con almeno due anni di scolarizzazione che
avessero una velocità di lettura di un brano inferiore a 1.7 sill/sec a prescindere dalla
classe frequentata. È chiaro quindi che maggiore era la classe frequentata, maggiore era
la gravità del deficit di lettura. A tutti i soggetti è stato inoltre somministrata la prova di
lettura di parole isolate e di non parole, allo scopo di valutare cambiamenti nei processi
che prevedono un accesso lessicale e uno fonologico alla parola da leggere. A questo studio hanno preso parte cinque diversi centri di riabilitazione che hanno applicato tipologie
di trattamento diverse, anche se tutti ispirati a modelli di apprendimento della lettura che
prevedono una progressiva automatizzazione dei processi di riconoscimento sublessicale
e lessicale. Quasi tutti i trattamenti si servivano di software per rendere più agevole la
presentazione di brani da leggere e per facilitare i processi di riconoscimento delle sillabe
o delle parole. Le differenze maggiori tra i trattamenti, a parte la durata, l’intensità e la
diversa enfasi sulla automatizzazione, era l’applicazione domiciliare o ambulatoriale con
tutte le conseguenze rispetto alla possibilità di personalizzare l’intervento e facilitare la
generalizzazione in ambito scolastico.
Per gran parte dei partecipanti allo studio, è stato possibile inoltre raccogliere una
valutazione di follow-up dopo almeno tre mesi dal termine del trattamento.
Per quanto riguarda la velocità di lettura, i cambiamenti assoluti presentati nelle
figure 1, 2 e 3, indicano chiaramente una superiorità del gruppo il cui trattamento ha
avuto una durata (mesi) e applicazione (ore) maggiori, oltre che essere stato applicato
ambulatorialmente.
Se tuttavia esaminiamo i risultati secondo parametri di efficienza, vale a dire di
entità e qualità dei risultati rispetto alla durata del trattamento, i migliori risultati sono
stati ottenuti dal gruppo Abilmente, che, con una media di circa un mese e mezzo e una
intensità media di 7 ore di intervento ambulatoriale, ha ottenuto un incremento medio nella
velocità di lettura tra la situazione iniziale e il controllo di follow-up di circa .6 sill/sec al
mese per un brano, .4 per la lettura di parole e .25 per la lettura di non parole, ottenendo
inoltre una correttezza nella norma con percentuali di cambiamento clinico (cambiamenti
superiori alla stima dell’evoluzione spontanea) vicini al 100%.
Con un cambiamento medio tra .13 e .20 sill/sec al mese e percentuali di cambiamento clinico vicine o superiori al 90%, ottengono risultati simili i trattamenti basati su
una applicazione domiciliare, che necessariamente risulta meno controllata, dei gruppi San
Donà, Savigliano e Roma e quello ambulatoriale del gruppo Ripamonti.
Se invece si osserva il cambiamento ottenuto rispetto alle ore al mese di trattamento
e quindi rispetto alla sua intensità, queste differenze cambiano. Per la velocità di lettura
di un brano, i gruppi San Donà e Ripamonti ottengono un cambiamento medio tra .27 e
.30 sill/sec per ogni ora di trattamento, seguiti a distanza dal gruppo Roma e Abilmente
che ottengono cambiamenti tra .14 e .19 sill/sec e dal gruppo Savigliano con .07 sill/sec.
o
155
Vol. 4, n. 2, maggio 2007
o
Per la lettura di parole isolate, si ottengono cambiamenti nell’ordine di .23 sill/sec dal
gruppo Ripamonti, seguiti da cambiamenti di .11 e .08 sill/sec ottenuti rispettivamente
dai gruppi Roma e Abilmente, seguiti dal gruppo Savigliano che ottiene cambiamenti di
circa .04 sill/sec. Infine, per quanto riguarda la lettura di non parole, quasi tutti i gruppi
ottengono cambiamenti da .06 a .09 sill/sec senza grandi differenze, seguiti dal gruppo di
Savigliano con .02 sill/sec.
Si può quindi sostenere che, almeno per i trattamenti applicati in questo studio, la
variabile ore al mese riduce notevolmente le differenze di velocità di lettura osservate se
si tiene conto solo della loro durata espressa in mesi.
Per riassumere, si può quindi affermare che rispetto alla durata, i migliori risultati
sono ottenuti dal gruppo Abilmente, anche se con una intensità che è quasi doppia rispetto
a tutti gli altri. Rispetto invece alla intensità del trattamento espressa in ore al mese, le
differenze tra i diversi trattamenti si riducono di molto rendendo i trattamenti domiciliari
competitivi rispetto a quelli ambulatoriali.
Novità emerse da questo studio
Rispetto ai dati finora disponibili in letteratura, questo studio ha portato alcune interessanti novità. Innanzitutto, si è evidenziato come sia possibile ottenere cambiamenti
clinicamente significativi anche con una situazione iniziale particolarmente deficitaria,
scegliendo come criterio di inclusione per tutti i partecipanti una velocità di lettura che
non permette una completa autonomia.
In secondo luogo, si è evidenziato che la presenza di comorbilità con altri disturbi
dell’apprendimento o con disturbi dell’attenzione non comporta necessariamente un fattore
di penalizzazione.
In terzo luogo, si è dimostrato che è possibile ottenere cambiamenti clinicamente
significativi anche in due-tre mesi di trattamento.
Infine, ci sembra di poter sostenere che una caratteristica importante per l’efficacia
del trattamento è quella di prestare inizialmente particolare attenzione alla correttezza
del processo di lettura, seguita subito dopo da esercizi necessari all’automatizzazione del
riconoscimento di sillabe e parole quindi alla velocità.
Conferme
Rispetto ai dati finora raccolti, si sono ottenute le seguenti conferme:
– il fattore classe non è un fattore penalizzante e quindi si possono ottenere importanti
cambiamenti anche quando si frequenta la scuola secondaria di primo grado;
– a parità di ore al mese di trattamento, si possono ottenere cambiamenti equivalenti sia
seguendo un trattamento ambulatoriale che domiciliare;
– la maggior parte dei partecipanti raggiunge un livello di correttezza normale nella lettura
di un brano;
– il livello di lettura iniziale non predice i cambiamenti ottenuti dal trattamento;
156
V. ALLAMANDRI et al. – Trattamento della dislessia evolutiva
– l’utilizzo di brani come materiale per le esercitazioni al computer, oltre che essere sicuramente più simile alla lettura su carta, è sufficiente per ottenere i cambiamenti senza
ricorrere alla presentazione di parole isolate o di non parole;
– non si evidenziano fattori predittivi soddisfacenti tra le condizioni cliniche e anagrafiche
iniziali e gli esiti ottenuti dai diversi trattamenti.
o
Limiti
Se questo studio può considerarsi metodologicamente migliore rispetto a quelli finora
disponibili per poter confrontare gli esiti di trattamenti diversi, occorre considerarne anche i
limiti in vista di futuri ulteriori ricerche con lo stesso obiettivo. Innanzitutto, l’assegnazione
dei partecipanti ai diversi trattamenti non è stata randomizzata e questo ha comportato
alcune differenze iniziali sia di numerosità che nelle caratteristiche demografiche e del
disturbo.
Altro punto debole deriva dal fatto che le valutazioni sono state effettuate da componenti dei gruppi che hanno applicato i trattamenti. Questo bias nella valutazione è stato
comunque tenuto sotto controllo dall’accordo preliminare sui sistemi di scoring e dal
fatto che tutte le valutazioni erano condotte con strumenti che lasciavano poco spazio alla
interpretazione dei risultati.
Un altro limite è dato dal fatto che i trattamenti erogati a domicilio risentono del
fatto che il controllo della qualità del training è più difficile, anche se ogni centro si era
impegnato in una supervisione periodica.
Nei futuri studi sarebbe importante, inoltre, monitorare quanto viene utilizzata la
lettura spontaneamente o in modo assistito per avere una misura dell’esercizio extra-trattamento e quindi capire meglio se e quanto possa incidere sui cambiamenti.
Il fatto, infine, che nella pratica clinica e in particolare nei trattamenti ambulatoriali, si cerchi di personalizzare l’intervento a seconda del profilo dell’utente (pur facendo
riferimento a un unico modello di recupero della lettura) e di fornire sostegno anche agli
aspetti emotivi e motivazionali del bambino, può rendere più difficile l’individuazione
degli elementi critici che producono il cambiamento. Questo però è il prezzo da pagare
quando si passa da training applicati in condizioni di ricerca pura a training applicati in
contesti naturali.
Conclusioni
Questo studio ha fornito delle informazioni importanti per tutti coloro che sono interessati al recupero della velocità e della correttezza di lettura dei soggetti con diagnosi
di dislessia evolutiva. I cinque tipi di trattamento erogati dai diversi centri che hanno
partecipato a questa ricerca possono essere considerati dei buoni esempi di pratica clinica
e i risultati ottenuti sono senz’altro incoraggianti. Innanzitutto è stato dimostrato che è
possibile raggiungere livelli di correttezza nella norma e livelli di miglioramento della
velocità di lettura superiori a quanto atteso dall’evoluzione naturale per gran parte dei
157
Vol. 4, n. 2, maggio 2007
o
partecipanti, in tempi relativamente brevi, con intensità di trattamento non superiori alle
otto ore al mese, e indipendentemente dal livello di gravità ed età iniziale. Questo porta
un messaggio di ottimismo riguardo alla possibilità di modificare il disturbo di lettura i
cui sintomi possono regredire al punto da consentire allo studente di raggiungere livelli
compatibili con l’acquisizione di almeno una qualche forma di autonomia nello studio,
anche se questo risultato non significa completa normalizzazione.
Per quanto riguarda la lingua italiana si può quindi scegliere tra una serie di trattamenti
che possono essere gestiti sia ambulatorialmente che a domicilio con evidenze di efficacia
e di efficienza, senza dover improvvisare o affidarsi a proposte più o meno onerose che
non hanno ancora queste dimostrazioni.
Ovviamente la ricerca deve continuare per chiarire meglio quali sono le caratteristiche che rendono un trattamento più efficace ed efficiente, prestando maggiore attenzione
alle caratteristiche individuali e soprattutto tenendo presente che nessuna misura iniziale
riesce a predire in modo consistente il cambiamento indotto dai diversi trattamenti. Inoltre,
sarebbe importante capire come mai alcuni soggetti non modificano la prestazione come
atteso. Per questi motivi, tra i fattori che andrebbero meglio indagati, suggeriamo il ruolo
dell’attenzione spaziale nella lettura come suggerito da Facoetti e collaboratori (Facoetti et
al. 2003; 2006) e il ruolo della velocità di naming come rilevato anche in recenti ricerche
italiane (Brizzolara et al., 2006).
Pensiamo infine che un’analisi più precisa delle differenze iniziali dei profili cognitivi
dei soggetti possa fornire indicazioni su come personalizzare meglio il trattamento e se
questo possa risultare efficace anche con soggetti le cui prestazioni sono particolarmente
svantaggiate, come ad esempio una velocità in lettura di circa mezza sillaba al secondo.
VALERIA ALLAMANDRI, Servizio NPI, ASL 16 Savigliano, Cuneo.
FEDERICA BRENBATI e ROBERTA DONINI, Cooperativa Abilmente, Cassano d’Adda, MI.
ROBERTO IOZZINO, ASL RMA, Centro per il Trattamento della Dislessia, Disturbi Cognitivi e del Linguaggio.
ITALA RICCARDI RIPAMONTI, Centro Ripamonti, Cusano Milanino.
CLAUDIO VIO e TANIA MATTIUZZO, Servizio NPI, ASL 10 San Donà di Piave (Ve).
PATRIZIO TRESSOLDI, Dipartimento di Psicologia Generale, Università di Padova.
158
V. ALLAMANDRI et al. – Trattamento della dislessia evolutiva
APPENDICE
Informazioni più dettagliate sui trattamenti erogati dai diversi centri
o
Centro Abilmente (trattamento ambulatoriale)
Il percorso riabilitativo, individualizzato nel rispetto delle difficoltà e risorse di ogni paziente,
si articola, solitamente, in due incontri settimanali della durata di un’ora.
Tale durata consente, all’interno di ogni seduta, di lavorare sullo stesso obiettivo secondo
modalità diverse e di intervenire trasversalmente sulla riflessione metacognitiva, analizzando in
modo interattivo e attivo per il ragazzino le difficoltà incontrate, le strategie messe in atto, il
proprio senso di autoefficacia e le prospettive di cambiamento.
Sono proposte attività sia con il computer sia con carta e matita, nell’ottica di privilegiare la
lettura di brani e l’esercitazioni su essi.
La scansione delle attività non è rigidamente organizzata, a esclusione del fatto che dopo
l’utilizzo del computer vengono previsti esercizi su foglio relativi alla stessa abilità (ad esempio,
per il mantenimento della scansione visiva seriale, lettura di un brano).
Il lavoro a computer occupa circa 25 minuti e prevede l’utilizzo dei programmi sottoelencati,
con esplicitazione di alcune indicazioni relative alla modalità di utilizzo (2 o 3 per seduta).
1. WinABC: viene utilizzato per circa 15 minuti.
Oltre a brani presenti, vengono inseriti:
– brani semplici, tratti dal testo «Le storie di zia Lara» (Meloni, 2002), quando i ragazzini non
sono in grado di leggere pressoché nulla o quando hanno bisogno di velocizzare la lettura di
parole semplici ad alta frequenza;
– stringhe di lettere che devono essere lette singolarmente, quando c’è una grossa difficoltà
nell’automatizzare il riconoscimento delle stesse;
– brani in stampato maiuscolo;
– brani complessi con lessico specifico e con struttura della frase complessa (ad esempio, testi
filosofici) e testi narrativi per ragazzini grandi con difficoltà importanti che necessitano di
testi adeguati alla loro età.
Per quanto concerne la modalità di presentazione dei brani, quando c’è una difficoltà di accesso
alla via fonologica spesso viene scelta la presentazione sillabica, inizialmente senza testo, poi
con testo intero con avanzamento in modo manuale quando la lettura è molto lenta o quando
il ragazzino non regge l’ansia del tempo imposto o non tollera la frustrazione; negli altri casi
si privilegia l’avanzamento automatico della sillaba o della parola da identificare.
Nell’impostazione delle sillabe al secondo, si sceglie una velocità di lettura più alta rispetto alle
competenze del ragazzino, in modo che faccia fatica a reggere il ritmo.
Quando c’è un problema significativo di correttezza, si utilizza l’avanzamento manuale e si passa
alla parola successiva solo quando è stata letta correttamente la precedente.
Non si interviene mai sulla correttezza e sulla rapidità contemporaneamente. Si alterna l’utilizzo
di WinABC alla lettura su testo in modo da facilitare la generalizzazione, utilizzando inizialmente
un foglietto che progressivamente copre le parole che sono state lette.
A volte viene utilizzata anche la presentazione casuale di sillabe a tempo.
Attraverso WinABC vengono inoltre svolti diversi esercizi per il mantenimento della scansione
visiva seriale sinistra-destra.
2. Tachistoscopio (www.anastasis.it): la presentazione delle parole sullo schermo e la scelta del
tempo e delle liste è ovviamente individualizzata; al ragazzino si chiede di leggere velocemente
la parola e non di scriverla.
3. Tiro al palloncino, tiro al bersaglio: oltre alla modalità tradizionale, viene chiesto di leggere
le parole prima di scegliere quella corretta (quindi le quattro parole e non parole scritte nei
159
Vol. 4, n. 2, maggio 2007
o
palloncini o le parole che compaiono nel bersaglio) quest’ultima modalità ha anche una valenza
motivazionale, che permette l’utilizzo di «Tiro con il palloncino» con i bambini più grandi.
4. Invasori: si chiede al ragazzino solo di leggere, utilizzando un tempo di lettura molto più veloce
di quello di partenza.
5. Lettura di base 1 e 2 (Andrich e Miato, 2002): utilizzata con i bambini più piccoli.
Nel restante tempo, vengono predisposte attività «a tavolino», relative alle diverse componenti
da riabilitare: aspetti metafonologici, mantenimento della scansione seriale, correttezza o velocità
di lettura, intonazione. Viene data grande importanza al lavoro sul brano. Gli esercizi possono anche
essere a tempo o presentati sotto forma di gara.
Non vengono assegnati compiti a casa.
Sono previste rivalutazioni dopo 8 e dopo 15 incontri.
L’intervento strettamente riabilitativo della difficoltà di lettura spesso costituisce la prima fase
di un percorso riabilitativo più ampio e si pone in integrazione con percorsi di collaborazione con
la scuola e la famiglia, di benessere emotivo e di promozione delle abilità di studio.
Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile – ASL 10 – San Donà di Piave (trattamento
domiciliare)
Ai genitori veniva prescritto la presenza durante l’esecuzione degli esercizi abilitativi a domicilio
con frequenza quotidiana di circa 8-10 minuti per almeno 5 giorni alla settimana. Gli esercizi sono
quelli previsti dal software WinABC, con i seguenti parametri: presentazione di tutto il testo, evidenza
della sillaba da leggere attraverso un colore diverso con sottolineatura e in grassetto, scomparsa della
sillaba letta, avanzamento manuale, sintesi vocale disattivata, obiettivo da raggiungere aumentato di
circa .5 sillabe/secondo rispetto alla velocità registrata dalla lettura del brano della batteria MT.
Dopo circa 90 giorni, si effettua un controllo dove si prende visione della quantità degli esercizi
svolti.
Servizio di NPI di Savigliano (trattamento domiciliare)
La richiesta fatta alle famiglie è di far leggere tutti i giorni da 20 a 30 minuti circa.
Dopo 1-2 settimane viene fatto un controllo ambulatoriale. Viene usato il software WinABC con
l’avanzamento automatico presentando prima sillabe isolate e poi tutto il brano con evidenziazione
delle sillabe. Quando il bambino raggiunge una percentuale di errori inferiore al 5% per almeno
cinque brani di seguito, viene aumentata gradualmente la velocità di presentazione del materiale
da leggere con incrementi graduati di .1 sillabe al secondo.
Centro per il Trattamento della Dislessia, Disturbi Cognitivi e del Linguaggio, Roma (trattamento domiciliare)
Il trattamento prevede l’uso del software Reader, che serve per la riabilitazione della velocità
e della correttezza nella lettura. Questo programma deve essere usato dal bambino sempre in
compagnia dell’adulto, il quale deve controllare eventuali errori e manovrare i comandi, cosicché il
bambino può concentrarsi completamente sul compito. Si consiglia di leggere per circa 10 minuti,
a cadenza quotidiana, con l’aiuto di un genitore.
Le modalità solitamente prescritte sono due:
– lettura in modalità sillabata (che ha lo scopo di migliorare la correttezza), con l’opzione di
nascondere il testo dopo e una rapidità di presentazione della sillaba da leggere pari a circa il
doppio (quindi molto più lenta) di quella risultata nella lettura del brano delle prove MT;
– lettura parola per parola (che ha lo scopo di incrementare la velocità, forzandola), con le opzioni
di nascondere il testo prima e dopo, una rapidità pari al 10% in meno di quella risultata nella
lettura del brano delle prove MT.
160
V. ALLAMANDRI et al. – Trattamento della dislessia evolutiva
L’avanzamento del testo è automatico, ma viene azionato e controllato dall’adulto, che, quando
il bambino commette un errore di lettura, lo interrompe e torna indietro manualmente per permettere la lettura corretta della sillaba o della parola. Dopo la lettura corretta l’adulto toglie la pausa
e fa riprendere la lettura.
o
Centro Ripamonti (trattamento ambulatoriale)
Il trattamento consiste in un approccio fonologico-lessicale applicato ambulatorialmente con
la collaborazione della scuola e/o della famiglia. Fa riferimento al modello di lettura a una via
proposto da Stella (Burani, Marcolini e Stella, 2002) che propone, per le lingue in cui si ha una
buona corrispondenza tra il sistema fonologico e ortografico, un modello unico in cui si ha una
continua interazione tra processi di decodifica e inferenze lessicali. Secondo questo modello è
possibile riconoscere una parola prima che sia pronunciata interamente e il modello di attivazione
aumenta man mano che si allungano i segmenti di parola che ascoltiamo. Più informazioni si aggiungono, più probabilità si hanno di identificare con sicurezza la parola che si sta ascoltando. Lo
stesso processo è valido per la lettura dove non solo la prima sillaba, ma anche le caratteristiche
morfologiche della parola forniscono indicazioni per accedere al lessico.
Il trattamento comprende specifici esercizi fonologici e metafonologici, visuo-percettivi, di
decodifica, lessicali e di riconoscimento rapido della parola, mediante:
a) l’anticipazione strettamente collegata alle informazioni visive circa la lunghezza, la struttura
ortografica, e morfologia della parola;
b) il recupero dei rinforzi morfo-lessicali e semantici rintracciabili nella lettura dei testi.
Per raggiungere questo obiettivo si propone una lettura «mascherata», prima di parole, quindi
di frasi e di brevi racconti contestualizzati, presentando al posto dei singoli grafemi le sagome che
li caratterizzano. Ciò induce nel bambino la necessità di avanzare ipotesi e quindi di verificarle.
Si arriva in tal modo a incoraggiare una lettura di tipo lessicale, supportata da una decodifica
adeguata, che permette l’automatizzazione del compito.
Le attività (possibilmente in piccolo gruppo) si avvalgono di materiale originale che evidenzia i
tratti distintivi e morfologici delle lettere e delle parole utilizzando supporti cartacei e un software
specifico. Le modalità sono di tipo metacognitivo e garantiscono un passaggio graduale da competenze visuo-spaziali a consapevolezze linguistiche e metalinguistiche attraverso la continua
interazione tra lettura fonologica e lessicale e realizzando il bilanciamento tra le due modalità.
Le sedute ambulatoriali (mediamente una alla settimana, per un periodo di 8/12 mesi) sono
coadiuvate dalla reiterazione, a scuola o/e a casa, delle proposte per circa un’ora al giorno, 4/5
volte alla settimana per ottenere l’automatizzazione del compito. Per ovviare all’eccessivo carico
di lavoro, quando non è possibile utilizzare il tempo scuola, si alleggerisce l’orario scolastico per
consentire al bambino di avere energie e risorse da impegnare nel training.
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