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INDAGINE SUI FABBISOGNI FORMATIVI DEL SETTORE ENOGASTRONOMICO Uno sguardo preliminare in vista dell’apertura della Scuola Tessieri1 Aprile-maggio 2015 Sommario Premessa................................................................................................................................................................... 2 L’economia del settore ........................................................................................................................................... 4 Il mercato del lavoro in Toscana .......................................................................................................................... 8 Domanda e offerta di lavoro in Toscana nel settore della ristorazione .......................................................... 9 Un esempio di analisi del fabbisogno formativo ................................................................................................ 9 Una survey sui clienti della Holding Tessieri .................................................................................................... 10 Un questionario agli studenti .............................................................................................................................. 12 Interviste a interlocutori privilegiati ................................................................................................................... 17 Riflessioni conclusive ........................................................................................................................................... 17 Bibliografia ............................................................................................................................................................. 19 Appendice .............................................................................................................................................................. 20 1 A cura della Direzione didattica della Scuola 1 Premessa Negli ultimi anni si sono verificati in Italia diversi fenomeni sociali ed economici che, complice il perdurare della crisi economica, hanno cambiato il modo di approcciarsi del pubblico e degli addetti ai lavori al mondo dell’alimentazione e della ristorazione in genere, rendendolo sempre più un business attrattivo e “di moda”. Proviamo qui a riassumere in breve alcuni passaggi ed eventi, per aiutarci nella comprensione dei problemi e dei temi che Scuola Tessieri intende affrontare, e per contestualizzare le riposte formative e didattiche che si stanno per realizzare. Innanzitutto, la minore disponibilità economica che ha caratterizzato la vita delle famiglie negli ultimi anni, ha spinto le persone sì alla riduzione, da un lato, dei consumi, ma dall’altro ha orientato maggiormente il pubblico verso un’attenta selezione del livello qualitativo dell’offerta scelta: in altre parole, si consuma meno ma proprio per questo si sceglie con maggiore accuratezza. Non a caso in questi anni si è diffuso il fenomeno Slow food: nato alla fine degli anni ’80, oggi si connota come “un’associazione internazionale non profit impegnata a ridare valore al cibo, nel rispetto di chi produce, in armonia con ambiente ed ecosistemi, grazie ai saperi di cui sono custodi territori e tradizioni locali” (cit.). In realtà Slow food sta prendendo la forma di un movimento capace di influenzare, anche grazie all’intensa attività editoriale, il mondo dei consumatori, orientandoli a scelte di qualità ben precisa (si pensi all’impatto dell’etichetta dei “presidi” per molti produttori locali). Il Salone del Gusto accoglie oggi oltre 220.000 visitatori e oltre 1.200 espositori Assistiamo di conseguenza anche a un turismo in evoluzione che, in questo periodo di crisi, privilegia brevi periodi di vacanza sempre più legati alla presenza di motivi di attrazione in tale ambito (ristoranti da provare, sagre, eventi di rilevanza locale ma anche nazionale ed internazionale, presenza di produttori e allevatori etc…). Non si può poi non citare l’impennata che hanno avuto i programmi televisivi (ma anche radiofonici, perché no? Decanter-RadioDue docet) a partire, in particolare, dall’introduzione del digitale terrestre e dall’esplosione vera a propria di offerte televisive, non solo su canali dedicati, ma anche sulle tv cosiddette generaliste. Non c’è canale televisivo, anche piccole emittenti locali, che non abbiano una propria trasmissione, un reality (o quasi), una gara tra concorrenti più o meno dilettanti. Anche il mondo della carta stampata ha condiviso analoghe profonde evoluzioni: i libri, certamente, ma anche le riviste specializzate, i blog, le rubriche sui maggiori quotidiani nazionali… un panorama in continua evoluzione. Infine, non dimentichiamo che si è aperta a Milano l’Expo 2015, il cui tema, come ben noto, è “Nutrire il pianeta Energia per la vita”, che da solo fa capire come l’alimentazione sia una delle frontiere economiche più importanti oggi nel mondo e non solo in Italia. Questi nuovi scenari, continuamente in evoluzione e spesso “spettacolarizzati”, vedono al loro centro i nuovi divi di oggi, gli chef. Personaggi televisivi e non solo, se il 2 marzo 2015 per la prima volta il Ministero delle politiche agricole ha chiamato a raccolta nel 'Forum della cucina italiana' 25 chef, tra i più famosi e influenti in Italia, come consulenti per "far fare un salto di qualità al nostro agroalimentare", come ha osservato il Ministro Maurizio Martina. "La prima cosa da fare è formazione, far capire ai giovani tutta la filiera che si porta dietro un piatto” ha affermato Niko Romito a margine del Forum. Grazie all’identificazione della figura dello chef con quella dell’artista, dell’imprenditore e del divo, cresce il fascino di questa professione presso i giovani a tal punto che in dieci anni, tra il 2002 e il 2012, le sole scuole alberghiere statali sono passate da 223 a 348, e gli iscritti da 117.000 a 158.000. 2 In questo panorama, qui sopra descritto a brevi pennellate, nascono ormai numerosissime le “scuole di cucina”, anche se la definizione è quanto mai generica e accomuna soggetti ampiamente eterogeni. Da un lato esistono realtà consolidate come ALMA e CAST Alimenti, sicuramente strutture di spessore ma che sono spesso percepite come “corsifici” e come scelte in qualche modo “obbligate” per i neodiplomati degli Istituti alberghieri, che altrimenti non saprebbero ancora dove mettere le mani in un ambiente di lavoro. Dal lato opposto le piccolissime realtà, talvolta di dimensione familiare, che radunano appassionati gourmet o casalinghe desiderose di ampliare le proprie capacità intorno a qualche fornello per apprendere ricette e tecniche tradizionali, oltre ad altre specialità della cucina nazionale ed internazionale, ma anche alla ricerca di un modo nuovo di intrattenimento e per esprimere se stessi. Nel mezzo, fra i due poli opposti, realtà di vario tipo, talvolta specialistiche (dedicate a settori particolari come la pasticceria, il bar, la pizzeria), caratterizzate spesso per limitatezza dei programmi e dei tempi e spazi a disposizione per l’apprendimento. Il mondo della ristorazione attuale (inteso nella sua accezione più ampia), essendo inserito in una società dinamica e concorrenziale, necessita della formazione qualificata di molteplici figure atte a collocarsi nei settori della cucina, della sala, della pasticceria, della panetteria e della pizzeria, oltre che nel settore commerciale inerente tutte queste competenze specifiche. Le aziende del settore, come analizzeremo successivamente, sono alla ricerca di personale preparato e, pur mettendosi a disposizione per la formazione in collaborazione con le strutture pubbliche e le istituzioni, non sempre riescono a soddisfare la domanda di lavoro in maniera soddisfacente. L’offerta infatti si riduce, prevalentemente, ai diplomati presso gli Istituti Alberghieri di Stato o presso la Formazione Professionale Regionale, che, nonostante la buona qualità delle conoscenze, competenze ed abilità trasmesse ai discenti, risente spesso di limiti oggettivi derivati dalla staticità e dalle economie tipiche di questi apparati pubblici. In tale contesto il Gruppo Tessieri di Ponsacco, in controtendenza ad un immobilismo generalizzato dovuto al perdurare della crisi che dal 2009 caratterizza l’economia mondiale ma anche la più ampia dimensione sociale, ha colto l’esigenza e ha investito ingenti risorse nell’apertura di uno spazio di formazione ma anche di sperimentazione e di innovazione, che si metta a disposizione di un ampio territorio per garantire una formazione che sia sempre più specialistica, mirata e continua, considerando anche la possibilità di poter vedere coinvolti nel settore molti adulti già in età matura. 3 L’economia del settore Preliminarmente vediamo alcuni dati generali a carattere nazionale. Le successive tabelle e grafici evidenziano un incremento, seppur contenuto ma costante, sia del numero di imprese che del numero di addetti nelle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (Settore I classificazione Ateco 2007) N. imprese N. addetti 2010 294.087 1.267.390 2011 303.921 1.281.027 2012 307.878 1.321.582 Incrementi % attività dei servizi di alloggio e di ristorazione Italia (elaborazione dati Istat) 20,00 18,00 16,00 14,00 12,00 10,00 8,00 6,00 4,00 2,00 Var % 2011-2010 Var % 2012-2011 num imprese Var % 2012-2010 num addetti Numero addetti in media attività dei servizi di alloggio e di ristorazione - Italia (elaborazione dati Istat) 4,32 4,30 4,28 4,26 4,24 4,22 4,20 4,18 4,16 2010 2011 2012 Valori assoluti Composiz. % Lavoratori indipendenti 445.375 33,70 Lavoratori dipendenti 876.207 66,30 1.321.582 100,00 4 Il 4 Luglio 2012 è stato presentato dall’Istat il primo Conto Satellite del Turismo dell’Italia (CST), con dati riferiti al 2010. Il CST considera congiuntamente attività e fenomeni connessi al turismo che ricadono in diverse attività produttive, quali alberghi, pubblici esercizi, servizi di trasporto, agenzie di viaggio, servizi ricreativi e culturali, al fine di valutare le dimensioni ed il valore dell’industria turistica in un contesto statistico armonizzato, per dare la giusta collocazione ed evidenza alle informazioni derivanti dalle diverse fonti statistiche. Dai dati del CST, risulta che l'attività che contribuisce in maggior misura a creare valore aggiunto nel più ampio settore turistico è il settore alberghiero e della ristorazione (31,7%), seguita da quella relativa alle seconde case (22,7%). La spesa interna dei turisti è pari a 79.705 milioni di euro. Di questi, 50.366 milioni derivano dalle spese per turismo domestico, ovvero quello degli italiani all’interno del Paese, e i restanti 29.338 dalle spese generate dall’inbound, ovvero il turismo internazionale. La spesa che in entrambi i casi influisce maggiormente è quella riguardante i servizi ricettivi. La differenza della spesa fra domestici (31,6%) e stranieri (41,1%), si spiega con l’ampia quota di italiani che trascorrono le vacanze nelle seconde case (30,1%). Nel caso della ristorazione, la percentuale di spesa sostenuta da italiani e stranieri è analoga (20,7% nazionali, 22,5% inbound), Entrano più nello specifico i dati forniti dalla FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) nel rapporto annuale sulla ristorazione 2012. “La spesa delle famiglie in servizi di ristorazione è stata nel 2011 di 74.459 milioni di euro a prezzi correnti e di 63.955 milioni in volume con un incremento reale sull’anno precedente pari all’1,6%. Il 2011 ha dato una piccola scossa ad una domanda che dal 2007 risultava stagnante.” (cit.) Nel quadro generale di una domanda che resta problematica anche nella componente alimentare, i consumi fuori casa mantengono, tuttavia, un profilo incoraggiante soprattutto se confrontati con quelli registrati nei principali Paesi europei. La crisi, infatti, ha lasciato il segno nei consumi alimentari fuori casa di quasi tutti i principali Paesi europei. Nella media della zona euro si è dovuto registrare nel periodo a cavallo della crisi (2007-2011) un tasso medio annuo di decrescita pari allo 0,8%. A livello di singoli Paesi le cose sono andate anche peggio. In Spagna -2,3% e nel Regno Unito -1,8%. L’Italia ha tenuto le posizioni con un +0,5%. Commentando in sintesi estrema questi dati FIPE, la crisi, paradossalmente, ha influito maggiormente sui consumi domestici alimentari, che su quelli extra-domestici: segno che l’italiano medio, pur nelle difficoltà, non rinuncia al piacere del pasto fuori casa. Dal 2008 al 2011, a cavallo della grande crisi, la capacità di resistenza della ristorazione è stata significativamente superiore a quella dell’intera economia, cosa che si è riflessa, per puro effetto statistico, sul minor tasso di crescita registrato nel 2010 prima di tornare a salire l’anno successivo. Inoltre, sempre FIPE sottopone all’attenzione il fatto che si registrano incrementi dell’occupazione nel settore della ristorazione in virtù del fatto che si tratta di un incremento che si verifica in concomitanza con una situazione poco brillante della domanda. Dopo la flessione del 2009 le imprese di ristorazione hanno ricominciato a creare posti di lavoro arrivando nel 2011 ad un + 4% sull’anno precedente. Un ulteriore importante punto di riferimento per l’analisi economica, che ci aiutano nel passaggio dal livello nazionale a quello locale, sono le informazioni raccolte ed elaborate da Unioncamere. 5 Struttura del turismo al 31.12.2013 per unità locali registrate. Italia e Toscana. Cod. Ateco 551 Alberghi 552 Villaggi, ostelli, appartamenti, B&B, agrit. etc… 553 Campeggi 55+559 Altri alloggi 56 Ristorazione (non specificato) 561 Ristoranti 562 Catering e mense 563 Bar 79 Servizi di prenotazione (non specificato) 791 Agenzie di Viaggio e Tour Operator 799 Altri servizi di prenotazione Totale Valori assoluti Unità locali Incidenza % Italia Toscana Italia Toscana 40.751 3.618 7,6 8,5 24.931 4.313 4,6 10,1 2.617 310 0,5 0,7 450 33 0,1 0,1 6.338 943 1,2 2,2 228.217 17.984 42,3 42,2 7.977 619 1,5 1,5 203.507 12.966 37,7 30,4 546 32 0,1 0,1 20.226 1.500 3,8 3,5 3.585 311 0,7 0,7 539.145 42.629 100,0 100,0 Fonte: Stockview - dati Unioncamere giugno 2014 In Toscana le unità locali del turismo al 31.12.2013 erano 42.629 (7,9% del totale nazionale). In questa definizione “allargata” del settore di includono anche catering e mense ed i servizi di prenotazione che in aggregato pesano sulle unità locali per poco più di due p.p. Il gruppo più consistente è rappresentato dai circa 18mila ristoranti che, sommati ai 13mila bar rappresentano il 72,6% delle unità locali del settore a livello regionale, quota inferiore di 9 p.p. rispetto alla corrispondente incidenza nazionale (81%). In Toscana, rispetto all’Italia, pesano proporzionalmente di più appartamenti vacanze, B&B, agriturismi, etc. (10,1% VS. 4,6%) mentre fra i due contesti territoriali sono più allineati i dati su alberghi (Toscana 8,5%, Italia 7,6%) ed agenzie di viaggio (Toscana 3,8%, Italia 3,5%). Dinamica del turismo in Toscana ed Italia. Val.% al netto cessate ufficio Cod. Ateco 551 Alberghi 552 Villaggi, ostelli, appartamenti, B&B, agrit. etc… 553 Campeggi 55+559 Altri alloggi 56 Ristorazione (non specificato) 561 Ristoranti 562 Catering e mense 563 Bar 79 Servizi di prenotazione (non specificato) 791 Agenzie di Viaggio e Tour Operator 799 Altri servizi di prenotazione Totale Toscana Unità locali 2013/12 2012/11 1,1 1,1 4,7 3,6 1,6 0,7 26,9 8,3 2,4 3,0 4,0 2,0 2,5 5,4 2,4 5,5 3,1 20,0 0,1 2,5 1,6 22,0 3,0 3,0 Italia Imprese 2013/12 2012/11 0,8 0,4 7,9 8,3 0,5 1,0 9,8 1,4 3,0 3,7 3,5 2,4 3,0 4,3 3,1 4,6 7,5 5,8 1,1 0,6 5,8 13,3 3,1 3,2 Fonte: Stockview - dati Unioncamere giugno 2014 6 Le unità locali del turismo nel 2013 sono cresciute in termini numerici, sia in Toscana che in Italia, sulla base di valori pressochè identici fra loro (3,0% e 3,1%). I dati del 2013 rappresentano un continuum rispetto a quanto acquisito nel 2012 sul 2011, segno evidente del dinamismo di un settore che, pur in una fase di forte criticità congiunturale e di calo generalizzato dei consumi, afferma segnali costanti di espansione. In Toscana fra i 2013 e il 2012 sono aumentati, tra gli altri, anche i ristoranti (+4,0%), in misura minore i bar (+2,4%); in Italia, performance superiori ai 3 p.p. sia per i ristoranti (+3,5%) che per i bar (+3,1%). L’Irpet, nella sua analisi sull’economia Toscana del 2013, denota come gli andamenti sono generalmente positivi con alcuni comparti che raggiungono tassi di crescita a due cifre: si tratta delle attività immobiliari (+44,8%), delle attività legate alla ricettività ed alla ristorazione (+27,4%), delle “attività professionali, scientifiche e tecniche” (+24,4%), delle attività di “noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese” (+23,5%) e delle “attività finanziarie e assicurative (+12,0%). Le attività della ricettività e della ristorazione, tipicamente legate allo sviluppo del settore turistico, offrono inoltre il più elevato contributo positivo in termini di crescita occupazionale (con un saldo pari a +19.047 addetti), raggiungendo in tal modo oltre 88 mila unità. Una dinamica positiva, certamente non scontata alla luce della crisi dei consumi degli ultimi anni, che ha colpito soprattutto il segmento della piccola distribuzione, ha poi riguardato anche l’insieme del commercio (+6,8%), che con 239 mila addetti resta il settore più rilevante all’interno dei servizi market (contribuendo per il 39,6% al relativo totale). 7 Il mercato del lavoro in Toscana Secondo quanto riferito da Unioncamere nella pubblicazione “Excelsior Informa” relativa al 1° trimestre 2015, in tale periodo le imprese italiane prevedevano di stipulare quasi 210.000 nuovi contratti di lavoro sia dipendente (assunzioni effettuate direttamente dalle imprese) che "atipico" (contratti in somministrazione, collaborazioni a progetto, collaborazioni occasionali o incarichi a professionisti con partita IVA), un numero che risultava in aumento del 21% rispetto ai 173.000 del trimestre precedente. Questa tendenza positiva rifletteva l'andamento stagionale tipico dell'inizio dell'anno, caratterizzato da un incremento delle assunzioni e dei contratti atipici a partire da gennaio, dopo il calo che normalmente si riscontra nella parte finale dell'anno precedente. Tuttavia, a fronte di tali previsioni, gli esiti finali sono stati influenzati dall’emanazione, a livello normativo, del Jobs Act, che ha introdotto i contratti cosiddetti “a tutele crescenti” e ha eliminato i contratti a progetto. Venendo alle previsioni relative alla nostra regione, Unioncamere sintetizzava così i dati disponibili per il primo trimestre 2015: - il 60% delle 8.260 assunzioni di lavoratori dipendenti previste nella regione sarà a tempo determinato; - le assunzioni si concentreranno per il 71% nel settore dei servizi e per il 64% nelle imprese con meno di 50 dipendenti; - nel 60% dei casi saranno rivolte a candidati in possesso di un'esperienza lavorativa nella professione o almeno nello stesso settore; - per una quota pari al 29% interesseranno giovani con meno di 30 anni; - in 15 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. Le assunzioni di lavoratori dipendenti programmate dalle imprese in Toscana per il primo trimestre del 2015 erano 8.260, il 10% in più rispetto alle 7.470 di un anno prima. Anche in questo trimestre si confermava una netta prevalenza dei contratti a termine: 4.940 assunzioni, vale a dire il 60% del totale, dovevano infatti essere effettuate con un contratto a tempo determinato. Più in dettaglio, queste assunzioni avrebbero dovuto essere utilizzate soprattutto per valutare candidati in vista di una possibile assunzione stabile, raggiungendo in questo caso le 1.640 unità, pari al 20% del totale regionale. A queste si aggiungevano 1.550 assunzioni per far fronte a picchi di attività (19%), 920 per svolgere attività stagionali (11%) e 830 per sostituire lavoratori temporaneamente assenti dall'azienda (10%). Le assunzioni "stabili" (cioè quelle a tempo indeterminato o con un contratto di apprendistato) sarebbero state 3.090, il 37% del totale. La maggior parte delle assunzioni sarebbe stata effettuata da imprese attive nel settore dei servizi, per il 71% delle 8.260 assunzioni programmate in Toscana nel primo trimestre, 2 punti in meno rispetto al trimestre precedente. Tra i comparti dei servizi, prevale il commercio, con 1.690 assunzioni, pari al 21% del totale regionale. Seguono le attività del turismo e della ristorazione, con 1.370 assunzioni (17%), i servizi alle persone (980 unità, il 12%) e i servizi operativi (550 unità, 7%). 8 Andando poi a verificare l’effettiva situazione che si è creata, si osserva ad esempio (dati rilevati dalla CNA di Firenze su un campione di circa 1370 aziende), che sono già 300 le assunzioni avviate dalle imprese fiorentine, tra stabilizzazioni di contratti a termine e attivazione di nuovi contratti. Le nuove assunzioni sono state promosse dalle imprese attive nell’editoria, nella cura della persona, nella meccanica e nel comparto moda (Tac), ma anche nell’agroalimentare. Numerosi contratti, inoltre, riguardano anche le start-up innovative del territorio. Domanda e offerta di lavoro in Toscana nel settore della ristorazione Tornando all’Indagine Excelsior relativa al primo trimestre del 2015, le cinque professioni più richieste concentreranno il 46% delle assunzioni totali previste in Toscana. Al primo posto figurano i cuochi, camerieri, baristi e professioni simili con 1.050 assunzioni previste che saranno in gran parte regolate da contratti "a termine". Per queste professioni le imprese della regione segnalano problemi di reperimento superiori alla media di tutte le professioni (18% delle assunzioni contro 15%) e in quasi tre casi su cinque richiederanno una precedente esperienza lavorativa nel settore o nella professione. Un interessante dato è anche quello che emerge dall’estrazione dalle pagine dei motori di ricerca specializzati, che evidenziano a livello regionale molteplici offerte che si rinnovano quotidianamente. http://it.indeed.com/Firenze,-Toscana-offerte-lavoro-Ristorante al 08/04/2015 sono pubblicate 100 offerte di lavoro http://it.jooble.org/search-lavoro-it/rgn-Toscana/kw-ristoranti-personale al 08/04/2015 sono pubblicate oltre 500 offerte di lavoro http://www.careerjet.it/cerca/lavoro?s=chef&l=Toscana al 10/04/2015 sono pubblicate 203 offerte di lavoro come chef. 261 alla voce “ristorazione” 55 alla voce barman Un esempio di analisi del fabbisogno formativo L’Ente bilaterale turismo toscano (EBTT) offre annualmente una panoramica sui corsi di formazione richiesti dalle aziende del settore turistico in genere, andando comunque a cogliere anche lo specifico aspetto della ristorazione. Per il 2015 i dati sono stati presentati il 26/02/2015, a seguito di un’indagine effettuata online e rivolta a titolari, dipendenti e stagionali, che hanno risposto in 1.009 (campionamento non probabilistico), di cui il 47% hotel, il 14% ristoranti e quasi l’8% bar. Le risposte provengono in maggioranza dalle aree di Grosseto, Firenze, Versilia e Livorno. Nell’area bar la richiesta prevalente è quella di aggiornamento per la preparazione di aperitivi, quelli più generali sulla professione del barman e sulla caffetteria. Nel settore “cucina” gli aggiornamenti sulla cucina del territorio sono maggiormente richiesti, insieme a quelli sulla cucina “innovativa”, sulla cucina per celiaci e sulle prime colazioni. Anche i corsi sulle tematiche organizzative sono oggetto di interesse. Sono invece i dolci nella ristorazione ad essere più 9 richiesti nell’area pasticceria: coloro che lavorano in sala continuano a privilegiare la tematica del vino e le tecniche di degustazione proprie dei sommelier. Nel momento in cui gli intervistati sono stati chiamati ad esprimere liberamente idee e preferenze, sono emersi alcuni nuovi profili quali quello del “bar chef” e quello dell’ “eco chef”, quest’ultimo sensibile alle problematiche salutistiche e del km 0. Cucina vegana, cucina per celiaci, le intolleranze alimentari… sono tutti ambiti su cui la ristorazione, se interpellata, sente il bisogno di aggiornarsi. L’indagine rapida sui fabbisogni formativi nel settore turismo (Federalberghi 2010) fotografa la particolare attenzione che le imprese ricettive dedicano allo sviluppo delle risorse umane, nella consapevolezza che la qualità del servizio costituisce un fattore strategico per competere sui mercati e che tale qualità si realizza anche e soprattutto mediante investimenti sulla qualità del lavoro. I reparti aziendali maggiormente interessati da tali interventi sono il ricevimento (quasi il 46% delle imprese intervistate ha investito sulla formazione degli addetti a questa funzione), la cucina (30%), la sala e il bar (28%). % di aziende che hanno effettuato azioni formative fonte Federalberghi 50,0 45,0 40,0 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 Una survey sui clienti della Holding Tessieri L’azienda Casa Tessieri ha rivolto un breve questionario ai suoi clienti, prendendo a riferimento quelli che si trovano nelle più immediate vicinanze dell’impresa: non si tratta quindi di un campione probabilistico rappresentativo, ma unicamente del tentativo di dar conto di alcune sollecitazioni che si erano manifestate, anche nel rapporto quotidiano con gli agenti rappresentanti, prima che l’idea della Scuola prendesse corpo. Hanno risposto 59 clienti, distribuiti per settore secondo il grafico sotto riportato. Le percentuali rispecchiano comunque quella che a grandi linee è la composizione della clientela di Casa Tessieri in cui, per tradizione aziendale, la prevalenza va al segmento delle lavorazioni “lievitate” (dolci, pane) e gelateria, cui in anni più recenti si sono aggiunti hotel, bar e ristoranti. 10 composizione % campione 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 Risponde alla domanda successiva il 59,32% del campione: questo, tradotto in poche parole, significa che oltre la metà di queste imprese hanno avuto o hanno tuttora difficoltà nel reperire persone preparate professionalmente. Percentualmente, sono panettieri e pasticceri gli ambiti in cui la richiesta viene più difficilmente soddisfatta. Successivamente, è stato chiesto alle imprese di indicare l’eventuale necessità di effettuare formazione per se stessi o per i propri addetti. Hanno risposto 44 imprese su 59, pari al 74,58% del campione, una percentuale evidentemente elevata. Qui assistiamo ad un elemento di novità, ovvero la crescita percentuale delle richieste dal mondo della ristorazione rispetto al settore delle pasticcerie che fino a questo momento sembrava più coinvolto nelle dinamiche formative. 11 % aziende che richiedono formazione interna 35,00 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 Seppure di pochi punti percentuali, la preferenza per le imprese va verso l’effettuazione della propria formazione in laboratori esterni. Sono le pasticcerie a preferire la modalità in azienda, e questo è comprensibile (da quanto rilevato nel tempo in Casa Tessieri) perché vi è spesso la necessità, più che di formazione vera e propria, di una consulenza tecnica sull’utilizzo degli impianti in proprio possesso. Pasticceria Panificio Pizzeria Ristorante Hotel Gelateria Bar % In azienda 13,64 4,55 4,55 4,55 4,55 4,55 2,27 Totale 38,64 % In laboratori esterni 9,09 0,00 0,00 27,27 13,64 0,00 11,36 61,36 Un questionario agli studenti Grazie alla collaborazione con alcuni docenti dell’Istituto Professionale alberghiero di Pisa G.Matteotti, il più vicino alla sede della nascente Scuola, è stato somministrato agli studenti di alcune classi IV e V un breve questionario, al fine di completare questa disamina utile come base di analisi per le future attività. Il questionario è allegato in appendice al presente rapporto. Hanno risposto al questionario 48 ragazzi, di età media pari 17,58 anni. % Donne 37,50 Uomini 60,42 NR 2,08 La prevalenza del campione è maschile. 12 Classe frequentata % Quarta 35,42 Quinta 62,50 NR 2,08 La maggior parte delle risposte proviene da ragazzi di classi V, giunti alle porte dell’esame di maturità e al momento delle scelte future di vita personale e professionale. Indirizzo di studi % Cucina 27,08 Enogastronomia 10,42 Pasticceria 31,25 Sala 18,75 NR 12,50 Le risposte si riferiscono ad allievi di diversi indirizzi dell’Istituto, questo ci ha dato l’opportunità di conoscere le diverse posizioni e aspettative a seconda del percorso di studi scelto. Dove vorresti lavorare % In un hotel 16,67 In un ristorante 16,67 In un bar 16,67 In una pasticceria 31,25 In una pizzeria 2,08 In una mensa 0,00 Altro 12,50 NR 4,17 Questa è una delle domande più interessanti, a nostro parere, soprattutto se letta poi alla luce delle successive rilevazioni. La pasticceria è uno degli ambienti più richiesti, hotel, ristorante e bar si equivalgono. La tua preferenza % Lavoro dipendente 29,17 Lavoro autonomo 68,75 NR 2,08 La propensione per il lavoro autonomo appare consistente e, per certi versi, sorprendente, come reso più evidente dalla tabella qui sotto riportata. Forse manca ancora, a quell’età, la consapevolezza della difficoltà e dell’investimento (economico, di energie, di professionalità) nell’intraprendere una propria iniziativa imprenditoriale. 13 Dove vorresti lavorare (%) Hotel Ristorante Bar Pasticceria Pizzeria Mensa Altro NR Lav. Lav. dipendente autonomo 25,00 75,00 25,00 75,00 25,00 75,00 20,00 80,00 100,00 0,00 40,00 100,00 0,00 0,00 60,00 0,00 L’incrocio tra le risposte alle due precedenti domande, mette sicuramente in luce un certo “disorientamento”, soprattutto relativamente a coloro che sostengono di voler lavorare in un hotel, ma poi individuano nella forma di lavoro “autonoma” quella preferita. Capacità acquisite maggiormente % Ho una conoscenza generale di tutto 22,92 Le lingue straniere 12,50 Tecniche di cottura in cucina 33,33 Tecniche di lavorazione in pasticceria 14,58 Tecniche di servizio in sala 16,67 Altro 0,00 Dalla scuola frequentata, gli allievi ritengono di aver ricevuto capacità abbastanza generali, con una leggera prevalenza per le tecniche di cucina. Capacità ancora deboli % Sento di avere conoscenze poco approfondite un po’ su tutto 10,42 Le lingue straniere 54,17 Tecniche di cottura in cucina 8,33 Tecniche di lavorazione in pasticceria 18,75 Tecniche di servizio in sala 4,17 Altro 4,17 Circa gli elementi di debolezza, invece, le idee sono più chiare: le lingue straniere sono il punto più carente, insieme (anche se distanziate) alle tecniche di pasticceria. Questo è un punto di attenzione su cui torneremo: sembra che la pasticceria sia un posto ambito, anche in forma di lavoro autonomo, ma nello stesso tempo i ragazzi sentono che la scuola superiore frequentata non li ha sufficientemente preparati a questo tipo di mestiere. 14 Che corso frequenteresti % Gelateria 12,50 Cioccolateria 8,33 Ristorazione 20,83 Bar 18,75 Pasticceria 16,67 Cake design 10,42 Pizzeria 6,25 Panetteria 4,17 NR 2,08 Al momento in cui si chiede agli studenti di indicare una tematica di interesse per una successivo corso di perfezionamento, le scelte si “spalmano” su tutte le discipline indicate, evidenziando tutto sommato una generale incertezza sul proprio percorso futuro. Questa risposta conforta l’idea maturata internamente alla Scuola, di proporre un catalogo ampio di opportunità formative sia sul piano della formazione di “base” che su quello delle specializzazioni. Caratteristiche richieste dal datore di lavoro % Flessibilità di orari 14,58 Desiderio di imparare 25,00 Capacità tecniche 35,42 Autonomia nel lavoro 33,33 Altro 2,08 Un andamento piuttosto indifferenziato si nota anche quando gli studenti sono chiamanti ad immaginarsi le caratteristiche che verranno richieste loro da un futuro datore di lavoro. Le capacità tecniche prevalgono di poco sull’autonomia nel lavoro. Area geografica % Pisa città 12,50 Pontedera e dintorni 4,17 Provincia di Pisa 20,83 Livorno e provincia 6,25 Lucca e provincia 0,00 Toscana 8,33 Va bene anche fuori regione 47,92 Al momento di un questionario, si afferma “agevolmente” che si è disponibili ad andare a lavorare persino fuori regione. In realtà, purtroppo, i feed back concreti che alcuni studenti hanno poi dato al momento in cui gli è stato prospettato un impegno, anche a solo qualche km da casa, sono stati molto diversi. 15 Varie (%) La mia famiglia possiede o gestisce un ristorante/albergo etc.. Dopo la scuola desidero frequentare l’Università* Mi piacerebbe diventare sommelier Il mondo della gastronomia mi appassiona a prescindere dalla scuola che frequento Guardo le varie trasmissioni TV che ci sono oggigiorno sulla cucina * 1 NR SI 10,42 27,08 22,92 NO 89,58 70,83 77,08 75,00 25,00 72,92 27,08 Si rende evidente, nella tabella precedente, che l’iscrizione all’Istituto alberghiero non è stato frutto di un’esigenza di continuità per un azienda familiare. Si manifesta, tutto sommato, un interesse generico alla materia. % Dove vorresti lavorare Mensa Altro NR Che corso frequenteresti Hotel Ristorante Bar Pasticceria Pizzeria Gelateria 33,33 0,00 0,00 33,33 16,67 0,00 16,67 0,00 Cioccolateria 0,00 0,00 0,00 75,00 0,00 0,00 25,00 0,00 Ristorazione 40,00 60,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 Bar 0,00 0,00 66,67 0,00 0,00 0,00 22,22 11,11 Pasticceria 12,50 12,50 12,50 50,00 0,00 0,00 0,00 12,50 Cake design 0,00 20,00 0,00 60,00 0,00 0,00 20,00 0,00 Pizzeria 0,00 0,00 33,33 66,67 0,00 0,00 0,00 0,00 Panetteria 50,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 50,00 0,00 NR 0,00 0,00 0,00 100,00 0,00 0,00 0,00 0,00 L’incrocio delle risposte a queste due domande è interessante. Coloro che desiderano lavorare in pasticceria dimostrano interesse, in realtà, per tematiche più specifiche, come la cioccolateria o il cake design. Sono poi evidenti alcune incongruenze, come il desiderio di lavorare in pasticceria ma l’opzione di frequentare un corso di pizzeria, oppure la scelta per un corso di pasticceria a fronte del desiderio di lavorare in un Hotel. Maggiore coerenza si manifesta in coloro che desiderano frequentare un corso di cucina (per poi poter lavorare in Hotel o ristorante), o di bar (che concentrano la propria attenzione in questo tipo di sviluppo futuro). % Donne Uomini * 1 NR Dove vorresti lavorare Hotel Ristorante Bar* Pasticceria* Pizzeria Mensa Altro NR 16,67 5,56 11,11 55,56 11,11 17,86 25,00 17,86 14,29 3,57 14,29 7,14 Dal punto di vista dell’analisi di genere, le donne dimostrano una chiara predilezione per la pasticceria, mentre i ragazzi sono distribuiti in maniera più diffusa sulle tutte le scelte, con una superiorità, seppure non determinante, per la ristorazione. 16 Interviste a interlocutori privilegiati Nel corso di queste ultime settimane, lo staff tecnico e didattico della Scuola sta procedendo a una serie di incontri con soggetti pubblici e privati, con lo scopo di valutare possibilità di collaborazione e, in questa occasione, raccogliere le loro opinioni circa le esigenze di formazione da essi stessi rilevati per ciascun ambito specifico di pertinenza. Durante l’incontro con i rappresentanti dell’associazione AIBES, che è portatrice delle istanze del mondo dei barman, è stata condivisa l’opportunità di procedere a rivedere i programmi e le modalità di formazione in questo settore, per portare i giovani che si avvicinano a questa professione (in progressivo aumento) a una reale e completa preparazione e non solo ad una parziale conoscenza adatta più ad un uso hobbistico degli argomenti. Nel confronto con ASCOE invece, l’Associazione Assaggiatori e Cultori Olio Extra Vergine d’Oliva, è stata ribadita la necessità di promuovere la cultura dell’olioextravergine di qualità dalla produzione al commercio, nonché di qualificare la figura dell’assaggiatore. Questo potrebbe portare, oltre che ad azioni formative dei professionisti interessati, all’apertura al mondo educativo, delle scuole e delle famiglie. Con AIS, Associazione Italiana Sommelier, si è ribadita l’esigenza di perfezionare le competenze di degustazione, prima ancora che enologiche, in maniera più estesa possibile a tutti i professionisti del mondo della ristorazione e anche ai giovani che desiderano entrare a farne parte. Sul versante delle pasticcerie, CONPAIT (prima associazione di settore in Italia) ha confermato il suo ruolo di leader attuale nella formazione di settore, con percorsi già standardizzati seppure di livello base. Un mondo particolare e in fase di forte slancio è quello della birra artigianale. Unionbirrai annovera circa 80 soci (piccoli birrifici artigianali), fa parte di European Beer Consumer Union ed è gemellata con American Brewers Association. Il mercato delle birre in genere, e di quelle artigianali in particolare, è un segmento di grande rilevanza e di potenziale elevato, se si considera che il consumo di birra medio in Italia è di 30 lt. procapite, ma in Toscana solo 8, e di questo solo il 2% riguarda birre artigianali. Questi elementi portano a considerare la necessità di sviluppare percorsi formativi ad hoc sempre più mirati e specifici in un’ottica sia professionale che di educazione del consumatore. Riflessioni conclusive L’analisi effettuata dallo Staff della Scuola Tessieri in fase di start up ha offerto diversi punti di vista e spunti di riflessione che sono stati oggetto di condivisione al momento della scelta della programmazione delle attività e della loro progettazione di dettaglio. Innanzitutto, il quadro economico, seppure solo tratteggiato in alcune sue dimensioni, rende evidenti alcune caratteristiche proprie del settore enogastronomico nazionale e locale. Sicuramente, pur nel perdurare della crisi (e nella sua gravità) il settore è stato in grado di “reggere” grazie ai consumi interni, oltre che all’apporto del turismo estero. Questo, tuttavia, è stato possibile grazie anche a una mobilità e flessibilità della forza lavoro, che si è fatta carico (in una certa misura) degli andamenti stagionali e di transitori aggravamenti della situazione economica. Questa flessibilità è accompagnata, quindi, da una certa e costante richiesta di manodopera, alla quale è talvolta difficile dare una risposta soddisfacente in termini di competenze e disponibilità sul territorio. 17 Gli esiti del questionario per i giovani studenti dell’Istituto Matteotti, dal canto loro, hanno messo in luce un elemento significativo, ovvero una sorta di confusione, di disorientamento, rispetto alle proprie scelte di lavoro o studio successive al diploma. Questo aspetto, attentamente valutato, ha condotto lo Staff a ideare delle formule corsuali brevi e intensive, denominate Laboratori tematici di orientamento, che potranno essere utili proprio per coloro che manifestano indecisioni e confusione nell’approccio alla Scuola: l’impegno in corsi più lunghi e costosi potrà quindi essere preceduto da alcune giornate di apprendimento e di chiarimento circa le proprie aspettative e potenzialità. Il primato della Scuola andrà sempre ad una formazione d’eccellenza ed altamente professionalizzante, senza indulgere alle spettacolarizzazioni sempre più diffuse oggigiorno. Anche per il segmento, pure importante sotto vari profili, degli appassionati saranno predisposte offerte corsuali (come anche eventi, degustazioni e altre forme di avvicinamento al cibo del territorio e non) che tengano sempre al primo posto l’acquisizione e l’immediata applicazione in laboratorio di tecniche e abilità. L’attenzione alla persona, comunque, è al centro delle premesse metodologiche e didattiche di Scuola Tessieri, in ogni fase dell’esperienza didattica e per ogni tipologia di partecipante e corso. Sia amatori che professionisti, oltre ai giovani in cerca di lavoro, troveranno un team di esperti didattici, oltre che tecnici, per ricevere un’accoglienza su misura delle proprie aspettative ed esigenze personali. Lo Staff della Scuola, fin da adesso, si prende l’impegno di valutare con attenzione gli esiti di tutte le attività formative che andrà a porre in essere, sia dal punto di vista dell’apprendimento, che delle ricadute professionali nel tempo. Anche il “gradimento” dei partecipanti sarà una dimensione attentamente considerata e monitorata con questionari e colloqui. Periodicamente, quindi, saranno redatti report di analisi delle risultanze emerse che, insieme agli studi economici di volta in volta aggiornati, costituiranno un importante veicolo di informazioni, sia per i referenti del Gruppo Tessieri nel suo complesso, sia per gli addetti della Scuola che per tutti gli stakeholders coinvolti (clienti, fornitori, istituzioni). 18 Bibliografia Comitato Nazionale Attività Stagionali di Federalberghi - in collaborazione con l’Ente Bilaterale Nazionale del settore Turismo - Indagine rapida sui fabbisogni formativi nel settore turismo, 2010 EBAS Ente Bilaterale Artigianato Sardegna 2006 - Analisi delle competenze e dei fabbisogni formativi agroalimentare EBTT Ente Bilaterale Turismo Toscano – Presentazione analisi fabbisogni formativi – Anno 2015 (Firenze, 26/02/2015 relatore Ilaria Bigliazzi). Federalberghi – 2014 Settimo rapporto sul sistema alberghiero e turistico ricettivo in Italia http://www.careernews.it/57027-food-and-beverage-un-settore-che-non-conosce-crisi/ IRPET – Rapporto sulla situazione economica della Toscana. Consuntivo 201. Previsioni 2014-2015 ISTAT - Rapporto sulla competitività dei settori produttivi - Edizione 2015 Multimedia Group - Sandri Fabrizio e Canonici Alessandro - V.E.R.A. Consulting srl - Fabbisogno formativo: Analisi e prospettive nel settore turistico – ricettivo 2012 Regione Toscana - Repertorio Regionale delle Figure professionali di cui all’articolo 66 ter del Regolamento di esecuzione della L.R. 32/2002 Ristorazione 2012 Rapporto annuale FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2014 19 Appendice QUESTIONARIO STUDENTI ISTITUTI ALBERGHIERI Buongiorno, stiamo realizzando un’indagine per comprendere i tuoi bisogni e le tue aspettative una volta uscito dalla scuola che stai attualmente frequentando. I dati saranno utilizzati in forma del tutto anonima e aggregata, mediante elaborazioni statistiche, per cui nessun dato personale sensibile ti verrà richiesto né tantomeno utilizzato. Grazie della collaborazione - Scuola Tessieri 1Età ____ 2Sesso: M F 3Classe frequentata _____ 4Indirizzo di studi __________________ In quale settore ti piacerebbe trovare uno sbocco occupazionale? Indica una sola opzione, scegliendo quella che maggiormente preferiresti 5 5.1 in un hotel 5.2 in un ristorante 5.3 in un bar 5.4 in una pasticceria 5.5 in una pizzeria 5.6 in una mensa 5.7 altro (specificare)_______________________________________________ Nel tuo futuro professionale preferiresti essere un lavoratore dipendente o un imprenditore/lavoratore autonomo? 6 6.1 preferirei fare il dipendente 6.2 preferirei un lavoro in proprio Secondo te, quali sono le capacità che hai maggiormente acquisito finora a scuola? Indica una sola opzione, scegliendo quella più significativa 7 7.1 Ho una conoscenza generale di tutto 7.2 Le lingue straniere 7.3 Tecniche di cottura in cucina 7.4 Tecniche di lavorazione in pasticceria 7.5 Tecniche di servizio in sala Altro descrivi in sintesi _______________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ 7.6 8 Quale capacità di cui avresti bisogno ti sembra ancora debole? Indica una sola opzione, scegliendo quella più significativa 8.1 Sento di avere conoscenze poco approfondite un po’ su tutto 8.2 Le lingue straniere 8.3 Tecniche di cottura in cucina 8.4 Tecniche di lavorazione in pasticceria 8.5 Tecniche di servizio in sala Altro descrivi in sintesi _______________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ 8.6 20 9 Se potessi frequentare un corso post diploma, su quali argomenti lo preferiresti? Indica una sola opzione, scegliendo quella per te preferita al momento 9.1 Gelateria 9.2 Cioccolateria 9.3 Ristorazione 9.4 Bar 9.5 Pasticceria 9.6 Cake design 9.7 Pizzeria 9.8 Panetteria 10 A tuo parere, un futuro datore di lavoro quali caratteristiche vorrebbe che tu avessi? 10.1 Flessibilità di orari 10.2 Desiderio di imparare 10.3 Capacità tecniche 10.4 Autonomia nel lavoro Altro descrivi in sintesi _______________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________ 10.5 11 In quale area geografica vorresti poter lavorare? Indica una sola opzione, scegliendo quella per te preferita al momento 11.1 Pisa città 11.2 Pontedera e dintorni 11.3 Provincia di Pisa 11.4 Livorno e provincia 11.5 Lucca e provincia 11.6 Toscana 11.7 Va bene anche fuori regione Altre indicazioni per noi utili: 12 La mia famiglia possiede o gestisce un ristorante/albergo etc.. 13 Dopo la scuola desidero frequentare l’Università 14 Mi 15 Il SI NO piacerebbe diventare sommelier mondo della gastronomia mi appassiona a prescindere dalla scuola che frequento 16 Guardo le varie trasmissioni TV che ci sono oggigiorno sulla cucina SI NO SI NO SI NO SI NO 21