L`impegno del sistema camerale a supporto delle politiche di genere
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L`impegno del sistema camerale a supporto delle politiche di genere
L’IMPEGNO DEL SISTEMA CAMERALE A SUPPORTO DELLE POLITICHE DI GENERE PORDENONE 7 MARZO 2014 Camera di commercio Claudia Samarelli - Unioncamere L’IMPEGNO DEL SISTEMA CAMERALE PER PROMUOVERE LA PARITA’ DI GENERE Principio posto dalla riforma del 2010 (Decreto Legislativo 15 febbraio 2010, n. 23) Gli statuti stabiliscono criteri per: - assicurare condizioni di pari opportunità - per promuovere la presenza di entrambi i sessi negli organi collegiali. Così cita all'art. 3, comma 2 della legge 580 riformata, prevede che lo statuto stabilisce «norme per assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e donna ai sensi decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 e per promuovere la presenza di entrambi i sessi negli organi collegiali delle camere di commercio, nonché degli enti e aziende da esse dipendenti» L’IMPEGNO DEL SISTEMA CAMERALE PER PROMUOVERE LA PARITA’ DI GENERE ATTUAZIONE DEL PRINCIPIO Regolamenti attuativi per la nomina del Consiglio camerale (art. 10, c6 del decreto MiSE n. 156 del 2011) cita «Gli statuti camerali prevedono che le organizzazioni imprenditoriali, o loro raggruppamenti, ai quali spetta di designare complessivamente più di due rappresentanti, individuano almeno un terzo di rappresentanti di genere diverso da quello degli altri.» **** Per gli altri organi collegiali (Giunta e Collegio dei revisori) rimane l’autonomia delle Camere nel definire norme specifiche per garantire la presenza di entrambi i generi negli organi. L’IMPEGNO DEL SISTEMA CAMERALE PER PROMUOVERE LA PARITA’ DI GENERE Risultati ad oggi 29 Camere di commercio rinnovate - La presenza di donne nei Consigli camerali alla data del 30 ottobre è del 22,13% (a fronte di circa il 5% nel 2011 come totale Italia, rilevato dall’Osservatorio Camerale). Sono 176 donne su complessivi 795 nuovi consiglieri camerali. - Le donne nelle Giunte Camerali rappresentano la quota di genere del 15,67% a fronte di circa il 2% nel 2011 come totale Italia, rilevato dall’Osservatorio Camerale. Sono 37 le donne su 236 membri di Giunta camerale. PROTOCOLLO DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE CON MISE E DPO A feb 2013 l’Unioncamere ha rinnovato l’impegno con il governo (Ministeri dello Sviluppo Economico e Dipartimento per le Pari Opportunità) per il nuovo protocollo triennale che rinnova l’intesa e conferma l’impegno volto a rafforzare il ruolo della donna nelle politiche di sviluppo del Paese attraverso il Comitato imprenditoria femminile delle Camere di commercio Art. 4 Ruolo del Comitato Nell’ambito della “mission” della Camera di commercio, il Comitato si propone quale soggetto attivo dello sviluppo locale con l’obiettivo prioritario di promuovere e sostenere la nascita ed il consolidamento delle imprese femminili e contribuire, in questo modo, all’occupazione, alla “crescita” e all’aumento di competitività dei sistemi produttivi locali e del Paese. PROTOCOLLO DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE CON MISE E DPO Art. 5 Funzioni dei Comitati tra cui • Operare, nell’ambito della programmazione delle attività camerali e d’intesa con le camere, per lo sviluppo e la qualificazione della presenza delle donne nel mondo dell’imprenditoria secondo i principi del mainstreaming e dell’empowerment; • partecipare alle attività delle Camere coniugando lo sviluppo dell’imprenditoria locale in un’ottica di genere; • costruire relazioni con il mondo dell’istruzione e della formazione, comprese scuole, Università e Istituti di ricerca per promuovere progetti innovativi che favoriscano le pari opportunità e in particolare valorizzino e qualifichino le imprese gestite da donne; • coinvolgere gli stakeholder locali, per far confluire nella programmazione camerale obiettivi inerenti la promozione delle pari opportunità e le politiche di genere. IL BILANCIO DI GENERE NEL SISTEMA CAMERALE IL lavoro svolto in merito al Bilancio di genere è realizzato con il coinvolgimento, in fase di impianto metodologico e sperimentazione, di alcune Camere di commercio (Ancona, Bergamo, Campobasso, Crotone, Prato, Pordenone, Salerno, Terni). Il Bilancio di genere è uno strumento che fornisce una chiave di lettura dell’operato di un’organizzazione, la quale, pur agendo apparentemente in maniera “neutra” nei confronti dei propri stakeholder, in realtà produce effetti differenziati sugli uomini e sulle donne. Esso consente di analizzare, classificare, valutare e rendicontare le voci di bilancio e le politiche di un ente secondo aree direttamente o indirettamente “sensibili” secondo la variabile di genere. Il Bilancio di genere è richiamato nel D.lgs 150/2009, là dove viene menzionato tra gli strumenti previsti nell’ambito del Ciclo della performance ai fini del miglioramento e dell’efficienza delle amministrazioni pubbliche. MONITORAGGIO SULLE AMMINISTRAZIONI CHE HANNO AVVIATO IL BILANCIO DI GENERE (dato al 2010) Sono le Pubbliche amministrazione che hanno adottato nel 2010 (ultima rilevazione fatta) sull’adozione del bilancio di genere. Ad oggi hanno sviluppato progetti o iniziative di genere in Italia 6 Regioni, 27 Province e 24 Comuni. MONITORAGGIO SULLE AMMINISTRAZIONI CHE HANNO AVVIATO IL BILANCIO DI GENERE (dato al 2010) Regioni: Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte Province: Alessandria, Ancona, Bologna, Bolzano, Catanzaro, Chieti, Ferrara, Firenze, Forlì, Genova, Gorizia, Grosseto, La Spezia, Livorno, Macerata, Massa Carrara, Milano, Modena, Parma, Perugia, Pesaro e Urbino, Pescara, Roma, Savona, Siena, Torino, Venezia Comuni: Aci Bonaccorsi, Alessandria, Aosta, Bari, Bologna, Collegno, Corsico, Cuneo, Ferrara, Firenze, Fossano, Genova, Lodi Vecchio, Monfalcone, Novi Ligure, Pesaro, Pinerolo, Rimini, San Filippo del Mela, San Giuliano Terme, Sestri Levante, Siena, Torino, Vercelli INDICATORI DI PARITA’ DI GENERE Il Sistema camerale, andando oltre il richiamo normativo a seguito del quale è stata avviata l’attività sul bilancio di genere, ha da subito riconosciuto l’importanza della funzione quale leva di crescita organizzativa e culturale, consapevole del fatto che garantire pari condizioni sia un elemento di equità ma anche di efficienza e sviluppo. Sono stati dunque messi a punto e sperimentati alcuni strumenti coerenti e integrabili con gli altri processi gestionali delle Camere di commercio. Questi, visualizzabili e scaricabili dal portale, sono strutturati per finalità di utilizzo (anche tenendo conto delle imminenti scadenze a carico della Camera di commercio in primis il Piano della performance triennale). INDICATORI DI PARITA’ DI GENERE L’obiettivo è stato quello di mettere a disposizione un patrimonio di conoscenze e una strumentazione pratica per approcciare i temi delle politiche di genere e della loro successiva rendicontazione agli stakeholder rilevanti in ottica di genere, fornendo al contempo stimoli e sollecitazioni per far crescere la “cultura” in questo ambito. A seguito del lavoro sul Bilancio di genere quindi Unioncamere ha messo a disposizione una serie di indicatori, un dataset contenente dati statistici estrapolati da fonti varie che consentono elaborazioni funzionali a realizzare l’analisi di contesto socio-economico. Queste sono strumentali alle fasi di analisi e elaborazione per il Bilancio di genere ma anche di altri report . INDICATORI DI PARITA’ DI GENERE Gli indicatori sono organizzati in “Cruscotti”, ossia in fogli di calcolo nei quali è possibile interrogare e consultare quelli inerenti alla regione d’interesse. I dati sono riferiti al periodo temporale più recente all’epoca della rilevazione e sono organizzati secondo 6 item di analisi: • demografia e struttura familiare • capitale umano • mercato del lavoro • imprenditoria • welfare locale • empowerment di genere INDICATORI DI PARITA’ DI GENERE Demografia e struttura familiare L'analisi dell'andamento demografico e della struttura familiare serve a individuare le differenze di genere che insistono nei diversi ambiti della vita della popolazione. Questo tipo di rappresentazione è indirizzata verso una corretta definizione del concetto di differenza di genere, originata dai diversi ruoli assunti dalle donne e dagli uomini nella vita privata per propagarsi poi all'esterno nella vita professionale, sociale e pubblica. Le variabili di genere vanno declinate rispetto all’età, alla natalità e mortalità, al bilancio demografico, alla composizione familiare. INDICATORI DI PARITA’ DI GENERE Capitale umano L'analisi di genere del capitale umano si concentra sul livello di istruzione della popolazione provinciale. Le variabili in questo caso sono declinate secondo il livello di istruzione, il numero di iscritti, diplomati e ripetenti alle scuole secondarie superiori per indirizzo, il numero di iscritti all’università e laureati per facoltà. L’approccio di genere applicato all’analisi del livello di istruzione della popolazione sviluppa e approfondisce una molteplicità di aspetti legati alle differenze tra donne e uomini. Le dinamiche che dovranno essere approfondite alla luce dei dati statistici potranno portare ad alcune riflessioni, partendo dalla consapevolezza che il livello di istruzione è fondamentale per colmare il divario sociale ed economico tra i generi: un maggiore grado di istruzione consente di accedere al mercato del lavoro in posizioni migliori e con maggiore stabilità. INDICATORI DI PARITA’ DI GENERE Mercato del lavoro L'analisi del mercato del lavoro consente una lettura della concentrazione della forza lavoro maschile e femminile del territorio e del bacino potenziale di lavoratori disponibili per l'imprenditoria locale. Sono riportate anche informazioni di tipo qualitativo dell’analisi del mercato del lavoro per mettere in evidenza le principali dinamiche occupazionali che la letteratura di genere ha individuato in: segregazione orizzontale, segregazione verticale, maggiore precarizzazione, maggiore presenza di uomini nell’imprenditoria e nel lavoro autonomo, differenziali salariali, strategie di conciliazione. INDICATORI DI PARITA’ DI GENERE Imprenditoria femminile Una riflessione viene dedicata all'analisi di genere del fenomeno imprenditoriale. Vengono approfondite le ricerche svolte sull'imprenditoria in generale e su quella femminile in particolare. Grazie a queste, è possibile approfondire il legame tra le dinamiche imprenditoriali e la condizione familiare. Le dinamiche indagate permettono di cogliere le stesse peculiarità rilevate relativamente al mercato del lavoro, che si trovano riprodotte: la segregazione orizzontale rispetto ai settori di attività economica, la segregazione verticale rispetto alla presenza di donne nelle cariche societarie. Approfondimenti importanti possono essere ancora riferiti a una riflessione sulla natalità e mortalità delle imprese femminili, sul fatturato medio per settore. Alle statistiche di genere riguardanti dati quantitativi, può essere utile affiancare, ove disponibili con declinazione territoriale, studi sulle condizioni professionali e di vita delle donne imprenditrici condotti nei rispettivi contesti locali. INDICATORI DI PARITA’ DI GENERE Welfare locale Nell'ottica di genere una valutazione del welfare territoriale, prodotto dall'integrazione dei servizi socio-sanitari regionali, provinciali e comunali, è di fondamentale importanza per comprendere le dinamiche che incidono in misura significativa sulle possibilità di sviluppo imprenditoriale femminile e sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro. L'analisi del welfare è dunque indicativa della sensibilità del territorio verso le tematiche sociali e di conciliazione, ma non va trascurato che queste rilevazioni sono importanti anche per definire il sistema di servizi pubblico-privati che sostiene le imprenditrici e gli imprenditori nel conciliare il lavoro con gli impegni familiari, e anche per sottolineare le maggiori opportunità imprenditoriali e occupazionali che un territorio con un sistema di welfare locale sviluppato può offrire. In particolare, è stata richiamata la relazione tra lavoro retribuito e non, il ruolo fondamentale che l’intervento pubblico e il welfare locale rivestono per creare le condizioni ambientali favorevoli alla crescita dell’occupazione e dell’imprenditoria femminile che sostengono la conciliazione vita-lavoro. Non è un caso infatti che i territori con il più alto tasso di occupazione femminile sono quelli che possono vantare il welfare locale più efficiente. INDICATORI DI PARITA’ DI GENERE Empowerment di genere Il livello di empowerment femminile raggiunto è un parametro utile per valutare la capacità di un territorio di valorizzare adeguatamente sia i talenti maschili che femminili. Si offre qui una lettura del territorio riferita alle principali cariche istituzionali, politiche e di potere proposte secondo la prospettiva di genere. Così come si riportano i dati relativi ai dirigenti iscritti all'INPS nel territorio, con un particolare attenzione all'incidenza della componente femminile INDICATORI DI PARITA’ DI GENERE I dati sono reperiti in banche dati di diversa provenienza (sistema camerale e altre fonti) che trovano in questa sede sistematizzazione organica. Gratuitamente consultabili nella sezione “Indicatori parità di genere” del portale http://www.imprenditoriafemminile.camcom.it/ L’interrogazione del database può essere fatto modificando le variabili LA CSR NEL SISTEMA CAMERALE Le Camere di commercio sono coinvolte con le Regioni, le Amministrazioni centrali oltre che con le Associazioni imprenditoriali e sindacali e gli altri portatori di interesse per mettere in campo, come già facevano, un sistema a rete multistakeholder per la diffusione della RSI, declinando gli approcci e gli strumenti gestionali di CSR . Il Sistema camerale e le Camere di commercio sono menzionate all’interno dell’ all’Action Plan predisposto dal Governo italiano . Grazie a quest’ultimo nei prossimi anni proseguirà la diffusione di comportamenti etici e responsabili nelle imprese e nel sistema e l’azione pubblica si concentrerà nel 2012-2014 sulla creazione di valori condivisi per l’assunzione di una reale politica multistakeholder. COMITATI UNICI DI GARANZIA Anche presso le Camere di commercio sono presenti i Comitati unici di garanzia. L’art. 21 della Legge 4 novembre 2010 n.183 – cd. Collegato al lavoro- novellando l’art. 57 del Decreto Legislativo n. 165/2001, ha previsto la costituzione, presso le Pubbliche Amministrazioni di cui all’art. 2 del D.lgs. 165/2001, del “ Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni”, che sostituisce, unificandoli, i Comitati per le Pari Opportunità e i Comitati Paritetici sul fenomeno del mobbing. Le modalità di funzionamento sono disciplinate dalle linee guida contenute nella Direttiva del 4 marzo 2011 emanata dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione e il Ministro per le Pari Opportunità. • Ad oggi ci risultano 53 CUG costituiti presso le Camere Lecco Monza-Brianza Bolzano Bergamo Lodi Verona Brescia Vicenza Belluno Varese Treviso Verbania Venezia Aosta Padova Novara Rovigo Mantova Rimini Milano Pavia Cuneo Forlì-Cesena Genova Ancona Piacenza Prato Chieti Viterbo Campobasso Rieti Avellino Roma Sportello CSR camerale Unione regionale attiva sulla CSR Cagliari Agrigento Ragusa Fonte: Osservatorio camerale 2012 IMPRENDITORIA FEMMINILE<>CSR L’ ASSUNTO l’imprenditoria femminile può rappresentare una risposta fondamentale per la competitività delle imprese grazie alla capacità intrinseca delle donne di accogliere e trattare il tema della responsabilità sociale (spesso inconscia) nei meccanismi decisionali che governano i processi economici. È fondamentale che il ruolo delle donne cresca e si rafforzi nel quadro di un nuovo modello di sviluppo in grado di stabilire legami più forti tra competitività e coesione sociale. Un modello basato sull’innovazione e la creatività, nel quale equità, tutela dei diritti, rispetto dell’ambiente e legalità costituiscano il perno delle scelte di politica economica. QUALCHE DATO PER RIFLETTERE • Dalla nostra attività di ricerca (dati Assemblea Unioncamere 2013) nel 2012 sono nate più di 130 mila imprese giovanili, oltre un terzo di tutte le nuove imprese. • Quasi il 20% delle imprese guidate da giovani, nasce già "dentro" un modello di sviluppo sostenibile. Che consuma di meno, valorizza il territorio e utilizza tecnologie "verdi". • Circa l’80% degli studenti entro i sei dal termine degli studi trova un lavoro in ambito ambientale, tra questi, sono le donne a ricoprire i ruoli più qualificati nel 61,7% dei casi ( Ricerca Isfol, Istituto per lo Sviluppo e la Formazione Professionale dei Lavoratori di gennaio 2012 ) • Le donne stanno dimostrando di mantenere un comportamento nel complesso più attento e rispettoso dell’ambiente, affrontando il problema dello “spreco” delle risorse con intelligenza, o meglio con parsimonia (Isfol) PROGETTUALITA’ DELLE CAMERE DI COMMERCIO Molte Camere di Commercio hanno realizzato iniziative anche su sollecitazione degli enti locali. Quale esempio: • Camere di Commercio Lombarde di Bergamo, Monza, Mantova, Milano: hanno organizzato Premi alle imprese Family Friendly, percorsi e sportelli formativi e informativi per le imprese • Camera di Commercio di Cagliari: sta guidando un gruppo di imprese in un progetto di conciliazione vita-lavoro • Camera di Commercio di Verona: ha avviato il progetto Secondo Welfare di aggregazione delle imprese attorno ai temi del work-life balance attraverso l’organizzazione di laboratori di co-progettazione (mobilità condivisa, servizi condivisi, sperimentazione di orari flessibili , …) anche su sollecitazione degli enti locali. IMPRENDITORIA FEMMINILE<>CSR: qualche esempio •Cosenza, Novara, Viterbo, Sassari: progettazione e organizzazione di Premi/bandi di concorso sulla RSI per valorizzare le imprese che si sono distinte attraverso certificazioni di qualità, ambientali e sociali, o specifici investimenti su risorse umane, ambiente, relazioni sociali e sul territorio; •Cagliari: progetto “La diffusione della RSI. Una sperimentazione: turismo per tutti”. •Ancona: la Carta dei Valori delle imprese femminili – approvata nell’ambito del Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio – è una dichiarazione di intenti per la diffusione di una nuova cultura aziendale •Tappa di Stresa (VCO) al Giro d’Italia 2013: evento dal titolo « Donne per la sostenibilità « •Milano: seminari, convegni su “Donne e ambiente: protagoniste di sostenibilità” , ricerca. IL PORTALE DELL’IMPRENDITORIA FEMMINILE Grazie per l’attenzione