PREVENZIONE DELL`OSTEOPOROSI E STILI DI VITA
Transcript
PREVENZIONE DELL`OSTEOPOROSI E STILI DI VITA
OSTEOPOROSI: PREVENZIONE E STILI DI VITA a cura della Dottoressa Antonia Locaputo Dirigente Medico U.O. Reumatologia, Ospedale “La Colletta” Arenzano (GE) Parlare di prevenzione dell’osteoporosi spesso risulta difficile in quanto, essendo una malattia silente dal punto di vista sintomatico (per definizione, infatti, l’osteoporosi non è causa di dolori ossei o articolari!), spesso viene poco considerata sia dal paziente sia dal medico. Molto spesso, erroneamente, si comincia a parlare di osteoporosi quando subentra la sua tipica complicanza: la frattura. Per osteoporosi si intende una “malattia dello scheletro caratterizzata da una riduzione della resistenza ossea che predispone ad un aumentato rischio di frattura”. Tale patologia colpisce con frequenza maggiore il sesso femminile ed aumenta con l’età; le fratture più frequenti sono quelle di polso, di uno o più corpi vertebrali e del femore. Alla base di tutto c’è una riduzione della massa ossea che determina una fragilità scheletrica e predispone alla comparsa di frattura; a questo punto subentra una specie di circolo vizioso che porta progressivamente a ulteriori fratture, a perdita di attività e di autonomia, a dolore e peggioramento dello stato generale fino alla perdita di autonomia e all’ isolamento sociale. Per interrompere tale circolo vizioso, occorre praticare, sin dall’adolescenza, un programma mirato e corretto di prevenzione. La massa ossea dipende da molti fattori, prevalentemente genetici (circa il 70%), ma anche legati agli ormoni sessuali, all’attività fisica che ciascuno svolge, all’introito di calcio che si assume con la dieta e a concomitanti patologie e terapie che si assumono. I fattori di rischio per l’osteoporosi possono essere divisi in: Non modificabili Età Razza Familiarità Parzialmente modificabili Modificabili Peso Corporeo Apporto calcico con la dieta Età della Menopausa Attività Fisica Malattie Endocrine e\o Reumatologiche Fumo Utilizzo di farmaci che agiscono sull’osso Consumo di caffè e alcool Ed è proprio su quest’ultima categoria che si gioca particolarmente il discorso di prevenzione. Apporto ottimale di calcio con la dieta. Durante il corso della vita l’apporto di calcio varia in base all’età: Assunzione ottimale (mg \ dì) INFANTI: nascita – 6 mesi 400 6 mesi – 1 anno 600 BAMBINI: 1 - 5 anni 800 6 – 10 anni 800 - 1200 ADOLESCENTI 11 – 24 anni 1200 - 1500 DONNE 25 – 50 anni 1000 Post-menopausa: - trattate con estrogeni 1000 - non trattate con estrogeni 1500 Oltre i 60 anni 1500 Gravidanza o allattamento 1200 N.H.I. Consensus Development Conference 1994 Soggetti a rischio di carenza calcica, in particolar modo, sono: - donne in post-menopausa non in trattamento estrogenico - donne che assumono elevate quantità di proteine, sodio, caffè - soggetti a lungo trattati con antiacidi, ormoni tiroidei ad alte dosi, cortisonici - soggetti con particolari regimi dietetici a basso calcio (diete ipocaloriche, iposodiche, a basso colesterolo, alcolisti) - soggetti sottoposti a lunghi periodi di immobilizzazione. Il maggior contenuto di calcio è presente, come è noto, nei formaggi. Contenuto medio di calcio in alcuni alimenti (mg di calcio per 100g di alimento) Formaggi a lunga stagionatura (grana, emmental) 900-1100 Formaggi a media stagionatura (taleggio, fontina, provolone) 600-900 Formaggi freschi (ricotta, mozzarella, robiola) 400-600 Pesce azzurro (sardine, ecc.) 350 Mandorle, noci, nocciole 250-300 Cavoli, rape, verze 250 Broccoli, fagioli 100-150 Gamberetti 120 Latte e yogurth magri 100-120 Latte e yogurth interi 80-100 Spinaci 80-100 In questa tabella vengono elencati gli alimenti da preferire e da non assumere: Introito di calcio - Alimenti da preferire Latte Almeno 2 bicchieri al giorno (anche scremato) Formaggio I formaggi freschi (ricotta, etc) contengono (a parità di peso) meno calcio rispetto a quelli stagionati Yoghurt Esistono in commercio prodotti “fortificati” ad elevato contenuto in calcio Acque minerali Le acque bicarbonato/calciche posseggono un elevato contenuto calcico Pesce Il pesce azzurro possiede un apprezzabile contenuto di calcio Legumi/verdure Fagioli e ceci hanno un buon contenuto calcico Introito di calcio - Alimenti sconsigliati Sodio Una dieta molto ricca di sodio aumenta la perdita di calcio con le urine Proteine Una dieta troppo ricca di proteine aumenta la perdita di calcio con le urine Verdure Alcune verdure (spinaci, barbabietole) possono ridurre l’assorbimento intestinale di calcio Cibi integrali Un elevato consumo di cibi integrali e di integratori a base di crusca diminuiscono l’assorbimento intestinale di calcio Caffeina Un eccessivo consumo di caffeina aumenta la perdita di calcio con le urine Alcolici Il consumo di alcolici diminuisce l’assorbimento intestinale di calcio e riduce l’attività delle cellule che “costruiscono” l’osso Ruolo fondamentale per l’assorbimento di calcio che assumiamo con la dieta è giocato dalla Vitamina D. Al contrario del calcio, essa è contenuta in bassissime percentuali negli alimenti: si riscontra nel salmone fresco (circa 650 UI\100g) e soprattutto nei grassi animali (sicuramente non consigliati nella dieta quotidiana). L’80% del fabbisogno di vitamina D è garantito dall’irradiazione solare e viene prodotta a livello della cute esposta. Si possono definire normali valori di 25-OH-Vitamina D quelli superiori a 30 ng\ml (70-90 nmol\l). Numerosi studi di prevalenza hanno documentato, nei Paesi del Mediterraneo, una notevole diffusione di ipovitaminosi (valori <30 ng\ml), soprattutto nelle stagioni invernali e nelle popolazioni anziane. Fattori che alterano la produzione di Vitamina D a livello cutaneo sono: - età - ridotto contenuto di melanina a livello cutaneo - uso di creme protettive solari (ad esempio, una crema solare con fattore di protezione 8 riduce la produzione di vitamina D di ben il 95%!) - le ore di esposizione al sole (in genere prime ore del mattino e tardo pomeriggio) - latitudine (oltre il 37°, la quantità di raggi che raggiunge la superficie terrestre è molto bassa) - stagione invernale. La Vitamina D, inoltre, è necessaria anche perché agisce a livello muscolare (soprattutto dei muscoli prossimali degli arti) potenziando le fibre dei muscoli e riducendo il rischio di cadute. In persone già in trattamento con farmaci difosfonati, infine, ne ottimizza l’efficacia. Attività Fisica Una attività fisica regolare è importante fin dall’adolescenza perché, a parità di apporto alimentare di calcio, determina un incremento della densità minerale ossea. Nell’infanzia una adeguata attività fisica aumenta la massa ossea; nell’età adulta oltre a mantenere il grado di massa ossea è fondamentale per mantenere il tono muscolare e migliorare l’equilibrio riducendo, così, il rischio di fratture. Devono essere preferiti esercizi sotto carico (es: jogging, passeggiare, salire le scale e ballare) o contro resistenza (pesetti); il nuoto non è molto consigliato perché in piscina il lavoro contro gravità è ridotto e, dato non trascurabile, aumenta il rischio delle cadute. E’ importante sottolineare che sono sufficienti 30 minuti di attività fisica x 3 volte la settimana! Fumo e consumo di alcool Numerosi studi hanno documentato che il fumo, così come il consumo eccessivo di alcool, riducono la densità ossea particolarmente nella post-menopausa. Non è ben definito la quantità di sigarette al giorno che influisce su tale dato: in media più di 7 sigarette quotidiane hanno un impatto sul valore densitometrico.