il diario di jane somers
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il diario di jane somers
Novembre 2016 Doris Lessing IL DIARIO DI JANE SOMERS (Universale Economica Feltrinelli) L’incontro con una persona anziana può germinare una nuova vita dentro di noi. Certo, direte voi, mi presenti il libro di un premio Nobel! È vero, non ho scoperto l’acqua calda, Doris Lessing è una delle migliori scrittrici di tutti i tempi, ma questo libro contiene un tema che finge di stare a cuore a tutti, ma dal quale, in realtà, spesso prendiamo le distanze: le persone anziane, la loro vita lenta, piena di malanni e pastiglie, così lontana dalla nostra, frenetica, piena di impegni e il tempo che non basta mai. Non pensiamo mai che quelle persone sono state attive, hanno ancora voglia di vivere, di parlare, di raccontare. Cercano sempre compagnia e noi “giovani” ci annoiamo ad ascoltarle, le troviamo invadenti, troppo legate al passato, invischiate nelle loro abitudini che spesso reputiamo assurde. Nel mio mondo ideale vorrei che il Ministero dell’Istruzione (o anche della Salute) rendesse obbligatori alcuni libri per diventare un cittadino migliore: tra questi ci sarebbe “Il diario di Jane Somers.” Ritroveremmo tutti un po’ di umanità, ci staccheremmo dalle nostre corse continue e sfiancanti e vedremmo nelle persone anziane quello che tutti siamo destinati a diventare. In un mondo nel quale i nonni permettono ai loro figli di lavorare, allevando i nipoti, dando loro da mangiare, accompagnandoli a fare sport, musica e hobby vari, rubando tempo al loro meritato riposo, una riflessione sul nostro modo di porci nei loro confronti è doveroso. TRAMA La protagonista e la narratrice coincidono: Janna (variante di Jane, lo pseudonimo scelto dalla scrittrice). Janna è una donna di quarantanove anni, bella ed elegante, caporedattrice di una rivista molto famosa, un successo professionale consolidato, anche grazie ad efficienza e crudeltà ben levigata, a discapito della vita privata. Ha reagito alla perdita di due persone che amava il marito e la madre (proprio come la scrittrice), sviluppando il proprio self-control e diventando una grande manager che affascina e comanda. Con gli uomini ha avuto legami superficiali e distratti. Cura in modo maniacale il proprio aspetto esteriore, sempre perfetto. Un giorno, in una farmacia, Janna incontra una piccola e vecchia signora, Maudie Flower. Comincia un’amicizia stretta, dapprima sentita solo come doverosa nei confronti di una vecchia acciaccata, poi vissuta con affetto e condivisione, assecondando manie e fissazioni incallite di Maudie. Janna viene a contatto con un mondo disordinato e per lei dolorosamente affascinante, scoprendo in esso la trama della sua vita. Dentro questo libro c’è anche tanta povertà, ci sono le storie dei dipendenti dei servizi sociali, delle infermiere distratte, tutti con un carico da portare, tutti incapaci di capire davvero la solitudine della vecchiaia. Magistralmente scritto con un linguaggio che incanta e che ti costringe a proseguire, il libro ti immerge in questa straordinaria storia che cattura e ammalia. L’idea in più. È più forte di me: mi riprometto di inserire un cantante, un film o una mostra e mi tornano sempre titoli di libri. Abbiate pazienza, ma non posso non segnalarvi questo straordinario libro dal titolo “Mia madre è un fiume” di Donatella Di Pietrantonio, Elliot edizioni. Oltre al tema centrale della vecchiaia, anche quello immenso e complesso tra madre e figlia. Di questa autrice imperdibile anche “Bella mia” per la stessa casa editrice, nella cinquina dei finalisti del premio Strega 2014. Vorrei ringraziare Leonard Cohen (1934-2016) per aver deciso di passare ottantadue anni su questa terra. Troppo pochi per un artista del suo calibro; ai suoi concerti sembrava cantasse in playback e le musiche fossero registrate, talmente tutto era pulito e perfetto. Lo ringrazio per i testi delle sue canzoni, per la musica che li accompagna. Che possa diventare la colonna sonora di tante altre vite. Perché l’arte crea nuove vite. Quanti “Halleluhja” lassù, adesso…