il primo scenografo della rUi

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il primo scenografo della rUi
a tu per tu
Antonio Biccari, RUI
Antonio ha fondato I & B
con Paolo Iacopini, società
che si occupa di pubblicità,
editoria, scenografia.
i n t e r v i st e
Maria Teresa Mandolfo,
Villa delle Palme
Il primo scenografo della Rui
Pugliese di San Severo (Foggia), imprenditore, quattro figli.
All’inizio degli anni Ottanta Antonio arriva a Roma per studiare scenografia presso l’Accademia delle
Belle Arti e per caso, accompagnato dal padre, arriva alla RUI. «Dai preti in via del Mascherino non
mi volevano, non potevano prendere uno che voleva fare l’artista. Ci dissero di andare all’Eur. Il
portiere dell’American Palace – a cui ci rivolgemmo per un aiuto – ci mandò alla RUI. Incontrammo
per primi Ferdinando Indelicato e don Giovanni Udaondo. Loro mi vollero proprio perché studiavo
all’Accademia. Non avevano mai avuto studenti di discipline artistiche».
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50°
1959/60 • 2009/10
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Com’è stato l’impatto con la residenza?
Antonio: Non andavo a Messa neanche la domenica. E
lo dissi subito. Non importava. L’importante era il mio obiettivo. Lo studio. Non avevo nessun obbligo dal punto di vista
spirituale. Questo mi colpì moltissimo.
Come sentivi il clima di famiglia?
Antonio: Un solo esempio. Al funerale di mio padre
c’erano tutti. È stato molto commovente. E ai festeggiamenti
per il 50esimo della Rui, su 83 residenti dell’epoca eravamo
in 72 presenti. Il nostro anno è stato il più numeroso.
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Come ti sei trovato?
Antonio: Per me è stata una famiglia. Il secondo anno di
studio mancò mio padre e così dovetti cercarmi un lavoro per
riuscire a mantenermi. Iniziai a collaborare con case editrici.
La Palombi editore poi mi assunse. Studiavo e contemporaneamente disegnavo fumetti per alcune riviste.
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Il clima?
Antonio: Internazionale e interreligioso: oltre a noi cattolici c’erano in residenza anche tre ebrei e un musulmano.
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È stato in quel periodo che hai incontrato tua moglie?
Antonio: Sì, lei era residente di Villa delle Palme. La vidi e
fu colpo di fulmine. Il fratello era mio amico, era con me alla
Rui. Studiava Ingegneria: gli preparavo i disegni e in cambio
gli chiedevo di uscire con la sorella.
La moglie – Maria Teresa Mandolfo, siracusana – interviene:
In effetti mio fratello cominciò a invitarmi a uscire con i suoi
amici. Cosa mai successa prima.
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Ti ricordi qualche tertulia in particolare?
Antonio: Tantissime. Quella con Giulio Andreotti, dai
contenuti comici più che politici, un amicone. Abbiamo riso
tanto. A ogni domanda rispondeva con battute di spirito, era
stato un incontro molto informale.
E poi don Alvaro Del Portillo, il prelato dell’Opus Dei. Ci
spiegava quanto fosse importante lo studio, il nostro obiettivo
professionale, di farlo bene e con onestà. E ci trasmetteva allegria, perché era allegro.
Gli feci una domanda e mi colpì molto la sua risposta. Gli
chiesi come vincere la paura del mondo professionale dopo
l’Accademia, visto che ero senza famiglia e che mi dovevo
mantenere da solo. Come potevo pensare in maniera ottimista?
E lui mi rispose di avere fiducia in me stesso. E di mettere tutto
nelle mani di Maria, figura materna sempre presente nell’attività
professionale. Mi ha colpito perché non mi ha indicato una
figura maschile.
Sulle tertulie interviene anche Maria Teresa: Dopo pranzo
c’era questo momento di relax. Si invitavano professori universitari, professionisti, medici, economisti. Era un’apertura
totale al mondo del lavoro, anche di altri settori rispetto a
quello che studiavi. Ricordo l’intervento di un’omeopata
neuropsichiatra che ci parlò dei modi di essere, dell’autorealizzazione fondata sulla costruzione della propria personalità.
Maria Teresa, che cosa ti ha lasciato la residenza, in
che maniera ha influito sulla tua vita?
Maria Teresa: L’attenzione ai dettagli, il rispetto per il lavoro
degli altri. Per esempio ho imparato a lasciare la stanza in
ordine per aiutare le persone che devono pulire. Così loro lo
possono fare in modo migliore e con meno difficoltà. Ora impartisco le regole alle mie figlie: quando lasciate la stanza deve
essere in ordine. Il tempo è prezioso, anche quello degli altri.
Antonio: Ha influito sulla serenità matrimoniale, il rispetto
nella convivenza. Ci sono momenti di alto e basso nella professione. Ma le difficoltà si vivono insieme e se c’è una solidità
nella famiglia, le superi e ti servono per crescere.
Maria Teresa aggiunge: C’è una diversità tra la residenza e le
altre soluzioni di soggiorno universitario. Mentre da una parte
vivi una vita individuale, in residenza sei portata a condividere, sei parte di una famiglia, ti preoccupi dell’altro. Non ti
senti solo, proprio per il calore umano.
Sei portato a condividere,
sei parte di una famiglia,
ti preoccupi dell’altro.
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Il tutorato ti è servito?
Maria Teresa: Moltissimo. Frequentavo La Sapienza ed
era un caos. E così una studentessa laurenda in glottologia
mi ha aiutato per il piano di studi: ci siamo messe a tavolino
per costruirlo insieme.
Antonio: Sono stato tutor di alcuni studenti di architettura
nel biennio.
Antonio e Maria Teresa hanno 4 figli dai 20 ai 7 anni.
Antonio lavora in proprio e ha fondato una società, I & B, con
Paolo Iacopini, che si occupa di pubblicità, editoria, scenografia.
Ha collaborato per alcune scenografie di teatro e ha lavorato
anche per il cinema, per il film Abramo, edito dalla Lux. Fino
al 1992 ha ricoperto la carica di direttore marketing all’interno
della Rank Film Television, che produce pellicole e organizza
mostre.
Ha pubblicato un libro sull’etica pubblicitaria “Pubblieticità”
(settemila copie vendute) e insegna all’università di Bologna
nei corsi di Economia. Per l’Associazione ex residenti della RUI
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organizza concerti e reperisce contributi. Il concerto di Edoardo
Bennato per il cinquantesimo anniversario lo ha messo in piedi
lui. «Siamo diventati amici con Edoardo. E lui si è commosso
nel vedere la vita di residenza. È molto legato ora a questo
tipo di realtà che non conosceva. Anche Irio De Paula, chitarrista e compositore brasiliano, ha visitato la Rui ed è rimasto
incantato dal clima. Era visibilmente commosso, gli abbiamo
parlato di San Escrivá e regalato il libro Cammino. Mi disse:
non pensavo esistesse una realtà così».
Incontrare gli artisti, presentare loro la Rui, spiegargli l’importanza della formazione, il tutorato, l’ambiente di famiglia,
l’eccellenza nello studio, è un modo per far conoscere meglio una
Antonio Biccari
nel 1982 alla RU
realtà importante messa a disposizione dei giovani e renderli
partecipi con il loro talento.
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Come sei arrivato a fare questo, ad avere i contatti?
Antonio: Nell’ufficio dove lavoravo in precedenza avevo
di fronte la casa di registrazione dei grandi artisti. In pizzeria
incontravo sempre il loro manager. Siamo diventati amici e
lui mi ha messo in contatto con gli autori. Le cose grandi
nascono dal piccolo. Così nell’arco di pochi mesi la RUI ha
potuto ospitare i concerti di Eugenio e Edoardo Bennato
(quest’ultimo presentato da Pino Insegno) e del duo jazz Irio
De Paula e Fabrizio Bosso.
I. Con lui Gianca
rlo Polenghi
Associazione Ex-residenti RUI
Antonio Biccari è presidente dell’Associazione ex residenti,
che raccoglie fondi da mettere a disposizione di ragazzi che non
possono pagare le rette. Sono borse di studio totali o parziali.
L’Associazione organizza inoltre eventi ed occasioni di incontro.
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