conferenza stampa del 5.3.2009 sull`impianto di depurazione

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conferenza stampa del 5.3.2009 sull`impianto di depurazione
CONFERENZA STAMPA DEL 5.3.2009
SULL’IMPIANTO DI DEPURAZIONE LIQUAMI
DI OLMETO
1.
PREMESSA
L’impianto di Olmeto è entrato in funzione nel 1987 ed è stato uno
dei primi esempi in Italia di depurazione dei reflui zootecnici con
produzione di energia elettrica e di riutilizzo delle acque azotate a fini agronomici.
Per la sua costruzione ha usufruito di un finanziamento della Comunità Europea in quanto progetto, all’epoca, altamente innovativo.
L’impianto è stato realizzato in un’area caratterizzata dalla presenza di un elevato numero di allevamenti zootecnici (in gran parte suinicoli) di varie dimensioni, ciascuno dei quali, prima dell’impianto, necessariamente stoccava i reflui tal quali in un bacino adiacente per poi
smaltirli , senza alcun trattamento, sui terreni circostanti, con emissione di cattivi odori e possibile inquinamento del suolo..
La S.I.A. Società di Igiene Ambientale S.p.a. dal 1994 provvede alla gestione ordinaria dell’impianto per conto del Comune di Marsciano,
proprietario e titolare dei contratti di smaltimento con gli allevatori.
Per la valorizzazione dei fanghi in uscita al digestore, la SIA nel
2004 ha realizzato, con mezzi propri, un impianto di compostaggio
producendo così un fertilizzante organico oggetto di libera vendita e
molto apprezzato dagli utilizzatori.
2.
L’IMPIANTO
Le biomasse attualmente trattate nell’impianto anaerobico e rego-
larmente autorizzate sono le seguenti:
•
Liquami di allevamenti di suini (convogliate a mezzo di condotta
e a mezzo autobotti)
1
•
Pollina da ovaiole
•
Sangue di macellazione
•
Siero di latte dei caseifici;
•
Acque di vegetazione dei frantoi oleari.
Nella fase di trattamento aerobico dei fanghi (compostaggio) entra-
no anche le lettiere di allevamenti di tacchini, equini, bovini e ovini.
Dal 2000 al 2007 sono stati trattati anche i fanghi del depuratore
civile di Marsciano.
Dal processo di trattamento escono tre prodotti: il biogas,
l’ammendante organico e le acque azotate.
Per controllare il processo e verificare la rispondenza alle norme di
legge, la SIA si è dotata di un piano sistematico di analisi, effettuate
da un laboratorio certificato, che copre tutte le fasi del processo,
dalle biomasse che entrano nell’impianto, alle acque azotate stoccate in
laguna e all’ammendante che esce dal compostaggio
Il Comune di Marsciano provvede alle analisi dei fumi e del
biogas, così come prevede l’autorizzazione provinciale.
Il biogas viene utilizzato per alimentare tre motori, della potenza
complessiva di oltre 1.000 kW, che producono energia elettrica. Annualmente vengono prodotti più di 5 milioni di kWh che vengono immessi
nella rete nazionale. La potenzialità dei motori è superiore al biogas prodotto, ma se due motori sono fermi contemporaneamente per guasto
il gas in eccesso viene bruciato in torcia, apparecchiatura di sicurezza che scatta in automatico; se la fiamma non si accende si interrompe il flusso del gas e scatta l’allarme per il personale reperibile 24/24h
che provvede manualmente all’accensione.
Il biogas prima di essere immesso nei motori viene, in una apposita
sezione dell’impianto, depurato dall’idrogeno solforato (), un composto presente in piccole quantità, meno del 1%, che è combustibile per
cui bruciando nei motori o in torcia si trasforma in anidride solforica
(SO2). I fumi immessi in atmosfera quindi sono privi di H2S, vengono
analizzati periodicamente dal chimico Dott. Pietro Vitali e rientrano
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sempre nei limiti di legge.
L’ammendante organico, un prodotto molto apprezzato in agricoltura, non maleodorante, facilmente confezionabile e meglio conservabile,
è stato oggetto di uno studio del Dipartimento di Scienze Agrarie e
Ambientali dell’ Università di Perugia, responsabile del progetto il
Prof. Primo Proietti ed altri, per valutare gli effetti nell’oliveto e nella
coltivazione di olivi in contenitore in ambito vivaistico.
Lo studio ha verificato “l’assenza di fenomeni di fitotossicità a
carico degli olivi”, “una maggiore produzione di olive per pianta” e
“un aumento del peso fresco e secco del frutto senza riduzione del
contenuto percentuale in olio”.
La parte liquida, povera di carbonio e ricca di azoto sotto forma di
ammoniaca, viene stoccata in laguna, da cui viene ripresa per effettuare
la fertirrigazione. I numerosi anni di pratica, le sperimentazioni effettuate con la Facoltà di Agraria e le rese ottenute hanno convinto ormai i coltivatori della zona dei vantaggi economici ed agronomici dell’uso delle acque azotate in sostituzione dei concimi chimici. In primavera la pratica viene effettuate sulle culture in fase di accrescimento, in estate e autunno sulle stoppie a cui l’azoto si lega per essere poi disponibile per le
culture che verranno seminate.
L’impianto dispone di una estesa rete di tubazioni interrate e linee volanti che coprono una superficie di circa 2.000 ettari di proprietà
di diversi agricoltori. Lo spandimento è sempre stato fatto con ali piovane che spargono il liquido da meno di 1 metro di altezza per ridurre
l’emissione di aerosol nell’aria. Nella ricerca di continui miglioramenti del processo e di riduzione dell’impatto ambientale, nel 2008 è
stata acquistata l’attrezzatura necessaria per fare lo spandimento
mediante interramento a 20-30 cm di profondità con un ripper collegato alla tubazione interrata mediante manichetta flessibile.
Con tale sistema è possibile utilizzare una miscela delle acque azotate con il sedimento che si è depositato in laguna per decantazione nel
corso degli anni.
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La validità agronomica e la rispondenza alle norme vigenti della pratica utilizzata è confermata da una relazione tecnica dell’ Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Agraria, Dipartimento dei Scienze
Agrarie e Ambientali, Sezione di Chimica Agraria, a cura del Prof. Giovanni Gigliotti.
Le pratiche annuali di fertirrigazione sono sempre state effettuate
secondo le norme di legge. Le
autorizzazioni rilasciate dalle autorità
competenti e la individuazione dei terreni sono state curate da un professionista esterno, l’agronomo dott. Tobia Fiocchetti.
Tutte le nostre attività sono inoltre controllate e verificate puntualmente dall’ARPA che ha personale qualificato e strumenti idonei per
svolgere queste azioni.
Le affermazioni riportate dalla stampa e attribuite al
geologo
Gianluigi Rosatelli contrastano nettamente con i pareri dei tecnici
sopra riportati e la cosa non ci sorprende visto che derivano non tanto
dall’esperienza professionale dello stesso nel settore specifico, ma da
articoli scaricati da internet che non si adattano al nostro caso. Infatti
la pericolosità dell’idrogeno solforato è dedotta da un articolo sui rischi indotti da un futuro impianto di estrazione del petrolio che si dovrebbe costruire
ad
Ortona
in
Abruzzo
dove
“il
proposto
centro
di
idro-
desulfurizzazione è previsto essere un terreno di 12 ettari” “Il processo di
idro-desulfurizzazione avviene fisicamente in un reattore a temperatura
elevata, fra i 300 e 400 °C e sotto condizione di alta pressione, fra le 30 e
130 atmosfere”.
Tutte questioni che non c’entrano niente con il nostro impianto
di Olmeto.
Quanto poi al fatto che le acque azotate non siano idonee alla fertirrigazione, viene dedotto da un altro articolo relativo ad una prova fatta a
Bettona dove con le acque azotate sono stati irrigati 300 mq coltivati a
mais. Le due pratiche sono assolutamente diverse: noi fertirrighiamo il mais, ovvero usiamo le acque azotate per apportare le sostanze nutritive necessarie alle piante in fase di accrescimento, in sostitu-
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zione di concimi chimici a base di azoto, mentre nell’esperimento a Bettona il terreno è stato irrigato, ovvero le acque azotate sono state date
tutte le volte che le piante avevano bisogno di acqua.
Anche le norme di legge distinguono la pratica della fertirrigazione dalla irrigazione e prevedono limiti e metodologie differenti,
evidentemente il Geologo, quando afferma che i valori sono “superiori al
consentito”, ha confuso le due pratiche e le leggi di riferimento.
Nel nostro caso le acque azotate sono destinate alla fertirrigazione
secondo le pratiche e le metodologie previste dalle norme vigenti.
3.
CONCLUSIONI
Per concludere , riteniamo che la gestione dell’impianto sia sem-
pre stata improntata al rispetto delle regole, alla trasparenza di comportamenti ed allo spirito di servizio al territorio.
Dopo 20 anni di funzionamento è evidente la necessità inderogabile di un aggiornamento tecnologico per adeguare l’impianto alle esigenze attuali. In particolare è necessario :
-
ridurre l’azoto nelle acque in uscita per una migliore fertirrigazione ovvero fino al limite idoneo allo scarico diretto nel torrente;
-
adottare le migliori tecnologie per l’abbattimento degli odori, attraverso
il confinamento in zone controllate dei liquami in arrivo all’impianto;
-
rifare tutta la parte di generazione di energia elettrica, in modo da usufruire degli incentivi statali (certificati verdi) per la produzione di energia rinnovabile, che sono indispensabili per l’equilibrio economico della
gestione;
Negli ultimi anni, in tutta Europa e nel nord Italia, in quelle aree do-
ve l’attività zootecnica costituisce una attività imprenditoriale da
salvaguardare e sviluppare, sono stati realizzati centinaia di impianti
simili a quello di Olmeto, a dimostrazione che questo impianto è ancora
oggi “attuale” molto più di quando è stato concepito.
Non è nostro compito indicare quale futuro debba avere la zootecnia
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in Umbria, ma ribadiamo di essere sempre a disposizione per continuare a lavorare e dare il contributo che la collettività e le istituzioni ci vorranno richiedere per il miglioramento dei servizi e lo sviluppo sostenibile del territorio.
D’altra parte
l’operato della SIA è quotidianamente sotto gli
occhi di tutti i cittadini di Marsciano e degli altri Comuni del comprensorio relativamente al servizio acquedottistico e a quello dell’ igiene
urbana.
La cura, l’attenzione e la competenza professionale alla base
del nostro operato ci hanno permesso di fornire al territorio elevati
standard di qualità dei servizi resi : ne sono dimostrazione ad esempio
l’alta percentuale di raccolta differenziata ( tra le più alte a livello regionale) ed i servizi idrici perfettamente allineati alle previsioni della
carta dei servizi.
Lo stesso abbiamo sempre fatto e intendiamo continuare a fare per
il servizio di depurazione zootecnica.
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