stampanti - ITIS Euganeo

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stampanti - ITIS Euganeo
Autore:
Michele NASO
Classe:
QUINTA INFORMATICA (5IA)
Anno scolastico:
2005/2006
Scuola:
Itis Euganeo
STAMPANTI
Confronto tra le diverse tecnologie utilizzate dalle
stampanti.
Naso Michele – ITIS Euganeo
Stampanti
La suddivisione più generale tra le stampanti è:
1. Stampanti ad impatto
2. Stampanti non ad impatto
Le stampanti ad impatto utilizzano per la stampa un meccanismo a “martelletto” che battendo su un
nastro inchiostrato trasferiscono su carta i caratteri. Il meccanismo è simile a quello delle macchine
per scrivere elettroniche.
Le stampanti non ad impatto creano un’immagine su carta con altri mezzi.
Stampanti ad impatto
Le stampanti ad impatto possono essere classificate in:
• A Margherita oppure a testina ruotante
• Ad Aghi
A margherita o a testina ruotante
Queste stampanti possono riprodurre solo i caratteri stampigliati sulla testina che può avere la forma
di una sfera ruotante o la forma di una margherita formata da martelletti disposti come petali.
Con queste stampanti non si possono stampare grafici e sono molto lente e rumorose ed inoltre la
testina di stampa riproducendo i caratteri tipici dell'alfabeto di una nazione, deve subire una
"personalizzazione" secondo la nazione in cui è venduta. La qualità di stampa è certamente buona al
pari delle macchine per scrivere elettroniche ed è possibile stampare più copie contemporaneamente
dello stesso documento attraverso l’uso di carta copiativa e moduli duplicati.
Stampante ad aghi
Un’alternativa più flessibile alla stampante a margherita o a testina ruotante è la stampante ad aghi
che utilizzano degli aghi d’acciaio (in una testina di stampa) che battono velocemente su un nastro
d’inchiostro per formare i caratteri nel foglio sottostante, queste periferiche sono in grado di
riprodurre tutti i caratteri possibili ed immaginabili, così come linee ed elementi grafici. Più elevato
è il numero di punti resi disponibili nel processo di stampa, maggiore sarà la qualità della stampa.
Le prime stampanti erano caratterizzate da testine con 9 aghi, il che limitava il numero massimo di
punti utilizzati per formare i caratteri; in effetti, la qualità era abbastanza scarsa, perché erano
evidenti i singoli punti che formavano il documento stampato. Le stampanti ad aghi attualmente
hanno 18 oppure 24 aghi, in grado di generare un numero maggiore di punti per produrre stampe di
qualità prossima a quella delle macchine per scrivere, "NLQ" (Near Letter Quality), o analoga a
loro, "LQ ", (Letter Quality); queste periferiche garantiscono notevoli velocità in modo "draft",
(bozza), cioè modo di stampa economica che privilegia più la velocità che non la qualità.
Da un punto di vista costruttivo le attuali stampanti ad aghi sono così costituite:
• Testina di stampa a 18 o 24 aghi
• Cassetto o dispositivo per l'introduzione dei fogli singoli
• Dispositivo per l'alimentazione dei moduli continui
• Doppio sistema d’avanzamento carta uno a frizione (foglio trascinato da due rulli rotanti)
per i fogli singoli e l'altro a trattore (dispositivo dentato che aggancia il foglio proprio nelle
zone laterali che hanno dei fori) per il modulo continuo.
• Nastro inchiostrato inserito in un’apposita "cassetta
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•
Tasti per l'impostazione dei set di caratteri, la qualità di stampa, la densità di stampa e così
via, il tutto coadiuvato da una serie di LED, o da un display LCD, per verificarne la
configurazione.
Attualmente le stampanti ad aghi non sono le più vendute essendo state superate da quelle a getto
d'inchiostro e dalle stampanti laser, ma sono ugualmente presenti in moltissimi uffici dove
l’economicità dei materiali di consumo, nastri, poco costosi e la stampa di copie multiple (fino a 7)
rivestono un ruolo di primaria importanza. Quest’ultima proprietà è una caratteristica delle sole
stampanti ad impatto. Le stampanti ad aghi possono essere a 80 oppure a 136 colonne e quindi
danno la possibilità di stampare su tabulati di differenti larghezze.
La velocità di stampa nelle stampanti ad impatto si misura in "cps", cioè caratteri stampati in un
secondo. Le prime stampanti non erano particolarmente veloci ed avevano velocità di stampa dai
160 ai 400 cps in modo draft, oggi è possibile trovare prodotti in grado di stampare a più di 1100
cps in modo draft o 240 cps in modo LQ.
Figura 1
Stampanti non ad impatto
Le stampanti a non impatto possiamo riassumerle nelle seguenti due categorie
1. Stampanti a getto d’inchiostro
2. Stampanti laser
Stampanti a getto d’inchiostro o InkJet
Le stampanti a getto d'inchiostro furono introdotte sul mercato negli anni 80 unitamente alle
stampanti laser, ma solo in questi ultimi anni sono state in grado di acquisire fette di mercato
sempre più ampie relegando le stampanti ad impatto, che rappresentavano la tipologia di stampa più
diffusa, ad un settore di nicchia.
Il principale freno alla diffusione di queste periferiche dall'inizio della loro commercializzazione fu
dettato da molti fattori, quali:
•
•
•
•
Elevato costo dei materiali di consumo (cartucce).
Lentezza
Qualità di stampa superiore alle stampanti ad aghi ma nettamente inferiore a quanto offerto
dalle stampanti laser che pur avendo un maggior costo d’acquisto garantivano un costo di
stampa nettamente inferiore
Problemi legati alla manutenzione; frequenti otturazioni degli ugelli di stampa dovuti a
periodi lunghi di non utilizzo. Questo problema ora è, quasi del tutto, risolto grazie al
miglioramento degli inchiostri, delle testine di stampa e all’uso di dispositivi di parcheggio e
pulitura
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I fattori che hanno contribuito a determinare l'attuale successo commerciale sono:
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La possibilità di eseguire stampe a colori
Il basso costo della periferica
La silenziosità
Una maggiore qualità di stampa rispetto ad una stampante ad impatto
In commercio esistono varie tipologie di InkJet che si differenziano
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Per il numero massimo di colori gestiti contemporaneamente, che può andare da 1 a 6
Per la velocità di stampa
Per la risoluzione
Per il formato dei fogli: A4 oppure A3
Secondo il numero dei colori gestiti possiamo parlare di stampanti monocromatiche, a colori in
tricromia, o quadricromia e così via. E' bene precisare che quando parliamo di stampanti
monocromatiche o a colori in tricromia facciamo riferimento a stampanti di fascia bassa che sono in
grado di utilizzare una sola cartuccia alla volta e questa può essere di inchiostro nero, oppure a
colori con tre distinte tonalità, ciano, magenta e giallo; le periferiche di fascia media, o medio/alta,
sono invece dotate di un doppio supporto e quindi ospitano, contemporaneamente, la cartuccia di
inchiostro nero e a colori.
Il principio di funzionamento delle stampanti InkJet è abbastanza semplice dato che consiste nel
proiettare, con differenti tecnologie sviluppate dagli stessi produttori, delle minuscole gocce di
inchiostro sul foglio di carta sul quale rimarranno impresse dopo la successiva fase di essiccazione.
Le tecnologie adottate per “spruzzare” l’inchiostro sul foglio di carta sono sostanzialmente due:
• Tecnologia basata sul calore
• Tecnologia Piezo-Elettrica.
Tecnologia basata sul calore
Questa tecnologia, meglio nota come Bubble Jet, è stata ideata e sviluppata dalla società Canon. La
pressione necessaria a proiettare l'inchiostro sul foglio avviene tramite il calore; in pratica la goccia
d'inchiostro è riscaldata all'interno degli ugelli di stampa da un termo-resistore fino a formare una
bolla che espandendosi spinge l'inchiostro al di fuori degli ugelli; il vuoto lasciato dalla goccia
proiettata verso il foglio con una velocità di circa 5 - 8 m/s (tra i 18 e i 29 Km/h), richiama altro
inchiostro dal serbatoio. Il dispositivo riscaldatore è disattivato nell’attesa che il nuovo inchiostro
riempia nuovamente gli ugelli.
Questo tipo di tecnologia impone l'uso di particolari inchiostri termo-resistenti e il rispetto dei tempi
imposti dal transitorio termico che si crea nelle seguenti fasi:
• Riscaldamento dell’inchiostro
• Raffreddamento del dispositivo termico
• Riscaldamento della nuova goccia
Il transitorio è quello che condiziona maggiormente la velocità di stampa in funzione, ovviamente,
delle caratteristiche della testina di stampa. I documenti stampati presentano, in generale, un
caratteristico e leggero effetto "bagnato", poiché i tempi di essiccazione dell'inchiostro, a causa del
suo riscaldamento, sono in media più lunghi rispetto a quelli riscontrabili con altre tecnologie;
questo si traduce in una maggiore diffusione dell'inchiostro sulla carta comune e quindi in
risoluzioni di stampa inferiori. Canon ha recentemente sviluppato una tecnologia, denominata "PPOP", Plain Paper Optimized Printing, in grado di bloccare il processo di assorbimento e la relativa
diffusione dell'inchiostro anche su carta comune, migliorando sensibilmente la qualità delle stampe.
La tecnologia P-POP utilizza un liquido trasparente, specificatamente progettato, che solidifica nel
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momento in cui viene a contatto con quasi tutti i tipi di supporto. La sostanza nota come
ottimizzatore d’inchiostro, pre-riveste la carta proprio prima della proiezione dell’inchiostro che si
lega con l’ottimizzatore riducendo drasticamente il tasso di assorbimento dell’inchiostro
producendo come risultato delle stampe, sia a colori e sia in bianco e nero, nitide e luminose.
I maggiori produttori che utilizzano questa tecnologia di stampa sono Canon ed HP (HewlettPackard).
Tecnologia Piezo-elettrica
Questa tecnologia è stata sviluppata, ed è attualmente utilizzata, dalla società EPSON. È una
tecnologia elettro-meccanica fondata sulla caratteristica piezoelettrica di alcuni cristalli. Cioè sul
fatto che alcuni cristalli si possono elettricamente polarizzare se elasticamente deformati (effetto
piezoelettrico diretto) oppure, sul processo inverso, utilizzato per le stampanti basato sul fatto che
alcuni cristalli possono elasticamente deformarsi se sottoposti a particolari campi elettrici (effetto
piezo-elettrico inverso). L'inchiostro è inviato nella testina di stampa attraverso una particolare
camera che è a stretto contatto con l'elemento piezo-elettrico; qui, con appositi campi elettrici,
generati sulla base dei segnali inviati dal PC, si opera la deformazione dell'elemento piezo-elettrico
che si traduce in un aumento della pressione nell'inchiostro; quest'ultimo è proiettato, attraverso la
testina di stampa e gli ugelli, verso il foglio. Non essendo una tecnologia basata sul calore,
l'inchiostro arriva sul foglio a temperatura ambiente e quindi tende ad asciugarsi in tempi più
ristretti rispetto al processo termico, eliminando quasi del tutto l'effetto "foglio bagnato".
Sfruttando questa tecnologia possiamo ottenere gocce di ridottissime dimensioni, perfettamente
sferiche, in grado di asciugarsi rapidamente riducendo l'effetto diffusivo dell'inchiostro sul foglio a
vantaggio dell’elevata qualità di stampa anche su carta comune.
Velocità di stampa
Per le stampanti a getto d'inchiostro il discorso relativo alla qualità e velocità di stampa è molto
complesso ed articolato, perché è funzione di molti parametri quali: la tecnologia InkJet, del tipo di
carta utilizzato e dal tipo di stampa che si vuole realizzare, cioè testo o grafica, dal tipo di
inchiostro, e così via;
1. Come detto esistono due differenti tecnologie di stampa, la piezo-elettrica e la termica,
caratterizzate da altrettanto differenti testine di stampa; entrambi i processi presentano dei
limiti nella velocità con i quali riescono a formare la goccia di inchiostro, inviarla sul foglio
e rendersi disponibili per attivare un nuovo ciclo di lavoro. Questi limiti sono per il processo
termico il cosiddetto "transitorio termico", mentre per il processo piezo-elettrico, alle
vibrazioni che s’innescano al raggiungimento di valori limiti di frequenze con cui il
dispositivo piezoelettrico è "sollecitato" nel tempo. In pratica il numero di processi di
formazione delle gocce di inchiostro nell'unità di tempo limita il massimo valore della
velocità di stampa. Epson e Canon per incrementare la velocità di stampa hanno realizzato
testine con un elevato numero di ugelli, questo si traduce in un quantitativo maggiore di
inchiostro depositato sul foglio nell'unità di tempo e quindi una maggiore velocità di stampa
2. Altro aspetto da considerare è la movimentazione della testina di stampa abbinata al
processo di avanzamento del foglio di carta, cioè il cosiddetto passo verticale. Il problema è
di ottenere un’elevata precisione nel posizionamento della testina di stampa e di
conseguenza della goccia sul foglio, aspetto molto importante per realizzare stampe di
qualità. Si opera, in genere, limitando al massimo le inerzie e le vibrazioni delle parti in
movimento in funzione del tempo di formazione ed invio della goccia sul foglio, ed
utilizzando più motori per la movimentazione della testina e della gestione dei movimenti
del foglio in stampa (inserimento, espulsione, avanzamento)
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3. Un'altro interessante aspetto, legato anche al discorso qualitativo, è rappresentato dalla
capacità della testina di stampa di creare gocce di differenti dimensioni da quelle più piccole
di circa 3 pl (picolitri - (10)-12 litri, cioè un milionesimo di un milionesimo di litro) a quelle
più grandi di circa 30-35 pl secondo la stampante. Questo garantisce la possibilità di
regolare la velocità di stampa secondo il contenuto di ciò che stiamo stampando; le piccole
gocce assicurano un'ottima risoluzione e definizione dell'immagine, mentre le gocce più
grosse velocizzano il riempimento delle zona a colore uniforme, prive di sfumature e senza
particolari da evidenziare
Il perfezionamento di tecnologie e materiali per la stampa a getto d'inchiostro ha portato la velocità
su valori decisamente elevati, addirittura allineati a quelli di stampanti laser di classe media; i
migliori prodotti InkJet raggiungono velocità di 17 ppm (pagine per minuto) in stampe di testo in
B/N e in modo "bozza" (tipo il classico draft delle stampanti ad impatto) e di 13 ppm in stampe a
colori su foglio A4 e sempre in modo "bozza", quindi con risoluzioni pari a 300x600 dpi, (dot per
inch, punti per pollici) o 300x300 dpi secondo il tipo di stampante. Le stampe a colori di qualità
fotografica comportano tempi più lunghi attorno ai 70-80 secondi per pagina.
Figura 2
Materiali di consumo
I materiali di consumo sono costituiti dai ricambi di inchiostro e dalla carta di stampa.
L'evoluzione tecnologica delle stampanti consente di poter ottenere dei discreti risultati anche con
l'uso di carta comune, migliori risultati per stampe di testo, o testo ed immagini, sono comunque
ottenibili con le carte speciali per InkJet; che hanno un costo maggiore. In commercio abbiamo
diversi formati di carta per le stampanti a getto, tutti dai costi elevati ed utilizzati per svariati
impieghi, per citarne alcuni:
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Carte speciali per risoluzioni da 360 a 720 dpi per stampe testo, o stampe testo ed immagini
Carte speciali autoadesive
Carte fotografiche per biglietti da visita
Carta speciale a rotoli per realizzare striscioni
Carta speciale fotografica in differenti formati
Lucidi per proiezioni da utilizzare con lavagne luminose e così via.
Il costo elevato di questi supporti è dovuto al fatto che sono realizzati con particolari materiali che
garantiscono una limitata diffusione dell'inchiostro in fase di essiccazione, una maggiore resa
cromatica sulle stampe a colori, la possibilità di poter ottenere testi ed immagini molto meglio
definiti rispetto alla carta comune.
Altro materiale di consumo sono le cartucce di inchiostro il cui prezzo non è certo basso; questo è
comunque variabile da casa a casa e a seconda che si faccia riferimento ad inchiostro nero oppure a
colori. La variazione dei prezzi in parte è giustificata dal quantitativo di inchiostro presente, e
quindi dal numero di pagine che teoricamente possono essere stampate, e dalla tecnologia di stampa
adottata; è ovvio che una cartuccia che rende disponibile, oltre all'inchiostro, la testina di stampa
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avrà, in media, un costo maggiore rispetto a quelle che rendono disponibile solo ed unicamente
l'inchiostro.
Stampanti Laser
Le stampanti laser rappresentano il punto di riferimento per la qualità delle stampe di testo in B/N
(Bianco/Nero). La tecnologia utilizza, per il processo di formazione dell'immagine, una sorgente
laser controllata dal software in uso nel PC. Un’alternativa alla sorgente luminosa di tipo laser è
rappresentata dalle sorgenti LED. Le stampanti a LED sono molto simili alle laser sia per le
modalità di stampa che per la qualità che riescono ad ottenere.
In questi ultimi anni si stanno sempre più diffondendo stampanti LASER e a LED a colori che
grazie al perfezionamento della loro tecnologia costruttiva e dei metodi di fabbricazione hanno visto
una progressiva riduzione del loro prezzo di acquisto ed un contemporaneo miglioramento delle
loro prestazioni velocistiche e qualitative; in campi applicativi professionali possono rappresentare
delle ottime alternative alle stampanti a getto d'inchiostro rispetto alle quali, pur avendo un maggior
costo di acquisto, garantisco un minor costo di stampa per pagina e sono in grado di offrire degli
ottimi risultati, sia per quanto concerne la velocità di stampa e sia per quanto concerne la qualità,
anche nella stampa su carta comune.Queste stampanti consentono velocità fino a 12 ppm a colori in
formato A4, oppure 6 ppm a colori in formato A3, risoluzioni superiori ai 1200 dpi e facilità di
manutenzione.
Il principio di funzionamento è analogo a quello delle stampanti LASER o LED monocromatiche,
infatti, possiamo definirle come un insieme di stampanti monocromatiche, una per ogni singolo
colore e cartuccia di Toner, e la stampa avviene con la gestione separata dei 4 colori e quindi con un
numero di passaggi del dispositivo LASER o LED pari al numero dei colori base.
Principi di funzionamento delle stampanti LASER
Il principio di funzionamento delle stampanti Laser è abbastanza semplice: all'interno della
stampante abbiamo una sorgente laser che genera un fascio di luce concentrato ed una lente
prismatica, cioè una sorta di specchio rotante, in grado di indirizzarlo nei punti desiderati; questo
fascio colpisce puntualmente e con grande precisione un rullo di stampa ricoperto da uno strato di
materiale fotosensibile, cioè in grado di caricarsi elettricamente se eccitato da un fascio di luce. Lo
specchio è movimentato sulla base dei segnali che arrivano dal nostro PC, in modo tale da
"disegnare", per linee orizzontali, l'immagine sul rullo fotosensibile rotante. Il rullo elettricamente
caricato entrando in contatto con una finissima polvere denominata Toner, costituita da piccole
particelle di carbone e di resina, attira su di se queste particelle nelle zone caricate elettricamente
per poi depositarle, per contatto, sul foglio di carta. Con un successivo processo termico si fissa il
Toner al foglio; in pratica il foglio è fatto passare tra due rulli riscaldati ad alta temperatura in modo
tale che il calore fonda temporaneamente la resina contenuta nel Toner fissandolo sul foglio e dando
origine a stampe con un nero molto marcato e duraturo nel tempo.
Principio di funzionamento delle stampanti a LED
Nelle stampanti di tipo LED: al pari delle stampanti laser, la stampa avviene attraverso del Toner
fissato con il calore su di un foglio di carta. Nelle stampanti a LED abbiamo una barra fissa con
delle piccolissime lampade denominate "LED" (light emitting diode) che si accendono e spengono
caricando elettricamente il rullo di stampa; l'accensione o meno del LED dipende dall'immagine che
stiamo formando sul foglio e quindi dal fatto che il corrispondente punto sul rullo di stampa debba
essere o non caricato elettricamente per poi attrarre il Toner da depositare sul foglio.
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Principio di funzionamento di una stampante LASER o LED a colori:
A differenza delle unità monocromatiche nelle stampanti a colori il procedimento di stampa, o
meglio di formazione della pagina nel processo di stampa, è leggermente differente; la stampante è
caratterizzata dalla presenza di un supporto rotante nel quale sono alloggiate 4 unità di stampa. Cioè
dispositivi che contengono sia le particelle di Toner che il relativo rullo fotosensibile (unità
cartridge).
L'immagine si crea con la combinazione di particelle di Toner nei 4 colori base nero, magenta,
ciano e giallo. Un raggio laser, oppure LED a seconda della tecnologia adottata, è opportunamente
indirizzato sui rulli fotosensibili interni alle 4 unità cartridge presenti (Print cartridge), una per ogni
colore, e li carica elettricamente; in questo modo le piccole particelle di Toner contenute nelle unità
cartridge saranno attratte in queste zone elettricamente cariche depositandosi sui rulli.
Qualità di stampa
Andremo ora ad analizzare cosa s’intende per qualità di stampa in stampanti LASER e LED.
Nelle stampanti LASER e LED la stampa avviene per punti, dato che sia il fascio laser che la luce
emessa da un LED caricano elettricamente dei singoli punti sulla superficie del tamburo di stampa;
è ovvio che date le piccole dimensioni dei punti anche il risultato finale della stampa sarà
teoricamente buono.
Possiamo definire due differenti risoluzione: una reale, funzione delle caratteristiche della stessa
stampante e quindi dispositivo LASER o LED, del motore che governa l'avanzamento del foglio, e
così via, ed una virtuale ottenuta adottando particolari accorgimenti atti a migliorare l'effetto visivo
di quanto stampato.
Risoluzione reale
La risoluzione reale è funzione delle caratteristiche della stampante e del processo di stampa.
Per risoluzione intendiamo il numero di punti per pollice che vanno a formare il testo o l'immagine,
maggiore è questo numero maggiore sarà la qualità della stampa. La risoluzione si divide tra quella
orizzontale e quella verticale ed in genere è espressa come 300x300 dpi, o 600x1200 dpi e così via.
La risoluzione orizzontale, dipende principalmente dal sistema ottico adottato:
Stampante LASER
Dipende dal dispositivo laser e dal movimento dello specchio che deve indirizzare in modo
opportuno il fascio sul rullo; è ovvio che tutto è condizionato dall'elettronica della stampante e dalla
sua capacità di gestire l'accensione della sorgente laser nell'unità di tempo (frequenza di
accensione), dalla velocità con cui sono elaborati e poi inviati i segnali al dispositivo ottico, dalla
movimentazione dello stesso specchio
stampanti LED
Dipende dal numero di LED per pollice ed anche dall'elettronica della stampante
La risoluzione verticale dipende, per entrambi i tipi di stampanti, dal motore della stampante, e
quindi dall'avanzamento del rullo o passo dello stesso, nonché dalla possibilità di modificare in
modo opportuno la sua velocità di rotazione.
Risoluzione virtuale
La stampa avviene per punti e quindi possono manifestarsi problemi relativi alle scalinature delle
linee curve, sia per grafica che per testo, e quindi situazioni che fanno diminuire la qualità visiva
delle stampe; a questo proposito i vari costruttori hanno ottimizzato particolari algoritmi e tecniche
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di stampa in grado di migliorarne visivamente la qualità, rendendola confrontabile con quella
generata da stampanti di maggiore risoluzione hardware.
Vediamo su quali basi si fondano queste soluzioni:
In generale possiamo affermare che tutte le tecniche mirate al raggiungimento dell'obiettivo di
migliorare la qualità visiva delle immagini stampate vanno sotto il nome di "resolution
enhancement", ed hanno come caratteristica comune quella di gestire nel migliore dei modi sia la
dimensione dei punti sul foglio che la loro posizione. La domanda è: come si può agire per
raggiungere questo obiettivo? La risposta va ricercata nelle caratteristiche dello stesso processo di
stampa, cioè raggio luminoso che carica elettricamente un punto su un rullo di materiali
fotosensibile, e Toner che è attratto da queste zone elettricamente cariche; in pratica agendo sul
dispositivo laser, e quindi regolando l'accensione dello stesso, è possibile decidere la durata
dell'accensione e regolare di conseguenza la dimensione del punto sul tamburo; ad un tempo di
accensione inferiore corrisponde un punto di dimensioni più piccole e viceversa; allo stesso modo
anticipando o posticipando l'accensione della sorgente laser è possibile modificare la posizione del
punto sul rullo rispetto a quella inizialmente fissata. Combinando in modo opportuno questi due
effetti è possibile ridurre in modo significativo il classico effetto scalinato dei tratti curvi,
aumentano di conseguenza la qualità della stampa. Lo stesso discorso è valido anche per le
stampanti LED.
Le attuali velocità di stampa possono variare dalle 6 ppm (pagine per minuto) fino alle 60 e più ppm
per le stampanti di alto livello.
Materiali di consumo
I materiali di consumo sono il toner ed il rullo di stampa, oppure l'unità cartridge che include
entrambi.
Figura 3
Driver di stampa
Il driver è l’interfaccia tra la stampante e le applicazioni installate sul computer. Permette all’utente
di specificare diverse opzioni di stampa come:
• Orientamento della carta orizzontale o verticale
• Colore o bianco e nero
• Selezione cassetto carta: carta intestata, carta comune e così via
Le opzioni selezionabili dipendono dalla funzionalità e dalle opzioni installate sulla stampante. Il
driver di stampa che, dipende dal sistema operativo utilizzato, è fornito dal costruttore in un CD
assieme alla stampante. Il driver non solo funziona come interfaccia tra le applicazioni e la
stampante ma anche come traduttore . Infatti le applicazioni come Word e Excel,per esempio,
parlano un linguaggio diverso da quello della stampante che si chiama PDL, printer description
language. La traduzione è fatta automaticamente in modo trasparente per l’utente.
Linguaggi di pagina (PDL)
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Esistono differenti PDL per differenti tipi di stampanti. Quando furono introdotte le stampanti
LASER sul mercato ogni produttore creò il proprio PDL. Negli anni solo tre linguaggi sono
diventati standard di fatto.
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PCL (Printer Command Language) usato per la stampa di normali documenti di ufficio
PS (PostScript) usato principalmente per la stampa di documenti complessi contenenti
colore e/o grafici.
GDI (Graphical device interface): per documenti semplici, con testo e poca grafica.
PCL fu sviluppato da Hewlett Packard (HP) per la loro prima stampante laser. La prima versione fu
chiamata PCL3 e fu creato per stampare solo testo. Successivamente HP sviluppò PCL5e in grado
di stampare testo, grafici ed immagini. L’ultima versione è PCL6 che è più veloce nella conversione
dei linguaggi applicativi in PCL, ha una migliore qualità di stampa, supporta una migliore
risoluzione.
PostScript o PS fu inizialmente creato da Adobe per il mercato specialistico del design grafico e
della stampa a colori. Fu sviluppato per stampare testo, grafici e immagini. PS di livello 1 fu
introdotto con la prima stampante laser di Adobe. Con l’introduzione di nuove funzioni come
fascicolatura, formato A3 e stampa fronte/retro fu sviluppato PS livello 2. Recentemente è stato
introdotto PS3 che è più veloce nella traduzione e consente una qualità di stampa superiore .
PostScript è stato adottato da molti utenti che necessitano stampare a colori con alta qualità.
GDI fu creato da Microsoft come risposta a PCL e a PostScript. L a filosofia Microsoft che sta
dietro a GDI è :”Ogni stampante ha bisogno di un processore per convertire il PDL nel linguaggio
compreso dalla stampante”. Quindi bisogna aumentare il potere di elaborazione del PC e inviare
alla stampante un linguaggio che comprende, così la stampante non ha bisogno di un controller e
risulterà più economica. GDI funziona bene per documenti creati su piattaforma Windows ma ha
opzioni più limitate e rallenta notevolmente il PC durante la stampa di file voluminosi.
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Stampanti
Autore:
Michele Naso
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