Specialisti ambulatoriali: Anima del territorio Specialisti

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Specialisti ambulatoriali: Anima del territorio Specialisti
È l’ora dei fatti.
Sintesi della relazione
di Roberto Lala
pagina 10
L’educazione terapeutica nelle
malattie croniche. Sintesi della
relazione di Francesco Losurdo
pagina 14
Influenza, circolare
per la prevenzione a cura
del ministero del Welfare
pagina 22
Anno IX numero 5 | 2009
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Bimestrale d’informazione
2009
SOCIETÀ ITALIANA
DI FORMAZIONE PERMANENTE
PER LA MEDICINA SPECIALISTICA
medicalnetwork
L A R I V I S TA D E L M E D I C O S P E C I A L I S TA A M B U L AT O R I A L E
Sped. abb. post. - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Roma
IL VICE MINISTRO FAZIO
AL 42° CONGRESSO SUMAI
Specialisti
ambulatoriali:
Anima
del territorio
indice
EDITORIALE
ATTUALITÀ
Speciale Congresso
È la specialistica territoriale la risposta appropriata
di Stefano Simoni
È l’ora dei fatti
a cura della Redazione
L’educazione terapeutica nelle malattie croniche
di Francesco Losurdo
Il problema è la carenza di strutture dove operare
a cura della Redazione
Servono più ore
di Luciano Fassari
I nostri risultati
di Tiziana Felice
Il Medico della medicina dei servizi
di Antonio Chiacchio
Circolare per la prevenzione e il controllo
dell’epidemia stagionale d’influenza 2009-2010
a cura del ministero del Welfare
RUBRICHE
Pensioni e contribuzione
La pensione dei medici ambulatoriali
di Paolo Quarto
info
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medicalnetwork
LA RIVISTA DEL MEDICO
SPECIALISTA AMBULATORIALE
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Direttore responsabile
Roberto Lala
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editoriale
Rendere subito
l’Acn realtà
ROBERTO LALA
Segretario Generale Sumai
i sento di affermare con orgoglio che il 42° Congresso di Torino
ci consegna un Sindacato più che mai conscio del suo ruolo e
sempre più protagonista nelle attività del nostro Sistema sanitario
nazionale. I lavori e la cerimonia inaugurale svoltisi a Torino hanno
reso effettivo, sia per la platea degli ospiti che per le tematiche
trattate, il nostro consolidamento nel panorama della sanità (ricordo
che fino a qualche anno fa, secondo alcuni ben pensanti, la nostra
categoria era destinata all’estinzione) e hanno riaffermato con forza il
valore e il compito decisivo che svolge quotidianamente la
specialistica ambulatoriale convenzionata interna.
Oltre a questa nuova fotografia su ciò che rappresentiamo, oggi e in
particolar modo per il futuro della sanità italiana, l’ultima assise ha
sancito anche quella che sarà la rotta da seguire nel prossimo periodo.
Innanzitutto, occorrerà affrontare rapidamente il tema della riapertura
e della conclusione delle trattative per il rinnovo dell’Acn nazionale
(biennio economico 2008-2009) nel quale si dovrà porre particolare
attenzione al superamento del precariato, alla formazione
professionale, alla partecipazione degli specialisti ambulatoriali interni
al governo clinico e al riconoscimento del ruolo della specialistica
nelle forme organizzative complesse delle cure primarie.
Priorità nell’applicazione della nuova Convenzione, dunque, ma senza
dimenticare di adoperarsi su tutti quei fronti che ancora presentano
notevoli criticità, semmai acuite ancor di più dalla crisi economica. Mi
riferisco allo sblocco delle trattative per il recepimento del nuovo Acn
da parte dell’Inail, all’apertura del tavolo per il rinnovo del contratto
dei medici Sasn, senza dimenticare la valorizzazione delle specificità
proprie dei settori della medicina veterinaria e delle altre
professionalità (biologi e chimici), in modo da superare le relative
forme di lavoro anomalo ed ottenere l’omogenea applicazione delle
norme contrattuali.
È chiaro, per far sì che tutto ciò diventi subito realtà, e lo abbiamo
ripetuto più volte dal palco di Torino, bisognerà che dalle parole si
passi ai fatti. Certamente la congiuntura economica, lo stallo sul
federalismo fiscale e l’approssimarsi di appuntamenti elettorali delicati
come le amministrative e le regionali della prossima primavera
(soprattutto in molte regioni con gravi problemi di deficit sanitario,
Lazio e Campania per esempio), non sono ottimi biglietti da visita ma,
lo ripeto, è finito il tempo degli accordi che non si concretizzano. Gli
accordi firmati dovranno diventare realtà quanto prima e il Sumai,
con la lucidità e l’esperienza che lo contraddistingue, si batterà in ogni
dove e con ogni mezzo per il conseguimento e la realizzazione di
quanto firmato. La sanità dei e per i cittadini non può più aspettare.
M
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SPECIALE CONGRESSO
SPECIALE CONGRESSO
attualità
di Stefano Simoni
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È la specialistica territoriale
la risposta appropriata
A Torino è andato in scena il 42° Congresso Nazionale del
Sumai. Quattro giorni intensi di lavori con al centro l’esigenza
di trovare una risposta appropriata per la sostenibilità del
sistema. La specialistica territoriale si candida ad essere la
soluzione del problema. Tra i tanti interventi il viceministro
Fazio che ha ricordato come la centralità territoriale “è il
nucleo della nostra azione di governo della sanità”
T
orino, una città che negli ultimi decenni è molto mutata,
passando da metropoli la cui
vita era scandita dai ritmi della Fiat
a territorio molto più vitale (sede di
olimpiadi invernali, capitale del design, titolare di un museo del cinema) con una produttività svincolata dall’industria dell’auto, ha dato
il benvenuto al 42° Congresso nazionale del Sumai.
Nelle sale del centro congressi “Torino Incontra” per quattro giorni,
dal 29 settembre al 3 ottobre, si è
cercato, attraverso gli interventi di
ospiti e relatori, di dare una risposta all’annoso problema della sostenibilità economica del sistema.
Risposta, che come recitava lo slogan congressuale, può essere trovata nella specialistica territoriale,
dunque nelle politiche promosse dal
Sumai.
Strategie politiche e sindacali sono
state snocciolate in un alternarsi di
contributi, protagonisti tra gli altri
Eolo Parodi (presidente Enpam),
Amedeo Bianco (presidente Fnommedical network 5 | 2009
ceo), Eleonora Artesio (Assessore alla salute Regione Piemonte), oltre
al viceministro Ferruccio Fazio e al
segretario generale Roberto Lala che,
insieme al presidente Giuseppe Nielfi, ha fatto gli onori di casa.
per svolgere al meglio il proprio lavoro”.
“Tra i problemi che attualmente sento di più – ha spiegato il presidente dell’Enpam – c’è la difesa dei posti di lavoro e dico questo non per
fare del sindacalismo ma perché è
“SIETE IL PONTE IDEALE
quanto sta emergendo con forza dai
TRA IL MMG E L’OSPEDALE”
discorsi che sento sul Servizio saEolo Parodi, presidente dell’Enpam, nitario nazionale. Voi siete il cardianche quest’anno con un interven- ne dell’assistenza sul territorio, voi
to vigoroso, e per
siete il ponte ideale
“TRA I PROBLEMI
questo molto applaulanciato tra il medidito, non ha manca- CHE ATTUALMENTE co di medicina geSENTO DI PIÙ
to di richiamare i “sunerale e l’ospedale”.
C’È LA DIFESA
maisti” all’orgoglio di
L’intervento di ParoDEI POSTI
appartenenza, all’ordi è poi virato verso
DI LAVORO E DICO considerazioni di cagoglio di essere amQUESTO NON PER rattere previdenziabulatoriali. Il suo diFARE DEL
scorso è stato decisale e non poteva esmente sindacale arri- SINDACALISMO MA sere altrimenti convando a toccare pun- PERCHÉ È QUANTO siderato il suo ruolo
STA EMERGENDO
ti che riguardano il
nell’Enpam: “State
CON FORZA DAI
ruolo del medico, il
tranquilli che le penDISCORSI CHE
territorio e la tutela
sioni le prenderete,
SENTO SUL
della professione al
non è questo il proSERVIZIO
fine di difendere
blema. Ma i medici
SANITARIO”
quello “che si ha e
– ha proseguito –
UN PIANO MARSHALL
PER RISANARE I DEBITI
Un intervento articolato su più punti ovvero: debiti della sanità, rapporti con la politica e ripristino del
Ministero, è stato quello del presidente della Federazione nazionale
degli ordini dei medici, Amedeo
Bianco, che da Torino ha invocato
‘un piano Marshall’ per risanare la
situazione economica. Un progetto
di ampio respiro per rendere più solido, con azioni di lungo periodo, il
sistema sanitario italiano universale e solidale, “oggi in ginocchio per
i debiti” ma che resta un pilastro
importante della società, soprattutto in tempi di crisi. Un appello che
nasce dalla situazione di “grave allarme”, con un disavanzo per le
“aziende sanitarie di 35-40 miliardi, secondo i dati sia della Confindustria sia del ministero del Welfare. Un disavanzo consolidato delle
Asl che è una specie di debito pubblico sommerso, poco più di 2 punti di Pil. “Si pensi – è la riflessione
di Bianco – che un bambino che nasce nel Lazio ha già un debito, per
la sanità di 2.600 euro. Oggi ci stiamo preoccupando di tenere in linea
la spesa corrente. I piani di rientro
raggiungono come obiettivo quello di allineare la spesa contabile al
finanziamento, ed è giusto. Però, in
questi anni di federalismo imperfetto, che in alcune aree del Paese non
ha certamente espresso il meglio né
della politica né della gestione, si
sono creati disavanzi importanti che
gravano sulla spesa”, ha spiegato il
presidente dei medici proponendo
un passo avanti nel risanamento dei
conti della sanità.
“Non agiamo solo sulla spesa corrente, ma cerchiamo di far in modo che il sistema si liberi dei suoi
debiti e acquisti una sorta di pareggio di bilancio in un certo periodo
di tempo”.
La sanità, secondo Bianco, non può
essere trattata come “figlia di un Dio
minore. È uno dei problemi centrali del Paese: è grazie ad una buona
sanità che gli effetti della crisi sono meno feroci sulle famiglie, alle
quali, anche in caso di perdita di
reddito, sono garantite le cure così
come l’istruzione e la previdenza”.
Insomma guardiamo alla sanità con
tutti i suoi limiti ma facciamola diventare una: “questione centrale del
Paese”. Il presidente della Fnomceo
inoltre non ha nascosto la preoccupazione “per i dati sul disavanzo e
per la difficoltà di dialogo tra Governo e Regioni”. Per Bianco la sanità ha bisogno di risorse, il sottofinanziamento del fondo sanitario
da tempo “inferiore del 4% rispetto al fabbisogno”, ha aggiunto, non
permette una giusta valorizzazione
del settore.
I MEDICI NON HANNO AVUTO
SEGNALI D’AMICIZIA
DAL GOVERNO
I medici italiani non hanno ricevuto “segni di amicizia dal Governo.
Non si fa buona sanità senza gli
operatori o contro di loro”. Questa
la dura presa di posizione di Amedeo Bianco che ha invitato ad una
gestione “sobria e condivisa della
sanità italiana”.
“Dove sta la sobrietà – si è chiesto
– quando si minaccia la galera per
i medici che firmano un certificato
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attualità
SPECIALE CONGRESSO
devono imparare che la previdenza
non è uno scherzo e io lavoro per
la tutela della vita post-lavorativa”.
E comunque ha ribadito con forza
tra gli applausi prima di concludere “le nostre casse non le prenderanno mai. Io voglio la salvaguardia della previdenza dei medici, siamo molto più forti di quello che credete”.
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attualità
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di malattia che poi si rivela non veritiero. E tutto questo da un Parlamento che ha depenalizzato il falso in bilancio. Vorremmo realmente un segnale di amicizia da parte
del Governo”. Segnali che non ci sono stati, anzi. “Come si fa a considerare tali progetti come la rottamazione a 58 anni dei dirigenti o il
decreto Brunetta per quanto riguarda i certificati medici”, e perfino la
“fatica che ci è costato evitare l’obbligo di denuncia ai clandestini”. A
tutto questo si aggiunge il fatto che
due provvedimenti: responsabilità
professionale e governo clinico
giacciono in Parlamento. “Sono
provvedimenti che non ci piacciono del tutto ma che possono aiutare ad avviare un riordino della professione medica”.
MINISTERO DELLA SALUTE NON
SOTTOMESSO A ECONOMIA
Ultimo accenno non privo di preoccupazione Bianco l’ha fatto parlando del ministero della Salute che
già ha ottenuto il via libera del Senato. Preoccupazione per una reale autonomia: “Serve un ministero
davvero autonomo non sottomesso
al ministero dell’Economia. Un dicastero che sia messo in grado di
pensare alla “salute per la salute”,
in un sistema di Welfare equilibrato. “Lo stesso decreto che prevede
il ripristino del ministero della Salute – ha spiegato – definisce anche
precisi ambiti di concertazione con
il ministero dell’Economia. Cosa che
è sempre avvenuta ma che oggi è
più pressante”. Per il presidente
Fnomceo, invece, il ministero della
Salute “deve poter mettere in piedi
un progetto di uscita da una situazione di difficoltà economica del
Ssn senza puntare su una lettura di
carattere economicista e contabile.
Una prospettiva che purtroppo tromedical network 5 | 2009
va larghe motivazioni nei dati che
vediamo. Ma così, senza una visione più ampia, non ne usciremo perché serve un progetto di ampio respiro e sul lungo periodo”.
RASSICURANTE IL RITORNO
DEL MINISTERO
Il momento clou di ogni congresso
è quello della relazione del segretario generale. Il simposio del Sumai
non ha fatto eccezione e così l’apice dei lavori di Torino si è avuto
quando Roberto Lala ha letto la sua
relazione. Ricostituzione del ministero della Salute, Accordo collettivo nazionale, necessità di sviluppare una rete sanitaria territoriale, Patto per la Salute e gli altri settori che
fanno parte del Sumai i punti principali toccati dal segretario generale. Ma andiamo con ordine. Il ritor-
no del ministero della Salute, previsto dal Ddl appena approvato dal
Senato, è per Lala “una buona notizia che rassicura operatori e cittadini su quanto questo Governo abbia a cuore la sanità”. E a rafforzare questa sua opinione Lala ha ricordato le preoccupazioni espresse
dal Sumai al momento dell’accorpamento con il Welfare: “una formula che, se da una parte rispondeva a una logica di maggiore efficienza e sinergia tra i diversi aspetti della tutela sociale, dall'altra privava la sanità della necessaria cabina di regia centrale, resa ancora
più necessaria dal federalismo. Indicare linee di orientamento da realizzare in tutto il Paese, vigilare sull’effettiva attuazione dei Lea in tutte le Regioni, ovvero delle prestazioni che sono la realizzazione del
diritto alla salute per tutti i cittadi- pestività, a cominciare dall’aggiorni italiani, intervenire quando la sa- namento dei Lea”. Lala ha poi dedinità regionale è in crisi, come è av- cato la parte finale della sua relavenuto nei mesi scorsi con i Piani zione ai nuovi settori che sono rapdi rientro e nei casi più estremi con presentati dal Sumai: biologi, psii commissariamenti – sottolinea – cologi, medici veterinari, medicina
sono tutte funzioni indispensabili a dei servizi, medicina penitenziaria,
garantire il buon andamento di una servizi di assistenza sanitaria ai namacchina complessa come è il Ser- viganti. “Questo è il nostro impevizio sanitario nazionale.
gno – ha concluso – e il nostro proTornare ad avere un autonomo di- fondo convincimento: tutelare i procastero che guidi la
fessionisti che opesanità italiana, è
rano in sanità per
dunque
davvero
IL RITORNO DEL
tutelare il servizio
MINISTERO DELLA dovuto al cittadino”.
“una buona notizia”,
SALUTE, PREVISTO Nel pomeriggio, priha commentato il
segretario generale.
ma del’intervento del
DAL DDL APPENA
Sull’altro nodo di
viceministro della
APPROVATO DAL
grande attualità, il SENATO, È PER LALA Salute, Ferruccio FaPatto per la Salute,
zio, si è svolto un inUNA BUONA
che sta registrando
contro, sotto la forNOTIZIA CHE
una preoccupante
ma di interventi delRASSICURA
fase di stallo nei rapl’autorità, a cui hanOPERATORI E
porti fra Stato e Reno partecipato EleoCITTADINI SU
gioni, Lala ha ricornora Artesio, assesQUANTO QUESTO
dato che “le difficolGOVERNO ABBIA A sore tutela della satà nei rapporti tra
lute e sanità RegioCUORE LA SANITÀ
Istituzioni centrali e
ne Piemonte e Fulvio
regionali registrate
Moirano, direttore
in questi mesi, ci hanno molto pre- Agenas, moderato dal presidente del
occupato e hanno già prodotto ri- Sumai, Giuseppe Nielfi, che ha riletardi pesanti in scelte che invece vato come sia giunto il momento
avrebbero richiesto la massima tem- “di avere uno specialista ambulato-
riale che si occupi degli aspetti gestionali”. L’assessore Artesio tra l’altro ha affermato come “l’educazione terapeutica è da leggersi come la
possibilità di presentare le prestazioni sanitarie senza il classico pendolo che nel suo oscillare va dallo
straordinario alla malasanità”, in
mezzo c’è quella che l’assessore ha
definito “la normale sanità con la
necessità di costruire alleanze professionali e sociali”. Arrivando a definire le linee strategiche per un passaggio che porti “dalla medicina
d’attesa alla medicina d’iniziativa”
l’Artesio ha rilevato come “l’appropriatezza è agibile solo attraverso
l’alleanza con i professionisti”.
Per Fulvio Moirano “la frantumazione, già registrata nella clinica,
c’è rischio che si replichi nell’organizzazione”. Il pericolo, insomma,
secondo Moirano è “di perdere la
visione d’insieme”. Il direttore dell’Agenas ha poi sottolineato il ruolo del dicastero di via XX settembre “il ministero dell’Economia conta maggiormente da quando i soldi
sono una massa finita. La massa di
denaro nella sanità non è cresciuta
mentre i bisogni crescono”. La programmazione sanitaria – a questo
punto è dunque un vincolo inelumedical network 5 | 2009
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attualità
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SPECIALE CONGRESSO
attualità
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dibile “ma spesso – ha concluso
Moirano – resta lettera morta”.
SIETE MUSICA
PER LE MIE ORECCHIE
Ferruccio Fazio, vice ministro con
delega alla Salute, è intervenuto in
chiusura della prima giornata di lavori del 42° Congresso Nazionale
del Sumai. “Siete musica per le mie
orecchie”, così ha esordito Fazio davanti alla platea del Sumai.
Il territorio e la sua valorizzazione
piacciono al vice ministro che ha ricordato come la centralità territoriale “è il nucleo della nostra azione di governo della sanità. Il nostro
Servizio sanitario – ha continuato
Fazio – ha due problemi. Il primo è
la disomogeneità tra Regioni, il secondo è l’essere troppo ospedalocentrico. Lo sforzo dunque è arrivare a creare un punto di riferimento per il cittadino prima che questo
si ammali”.
E dunque lo specialista ambulatoriale deve essere il punto di riferimento per far sì che l’ingresso in
ospedale diventi “l’evento eccezionale”.
Prima di lasciare la sala del Congresso Fazio ha annunciato, non
senza suscitare un certo stupore tra
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i presenti, che in mattinata il Consiglio dei ministri aveva definitivamente approvato il decreto di
riordino delle farmacie esercitando la delega, nonostante l’assenza
del parere della conferenza StatoRegioni.
zo infine il sistema ospedaliero accreditato pubblico-privato. Tale modello consente la circolarità del percorso del paziente, dal domicilio all’ospedale, e da questo di nuovo al
domicilio, passando rispettivamente per la rete intermedia delle strutture poliambulatoriali, nelle quali
IL MODELLO LOMBARDO
operano i medici specialisti convenNella giornata di sabato è interve- zionati interni, nel percorso bottomnuto l’assessore alla Sanità della up, e per le strutture di lungodeLombardia, Luciano Bresciani, che genza e residenziali di riabilitazioha presentato, ad
ne (cardiologica e fiuna attenta e folta
siatrica) nel percorLA CENTRALITÀ
platea di delegati, il
so inverso.
TERRITORIALE
quadro aggiornato
Se da un lato il siÈ IL NUCLEO
della realtà sanitaria
stema presenta nuDELLA NOSTRA
lombarda, organizmeri da primato nel
AZIONE
zata su tre livelli aspanorama nazionaDI GOVERNO
sistenziali, stratificale per volumi di preDELLA SANITÀ.
ti in base alla comstazioni, equilibrio
plessità di diagnosi e IL NOSTRO SERVIZIO economico e capaciSANITARIO HA DUE tà di attrazione (per
cura. Tale modello si
PROBLEMI: LA
caratterizza per un
alcune patologie in
DISOMOGENEITÀ
primo livello, costiarea oncologica olTRA REGIONI E
tuito dai medici di
tre il 50 % degli asL’ESSERE TROPPO
medicina generale e
sistiti proviene da
dai pediatri di libera OSPEDALOCENTRICO fuori regione), non
scelta, operanti in
sono stati taciuti
prevalenza in studi
dall’assessore Breassociati, al secondo livello è posta sciani le criticità quali l’eccesso di
la rete dei poliambulatori speciali- posti letto, la necessità sia di rafstici territoriali ed ospedalieri, al ter- forzare l’Information Technology a
bardo, basato sulla sussidiarietà,
ha presentato il Network regionale per lo sviluppo tecnologico sanitario, programma di collaborazione fra università, industria e servizio sanitario. Nel modello il servizio sanitario regionale costituisce il banco di prova e di sviluppo
dei migliori progetti della ricerca
prodotti dal sistema universitario
lombardo; questi progetti possono
tradursi in realtà grazie alla partnership con le industrie del settore che forniscono i mezzi finanzia-
ri e le risorse produttive necessarie. Alcuni esempi: la telemedicina, la robotica, i nuovi materiali
protesici, i devices terapeutici più
innovativi.
Tutto questo, ha sottolineato l’assessore Bresciani terminando l’intervento, fa sì che il sistema sanitario, così come il settore farmaceutico, non sia più visto come area
di soli costi passivi, ma come un
importante motore di sviluppo economico ed industriale per l’intero
Paese.
medical network 5 | 2009
attualità
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tutti i livelli, sia di potenziare la
formazione, proprio per quanto
concerne i medici specialisti convenzionati interni. Al riguardo ha
presentato il programma regionale
di formazione manageriale per la
categoria, in partenza proprio nei
giorni del Congresso Sumai, che vedrà oltre duecento specialisti impegnati su temi di farmaco economia,
epidemiologia, organizzazione e comunicazione.
E nel sottolineare gli elementi distintivi del sistema sanitario lom-
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SPECIALE CONGRESSO
Territorio: è l’ora dei fatti
SPECIALE CONGRESSO
attualità
a cura
della Redazione
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Sintesi della relazione di Roberto Lala segretario generale Sumai
T
ra le più importanti novità di
questo ultimo anno va senz’altro ricordato il processo
avviato dal Governo per la ricostituzione di un autonomo Ministero
della Salute. Non posso certo nascondere la mia, la nostra soddisfazione per questa scelta, con la stessa franchezza con cui lo scorso anno avevamo manifestato le nostre
preoccupazioni per la decisione di
accorpare tutte le tematiche del welfare in un unico dicastero. Una formula che, se da una parte rispondeva ad una logica di maggiore efficienza e sinergia tra i diversi aspetti della tutela sociale, dall’altra privava la sanità della necessaria “cabina di regia” centrale, resa ancora
più necessaria dal dispiegarsi del federalismo. Tornare ad avere un autonomo dicastero che guidi la sanità italiana è dunque davvero una
buona notizia, che rassicura gli operatori e i cittadini su quanto il Governo abbia a cuore il nostro sistema sanitario.
ACN
L’altra buona cosa realizzata in questo anno che abbiamo alle spalle è
il rinnovo dell’Accordo collettivo
nazionale. Una trattativa non semplice, una lunga marcia che ci ha
portato però a siglare una Convenzione che getta le basi per poter costruire una sanità più integrata, che
avrà nello specialista ambulatoriale uno tra i suoi principali protagonisti, e sempre più legata ai bisogni
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del territorio e dei cittadini. Sempre
che ciò che abbiamo scritto nel testo dell’Acn si realizzi e non resti,
come troppo spesso è accaduto in
passato, solo un esercizio di stile o
di burocrazia.
LA NECESSITÀ DI SVILUPPARE LA
RETE SANITARIA TERRITORIALE
Almeno sul terreno teorico, tutti ormai condividono la necessità inderogabile di trasformare il sistema
sanitario, costruendo una rete che
strutturi i servizi sul territorio. In
primis credo che sia ormai chiaro a
tutti come la scelta compiuta oltre
trent’anni fa di dare vita in Italia ad
un sistema sanitario universalistico
si sia rivelata davvero lungimirante, oltre che ovviamente di grandissima levatura sul piano etico. Ne è
prova il fatto che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama stia
chiedendo con forza di creare anche nel suo Paese un sistema di protezione sanitaria per tutti, proprio
per aiutare i cittadini e le imprese
ad affrontare le difficoltà del momento. Ora noi sappiamo che i cambiamenti demografici ed epidemiologici, a cominciare dall’aumento
dell’aspettativa di vita, e gli straordinari progressi scientifici e tecnici
della medicina hanno profondamente modificato in pochi anni i bisogni di salute della popolazione, facendo crescere la domanda di assistenza e di cura soprattutto in direzione di situazioni di cronicità e di
lunga convivenza con le patologie.
Rispondere a questa domanda con
un sistema ospedalocentrico di
stampo ottocentesco è una follia costosa, inefficiente e “scomoda”. E lo
è a maggior ragione se si considera che ci sono già le condizioni per
realizzare invece una rete della sanità territoriale che sappia accogliere e “prendere in carico” le persone
in luoghi più accessibili, più vicini
alle loro case e arrivando addirittura all’interno delle loro case se è necessario.
LA SPECIALISTICA TERRITORIALE
Una rete sanitaria territoriale deve
poter contare su medici specialisti,
in grado di seguire le specifiche patologie e anche le urgenze, con tempestività. Noi siamo pronti a operare un cambiamento di prospettiva e
lo abbiamo già dimostrato. Non siamo più solo nei nostri ambulatori e
siamo pronti a mettere in gioco le
nostre competenze in un sistema a
rete che copra il territorio in maniera efficace, creando sinergie anche
tra diverse figure professionali, sempre a vantaggio del sistema e degli
utenti. La specialistica ambulatoriale si trasforma giorno dopo giorno
in specialistica territoriale, e questa
non è soltanto una variazione terminologica, ma una nuova fase evolutiva della nostra attività professionale. Si tratta ora di capire se si
vuole davvero dare seguito concreto a questa possibilità o se si intende continuare solo a parlarne, a discettarne, magari in qualche con-
vegno o magari in qualche comizio
elettorale.
attualità
za a monte di alcuni elementi indispensabili.
FNOMCEO
Consentitemi ora una riflessione. Il
quadro che ho provato a tratteggiare fino a questo punto, le scelte organizzative da compiere in rapporto alla sostenibilità e all’efficienza
del sistema, disegnano implicitamente anche un nuovo profilo del
professionista, del medico. Il medico solitario nel proprio studio in penombra è un’immagine di un passato lontano. Nell’alba del terzo millennio essere un medico vuol dire
in primo luogo tenersi aggiornato
sulle novità in campo scientifico,
ma anche conoscere i problemi dell’organizzazione sanitaria e soprattutto tenersi costantemente in rapporto con altri operatori del sistema sanitario, sia medici che altri
professionisti, infermieri o altro. E
proprio per questo, per questo grande cambiamento che sta investendo la nostra professione, sono sem-
pre più importanti le istituzioni che
la rappresentano, a cominciare dalla Fnomceo. Colgo l’occasione per
rinnovare la nostra e la mia personale soddisfazione per la riconferma alla guida della Federazione di
Amedeo Bianco, con il quale ho
condiviso responsabilità e impegni
nel triennio passato.
ENPAM
Un segno certamente positivo è
quello che, anno dopo anno, traccia l’Enpam, sotto la guida del suo
presidente Eolo Parodi. Una solida
realtà previdenziale che contribuisce a dare serenità ai medici italiani, vigilando sul loro futuro, e che
rappresenta anche un esempio per
altre categorie e per la stessa previdenza pubblica, riuscendo a mantenere in equilibrio, anche in tempi di crisi economica globale, il sistema pensionistico. Certo occorrerà intervenire nel tempo con graduali aumenti dei contributi previdenziali e con alcune modifiche remedical network 5 | 2009
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LA SFIDA DEL TERRITORIO
Voglio lanciare una sfida soprattutto agli assessori regionali alla sanità, visto che ormai l’organizzazione dei servizi è a tutti gli effetti una
loro responsabilità. Sono convinto
che per cominciare a realizzare la
rete territoriale non servano considerevoli nuove risorse, ma che si
possa davvero partire subito. Faccio alcuni esempi. Sviluppare l’attività domiciliare consentirebbe di
poter seguire meglio quei malati
cronici gravi, rendendo più stabili
le loro condizioni ed evitando il
continuo ricorso ai ricoveri ospedalieri. Ovviamente è un’attività che
deve vedere la collaborazione del
medico di famiglia con i vari specialisti presenti sul territorio. La nostra Convenzione prevede che gli
specialisti possano, con turni appositamente dedicati, essere coinvolti
in questo genere di assistenza. È indubbiamente un’attività usurante,
ma siamo certi che molti, soprattutto i giovani, si renderebbero disponibili. Allora perché tutto questo
non si realizza? Perché vi sono solo pochissime aree in cui il cittadino sa di poter contare su una assistenza domiciliare efficiente? E, per
essere concreto, tutto questo costerebbe più o meno di un ricovero?
Ebbene: sono anni che si parla dei
codici bianchi e del modo per evitare che si riversino tutti nei Pronto soccorso, ma, in tutta sincerità,
non mi sembra che i risultati sinora ottenuti siano stati risolutivi. Perdonatemi l’impertinenza, ma a volte mi viene il dubbio che alcuni progetti nascano già con la consapevolezza, condivisa da tutti i protagonisti, che essi non potranno avere piena attuazione per la mancan-
11
SPECIALE CONGRESSO
attualità
12
golamentari per garantire il futuro
dei giovani e conseguentemente
quello dei meno giovani, ma stando attenti a non compiere pericolosi passi falsi, come potrebbe essere
ad esempio la dismissione o peggio
ancora la svendita di parte del patrimonio immobiliare, che negli anni si è sempre rivelato invece un solido investimento
OLTRE LA SPECIALISTICA
AMBULATORIALE. GLI ALTRI
SETTORI SUMAI
Lasciatemi ora qualche minuto per
parlare di un altro importante obiettivo del nostro sindacato, obiettivo
che ci siamo dati da alcuni anni per-
medical network 5 | 2009
ché lo consideriamo strategico ai fini del rafforzamento dell’area: la
creazione all’interno del Sumai di
settori che raccolgono e rappresentano altre professionalità oltre la
nostra operanti in convenzione con
il Ssn, in precedenza a nostro avviso poco tutelate nei propri rapporti di lavoro. Intendo parlare di Biologi, Psicologi e Medici Veterinari.
Grazie al nostro impegno sindacale, oggi questi ultimi sono meglio
incardinati all’Accordo della specialistica e dunque al sistema nel suo
complesso. Al di là dei numeri, consideriamo questo un risultato di
grande rilievo perché i Medici Veterinari rivestono per la sanità pub-
blica un ruolo fondamentale che
dobbiamo tenere sempre ben presente soprattutto in ragione del delicatissimo lavoro che svolgono in
materia di sicurezza alimentare. Certo si può e si deve fare ancora meglio per arrivare ad una piena integrazione di questi professionisti. In
ogni caso le Regioni dovrebbero intervenire, dimostrando responsabilità nei confronti di chi lavora e di
chi usufruisce dei servizi, con una
pronta applicazione dell’Accordo per
dare loro regole certe, visto che ormai non sono più disciplinati da un
semplice protocollo d’intesa e quindi ogni ulteriore ritardo non potrebbe essere percepito se non come un
sto/beneficio, elemento che oggi in
sanità non può essere mai tralasciato,
e ci adopereremo
per rappresentarla al
meglio anche nei
confronti di quei
presidenti di Regione che, preoccupati della salute delle casse regionali, cercano affannosamente soluzioni mirabolanti senza vedere ciò
che hanno a portata di mano. Ci
batteremo comunque in sede di rinnovo contrattuale affinché siano
maggiormente rispettati sia i loro
diritti economici che i loro diritti
giuridici, a cominciare da mobilità,
incrementi orari e aggiornamento
professionale. Dando gambe a
quanto deliberato l’anno passato
dall’Assemblea Congressuale, abbiamo fatto un importante passo
avanti anche nell’ambito della tutela della Dirigenza medica entrando a far parte del Fassid, soggetto
sindacale che ci ha consentito di acquisire la rappresentatività anche
in quest’area. È stato un anno di
programmazione e organizzazione
che dovrà dare i suoi risultati nel
2010, anche perché lo stesso Fassid
acquisirà validità per l’Aran a partire da tale data. Da lungo tempo il
Sumai porta avanti una strategia di
collaborazione tra i diversi professionisti che lavorano sul territorio,
indipendentemente dal rispettivo
rapporto giuridico, nella convinzione che il giorno che riusciremo a
rendere patrimonio di tutti la capacità di difenderci e sostenerci l’un
l’altro, avremo vinto la più importante delle battaglie. Questo rende
ancor più significativi i risultati ottenuti nel Sasn, settore in cui annoveriamo numerosi specialisti che
danno assistenza al personale navigante: dopo un estenuante “pal-
leggio” tra i Ministeri della Salute e dell’Economia siamo infatti riusciti ad ottenere la definitiva ratifica dell’Accordo
nazionale. Un risultato sofferto, ma che
ci ripaga del lavoro svolto a tutela
di colleghi che nonostante abbiano
dovuto subire per lungo tempo gli
inaccettabili ritardi della burocrazia, hanno dato dimostrazione di
grande responsabilità nel non lasciare scoperto un servizio così delicato, rinunciando ad azioni di protesta che sarebbero state più che
giustificate. In ultimo, un breve cenno alla sanità penitenziaria che si
trova ad affrontare le molte difficoltà derivanti dal passaggio del
servizio, per anni interno al ministero di Grazia e Giustizia, al Ssn.
Il cammino è ancora lungo e irto di
ostacoli, ma il nostro impegno sarà continuo e a tutto campo per difendere i diritti di chi pur avendo
fedelmente servito lo Stato per anni sembra oggi rappresentare un
problema economico. Una situazione insostenibile per i professionisti
della sanità coinvolti, ma anche per
tutti i lavoratori delle carceri e per
i detenuti. Ho voluto dedicare la
parte finale di questa mia relazione alla sfera d’azione sindacale del
Sumai perché questo è il nostro impegno e il nostro profondo convincimento: tutelare i professionisti
che operano in sanità per tutelare
il servizio dovuto al cittadino. Condividere le problematiche a livello
sindacale tra professionisti di diverso profilo è una possibilità in
più, una straordinaria occasione per
superare diffidenze e steccati anacronistici con l’obiettivo comune di
dare forza alla sanità che opera sul
territorio.
medical network 5 | 2009
attualità
SPECIALE CONGRESSO
atteggiamento pretestuoso e volutamente dilatorio. Non si può dare
sanità di qualità mantenendo in piedi aree di precariato dissimulate dietro la necessità di un ipotetico risparmio.
Un problema diverso è quello dei
colleghi operanti nella Medicina dei
servizi: un settore che in alcune Regioni svolge compiti istituzionali
importanti quali l’assistenza nei
Sert, le visite fiscali e l’organizzazione sanitaria, ma che non riesce
a darsi una precisa identità proprio
perché da anni è presente sul territorio a macchia di leopardo. Siamo
convinti dell’utilità di quest’area anche in ragione del rapporto co-
CONDIVIDERE LE
PROBLEMATICHE A
LIVELLO SINDACALE
TRA PROFESSIONISTI
DI DIVERSO PROFILO
È UNA POSSIBILITÀ
IN PIÙ, UNA
STRAORDINARIA
OCCASIONE PER
SUPERARE
DIFFIDENZE E
STECCATI
ANACRONISTICI
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SPECIALE CONGRESSO / SIFOP
SPECIALE CONGRESSO
attualità
di Francesco Losurdo
Presidente Sifop
14
L’educazione terapeutica
nelle malattie croniche
L’
educazione terapeutica rappresenta la risposta concreta da parte delle professioni
sanitarie per rendere il cittadino affetto da patologie croniche il più
possibile autonomo nella gestione
della propria patologia.
L’implementazione dell’Educazione
terapeutica nelle cure primarie del
Ssn può apportare un consistente
miglioramento sia alla qualità di vita dei pazienti affetti da patologie
croniche e delle loro famiglie sia sul
risparmio di risorse derivanti da una
riduzione delle complicanze acute
e croniche che possono insorgere a
causa delle mancate conoscenze della malattia cronica.
In Italia, l’Educazione terapeutica
del paziente esiste da molti anni per
alcune patologie croniche ed è praticata in vari contesti anche dalle
Associazioni dei Pazienti.
La SIFoP auspica di poter ottenere
anche in Italia, come già avviene in
altri Paesi europei, un riconoscimento dell’attività educativa con una
legge che possa strutturare ed incentivare nelle cure primarie l’Educazione terapeutica per le malattie
croniche.
Il primo punto da analizzare in maniera autocritica è nei comportamenti dei professionisti sanitari del
territorio: siamo realmente in grado in questo contesto (ambulatoriale o domiciliare) di ascoltare il paziente, di comunicare con lui e di
formarlo ad apprendere a gestire
meglio il proprio caso?
Ogni terapista sia specialista o memedical network 5 | 2009
dico di medicina generale o infermiere o altro professionista sanitario deve familiarizzare con questa
nuova dimensione del trattamento
ed acquisire una reale padronanza
nella comunicazione terapeutica con
il malato; è pertanto necessario imparare ad osservare il paziente.
La SIFoP ha per obiettivo nel 2010:
un’alleanza con le Associazioni dei
pazienti, e a seguire con altri professionisti della salute che operano
nelle cure primarie, per dare insieme una risposta concreta con l’educazione terapeutica ai bisogni di cure derivanti dalle patologie croniche certi che in tal modo si eviteranno i ricoveri e le diagnostiche
improprie ma soprattutto si contribuirà a ridare serenità al malato cronico ed ai suoi familiari.
La nostra esperienza mostra che si
possono trasferire programmi e metodi educativi a tutte le malattie cro-
niche ma soprattutto vogliamo evidenziare che l’Educazione terapeutica non è esclusivamente una pratica ospedaliera ma può essere effettuata anche in contesti di cure
primarie sia ambulatorialmente che
di cure domiciliari, che di rete assistenziale, farmacia, consultorio, poliambulatorio, distretti, ambulatori
dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta.
L’Oms nel 1998 ha dato questa definizione: “L’Educazione terapeutica dovrebbe permettere al paziente
di acquisire e mantenere le capacità e le competenze che lo aiutano a
vivere in maniera ottimale con la
sua malattia. Si tratta di un percorso permanente, integrato alle cure
e centrato sul paziente”.
L’educazione implica attività organizzata di sensibilizzazione, informazione, apprendimento dell’autogestione e sostegno concernente la
malattia sia psicologica che per il
trattamento prescritto, la terapia, il
contesto di cura.
È finalizzata ad aiutare i pazienti e
le loro famiglie a comprendere la
malattia ed il trattamento, cooperare con i curanti, vivere in maniera
più sana e mantenere o migliorare
la loro qualità di vita.
È il caso di sottolineare che l’Educazione terapeutica del paziente pone a tutti i medici, agli infermieri
ed agli altri professionisti della salute che lavorano nelle cure primarie del Ssn, il problema di imparare ad esercitare un nuovo mestiere,
quello di educare.
SPECIALE CONGRESSO / SUMAI PER L’ABRUZZO
Il problema è la carenza
di strutture dove operare
Subito dopo il terremoto si è concretizzata in un assegno
di circa 10 mila euro consegnato nelle mani del segretario
Sumai della Provincia de L’Aquila, Giuliana Troiani,
durante il Congresso nazionale
A
l Congresso di Torino è stato consegnato nelle mani del
segretario Sumai della Provincia de L’Aquila, Giuliana Troiani, l’assegno con i fondi raccolti attraverso il conto corrente pro
Abruzzo aperto dal Sindacato dopo
il sisma.
Le somme raccolte dal Sumai, circa 10.000 euro, sono state e verranno impiegate per garantire il mantenimento dell’assistenza specialistica territoriale nella città de
L’Aquila, dove, è bene ricordarlo,
nonostante le difficoltà gli specialisti ambulatoriali hanno garantito
l’assistenza specialistica a circa
40.000 sfollati senza percepire alcun compenso aggiuntivo.
“Essendo venute meno le strutture
distrettuali, gli ambulatori dei medici di medicina generale e pediatri
– ha spiegato dal palco la Troiani –
si è reso necessario costruire un
nuovo modello organizzativo fondato su strutture mobili. A tale scopo, il Sumai ha noleggiato due container, reperito un camper attrezzato prestato dalla clinica oculistica
dell’Università di Chieti ed un prefabbricato attrezzato per Orl ed Oculistica”.
Inoltre, la segretaria aquilana ha
illustrato come “dal punto di vista
funzionale il nuovo modello organizzativo che abbiamo contribuito
a realizzare si basa sull’integrazione fra specialisti ambulatoriali, aggregazioni funzionali dei Mmg, Pls,
Continuità assistenziale, anticipando quanto previsto dai nuovi Acn
della medicina territoriale”.
In conclusione, la Troiani dopo aver
ringraziato il segretario generale Roberto Lala, il Presidente, Giuseppe
Nielfi, il Tesoriere nazionale, Antonio
Magi e Franco Longhi segretario Sumai Abruzzo, che ha partecipato attivamente anch’egli
nella realizzazione
del progetto di assistenza al territorio post emergenza
immediata, ha sottolineato come “il
problema attuale
dell’assistenza territoriale de L’Aquila non è legato alla
mancanza di professionisti né di
modelli organizzativi ma, bensì, alla
carenza di strutture dove operare”.
medical network 5 | 2009
SPECIALE CONGRESSO
attualità
a cura
della Redazione
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SPECIALE CONGRESSO / LINEE GUIDA
“Servono più ore”
SPECIALE CONGRESSO
attualità
di Luciano Fassari
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Dalla Riforma sanitaria del 1992 si è assistito ad un blocco del
turn-over nel comparto della specialistica ambulatoriale.
Questo si è tradotto in un crollo del monte ore settimanale,
che ha avuto come unico risultato quello di stravolgere le
funzioni ospedaliere dedicate al ricovero e dilatare a
dismisura i tempi d’attesa per visite di natura specialistica
U
n maggior numero di ore di
specialistica ambulatoriale
convenzionata, una riorganizzazione che consenta di applicare il recente rinnovo contrattuale e
nuove forme d’integrazione territoriale tra le branche. Tre dogmi che
rappresentano i cardini entro cui
s’innestano le “Linee Guida per l’ag-
medical network 5 | 2009
gregazione funzionale territoriale
dei medici specialisti ambulatoriali
e degli psicologi convenzionati” presentate dal Sumai-Assoprof a Torino in occasione del 42° Congresso.
Il documento (scaricabile dal sito internet www.sumaiweb.it) parte dall’assunto che dalla Riforma sanitaria del
1992 (Dlgs 502/92) si è assistito ad un
vero e proprio blocco del turn-over
nel comparto della specialistica ambulatoriale. Ciò ha prodotto, negli ultimi 17 anni una discesa vertiginosa
(-32,66%) del monte ore settimanale,
passato (vedi tabella) dalle 390.686 del
1991 alle 294.510 del 2008. Un crollo che ha avuto come unico risultato
quello di stravolgere le funzioni ospedaliere dedicate al ricovero e dilatare
a dismisura i tempi d’attesa per visite
di natura specialistica. Servono più
ore, questo il messaggio lanciato dal
Sumai. Più ore, certo, ma senza dimenticare di dare seguito a tutto ciò
che è contenuto nei vari piani sanitari e nelle convenzioni: sviluppo della
continuità assistenziale, crescita del
territorio, coordinamento e integrazione tra i medici.
Il Sumai, così, ha presentato quattro
modelli di aggregazione funzionale,
una delle principali novità del nuovo Acn (art. 30 bis), per gli specialisti del Servizio sanitario nazionale.
Si parte con il Poliambulatorio specialistico territoriale (uno per distretto aperto almeno 12 ore al giorno, collegato in rete con Asl e studi di Mmg e pediatri), in cui specialisti e psicologi convenzionati possano svolgere attività di consulenza, visite, diagnostica per immagini e di laboratorio, day service con
percorsi precisi per patologia, il tut-
diatri, specialisti, infermieri e collaboratori. Dovrebbe erogare visite ambulatoriali, analisi diagnostiche di
primo livello, prestazioni infermieristiche e consulenze specialistiche.
La terza forma proposta riguarda il
lavoro degli specialisti negli studi
di Mmg e pediatri, connessi tra loro e con il Poliambulatorio specialistico territoriale pubblico.
L’ultima modalità sarebbe l’attività
Segue a pagina 19
attualità
SPECIALE CONGRESSO
to in collaborazione con il personale infermieristico e amministrativo.
Il secondo prototipo immaginato è
l’Ambulatorio territoriale integrato,
aperto almeno dieci ore al giorno, in
cui operano medici di famiglia, pe-
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svolta nei “presidi territoriali di prossimità”, alternativa al pronto soccorso gestita 24 ore su 24 dai medici di
continuità assistenziale. Il disegno del
Sumai prevede la possibilità d’istituzione di turni di specialistica e primo soccorso, in un contesto che va
chiaramente valutato tenendo conto
delle specificità di ogni territorio e
dei vari compiti professionali.
Oltre questi aspetti organizzativi, le
Linee guida Sumai stimano anche il
fabbisogno effettivo di specialistica
sul territorio (ore per mille abitanti),
per branca e per Regione. La stima è
calcolata attraverso un “coefficiente di domanda specialistica ambulatoriale convenzionata interna” che
viene ottenuto dal rapporto tra il coefficiente di domanda medica generale (in base a 45 indicatori) e i tempi di attesa per le prestazioni specialistiche. Il risultato mette in evidenza come l’offerta sia inadeguata alla domanda soprattutto al Centro-
sud e nelle aree metropolitane. A soffrire particolarmente è l’area della
diagnostica: cardiologia (35.034 ore
di fabbisogno settimanali), ginecologia, oculistica, angiologia, audiologia, neurologia e radiologia.
Il dado, in ogni caso, è tratto, infatti,
secondo il nuovo Acn, entro sei mesi dalla sua approvazione, e dunque
a gennaio, le Regioni dovranno individuare le aggregazioni funzionali territoriali. Il Sumai ha lanciato le sue
proposte, ora si attendono i fatti.
Mozione congressuale
L’Assemblea del 42° Congresso Nazionale Sumai
riunito a Torino dal 29 settembre al 3 ottobre 2009
UDITA
La relazione del Segretario Generale
L’APPROVA E IMPEGNA
la Segreteria Nazionale a:
adoperarsi per la rapida riapertura e conclusione delle trattative per il rinnovo dell’Accordo Collettivo
Nazionale, biennio economico 2008-2009, nel quale si dovrà porre particolare attenzione al
superamento del precariato, alla formazione professionale, alla partecipazione degli specialisti
ambulatoriali interni al governo clinico, al riconoscimento del ruolo della specialistica nelle forme
organizzative complesse delle cure primarie;
seguire l’iter del Disegno di Legge sul governo clinico per assicurare sia la partecipazione di un
componente della specialistica convenzionata interna nel Collegio di direzione aziendale ed in tutti gli
organismi aziendali sia, nel maggior numero possibile di regioni, l’attivazione di sperimentazioni di
Aggregazioni Funzionali territoriali quale strumento di evoluzione qualitativa dell’assistenza territoriale;
intervenire con decisione sulla Direzione Generale Inail al fine di aprire il tavolo delle trattative per il rinnovo
contrattuale, con il recepimento del nuovo Acn, a superamento delle criticità attuali;
adoperarsi per una rapida apertura del tavolo delle trattative con il ministero della Salute per il rinnovo
dell’Accordo Collettivo Nazionale dei medici Sasn scaduto il 31 dicembre 2005, in modo tale da recepire in tempi
brevi il biennio economico 2006-2007; inoltre proseguire l’impegno per arrivare all’auspicata integrazione tra l’AcnSasn e l’Acn degli specialisti ambulatoriali ed altre professionalità del Servizio sanitario nazionale;
sensibilizzare i segretari provinciali e regionali Sumai-Assoprof affinché sia garantita la presenza dei
rappresentanti dei colleghi della Dirigenza medica del Ssn iscritti al Sumai-Assoprof a tutti i tavoli della
contrattazione, nazionale e decentrata, in cui la Fassid – alla quale il Sumai settore dipendenza ha aderito – è
titolata a presiedere;
valorizzare nel nuovo Acn le specificità proprie dei settori della medicina veterinaria e delle altre
professionalità (biologi e chimici), superare le relative forme di lavoro anomalo ed ottenere l’omogenea
applicazione delle norme contrattuali;
proseguire nella direzione di una migliore ed appropriata collocazione degli psicologi nel Ssn e nelle nuove
forme organizzative territoriali previste nell’Acn, ponendo altresì particolare attenzione alle attività
formative professionali.
ottenere nell’ambito delle future trattative nazionali per il rinnovo dell’Acn della medicina generale relative
al settore della Medicina dei Servizi una reale riapertura dell’area, la concreta possibilità di portare i colleghi
a 38 ore settimanali di attività in tutte le Regioni, la piena valorizzazione delle esperienze e delle professionalità
acquisite sia nelle Asl che nelle nuove aggregazioni funzionali territoriali delle unità complesse delle cure
primarie, e infine il miglioramento dei compensi che nell’ultimo accordo non sono stati in linea con gli altri
settori dell’area di Mmg.
Approvata all'unanimità dall'Assemblea congressuale in Torino, sabato 03 ottobre 2009, ore 12.30
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medical network 5 | 2009
attualità
SPECIALE CONGRESSO
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VETERINARI
I nostri risultati
VETERINARI
attualità
di Tiziana Felice
Responsabile
nazionale per i
medici veterinari
Sumai
20
Dopo lunghe ed estenuanti trattative il Sumai ha concluso
anche in Sicilia l’iter intrapreso ormai da anni in tutto il
territorio nazionale, per la stabilizzazione dei medici veterinari
precari tramite l’applicazione dell’Accordo collettivo nazionale,
dando così un taglio netto al precariato
C
on piacere vi comunico che
a seguito delle numerose
istanze e grazie al tenace impegno dei nostri rappresentanti,
questa organizzazione sindacale ha
concluso anche in Sicilia l’iter intrapreso, ormai da anni in tutto il
territorio nazionale, per la stabilizzazione dei medici veterinari precari tramite l’applicazione dell’Accordo collettivo nazionale.
Questo ottimo risultato, raggiunto
dopo lunghe ed estenuanti trattative iniziate in Sicilia nel 2007, si aggiunge a quelli già ottenuti dal nostro sindacato per i medici veterinari convenzionati operanti in più
parti d’Italia.
Ricordiamo, in particolare, che le
altre Regioni dove siamo riusciti ad
medical network 5 | 2009
ottenere la stabilizzazione dei medici veterinari precari sono: il Lazio, la Toscana, le Marche, la Calabria, il Piemonte e infine la Puglia.
Queste Regioni hanno riconosciuto
l’importanza che ha la continuità
nell’espletamento delle attività istituzionali al fine di garantire la qualità delle prestazioni al cittadino, e
hanno pertanto condiviso con la nostra organizzazione sindacale la necessità di dare un taglio netto al precariato.
Auspichiamo dunque un pronto riconoscimento e risoluzione di tale
problematica anche da parte delle
restanti Regioni.
Considerando in primis il giusto e
degno riconoscimento al lavoro
svolto dalle segreterie provinciali e
regionali del Sumai nelle Regioni
suddette, cogliamo l’occasione per
far presente che questa e altre mete sono state conquistate dal Sumai
e non da “altro sindacato” che, come sempre e ormai da anni, si vanta di meriti che non gli appartengono.
Quello stesso sindacato che in alcune circostanze ha richiesto, con veemenza, la stabilizzazione, tramite
concorso per dirigente (dipendente
Asl) per pochissimi (mirati) medici
veterinari a scapito di molti. In tal
contesto questi ultimi avrebbero, in
tal modo, perso definitivamente la
possibilità di mantenere il loro posto di lavoro.
La nostra azione in queste circostanze è stata diretta, incisiva e risolutiva e sempre a tutela della stabilizzazione di tutti i medici veterinari precari e non di pochi “eletti”.
Lasciamo ad altri la strada facile ma
piena di ombre, mentre noi continueremo a percorrere la via più dura ma densa di ottimi risultati, preservando la nostra serietà, onestà e
concretezza.
ACN
Il Medico della Medicina dei Servizi
L
e nuove Strutture funzionali
e organizzative previste nei
nuovi Accordi collettivi nazionali dell’area convenzionata (Aggregazioni funzionali territoriali della medicina generale e Unità complesse delle cure primarie) vedranno lavorare assieme medici di assistenza primaria, di Continuità assistenziale, della Medicina dei servizi, Specialisti ambulatoriali, Pediatri di libera scelta e altre figure professionali.
I medici, per continuare a svolgere la
loro attività, devono aderire obbligatoriamente a questo nuovo tipo di
organizzazione. Il campo d’azione e
le attività della Medicina generale e
dei professionisti interessati aumentano notevolmente. Infatti in queste
strutture si potranno svolgere quasi
tutte le attività di sanità territoriale
che oggi vengono svolte in varie sedi: distretti, dipartimenti di prevenzione, dipartimenti di salute mentale, poliambulatori e via dicendo.
Questo nuovo assetto organizzativo, oltre a un miglioramento dell’offerta di salute al cittadino che
troverà in un unico posto tutto quello che la medicina territoriale deve
offrire, porterà sicuramente anche
un miglioramento del lavoro professionale dei medici che non lavoreranno più da soli e sparsi sul territorio ma all’interno di un model-
lo organizzativo “forte” capace di
creare sinergia.
Con gli accordi regionali saranno
portate in queste aggregazioni e
unita operative complesse funzioni
e compiti quali:
•assicurare sul territorio di propria
competenza la erogazione a tutti
i cittadini dei livelli essenziale ed
uniformi di assistenza (Lea);
•assicurare l’accesso ai servizi dell’unità complessa delle cure primarie (assistenza sanitaria di base e diagnostica di 1° livello);
•realizzare nel territorio la continuità dell’assistenza, 24 ore su 24
e 7 giorni su 7, per garantire una
effettiva presa in carico dell’utente a partire in particolare dai pazienti cronici. A tal fine con riferimento specifico a questa tipologia di pazienti, va perseguita l’integrazione con i servizi sanitari di
secondo e terzo livello, prevedendo il diritto all’accesso in ospedale dei medici convenzionati;
•impiegare strumenti di gestione che
garantiscono trasparenza e responsabilità dei medici e dei professionisti sanitari nelle scelte assistenziali e in quelle orientate al perseguimento degli obiettivi di salute;
•sviluppare la medicina d’iniziativa anche al fine di promuovere
corretti stili di vita presso tutta la
popolazione, nonché la salute del-
l’infanzia e dell’adolescenza con
particolare attenzione agli interventi di prevenzione, educazione
ed informazione sanitaria;
•contribuire all’integrazione fra assistenza sanitaria e assistenza sociale a partire dall’assistenza domiciliare e residenziale in raccordo con i distretti e in sinergia con
i diversi soggetti istituzionali e con
i poli della rete di assistenza.
Io credo che, al pari degli altri colleghi, i Medici della medicina dei
servizi dovranno e potranno dare
un notevole contributo al raggiungimento di tali obiettivi. La loro lunga esperienza e competenza professionale acquisita all’interno dei Distretti, dei Dipartimenti di prevenzione, dei Dipartimenti di salute
mentale, dei Sert, dei servizi di Medicina legale e così via, svolgendo
funzioni di prevenzione, diagnosi,
cura e organizzazione dei servizi sanitari spesso con assunzione di piena responsabilità, non può che aiutare questo processo di integrazione e rinnovamento. Io e il Sumai faremo di tutto per valorizzare e ridare la giusta dignità a questi medici, sia sul piano professionale che
su quello economico con la speranza, anche, di riaprire l’area perché
crediamo che i compiti e le funzioni che svolgono non possono essere delegati ad altri.
medical network 5 | 2009
attualità
ACN
Ruolo, funzioni e compiti nell’ambito del nuovo Accordo
collettivo nazionale Mmg. I nuovi Acn dell’area convenzionata
vedranno lavorare assieme medici di assistenza primaria, di
Continuità assistenziale, della Medicina dei servizi, Specialisti
ambulatoriali, Pediatri di libera scelta e altre figure professionali
di Antonio Chiacchio
segretario
organizzativo settore
medicina dei servizi
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INFLUENZA
INFLUENZA
attualità
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Circolare per la prevenzione
e il controllo dell’epidemia stagionale
d’influenza 2009-2010
A cura del ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali
L’
influenza costituisce un importante problema di sanità pubblica a causa della sua ubiquità, contagiosità, variabilità antigenica
dei virus. Si stima che in Italia l'influenza stagionale causi ogni anno circa 8.000 decessi. Il mezzo più efficace e sicuro per contrastarne la diffusione è rappresentato dalla vaccinazione. Occorre sottolineare che il vaccino stagionale è diverso e distinto sia
per composizione sia per modalità di
somministrazione dal vaccino per la
pandemia influenzale da nuovo virus
A(H1N1). Il vaccino stagionale non offre, infatti, protezione nei confronti del
nuovo virus influenzale pandemico, in
quanto i due virus sono diversi. Tuttavia vaccinarsi contro l'influenza stagionale rappresenta soprattutto
quest'anno un'importante misura di
protezione individuale e di tutela della salute pubblica, proprio per la possibile circolazione concomitante dei
due virus, semplificando la diagnosi,
riducendo le complicanze e favorendo l'efficienza dell'assistenza sanitaria. La composizione del vaccino stagionale viene aggiornata di anno in
anno, in base ai virus circolanti durante la stagione precedente. Per la stagione 2009-2010 è stata decisa la seguente composizione del vaccino:
•antigene analogo al ceppo
A/Brisbane/59/2007 (H1N1)
•antigene analogo al ceppo A/
medical network 5 | 2009
Brisbane /10/2007 (H3N2)
•antigene analogo al ceppo B/ Brisbane /60/2008
Il periodo consigliato per la vaccinazione va dall'inizio di ottobre fino a
fine dicembre.
Poiché la maggior parte della popolazione è stata, con tutta probabilità,
infettata dai virus influenzali
A/H3N2, A/H1N1 e B nel corso degli ultimi anni, una sola dose di vaccino antinfluenzale è sufficiente per
i soggetti di tutte le età, con esclusione dell’età infantile.
Per i bambini al di sotto dei 9 anni
di età, mai vaccinati in precedenza,
si raccomandano due dosi di vaccino antinfluenzale stagionale, da somministrare a distanza di almeno quattro settimane
La vaccinazione è raccomandata a:
1. Soggetti di età pari o superiore
a 65 anni;
2. Bambini di età superiore ai 6
mesi, ragazzi e adulti affetti da:
•malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio
•malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite
•diabete mellito e altre malattie metaboliche
•malattie renali con insufficienza renale
•malattie degli organi emopoietici ed
emoglobinopatie
•tumori
•malattie congenite o acquisite che
comportino carente produzione di
anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV
•malattie infiammatorie croniche e
sindromi da malassorbimento intestinale
•patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici
•patologie associate ad un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari)
3. Bambini e adolescenti in
trattamento a lungo termine con
acido acetilsalicilico, a rischio di
Sindrome di Reye in caso di
infezione influenzale
4. Donne che all’inizio della stagione
epidemica si trovano nel secondo e
terzo trimestre di gravidanza
5. Individui di qualunque età
ricoverati presso strutture per
lungodegenti
Particolarmente fragili nei periodi di
maggiore circolazione dei virus influenzali, i pazienti risultano generalmente portatori di condizioni individuali o di specifiche patologie che
6. Medici e personale sanitario di
assistenza
•il rischio personale di contrarre
l’influenza essendo a continuo
contatto con soggetti ammalati di
forme respiratorie e di influenza
specie nei periodi di diffusione
epidemica dei virus
•l’assenteismo dal lavoro per influenza proprio nel periodo in cui
vi è maggiore richiesta di assistenza da parte della popolazione
•il rischio di diventare trasmettitore di infezione da virus influenzali
nella comunità dove esercitano la
loro attività lavorativa (ospedale,
strutture per lungodegenti etc.),
comunità che richiedono invece il
massimo di tutela Esiste un’ampia
letteratura che documenta l’utilità
della vaccinazione del personale
sanitario.
7. Familiari e contatti di soggetti ad
alto rischio
Tale categoria di soggetti diventa un
importante elemento per ridurre il rischio di trasmissione.
data, ed offerta attivamente, la vaccinazione antinfluenzale.
•allevatori
•addetti all’attività di allevamento
•addetti al trasporto di animali vivi
•macellatori e vaccinatori
•veterinari pubblici e libero-professionisti
10. Informazioni aggiuntive riguardo
alla vaccinazione di ulteriori gruppi
di popolazione
•Bambini non compresi nelle categorie a rischio:
L’inserimento nelle categorie da immunizzare prioritariamente contro
l’influenza di tutti i bambini da 6 mesi a 24 mesi (o fino a 5 anni) è un argomento attualmente al centro di discussione da parte della comunità
scientifica internazionale.
Questa scelta è gia stata fatta dalla
Sanità Americana ma i dati di copertura vaccinale finora raggiunti non
consentono di valutare l’impatto di
tale intervento.
Pertanto i Servizi di Sanità Pubblica
dei Paesi europei, compresi quelli italiani, non hanno finora ritenuto di
promuovere programmi di offerta attiva gratuita del vaccino influenzale
ai bambini che non presentino fattori individuali di rischio.
Ciò non significa che vi siano controindicazioni alla vaccinazione dei
bambini “sani” di età superiore a 6
mesi, qualora il loro pediatra optasse per tale scelta. Valgono per loro le
stesse regole (dosaggio, numero di
dosi) indicate per i bambini appartenenti ai gruppi di rischio.
•Popolazione generale
Possono scegliere di vaccinarsi contro l’Influenza tutte le persone che desiderano evitare la malattia influenzale per varie motivazioni (timore della malattia, viaggi, lavoro, etc.) salvo
quelle per cui esistono specifiche controindicazioni. Il vaccino è disponibile presso le farmacie, ma è bene che
tale scelta sia sempre effettuata di
concerto con il proprio medico.
Redazione Ministerosalute.it
28 agosto 2009
attualità
INFLUENZA
predispongono alle complicanze e
rendono particolarmente severo il decorso della malattia influenzale.
8. Soggetti addetti a servizi pubblici
di primario interesse collettivo e
categorie di lavoratori
come le forze di polizia, i vigili del
fuoco, considerato il ruolo essenziale svolto nell’ambito della sicurezza
ed emergenza ed altre categorie socialmente utili.
9. Personale che, per motivi di lavoro,
è a contatto con animali che
potrebbero costituire fonte di infezione
da virus influenzali non umani
Ai lavoratori a contatto con specie
animali, che sono serbatoi naturali
dei virus influenzali o che si ammalano a causa di questi, va raccomanmedical network 5 | 2009
23
PENSIONI E CONTRIBUZIONE
La pensione dei medici ambulatoriali
PENSIONIECONTRIBUZIONE
rubriche
di Paolo Quarto
24
Q
uando si può andare in pensione, con quale importo e
con quali modalità di calcolo verrà attribuita la rendita pensionistica? Per rispondere a queste domande che molti medici ambulatoriali si pongono e ci pongono, riteniamo opportuno riassumere ed illustrare le principali regole previste dalla vigente normativa del Fondo di
Previdenza gestito dalla Fondazione
Enpam
I REQUISITI PER IL DIRITTO
ALLA PENSIONE
Per il Fondo Ambulatoriali (come per
gli altri Fondi Speciali dell’Ente), il
diritto alla pensione ordinaria (cosiddetta di vecchiaia) matura normalmente al 65° anno.
Al raggiungimento di tale età, cessando l’attività convenzionata (che
per gli specialisti Ambulatoriali può
essere protratta fino al 70° anno),
l’iscritto matura il diritto alla pensione, qualunque sia l’anzianità contributiva raggiunta, poiché, a differenza di quanto previsto in altri sistemi
Tabella 1 -
Tabella 2 -
medical network 5 | 2009
previdenziali, non è richiesto alcun
requisito minimo contributivo.
Al 65° anno (età pensionabile identica per uomini e donne), quindi, la
pensione matura qualunque sia il numero di anni di contribuzione, perché la misura della pensione è strettamente legata e proporzionale ai
contributi versati e all’attività effettivamente svolta.
La pensione di vecchiaia, a 65 anni
o ad età superiore, decorre dal 1°
giorno del mese successivo alla cessazione dell’attività.
PENSIONE ANTICIPATA
O DI ANZIANITÀ
Se invece l’iscritto vuole anticipare
il pensionamento, cessando il servizio prima dei 65 anni, per maturare
la pensione subito, la normativa del
Fondo richiede attualmente il possesso (congiunto) dei seguenti requisiti
di anzianità e di età:
•cessazione dell’attività convenzionata; Anzianità contributiva non
inferiore a 35 anni; Compimento
del 58° anno di età; Anzianità di
laurea di almeno 30 anni;
oppure, prescindendo dall’età, Cessazione dell’attività convenzionata:
40 anni di contribuzione; Anzianità
di laurea di 30 anni.
IL REQUISITO DI ANZIANITÀ
CONTRIBUTIVA
Nella valutazione del requisito di anzianità contributiva rientrano ovviamente gli anni eventualmente riscattati (per laurea o specializzazione o
per servizio militare) e tutti i periodi
che abbiano dato luogo a contribuzione, compresi quindi quelli di sostituzione, di supplenze o altro, precedenti l’inizio del rapporto a tempo
indeterminato. Tali periodi devono
essere però assunti per la loro effettiva consistenza in mesi e non in base alla data di decorrenza: in altre parole un periodo di contribuzione relativo ad un rapporto a tempo determinato svolto, ad esempio, dal mese
di aprile 1980 per tre mesi non fa decorrere l’anzianità dall’aprile 1980,
ma aggiunge soltanto tre mesi di anzianità contributiva.
ti nel 1°, 2°, 3° o 4° trimestre dell’anno, la pensione decorrerà rispettivamente dal 1° ottobre dell’anno stesso o dal 1° gennaio, 1° aprile, 1° luglio dell’anno seguente.
Il requisito dei 30 anni di anzianità
di laurea tuttavia deve essere posseduto soltanto al momento della decorrenza della pensione
Per non rimanere per alcuni mesi privi sia della retribuzione sia della pensione, tenuto conto che la data di effettiva decorrenza della pensione differisce rispetto alla data di raggiungimento dei requisiti, è opportuno
quindi prolungare la permanenza in
servizio fino alla “finestra” di uscita.
Una volta superata la data della prima finestra di uscita, infine, l’iscritto può cessare l’attività e maturare
dal mese successivo la pensione di
anzianità, senza dover attendere
l’apertura di ulteriori finestre.
LE FINESTRE DI DECORRENZA
PER LE PENSIONI DI ANZIANITÀ
Una volta raggiunti i requisiti prima
indicati, tuttavia la data di decorrenza della pensione di anzianità è differita a date prestabilite (finestre di
accesso), in base al trimestre in cui
risultano conseguiti i requisiti di contribuzione e di età (vedi tab. 1).
l differimento va dai sei ai dieci mesi circa, per cui, a seconda che i requisiti prima elencati siano raggiun-
LE MODALITÀ DI CALCOLO
DELLA PENSIONE
La pensione del Fondo Ambulatoriali è costituita da una quota, proporzionale agli anni di contribuzione,
della retribuzione media percepita
nell’ultimo quinquennio di attività,
tenendo però conto del rapporto tra
l’orario medio osservato nell’intera
vita lavorativa e l’orario medio dell’ultimo quinquennio di attività.
Le modalità di calcolo della pensione del Fondo possono essere riassunte nella formula della tabella (vedi
tab. 2).
1 OTTOBRE
Apertura della 4a finestra di
decorrenza della pensione di
anzianità presso i Fondi speciali
ENPAM per coloro che hanno
maturato i requisiti contributivi (35
anni) e di età (58anni) entro il 1°
trimestre dell’anno 2008..
31 OTTOBRE
Scadenza del termine per il pagamento
del MAV inviato dall’ENPAM relativo al
contributo proporzionale (12,5% o 2%)
al Fondo di Previdenza Generale
ENPAM – quota B, dovuto in base alla
dichiarazione del reddito libero
professionale inviata a luglio.
20 OTTOBRE
Scadenza del termine di
presentazione mod. UNICO/2009
in via telematica ed eventuale
presentazione del mod 730
integrativo.
30 NOVEMBRE
Nel mese di novembre il sostituto
d’imposta (Ente di previdenza o
datore di lavoro) cui è stato
presentato il mod 730/2009,
trattiene sulle competenze (stipendio
In particolare, quindi, la quota è costituita dal 2,25% per ogni anno utile. Per anni utili s’intendono sia gli
anni di contribuzione effettiva al
Fondo sia gli anni eventualmente riscattati per laurea specializzazione o
servizio militare. La quota maturata
per gli anni utili è quindi rapportata
all’orario tenuto nel corso dell’intera vita lavorativa, dividendola per
l’orario medio degli ultimi 60 mesi
(ultimo quinquennio) e moltiplicando il quoziente così ottenuto per
l’orario medio generale.
Nel calcolo dell’orario medio generale devono essere incluse le eventuali ore riscattate per allineamento
e nel calcolo dell’orario medio (sia
generale sia dell’ultimo quinquennio)
si tiene conto anche delle eventuali
ore di plus orario o extramoenia (di
cui è quindi opportuno reperire e farsi certificare anno per anno il numero di prestazioni effettuate).
Per comprendere più compiutamente la formula riassuntiva del calcolo
e il ragguaglio della pensione alla
media oraria generale di tutta la vita lavorativa, facciamo due esempi
1)il medico, alla cessazione dell’attività, ha 40 anni utili (tra effettivi
e riscattati) ed ha svolto sempre lo
stesso orario di lavoro, ad esempio
di 30 ore di incarico: maturerà una
quota di pensione pari al 90%
(2,25% x 40 anni = 90%) della retribuzione media percepita negli
ultimi 60 mesi relativa all’orario di
30 ore.
o pensione del mese), l’IRPEF dovuta
come 2° acconto 2009: in caso
d’incapienza le trattenute residuali
sono applicate nei mesi successivi.
30 NOVEMBRE
Scadenza del pagamento della rata
bimestrale dei contributi minimi
2009 al Fondo di Previdenza
Generale ENPAM -quota A e del
contributo indennità di maternità.
30 NOVEMBRE
Scadenza del termine di pagamento
del 2° acconto IRPEF 2009
medical network 5 | 2009
rubriche
PENSIONIECONTRIBUZIONE
Agli effetti della valutazione del requisito di anzianità di 35 anni occorrente per anticipare il pensionamento, possono essere conteggiati anche
periodi di contribuzione non coincidenti esistenti presso altri Fondi Speciali dell’Ente (ad esempio, presso il
Fondo Generici), purché i contributi
risultino ancora presenti presso l’altro Fondo e non siano stati a suo
tempo (prima del 1992) richiesti e restituiti o, se restituiti, siano stati nuovamente riscattati. Nei regolamenti
dei Fondi Speciali esiste infatti una
disposizione generale comune, in base alla quale, in sostanza, anche senza il trasferimento materiale dei contributi da un Fondo all’altro (che si
potrebbe realizzare attraverso la ricongiunzione), i periodi di contribuzione per attività, non coincidenti,
sono già considerati ricongiunti automaticamente ai soli fini della valutazione del requisito minimo occorrente per anticipare il pensionamento
25
PENSIONIECONTRIBUZIONE
rubriche
26
2)Il medico, alla cessazione dell’attività, ha 40 anni utili (tra effettivi e
riscattati), da almeno 5 anni svolge attività di 30 ore, ma ha osservato in anni precedenti orari inferiori di modo che l’orario medio generale dell’intera vita lavorativa risulta di 24 ore settimanali: maturerà una quota di pensione della retribuzione media (relativa all’incarico di 30 ore dell’ultimo quinquennio), non più del 90%, ma del 72%,
perché la quota deve essere rapportata all’orario medio generale di 24
ore (90% : 30 ore per 24 ore = 72%)
RIDUZIONE O MAGGIORAZIONE
DELLA PENSIONE
IN BASE ALL’ETÀ
La pensione del Fondo subisce una
riduzione o fruisce di una maggiorazione se maturata prima o dopo il 65°
anno di età, in misure proporzionali
all’età anagrafica.
Alle pensioni anticipate di anzianità
sono infatti applicate riduzioni percentuali, proporzionali all’età effettivamente posseduta, al momento
della decorrenza della pensione, rispetto all’età di 65 anni, come si può
Tabella 4 -
medical network 5 | 2009
evincere dalla tabella pubblicata a
fianco (la tabella completa allegata
al regolamento riporta le riduzioni in
proporzione anche ai mesi intermedi): ad esempio a 58 anni e 10 mesi
la penalizzazione è del – 17,54%; a
59 anni del –17,14%; a 60 anni del
– 14,69%; a 62 anni del –9,33%; a
64 anni del – 3,30% (vedi tab. 3).
Viceversa, se l’attività continua dopo
il 65° anno, per gli anni di contribuzione successivi è attribuita una maggiorazione consistente nel raddoppio
del coefficiente di rendimento: il
2,25% diventa cioè il 4,5% per ogni
anno successivo al 65°. In altre parole gli anni di attività dopo i 65 anni
di età valgono il doppio. Chi cessa
l’attività a 70 anni, aggiunge di fatto
per il calcolo della pensione, non cinque ma dieci anni di anzianità contributiva in più.
Riportiamo infine un esempio di calcolo della pensione e precisiamo che
il sistema di previdenza illustrato è
relativo soltanto ai medici ambulatoriali convenzionati. Per gli ex ambulatoriali convenzionati, transitati
a rapporto di dipendenza, che hanno optato per la continuazione della
Tabella 3 -
posizione contributiva presso il Fondo Ambulatoriali Enpam, una apposita Appendice Regolamentare detta
una disciplina a parte sia in ordine
ai requisiti occorrenti per la pensione sia per il calcolo della pensione
stessa. In un prossimo articolo illustreremo questa regolamentazione
particolare.