Specialisti ambulatoriali: Anima del territorio Specialisti
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Specialisti ambulatoriali: Anima del territorio Specialisti
È l’ora dei fatti. Sintesi della relazione di Roberto Lala pagina 10 L’educazione terapeutica nelle malattie croniche. Sintesi della relazione di Francesco Losurdo pagina 14 Influenza, circolare per la prevenzione a cura del ministero del Welfare pagina 22 Anno IX numero 5 | 2009 5 Bimestrale d’informazione 2009 SOCIETÀ ITALIANA DI FORMAZIONE PERMANENTE PER LA MEDICINA SPECIALISTICA medicalnetwork L A R I V I S TA D E L M E D I C O S P E C I A L I S TA A M B U L AT O R I A L E Sped. abb. post. - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Roma IL VICE MINISTRO FAZIO AL 42° CONGRESSO SUMAI Specialisti ambulatoriali: Anima del territorio indice EDITORIALE ATTUALITÀ Speciale Congresso È la specialistica territoriale la risposta appropriata di Stefano Simoni È l’ora dei fatti a cura della Redazione L’educazione terapeutica nelle malattie croniche di Francesco Losurdo Il problema è la carenza di strutture dove operare a cura della Redazione Servono più ore di Luciano Fassari I nostri risultati di Tiziana Felice Il Medico della medicina dei servizi di Antonio Chiacchio Circolare per la prevenzione e il controllo dell’epidemia stagionale d’influenza 2009-2010 a cura del ministero del Welfare RUBRICHE Pensioni e contribuzione La pensione dei medici ambulatoriali di Paolo Quarto info 3 medicalnetwork LA RIVISTA DEL MEDICO SPECIALISTA AMBULATORIALE 4 Direttore responsabile Roberto Lala 10 14 15 16 20 21 22 24 Consulenza redazionale Health Communication Via Vittore Carpaccio 18, 00147 Roma Telefono 06.594461 Fax 06.59446228 e-mail: [email protected] Coordinatore editoriale Stefano Simoni Hanno collaborato Lucia Conti, Luciano Fassari, Ester Maragò, Paolo Quarto, Stefano Simoni, Luigi Sodano Progetto grafico Giancarlo D’Orsi Impaginazione Daniele Lucia, Barbara Rizzuti Editore Sumai - Via Tovaglieri 19, 00155 Roma Telefono 06.2329121 - fax 06.23219168 Pubblicità Health Communication, Roma Telefono 06.594461 Registrazione al Tribunale di Roma n.446 del 22.10.2001 Roma Sped. abb. post. - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Roma Diritto alla riservatezza: “Medical Network” garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati nel rispetto della legge 675/96 Stampa: Union Printing - Viterbo Finito di stampare nel mese di ottobre 2009 2 medical network 2 | 2008 editoriale Rendere subito l’Acn realtà ROBERTO LALA Segretario Generale Sumai i sento di affermare con orgoglio che il 42° Congresso di Torino ci consegna un Sindacato più che mai conscio del suo ruolo e sempre più protagonista nelle attività del nostro Sistema sanitario nazionale. I lavori e la cerimonia inaugurale svoltisi a Torino hanno reso effettivo, sia per la platea degli ospiti che per le tematiche trattate, il nostro consolidamento nel panorama della sanità (ricordo che fino a qualche anno fa, secondo alcuni ben pensanti, la nostra categoria era destinata all’estinzione) e hanno riaffermato con forza il valore e il compito decisivo che svolge quotidianamente la specialistica ambulatoriale convenzionata interna. Oltre a questa nuova fotografia su ciò che rappresentiamo, oggi e in particolar modo per il futuro della sanità italiana, l’ultima assise ha sancito anche quella che sarà la rotta da seguire nel prossimo periodo. Innanzitutto, occorrerà affrontare rapidamente il tema della riapertura e della conclusione delle trattative per il rinnovo dell’Acn nazionale (biennio economico 2008-2009) nel quale si dovrà porre particolare attenzione al superamento del precariato, alla formazione professionale, alla partecipazione degli specialisti ambulatoriali interni al governo clinico e al riconoscimento del ruolo della specialistica nelle forme organizzative complesse delle cure primarie. Priorità nell’applicazione della nuova Convenzione, dunque, ma senza dimenticare di adoperarsi su tutti quei fronti che ancora presentano notevoli criticità, semmai acuite ancor di più dalla crisi economica. Mi riferisco allo sblocco delle trattative per il recepimento del nuovo Acn da parte dell’Inail, all’apertura del tavolo per il rinnovo del contratto dei medici Sasn, senza dimenticare la valorizzazione delle specificità proprie dei settori della medicina veterinaria e delle altre professionalità (biologi e chimici), in modo da superare le relative forme di lavoro anomalo ed ottenere l’omogenea applicazione delle norme contrattuali. È chiaro, per far sì che tutto ciò diventi subito realtà, e lo abbiamo ripetuto più volte dal palco di Torino, bisognerà che dalle parole si passi ai fatti. Certamente la congiuntura economica, lo stallo sul federalismo fiscale e l’approssimarsi di appuntamenti elettorali delicati come le amministrative e le regionali della prossima primavera (soprattutto in molte regioni con gravi problemi di deficit sanitario, Lazio e Campania per esempio), non sono ottimi biglietti da visita ma, lo ripeto, è finito il tempo degli accordi che non si concretizzano. Gli accordi firmati dovranno diventare realtà quanto prima e il Sumai, con la lucidità e l’esperienza che lo contraddistingue, si batterà in ogni dove e con ogni mezzo per il conseguimento e la realizzazione di quanto firmato. La sanità dei e per i cittadini non può più aspettare. M medical network 5 | 2009 3 SPECIALE CONGRESSO SPECIALE CONGRESSO attualità di Stefano Simoni 4 È la specialistica territoriale la risposta appropriata A Torino è andato in scena il 42° Congresso Nazionale del Sumai. Quattro giorni intensi di lavori con al centro l’esigenza di trovare una risposta appropriata per la sostenibilità del sistema. La specialistica territoriale si candida ad essere la soluzione del problema. Tra i tanti interventi il viceministro Fazio che ha ricordato come la centralità territoriale “è il nucleo della nostra azione di governo della sanità” T orino, una città che negli ultimi decenni è molto mutata, passando da metropoli la cui vita era scandita dai ritmi della Fiat a territorio molto più vitale (sede di olimpiadi invernali, capitale del design, titolare di un museo del cinema) con una produttività svincolata dall’industria dell’auto, ha dato il benvenuto al 42° Congresso nazionale del Sumai. Nelle sale del centro congressi “Torino Incontra” per quattro giorni, dal 29 settembre al 3 ottobre, si è cercato, attraverso gli interventi di ospiti e relatori, di dare una risposta all’annoso problema della sostenibilità economica del sistema. Risposta, che come recitava lo slogan congressuale, può essere trovata nella specialistica territoriale, dunque nelle politiche promosse dal Sumai. Strategie politiche e sindacali sono state snocciolate in un alternarsi di contributi, protagonisti tra gli altri Eolo Parodi (presidente Enpam), Amedeo Bianco (presidente Fnommedical network 5 | 2009 ceo), Eleonora Artesio (Assessore alla salute Regione Piemonte), oltre al viceministro Ferruccio Fazio e al segretario generale Roberto Lala che, insieme al presidente Giuseppe Nielfi, ha fatto gli onori di casa. per svolgere al meglio il proprio lavoro”. “Tra i problemi che attualmente sento di più – ha spiegato il presidente dell’Enpam – c’è la difesa dei posti di lavoro e dico questo non per fare del sindacalismo ma perché è “SIETE IL PONTE IDEALE quanto sta emergendo con forza dai TRA IL MMG E L’OSPEDALE” discorsi che sento sul Servizio saEolo Parodi, presidente dell’Enpam, nitario nazionale. Voi siete il cardianche quest’anno con un interven- ne dell’assistenza sul territorio, voi to vigoroso, e per siete il ponte ideale “TRA I PROBLEMI questo molto applaulanciato tra il medidito, non ha manca- CHE ATTUALMENTE co di medicina geSENTO DI PIÙ to di richiamare i “sunerale e l’ospedale”. C’È LA DIFESA maisti” all’orgoglio di L’intervento di ParoDEI POSTI appartenenza, all’ordi è poi virato verso DI LAVORO E DICO considerazioni di cagoglio di essere amQUESTO NON PER rattere previdenziabulatoriali. Il suo diFARE DEL scorso è stato decisale e non poteva esmente sindacale arri- SINDACALISMO MA sere altrimenti convando a toccare pun- PERCHÉ È QUANTO siderato il suo ruolo STA EMERGENDO ti che riguardano il nell’Enpam: “State CON FORZA DAI ruolo del medico, il tranquilli che le penDISCORSI CHE territorio e la tutela sioni le prenderete, SENTO SUL della professione al non è questo il proSERVIZIO fine di difendere blema. Ma i medici SANITARIO” quello “che si ha e – ha proseguito – UN PIANO MARSHALL PER RISANARE I DEBITI Un intervento articolato su più punti ovvero: debiti della sanità, rapporti con la politica e ripristino del Ministero, è stato quello del presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, Amedeo Bianco, che da Torino ha invocato ‘un piano Marshall’ per risanare la situazione economica. Un progetto di ampio respiro per rendere più solido, con azioni di lungo periodo, il sistema sanitario italiano universale e solidale, “oggi in ginocchio per i debiti” ma che resta un pilastro importante della società, soprattutto in tempi di crisi. Un appello che nasce dalla situazione di “grave allarme”, con un disavanzo per le “aziende sanitarie di 35-40 miliardi, secondo i dati sia della Confindustria sia del ministero del Welfare. Un disavanzo consolidato delle Asl che è una specie di debito pubblico sommerso, poco più di 2 punti di Pil. “Si pensi – è la riflessione di Bianco – che un bambino che nasce nel Lazio ha già un debito, per la sanità di 2.600 euro. Oggi ci stiamo preoccupando di tenere in linea la spesa corrente. I piani di rientro raggiungono come obiettivo quello di allineare la spesa contabile al finanziamento, ed è giusto. Però, in questi anni di federalismo imperfetto, che in alcune aree del Paese non ha certamente espresso il meglio né della politica né della gestione, si sono creati disavanzi importanti che gravano sulla spesa”, ha spiegato il presidente dei medici proponendo un passo avanti nel risanamento dei conti della sanità. “Non agiamo solo sulla spesa corrente, ma cerchiamo di far in modo che il sistema si liberi dei suoi debiti e acquisti una sorta di pareggio di bilancio in un certo periodo di tempo”. La sanità, secondo Bianco, non può essere trattata come “figlia di un Dio minore. È uno dei problemi centrali del Paese: è grazie ad una buona sanità che gli effetti della crisi sono meno feroci sulle famiglie, alle quali, anche in caso di perdita di reddito, sono garantite le cure così come l’istruzione e la previdenza”. Insomma guardiamo alla sanità con tutti i suoi limiti ma facciamola diventare una: “questione centrale del Paese”. Il presidente della Fnomceo inoltre non ha nascosto la preoccupazione “per i dati sul disavanzo e per la difficoltà di dialogo tra Governo e Regioni”. Per Bianco la sanità ha bisogno di risorse, il sottofinanziamento del fondo sanitario da tempo “inferiore del 4% rispetto al fabbisogno”, ha aggiunto, non permette una giusta valorizzazione del settore. I MEDICI NON HANNO AVUTO SEGNALI D’AMICIZIA DAL GOVERNO I medici italiani non hanno ricevuto “segni di amicizia dal Governo. Non si fa buona sanità senza gli operatori o contro di loro”. Questa la dura presa di posizione di Amedeo Bianco che ha invitato ad una gestione “sobria e condivisa della sanità italiana”. “Dove sta la sobrietà – si è chiesto – quando si minaccia la galera per i medici che firmano un certificato medical network 5 | 2009 attualità SPECIALE CONGRESSO devono imparare che la previdenza non è uno scherzo e io lavoro per la tutela della vita post-lavorativa”. E comunque ha ribadito con forza tra gli applausi prima di concludere “le nostre casse non le prenderanno mai. Io voglio la salvaguardia della previdenza dei medici, siamo molto più forti di quello che credete”. 5 SPECIALE CONGRESSO attualità 6 di malattia che poi si rivela non veritiero. E tutto questo da un Parlamento che ha depenalizzato il falso in bilancio. Vorremmo realmente un segnale di amicizia da parte del Governo”. Segnali che non ci sono stati, anzi. “Come si fa a considerare tali progetti come la rottamazione a 58 anni dei dirigenti o il decreto Brunetta per quanto riguarda i certificati medici”, e perfino la “fatica che ci è costato evitare l’obbligo di denuncia ai clandestini”. A tutto questo si aggiunge il fatto che due provvedimenti: responsabilità professionale e governo clinico giacciono in Parlamento. “Sono provvedimenti che non ci piacciono del tutto ma che possono aiutare ad avviare un riordino della professione medica”. MINISTERO DELLA SALUTE NON SOTTOMESSO A ECONOMIA Ultimo accenno non privo di preoccupazione Bianco l’ha fatto parlando del ministero della Salute che già ha ottenuto il via libera del Senato. Preoccupazione per una reale autonomia: “Serve un ministero davvero autonomo non sottomesso al ministero dell’Economia. Un dicastero che sia messo in grado di pensare alla “salute per la salute”, in un sistema di Welfare equilibrato. “Lo stesso decreto che prevede il ripristino del ministero della Salute – ha spiegato – definisce anche precisi ambiti di concertazione con il ministero dell’Economia. Cosa che è sempre avvenuta ma che oggi è più pressante”. Per il presidente Fnomceo, invece, il ministero della Salute “deve poter mettere in piedi un progetto di uscita da una situazione di difficoltà economica del Ssn senza puntare su una lettura di carattere economicista e contabile. Una prospettiva che purtroppo tromedical network 5 | 2009 va larghe motivazioni nei dati che vediamo. Ma così, senza una visione più ampia, non ne usciremo perché serve un progetto di ampio respiro e sul lungo periodo”. RASSICURANTE IL RITORNO DEL MINISTERO Il momento clou di ogni congresso è quello della relazione del segretario generale. Il simposio del Sumai non ha fatto eccezione e così l’apice dei lavori di Torino si è avuto quando Roberto Lala ha letto la sua relazione. Ricostituzione del ministero della Salute, Accordo collettivo nazionale, necessità di sviluppare una rete sanitaria territoriale, Patto per la Salute e gli altri settori che fanno parte del Sumai i punti principali toccati dal segretario generale. Ma andiamo con ordine. Il ritor- no del ministero della Salute, previsto dal Ddl appena approvato dal Senato, è per Lala “una buona notizia che rassicura operatori e cittadini su quanto questo Governo abbia a cuore la sanità”. E a rafforzare questa sua opinione Lala ha ricordato le preoccupazioni espresse dal Sumai al momento dell’accorpamento con il Welfare: “una formula che, se da una parte rispondeva a una logica di maggiore efficienza e sinergia tra i diversi aspetti della tutela sociale, dall'altra privava la sanità della necessaria cabina di regia centrale, resa ancora più necessaria dal federalismo. Indicare linee di orientamento da realizzare in tutto il Paese, vigilare sull’effettiva attuazione dei Lea in tutte le Regioni, ovvero delle prestazioni che sono la realizzazione del diritto alla salute per tutti i cittadi- pestività, a cominciare dall’aggiorni italiani, intervenire quando la sa- namento dei Lea”. Lala ha poi dedinità regionale è in crisi, come è av- cato la parte finale della sua relavenuto nei mesi scorsi con i Piani zione ai nuovi settori che sono rapdi rientro e nei casi più estremi con presentati dal Sumai: biologi, psii commissariamenti – sottolinea – cologi, medici veterinari, medicina sono tutte funzioni indispensabili a dei servizi, medicina penitenziaria, garantire il buon andamento di una servizi di assistenza sanitaria ai namacchina complessa come è il Ser- viganti. “Questo è il nostro impevizio sanitario nazionale. gno – ha concluso – e il nostro proTornare ad avere un autonomo di- fondo convincimento: tutelare i procastero che guidi la fessionisti che opesanità italiana, è rano in sanità per dunque davvero IL RITORNO DEL tutelare il servizio MINISTERO DELLA dovuto al cittadino”. “una buona notizia”, SALUTE, PREVISTO Nel pomeriggio, priha commentato il segretario generale. ma del’intervento del DAL DDL APPENA Sull’altro nodo di viceministro della APPROVATO DAL grande attualità, il SENATO, È PER LALA Salute, Ferruccio FaPatto per la Salute, zio, si è svolto un inUNA BUONA che sta registrando contro, sotto la forNOTIZIA CHE una preoccupante ma di interventi delRASSICURA fase di stallo nei rapl’autorità, a cui hanOPERATORI E porti fra Stato e Reno partecipato EleoCITTADINI SU gioni, Lala ha ricornora Artesio, assesQUANTO QUESTO dato che “le difficolGOVERNO ABBIA A sore tutela della satà nei rapporti tra lute e sanità RegioCUORE LA SANITÀ Istituzioni centrali e ne Piemonte e Fulvio regionali registrate Moirano, direttore in questi mesi, ci hanno molto pre- Agenas, moderato dal presidente del occupato e hanno già prodotto ri- Sumai, Giuseppe Nielfi, che ha riletardi pesanti in scelte che invece vato come sia giunto il momento avrebbero richiesto la massima tem- “di avere uno specialista ambulato- riale che si occupi degli aspetti gestionali”. L’assessore Artesio tra l’altro ha affermato come “l’educazione terapeutica è da leggersi come la possibilità di presentare le prestazioni sanitarie senza il classico pendolo che nel suo oscillare va dallo straordinario alla malasanità”, in mezzo c’è quella che l’assessore ha definito “la normale sanità con la necessità di costruire alleanze professionali e sociali”. Arrivando a definire le linee strategiche per un passaggio che porti “dalla medicina d’attesa alla medicina d’iniziativa” l’Artesio ha rilevato come “l’appropriatezza è agibile solo attraverso l’alleanza con i professionisti”. Per Fulvio Moirano “la frantumazione, già registrata nella clinica, c’è rischio che si replichi nell’organizzazione”. Il pericolo, insomma, secondo Moirano è “di perdere la visione d’insieme”. Il direttore dell’Agenas ha poi sottolineato il ruolo del dicastero di via XX settembre “il ministero dell’Economia conta maggiormente da quando i soldi sono una massa finita. La massa di denaro nella sanità non è cresciuta mentre i bisogni crescono”. La programmazione sanitaria – a questo punto è dunque un vincolo inelumedical network 5 | 2009 SPECIALE CONGRESSO attualità 7 SPECIALE CONGRESSO attualità 8 dibile “ma spesso – ha concluso Moirano – resta lettera morta”. SIETE MUSICA PER LE MIE ORECCHIE Ferruccio Fazio, vice ministro con delega alla Salute, è intervenuto in chiusura della prima giornata di lavori del 42° Congresso Nazionale del Sumai. “Siete musica per le mie orecchie”, così ha esordito Fazio davanti alla platea del Sumai. Il territorio e la sua valorizzazione piacciono al vice ministro che ha ricordato come la centralità territoriale “è il nucleo della nostra azione di governo della sanità. Il nostro Servizio sanitario – ha continuato Fazio – ha due problemi. Il primo è la disomogeneità tra Regioni, il secondo è l’essere troppo ospedalocentrico. Lo sforzo dunque è arrivare a creare un punto di riferimento per il cittadino prima che questo si ammali”. E dunque lo specialista ambulatoriale deve essere il punto di riferimento per far sì che l’ingresso in ospedale diventi “l’evento eccezionale”. Prima di lasciare la sala del Congresso Fazio ha annunciato, non senza suscitare un certo stupore tra medical network 5 | 2009 i presenti, che in mattinata il Consiglio dei ministri aveva definitivamente approvato il decreto di riordino delle farmacie esercitando la delega, nonostante l’assenza del parere della conferenza StatoRegioni. zo infine il sistema ospedaliero accreditato pubblico-privato. Tale modello consente la circolarità del percorso del paziente, dal domicilio all’ospedale, e da questo di nuovo al domicilio, passando rispettivamente per la rete intermedia delle strutture poliambulatoriali, nelle quali IL MODELLO LOMBARDO operano i medici specialisti convenNella giornata di sabato è interve- zionati interni, nel percorso bottomnuto l’assessore alla Sanità della up, e per le strutture di lungodeLombardia, Luciano Bresciani, che genza e residenziali di riabilitazioha presentato, ad ne (cardiologica e fiuna attenta e folta siatrica) nel percorLA CENTRALITÀ platea di delegati, il so inverso. TERRITORIALE quadro aggiornato Se da un lato il siÈ IL NUCLEO della realtà sanitaria stema presenta nuDELLA NOSTRA lombarda, organizmeri da primato nel AZIONE zata su tre livelli aspanorama nazionaDI GOVERNO sistenziali, stratificale per volumi di preDELLA SANITÀ. ti in base alla comstazioni, equilibrio plessità di diagnosi e IL NOSTRO SERVIZIO economico e capaciSANITARIO HA DUE tà di attrazione (per cura. Tale modello si PROBLEMI: LA caratterizza per un alcune patologie in DISOMOGENEITÀ primo livello, costiarea oncologica olTRA REGIONI E tuito dai medici di tre il 50 % degli asL’ESSERE TROPPO medicina generale e sistiti proviene da dai pediatri di libera OSPEDALOCENTRICO fuori regione), non scelta, operanti in sono stati taciuti prevalenza in studi dall’assessore Breassociati, al secondo livello è posta sciani le criticità quali l’eccesso di la rete dei poliambulatori speciali- posti letto, la necessità sia di rafstici territoriali ed ospedalieri, al ter- forzare l’Information Technology a bardo, basato sulla sussidiarietà, ha presentato il Network regionale per lo sviluppo tecnologico sanitario, programma di collaborazione fra università, industria e servizio sanitario. Nel modello il servizio sanitario regionale costituisce il banco di prova e di sviluppo dei migliori progetti della ricerca prodotti dal sistema universitario lombardo; questi progetti possono tradursi in realtà grazie alla partnership con le industrie del settore che forniscono i mezzi finanzia- ri e le risorse produttive necessarie. Alcuni esempi: la telemedicina, la robotica, i nuovi materiali protesici, i devices terapeutici più innovativi. Tutto questo, ha sottolineato l’assessore Bresciani terminando l’intervento, fa sì che il sistema sanitario, così come il settore farmaceutico, non sia più visto come area di soli costi passivi, ma come un importante motore di sviluppo economico ed industriale per l’intero Paese. medical network 5 | 2009 attualità SPECIALE CONGRESSO tutti i livelli, sia di potenziare la formazione, proprio per quanto concerne i medici specialisti convenzionati interni. Al riguardo ha presentato il programma regionale di formazione manageriale per la categoria, in partenza proprio nei giorni del Congresso Sumai, che vedrà oltre duecento specialisti impegnati su temi di farmaco economia, epidemiologia, organizzazione e comunicazione. E nel sottolineare gli elementi distintivi del sistema sanitario lom- 9 SPECIALE CONGRESSO Territorio: è l’ora dei fatti SPECIALE CONGRESSO attualità a cura della Redazione 10 Sintesi della relazione di Roberto Lala segretario generale Sumai T ra le più importanti novità di questo ultimo anno va senz’altro ricordato il processo avviato dal Governo per la ricostituzione di un autonomo Ministero della Salute. Non posso certo nascondere la mia, la nostra soddisfazione per questa scelta, con la stessa franchezza con cui lo scorso anno avevamo manifestato le nostre preoccupazioni per la decisione di accorpare tutte le tematiche del welfare in un unico dicastero. Una formula che, se da una parte rispondeva ad una logica di maggiore efficienza e sinergia tra i diversi aspetti della tutela sociale, dall’altra privava la sanità della necessaria “cabina di regia” centrale, resa ancora più necessaria dal dispiegarsi del federalismo. Tornare ad avere un autonomo dicastero che guidi la sanità italiana è dunque davvero una buona notizia, che rassicura gli operatori e i cittadini su quanto il Governo abbia a cuore il nostro sistema sanitario. ACN L’altra buona cosa realizzata in questo anno che abbiamo alle spalle è il rinnovo dell’Accordo collettivo nazionale. Una trattativa non semplice, una lunga marcia che ci ha portato però a siglare una Convenzione che getta le basi per poter costruire una sanità più integrata, che avrà nello specialista ambulatoriale uno tra i suoi principali protagonisti, e sempre più legata ai bisogni medical network 5 | 2009 del territorio e dei cittadini. Sempre che ciò che abbiamo scritto nel testo dell’Acn si realizzi e non resti, come troppo spesso è accaduto in passato, solo un esercizio di stile o di burocrazia. LA NECESSITÀ DI SVILUPPARE LA RETE SANITARIA TERRITORIALE Almeno sul terreno teorico, tutti ormai condividono la necessità inderogabile di trasformare il sistema sanitario, costruendo una rete che strutturi i servizi sul territorio. In primis credo che sia ormai chiaro a tutti come la scelta compiuta oltre trent’anni fa di dare vita in Italia ad un sistema sanitario universalistico si sia rivelata davvero lungimirante, oltre che ovviamente di grandissima levatura sul piano etico. Ne è prova il fatto che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama stia chiedendo con forza di creare anche nel suo Paese un sistema di protezione sanitaria per tutti, proprio per aiutare i cittadini e le imprese ad affrontare le difficoltà del momento. Ora noi sappiamo che i cambiamenti demografici ed epidemiologici, a cominciare dall’aumento dell’aspettativa di vita, e gli straordinari progressi scientifici e tecnici della medicina hanno profondamente modificato in pochi anni i bisogni di salute della popolazione, facendo crescere la domanda di assistenza e di cura soprattutto in direzione di situazioni di cronicità e di lunga convivenza con le patologie. Rispondere a questa domanda con un sistema ospedalocentrico di stampo ottocentesco è una follia costosa, inefficiente e “scomoda”. E lo è a maggior ragione se si considera che ci sono già le condizioni per realizzare invece una rete della sanità territoriale che sappia accogliere e “prendere in carico” le persone in luoghi più accessibili, più vicini alle loro case e arrivando addirittura all’interno delle loro case se è necessario. LA SPECIALISTICA TERRITORIALE Una rete sanitaria territoriale deve poter contare su medici specialisti, in grado di seguire le specifiche patologie e anche le urgenze, con tempestività. Noi siamo pronti a operare un cambiamento di prospettiva e lo abbiamo già dimostrato. Non siamo più solo nei nostri ambulatori e siamo pronti a mettere in gioco le nostre competenze in un sistema a rete che copra il territorio in maniera efficace, creando sinergie anche tra diverse figure professionali, sempre a vantaggio del sistema e degli utenti. La specialistica ambulatoriale si trasforma giorno dopo giorno in specialistica territoriale, e questa non è soltanto una variazione terminologica, ma una nuova fase evolutiva della nostra attività professionale. Si tratta ora di capire se si vuole davvero dare seguito concreto a questa possibilità o se si intende continuare solo a parlarne, a discettarne, magari in qualche con- vegno o magari in qualche comizio elettorale. attualità za a monte di alcuni elementi indispensabili. FNOMCEO Consentitemi ora una riflessione. Il quadro che ho provato a tratteggiare fino a questo punto, le scelte organizzative da compiere in rapporto alla sostenibilità e all’efficienza del sistema, disegnano implicitamente anche un nuovo profilo del professionista, del medico. Il medico solitario nel proprio studio in penombra è un’immagine di un passato lontano. Nell’alba del terzo millennio essere un medico vuol dire in primo luogo tenersi aggiornato sulle novità in campo scientifico, ma anche conoscere i problemi dell’organizzazione sanitaria e soprattutto tenersi costantemente in rapporto con altri operatori del sistema sanitario, sia medici che altri professionisti, infermieri o altro. E proprio per questo, per questo grande cambiamento che sta investendo la nostra professione, sono sem- pre più importanti le istituzioni che la rappresentano, a cominciare dalla Fnomceo. Colgo l’occasione per rinnovare la nostra e la mia personale soddisfazione per la riconferma alla guida della Federazione di Amedeo Bianco, con il quale ho condiviso responsabilità e impegni nel triennio passato. ENPAM Un segno certamente positivo è quello che, anno dopo anno, traccia l’Enpam, sotto la guida del suo presidente Eolo Parodi. Una solida realtà previdenziale che contribuisce a dare serenità ai medici italiani, vigilando sul loro futuro, e che rappresenta anche un esempio per altre categorie e per la stessa previdenza pubblica, riuscendo a mantenere in equilibrio, anche in tempi di crisi economica globale, il sistema pensionistico. Certo occorrerà intervenire nel tempo con graduali aumenti dei contributi previdenziali e con alcune modifiche remedical network 5 | 2009 SPECIALE CONGRESSO LA SFIDA DEL TERRITORIO Voglio lanciare una sfida soprattutto agli assessori regionali alla sanità, visto che ormai l’organizzazione dei servizi è a tutti gli effetti una loro responsabilità. Sono convinto che per cominciare a realizzare la rete territoriale non servano considerevoli nuove risorse, ma che si possa davvero partire subito. Faccio alcuni esempi. Sviluppare l’attività domiciliare consentirebbe di poter seguire meglio quei malati cronici gravi, rendendo più stabili le loro condizioni ed evitando il continuo ricorso ai ricoveri ospedalieri. Ovviamente è un’attività che deve vedere la collaborazione del medico di famiglia con i vari specialisti presenti sul territorio. La nostra Convenzione prevede che gli specialisti possano, con turni appositamente dedicati, essere coinvolti in questo genere di assistenza. È indubbiamente un’attività usurante, ma siamo certi che molti, soprattutto i giovani, si renderebbero disponibili. Allora perché tutto questo non si realizza? Perché vi sono solo pochissime aree in cui il cittadino sa di poter contare su una assistenza domiciliare efficiente? E, per essere concreto, tutto questo costerebbe più o meno di un ricovero? Ebbene: sono anni che si parla dei codici bianchi e del modo per evitare che si riversino tutti nei Pronto soccorso, ma, in tutta sincerità, non mi sembra che i risultati sinora ottenuti siano stati risolutivi. Perdonatemi l’impertinenza, ma a volte mi viene il dubbio che alcuni progetti nascano già con la consapevolezza, condivisa da tutti i protagonisti, che essi non potranno avere piena attuazione per la mancan- 11 SPECIALE CONGRESSO attualità 12 golamentari per garantire il futuro dei giovani e conseguentemente quello dei meno giovani, ma stando attenti a non compiere pericolosi passi falsi, come potrebbe essere ad esempio la dismissione o peggio ancora la svendita di parte del patrimonio immobiliare, che negli anni si è sempre rivelato invece un solido investimento OLTRE LA SPECIALISTICA AMBULATORIALE. GLI ALTRI SETTORI SUMAI Lasciatemi ora qualche minuto per parlare di un altro importante obiettivo del nostro sindacato, obiettivo che ci siamo dati da alcuni anni per- medical network 5 | 2009 ché lo consideriamo strategico ai fini del rafforzamento dell’area: la creazione all’interno del Sumai di settori che raccolgono e rappresentano altre professionalità oltre la nostra operanti in convenzione con il Ssn, in precedenza a nostro avviso poco tutelate nei propri rapporti di lavoro. Intendo parlare di Biologi, Psicologi e Medici Veterinari. Grazie al nostro impegno sindacale, oggi questi ultimi sono meglio incardinati all’Accordo della specialistica e dunque al sistema nel suo complesso. Al di là dei numeri, consideriamo questo un risultato di grande rilievo perché i Medici Veterinari rivestono per la sanità pub- blica un ruolo fondamentale che dobbiamo tenere sempre ben presente soprattutto in ragione del delicatissimo lavoro che svolgono in materia di sicurezza alimentare. Certo si può e si deve fare ancora meglio per arrivare ad una piena integrazione di questi professionisti. In ogni caso le Regioni dovrebbero intervenire, dimostrando responsabilità nei confronti di chi lavora e di chi usufruisce dei servizi, con una pronta applicazione dell’Accordo per dare loro regole certe, visto che ormai non sono più disciplinati da un semplice protocollo d’intesa e quindi ogni ulteriore ritardo non potrebbe essere percepito se non come un sto/beneficio, elemento che oggi in sanità non può essere mai tralasciato, e ci adopereremo per rappresentarla al meglio anche nei confronti di quei presidenti di Regione che, preoccupati della salute delle casse regionali, cercano affannosamente soluzioni mirabolanti senza vedere ciò che hanno a portata di mano. Ci batteremo comunque in sede di rinnovo contrattuale affinché siano maggiormente rispettati sia i loro diritti economici che i loro diritti giuridici, a cominciare da mobilità, incrementi orari e aggiornamento professionale. Dando gambe a quanto deliberato l’anno passato dall’Assemblea Congressuale, abbiamo fatto un importante passo avanti anche nell’ambito della tutela della Dirigenza medica entrando a far parte del Fassid, soggetto sindacale che ci ha consentito di acquisire la rappresentatività anche in quest’area. È stato un anno di programmazione e organizzazione che dovrà dare i suoi risultati nel 2010, anche perché lo stesso Fassid acquisirà validità per l’Aran a partire da tale data. Da lungo tempo il Sumai porta avanti una strategia di collaborazione tra i diversi professionisti che lavorano sul territorio, indipendentemente dal rispettivo rapporto giuridico, nella convinzione che il giorno che riusciremo a rendere patrimonio di tutti la capacità di difenderci e sostenerci l’un l’altro, avremo vinto la più importante delle battaglie. Questo rende ancor più significativi i risultati ottenuti nel Sasn, settore in cui annoveriamo numerosi specialisti che danno assistenza al personale navigante: dopo un estenuante “pal- leggio” tra i Ministeri della Salute e dell’Economia siamo infatti riusciti ad ottenere la definitiva ratifica dell’Accordo nazionale. Un risultato sofferto, ma che ci ripaga del lavoro svolto a tutela di colleghi che nonostante abbiano dovuto subire per lungo tempo gli inaccettabili ritardi della burocrazia, hanno dato dimostrazione di grande responsabilità nel non lasciare scoperto un servizio così delicato, rinunciando ad azioni di protesta che sarebbero state più che giustificate. In ultimo, un breve cenno alla sanità penitenziaria che si trova ad affrontare le molte difficoltà derivanti dal passaggio del servizio, per anni interno al ministero di Grazia e Giustizia, al Ssn. Il cammino è ancora lungo e irto di ostacoli, ma il nostro impegno sarà continuo e a tutto campo per difendere i diritti di chi pur avendo fedelmente servito lo Stato per anni sembra oggi rappresentare un problema economico. Una situazione insostenibile per i professionisti della sanità coinvolti, ma anche per tutti i lavoratori delle carceri e per i detenuti. Ho voluto dedicare la parte finale di questa mia relazione alla sfera d’azione sindacale del Sumai perché questo è il nostro impegno e il nostro profondo convincimento: tutelare i professionisti che operano in sanità per tutelare il servizio dovuto al cittadino. Condividere le problematiche a livello sindacale tra professionisti di diverso profilo è una possibilità in più, una straordinaria occasione per superare diffidenze e steccati anacronistici con l’obiettivo comune di dare forza alla sanità che opera sul territorio. medical network 5 | 2009 attualità SPECIALE CONGRESSO atteggiamento pretestuoso e volutamente dilatorio. Non si può dare sanità di qualità mantenendo in piedi aree di precariato dissimulate dietro la necessità di un ipotetico risparmio. Un problema diverso è quello dei colleghi operanti nella Medicina dei servizi: un settore che in alcune Regioni svolge compiti istituzionali importanti quali l’assistenza nei Sert, le visite fiscali e l’organizzazione sanitaria, ma che non riesce a darsi una precisa identità proprio perché da anni è presente sul territorio a macchia di leopardo. Siamo convinti dell’utilità di quest’area anche in ragione del rapporto co- CONDIVIDERE LE PROBLEMATICHE A LIVELLO SINDACALE TRA PROFESSIONISTI DI DIVERSO PROFILO È UNA POSSIBILITÀ IN PIÙ, UNA STRAORDINARIA OCCASIONE PER SUPERARE DIFFIDENZE E STECCATI ANACRONISTICI 13 SPECIALE CONGRESSO / SIFOP SPECIALE CONGRESSO attualità di Francesco Losurdo Presidente Sifop 14 L’educazione terapeutica nelle malattie croniche L’ educazione terapeutica rappresenta la risposta concreta da parte delle professioni sanitarie per rendere il cittadino affetto da patologie croniche il più possibile autonomo nella gestione della propria patologia. L’implementazione dell’Educazione terapeutica nelle cure primarie del Ssn può apportare un consistente miglioramento sia alla qualità di vita dei pazienti affetti da patologie croniche e delle loro famiglie sia sul risparmio di risorse derivanti da una riduzione delle complicanze acute e croniche che possono insorgere a causa delle mancate conoscenze della malattia cronica. In Italia, l’Educazione terapeutica del paziente esiste da molti anni per alcune patologie croniche ed è praticata in vari contesti anche dalle Associazioni dei Pazienti. La SIFoP auspica di poter ottenere anche in Italia, come già avviene in altri Paesi europei, un riconoscimento dell’attività educativa con una legge che possa strutturare ed incentivare nelle cure primarie l’Educazione terapeutica per le malattie croniche. Il primo punto da analizzare in maniera autocritica è nei comportamenti dei professionisti sanitari del territorio: siamo realmente in grado in questo contesto (ambulatoriale o domiciliare) di ascoltare il paziente, di comunicare con lui e di formarlo ad apprendere a gestire meglio il proprio caso? Ogni terapista sia specialista o memedical network 5 | 2009 dico di medicina generale o infermiere o altro professionista sanitario deve familiarizzare con questa nuova dimensione del trattamento ed acquisire una reale padronanza nella comunicazione terapeutica con il malato; è pertanto necessario imparare ad osservare il paziente. La SIFoP ha per obiettivo nel 2010: un’alleanza con le Associazioni dei pazienti, e a seguire con altri professionisti della salute che operano nelle cure primarie, per dare insieme una risposta concreta con l’educazione terapeutica ai bisogni di cure derivanti dalle patologie croniche certi che in tal modo si eviteranno i ricoveri e le diagnostiche improprie ma soprattutto si contribuirà a ridare serenità al malato cronico ed ai suoi familiari. La nostra esperienza mostra che si possono trasferire programmi e metodi educativi a tutte le malattie cro- niche ma soprattutto vogliamo evidenziare che l’Educazione terapeutica non è esclusivamente una pratica ospedaliera ma può essere effettuata anche in contesti di cure primarie sia ambulatorialmente che di cure domiciliari, che di rete assistenziale, farmacia, consultorio, poliambulatorio, distretti, ambulatori dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta. L’Oms nel 1998 ha dato questa definizione: “L’Educazione terapeutica dovrebbe permettere al paziente di acquisire e mantenere le capacità e le competenze che lo aiutano a vivere in maniera ottimale con la sua malattia. Si tratta di un percorso permanente, integrato alle cure e centrato sul paziente”. L’educazione implica attività organizzata di sensibilizzazione, informazione, apprendimento dell’autogestione e sostegno concernente la malattia sia psicologica che per il trattamento prescritto, la terapia, il contesto di cura. È finalizzata ad aiutare i pazienti e le loro famiglie a comprendere la malattia ed il trattamento, cooperare con i curanti, vivere in maniera più sana e mantenere o migliorare la loro qualità di vita. È il caso di sottolineare che l’Educazione terapeutica del paziente pone a tutti i medici, agli infermieri ed agli altri professionisti della salute che lavorano nelle cure primarie del Ssn, il problema di imparare ad esercitare un nuovo mestiere, quello di educare. SPECIALE CONGRESSO / SUMAI PER L’ABRUZZO Il problema è la carenza di strutture dove operare Subito dopo il terremoto si è concretizzata in un assegno di circa 10 mila euro consegnato nelle mani del segretario Sumai della Provincia de L’Aquila, Giuliana Troiani, durante il Congresso nazionale A l Congresso di Torino è stato consegnato nelle mani del segretario Sumai della Provincia de L’Aquila, Giuliana Troiani, l’assegno con i fondi raccolti attraverso il conto corrente pro Abruzzo aperto dal Sindacato dopo il sisma. Le somme raccolte dal Sumai, circa 10.000 euro, sono state e verranno impiegate per garantire il mantenimento dell’assistenza specialistica territoriale nella città de L’Aquila, dove, è bene ricordarlo, nonostante le difficoltà gli specialisti ambulatoriali hanno garantito l’assistenza specialistica a circa 40.000 sfollati senza percepire alcun compenso aggiuntivo. “Essendo venute meno le strutture distrettuali, gli ambulatori dei medici di medicina generale e pediatri – ha spiegato dal palco la Troiani – si è reso necessario costruire un nuovo modello organizzativo fondato su strutture mobili. A tale scopo, il Sumai ha noleggiato due container, reperito un camper attrezzato prestato dalla clinica oculistica dell’Università di Chieti ed un prefabbricato attrezzato per Orl ed Oculistica”. Inoltre, la segretaria aquilana ha illustrato come “dal punto di vista funzionale il nuovo modello organizzativo che abbiamo contribuito a realizzare si basa sull’integrazione fra specialisti ambulatoriali, aggregazioni funzionali dei Mmg, Pls, Continuità assistenziale, anticipando quanto previsto dai nuovi Acn della medicina territoriale”. In conclusione, la Troiani dopo aver ringraziato il segretario generale Roberto Lala, il Presidente, Giuseppe Nielfi, il Tesoriere nazionale, Antonio Magi e Franco Longhi segretario Sumai Abruzzo, che ha partecipato attivamente anch’egli nella realizzazione del progetto di assistenza al territorio post emergenza immediata, ha sottolineato come “il problema attuale dell’assistenza territoriale de L’Aquila non è legato alla mancanza di professionisti né di modelli organizzativi ma, bensì, alla carenza di strutture dove operare”. medical network 5 | 2009 SPECIALE CONGRESSO attualità a cura della Redazione 15 SPECIALE CONGRESSO / LINEE GUIDA “Servono più ore” SPECIALE CONGRESSO attualità di Luciano Fassari 16 Dalla Riforma sanitaria del 1992 si è assistito ad un blocco del turn-over nel comparto della specialistica ambulatoriale. Questo si è tradotto in un crollo del monte ore settimanale, che ha avuto come unico risultato quello di stravolgere le funzioni ospedaliere dedicate al ricovero e dilatare a dismisura i tempi d’attesa per visite di natura specialistica U n maggior numero di ore di specialistica ambulatoriale convenzionata, una riorganizzazione che consenta di applicare il recente rinnovo contrattuale e nuove forme d’integrazione territoriale tra le branche. Tre dogmi che rappresentano i cardini entro cui s’innestano le “Linee Guida per l’ag- medical network 5 | 2009 gregazione funzionale territoriale dei medici specialisti ambulatoriali e degli psicologi convenzionati” presentate dal Sumai-Assoprof a Torino in occasione del 42° Congresso. Il documento (scaricabile dal sito internet www.sumaiweb.it) parte dall’assunto che dalla Riforma sanitaria del 1992 (Dlgs 502/92) si è assistito ad un vero e proprio blocco del turn-over nel comparto della specialistica ambulatoriale. Ciò ha prodotto, negli ultimi 17 anni una discesa vertiginosa (-32,66%) del monte ore settimanale, passato (vedi tabella) dalle 390.686 del 1991 alle 294.510 del 2008. Un crollo che ha avuto come unico risultato quello di stravolgere le funzioni ospedaliere dedicate al ricovero e dilatare a dismisura i tempi d’attesa per visite di natura specialistica. Servono più ore, questo il messaggio lanciato dal Sumai. Più ore, certo, ma senza dimenticare di dare seguito a tutto ciò che è contenuto nei vari piani sanitari e nelle convenzioni: sviluppo della continuità assistenziale, crescita del territorio, coordinamento e integrazione tra i medici. Il Sumai, così, ha presentato quattro modelli di aggregazione funzionale, una delle principali novità del nuovo Acn (art. 30 bis), per gli specialisti del Servizio sanitario nazionale. Si parte con il Poliambulatorio specialistico territoriale (uno per distretto aperto almeno 12 ore al giorno, collegato in rete con Asl e studi di Mmg e pediatri), in cui specialisti e psicologi convenzionati possano svolgere attività di consulenza, visite, diagnostica per immagini e di laboratorio, day service con percorsi precisi per patologia, il tut- diatri, specialisti, infermieri e collaboratori. Dovrebbe erogare visite ambulatoriali, analisi diagnostiche di primo livello, prestazioni infermieristiche e consulenze specialistiche. La terza forma proposta riguarda il lavoro degli specialisti negli studi di Mmg e pediatri, connessi tra loro e con il Poliambulatorio specialistico territoriale pubblico. L’ultima modalità sarebbe l’attività Segue a pagina 19 attualità SPECIALE CONGRESSO to in collaborazione con il personale infermieristico e amministrativo. Il secondo prototipo immaginato è l’Ambulatorio territoriale integrato, aperto almeno dieci ore al giorno, in cui operano medici di famiglia, pe- medical network 5 | 2009 17 svolta nei “presidi territoriali di prossimità”, alternativa al pronto soccorso gestita 24 ore su 24 dai medici di continuità assistenziale. Il disegno del Sumai prevede la possibilità d’istituzione di turni di specialistica e primo soccorso, in un contesto che va chiaramente valutato tenendo conto delle specificità di ogni territorio e dei vari compiti professionali. Oltre questi aspetti organizzativi, le Linee guida Sumai stimano anche il fabbisogno effettivo di specialistica sul territorio (ore per mille abitanti), per branca e per Regione. La stima è calcolata attraverso un “coefficiente di domanda specialistica ambulatoriale convenzionata interna” che viene ottenuto dal rapporto tra il coefficiente di domanda medica generale (in base a 45 indicatori) e i tempi di attesa per le prestazioni specialistiche. Il risultato mette in evidenza come l’offerta sia inadeguata alla domanda soprattutto al Centro- sud e nelle aree metropolitane. A soffrire particolarmente è l’area della diagnostica: cardiologia (35.034 ore di fabbisogno settimanali), ginecologia, oculistica, angiologia, audiologia, neurologia e radiologia. Il dado, in ogni caso, è tratto, infatti, secondo il nuovo Acn, entro sei mesi dalla sua approvazione, e dunque a gennaio, le Regioni dovranno individuare le aggregazioni funzionali territoriali. Il Sumai ha lanciato le sue proposte, ora si attendono i fatti. Mozione congressuale L’Assemblea del 42° Congresso Nazionale Sumai riunito a Torino dal 29 settembre al 3 ottobre 2009 UDITA La relazione del Segretario Generale L’APPROVA E IMPEGNA la Segreteria Nazionale a: adoperarsi per la rapida riapertura e conclusione delle trattative per il rinnovo dell’Accordo Collettivo Nazionale, biennio economico 2008-2009, nel quale si dovrà porre particolare attenzione al superamento del precariato, alla formazione professionale, alla partecipazione degli specialisti ambulatoriali interni al governo clinico, al riconoscimento del ruolo della specialistica nelle forme organizzative complesse delle cure primarie; seguire l’iter del Disegno di Legge sul governo clinico per assicurare sia la partecipazione di un componente della specialistica convenzionata interna nel Collegio di direzione aziendale ed in tutti gli organismi aziendali sia, nel maggior numero possibile di regioni, l’attivazione di sperimentazioni di Aggregazioni Funzionali territoriali quale strumento di evoluzione qualitativa dell’assistenza territoriale; intervenire con decisione sulla Direzione Generale Inail al fine di aprire il tavolo delle trattative per il rinnovo contrattuale, con il recepimento del nuovo Acn, a superamento delle criticità attuali; adoperarsi per una rapida apertura del tavolo delle trattative con il ministero della Salute per il rinnovo dell’Accordo Collettivo Nazionale dei medici Sasn scaduto il 31 dicembre 2005, in modo tale da recepire in tempi brevi il biennio economico 2006-2007; inoltre proseguire l’impegno per arrivare all’auspicata integrazione tra l’AcnSasn e l’Acn degli specialisti ambulatoriali ed altre professionalità del Servizio sanitario nazionale; sensibilizzare i segretari provinciali e regionali Sumai-Assoprof affinché sia garantita la presenza dei rappresentanti dei colleghi della Dirigenza medica del Ssn iscritti al Sumai-Assoprof a tutti i tavoli della contrattazione, nazionale e decentrata, in cui la Fassid – alla quale il Sumai settore dipendenza ha aderito – è titolata a presiedere; valorizzare nel nuovo Acn le specificità proprie dei settori della medicina veterinaria e delle altre professionalità (biologi e chimici), superare le relative forme di lavoro anomalo ed ottenere l’omogenea applicazione delle norme contrattuali; proseguire nella direzione di una migliore ed appropriata collocazione degli psicologi nel Ssn e nelle nuove forme organizzative territoriali previste nell’Acn, ponendo altresì particolare attenzione alle attività formative professionali. ottenere nell’ambito delle future trattative nazionali per il rinnovo dell’Acn della medicina generale relative al settore della Medicina dei Servizi una reale riapertura dell’area, la concreta possibilità di portare i colleghi a 38 ore settimanali di attività in tutte le Regioni, la piena valorizzazione delle esperienze e delle professionalità acquisite sia nelle Asl che nelle nuove aggregazioni funzionali territoriali delle unità complesse delle cure primarie, e infine il miglioramento dei compensi che nell’ultimo accordo non sono stati in linea con gli altri settori dell’area di Mmg. Approvata all'unanimità dall'Assemblea congressuale in Torino, sabato 03 ottobre 2009, ore 12.30 1 2 3 4 5 6 7 8 medical network 5 | 2009 attualità SPECIALE CONGRESSO Segue da pagina 17 19 VETERINARI I nostri risultati VETERINARI attualità di Tiziana Felice Responsabile nazionale per i medici veterinari Sumai 20 Dopo lunghe ed estenuanti trattative il Sumai ha concluso anche in Sicilia l’iter intrapreso ormai da anni in tutto il territorio nazionale, per la stabilizzazione dei medici veterinari precari tramite l’applicazione dell’Accordo collettivo nazionale, dando così un taglio netto al precariato C on piacere vi comunico che a seguito delle numerose istanze e grazie al tenace impegno dei nostri rappresentanti, questa organizzazione sindacale ha concluso anche in Sicilia l’iter intrapreso, ormai da anni in tutto il territorio nazionale, per la stabilizzazione dei medici veterinari precari tramite l’applicazione dell’Accordo collettivo nazionale. Questo ottimo risultato, raggiunto dopo lunghe ed estenuanti trattative iniziate in Sicilia nel 2007, si aggiunge a quelli già ottenuti dal nostro sindacato per i medici veterinari convenzionati operanti in più parti d’Italia. Ricordiamo, in particolare, che le altre Regioni dove siamo riusciti ad medical network 5 | 2009 ottenere la stabilizzazione dei medici veterinari precari sono: il Lazio, la Toscana, le Marche, la Calabria, il Piemonte e infine la Puglia. Queste Regioni hanno riconosciuto l’importanza che ha la continuità nell’espletamento delle attività istituzionali al fine di garantire la qualità delle prestazioni al cittadino, e hanno pertanto condiviso con la nostra organizzazione sindacale la necessità di dare un taglio netto al precariato. Auspichiamo dunque un pronto riconoscimento e risoluzione di tale problematica anche da parte delle restanti Regioni. Considerando in primis il giusto e degno riconoscimento al lavoro svolto dalle segreterie provinciali e regionali del Sumai nelle Regioni suddette, cogliamo l’occasione per far presente che questa e altre mete sono state conquistate dal Sumai e non da “altro sindacato” che, come sempre e ormai da anni, si vanta di meriti che non gli appartengono. Quello stesso sindacato che in alcune circostanze ha richiesto, con veemenza, la stabilizzazione, tramite concorso per dirigente (dipendente Asl) per pochissimi (mirati) medici veterinari a scapito di molti. In tal contesto questi ultimi avrebbero, in tal modo, perso definitivamente la possibilità di mantenere il loro posto di lavoro. La nostra azione in queste circostanze è stata diretta, incisiva e risolutiva e sempre a tutela della stabilizzazione di tutti i medici veterinari precari e non di pochi “eletti”. Lasciamo ad altri la strada facile ma piena di ombre, mentre noi continueremo a percorrere la via più dura ma densa di ottimi risultati, preservando la nostra serietà, onestà e concretezza. ACN Il Medico della Medicina dei Servizi L e nuove Strutture funzionali e organizzative previste nei nuovi Accordi collettivi nazionali dell’area convenzionata (Aggregazioni funzionali territoriali della medicina generale e Unità complesse delle cure primarie) vedranno lavorare assieme medici di assistenza primaria, di Continuità assistenziale, della Medicina dei servizi, Specialisti ambulatoriali, Pediatri di libera scelta e altre figure professionali. I medici, per continuare a svolgere la loro attività, devono aderire obbligatoriamente a questo nuovo tipo di organizzazione. Il campo d’azione e le attività della Medicina generale e dei professionisti interessati aumentano notevolmente. Infatti in queste strutture si potranno svolgere quasi tutte le attività di sanità territoriale che oggi vengono svolte in varie sedi: distretti, dipartimenti di prevenzione, dipartimenti di salute mentale, poliambulatori e via dicendo. Questo nuovo assetto organizzativo, oltre a un miglioramento dell’offerta di salute al cittadino che troverà in un unico posto tutto quello che la medicina territoriale deve offrire, porterà sicuramente anche un miglioramento del lavoro professionale dei medici che non lavoreranno più da soli e sparsi sul territorio ma all’interno di un model- lo organizzativo “forte” capace di creare sinergia. Con gli accordi regionali saranno portate in queste aggregazioni e unita operative complesse funzioni e compiti quali: •assicurare sul territorio di propria competenza la erogazione a tutti i cittadini dei livelli essenziale ed uniformi di assistenza (Lea); •assicurare l’accesso ai servizi dell’unità complessa delle cure primarie (assistenza sanitaria di base e diagnostica di 1° livello); •realizzare nel territorio la continuità dell’assistenza, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, per garantire una effettiva presa in carico dell’utente a partire in particolare dai pazienti cronici. A tal fine con riferimento specifico a questa tipologia di pazienti, va perseguita l’integrazione con i servizi sanitari di secondo e terzo livello, prevedendo il diritto all’accesso in ospedale dei medici convenzionati; •impiegare strumenti di gestione che garantiscono trasparenza e responsabilità dei medici e dei professionisti sanitari nelle scelte assistenziali e in quelle orientate al perseguimento degli obiettivi di salute; •sviluppare la medicina d’iniziativa anche al fine di promuovere corretti stili di vita presso tutta la popolazione, nonché la salute del- l’infanzia e dell’adolescenza con particolare attenzione agli interventi di prevenzione, educazione ed informazione sanitaria; •contribuire all’integrazione fra assistenza sanitaria e assistenza sociale a partire dall’assistenza domiciliare e residenziale in raccordo con i distretti e in sinergia con i diversi soggetti istituzionali e con i poli della rete di assistenza. Io credo che, al pari degli altri colleghi, i Medici della medicina dei servizi dovranno e potranno dare un notevole contributo al raggiungimento di tali obiettivi. La loro lunga esperienza e competenza professionale acquisita all’interno dei Distretti, dei Dipartimenti di prevenzione, dei Dipartimenti di salute mentale, dei Sert, dei servizi di Medicina legale e così via, svolgendo funzioni di prevenzione, diagnosi, cura e organizzazione dei servizi sanitari spesso con assunzione di piena responsabilità, non può che aiutare questo processo di integrazione e rinnovamento. Io e il Sumai faremo di tutto per valorizzare e ridare la giusta dignità a questi medici, sia sul piano professionale che su quello economico con la speranza, anche, di riaprire l’area perché crediamo che i compiti e le funzioni che svolgono non possono essere delegati ad altri. medical network 5 | 2009 attualità ACN Ruolo, funzioni e compiti nell’ambito del nuovo Accordo collettivo nazionale Mmg. I nuovi Acn dell’area convenzionata vedranno lavorare assieme medici di assistenza primaria, di Continuità assistenziale, della Medicina dei servizi, Specialisti ambulatoriali, Pediatri di libera scelta e altre figure professionali di Antonio Chiacchio segretario organizzativo settore medicina dei servizi 21 INFLUENZA INFLUENZA attualità 22 Circolare per la prevenzione e il controllo dell’epidemia stagionale d’influenza 2009-2010 A cura del ministero del Lavoro della Salute e delle Politiche Sociali L’ influenza costituisce un importante problema di sanità pubblica a causa della sua ubiquità, contagiosità, variabilità antigenica dei virus. Si stima che in Italia l'influenza stagionale causi ogni anno circa 8.000 decessi. Il mezzo più efficace e sicuro per contrastarne la diffusione è rappresentato dalla vaccinazione. Occorre sottolineare che il vaccino stagionale è diverso e distinto sia per composizione sia per modalità di somministrazione dal vaccino per la pandemia influenzale da nuovo virus A(H1N1). Il vaccino stagionale non offre, infatti, protezione nei confronti del nuovo virus influenzale pandemico, in quanto i due virus sono diversi. Tuttavia vaccinarsi contro l'influenza stagionale rappresenta soprattutto quest'anno un'importante misura di protezione individuale e di tutela della salute pubblica, proprio per la possibile circolazione concomitante dei due virus, semplificando la diagnosi, riducendo le complicanze e favorendo l'efficienza dell'assistenza sanitaria. La composizione del vaccino stagionale viene aggiornata di anno in anno, in base ai virus circolanti durante la stagione precedente. Per la stagione 2009-2010 è stata decisa la seguente composizione del vaccino: •antigene analogo al ceppo A/Brisbane/59/2007 (H1N1) •antigene analogo al ceppo A/ medical network 5 | 2009 Brisbane /10/2007 (H3N2) •antigene analogo al ceppo B/ Brisbane /60/2008 Il periodo consigliato per la vaccinazione va dall'inizio di ottobre fino a fine dicembre. Poiché la maggior parte della popolazione è stata, con tutta probabilità, infettata dai virus influenzali A/H3N2, A/H1N1 e B nel corso degli ultimi anni, una sola dose di vaccino antinfluenzale è sufficiente per i soggetti di tutte le età, con esclusione dell’età infantile. Per i bambini al di sotto dei 9 anni di età, mai vaccinati in precedenza, si raccomandano due dosi di vaccino antinfluenzale stagionale, da somministrare a distanza di almeno quattro settimane La vaccinazione è raccomandata a: 1. Soggetti di età pari o superiore a 65 anni; 2. Bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti affetti da: •malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio •malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite •diabete mellito e altre malattie metaboliche •malattie renali con insufficienza renale •malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie •tumori •malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV •malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinale •patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici •patologie associate ad un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari) 3. Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale 4. Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano nel secondo e terzo trimestre di gravidanza 5. Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti Particolarmente fragili nei periodi di maggiore circolazione dei virus influenzali, i pazienti risultano generalmente portatori di condizioni individuali o di specifiche patologie che 6. Medici e personale sanitario di assistenza •il rischio personale di contrarre l’influenza essendo a continuo contatto con soggetti ammalati di forme respiratorie e di influenza specie nei periodi di diffusione epidemica dei virus •l’assenteismo dal lavoro per influenza proprio nel periodo in cui vi è maggiore richiesta di assistenza da parte della popolazione •il rischio di diventare trasmettitore di infezione da virus influenzali nella comunità dove esercitano la loro attività lavorativa (ospedale, strutture per lungodegenti etc.), comunità che richiedono invece il massimo di tutela Esiste un’ampia letteratura che documenta l’utilità della vaccinazione del personale sanitario. 7. Familiari e contatti di soggetti ad alto rischio Tale categoria di soggetti diventa un importante elemento per ridurre il rischio di trasmissione. data, ed offerta attivamente, la vaccinazione antinfluenzale. •allevatori •addetti all’attività di allevamento •addetti al trasporto di animali vivi •macellatori e vaccinatori •veterinari pubblici e libero-professionisti 10. Informazioni aggiuntive riguardo alla vaccinazione di ulteriori gruppi di popolazione •Bambini non compresi nelle categorie a rischio: L’inserimento nelle categorie da immunizzare prioritariamente contro l’influenza di tutti i bambini da 6 mesi a 24 mesi (o fino a 5 anni) è un argomento attualmente al centro di discussione da parte della comunità scientifica internazionale. Questa scelta è gia stata fatta dalla Sanità Americana ma i dati di copertura vaccinale finora raggiunti non consentono di valutare l’impatto di tale intervento. Pertanto i Servizi di Sanità Pubblica dei Paesi europei, compresi quelli italiani, non hanno finora ritenuto di promuovere programmi di offerta attiva gratuita del vaccino influenzale ai bambini che non presentino fattori individuali di rischio. Ciò non significa che vi siano controindicazioni alla vaccinazione dei bambini “sani” di età superiore a 6 mesi, qualora il loro pediatra optasse per tale scelta. Valgono per loro le stesse regole (dosaggio, numero di dosi) indicate per i bambini appartenenti ai gruppi di rischio. •Popolazione generale Possono scegliere di vaccinarsi contro l’Influenza tutte le persone che desiderano evitare la malattia influenzale per varie motivazioni (timore della malattia, viaggi, lavoro, etc.) salvo quelle per cui esistono specifiche controindicazioni. Il vaccino è disponibile presso le farmacie, ma è bene che tale scelta sia sempre effettuata di concerto con il proprio medico. Redazione Ministerosalute.it 28 agosto 2009 attualità INFLUENZA predispongono alle complicanze e rendono particolarmente severo il decorso della malattia influenzale. 8. Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori come le forze di polizia, i vigili del fuoco, considerato il ruolo essenziale svolto nell’ambito della sicurezza ed emergenza ed altre categorie socialmente utili. 9. Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani Ai lavoratori a contatto con specie animali, che sono serbatoi naturali dei virus influenzali o che si ammalano a causa di questi, va raccomanmedical network 5 | 2009 23 PENSIONI E CONTRIBUZIONE La pensione dei medici ambulatoriali PENSIONIECONTRIBUZIONE rubriche di Paolo Quarto 24 Q uando si può andare in pensione, con quale importo e con quali modalità di calcolo verrà attribuita la rendita pensionistica? Per rispondere a queste domande che molti medici ambulatoriali si pongono e ci pongono, riteniamo opportuno riassumere ed illustrare le principali regole previste dalla vigente normativa del Fondo di Previdenza gestito dalla Fondazione Enpam I REQUISITI PER IL DIRITTO ALLA PENSIONE Per il Fondo Ambulatoriali (come per gli altri Fondi Speciali dell’Ente), il diritto alla pensione ordinaria (cosiddetta di vecchiaia) matura normalmente al 65° anno. Al raggiungimento di tale età, cessando l’attività convenzionata (che per gli specialisti Ambulatoriali può essere protratta fino al 70° anno), l’iscritto matura il diritto alla pensione, qualunque sia l’anzianità contributiva raggiunta, poiché, a differenza di quanto previsto in altri sistemi Tabella 1 - Tabella 2 - medical network 5 | 2009 previdenziali, non è richiesto alcun requisito minimo contributivo. Al 65° anno (età pensionabile identica per uomini e donne), quindi, la pensione matura qualunque sia il numero di anni di contribuzione, perché la misura della pensione è strettamente legata e proporzionale ai contributi versati e all’attività effettivamente svolta. La pensione di vecchiaia, a 65 anni o ad età superiore, decorre dal 1° giorno del mese successivo alla cessazione dell’attività. PENSIONE ANTICIPATA O DI ANZIANITÀ Se invece l’iscritto vuole anticipare il pensionamento, cessando il servizio prima dei 65 anni, per maturare la pensione subito, la normativa del Fondo richiede attualmente il possesso (congiunto) dei seguenti requisiti di anzianità e di età: •cessazione dell’attività convenzionata; Anzianità contributiva non inferiore a 35 anni; Compimento del 58° anno di età; Anzianità di laurea di almeno 30 anni; oppure, prescindendo dall’età, Cessazione dell’attività convenzionata: 40 anni di contribuzione; Anzianità di laurea di 30 anni. IL REQUISITO DI ANZIANITÀ CONTRIBUTIVA Nella valutazione del requisito di anzianità contributiva rientrano ovviamente gli anni eventualmente riscattati (per laurea o specializzazione o per servizio militare) e tutti i periodi che abbiano dato luogo a contribuzione, compresi quindi quelli di sostituzione, di supplenze o altro, precedenti l’inizio del rapporto a tempo indeterminato. Tali periodi devono essere però assunti per la loro effettiva consistenza in mesi e non in base alla data di decorrenza: in altre parole un periodo di contribuzione relativo ad un rapporto a tempo determinato svolto, ad esempio, dal mese di aprile 1980 per tre mesi non fa decorrere l’anzianità dall’aprile 1980, ma aggiunge soltanto tre mesi di anzianità contributiva. ti nel 1°, 2°, 3° o 4° trimestre dell’anno, la pensione decorrerà rispettivamente dal 1° ottobre dell’anno stesso o dal 1° gennaio, 1° aprile, 1° luglio dell’anno seguente. Il requisito dei 30 anni di anzianità di laurea tuttavia deve essere posseduto soltanto al momento della decorrenza della pensione Per non rimanere per alcuni mesi privi sia della retribuzione sia della pensione, tenuto conto che la data di effettiva decorrenza della pensione differisce rispetto alla data di raggiungimento dei requisiti, è opportuno quindi prolungare la permanenza in servizio fino alla “finestra” di uscita. Una volta superata la data della prima finestra di uscita, infine, l’iscritto può cessare l’attività e maturare dal mese successivo la pensione di anzianità, senza dover attendere l’apertura di ulteriori finestre. LE FINESTRE DI DECORRENZA PER LE PENSIONI DI ANZIANITÀ Una volta raggiunti i requisiti prima indicati, tuttavia la data di decorrenza della pensione di anzianità è differita a date prestabilite (finestre di accesso), in base al trimestre in cui risultano conseguiti i requisiti di contribuzione e di età (vedi tab. 1). l differimento va dai sei ai dieci mesi circa, per cui, a seconda che i requisiti prima elencati siano raggiun- LE MODALITÀ DI CALCOLO DELLA PENSIONE La pensione del Fondo Ambulatoriali è costituita da una quota, proporzionale agli anni di contribuzione, della retribuzione media percepita nell’ultimo quinquennio di attività, tenendo però conto del rapporto tra l’orario medio osservato nell’intera vita lavorativa e l’orario medio dell’ultimo quinquennio di attività. Le modalità di calcolo della pensione del Fondo possono essere riassunte nella formula della tabella (vedi tab. 2). 1 OTTOBRE Apertura della 4a finestra di decorrenza della pensione di anzianità presso i Fondi speciali ENPAM per coloro che hanno maturato i requisiti contributivi (35 anni) e di età (58anni) entro il 1° trimestre dell’anno 2008.. 31 OTTOBRE Scadenza del termine per il pagamento del MAV inviato dall’ENPAM relativo al contributo proporzionale (12,5% o 2%) al Fondo di Previdenza Generale ENPAM – quota B, dovuto in base alla dichiarazione del reddito libero professionale inviata a luglio. 20 OTTOBRE Scadenza del termine di presentazione mod. UNICO/2009 in via telematica ed eventuale presentazione del mod 730 integrativo. 30 NOVEMBRE Nel mese di novembre il sostituto d’imposta (Ente di previdenza o datore di lavoro) cui è stato presentato il mod 730/2009, trattiene sulle competenze (stipendio In particolare, quindi, la quota è costituita dal 2,25% per ogni anno utile. Per anni utili s’intendono sia gli anni di contribuzione effettiva al Fondo sia gli anni eventualmente riscattati per laurea specializzazione o servizio militare. La quota maturata per gli anni utili è quindi rapportata all’orario tenuto nel corso dell’intera vita lavorativa, dividendola per l’orario medio degli ultimi 60 mesi (ultimo quinquennio) e moltiplicando il quoziente così ottenuto per l’orario medio generale. Nel calcolo dell’orario medio generale devono essere incluse le eventuali ore riscattate per allineamento e nel calcolo dell’orario medio (sia generale sia dell’ultimo quinquennio) si tiene conto anche delle eventuali ore di plus orario o extramoenia (di cui è quindi opportuno reperire e farsi certificare anno per anno il numero di prestazioni effettuate). Per comprendere più compiutamente la formula riassuntiva del calcolo e il ragguaglio della pensione alla media oraria generale di tutta la vita lavorativa, facciamo due esempi 1)il medico, alla cessazione dell’attività, ha 40 anni utili (tra effettivi e riscattati) ed ha svolto sempre lo stesso orario di lavoro, ad esempio di 30 ore di incarico: maturerà una quota di pensione pari al 90% (2,25% x 40 anni = 90%) della retribuzione media percepita negli ultimi 60 mesi relativa all’orario di 30 ore. o pensione del mese), l’IRPEF dovuta come 2° acconto 2009: in caso d’incapienza le trattenute residuali sono applicate nei mesi successivi. 30 NOVEMBRE Scadenza del pagamento della rata bimestrale dei contributi minimi 2009 al Fondo di Previdenza Generale ENPAM -quota A e del contributo indennità di maternità. 30 NOVEMBRE Scadenza del termine di pagamento del 2° acconto IRPEF 2009 medical network 5 | 2009 rubriche PENSIONIECONTRIBUZIONE Agli effetti della valutazione del requisito di anzianità di 35 anni occorrente per anticipare il pensionamento, possono essere conteggiati anche periodi di contribuzione non coincidenti esistenti presso altri Fondi Speciali dell’Ente (ad esempio, presso il Fondo Generici), purché i contributi risultino ancora presenti presso l’altro Fondo e non siano stati a suo tempo (prima del 1992) richiesti e restituiti o, se restituiti, siano stati nuovamente riscattati. Nei regolamenti dei Fondi Speciali esiste infatti una disposizione generale comune, in base alla quale, in sostanza, anche senza il trasferimento materiale dei contributi da un Fondo all’altro (che si potrebbe realizzare attraverso la ricongiunzione), i periodi di contribuzione per attività, non coincidenti, sono già considerati ricongiunti automaticamente ai soli fini della valutazione del requisito minimo occorrente per anticipare il pensionamento 25 PENSIONIECONTRIBUZIONE rubriche 26 2)Il medico, alla cessazione dell’attività, ha 40 anni utili (tra effettivi e riscattati), da almeno 5 anni svolge attività di 30 ore, ma ha osservato in anni precedenti orari inferiori di modo che l’orario medio generale dell’intera vita lavorativa risulta di 24 ore settimanali: maturerà una quota di pensione della retribuzione media (relativa all’incarico di 30 ore dell’ultimo quinquennio), non più del 90%, ma del 72%, perché la quota deve essere rapportata all’orario medio generale di 24 ore (90% : 30 ore per 24 ore = 72%) RIDUZIONE O MAGGIORAZIONE DELLA PENSIONE IN BASE ALL’ETÀ La pensione del Fondo subisce una riduzione o fruisce di una maggiorazione se maturata prima o dopo il 65° anno di età, in misure proporzionali all’età anagrafica. Alle pensioni anticipate di anzianità sono infatti applicate riduzioni percentuali, proporzionali all’età effettivamente posseduta, al momento della decorrenza della pensione, rispetto all’età di 65 anni, come si può Tabella 4 - medical network 5 | 2009 evincere dalla tabella pubblicata a fianco (la tabella completa allegata al regolamento riporta le riduzioni in proporzione anche ai mesi intermedi): ad esempio a 58 anni e 10 mesi la penalizzazione è del – 17,54%; a 59 anni del –17,14%; a 60 anni del – 14,69%; a 62 anni del –9,33%; a 64 anni del – 3,30% (vedi tab. 3). Viceversa, se l’attività continua dopo il 65° anno, per gli anni di contribuzione successivi è attribuita una maggiorazione consistente nel raddoppio del coefficiente di rendimento: il 2,25% diventa cioè il 4,5% per ogni anno successivo al 65°. In altre parole gli anni di attività dopo i 65 anni di età valgono il doppio. Chi cessa l’attività a 70 anni, aggiunge di fatto per il calcolo della pensione, non cinque ma dieci anni di anzianità contributiva in più. Riportiamo infine un esempio di calcolo della pensione e precisiamo che il sistema di previdenza illustrato è relativo soltanto ai medici ambulatoriali convenzionati. Per gli ex ambulatoriali convenzionati, transitati a rapporto di dipendenza, che hanno optato per la continuazione della Tabella 3 - posizione contributiva presso il Fondo Ambulatoriali Enpam, una apposita Appendice Regolamentare detta una disciplina a parte sia in ordine ai requisiti occorrenti per la pensione sia per il calcolo della pensione stessa. In un prossimo articolo illustreremo questa regolamentazione particolare.