Scheda 4. La casa costruita sulla roccia1 Non chiunque mi dice

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Scheda 4. La casa costruita sulla roccia1 Non chiunque mi dice
Scheda 4.
La casa costruita sulla roccia1
Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del
Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi
profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io
però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha
costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si
abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. Chiunque
ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la
sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su
quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande”. (Mt 7,21-27)
1. Contestualizzazione
Il Discorso della montagna (Mt 4,23-7,29) è il primo dei cinque discorsi che Mt presenta nel
vangelo. Come conclusione troviamo la parabola della “casa costruita sulla roccia” cui segue una
brevissima considerazione sugli ascoltatori (vv.28-29).
2. La Parola di Dio rafforza il nostro cuore
v.21 Non chiunque mi dice: Signore, Signore…
Un culto puramente esteriore, come già aveva denunciato Amos (5,21 ss) non soddisfa il Signore.
Evocare il Signore, cioè chiamarlo per ottenere il suo soccorso, non è sufficiente per aderire alla
sua Parola. Infatti nel giudizio finale la verifica darà accesso al cospetto di Dio solo per coloro che
avranno messo in pratica i suoi insegnamenti: avevo sete, fame…(Mt 25,31ss).
v.22 non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni…
Fa eco a questo passo san Paolo in 1Cor 12,31 ss (Elogio alla Carità).
v.23 Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.
Essere riconosciuti dal Signore è dimostrazione di familiarità. Qui si dice non vi ho mai conosciuti,
anche quando vengono fatte azioni che sembrerebbero essere compiute per conto del Signore.
Perciò non si viene riconosciuti da Dio al momento del giudizio perché, di fatto, non si è mai
operato alla luce di Dio.
v.24 …un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia
Le parole di Gesù, riferite al discorso della montagna, si devono considerare come la Torah. Qui
viene chiamata in causa la condizione dell’ascolto e l’effetto che produce nell’adesione della fede.
La roccia è, infatti, nell’AT sinonimo di fede. Dalla roccia, d’altra parte, sgorgò l’acqua quando
Mosè la chiese a Dio per il popolo.
v.25-27 Cadde la pioggia…
Le piogge alluvionali della Palestina che possono distruggere le case. L’esempio offre un’immagine
molto efficace per mostrare la verifica della fede. Per quanto nella vita si possa esprimere la
propria adesione al Signore attraverso la pratica esteriore, la vita stessa s’incarica concretamente
di passare al vaglio la fede che si dichiara. La pioggia è segno della potenza e della forza della
natura, che rappresenta sia ciò che è necessario per nutrire la terra, sia ciò che produce danno e
devastazione se è in abbondanza. La pioggia è infatti un segno della grazia di Dio, soprattutto nei
territori aridi e per la produzione agricola, così come è anche il segno del diluvio, della distruzione.
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Di don Federico Saporito, Catechesi adulti sul matrimonio 2016/17.
Qui si presenta una duplice possibilità dell’uomo che ascolta la Parola, ponendo in
contrapposizione all’uomo che mette in pratica, l’uomo che non mette in pratica.
3. Riflessione sulla casa
L’immagine della casa può rimandare al concetto di luogo familiare, focolare domestico, cuore
dell’uomo, grembo della madre. Giuseppe e Maria che cercano una casa… Ora, mentre si
trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio
primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro
nell’albergo (Lc 2,6-7).
Metafora della casa in cui il Signore dimora. «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a
noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità».
Gv 1,142 Il Signore viene ad abitare la “casa” della nostra esistenza.
4. Abitare se stessi
La casa è il luogo della protezione e dello stare a proprio agio, perciò bisogna poter costruire una
identità forte di sé stessi per essere nella situazione di equilibrio e di pace. Abitare sé stessi,
possiamo dire è un compito importante per l’uomo. Gesù, entrando nella storia, ha compiuto
questo passaggio facendosi presente al cuore dell’uomo, perché si sentisse vicino ad una presenza
rassicurante. Venne ad abitare in mezzo a noi è quindi più che una descrizione storica, di
circostanza. È un’abitazione che dice lo stare ed il calore di questa permanenza. Anche la nostra
capacità di relazione si misura con l’abitare, abitare sé stessi e abitare gli altri, San Bruno parla di
redire se et abitare secum.
La casa richiama anche l’idea di luogo. Nel tempo presente c’è una trasformazione del concetto di
luogo, perché l’era tecnologica ci fa percorrere in modo virtuale ed elettronico molte distanze in
modo immediato e “ravvicinato”. I luoghi, in quanto espressione della presenza, sono posti anche
in contrapposizione con i non-luoghi che sono gli spazi dell’anonimato, come quelli dei
supermarket e dei grandi Centri commerciali, ecc. in cui si vive una società rumorosa ma della
solitudine o dell’indifferenza. Non-luoghi possono diventare anche le nostre case, nella misura in
cui non teniamo viva la conversazione o l’interesse degli uni per gli altri.
5. La roccia è la fede
Nell’esperienza ebraica la fede implica la certezza su cui si fonda l’adesione a Dio. È solo
nell’esperienza della relazione tra il popolo e Dio che si verifica la fede, che si esprime nella
certezza della sua azione. Non abbiamo un unico termine per esprimere la parola fede nell’AT, ma
troviamo varie parole3 che esprimono la fiducia, l’abbandono, il confidare, la speranza, l’attesa
tutte caratteristiche del pio israelita che si lascia “proteggere” da Dio. Le azioni di Dio, infatti,
invitano alla fiducia e alla fedeltà in lui4. Dio è la roccia ‘aman, il credere è l’esperienza
dell’abbandono.
Il brano presentato indica l’atteggiamento conseguente alla doppia possibilità dell’uomo. Va
ricordato anche il brano del padre che invia i due figli alla vigna (Mt 21,28-32) e uno solo dei due
obbedisce veramente. Il credente cui Mt si rivolge deve rispettare la congruenza tra la Legge che
viene presentata e la capacità di rappresentarla con la propria autorevolezza. Gesù è proprio il
modello di colui che pronuncia una Parola incarnata, che comunica una Legge attuabile.
2
PITTA A., Sentinella…, 39-56
F.ARDUSSO, “Fede” in BARBAGLIO, BOF, DIANICH, Dizionario di Teologia, San Paolo, 2002.
4
K.P. DONFRIED, “Fede” in Dizionario della Bibbia, Zanichelli, 2003, 320-322.
3