Istituto MEME: Quel mostro di Internet

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Istituto MEME: Quel mostro di Internet
UNIVERSITE EUROPEENNE JEAN MONNET
ASSOCIATION INTERNATIONALE SANS BUT LUCRATIF
BRUXELLES – Belgique
THESE FINALE EN
“SCIENCES CRIMINOLOGIQUES”
“Quel mostro di internet: pedofilia online”
Giuseppina BRIGNONE
Matr. 1882
Bruxelles, Février 2008
INDICE
PRESENTAZIONE ................................................................................................ 2
Quel mostro di internet ............................................................................................. 2
CAPITOLO I .......................................................................................................... 7
I REATI INFORMATICI......................................................................................... 7
CAPITOLO II....................................................................................................... 10
COSA E’ LA PEDOFILIA..................................................................................... 10
CAPITOLO III ..................................................................................................... 16
LA PEDOFILIA ON LINE .................................................................................... 16
CAPITOLO IV ..................................................................................................... 29
Tipologia di comportamenti pedofili su internet. ................................................... 29
CAPITOLO V ....................................................................................................... 37
Cybercrimine: pedofilia post-moderna e internet................................................... 37
CAPITOLO VII.................................................................................................... 49
Aspetti della personalità del minore che sembrano favorire l'approccio del pedofilo
................................................................................................................................ 49
CAPITOLO VIII .................................................................................................. 53
“LE CONFESSIONI DEI PEDOFILI” .................................................................. 53
CAPITOLO IX ..................................................................................................... 56
IL CRIMINALE ON LINE e POLIZIA POSTALE .............................................. 56
CAPITOLO X ....................................................................................................... 66
COME PREVENIRE IL FENOMENO.................................................................. 66
CONCLUSIONI ................................................................................................... 72
BIBLIOGRAFIA .................................................................................................. 77
SITI WEB CONSULTATI .................................................................................. 78
PRESENTAZIONE
Quel mostro di internet
I
mezzi
di
comunicazione,
le
innovazioni
tecnologiche,
l’informatizzazione sono il risultato del progresso scientifico e sono, altresì,
il sintomo di una società in evoluzione, che cerca sempre più di
“semplificare” il proprio modo di vivere.
Ma se, da un lato, l’individuo gode dei benefici che questi strumenti
gli offrono, si deve, dall’altra parte, convenire che l’evoluzione tecnologica
ha comportato il proliferare sia di nuovi metodi di commissioni di reati, sia
la nascita di nuove fattispecie criminose, attuate mediante la Rete delle reti.
Internet è un nuovo medium che permette di riconsiderare il modo di
concepire la conoscenza e la comunicazione. Il rapido sviluppo di questo
nuovo medium è dovuto alla sua capacità di soddisfare la “ fame ” di
informazione più rapidamente rispetto ai media tradizionali. In quanto
artefatto, Internet media la relazione con l ’ ambiente e, al tempo stesso, lo
forma, creando nuovi scenari, ma anche nuovi problemi.
La tecnologia può essere allo stesso tempo fortemente positiva, con
funzione di potenziamento e di supporto del soggetto o fortemente
negativa, potendo limitare la stessa crescita individuale, o essere addirittura
pericolosa, a causa della sua invasione all’interno della sfera privata. La
realtà virtuale, accanto a forme di “ prevaricazione ” della realtà fisica e a
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contenuti
futili,
offre
modalità
nuove
di
comunicazione
e
di
interazione/integrazione, creatività e crescita personale e sociale.
La Rete si configura, allora, come un “ contenitore acritico ” di
servizi, e l ’ uso che il fruitore ne fa dipende dal complesso intreccio di
quelle che sono le caratteristiche e le potenzialità di Internet, le
caratteristiche personali e i bisogni soggettivi e intersoggettivi dell ’utente.
Uno strumento viene definito dal suo uso, e l ’ uso dipende dai
bisogni e dalle aspettative degli individui in relazione a ciò che lo
strumento medesimo permette di fare.
Un aspetto fondamentale di questa rivoluzione consiste nella
possibilità di immettere informazioni in Rete: essa diviene, quindi, uno
strumento per diffondere e non solo per raccogliere informazioni.
Il carattere multimediale della Rete, inoltre, rende possibile
utilizzare e, simultaneamente, integrare in uno stesso messaggio testi,
immagini, foto, grafici, filmati, animazioni, ecc. Ci sono differenti “
ambienti ” in Internet, applicazioni e servizi che consentono di trasferire
nel cyberspazio file e comunicazioni.
Tali applicazioni e servizi si prestano però ad essere impiegati anche
per commettere reati, quali lo sfruttamento sessuale dei bambini. Internet
(in quanto “ specchio ” della realtà), grazie alla facilità dell ’ anonimato,
alla delocalizzazione e alla sua transazionalità rende più agevole
commettere alcuni tipi di reati.
Il numero di criminali che opera su internet è in costante aumento: il
web, per le sue caratteristiche peculiari, è veicolo facilitatore sia per i reati
comuni, sia per i crimini tipici dell'ambiente tecnologico.
Cyberterrorismo, furto di dati informatici, deterioramento dei siti
internet, accesso e sabotaggio delle infrastrutture critiche sono solo alcuni
dei più diffusi computer crimes, mentre termini come malware, virus,
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spamming diventano giorno dopo giorno presenze costanti della
quotidianità.
Nonostante ciò, è ancora la mancanza di conoscenza l'anello più
critico della catena, grazie al quale la diffusione dei crimini informatici può
crescere in modo esponenziale.
A livello di strumenti normativi, il nostro Paese si è dotato di una
legislazione penale sulla criminalità telematica solo a partire dal 1993, con
la Legge nr. 547. Ma le caratteristiche globali della rete comportano un
necessario ammodernamento e una armonizzazione con le legislazioni
internazionali, oltre alla condivisione a livello sopranazionale delle
tecniche e degli strumenti investigativi adottati per il contrasto al
cybercrime.
Alcuni esempi di cybercrime sono individuabili nel phishing, nella
pedofilia, nel bullismo informatico.
Pertanto, nonostante Internet possa essere considerato un’incredibile
risorsa a disposizione di tutti, ed anche quindi di bambini e adolescenti, è
necessario ricordare che in rete possono essere presenti anche numerosi
elementi di rischio.
Bambini e adolescenti che navigano in internet, infatti, possono
trovarsi di fronte a materiali e contenuti inadeguati per la loro età (ad
esempio, contenuti violenti, con espliciti riferimenti sessuali o che incitano
al razzismo) o interagire con soggetti malintenzionati che possono
ingannarli ed invitarli a comportamenti o azioni che possono costituire un
pericolo. E’ necessario inoltre ricordare che lo stesso utilizzo di Internet, in
presenza di particolari fattori di vulnerabilità nel bambino, e se eccessivo
nel tempo, può dare origine a vere e proprie dipendenze e difficoltà
psicologiche.
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Le chat rappresentano il settore di Internet in cui si evidenziano i
maggiori rischi. La curiosità per alcune tematiche e la propensione alla
socializzazione possono indurre bambini e adolescenti a comportamenti
pericolosi, di cui spesso genitori e insegnanti sono tenuti all’oscuro, come
la decisione di incontrare soggetti conosciuti on line.
L’analisi della casistica realizzata dalla Polizia Postale e delle
Comunicazioni suggerisce, ad esempio, che alcuni fattori facilitano
l’approccio da parte di
pedofili e altri soggetti malintenzionati:
generalmente il bambino è da solo, non percepisce il pericolo, è attratto
dalla possibilità di incontrare la persona conosciuta on line e
dall’esperienza proposta, ma soprattutto non è oggetto di opportuni
controlli da parte degli adulti (genitori, educatori) durante la sua attività on
line.
All’interno delle chat, infatti, è possibile intrattenere comunicazioni
estremamente intime, superando gap generazionali e culturali. Gli
interlocutori non dispongono di elementi identificativi aggiuntivi
(paralinguistici, visivi eccetera) e l’identità dichiarata può essere
verosimilmente falsa. Tali strumenti infatti, anche se implicano la
mediazione di un computer tra i due interlocutori, consentono talvolta
rapporti umani (comunicazionali) estremamente intimi, neutralizzando
anche alcuni gap di età e culturali che normalmente limitano o selezionano
le comunicazioni dirette (faccia a faccia) tra minori e adulti.
La rete telematica sembra quindi facilitare i pedofili nella fase di
contatto iniziale con la possibile vittima consentendo, senza eccessivi rischi
di cattura, delle forme di molestia di tipo verbale o addirittura tentativi di
un incontro in carne ed ossa con il minore.
Questi elementi fanno sì che la chat costituisca un ambiente
particolarmente favorevole per soggetti malintenzionati – non solo adulti,
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dunque - che possono avvicinare una possibile vittima, indurla a
comunicazioni e comportamenti (ad esempio, di natura sessuale, violenta,
razzista), molestarla e tentare di incontrarla fuori dalla rete.
Se il pericolo maggiore per un bambino o un adolescente può
derivare dall’incontro diretto con soggetti malintenzionati conosciuti in
chat, non si deve sottovalutare la presenza in rete di materiale
potenzialmente traumatico.
In primis, vi sono le immagini pornografiche e pedo-pornografiche, i
messaggi equivoci e le offerte di natura sessuale, cui un bambino può
accedere anche solo utilizzando i motori di ricerca: la stessa ricerca di
cartoni animati, cantanti e attori, può condurre a foto e/o filmati di tipo
pornografico, dal momento che spesso sono mascherati da file con nomi
ingannevoli.
Non si può però dimenticare che aldilà di contenuti di natura
sessuale, Internet può veicolarne altri che pur essendo altrettanto pericolosi
spesso non sono oggetto della medesima attenzione. Ne sono un esempio,
l’esaltazione della violenza e della crudeltà, l’istigazione all’odio e al
razzismo, la pubblicità di tabacco e alcool, la valorizzazione dell’estrema
magrezza ed il ricorso a qualsiasi mezzo pur di raggiungerla, il mito
dell’arricchimento facile e il ricorso a comportamenti illegali per ottenere
un guadagno immediato.
Spesso tali messaggi sono particolarmente forti e convincenti
soprattutto per chi, come un giovane fruitore, non è ancora in grado di
comprenderli appieno.
Infine, se è vero che l’utilizzo di Internet esercita indiscutibilmente
una forte attrazione sui ragazzi, lo è altrettanto che navigando tra un link e
l’altro è possibile perdere la cognizione del tempo, sottovalutando
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l’importanza di attività fondamentali per una sana crescita psicofisica quali
lo studio, le amicizie e lo sport.
CAPITOLO I
I REATI INFORMATICI
L’infinità di dati, informazioni, password transitanti su Internet
costituisce l’humus nel quale proliferano e si determinano gli scenari che
fanno da sfondo ai crimini informatici.
E’ possibile dare, in criminologia, una definizione di computer crime
come l’insieme dei casi in cui “ il computer si interpone tra l’autore del
crimine e la vittima o comunque rappresenta lo strumento principale per
eseguire una determinata azione criminale”.
E’ cioè importante evidenziare la capacità della macchina di alterare
la percezione della gravità dell’azione criminale da parte dell’autore del
crimine, la percezione della vittima, la stima dei rischi di essere scoperto e
catturato.
E’ il fenomeno della cosiddetta spersonalizzazione. La distanza
fisica tra l’autore e la cosiddetta scena criminis impedisce al soggetto di
percepire la gravità di quanto sta compiendo.
La percezione del crimine, in ambiente digitale quindi è
notevolmente distorta. In alcuni casi di pedofilia on-line le modalità di
approccio dei pedofili nelle chat line evidenziano un’intuibile sottostima
dei rischi di essere scoperti rispetto alle modalità di approccio classico del
mondo reale.
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Questo elemento è molto importante perché ci permette di
comprendere come i comportamenti tenuti tramite realtà virtuale abbattono
i freni inibitori del soggetto che si ritrova a compiere azioni anche illecite
che nella realtà, in modalità cioè face-to-face, non sarebbe in grado di
effettuare.
Ciò vuol dire che, soggetti completamente avulsi alle dinamiche
criminali classiche, possiedono una maggiore “disponibilità al crimine” nel
momento in cui questi stessi individui vengono proiettati in un contesto
digitale, laddove la scena criminis si trasferisce tra i polpastrelli dell’autore
e la tastiera, tra i suoi occhi e le emissioni elettromagnetiche del monitor.
Cambia, quindi, la scena del delitto: criminale e vittima sono
fisicamente lontani e spesso, addirittura, il crimine viene commesso da un
Paese straniero.
Vengono, altresì, meno i rapporti personali, in quanto l’indagine è
filtrata dal computer e l’investigatore non ha riferimenti concreti, in quanto
manca il face to face con l’autore del reato.
Del resto, il computer può essere, non solo lo strumento attraverso il
quale si realizza la commissione di un reato, ma anche il bersaglio dello
stesso: in questo caso lo scopo del malintenzionato è quello di sottrarre o
distruggere le informazioni contenute nella memoria dello stesso personal
computer: è quello che accade con gli hackers, i crackers o gli insiders.
Il computer può, quindi, anche essere utilizzato quale mezzo per la
perpetrazione un delitto, come accade con le truffe o le frodi o i furti, anche
quelli di identità (c.d. Identity Theft).
La Rete può essere utilizzata anche in modo lecito da soggetti
criminali o terroristi che ne sfruttano le potenzialità per migliorare
l’efficacia della propria azione nel riciclaggio, nello scambio di
informazioni, evitando, in tal modo, il contatto diretto.
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Altro delitto è quello della violazione della privacy con l’invio
tramite e-mail di comunicazioni commerciali non richieste (spamming) o
inserendo cookies all’insaputa del navigatore che ne tracciano le visite sul
WEB e, di conseguenza, i gusti.
Si è portati erroneamente a credere che nel mondo di Internet vigano
le regole dell’anonimato ed omologazione, caratteristiche che potrebbero
facilitare l’occultamento delle prove e delle persone.
Tale circostanza è avallata anche dalla presenza del proxy server,
strumento principe della navigazione anonima che protegge l’identità di
rete dei suoi utilizzatori, presentando indirizzi IP contraffatti o mascherati.
Tutto questo comporta necessariamente una rivisitazione, non solo
delle norme di diritto penale e di procedura penale, ma, altresì, delle
tipologie e delle metodologie su cui si basavano le tradizionali indagini
investigative attuate dalle Forze dell’Ordine.
Non che non esistano più i vecchi pedinamenti, o gli appostamenti, o
le intercettazioni o le infiltrazioni di personale nel contesto criminoso (il
cd. agente provocatore), ma tali figure investigative sono diventate
peculiari nell’attività del “poliziotto virtuale”.
Le crescenti specializzazioni dei criminali informatici hanno reso
indispensabile la creazione di un nucleo di esperti investigatori capaci di
percorrere la grande autostrada di Internet, dove non si trovano più
autoveicoli ma bit, “guidati” da alcuni utenti recalcitranti - che pensano che
la Rete sia un Far West, senza regole – e dove vi sono gli “autovelox
umani” che, invece, tendono a fotografare le connessioni illecite per
snidare i malfattori.
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CAPITOLO II
COSA E’ LA PEDOFILIA
Prima di introdurre la tematica di cui mi occuperò quest’anno, la
pedofilia online, è opportuno parlare di tale fenomeno genericamente,
analizzandolo in tutti i suoi aspetti.
La pedofilia viene definita come quel disturbo sessuale in cui la
libido e la spinta sessuale si collocano su un soggetto sostitutivo quello
normale, determinando una deformazione dell’immagine del partner: non
l’adulto ma il bambino, indipendentemente dal loro sesso.
Trattasi di una grave perversione la cui causa rimane sconosciuta e
oggi viene internazionalmente classificata nell’ambito delle parafilie.
È proprio lo steso termine, parafilia, ha sottolinearne la natura
deviante della attrazione , ed assieme alla pedofilia le parafilie sono
rappresentate da varie forme di feticismo, sadismo sessuale, masochismo,
esibizionismo, voyeurismo, etc.
In relazione con la frequenza con cui le parafilie trovano sfogo nel
comportamento abusante si distinguono tre livelli di gravità:
lieve: in cui gli impulsi non vengono mai messi in atto;
moderata: in cui vengono messi in atto occasionalmente;
grave: in cui l’atto viene ripetuto nel tempo.
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E’una malattia in cui entrano in gioco numerosi fattori, siano essi
mentali, istituzionali, di educazione sessuale, di violenza, di controllo delle
pulsioni.
La pedofilia esiste da sempre, tantochè il suo nome riporta la mente
ai miti dell’antica Grecia, a quando sacerdoti e maestri insegnavano l’arte
amatoria agli allievi affidati alla loro protezione, intrecciando con essi un
rapporto di amore e cura, di complicità e di subordinazione.
La pedofilia non è cambiata, non è scomparsa, non è stata spazzata
via dalla modernizzazione, anzi come vedremo nel capitolo successivo,
proprio la modernizzazione ha annullato ogni genere di confine, frontiera,
facendo mutare il modo di commettere il reato.
Volendo dare qualche informazione clinica sul pedofilo, Freud
diceva che, il pedofilo vede il bambino come un’ immagine a specchio di
se stesso bambino. È come se il pedofilo facesse una scelta oggettuale
narcisistica, scegliendo come oggetto qualcuno che riflette se stesso come
le sue caratteristiche da bambino.
Nei primi studi di psicologia il pedofilo fu considerato un impotente
dal carattere debole. Si suppone, infatti, che egli non si senta all’altezza di
competere con altre persone adulte, ripiegando perciò le sue attenzioni e
preferenze nei bambini perché oppongono minore resistenza e, in caso di
rifiuto, provano meno ansia da frustrazione e meno angoscia di castrazione.
Il pedofilio ci tiene ad essere stimato dai bambini perché questo
sostiene la propria bassa autostima.
Intuiscono fin dai primi anni dell’adolescenza la loro diversità,
possono combatterla per diverso tempo, poi, però, l’impulso prende il
sopravvento, e il pedofilo non riesce più né a mascherare, né a nascondere
l’attrazione che prova per i bambini. Ed infatti, avvicinandosi loro non
avverte più quel senso di angoscia che normalmente pervade il loro io,
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poiché nei bambini non sono ancora comparse le caratteristiche esteriori
della sessualità.
L’incontro con una donna viene vissuto con ansia e competitività, e
nel pedofilo è facile individuare i sintomi di debolezza, impotenza e
immaturità. Ne consegue che il rapporto con il bambino evita al pedofilo di
confrontarsi con la sua fragile identità e insufficiente personalità.
Con la scelta di un partner così piccolo, viene soddisfatto un duplice
scopo: ottenere piacere e sentirsi potente.
La pedofilia è una malattia. Può esprimersi come forma di attrazione
sublimata verso i bambini, come vera e propria attività sessuale, come
sintomo di disturbi psicologici o psicopatologici.
Nasce appunto, dall’inadeguatezza di conquistare un partner adulto,
motivo per cui è più facile e più semplice rivolgere le proprie attenzioni su
un soggetto più “facile”. Il rapporto con il bambino evita difatti al pedofilo
di confrontarsi con la sua fragile identità e insufficiente personalità,
caratteristiche queste, dovute forse ad un trauma infantile o ad un conflitto
sessuale, derivante per esempio dall’aver vissuto con costante insuccesso la
propria sessualità, o dall’esser stato egli stesso nell’eta adolescenziale
vittima di abuso.
La pedofilia non è lo stupro, il rapporto sessuale ottenuto con forza.
Non è nemmeno circoscritto ad un unico episodio, risultando invece, il più
delle volte, una vera e propria relazione d’amore, di certo non consensuale,
soprattutto in relazione al fatto che un bambino prepubere non può arrivare
ad una scelta autonoma in tal senso essendo dipendente psicologicamente.
Il pedofilo ama se stesso ma attraverso il bambino.
I bisogni emotivi che la pedofilia può soddisfare in coloro che la
praticano sono:
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- raggiungere l’eccitazione sessuale, altrimenti impossibile o
difficile;
- sentirsi potente ed esercitare un controllo sulla relazione (più facile
che negli adulti);
- aumentare la propria autostima;
- superare i propri traumi personali ripetendo la scena della violenza
subita nella propria infanzia su cui si è rimasti bloccati anche sul
piano erotico;
- prendersi una rivincita ripetendo la scena dell’abuso subito da una
posizione di forza;
- il soggetto, privo di competenza sociale o bloccato nei rapporti con
gli adulti, riesce a relazionarsi solo con i bambini.
L’abuso sessuale ai minori si verificherebbe perché sesso ed
aggressività non sono stati sufficientemente separati e perché il soggetto,
nel corso dello sviluppo, non ha acquisito e fatte proprie quelle norme
sociali e morali che indicano l’età appropriata del partner sessuale.
Il quadro che emerge è complesso, cosicché il recupero di un
pedofilo a una sessualità diversa da quella a cui è abituato è un lavoro
lungo e difficile.
Nel corso degli anni, gli studiosi, hanno cercato di fornire un
ipotetico profilo psicologico del pedofilo. È infatti da sfatare la convinzione
che il pedofilo sia un uomo di una certa età, spesso in pensione o
inoccupato, come vedremo anche nel capitolo successivo, è una devianza
che colpisce tutte le classi sociale e tutte le età.
In base alle ricerche effettuate si può affermare quanto segue:
a) età compresa tra i 25 e i 40 anni,
b) nel 97% dei casi è di sesso maschile,
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c) può appartenere a qualsiasi sfera sociale,
d) ha problemi sessuali,
e) ha una personalità passiva, timorosa delle relazioni
interpersonali adulte,
f) è depresso,
g) ha una spiccata identità femminile,
h) si identifica con la madre,
i) utilizza continuamente meccanismi difensivi.
Ed ancora, il pedofilo mette in atto delle vere e proprie strategie di
seduzione per selezionare e riuscire a circuire il bambino e ad istaurare con
lui una relazione.
In tale selezione è importante l’aspetto fisico, l’abbigliamento,
nonché la bassa autostima insicurezza del bambino. Il pedofilo può entrare
in contatto con i bambini in diversi modi, che vanno dalle semplici carezze,
alle carezze maliziose, alla masturbazione fino ad arrivare alla
penetrazione. Da ciò ne deriva che l’attrazione erotica che alcuni sentono
per i bambini, non si traduce necessariamente in atti sessuali completi.
Ho già detto come la stragrande maggioranza dei pedofili sia di sesso
maschile, ma tali fantasie perverse, seppur in numero minore possono
essere presenti anche nelle donne.
Le parafilie femminili derivano da tre tematiche prevalenti:
- separazione,
- abbandono,
- perdita.
Le caratteristiche delle donne pedofile sono:
a) età media di 26 anni,
b) conoscono le vittime (Baby sitter per esempio),
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c) usano la persuasione e mai la minaccia o la forza fisica,
d) le pratiche sessuali usate sono la masturbazione, le attività
anali, coitali ed orali.
È molto frequente che le donne pedofile abbiano subito da piccole
delle violenze sessuali motivo per cui la loro sessualità è esasperata, e sono
spinte da sentimento di vendetta sugli uomini e di rassicurazione sulla
propria femminilità.
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CAPITOLO III
LA PEDOFILIA ON LINE
Recenti fatti di cronaca che vedevano protagonisti dei minori in
qualità di vittime, massivamente affrontati dai media di tutto il mondo,
hanno permesso l’individuazione di una rete internazionale di pedofili che
agiva tramite Internet.
La pedofilia, fenomeno antico, appariva sugli schermi della Rete,
figlia dei tempi moderni, sconcertando e scuotendo l'opinione pubblica che
sembrava solo allora rendersi conto di qualcosa che in realtà ha una ben più
antica origine.
Comportamenti come quelli pedofili che già esistevano prima di
Internet avrebbero invece trovato in esso, mezzo tecnologico dalla
potenzialità illimitata, dalla immediata e generalizzata accessibilità, uno
spazio di concentrazione, di diffusione e di comunicazione.
Internet si configurerebbe infatti quale metafora del mondo, luogo di
incontro di buoni e cattivi, di parrocchie virtuali e di bordelli elettronici, di
etero ed omosessuali, di terroristi e di studenti universitari. Internet è una
rappresentazione elettronica di quanto è disponibile off-line, ma offerta in
un contesto digitale.
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Le leggi della Rete operano non differentemente dalle leggi del
"mondo" attraverso la creazione di vincoli di possibilità: è una Rete dunque
in grado di aprire nuovi orizzonti del possibile.
Il fenomeno dei comportamenti pedofili avrebbe avuto quindi la
possibilità di riaggregarsi in una realtà fluida, in un luogo privo di vincoli
noti, di regole capaci di frenarne il suo espandersi. In altri termini Internet,
secondo questo punto di vista, avrebbe aumentato, anziché il numero di
incontri pedofili, la possibilità di aggregazione in un campo concentrato.
La rete telematica ha reso possibile lo sviluppo di una nuova
dimensione organizzata della pedofilia collegando pedofili di tutto il
mondo e rendendo possibile l'offerta on-line di una serie di servizi illegali,
legati allo sfruttamento dei minori, da parte di organizzazioni criminali.
In Internet si possono inoltre trovare siti contenenti cataloghi di
bambini in vendita o in affitto con foto che li ritraggono mentre sono
sodomizzati o obbligati ad avere rapporti con animali. Ma ancora più
raccapricciante è la notizia del proliferare del lancio su Internet di "snuffmovies", cassette porno dove ragazzine e ragazzini vengono stuprati,
torturati e uccisi.
La pedofilia è propensione che non necessariamente si concretizza
nell'acting incontrando ostacoli nelle difficoltà ad avere occasioni concrete,
nei sensi di colpa, nella stigmatizzazione dell'ambiente che associa spesso il
pedofilo ad un mostro, e di conseguenza nella censura ambientale e
personale, infine nella sublimazione e nella autodeterminazione verso agiti
maggiormente
accettabili
a
livello
sociale.
I
rischi
associati
all'organizzazione dell'offerta sono molti, primo tra tutti la sua potenzialità
di minare queste difese offrendo stimolazioni e occasioni per soddisfare e
appagare a livello visivo le proprie fantasie, normalizzando e quindi
rendendo meno riprovevole tale pulsione, concretizzando l'idea ossessiva
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attraverso l'uso di immagini, attraverso la reiterazione di fantasie e pensieri
e rinforzo degli stessi; tutto questo permetterebbe quindi la fissazione sulla
propria propensione e il superamento delle barriere psicologiche della
censurabilità per diventare possibile e realizzabile. La paura giustificata
dalla illimitata potenzialità di Internet sarebbe in altri termini legata alla sua
capacità di organizzare delle pulsioni isolate, di creare un sistema, di
rimuovere
remore
e
sensi
di
colpa
attraverso
il
meccanismo
dell'autogiustificazione supportata dalla normalizzazione dell'abnorme e
quindi dal rendere abituale il ricorso al soddisfacimento pulsionale di tipo
pedofilo.
Ad un diverso livello di analisi invece, se prendiamo in
considerazione gli aspetti di correlazione tra Internet e pedofilia
maggiormente individuali, dovremmo verificare anche l'ipotesi alternativa
che la fruizione on-line di materiale pedofilo e quindi la sperimentazione
virtuale di tale parafilia sia in grado di contenere a livello di elaborazione
fantastica dei comportamenti che altrimenti sarebbero agiti su di una
vittima reale.
Queste considerazioni, vanno unite al dato statistico, tristemente
noto, che rileva il massimo numero di violenze sessuali sui minori in quelle
consumate nella cerchia dell'immediata convivenza, vale a dire quella
parentale-amicale, che si avvantaggia di un rapporto di fiducia e di affetto
nei confronti del minore.
Di fronte a questi dati la caramella virtuale(o le foto delle Spice Girls
o l'autografo del calciatore preferito), le lusinghe cibernetiche insomma , a
monte di una adeguata tutela dei minori sotto forma di informazioni e di
controllo da parte degli adulti/ educatori di riferimento, sono poca cosa se
paragonate ai rischi delle interazioni faccia a faccia comunemente investite
di attribuzioni di sicurezza e di fiducia soprattutto se con persone familiari
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o comunque deputate alla cura e alla educazione dei bambini; cosa che
rende queste violenze particolarmente odiose oltre che devastanti per il
minore.
Queste considerazioni tutte ci porterebbero a valutare il rapporto
pedofilia e Internet non secondo una prospettiva eziologica di tipo lineare,
che legge il fenomeno in modo riduttivo individuando in Internet il punto
di inizio della causalità oltre che la sua fine. Il rischio insito in questa
lettura scorretta del fenomeno è la conseguente deresponsabilizzazione di
chi opera ad un livello di realtà e di concretezza piuttosto che virtuale, vale
a dire di coloro che trafficano nel mercato dei bambini traendo da esso
ingenti benefici economici
Secondo la stessa logica inoltre bisogna considerare anche l'indubbio
vantaggio che offre la Rete di conoscere e di studiare i comportamenti
pedofili in maniera diretta, come non sarebbe possibile in altri modi dato
che difficilmente tale patologia giunge all'osservazione clinica. Senza
lasciarsi prendere da sterili allarmismi, senza abbandonarsi ad inutili e
dannose crociate contro Internet, dando un ritratto mistificatore di quello
che rimane pur sempre strumento di grande diffusione della cultura, appare
quindi assai più proficuo analizzare il fenomeno in modo obiettivo e
scientifico così da non criminalizzare uno dei più versatili strumenti della
tecnologia moderna; ma allo stesso tempo da conoscerne i rischi e ridurli
quindi a livelli accettabili adottando adeguate misure preventive.
Il nostro sistema giuridico protegge con grande attenzione i bambini
e il loro diritto di crescere sereni; per questo è considerato reato grave il
fatto che un adulto molesti e abbia rapporti sessuali con bambini al di sotto
dei 14 anni.
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Se l’adulto poi ritrae con fotografie o videoregistra l’abuso per
distribuirlo a pagamento o gratuitamente sulla rete internet, è ugualmente
punito con rigore dalla legge.
Secondo il mondo medico e la psichiatria moderna la pedofilia è un
disturbo mentale che comporta fantasie, impulsi o comportamenti sessuali
che hanno come oggetto bambini al di sotto dei 13 anni.
E’ riconosciuto come un sintomo di patologia considerare
sessualmente attraente un “oggetto” che nella nostra cultura e per natura è
ancora immaturo e non in grado di comprendere il significato della
sessualità.
Il fenomeno della pedofilia online è recente, per meglio affrontarlo e
capirlo è necessario fare un passo indietro ed analizzare il fenomeno della
pedofilia, del resto già trattato negli anni precedenti.
PROFILO del “c.d. PEDOFILO”
Si evidenziano alcuni aspetti che caratterizzano il soggetto abusante
di minori, aspetti che si sono evidenziati esaminando gli indagati-imputati
dei delitti di detenzione di materiale pedopornografica e di abuso sessuale.
Il primo elemento che si osserva è il sesso dell’abusatore: nella
stragrande maggioranza uomini.
Riguardo l’età degli abusanti si è riscontrata la presenza di uomini di
ogni età, non solo meno giovani ma anche giovani e purtroppo anche
giovanissimi.
La presenza dei giovanissimi, anche di età minore, è giustificata
dall’essere gli stessi abusati a loro volta per cui da abusati sono diventati
abusanti già in tenera età. Il fenomeno dell’abusato che diventa abusante è
testimoniato come possibile conseguenza dell’abuso da parte degli
psicologi, ma non va esagerato, moltissimi abusati non diventano abusanti,
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in particolar modo fra le donne abusate in numero massiccio ma non
altrettanto abusanti.
Riguardo la condizione sociale degli abusanti il primo elemento da
evidenziare è la disponibilità di denaro degli stessi: la pedofilia è un reato
costoso. Costa acquistare materiale pedopornografico via internet, costa il
turismo sessuale. Il materiale pedopornografico è il materiale pornografico
che costa di più. Aspetto comune ai pedofagi è la non ammissione delle
proprie colpe, o negano i fatti commessi o danno dei fatti commessi una
versione tutta loro, che li giustifica.
Altro aspetto comune è il ricoprire spesso ruoli sociali che li
avvicinano ai bambini: osservando i processi per abuso sessuale sui minori
colpisce il numero incredibile di educatori di vario genere per l’infanzia,
operatori sociali legati all’infanzia, operatori in scuole di infanzia.
Ove gli abusanti sono prelati sono sempre a capo di gruppi di minori
o gruppi parrocchiali o scout o gruppi sportivi.
La scelta del ruolo, sia esso professionale o no, che li porta a contatto
continuo con i minori non è ovviamente casuale, perlomeno risponde ad un
istinto che li avvicina ai piccoli.
Altro elemento caratterizzante è l’omosessualità. Il fenomeno ha un
riflesso sull’alta presenza di abusanti nella chiesa cattolica: la condanna
sociale dell’omosessualità unite al divieto di sposarsi per i preti cattolici
creano, secondo molta della psicologia contemporanea, l’humus perfetto
per il proliferare di “preti pedofili”. La condanna sociale all’omosessualità
spinge gli omosessuali a vivere di nascosto la propria sessualità e a cercare
modi per giustificare il mancato rapporto con una donna, giustificazione
fornita su un piatto d’argento dalla dottrina cattolica che, addirittura, vieta
il rapporto con una donna. Nessuno chiederà mai ad un prete perché non si
21
sposa o non ha figli e lui potrà vivere tranquillamente la propria
omosessualità.
Purtroppo troppo spesso la vive sfogandola sui minori, soggettioggetti facili da trovare nell’ambiente ricco di oratori, chierichetti, gruppi
sportivi, soggetti facili da “usare” perché in posizione debole, tanto più
davanti ad un prete spesso capo-comunità, soggetti che non chiedono nulla
dopo e nemmeno un “rapporto” durante, soggetti-oggetti che puoi usare
senza impegnarti nella costruzione di un rapporto e soprattutto da cui non
riceverai mai critiche.
Aspetto che caratterizza gli abusanti, legato a quanto appena detto, è
la difficoltà psicologica loro propria a costruire rapporti adulti, a
confrontarsi con un partner e con tutto ciò che comporta, critiche e
cambiamenti.
Il pedofilo, sia esso telematico o no, è un individuo socialmente
inserito, quasi sempre maschio, di età compresa tra i 20 e 30 anni, buon
titolo di studio, con nessun precedente, la maggior parte delle volte celibe.
È infatti errata l’immagine popolare che si ha del pedofilo.
Comunemente si pensa che esso sia un uomo di una certa età, una sorta di
“sporcaccione” generalmente in pensione o disoccupato che, oltre a
molestare ogni qualsiasi bambino che gli capiti a tiro, può avere anche altre
anomalie del comportamento sessuale, o “parafilia”, come l’esibizionismo,
il voyeurismo o altro.
Le statistiche più recenti indicano, invece, che l’abitudine a
molestare i bambini inizia generalmente attorno ai 15-16 anni, che di solito
la vittima è nota al pedofilo e quest’ultimo spesso è un parente, un amico di
famiglia o un frequentatore della casa che non presenta apparenti anomalie
di comportamento.
22
L’attrazione erotica che alcuni sentono per i bambini non si traduce
necessariamente in atti sessuali completi: il pedofilo può limitarsi a
spogliare il bambino e guardarlo, a mostrarsi, a masturbarsi in sua
presenza, a toccarlo con delicatezza o ad accarezzarlo, può convincere il
bambino a toccarlo a sua volta e così via. C’è anche chi si limita guardare
del materiale pornografico, materiale che oggi, navigando in Internet, può
essere rintracciato abbastanza facilmente. Va infatti ricordato che, oltre ai
pedofili attivi, ci sono anche i pedofili “latenti”, che non giungono a
prendere l’iniziativa.
Altri pedofili sentono attrazione per i bambini di una particolare
fascia di età, spesso quella in cui loro stessi ebbero per la prima volta delle
esperienze erotico-sessuali con un adulto o un ragazzo più grande. Per altri
ogni bambino può essere oggetto d’attenzione. C’è chi preferisce i maschi,
chi la femmine, chi invece ricerca bambini di entrambi i sessi. Alcuni sono
attratti sessualmente soltanto dai bambini (tipo “esclusivo”), altri sono
talvolta attratti anche da adulti (tipo “non esclusivo”).
Alcuni praticano la pedofilia soltanto occasionalmente e non
ricercano attivamente i bambini.
La maggior parte dei pedofili cerca di non maltrattare i bambini che
riesce ad avvicinare, sia per l’attrazione nei loro confronti, sia perché vuole
evitare che essi possano lamentarsi, parlare, “fare la spia”. Se scoperti
solitamente i pedofili parlano delle loro molestie verso i bambini in termini
molto delicati, ricorrendo alle più svariate razionalizzazioni.
Possono proclamare, ad esempio, il valore educativo di abbracci e
carezze, oppure giustificarsi sostenendo che, in quell’ occasione, il
bambino era stato seduttivo, che era stato proprio il piccolo a sollecitare le
avance sessuali dell’adulto, che da queste aveva ricavato poi un evidente
piacere, ecc.
23
Alcuni rivendicano apertamente il loro “diritto” di amare i bambini
di cui si sentono attratti a volte in maniera insopprimibile. Ci sono anche
altri tipi di pedofili, meno “buoni” sono quelli che praticano il cosiddetto
“pedosadismo”.
In questo caso l’attrazione per i bambini e i ragazzini è associata a
forme più o meno spinte di sadismo. Si tratta quasi sempre di individui
privi di senso morale, spesso affetti da disturbi mentali, cresciuti in un
clima di degrado ambientale e psicologico, che qualche volta finiscono per
uccidere le loro vittime. Sono casi estremi ma, poiché i media tendono a
enfatizzarli, si può avere l’impressione che tutti gli approcci pedofili
possano finire in tragedia, il che ovviamente non è.
Va anche considerato che spesso l’eliminazione fisica del bambino
non è premeditata, ma si verifica come alla reazione alla paura di essere
scoperti. Dagli studi emerge, in particolare, che i pedofili violenti, per lo
più, sono stati a loro volta vittime di violenza nell’infanzia, soprattutto di
tipo
omosessuale.
Anche
i
pedofili
non
violenti
hanno
avuto
frequentemente esperienze sessuali, basate però sulla seduttività e
sull’affettuosità.
Le donne pedofile sono più rare degli uomini, spesso isolate o affette
da una qualche forma di squilibrio psichico. Come gli uomini anche le
donne possono creare notevoli dissesti psicologici. Quando una donna
obbliga un bambino, o una bambina, a pratiche erotiche o sessuali, gli
effetti possono essere devastanti, soprattutto se si tratta della madre. Per un
figlio infatti la madre è una figura di attaccamento principale. Da lei si
attende protezione e rispetto più che da qualsiasi altro adulto di sua
conoscenza.
I pedofili hanno una personalità immatura, problemi di relazione, o
sensi di inferiorità, che non consentono loro un rapporto con un adulto “alla
24
pari”: si focalizzano sui bambini perché possono controllarli e dominarli.
Con loro non provano sentimenti di inadeguatezza. L’immaturità emerge
anche dall’incapacità di questi individui di assumere un ruolo responsabile.
Secondo la psicoanalisi classica, i pedofili abituali sarebbero preda di
un disturbo narcisistico della personalità. Nei bambini essi rivedrebbero se
stessi nel periodo della propria infanzia, idealizzerebbero il corpo e la
bellezza infantile, o preadolescenziale, e rievocherebbero lo stesso
trattamento, o il suo opposto subito in passato. Sarebbero dunque al centro
di un circuito che si autoalimenta e che li porta compulsivamente indietro
nel tempo, al momento in cui essi stessi hanno vissuto quel tipo di
esperienza, hanno provato eccitazione-paura e anche il turbamento di
essere depositari di un segreto incomunicabile, una sorta di doppia vita.
I pedofili sarebbero insomma rimasti “fissati” a quelle emozioni
intense e a quegli schemi estetico-erotici che ora cercano di esplorare e
rivivere, senza riuscire ad evolvere verso forme diverse di erotismo,
incuranti della differenza tra generazioni e negando l’esistenza di ruoli e
funzioni adulte.
A ciò si aggiunge, nei pedofili abituali, il piacere della trasgressione
e, oggi, anche quello di trovare propri simili su Internet. Qui, oltre a
scambiarsi materiale e informazioni, possono rivendicare un’identità in
contrapposizione a tutti coloro che disapprovano i loro comportamenti o
combattono la pedofilia.
Con l’avvento di Internet questo aspetto deteriore della natura
dell’uomo è venuto prepotentemente alla luce nelle sue reali dimensioni. La
sicurezza dell’anonimato nell’uso di questo particolare mezzo di
comunicazione ha indotto i soggetti con queste inclinazioni sessuali a
ricercare, attraverso la rete Internet, quel materiale pornografico necessario
a soddisfare la loro particolare devianza, altrimenti non facilmente
25
reperibile. Ciò non vuol dire che vi sia una crescita del numero dei pedofili.
Non abbiamo alcun dato statistico per dimostrarlo. Nemmeno l’aumento
dei siti pedopornografici in Internet e dei loro “visitatori” può avvalorare
tale impressione di crescita. L’aumento dei siti di questa specie è
direttamente proporzionale alla costante espansione di tale mezzo di
comunicazione.
Ma chi è il cyberpedofilo? E' sicuramente un individuo mentalmente
disturbato che con la fruizione di materiale in internet vede un aumento
della stimolazione sessuale e un nutrimento della fantasia totalmente
svincolato dalle regole morali di convivenza e dalle restrizioni culturali e
sociali.
Grazie a questo trova una convalidazione dello proprio status
sessuale e la convinzione della normalità di esso. Ma fruire di una
sessualità irreale e virtuale significa aggravare ulteriormente la devianza
dalla norma, creando una maggiore disadattabilità alla realtà concreta.
Credere che nella vita quotidiana possa esserci una risposta consenziente
immediata alla sessualità tra adulto e bambino significa ulteriormente
produrre tutti quegli elementi che fanno parte della letteratura del pedofilo:
dalla masturbazione come mero atto dimostrativo, agli atti di libido
violenti, dal sequestro di persona alle sevizie.
La rete internet ha consentito a molte persone con queste pericolose
inclinazioni di incontrarsi “virtualmente”, di avere contatti e di scambiarsi
materiale pedopornografico, dietro allo schermo di un computer e con
l’illusione dell’anonimato.
La pedofilia on-line è quindi quel comportamento di adulti pedofili
che utilizzano la rete internet per incontrare altri pedofili (chat, forum, bbs),
per alimentare le loro fantasie sessuali deviate, per rintracciare e scambiare
26
materiale fotografico o video pedopornografici e per ottenere contatti o
incontri con i bambini che sono sulla rete.
Per pedopornografia si intende tutto quel materiale pornografico in
cui sono raffigurati o rappresentati dei minorenni coinvolti in atti sessuali o
comunque sfruttatia scopo sessuale.
In tale categoria rientrano immagini, filmati digitali e non.
A seconda delle interpretazioni nazionali anche prodotti della
fantasia, quali fumetti o opere artistiche, possono essere ricondotte alla
pedopornografia.
Secondo il Protocollo facoltativo alla Convenzione di New York, del
2000, è definibile pedopornografia qualsiasi rappresentazione di fanciulli,
indipendentemente dal mezzo utilizzato, coinvolti in attività sessuali
esplicite, reali o simulate, e qualsiasi rappresentazione di organi sessuali di
fanciulli a scopi prevalentemente sessuali.
La legge 6 febbraio 2006, n. 38 che ha modificato la legge 269/98
introduce la nuova fattispecie di reato di “pedopornografia virtuale” che si
verifica quando il
materiale pedopornografico rappresenta immagini relative a bambini
ed adolescenti, realizzate con tecniche di elaborazione grafica non
associate, in tutto o in parte, a situazioni reali, la cui qualità di
rappresentazione fa apparire come vere situazioni non reali.
Con lo sviluppo di internet, probabilmente il più efficace e riservato
sistema di comunicazione mai concepito, si è dovuto rilevare la presenza di
una nuova dimensione della pedofilia che pur se quantitativamente meno
significativa rispetto alle forme “classiche” (intrafamiliari) , appare
decisamente preoccupante. I principali aspetti della cyberpedofilia, sono in
gran parte conseguenti alla capacità della rete di far circolare in maniera
riservata le comunicazioni testuali (es. le chat) e le immagini oltre che
27
offrire la possibilità di realizzazione di siti web di scambio di informazioni,
esperienze e materiale.
Internet e’ molto più di un semplice medium di comunicazione;
rappresenta una comunità virtuale che possiede una propria lingua e delle
proprie regole, nella quale, il pedofilo non e’ più una figura abbandonata a
se stessa ed isolata.
Al contrario. E’ in questa nuova comunità che il pedofilo e’ bene
accolto, apertamente accetato e stimolato a continuare secondo il proprio
istinto e desiderio.
Internet ha reso il fenomeno pedofilia globale permettendo così ai
pedofili di riunirsi in comunità, rispetto al precedente isolamento.
Ha assicurato anonimità e sicurezza a persone con determinate
inclinazioni sessuali ed in particolare appunto ai pedofli. Le sue uniche
qualità hanno motivato e spinto queste persone a persistere nella ricerca di
nuove vittime o di immagini ‘indecenti’ di bambini abusati, necessarie per
soddisfare la loro immaginazione ed eventualmente ad aiutare la loro
devianza a prendere forma.
Nel mondo virtuale, come in quello reale, il crimine e la devianza
sono socialmente costruiti e definiti. Con questo si intende che, i motivi e
gli obiettivi nascosti dietro a questi crimini possono essere interpretati
come gli stessi che accaddono in cyberspace. E’ solo il modus operandi
che e’ cambiato o meglio, si è evoluto
.
28
CAPITOLO IV
Tipologia di comportamenti pedofili su internet.
L’eterogeneità delle condotte pedofile rappresenta una peculiarità
consolidata delle esperienze cliniche su tali parafilie. Alcune ricerche
hanno infatti evidenziato una casistica variegata di approccio con il minore
(o con la sua raffigurazione fotografica) che varia dalle semplici fantasie
intrapsichiche (non agìte) a forme di contatto fisico saltuario o stabile fino
a giungere a contatti violenti correlati talvolta all’omicidio della giovane
vittima.
L’esperienza investigativa e clinica sul fenomeno della pedofilia online, da parte del comparto sanitario della Polizia di Stato italiana, ha
permesso finora di delineare alcune tipologie (“grezze”) di soggetti che
fruiscono e si scambiano materiale pedopornografico sulla rete internet e
che possono rappresentare una prima definizione tassonomica del tipico
comportamento pedofilo riscontrato sulla rete internet:
1. Un comportamento pedofilo “voieuristico”, centrato sulla
fruizione di materiale pedopornografico (attività esclusiva), senza un
contatto fisico con i minori.
29
2. Un comportamento pedofilo “misto”, caratterizzato da
fruizione sistematica di materiale pedopornografico (attività prevalente) e
da rari occasionali contatti con minori (intrafamiliari o con minori
avvicinati casualmente).
3. Un comportamento pedofilo “misto”, caratterizzato da
fruizione sistematica di materiale pedopornografico e comprendente
frequenti e reiterati contatti fisici con minori (intrafamiliari o nel corso
di incontri “cercati” con bambini conosciuti e avvicinati dal soggetto).
4. Un comportamento pedofilo centrato sull’abuso fisico
di minori, ricercato attraverso la prostituzione minorile e il “turismo
sessuale”. In tale quadro la pedopornografia rappresenta un fattore di
contorno.
Non si può escludere che alcuni dei soggetti apparentemente solo
fruitori di materiale pedopornografico (senza apparenti contatti fisici con
minori) possano in
realtà aver commesso abusi fisici non evidenziati dall’attività investigativa
Per meglio comprendere la pedofilia ed il motivo per cui molti
pedofili trovano in un mezzo come internet un alleato e un “facilitatore”
della propria perversione, è utile indagare le caratteristiche di personalità
che si possono spesso riscontrare in questi soggetti.
Queste caratteristiche non sono una conditio sine qua non di questa
patologia, bensì una serie di caratteristiche di personalità comuni in una
larga percentuale di questi soggetti.
Esse sono :
•
A) Immaturità affettiva caratterizzata da :
Scarsa efficienza e rapida esauribilità dei freni inibitori di fronte
all’urgenza e all’imminenza degli impulsi sessuali, affettività più
30
egocentrica che adattiva, funzioni affettive labili, bassa tolleranza alle
frustrazioni, ipersensibilità alle critiche.
•
B) Identificazione deficitaria caratterizzata da :
Mancato riconoscimento delle proprie componenti sessuali, processo di
identificazione non adeguato, legame oggettuale primario patologico ed
espresso attraverso l’indifferenziazione e l’idealizzazione dell’oggetto
indifferenziato.
•
C) Relazioni interpersonali inadeguate
La deficitaria identificazione, la mancanza quindi di un modello chiaro di
comportamento, fanno si che questi soggetti stabiliscano e mantengano
rapporti confusivi e indifferenziati.
Nell’analisi di queste caratteristiche, e prendendo in considerazione
soprattutto la terza, inerente alle deficitarie ed inadeguate relazioni
interpersonali, e la difficoltà di riuscire spesso ad interagire con le altre
persone e con i bambini stessi ( almeno nelle prime fasi di slatentizzazione
della patologia ), è facile immaginare come uno strumento potente come il
web possa facilitare i tentativi di approccio del pedofilo verso le sue
vittime; la possibilità di nascondersi dietro uno schermo, di fingersi un
ragazzino di 11 anni (circostanza che si verifica a livello affettivo ) può
incoraggiarlo ed aprire al pedofilo un mondo di possibilità e di potenziali
vittime
La rete telematica sembra quindi facilitare i pedofili nella fase di
contatto iniziale con la possibile vittima consentendo, senza eccessivi rischi
di cattura, delle forme di molestia di tipo verbale o addirittura tentativi di
un incontro in carne ed ossa con il minore.
Il successo di un’eventuale tecnica di molestia verbale o di un
tentativo di avvicinamento è spesso legato anche ad un comportamento “a
rischio” da parte del minore, in particolare che egli non informi nessuno del
31
contatto avvenuto o che la sua segnalazione non venga tenuta dagli adulti
in debita considerazione.
Ed infatti ciò che facilita l’approccio da parte del pedofilo e che il
minore sia temporaneamente solo, che non percepisca il pericolo, che sia
attirato per curiosità dalla possibile esperienza sessuale ma, soprattutto, che
non sia oggetto di opportuna attività di controllo da parte degli
adulti/genitori/educatori, sia in generale che durante la sua attività on-line.
I pedofili utilizzano degli espedienti per avvicinare le loro vittime,
così avviene sia nella vita reale che in quella virtuale.
Quello che segue è un breve ma esplicito elenco, realizzato da una
équipe di operatori sociali esperti di lotta alla pedofilia, che riporta gli
espedienti più utilizzati dai pedofili per avvicinare le loro vittime.
“TI FACCIO UN REGALO” : al bambino viene offerto in regalo
qualcosa che egli desidera molto, come dolci, un giocattolo, soldi, cibo o
altro. A volte il molestatore può portare via qualcosa al quale il bambino è
particolarmente affezionato e promettergli di restituirlo soltanto a patto che
il bambino assecondi i suoi desideri, o mantenga il segreto se l’abuso è già
avvenuto.
“SEI UN BAMBINO VERAMENTE CATTIVO” : il molestatore
accusa il bambino di avere commesso qualcosa di sbagliato e promette di
non dirlo ai suoi genitori soltanto se accondiscenderà a fare ciò che gli
viene richiesto.
“HO UN ANIMALE DA FARTI VEDERE”: il bambino viene
attratto con il pretesto di fargli vedere un cucciolo e, pur di giocarci
insieme, segue il molestatore e ne asseconda le richieste.
“TI VOGLIO FARE DELLE FOTO”: spesso il bambino viene
invitato a posare per una sessione fotografica o ripreso per fare un filmino.
Alcuni molestatori allettano i bambini con la premessa di farli diventare
32
famosi, magari garantendo di farli partecipare a trasmissioni televisive.
Purtroppo questa è una delle modalità con cui più frequentemente viene
perpetrato l’abuso sessuale (spesso confuso e misconosciuto) su
adolescenti.
“APRIMI LA PORTA CHE TI DEVO DARE UNA COSA”: a
volte quando il molestatore sa che il bambino è a casa da solo, cerca di farsi
aprire la porta adducendo le scuse più varie.
“NESSUNO TI CREDERÀ” : spesso il molestatore anticipa al
bambino che, qualora voglia riferire il segreto a qualcuno, nessuno gli
crederà, inoltre i genitori si arrabbieranno moltissimo.
“MI PUOI AIUTARE, PER FAVORE?”: un altro modo con cui a
volte gli sconosciuti avvicinano i bambini è quello di fingere di avere
bisogno di informazioni.
I bambini sono naturalmente propensi ad aiutare anche chi non
conoscono.Poter essere d’aiuto ad un adulto li fa sentire validi ed
importanti. È necessario però che i grandi insegnino i bambini che è buona
regola per gli adulti non fermare mai i bambini per farsi aiutare, soprattutto
quando entrambi non si conoscono vicendevolmente. Perciò, non
rispondere alle richieste d’aiuto di sconosciuti, anche se apparentemente
conveniente, può essere una “regola preventiva” molto valida.
“PERCHÈ NON VIENI A CASA MIA A GIOCARE CON
ME?” : premesso che un bambino deve giocare con i suoi pari, quando un
adulto chiede espressamente di giocare insieme ad un bambino, portandolo
in casa propria, spesso nasconde l’intenzione di coinvolgere il minore in
attività non lecite.
Oggi i pedofili cercano fotografie sempre più raccapriccianti,
chiedendo ai produttori di tale materiale un aumento delle violenze ed un
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abbassamento delle età delle vittime. Per questo non è più raro che si
trovino anche dei neonati, tra le giovani vittime.
Oggi i bambini iniziano a navigare in internet fin dall’età di 7 anni.
Sette bambini su dieci navigano da soli senza alcun controllo da
parte di adulti ed il 70% degli “agganci” da parte di pedofili avviene nelle
Chat. Spesso dopo i primi messaggi segue anche un contatto diretto da
parte del pedofilo che riesce a risalire all’abitazione del giovane, ad
ottenere un incontro ed a far scattare l’abuso.
Al fronte della nuova emergenza pedofilia il Ministero di Giustizia
ha dato i numeri ufficiali sui detenuti pedofili italiani.
I pedofili incarcerati sono al momento ben 1.322. Tra questi 400
stranieri e ben 98 donne.
La regione che ospita nelle proprie carceri il numero maggiore di
predatori di bambini è la Lombardia, seguono Sicilia (204), Piemonte
(145), Lazio (112) e Campania (106).
289 sono in attesa di giudizio e 129 sono appellanti, 71 ricorrenti e
819 hanno una condanna definitiva. 14 sono invece internati.
L’età invece è la seguente:
323 nella fascia tra i 30 e di 39 anni, 321 tra i 40 e di 49 e ben 262 tra
i giovani nella fascia 21 – 29 anni.
Ed infine, 5 miliardi di dollari è il giro di affari del business della
pedofilia.
È possibile raggruppare in tre tipologie i pedofili in internet:
insicuro, sicuro e genitore.
I pedofili insicuri rivelano la loro sessualità, nome, età, interessi ma
nelle chat preferiscono non usare la loro foto ed usano invece foto di
bambini o di cartono animati.
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I pedofili sicuri rivelano identità, fotografie, data di nascita, ed
inoltre si espongono dal punto di vista fisico con lo scopo di ridurre
l’inibizione del bambino.
Ed infine, i pedofili “genitori”, sono pedofili con figli o che hanno
accesso ai bambini. Rivelano la loro età, sessualità ed interesse. Tra di loro
sono accomunati dal voler incontrare persone in contatto con bambini per
poterli eventualmente scambiare a scopi sessuali.
L'ambito maggiormente significativo di rischi per i minori è
rappresentato dalle IRC (Internet Relay Chat) aree o canali che consentono
conversazioni on-line in tempo reale tra due o più persone.
I pericoli sono, in questo caso, tutti quelli legati al mimetismo dei
viaggiatori telematici, alla comunicazione, in altre parole, con un
interlocutore anonimo e sconosciuto che si presenta con un'identità di sua
scelta e che non corrisponde necessariamente a quella reale. In genere gli
interlocutori di questi siti adottano infatti una modalità di identificazione
convenzionale (Nickname) attraverso sigle o codici inventati, proteggendo
in tal modo il proprio anonimato.
Chiunque invia un messaggio tramite posta elettronica o dialoga
attraverso lo scambio di frasi di testo in qualche chat di Internet può
asserire di avere qualsiasi età, sesso o aspetto fisico, senza che sia possibile
verificarne la veridicità. Anche la diffusa abitudine di scambiarsi fotografie
digitalizzate, nell'ambito delle chat non può rappresentare prova di identità
certa. . I minori che si aggirano nei parchi telematici delle chat-lines per
curiosità o in cerca di amicizia potrebbero imbattersi in malintenzionati
pronti
a
fare
promesse
(regali
da
inviare
al
malcapitato
che
imprudentemente dà il proprio indirizzo) lusinghe ("scommetto che sei
carina....") o a dare informazione su argomenti "proibiti" che in genere è
difficile avere dagli adulti (solitamente di tipo sessuale).
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Il pedofilo conosce i gusti ed i desideri dei bambini ed è molto
scaltro nel chiedere ai ragazzi informazioni sui loro hobbies, i gusti, gli
interessi, proponendogli anche oggetti o situazioni per lui particolarmente
interessanti.
Utilizza strumenti informatici come :
•
Chat
•
Webcommunity
•
Messaggerie
•
Forum
•
Videogiochi online
Questi strumenti sopraccitati sono molto frequentati dai giovani ed
anche dai bambini che usano internet, e sono di facile accesso per tutti.
Entrare in un forum di una squadra di calcio o nella Chat della stessa
fingendosi un bambino e condividendo la passione per questo o quel
calciatore, piuttosto che cantante etc. è molto semplice; così il pedofilo
entra in contatto con le proprie vittime cominciando le conversazioni da
semplici argomenti che possono appassionare il bambino, per poi dirigere
tali argomenti verso uno in particolare : il Sesso.
Spesso una delle prime domande che il pedofilo fa ad una potenziale
vittima è se è solo in casa, in seguito, se la risposta è affermativa, dirige la
discussione verso tematiche sessuali sempre più forti ed esplicite e spesso
fino ad arrivare a chiedere un incontro reale al bambino
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CAPITOLO V
Cybercrimine: pedofilia post-moderna e internet
Tutto il globo è alla portata di un cursore. In questo modo tutte le
distanze e tutti gli spazi si sono come ricongiunti in un unicum ininterrotto.
Tutti i mondi possibili sono diventati raggiungibili con un semplice
movimento della mano e tutti i mondi immaginari sono divenuti possibili
prendendo forma (e sostanza) in un monitor.
Internet offre la possibilità di declinare all'infinito ogni desiderio
individuale e i luoghi dell'impossibile, terre di frontiera, svaniscono per
rinascere in nuove forme sempre trasmutanti.
In questo oceano della possibilità estrema si inseriscono, come in
precedenza già evidenziato, però anche tutte le devianze che fanno parte
del vivere quotidiano, quello dall'altra della macchina: l'esistenza
individuale che ha le proprie basi nella condivisione delle regole e degli
schemi culturali della propria società di riferimento trova ora una
dimensione parallela, la terra di nessuno e di tutti in cui può proiettare e
materializzare i più sordidi desideri. In questi ultimi tempi si parla molto
del rapporto tra internet e pedofilia.
Prima dello sviluppo della rete telematica, i casi di pedofilia si
manifestavano o come abusi in famiglia, famiglia in senso allargata, o
37
come incontri con sconosciuti. In quest'ultimo caso poi spesso la gravità
della situazione precipitava, e precipita tuttora, nel dramma della morte per
il minore abusato.
Oggi lo sviluppo tecnologico offre altro spazio e altro terreno alla
cultura della devianza sessuale. Chiaramente in questo ambito siamo
ancora ben lontani dalla percentuale di molestie sessuali che si riscontrano
nella vita quotidiana di molti minori, ma purtroppo è vero che la rete
internet offre delle possibilità di organizzazione ai pedofili mai realizzabili
prima.
Innanzitutto c’è la garanzia dell'anonimato per il pedofilo: vengono
infatti utilizzate le chat, la posta elettronica e le newsgroup ossia gruppi di
discussione che affrontano temi assolutamente disinteressanti per la
maggior parte dell'utenza internet, ma che sono comprensibili a coloro i
quali condividono l'amore per i bambini.
Si tratta di discussioni codificate che indicano però nell'argomento
trattato termini chiave per partecipare al dibattito.
C'è poi la costruzione di siti ad hoc, grazie ai quali è possibile
scambiare oltre alle esperienze personali, foto e materiale pedopornografico, questo a sua volta determina un incremento della diffusione
di tale materiale e la sua commercializzazione; inoltre su internet è
possibile individuare società che speculano non solo in materiale ma anche
in bambini in carne ed ossa, per questa strada si promuove anche il
turismo sessuale.
Grazie alla possibilità poi dell'anonimato, i pedofili si uniscono tra
loro creando delle associazioni o dei consorzi come il Pedophile Liberation
Front statunitense. E' da evidenziare che alcuni movimenti in favore della
pedofilia hanno tentato in America di agganciarsi alle associazioni di gay e
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lesbiche che in questi ultimi hanno stanno riscontrando una maggiore
visibilità, tuttavia per ovvi motivi anche da loro sono stati allontanati.
La rete telematica quindi è la dimensione parallela in cui è data la
possibilità al pedofilo di sperimentare le proprie ossessioni e attraverso le
chat-line di prendere contatti con minori e tentare di adescarli.
In quest'ottica per un certo numero di soggetti, l'utilizzo della rete
può certamente aver rappresentato l'occasione per un acting-out (legato
soprattutto allo scambio di informazioni e ala fruizione di pornografia) che
sarebbe stato altresì molto difficoltoso e rischioso, specie se tentato in un
contesto extraurbano (ad esempio piccoli centri) e quindi culturalmente più
rigido ed aggressivo nei confronti delle perversioni sessuali.
Analizzando i siti dei pedofili si nota come emergano sempre gli
stessi elementi: la politica che viene portata avanti da loro si basa
sull'amore per i bambini, tant'è che spesso questi siti vengono scambiati per
quelli che difendono i diritti dei bambini.
A monte di tutto c'è la convinzione di questi individui deviati che il
bambino senta le pulsioni sessuali alla stregua di un adulto ed è quindi
giusto lasciare che tali pulsioni trovino il loro riscontro, inoltre la dove non
c'è lesione ma consenso, non esiste reato. Su questa affermazione i pedofili
puntano ancora una volta il dito: da parte degli adulti c'è troppa voglia di
proteggere i bambini, ma la protezione è qui intesa come accezione
negativa: vengono criticate le associazioni che si propongono di tutelare i
bambini descrivendole come intenzionate in realtà a trattarli come animali
in via di estinzione e chiuderli in una gabbia dorata.
C'è la netta contrapposizione tra i pedofili che vogliono
semplicemente aiutare il bambino ad essere se stesso, a vivere ogni tipo di
sentimento provato, senza vincoli di alcun genere riconoscendo ad ogni
piccolo individuo il diritti ad essere e a fare ciò che più desidera e gli adulti
39
che vivono la loro sessualità secondo gli schemi culturali e morali
preponderanti, che vincolano fortemente il minore e che vogliono
trasmettere ad esso quel carattere sessofobico che tanto li caratterizza.
I siti dei pedofili inoltre sono caratterizzati da pagine web molto
delicate, sia nei colori in quanto per la maggioranza si tratta di colori freddi
come ad esempio l'azzurro che richiama al candore, alla purezza, sia del
gesto che del pensiero, che delle tematiche.
Chiaramente riuscendo a decifrare i codici e a leggere tra le righe, il
tema trattato appare in tutto il suo orrore e la sua ripugnanza.
Ma ci sono anche dei canali che sono dei veri e propri cataloghi di
merce umana: non viene risparmiata alcun tipo di sequenza e qui bisogna
distinguere tra la foto e la ripresa con webcam.
Per quanto riguarda le immagini c'è veramente di tutto: ogni età, dai
bambini di pochi mesi ad adolescenti, ogni colore della pelle, degli occhi,
dei capelli, particolari fisici che vengono enfatizzati ossessivamente oltre
che i più aberranti tipi di congiungimento carnale. Tra bambini, tra adulti e
bambini, tra bambini ed animali, tra adulti, bambini ed animali.
La diffusione delle videocamere e delle fotocamere digitali agevola i
produttori di materiale pedo-pornografico che in questo modo non devono
passare per i laboratori di stampa. Eliminare un passaggio nella produzione
immorale e mostruosa di questo tipo di merce, mette ulteriormente al riparo
dalla legge il pedofilo.
Oltre a questo la moderna tecnologia permette di creare dei bambini
virtuali. Vengono proiettati in video dei minori in atteggiamenti sessuali
inequivocabili, sono però delle mere alterazioni visuali in quanto i
protagonisti non esistono nella realtà, ma solo nella mente perversa e
contorta di chi li crea.
40
In questo modo però è possibile approcciare un bambino, facendogli
vedere come ciò che la sua educazione considera sbagliata sia in realtà la
più normale delle azioni.
Spesso quando infatti i minori vengono agganciati tramite le chat, nel
momento in cui il pedofilo da un discorso puramente teorico e suppositivo
passa all'attacco diretto con domande esplicite sulla sessualità, invia
fotografie di bambini in atti sessuali, per convincere della sua buona fede e
della verità delle sue affermazioni.
La produzione di materiale agghiacciante culmina con gli "snuffmovies", ossia cassette porno dove bambini e bambine vengono violentati,
torturati ed uccisi.
Se è vero che le possibilità di un contatto concreto nella realtà
quotidiana tra pedofilo e minore contattato su internet sono poche, tuttavia
bisogna tenere in considerazione gli effetti che la circolazione di tutto il
materiale pedo-pornografico ha sul pedofilo stesso.
Viene offerto loro gli stimoli e le occasioni per soddisfare e appagare
a livello visivo le proprie fantasie, normalizzando e quindi rendendo meno
riprovevole tale pulsione, concretizzando l'idea ossessiva attraverso l'uso
di immagini la reiterazione di fantasie e pensieri e rinforzo degli stessi;
tutto questo permetterebbe quindi la fissazione sulla propria propensione e
il superamento delle barriere psicologiche della censurabilità per diventare
possibile e realizzabile.
A questo punto se la fruizione di tale immateriale diventa elevato,
sempre maggiori saranno le richieste e quindi maggiore sarà il pericolo
corso dai minori.
Numerose ricerche internazionali hanno poi evidenziato la stretta
connessione tra pedofilia e detenzione di materiale pornografico, da questo
deriverebbero diverse tipologie di cyberperdofili.
41
Il closet collector (il collezionista armadio) il quale tiene la
collezione pedo-pornografica segreta e non è direttamente coinvolto in
abusi sui minori.
L'isolated collector (il collezionista isolato) che oltre a collezionare
pornografia minorile è coinvolto nell'abuso sui minori. La collezione
comprende sia materiale proprio che comprato;
il cottage collector che divide la sua collezione e le sue attività
sessuali con altri ma non è interessato a trarne profitto ed infine il
commercial collector ( il collezionista commerciale) che produce, copia e
vende materiale ed è inoltre coinvolto nello sfruttamento minorile.
Tutto il materiale compresi i bambini viene utilizzato come merce di
scambio, per diffondere la cultura dell'amore per i bambini, materializzare
le perversioni, concretizzare le depravazioni e le ossessioni. Il bambino è
completamente annientato.
42
43
CAPITOLO VI
Internet come mezzo di comunicazione tra i pedofili
Il diffondersi dell’utilizzo del computer, ha spinto un grande numero
di pedofili “dormienti”, che per paura sia della condanna sociale che di
possibili sanzioni penali non avevano mai esternato la loro parafilia, ad
iniziare la navigazione alla ricerca della tanto sognata soddisfazione
sessuale.
La possibilità offerta dalla rete di mantenere facilmente l’anonimato,
di evitare confronti diretti, (difficile da sopportare per i più impacciati) di
avere la possibilità di abbandonare il gioco appena si spinge troppo oltre,
ma soprattutto la situazione virtuale nella quale ci si trova, a metà tra realtà
e finzione che offre la migliore possibilità di neutralizzazione, ha fatto si
che individui con propensioni sessuali verso i minori abbiano attraverso la
rete, individuato il loro canale di emersione, il percorso attraverso il quale
realizzare la loro perversione, incontrando nel loro cammino altri soggetti
con le medesime aspettative, e attraverso la condivisione, accrescere la
propria forza e la spinta nel perseguire i loro scopi.
La vastità della rete consente a tutti, anche a coloro che vivono in
piccoli centri abitati altrimenti facilmente riconoscibili, di confondersi e
disperdersi, di rimanere invisibili pur avendo un’intensa attività di scambio.
In un mare di informazioni tanto frammentato (già per una mente adulta e
matura è difficile riuscire a selezionare le informazioni che man mano si
acquisiscono attraverso una navigazione, anche casuale e a molti sarà
capitato di accedere involontariamente in siti a sfondo sessuale), il processo
44
di attivazione di parole chiave nella ricerca e la conseguente apertura di
link o pagine indesiderate è complessa ed apparentemente inspiegabile.
Per un bambino, la cui innata curiosità lo induce a ricercare sempre
nuove immagini, suoni e giochi, la rete può trasformarsi in un vero e
proprio labirinto senza uscita, dove, rischia di cadere nella trappola del
predatore, dalla quale difficilmente ne potrà uscire illeso.
Alla famiglia ed alle altre strutture educative spetta il vitale compito
di vigilare e guidare i bambini nella navigazione, evitare che si possano
perdere, ma soprattutto che possano imbattersi in qualcosa che sia dannoso
e pericoloso per la loro salute fisica ed emotiva, che divengano le prede di
un invisibile orco.
Il pericolo, non virtuale ma assolutamente reale, si può nascondere
anche dietro una semplice conversazione all’interno di quelle infinite
stanze chiamate chat.
Spesso la modalità d'approccio on-line è simile, nel senso che
vengono utilizzate tecniche comuni da pedofili diversi: iniziano subito a
creare un clima di fiducia e amicizia fingendosi coetanei dei bambini, si
assicurano più e più volte che il bambino sia solo o comunque che non sia
controllato da persone adulte; poi gradualmente introducono argomenti
sessuali, inviando a volte fotografie pedopornografiche per convincere il
minore che tali comportamenti sono normali e che gli altri bambini sono
sessualmente attivi; in seguito sondano la curiosità sessuale del bambino,
prescrivendogli compiti come compiere atti sessuali; l'approccio continua
poi via telefono o via e-mail, infine tenta di convincere il bambino ad un
incontro reale, faccia a faccia.
Anche se il fenomeno della cyber pedofilia, non è tipicamente
italiano, (circa l’80% dei quasi 80.000 siti pedofili identificati è
americano), l’Italia ne è ugualmente coinvolta. Lo dimostra l’attività della
45
polizia postale che sin dall’entrata in vigore della legge 269-2002 ha
portato ad una lunga serie di chiusure di siti pedo pornografici, nonché il
fatto che molti siti pedofili stranieri abbiamo tra le poche lingue
selezionabili l’italiano.
La tecnologia che ha portato alla diffusione di un’efficace
comunicazione tra pedofili e favorito nuove strategie di adescamento, ha
giocato un ruolo altrettanto importante nello sviluppo e nel commercio
della pedo pornografia.
L’uso delle telecamere e delle videocamere digitali ha eliminato il
rischioso passaggio dello sviluppo delle fotografie compromettenti.
In passato erano pochi i pedofili che possedevano materiale idoneo
ad una stampa fatta in casa, il grande costo rendeva questa pratica non
accessibile a tutti; ora, chiunque a modici prezzi e nella totale riservatezza,
può produrre materiale pornografico da scambiare, senza correre particolari
rischi.
Ma non solo, oggi è anche possibile riprodurre situazioni a sfondo
erotico che falsamente coinvolgono bambini non direttamente interessati, i
“falsi” vengono ricreati grazie a dei fotomontaggi attraverso i quali si
possono proiettare fantasie perverse senza sentirne il peso sociale,
stimolando nel tempo il desiderio di realizzare quanto immaginato e
riprodotto e favorendo un fiorente mercato nero.
La commercializzazione delle immagini a sfondo sessuale vede
coinvolte diverse tipologie di utenti, collezionisti privati, scambisti,
direttamente coinvolti in atti sessuali oppure solo semplici “amanti del
genere”.
Il materiale ricercato si divide per categoria ed ha un costo che
oscilla dai 100 euro a scatto fino a raggiungere i 35.000 euro.
Tipologie di materiale commercializzato
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Snipe: Immagini catturate all’insaputa delle piccole vittime in luoghi
pubblici, prive di riferimenti espliciti ad atti sessuali.
Poose: foto e video in cui i bambini assumono pose oscene, possono
essere di nudo integrale o parziale.
CP: immagini o video provenienti da collezioni private scattati o
girati all’interno delle abitazioni, comprendono ogni forma di immagine.
Snuff-movies: video con torture, stupri e violenze di ogni genere.
Necro-pedo: video in cui la povera vittima viene uccisa durante l’atto
sessuale.
Immaginare quali siano i possibili contenuti del materiale
commercializzato quotidianamente in rete, spaventa e terrorizza ogni
genitore ed ogni cittadino onesto.
Fortunatamente lo Stato, con accordi internazionali, e molte
associazioni mondiali di volontariato, si prodigano nel tentativo di
contrastare questa enorme piaga che investe le moderne società in tutto il
pianeta, eseguendo continui monitoraggi dello spazio mediale e dei siti in
esso presenti.
Una recente riforma all’interno dell’amministrazione della Polizia di
Stato italiana ha consentito di creare una sezione interamente dedicata al
contrasto del fenomeno della pedofilia on line.
Alcune delle organizzazioni internazionali a tutela dei bambini
presenti in internet sono:
• ECPAT ( child pornography and child prostitution in Asian tourism)
• ASACP (adult sites against child pornography)
• WACP (website against child pornography)
• EHAP (ethical hackers against pedophilia)
47
Ogni associazione ha creato un proprio sito in grado di fornire
informazioni adeguate all’identificazione di luoghi virtuali potenzialmente
pericolosi, ed è in grado
di fornire indicazioni utili alla prevenzione di pericoli, per i genitori
ed i tutori di minori.
I siti pedofili, contrariamente a quanto si può immaginare, si
presentano in modo estremamente piacevole, sfruttando il principio
dell’amore verso i bambini, cercando credibilità, inserendo link con siti di
associazioni umanitarie a difesa dei piccoli.
Un occhio poco attento, potrebbe non comprendere immediatamente
di essersi imbattuto in un sito gestito da un’organizzazione pedofila.
Coloro che praticano il sesso con minori credono fortemente nella
bonarietà della loro propensione, credono ad un sincero (ma deviato) amore
verso gli infanti. Attraverso internet esternano questa loro convinzione,
attivando un processo di elaborazione del pensiero, indispensabile a
ricercare consensi all’esterno del loro gruppo, elevando il livello di
accettazione sociale.
La navigazione in internet da parte dei bambini, deve essere
sottoposta al rigoroso controllo di un adulto, il quale deve sempre verificare
i percorsi mediatici compiuti (esiste anche un programma che consente di
verificare a posteriori tutti i siti aperti durante la navigazione) ed evitare
nella maniera più assoluta che il bambino sostituisca il computer, ed i suoi
contenuti, alla realtà
48
CAPITOLO VII
Aspetti della personalità del minore che sembrano favorire
l'approccio del pedofilo
Per quanto riguarda i casi di molestia registrati, dall'analisi delle
interazioni tra bambina virtuale e pedofilo emerge ad esempio che un
atteggiamento del ricercatore caratterizzato da curiosità, disinibizione e
propositività rispetto ai temi e alle azioni sessuali induce quasi sempre il
pedofilo a portare avanti l'interazione e spesso a ricercare un tipo diverso di
contatto (più stretto) con la minore che può essere telefonico o via E.mail.
Se il ricercatore che si era lasciato condurre in determinate aree della
sessualità decide ad un certo punto di interrompere l'interazione nella chat,
il pedofilo spesso lo invita a risentirsi ancora e prova a rimettersi in
contatto con lui per indurlo a proseguire la conversazione.
Evidentemente il pedofilo ritiene in questi casi che il rapporto con
questa tipologia di bambina sia promettente per i suoi scopi e quindi
opportuno da coltivare.
Se invece a chiudere improvvisamente il contatto è la bambina che
non ha mai assecondato il pedofilo allora questi, se lo ripristina, lo fa
soltanto per sfogare la sua rabbia.
A esporre maggiormente le ragazzine sia al rischio di molestie che a
quello di adescamento sembra quindi essere il desiderio e la ricerca di
entrare in contatto con
persone adulte, o comunque parecchio più grandi di loro, in quanto
portatori di esperienze e conoscenze che i loro coetanei non possono ancora
49
avere al fine di soddisfare la loro voglia di crescere e di conoscere quanto
prima il mondo.
Un altro aspetto della personalità del minore che sembra favorire
l'approccio del pedofilo è relativo all'aspetto fisico e al rapporto con il
corpo.
L'essere molto soddisfatti della propria immagine, il considerarsi
carino/a e l'avere, pertanto, poca o nessuna difficoltà, o magari provare
anche un certo piacere, a descriversi e/o ad inviare una propria foto quando
viene richiesto di farlo rappresenta indirettamente un fattore sfruttato dai
pedofili nel corso dell'approccio.
Durante le conversazioni in cui la bambina simulata dice di essere
considerata carina o comunque fa intendere di piacersi, l'eventuale pedofilo
appare subito più stuzzicato e preso dalla situazione.
In definitiva, secondo quanto sembra emergere dalle prime
esperienze di ricerca analizzate, rispetto ai tentativi di adescamento
sembrano essere più a rischio i bambini che avendo un carattere estroverso
sono molto disponibili a parlare di sé, dei propri stati d'animo e delle
proprie esperienze e a condividere con altri le proprie passioni.
Questo atteggiamento di apertura all'altro rende infatti al pedofilo
particolarmente facile condurre un'attività di indagine su quali siano gli
interessi e i gusti dei bambini, così da poter poi offrire loro oggetti e
situazioni di particolare attrattiva. In tutti i casi di molestia e di tentativi di
adescamento analizzati nel corso della ricerca il pedofilo si accerta che non
ci sia nessun adulto in casa, in qualche conversazione chiede anche più di
una volta se la bambina sia veramente sola e alcune volte si fa raccontare
(per essere sicuro) dove sono i genitori e quando ritorneranno.
Il fatto che il pedofilo si accerti sempre della condizione di solitudine
della bambina virtuale prima di avviare la conversazione sui temi intimi e
50
sessuali o prima di provare ad adescare il bambino induce a ipotizzare che
egli tenda a non rischiare, anche alla luce del clamore giornalistico in atto
sulla questione.
Caratteristica comune è il fatto che i pedofili tendano ad assumere
fin dall'inizio la conduzione dell'interazione e interrompano il contatto
soltanto con la bambina che non sa/non vuole farsi guidare.
Essi tendono sempre a cercare di mantenere un ruolo molto direttivo
mostrandosi apparentemente soddisfatti di tale ruolo.
Sulla base delle valutazioni sul comportamento adescante dei
pedofili si potrebbe sostenere che:
-
il pedofilo potrebbe aver bisogno di compensare sentimenti di
inferiorità, inadeguatezza e di ipersensibilità al giudizio
negativo (presenza di aspetti del carattere di tipo evitante) che
possono tradursi, nell'ambito delle relazioni intime e delle
prestazioni sessuali, nel timore di "non essere all'altezza" delle
aspettative altrui;
-
il pedofilo potrebbe cercare di proteggersi rispetto a sentimenti
di diffidenza e sospettosità nei confronti degli altri e rispetto a
percezioni di attacco alla propria persona (presenza di aspetti
del carattere di tipo paranoide);
-
il
pedofilo,
evidenziando
un
atteggiamento
di
inosservanza/violazione dei diritti degli altri, potrebbe avere una
"disonestà di fondo" che si traduce nell'usare una falsa identità,
nel mentire e nel raggirare, una mancanza di rimorso, una
tendenza a razionalizzare il danno compiuto ai danni dell'altro
(presenza di aspetti del carattere di tipo antisociale);
-
il pedofilo potrebbe mostrare una serie di aspetti problematici
della personalità rispetto ai quali adotta meccanismi di difesa,
51
copertura e compensazione decisamente maladattivi. La ricerca
di contatti con bambini, piuttosto che con adulti, si potrebbe
quindi spiegare con il bisogno, più o meno inconscio, di crearsi
rapporti interpersonali "protetti" nei quali, godendo di una
posizione di superiorità, egli si senta al "sicuro".
52
CAPITOLO VIII
“LE CONFESSIONI DEI PEDOFILI”
Jon Conte nel 1990, fece uno studio sui pedofili. Al termine del
quale emerge chiaramente come essi siano dei predatori a sangue freddo,
calcolatori, capaci di sfruttare la vulnerabilità delle vittime, l’eventuale
svantaggio familiare e sociale, e di come essi siano capaci di alternare le
buone maniere alle cattive a secondo di ciò che la situazione richiede.
Tale studioso prese un campione di 20 pedofili di sesso maschile e di
età compresa tra i 20 e i 60 anni e somministrò loro un questionario, dalle
risposte date si evincono le modalità con le quali i pedofili sceglievano le
proprie vittime e di come tale scelta non fosse dettata da casualità ma da
un’attenta analisi delle situazioni.
Ed infatti:
Alla domanda: “Quante sono state le sue vittime?”,
le risposte variano da un minimo di 1 ad un massimo di 40, con una
media di 7.3 . 18 mesi era la vittima più giovane. In molti casi la vittima era
imparentata con il pedofilo.
Alla domanda: “c’era qualcosa nell’aspetto del bambino che ti
attraeva?”
Nelle risposte alcuni indicavano soprattutto i tratti fisici (pelle liscia
e morbida, corpo snello, capelli lunghi, volto grazioso, aspetto femminile)
altri atteggiamenti e tratti del carattere: vivace, socievole e affezionato.
“Sentivo che era il soggetto ideale perché aperto e fiducioso”. “Mi attraeva
molto lo sguardo che era pieno di fiducia. Quando sono sospettoso non ti
53
guardano in faccia”, “Aveva un aspetto vulnerabile. Era insicuro. Si fidava
di tutti”.
Ed ancora, veniva poi chiesto ai soggetti “cosa ti spingeva a
sceglierne uno piuttosto che un altro?”.
Molti risposero dicendo di orientarsi verso i più deboli, quelli più
bisognosi di protezione e più facilmente circuibili. Ecco alcune delle
risposte: “Sceglievo il più giovane o quello che, secondo me, non avrebbe
parlato”, “Quello che cercava protezione. Quello che i fratelli e sorelle si
trascinano dietro come un peso. Quello a cui piaceva essere tenuto sulle
ginocchia, a cui piacevano le mie carezze, che si lasciava toccare senza fare
proteste e senza rivoltarsi contro”.
Ancora: “Capisco quando il bambino ripone fiducia in me: lo vedo
da come si muove, da come mi si rivolge e mi chiede le cose”, “Si capisce
se un bambino ha già avuto di queste esperienze, perché è più tranquillo e
remissivo quando si usano certe parole, si fanno delle allusioni o si
prendono delle iniziative”
Ed ancora un altro pedofilo dice:.
“Sceglievo gli isolati, quelli senza amici o trascurati e maltrattati,
perché questi bambini sono alla ricerca di qualcuno che si prenda cura di
loro”.
Alla domanda: “Dopo aver individuato una vittima potenziale,
pensavi alla possibilità di essere scoperto?”:
la maggior parte rispondeva affermativamente, spiegando come la
paura determinasse il modo in cui avvicinavano i bambini: “Si, avevo paura
di essere scoperto, perciò aspettavo il tempo e i luoghi giusti. È il motivo
per cui mi rivolgevo ai bambini di non più di 7 anni. Alcuni ne avevano 3 e
non penso che capissero cosa stessi facendo. Cercavo bambini che non
fossero in grado di riferire”, “Avevo paura per tutto il tempo che li tenevo
54
con me”, “Mi assolvevo pensando che non li stavo molestando, ma che
soddisfacevo una mia curiosità”.
Alla domanda: “Dopo aver identificato la vittima, cosa facevi per
convincerla a restare con te?”,
alcuni parlavano di regali, altri delineavano strategie diverse:
“Parlavamo, giocavamo insieme fino all’ora di andare a letto. Sedevo sul
letto n slip e valutavo le sue reazioni”, “Le facevo il solletico, ridevamo, la
toccavo. Con i bambini il contatto fisico è più importante della seduzione
verbale”, “Cercavo di essere simpatico: gli proponevo dei giochi, gli
mostravo attenzione, gli facevo i complimenti”, “Mi comportavo in modo
tale che si sentisse sicuro con me”, “Lo attiravo con qualche scusa: un
giocatolo, una cosa buffa o altro”, “Lo staccavo dagli altri”.
Domanda: li minacciava?
Risposte: alcuni rispondevano di si(gli bloccavo le braccia in modo
che non potesse andar via), altri rispondevano negativamente perché erano
preoccupati di perdere l’affetto della vittima.
Domanda: mi descrivi quale è il perfetto pedofilo?
Risposte: trascorrere molto tempo con il bambino, insinuarsi a casa o
portarlo in un luogo sicuro, fargli trovare materiale pornografico e parlargli
di sesso; ed ancora, per altri era l’essere simpatico e aperto, prendere
bambini poco seguiti dai genitori, con problemi o già abusati ed individuare
i punti deboli; dire ciò che si sta facendo è lecito, e se non si convince
bisogna usare le minacce o la coercizione fisica se è necessaria.
55
CAPITOLO IX
IL CRIMINALE ON LINE e POLIZIA POSTALE
Ciò che, in primo luogo, ha impegnato le Forze dell’Ordine è stato lo
studio di forme criminali nuove, rispetto a quelle tradizionali, che hanno
comportato la rivisitazione delle convenzionali
indagini in termini di
psicologia criminale.
Il criminale informatico non è un teppista della strada, non è il
mafioso tradizionale, non è il truffatore incallito.
Tale figura non rientra più nei paradigmi convenzionali che la
società aveva fatto propri: la tipologia di criminale virtuale comprende al
suo interno persone cd. “normali”, con un livello sociale e culturale medioalto, tendenzialmente non violente, che hanno una ridotta percezione del
crimine, dei danni che potrebbero causare e della possibilità di essere
scoperti e denunciati.
Potrebbe essere il bravo ragazzo della porta accanto, lo studente
modello, il dipendente timido: tutte tipologie di persone che non sarebbero
mai in grado di fare del male se avessero la loro vittima davanti: vengono
meno i freni inibitori, in quanto tra il soggetto agente e la vittima si
interpone in computer, attuandosi, in tal caso, la c.d. “spersonalizzazione”
nel reato.
Tutto questo si realizza, quindi, perché il soggetto agente ha una
minore percezione dell’illegalità e dei danni che il proprio comportamento
illecito può provocare, in quanto molti crimini informatici non sono
percepiti come tali dalla maggior parte dei criminali.
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Del resto, la stima, da parte dell’ autore degli illeciti, della possibilità
di essere scoperto e denunciato, è molto bassa: non ci si rende conto che la
Rete è costantemente monitorata dalle Forze dell’Ordine
La delineazione di tali nuovi profili di criminali, compresa quindi la
pedofilia on line, comporta una rivisitazione e una progettazione di nuove
strategie investigative e di prevenzione, anche con riferimento alle varie
tipologie di reati commesse con gli strumenti informatici.
Pedopornografia on line, truffe e frodi telematiche, hacking, attacchi
informatici, produzioni di virus, worm, malware, spamming, net-strike,
stalking, pirateria satellitare, informazioni illegali on line, violazione della
privacy: questi sono solo alcuni dei reati perpetrati per via telematica e che
la Polizia Postale si trova ogni giorno a dover fronteggiare, attuando
tecniche investigative sempre più sofisticate.
Per combattere tale fenomeno, l’art. 14, comma 2, Legge 3 agosto
1998, n. 269 ha demandato alla competenza esclusiva della Polizia delle
Telecomunicazioni la possibilità di attivare siti civetta su Internet,
realizzare o gestire aree di comunicazione o di scambio tramite chat o email, con la partecipazione alle stesse di agenti sotto copertura.
La Polizia Postale è l’unica delegata all’acquisto simulato di
materiale, per scoprire chi realmente si nasconde anche dietro un sito
contenete immagini pedo pornografiche.
In tal caso, gli agenti aprono un conto corrente intestato ad una
persona fittizia, facendosi poi rilasciare una carta di credito con la quale
acquistano il materiale illecito.
Individuato il conto corrente incriminato ed acquisiti i files di log, le
Forze dell’Ordine sono in grado di individuare il beneficiario delle
transazioni effettuate.
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Anche l’apertura di siti civetta è un espediente per scoprire i pedofili
nella Rete.
In tal caso esiste un software che è in grado di simulare
perfettamente l’identità di un bambino, con le caratteristiche linguistiche e
comportamentali dei minori ricompresi tra gli 8 e i 13 anni.
“Creato” il bambino virtuale da immettere in Rete, come esca ad
eventuali molestie e/o tentativi di adescamento, si sono stabiliti gli ambiti
delle indagini e le variabili da tenere sotto controllo.
Si è, infatti, convenuto un comportamento costante che il bambino
deve tenere nei vari collegamenti, anche in presenza di molestie verbali: in
tal caso il suo atteggiamento è caratterizzato da curiosità non eccessiva per
continuare la conversazione.
Una volta creato un contatto virtuale con il pedofilo,questo viene
mantenuto fino a quando non sia lo stesso a chiedere un incontro con il
bambino.
Si tratta di un fenomeno vasto, prevalentemente Europeo. Ed infatti,
sono proprio tali paesi i maggiori consumatori di materiali pedofili online
(il 61% del totale, secondo Telefono Arcobaleno); è di razza europea il
92%
dei
bambini
sfruttati;
sono
situati
in
territorio
europeo
(prevalentemente in Germania e Olanda) l’86% dei materiali pedofili
rilevati in rete e il 52% dei siti internet legati al pedobusiness.
Il pedobusiness, cresce in misura più che proporzionale rispetto alla
pedofilia on line, “indice del terribile meccanismo economico di
produzione/offerta/consumo che alimenta il circuito perverso e criminale
della domanda di nuovi materiali e della loro produzione e distribuzione”.
La fascia di età dei bambini maggiormente coinvolti va dai 7 ai 14
anni, anche se, purtroppo, è in aumento l’offerta di materiali
pedopornografici con immagini di bimbi anche molto piccoli”.
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Sempre più subdoli, inoltre, sono i sistemi di promozione dei siti
legati al pedobusiness, dal momento che si registra una sempre maggiore
presenza in rete di “masked files”, ovvero i filmati o le serie di foto in file
compressi, dissimulati e protetti, pubblicati nei moltissimi e multiformi
servizi di storage presenti in internet (prevalentemente tedeschi) e resi noti
in un passaparola virtuale a sua volta protetto e nascosto.
La promozione dei siti pedofili contamina inoltre sempre più spazi e
servizi internet del tutto estranei e ignari, anche appartenenti a aziende e
istituzioni, così come si moltiplicano
gli episodi di contraffazione di
marchi commerciali prestigiosi e noti.
Preoccupa inoltre, il fatto che il nostro Paese, che pure non ospita più
siti a carattere pedopornografico, risulta tra i Paesi maggiormente coinvolti
sul fronte della domanda e quindi della fruizione e dell’acquisto di
materiali illegali.
Le dimensioni globali di questo scambio impongono una strategia di
attacco basata, sul piano internazionale, sulla cooperazione giudiziaria e di
polizia e sul piano nazionale, su una azione di contrasto condotta in modo
coordinato da tutti gli organismi, pubblici e privati, che si occupano di
pedofilia. Andando per gradi:
in Italia:
la nostra nazione è stata tra i primi paesi ad adottare una normativa
specifica per contrastare lo sfruttamento sessuale dei minori in ogni sua
forma e aspetto.
Con la emanazione della legge 3 agosto 1998, n. 269 recante “norme
contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo
sessuale in danno dei di minori, quali nuove forme di riduzione in
schiavitù”, sono stati introdotti principi giuridici all’avanguardia rispetto al
59
quadro legislativo internazionale, ancora non omogeneo, rappresenta
tutt’ora un punto di riferimento per molti Paesi.
La legge, infatti, recependo le sollecitazioni provenienti da organismi
nazionali e internazionali e da varie associazioni di volontariato (Unicef,
Ecpat, Associazione Arcobaleno, Telefono Azzurro ed altre) delinea
precise linee d’intervento volte a contrastare:
A)  l’induzione alla prostituzione dei minori;
B) la produzione, diffusione e detenzione di materiale pornografico
coinvolgente minori;
C) il turismo sessuale all’estero in danno di minori;
La normativa prevede, infatti,specifiche sanzioni penali per ogni
condotta criminosa individuata.
Per l’elevato tecnicismo richiesto dalle attività su Internet e per
evitare confusioni e duplicazioni di indagini in una materia così delicata e
complessa come quella della pedofilia online, la legge affida, in via
esclusiva, così come ad inizio paragrafo delineato, al Servizio Polizia
Postale e delle Comunicazioni, organo del Ministero dell’Interno deputato
alla sicurezza delle comunicazioni ed al contrasto dei crimini informatici,
alcuni specifici poteri e strumenti investigativi.
Più precisamente, in analogia con quanto stabilito dalle normative a
contrasto del traffico di droga e di armi, per la repressione della diffusione
di immagini pedopornografiche su Internet e del turismo sessuale, viene
data facoltà al Servizio previa autorizzazione dell’AG:
- di effettuare acquisti simulati di materiale pedopornografico;
- di “navigare” nella rete Internet con agenti “sottocopertura”;
- di realizzare siti di copertura ed operazioni con agenti infiltrati,
quali ad esempio, la partecipazione ad iniziative di turismo sessuale.
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Vengono, inoltre, previsti, specifici strumenti processuali quali:
1) il differimento dell’esecuzione di atti di polizia giudiziaria
quali il sequestro e l’arresto;
2) la confisca e l’affidamento delle cose sequestrate agli uffici
di polizia procedenti.
L’importanza di questi istituti, investigativi e processuali, è del tutto
evidente se si considera che vengono consentite attività nelle quali
l’operatore di polizia ha la possibilità, prima di palesarsi, di raccogliere le
tutte le fonti di prova necessarie ad accertare l’effettiva violazione delle
norme che regolamentano tale delicata materia.
In concreto, grazie ai predetti strumenti, il Servizio della Polizia
Postale e delle Comunicazioni – che è articolato sul territorio in una sede
centrale e in 19 Compartimenti regionali - ha potuto conseguire sul piano
operativo importanti risultati.
In Italia il semplice possesso di materiale pedopornografico
costituisce reato e per i criminali coinvolti è prevista come pena accessoria
l'interdizione a vita dall'attività nelle scuole e negli uffici o servizi in
istituzioni o strutture prevalentemente frequentate da minori.
Dal 2 marzo 2006 ciò si applica anche a fotomontaggi, fotoritocchi e
in generale a immagini fotorealistiche realizzate utilizzando scatti o parti di
scatti di soggetti minorenni. Questo si applica per attività sessuali e
analoghe e anche se i fotomontaggi non ritraggono scene realmente
accadute.
Tuttavia, a differenza di altri Paesi, la legge italiana non si applica ai
disegni (per esempio shotacon o lolicon) che siano chiaramente
distinguibili come tali e non come fotorealistici: la legge infatti recita
chiaramente «Per immagini virtuali si intendono quelle realizzate
ritoccando foto di minori o parti di esse con tecniche di elaborazione
61
grafica…(omissis) la cui qualità di rappresentazione fa apparire come vere
situazioni non reali».
Il Ministero dell'Interno ha da poco costituito presso di sè il Centro
nazionale per il monitoraggio della pornografia minorile su Internet.
Lo scopo è di raccogliere segnalazioni, anche provenienti dall'estero,
sull'andamento del fenomeno in rete.
Dal 2001 l'Interpol ha raccolto e vagliato oltre 250.000 immagini
pedo-pornografiche reperite dal web. Secondo gli ultimi dati forniti dalle
forze dell'ordine, oltre il 70% di queste proviene da siti e spazi web e solo
una minima parte da spam, newsgroup e peer-to-peer.
Tuttavia, nonostante gli sforzi dei molti paesi che collaborano alle
indagini solo una cifra esigua di minori che subisce violenza viene
attualmente identificata.
Dai dati statistici emerge che le vittime sono ripartite tra bambini e
bambine. Oltre la metà sono bambine coinvolte in attività esplicite o che
subiscono evidente
violenza sessuale. Inoltre il 40% delle bambine e oltre il 50% dei
maschi ha un'età compresa tra i 9 e i 12 anni, il 10% del totale presenta
un'età addirittura inferiore.
La maggioranza delle vittime ha tratti Indo-europei e solo
secondariamente orientali.
I rischi maggiori, tuttavia, sembrano emergere in quegli ambienti al
di fuori delle indicizzazioni dei motori di ricerca, dove il materiale
condiviso risulta essere spesso prodotto con mezzi casalinghi e su vittime
vicine per familiarità o amicizia al loro carnefice. In tali ambienti, infatti, il
reato non è il solo possesso di materiale illegale, ma tale materiale risulta
evidente prova di violenze realmente attuate.
62
Da un punto di vista prettamente legislativo c'è la legge n.269 del 3
agosto 1998. Nel terzo articolo di tale legge recante Norme contro lo
sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo in danno dei
minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù, si afferma nell'art. 3:
Chiunque, al di fuori delle ipotesi di cui al primo e al secondo comma, con
qualsiasi mezzo, anche per via telematica, distribuisce, divulga o
pubblicizza il materiale pornografico di cui al primo comma, ovvero
distribuisce o divulga notizie o messaggi pubblicitari finalizzati
all'adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori degli anni diciotto, è
punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da lire cinque
milioni a lire. Inoltre: Chiunque, al di fuori delle ipotesi di cui ai commi
primo, secondo e terzo, consapevolmente acquista, detiene o procura ad
altri, anche a titolo gratuito, materiale pornografico avente ad oggetto
minori degli anni diciotto, è punito con la reclusione fino a tre anni o con la
multa da lire tre milioni a lire dieci milioni.
Con quest'articolo sono punibili per legge anche coloro che creano,
pubblicizzano e distribuiscono materiale pedo-pornografico e costringono
gli internet providers, ossia coloro che consentono a chi naviga in internet
l'accesso alla rete e mettono a disposizione i server dove vengono scambiati
i vari materiali, a collaborare con la polizia telematica.
Le pene previste vanno da un minimo di sei a un massimo di dodici
anni di reclusione e multe da 30 a 300 milioni. Inoltre chi fa commercio di
minori di anni 18 al fine di indurli alla prostituzione è punito con la
reclusione da 6 a 20 anni. Si applicano pene più gravi se questi reati sono
commessi nell'ambito familiare o riguardano ragazzi e ragazze di età tra i
14 ed i 16 anni. Tali sanzioni sono previste dalle norme di legge contro lo
sfruttamento sessuale dei minori approvate in via definitiva il 30 luglio
63
2000
dalla
Commissione
Speciale
Infanzia
del
Senato.
In Europa :
L’esperienza investigativa acquisita negli ultimi anni ha dimostrato
che il fenomeno della diffusione di materiale pornografico coinvolgente
minori assume immediatamente connotazioni di transnazionalità.
L’Unione Europea ha deciso di affrontare il problema attraverso una
maggiore uniformità da parte di ogni Stato Membro, della definizione di
pedo-pornografia
e
cercando
di
armonizzare
la
legislazione
sull’imposizione di pene all’interno di ogni codice penale nazionale.
Ovviamente non solo in Italia ma anche in altri paesi della Comunità
Europea le leggi riguardanti lo sfruttamento e la mercificazione dei minori
sono molto severe, ad esempio in Germania per lo sfruttamento dei
bambini e la produzione di materiale pornografico nonché la sua diffusione,
c'è una pena detentiva da 3 mesi a 5 anni. Lo stesso nel caso sia riprodotto
un atto sessuale con minori protagonisti. In Belgio vige una normativa in
base alla quale chi lucra sulla pornografia minorile o la produce è soggetto
ai lavori forzati da 10 a 15 anni. Detenzione da 5 a 10 anni, più multa da
500 a 10.000 franchi nel caso di sfruttamento di minori di 16 anni a fini
commerciali.
Pena detentiva da 5 a 10 anni più multa da 500 a 10.000 franchi per
chi espone, vende, affitta, distribuisce, fabbrica o importa materiale
pornografico con minori di 16 anni. Pena detentiva da un mese a un anno
più multa da 100 a 1000 franchi per chi detiene materiale pedopornografico.
Questi sono solo alcuni degli esempi che si possono addurre,
comunque sia vi è una tendenza in tutti i paesi d'Europa ad armonizzare le
politiche di intervento contro lo sfruttamento sessuale dei minori: Austria,
Finlandia, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Norvegia
64
hanno varato piani d'azione nazionali per affrontare il problema, anche se
mancano ancora informazioni e statistiche precise e molti paesi non
prevedono precise scadenze di attuazione e il coinvolgimento dei minori.
Le nuove strategie comunitarie, risultato di cambiamenti a livello di
legislazione nazionale possono essere riassunte, tenendo conto delle
differenze esistenti tra paese e paese, in 3 orientamenti principali: forme di
contrasto, forme di prevenzione e forme di assistenza. Per tutti il possesso
di materiale pornografico è considerato un delitto penale. Per tutti vale il
principio della perseguibilità extraterritoriale per i crimini sessuali contro i
minori e contro la pornografia infantile via internet sono state create delle
linee di controllo e di denuncia dei siti web.
Per questi in Italia, come in altri paesi, le istituzioni si avvalgono
della professionalità e le conoscenze telematiche degli hakers i quali con il
loro lavoro cercano di rimuovere ogni traccia di violenza e di abusi sui
minori in rete.
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CAPITOLO X
COME PREVENIRE IL FENOMENO
E' essenziale fare luce intorno ai mille volti della pedofilia on line,
analizzarne ogni singola espressione e comprenderne logiche e dimensioni,
anche allo scopo di calibrare ogni intervento preventivo e repressivo a
livello non solo nazionale ma internazionale
Com'è facilmente intuibile, l'assenza di mediazione sociale e quindi
di una identificazione visiva certa può rappresentare anche un elemento
facilitatore per lo stabilirsi di un contatto iniziale tra pedofilo e potenziale
vittima. Mentre la possibilità di recedere in caso di difficoltà nel corso di
una conversazione potrebbe rappresentare un vantaggio per quei tentativi di
vero e proprio adescamento che mirerebbero ad organizzare un vero e
proprio incontro off-line tramite Internet.
Ma c'è di più: per una persona abituata ad entrare nelle chat, che
conosce gli interlocutori più fedeli e le conversazioni che essi intrattengono
è facile sostituirsi ad uno di questi ed avviare un dialogo al suo posto con
un interlocutore che ignaro nutre nei suoi confronti fiducia e confidenza. A
questo punto diventerebbe quasi impossibile per il "titolare" dello
pseudonimo, ammesso che se ne accorga, avvertire dello scambio di
identità. Tutto questo, unito alla difficile controllabilità dei contenuti delle
comunicazioni on-line, rende Internet luogo di possibili rischi per i minori,
nel caso in cui questi non siano a conoscenza dei pericoli che corrono,
siano attratti per curiosità dalla possibile esperienza sessuale, e non siano
oggetto di una adeguata attività di controllo da parte dei genitori, adulti o
educatori di riferimento.
66
Uno degli obiettivi dei pedofili organizzati è dunque quello di
indebolire l’influenza che genitori e insegnanti hanno sui bambini, nella
pedofilia il pericolo maggiore è rappresentato non tanto dalle pratiche
sessuali in sé, quanto dalla reazioni di panico degli adulti e dalla penosità
del procedimento giudiziario.
Inoltre, nei casi lievi non è semplice stabilire ciò che è innocuo,
piacevole o opportuno per un bambino e ciò che invece turba il suo normale
sviluppo e resta “incluso nella sua psiche come un nodo irrisolto.
I punti cruciali restano la disparità di potere e di consapevolezza che
esistono tra l’adulto e il bambino: da un adulto, un bambino non si aspetta
altro che protezione e supporto.
Per proteggere i minori in Internet, è la stessa rete, ad offrire
diversi sistemi, anche se lo strumento migliore rimane l'educazione all'uso.
Certo, è la soluzione più impegnativa, ma senz'altro anche la più efficace.
Occorre che i genitori incoraggino i bambini e le bambine ad una
navigazione sicura. Occorre spiegare loro la cautela, nella comunicazione
ad altri dei loro dati personali, accompagnandoli nella navigazione e
incoraggiandoli a navigare con amici e fratelli più grandi, preparandoli
all'evenienza dell'incontro di cose sgradevoli e dannose sulla rete e
chiedendo loro di parlarne con i genitori, o con fratelli più grandi, occorre
avvisarli che le Chat Room, possono essere divertentissime, ma che occorre
essere protagonisti e responsabili e non subire passivamente situazioni di
disagio o fastidio.
Gli insegnanti dovrebbero inoltre assumersi la responsabilità di
segnalare alle famiglie i problemi dei bambini, mentre viene da domandarsi
se dovrebbero essere autorizzati a prendere decisioni in contrasto con le
famiglie stesse, in un'ottica che vede nel bambino un bene sociale e non un
proprietà privata dei genitori. Certo è che l'insegnante dovrebbe assumere il
67
ruolo di difensore esplicito del diritto della salute (fisica e psichica) del
bambini, senza arrivare necessariamente alla guerra con le famiglie, ma
promuovendo attivamente in esse, una presa di coscienza e, quindi, in una
necessaria azione decisa.
Per contrastare e prevenire il fenomeno, oltre alle attività svolte
dalle forze dell'ordine, occorre svolgere una efficace campagna di
sensibilizzazione/informazione sul fenomeno rivolta ai minori (nel rispetto
della loro maturità e del loro diritto di partecipazione ed informazione), agli
insegnanti e a tutti coloro che lavorano a stretto contatto con i
bambini/adolescenti.
Lo Stato dovrebbe quindi essere responsabile della realizzazione di
politiche idonee ad attuare tale azione e dovrebbe finanziare progetti rivolti
a perseguire tale obiettivo. Da parte delle Istituzioni occorre un impegno a
lungo termine e risorse per risolvere le cause originarie dell'abuso sessuale
sui bambini e per rafforzare le iniziative miranti alla protezione dall'abuso
tramite Internet da distribuire agli attori coinvolti nel contrasto al fenomeno
della pedo-pornografia
Ed infatti, affinché un pedofilo possa utilizzare Internet per cercare
soddisfazione alla sua perversione, si devono verificare particolari
condizioni come il possesso di un computer e di un modem, ed un loro
utilizzo disinvolto, essere in possesso di competenze di livello medio nella
navigazione, valutazione di acting-out positiva ecc. In assenza di tali
condizioni infatti, è presumibile che il soggetto-pedofilo continui a vivere
la sua perversione in un ambito non digitale, intrapsichico o all'interno di
uno spazio fisico limitato (la famiglia, il giro delle conoscenze, la strada).
Il problema da risolvere in realtà, gira intorno all'esigenza di
prevenire la pedofilia. E questo significa comprendere come possa una
persona diventare pedofilo ed evitare per quanto è possibile, che questo
68
avvenga. Significa fare in modo che i propri figli non corrano il rischio di
subire il fascino e l'attrazione perversa di un pedofilo. Significa
sensibilizzare tutta la società a guardare a questo problema come una
responsabilità di tutti, perchè occorre "spendere" un po' di se stessi per gli
altri, per vivere una speranza.
La vittima ideale di un pedofilo è un bimbo che non sa nulla di
questo pericolo, a cui non è stato detto niente e che, all’inizio dell’abuso, è
a disagio ma resta lì.
Il problema della pedofilia vede coinvolti diversi soggetti interagenti,
con i loro comportamenti e le loro finalità:
Essi sono anzitutto:
1. Il pedofilo. Il pedofilo desidera raggiungere la soddisfazione
sessuale e ritrovare la fiducia nelle proprie capacità sessuali attraverso il
rapporto con i bambini. Non si sente ‘malato’, tanto che difficilmente si
rivolge ad uno psicologo per essere curato. E’ invece perfettamente
consapevole di effettuare azioni illegali e pertanto si muove con
circospezione per mantenere segreti i suoi comportamenti;
2. I familiari del pedofilo. Spesso questi soggetti (generalmente la
moglie) sono a conoscenza del problema del loro congiunto, ma
preferiscono tacere in quanto temono che questo possa compromettere
l’accettazione sociale della famiglia;
3. I bambini: in assenza di azioni sessuali violente (e dolorose),
tendono talvolta a percepire l’esperienza pedofila come piacevole (in
termini di sensazioni fisiche e psicologiche) e non chiedono aiuto, nel
senso che non capiscono di essere sfruttati, manipolati e violentati, nel
corpo e nella psiche. In altri casi la situazione di abuso viene vissuta dal
minore come estremamente vergognosa e foriera, se scoperta, di gravi
sanzioni da parte dei familiari e del gruppo di riferimento. I pedofili
69
conoscono bene questo sentimento di vergogna sociale del bambino e, con
il loro comportamento, fanno di tutto per rinforzare questo sentimento con
specifiche strategie.
Possiamo parlare di prevenzione in un duplice senso:
-
Educazione per la Famiglia : spiegare al bambino a cosa va
incontro, non vietare totalmente lo strumento internet ma regolamentarlo,
posizionare il PC al centro della casa come una “risorsa” fruibile da tutta la
famiglia.
-
Educazione per il minore : attività di sensibilizzazione ai pericoli
potenziali, protezione con programmi appositi di riconoscimento di
“keywords” a carattere sessuale, spywere e altri pogrammi simili.
Per attuare queste politiche di prevenzione purtroppo non basta la
sola buona volontà dei professionisti che si adoperano in tali ambiti, ma è
necessario una presa di coscienza di tutta la società, e soprattutto
l’intervento concreto delle Istituzioni per sostenere progetti in questo
campo.
In internet possiamo trovare anche delle associazioni che
volontariamente collaborano con le agenzie di controllo istituzionale per
combattere la pornografia e la prostituzione minorile.
Anche a livello legislativo si è cercato di far fronte ai rischi già
esposti e alla necessità quindi di tutela dei minori con la L. 3 agosto 1998
n° 269 "norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia,
del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in
schiavitù". Questo decreto legislativo prevede tra l'altro per chiunque sfrutti
minori di anni diciotto per esibizioni pornografiche o per la produzione di
materiale pornografico la reclusione da sei a dodici anni più una multa da
cinquanta a cinquecento milioni. Attraverso l'art. 4 inoltre il legislatore
colpisce anche "chi dispone di materiale pornografico prodotto mediante lo
70
sfruttamento sessuale dei minori di anni diciotto". Chi viene trovato in
possesso di tale materiale viene punito con la reclusione fino a 3 anni. Tale
legge sottolinea inoltre che saranno puniti anche coloro che distribuiscono,
divulgano o pubblicizzano, anche per via telematica il materiale
pornografico.
Nella fattispecie i soggetti coinvolti sono diversi: chi realizza
l'opera, chi la riversa su un supporto digitale idoneo alla trasmissione
telematica, a chi la ospita e quindi la divulga, a chi consente l'accesso ad
essa, a chi la memorizza.
E' necessaria una sensibilizzazione al problema, con particolare
attenzione ai genitori la comunicazione fra genitori e figli e l'educazione a
un uso corretto e consapevole della Rete giocano un ruolo decisivo per il
successo dell'esperienza dei minori in Internet, occorre agire sul piano
culturale, ripristinando quello che è il valore della sessualità e intervenire
sulle politiche familiari.
Bisogna ascoltare i bambini, non lasciarli soli e spiegare loro, senza
spaventarli ma con determinazione, che ci sono adulti che possono fare del
male, che l'atto sessuale tra bambino ed adulto e' sempre sbagliato. I
genitori devono educare i figli a non avere segreti.
71
CONCLUSIONI
L'innovazione più sorprendente dataci da Internet è la sua capacità di
eliminare tutte le distanze con un solo click della mano, ha il merito o il
demerito forse, di superare tutti i confini tradizionali dello spazio e del
tempo. Lì dentro è possibile essere ciò che si desidera, lì dentro si è ciò che
si digita di essere.
La Rete oltrepassa i limiti consueti e chi utilizza un computer con
accesso a Internet è diventato cittadino del mondo; la comunicazione con
altri è agevolata, desideri e curiosità vengono liberate per riempire uno
spazio di vuoto e di solitudine.
E' una realtà virtuale parallela a quella reale dove ci si può
nascondere, dove menti deboli e malate s'incontrano, "parlano", quasi
sempre ignare della reale identità di chi si trova dall'altro capo del filo.
Il mondo virtuale è il regno della finzione, è il teatro dove chiunque
può portare in scena le proprie debolezze.
Il cyberspazio può consentire ad un pedofilo, inibito nella realtà
circostante, demonizzato dall'opinione pubblica e spaventato dalle
conseguenze dei propri impulsi, un acting-out e la liberazione della propria
perversione non vissuta sino a quel momento.
Al contrario della comunicazione faccia a faccia, dove è quasi
impossibile evitare un contatto fisico o relazionale, la Rete offre la
possibilità di nascondersi dietro un monitor e una tastiera, così freddi, così
poco umani e impalpabili. Tutto ciò che nel mondo reale viene
colpevolizzato, stigmatizzato e aborrito, nel cyberspazio sembra diventare
possibile e fattibile.
L'invisibilità annulla i preconcetti, dissolve gli imbarazzi e garantisce
maggiori libertà espressive rispetto all'interazione faccia a faccia. Tramite
72
Internet la persona emarginata all'interno della società, come il pedofilo, si
sente rassicurata dall'anonimato che il mezzo sembra offrire e dal vedere
tanti come lui provare i suoi stessi impulsi.
Mettendo in comunicazione pedofili di tutto il mondo, la Rete ha
offerto l'occasione di considerare essi stessi normali e normali le proprie
pulsioni, dando per di più la spinta a convalidare la propria sessualità.
Vedere tanti come lui, conduce alla reiterazione delle fantasie, alla
rimozione dei sensi di colpa e lo spinge sempre più oltre, alla ricerca di
soddisfazione.
Internet ha reso possibile lo sviluppo di una dimensione organizzata
della pedofilia, ha alimentato l'offerta on-line di azioni legate allo
sfruttamento minorile. E' una grande banca dati per chi vuole soddisfare e
appagare a livello visivo le proprie fantasie; l'uso di immagini, infatti,
materializza l'idea ossessiva e conduce alla reiterazione e al rinforzo della
perversione.
Il computer, poi, è ideale per i produttori di pornografia minorile
perché permette, appunto, lo scambio di materiale pedopornografico e di
creare immagini di bambini inesistenti impegnati in attività sessuali.
Tali immagini non sono solo promotrici di fantasie, ma rinforzano
l'attrazione che il pedofilo prova nei confronti dei bambini e il suo processo
di giustificazione.
Oltre ad offrire il presunto anonimato, l'utilizzo di Internet è
accompagnato da disinibizione on-line prima e off-line in seguito; il salto
dalla virtualità alla realtà può essere molto breve.
Nel mondo esterno è il corpo che comunica, lo sguardo, un gesto; nel
mondo telematico è la scrittura, sono le parole a descrivere una personalità,
a narrare una vita,
73
a raccontare una o tante bugie. E' facile mentire scrivendo ed è
semplice essere disinibiti, tanto al primo sospetto si può scappare via.
Tra le molte novità conseguenti la nascita di Internet s'inserisce
anche la cosiddetta information technology, importante perché ha
introdotto alcune modifiche alle tradizionali forme criminali, come frodi e
truffe, traffico d'armi, terrorismo, prostituzione; ha portato alla nascita di
nuove forme criminali, come appunto la cyberpedofilia, la diffusione di
virus informatici, il cyberterrorismo, truffe telematiche via e-mail; infine ha
alterato la percezione del crimine in quanto, interponendo il monitor tra
criminale e vittima, ha mutato la percezione della gravità del fatto
commesso, la percezione della vittima e la valutazione dei rischi di essere
scoperti e catturati.
La rete telematica offre però anche il grande vantaggio di poter
studiare da vicino, senza intermediari, i comportamenti dei pedofili nell'atto
di adescamento dei bambini attraverso le chat, lo stile comunicativo
utilizzato, le strategie di cui si avvalgono per infondere fiducia nel
bambino.
Gli studi sul campo evidenziano che l'atteggiamento del minore
gioca un ruolo importante nella possibilità di contatto da parte del pedofilo.
Sembra che bambini molto curiosi, disinibiti ed interessati a temi sessuali,
vengano contattati con maggiore facilità dal pedofilo, che cerca un
approccio di tipo diverso da quello telematico, più stretto, come quello
telefonico o via e-mail.
I bambini con un carattere estroverso, contenti di parlare di se stessi,
delle proprie esperienze e sentimenti, sembrano una preda più facile e più
ambita dal pedofilo, che inserisce argomenti molto attrattivi per catturare il
minore nella Rete. I bambini prescelti sono anche quelli poco controllati
dai genitori, che utilizzano il computer all'interno della propria camera e
74
non raccontano agli adulti, o forse non viene loro chiesto, cosa hanno fatto
tutto il pomeriggio chiusi tra quelle quattro mura.
Quello che fa il pedofilo on-line, è introdursi nella solitudine del
bambino, alimentare le sue lamentele sulla vita familiare; agisce in modo
da distanziare il minore dai genitori e portarlo dalla sua parte, come se
formassero un'alleanza del noi contro loro. Cerca di diventare il miglior
amico e il più grande confidente del bambino ignaro.
Il pedofilo telematico ama trovarsi in posizione dominante, sentirsi
competente agli occhi del bambino, avere di fronte persone che non sanno
ingannare, non sanno offendere e non sanno reagire in modo scortese o
violento
I vari studi effettuati sulla pedofilia on-line, hanno portato ad
ipotizzare alcuni tratti della personalità di questi individui. Il cyberpedofilo
ha bisogno di compensare sentimenti d'inferiorità, inadeguatezza e
ipersensibilità al giudizio negativo, ha un carattere evitante che potrebbe
essere interpretato come la paura di non potersi mostrare all'altezza delle
aspettative dell'altro; potrebbe esibire aspetti problematici della personalità
che cerca di nascondere adottando meccanismi di difesa maladattivi.
Cercare contatti coi bambini, anziché con adulti, si potrebbe tradurre
come la ricerca di rapporti interpersonali protetti, all'interno dei quali
sentirsi più sicuri.
Tutto questo non concede il permesso d'incriminare Internet in
quanto tale, ma le persone che lo usano o ne abusano per azioni immorali o
per dare libero sfogo alle proprie ossessioni e perversioni. In fondo il
computer è un oggetto inanimato, sono le persone a dargli un'anima
entrando on-line.
Non è la rete a creare i pedofili, che come abbiamo detto sono tali
ancora prima di accedere al web, ma possiamo tranquillamente sostenere
75
che ha potuto, a volte, slatentizzare una patologia preesistente che dormiva
nel fondo del mondo intrapsichico.
76
BIBLIOGRAFIA
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tecnologia, Magi 2004
- Contelmi T., Del Miglio C., Talli M., D’Andrea A., la mente in internet,
Piccin 1999
- Rapetto, U., Merola, V., Caporale, G., 1997, Genitori occhio a Internet!,
Roma, EPC
- Strano M, computer crime,Apogeo Milano
- Strano M., Pedofilia e pornografia su internet: quali rischi per i minori,
1998
77
SITI WEB CONSULTATI
www.criminologia.it
www.interno.it
www.poliziadistato.it
www.psycomedia.it
www.telearcobaleno.it
www.teleazzurro.it
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