Dall`assemblea costituente agli anni

Transcript

Dall`assemblea costituente agli anni
Cervesato Andrea
Pagina 1
Esame di Stato 2003 – 2004
Diritto
AREA DISCIPLINARE: DIRITTO
L’EVOLUZIONE DELLA COSTITUZIONE DALL’ASSEMBLEA COSTITUENTE
AGLI ANNI ‘80
Il compromesso costituzionale
La struttura e il contenuto degli articoli della costituzione italiana fu il frutto dell’incontro
delle idee e dei valori dei partiti presenti nell’assemblea costituente; i contenuti furono
l’incontro di ideali di ispirazione democratica, liberale, socialista e cattolica.
Questa unione di concezioni tra partiti fu definita “compromesso costituzionale” e fu un
punto di convergenza tra le diverse forze politiche che crearono una legge fondamentale
che potesse rispondere alle esigenze dei vari governi e delle varie maggioranze
parlamentari.
In quest’ottica vennero creati quei principi che garantivano la democrazia e nei quali tutta
la Nazione si poteva riconoscere. La costituzione fu firmata dall’allora capo di stato Enrico
de Nicola.
1947 - 1960: Il centrismo
Nell’immediato dopoguerra la situazione politica in Italia vedeva l’emergere di tre partiti di
massa che ebbero una parte predominante nel Comitato di Liberazione Nazionale e nella
composizione dell’Assemblea Costituente: Democrazia Cristiana, di ispirazione cattolica,
il Partito Comunista e il Partito Socialista.
L’evolversi della situazione internazionale e in particolare la
contrapposizione bipolare di Usa e Urss, ebbe effetti
dirompenti anche nel clima politico italiano.
L’Italia era sotto la zona d’influenza statunitense e, sotto la
pressione del governo Truman, nel 1947, De Gasperi (Dc)
provocò, con un pretesto, una crisi di governo che escluse di
fatto i socialisti e i comunisti dall’amministrazione
provvisoria.
Le elezioni del 18 Aprile 1948 videro la DC vincitrice con
quasi la maggioranza assoluta dei voti dopo una campagna
elettorale basata sull’alternativa secca tra la libertà e una
dittatura comunista. Per contro, il Fronte Popolare (comunisti
e socialisti) fece leva sulle difficoltà economiche provocate
Il manifesto della DC
da scelte liberiste del governo in carica.
alle elezioni del 1948
Un forte contributo alla vittoria democristiana lo diede la
gerarchia ecclesiastica che minacciava la scomunica a coloro che facevano parte di partiti
di matrice marxista.
Cervesato Andrea
Pagina 2
Esame di Stato 2003 – 2004
Diritto
1947 - 1960: Il centrismo (continua…)
Con queste elezioni cominciò l’era dei governi centristi caratterizzati dalla coalizione tra Dc
e altri tre piccoli partiti, il Partito Repubblicano, il Partito Socialdemocratico e il Partito
Liberale.
Questi anni furono anche caratterizzati dai contatti segreti tra la CIA e il SIFAR (servizio
segreto militare italiano) per eliminare il rischio di situazione politiche sfavorevoli quali
l’ascesa al governo del Partito Comunista. In quest’ottica ci fu la formazione
dell’organizzazione segreta chiamata Gladio in collaborazione con la CIA e munita di armi
e risorse dal governo statunitense che, evidentemente, voleva tenere sotto la propria
influenza l’Italia, data la sua posizione strategica-militare nel Mediterraneo.
Questi furono anni di grave, anche se non completa, non attuazione o ritardo
nell’attuazione della Costituzione durante i quali si mantenne, per certi versi, una
sostanziale e preoccupante continuità con le leggi del precedente Stato Fascista.
Infatti la Corte costituzionale venne istituita solo nel 1956 e il suo compito di “bonifica”
dell’ordinamento giuridico si protrasse per alcuni anni.
Nel 1958 fu istituito il Consiglio Superiore della Magistratura, organo fondamentale per
garantire l’autonomia e l’indipendenza dei giudici.
In Italia, inoltre, prese avvio il lento processo di integrazione europea con l’adesione alla
CECA (Comunità Economica del Carbone e dell’Acciaio) nel 1951 e alla CEE (Comunità
Economica Europea) nel 1957 con la firma del trattato di Roma.
1960 – 1976: il centrosinistra
Con il periodo del “disgelo” tra Unione Sovietica e Stati Uniti si assistette ad un
cambiamento nell’orientamento politico italiano che si concretizzò con un atteggiamento
più aperto verso le riforme.
Dal 1957, infatti, la DC operò un’apertura a sinistra nei confronti del Partito Socialista che,
insieme al Partito Socialdemocratico e Repubblicano, fece parte del governo detto di
“centrosinistra” quasi ininterrottamente fino al 1976.
Attraverso questa apertura la DC divise concretamente la sinistra isolando il PCI
all’opposizione e dando la possibilità al PSI di uscire da una sostanziale dipendenza dal
partito comunista.
Bisogna però ricordare che, in questo periodo, ad ogni elezione ci si chiedeva cosa
sarebbe potuto succedere con i comunisti al potere anche se il PCI aveva, ormai, una
visione delle cose diversa di quella di Mosca.
Un’eventuale ascesa al potere e al governo dei comunisti sarebbe stata, secondo alcuni
teorici, impossibile vista la partecipazione italiana al blocco occidentale; una vittoria
elettorale del PCI e un’eventuale governo di matrice comunista sarebbe stato comunque
sventato da Gladio.
Nel 1962, in attuazione dell’art. 43 della Costituzione, venne creata l’ENEL e
nazionalizzata la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica; nello stesso anno
venne anche innalzato l’obbligo scolastico all’età di 14 anni.
Cervesato Andrea
Pagina 3
Esame di Stato 2003 – 2004
Diritto
1960 – 1976: il centrosinistra (continua..)
Nel 1964, infatti, durante le consultazioni, il presidente della Repubblica ricevette al
Quirinale il capo del servizi segreti che gli illustrò il “Piano Solo”.
Si trattava di un colpo di stato che doveva essere messo in atto da combattenti addestrati
nella base di Gladio se, con l’entrata dei socialisti al governo, la politica italiana si fosse
spostata troppo a sinistra.
Il golpe non fu mai attuato ma la sua minaccia fu efficace per lungo tempo e impedì di fatto
l’attuazione di incisive riforme.
La contestazione studentesca e gli ideali di libertà del 1968 portarono, in Italia, a una
serie di lotte sociali che sfociarono nel cosiddetto “autunno caldo” del 1969.
Furono anni di grandi conquiste sociali come lo statuto dei lavoratori nel 1970 e la
disciplina del referendum abrogativo; vennero approvate anche leggi che istituivano
l’ordinamento istituzionale regionale (consiglio Regionale).
Come risposta alle conquiste sociali e ai mutamenti in corso si venne a creare, nelle forze
politiche di estrema destra, la tattica dello stragismo.
Questo periodo, infatti, è caratterizzato da gravi stragi come quelle di Piazza della Loggia
a Brescia nel 1974, l’ordigno esploso sul treno Italicus e la bomba della stazione di
Bologna nel 1980.
Sembra che questa strategia sia stata favorita
dall’intervento di Gladio e del SID (il nuovo
servizio segreto italiano) che continuavano a
ostacolare le riforme. Le bombe avevano lo
scopo di riportare l’elettorato, che si stava
spostando verso sinistra, nella direzione di
partiti più moderati e di centro.
Segni tangibili di questo modo di intervento
sono confermati dal piano “Tora Tora”, un altro
tentativo segreto di colpo di stato che nel
dicembre 1970 occupò le stanze del Viminale
per alcune ore, e la nascita della P2, una loggia
massonica segreta finanziata dalla CIA che
risultò coinvolta nella promozione e nella
attuazione di questo golpe.
Immagine della strage di Bologna
In questi momenti si giunse, tra l’altro,
all’approvazione di alcuni provvedimenti importanti quali la riforma fiscale del 1973 che
attuava l’art 53 della costituzione e la riforma del diritto di famiglia del 1975 che applicava
l’art.29 della costituzione che prevedeva la parità tra uomo e donna.
Cervesato Andrea
Pagina 4
Esame di Stato 2003 – 2004
Diritto
1976 – 1979: l’unità nazionale e il compromesso storico
Allo stragismo di estrema destra si oppose, sin dagli inizi degli anni settanta, il terrorismo
di sinistra articolato soprattutto nell’organizzazione delle Brigate Rosse che si schierava
contro le posizioni riformiste dei partiti italiani di sinistra e accoglieva la teoria della lotta
armata per la rivoluzione proletaria.
Il momento storico era anche caratterizzato da una grave difficoltà economica a causa
della crisi petrolifera del 1973 che aveva fatto lievitare i prezzi dell’energia e aveva dato
vita a un’inflazione galoppante.
Per far fronte a questa particolare situazione Enrico Berlinguer, segretario del PCI, maturò
l’idea del “compromesso storico” che consisteva in un avvicinamento tra i comunisti e la
Democrazia Cristiana, allora guidata da Aldo Moro. Egli, consapevole dei problemi che
portava una democrazia bloccata (clientelismo e lottizzazione politica), si trovò d’accordo
con Berlinguer e iniziò una collaborazione.
Inizialmente, questa nuova situazione non si
concretizzò in una partecipazione del PCI al
governo ma in una presenza comunista nella
maggioranza in parlamento. È questo il
periodo dei governi di unità nazionale che va
dal 1976 al 1979 composti da democristiani e
con a capo l’On. Andreotti.
Il passaggio finale di questo percorso sarebbe
stato l’ingresso dei comunisti nel governo ma,
nel Marzo 1978, quando Aldo Moro si recava
al parlamento per votare la fiducia al secondo
governo di unità nazionale venne rapito da un
commando delle Brigate Rosse che annientò
la sua scorta e lo rapì.
Dopo due mesi di prigionia l’On. Moro fu
assassinato e fatto trovare nel bagagliaio di
Aldo Moro durante la sua reclusione
un’auto nel centro di Roma.
Rimangono ancora oggi molte ombre su questo avvenimento della Repubblica Italiana
come, ad esempio, il coinvolgimento di Gladio (la stampante dei messaggi del commando
delle BR apparteneva, infatti, ai “gladiatori”).