Catechismo di frontiera - Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto

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Catechismo di frontiera - Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto
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e
L’AZiON
Primo Piano
Domenica 23 settembre 2007
AAA CERCASI CATE
Cambiano le modalità, contano le esperienze
bene è fatta per gruppi paralleli di età. Siamo consapevoli, però, che anche per
una catechista preparare
gli incontri, realizzarli e
partecipare a qualche incontro di formazione è già
occupare parecchio tempo. È difficile chiedere
molto di più. Come Ufficio,
lo sappiamo bene. E siamo
ammirati delle 700 catechiste che negli ultimi due
anni hanno partecipato ai
corsi di formazione, di cinque serate ciascuno».
E gli aspetti positivi?
«Tutte sottolineano – rileva Piergianna – che assieme ai bambini e ai ragazzi fai anche tu un cammino di fede, che ti arricchisce, malgrado le tante
difficoltà lungo il percorso».
Può fare il catechista
una persona che sente dei dubbi nella sua
fede?
«L’obiezione “non credo a sufficienza per trasmettere la fede ad altri”
deve cadere – dice Piergianna –. In passato, di
fronte a qualche comportamento considerato sbagliato, si diceva “e pensare
che quella fa anche la catechista”, come se essere
catechista fosse un timbro
di perfezione cristiana.
Credo che un catechista
possa testimoniare anche
il proprio cammino di ricerca nella fede; credo che
anche la testimonianza di
come uno vive e si fa carico, responsabilmente, del-
la propria fragilità sia comunicare la fede oggi. Non
si cercano persone perfette, ma vere e capaci di camminare.
Se ci sono degli aspetti
della fede che ancora non
ho capito bene, posso sempre parlare della cosa nella misura in cui sono arrivato a farla mia...».
«E la catechista – precisa don Andrea – dovrebbe
sempre essere supportata
dal gruppo di catechiste,
dal parroco, dalla comunità».
E chi dice “non mi
sento abbastanza preparato”?
«Come catechista – afferma Lina – devi parlare di
quello che credi e vivi nella fede, non di quello che
sai. La preparazione non è
questione di studi teologici, ma di competenza nel
comunicare e costruire esperienze. Catechismo
non è dire delle cose, ma
far vivere delle esperienze.
E per farlo devi viverle anche tu in prima persona».
Se il catechista è maschio, cambia il modo di fare catechismo?
«Purtroppo non abbiamo una casistica sufficiente per rispondere. Sarebbe
comunque auspicabile che
ci fossero più catechisti
maschi. Aiuterebbe a mettere in chiaro che la catechesi non è una faccenda
di mamme e bambini, o
che riguarda solo l’infanzia».
MONS. PIERSANTE RICORRE AL DIALOGO
parazione accanto a qualche catechista esperto,
non mancano sussidi e aiuto continuo. Perciò non c’è
d’aver paura di offrire questo servizio così fondamentale per la vita e il futuro di una comunità cristiana: chi può dia volentieri la sua disponibilità».
Nell’appello si rivolge alle mamme.
«Se educano alla fede e
alla vita cristiana i loro figli
sono capaci di contribuire
all’educazione di quelli degli altri. Per tante mamme
è anche una riscoperta della vita cristiana: me lo dicono sempre, fanno catechismo ai bambini e lo fanno anche a se stesse. I catechisti possono testimoniare che è più quello che
hanno ricevuto, che quello
che hanno dato, perché facendo catechismo hanno
approfondito la loro fede,
si sono sentiti inseriti nella vita liturgica e hanno potuto stabilire dei rapporti
veramente costruttivi e arricchenti con altri genitori. Anche in questo campo
si realizza il detto di san
Francesco: “È donando
che si riceve”.
Catechismo
di frontiera
D
opo aver ascoltato per un’oretta il direttore
dell’Ufficio catechistico
diocesano don Andrea Sech e le collaboratrici dell’Ufficio Lina Losso e Piergianna Carnelos, c’è una
cosa che abbiamo imparato: quando si tratta di catechismo non esistono
molti articoli determinativi.
Non esiste, cioè, “la”
brava catechista; non ci sono “i” modelli di catechesi
che, come formule magiche, risolvono i problemi
della catechesi oggi. Non
c’è “la” figura unica alla
quale tutte le catechiste
devono uniformarsi; non
c’è “il” livello di fede misurabile per vivere questo
servizio. Non c’è “la” situazione diocesana, ma
tante diverse, peculiari
realtà parrocchiali.
Ma allora, non c’è
neppure “il” modo
giusto di fare catechismo?
«Il vero problema oggi
– dice Lina – non è l’età o
la preparazione delle catechiste. La vera questione
è: che catechesi fai? Viviamo il passaggio tra il mantenere, nel modo di fare catechismo, le abitudini di un
mondo che non c’è più, a
costruire percorsi che rispettano le persone di oggi e parlano loro con linguaggi adeguati. In questo
tempo di passaggio, non ci
sono i “modi giusti” di far
catechesi, ma abbiamo delle buone linee di tendenza,
sulle quali abbiamo già riflettuto e sulle quali ci sono delle sperimentazioni in
atto, già da anni, in Italia».
«Mancano dei modelli
stabiliti – interviene Piergianna –. E il contrasto è
tra trasmettere una dottrina, come si faceva in passato, e far vivere un’esperienza»
Più difficile, quindi,
e
L’AZ iON
Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto
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GIAMPIERO MORET
fare la catechista oggi. Che sia anche per
questo che rimbalzano dalle parrocchie
gli appelli “cercasi catechiste”?
«A inizio anno – dice
Piergianna – si sentono
spesso questi Sos. Ma è
vero anche che, generalmente, dopo qualche settimana tutti hanno la loro catechista. Mediamente in
tutti i gruppi c’è almeno una mamma sensibile che si
mette a disposizione. Un evento per certi versi… misterioso, ma anche molto
significativo».
Una mamma per ogni
gruppo: ma quindi fa
catechismo al proprio
figlio?
«No, quasi mai. Se per
caso succede che una
mamma faccia catechismo
al proprio figlio, alle medie
comunque si sospende,
perché il ragazzino ha bisogno di un’altra figura di
adulto».
L’immagine stereotipata è che la catechista è una signora in
pensione, attiva in
parrocchia, che svolge da anni questo
compito. Quanto c’è
di vero?
«Quando qualche anno
fa – racconta Lina – abbiamo cominciato a raccogliere gli elenchi dei catechisti nelle parrocchie ci
siamo accorti che c’era una grande variabilità: ogni
anno cambiava una buona
parte dei nominativi»
«Il dato è stato confermato anche dall’indagine
sulle catechiste – interviene don Andrea – condotta
dal sociologo Castegnaro
(presentata
nell’aprile
2005). È emerso, grosso
modo, che un terzo delle
catechiste fa catechismo
da meno di 4 anni, un terzo da meno di 10 anni, un
terzo da più di 10. C’è quindi un certo ricambio».
ABBONAMENTI 2007:
Annuale (50 numeri) 40
Semestrale 22 - Sostenitore 80
Per l’estero chiedere in amministrazione.
Dialogo con
don Andrea
Sech, Lina
Losso e
Piergianna
Carnelos
L’appello sul giornale
per rinfoltire il gruppo
P
er lanciare il suo appello, monsignor
PierSante Dametto, abate
di Oderzo, ha dedicato tutta la prima pagina de “Il
Dialogo”, il mensile dalla
parrocchia del Duomo.
«Un appello che può essere considerato un Sos»,
spiega nel suo editoriale.
E continua: «È una grande
opportunità per trasmettere la fede alle nuove generazioni, specialmente nei
nostri tempi così critici
quanto a valori fondamen-
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L’immagine stereotipata è piuttosto inesatta. Ma se, come
abbiamo detto, è in
atto un grande cambiamento nel modo di
fare
catechismo,
cambia anche la figura del catechista in
quanto tale?
«Non c’è più – dice Lina
– la tipologia classica del
catechista. In passato molte catechiste erano maestre e chi non
lo era si sforzava di imitare
l’insegnante
nell’atteggiamento. Come
già detto, la catechesi non è
tanto questione
di nozioni da
trasmettere,
ma di esperienza di fede e di
relazioni buone... il modello cui guardare non è quello dell’insegnante, ma di colui che
accompagna nel cammino
e aiuta a fare esperienze».
È giusto che un di-
ciottenne faccia catechismo? O possiamo
dire che c’è un’età
per l’animatore e una
per il catechista?
«Credo che non sia una
mera questione di età anagrafica – interviene don
Andrea –. Il punto è invece che per essere catechista devi aver fatto un cammino di fede sufficiente
per poter essere testimone, e senz’altro non tutti i
diciottenni d’oggi lo hanno
compiuto… Inoltre, la catechesi si gioca molto nelle relazioni con i ragazzi,
ma anche con i genitori e
le famiglie dei bambini: la
capacità di relazione di un
diciottenne, con gli “spigoli” tipici della sua età, è
diversa da quella di un adulto».
Quali sono le dif ficoltà che le catechiste incontrano più
spesso?
«A volte –
racconta Piergianna – si demoralizzano
di fronte alle
difficoltà e alla fatica, reale,
del far catechesi. Serve
forse più accompagnamento. Le catechiste dicono spesso: sarebbe meglio
se potessimo confrontarci
tra di noi! È questo lavoro
di equipe che manca: la
preparazione degli incontri è individuale, quando va
Chiuso in redazione
il 19.9.2007 alle ore 18.30
tali. Ed è pure una grave
responsabilità perché il catechismo deve essere impartito nel modo migliore
possibile».
Nella sua grande parrocchia lo scorso anno erano addirittura 603 i bambini che hanno frequentato il catechismo, e per seguirli c’era un piccolo esercito di una cinquantina
di catechisti.
«Per rispondere a questo impegno abbiamo avuto per anni l’opera di un bel
gruppo soprattutto di catechiste animate da tanto
buon spirito e preparate.
Tutta la parrocchia deve
essere loro riconoscente
per la loro generosa dedizione».
Dopo il suo appello
ha avuto risposta?
«Ci sono due tipi di difficoltà: una volta si faceva
leva sulle insegnanti, che
oggi invece sono meno disponibili, forse perché si
stancano di più a scuola;
poi ci sono quelle che hanno fatto le catechiste fino
ad ora, che però col passare del tempo magari si sono stancate o più semplicemente sono diventate
nonne e devono occuparsi
dei loro nipotini. Oggi dunque c’è bisogno di sostituire quelle che si ritirano,
e la necessità di integrare
il loro numero, per rispondere alle esigenze di un catechismo fatto per gruppi
non troppo numerosi che
permetta un lavoro proficuo.
Qualche signora ha comunque già risposto al mio
appello, vincendo lo scoglio iniziale del “non sono
capace”: io faccio capir loro che è un’arte che si impara facendo. E poi non
manca un periodo di pre-
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Primo Piano
Domenica 23 settembre 2007
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TECHISTE
DON MARIO DALL’ARCHE NON SI PREOCCUPA
L’ha detto Gesù:“la messe
è molta, gli operai pochi”
E
il parroco?
È il capo delle catechiste? Il loro formatore?
O solo un più o meno distante osservatore? Ascoltiamo l’esperienza di don
Mario Dall’Arche, che assieme a don Mario Borga
guida l’unità pastorale di
Anzano, Cappella Maggiore e Sarmede.
Quali sono i criteri con
i quali sceglie le sue
catechiste?
«Noi due nuovi parroci
siamo arrivati in questa
parrocchia a fine settembre
quando la catechesi riparte. Per ogni gruppo erano
state previste una o due catechiste, e conoscendo la
preparazione e la sensibilità del parroco precedente
non potevamo che accreditare una completa fiducia
nelle loro capacità».
E dopo due anni di
collaborazione...
«Abbiamo avuto modo
di conoscerle meglio, trovandole ricche di fede e di
buona volontà, persone disponibili, credenti e praticanti: requisiti essenziali
perché si comunica quello
che si sa, ma anche quello
che si fa».
Quali capacità sono ri-
mons. PierSante Dametto
Per il catechismo delle
scuole medie avremmo bisogno di persone più qualificate, nel senso che dovrebbero sapere bene
quel che insegnano, ma
anche avere conoscenze
del metodo: ecco perché
mi rivolgo alle mamme,
che seguendo i loro figli a
scuola hanno un’idea del
metodo da seguire, molto
più di chi non ha a che fare con la scuola magari da
tanti anni. Il discorso che
si faceva una volta oggi
non va più bene».
Ma invita anche i
papà.
«Sarebbe importante avere anche qualche figura
don Mario Dall’Arche
chieste a un catechista?
«Se fare catechesi è far
incontrare Gesù che ci parla, che ci rivela l’amore del
Padre, che si dona e comunica il suo Spirito per farci
diventare Figli di Dio e fratelli tra di noi formando così una sola famiglia (la Chiesa) in cammino verso la vita eterna, occorre innanzitutto aver chiaro questo
progetto nelle sue linee essenziali. Non è solo attività
didattica, ma un accompagnamento, un camminare
insieme: questo suppone la
conoscenza delle persone
per stare al loro passo, e
quell’affetto che conquista
la loro confidenza crea un
rapporto di fiducia e fa sentire la gioia di incontrare
maschile, specialmente
per le medie, perché la fede si esprime con tante
sensibilità, diverse tra uomini e donne. In passato
abbiamo avuto anche catechisti uomini, oggi nemmeno uno.
Ma mi rivolgo ai papà
perché ritengo indispensabile la presenza di animatori e di educatori per
rendere vivo il nostro patronato. Ci rendiamo tutti
conto che i nostri ragazzi
hanno bisogno di ambienti sani e validi dove riunirsi, specialmente davanti a
fenomeni di bullismo e ad
altri comportamenti che
rivelano uno stato di malessere nei giovani e mettono in evidenza la difficoltà a educare oggi.
Non si può rimanere in
uno stato di impotenza,
non si può fermarsi soltanto a denunciare, bisogna darsi da fare. Anche
nel piccolo, per creare ambienti educativi di incontro validi. E uno di questi
può essere il patronato.
Basterebbe che i genitori
dessero anche qualche ora di disponibilità al mese».
Gesù con tanti altri fratelli.
Nel frattempo anche Gesù
viene incontro. Il catechista
sarà un vero maestro di
preghiera se a sua volta dialoga abitualmente con il suo
Signore. Tutte le altre abilità (pedagogiche, psicologiche, tecniche, didattiche,
eccetera) verranno col tempo, con la pratica, ma soprattutto con la passione
con cui si porta avanti questa missione».
Nella sua parrocchia
c’è il problema della
carenza delle catechiste? Ha mai dovuto, in
passato, affrontare un
problema del genere?
«La risposta a questa domanda l’ha già anticipata
Gesù: la messe è molta ma
gli operai sono pochi. A seconda di come si vuole impostare la catechesi il numero necessario di catechiste può variare. Per diversi motivi la compresenza di più catechiste (a seguire un gruppo) sarebbe
auspicabile».
Ma non è la quantità
l’unica variabile...
«Più che al numero si dovrebbe puntare sulla qualità. Lo Spirito Santo mi ha
fatto talora la sorpresa di avere dei riscontri migliori
quando il numero di catechiste si era ridotto. A sorpresa ancora lo stesso Spirito ha suscitato in altri momenti critici la disponibilità
imprevedibile di qualcuna
che poi si è rivelata particolarmente adatta a questo
compito. Posso dire che
non mi è mai mancato il numero indispensabile di catechiste per poter affidare i
vari gruppi».
Le è capitato di tenere personalmente il
catechismo? È stata una scelta voluta o solo una necessità?
«Mi è sempre piaciuto fare catechismo: ho iniziato
da seminarista quando facevo la prima media... Lo
faccio sempre volentieri ai
cresimandi… o quando si
tratta di fare qualche supplenza a catechiste occasionalmente impedite.
Se il parroco è il primo
catechista, è un compito
che gli compete non soltanto quando prepara i suoi
collaboratori, ma anche
proponendosi di persona ai
ragazzi e bambini. Dando
così autorevolezza a quello
che diranno o faranno poi le
catechiste».
Francesca Nicastro
Piergianna Carnelos, don Andrea Sech e Lina Losso
CATECHISTA DA 20 ANNI
“Un tempo tradizione
oggi convinzione”
È
catechista da
vent’anni Letizia
Migotto di Lutrano.
È un impegno di lungo
corso il suo, portato avanti con entusiasmo e convinzione, destreggiandosi
fra le necessità della sua
famiglia e della vita quotidiana. Vent’anni di catechismo sono come una
lente attraverso cui guardare i cambiamenti avvenuti nei ragazzi.
«I ragazzi che ho adesso a catechismo – dice Letizia – sono i figli dei nostri figli. La differenza che
noto è questa: mentre una
volta l’accostarsi alla chiesa, ai sacramenti era anche
un fattore connesso alla
tradizione, oggi è molto
più legato alle convinzioni
personali. La fede è vissuta come proposta, non già
come tradizione o imposizione. Anche se constato
che un certo legame con la
tradizione resiste proprio
nel mandare i bambini a
catechismo».
Una tradizione che va
poi a scontrarsi con
la realtà, perché molte famiglie sono poco
praticanti o non lo
sono affatto.
«Quando i bambini cominciano ad avere la consapevolezza del messaggio evangelico cominciano
anche a vivere una grossa
contraddizione. Nel senso
che ciò che viene detto a
catechismo non viene poi
replicato in famiglia, non
lo riscontrano nei comportamenti dei genitori o
nei messaggi che ricevono dalla società».
A suo avviso insegnare i contenuti delle Scritture è sempre
d’attualità?
«L’interesse dei bambini, dei ragazzi verso questo messaggio è profondo,
sono curiosi e interessati.
Lo recepiscono appieno,
comprendono che si tratta
di un qualcosa di bello e
autentico. Perché anche
loro sono belli dentro e au-
UN GIOVANE CATECHISTA
“Non me la sento
più. Io lascio”
«Q
uesti quattro
anni di catechismo, dalla prima alla
quarta elementare sono
stati molto belli, ma ora
non mi sento preparato
per continuare, e in particolare per preparare i
bambini alla cresima».
Non è quel che un parroco o l’ufficio catechistico vorrebbero sentirsi dire, ma è anche la testimonianza a cuore aperto
di Luca, nome di fantasia
di un ventenne catechista
in una parrocchia della
diocesi. Anzi, di un ex catechista, dato che quest’anno non si ripresenta
al via.
Aveva
cominciato
quattro anni fa, esordendo
da catechista assieme a una coetanea con una classe
prima. «Ed è stato molto
bello», racconta subito.«Finora gli argomenti sono
stati abbastanza facili da
spiegare, e da far recepire
ai bambini: ci appoggiavamo sul catechismo, sulla
guida del catechista, sulle
dispense e le indicazioni
che ci davano il parroco e
una catechista più esperta».
E anche lui ha apprezzato quello che molte sue
colleghe apprezzano: «Del
catechismo che ho fatto io
non mi ricordavo molto:
così ho avuto l’occasione di
ristudiare. I bambini quin-
tentici. A mio avviso tutto
ciò che si insegna a catechismo con il tempo contribuirà a scelte consapevoli nella maturità della
persona».
Spesso però succede
che i giovani, ad un
certo punto, si staccano dalla Chiesa.
«Illusorio pensare che
non avvenga. Ma poi i giovani ritorneranno perché
ciò che è stato insegnato
non va perduto. Me ne accorgo quando incontro
quei giovani ormai grandi
che sono stati bambini alle mie lezioni. Gli insegnamenti dati riaffiorano
nei loro discorsi. I giovani
hanno bisogno di più tempo rispetto ad anni fa».
Lei adesso che gruppo segue?
«Mi occupo dei ragazzi
che riceveranno la cresima. Sono stupendi, sinceri, ho davanti a me ragazzi che donano tutti se stessi, non hanno paura di mostrarsi autentici»
Com’è il rapporto
con le famiglie?
«Molto più formale rispetto ad un tempo. Ci sono famiglie con le quali si
collabora benissimo, ma
purtroppo sono in minoranza».
Annalisa Fregonese
di mi hanno fatto riscoprire cose che avevo dimenticato, fare il catechista mi ha aiutato nel mio
cammino di fede: ora mi
accosto alla comunione in
maniera diversa». Comunione che però segna anche uno spartiacque.
«Preparare i bambini
per la comunione è stato
già tanto, ora non mi sento adeguato per proseguire. I temi da spiegare
diventano più complessi».
Ma se frequentassi un
corso di formazione?
«Non so se le cose cambierebbero. E non so se avrei potuto trovare il tempo per seguirlo, dati anche i miei altri impegni in
parrocchia…».
Magari le motivazioni
Luca non riesce a chiarirle fino in fondo: ma cosa obbiettare a chi, con estrema umiltà, dice di sé:
«Non sono la persona adatta»?
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L’AZiON
Attualità
Domenica 23 settembre 2007
SEGUE DALLA PRIMA
L’IMPORTANZA DELL’ESPERIENZA DEL CONGEDO
PARENTALE PER I PADRI NELLA CONDIVISIONE EDUCATIVA
Papà a tempo pieno
G
ennaio 2007,
“riunione” di famiglia. Oggetto:
a chi affidare i figli mentre
noi genitori siamo al lavoro? Tra scuola elementare
a tempo pieno, scuola materna, grest, minigrest,
nonni, vacanze al mare,
riusciamo a “coprire” 11
mesi. Resta scoperto, per
una concomitanza di ragioni, il periodo compreso
tra il 20 agosto e la fine di
settembre. Soluzioni non
ne saltano fuori. È allora
che decido di prendermi
un mese di “congedo parentale”: per cinque settimane niente lavoro, solo
famiglia e casa. È un’opportunità che viene colta,
per scelta o per necessità,
da pochissimi padri: gli ultimi dati, riferiti al 2005, dicono che hanno fatto ricorso al congedo 5 mila
uomini contro 117 mila
donne. Un dato che la dice lunga su quanto sia radicata, nel nostro paese, la
cultura secondo cui il padre continua a rappresentare il sostegno economico, mentre la madre accudisce i figli. Una cultura
che sopravvive a un mutamento sociale epocale:
l’accesso della donna al lavoro. Nelle giovani coppie
sono nettamente prevalenti i casi in cui entrambi
i partner lavorano. Eppure, dicono le indagini dell’Università Cattolica, in una coppia con figli la partecipazione degli uomini,
compresi in una fascia tra
i 25 e i 44 anni, alle attività
legate alla gestione della
L
a Cina si prepara a
ospitare nel 2008 le
Olimpiadi. Già nell’agosto
scorso, a un anno di distanza, il regime comunista (che ha compiuto il miracolo di fondere l’ideologia marxista con quella
capitalista più spietata) ha
organizzato manifestazioni straordinarie e si prevede un’edizione colossale con Steven Spielberg
come regista delle cerimonie di apertura e di
chiusura (ma forse vi rinuncerà).
Molti guardano alle
prossime Olimpiadi con
preoccupazione se non
con rabbia: rischiano infatti di divenire il palcoscenico giustificatorio di
un regime che calpesta
abbondantemente i diritti
umani.
Solo per i Giochi sono
stati sventrati quartieri e
famiglia è di un’ora e
42 minuti al giorno: un
terzo del tempo che
dedicano quotidianamente le donne alle
medesime attività. La
disparità è evidente.
Il punto della questione non è, come
vorrebbe certa ideologia, parificare uomo
e donna rendendoli interscambiabili. Dio ci
ha fatto diversi, e non
solo fisicamente! Proprio perché diversi e
complementari, sia la
madre che il padre devono essere presenti e
partecipi nella crescita e nella formazione
dei figli. E questo fin
dai primi mesi di vita
del piccolo. Una nota
inchiesta realizzata negli Stati Uniti ha rivelato che il 63% dei suicidi proviene da case
senza padre, il 90% di
tutti i bambini di strada americani sono senza padre, così come l’85% di
bambini che presentano
disturbi del comportamento, l’80% di coloro che
da grandi diventano violentatori e il 71% dei bambini che abbandonano la
scuola dell’obbligo.
Condividere la responsabilità educativa non deve comportare la creazione di un nuovo genere, il
“mammo”, che sarebbe
deleterio per la formazione della personalità del
bambino. Ma un ridisegno
dei modi dell’accudimento. Un uomo non è padre
perché applica sistemi au-
Diversi e
complementari,
mamma e papà
contribuiscano
all’educazione
cacciati i proprietari (si
parla di 1 milione e mezzo
di espropri forzati), sfruttati gli operai migranti.
A Pechino attivisti di
Reporters Sans Frontiéres denunciano la censura e sono arrestati. Si teme che la Cina inasprisca
il controllo sociale, per offrire al mondo una vetrina
perfetta nascondendo i
problemi. Non so se queste assurde Olimpiadi potranno svolgersi regolarmente.
E, proprio in tema di diritti umani, è notizia di
questi giorni la morte in
carcere, domenica 9 settembre, di un vescovo cattolico sotterraneo, arrestato dal regime comunista nel 2005. Si tratta di
monsignor Giovanni Han
Dingxian, di 68 anni, arcivescovo di Yongnian nella
provincia cinese dello He-
toritari e “da padrone”. E
la sua paternità non è sminuita da atteggiamenti di
tenerezza e accoglienza.
Ricorda lo psicoterapeuta
Fulvio Scaparro che “i
guerrieri erano teneri con
figli, gli uomini delle società primitive manifestavano dolcezza e capacità di
cura nei confronti dei figli”. E a me piace ricordare la parabola del figlio ribelle (o, come preferisce
definirla papa Benedetto,
“dei due fratelli e del padre buono”): quando il figlio scapestrato fa ritorno
a casa, “il padre lo vide e
commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo
e lo baciò”. Niente scappellotti o insulti, ma un abbraccio pieno di calore.
«Una volta non si facevano tutti questi ragionamenti, la mamma seguiva
i figli, il papà lavorava e i
bambini crescevano bene
lo stesso», osserva ancora
qualcuno. È vero. Ma nel
frattempo il mondo è cambiato. Hanno fatto la loro
comparsa il lavoro femminile, la televisione, la scuola a tempo pieno, le pratiche sportive, Internet…
Mettere vino nuovo dentro otri vecchie rischia di
provocarne la rottura. E
poi, un dubbio tutto personale: siamo certi che il livello di serenità nei rapporti familiari del passato
fosse davvero maggiore di
quello di oggi?
Un periodo di congedo
parentale non è né necessario né sufficiente perché
il padre costruisca un equilibrato rapporto con i figli. Serve un lavorìo quotidiano, che inizia il giorno della nascita e termina
quando il figlio lascerà il
padre e la madre per costruirsi una sua famiglia.
Ma un periodo di “dedizione” totale, anche breve,
è sicuramente utile per
consolidare o gettare le basi di quel rapporto e per
meglio apprezzare la bellezza di quel dono irripetibile di Dio che ciascun figlio è. E per rendersi conto di quanto una moglie e
una madre fa, magari senza riconoscimenti, a favore dell’intera famiglia.
Federico Citron
VERSO LE OLIMPIADI
Preoccupa la Cina
che calpesta i diritti
bei. A poche ore
dalla sua morte
(avvenuta alle
11 di sera), al
mattino presto,
la salma è stata
subito cremata
e seppellita in
un cimitero pubblico, senza possibilità per fedeli e sacerdoti di
poterlo vedere, salutare e
benedire. Un comunicato
della diocesi di Yongnian
sottolinea che monsignor
L
a scorsa settimana si è tenuta a Roma la Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, promossa
dal ministero per l’Ambiente, con grande dovizia di interventi e di sostegni pubblicitari, dove, insieme a tante cose
interessanti e utili, si sono sentiti accenti che suonano stonati per un credente. Il catastrofismo che vede ormai imminente un collasso generale del sistema ecologico causato dal dissennato intervento dell’uomo porta ad un atteggiamento troppo negativo che non favorisce l’azione risanatrice. Dietro, poi, a questo atteggiamento ci sono idee
non condividibili, come la valutazione della presenza dell’uomo che non farebbe altro che disastri nella natura, il
“cancro del pianeta”, è stato definito, e la considerazione
della natura come qualcosa di assoluto, una specie di divinità, la dea Gaia, ai cui voleri dobbiamo assoggettarci totalmente se non vogliamo subire le sue vendette.
A proposito di catastrofismo irragionevole, c’è stata durante la conferenza la gaffe del ministro dell’Ambiente,
Pecoraro Scanio, che ha dato la terribile notizia che in Italia il riscaldamento è quattro volte superiore al resto del
mondo. Subito dopo è venuta la precisazione del Cnr che
non si tratta di quattro volte ma di un quarto e non riguarda
solo l’Italia, ma tutta l’area del Mediterraneo.
La dottrina della Chiesa non sottovaluta il pericolo ambientale e il conseguente dovere. Tra l’altro è da ricordare che è da oltre trent’anni che ne parla con precise valutazioni e indicazioni operative (cfr Octogesima adveniens,
1971, n.21; Sollicitudo rei socialis 1987, nn. 28, 34). L’impegno del credente sgorga dal cuore stesso della vita cristiana che è l’amore verso Dio e verso il prossimo ed è illuminato dalla considerazione del compito dell’uomo, fondata sulle prime pagine della Bibbia, che non è quello di
assoggettarsi passivamente alla natura ma di dominarla,
custodirla e coltivarla. Non deve dar fastidio il termine dominare, perché se è pensato in rapporto a Dio, è un dominio su cosa altrui che deve essere fatto in maniera rispettosa e sempre a beneficio della vita umana. Del resto
tutto lo sviluppo della scienza e della tecnologia è orientato a governare i processi naturali a beneficio dell’uomo.
Poi bisogna tener conto anche dell’insensatezza dell’uomo
che, perdendo la coscienza del suo limite creaturale, si
pensa padrone assoluto e allora combina disastri.
Il problema dell’ambiente resta complesso per cui è necessario procedere con prudenza. L’aspetto più problematico riguarda le variazioni climatiche, sulla cui entità e
cause non tutti gli scienziati sono d’accordo ed è necessario ascoltare e valutare attentamente anche le voci discordi. Su altri aspetti, invece, non c’è dubbio su come procedere. Le fonti energetiche tradizionali sono certamente esauribili e perciò bisogna usarle con molta più parsimonia e concentrare le forze per trovare fonti alternative.
Senza energia non si può mantenere un confortevole tenore di vita e portare ad esso coloro che attualmente ne
sono esclusi. Anche l’inquinamento e la crescita dei rifiuti sono un pericolo costante per la salute: bisogna ridurli
a tutti i costi. Su questi aspetti non c’è niente da discutere, ma tutti siamo chiamati ad impegnarci personalmente
con cambiamenti radicali dello stile di vita, prima che sia
troppo tardi. (GpM)
spressione
del proprio
pensiero, alla
libertà di aggregazione
sindacale e
politica; che
sta in vetta ai
Paesi della
pena di mormons. Giovanni Han Dingxian al lavoro te con migliaia di eseHan ha passato quasi 35 cuzioni, che si guadagna
anni della sua vita in pri- la medaglia d’oro della Nagione e chiede a tutti i cat- zione più inquinata e intolici di pregare per lui, quinatrice del mondo.
definito “modello di fede e
Benedetto XVI ha inpastore” per tutta la Chie- viato nel luglio scorso usa. Un martire!
na Lettera alla Chiesa catE anche un altro segno tolica nella Repubblica po– non è certo il primo ve- polare cinese, affermando
scovo a subire tale marti- che in Cina c’è una sola
rio – della spietatezza del Chiesa, che deve essere
regime della “Repubblica” unita e lasciata libera. Il
comunista cinese che vio- regime non ha ancora rila costantemente la libertà sposto se non inasprendo
di espressione religiosa, le sanzioni.
assieme a quella di eGiorgio Zucchelli
e
L’AZiON
Attualità
Domenica 23 settembre 2007
La Congregazione per la dottrina della fede
5
LA LETTERA
INVALIDO 100%, 71 ANNI
Stato vegetativo: “Che dice la 194 per
che ero io?”
è sempre un uomo l’embrione
R
«L
a somministrazione di
cibo e acqua, anche per vie artificiali, è in linea di principio
un mezzo ordinario e proporzionato di conser vazione della vita». Lo afferma la Congregazione per
la dottrina della fede, rispondendo ai vescovi statunitensi, che nel 2005 avevano posto due domande precise, al riguardo degli atti dovuti al paziente,
che si trova nello stato vegetativo. Tale stato è simile al coma: la persona è
in una condizione di assenza della coscienza, dovuta a un danno di varia
natura, subito alla corteccia cerebrale; sono presenti il respiro, il battito
cardiaco spontanei, attività controllate dal tronco
encefalico. Il paziente può
restare in questo stato per
un tempo indefinito. Nel
caso vi fosse una ripresa,
resterebbero sempre postumi di lesioni a livello
neuromotorio. Ora, come
trattare un simile paziente?
La questione è estremamente attuale, per il fatto che taluni invocano l’eutanasia in quanto ritengono che una tale vita non sarebbe più umana, ma vegetale. In realtà, già Giovanni Paolo II aveva insegnato, in un discorso del
20 marzo 2004, che “un uomo anche se gravemente
malato o impedito nell’esercizio delle sue funzioni
più alte, è e sarà sempre
un uomo, mai diventerà
un vegetale o un animale”.
E, quali atti sono dovuti a chi si trova nello stato
vegetativo permanente?
L’ammalato in stato vegetativo, in attesa del recupero o della fine naturale,
ha diritto all’assistenza sanitaria di base, che consiste nella nutrizione, nell’idratazione, nell’igiene, nel
riscaldamento... Ancora,
ha diritto: alla prevenzione delle complicazioni legate all’allettamento, ad
un intervento riabilitativo
mirato e al monitoraggio
dei segni clinici di eventuale ripresa.
Giovanni Paolo II ha
precisato come “la somministrazione di acqua e
cibo, anche quando avvenisse per vie artificiali, rappresenti sempre un mezzo
naturale di conservazione
della vita, non un atto medico”. Il suo uso pertanto
è da considerarsi, in linea
di principio, ordinario e
proporzionato, e come ta-
Un uomo
non sarà
mai
un vegetale
o un animale
le moralmente obbligatorio, nella misura in cui e fino a quando esso dimostra di raggiungere la sua
finalità propria, che nella
fattispecie consiste nel
procurare nutrimento al
paziente e lenimento delle sofferenze.
La Congregazione interviene per ribadire che
la somministrazione di
acqua e cibo, anche per vie
artificiali, è in linea di principio un mezzo ordinario e
proporzionato di conservazione della vita per i pazienti in stato vegetativo
ed è quindi obbligatoria, e
precisa che tale mezzo ordinario di sostegno vitale
va assicurato anche a coloro che versano nello stato vegetativo permanente,
in quanto si tratta di persone, con la loro dignità umana fondamentale.
Si deve precisare che
queste indicazioni fondamentali possono trovare,
per così dire, una necessaria sospensione. La
stessa Congregazione precisa che “in qualche regione molto isolata o di e-
strema povertà l’alimentazione e l’idratazione artificiali possano non essere fisicamente possibili”.
Tuttavia, sussiste sempre
l’obbligo di offrire le cure
minimali disponibili e di
procurarsi i mezzi necessari per un adeguato sostegno vitale.
Inoltre, non si può dimenticare che, qualora sopraggiungano complicazioni, il paziente non possa più assimilare il cibo e
i liquidi. La loro somministrazione diventa così del
tutto inutile. Neanche, si
scarta l’evenienza che, in
qualche raro caso, l’alimentazione e l’idratazione
artificiali possano comportare per il paziente
un’eccessiva gravosità o
un rilevante disagio fisico
legato, per esempio, a
complicanze nell’uso di
ausili strumentali. Questi
casi eccezionali, però, nulla tolgono al criterio etico
generale, secondo il quale
la somministrazione di acqua e cibo, anche quando
avvenisse per vie artificiali, rappresenta sempre un
mezzo naturale di conservazione della vita e non un
trattamento terapeutico.
La nutrizione è da considerarsi come un intervento ordinario e proporzionato; mentre, la sua sospensione si configura come un atto di eutanasia.
Marco Doldi
ecentemente in una Ulss veneta una
madre, portando a visitare sua figlia (la quarta, affetta da sindrome di
Down), si è sentita dire
dal medico: «Ma questa
bambina è un insulto alla
natura!». È questa la mentalità che si va diffondendo con una velocità impressionante nell’opinione pubblica, pressata ogni
giorno da proclami in favore della bioetica che
crede solo nella qualità
della vita (anzi, in quella
certa qualità: o sei perfetto o non hai il diritto di venire al mondo). In questo
clima vengono sempre
più mal visti, emarginati
(o peggio) i genitori che
accettano la nascita di un
figlio che, alla diagnosi
prenatale, è (o anche solo pare) non “perfetto”.
Ricordare che anche i
non perfetti hanno qualche diritto e qualche capacità, non fa male: ecco
qui una lettera sul tema,
basata non sui proclami
ma sull’esperienza vissuta in prima persona. È una lettera pubblica da Avvenire ma può far bene anche ai nostri lettori.
Direttore carissimo,
sono un diversamente
abile con invalidità del
cento per cento, ho vissuto
la mia condizione sforzandomi di fare, con le diverse abilità disponibili e nel
modo a me possibile, quel-
PROVINCIA DI TREVISO E 52 COMUNI:
“FACCIAMO LA MOSSA GIUSTA”
“F
lo che fanno i normodotati. Sono diventato papà e
docente universitario di
ruolo. Ho lavorato sette ore e mezzo al giorno per i
giovani laureandi fino al
termine dei settantuno
anni. Che cosa prevede la
194 per un embrione nelle mie condizioni, cioè con
previsione d’invalidità del
cento per cento?
I recenti gravissimi fatti di cronaca hanno riaperto in me una ferita sanguinante dall’entrata in vigore della 194. Per me è
stato come se mi avessero
tolto la cittadinanza italiana. La 194 prevede l’aborto terapeutico e se si
prospetta la nascita di un
figlio con invalidità del
cento per cento di fatto lo
si elimina. Quindi l’Italia
non accetta come proprio
cittadino un diversamente abile al cento per cento
come me.
Quello che mi ha impressionato nel recente aborto terapeutico e selettivo al S. Paolo di Milano è
che il fatto è finito sulle prime pagine di tutti i giornali perché hanno assassinato la gemellina sana, diversamente sarebbe stato
un delitto di routine da archiviare.
Da sotto la tetra coltre
d’ipocrisia che hanno steso sul popolo italiano, tento d’alzare il mio grido di
ribellione per squarciarlo.
Franco Castelli
Milano
22 E 23 SETTEMBRE
A Maserada fiera
Giornate dell’ambiente dell’equo
e solidale
acciamo la mossa giusta”. È
questo lo slogan scelto
per le Giornate provinciali per l’ambiente, organizzate in questi giorni, fino a domenica 23,
dalla Provincia di Treviso in concomitanza con la
“Settimana europea della
mobilità”. Facendo riferimento alla metafora della
scacchiera, la mossa giusta che viene proposta alla cittadinanza per vincere la partita contro l’inquinamento e lo spreco
delle risorse è quella di
ridurre i consumi, utilizzare meno l’automobile e
spostarsi di più in bicicletta oppure a piedi.
Alla proposta delle
Giornate provinciali per
l’ambiente, presentata nel
Tavolo tecnico zonale sull’inquinamento atmosfe-
rico, hanno aderito ben
52 comuni, tra i quali tutti i principali centri. In seguito a questa adesione
massiccia sono in corso
questa settimana centinaia di eventi di vario genere: conferenze, spettacoli, giochi in piazza, aperture straordinarie delle biblioteche, mostre e
serate culturali, passeggiate, cicloescursioni e visite guidate.
E stavolta non sono
state previste ordinanze
di blocco del traffico,
provvedimenti di dubbia
efficacia, specialmente se
non cresce la consapevolezza dei singoli sulla necessità di stili di vita meno impattanti per l’ambiente.
La scelta è stata quella
di puntare sulla sensibilizzazione della cittadi-
nanza riguardo alle problematiche ambientali,
proponendo di fare la
“mossa giusta”, di ridurre le occasioni di inquinamento, ma anche sperimentando tanti modi di
utilizzare il tempo libero
o di divertirsi senza per
forza “pesare” sull’ambiente e sul territorio.
Fuori della Marca, ma
sempre in diocesi, anche
il comune di Sacile aderisce alla “Settimana europea della mobilità sostenibile”, con alcune interessanti iniziative: venerdì 21 alle 16.30 una
conferenza; domenica 23
in piazza del Popolo l’iniziativa “Il cantiere in movimento”; la presentazione di una rilevazione dei
punti critici della viabilità
rilevati con il progetto Pedibus.
«L
a terza fiera
“Quattro passi
verso un mondo migliore”
vuole creare consapevolezza intorno al tema “Salviamo il clima!”. La modalità è
tanto semplice quanto, speriamo, efficace: far conoscere ai cittadini e alle amministrazioni pubbliche
comportamenti concreti e
percorribili perché ciascuno possa vivere rispettando
l’ambiente. E vogliamo anche dimostrare che, al contrario di quello che si crede,
alcuni comportamenti responsabili fanno anche risparmiare denaro e tempo».
Il ricco programma dei
due giorni di fiera, sabato
22 e domenica 23 a Maserada, si può sintetizzare con
le parole di Alessandro
Franceschini, presidente
della Cooperativa Pace e
Sviluppo di Treviso, la più
grossa realtà in provincia ad
occuparsi di commercio equo e solidale e di finanza etica.
Nel sito www.fieraquattropassi.org è possibile trovare gli orari degli spettacoli
teatrali sull’Argentina, i temi e i relatori delle conferenze, le attività dedicate ai
bambini e le degustazioni
guidate, oltre all’elenco degli espositori che promuovono dal risparmio energetico all’agricoltura biologica, dalla corretta gestione
dei rifiuti alle energie rinnovabili. Una sezione sarà
destinata alle associazioni di
volontariato, alle campagne
di sensibilizzazione, alla solidarietà internazionale, al
consumo critico.
6
e
L’AZiON
Attualità
Domenica 23 settembre 2007
21 SETTEMBRE GIORNATA M
La quotidiana battaglia dell’Associazione familiari
La malattia che distrugge
anche chi assiste i malati
V
enerdì 21 settembre: un giorno per l’Alzheimer. Un giorno in cui in
tutto il mondo si pensa a
quella malattia, terribile
per chi ne è afflitto e per
chi la vive nella propria famiglia. Una giornata di
manifestazioni ed eventi,
meritevoli sicuramente,
ma che non devono concludersi proprio in quella
stessa giornata. L’attenzione verso questa malattia che non ha cura, per la
verità e per fortuna, è comunque alta. Ma non bisogna nemmeno dimenticare o, peggio, nascondere che ci sono ancora tanti problemi da risolvere.
Paolo Manto, da presidente dell’Associazione familiari Alzheimer dell’Ulss
7, coglie proprio l’occasione della giornata mondiale per sottolineare le problematiche ancora aperte
sul tavolo.
Partiamo dalle novità
legislative sui contributi assistenziali.
«Con il nuovo “Assegno
di cura” che riunisce i precedenti contributi economici, la Regione deve redigere le graduatorie degli aventi diritto ed erogare le somme alle famiglie.
Fino all’anno scorso se ne
occupava l’Ulss, che trimestralmente faceva pervenire l’assegno alle fami-
glie.
A 9 mesi dall’introduzione dell’assegno di cura,
tuttavia, la situazione non
è ancora risolta: solo il 6
settembre la Regione ha
inviato ai Comuni l’elenco
degli aventi diritto. Ora i
Comuni dovranno inviarne comunicazione alle famiglie, e poi liquidare le
somme, ma per farlo devono attendere i soldi dalla Regione, che non risulta averli ancora inviati. Il
fatto di aver tardato così
anche solo la comunicazione di chi riceverà o meno i contributi non è un aspetto secondario: è importante saperlo, per poter fare i propri conti».
PER SAPERE COME COMPORTARSI
Convegni, e corsi
N
el corso della settimana in diocesi ci
sono diversi eventi legati alla malattia dell’Alzheimer.
Venerdì 21 settembre,Treviso
Convegno in provincia
Giornata mondiale della malattia di
Alzheimer:“Non c’è tempo da perdere”
Alle 18 nella sala Marton della Provincia
di Treviso, in occasione della Giornata mondiale per l’Alzheimer si svolge il convegno dal
titolo “Fabbisogni e buone prassi nella malattia di Alzheimer nella provincia di Treviso”.
Intervengono tra gli altri Massimo Calabrò,
direttore di Geriatria a Treviso, Michele Maglio, dirigente unità complessa per la non autosufficienza della Regione, e i rappresentanti delle associazioni di volontariato.
NONNI PIÙ FELICI,
BIMBI PIÙ CONSAPEVOLI
D
opo il successo di una prima edizione
sperimentale su 12 classi e
240 alunni delle classi quarte e quinte delle elementari di Sernaglia, Falzè, Moriago, Tarzo e Corbanese,
l’Associazione familiari
Alzheimer ha riproposto il
progetto “Cara nonna”, estendendolo alle scuole di
Pieve, Mareno, Conegliano
e Vittorio.
Il progetto mira a coinvolgere gli alunni delle classi quarte e quinte delle elementari per sensibilizzarli
al problema sociale della
malattia di Alzheimer attraverso la lettura del libro
“Cara nonna”, che sarà distribuito gratuitamente a
tutti gli alunni e agli insegnanti che hanno aderito all’iniziativa.
Si è pensato di rivolger-
si a questa fascia d’età, nella convinzione che le famiglie venete coinvolte da
questo problema siano migliaia: è giusto che i bambini possano esprimere i propri sentimenti, ansie e paure, e viceversa sappiano anche interagire con i propri
nonni.
Il libro propone, attraverso una facile e piacevole
lettura sotto forma di diario,
la storia di una famiglia con
due figli e una coppia di nonni, dove tutto scorre normalmente finché la nonna
non inizia a manifestare i
primi sintomi della malattia
e il nonno ha un incidente
domestico che lo porta all’ospedale. Gli equilibri familiari vengono sconvolti e
tutti si devono dar da fare
per affrontare questa nuova
situazione, bambini com-
presi. La nonna, che prima
curava e custodiva i nipotini, ora deve essere lei stessa sostenuta ed affiancata
anche dagli stessi bambini
nelle più normali operazioni quotidiane.
Ai docenti è proposto di
leggere il libro insieme agli
alunni, per riflettere sulle
proprie sensazioni, a porre
domande e suggerire soluzioni per non lasciare la
nonna sola e per avere nonni più felici perché compresi da bambini più attenti.
Oltre al percorso legato
al libro, viene proposto anche un concorso per prosa
e disegno.
I partecipanti, con la guida degli insegnanti, dovranno realizzare dei disegni o dei testi in prosa aventi
per oggetto la relazione tra
nonni e bambini.
Alle migliori opere verranno consegnati dei premi
composti da libri o materiale didattico.
I parametri per l’attribuzione dell’assegno
nascondono
qualche insidia.
«Uno dei parametri è il
limite di reddito del nucleo
familiare. Si arriva al paradosso che un anziano ammalato accolto in famiglia,
magari proprio per questo
atteggiamento di sensibilità, faccia salire il reddito
e tolga il diritto al contributo. Conviene allora lasciare i vecchi malati soli
e magari lontani?».
Spesso si ricorre all’aiuto delle badanti.
«Il 90% dei malati di
Alzheimer è assistito a casa, e questa assistenza
comporta alla famiglia un
enorme dispendio di energie e un carico di stress
emotivo molto pesante.
Spesso si ricorre all’aiuto
delle badanti, e qui inizia
un altro penoso cammino
di frustrazioni, arrabbiature e sconforti. Negli ultimi anni è sempre più difficile trovare una persona
che responsabilmente si
dedichi ad un lavoro di assistenza di un malato difficile come l’Alzheimer.
Le famiglie dei malati di
Alzheimer che vengono alla nostra associazione sono ciclicamente in crisi
perché a loro succede con
maggiore frequenza di essere piantati in asso dalle
badanti e perciò di dover
Giovedì 27 settembre, Pieve di Soligo
Inizio Corso di formazione
Nella sala della biblioteca comunale di Pieve di Soligo alle 20.15 inizia il corso di formazione per familiari e volontari “Alzheimer
che fare? La memoria perduta”. (vedi articolo
in basso)
Venerdì 28 settembre, Mareno
Incontri per familiari
Come di consueto con l’ultimo venerdì del
mese alle 20.30 al centro sociale di Mareno,
riprendono gli incontri di sostegno e reciproco aiuto per familiari. Il tema degli incontri
sarà stabilito di volta in volta dagli stessi partecipanti.
Gli altri incontri prima di fine anno si svolgeranno il 26 ottobre, 30 novembre e 21 dicembre. In particolare per il 30 novembre si
sta preparando un incontro di tipo pratico
con il servizio infermieristico domiciliare o
altro esperto.
Sabato 29 settembre, Conegliano
Concerto canoro
Al teatro Toniolo di Conegliano, alle 20.30,
si esibirà il Piccolo Coro “Madonna delle Grazie” di Conegliano, in occasione della presentazione del progetto “Cara nonna” rivolto agli alunni delle scuole primarie. (vedi articolo in basso)
PIEVE DI SOLIGO:
ALZHEIMER CHE FARE?
D
opo i corsi svolti lo
scorso anno a Oderzo e Vittorio Veneto,
l’Associazione familiari
Alzheimer di Conegliano
propone un corso di informazione per familiari e volontari a Pieve di Soligo dal
titolo “Alzheimer che fare?
La memoria perduta”.
Gli incontri. Giovedì 27
settembre: “La memoria: il
funzionamento e l’invecchiamento”, intervengono
il dottor Mauro Antoniazzi, geriatra, e la dottoressa
Mara Azzalini, psicologa.
Giovedì 4 ottobre; “La
malattia di Alzheimer e le
altre demenze: come si
manifestano, la diagnosi,
la cura”, interviene la dottoressa Lidia Zanetti, geriatra.
Giovedì 11 ottobre: “La
famiglia: come affrontare
ricominciare la ricerca di
una persona seria e dedicata al compito.
Le badanti in regola cercano di evitare le situazioni di lavoro con assistenza
ad un anziano difficile, d’altra parte se possono guadagnare lo stesso con meno sacrificio chi le può biasimare?
Questo comporta che
nei casi più complessi, come sono i malati di Alzheimer, siano disponibili solo
le badanti appena giunte
in Italia, senza lingua, esperienza e permesso di
soggiorno!».
il problema? Lo stress di
chi assiste. L’Associazione
dei familiari”. Intervengono la dottoressa Azzalini e
Paolo Manto, presidente
Associazione dei familiari.
Giovedì 18 ottobre: “Il
malato: i disturbi del comportamento nelle demenze e le tecniche riabilitative”, interviene la dottoressa Luisa Cirilli, geriatra.
Giovedì 25 ottobre: “I
servizi a
sostegno
nel territorio e la
legislazione a tutela dell’ammalato”.
Intervengono la
dottoressa Elvina Bernardi, assistente sociale, e Alberto Virago, avvocato.
Giovedì 8 novembre:
Proiezione del filmato-documentario “Tempo vero”
che propone varie testimonianze di familiari impegnati nell’assistenza del
malato di Alzheimer.
Gli incontri si svolgono
nella sala della biblioteca
civica Battistella-Moccia di
Pieve di Soligo con inizio
alle 20.30. Non è necessaria alcuna iscrizione.
e
L’AZiON
Attualità
Domenica 23 settembre 2007
7
MONDIALE PER L’ALZHEIMER
stress per l’assistenza, si
aggiunge quello del cambio continuo di badanti, la
penosa ricerca, i ricatti economici, le delusioni dovute ad un’assistenza scadente. E spesso questo
stress causa vere patologie».
Il ricovero è una soluzione?
«Le famiglie con cui
siamo a contatto sarebbero disposte a tenere in casa il malato fino alla fine.
Molte però non possono
farlo perché non riescono
a trovare adeguata assistenza e perciò decidono
con grande sofferenza il ricovero permanente in una
struttura.
Probabilmente comunque c’è bisogno di più
strutture con spazi adeguati e personale preparato per l’assistenza dei malati di demenza e Centri
diurni con trasporto.
Nelle tre Ulss della provincia ci sono diverse proposte assistenziali: sarebbe utile che le esperienze
positive diventassero patrimonio di tutti i cittadini».
VARI SERVIZI INTEGRATI
L’impegno dell’Ulss 7
per i suoi tremila malati
S
ono tremila le persone afflitte da patologie cosiddette “età
correlate”, come la demenza e l’Alzheimer, nell’Ulss 7: una conseguenza
anche dell’innalzamento
dell’età media, con il 20%
della popolazione con più
di 65 anni.
Con queste premesse,
l’Unità operativa di geriatria da anni si impegna nella diagnosi e nella cura di
tale patologia. Dal 2000, in
conformità alle direttive
regionali, ha istituito il
“Centro di approfondimento diagnostico per le
demenze” (Coadd), presso la stessa Geriatria;
l’Ambulatorio specialistico distrettuale per le demenze, presso il Distretto
Sud; il Nucleo Alzheimer
presso la casa di riposo Padre Pio di Tarzo. Con l’i-
stituzione del “Focus
group aziendale per
l’Alzheimer e le altre demenze” si cerca di favorire la realizzazione di un
percorso integrato tra ospedale e strutture territoriali e creare una rete di
assistenza che offra interventi diagnostici, terapeutici e riabilitativi, “privilegiando – specificano all’Ulss – l’umanizzazione
dell’atto sanitario”.
Al reparto di Geriatria
sono giunte in osser vazione oltre tremila persone, tre quarti donne, un
quarto uomini, tra i 48 e i
95 anni: mediamente
un’ottantina le persone visitate ogni mese, assieme
ad una psicologa che, oltre
alla valutazione neuropsicologica in fase diagnostica, si occupa anche del
rapporto con i familiari.
Il Coadd opera anche in
CONVEGNO A SACILE SUI RISULTATI
OTTENUTI CON LA MUSICOTERAPIA
cronico. I casi di demenza
sono in aumento ed è una
patologia per la quale la medicina farmacologia non ha
risposta. Ci sono degli studi
al vaglio, ma con farmaci costosi; la risposta non può essere quella tradizionale ma
bisogna passare ad un approccio bio-psico-sociale in
cui interagiscono tre soggetti: il paziente, l’operatore
sociale e la famiglia». Non
una casa di riposo che sa di
minestrone e pipì, dunque,
ma qualcosa di diverso, a
partire dal nome, tanto che:
«Stiamo pensando di chiamare la nuova struttura di
Sacile “Residenza gli scoiattoli” ha continuato Carniello. In questo contesto la tecnica complementare della
musicoterapia, con la stimolazione musicale delle
persone affette da demenza
ed Alzheimer, si delinea come un valido apporto perché, come diceva Richard
Wagner, “là dove si arresta
il potere delle parole comincia la musica”». (EB)
Invece accudire un
malato di Alzheimer
serve capacità di dialogo, di comprensione.
«È necessario capire i
suoi bisogni espressi magari con frasi confuse,
tranquillizzarlo quando si
sente perduto; creare un
dialogo è importantissimo
per il mantenimento delle
abilità residue, ma come
può farlo una badante che
non sa parlare italiano? E
appena lo impara e si inserisce, cerca e trova un
lavoro meno faticoso.
Per la famiglia, allo
La musica aiuta
L
a lotta alle patologie
legate alla demenza
senile può contare su un alleato in più: la musica. E
proprio ai “Suoni di vita” era dedicato l’incontro di mercoledì 5 settembre a Sacile
nell’ex chiesa di San Gregorio, un appuntamento coordinato da Comune, Casa anziani di Sacile, cooperativa Itaca di Pordenone e associazione Aqua - Art for earth
di Genova.
Un’occasione per presentare il video documentario “Suoni di vita - Percorso
di musicoterapia nelle demenze e nell’Alzheimer”,
realizzato dal musicoterapeuta di Itaca, Alberto Chicayban, in cui vengono riportate esperienze, testimonianze degli ospiti della casa di riposo di Cervignano
del Friuli e del centro diurno “Al centro gli anziani” di
Gaiarine, le voci del direttore dell’Istituto Golgi di Abbiategrasso, dottor Antonio
Guaita, e del primario di Geriatria dell’ospedale Galliera
di Genova, dottor Ernesto
Pallumeri, ma anche infermieri, operatori e coordinatori.
Un progetto che si inserisce nel piano di riqualificazione della casa di riposo
che verrà inaugurata tra un
anno a Sacile, ora in fase di
restauro, ma già attivo da alcuni mesi nella casa anziani.
«Su 100 malati, 80 sono
affetti da una malattia cronica e 20 da una malattia acu-
ta» ha spiegato il dottor Giorgio Carniello, assessore alla
Continuità assistenziale del
comune di Sacile. «Urge individuare un modello innovativo che sia rivolto ai bisogni di una malattia di tipo
SUONARE CON I MALATI
PER ENTRARE IN SINTONIA
«Q
uando vita e
malattia
si
confondono è importante
sostenere e stimolare le
capacità residue delle persone così da contrastare
l’avanzata della patologia e
portare ad uno stato di benessere». Così Alberto
Chicayban musicoterapeuta brasiliano (nella foto), in Italia da anni, spiega il significato degli incontri che segue nelle case di riposo.
«In questo modo si porta avanti un lavoro di cura
della persona e della malattia. Nel campo delle demenze la vita si confonde
con la malattia; per questo
è necessario investire sulla stimolazione così da rallentare la malattia e l’ospedalizzazione degli anziani, con il conseguente
aumento delle spese. Mi
occupo di musicoterapia
dal 1986, quello che cerco
di fare con gli incontri è
non suonare per le persone che li seguono, ma con
le persone o forse sarebbe
meglio arrivare a suonare
le persone, entrando in
armonia e sintonia con loro».
Può sembrare una frase poetica, ma è quello che
accade negli incontri. È
martedì mattina e nella casa di riposo dell’ospedale
di Sacile lentamente le sedie disposte a cerchio nell’aula si riempiono, alcuni
iniziano a battere le mani.
Qualcuno arriva da sé, altri accompagnati dagli animatori, dopo pochi minuti iniziano le attività.
«Il repertorio è composto da canzoni popolari, in
dialetto veneto o
friulano, conosciute da tutti». Ed è
così, il coro delle
signore che segue
Alberto si compone via via di più voci, qualcuno lo corregge se le parole
che ricorda sono
diverse.
«Nel tempo abbiamo notato dei
miglioramenti» spiega
Giovanni, animatore della
casa di riposo. «Qualche
giorno fa i familiari di una
signora ci hanno detto di averla portata a messa e che
al termine della funzione
si è fatta il segno della croce. Questo è un grande risultato, significa che sapeva in quale luogo si trovava, cosa stava facendo; all’inizio faticava ad uscire
dalla sua stanza e anche agli incontri partecipava a
fatica». «Con queste attività creano gruppo tra lo-
ro, è un appuntamento che
attendono anche nel corso
della settimana» continua
Silvia, animatrice. «Dal disinteresse o in alcuni casa
anche rifiuto per il laboratorio si è passati al sorriso
e all’accettazione». Spiega
Chicayban. «A volte anche
un anziano che sembra
stia dormendo e non segua l’attività, d’un tratto diventa partecipe e canta
qualche strofa. Qui la porta è aperta a tutti, familiari, anziani e collaboratori».
Erica Bet
collaborazione con l’Ambulatorio specialistico distrettuale per le demenze
nell’attuazione di programmi di intervento integrati e per le attività del
Nucleo Alzheimer nel
quale, nei sei anni di attività, hanno trovato assistenza specializzata 73
persone malate e sostegno psicologico le relative
famiglie.
Dall’estate del 2001 i
medici e la psicologa dell’Ambulatorio specialistico distrettuale per le demenze hanno effettuato
oltre 600 visite domiciliari (valutazione della gravità della malattia e della
gravità dei disturbi del
comportamento), più altri
circa 500 colloqui psicologici ambulatoriali. Inoltre,
queste valutazioni sono
servite alle Unità valutative multidimensionali distrettuali per assegnare il
“contributo Alzheimer”, ora assegno di cura, che la
Regione Veneto destina alle famiglie meno abbienti
impegnate nell’assistenza
domiciliare.
Un supporto importante, soprattutto nelle fasi
più avanzate di malattia,
viene fornito dalle case di
riposo. Una media di 250
persone malate di demenza sono accolte annualmente nelle strutture dell’Ulss 7. Inoltre, queste
strutture accolgono in
centro diurno una media
45 persone con demenza
al giorno, numero destinato a crescere con l’aumento della disponibilità
di posti come previsto dai
Piani di zona recentemente approvati dalla Conferenza dei sindaci.
L’impegno dell’Ulss, in
collaborazione con l’assistente sociale e con l’Associazione
familiari
Alzheimer, è rivolto anche
al sostegno alle famiglie:
dal 2000 è attivo il progetto “Alzheimer, accanto ai
familiari” che ha coinvolto
fino ad ora circa 200 famiglie, e propone un corso
annuale di formazione per
assistenti, per diffondere
conoscenze sulla malattia
e di accrescere le capacità
assistenziali dei familiari,
favorendo la permanenza
della persona malata nel
proprio ambiente il più a
lungo possibile; sono attivi anche dei gruppi di sostegno gestiti dalla psicologa del Coadd, per offrire ai familiari maggiormente provati dal carico
assistenziale (circa 35 persone in 5 cicli di incontri)
un supporto psicologico finalizzato all’accettazione
della malattia, all’elaborazione delle reazioni emotive e alla riduzione dei livelli di stress.
e
L’AZiON
Attualità / Economia
Domenica 23 settembre 2007
9
Dopo 35 anni di musica e 97 canzoni scritte assieme
Addio, Belumat.
Il duo si scioglie
L
a data ufficiale del
divorzio: 26 aprile
2007, l’ultimo concerto al “Careni” di Pieve
di Soligo. Una data simbolica, il giorno dopo l’anniversario della Liberazione,
fa notare Giorgio Fornasier, quello dei due, il cantautore, che ha preso la decisione di sciogliere una
delle coppie più belle del
mondo, dopo aver constatato che i percorsi artistici,
suo e dell’amico poeta
Gianni Secco, si erano divaricati da tempo. E i Belumat hanno finito lì, il loro cammino insieme, dopo
35 anni di attività artistica
comune, 97 canzoni scritte
a quattro mani, migliaia di
esibizioni, in Italia e nel
mondo, tra i nostri emigrati
all’estero. Dopo un’amicizia lunga 46 anni. Chi ha
assistito a quell’ultimo concerto non lo sapeva certo,
ma ha avuto un grande privilegio: nessun altro mai
più vedrà Giorgio e Gianni,
i Belumat, suonare assieme. Quel giorno, mentre la
gente scemava via dal teatro, soddisfatta, dietro le
quinte il cantautore diceva
addio al poeta. Per sempre.
«Ma allora vuol dire che i
Belumat sono finiti?» gli ha
chiesto l’altro. «Sì, sono finiti – ha risposto lui –. Tanto quello che abbiamo fatto nessuno ce lo porta via.
È che con te non faccio più
serate».
Queste, le ultime battute del copione prima della
parola “fine”, che Fornasier sceglie oggi di raccontare in esclusiva a L’Azione, mosso da nessun intento polemico, ma solo
dalla necessità di «informare la gente che vuole
bene ai Belumat, che ci sti-
ma». Informare la gente, e
soprattutto i tanti che,
quando lo incontrano per
strada, sgranano gli occhi,
stupiti di vederlo “ancora
vivo”.
Già, perché era da un
bel po’ che Giorgio non appariva più, a fianco del socio, in tivù, nel programma
di Antenna 3 A marenda
coi Belumat. E il pubblico
a chiedersi perché. Ma ben
prima del suo volto, in verità, era scomparsa la sua
chitarra, resa muta dalle esigenze del palinsesto. «Da
10 anni a questa parte è andata diminuendo, fin che è
scomparsa, la vera immagine dei Belumat – spiega
Fornasier –. I Belumat sono due persone, amici da
46 anni, uno poeta dialettale e l’altro musicista e
compositore. Quindi noi
siamo nati per scrivere canzoni assieme, e ne abbiamo scritte 97. Se si toglie
l’aspetto musicale, come in
effetti è avvenuto, si sna-
turano i Belumat e si esclude uno dei due. E questo è quello che è avvenuto. Molte persone mi dicevano: “Ma cosa ci stai a fare tu, lì in televisione?”. Gli
ultimi sei anni ho fatto da
soprammobile: io portavo
la chitarra per usarla, se era necessario, ma l’ho usata pochissime volte perché
lui non voleva». Certo, il
programma era stato ideato da Gianni. Ma i Belumat
non erano forse un duo? Erano, appunto, ma ultimamente non più.
«I Belumat sono diventati sempre di più una cosa sua – analizza Fornasier
–. Sempre più improntata
sul lavoro straordinario,
meraviglioso, che sta facendo di recupero del patrimonio popolare, ma è una cosa diversa dai Belumat». I Belumat sono (erano) poesia e musica, e se si
toglie la musica, si possono ancora chiamare Belumat? O meglio: i Belumat
I
ravamo il regalo che si mandava
ai parenti al di là dell’oceano –
racconta –. Una volta, nella Terra del Fuoco in Patagonia, sono
entrato in una casupola e ho notato che sulla credenza c’erano
tre cose: la foto del marito defunto della padrona di casa, l’immagine di papa Giovanni e un disco dei Belumat». Ma l’emozione più grande è stata quando al
festival della canzone popolare
“Kemnade” di Bochum (Germania), il rappresentante della comunità curda, ascoltata la loro
canzone Emigrate, chiese che
venisse tradotta nella sua lingua
perché interpretava perfettamente i sentimenti del suo popolo in esilio. (FN)
MovDesign premia
i maghi dell’alluminio
i svolge sabato 22
a palazzo Giacomelli di Treviso, sede di
rappresentanza di Unindustria, la cerimonia di
premiazione di MovDesign, concorso internazionale per il design industriale per valorizzare
nuovi progetti capaci di
esprimere in modo originale le potenzialità dell’alluminio, nella produzione di elementi di arredo e di accessori.
Giorgio Fornasier
collega non è stato in grado di riconoscere. Capita
così anche alle coppie che
si sono amate per una vita,
quando scoprono che il
tempo, maturandoli, ha
stravolto la sincronia del loro passo.
La porta che il cantautore si chiude alle spalle è
certo pesante. Ma l’orizzonte artistico e umanitario su cui è proiettato è talmente vasto da non lasciar
spazio ai rimpianti. Fondatore nel 1990 del Domenico Zipoli Ensemble, del quale è stato per anni tenore
solista e di cui è attualmente presidente, Fornasier è impegnato nel recupero e nella divulgazione
delle straordinarie musiche delle riduzioni gesuitiche del Paraguay. Paese
CHI ERANO I BELUMAT
niziò nel settembre 1972 la
collaborazione artistica dei
Belumat Gianni Secco e Giorgio
Fornasier, che devono la loro fortuna alla defaillance di un coro.
Fra i tanti artisti invitati al Palasport di Belluno c’era Gianni
Secco, con le sue poesie dialettali. «Vieni qui, dobbiamo tappare un buco» telefonò all’amico
Giorgio. Salirono sul palco e cominciarono a improvvisare. L’avventura iniziata quel giorno è durata 35 anni, ha prodotto quasi
un centinaio di canzoni, ha regalato emozioni in tutto il mondo. Alcuni dei ricordi più belli
che Fornasier conserva sono legati ai contatti con gli emigrati
all’estero, veneti ma non solo. «E-
SABATO 22 A TREVISO
S
erano Gianni e Giorgio e,
senza l’uno o l’altro, sono
ancora tali? Per Fornasier
no, per Secco, evidentemente, sì.
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’ultima decisione, unilaterale, del poeta di mettere il duo a servizio dello
spettacolo tratto dal suo ultimo libro, opera in cui il
cantautore non si riconosce. E per la prima volta,
Fornasier ha scelto di non
cedere alla volontà dell’amico.
«Siamo stati una coppia
felice perché uno dei due
ha sempre ceduto – rivela
–. Ma a 60 anni, uno si è
stufato di cedere. Arrivati
a una certa età non si può
più buttare il tempo che si
ha davanti, e io penso di valere un po’ di più di una
semplice comparsa».
Giorgio Fornasier ha da
tempo spiccato il volo verso altri lidi, non solo artistici. Un volo che, forse, il
Promotore del concorso è Eureka Srl, produttore di accessori a
Gorgo al Monticano, che
attraverso il concorso
punta a valorizzare concretamente le idee creative che spesso non riescono a trovare realizzazione. La novità di MovDesign è, infatti, l’impegno di Eureka ad ingegnerizzare il progetto
vincitore, of frendo così
ai designer un’occasione
Bepi Covre
ef fettiva per entrare nel
mondo della produzione.
MovDesign conta su
una giuria d’eccezione
composta dagli architetti Luciano Ber toncini,
Paolo Favaretto (presidente Adi Nord-Est), Tobia Scarpa e dagli im-
prenditori Giuseppe Covre (contitolare di Eureka) ed Eugenio Perazza (titolare di Magis),
che ha il compito di selezionare i quattro progetti vincitori, nelle due
categorie Under 35 e Over 35, attribuendo una
menzione speciale ad un
quinto lavoro.
Superiore alle attese
la par tecipazione a questa prima edizione, che
ha raccolto una settantina di progetti provenienti da tutta Italia e da
alcuni paesi extraeuropei, anche da studi già
af fermati, dimostrando
quanto il mondo dei progettisti oggi sia alla ricerca di punti di riferimento.
Giorgio Fornasier e Gianni Secco
sudamericano che, nel
2005, ha voluto insignirlo
con la sua massima onorificenza al merito, primo uomo di cultura italiano ad averla mai ricevuta. L’altro
impegno internazionale di
Giorgio, che (oltre al dialetto veneto) parla correntemente l’inglese e lo spagnolo, è la lotta alla sindrome di Prader-Willi, una
delle 5 mila malattie rare,
quella che ha colpito uno
dei suoi figli. Nel 1998 è stato eletto presidente della
International Prader-Willi
Sindrome Organisation
che, grazie a lui, oggi ha la
sua sede mondiale a Vicenza, presso l’Istituto Baschirotto, e da 21 è passata a coinvolgere 79 paesi. E
se Fornasier assicura che
continuerà «a cantare fino
che ho fiato», molto del suo
fiato, d’ora in avanti, sarà
impiegato a scopo di beneficenza, per raccogliere
fondi per l’associazione, come sta facendo con lo spettacolo Sing and forget about
it, un excursus sulla canzone italiana, che ha già avuto grande successo di pubblico negli Stati Uniti, in
Brasile e in Canada. E non
rinuncerà nemmeno ad allestire concerti autonomi
di riproposta delle canzoni
dei Belumat, a beneficio
degli estimatori.
Ma questa è solo una
versione dell’ultimo atto
della storia dei Belumat, una storia che, come insegna Giorgio, ha due protagonisti.
Francesca Nicastro
IN FIERA A PORDENONE
Latteria di Tarzo,
Montasio da premio
N
on è nuovo a certi
risultati il casaro
Martino Grillo della Latteria sociale di Tarzo e Revine Lago.
Nell’ambito della Multifiera di Pordenone, si è
svolta mercoledì 12 settembre la XXI edizione del
Concorso “Formaggio
Montasio” organizzata dalla Confcooperative Unione provinciale cooperative
di Pordenone in collaborazione con Consorzio di
tutela e Produttori formaggio Montasio, a cui
hanno partecipato circa 25
produttori provenienti dal
Veneto e dal Friuli Venezia
Giulia.
La Latteria sociale di
Tarzo e Revine Lago ha visto aggiudicarsi con grande sorpresa ben due premi: 1º classificato nella categoria Montasio mezzano
e 3º classificato nella categoria Montasio stagionato.
e
L’AZiON
Presentati gli orientamenti pastorali per il nuovo anno
Chiamati all’ascolto
di Dio e dell’uomo
L
a continuità con il
lavoro intrapreso
da mons. Giuseppe Zenti, la gioia nel condividere ancora per un po’
l’impegno con mons. Alfredo Magarotto e l’attesa
della nomina del nuovo vescovo, hanno caratterizzato la serata di presentazione degli orientamenti pastorali per il nuovo anno,
tenutasi in seminario a Vittorio Veneto.
«Vi saluto con grande
gioia ed intima emozione ha affermato mons. Magarotto, aprendo con il suo
intervento l’incontro -. Sono lieto di condividere con
voi questo momento così
importante nel quale state vivendo l’attesa del nuovo vescovo. Esso ci permette di pensare alla grazia di far parte di questa
Chiesa e all’opportunità di
riverificare e riaffermare
la responsabilità di rendere la nostra diocesi sempre più viva, bella e unita.
La Chiesa è di sua natura
uno spirito di condivisione
e sia sostenuta dal gruppo
di riferimento. Il cammino
formativo va da parte sua
fatto insieme, parroco e fedeli. Infine quest’anno si
cerchi di impostare gli incontri con i genitori dei
bambini e degli adolescenti dando loro la possibilità di espressione. Poniamoci in ascolto dei loro
bisogni di fede, di famiglia,
di ascolto di Dio».
Ai consigli pastorali parrocchiali sono state consegnate due schede quali
strumento di lavoro. «È
importante - ha affermato
mons. Francesco Toffoli allenare i membri del
gruppo a comunicarsi le esperienze di fede con la
convinzione di essere ascoltati. Il compito principale del consiglio pastorale parrocchiale è quello di
prendere gli
orientamenti
e renderli
opportunità
da realizzare». Fondamentale è
anche porre
cura nel preparare le sedute del consiglio pastorale parrocchiale. «Se cresce la disciplina degli incontri - ha detto mons.
Francesco - cresce lo stile
della comunicazione e
quindi anche la comunione. E questo da soddisfazione e gusto ai partecipanti». Si provvederà poi a
formulare un sussidio per
la formazione comune.
Maggior collaborazione
tra gli uffici pastorali diocesani permetterà infine di
dar vita ad iniziative coordinate in modo tale da e-
vitare il sovraffollamento
di proposte.
Ricco si presenta il calendario delle attività della diocesi di San Tiziano, a
partire dal primo appuntamento dato dalla veglia per
i catechisti che sarà celebrata giovedì 4 ottobre nella chiesa della Madonna
delle Grazie di Conegliano.
Il calendario dettagliato racchiude, settore per
settore, i vari appuntamenti proposti. La novità
è invece data dall’idea di
predisporre un secondo
calendario con le date di
rilievo a carattere diocesano. In questo caso sono
22 le segnalazioni. Nei
prossimi mesi la Chiesa
vittoriese sarà impegnata
il 6 ottobre a Conegliano
con l’Ac per l’incontro unitario di inizio anno, il 19
ottobre a Oderzo per la
veglia missionaria diocesana, il 20 e 21
ottobre per
l’assemblea Agesci di zona,
il 17 novembre per l’assemblea delle
Caritas parrocchiali, il 7 dicembre a
San Polo per la veglia diocesana di Ac.
Come di consueto,
mensilmente verrà pubblicato su L’Azione il calendario delle attività pastorali. Sia i due calendari
(dettagliato, e delle sole
date di rilievo) che il testo
completo degli Orientamenti pastorali sono scaricabili dal sito ufficiale
della diocesi www.diocesi.vittorio-veneto.tv.it.
Gerda De Nardi
Mons.
Magarotto:“La
Chiesa è di sua
natura popolo
in cammino”
Un momento dei lavori dell’assemblea pastorale: da sinistra mons. Toffoli, mons. Magarotto e mons. Zagonel
popolo in cammino. Dall’alto la guida Gesù Cristo,
Pastore dei pastori. La meta a cui dobbiamo tendere
è la pienezza di comunione con lui e con i fratelli».
La via da seguire in questo nuovo anno pastorale
sarà quindi data dal «continuare ad ascoltare Dio,
l’uomo e la sua storia».
Nell’auditorium del Se-
minario, strapieno di sacerdoti e operatori pastorali, mons. Martino Zagonel ha quindi illustrato il
documento appositamente preparato e composto
da una breve verifica della situazione di partenza,
da una spiegazione delle
motivazioni delle scelte attuate, dall’offerta di indicazioni concrete a livello
pastorale e dall’illustrazione degli strumenti da affidare alle diverse parrocchie e necessari per operare.
«L’esperienza dell’ascolto - ha detto mons.
Martino - andrà attivata
nell’ambito dei consigli pastorali parrocchiali. Inoltre è bene che la ministerialità laicale sia vissuta in
LA VISITA ALLE OSPITI DI CASA SPERANZA”,
A CODOGNÉ, DI MONS. MAGAROTTO
LA VISITA A VITTORIO VENETO
DEL VESCOVO DEL BENIN N’KOUE
Tanti progetti per Natitingou
U
n gradito ospite ri di ristr utturazione situazioni e persone.
è giunto qualche compiuti - racconta don Donne, spesso, con
settimana fa a casa Spe- Sant- e si è interessato bambini. Donne del Maranza, la struttura di ac- alle storie delle donne rocco, del Senegal... ma
coglienza per donne ospitate nella casa». anche italiane. Alla posche la Caritas gestisce a Storie spesso assai tri- sibilità di trovare a CoCodognè. Il visitatore e- sti, dolorose e delicate, dognè un rifugio sicuro
ra il vescovo Alfredo, tanto che alcune donne e accogliente, si somma
giunto in compagnia del arrivano a Codognè an- l’incontro con altri cuopar roco e del vicesin- che da molto lontano, ri generosi: come per udaco. Ad accompagnar- per lasciarsi alle spalle na mamma e il suo bambino ospitati da
li nella visita, il
Casa Provvidendirettore della CASA SPERANZA DI CODOGNE'
Caritas mons. Apertura
6 dicembre 2006 za, che sono stati “adottati” dalFer r uccio Sant: Ospiti finora
16
la parrocchia di
«Mons. Maga- Mamme
7
Por tobuf folè atrotto ha apprez- Bambini
9
traverso un conzato e si è mera- Permanenza media
2 mesi
tributo mensile.
vigliato dei lavo-
Mons. Pascal N’Kouè è venuto in visita anche a L’Azione: qui nella foto con il direttore
don Giampiero Moret
È
già di casa da noi
in diocesi, da alcuni anni, monsignor Pascal N’Koue, vescovo della diocesi di Natitingou
nello stato del Benin in Africa. Ha 48 anni, ed è vescovo da dieci.
Si tratta di un vero e
proprio gemellaggio tra
le due diocesi, patrocinato dall’Associazione Fa-
miglie Rurali, dalla Caritas e dal Centro missionario. Coordinano il tutto
alcuni membri dell’Afr.
Si tratta, nel complesso, di un “Progetto di sviluppo agro-pastorale” di
un’area di quella diocesi.
Progetto che sta per essere completato e che
comprende: un centro di
formazione per la prepa-
razione dei leader di villaggio; il coinvolgimento
della comunità locale;
l’acquisizione di informazioni tecniche; la creazione di due mini-centri;
iniziative per migliorare
le condizioni dell’agricoltura, l’educazione sanitaria e la scolarizzazione.
Progetti particolari sono anche: l’attivazione di
un forno e ristorante
presso il Vescovado della diocesi; la costruzione
della casa di accoglienza
per bambini in difficoltà;
il recupero del poliambulatorio della diocesi,
con trasformazione di un
ospedale di 120 posti e
costruzione di reparti di
pronto soccorso, maternità, pediatria e sale operatorie. Inoltre sostegno
a varie attività avviate con
invio di attrezzature necessarie. A tale scopo
vengono inviati uno o
e
L’AZiON
Chiesa
IL MESSAGGIO DEL PAPA PER LA XXIII GIORNATA
MONDIALE DELLA GIOVENTÙ DI SYDNEY
Lo Spirito che dà forza
A
sato nei nostri cuori per
mezzo dello Spirito Santo
che ci è stato dato (Rm 5,5).
Tuttavia non basta conoscerLo; occorre accoglierLo come guida delle nostre
anime”.
Naturalmente questa
stringata e parziale rilettura
del messaggio del Papa non
può non rinviare alla lettura integrale del messaggio
che trovate anche sul nostro sito di pastorale giovanile, www.pgvv.it.
Infine, lasciamo ancora
a Papa Benedetto la parola: “…Cari giovani, vi attendo numerosi
nel luglio 2008
a Sydney. Sarà
un’occasione
provvidenziale per sperimentare appieno
la potenza dello Spirito Santo. Per i giovani del Paese
che ci ospiterà sarà un’opportunità eccezionale di
annunciare la bellezza e la
gioia del Vangelo ad una società per molti versi secolarizzata. L’Australia, come
tutta l’Oceania, ha bisogno
di riscoprire le sue radici
cristiane”.
Don Fabio Soldan
Responsabile del servizio
diocesano della pastorale
giovanile
luglio il Papa Benedetto XVI ha
scritto a tutti giovani del mondo il suo messaggio per la XXIII Giornata Mondiale
della
Gioventù, che si
svolgerà a luglio 2008 a
Sydney: Per
questo evento
di fede il Santo Padre vuole numerosi
giovani da tutti i continenti
per vivere insieme l’esperienza della fede in una rinnovata pentecoste. Consapevole anche
dell’enorme distanza che ci
separa dalla capitale dell’Australia, Benedetto XVI
invita anche a vivere questo
secondo anno dell’Agorà
dei giovani, anno della testimonianza, “riflettendo
sullo Spirito di fortezza e testimonianza, che ci dona il
coraggio di vivere il Vangelo e l’audacia di proclamarlo. Diventa perciò fondamentale che ciascuno di voi
giovani, nella sua comunità
e con i suoi educatori, possa riflettere su questo Protagonista della storia della
salvezza che è lo Spirito
Santo o Spirito di Gesù, per
raggiungere questi alti sco-
pi: riconoscere la vera identità dello Spirito anzitutto ascoltando la Parola di
Dio; prendere una lucida
coscienza della sua continua, attiva presenza nella vita
della Chiesa;
diventare così
capace di maturare
una
comprensione
di Gesù sempre più approfondita e
gioiosa e, contemporaneamente, di realizzare un’efficace attuazione del Vangelo all’alba del
terzo millennio”.
Il Papa nel suo messaggio aiuta a riconoscere la
presenza dello Spirito nella
Bibbia. E come lo Spirito
sia, nell’evento della Pentecoste, il punto di partenza
della missione della Chiesa.
Cosi ci piace citarlo quando
parla del cambiamento degli apostoli. “Lo Spirito Santo rinnovò interiormente gli
Apostoli, rivestendoli di una
forza che li rese audaci nell’annunciare senza paura:
Cristo è morto e risuscitato!”. Liberi da ogni timore
essi iniziarono a parlare con
franchezza (cfr At 2,29; 4,13;
4,29.31). Da pescatori intimoriti erano diventati aral-
di coraggiosi del Vangelo.
Persino i loro nemici non
riuscivano a capire come
mai uomini senza istruzione e popolani (cfr At 4,13)
fossero in grado di mostrare un simile coraggio e sopportare le contrarietà, le
sofferenze e le persecuzioni con gioia. Niente poteva
fermarli. Così nacque la
Chiesa, che dal giorno della Pentecoste non ha cessato di irradiare la Buona
Novella fino agli estremi
confini della
terra (At 1,8).”
Così mi pare significativo
riportare ancora un piccolo passaggio
circa la missione della Chiesa: “La fecondità apostolica
e missionaria non è principalmente il risultato di programmi e metodi pastorali
sapientemente elaborati ed
efficienti, ma è frutto dell’incessante preghiera comunitaria (cfr Paolo VI, Esort. apost. Evangelii nuntiandi, 75)”.
E, circa lo Spirito Santo
e noi, Benedetto XVI sottolinea: “Sì, lo Spirito Santo,
Spirito d’amore del Padre e
del Figlio, è Sorgente di vita che ci santifica, perché
l’amore di Dio è stato river-
due container l’anno.
L’ultimo conteneva: un
trattore, con relativa attrezzatura, una Panda, una macchina per gelati, una moto, porte e finestre,
frigo, vestiario, attrezzature ospedaliere ed edili,
e tante altre cose utili per
bambini, scuole e parrocchie.
È quasi terminata anche la nuova cattedrale,
e quasi pronte per partire la campane della ditta
De Poli.
Partecipano a questa
meravigliosa solidarietà
diverse ditte e singole
persone della diocesi, in
par ticolare da San Vendemiano, Madonna della
Grazie, Oderzo, Mareno
di Piave.
Tra le molte altre cose
che quel vescovo ha in
cantiere c’è anche la Radio diocesana. Giorni fa
ha fatto visita a Sacile a
Radio Palazzo Carli. L’incontro è stato particolarmente impor tante, sia
perché ha permesso al
vescovo di avere utili
informazioni sul suo progetto, di rilasciare una
sua inter vista alla nostra
Radio e sia perché si è
stabilita una reciproca e
proficua collaborazione
tra le due Radio.
L’inter vista al vescovo
Pascal sarà trasmessa a
Radio Palazzo Carli lunedì 24 settembre alle
15.30 e, in replica, martedì 25 alle 18.30.
Don Giovanni Dan
PULLMAN DA BOCCA DI STRADA
Il vescovo di Natitingou in visita a Radio Palazzo Carli
Mons. Cancian
consacrato vescovo
«E
mozionato ma
sempre sorridente». Così il parroco di
Bocca di Strada mons.
Giacomo Da Frè ha visto,
nel pomeriggio di sabato
15, il suo... parrocchiano
mons. Domenico Cancian. Che in quell’occasione con 22 vescovi e
220 sacerdoti presenti alla celebrazione, è stato
ordinato vescovo dal cardinale di Firenze Ennio
Antonelli . La cerimonia
si è svolta nel santuario
di Collevalenza, dove nel
1972 il sessantenne
mons. Domenico fu ordinato sacerdote e dove un
anno prima si era consacrato “Figlio dell’Amore
Misericordioso”, la congregazione fondata da
Madre Speranza, di cui
da tre anni era superiore
generale.
Strapieno sabato 15 il
santuario di Collevalen-
za, strapiena l’altra chiesa, gremito anche il piazzale esterno: tra i tantissimi presenti all’ordinazione anche oltre 400 fedeli della diocesi di Vittorio Veneto, tra cui anche la mamma del neovescovo, Camilla, il fratello Toni, la cognata Maria.
Per tutti il viaggio è
stata anche occasione di
pellegrinaggio al santuario del Crocifisso, quasi
di... esercizi spirituali.
«Ed è stato lo stesso
mons. Cancian, sabato
mattina - racconta mons.
Da Frè- a farci una piccola introduzione, sabato
mattina, prima delle confessioni. Nel pomeriggio
la messa di ordinazione,
e poi la festa; la mattina di
domenica, la prima eucaristia da vescovo di mons.
Cancian, con tutti i vittoriesi a pregare con e per
Domenica 23 settembre 2007
11
SEMINARIO: Gli educatori salesiani e
il “sistema preventivo” di don Bosco
“E
sperienza in corso. Seminario di ricerca e di
confronto sul Sistema Preventivo”. È questo il
titolo dato al seminario organizzato dall’Ispettoria Triveneta Madre Mazzarello delle Figlie di Maria Ausiliatrice. che si svolgerà dal 21 al 23 settembre presso il villaggio Ge.Tur. di Lignano Sabbiadoro. I destinatari dell’incontro saranno religiose e laici che compongono le
comunità educanti delle numerose case salesiane presenti nel territorio del Triveneto e dell’Ungheria. L’obiettivo consiste nell’attivare un’esperienza di formazione per abilitare le comunità educanti a porsi in atteggiamento di ricerca e di rielaborazione circa il “sistema preventivo”, nucleo del sistema educativo del fondatore san Giovanni Bosco, e studiare, a partire da questa riflessione, nuovi processi e percorsi di educazione.
Questo evento si pone in continuità con un lavoro di ricerca sul “sistema preventivo” che sta coinvolgendo da
tre anni tutte le Comunità Educanti delle case delle FMA d’Italia. E’ un progetto che intende dare nuovo slancio nell’impegno educativo tra i giovani.
SPIRITUALITÀ: Le proposte della Casa
degli Antoniani di Camposampiero
L
a Casa di Spiritualità dei Santuari Antoniani di
Camposampiero (Padova) organizza una fitta serie di appuntamenti fino a dicembre: esercizi spirituali,
lectio divine, week-end spirituali, percorsi con la Parola, corsi per formatori familiari e altre iniziative, rivolte
a laici e religiosi. Per informazioni sul programma dettagliato delle iniziative contattare la Casa: 049. 9303003
o [email protected] o www.santantonio.org
CARD. POLETTO: A Salgareda il 29
settembre per i 50 anni di sacerdozio
I
l 29 settembre prossimo sarà a Salgareda il cardinale
Severino Poletto, arcivescovo di Torino, per celebrare i cinquant’anni di sacerdozio, nel giorno di San Michele Arcangelo, patrono della parrocchia. Severino Giuseppe Poletto fu battezzato nel battistero della chiesa parrocchiale di Salgareda dall’allora parroco don Pietro Sartor, nel 1933. Il card. Poletto ritorna per ringraziare Dio
e per ravvivare il legame con la terra d’origine, per arricchire la fede in Gesù Cristo che attraverso ai Sacramenti
è presente ed efficacemente operante nel tempo e nello
spazio. Questo il programma della giornata: ore 16 nell’aula magna della scuola media, conferimento della cittadina onoraria; ore 18 santa messa; ore 19.30 cena sociale nel palazzetto dello sport del Comune. Il giorno dopo sarà in parrocchia a San Nicolò (vedi pag. 35).
lui, e a concelebrare i sei
sacerdoti partecipanti al
viaggio: oltre a mons. Da
Frè anche l’arciprete di
Mareno don Mario Fabbro, quello di Pieve di Soligo mons. Giuseppe Nadal, che è anche parente
del neovescovo Cancian,
il parroco di Ramera don
Francesco Salton, quello
di Collalbrigo mons. Antonio Della Giustina e
mons. Oreste Nespolo.
«Poi siamo andati a visitare Città di Castello racconta ancora il parroco di Bocca di Strada-, la
città in cui mons. Cancian
è ora vescovo. Il suo predecessore è un frate, e resterà lì ancora per qual-
che giorno, per poi ritirarsi convento. Ho parlato con il vicario generale
e mi sono raccomandato:
Trattate bene il “nostro”
vescovo! E lui: “Stia tranquillo, che i nostri vescovi li abbiamo sempre trattati bene”».
C’è poi un ultimo particolare che dimostra che
l’apprezzamento di mons.
Da Frè per questo speciale fine-settimana è stato condiviso da molti: «In
pullman, sulla strada del
ritorno, ho proposto di fare un momento di condivisione di quanto vissuto... e siamo andati avanti per due ore a parlare. E
tutti erano entusiasti!».
12
Domenica 23 settembre 2007
e
L’AZiON
Chiesa
QUASI MILLE NELL’ESTATE AC
992 PARTECIPANTI AI CAMPI
CON LORO 17 SACERDOTI
Che numeri!
G
razie a qualche
numero scorriamo l’estate
dell’Azione cattolica appena trascorsa. E negli altri
due articoli presentiamo
in modo più approfondito
un paio di esperienze di
“campo”.
7, le coppie di “morosi”
del campo fidanzati di Pellegai. Insieme alle quattro
coppie di animatori si sono affacciati sui molteplici
aspetti che rendono fecondo un amore.
10, i capicasa che per una settimana (o anche
due!) hanno diretto la
complessa casa Cimacesta.
14, i capicampo. Cuore
e polmoni che per 7 giorni non smettono un attimo
di pulsare per l’Ac. Tanto
impegno educativo affidandosi sempre a Colui
che ama.
17, i sacerdoti che hanno accompagnato l’Ac
quest’estate. Hanno celebrato, confessato, ascoltato tanti giovani e adulti.
Hanno annunciato la Parola arricchendola con il
calore della loro umanità.
18, il numero totale tra
D
campiscuola e week-end
organizzati quest’estate
dall’Azione cattolica di Vittorio Veneto.
59, tra cuochi, cuoche
e personale di cucina. Generosità nascosta per un
servizio importante. Tanto lavoro e tanta gratuità.
67, il numero dei diciottenni e dei giovani che
hanno partecipato al campo e alla camminata per i
sentieri del Cadore. Esperienza preziosa per scavare nel profondo della propria interiorità.
93, gli educatori necessari ai 18 campi organizzati. Giovani e adulti instancabili che a dispetto di
sonno e fatica sono stati esempio per tanti giovani e
ragazzi.
104, gli adulti e le famiglie presenti ai due campi
di Cimacesta. Incontri, riflessioni ma anche tanta
gioia, svago e lo stupore di
ritrovarsi a condividere un
pezzo di strada insieme.
124, tra giovani e adulti che hanno partecipato
alle due esperienze formative di studio e programmazione. La due
giorni per responsabili e il
I bambini partecipanti al campo per famiglie di Azione cattolica. Sotto: generazioni a confronto nel segno dell’Ac. Le due belle fotografie di questa pagina sono di Stefano Andreetta e Mauro Perinot.
week-end per animatori
(Campanac) sono stati
momenti di studio prezioso per un’associazione che
ha messo la formazione al
centro della propria identità.
228, il numero dei ragazzi delle superiori coinvolti nei 5 campi 14-15enni e giovanissimi di Piniè
e di Cimacesta. Tante attese e speranze per questi
adolescenti che confrontandosi con i grandi ideali
scoprono come sia bello e
difficile crescere nella fede.
456, il numero di bambini e ragazzi di medie ed
elementari che hanno
riempito i 6 campiscuola
di Cimacesta. Colorati e
rumorosi sono stati la
gioia degli educatori e il
cruccio dei capicampo.
700, la stima dei familiari presenti nelle sei giornate dei genitori dei campi elementari e medie. Per
tutti la possibilità di vivere
nella fraternità una giornata intensa insieme ai loro figli.
992, il numero totale tra
ragazzi, giovani e adulti
che quest’estate hanno
vissuto una settimana, o
un week-end con Ac.
Angelo Buffo
UN CAMPO A MISURA DI FAMIGLIE
che anche la stessa natura ci regalava.
Uno slogan che riassuma il tema del campo?
“Noi abbiamo riconosciuto l’amore che Dio ha per
noi e vi abbiamo creduto”
(dal Vangelo di Giovanni).
Questo amore dobbiamo testimoniare in modo
credibile, dedicandoci agli altri e in special modo
avendo cura della santità
nostra e delle persone
che Dio ci ha affidato, dalla famiglia alla comunità
in cui viviamo.
Emanuela
Baccichetto
all’11 al 18 agosto
ho partecipato al
campo famiglie ad Auronzo, a Cimacesta.
Prima del ritorno ho
chiesto ad alcuni partecipanti di dire in una parola quello che per loro è
stato importante dell’esperienza fatta insieme.
Per i bambini la parola
immediatamente condivisa è stata amicizia e hanno apprezzato la disponibilità delle animatrici.
Gli adulti hanno sottolineato la sintonia, il clima
di comunione, la facilità a
creare nuovi legami e a integrarsi, l’atteggiamento
di accoglienza reciproca,
la familiarità dei rapporti
fra persone, che prima
non si conoscevano, favorita dalla fede comune;
l’entusiasmo, la condivisione e l’arricchimento
reciproco, una convivenza fra famiglie che permette di sperimentare la
Grazia di Dio a dimostrazione della sua esistenza.
Perché Dio è amore e
noi abbiamo provato a respirare quest’aria di pace,
di ascolto e di stima reciproca.
Guidati da don Giorgio
Maschio (un grazie particolare a lui da tutti noi),
abbiamo letto e commentato l’enciclica “Deus Caritas Est” e questa ben si
è adattata ad una revisione della nostra vita di coppia, di famiglia, in parrocchia e nella società.
Ci siamo fatti un bel regalo perché non è frequente stare insieme a
persone che sono sorridenti e, camminando in
mezzo al bosco durante
un’escursione, scambiarci le proprie riflessioni su
argomenti e aspetti della
vita che consideri importanti, oppure passare un
dopocena a discutere e fare un po’ di autocritica su
modalità di comportamento con i figli o di relazione di coppia; oppure
semplicemente a scherzare o a giocare a pallavolo o a ping pong con i fi-
gli.
E tutto questo in un clima sereno e positivo, di
libertà, avendo tutti il desiderio di aiutarci a vicenda, condividendo scelte e fatiche di ogni giorno. Abbiamo cercato di avere cura l’uno verso l’altro e i nostri figli si sono
immersi in quest’atmosfera d’amicizia con una
facilità che ha favorito anche per noi adulti un lasciarci abbracciare da
questa tranquillità e pace
CAMPO ADULTI DIOCESANO:
LA PAROLA E LE PAROLE...
C
osa significa fare
un campo adulti di
Azione cattolica?
Che si fa proprio vacanza, finalmente. Con
tutti gli aspetti apparentemente scontati che scontati non sono, ovvero: tempo per alzarsi con calma,
niente orari di lavoro, abbigliamento
rigorosamente sportivo, pranzo e
cena pronti (evviva le torte!), momenti organizzati
e altri lasciati alla libertà
di ognuno, la natura da gustare con respiro ampio.
Vacanze come quelle di
tutti, insomma, ma con il
di più di vicinanza e di familiarità con gli altri e con
se stessi che non si trovano nei “pacchetti ferie” disponibili nelle agenzie
viaggi.
Fare un campo adulti di
Azione cattolica significa
vivere con intensità quella che è una delle risorse
più grandi dell’associazione: la ricchezza dei rapporti interpersonali.
Fra generazioni diverse – eravamo più di sessanta persone – dai piccoli di pochi anni agli anziani con i capelli bianchi.
Fra chi ha il dono della salute e chi deve fare i conti con le limitazioni imposte dall’età e dalla malattia. Tra chi è estroverso e
solare e chi fa maggiore
resistenza per raccontarsi pur conser vando dentro tesori preziosi. Tra chi
vive una fede esplicita e
diretta e chi ha soprattutto grandi interrogativi.
Tra chi è sposato, chi non
lo è mai stato, chi è in ricerca.
Caleidoscopio di storie,
di umanità, di bellezza. Su
tutto la Parola e le parole.
Quella di Dio, alla quale
don Gianpietro Zago ci ha
condotti, accostandoci al
Vangelo della liturgia del
prossimo anno, Matteo
dunque, con la semplicità
fraterna di qualcuno non
più bravo o più avanti, solo più innamorato, e le parole che ci siamo scambiati tra noi, veicolo a volte povero, ma indispensabile per rafforzare quei legami che rendono più lieve la fatica del vivere.
“Lasciarsi abbracciare
dalla Parola” è uno dei
suggerimenti di don Gianpietro. Che sentiamo sintesi di questo campo ma
anche dell’esperienza associativa. La Parola che ci
conduce e che rende vere
quelle che noi diciamo su
noi stessi e agli altri.
E il verbo “abbracciare” che presuppone il desiderio di togliere barriere e rendere possibile vicinanza e sostegno. Nella
semplicità di ogni giorno,
al campo scuola e nel quotidiano di sempre.
Scommessa di una felicità possibile.
Elisa Moretto
e
L’AZiON
Chiesa
IL VIAGGIO IN CIAD, NELL’AMBITO DELL’INIZIATIVA
“ESTATE CON” PROMOSSA DAL CENTRO MISSIONARIO
Domenica 23 settembre 2007
INSEGNANTI DI RELIGIONE
L’arte, linguaggio
sacramentale
L’Africa è soprattutto incontro
D
on Adriano Bellotto, Daniela Amistani, Mirco
Andreon, Fabian Bejan e
Andrea Boscariol, all’interno dell’iniziativa “Estate con” promossa dal Centro Missonario Diocesano
sono stati in Ciad dal 4 al
27 agosto, ospiti di varie
missioni italiane: dal 4 al 7
nella capitale N’Djamena;
dal 7 al 22 a Sarh, con sosta non programmata il 7
a Am-Timan, parrocchia di
don Tarcisio Bertacco; dal
23 al 25 a Mongo, per poi
tornare in capitale.
Non è facile parlare della loro esperienza. Mi faccio aiutare dai loro racconti, dalle foto e dai miei
ricordi africani. Ma so che
non basta.
L’Africa ti entra nel cuore, ti sconvolge, ti interpella e poi non si fa dimenticare. La diversità è
assoluta, i paesaggi ineguagliabili, gli incontri colmi di umanità e calore.
La prima impressione è
quella di un ambiente povero, poco sviluppato, che
lascia sconcertati. Ma
quando entrano in scena i
protagonisti umani - i bambini, i giovani, le donne
che ti guardano con uno
stupore stranito e che ti
trasmettono la loro serenità mista a soggezione -
I
gni ostacolo linguistico,
con la gente ospitale che
ti dona il poco che ha e che
ti apre le porte della sua
casa.
Ogni esperienza acquista qui un valore diverso:
ci si innamora del paesaggio, del cielo stellato, ci si
lascia trasportare da canti
e balli, si sperimentano
nuove pietanze e nuovi sapori, si apprendono usi diversi.
Non si pensa più ai disagi: alle strade colme di
buche e di pozzanghere, ai
ritardi endemici accettati
con filosofia, alle difficoltà
di comunicazione, alla presenza dei paramilitari.
E si tocca con mano la
povertà: la precarietà del-
le condizioni igieniche, la
mancanza di attrezzature
sanitarie, il peso di anni di
colonizzazione.
Il soggiorno è stato
scandito dalla visita a centri religiosi che operano da
anni, ma anche a case di amici locali, da momenti
toccanti come la preghiera sulla tomba di don Tarcisio a Mongo, ma soprattutto da un intreccio di storie e di volti che riempiono il cuore di gioia e di inquietudine.
E anche noi con don Adriano, Daniela, Mirco, Fabian e Andrea ci innamoriamo dell’Africa, della sua
bellezza e delle sue contraddizioni.
Gaetano de Biase
L’ESPERIENZA DI UNA “SCUOLA DI PACE”
tanti. Rarissimi palazzi ancora anneriti e sforacchiati restano gli unici testimoni della tragedia. Dei
simboli di un passato di
convivenza pacifica tra culture, resta ancora da ricostruire – ci dice con infinita amarezza Zlatko, responsabile della Caritas di
Sarajevo – la biblioteca.
Perché? I tassisti della città
– sempre bene informati –
dicono che per due volte
sono stati rubati i soldi destinati al recupero. Ma da
chi? Si dice anche che a
breve dovrebbero iniziare
i lavori di restauro, grazie
al contributo di una fonda-
quell’ambiente prima insignificante si riempie di vita. Ti travolgono il caos
delle strade e degli uffici
da cui devi passare per farti registrare, l’adattamento
sugli autobus, l’impatto
con condizioni di vita diverse dalle nostre.
Ma l’Africa è soprattutto “incontro”: innanzitutto
con una Chiesa impegnata con gli ultimi, che nelle
figure di suore e missionari che operano in silenzio incarna il messaggio evangelico della prossimità
e della fraternità.
E poi l’incontro con la
popolazione locale: con i
bambini che ti accolgono
con i loro sorrisi e che giocano con te superando o-
In viaggio sulle ceneri
della guerra nell’ex Jugoslavia
P
resnace: parrocchia
alla periferia della
città di Banja Luka, in Bosnia Erzegovina, dove con
un gruppetto di ragazzi italiani partecipo ad una
“Scuola di pace” organizzata dalla Caritas, con ragazzi e ragazze bosniaci,
croati e serbi.
Non ci sono rovine della guerra. La chiesa, tra le
cinque o sei distrutte nella zona, è stata ricostruita.
Solo qua e là qualche casa
abbandonata e intorno il
terreno incolto. La vita
scorre tranquilla. Ma... più
di 1800 cattolici (erano
2000, ora solo 170) sono
scappati emigrazndo in
Europa, Canada o Australia, accerchiati dalla stragrande maggioranza serba e membri della Chiesa
ortodossa. L’altra esigua
minoranza è musulmana,
ma la moschea è alla periferia di Banja-Luka. Si sa
chi ha fatto saltare la chiesa e ha bruciati vivi il parroco e una suora-infer-
13
miera, ma... non si può dire.
Sarajevo: una città
splendida con le strade a
sera affollate di gente a
passeggio e i quartieri armoniosamente composti:
quello dell’impero ottomano, quello maestoso dell’impero austro-ungarico e
più a sud i palazzoni del re-
gime, case adagiate sulle
colline che circondano la
conca divisa in due dal fiume Bosna.
Tanti minareti, la cattedrale cattolica, quella ortodossa, la sinagoga, altre
chiese. Qua e là tra le abitazioni della collina prati
coperti dalle piccole “stele” bianche dei cimiteri...
ITALIANI E BOSNIACI, INSIEME PER
UNA PARTECIPAZIONE DAVVERO ATTIVA
“U
na bellissima esperienza”. Così
Daniele Bombardi, ciliense operatore di Caritas Italiana in Bosnia Erzegovina, riassume la “Scuola
di Pace”. Ma nella chilometrica e-mail che sul tema ha inviato alla Caritas
diocesana c’è spazio per
molte più approfondite
considerazioni. Tra cui
questo spunto interessante. “Il grande risultato è
stata la partecipazione attiva, continuata e intensa
dei ragazzi, sia italiani (ma
questa era facilmente prevedibile dal momento che
sono partiti dall’Italia ragazzi molto motivati), sia
soprattutto bosniaci. Gli altri campi estivi che vengono organizzati da queste
parti “dimenticano” di
coinvolgere i ragazzi locali e diventano molto “autoreferenziali”; per la prima
volta invece un nutrito
gruppo di giovani locali
(ben 10 su una parrocchia
di 160 fedeli!) sono stati
coinvolti in attività di volontariato e di costruzione
della pace. È questo attualmente il bisogno più
grande delle comunità di
tutti i Balcani in generale:
la partecipazione dei laici
alla vita civile e sociale, l’attivazione di gruppi di giovani che animino la vita
delle parrocchie e delle comunità, la proposta che “si
può fare qualcosa di buono” anche senza percepire uno stipendio per il lavoro che si fa.
n questo inizio di anno scolastico, gli insegnanti di
religione cattolica della diocesi di Vittorio Veneto
si sono visti alle prese con l’arte e la liturgia. Per loro ha
preso il via il corso di aggiornamento proposto dall’Ufficio per la scuola e la pastorale scolastica.
È toccato al direttore dell’Ufficio Catechistico di Verona, don Antonio Scattolini, appassionare i 150 insegnanti presenti all’utilizzo dell’arte nel loro insegnamento. «L’immagine - ha espresso don Antonio - può diventare più comunicativa rispetto alla parola. L’arte è un
linguaggio sacramentale. Oggi ci si lascia sempre più affascinare dalla bellezza». Quindi l’arte sta diventando una questione centrale e “la via della bellezza”, come ha
sottolineato il Pontificio Consiglio della cultura nel documento la “Via pulchritudinis” è una chance imperdibile in quanto cammino privilegiato di evangelizzazione e
di dialogo.
Don Scattolini ha poi offerto agli insegnanti alcune
“chiavi” per aprire a livello didattico il prezioso scrigno
che contiene i tesori dell’arte.
Il passaggio successivo è stato affidato a mons. Giacomo Gava, direttore dell’Ufficio Scuola di Vittorio Veneto, il quale ha parlato di Cristo presente nella liturgia.
«Dio - ha affermato mons. Gava - non si può conoscere
nella sua essenza ma lo si può incontrare attraverso l’immagine che è Cristo. Si può trovare il vero volto di Cristo nella storia di un popolo che è la Chiesa, che vive costantemente il messaggio di Gesù». Fondamentale è
quindi capire che la liturgia va collegata all’antropologia
perché il suo linguaggio è dato dal rito ed il rito è espressione del corpo e della mente. «La conoscenza umana agisce attraverso tutta la sua corporeità. L’uomo
conosce con il cuore e con la ragione. Dio non si può conoscere, ma incontrare. La liturgia è la storia meravigliosa di questo incontro con Dio». La liturgia è collegata anche alle diverse epoche storiche e al tempo stesso è teologia. «La preghiera per i cristiani esprime i contenuti della fede e la Parola di Dio ha la sua origine nella liturgia». Infine «la liturgia deve essere un’esperienza di vita e non uno spettacolo a cui si partecipa passivamente perché essa più che un “fare” è un “vivere”».
Gerda De Nardi
zione elvetica ed altri.
Uno sguardo alla cartina socio-politica della Bosnia ed Herzegovina mette in evidenza l’intricata vicenda del Paese.
Gli accordi hanno sancito la suddivisione dell’intera regione in tre relative autonomie.
A nord, con al centro la
città di Banja-Luka e una
striscia che va lungo il confine della Croazia e della
Serbia, la Republika Srpska. A sud la Bosne e i
Hercegovina ora federate e
un governo centrale a Sarajevo: sia questo che quelle con a capo un rappresentante delle tre etnie
(bosniaca, serba e croata)
e sopra, con diritto di veto
su persone e decisioni governative, il rappresentan-
te europeo e, a vigilare, la
forza militare Eufor. Una
imbragatura di cui tutti desiderano disfarsi in fretta.
Ma con quali conseguenze?
Mi trovo a camminare
tra la gente. Viaggio sull’autobus che mi riporta a
Banja-Luka e mi domando:
la persona che mi passa vicino o mi siede accanto ha
sparato e ucciso o si porta
dentro il ricordo amaro e
indelebile di un familiare,
parente, amico morto-ammazzato? Non lo saprò
mai.
Potranno essere rimarginate le ferite mortali di
un popolo, di tanti popoli?
Forse, ma non sarà domani. Ci sarà bisogno di tante “Scuole di pace”.
Don Benito Introvigne
14
e
L’AZiON
Chiesa
Domenica 23 settembre 2007
LUNEDÌ 24 A PIEVE DI SOLIGO La prolusione di Bagnasco al Consiglio della Cei
L’Italia, un
Toniolo, esame
del “miracolo” Paese spaesato
L
unedì 24, alle 17, si
insedierà a Pieve di
Soligo il tribunale
diocesano per esaminare se
la guarigione dell’imprenditore Francesco Bortolini fu
dovuta a un miracolo di Giuseppe Toniolo, di cui è in corso la causa di beatificazione.
Alle 18.30, nella chiesa arcipretale di Pieve, dove riposa
Toniolo, sarà celebrata la
santa messa, presieduta dal
vescovo emerito Giuseppe
Magarotto e dal postulatore
della causa di beatificazione
Domenico Sorrentino, per
chiedere allo Spirito Santo di
guidare le menti che si apprestano ad un così delicato
compito. Durante il processo, che durerà tutta la settimana, saranno analizzati documenti, come le cartelle cliniche del giovane, e sentiti i
testimoni - dai medici che lo
curarono ai famigliari che lo
assistettero durante il lungo
ricovero ospedaliero, dagli amici che lo videro cadere,
battere violentemente la testa contro il marciapiede e
rimanere immobile per terra
ai primi soccorritori. Il 4 giugno dello scorso anno, Bortolini, 35 anni, entrò in coma
dopo un volo di 4 metri dalla rete metallica su cui si era
La tomba di Giuseppe Toniolo, a Pieve
arrampicato, nel tentativo di
afferrare uno stendardo pubblicitario. Si trovava con alcuni amici alla Festa della
Birra di Barbisano. Una bravata che rischiò di costargli
la vita. Rimase infatti per dieci giorni sospeso tra la vita e
la morte. Poi, l’insperato risveglio e il lungo percorso di
riabilitazione, la ripresa del
lavoro nella ditta di cui è titolare la famiglia, la BorMa.
Il processo - fa sapere il
vicepostulatore e parroco di
Santa Maria delle Grazie a
Conegliano mons. Magagnin - si chiuderà presumibilmente domenica 7 ottobre, anniversario della morte dell’economista trevigiano, una delle figure più autorevoli del laicato cattolico
di tutti i tempi. Il tribunale
diocesano, quindi, invierà il
supplice libello alla Congregazione vaticana per la causa dei santi, a cui spetterà
l’ultima parola, ovvero stabilire se la prodigiosa guarigione di Bortolini fu dovuta
all’intercessione di Toniolo.
E se davvero miracolo ci fu,
come ritengono lo stesso
imprenditore e la sua famiglia, la marcia verso la beatificazione dell’illustre economista pievigino potrebbe
raggiungere la sua tappa decisiva.
La speranza di monsignor
Magagnin è che Toniolo venga proclamato beato nell’anno del 90º della sua morte, il
2008. «Siamo colmi di gioia»
confida il vicepostulatore,
che ha parole solo per la
grandezza umana e spirituale di Toniolo: «È stato un faro per la dottrina sociale della chiesa, è colui che le ha
dato grande spinta, ha contributo alla Rerum Novarum,
è stato il fondatore delle Settimane sociali dei cattolici, di
cui quest’anno ricorre il centenario - spiega - è stato un insigne docente universitario,
un ottimo padre di famiglia,
insomma un esempio di vita
grande per noi tutti oggi». In
una parola: un beato.
Francesca Nicastro
Si è riunito questa settimana, dal 17 al 19, il Consiglio Permanente della
Cei, aperto, com’è consuetudine, dalla prolusione del
Presidente mons. Angelo
Bagnasco. Dell’ampio discorso riportiamo tre passaggi particolarmente interessanti.
Ma la
componente
sana della
società è
ampiamente
maggioritaria
La situazione del
Paese
Vi sono
situazioni e
comportamenti socialmente deplorevoli,
anzi criminali, che non
riescono a
trovare soluzione: pensiamo, ad esempio, al dramma recente e crescente degli incendi boschivi provocati dall’uomo che in
questa ultima estate hanno messo in ginocchio intere zone del Paese. Alla
luce di simili fatti, ma anche di altre tendenze comportamentali, sembra che
diventi sempre più friabile
il vincolo sociale e si prosciughi quel tipo di solidarietà su cui una comunità
AMICI DE LA NOSTRA FAMIGLIA
In Borgogna sulle
orme di Benedetto
“C
hi è l’uomo che
vuole la vita e arde dal desiderio di vedere
giorni felici?”: a questa
domanda, posta ai suoi
contemporanei del V secolo dopo Cristo, Benedetto da Norcia - il santo
fondatore del monachesimo occidentale - faceva rispondere con la Regola:
“Ascolta, figlio mio…”.
Il medesimo interrogativo ha mosso anche il
Gruppo Giovani Amici de
La Nostra Famiglia: sostenendosi nelle reciproche disabilità - in taluno
più visibili, in tutti nascoste nelle pieghe dell’animo - in oltre settanta siamo partiti da Conegliano
il 14 agosto per raggiungere, attraverso il Monte
Bianco, la Borgogna, terra francese in cui attorno
all’anno 1000 è fiorita l’esperienza monastica, tuttora riflessa nella pulizia
dell’architettura
delle
chiese romaniche disseminate nella regione: tap-
pe del pellegrinaggio attraverso un paesaggio collinare sereno e tuttora rispettato dalla mano dell’uomo.
Le pietre bianche o rosate della cattedrale di Vezelay, dei capitelli e del
timpano della cattedrale
di Autun: invito a vedere
ciò che non è vano; il complesso monastico di Fontenay, dalla compostezza
costruttiva quasi eterea:
restituito nitore della fede; il trionfo dei colori di
dipinti, arazzi e coperture
dell’antico ospizio HotelDieu di Beuane: ricchezza
della vita anche quando è
morente. Queste sono state alcune delle occasioni
in cui i Giovani Amici hanno colto come la luminosità dei materiali con i quali sono stati realizzati quei
manufatti e la cura con cui
sono salvaguardati, diventino moderna metafora dell’uomo: bellezza voluta, ricercata, tradotta in
pratica e custodita con at-
Il Gruppo Giovani Amici in Borgogna
tenzione dal Padre, che
non cessa di “scolpire” e
fare bella con la luce della sua presenza la fatica di
chi lo cerca.
Ci è apparso così più
chiaro che la vita monastica è vita cristiana ridotta alla sua sostanza, in cui
la Regola non è stata dettata per sovrapporsi alla
Parola, ma per spezzarla
a noi come tanti bocconi
di pane.
“Ascolta, figlio mio…”:
una Parola inesauribile,
che richiede un ascolto incessante: ecco allora che
sulla collina della comunità ecumenica di Taizè,
la festosa e multicolore
mescolanza con altri tremilacinquecento giovani,
di lingua e culture diverse,
provenienti da tutta Europa, si è ricomposta natu-
strutturata deve fare affidamento, se vuole essere
un Paese-non-spaesato.
Ebbene, a me pare illusorio sperare in un improvviso quanto miracolistico rinsavimento morale, se al punto in cui ci troviamo non avviene una ricentratura
profonda, da
parte dei singoli soggetti e
degli organismi sociali, sul
senso e sulla
ragione dello
stare insieme
come comunità di destini
e di intenti. E
se, grazie anche al contributo della religione e alla
considerazione ad essa riservata, non acquisteranno una evidenza nuova e
una credibilità proporzionata i valori essenziali per
una convivenza.
Sono tuttavia convinto
che la realtà del nostro popolo non sia assolutamente rappresentata, né tanto
meno definita, dai fenomeni peggiori a cui tanta
enfasi viene data nella pubblica opinione, rischiando
di creare tendenza, quasi
si trattasse di nuove scuole di pensiero e di vita. La
componente sana della società è ampiamente maggioritaria: nel silenzio dignitoso e in spirito di sacrificio, con
ancoraggio
alla fede cristiana o per ispirazione a
quell’umanesimo non astratto né generico che
nel Vangelo
trova radici
sempre fresche, essa vive i propri doveri, vive la realtà della famiglia e le varie relazioni,
vive la sfida irripetibile della propria esistenza terrena con serietà, onestà e
dedizione.
ralmente, senza fatica, in
silenzio orante, in canti
meditativi, in contemplazione rispettosa la sera del
17 agosto: in ascolto degli
uomini, ma soprattutto in
ascolto del Crocifisso.
“Ascolta, figlio mio…”:
una Parola che penetra
nella tessitura dei gesti
quotidiani, che ci ha fatto
gustare i limiti della nostra umanità nei momenti di ser vizio e di convivialità, gaia e spontanea,
che hanno segnato il viaggio.
“Ascolta, figlio mio…”:
una Parola vera, vita stessa della Chiesa nella quale ci riconosciamo, che ci
sollecita anche nei giorni
feriali a ricercare il suo
Volto, ad ascoltare la sua
Parola.
Un pellegrino
nei loro progetti sono annichiliti per il problema
dell’abitazione che non si
trova oppure è inavvicinabile per le loro risorse. Ci
sono inoltre situazioni di
promiscuità, dove famiglie
diverse sono costrette a vivere in uno stesso appartamento, magari fatiscente, e per ciò stesso non in
grado di garantire un vicendevole rispetto.
Su questo fronte, la collettività ai vari livelli deve
darsi uno slancio, e approntare quelle soluzioni
di edilizia popolare che per
vaste zone e in una serie
di città appaiono veramente urgenti. Anche agli
istituti bancari e di credito
vorrei far presente questa
emergenza perché, tenendo conto delle condizioni
internazionali e secondo le
loro possibilità e competenze, vogliano maggiormente contribuire con senso di equità
ad una concreta soluzione del problema.
I progetti di
tanti giovani
fidanzati
annichiliti dal
problema
dell’abitazione
Il problema casa
Un altro problema particolarmente acuto, cui come Pastori veniamo continuamente interessati, è
quello della casa. Mi riferisco in particolare al
dramma di coloro - pensionati o famiglie con un
solo reddito - che sono raggiunti da provvedimenti di
sfratto e non trovano altre
opportunità. Ma pensiamo
anche ai giovani fidanzati
che vorrebbero sposarsi e
Vicenda
Amnesty International
Mi si permetta, al riguardo, un
rapido ma accorato riferimento allo scenario internazionale. Ossia, alla vicenda che, nelle ultime
settimane, ha visto protagonista Amnesty International, a proposito della
clamorosa inclusione, tra
i diritti umani riconosciuti, della scelta di aborto,
magari anche solo nei casi di violenza compiuta sulla donna. Sono derive che
ci rendono ulteriormente
avvertiti del pericoloso
sgretolamento a cui sono
sottoposte le consapevolezze umane anche più evidenti, e della necessità
quindi di una presenza
qualificata a contrastare simili esiti.
e
L’AZiON
Chiesa
S
i tiene domenica 23 alla basilica della Madonna dei Miracoli di Motta
(nella foto) la Giornata diocesana del malato. Alle 15 avrà
inizio la recita del rosario; alle 15.30 monsignor Magarotto presiederà l’eucaristia.
LA SFIDA DELLA CHIESA: L’UMILTÀ
La prudenza figlia
della misericordia
Prima settimana del Salterio
“I
l mondo è dei furbi!”. Questa espressione – nota a molti – sembrerebbe a prima vista non
calzare affatto con lo stile del cristiano: onesto, corretto... Guardando, però, alla parabola di Gesù che
in questa domenica viene proposta
alla nostra riflessione (Lc 16, 1-13),
credo dovremmo rivedere un po’ le
nostre idee. Colpisce anzitutto notare come Luca collochi questa parabola sulla furbizia, per così dire,
dopo le parabole sulla misericordia.
Sembra quasi dirci che la prudenza è figlia della misericordia e che
non esiste un’autentica misericordia che non sia stata ponderata dalla prudenza. Il Vangelo di oggi ci dice che “Il padrone lodò, o meglio
‘approvò’ l’amministratore ingiusto
perché aveva agito avvedutamente”, prudentemente. Se il cristiano
vuol competere col mondo, sembra
insegnarci il Maestro, deve farsi furbo, o meglio... prudente. Se da un
lato non dobbiamo scendere a compromessi con il modo di fare e le
modalità di vivere la fede al giorno
d’oggi, dall’altro non dobbiamo neppure ingaggiare battaglia! Ce lo fa
capire chiaramente e senza equivoci il paragone che lo stesso Gesù
usa: il debitore che doveva cento
barili d’olio avrebbe dovuto dare
quella quantità, né più, né meno.
L’amministratore invece è stato capace di venirgli incontro e in que-
Oggi che le forze
scarseggiano alla
chiesa serve una
“buona tattica”
sto è stato prudente. Non è stato
semplicemente “misericordioso”,
“buono”, ma è stato prudente: sapeva che avrebbe avuto maggior
vantaggio ad avere come alleato
quel debitore che a farselo nemico.
Talvolta noi cristiani abbiamo molta chiarezza nella teoria, ma poca
prudenza nella pratica! Spesso gli
insegnamenti che si sentono nelle
omelie, nelle riunioni hanno più il
15
GIORNATA DEL MALATO:
Domenica 23 a Motta di Livenza
OGGI Domenica
Domenica 23 settembre - 25ª
del tempo ordinario - anno C
Am 8, 4-7; Sal 112; 1Tm 2,
1-8; Lc 16, 1-13
Lo sguardo del Signore è sopra il povero
Domenica 23 settembre 2007
sapore di “dichiarazioni di guerra”
che di prudenti ammonimenti.
Quante volte il mio carattere rigido
e spigoloso mi ha tratto in errore!
Gesù queste cose le aveva capite
molto bene, al punto di trarre quella conclusione che suona un po’ come un rimprovero per i suoi: “I figli
di questo secolo nei loro rapporti
con gli altri sono più avveduti dei figli della luce” (Lc 16, 8). Un tempo
forse la Chiesa combatteva più con
le sue forze: tanti preti, tante suore,
fedeli obbedientissimi, folle di cristiani pronte ad un cenno del loro
pastore... Oggi queste cose sono finite, le forze scarseggiano e dobbiamo cominciare a preparare una
buona tattica cedendo magari qualcosa (come fece quell’amministratore!) e cominciando a farci alleati
quelli che ci stanno nel cammino.
Non ci viene chiesto di “abbassare
il tiro” perché non ce la facciamo
più, ma di non avere il “grilletto facile” col rischio di sbagliare mira.
Penso che la sfida che attende la
Chiesa d’oggi non sia tanto quella
della nuova evangelizzazione quanto piuttosto quella dell’umiltà, di
quella virtù che ci fa capire (volenti o nolenti) che il mondo è ancora...
dei furbi!
Don Federico De Bianchi
A SACILE: Conferenza
sul testamento biologico
G
iovedì 27, alle 20.45 a palazzo Flangini a Sacile, si tiene l’incontro “Il
testamento biologico”. Relatori saranno
il bioeticista Gian Antonio Dei Tos (nella
foto) e l’avvocato Paolo Moro. Organizza
l’associazione Scienza&Vita di Sacile in
collaborazione con le sedi di Vittorio Veneto e Pordenone del Movimento per la vita.
SABATO 29 A SUSEGANA:
Riprende la “Peregrinatio Mariae”
D
opo la pausa estiva,
culminata con i festeggiamenti dell’Assunta, festa
principale per il santuario della Madonna dei Miracoli di
Motta, riprende la “Peregrinatio Mariae”. Il pellegrinaggio nelle parrocchie della diocesi riprenderà sabato 29 settembre, quando l’immagine
storica della Madonna lascerà la cripta con destinazione Susegana, per fare tappa nelle parrocchie della
forania La Colonna. Per Ognissanti e la commemorazione dei defunti la Madonna farà tappa nella parrocchia di Negrisia in diocesi di Treviso. Il mese di novembre, infine, ad ospitare la Madonna sarà la forania di Sacile. (MG)
AZIONE CATTOLICA: Giovedì 27 tre
incontri con responsabili ed educatori
L
L’ESEMPIO DEL BUON SAMARITANO
O
gnuno di noi è portatore di una identità irriducibile che lo rende diverso dall’altro. La “diversità” nasce sempre da
un confronto. A volte la percepiamo come netta e ci inquieta.
È quello che è accaduto
a me quando ho incontrato
la realtà dell’Opera della
Provvidenza di Sant’Antonio di Sarmeola. C’ero già
stato anni fa, ma per un tempo talmente breve che non
avevo avuto modo di entrare nella sua vita grondante
di umanità. Ora il tempo è
stato più lungo, ma ancora
troppo breve perché si potesse stabilire un’empatia
piena. Eppure i sentimenti
provati sono stati fortissimi
e ben definiti.
Il contatto con persone
segnate dalla disabilità fisica e mentale ha destrutturato le mie certezze, mi ha
scoperto fragile ma allo
stesso tempo desideroso di
La gioia di farsi
prossimo
mettermi in gioco.
La paura e l’inadeguatezza hanno lasciato presto
il posto alla gioia dell’accogliere e del sentirsi accolti
e allo sforzo difficile di mettersi nei panni dell’altro.
Questo è stato
reso possibile dall’essere in
relazione,
una relazione fatta
di sguardi e di non verbale,
di sorrisi inattesi e di carezze.
E così si impara a essere accanto e a servire.
Vedi concretizzate quelle icone evangeliche del
Buon Samaritano che ha
compassione di uno sconosciuto e se ne prende cura e del Buon Pastore che
conosce le sue pecore una
ad una e le conduce su strade sicure che lui stesso percorre.
Non è semplice farsi
prossimo secondo modelli
così alti: intervengono il timore di mettersi in discussione e di
violare l’altro, il pregiudizio, la
difficoltà
nel sintonizzarsi su
forme di
comunicazione diverse dalle solite. Perciò questa diversità sconvolge.
Ma si apprende anche,
in un rapporto continuo
che rende possibile la fiducia e l’affidamento, ad ascoltare senza precomprensioni, a donare con umiltà, a non attendersi gratificazioni.
Sono tornato arricchito
Sarmeola ha
destrutturato le
mie certezze
dall’esperienza vissuta all’Opsa: più rispettoso dell’Altro in generale, più attento ai bisogni e alle richieste altrui, più capace di
guardare oltre.
E ancora una volta quello che ho ricevuto è stato
infinitamente di più di quello che ho dato. Sono stati,
infatti, loro, i “diversi”, a donare con generosità, come
il Buon Pastore, e a farlo in
abbondanza.
Ho capito, infine, che si
può imparare a servire se si
hanno occhi attenti a vedere sulle nostre strade “da
Gerusalemme a Gerico”
tutti quei prossimi bisognosi di aiuto che ci implorano di non passare oltre o
dall’altra parte ma di avere
compassione e di spendere
tempi ed energie che non
saranno mai sprecati.
Gaetano de Biase
a presidenza diocesana di Azione cattolica giovedì 27, alle 20.30, incontra i responsabili e gli educatori delle parrocchie per un ascolto della realtà, la
presentazione dei sussidi per i settori e il calendario associativo del prossimo anno che vedrà, tra le altre cose, il cammino verso la XIII assemblea. Per favorire la
partecipazione di tutti, sono stati previsti tre luoghi d’incontro: Casa Toniolo a Conegliano; la sala parrocchiale in piazza Duomo 8 a Sacile; il patronato Don Bosco a
Motta di Livenza.
SCUOLA DI TEOLOGIA: Sabato 22
l’avvio delle lezioni
È
fissato per sabato 22 alle 15 l’inizio delle lezioni
della Scuola di teologia della diocesi per l’anno
scolastico 2007/2008. Per informazioni: 0438-948443 o
www.seminario-vittorioveneto.it/scuolateologica.
FACOLTÀ TEOLOGICA DI PADOVA:
Iscrizioni entro il 27 settembre
C’
è tempo fino al 27 settembre per iscriversi ai diversi percorsi formativi proposti dalla Facoltà
teologica del Triveneto, l’istituzione con sede centrale a
Padova e sedi affiliate in tutto il territorio delle tre regioni del Nord-Est. Numerose le possibilità di formazione: dal ciclo istituzionale di cinque anni, che porta al
Baccalaureato, alla licenza in teologia pastorale, al dottorato, al percorso “3+2” proposto dagli Istituti superiori di scienze religiose (Issr). Per informazioni contattare la segreteria della Facoltà teologica del Triveneto, dal
lunedì al venerdì ore 9.30-12.30, telefono 049-664116, email [email protected], www.fttr.it.
A VITTORIO VENETO: Riprendono
i “Martedì della Parola”
R
iprendono i “Martedì della Parola”: prossimo appuntamento martedì 25 alle 20.30 alla casa di spiritualità in Castello vescovile a Vittorio Veneto.
OSPITI DI SALAM SHALOM
L’Italiopoli di
Beha e Silver
“S
alam Shalom” a
Caneva e Sacile,
speriamo non solo nell’ultima settimana di settembre,
quando ben quattro “incontri di civiltà” della rassegna
omonima fanno tappa nei
due comuni, aprendo un
ventaglio ampio e variegato
di approfondimenti. Il primo
appuntamento è venerdì 21
alle 21 al parco di Villa Frova, a Stevenà, con il concerto della Maxmaber Orkestar, nata a Trieste nel 2003,
che si esibirà in musiche popolari balcaniche. Sempre a
Stevenà, nella centrale Enel,
avrà luogo il secondo incontro, “Come resistere nella palude di Italiopoli”, domenica 23 alle 18. Il giornalista Antonio Bacci dialogherà con Oliviero Beha
(che per primo ha denunciato il marcio nel mondo
del calcio), affondando la lama nelle piaghe italiane, in
“un potere barricato in un
residence privo di cultura,
che sostituisce la realtà con
la sua rappresentazione televisiva”. Al centro di “Salam Shalom” ci sono sempre e comunque i giovani: li
incontreranno al Teatro
Ruffo di Sacile, lunedì 24 alle 10, sul tema “Lezioni di
MIANE:
Concerto
per Art&Musica
È
la chiesa di Miane
ad ospitare il prossimo appuntamento della
rassegna itinerante di concerti per organo, coro,
strumenti ed esposizioni
di arti visive “Art&Musica”. L’iniziativa di Giogaia
prevede per venerdì 21 alle 21 il concerto per organo del musicista coneglianese Remo Barazza. L’evento musicale coinciderà
con la chiusura della mostra di vetrosculture dell’artista veneziano Alessandro Cadamuro. Il successivo appuntamento
sarà ad ottobre a Tovena.
legalità in una società che
non rispetta più le regole”,
Silver (l’autore del celebre
fumetto Lupo Alberto) e
Gherardo Colombo, ex pubblico ministero di “Mani pulite” che da qualche tempo
ha lasciato la magistratura
per dedicarsi ai giovani e instillare in loro il concetto di
legalità. Sempre al Ruffo lunedì 24 alle 20.45 Colombo
parteciperà anche al dibattito “Siamo tutti un po’ illegali”, con Olindo Canali, sostituto procuratore della Repubblica al Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto
(Messina) dove è arrivato,
su sua domanda, il 22 maggio 1992, giorno prima della strage di Capaci; Felice
Lima, giudice del Tribunale
di Catania che negli anni ’90
ha condotto importanti inchieste sui rapporti tra mafia e potere politico ed economico; Bruno Tinti, procuratore aggiunto presso la
Procura di Torino che si occupa di reati finanziari. Ha
detto Gherardo Colombo:
«L’indifferenza e il conformismo dilaganti costituiscono una piaga sociale che
facilita l’insinuarsi dell’illegalità».
Maria Pia Arpioni
MASERADA SUL PIAVE
Sabato 22, alle 21 all’auditorium San Giorgio, nell’ambito della terza edizione della Fiera per un’economia di giustizia “Quat-
Sabato 22 il
Duo Strawinsky
suona Schubert
a Follina
P
enultimo appuntamento con “Concerti in Altamarca 2007”, il
festival internazionale di
musica da camera organizzato dall’associazione
culturale Quadrivium fra
le abbazie, le ville e i castelli tra le colline del prosecco. Sabato 22 all’antico
refettorio dell’abbazia di
Santa Maria a Follina si esibirà il Duo Strawinsky.
Alle 20.45, infatti, è in programma la serata dal titolo “Un flauto... all’Opera”
che prevede l’esecuzione
di musiche virtuosistiche
di autori vari. L’ingresso al
concerto è di 10 euro (intero), 7 (ridotto per under
25), 2 (ridotto per studenti dell’istituto musicale
“Michelangeli” di Conegliano e degli istituti musicali dei comuni sede del
festival). L’ultimo appuntamento con il festival avrà
luogo, sempre all’antico
refettorio dell’abbazia di
Santa Maria, venerdì 28. Il
tema del concerto sarà
“Serata Schubert”: sulle
musiche del viennese
Franz Peter Schubert si esibirà il Gubbio Festival
Ensemble con Francesco
De Zan al pianoforte.
VITTORIO V.: Da venerdì 21
il Concorso nazionale di violino
P
rende il via venerdì 21 a Vittorio
Veneto la 28ª edizione
del Concorso nazionale
biennale di violino con le
rassegne d’archi “Mario
Benvenuti” comprendenti la 43ª Rassegna nazionale per violinisti studenti. Il concorso è organizzato da Comune, Regione, Provincia, Fondazione Cassamarca e Emcy. Il concerto di apertura
si terrà venerdì 21 alle 21 al teatro Da Ponte con il
quintetto d’archi dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia di Roma. Il concorso proseguirà fino a sabato 29. Quel giorno, infatti, è prevista la prova finale con l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta
da Daniele Giorgi e la proclamazione del vincitore
del Concorso nazionale di violino.
TEATRI: Gli spettacoli della
settimana da Fregona a Conegliano
FREGONA Sabato 22, alle 17 al centro sociale,
“Storie di lupi” allestito dalla compagnia Alberto De
Bastiani nell’ambito della
rassegna “Burattini e marionette”. Ingresso libero.
FESTIVAL
tro passi per un mondo migliore” la compagnia Alma
Rosé presenta “Mapu. Terra. Appunti per un’inchiesta sulla Terra”. Ingresso
12 euro, ridotto 10.
COSTA DI VITTORIO VENETO Sabato 22, alle 15.30
alle ex scuole elementari,
il Collettivo di ricerca teatrale presenta “Storie dello spaventapasseri”.
MASERADA SUL PIAVE
Domenica 23, alle 17 all’auditorium San Giorgio, “Gente come uno.
C’era una volta un Paese
ricco e ora non c’è più” di
e con Manuel Ferreira.
Ingresso 12 euro, ridotto
10.
CONEGLIANO Giovedì
27, alle 17.30 alla sala
Informagiovani, Corrado
Cipriano legge “Episodi
danteschi: i seminatori di
discordie”. Presentazione
e commento di Carmelo
Ciccia. Ingresso libero.
La scrittrice
sepolta a
Pieve di Soligo
al centro di un
programma di
rivalutazione
che impegna
anche
il Comune
E
milia Salvioni,
prima scrittrice
di una “galassia
sommersa” che Antonia
Arslan intende riportare alla luce.
Una giornata di studio
al Festival della Letteratura di Mantova il 5 settembre ed un incontro a Susegana il 16 settembre, nell’ambito della Mostra nazionale della piccola e media editoria “Libri in cantina” hanno permesso di fare il punto su una scrittrice, la pievigina Emilia Salvioni, appunto, che pur avendo pubblicato per Mondadori, vinto premi letterari e diretto una collana di
libri al femminile per la
Cappelli, non riuscì mai ad
affermarsi completamente sulla scena della cultura
nazionale.
«Abbiamo voluto buttare il cuore oltre l’ostacolo
con un progetto che è una
speranza ed una proposta
– spiega la scrittrice Antonia Arslan –. In generale
l’idea è quella di riscoprire
quella galassia sommersa
di autrici italiane di ieri e di
oggi di cui si ignora l’esistenza, ma che sono di
grande valore. E si è cominciato con Emilia Salvioni, una donna che scriveva per narrare ciò che di
solenne e di minimo le stava intorno, per dare ai suoi
lettori il senso della gioia e
della fatica di esistere».
Ascritta all’area delle
scrittrici cattoliche, Emilia
Salvioni, nata a Bologna
nel 1895, è stata in realtà una figura inquieta, che
spesso si è interrogata sulla giustezza della morale a
cui era ispirata la sua educazione di ragazza rimasta
precocemente orfana della madre. Una scrittura colta e semplice allo stesso
modo caratterizza i suoi romanzi; una capacità di trasmettere emozioni che nascono dalla quotidianità
davvero rara; un’ambientazione dei romanzi in cui
il lettore della provincia si
riconosce, e ancor di più si
riconoscono i lettori di Pieve di Soligo, dove Emilia
ha soggiornato a lungo e
dove è sepolta dopo la mor-
te che l’ha colta nella natia
Bologna il 4 giugno 1968.
Con la donazione di
moltissimi documenti (lettere, minute, cartoline, fotografie, i dattiloscritti originali dei romanzi ed anche un inedito) al comune
di Pieve di Soligo, da parte di Amalia e Maria Corrà
e da Emilietta Schiratti,
nella biblioteca civica è nato il “Fondo Salvioni”.
Il progetto di valorizzazione della scrittrice pievigina ha così un punto fermo proprio nella documentazione depositata in
un apposito spazio della biblioteca, ma è la ripubblicazione di tre opere della
Salvioni (“Angeliche colline”, “Lavorare per vivere”
e “Carlotta Varzi S.A.”) a
rilanciare prepotentemente la figura della Salvioni.
Si accorgono di lei le donne dell’Aidda, l’associazione delle donne imprenditrici e dirigenti d’azienda
che rimangono incantate
dalla figura di Carlotta,
protagonista del romanzo
riedito nel 2006 da Canova.
Antonia Arslan ha proposto al Festival della letteratura di Mantova di occuparsi della “galassia
sommersa” e così da quest’anno, unitamente ad
Aidda, una giornata viene
dedicata alla scrittura femminile e ad una autrice (nel
2007 sarà una scrittrice to-
scana). Anche a Susegana,
nell’ambito di “Libri in cantina”, Emilia Salvioni è stata protagonista con l’intervento del professor Carlo
Caporossi (all’ultimo momento Arslan è stata impossibilitata ad intervenire) e l’interpretazione di alcune letture da parte dell’attrice Nicoletta Maragno.
«Emilia Salvioni e tante
altre scrittrici italiane che
hanno pubblicato tra Ottocento e Novecento sono
più conosciute in America
che in Europa – spiega
Siobhan Nash-Marshall,
docente al Manhattanville
College negli Usa –. Le nostre università hanno prodotto numerose ricerche
sulle scrittrici italiane e sono oggetto di studio da parte dei nostri allievi».
Da parte sua l’amministrazione comunale di Pieve di Soligo è ben decisa a
valorizzare la figura di Emilia Salvioni e presto darà
alle stampa un altro romanzo.
«Sarà il comitato scientifico presieduto dalla professoressa Arslan a decidere quale opera di Emilia
Salvioni ripubblicare – osserva l’assessore alla Cultura di Pieve di Soligo Luisa Cigagna –. Al momento
l’orientamento è per “Danaro”, edito a suo tempo
da Mondadori».
Antonio Menegon
Domenica 23 settembre 2007
17
IL RICORDO DI DON GIORGIO MASCHIO TOCCA SERRAVALLE E LENTIAI
U
È in diocesi un
Benedetto XV, il papa itinerario
tizianesco
che sognava la pace L
n Benedetto XV
straordinario, e
per molti versi inedito,
quello presentato da
don Giorgio Maschio
(nella foto), arciprete a
Portobuffolè nonché
professore dello Studio
teologico. L’occasione,
il “Fuoridisera” dello
scorso 13 settembre, a
Ceneda, sotto la Loggia
del Museo della Battaglia, dedicato quest’anno
dall’associazione
“Sintesi&Cultura” ai
“Grandi uomini tra il
dramma della guerra e
il sogno della pace”. Il
sogno della pace lo coltivava in particolare il
genovese Giacomo Dalla Chiesa, che diventa
papa con il nome di Benedetto XV un mese dopo lo scoppio della
Grande Guerra. Il 24
maggio 1915 si butta
nella mischia anche l’Italia. Evento che il papa
ha cercato in tutti i modi di scongiurare, anche
con trattative presso
l’Imperatore d’Austria
perché cedesse i territori contesi. «Con l’entrata in guerra dell’Ita-
I SACRI VOLTI IN VOLUME
È
di sicuro interesse l’opera editoriale della casa editrice Vallecchi che si propone di selezionare oltre 120 immagini dei “Volti di Cristo” (volume di 340 pagine, presentato in un cofanetto di plexiglass con serigrafia in oro sul coperchio). Uno sforzo non indifferente:
scelta iconografica iniziale, accordo con musei e collezioni di tutto il mondo e pubblicazione attraverso la speciale
tecnica di stampa con retinatura stocastica. La resa delle
immagini, inoltre, è valorizzata da riproduzioni spesso della stessa grandezza dell’opera originale, così da favorire
la lettura di ogni minimo particolare. Sono tre le sezioni
dell’opera: “L’idea del volto” che apre il volume; “Volti da
contemplare, volti da dipingere” e “Il volto si fa corpo”. La
prima comprende le raffigurazioni più antiche, la seconda le figurazioni devozionali di Cristo, la terza gli episodi
della vita, la passione e la morte, e i miracoli del Risorto.
MOSTRE
lia, la Santa Sede – ha
commentato don Giorgio
– si trovava politicamente
ad essere nel territorio di
uno stato belligerante e,
come tale, le rappresentanze della Germania e
dell’impero asburgico dovettero andarsene da Roma. Di fatto, la censura italiana controllava le comunicazioni da e per il
Vaticano, così come i
giornali vaticani: l’Osservatore Romano e la Civiltà Cattolica». Benedetto XV è l’uomo che più
d’ogni altro sottolineò “l’inutile strage” di “questa
lotta tremenda”. «Non a
torto l’opinione pubblica
si concentrò su quell’espressione – ha puntualizzato don Maschio –. E
su quella si manifestò il
fastidio delle potenze, che
nella guerra “risolutiva”“,
invece, avevano creduto
e ancora credevano». Era
inoltre concreto il perico-
VITTORIO V.:
Incontro
con Goisis
V
enerdì 28 nell’aula
magna dell’Itis di
Vittorio Veneto si terrà un
incontro della rassegna
“Scrittori editori a Nordest”. Alle 10.30 verrà presentato il saggio “Camminando lungo il crinale. Riflessioni su rischio, fuga e
paura” del filosofo Giuseppe Goisis (Università
di Venezia). Partecipano
l’autore, lo scrittore Marco Franzoso e il moderatore Cesare De Michelis.
VITTORIO VENETO Si inaugura domenica 23, alle 16.30
alla villa Rossa, la mostra della pittrice Gabriella Da Ros e dello scultore Natale D’Agostini. Orario (fino al 6 ottobre): festivi 1012.30 e 16-22, giovedì-sabato 16-20.
MOTTA DI LIVENZA Si inaugura sabato 22, alle 21 al palazzo La Loggia, la mostra di pittura di Lionello Trabuio. Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle
19.
SAN CASSIANO DI LIVENZA Chiude
domenica 23 a villa Varda la mostra “Luoghi
di transito” del pittore Dario Rosolen. Orario:
sabato 14.30-19.30, domenica 10-12.30 e
14.30-19.30.
TREVISO Si inaugura domenica 23, alle 10
a palazzo Bomben, la mostra “Vajont. Nuovo
paesaggio”. Orario (fino al 7 ottobre): tutti i
giorni 10-20.
SUSEGANA Chiude domenica 23 nella chiesa del Carmine la mostra “Verso una luminosa lontananza. Tra le pieghe del divino, in viaggio sulle orme di un uomo chiamato Ghilgames” del pittore di Ponte della Priula Andrea
Sossai. Orario: venerdì 16-20.30, sabato e domenica 9-12 e 14-21.30.
del Seminario vescovile), anch’esso aperto per
l’occasione.
La visita è gratuita e
ve la consigliamo anche
al di fuori dell’evento espositivo bellunese, quale opportunità appetitosa e insolita per scoprire
tesori più o meno nascosti del nostro patrimonio
storico-artistico.
Ecco gli orari di apertura: le chiese saranno
visitabili il venerdì
(14.30-17), il sabato (1012 e 14.30-17) e la domenica (14.30-17); il Museo diocesano aprirà invece la domenica (14.3018).
“Madonna della Misericordia” di Marco Vecellio
TIZIANO, L’ULTIMO ATTO NEL BELLUNESE
S
i è aperta a Pieve di
Cadore e a Belluno
la tanto attesa esposizione
“Tiziano. L’ultimo atto”, capolavori autografi realizzati
nell’ultimo ventennio di vita
(1556-1576). Un Tiziano in
malinconica meditazione,
che tende verso una pittura
tarda dagli echi manieristi,
seppure sempre animata dai
suoi insuperabili guizzi di luce e di colore: un Tiziano
che sorprende, mettendo in
discussione se stesso e la
sua antica fiducia, tutta ri-
nascimentale, di trasmutare
la materia in immagine preziosa, come documentano i
bellissimi capolavori esposti
dell’“Ecce Homo”, di “Venere e Cupido con cagnolino e
pernice”, dell’“Ultima cena”
e di “San Giacomo camminatore”. Una mostra di ricerca, di scavo, di ricontestualizzazione storico-artistica,
che affianca all’indagine sui
processi creativi la riscoperta del Tiziano privato, grazie
all’interessante appendice
diaristico-epistolare e al ric-
PIAVON Fino al 7 ottobre
a Ca’ Lozzio è aperta la mostra di Erio Baracchi. Orario:
mer.-domenica 10-12 e 15-24.
vembre solo su appuntamento.
CONEGLIANO Si inaugura venerdì 21, alle 18 alla casa museo G. B. Cima, la mostra
“I particolari delle opere di Giambattista Cima visti da Mario Vazzoler”. Orario (fino al
28 ottobre): martedì-venerdì 15.30-19, sabato e festivi 10.30-12.30 e 15.30-19.
VITTORIO VENETO Si inaugura domenica 23, alle 11 allo studio Exitarte, la mostra di Michelangelo Penso. Fino al 17 no-
lo di soffiare sugli ammutinamenti in corso.
1918, ottobre, fine della
Grande Guerra. «Il papa,
davanti alle terribili conseguenze per i civili, organizza una vasta rete di
soccorsi, mobilitando anche i vescovi Usa, specialmente per bambini
affamati del centro Europa» ha ricordato infine
don Giorgio. A Costantinopoli, nel 1919 i Turchi
gli eressero una statua,
malgrado egli fosse ancora vivente, con la scritta: “Al grande Pontefice
della tragedia mondiale,
Benedetto XV, benefattore dei popoli, senza distinzione di nazionalità o
religione, in segno di riconoscenza, l’Oriente”.
Un simile riconoscimento, assolutamente laico
come si direbbe oggi,
Benedetto XV non se lo
poteva attendere in Europa.
“Fuoridisera” si concluderà giovedì 27 alle
20.30 con la relazione di
Lorenzo Cadeddu su
“Cadorna e Diaz, due capi a confronto”.
Mario Sanson
a mostra “Tiziano.
L’ultimo atto”, aperta a Belluno (palazzo
Crepadona) e a Pieve di
Cadore (palazzo della
Magnifica Comunità di
Cadore) fino al 6 gennaio
2008, comprende ben
cinque itinerari di visita
alla scoperta di numerose opere del maestro e
della sua bottega sparse
tra Bellunese e Trevigiano e volutamente mantenute per l’occasione nel
loro contesto originale.
Il primo itinerario
coinvolge direttamente
la nostra diocesi. I siti interessati sono la chiesa
di Santa Maria Nova a
Serravalle, che conserva
il dipinto dell’Assunta, eseguito dal maestro e
bottega, la Pieve di
Sant’Andrea di Bigonzo,
con due opere di Marco
Vecellio, l’arcipretale di
Lentiai, con il suo polittico, attribuito a Tiziano
e bottega, e la parrocchiale di Castello Roganzuolo, per la quale il
maestro eseguì il celebre
trittico con la Madonna
con il Bambino e i santi
Pietro e Paolo. Quest’ultimo si trova oggi al Museo diocesano “Albino
Luciani” (ultimo piano
ILLEGIO Fino al 30 settembre alla casa
delle esposizioni è aperta la mostra “Apocalisse. L’ultima rivelazione” con cento capolavori. Orario: martedì-domenica 10-19. Ingresso: intero 7 euro, ridotto (anche per religiosi
e gruppi parrocchiali) 4,5, scolaresche 3.
VITTORIO VENETO Fino al 7 ottobre
all’ex Ghetto ebraico la mostra “Carlo Ciussi”. Orario: giovedì-sabato 17-19, domenica
15-19.
PORTOBUFFOLÈ Fino al 7 ottobre a Casa Gaia da Camino è aperta la mostra di Mario Pauletto “Studi, prove e scarti d’atelier”.
Orario: feriali su appuntamento (telefono 0422850020), sabato-domenica 10-12.30 e 15.3019.30.
VENEZIA Fino al 7 ottobre al museo Correr è aperta la mostra “Enzo Cucchi”. Orario:
10-19 (chiusura biglietteria alle 18).
VENEZIA Fino al 7 ottobre a palazzo Fortuny è aperta la mostra “Artempo”. Orario:
mercoledì-domenica 10-18 (la biglietteria chiude alle 17). Biglietti: intero 8 euro, ridotto 5.
MESTRE Fino al 14 ottobre al Centro culturale Candiani è aperta la mostra “Iran. Gente strade paesaggi” con le fotografie di Abbas
Kiarostami, Riccardo Zipoli e 56 autori persiani contemporanei. Orario: lunedì-venerdì 1519, sabato-domenica 10-13 e 15-19.
CONEGLIANO Fino al 14 ottobre alla galleria L’Officina dell’arte di via Manin è aper-
co patrimonio bibliotecario
vecelliano, ammirabili a
Pieve di Cadore. “Tiziano.
Belluno. L’ultimo atto”, fino
al 6 gennaio 2008, Bellunopalazzo Crepadona e Pieve
di Cadore-palazzo della Magnifica Comunità di Cadore; orari: domenica-giovedì
dalle 9 alle 19; venerdì-sabato dalle 9 alle 20; costo del
biglietto 10 euro; informazioni allo 0437-940083; sito
web www.tizianoultimoatto.it.
Elena Pilato
ta la mostra personale di Luigino Ostet “Immagini del nostro tempo”. Orario: lunedì-sabato 16-19, festivi 10-12 e 16-19.30.
POSSAGNO Fino al 1º novembre è aperta al Museo gipsoteca canoviana la mostra “Il
principe Henryk Lubomirski come Amore”. Orario: martedì-domenica 9-19 (chiusura biglietteria alle 18). Biglietti: intero 7 euro, ridotto 4.
VICENZA Fino al 18 novembre alle gallerie di palazzo Leoni Montanari è aperta la
mostra “La rivoluzione dell’immagine.Arte paleocristiana tra Roma e Bisanzio”. Orario: martedì-domenica 10-18. Biglietto (mostra e gallerie): 5 euro, 4 ridotto.
MOGLIANO VENETO Fino al 18 novembre è aperta al Brolo Centro d’arte e cultura la mostra “Armando Pizzinato. L’uomo,
l’arte e la società (1950-1962)”. Orario: martedì-domenica 10-19.
e
L’AZiON
Curiosando
È DAVVERO IN CRISI IL MODELLO TRADIZIONALE?
Famiglia vera e scombriccolata
C
i si chiede se la
famiglia ha ancora senso. Rispondo affermativamente. È un’istituzione che
ha diciotto secoli di vita e,
pur considerando le mutazioni nel tempo, non ha
mai perso la sua importanza. È un grave errore
intorbidire la limpidezza
della famiglia “vera” con
un’esasperazione delle
ambiguità e l’accentuazione degli egoismi.
Non si tratta di ferma-
re il tempo o di negare una realtà sociale che è
sotto gli occhi di tutti,
quanto di salvaguardare,
con tutti gli strumenti
possibili, un’istituzione
che è considerata da una
percentuale altissima di
giovani il primo punto di
riferimento della propria
vita.
Tutti noi siamo portati a pensare che il modello familiare sia composto da padre, madre,
nonni, zii, cugini e così
FIGLIO E NIPOTE D’ARTE
Dario Salton,
l’artista della pietra
I
n Vallata, sulle colline e la montagna
a confine con Belluno,
affiorano qua e là,
com’è naturale, dei
massi e delle grosse
pietre. Di solito sono
un fastidio per chi usa
queste terre alte a prato, tuttavia la diversità
geologica di questo
materiale ha consentito a Dario Salton, 55 anni, di Cison di Valmarino di farsi un nome lavorando questi sassi fin
da bocia. Dario è, però,
figlio d’arte, giacché
nonno Antonio e papà
Ferruccio (i cosiddetti
“Pupi”) erano impresari edili, specialisti proprio nel lavorare e posare la pietra. Dario ha,
dunque, sempre spaccato
sassi, ma con mano d’artista, sicché oggi è l’unico, almeno in provincia di
Treviso, a modellare con
grande successo questa
materia povera e abbondante. Sue opere sono in
importanti case restaurate, e altrettanto importanti sono e sono stati i suoi
committenti, come del resto le sue presenze in televisione (in primis a “Sereno Variabile”, lo scorso
febbraio). Salton lavora a
Cison nel “Cortivo de Otimo”, dove vive ancora la
mamma Anna, 86 anni, dei
Buffon di Colle Umberto.
Qui, l’artigiano (ma è, come si diceva, un artista vero) scalpella dai massi e
dalle pietre stupendi sec-
via. È difficile pensare
che ci possano essere
due mamme, tre padri e
più nonni. Quest’ultima
famiglia “scombriccolata” ha rinunciato alla cultura della famiglia “vera”,
diffonde l’esperienza di
vita in un gruppo composto da persone diverse, sposate e non sposate, con figli in rapporto di
coppia oppure no, senza
figli. Oggi è possibile che
la stessa famiglia biologica di origine, e quindi
chiai, eleganti fontane e
tanti altri elementi d’abbellimento ma funzionali al vivere quotidiano. Salton usa specialmente il masegno (la trachite) e il fogher (la silice di Lago di Lago), le
pietre più note e più abbondanti della sua Vallata. Sua, a Cison, anche
la fontana dea Crosera,
che butta vino quando
c’è Artigianato Vivo.
Dario è sommerso dal
lavoro, ma qui ci vuole
calma. È lavoro di braccia, ma anche tanto di
testa, e oggi mancano
in special modo le vocazioni. Ma Dario non
dispera, giacché ha già
come apprendisti alcuni
nipoti e il compaesano
Federico di 8 anni.
Mario Sanson
I consigli del pediatra
a cura della dottoressa Nadia Padoin
DISTURBO TIPICO DELL’ETÀ
La “malattia da movimento”
L
a cinetosi o “malattia da movimento”
è un disturbo molto frequente nell’età pediatrica,
soprattutto in età scolare,
spesso presente in più
membri della stessa famiglia a dimostrarne una caratteristica trasmissione
genetica. Tende ad attenuarsi con il passare del
tempo, spesso scomparendo dopo l’adolescenza,
a volte però il problema continua anche in età adulta. È
dovuto ad una ipersensibilità delle strutture deputate
al controllo dell’equilibrio
situate nell’orecchio interno (apparato vestibolare)
che, quando il corpo è sottoposto a sollecitazioni rapide come quelle indotte
dal movimento, sollecita più
del dovuto il sistema nervoso neurovegetativo. Que-
sto, detto anche sistema
nervoso autonomo, può attivarsi in modo improprio e
produrre dei sintomi caratteristici. Di solito si manifesta in condizioni di movimento passivo, così che si
parla di mal d’auto, mal di
mare, mal d’aereo e anche
di mal di treno, ma può manifestarsi anche salendo
sulle giostre. I sintomi consistono in uno stato di ma-
le persone che la costituivano, possano cambiare lungo la vita e ritrovarsi in famiglie organizzate diversamente, oltre che composte da persone diverse.
Cerchiamo di vedere
insieme cosa sta cambiando rispetto alla tradizione nella famiglia veneta.
Cominciamo dalle relazioni. Credo si possa
tranquillamente dire che,
nel passato, non mancava
Paolino Causin
certo lo stare insieme e la
famiglia veniva considerata la guida alla propria
vita, un punto di riferimento sicuro e rassicurante. Oggi la vita sociale alimenta un individualismo esasperato che mal
si concilia con l’esigenza
del vivere insieme. «Siamo separati in casa – afferma Antonio di 18 anni
–. Fino all’adolescenza
sono stato parcheggiato
dai nonni, in asili e scuo-
le. Da adolescente è cominciato il distacco, entrambi i genitori lavorano, nel tardo pomeriggio
ognuno ha impegni con
diversi orari, il risultato
è che ci si vede sì e no
due volte al giorno».
Qualcuno
sostiene
che non è importante la
quantità delle comunicazioni ma la qualità. Spesso, troppo spesso, il poco tempo si trasforma in
conflitto e i componenti
della famiglia che vivono
insieme, legati dai valori
affettivi, diventano solo
un gruppo di persone
che abitano la stessa casa.
In conclusione si può
dire che un gradino fondamentale della scala del
benessere è l’aumento
delle relazioni positive intrafamiliari.
Dottor Paolino
Causin
L’atlante dei sapori
modesto, la stessa Vittorina. Si puliscono bene le quaglie, si mette una foglia di
salvia per ognuna, una fettina di lardo tagliata sottile
per rendere più morbida la
carne e la si mette dalla parte della schiena e quindi, si
infilzano sullo spiedo, stanomenica scorsa si è passeri, poi sono stati vie- do attenti che questo passi
conclusa la sagra di tati e abbiamo iniziato con bene per il centro del volaVillanova di Prata, dopo due le quaglie». La ricetta è tile («Altrimenti non si rosettimane di festeggiamen- semplice secondo Vittorina: sola bene!» ammonisce piti. Il titolo della manifesta- si prendono delle quagliet- gnola Vittorina). Per cuozione, esplicativo, recita te, salvia («con le foglie cerli, a fuoco dolce, si unge
“Sagra dei gusti e sapori”: strette e lunghe, non quel- la teglia con l’olio e si posaefficiente e di qualità lo l’altra che, invece, le ha lar- no gli osei dalla parte della
stand enogastronomico al- ghe, è diverso il risultato» schiena, si salano, una spollestito presso la sede della specifica), lardo a fettine verata di pepe, bacche di giPro loco, un ambiente sottili, burro, sale, pepe, o- nepro e un po’ di brodo, perché non asciughi troppo. A
confortevole e coperto. So- lio e bacche di ginepro.
no state servite le specialità
Il procedimento è lungo metà cottura, che dura cirdella zona, quali baccalà, e piuttosto complesso, co- ca un’ora e venti minuti, si
trippe, formaggio alla pia- me ammette, pur con fare girano, e verso fine cottura
si alza la fiamma aggiunstra e polenta e osei.
gendo un poco di vino. Per
Quest’ultimo piatto,
concludere si aggiunge umolto apprezzato, tanto
na noce di burro e si finida servirne un centinaio
sce la rosolatura.
a serata, è cucinato sotPer poter gustare poto l’attenta supervisione
lenta e osei è necessario ardella signora Vittorina.
rivare presto alla sagra: al«Abbiamo iniziato a farle otto i ghiottoni di queli 33 anni fa, qui a Villasto piatto sono già sazi!
nova – spiega –. Ma a
Francesco Benedet
quel tempo c’erano i Il gruppo dei cuochi di Villanova con Vittorina (a destra)
SAGRA DEI GUSTI E SAPORI
Poenta e osei alla
Vittorina: un successo
D
lessere generale con pallore, sudorazione fredda, ansietà cui seguono nausea e
vomito che può diventare
anche irrefrenabile. Il bambino piccolo, non ancora in
grado di descrivere i sintomi, dimostrerà il suo malessere diventando pallido,
agitato, piangendo, rifiutando il cibo e infine vomitando. Come prevenire questo disturbo?
1) Viaggiare con il bimbo legato nell’apposito seggiolino in modo che possa
guardare davanti a sé. Evitare che si muova per la
macchina: oltre a correre il
rischio di traumi in caso di
incidente, peggiorerebbe i
sintomi della cinetosi. Se
l’età lo consente, far sedere
il bambino sul sedile ante-
riore a fianco del guidatore.
2) Se sono almeno tre ore che non mangia fare un
piccolo spuntino prima del
viaggio e, durante il viaggio,
specie se questo è lungo, fare spuntini frequenti con
crackers, grissini o pane,
meglio senza bere, evitando lunghi periodi di digiuno.
3) Somministrare alimenti solidi, facilmente digeribili, evitando grassi e
frutta, bevande gassate e
succhi di frutta.
4) Evitare di leggere o di
giocare ai video giochi, inoltre evitare di guardare
dal finestrino laterale o di
fissare le onde o i punti in
movimento; guardare invece davanti a sé.
5) Evitare fattori come il
fumo, l’aria viziata, l’affollamento e il caldo, ad esempio delle sale comuni,
assicurarsi invece un continuo ricambio d’aria (finestrino semiaperto in auto o in treno, una passeggiata sul ponte se in nave,
l’aria delle bocchette di aerazione in aereo).
6) Cercare di distrarre
il bambino giocando o
cantando, ascoltando la
musica o la radio; il sonno
riduce di molto il disagio.
Come sempre non esiste una soluzione valida
per tutti e se il viaggio è
lungo e i sintomi accusati
dal piccolo di solito sono
importanti, bisognerà ricorrere ai farmaci, interpellando il pediatra prima
del viaggio.
e
L’AZiON
Domenica 23 settembre 2007
23
E CAMINO TENTA IL BIS
Cala il sipario su “Guarda che estate”
con una partecipazione record
e adesso aspettiamo le premiazioni...
Parata finale
G
ongggggg! Tempo scaduto: mercoledì 19 era l’ultimo
giorno utile per inviare a
L’Azione le foto per partecipare a “Guarda che
estate”, il concorso fotografico organizzato dal-
l’associazione Noi Vittorio Veneto con la promozione del settimanale
diocesano e la collaborazione della Pastorale
giovanile diocesana. In
queste pagine proponiamo una rassegna delle
ultime foto arrivate: molti si sono fatti vivi proprio in prossimità della
scadenza dei termini... e
così, con uno scatto finale alla Cipollini, il concorso supera il numero
di par tecipanti della
TUTTI AMICI A SANTA GIUSTINA
scorsa edizione, e fissa
il suo record. Che speriamo di battere con il
concorso 2008, per il
quale abbiamo già qualche ideuzza di cambiamento (ne avete anche
voi? Scrivetecele). Ora
invece è il momento della giuria: il direttore de
L’Azione don Giampiero
Moret, un giornalista
della redazione e un rappresentante della Manighetti Mg, ditta sponsor
dell’iniziativa, valuteranno le oltre cento foto
giunte. E presto annunceremo e pubblicheremo le vincitrici: alle parrocchie andranno i premi in materiale utile per
i prossimi grest.
U
T
ra le foto inviate dalla parrocchia di Chiarano per partecipare al concorso “Guarda che estate” c’è anche questa che raffigura i bambini del grest sotto il ten-
done.
amino, vincitrice di “Guarda che estate” edizione 2006, ci riprova. Tra le cinque che invia proponiamo questo scatto di Laura Battistella, così descritto: “Mettiamo sempre i bambini al primo posto... Questo sembrano dire Fabio ed Eros, due ex animatori del
grest rimasti però entrambi ‘nel giro’. Al centro Irene,
una delle partecipanti al grest più piccole”.
CISON / DIANA E MIRIAM COLLABORANO
U
no
scatto dal grest di
Santa Giustina. Didascalia: “Animatori e bambini in
un momento
affettuoso di
relax e di amicizia”.
CHIARANO / TUTTI SOTTO IL TENDONE
C
n’immagine dal grest di
Cison, scelta
perché “rappresenta lo
spirito collaborativo che
abbiamo cercato di sviluppare nei ragazzi”. Interpreti: Diana e
Miriam!
A COLLALTO NON SI DORME MICA
Q
ui grest di Collalto. Che ci fa questa ragazza... assorta? Leggi la spiegazione
della foto e capisci: “Alcune volte – scrivono da Collalto – ci si ferma a pensare se tutto ciò che noi facciamo abbia un senso... La vita ha un senso se glielo diamo
noi e fermarci a pensare ne vale la pena. Nel nostro grest ogni mattina tutti i ragazzi
facevano un momento di preghiera e riflessione... e Clarissa ne approfitta anche mentre prende il sole”.
24
Domenica 23 settembre 2007
COLFRANCUI: STRINGI I DENTI!
S’
GrandEstate
e
L’AZiON
A SAN FIOR PRIMA DI TUTTO SI GIOCA
D
intitola “Chi cerca trova” la foto che Valentina Martin ci spedisce da Colfrancui. Il motivo? Lo spiega lei stessa: “Per ottenere un buon risultato nella vita,
a volte bisogna lottare e stringere i denti”.
ue grestini che giocano al grest di San Fior. “Abbiamo cercato, quest’anno –
raccontano dalla parrocchia –, di dare più spazio al gioco organizzato e non,
perché i ragazzi potessero conoscersi meglio”.
LA MARGHERITA DI TEMPIO
NOI DI MESCHIO COLLABORIAMO
“I
l fior fiore dei nostri bambini in un’originale disposizione a margherita”, è la
definizione che la parrocchia di Tempio fornisce.
ODERZO/ È TEMPO DI PIZZA
I
n questa foto scattata durante il gioco dell’oca “Il senso di condivisione e di affetto che abbiamo potuto constatare durante le due settimane di Attività Arcobaleno”. Provenienza: parrocchia di Meschio.
COLFOSCO: VAI CHE MI TUFFOOOO...
U
na
delle cinque ricevute dalla
parrocchia
di Colfosco.
Didascalia:
“Pronte per
il super tuffo:
una delle nostre giornate
in piscina!”.
“L
aboratorio cucina al grest di Oderzo: è il momento delle pizze e c’è chi ha una fame da lupi! I bambini, guidati da mamme e animatori, si improvvisano
cuochi e preparano una deliziosa merenda per tutti i bambini del grest”.
Domenica 23 settembre 2007
TELE
comando
IL ROTOCALCO “TV7” È UN BUON ESEMPIO DI SERVIZIO
PUBBLICO. IL PROGRAMMA DI RAIUNO È CONDOTTO DA RIOTTA
L’informazione che si capisce
D
a qualche tempo Raiuno si
sta
riappropriando del ruolo di servizio pubblico grazie a
programmi come “Tv7”,
il rotocalco sui principali
fatti di cronaca della settimana (venerdì, 23.10
circa). La rubrica, nata
nel lontano 1963, fu abbandonata per tanti anni
e poi ripresa nel 1995. Ma
solo nell’ultimo anno è
riuscita ad imporsi all’attenzione del pubblico. Il
merito è del conduttore e
direttore del Tg1 Gianni
Riotta (nella foto in basso), che ha realizzato un
programma davvero ben
fatto. La trasmissione lo
vede come protagonista
misurato ed attento, sia
nell’intervistare (spesso
in esclusiva) gli ospiti e
sia nel presentare le notizie, che i giornalisti della
redazione approfondi-
scono con diversi servizi
filmati. In particolare, la
trasmissione è composta
da un argomento principale (ad esempio di natura politica, economica o
religiosa), che Gianni
Riotta approfondisce in
studio anche come moderatore di un dibattito
con i suoi ospiti in esterna, e da altri temi, affron-
tati con inchieste e servizi curati dai suoi redattori (David Sassoli, che a
volte sostituisce Riotta alla guida del programma,
Marco Franzelli, Barbara
Modesti, Fabio Massimo
Rocchi, Paolo Giani).
Così la trasmissione è
piuttosto varia, ma non
per questo dispersiva, anche perché gli argomen-
ti proposti, siano politici o
religiosi, culturali o sportivi, sono pochi (al massimo cinque o sei). Inoltre, la durata del programma, circa un’ora,
consente un valido ed equilibrato modo di fare
informazione. Del resto
sappiamo quanto siano fastidiose le divagazioni,
come i gossip e la superficialità di certa televisione.
Invece “Tv7” offre
al pubblico la possibilità di capire realmente le notizie più
importanti della settimana, proponendole in modo chiaro
e sintetico. Il rotocalco indaga sui fatti del giorno, anche
quelli più scottanti,
mettendo sempre a
confronto pareri diversi e dando a tutti
la possibilità di e-
25
di Gianfranco Da Re
SABATO 22
Raiuno, 17.15, A sua
Conduce
Andrea Sarubbi.
Radio 24, 20, Möbius.
Scienza e tecnologia.
Conduce Federico Pedrocchi.
Raiuno, 0.50, Alta fedeltà. Film commedia
con John Cusack.
immagine.
sprimersi. Pensiamo alle
recenti polemiche sui lavavetri, ai delitti dell’estate accompagnati dalla
curiosità morbosa di certi giornalisti, oppure agli
Organismi geneticamente modificati (i discussi alimenti Ogm), al caos negli aeroporti o agli incendi. In questi, come in altri casi, i giornalisti di
“Tv7” danno spazio a politici, a esperti, come a
semplici cittadini. Così
l’informazione si arricchisce di tanti contributi
ed il pubblico può comprendere la realtà da diversi punti di vista.
Ecco
quindi
che
l’informazione riflette un
fondamentale bisogno di
democrazia, che fa crescere i cittadini e li tiene
lontani dalle ideologie e
dai falsi miti.
Guglielmo Masetti
Zannini
DOMENICA 23
Italia 1, 7, Motociclismo. GP del Giappone.
Raidue, 10.05, Ragazzi c’è Voyager. “La piramide di Cheope”. Di e
con Roberto Giacobbo.
Italia 1, 20.40, Heroes. Telefilm con Santiago Cabrera.
Rete 4, 0.25, The
Company. Film musicale di Robert Altman.
LUNEDÌ 24
Raitre, 15.15, Campionati europei di basket femminile. ItaliaRussia.
Raidue, 20, 7 vite.
Sit-com con Luca Seta.
Raidue, 23.50, La
storia siamo noi. Giovanni Minoli intervista
Farouk Kassam.
MARTEDÌ 25
IN ONDA IL GOVERNATORE
GALAN, IL MINISTRO BONINO
E MONS. PASCAL N KOUÈ
L
a Regione Veneto è
più “virtuosa” del
Friuli Venezia Giulia, ha costi della politica inferiori. Il
presidente della giunta, il
presidente del consiglio, il
consigliere comunale costa
il 34% in meno. E minore,
quindi, è il costo che ogni abitante del Veneto deve affrontare per pagare i suoi
politici. Quanta ragione ha
Beppe Grillo di protestare
contro la politica? Dovrebbe
per lo meno distinguere,
considerati i diversi trattamenti tra le regioni. Di questo e di altro si è parlato con
il governatore Giancarlo
Galan, in un’intervista che
Radio Palazzo Carli metterà
in onda sabato 22 alle 10.30
e domenica 23 alle 9.30 nella rubrica Settimana Rpc,
curata da Antonio Rizzello
e Francesco Dal Mas. In trasmissione anche il ministro
per il Commercio con l’estero Emma Bonino, che
spiega l’accordo sull’internazionalizzazione delle imprese della regione. Lunedì
24 alle 15.30 e martedì 25
alle 18.30 va in onda l’intervista a monsignor Pascal
n Kouè, vescovo della diocesi di Natitingou in Benin,
da tempo legata alla nostra
con rapporti di collaborazione e solidarietà. A Linea
azzurra Spazio Scuola,
trasmissione di Titti Burigana in onda martedì 25 alle 17.15 e, in replica, sabato
29 alle 9.45, gli ascoltatori
potranno ricevere informazioni sui testi della scuola
media ascoltando poesie e
narrativa con l’alunna Fulvia (seconda media). Si invitano tutte le scuole a partecipare al programma con
ricerche, interviste e proposte da presentare alla sede di Radio Palazzo Carli
(piazza Duomo 7 Sacile) o
al numero telefonico 0434781477.
Radio Deejay, 10,
“IO NON SONO QUI”,
BOB DYLAN IN SEI
INTERPRETAZIONI
C
he cosa si può fare per raccontare una personalità complessa, senza perdersi nei labirinti della psicoanalisi? Seguire
uno spunto che dà l’uomo se dice che quando si sveglia al mattino è una persona e che
quando si corica alla sera sarà una persona
diversa, che in lui sono sempre presenti passato, presente e futuro, e rappresentarlo con
sei attori diversi. È così che Todd Heynes costruisce il ritratto, autorizzato, di Bob Dylan,
nel film “Io non sono qui”, nel quale nessuno degli interpreti usa il suo nome. I diversi
aspetti della personalità di Dylan si sovrappongono, come i periodi della sua vita, il colore si alterna al bianco e nero. Si incomincia con il ragazzo nero Woody (Marcus Carl
Franklin), poi c’è il cantante folk Jack Rollins
(Christian Bale), il divo del cinema Robbie
(Heath Ledger) che non riesce a tenere il legame con la pittrice Claire (Charlotte Gainsbourg), e il musicista Jude (una strepitosa
Cate Blanchett) in tournée a Londra, preso
a fischi per aver abbandonato la musica acustica, e insofferente delle domande insidiose dei giornalisti. Si aggiungono il poeta
Rimbaud (Ben Whishaw), uno dei suoi ispiratori, e Billy the Kid (Richard Gere), in ricordo del film di Sam Pechinpah per il quale Bob Dylan scrisse una memorabile colonna sonora. (GDR)
LIBRI E FILM AGLI
“INCONTRI DELLA
STANZA GIALLA”
L
unedì 24 parte la quarta edizione di
“Incontri della stanza gialla”, rassegna di incontri con l’autore con proiezione
di film organizzata dalla Libreria Fenice di
Vittorio Veneto. Lunedì Susanna Mati, filosofa pistoiese, presenta la sua opera “Ninfa
in labirinto. Epifania di una divinità in fuga”,
un excursus in cui si susseguono momenti
filosofici e luoghi poetici che tratteggiano il
carattere inafferrabile della ninfa. Seguirà
alla Bottega d’arte Renoir la proiezione del
film di Stanley Kubrick “Lolita”.
Il 1º ottobre il giornalista Roberto Borin
presenterà il suo libro “Caccia al vampiro”,
guida atipica per un viaggio molto particolare nell’Est Europa, cui seguirà nella Bottega d’arte Renoir il film parodia di Roman
Polanski “Per favore... non mordermi sul
collo!”. Il 15 ottobre il giornalista Roberto
Ferrucci sarà presente con il suo ultimo libro “Cosa cambia”, edito da Marsilio, romanzo reportage di denuncia di quanto accadde al G8 di Genova nel 2001.
L’ultimo appuntamento avrà luogo martedì 23 ottobre con Maria Tasinato, filosofa
padovana, che presenta “Passeggiando con
la mimesis. Illusione teatrale tra antico e
moderno”, edito da Ombre Corte. Gli incontri in Libreria Fenice iniziano alle 20.45.
L’ingresso è libero.
“HAPPY ENDING SUMMER” A SARMEDE
L’
invito per venerdì 21 e sabato 22
è alla prima edizione di “Happy
ending summer-Attraverso gli anni ’70”
organizzata dalla Pro loco e dal Comune di Sarmede come omaggio ai grandi
cantanti stranieri del periodo. All’aper-
to in piazza Roma, con ingresso libero,
dalle 21 venerdì suoneranno “Still Life
Project” e “Lupus in Fabula” e sabato
“Black Dogs” ed “Electrical Breath”. È
prevista l’esposizione di prodotti musicali.
Deejay chiama Italia.
Con Linus e Nicola Savino.
Raidue, 21.05, Criminal Minds. Telefilm con
Joe Mantegna.
MERCOLEDÌ 26
Radiouno, 15.05, Ho
perso il trend. Con Ernesto Bassignano ed Ezio Luzzi.
Italia 1, 19.10, Camera cafè. Sit-com con Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu.
Raiuno, 21.10, Giuseppe Moscati. Miniserie con Beppe Fiorello.
La7, 21.30, L’infedele. Attualità con Gad
Lerner.
GIOVEDÌ 27
Italia 1, 15, Veronica
Mars. Telefilm con Kristen Bell.
Raitre, 15.15, Cicli-
smo. Campionati mondiali di Stoccarda. Cronometro maschile.
Rete 4, 23.30, Sfera.
Film di fantascienza con
Dustin Hoffman.
VENERDÌ 28
Radio 24, 19, La zanzara. Attualità con Giuseppe Cruciani.
Canale 5, 21.10, Zelig. Cabaret con Claudio
Bisio e Vanessa Incontrada.
Italia 1, 22.55, Prison
Break. Telefilm con Dominic Purcell.
dai
Nostri Paesi
Vittorio V.
SCOPERTO UN MARMORINO SETTECENTESCO
Chiesa di San Giacomo: sistemato
il soffitto, lavori verso il traguardo
B
uone notizie da solo il soffitto - continua
S.
Giacomo. Piccin- con la sostituzione
«Per la fine del- delle centine irrecuperal’anno prevediamo sarà ul- bili con altre di legno di
timata la parte principale pioppo, leggero e molto
dei lavori» , annuncia l’ar- resistente, ma è stata conchitetto Carlo Piccin, che solidata anche l’intera
si occupa della ristruttu- struttura della volta. Sono
razione
della
state inoltre rechiesa parrocstaurate le pareti
chiale, cominciadella navata e delta lo scorso dil’abside e, togliencembre. «Era
do gli strati di pitl’infiltrazione
tura che coprivadell’acqua, avveno i muri, si è rinuta prima dei
portato alla luce il
lavori di restaumarmorino origiro del tetto, il
nario risalente al
problema princiSettecento».
pale dell’edificio.
In fase di eseL’architetto Carlo Piccin
Le
centine
cuzione dei lavori
(struttura di legno por- è sorto un problema di ortante il soffitto) erano mar- dine artistico-filologico: le
ce e i crolli parziali del pareti della navata e delcontrosoffitto, che si era- l’abside e gli stucchi pano già verificati, costitui- rietali sono stati in varie
vano un pericolo per i par- fasi ricoperti con la tinrocchiani. Prima di proce- teggiatura. In particolare
dere con i lavori, abbiamo ciò è evidente sul muro
analizzato attentamente dell’abside dove con gli
l’intera struttura portante strati di pittura è stato ocdella chiesa, cioè non so- cultato un drappeggio dilo il grado di deformazio- pinto ad affresco. «Ci siane e rovina causato da in- mo chiesti - continua Picsetti e infiltrazioni, ma an- cin- quale fosse l’azione
che l’effetto delle vibra- più corretta da fare: se rizioni provocate dall’inten- muovere il drappeggio e
so traffico presente in zo- parte delle decorazioni dona, che fortunatamente si rate degli stucchi per riè rivelato trascurabile».
portare l’edificio alla sua
Solo successivamente conformazione originaria,
ha preso il via l’operazio- o lasciarli come testimone di restauro, super vi- nianza delle epoche che si
sionata dalla Soprinten- sono succedute. Per ora
denza per i Beni Architet- non sarà fatto alcunché, in
tonici del Veneto Orienta- quanto non c’è un’unica
le, e compiuta dalla ditta ragione prevalente. La
RGA di Vittorio Veneto.
chiesa risale a metà del
«Non è stato sistemato Settecento, ma presenta
VENERDÌ 21
Alle 15.30 presso l’itis assemblea associativa del’Università degli Anziani Ippolito Pinto.
Alle 15.45 nella sala conferenze dell’istituto S. Raffaele il primo dei 3 incontri al femminile sul tema
“Depressione: un disturbo femminile? Affrontare l’età adulta tra perdite e conquiste inaspettate”
con due psicologhe, le dott.sse Giorgia Piccin e Maria Segat. Organizza il Centro Italiano Femminile.
Alle 20.45 in biblioteca proiezione di “Il popolo più felice della terra”, primo episodio di “Heimat 3”.
SABATO 22
Per le Giornate provinciali dell’ambiente, dalle 15
alle 19 chiusura al traffico del centro città: dalle
16 Ludobus in piazza del Popolo; alle 17 esperimenti sulle energie alternative per bambini e ragazzi dai 6 ai 12 anni a cura di Claudia Fedrigo.
Alle 15.30 presso le ex scuole elementari in via Dalmazia Costa il Collettivo di Ricerca Teatrale propo-
SANTI PIETRO E PAOLO:
Festa con gli anziani
“G
li anta in festa” è il nome che la parrocchia dei
Santi Pietro e Paolo dà all’edizione 2007 della
sua festa con gli anziani, in programma domenica 23.
Previsti alle 10.30 la messa, poi aperitivo e pranzo alla
Tenda e pomeriggio di giochi e danze tutti insieme.
Per informazioni contattare la parrocchia allo 0438556235.
DEDICATA AGLI ADOLESCENTI:
Domenica festa dello sport
D
omenica dalle 14.30 alle 19 tra le piscine, la pista
di atletica e il Marco Polo si svolge la Festa dello Sport, con la possibilità per i ragazzi dagli 11 ai 14 anni di cimentarsi in differenti attività sportive.
Una ventina le realtà coinvolte, di Vittorio ma anche
del vittoriese: dal calcio all’orienteering, dalla pallacanestro al karate.
CENEDA: Il “Concerto per
Michele” al torneo di calcio a sette
A
particolari tipici dell’Ottocento e vi è una coesione
fra i due periodi».
Un’altra importante
modifica riguarda la sostituzione del vecchio e obsoleto impianto di riscaldamento ad aria, che rovinava non poco gli affreschi e l’organo a causa degli sbalzi termici, con uno
più moderno e funzionale,
elettrico e a pavimento.
Tale intervento consente
di eliminare la vecchia
centrale termica che occupava parzialmente la sacrestia, e di ridare all’ambiente il suo aspetto originario.
A breve sarà oggetto di
attenzione anche la cantoria: di cui si valuterà la
consistenza statica. (SA)
ne lo spettacolo teatrale per bambini “Storie dello spaventapasseri”.
Alle 20.45 al teatro Da Ponte concerto pro Unicef dell’orchestra La Rejouissance, diretta da Elisabetta Maschio
DOMENICA 23
Si inaugura alle 11 presso lo spazio Exitarte in viale della Vittoria la mostra di Michelangelo
Penso
Si inaugura alle 16.30 presso la Villa Rossa in viale della Vittoria la mostra di quadri di Gabriella Ros e di sculture di Natale D’Agostini.
GIOVEDÌ 27
Alle 20.45 in biblioteca “Colombia - Quien sabe?”, testimonianza del sacerdote colombiano Henry
Ramires Soler. Organizza l’associazione Senza Frontiere.
Alle 20.30 sotto la loggia del museo della Battaglia
"Cadorna e Diaz: due capi a confronto", conferenza di Lorenzo Cadeddu per "Fuoridisera".
Farmacia di turno: Comunale 2- San
Giacomo piazza Fiume, 0438-500351
L’interno della chiesa di San Giacomo
ll’interno dela quinta edizione del torneo di calcio a 7 del Duomo organizzato da Insieme per
Ceneda giovani, è in programma per sabato 22 alle 21 la
2° edizione del "Concerto per Michele", per ricordare
un amico che non c’è più, Michele Chies, scomparso in
un incidente sul lavoro il 20 settembre 200. Per lui, nella piazza di Ceneda, suoneranno i gruppi The Insicure,
e Bambini Cattivi. Ricavato in beneficenza. Domenica 23
si disputano dalle 21 le finali del torneo.
28
Proteste di 145 cittadini: troppi tir diretti alle cave!
Caneva scava,
Cordignano soffoca
Le cave di Caneva, causa prima del traffico pesante in centro a Cordignano (a fianco)
C
hiedono di porre
un divieto di
transito agli autoveicoli che superano la
portata di 7,5 quintali le
famiglie che abitano lungo
le strade che attraversano il centro di Cordignano. La situazione,
affermano, è insostenibile perché quotidianamente un numero
consistente di camion
passa davanti alle loro
case per raggiungere
le cave di Caneva. Il
primo ad essere coinvolto è il sindaco di
Cordignano destinatario
della petizione. Ma è nel
vicino comune di Caneva
che si sta operando da anni per risolvere definitivamente la questione.
I cittadini: 145 firme
contro i camion
Un membro per ogni famiglia, 145 in tutto, ha firmato la petizione per chiedere al sindaco Roberto
Campagna la chiusura al
traffico pesante di via Roma, piazza Italia, via Brandolini, piazza Guanella e
via per Caneva. Diverse le
motivazioni che stanno all’origine di questa iniziativa.
Prima di tutto la sicurezza degli abitanti e di
chi, in particolare a piedi o
in bicicletta, percorre le
strade interessate.
In secondo luogo a causa delle vibrazioni vengono provocati danni strutturali alle abitazioni, con
tanto di tegole che cadono
a terra. Ci sono persone
che periodicamente sono
costrette ad effettuare lavori di sistemazione del
tetto. Inoltre sul tragitto ci
sono monumenti vincolati
dal Ministero per i Beni
Architettonici e Ambientali come la chiesa parrocchiale, e immobili storici
nel centro.
Infine l’inquinamento
che va unito ai danni psicofisici dovuti alla continua e forte rumorosità e
alle numerose vibrazioni
trasmesse dai veicoli.
A nulla è servito, scrivono i firmatari della petizione, porre il limite di velocità di 30 chilometri orari in via Brandolini in
quanto non viene rispetta-
I cordignanesi
lamentano
inquinamento,
pericoli, danni
agli edifici
to dai camion.
Il sindaco di Cordignano: stiamo dalla parte dei cittadini
«La petizione - afferma
il sindaco di Cordignano,
Roberto Campagna - va
nella direzione in cui andiamo noi. La questione
non è di facile soluzione.
Si tratta di viabilità provinciale e bisogna capire quali possibilità esistono per
risolvere il problema».
L’amministrazione comunale di Cordignano si è
già mossa ed ora intende
proseguire sulla linea tracciata. «All’inizio dell’anno spiega Campagna - ho
chiesto alla Provincia di
Treviso il nulla osta per la
chiusura del centro cittadino al traffico pesante e
non mi è stato concesso
perché avrebbe creato dei
problemi. È in quella occasione che in Provincia
ho ottenuto la limitazione
a 30 chilometri orari per i
camion che superano le
7,5 tonnellate. Ora, visto
che c’è questa nuova sollecitazione da parte dei cittadini, ripartiremo e andremo nuovamente in Provincia per portare questa
istanza».
Il sindaco di Caneva: a
breve la soluzione definitiva
Due anni e mezzo, o al
massimo tre. Sono questi
i tempi di realizzazione della nuova bretella che collegherà Caneva all’auto-
e
L’AZiON
iese
Vittorio Veneto / Vittor
Domenica 23 settembre 2007
strada.
«Siamo consapevoli sottolinea il sindaco di Caneva, Renato Mirto Monte - che c’è un disagio per
i cittadini di Cordignano.
Questo è un
problema che
dura
dalla
notte dei tempi ma che ora
si avvia ad una adeguata
conclusione.
Abbiamo lavorato nove
anni, abbiamo trovato
tutte le risorse e effettuato le varianti agli strumenti
urbanistici. Ora siamo
giunti all’appalto della
nuova viabilità che collegherà la zona del bacino estrattivo di carbonato all’autostrada. Nella prossima primavera inizieranno
i lavori che si concluderanno entro tre anni. Chiediamo ai cittadini di Cordignano un po’ di pazienza.
Non è chiudendo le strade
al traffico pesante e spostando le situazioni di pericolo in un’altra zona che
si risolvono i problemi».
La bretella interesserà
Il sindaco di Caneva:
portate pazienza,
tra due anni
e mezzo sarà pronta
la bretella Cave-A28
i comuni di Caneva e Sacile. Il primo lotto sarà finanziato dal Comune di
Caneva con 650 mila euro
e dalla Provincia di Pordenone con 2,5 milioni euro.
Il secondo lotto sarà a carico della Regione Friuli
Venezia Giulia per 6,5 milioni di euro e verrà realizzato da Autovie Venete.
Gerda De Nardi
TOPONOMASTICA CENEDESE
“Il ghetto non è solo
quel magazzino”
“I
l Ghetto non è un
edificio, ma un
quartiere!”
Lina Marchioro Scattolin, già presidente dell’Unitalsi diocesana, che
in Ghetto ci vive, interviene per una necessaria
precisazione a seguito degli appelli “Salvate il
Ghetto” pubblicati dai
giornali, tra cui anche
L’Azione, e riferiti al recupero dei suggestivi exmagazzini Marin, oggi occasionale sede espositiva.
E Lina ci spiega perchè
è sbagliato chiamare
“Ghetto” quello stabile
che, al massimo, del
Ghetto è parte.
«Il professor Emilio Za-
nette- inizia a spiegare
Scattolin- nel suo Dizionario del dialetto di Vittorio Veneto, dice che il
Ghetto “corrisponde alla
parte più stretta di via Salsa, ora via Manin, presso
la Biorca”; e che la Biorca è la “località di Ceneda
dove la via Lorenzo Da
Ponte si congiunge con
via Salsa”».
E qui, quindi, vivevano gli ebrei?
«Nel nostro Ghetto, ed
in particolare nella Biorca abitavano alcune famiglie di ebrei che qui ebbero, fin dal 1646, una Sinagoga inaugurata nel
1710. Il tempio si trova tra
via Bella Venezia (dal
DONO ALLA PARROCCHIA
E anche Sonego
suonerà l’organo
C’
è un ospite in più
quest’anno ai festeggiamenti patronali a Sonego.
Un nuovo organo, o meglio il primo organo per la
parrocchia, che finora se la
cavava con l’harmonium. Lo
ha regalato alla chiesa e alla
comunità una coppia che non
è neppure originaria di Sonego, ma che qui trascorre i mesi estivi. E che ha risposto con generosità alla segnalazione fatta dal parroco don Ermanno Crestani dal pulpito: “c’è una ragazza
di Sonego che ha in casa l’organo e smette di suonarlo,
se qualche benefattore potesse acquistarlo...”.
E così alla messa di domenica 23 alle 10 i fedeli saranno tutt’orecchie: sarà la prima con (molti) interventi del nuovo organo, suonato da Aldo Ciciliot (nella foto). I festeggiamenti iniziano venerdì 21 sera; domenica 23 nel pomeriggio dalle 15 giochi per bambini a premi, alle 21 serata musicale con il chitarrista Giulio Ciciliot. Sonego festeggia così la sua patrona Madonna della Neve, la cui ricorrenza liturgica è il 5 agosto: ma fino
a qualche decennio fa il 5 agosto tanti di Sonego erano
agli alpeggi, con i loro animali...
Nel frattempo, Sonego ha sempre l’urgenza dei lavori al tetto e alle grondaie, ed in subordine di ridipingere
l’interno. «Abbiamo fatto il progetto, e lo abbiamo mandato a Roma, dove è stato approvato, con fondi del Ministero per 80 mila euro sui 110 mila necessari...ma non
abbiamo ancora ricevuto nulla».
CORDIGNANO: riparte la “Felet”
R
iprende la sua attività la scuola di musica “Felet”
di Cordignano. Venerdì 21 si tiene un incontro
per l’organizzazione didattica dei corsi tra allievi e insegnanti alle 18.30 presso la sede a Ponte della Muda. Venerdì 5 ottobre alle 18.30 al teatro Francesconi si terrà
la presentazione ufficiale dei corsi. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi in biblioteca: 0438-995463.
PINIDELLO: corso fidanzati
P
rende il via mercoledì 10 ottobre a Santo Stefano
di Pinidello alle 20.30 la proposta di cammino di
fede per un matrimonio cristiano “Realtà da costruire”.
Nove gli incontri a Pinidello, sempre di mercoledì; conclusione sabato 1 dicembre alle 19.30 con la consegna
del mandato durante la messa.
1854 via Labbi) e la strada comunale Calcalda, ora via Lorenzo Da Ponte
(dal 1866). L’accesso avveniva attraverso un fabbricato situato nella medesima via, già proprietà
delle sorelle Valenzini, ultima famiglia di religione
ebraica residente nel
Ghetto ed estinta nel
1956. Attualmente l’ingresso è in via Labbi e la
Sinagoga è inutilizzata.
Nel 1964 tutto l’arredo
della stessa venne smontato e il tempio fu ricostruito nel Museo Israel
a Gerusalemme».
E l’edificio sede di
mostre?
«L’edificio di via Manin, che si trova nella zona nord del Ghetto, già
appartenente alla Comunità israelitica di Ceneda
e successivamente a famiglia di religione ebraica, censito anche nel catasto napoleonico come
“fabbricato per uso di magazzini”, ha mantenuto
Particolare di un capitello dell’ex
magazzino Marin a Salsa, ribattezzato
“Ghetto”
invariata la sua estensione e la sua destinazione
d’uso».
E quale futuro avrà?
«Mi auguro, come cittadina, che per il suo valore architettonico sia ristrutturato e convenientemente utilizzato. Ma
nella malaugurata ipotesi
che l’inter vento di recupero non si dovesse realizzare, il Ghetto non
scomparirà».
e
L’AZiON
Vallata / Bellunese
Più interventi votati dal Consiglio
Nuovi parcheggi
in centro a Lago
N
iente più sosta
selvaggia a Lago: il centro storico infatti avrà presto 26
nuovi parcheggi in via San
Giorgio, a due passi dalla
provinciale. Lo ha deciso
all’unanimità il consiglio
comunale, che ha approvato il progetto definitivo
che prevede l’acquisizione
di un terreno oggi adibito
ad orto, in parte incolto,
per realizzarci 18 posti auto scoperti e 8 coperti. Non
ci sarà comunque nessuna
edificazione, nemmeno per
i posti coperti, perché il
parcheggio si trova qualche metro sotto il livello di
via San Giorgio, e quindi
saranno ricavati sotto terra, o meglio sotto alcuni dei
park scoperti.
«Per gli abitanti del centro – afferma soddisfatto il
sindaco Battista Zardet – erano davvero necessari:
ma anche in funzione delle attività del vicino salone
della comunità, e in prospettiva del restauro della
canonica, era importante
trovare uno spazio per le
auto». L’avvio dei lavori è
previsto per il prossimo anno.
Ma il consiglio comunale ha anche approvato il
terzo e ultimo stralcio dei
marciapiedi lungo la provinciale, da Santa Maria a
Lago: nel frattempo sono iniziati i lavori per completare il tratto da Revine a
Santa Maria. Un tratto che
costerà 400 mila euro (dei
quali solo 70 mila a carico
del Comune, mentre 190
arrivano dalla Provincia e
140 dalla Regione) e sarà
pronto per Natale. L’ultimo
tratto costerà altri 498 mila euro (89 del Comune,
160 dalla Provincia, 249 dalla Regione): l’opera dovrebbe essere appaltata
per fine anno e pronta per
l’estate. «Andare a piedi o
in bici lungo la provinciale
è un rischio continuo –
spiega il sindaco – quando
invece potrebbe essere un
piacere. Con questo marciapiede che collegherà i
tre centri finalmente saremo più sicuri, e soprattutto ci sarà un percorso pedonale che unirà tutte le
frazioni del comune con la
possibilità di raggiungere
a piedi asilo, scuole, municipio e farmacia, risparmiando l’uso dell’auto anche in rispetto dell’ambiente».
313 mila euro costerà in-
Battista Zardet
vece l’acciottolamento di
alcuni cortili del centro di
Lago, con la realizzazione
dei relativi sottoservizi e
impianti di illuminazione ora inesistenti: 100 mila arrivano dalla Regione, il resto è a carico del Comune.
Il consiglio ha approvato il
progetto definitivo. Anche
questo intervento va nella
direzione del miglioramento e riqualificazione
dei centri storici e dell’ambiente, con l’intento di stimolare il desiderio e il piacere di abitare nel centro
storico e recuperare il patrimonio oggi in gran par-
L’acciottolatura a Revine Lago
MEL, CARVE, PELLEGAI
Don Mirco Miotto
vicario parrocchiale
L
a pastorale giovanile dello Zumellese:
questo è l’incarico che è
stato affidato a don Mirco
Miotto, giovane sacerdote
di 27 anni originario di Col
San Martino, dall’inizio di
settembre nuovo vicario
delle parrocchie di Mel,
Carve e Pellegai. Succede
a don Luca Modolo, che
ha ricoperto lo stesso incarico per sei anni e al quale ora è stata affidata la guida delle parrocchie di Sarone e Fiaschetti.
Don Mirco è stato consacrato dal vescovo Zenti
il 5 maggio di quest’anno
e arriva a Mel dopo essere stato, per qualche mese, cappellano a Mareno
di Piave.
«Ho un po’ tentennato
quando mi dissero che sa-
rei stato inviato nello Zumellese, in quanto non avevo mai avuto occasione
di conoscere Mel e un po’
perché questa zona è distante dal cuore della diocesi – racconta don Mirco
–. Ma ora sono fiducioso,
avendo ricevuto incoraggiamento anche dal mio
parroco di Col San Martino, don Mario Battistin,
cappellano negli anni Settanta a Mel, che mi ha raccontato della sua bella esperienza avuta in questa
parrocchia. Un altro importante incoraggiamento
l’ho ricevuto da don Piergiorgio Sanson, parroco di
Cordignano, dove ho prestato servizio come seminarista per due anni, anch’egli per molti anni cappellano a Mel, impegnato
don Mirco Miotto
in modo particolare nella
pastorale giovanile».
«Mel ha un territorio
particolare, con tante piccole frazioni – continua il
giovane sacerdote – e questo mi permetterà di poter
lavorare con le persone in
profondità, cosa più difficile da farsi invece in parrocchie molto grandi. Sono contento della fraternità che da subito si è instaurata con il parroco don
Egidio: condividiamo uno
stesso stile di fare Chiesa,
e credo sia importante essere noi sacerdoti per primi a dare testimonianza di
comunità».
te abbandonato.
Infine lo scavo archeologico della chiesetta di
San Martino: il consiglio ha
approvato la variante urbanistica che concede la possibilità di recupero dall’attuale stato di degrado. Un
contributo ministeriale di
25 mila euro (risalente al
2003) permetterà i primi lavori: per arrivare ad una
pulizia dei reperti e all’approntamento di una piccola area archeologica ne serviranno 60 mila. «Procederemo per stralci, in dipendenza dai fondi che riusciremo a reperire a questo
scopo. Anche questo intervento recupera un pezzo di storia della nostra comunità».
Alla fine del corposo
consiglio, il sindaco è soddisfatto, anche per il voto
favorevole delle minoranze su queste opere. «L’intento è di migliorare la qualità della vita nel nostro
paese, compatibilmente
con i soldi a nostra disposizione (e con quelli che
riusciamo a farci dare dagli
enti superiori). Ma vogliamo anche lanciare uno sviluppo turistico legato alle
caratteristiche dei nostri
centri storici».
Legati alla qualità della
vita dei cittadini residenti
e sempre con l’obiettivo di
recuperare e creare un ambiente accogliente e favorevole al turismo sono anche i lavori in corso sulla
riva di Lago: è stata acquisita una fascia di terreno
per sistemare a dovere e
ampliare l’area verde, la
spiaggia e l’accesso al lago.
Verrà anche realizzata una
casetta di legno per i servizi dei bagnanti e dove
troverà sede il Circolo Velico di Conegliano: il tutto
sarà dato in gestione alla
Pro loco.
Alessandro Toffoli
Viene spontaneo a questo punto chiedersi quando questo giovanissimo
prete ha sentito che per lui
la strada era diversa dalla
maggioranza dei suoi coetanei.
«La mia vocazione nasce fin da piccolo – risponde senza esitazione –.
È andata quindi rafforzandosi nel periodo delle
scuole superiori, partecipando ai gruppi parrocchiali e foraniali e agli incontri vocazionali. Anche
la mia famiglia mi ha incoraggiato in questa scelta, e anch’essa ha percorso a fianco a me un cammino di ricerca e di crescita nella fede. Un figlio
che decide di farsi prete
pone del resto degli interrogativi, una riflessione di
fede anche ai propri genitori».
«Se oggi c’è un calo delle vocazioni sacerdotali –
conclude don Mirco – il
problema non è nella chiamata ma nella nostra risposta».
Sergio Cugnach
Domenica 23 settembre 2007
29
MIANE: Con la Lucciolata
sono stati raccolti 1400 euro
S
abato 8, a Miane, un centinaio di amici hanno partecipato alla Lucciolata 2007, rallegrata da canti e
balli dei ragazzi del grest, accompagnati dallo striscione portato dai loro animatori (nella foto). Un abbondante
rinfresco, preparato dai volontari della Pro loco e offerto dall’Amministrazione comunale, ha concluso la bella
serata. Il ricavato (mille 400 euro, di cui 200 offerti dalla comunità emigranti di Miane) è stato in seguito consegnato alla casa Via di Natale “Franco Gallini” di Aviano.
MIANE: Modesta Mellere
nuova centenaria a Combai
M
artedì 25 settembre Modesta Mellere supera il
traguardo dei 100 anni. Nata nel
1907 a Combai, dove tuttora risiede con la figlia Giuliana e dove ha
trascorso tutta la vita allontanandosene raramente e solo per breve tempo, è figlia di Modesto e di
Orsolina Pieri, penultima di 10 fratelli. Sposata con Mario Buogo nel
1935, ha avuto due figli. Per tutta
la vita è stata contadina, fino ai primi anni Ottanta. Domenica 23 settembre, alla vigilia del compleanno, dopo
la messa delle 9, sarà festeggiata a Combai dagli amici,
dai concittadini e dall’amministrazione comunale. «Andrò personalmente a fare gli auguri alla signora Modesta – afferma il sindaco di Miane, Claudio Mellere –, orgoglioso del suo traguardo e convinto che l’elisir della
lunga e sana vita sia l’aria pura di Combai».
REVINE LAGO: Tradizionale
festa di San Matteo
A
nche quest’anno si svolge la tradizionale Festa di
San Matteo a Revine. Il programma: venerdì 21
alle 19 messa del patrono e apertura stand enogastronomico; sabato 22 alle 15 orienteering, alle 19 cena con
spiedo, alle 21 musica con gli “Albatros”; domenica 23
alle 14.30 un murales con il Progetto Giovani per tutti i
bambini (piazza don Cumano), alle 15.30 scuola di tennis e partita amichevole di calcio, alle 19.30 cena con polenta e osei.
CORBANESE: Incontro dibattito
sui “mali” della gioventù
S
abato 22, a Corbanese, nella sala
riunioni delle scuole elementari,
alle 20.30, si terrà il dibattito pubblico
sul tema “I ‘mali’ della nostra gioventù”.
Interverranno don Antonio Zuliani
(nella foto) e Michele Pagos, rispettivamente presidente e direttore della Piccola Comunità, e introdurrà la serata
l’assessore alle Politiche giovanili di Tarzo Andrea De Polo. L’incontro è organizzato nell’ambito di Estatarzo 2007.
FOLLINA: Un successo il concerto
alla casa di riposo San Giuseppe
L
a suggestiva corte di palazzo San Giuseppe, sede
dell’omonima Rsa, è stata cornice, la sera del 27
agosto, di una indimenticabile serata musicale grazie alla Chamber Orchestra “Notte Veneziana”. Hanno assistito al concerto circa 300 persone tra autorità politiche,
dirigenti Ulss 7, ospiti della struttura, dipendenti, parenti e amici. Obiettivo dell’iniziativa era mettere in comunicazione con l’esterno gli anziani che vivono in strutture e coinvolgere chi sta fuori nel mondo dell’anziano
istituzionalizzato. La direzione ringrazia quanti hanno
contribuito alla buona realizzazione dell’evento e spera
di poter ripetere l’esperienza in un prossimo futuro.
30
Domenica 23 settembre 2007
Progetto complessivo di recupero
Farra, arriva
la nuova piazza
«S
tiamo progettando
un’opera destinata a durare non 3 e
neanche 30 anni... Anzi,
mi auguro duri 300 anni».
Si condensa forse in
questa battuta dell’architetto fiorentino Domenico Delfini, progettista e
direttore dei lavori, lo
sforzo amministrativo nel
quale si sta profondendo,
da due anni a questa parte, la giunta di Farra di
Soligo per riportare a
nuova vita la piazza municipale e l’adiacente sagrato della chiesa arcipretale dedicata a S. Stefano. Laddove per amministrativo si intende uno
sforzo a 360 gradi, ovvero tecnico e politico, burocratico ed economico,
sociale ed ecclesiale, storico ed ambientale. Sì,
perché il progetto di riqualificazione urbanistica
della piazza del capoluo-
Così sarà la nuova piazza
go (inter vento da 3 anni
di cantiere per un costo
pari a 1 milione e 172 mila euro) si propone, attraverso un’omogenea pavimentazione (ora in pietra di Luserna, ora in cotto), “di rendere univoche,
pur mantenendone le rispettive identità, aree ora
frammentate”, aprendo
nuove prospettive di relazione sociale tra edifici
e spazi, tra spazi e citta-
e
L’AZiON
QdP / Bellunese
Il primo
stralcio
in appalto
a fine anno
dini, tra cittadini e turisti.
Perché non solo municipio e chiesa parrocchiale
si rispecchieranno su un
nuovo centro, ma anche
l’ex chiesa di S.Stefano
(sconsacrata e destinata
a trasformarsi in un auditorium artistico), la piazza Caduti nei Lager (sino
ad oggi adibita a pesa
pubblica, ma destinata a
diventare la nuova sede
per le manifestazioni pubbliche all’aperto) e gli
stessi stabili appartenenti al centro policulturale
(l’ex “storica” cooperativa del forno economico
che ospita tuttora un panificio) diventeranno dei
nuovi punti di riferimento per la comunità e i visitatori. Senza dimenticare che le cucine della Pro
Loco sono destinate a trovare alloggio proprio nei
locali che il centro policulturale, grazie ad
un’apposita convenzione
con il Comune, è orientato a ristrutturare e senza
dimenticare che tutte le
attività commerciali che
si affacciano sulla strada
provinciale 32 (bar, pizzerie, banche, tabaccheria, salone di bellezza, fioreria) saranno coinvolte
direttamente o indirettamente dal progetto di riqualificazione (per la realizzazione di marciapiedi
o di plateatici). I lenti, ma
graduali, sviluppi di questo futuristico progetto
comunale infondono così
un moderato ottimismo al
sindaco Domenico Citron, diplomatico tessitore di una trama che, oltre
ai suddetti soggetti, sta
coinvolgendo pure dal
2005, sotto varie forme,
anche Regione Veneto e
Provincia di Treviso.
«Credo che la giunta municipale stia dimostrando
di meritare fiducia - chiosa il primo cittadino - e la
prova tangibile della nostra capacità e tenacia
amministrativa è data dalla ristrutturazione dell’ex
chiesa di S.Stefano, in
corso d’opera, ma oramai
giunta alla fase finale, tanto che prevediamo di inaugurarla per Natale. È
un gioiello, e sarà proprio
questo nuovo gioiello culturale il primo tassello del
“mosaico-piazza” di Farra.»
Un “mosaico” che, nonostante i silenzi e le divergenze politiche dell’opposizione consiliare e
il neonato comitato cittadino per “salvare il verde
davanti alla chiesa”, ha
incassato in queste settimane l’ok unanime dalla
Sovrintendenza ai beni architettonici e al paesaggio e dall’Ufficio diocesano per l’arte sacra. Pur
rinviando la puntualizzazione di un paio di “tasselli” (è stata richiesta una soluzione adeguata sia
per la trincea absidale, sia
per il verde/aiuola della
chiesa), i due organismi
hanno licenziato il primo
stralcio del progetto esecutivo, che è così destinato ad essere appaltato
entro fine anno.
Glauco Zuan
SABATO 15 A LENTIAI
Inaugurato
il nuovo asilo
L’asilo parrocchiale di Lentiai
È
stata inaugurata
sabato 15 la nuova scuola d’infanzia di
Lentiai, intitolata a Nazareth, per richiamare
il luogo in cui il Figlio di
Dio volle condividere la
condizione di bambino
e farsi educare, ed eretta secondo i più moderni criteri di attenzione al bambino. Sorge accanto al nido Germoglio, già attivo dalla
scorsa primavera.
Insieme a mons.
Martino Zagonel in
rappresentanza del vescovo, il taglio del nastro ha vist presenti don
Pier Amort, don Giulio
Fabris, il parroco don
Gabriele Secco. È toccato ai bambini aprire il
momento celebrativo
con il canto C’è qualcuno che mi ama, che ha
aiutato i numerosi presenti a entrare nel senso della celebrazione:
avviare nello sguardo di
Dio un’opera educativa
che, rivolta ai bambini,
ha il segno della speranza.
Madre Francesca, la
superiora generale delle Figlie di S. Giuseppe,
che hanno fortemente
voluto questa struttura
quale segno di continuità di un servizio collaborativo iniziato da oltre 80 anni con la comunità civile e parrocchiale di Lentiai, ha rivolto un cordiale ringraziamento ai sacerdoti, al sindaco e all’amministrazione comunale, particolarmente attenta e solidale in
tutto il percorso di ideazione e realizzazione dell’opera, all’architetto Talamini, al geometra Limana e a quanti vi hanno lavorato in ogni settore, e specialmente alle educatrici e
maestre dalla cui professionalità e umanità
trarrà significato e qualità il servizio educativo.
Nei diversi interventi, del sindaco di Lentiai, del rappresentante
della CariVerona, prof.
Conte, di esponenti della Sovrintendenza per le
scuole dott.ssa Daniela
Del Pizzol, dott. Martino, on. Armellin, è apparsa evidente una forte
convergenza di sentire,
che riconosce nell’educazione dei piccoli una
efficace risposta al grande problema dell’emergenza educativa indicato dal Papa Benedetto
ed echeggiato da ogni
fronte.
Gli interventi di plauso e di augurio si sono
succeduti rapidi, poiché
le parole di mons. Zagonel avevano già ben
interpretato i pensieri
fondamentali: «L’età dell’infanzia è la più delicata - aveva detto - quella
che segna per la vita le
persone, merita pertanto tutta la possibile dedizione. Aver cura dei
piccoli in una scuola cattolica, significa aiutarli
a impostare la vita secondo la parola e la vita
di Gesù, vuol dire entrare in relazione collaborativa con le famiglie,
creando un triangolo
virtuoso: bambini-educatrici-genitori in una
scuola che diviene scuola della comunità e civile e religiosa». Non è
mancata una sottolineatura sulla grazia di una
comunità di religiose a
fare da perno in questa
scuola perché - ha sottolineato lo stesso
mons. Zagonel - una lunga esperienza carismatica è un dono che, condiviso, offre garanzia di
solidità e di continuità».
Era presente anche
la signora Nives Cais
che ha disegnato il logo
della scuola: un narciso,
fiore tipico dei monti di
Lentiai, raffigura il bambino (il germoglio), sullo sfondo Nazaret, richiamo alla santa famiglia e all’opera educativa, due mani l’una ad accogliere, l’altra a proteggere, quasi a sintetizzare lo stile educativo
di dolce fermezza.
e
L’AZiON
Conegliano
La Chiocciola benedetta da mons. Magarotto
All’Ulss 7 ora c’è
l’asilo aziendale
S
ono entrati lunedì
scorso i primi sei
piccoli ospiti de La
Chiocciola, l’accogliente
nuovo asilo nido aziendale
dell’Ulss 7, inaugurato venerdì 14 settembre, con la
benedizione del vescovo emerito Alfredo Magarotto.
L’azienda socio-sanitaria di
Pieve di Soligo è la quarta,
nel Veneto, a dotarsi di un
tale servizio per i propri dipendenti, dopo Cittadella
(Pd), Legnago (Vr) e Asolo. Del fatto vanno orgogliosi sia i dirigenti Ulss 7 –
in particolare il direttore generale Angelo Lino Del Favero e la direttrice ai Servizi sociali Marisa Durante,
che ha seguito in prima persona il progetto – e i rappresentanti delle istituzioni
locali. «Questa volta il pubblico ha battuto il privato»
ha fatto notare, durante i discorsi ufficiali che hanno
preceduto il taglio del na-
stro, il vicepresidente della
Provincia di Treviso Floriano Zambon, con un chiaro riferimento al secondo
nido aziendale previsto nel
comprensorio, quello di cui
si parla da anni, che dovrà
sorgere nella zona industriale di San Giacomo. Ma
se è arrivato prima il pubblico del privato una ragione c’è. L’azienda socio-sanitaria di Pieve è infatti una
delle più grandi imprese
della Sinistra Piave, con i
suoi 2 mila 300 dipendenti,
di cui 900 impiegati all’ospedale di Conegliano. Lo
ha fatto memoria lo stesso
Del Favero, sottolineando
il fatto che, tra l’altro, «il 73%
dei dipendenti Ulss – mille
670 – sono donne e che il
60% ha un’età compresa tra
i 20 e i 44 anni», ed è dunque potenzialmente interessata al servizio di asilo
nido.
La nuova struttura, collocata dietro il palazzo della direzione ospedaliera, in
via Masaccio, ha 50 posti e
può ospitare bambini dai 3
mesi ai 3 anni. Funziona 5
giorni alla settimana (al sabato su richiesta) dalle 6 alle 22, per 12 mesi all’anno.
Il costo del servizio è a carico della famiglia, anche se
«l’Ulss 7 potrà contribuire
alle spese fino a 400 euro al
mese per bambino» ha pre-
cisato il direttore generale.
La Chiocciola, che è stata
costruita in un anno, è costata 635 mila euro, di cui
246 mila coperti da un finanziamento regionale. È
gestita dalla cooperativa
Codes, che ha vinto l’appalto, affiancata dal comitato genitori.
Taglio del nastro anche
per il nuovo parcheggio dell’ospedale, interessato da
un intervento di riorganizzazione per fare spazio alla
nuova rotatoria all’intersezione tra via Toniolo, via
Brigata Bisagno e l’ingresso del park interrato San
Marco. I posti auto ora sono 350, meglio illuminati e
videosorvegliati.
Ma la sfida più impegnativa per l’azienda sociosanitaria di Pieve sarà la ristrutturazione del fabbricato dell’ex caserma San Marco, acquistato dal Comune
nel 2002, per insediarvi il
distretto sud (attualmente
in via Maset) e tutti i servizi dislocati ora in diverse sedi, come il centro Marusia
in via Einaudi e lo Spisal di
via Armellini. Il progetto, da
realizzarsi in tre stralci, è
già all’attenzione della Regione, e i primi due blocchi
di interventi sono già finanziati, rispettivamente
per 8 milioni e 700 mila euro e 3 milioni.
Francesca Nicastro
Domenica 23 settembre 2007
31
CONEGLIANO: Ostet espone
a “L’officina dell’arte”
S
abato 15, la galleria di
via Manin L’officina
dell’arte ha inaugurato la
personale del pittore coneglianese Luigino Ostet, pittore attento ai problemi sociali dell’oggi. Non per niente la mostra, che rimarrà aperta fino al 14 ottobre
prossimo, si intitola “Immagini del nostro tempo”.
La galleria osserva il seguente orario: dal lunedì al sabato dalle 16 alle 19, la domenica e i festivi dalle 10 alle
12 e dalle 16 alle 19.30.
DOMENICA 23: Ventinovesima
edizione di “Conegliano Pedala”
D
omenica 23
ritorna la
Conegliano Pedala,
giunta quest’anno alla 29ª edizione. Organizzata dal circolo
Anspi “L. Murialdo”
degli “Amici sportivi
di San Martino”, la
storica biciclettata
partirà alle 9.15 da viale Carducci. Il percorso si snoderà
attraverso i territori dei comuni di San Vendemiano e San
Fior per poi ritornare a Conegliano. L’arrivo è in piazzale F.lli Zoppas, dove avverranno le premiazioni. Per iscriversi i gruppi hanno tempo fino a sabato 22 (presso
l’Apt fino a venerdì, presso la palestra di San Martino,
sabato), i singoli fino al giorno della partenza, presso i
banchetti dislocati. Quest’anno la manifestazione è inserita nelle iniziative organizzate dal comune di Conegliano per la Settimana europea della mobilità sostenibile.
32
Domenica 23 settembre 2007
I 30 ANNI DEL CENTRO PER LA FAMIGLIA:
LA TESTIMONIANZA DI UNA DONNA
“Ho ritrovato me stessa”
S
ono tantissime le
persone che il consultorio “Centro
per la famiglia” ha aiutato
in 30 anni di attività, e le loro storie, di sofferenza e di
coraggio, le battaglie vinte
e i traguardi raggiunti, sono i veri “mattoni” della
“casa rossa” di via Caronelli, dal 1993 sede del servizio fondato da Silvia Dall’Anese tre decenni or sono. Uno di questi “mattoni”
è una donna di mezza età
(che tuttavia sembra una ragazzina) dai begli occhi mori, autentici. È approdata al
consultorio famigliare, dopo una violenta crisi esistenziale, che aveva spazzato via certezze e punti di
riferimento. La sua vita si era aggrovigliata a tal punto
che venirne a capo sembrava impossibile. Saper
chiedere aiuto, nei momenti bui della vita, è fondamentale. «Conoscevo la
realtà del consultorio fin
dalla sua nascita - è la sua
testimonianza - pertanto
non mi è stato troppo difficile chiamare e prendere
appuntamento con uno degli psicologi della struttura.
Avevo bisogno di condividere con qualcuno il peso
dell’esperienza vissuta, e attraverso lo scambio con
e
L’AZiON
nese
Conegliano / Coneglia
tamento cristiano -. Ho avuto dunque la possibilità
di confrontarmi con una
persona che era “altro” da
me, che mi ha aiutato a mettere a fuoco il mio problema
e a individuare i passi da
compiere per superarlo.»
A lei, quella volta, sono
bastati 5-6 incontri. Poi ogni tanto, torna ancora.
Quando ne ha bisogno.
Quando le capita di smarrire di nuovo il filo dell’interiorità. Il servizio è lì per
questo, per alleviare la fatica diDall’Anese
vivere. Certo, se poi si
La sede di Via Caronelli e Silvia
tratta di casi più difficili, come ad esempio la sofferenpersone attente e prepara- za psichiatrica, il consultote, ho potuto mettere un po’ rio termina la sua missione
di ordine dentro di me e re- e indirizza la persona a servizi più specialistici.
cuperare l’equilibrio.»
Forse perché più abiIl servizio non prevede
sedute di psicoterapia, che tuato a guardarsi dentro, è
può durare anche anni, ma soprattutto il gentil sesso a
dà a chi lo richiede quel usufruire del “Centro per
supporto momentaneo ca- la famiglia” di via Caronelpace di “rimetterlo in pie- li. «Sono donne il 70% dei
di”. Anche perché, alle vol- nostri utenti, di un’età, in
te, basta davvero poco per prevalenza compresa tra i
ritrovare un po’ di luce den- 40 e i 50 anni - spiega Matro di sé. «Tante volte sono ria Pagano, segretaria-ecosassolini, quelli che abbia- noma e una dei soci fondamo dentro, che però diven- tori -. Il problema più ricortano pesanti come pietre, rente per cui si rivolgono a
se te li rigiri da solo - rac- noi è la crisi di coppia. Venconta ancora la donna, che gono, tuttavia, anche tanti
ha scelto il consultorio pri- ragazzi che hanno difficoltà
vato anche per il suo orien- a relazionarsi con i genito-
ri, e viceversa». Ogni anno
il consultorio famigliare accoglie circa 200 persone e
fornisce 500 consultazioni.
L’offerta del “Centro della Famiglia”, comunque, va
oltre la consulenza: uno dei
pilastri è costituito dai corsi di educazione alla sessualità e all’affettività organizzati nelle scuole, che da
qualche anno interessano
anche le classi 4a e 5a elementari, non più, come un
tempo, solo le medie. Il terzo pilastro è l’istruzione al
metodo naturale Billings per il controllo
della fertilità, per
insegnare il quale
vengono organizzati corsi individuali o di
gruppo.
Francesca Nicastro
VENERDÌ 21
Alle 15.30, a Casa Cima, inizia la
mostra fotografica “I particolari nelle opere di Giambattista Cima visti da Mario Vazzoler”. Orari: 15.30-19 da martedì a
venerdì, 10.30-12.30 e 15.30-19 sabato e festivi, fino a domenica 28
ottobre.
Alle 18.30, nelle osterie della città,
inizia Gente & vino. I partecipanti potranno assaggiare i migliori vini italiani, abbinati a specialità
gastronomiche con la spiegazione di
enologi e sommeliers. Partecipazione gratuita.
Alle 20, in via XX Settembre e piazza Cima,Cena della vendemmia, con canti e danze tradizionali. Informazioni: sede Dama
Castellana 0438-455600 (da lunedì
a venerdì dalle 15 alle 19), www.damacastellana.it. Quota di partecipazione: 22 euro.
SABATO 22
Orario pomeridiano e serale, via XX
Settembre e piazza Cima, Festa
dell’uva 2007 “Vinama”: oltre
300 vini veneti e specialità gastronomiche da assaggiare.
Alle 15, in parco Vivaldi a Parè, Sabati pitturasogni, laboratori
creativi ed espressivi con animazione, danza, narrazione.
DOMENICA 23
Alle 9, alla gradinata degli Alpini,
Uva in gradinata, vendita a
scopo benefico di uva da tavola, in
collaborazione con il Gruppo dettaglianti ortofrutticoli Ascom e l’Associazione per la lotta contro i tumori
Renzo e Pia Fiorot.
Alle 16.30, ai giardini del Castello,
Museo d’estate: statue e frammenti antichi immersi nel giardino
per stimolare nei ragazzi la creatività, la fantasia, l’emotività.
Alle 16, in viale Carducci, 13ª Super coppa Bilt Corriveloce, gara sportiva aperta ai ragazzi/e dai 6 ai 13 anni su un percorso di 60 metri.
Alle 17, alla chiesetta di Sant’Orsola, Museo d’estate 2007-Musica
magica in Sant’Orsola. Il
duo Argit Butzke Caldura, soprano,
e Elena Della Siega, pianoforte, presenta “Phantastische Nacht! Gli inCanti di Robert Schumann”. Si esibirà il coro polifonico Arturo Benedetti Michelangeli, diretto dal maestro Patrizia Tomasi.
MERCOLEDÌ 26
Alle 21, al teatro Accademia, concerto di David Sylvian. Biglietti: poltrone platea e galleria 60
euro, poltrone loggia 50.
Alle 21, nella saletta attigua alla sala Informagiovani, Autori alla
prova-reading libero: i presenti propongono liberamente letture di loro testi, poesie e racconti e
si confrontano con chi li ascolta.
GIOVEDÌ 27
Alle 17.30, nella sala Informagiovani, Episodi danteschi: i seminatori di discordie (Inferno XXVIII) presentazione e commento del
professor Carmelo Ciccia e lettura di
Corrado Cipriano.
Farmacia di turno: Erede
Fiorenzato, via Veneto
14, telefono 0438-34800.
DOMENICA 23 L’INAUGURAZIONE
L’associazione Fiorot
ha una nuova sede
D
omenica 23, si
terrà il taglio del
nastro della nuova sede
dell’associazione Lotta
contro i Tumori Renzo e
Pia Fiorot di San Fior. La
realtà, voluta e guidata
da Silvano Fiorot, è sorta nel 1983 ed è, negli anni, cresciuta in maniera esponenziale.
A dar vita a tutto questo
è stata la frase rivolta dal
giovane Renzo al padre Silvano poco prima di morire:
«I miei giorni sono meno
delle dita di una mano. Ma
tu fa qualcosa. Se sarai riuscito a salvare anche una
sola persona ne sarò felice».
«Come uomo e come padre - afferma Silvano - non
potevo disattendere un tale
desiderio. Qualche tempo
dopo con il sostegno di mia
moglie Pia e con l’aiuto, anche economico, degli amici e dei compagni di lavoro,
ho dato inizio all’associazione con sede a casa mia».
Proprio nell’abitazione
di via Isidoro Mel si incontravano allora i volontari
per sviluppare, con l’aiuto
La commossa
soddisfazione
di Silvano
Fiorot
di alcuni medici, le prime idee.
L’associazione venne tenuta a battesimo nel gennaio del 1984. Inizialmente
l’impegno maggiore fu rivolto alle scuole e ben presto la casa divenne troppo
piccola rendendo necessario il trasferimento della sede nei locali del municipio
di San Fior.
Tra le nuove attività vennero attivati i corsi di formazione per assistere i pazienti a domicilio e per il
trasporto dei malati ai centri attrezzati per le terapie.
Successivamente fu aperto
anche il centro oncologico
nel vecchio ambulatorio del
dottor Candiago.
Da San Fior la sede venne poi spostata a Castello
Roganzuolo in un appartamento appositamente ac-
quistato. Nuove attività
presero quota, quali quelle
ambulatoriali, la ginnastica
del gruppo donne operate
al seno e il corso per fisioterapisti. Ma anche nella
struttura di via XXV aprile
si iniziò a stare un po’ stretti.
Da qui si ripartì per intraprendere nuovamente la
strada verso via Mel.
A raccontare la genesi di
questo nuovo trasferimento, non riuscendo a nascondere la commozione, è
Silvano: «Per sbloccare la
situazione decidemmo di
far sapere la nostra necessità attraverso la stampa, avevamo bisogno di un terreno su cui erigere la nostra sede. Il giorno dopo la
pubblicazione dell’articolo
mi chiama un amico e mi
dice: “Ho mangiato un panino,
mi
offriresti
un’ombra?”. “Anche due” rispondo. Alle 9 l’amico arriva, beve el goto poi mi prende sottobraccio e mi porta
sulla strada proprio davanti a casa mia, in via Isidoro
Mel. Qui, indicandomi il
terreno antistante, mi dice:
La nuova sede dell’associazione
“Sono 5 mila metri. Erano
miei, adesso sono dell’associazione Fiorot”. Così è
cominciata per me e per
l’associazione una bella avventura: riportare in via Isidoro Mel quello che da
questa stessa via era partito».
Ed ora sarà festa grande
per l’inaugurazione della
nuova sede composta da
dieci ambulatori, una sala
conferenze, una palestra
per donne operate al seno,
un magazzino, uffici e servizi. La struttura ospita tutte le attività dell’associazione e a breve accoglierà anche l’Utap, una sorta di studio associato di medici di
base, a servizio degli abitanti dei Comuni di San
Fior, Godega e Orsago.
Gerda De Nardi
IL PROGRAMMA
Il programma
Domenica 23
Ore 10.30: messa nella chiesa arcipretale di San
Fior. A seguire deposizione fiori in cimitero sulla
tomba di Renzo e Pia Fiorot.
Ore 11.30: avvio corteo verso la nuova sede, inaugurazione e interventi delle autorità.
Ore 13: pranzo all’alpina.
Giovedì 27
Ore 21: serata musicale con i “Quattro in italiano”.
Venerdì 28
Ore 20: gara di briscola.
Sabato 29
Ore 21: canzone d’autore con “Davide Camerin
Group” e “Alberto Cantone Group”.
Domenica 30
Ore 8.30: Corsa podistica non competitiva “1a Maratonina della Speranza”.
Ore 18: concerto del coro Sette Note di San Fior.
Ore 19: spiedo gigante.
Ore 21.30: serata musicale con il “Gina’s Clapp
Band”.
e
L’AZiON
Coneglianese
Tra le polemiche, via ai lavori
A28, parte
il lotto 29
M
ai posa della
prima pietra
fu tanto animata (nemmeno la benedizione del vescovo emerito mons. Alfredo Magarotto è servita a calmare gli animi).
La cerimonia per l’avvio
dei lavori degli ultimi 5 km
dell’A28, il lotto 29, tenutasi mercoledì 12, ha dato la
stura agli umori e innescato polemiche. Sarà la stata
la tensione, chissà, il peso
di quei lunghi 13 anni di attesa, che si è sciolta, improvvisamente, davanti a
quella piccola pietra. E anche prima. Ad aprire le
danze è stato il vice governatore della Regione Luca
Zaia, lanciando l’idea (peraltro non sua) dell’autostrada libera da pedaggio.
«Questa strada deve essere realizzata subito e dovrà
essere senza pedaggio - ha
anticipato alla stampa, il
giorno prima della cerimonia -. Non ha nessun
senso far pagare il pedaggio per una via che congiunge naturalmente Conegliano a Sacile e che
moltissimi cittadini devono percorrere quotidianamente».
Le mamme di Pianzano. Ma ad alleviare i paesi
fatto il nostro dovere. E
questa è una cosa incredibile in un’Italia dove diventa incredibile il fatto
che due amministratori
facciano il loro dovere».
Per poi affondare il colpo:
«E adesso: chi paga? Chi
paga gli indegni ritardi a
cui ci hanno costretto? Chi
paga per i morti sulla Pontebbana? Chi paga per le
tonnellate di ossido di carbonio, per le porcherie, per
l’inquinamento riversato
sui nostri paesi? Gli ambientalisti forse?». Al centro dell’affondo di Galan
c’è il “partito del non fare”,
tutti coloro che, a suo dire,
in questi anni avrebbero
impedito la realizzazione
del tratto veneto dell’autostrada 28 Portogruaro-Pordenone-Sacile.
Nel gioco al rimpallo
delle responsabilità è intervenuta, con una nota
stampa, anche l’ex sindaco
di Godega Donatella Santambrogio: «I discorsi fat-
ti sembrano volutamente
dimenticare che le responsabilità per i ritardi sono, da un punto di vista politico, da condividere: in
questi 21 anni di attesa per
ben 15 anni abbiamo avuto Provincia e Regione governati da coloro che oggi
lanciano le accuse e, mi
chiedo, quale ruolo o funzione hanno svolto essi
stessi per dare un colpo all’acceleratore per la realizzazione dell’opera, soprattutto durante gli anni di governo del centrodestra loro amico.»
L’autostrada infinita.
A smorzare le polemiche
ci ha pensato il governatore del Friuli-Venezia Giulia, la regione confinante,
che, a differenza del Veneto, non ha dovuto attendere decenni per avere un’opera strategica, basti pensare che il tratto pordenonese fu inaugurato nel
1991, che i lotti 24 e 25 (da
Pordenone Sud a Fonta-
del comprensorio dalla
morsa del traffico non sarà
solo l’autostrada. Lo sanno
bene il comitato dei genitori di Pianzano e i sindacati, che hanno sollecitato
il completamento contestuale delle opere accessorie, a cominciare dalla
bretella alla strada provinciale 41. «Non si dimentichino la bretella alla Sp 41,
qui siamo soffocati dal traffico» è stato l’appello delle
mamme e dei papà dei
bambini che frequentano
la scuola elementare di
Pianzano. «La preoccupazione del sindacato è sulle
opere accessorie - ha ribadito la Cgil -. Il ritardo provoca la perdita di competizione sul piano economico
di tutto il territorio, senza
contare la crescente congestione di traffico, inquinamento e poca sicurezza
stradale».
Il lotto 29 è stato intitolato a Manuela Dan, vittima della strada a soli 5 anni.
Erica Bet
Francesca Nicastro
A SAN VENDEMIANO
è fede».
Nella nostra diocesi sono attualmente 12 i Centri
di ascolto, come ha ricordato don Ferruccio Sant,
direttore della Caritas diocesana. «Il Centro di ascolto - ha affermato - è una forma di servizio per una carità intelligente, perché offre alle persone in
difficoltà la possibilità di
un incontro e di un orientamento, a partire dalle risorse di cui esse stesse dispongono». Don Ferruccio ha poi ricordato come
il Cento di ascolto necessiti della presenza di persone qualificate, sia attraverso la formazione, sia
per specifiche competenze, quali medici e psicologi. «È essenziale collaborare con le istituzioni, quali l’amministrazione comunale e vari altri organismi- ha concluso-. I volontari dovrebbero poi ritrovarsi per chiedersi quali
sono i problemi e le urgenze del territorio, spes-
so nascosti o non percepiti».
Alla serata sono intervenuti anche l’assistente
sociale e l’assessore ai servizi sociali Renzo Zanchetta, i quali hanno ribadito la necessità di lavorare in rete per ottenere dei
benefici per la comunità.
La collaborazione tra Centro di ascolto e Comune diventa, quindi, una risorsa
in più per aiutare le persone in difficoltà e per far sì
che le istituzioni siano presenti in maniera capillare
nel territorio.
Alcuni dei membri del
gruppo, che ha dato la disponibilità a gestire il Centro di ascolto, hanno già
partecipato al corso di formazione proposto dalla
Caritas diocesana. La sede, provvisoria, verrà allestita a breve nelle stanze
sotto la canonica di San
Vendemiano e l’orario di apertura settimanale sarà il
sabato dalle 9 alle 12.
Gerda De Nardi
Il partito del “non fare”. Di fronte alle 200 persone accorse per lo storico
evento, il governatore
Giancarlo Galan ha esordito provocatorio: «Oggi
non ringrazio nessuno e vi
chiedo che nessuno ringrazi me e Illy. Abbiamo
Nuovo centro
di ascolto Caritas
U
nafredda) furono inaugurati nella primavera del
1993 e che i lotti 26, 27 e
27/A (da Fontanafredda a
Sacile), svincoli compresi,
furono aperti al traffico nel
marzo 1996. «La Podernone-Conegliano è un’opera
strategica: non solo collegherà le due regioni - ha
detto Riccardo Illy - ma servirà a sfogare una parte del
traffico.»
Le cifre, del resto, stanno là a ricordare lo scandalo di una strada di appena 28,1 km che, quando
sarà ultimata nel 2010, avrà richiesto 24 anni di
tempo per essere realizzata. Risale, infatti, al 28 febbraio 1986 il progetto di
massima, approvato il 30
giugno dello stesso anno
dal cda dell’Anas.
n’ottantina di persone, appartenenti
alle tre parrocchie di San
Vendemiale, Saccon e
Zoppè hanno preso parte
all’incontro, martedì 11,
per dare avvio al nuovo
Centro di ascolto dell’unità
pastorale. È stata questa una tappa fondamentale di
un cammino che è partito
da alcuni mesi e che si sta
svolgendo in piena sintonia con il Piano pastorale
diocesano. «La Caritas dell’unità pastorale ha fatto un
primo passo cercando di
vedere la disponibilità delle persone di venire incontro a chi si trova in difficoltà - ha spiegato il parroco di San Vendemiano,
don Pier Amort.- Ciò è sta-
to fatto con un’inchiesta a
tappeto, realizzata in Quaresima, portando in tutte
le case una scheda contenente alcuni ambiti nei
quali impegnarsi».
Da qui è stata verificata
la disponibilità a dare una
mano nei diversi campi e
nel caso specifico di collaborare con il Centro d’ascolto.
«L’idea - ha proseguito
don Pier - è di dare avvio
al Centro di ascolto, tuttavia questa non può essere
un’iniziativa di un “gruppuscolo” perché la carità
non é questione legata a
qualche persona di buona
volontà. O la nostra fede
celebrata nell’Eucaristia la
viviamo nella carità, o non
Domenica 23 settembre 2007
33
S. MARIA DI FELETTO: “Accogliamo
la persona della porta accanto”
S
abato 29, presso il teatro della casa di riposo “De
Lozzo Dalto” (in foto) si terrà il convegno “A tu
per tu. Accogliamo la persona della porta accanto”, organizzato, in occasione dell’anno europeo delle pari
opportunità per tutti, dalle fondazioni “Care” e “De Lozzo Dalto”. Obiettivo del convegno è abbattere le barriere tra “noi” e “loro”, cioè gli immigrati, che lavorano nelle professioni sanitarie delle nostre realtà. Porteranno la loro testimonianza la dott.ssa Iryna Kondakova, ginecologa russa in Italia come badante, e Jacinto Sosa Caceres Palomino, infermiere in Perù, operatore socio-sanitario nel nostro Paese. La psichiatra Licia Scantamburlo parlerà de “Il benessere della
persona migrante”, mentre la dr.ssa Elisabetta Elio, vicedirettrice della Pia Opera Cicarelli (Vr) affronterà il
tema “Eguaglianza formale ed eguaglianza sostanziale”. Durante la tavola rotonda sull’integrazione tra le
persone nelle nostre comunità verrà, inoltre, presentato il progetto “Butta la luna”. Introdurrà i lavori Eddi Frezza, membro dell’Osservatorio regionale del lavoro Uneba, e li chiuderà Marisa Durante, direttrice
dei Servizi sociali dell’Ulss 7. Il convegno, che vedrà
anche la partecipazione del sindaco Maria Assunta Botteon, inizierà alle 9.30.
SAN VENDEMIANO: mostra
missionaria per l’Africa
I
n occasione dell’ottobre missionario il gruppo
“Un cuore per le
missioni” della
parrocchia di
San Vendemiale
organizza, presso il salone adiacente alla chiesa, una mostra
in cui saranno esposti e venduti i lavori dell’artigianato
locale (ceramiche, ricami, biancheria ecc.).
La mostra rimarrà aperta: sabato 22 e 29 settembre
e 6 ottobre (17.30 alle 20); domenica 23 e 30 settembre
(8.45-12 e 17-20); domenica 7 ottobre (8.45-12 e 16-20);
nei giorni feriali dal 24 al 28 settembre (15-16.30) e dal
1° al 5 ottobre (14.30-16.30). Il ricavato andrà a sostenere l’attività del vescovo di Natitingou in Benin Pascal
N’Koue per il completamento della casa di accoglienza
per bambini stregoni (alla cui realizzazione il gruppo
missionario ha già contribuito negli anni scorsi) e l’attività del vescovo di Inondo in Congo Philippe Nkiere Kena per la formazione di gruppi di animatori biblici per le
comunità di base.
SAN POLO DI PIAVE: le mamme
ringraziano suor Corinna
L
e mamme della
scuola materna di
San Polo di Piave salutano e ringraziano suor Corinna, che ha lasciato asilo e parrocchia per essere trasferita a Oderzo.
«Dirle grazie è ben poca
cosa dopo cinque anni
trascorsi sereni e con entusiasmo a servizio dei
bambini, e non solo - precisano le mamme -, ma
anche per aver seguito le
diverse attività educative in patronato. Le si leggeva in
viso che era abituata a stare in mezzo ai bambini e ne
parlava come fossero tutti suoi figli, sempre presente e
responsabile nella loro educazione». L’augurio rivolto a
suor Corinna è che possa «continuare con gioia e ottimismo il suo apostolato».
34
Domenica 23 settembre 2007
NUOVO LIBRO SUL SANTUARIO DI MOTTA:ANCHE COSÌ
CI SI PREPARA AL 500º DELL’APPARIZIONE MARIANA
La Basilica secondo Papinutti
C
ontinuano alla
Basilica i preparativi per il 2010,
quinto centenario dell’apparizione mariana.
Ecco spiegato il motivo
per cui arriva il volumetto
“Santuario Madonna dei
Miracoli - Guida storico-artistica e spirituale del santuario”. Il libro, reperibile
nel negozio dei souvenir
del santuario, è soltanto
l’ultimo di una serie di cinque libri editi nell’ultimo
secolo di storia del santuario.
Il primo fu di padre Prosdocimo Prodomi; due, invece, furono scritti da padre Damiano Meda. Un
quarto porta la firma di padre Giuseppe Batocchio.
L’ultimo della serie,
quello appena uscito, è stato redatto da padre Emidio
Papinutti, musicista, saggista e per vent’anni organista in San Pietro a Roma.
Il libro, formato tascabile e di facile consultazione, è suddiviso in tre parti. La prima riassume in
maniera piuttosto dettagliata la storia del santuario dal momento dell’apparizione fino ai giorni nostri, passando per il periodo buio legato alle soppressioni del 1700 e del
1800 quando divenne ospedale. La seconda parte
riguarda l’aspetto artistico.
In questa sezione sono raffigurate molte delle opere
custodite sia all’interno
della chiesa che nei chiostri del convento. Capitolo
a se stante lo fa la toponomastica. Il libro, infatti, raccoglie l’elenco delle vie adiacenti al santuario. L’autore non dimentica poi di
segnalarci alcuni dei frati
che a Motta hanno lascia-
C
on il mese di set- rio “Madonna di Rosa” di
tembre nel con- San Vito al Tagliamento.
vento dei frati minori di Ci saluta anche il vicario
Motta arrivano alcuni della comunità mottense:
cambiamenti. A sancirli è padre Giambattista Casol’ultimo “Capitolo”, che nato, che, dopo tre anni,
ha riguardato l’intera pro- è stato chiamato a guarvincia veneta (che rag- diano del Santuario
gruppa Veneto e Friuli “Grotta di Lourdes” di
Venezia Giulia).
Chiampo, comunità nella
La comunità mottense quale prestava il suo miaumenta di due
nistero, come
frati rispetto al reguardiano, procente passato: daprio prima di
gli attuali 14 a 16.
tornare a Motta
A lasciare Motta
dopo alcuni ansarà l’attuale retni di assenza.
tore padre Oreste
Per due che
Marcato, che era
par tono, sono
arrivato solo lo
quattro quelli in
scorso anno e anarrivo. Da Lonidrà a reggere le
go, dove ha esor ti del SantuaPadre Oreste Marcato sercitato il suo
“Muratori, idraulici
venite a Caboxangue!”
I lavori di costruzione della scuola Sambù nel 2005: da allora se ne sono fatti di passi
avanti!
È
quasi completata
la scuola Sambù a
Caboxangue, in Guinea
Bissau, cioè il progetto a
cui l’associazione Insieme
per l’Africa di
Gainiga in
questi anni
ha devoluto
impegno, attenzione, denaro e giorni
di lavoro, in
Italia e in
Guinea Bissau, di tanti
suoi volonta-
Padre Emidio Papinutti
ARRIVANO TRE NUOVI FRATI
AL CONVENTO DI MOTTA
ASS. INSIEME PER L’AFRICA
ri.
“Il problema che si pone ora – spiega Gianfranco Lorenzon dal sito
www.insiemeperlafrica.or
g – è di continuare a garantire il nostro intervento a 360 gradi.
Il rischio forte è di ritrovare la propria opera abbandonata
perché il popolo guineen-
Domenica 30
a Gainiga
“pranzo
solidale” pro
scuola Sambù
e
L’AZiON
Mottense / Veneziano
se non riesce da solo a gestire la nuova struttura. La
nostra associazione ha intenzione di seguire la
scuola per un periodo da
stabilirsi, realizzando di
fatto un’adozione a distanza della scuola in modo da
poter garantire l’integrazione degli stipendi esigui
dei maestri, la colazione
dei bambini, le spese didattiche, la guardiania e
quant’altro serva a garantire la continuità delle attività scolastiche. Tutto
questo con la mirabile gestione di padre Gianfranco Gottardi (missionario
di Gainiga a Caboxangue)
e con il consenso della direzione dei padri Francescani in Guinea Bissau».
Nel frattempo però, per
gli ultimi lavori alla scuola, “Insieme per l’Africa”
invita muratori, carpentieri, idraulici e meccanici a
dare la propria disponibilità per recarsi presso la
missione di Caboxangue.
Si chiede una permanenza
di almeno due settimane,
tra ottobre 2007 e aprile
2008. Per informazioni:
335-6284206.
Per domenica 30, inoltre, è in programma il tradizionale “Pranzo solidale” dell’associazione, aperto a tutti, che si svolgerà a Gainiga.
to molto più di una semplice impronta. L’ultima
parte del libretto è strettamente legata ai preparativi
per il quinto centenario
dell’apparizione. Questa
sezione contiene i due inni del santuario messi in
musica da altrettanti frati
francescani: padre Terenzio Zardini e padre Crescenzio Pasini.
Marco Guerrato
ministero come guardiano, arriva il nuovo guardiano della comunità
mottense: padre Alfonso
Cracco. Vicario della comunità e responsabile
per la Peregrinatio, sarà
invece padre Mario Saggioro, in arrivo da Chiampo. Dalla comunità di Gemona del Friuli arriverà
padre Franceschino Miglioranza. Sempre dal vicino Friuli, ma da Cormons, è in arrivo padre
Giorgio De Marchi.
(MG)
MOTTA: Don Giorgio Tolotto
ospite del centro La Pira
V
enerdì 21 alle 20.45 al patronato Don Bosco di Motta sarà ospite don Giorgio Tolotto, mottense, a lungo missionario
in Terra Santa e ora direttore della Domus Sanctae Marthae in Vaticano. Tratterà il tema “Medio Oriente: testimonianza di un missionario” su invito del Centro La
Pira di Motta.
MOTTA: Canti popolari con i cori
Lucchesi e Pradevai
I
l primo concerto della nuova stagione per il coro
Luca Lucchesi è fissato per sabato 22 settembre alle 21 in piazza Duomo a Motta. Si tratta della seconda edizione della rassegna di canto popolare “Cantando alla
luna”. Ospiti della corale mottense, il coro “Pradevai” di
San Fior, diretto da Mario Gava, e “I cantori del Caldone” di Cerlongo (Mn) diretto da Mario Ribecchi. In caso di maltempo, la rassegna si svolge al patronato Don
Bosco.
GORGO: Blocco della statale
Postumia per chiedere più sicurezza
V
enerdì 21, alle 18 a Gorgo, ci sarà un blocco momentaneo della statale Postumia: le persone si
fermeranno in mezzo alla strada. La manifestazione è stata promossa con voto quasi unanime dal consiglio comunale di Gorgo, ed ha raccolto varie adesioni dai vertici della politica e dell’economia locale. Scopo del blocco sarà la richiesta di maggiori forze dell’ordine, ma anche l’espressione dell’allarme sicurezza, percepito da
molti, e ancora più forte dopo l’orrendo delitto.
OSPITE MONS. POLETTO
San Nicolò festeggia
il cardinale compaesano
L’
associazione “Insieme per San Nicolò” organizza a San Nicolò dal 28 settembre al 7
ottobre la Sagra della Beata Vergine del Rosario. Il
gruppo è formato per la
maggior parte da giovani,
che si impegnano nelle diverse necessità della parrocchia.
Per tutta la durata della
festa sarà aperto lo stand
gastronomico, protagonista soprattutto in due occasioni: sabato 29 con lo
spiedo gigante e venerdì 5
con la serata dedicata al pesce. Inoltre si potranno gustare le prime castagne della stagione.
Un visitatore speciale
sarà presente domenica 30,
si tratta del cardinale Severino Poletto (nella foto),
arcivescovo di Torino, che
festeggerà il 50º di sacerdozio con la messa delle
10.30. La celebrazione sarà
preceduta dall’inaugurazione dei lavori al sagrato
della chiesa (alle 10.15) e
seguita da un rinfresco con i...
compaesani, vista l’infanzia
trascorsa a San Nicolò.
A conclusione, domenica 7 ottobre alle 15 ci sarà
la preghiera del Vespro e a
seguire la processione con
la Madonna del Rosario. La
serata si chiuderà con l’estrazione dei biglietti della
lotteria, il cui ricavato aiuterà la ristrutturazione del
piazzale antistante la chiesa.
Chiara Basei
CENTO MARCHETTO RIUNITI A VILLANOVA
rano circa un centinaio, giunti da tutto il circondario, i partecipanti all’incontro della famiglia Marchetto. La
famiglia, originaria di Tempio di Ormelle, nel 1897 si è trasferita a Ponte di Piave, un’altra parte a Oderzo.
Nel 1926 da Oderzo la famiglia è giunta a Villanova di Motta, dove sono divenuti mezzadri dei conti Ancillotto
(per i quali tuttora lavorano), oltre che a Fossalta di Piave e San Donà. Nel 1950 una parte della famiglia patriarcale si trasferisce a Pordenone, nel 1956 altri raggiungono la cittadina friulana, mentre altri si trasferiscono
a San Stino di Livenza e Francenigo. Attualmente la maggior parte della famiglia risiede ancora a Villanova di Motta, dove domenica 2 settembre è stata celebrata una messa dal parroco don Vittorio Battistuzzi nella chiesa di
Sant’Agostino. (GR)
E
e
L’AZiON
o
Opitergino / Venezian
Domenica 23 settembre 2007
FORANIA DI ODERZO:
“Parrocchie, interessatevi
alla pastorale giovanile!”
L’AMAREZZA DEI VOLONTARI
Vandali e ladri
infestano le sagre
F
urti e atti vandalici: l’estate delle
sagre nell’opitergino-mottense è stata funestata da questi deprecabili episodi. Le auto parcheggiate visitate dai ladri,
i congelatori svuotati, i dolci e i salumi spariti, i piatti
di porcellana trafugati, e l’elenco potrebbe continuare
fino all’ultimo, pericoloso
atto vandalico messo a segno a Mansuè, dove i soliti ignoti hanno svitato il serbatoio del gas butano, lasciando all’improvviso le
cucine nell’impossibilità di
preparare i cibi.
Vien da chiedersi: perché? Il motivo di questi ge-
Una edizione della “Colfranculana”
sti che assumono un carattere ancor più odioso se si
pensa che vengono effettuati ai danni del volontariato, di persone che mettono a disposizione il loro
tempo libero per l’organizzazione della sagra, un e-
MOSTRA A SAN GIORGIO
Con Gianni Brocca
le foto sono storia
O
gni anno Gianni
Brocca, vicepresidente del consiglio pastorale di S. Giorgio, ci propone interessanti mostre
fotografiche in occasione
del “Settembre Sangiorgese”.
«Quest’anno- racconta
Brocca- in “Sposi di ieri e
di oggi” ho voluto raccogliere foto di sposi dal 1930
in avanti per confrontarle
con quelle attuali. In particolare perché i nostri ragazzi si rendano conto della miseria di una volta,
quando le coppie si sposavano sopra i carri che servivano per portare il fieno... Si ha inoltre la possibilità di confrontare i vestiti degli sposi con la so-
brietà e semplicità di una
volta rispetto all’esagerazione che caratterizza i matrimoni degli ultimi anni.
Queste mostre nascono da
una grande passione personale per la fotografia che
ho da sempre. Sono inoltre felice di proporla in
questo periodo in quanto
molte persone hanno la
possibilità di riconoscersi
e di ricordare i vecchi tempi. La nostra sagra paesana è infatti soprattutto un
momento di aggregazione
e ritrovo per molte famiglie».
La mostra è aperta ancora sabato 22 e domenica
23 settembre durante le
serate dei festeggiamenti.
Tamara De Lazzari
CEGGIA/ MARCO RAGAZZO
GUIDA 55 VELOCIRAPTORS
I
l Team Velociraptors di Ceggia organizza domenica
23 settembre la 9ª Pedalata jurassica, aperta a tutti
gli amanti delle due ruote. Le iscrizioni si potranno effettuare domenica stessa dalle 8.30 alle 9.45 dietro il municipio di Torre di Mosto, da dove si partirà alle 10. La
pedalata si snoderà per circa 8 km lungo gli argini del Livenza e gli organizzatori prevedono una partecipazione
di 300 persone. Donne e ragazzi dai 12-15 anni effettueranno 2 giri, uno i ragazzi fino a 11 anni e le ragazze fino
a 15 anni, gli altri ripeteranno il circuito 3 volte. A conclusione, dopo le premiazioni (alle
12 circa), ci sarà un buffet e verranno distribuiti gadget a tutti i partecipanti.
I membri del direttivo precisano
che la corsa si inserisce nell’ottavo
Trofeo Livenza Bike, ma non essendo competitiva è aperta anche a chi
non è iscritto al Team.
I Velociraptors nascono a Ceggia
nel ’99 e attualmente contano 55 i-
vento che sta così a cuore
alle nostre comunità.
Mansuè: hanno rischiato grosso i "vandali del
gas"
«Davvero - afferma Flavio Marchesin, presidente
dell’Associazione Sportivo
Culturale di
Mansuè - mi
sono chiesto
tante volte
per
quale
motivo siano
andati a svitare il tappo del
nostro serbatoio. Correndo anche un serio rischio,
perchè il gas non è cosa
con la quale scherzare. Per
questa ragione il serbatoio
è collocato in un luogo sicuro, poco accessibile. Di
fatti significa che l’azione è
stata pensata. I nostri volontari hanno dato prova di
grande intelligenza, reagendo con compostezza,
provvedendo subito a collocare delle bombole in
modo da ripristinare l’operatività delle cucine. Abbiamo denunciato l’accaduto ai Carabinieri, che
hanno dato tutta la collaborazione possibile. Resta
l’amarezza per quanto avvenuto. La mia opinione è
che si tratti di ragazzacci,
che forse neppure si sono
resi conto del pericolo che
35
M
Bruno Silvestrin
hanno sfiorato e del danno
che hanno fatto».
Colfrancui: bisogna anche sorvegliare le auto
A Colfrancui, dove da
anni viene organizzata la
corsa podistica “La Colfranculana”, l’associazione
omonima ha predisposto
un servizio di sorveglianza delle automobili parcheggiate. «Ci era capitato
- spiega il presidente Giuseppe Furlan - che mentre
la corsa era in pieno svolgimento, i ladri visitassero
le automobili dei podisti
parcheggiate. Così abbiamo organizzato una sorveglianza».
Portobuffolè: ladri prima della Fiera di Santa
Rosa
Con i volontari che hanno dovuto inventarsi un altro compito, già
non ci fossero
state abbastanza cose da fare.
«Da noi - racconta Bruno
Silvestrin, presidente della
Pro Loco di
Portobuffolè
nonché del Consorzio Pro
Loco dell’opitergino-mottense - è capitato che i ladri
siano venuti il giorno prima della Fiera di Santa Rosa. Soldi non ne hanno trovati, ci hanno portato via i
dolci, i salumi, i biglietti invenduti del ballo. A mio avviso sono vandali, persone
che non sanno in che altro
modo passare il tempo, come divertirsi». Mancanza
di rispetto per l’impegno altrui e noia di fondo: due aspetti che ritornano con
frequenza nel disagio giovanile. Come dice Silvestrin, bisognerebbe incoraggiare i giovani a impegnarsi nel volontariato. E,
forse, questi episodi sarebbero meno frequenti.
Annalisa Fregonese
I casi
di Mansuè,
Colfrancui e
Portobuffolè
scritti- «una decina sono ragazzi sotto i 16 anni», sottolinea il segretario David Mazzarotto, provenienti dalle zone di S.Stino, S.Donà, Torre, Ceggia. L’attuale presidente è il trentacinquenne Marco Ragazzo.
Come mai la mountain bike? «I Velociraptors hanno
l’intento di unire persone che amano i piaceri della vita
all’aperto al di fuori dei percorsi classici e il nostro territorio, ricco di argini, zone verdi e percorsi sterrati ben si
adatta a questo sport» ci spiega un membro del direttivo.
L’idea di creare l’associazione fu di Francesco Gallo e
alcuni amici, il nome invece lo si deve ai dinosauri protagonisti del film “Jurassic Park”.
Chiara Basei
ercoledì 26 alle 21 in patronato a Oderzo ci sarà un incontro di verifica e di programmazione per
la Commissione foraniale di Pastorale
Giovanile. Per chi ancora non lo sapesse, si tratta di un gruppo che si occupa di organizzare le veglie di preghiera foraniali ed il corso animatori,
nonché di coordinare e tenere in contatto le varie realtà di pastorale giovanile nella Forania di Oderzo. Ma affinché funzioni a pieno regime, è necessario che sia rappresentativa, ed è per
questo che don Roberto Bischer (nella foto) ed i componenti della Commissione lanciano un appello alle parrocchie ad inviare un rappresentante, in particolar modo a quelle che non lo hanno da tempo, o non lo hanno
mai avuto. (AP)
SALGAREDA: ancora una morte
sul lavoro, vittima una ventunenne
A
ncora, purtroppo, una
morte sul lavoro. Jasmine Marchesi (nella foto),
21 anni, di Stretti di Eraclea,
lavoratrice interinale presso
la 3B di Salgareda, è morta in
fabbrica, schiacchiata da una
pressa. Cgil e Cisl hanno reagito insistendo sull’importanza della formazione per i
lavoratori sulle misure di sicurezza, chiedendo di accertare le responsabilità e proclamando una giornata di
sciopero per lunedì 24 settembre, dopo quella già vissuta alla 3B martedì 18, all’indomani dell’incidente.
SAN GIORGIO: Messa e
processione con mons. Silvio Padoin
D
omenica 23 momento conclusivo del Settembre Sangiorgese: alle 17 la messa e a seguire la processione nella zona del
centro sociale. Entrambe le celebrazioni saranno guidate da mons.
Silvio Padoin, vescovo emerito di
Pozzuoli (nella foto).
SAN GIORGIO: irrinunciabile
pedalata di settembre
D
omenica 16 settembre si
è svolta a S. Giorgio di
Livenza, la tradizione pedalata
che da oltre 20 anni coinvolge
bambini, ragazzi, famiglia la terza domenica di settembre. Il percorso, di circa 20 km, è molto
semplice: arrivo e partenza
sempre al Centro Sociale. All’arrivo i cartellini di iscrizione di
ciascun partecipante sono stati inseriti in un’urna per l’estrazione di una simpatica lotteria, in cui primo premio
era una bicicletta! Un grazie speciale agli organizzatori,
in particolare a Valerio Perissinotto.
GRASSAGA: Processione
della Madonna della Cintura
D
omenica 23 alle 16 a Grassaga si terrà la tradizionale processione della Madonna della Cintura, che segna la conclusione degli omonimi festeggiamenti nella frazione di San Donà.
TORRE: Classica e jazz nella
parrocchiale di San Martino
L’
amministrazione comunale di Torre di Mosto
organizza per sabato 29 settembre, alle 20.30,
presso la chiesa parrocchiale, il concerto di musica classica e jazz dell’ “Harmonie Brass Ensemble Quartet”. I
friulani Diego Cal e Roberto Santagati alle trombe e Sergio Bernetti e Lorenzo Tommasini ai tromboni dimostreranno la versatilità e la dolcezza dei loro strumenti
a fiato. Ingresso libero. Per informazioni, biblioteca comunale: 0421 324391.
36
PROFESSIONE PERPETUA DA SALESIANO
GHIRANO
Giorgio Bazzo dice “sì”
con entusiasmo
Venerdì 21
comincia
la “Sagra
del baccalà”
D
omenica 16 settembre, a Gazzera, località di
Mestre, hanno fatto la loro
professione religiosa perpetua una suora delle Figlie di Maria Ausiliatrice e
quattro giovani salesiani,
tra i quali il ventiseienne
Giorgio Bazzo di Fiaschetti. Hanno partecipato alla
cerimonia uno stuolo di parenti, amici e parrocchiani
di Fiaschetti, insieme all’arciprete di Caneva don
Ugo Cettolin, che già aveva avuto tra i suoi giovani
Giorgio nel periodo in cui
era stato parroco a Sarone
e Fiaschetti.
Giorgio Bazzo ha frequentato le scuole medie e
superiori all’Istituto Don
Bosco di Pordenone, dove
ha avuto modo di accostarsi al mondo salesiano;
nel 2001 ha iniziato con il
noviziato salesiano a Pinerolo, poi ha frequentato gli
studi filosofici a Nave (Bs)
e attualmente frequenta il
terzo anno di Teologia a
Torino.
Ora lo attendono ancora due
anni di preparazione in vista
delle due ultime
grandi tappe: il
diaconato nel
2008 e il presbiterato nel 2009.
Il gruppo che
lo ha avuto vicino domenica ha potuto ancora un volta apprezzare con gioia e
sano orgoglio la sua simpatica esuberanza e soprattutto l’entusiasmo per
la sua vocazione religiosa.
Racconta di sé Giorgio
in una intervista rilasciata
a www.donboscoland.it:
«Non c’è stato un momento preciso in cui ho capito
che il Signore mi chiamava ad essere tutto suo, ma
è stato come un cammino
di scoperta del progetto di
Dio su di me. Facendo l’esperienza di comunità con
i salesiani durante il periodo delle superiori, ho pian
piano scoperto cosa vuol
CEGGIA / NESSUNO
DIMENTICA PADRE EGIDIO
e
L’AZiON
Friuli / Memorie
Domenica 23 settembre 2007
dire avere una vita di preghiera
profonda, ho visto come vivevano i salesiani e al
tempo stesso ho
assaporato che
cosa vuol dire vivere tutto per il
Signore. (....) Ho
un po’ di paura a
dire quel “per sempre” perché mi conosco bene e so
che posso cadere. Ma è una paura che non mi blocca, perché so che il Signore che mi ha chiamato a seguirlo mi aiuterà anche nell’essere perseverante nella vocazione salesiana.
A un giovane che sta
pensando alla vita consacrata salesiana vorrei dire
che… se ci fermiamo a
guardare i nostri limiti, non
faremo mai niente di grande nella nostra vita! Alziamo gli occhi verso Dio e
“molliamo gli ormeggi”
per navigare nel grande
mare dell’Amore del Signore!».
CONEGLIANO-DUOMO
A
A
pre i battenti venerdì
21 la “Sagra del baccalà” di Ghirano. Attorno al
prelibato piatto preparato
secondo la tradizione locale, l’associazione Ghirano
Porte Aperte ha ricamato
undici serate di festeggiamenti. La prima data di rilievo è giovedì 27, alle 20.30,
la serata di informazione
medica organizzata in collaborazione con Avis, Aido,
Admo, Fondazione Biasotto
e Centro culturale “Conti
Prata” sul tema “Universo
acqua”: intervengono Fabio
De Battisti e Dino De Franceschi del settore igiene dell’Asl 6. La Sagra del baccalà,
che proseguirà fino al 7 ottobre, riprenderà venerdì 28
con l’atteso concerto dei
Freeway (cover cartoon).
SACILE:
L’auto mutuo aiuto entra a scuola
C
ontinuano le attività del centro di auto-mutuo aiuto “La vela” di Sacile. Oltre 70 i contatti registrati dal centro in quattro mesi: soprattutto donne, tra i 25
e i 30 anni e tra i 50-60 anni, di cultura medio alta, che
si rivolgono a “La vela” per problemi di ansia, panico, depressione e disagio suicida. Commenta il coordinatore
Bruno Morassut: «Non mi era mai capitato di ricevere
così tante segnalazioni». Con l’inizio delle attività scolastiche parte un progetto dedicato alle scuole, per la formazione di gruppi Ama interni alla scuola media di Sacile. Il gruppo di ascolto telefonico continua la propria
attività allo 0434-736213, come pure il gruppo di “Pensiero positivo”. Inoltre un nuovo gruppo dedicato ai disagi giovanili, in particolar modo disturbi alimentari, si
è aggiunto. Si chiama “Una barca di nome Erika in un
mare di speranza” e si riunisce ogni mercoledì sera dalle 20 alle 21.30 nella sede dell’ospedale civile di Sacile,
con il coordinamento di Mara Pasin. Per informazioni:
0434-736213. (EB)
PRATA: I carabinieri festeggiano
il trentennale di fondazione
A
Prata domenica 23 si celebra il 30º anniversario
della fondazione dell’Associazione nazionale carabinieri, sezione di Prata e Pasiano. Programma: alle 9
raduno in piazza Indipendenza; alle 9.30 sfilata e deposizione corona al monumento ai caduti; alle 10.45 messa; alle 11.30 visita alla mostra di uniformi storiche dell’Arma e dell’attività svolta dalla sezione, allestita nei locali di piazza Wanda Meyer.
5ª Pedalata memorial Denis
Zanette (nella foto); alle 21
serata danzante con gli “Arcobaleno”.
VENERDÌ 21
Alle 18, il Ludobus fa tappa a
San Liberale di Sacile.
A San Michele prosegue fino al 30 settembre la sagra in
onore del santo patrono. Alle 21
ballo con il gruppo “Bruciateli
vivi”.
Alle 21, a Caneva nel parco di
villa Frova, concerto della Maxmaber Orkestar, musica popolare
balcanica.
Si chiudono alla biblioteca di Brugnera le iscrizioni al corso di
inglese per adulti - livello base, che si svolgerà ogni martedì
dal 25 settembre al 27 novembre, dalle 20.30 alle 22.30. Per
informazioni, telefono 0434613112.
A Brugnera, aperte fino al 26
settembre le iscrizioni al corso di
formazione per amministratore di sostegno. Per maggiori informazioni, contattare l’associazione Aitsam al 3334379461 o 333-4991392.
SABATO 22
Alle 17, a San Gregorio, Sacile,
pomeriggio musicale organizzato
dall’Ensemble Serenissima.
DOMENICA
23
Alle 10, a villa
Varda di Brugnera, 7ª edizione
Trofeo giovanile
province del NordEst; alle 12 7ª prova di orienteering
Coppa Italia TrailO.
Il gruppo alpinismo giovanile del
Cai di Sacile organizza un’escursione alle grotte della vecchia
diga di Barcis (gruppo CavalloCol Nudo). Per informazioni e iscrizioni, 0434-734848. In programma anche un’escursione al
monte Punta (gruppo Pelmo).
Alle 10, a San Michele di Sacile,
LUNEDÌ 24
Comincia in biblioteca a Brugnera un corso di greco moderno di base, dalle 20.30 alle 22.30, ogni lunedì.
Per iscrizioni e informazioni, telefono 0434613112.
distanza di 15 anni
dalla morte di padre Egidio Pasquon, religioso dei Servi di Maria,
avvenuta all’età di 55 anni,
in Messico dove era missionario, il ricordo del sacerdote è sempre vivo nei
suoi familiari e tra i paesani di Ceggia.
In tanti ricordano la testimonianza di fede lasciata da padre Egidio nei
suoi ritorni dalla missione
in famiglia per qualche periodo di vacanza. Vivo è il
ricordo di lui tra i frati dell’Ordine dei Servi di Maria
dove ha occupato posti di
responsabilità. Presso la
sua tomba, nel cimitero di
Ceggia, spesso qualcuno
sosta in preghiera. Grazie,
padre Egidio, per il dono
che sei stato.
I familiari
OGLIANO
SCOMIGO
SCOMIGO
GAIARINE
SUSEGANA
SERNAGLIA
MARIO CAPRARO
n. 12.10.1922 - m. 28.9.2006
Nel primo anniversario della
tua scomparsa ricordiamo la
fede che vivevi nel mistero. Dal
cielo proteggici e guidaci, aiutaci a superare le prove di ogni
giorno. Ti ricordiamo con immutato affetto. I tuoi cari. Una
messa sarà celebrata nella
chiesa di Ogliano domenica 30
settembre alle 11.
FIORE CASAGRANDE
ved. TOFFOLI
n. 27.8.1926 - m. 21.9.2006
GIROLAMO TOFFOLI
n. 4.5.1922 - m. 22.9.1991
Cara mamma, nel primo anniversario della tua scomparsa,
ci conforta il pensiero che ora
sei nella pace del Signore e di
nuovo insieme a papà Girolamo. Con l’amore di sempre, i
vostri figli Vittore, Maria, Gianfranco con tutti i vostri cari.
ENRICO TOFFOLI
n. 22.6.1964 - m. 18.9.1997
Nel decimo anniversario della
tua scomparsa ti ricordiamo
con immutato affetto. I tuoi fratelli Vittore, Maria, Gianfranco e tutti i tuoi cari.
FOSCA SALVADOR
in BETTO
25.9.2005 - 25.9.2007
Cara Fosca, i momenti di
smarrimento e tristezza sono
confortati dal ricordo della tua
vivacità e operosità nell’affrontare le cose quotidiane della vita. Con affetto, tutti ti ricordano.
MARIO MORANDIN
23.9.1995 - 23.9.2007
Uniti nel ricordo, insieme alla
mamma e ai familiari tutti, si
affidano a te in particolare gli
amati Andrea, Thomas, Giulia,
Lucy e Pietro.
BRUNO BALASSO
n. 11.4.1929 - m. 21.9.1992
Caro nonno, era il mio primo
giorno di scuola quando te ne
sei andato per sempre. Sono
trascorsi ormai 15 anni ma io
conservo un bellissimo ricordo di te. Proteggimi sempre e
illumina il mio cammino.
Con affetto, Alice.
padre EGIDIO PASQUON
GUIDO BAUDINO
n. 1.7.1925 - m. 21.9.1977
Nel trentesimo anniversario
della tua morte, i tuoi cari ti
ricordano con affetto.
MARTEDÌ 25
A Prata, riapre oggi il
Progetto Giovani nella nuova sede di
via Manin (sopra la biblioteca civica), con il
seguente orario: martedì e giovedì dalle 15 alle 18,
venerdì dalle 15 alle 22.
Farmacie di turno:
Nassivera, via Santarossa 26, Maron di Brugnera, telefono 0434623561; Comunale, via
Ettoreo 4, Sacile, telefono 0434-71410.
IL PODISTA ESTREMO DI SAN POLO DI PIAVE HA
RAGGIUNTO QUESTO TRAGUARDO ALL’ECOMARATONA
La centesima di Cesconetto
L’
Ecomaratona di
domenica scorsa non è stata una gara qualsiasi per Daniele Cesconetto, e non
(vinta dal vittoriese Fabio
Bernardi) solo perché era
la gara che collabora ad organizzare, per aiutare gli amici che la allestiscono. Per
lui si è trattato, infatti, della
maratona numero 100.
Trent’anni, sanpolese,
giardiniere a “La Nostra Famiglia”, Cesconetto ha cominciato a correre a
vent’anni, partecipando a
qualche marcia non competitiva.
«Nel 1999 ho fatto la prima maratona – racconta –
poi dal 2000 mi sono buttato sulle ultramaratone (le
gare di lunghezza superiore ai canonici 42 km e 195
metri, ovvero a tempo, tipo
corse di 6, 8 o 24 ore, ndr)
arrivando anche a far parte
della nazionale dei 100 km.
Negli ultimi anni, però, mi
sono buttato sulle ultramaratone di montagna».
Una specialità, a guardare anche i calendari, che
cresce.
«Fino a tre anni fa in Italia c’era poco o niente, bisognava andare in Francia.
Ora no, ci sono tante gare».
A fine agosto, Cesconetto ha partecipato al terribile Utmb, Ultra trail del
Monte Bianco, il giro del
Monte Bianco in una sola
tappa, 163 km, 8900 metri di
dislivello. Una gara durissima, la più famosa, alla quale partecipano specialisti di
tutto il mondo, che nel giro
di 8 ore dall’apertura delle
iscrizioni hanno esaurito i
2500 posti disponibili. Cesconetto ha chiuso in
29h35’05’’, 109º su oltre
1400 all’arrivo, quinto italiano.
Ma che allenamento si
deve fare per affrontare queste gare?
«Guarda, io mi alleno
un’ora al giorno durante la
settimana, 4 ore il sabato e
4 la domenica. Se, invece,
ho gare, sono l’allenamento per la gara successiva.
Prima dell’Utmb ho percorso a fine giugno 46 km
alle Tre Cime di Lavaredo,
a fine luglio 97
km ad Imperia...».
Fatica fisica, ma anche psicologica...
«Se si dovesse badare alle
gambe, ovvero
alla fatica, dopo
4-5 ore ci si fermerebbe tutti.
In quel momento subentra la testa. In
30 ore di gara,
tante volte viene la tentazione
di fermarsi, allora bisogna
stare calmi e aspettare che
passi».
Mai pensato a tornare
a correre le tradizionali maratone?
«No, quando prendi il
ritmo del trail, perdi il passo. Le nostre gare sono dure, ma si cammina anche
tanto, nella maratona non si
può».
Il maratoneta punta
sempre a migliorare il
proprio primato per-
SI CORRE SABATO 22
REVINE: Sabato
22 orienteering
Centodieci auto
al Rally Prealpi
C
on un mese di anticipo rispetto alla
tradizione, torna sabato
22 il Rally Prealpi Trevigiane, inserito quest’anno
nel Challenge Rally Italia.
Come l’anno scorso, la
gara, che è alla sua dodicesima edizione, partirà
dal centro di Cordignano,
alle 9 in punto. Nove le
prove speciali in programma: la “Gaiardin”, in
salita da Sarone verso il
Cansiglio; la “Villa di Villa”, tutta in discesa fino al
paese; la classicissima “Osigo” (l’unica speciale presente in tutte le dodici edizioni della corsa), con
passaggio nel centro abitato e l’inversione per innestarsi sulla statale che
sale al Cansiglio, dove la
gente si affolla sempre numerosissima; ma la novità
di questa edizione è la prova speciale finale, nella pista di guida sicura “Alle
Cave” a San Giacomo:
quattro giri di pista, lunga
800 metri, con partenze ogni 15", una vera manna
per gli spettatori che si accomoderanno sulle tribune naturali dell’impianto.
Poi l’arrivo, confermatissimo davanti al municipio
di Fregona, con il primo
equipaggio atteso alle
17.45.
Gli iscritti alla corsa sono 110, numero molto importante, considerato che
si è a fine stagione: non ci
sarà l’auto “imbattibile”, e
questo va a vantaggio dello spettacolo e dell’impegno dei piloti, cui non è
impedito di sognare addirittura la vittoria finale.
C’è grande attesa per
vedere all’opera un nome
nuovo: Jussi Tiippana, giovane finlandese che il pluricampione del mondo
Juha Kankkunen ha consigliato agli amici trevigiani del Motoring Club,
impegnato da un paio
d’anni anche nelle gare
del mondiale.
Come succosa anteprima della gara, venerdì sera dalle 19 alle 23 a villa
Brandolini in centro a
Cordignano, una grande
festa per piloti, meccanici, dirigenti e aperta a tutti gli appassionati. Tutta
da vedere la gara di cambio gomme. (AT)
S
abato 22 a Revine si
svolgerà la 6ª Prova
del Trofeo centri storici
del Veneto di orientamento, manifestazione sportiva di alto livello professionistico in quanto la gara è
iscritta al calendario regionale e nazionale. L’organizzazione è curata dall’associazione sportiva Orienteering Tarzo che,
grazie alla nuova carta
particolareggiata omologata da orientamento di
Revine, potrà promuovere
ulteriori iniziative. Il ritrovo è alle 15 nell’area degli
impianti sportivi di via
Fornaci.
I
CICLISMO: I giovanissimi a Ramera,
gli allievi a Cappella Maggiore
N
el prossimo fine settimana due corse sono in programma sulle strade diocesane. Sabato 22 a Ramera di Mareno di Piave si disputa la 6ª Ginkana Uc Ramera per giovanissimi. La partenza è alle 15.30 presso
la zona industriale. Domenica 23, invece, si corre a Cappella Maggiore. Gli allievi, infatti, sono impegnati nel 5º
Gran premio Bike Team Cansiglio.
La partenza è alle 14.30. Il percorso di gara prevede
la disputa di cinque giri di un circuito locale con finale
in linea per un totale di 72,9 chilometri.
CALCIO: Domenica 23 a Sacile va
in scena il derby Sacilese-Sarone
T
sonale. E voi?
«Da noi è meglio lasciare a casa l’orologio: l’unico
obiettivo è arrivare al traguardo».
Daniele, ma chi te lo
fa fare?
«Prendi lo spirito del maratoneta: qui aumenta la fatica, aumenta la sofferenza.
E aumenta la soddisfazione
quando arrivi».
Non resta che provare
per credere.
Alessandro Toffoli
ifoserie in fibrillazione. Domenica 23 alle 15 allo
stadio di via 25 Aprile è in programma il derby calcistico diocesano di più alto livello. A Sacile, infatti, si disputa Sacilese-Sarone, sfida valevole per la quarta giornata di andata del campionato di serie D. È la prima volta
che Sacilese e Sarone si affrontano nella massima categoria
dilettantistica. Dopo tre giornate a stare meglio in classifica sono i padroni di casa allenati da De Agostini, secondi in classifica e ancora imbattuti. La matricola Sarone di
mister De Pieri, dopo due sconfitte, domenica scorsa ha
messo a segno la prima storica vittoria a Belluno.
PODISMO: La 15ª edizione della
“Tra le colline di Colle Umberto”
D
omenica 23 i podisti corrono a Colle Umberto. La
Polisportiva San Marco, infatti, organizza la 15ª edizione della manifestazione podistica “Tra le colline di Colle Umberto”.
Sono tre i percorsi fra i quali scegliere quello in cui cimentarsi: 7, 12 e 21 chilometri. La partenza della corsa, iscritta nel calendario delle non competitive del circuito Trevisando, è prevista fra le 8.30 e le 9 dalle scuole medie.
Per ulteriori informazioni telefono 0438-260211.
FESTA ALLA SB MARENESE
Record mondiale
per Pasin e Soligon
A
ttenti a quelle due!
Le fuoriclasse della
Marenese, Ilenia Pasin e
Chiara Soligon (nella foto),
hanno realizzato il nuovo
record mondiale nella staffetta. In 5 minuti le due
bocciofile hanno colpito 48
bocce sulle 54 lanciate. La
straordinaria prestazione
della pievigina Ilenia e della vazzolese Chiara, colta
al quadrangolare internazionale di Chivasso (Cu-
mpegnativi gli appuntamenti di
questa settimana, cari amici della montagna.
Si inizia con l’escursione in mountain bike organizzata domenica 23 dalla sottosezione Cai di San Polo di
Piave. Meta delle pedalate la destra
orografica del Maè e la val del Grisou
in Val Zoldana, la parte della vallata,
chiusa nelle sue vertiginose pareti,
che va da Longarone a Forno di Zoldo, tra cascate, boschi vecchi, villaggi, radure e cime. La sezione Cai di
Sacile punta, invece, domenica 23 alla conquista del monte Punta (1952
metri) nel gruppo del Pelmo, una cima che offre una panoramica a 360°
su tutti i gruppi montuosi che racchiudono la Val Zoldana, Sfornioi e
neo) cui hanno partecipato le rappresentative nazionali femminili di Croazia, Francia, Italia e Slovenia, migliora il precedente
primato delle francesi
Maugiron-Bruniaux e le
cinesi Mei Wang-Guo
Ziaomin che avevano colpito 46 bocce. La diciottenne Soligon è stata eccezionale, mettendo a segno un fantastico en plein:
26 bocce colpite su 26 lan-
MONDO CAI
Bosconero, Mezzodì e Pramper, San
Sebastiano e Tamer, Moiazza e Civetta e il maestoso Pelmo. Tra le tappe spicca il Mas de Sabem, bellissima
radura impreziosita da un antico tabià.
Altro Cai altro monte. I veterani della sezione di Vittorio Veneto optano
per una gita domenicale al monte Cengia (2559 metri), nelle dolomiti di Auronzo, un tozzo promontorio che fa
parte del contrafforte occidentale della Croda dei Toni, punto di osservazione importante nel corso del primo
conflitto mondiale. Il dislivello è di
1450 metri. I più giovani della sezione, invece, si cimentano al gruppo Ca-
ciate. Tutta in rimonta, invece, la prova della ventottenne Pasin, che già è
detentrice del record del
mondo nel tiro progressivo, specialità in cui è campionessa iridata in carica.
Dopo una partenza incerta, Ilenia ha colpito 16 bocce su 16.
Alle due forti atlete diocesane sono andati i complimenti dell’intera comunità bocciofila.
vallo-Col Nudo assieme ai colleghi di
Sacile nella discesa delle grotte della
vecchia diga di Barcis. L’uscita della
sezione baby club del Cai di Motta di
Livenza punta alla conquista del monte Grappa, scenario importante della
prima guerra mondiale, luogo nel
quale numerose associazioni di volontari hanno recentemente intrapreso un’importante operazione di recupero di vari tratti di trincee e suggestivi camminamenti di importanza storica. Dulcis in fundo, la solerte cooperativa Mazarol propone domenica 23 un’escursione faunistica alla valle di Sant’Agapito, a due passi da Cesio, affrontando un dislivello di 1000
metri.
Angela Deganis
38
Domenica 23 settembre 2007
Lettere
& interventi
IL FANTASMA DELL’ANTIPOLITICA
Il bene comune non è più
nell’animo dei politici
C
aro Direttore,
ho letto sull’ultimo numero de L’Azione il tuo articolo di fondo “Il fantasma dell’antipolitica” e l’ho trovato davvero magistrale. Di più e meglio non potevi
dire. La tua analisi è perfetta, anche
perché hai fatto vedere che l’antipolitica non è solo quella di Grillo,
ma anche di tanti, troppi personaggi della politica di entrambi gli
schieramenti, che non solo non hanno capito la situazione, ma pensano
che tirare la corda dalla propria parte porti, prima o poi, alla sconfitta
dell’altra. E questa è la vera antipolitica, ben più perniciosa di quella
della piazza. Non si rendono conto
che questo ping-pong lacera sempre più il consenso sociale, per cui
la conclusione sarà funesta per tutti. E questo mi preoccupa per due
motivi: anzitutto perché il bene comune è svaporato dall’animo dei nostri politici; in secondo luogo perché
ho la netta impressione che, giunti
a questo punto, la nostra classe politica sia ormai incapace di riformarsi.
Esattamente quello che avvenne
in Francia all’epoca della Rivoluzione francese.
Non occorre essere degli storici
per individuare le cause di quel rivolgimento epocale: da un lato, il
bene comune svaporato dall’animo
PELLEGRINAGGIO
Che sensazioni
sulle orme di Mosè!
Testimonianza del pellegrinaggio in Terra Santa compiuto con un gruppo guidato da don Giuseppe Querin.
G
uardando le fotografie del viaggio
“Sulle orme di Mosè”, ho
potuto ripercorrere e rivivere le tappe che ha fatto
il popolo ebreo per arrivare alla terra promessa,
meta di tutti i pellegrini.
Se l’obiettivo era di scoprire le radici della nostra
fede cristiana, abbiamo
visto come questa sia inseparabile dalla storia di
Israele. Dal percorso che
di tappa in tappa, attraverso prove, sofferenze, u-
miliazioni, Dio ha portato
il popolo eletto fuori dalla
schiavitù d’Egitto alla libertà, anche noi come gli
israeliti siamo partiti dal
Cairo; abbiamo attraversato il Mar Rosso e il deserto, luogo della prova e
delle tentazioni e delle ribellioni del popolo ebreo.
Siamo arrivati al Monastero di S. Caterina al
Sinai, al monte della teofania, dell’alleanza con
Dio.
Sotto un cielo stupendamente stellato, nella
notte siamo saliti fino alla
vetta dove Dio ha parlato
a Mosè e gli ha dato le tavole della legge.
Nonostante la fatica,
SCRIVONO I PANIFICATORI
Invece dei prezzi
si guardi il servizio
O
ra che un po’ tutti
hanno detto la loro, noi primi interessati
vogliamo esporre la nostra opinione su questo
prezzo del pane. Tutti
hanno detto di tutto, facendoci passare da “sanguisughe” per il salasso a
danno dei consumatori,
ma pochi hanno deciso di
chiederci il perché di
questo eventuale aumento.
Ogni consumatore della provincia di Treviso
spende per il suo fabbisogno giornaliero di pane 32/36 centesimi di euro: ma allora dove sta
questo salasso, questo
“attenti che vi fregano” e
così via? Una famiglia ti-
po di tre persone spende
mediamente la modica cifra di 96 centesimi di euro per il suo fabbisogno
giornaliero, che diminuisce ancora quando entrano in concorrenza le
mense scolastiche e aziendali. L’aumento della
farina attualmente è sull’ordine del 25-30%, questo è stato il motivo o la
scintilla che ha comportato automaticamente
l’aumento. Noi il prezzo
del pane lo abbiamo tenuto fermo per circa tre
anni, senza considerare
tutti gli aumenti che ci sono stati e che ci sono: i
consumatori ne sanno
qualcosa, perché anche
loro ne sono toccati gior-
e
L’AZiON
dei politici di allora, dall’altro l’assolutismo dello Stato, incapace di
riformarsi.
Risultato: la presa della Bastiglia
il 14 luglio 1789… con tutto quello
che ne seguì.
Siccome però, non sono un catastrofista, penso che il rimedio a questa situazione esista, ma occorre far
presto. Prima che un collasso politico generale travolga le istituzioni.
Vedo nello sfondo un governo
del presidente della repubblica,
composto da tecnici, votato all’unanimità dal Parlamento, che faccia
pulizia di tutto ciò che sa di casta,
di privilegi, di esenzioni… e via dicendo.
Collateralmente, vedo l’insediamento di una commissione di studiosi di rango per l’aggiornamento,
a breve, della Costituzione e per una nuova legge elettorale da sottoporre poi l’una e l’altra al voto popolare e da qui ripartire. Un sogno?
Forse!
Aldo Cappellotto
Oderzo
impossibile descrivere le
sensazioni provate! Abbiamo proseguito il viaggio nel deserto fra oasi di
palme e paesaggi rimasti
come tremila anni fa, fino
al golfo di Aqaba, poi siamo arrivati a Petra, l’antica città nabatea. Stupenda
poi l’escursione in jeep
nella valle della luna, Wadi Rum, tra montagne di
basalto, dune e sabbia rossiccia, abbiamo visitato
fortezze crociate e città
con resti romani, bizantini. Siamo passati davanti
al luogo dove venne decapitato Giovanni Battista.
Abbiamo raggiunto il
monte Nebo dove è morto Mosè, da lì si gode una
vista stupenda. Ci siamo
immedesimati in quel popolo che aveva camminato per 40 anni e che ora finalmente vedeva la terra
dove scorre latte e miele
che Dio aveva promesso
loro!
Siamo ripartiti da Tel A-
viv, dopo aver percorso la
valle del Giordano passando per Gerico e abbiamo potuto fare visita breve ma intensa a Gerusalemme, la città santa, la
culla della nostra fede.
L’ultima tappa del nostro pellegrinaggio è stata la Chiesa del Santo Sepolcro, dove ci siamo inginocchiati nel luogo che
ha visto l’evento centrale
della nostra fede: Cristo
che ci ha amati fino a morire per noi e che poi è anche risorto!
Questo messaggio finale che abbiamo colto e
che vorremmo testimoniare insieme all’invito di
leggere la Bibbia e a fare
questo perché la storia
della salvezza si capisce
meglio conoscendo anche
i luoghi storici e geografici in cui è avvenuta, visitandoli apre nuove ed inaspettate porte spirituali.
Piera Bronzetti
San Giorgio di Livenza
nalmente. Sono stati periodici quelli dei ser vizi e
delle spese (energia, gas,
strutture, personale...),
non considerando poi i
maggiori oneri fiscali,
che in questi anni continuano ad essere veramente imponenti, e noi
panificatori abbiamo sempre lavorato con la testa
bassa senza protestare.
C’erano insomma tutte le
premesse per un aumento, nessuno ha mai percepito invece il silenzio
nel ser vizio che noi diamo al cittadino ogni giorno. Ci consola la presenza nei nostri panifici della clientela, del consumatore, che vuol mangiare il
pane genuino, fatto ogni
mattina non ascoltando
altre sirene, ma vedendo
nei nostri laboratori la luce accesa. Se poi, qualche
volta, gli capita di recarsi
in ambienti concorrenziali, al mattino successivo la domanda è la seguente “ma da dove arri-
va quel pane, che ieri ho
preso in quel luogo, che
scade fra 20 giorni e che
costa un euro più del vostro? Ma è fresco?”.
Nessuno ha recepito le
nostre lamentele sul perché restano tante terre incolte nel nostro territorio,
e andiamo a prendere il
grano in luoghi magari
assoggettati a trattamenti non del tutto naturali, o
lasciamo che entri pane
da paesi poco sicuri nei
dovuti controlli, a discapito della qualità.
Ai consumatori vogliamo dare garanzia e genuinità del prodotto pane,
e qualità nel servizio, confidando in loro af finché
non si facciano deviare da
lacunose dialettiche fatte
da persone che di pane ne
sanno ben poco.
Abbiate fiducia nel vostro panificatore, e non vi
deluderà.
Il Consiglio direttivo
del Gruppo provinciale panificatori
interventi
BARBIANA E DON MILANI
Il suo spirito
soffia ancora
C
os’è Barbiana? A quarant’anni dalla morte del
suo ultimo, famoso parroco, don Lorenzo Milani, non si può fare a meno di porsi questo interrogativo. Perché attorno a quella chiesuola abbarbicata su
per il monte Giovi non è cambiato pressoché nulla: né
la solitudine, né l’impressione di abbandono del luogo.
Eppure, salendo lassù nel 2007, si ha la sensazione
che il messaggio che il non-paese di Barbiana simboleggia non abbia perso né vigore né capacità di attrazione.
Altrimenti non si spiega il continuo pellegrinaggio
di persone d’ogni genere. Perché per arrivare a Barbiana non c’è
nemmeno una
freccia, un’indicazione che parli di don Milani
o della “scuola”
più famosa d’Italia. Perché lassù, alla fine di
quella stradina
polverosa, non
si trovano fronzoli culturali, nè santini, né souvenir.
Nella famosa aula-scuola si possono incontrare Michele Gesualdi o Giancarlo Carotti, due dei primi allievi
di don Milani, che illustrano quegli oggetti: l’astrolabio costruito pezzo per pezzo dai ragazzi, come anche
i tavoli, le sedie e gli scaffali; le carte geografiche fatte a mano, come anche i numerosi grafici lungo le pareti; la famosa scritta “I care”; i libri, tutti diversi per
quella strana scuola funzionante per otto ore al giorno
per 365 giorni all’anno.
E Carotti ribadisce un aspetto che forse solo salendo qui si può cogliere: «Questa, più che una scuola, era una comunità di vita».
Già! Quei sei primi allievi e quelli che si aggiunsero in seguito (in tutto furono 42), vissero tra il 1954 e
il 1967 un’esperienza eccezionale di condivisione, con
due cardini: «il Vangelo e la Costituzione, per farci diventare bravi cristiani e bravi cittadini». Trapela nelle
parole e nel volto di Carotti un fremito di commozione, che egli prova a soffocare in silenzio.
È la stessa commozione che emerge in chiesa
mezz’ora dopo, ancor più evidente, sul volto di Nevio
Santini, un altro ex allievo, quando afferma: «Dopo averci insegnato un sacco di cose – io lo chiamo il “miracolo di Barbiana” –, l’ultima cosa che ci ha insegnato è come si fa a morire, descrivendoci la sua malattia
giorno per giorno… A tutt’oggi io lo sento soffiare sul
collo e dirigermi»...
Con lui ci sono anche Maresco Ballini e Luigi Lastrucci, allievi della prima “scuola” di don Lorenzo,
quella dei sette anni da cappellano a San Donato di Calenzano, dal 1947 al 1954. Una scuola stavolta non a tempo pieno, ma serale: per sei sere alla settimana, per ragazzi dai 15-16 anni in su, per affrontare prima alcune
materie scolastiche e poi per trattare questioni di attualità e approfondirle fino alle 23 circa.
L’ultima tappa d’ogni visita a Barbiana è nel cimitero poco sotto, dove la tomba di don Lorenzo ha sempre fiori freschi. Davanti a quella sepoltura Luigi Lastrucci ricorda: «Era un sacerdote che è sempre stato
dentro la Chiesa!». E anche lui si commuove… a conferma che don Milani dovette essere un personaggio
davvero speciale se a 40-50 anni di distanza il ricordo
muove ancora così tanto chi lo conobbe.
Ecco cos’è Barbiana: un simbolo di vitalità fatto di
cose poverissime, intrise delle opere e dei pensieri del
prete don Lorenzo; un “pieno” di volontà e di speranza in un mondo più giusto, più attento alla persona, più
cristiano.
Franco Pozzebon
Potete inviare le vostre lettere al direttore
per posta elettronica all’indirizzo:
[email protected]
per posta all’indirizzo:
L’Azione - via Jacopo Stella, 8 - 31029 Vittorio Veneto
oppure per fax allo 0438. 555437