Catechismo di frontiera - Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto
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Catechismo di frontiera - Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto
2 e L’AZiON Primo Piano Domenica 23 settembre 2007 AAA CERCASI CATE Cambiano le modalità, contano le esperienze bene è fatta per gruppi paralleli di età. Siamo consapevoli, però, che anche per una catechista preparare gli incontri, realizzarli e partecipare a qualche incontro di formazione è già occupare parecchio tempo. È difficile chiedere molto di più. Come Ufficio, lo sappiamo bene. E siamo ammirati delle 700 catechiste che negli ultimi due anni hanno partecipato ai corsi di formazione, di cinque serate ciascuno». E gli aspetti positivi? «Tutte sottolineano – rileva Piergianna – che assieme ai bambini e ai ragazzi fai anche tu un cammino di fede, che ti arricchisce, malgrado le tante difficoltà lungo il percorso». Può fare il catechista una persona che sente dei dubbi nella sua fede? «L’obiezione “non credo a sufficienza per trasmettere la fede ad altri” deve cadere – dice Piergianna –. In passato, di fronte a qualche comportamento considerato sbagliato, si diceva “e pensare che quella fa anche la catechista”, come se essere catechista fosse un timbro di perfezione cristiana. Credo che un catechista possa testimoniare anche il proprio cammino di ricerca nella fede; credo che anche la testimonianza di come uno vive e si fa carico, responsabilmente, del- la propria fragilità sia comunicare la fede oggi. Non si cercano persone perfette, ma vere e capaci di camminare. Se ci sono degli aspetti della fede che ancora non ho capito bene, posso sempre parlare della cosa nella misura in cui sono arrivato a farla mia...». «E la catechista – precisa don Andrea – dovrebbe sempre essere supportata dal gruppo di catechiste, dal parroco, dalla comunità». E chi dice “non mi sento abbastanza preparato”? «Come catechista – afferma Lina – devi parlare di quello che credi e vivi nella fede, non di quello che sai. La preparazione non è questione di studi teologici, ma di competenza nel comunicare e costruire esperienze. Catechismo non è dire delle cose, ma far vivere delle esperienze. E per farlo devi viverle anche tu in prima persona». Se il catechista è maschio, cambia il modo di fare catechismo? «Purtroppo non abbiamo una casistica sufficiente per rispondere. Sarebbe comunque auspicabile che ci fossero più catechisti maschi. Aiuterebbe a mettere in chiaro che la catechesi non è una faccenda di mamme e bambini, o che riguarda solo l’infanzia». MONS. PIERSANTE RICORRE AL DIALOGO parazione accanto a qualche catechista esperto, non mancano sussidi e aiuto continuo. Perciò non c’è d’aver paura di offrire questo servizio così fondamentale per la vita e il futuro di una comunità cristiana: chi può dia volentieri la sua disponibilità». Nell’appello si rivolge alle mamme. «Se educano alla fede e alla vita cristiana i loro figli sono capaci di contribuire all’educazione di quelli degli altri. Per tante mamme è anche una riscoperta della vita cristiana: me lo dicono sempre, fanno catechismo ai bambini e lo fanno anche a se stesse. I catechisti possono testimoniare che è più quello che hanno ricevuto, che quello che hanno dato, perché facendo catechismo hanno approfondito la loro fede, si sono sentiti inseriti nella vita liturgica e hanno potuto stabilire dei rapporti veramente costruttivi e arricchenti con altri genitori. Anche in questo campo si realizza il detto di san Francesco: “È donando che si riceve”. Catechismo di frontiera D opo aver ascoltato per un’oretta il direttore dell’Ufficio catechistico diocesano don Andrea Sech e le collaboratrici dell’Ufficio Lina Losso e Piergianna Carnelos, c’è una cosa che abbiamo imparato: quando si tratta di catechismo non esistono molti articoli determinativi. Non esiste, cioè, “la” brava catechista; non ci sono “i” modelli di catechesi che, come formule magiche, risolvono i problemi della catechesi oggi. Non c’è “la” figura unica alla quale tutte le catechiste devono uniformarsi; non c’è “il” livello di fede misurabile per vivere questo servizio. Non c’è “la” situazione diocesana, ma tante diverse, peculiari realtà parrocchiali. Ma allora, non c’è neppure “il” modo giusto di fare catechismo? «Il vero problema oggi – dice Lina – non è l’età o la preparazione delle catechiste. La vera questione è: che catechesi fai? Viviamo il passaggio tra il mantenere, nel modo di fare catechismo, le abitudini di un mondo che non c’è più, a costruire percorsi che rispettano le persone di oggi e parlano loro con linguaggi adeguati. In questo tempo di passaggio, non ci sono i “modi giusti” di far catechesi, ma abbiamo delle buone linee di tendenza, sulle quali abbiamo già riflettuto e sulle quali ci sono delle sperimentazioni in atto, già da anni, in Italia». «Mancano dei modelli stabiliti – interviene Piergianna –. E il contrasto è tra trasmettere una dottrina, come si faceva in passato, e far vivere un’esperienza» Più difficile, quindi, e L’AZ iON Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto (Iscritto al n. 11 del Registro stampa del Tribunale di Treviso il 21-9-1948 e al Reg. Naz. della Stampa con il n. 3382 vol. 34 f. 649 del 5-9-91 - Iscr. ROC n. 1730) Direttore responsabile GIAMPIERO MORET fare la catechista oggi. Che sia anche per questo che rimbalzano dalle parrocchie gli appelli “cercasi catechiste”? «A inizio anno – dice Piergianna – si sentono spesso questi Sos. Ma è vero anche che, generalmente, dopo qualche settimana tutti hanno la loro catechista. Mediamente in tutti i gruppi c’è almeno una mamma sensibile che si mette a disposizione. Un evento per certi versi… misterioso, ma anche molto significativo». Una mamma per ogni gruppo: ma quindi fa catechismo al proprio figlio? «No, quasi mai. Se per caso succede che una mamma faccia catechismo al proprio figlio, alle medie comunque si sospende, perché il ragazzino ha bisogno di un’altra figura di adulto». L’immagine stereotipata è che la catechista è una signora in pensione, attiva in parrocchia, che svolge da anni questo compito. Quanto c’è di vero? «Quando qualche anno fa – racconta Lina – abbiamo cominciato a raccogliere gli elenchi dei catechisti nelle parrocchie ci siamo accorti che c’era una grande variabilità: ogni anno cambiava una buona parte dei nominativi» «Il dato è stato confermato anche dall’indagine sulle catechiste – interviene don Andrea – condotta dal sociologo Castegnaro (presentata nell’aprile 2005). È emerso, grosso modo, che un terzo delle catechiste fa catechismo da meno di 4 anni, un terzo da meno di 10 anni, un terzo da più di 10. C’è quindi un certo ricambio». ABBONAMENTI 2007: Annuale (50 numeri) 40 Semestrale 22 - Sostenitore 80 Per l’estero chiedere in amministrazione. Dialogo con don Andrea Sech, Lina Losso e Piergianna Carnelos L’appello sul giornale per rinfoltire il gruppo P er lanciare il suo appello, monsignor PierSante Dametto, abate di Oderzo, ha dedicato tutta la prima pagina de “Il Dialogo”, il mensile dalla parrocchia del Duomo. «Un appello che può essere considerato un Sos», spiega nel suo editoriale. E continua: «È una grande opportunità per trasmettere la fede alle nuove generazioni, specialmente nei nostri tempi così critici quanto a valori fondamen- Questo settimanale è iscritto alla FISC Federazione Italiana Settimanali Cattolici Socio del CONSIS CONSORZIO NAZIONALE SETTIMANALI SOC. COOP. a r.l. - ROMA ed associato all’USPI Unione Stampa Periodica Italiana Conto corrente postale n. 130310 e-mail: [email protected] www.lazione.it “I dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente nell’ambito della nostra attività e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo in base a quanto predisposto dal D. Lgs n. 196 del 2003.” Via J. Stella, 8 - Fax 0438 555437 TIPSE - 31029 VITTORIO VENETO (TV) "L'Azione fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, .250". Redazione e amministrazione Tel. 0438 940249 L’immagine stereotipata è piuttosto inesatta. Ma se, come abbiamo detto, è in atto un grande cambiamento nel modo di fare catechismo, cambia anche la figura del catechista in quanto tale? «Non c’è più – dice Lina – la tipologia classica del catechista. In passato molte catechiste erano maestre e chi non lo era si sforzava di imitare l’insegnante nell’atteggiamento. Come già detto, la catechesi non è tanto questione di nozioni da trasmettere, ma di esperienza di fede e di relazioni buone... il modello cui guardare non è quello dell’insegnante, ma di colui che accompagna nel cammino e aiuta a fare esperienze». È giusto che un di- ciottenne faccia catechismo? O possiamo dire che c’è un’età per l’animatore e una per il catechista? «Credo che non sia una mera questione di età anagrafica – interviene don Andrea –. Il punto è invece che per essere catechista devi aver fatto un cammino di fede sufficiente per poter essere testimone, e senz’altro non tutti i diciottenni d’oggi lo hanno compiuto… Inoltre, la catechesi si gioca molto nelle relazioni con i ragazzi, ma anche con i genitori e le famiglie dei bambini: la capacità di relazione di un diciottenne, con gli “spigoli” tipici della sua età, è diversa da quella di un adulto». Quali sono le dif ficoltà che le catechiste incontrano più spesso? «A volte – racconta Piergianna – si demoralizzano di fronte alle difficoltà e alla fatica, reale, del far catechesi. Serve forse più accompagnamento. Le catechiste dicono spesso: sarebbe meglio se potessimo confrontarci tra di noi! È questo lavoro di equipe che manca: la preparazione degli incontri è individuale, quando va Chiuso in redazione il 19.9.2007 alle ore 18.30 tali. Ed è pure una grave responsabilità perché il catechismo deve essere impartito nel modo migliore possibile». Nella sua grande parrocchia lo scorso anno erano addirittura 603 i bambini che hanno frequentato il catechismo, e per seguirli c’era un piccolo esercito di una cinquantina di catechisti. «Per rispondere a questo impegno abbiamo avuto per anni l’opera di un bel gruppo soprattutto di catechiste animate da tanto buon spirito e preparate. Tutta la parrocchia deve essere loro riconoscente per la loro generosa dedizione». Dopo il suo appello ha avuto risposta? «Ci sono due tipi di difficoltà: una volta si faceva leva sulle insegnanti, che oggi invece sono meno disponibili, forse perché si stancano di più a scuola; poi ci sono quelle che hanno fatto le catechiste fino ad ora, che però col passare del tempo magari si sono stancate o più semplicemente sono diventate nonne e devono occuparsi dei loro nipotini. Oggi dunque c’è bisogno di sostituire quelle che si ritirano, e la necessità di integrare il loro numero, per rispondere alle esigenze di un catechismo fatto per gruppi non troppo numerosi che permetta un lavoro proficuo. Qualche signora ha comunque già risposto al mio appello, vincendo lo scoglio iniziale del “non sono capace”: io faccio capir loro che è un’arte che si impara facendo. E poi non manca un periodo di pre- e L’AZiON Primo Piano Domenica 23 settembre 2007 3 TECHISTE DON MARIO DALL’ARCHE NON SI PREOCCUPA L’ha detto Gesù:“la messe è molta, gli operai pochi” E il parroco? È il capo delle catechiste? Il loro formatore? O solo un più o meno distante osservatore? Ascoltiamo l’esperienza di don Mario Dall’Arche, che assieme a don Mario Borga guida l’unità pastorale di Anzano, Cappella Maggiore e Sarmede. Quali sono i criteri con i quali sceglie le sue catechiste? «Noi due nuovi parroci siamo arrivati in questa parrocchia a fine settembre quando la catechesi riparte. Per ogni gruppo erano state previste una o due catechiste, e conoscendo la preparazione e la sensibilità del parroco precedente non potevamo che accreditare una completa fiducia nelle loro capacità». E dopo due anni di collaborazione... «Abbiamo avuto modo di conoscerle meglio, trovandole ricche di fede e di buona volontà, persone disponibili, credenti e praticanti: requisiti essenziali perché si comunica quello che si sa, ma anche quello che si fa». Quali capacità sono ri- mons. PierSante Dametto Per il catechismo delle scuole medie avremmo bisogno di persone più qualificate, nel senso che dovrebbero sapere bene quel che insegnano, ma anche avere conoscenze del metodo: ecco perché mi rivolgo alle mamme, che seguendo i loro figli a scuola hanno un’idea del metodo da seguire, molto più di chi non ha a che fare con la scuola magari da tanti anni. Il discorso che si faceva una volta oggi non va più bene». Ma invita anche i papà. «Sarebbe importante avere anche qualche figura don Mario Dall’Arche chieste a un catechista? «Se fare catechesi è far incontrare Gesù che ci parla, che ci rivela l’amore del Padre, che si dona e comunica il suo Spirito per farci diventare Figli di Dio e fratelli tra di noi formando così una sola famiglia (la Chiesa) in cammino verso la vita eterna, occorre innanzitutto aver chiaro questo progetto nelle sue linee essenziali. Non è solo attività didattica, ma un accompagnamento, un camminare insieme: questo suppone la conoscenza delle persone per stare al loro passo, e quell’affetto che conquista la loro confidenza crea un rapporto di fiducia e fa sentire la gioia di incontrare maschile, specialmente per le medie, perché la fede si esprime con tante sensibilità, diverse tra uomini e donne. In passato abbiamo avuto anche catechisti uomini, oggi nemmeno uno. Ma mi rivolgo ai papà perché ritengo indispensabile la presenza di animatori e di educatori per rendere vivo il nostro patronato. Ci rendiamo tutti conto che i nostri ragazzi hanno bisogno di ambienti sani e validi dove riunirsi, specialmente davanti a fenomeni di bullismo e ad altri comportamenti che rivelano uno stato di malessere nei giovani e mettono in evidenza la difficoltà a educare oggi. Non si può rimanere in uno stato di impotenza, non si può fermarsi soltanto a denunciare, bisogna darsi da fare. Anche nel piccolo, per creare ambienti educativi di incontro validi. E uno di questi può essere il patronato. Basterebbe che i genitori dessero anche qualche ora di disponibilità al mese». Gesù con tanti altri fratelli. Nel frattempo anche Gesù viene incontro. Il catechista sarà un vero maestro di preghiera se a sua volta dialoga abitualmente con il suo Signore. Tutte le altre abilità (pedagogiche, psicologiche, tecniche, didattiche, eccetera) verranno col tempo, con la pratica, ma soprattutto con la passione con cui si porta avanti questa missione». Nella sua parrocchia c’è il problema della carenza delle catechiste? Ha mai dovuto, in passato, affrontare un problema del genere? «La risposta a questa domanda l’ha già anticipata Gesù: la messe è molta ma gli operai sono pochi. A seconda di come si vuole impostare la catechesi il numero necessario di catechiste può variare. Per diversi motivi la compresenza di più catechiste (a seguire un gruppo) sarebbe auspicabile». Ma non è la quantità l’unica variabile... «Più che al numero si dovrebbe puntare sulla qualità. Lo Spirito Santo mi ha fatto talora la sorpresa di avere dei riscontri migliori quando il numero di catechiste si era ridotto. A sorpresa ancora lo stesso Spirito ha suscitato in altri momenti critici la disponibilità imprevedibile di qualcuna che poi si è rivelata particolarmente adatta a questo compito. Posso dire che non mi è mai mancato il numero indispensabile di catechiste per poter affidare i vari gruppi». Le è capitato di tenere personalmente il catechismo? È stata una scelta voluta o solo una necessità? «Mi è sempre piaciuto fare catechismo: ho iniziato da seminarista quando facevo la prima media... Lo faccio sempre volentieri ai cresimandi… o quando si tratta di fare qualche supplenza a catechiste occasionalmente impedite. Se il parroco è il primo catechista, è un compito che gli compete non soltanto quando prepara i suoi collaboratori, ma anche proponendosi di persona ai ragazzi e bambini. Dando così autorevolezza a quello che diranno o faranno poi le catechiste». Francesca Nicastro Piergianna Carnelos, don Andrea Sech e Lina Losso CATECHISTA DA 20 ANNI “Un tempo tradizione oggi convinzione” È catechista da vent’anni Letizia Migotto di Lutrano. È un impegno di lungo corso il suo, portato avanti con entusiasmo e convinzione, destreggiandosi fra le necessità della sua famiglia e della vita quotidiana. Vent’anni di catechismo sono come una lente attraverso cui guardare i cambiamenti avvenuti nei ragazzi. «I ragazzi che ho adesso a catechismo – dice Letizia – sono i figli dei nostri figli. La differenza che noto è questa: mentre una volta l’accostarsi alla chiesa, ai sacramenti era anche un fattore connesso alla tradizione, oggi è molto più legato alle convinzioni personali. La fede è vissuta come proposta, non già come tradizione o imposizione. Anche se constato che un certo legame con la tradizione resiste proprio nel mandare i bambini a catechismo». Una tradizione che va poi a scontrarsi con la realtà, perché molte famiglie sono poco praticanti o non lo sono affatto. «Quando i bambini cominciano ad avere la consapevolezza del messaggio evangelico cominciano anche a vivere una grossa contraddizione. Nel senso che ciò che viene detto a catechismo non viene poi replicato in famiglia, non lo riscontrano nei comportamenti dei genitori o nei messaggi che ricevono dalla società». A suo avviso insegnare i contenuti delle Scritture è sempre d’attualità? «L’interesse dei bambini, dei ragazzi verso questo messaggio è profondo, sono curiosi e interessati. Lo recepiscono appieno, comprendono che si tratta di un qualcosa di bello e autentico. Perché anche loro sono belli dentro e au- UN GIOVANE CATECHISTA “Non me la sento più. Io lascio” «Q uesti quattro anni di catechismo, dalla prima alla quarta elementare sono stati molto belli, ma ora non mi sento preparato per continuare, e in particolare per preparare i bambini alla cresima». Non è quel che un parroco o l’ufficio catechistico vorrebbero sentirsi dire, ma è anche la testimonianza a cuore aperto di Luca, nome di fantasia di un ventenne catechista in una parrocchia della diocesi. Anzi, di un ex catechista, dato che quest’anno non si ripresenta al via. Aveva cominciato quattro anni fa, esordendo da catechista assieme a una coetanea con una classe prima. «Ed è stato molto bello», racconta subito.«Finora gli argomenti sono stati abbastanza facili da spiegare, e da far recepire ai bambini: ci appoggiavamo sul catechismo, sulla guida del catechista, sulle dispense e le indicazioni che ci davano il parroco e una catechista più esperta». E anche lui ha apprezzato quello che molte sue colleghe apprezzano: «Del catechismo che ho fatto io non mi ricordavo molto: così ho avuto l’occasione di ristudiare. I bambini quin- tentici. A mio avviso tutto ciò che si insegna a catechismo con il tempo contribuirà a scelte consapevoli nella maturità della persona». Spesso però succede che i giovani, ad un certo punto, si staccano dalla Chiesa. «Illusorio pensare che non avvenga. Ma poi i giovani ritorneranno perché ciò che è stato insegnato non va perduto. Me ne accorgo quando incontro quei giovani ormai grandi che sono stati bambini alle mie lezioni. Gli insegnamenti dati riaffiorano nei loro discorsi. I giovani hanno bisogno di più tempo rispetto ad anni fa». Lei adesso che gruppo segue? «Mi occupo dei ragazzi che riceveranno la cresima. Sono stupendi, sinceri, ho davanti a me ragazzi che donano tutti se stessi, non hanno paura di mostrarsi autentici» Com’è il rapporto con le famiglie? «Molto più formale rispetto ad un tempo. Ci sono famiglie con le quali si collabora benissimo, ma purtroppo sono in minoranza». Annalisa Fregonese di mi hanno fatto riscoprire cose che avevo dimenticato, fare il catechista mi ha aiutato nel mio cammino di fede: ora mi accosto alla comunione in maniera diversa». Comunione che però segna anche uno spartiacque. «Preparare i bambini per la comunione è stato già tanto, ora non mi sento adeguato per proseguire. I temi da spiegare diventano più complessi». Ma se frequentassi un corso di formazione? «Non so se le cose cambierebbero. E non so se avrei potuto trovare il tempo per seguirlo, dati anche i miei altri impegni in parrocchia…». Magari le motivazioni Luca non riesce a chiarirle fino in fondo: ma cosa obbiettare a chi, con estrema umiltà, dice di sé: «Non sono la persona adatta»? 4 e L’AZiON Attualità Domenica 23 settembre 2007 SEGUE DALLA PRIMA L’IMPORTANZA DELL’ESPERIENZA DEL CONGEDO PARENTALE PER I PADRI NELLA CONDIVISIONE EDUCATIVA Papà a tempo pieno G ennaio 2007, “riunione” di famiglia. Oggetto: a chi affidare i figli mentre noi genitori siamo al lavoro? Tra scuola elementare a tempo pieno, scuola materna, grest, minigrest, nonni, vacanze al mare, riusciamo a “coprire” 11 mesi. Resta scoperto, per una concomitanza di ragioni, il periodo compreso tra il 20 agosto e la fine di settembre. Soluzioni non ne saltano fuori. È allora che decido di prendermi un mese di “congedo parentale”: per cinque settimane niente lavoro, solo famiglia e casa. È un’opportunità che viene colta, per scelta o per necessità, da pochissimi padri: gli ultimi dati, riferiti al 2005, dicono che hanno fatto ricorso al congedo 5 mila uomini contro 117 mila donne. Un dato che la dice lunga su quanto sia radicata, nel nostro paese, la cultura secondo cui il padre continua a rappresentare il sostegno economico, mentre la madre accudisce i figli. Una cultura che sopravvive a un mutamento sociale epocale: l’accesso della donna al lavoro. Nelle giovani coppie sono nettamente prevalenti i casi in cui entrambi i partner lavorano. Eppure, dicono le indagini dell’Università Cattolica, in una coppia con figli la partecipazione degli uomini, compresi in una fascia tra i 25 e i 44 anni, alle attività legate alla gestione della L a Cina si prepara a ospitare nel 2008 le Olimpiadi. Già nell’agosto scorso, a un anno di distanza, il regime comunista (che ha compiuto il miracolo di fondere l’ideologia marxista con quella capitalista più spietata) ha organizzato manifestazioni straordinarie e si prevede un’edizione colossale con Steven Spielberg come regista delle cerimonie di apertura e di chiusura (ma forse vi rinuncerà). Molti guardano alle prossime Olimpiadi con preoccupazione se non con rabbia: rischiano infatti di divenire il palcoscenico giustificatorio di un regime che calpesta abbondantemente i diritti umani. Solo per i Giochi sono stati sventrati quartieri e famiglia è di un’ora e 42 minuti al giorno: un terzo del tempo che dedicano quotidianamente le donne alle medesime attività. La disparità è evidente. Il punto della questione non è, come vorrebbe certa ideologia, parificare uomo e donna rendendoli interscambiabili. Dio ci ha fatto diversi, e non solo fisicamente! Proprio perché diversi e complementari, sia la madre che il padre devono essere presenti e partecipi nella crescita e nella formazione dei figli. E questo fin dai primi mesi di vita del piccolo. Una nota inchiesta realizzata negli Stati Uniti ha rivelato che il 63% dei suicidi proviene da case senza padre, il 90% di tutti i bambini di strada americani sono senza padre, così come l’85% di bambini che presentano disturbi del comportamento, l’80% di coloro che da grandi diventano violentatori e il 71% dei bambini che abbandonano la scuola dell’obbligo. Condividere la responsabilità educativa non deve comportare la creazione di un nuovo genere, il “mammo”, che sarebbe deleterio per la formazione della personalità del bambino. Ma un ridisegno dei modi dell’accudimento. Un uomo non è padre perché applica sistemi au- Diversi e complementari, mamma e papà contribuiscano all’educazione cacciati i proprietari (si parla di 1 milione e mezzo di espropri forzati), sfruttati gli operai migranti. A Pechino attivisti di Reporters Sans Frontiéres denunciano la censura e sono arrestati. Si teme che la Cina inasprisca il controllo sociale, per offrire al mondo una vetrina perfetta nascondendo i problemi. Non so se queste assurde Olimpiadi potranno svolgersi regolarmente. E, proprio in tema di diritti umani, è notizia di questi giorni la morte in carcere, domenica 9 settembre, di un vescovo cattolico sotterraneo, arrestato dal regime comunista nel 2005. Si tratta di monsignor Giovanni Han Dingxian, di 68 anni, arcivescovo di Yongnian nella provincia cinese dello He- toritari e “da padrone”. E la sua paternità non è sminuita da atteggiamenti di tenerezza e accoglienza. Ricorda lo psicoterapeuta Fulvio Scaparro che “i guerrieri erano teneri con figli, gli uomini delle società primitive manifestavano dolcezza e capacità di cura nei confronti dei figli”. E a me piace ricordare la parabola del figlio ribelle (o, come preferisce definirla papa Benedetto, “dei due fratelli e del padre buono”): quando il figlio scapestrato fa ritorno a casa, “il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò”. Niente scappellotti o insulti, ma un abbraccio pieno di calore. «Una volta non si facevano tutti questi ragionamenti, la mamma seguiva i figli, il papà lavorava e i bambini crescevano bene lo stesso», osserva ancora qualcuno. È vero. Ma nel frattempo il mondo è cambiato. Hanno fatto la loro comparsa il lavoro femminile, la televisione, la scuola a tempo pieno, le pratiche sportive, Internet… Mettere vino nuovo dentro otri vecchie rischia di provocarne la rottura. E poi, un dubbio tutto personale: siamo certi che il livello di serenità nei rapporti familiari del passato fosse davvero maggiore di quello di oggi? Un periodo di congedo parentale non è né necessario né sufficiente perché il padre costruisca un equilibrato rapporto con i figli. Serve un lavorìo quotidiano, che inizia il giorno della nascita e termina quando il figlio lascerà il padre e la madre per costruirsi una sua famiglia. Ma un periodo di “dedizione” totale, anche breve, è sicuramente utile per consolidare o gettare le basi di quel rapporto e per meglio apprezzare la bellezza di quel dono irripetibile di Dio che ciascun figlio è. E per rendersi conto di quanto una moglie e una madre fa, magari senza riconoscimenti, a favore dell’intera famiglia. Federico Citron VERSO LE OLIMPIADI Preoccupa la Cina che calpesta i diritti bei. A poche ore dalla sua morte (avvenuta alle 11 di sera), al mattino presto, la salma è stata subito cremata e seppellita in un cimitero pubblico, senza possibilità per fedeli e sacerdoti di poterlo vedere, salutare e benedire. Un comunicato della diocesi di Yongnian sottolinea che monsignor L a scorsa settimana si è tenuta a Roma la Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, promossa dal ministero per l’Ambiente, con grande dovizia di interventi e di sostegni pubblicitari, dove, insieme a tante cose interessanti e utili, si sono sentiti accenti che suonano stonati per un credente. Il catastrofismo che vede ormai imminente un collasso generale del sistema ecologico causato dal dissennato intervento dell’uomo porta ad un atteggiamento troppo negativo che non favorisce l’azione risanatrice. Dietro, poi, a questo atteggiamento ci sono idee non condividibili, come la valutazione della presenza dell’uomo che non farebbe altro che disastri nella natura, il “cancro del pianeta”, è stato definito, e la considerazione della natura come qualcosa di assoluto, una specie di divinità, la dea Gaia, ai cui voleri dobbiamo assoggettarci totalmente se non vogliamo subire le sue vendette. A proposito di catastrofismo irragionevole, c’è stata durante la conferenza la gaffe del ministro dell’Ambiente, Pecoraro Scanio, che ha dato la terribile notizia che in Italia il riscaldamento è quattro volte superiore al resto del mondo. Subito dopo è venuta la precisazione del Cnr che non si tratta di quattro volte ma di un quarto e non riguarda solo l’Italia, ma tutta l’area del Mediterraneo. La dottrina della Chiesa non sottovaluta il pericolo ambientale e il conseguente dovere. Tra l’altro è da ricordare che è da oltre trent’anni che ne parla con precise valutazioni e indicazioni operative (cfr Octogesima adveniens, 1971, n.21; Sollicitudo rei socialis 1987, nn. 28, 34). L’impegno del credente sgorga dal cuore stesso della vita cristiana che è l’amore verso Dio e verso il prossimo ed è illuminato dalla considerazione del compito dell’uomo, fondata sulle prime pagine della Bibbia, che non è quello di assoggettarsi passivamente alla natura ma di dominarla, custodirla e coltivarla. Non deve dar fastidio il termine dominare, perché se è pensato in rapporto a Dio, è un dominio su cosa altrui che deve essere fatto in maniera rispettosa e sempre a beneficio della vita umana. Del resto tutto lo sviluppo della scienza e della tecnologia è orientato a governare i processi naturali a beneficio dell’uomo. Poi bisogna tener conto anche dell’insensatezza dell’uomo che, perdendo la coscienza del suo limite creaturale, si pensa padrone assoluto e allora combina disastri. Il problema dell’ambiente resta complesso per cui è necessario procedere con prudenza. L’aspetto più problematico riguarda le variazioni climatiche, sulla cui entità e cause non tutti gli scienziati sono d’accordo ed è necessario ascoltare e valutare attentamente anche le voci discordi. Su altri aspetti, invece, non c’è dubbio su come procedere. Le fonti energetiche tradizionali sono certamente esauribili e perciò bisogna usarle con molta più parsimonia e concentrare le forze per trovare fonti alternative. Senza energia non si può mantenere un confortevole tenore di vita e portare ad esso coloro che attualmente ne sono esclusi. Anche l’inquinamento e la crescita dei rifiuti sono un pericolo costante per la salute: bisogna ridurli a tutti i costi. Su questi aspetti non c’è niente da discutere, ma tutti siamo chiamati ad impegnarci personalmente con cambiamenti radicali dello stile di vita, prima che sia troppo tardi. (GpM) spressione del proprio pensiero, alla libertà di aggregazione sindacale e politica; che sta in vetta ai Paesi della pena di mormons. Giovanni Han Dingxian al lavoro te con migliaia di eseHan ha passato quasi 35 cuzioni, che si guadagna anni della sua vita in pri- la medaglia d’oro della Nagione e chiede a tutti i cat- zione più inquinata e intolici di pregare per lui, quinatrice del mondo. definito “modello di fede e Benedetto XVI ha inpastore” per tutta la Chie- viato nel luglio scorso usa. Un martire! na Lettera alla Chiesa catE anche un altro segno tolica nella Repubblica po– non è certo il primo ve- polare cinese, affermando scovo a subire tale marti- che in Cina c’è una sola rio – della spietatezza del Chiesa, che deve essere regime della “Repubblica” unita e lasciata libera. Il comunista cinese che vio- regime non ha ancora rila costantemente la libertà sposto se non inasprendo di espressione religiosa, le sanzioni. assieme a quella di eGiorgio Zucchelli e L’AZiON Attualità Domenica 23 settembre 2007 La Congregazione per la dottrina della fede 5 LA LETTERA INVALIDO 100%, 71 ANNI Stato vegetativo: “Che dice la 194 per che ero io?” è sempre un uomo l’embrione R «L a somministrazione di cibo e acqua, anche per vie artificiali, è in linea di principio un mezzo ordinario e proporzionato di conser vazione della vita». Lo afferma la Congregazione per la dottrina della fede, rispondendo ai vescovi statunitensi, che nel 2005 avevano posto due domande precise, al riguardo degli atti dovuti al paziente, che si trova nello stato vegetativo. Tale stato è simile al coma: la persona è in una condizione di assenza della coscienza, dovuta a un danno di varia natura, subito alla corteccia cerebrale; sono presenti il respiro, il battito cardiaco spontanei, attività controllate dal tronco encefalico. Il paziente può restare in questo stato per un tempo indefinito. Nel caso vi fosse una ripresa, resterebbero sempre postumi di lesioni a livello neuromotorio. Ora, come trattare un simile paziente? La questione è estremamente attuale, per il fatto che taluni invocano l’eutanasia in quanto ritengono che una tale vita non sarebbe più umana, ma vegetale. In realtà, già Giovanni Paolo II aveva insegnato, in un discorso del 20 marzo 2004, che “un uomo anche se gravemente malato o impedito nell’esercizio delle sue funzioni più alte, è e sarà sempre un uomo, mai diventerà un vegetale o un animale”. E, quali atti sono dovuti a chi si trova nello stato vegetativo permanente? L’ammalato in stato vegetativo, in attesa del recupero o della fine naturale, ha diritto all’assistenza sanitaria di base, che consiste nella nutrizione, nell’idratazione, nell’igiene, nel riscaldamento... Ancora, ha diritto: alla prevenzione delle complicazioni legate all’allettamento, ad un intervento riabilitativo mirato e al monitoraggio dei segni clinici di eventuale ripresa. Giovanni Paolo II ha precisato come “la somministrazione di acqua e cibo, anche quando avvenisse per vie artificiali, rappresenti sempre un mezzo naturale di conservazione della vita, non un atto medico”. Il suo uso pertanto è da considerarsi, in linea di principio, ordinario e proporzionato, e come ta- Un uomo non sarà mai un vegetale o un animale le moralmente obbligatorio, nella misura in cui e fino a quando esso dimostra di raggiungere la sua finalità propria, che nella fattispecie consiste nel procurare nutrimento al paziente e lenimento delle sofferenze. La Congregazione interviene per ribadire che la somministrazione di acqua e cibo, anche per vie artificiali, è in linea di principio un mezzo ordinario e proporzionato di conservazione della vita per i pazienti in stato vegetativo ed è quindi obbligatoria, e precisa che tale mezzo ordinario di sostegno vitale va assicurato anche a coloro che versano nello stato vegetativo permanente, in quanto si tratta di persone, con la loro dignità umana fondamentale. Si deve precisare che queste indicazioni fondamentali possono trovare, per così dire, una necessaria sospensione. La stessa Congregazione precisa che “in qualche regione molto isolata o di e- strema povertà l’alimentazione e l’idratazione artificiali possano non essere fisicamente possibili”. Tuttavia, sussiste sempre l’obbligo di offrire le cure minimali disponibili e di procurarsi i mezzi necessari per un adeguato sostegno vitale. Inoltre, non si può dimenticare che, qualora sopraggiungano complicazioni, il paziente non possa più assimilare il cibo e i liquidi. La loro somministrazione diventa così del tutto inutile. Neanche, si scarta l’evenienza che, in qualche raro caso, l’alimentazione e l’idratazione artificiali possano comportare per il paziente un’eccessiva gravosità o un rilevante disagio fisico legato, per esempio, a complicanze nell’uso di ausili strumentali. Questi casi eccezionali, però, nulla tolgono al criterio etico generale, secondo il quale la somministrazione di acqua e cibo, anche quando avvenisse per vie artificiali, rappresenta sempre un mezzo naturale di conservazione della vita e non un trattamento terapeutico. La nutrizione è da considerarsi come un intervento ordinario e proporzionato; mentre, la sua sospensione si configura come un atto di eutanasia. Marco Doldi ecentemente in una Ulss veneta una madre, portando a visitare sua figlia (la quarta, affetta da sindrome di Down), si è sentita dire dal medico: «Ma questa bambina è un insulto alla natura!». È questa la mentalità che si va diffondendo con una velocità impressionante nell’opinione pubblica, pressata ogni giorno da proclami in favore della bioetica che crede solo nella qualità della vita (anzi, in quella certa qualità: o sei perfetto o non hai il diritto di venire al mondo). In questo clima vengono sempre più mal visti, emarginati (o peggio) i genitori che accettano la nascita di un figlio che, alla diagnosi prenatale, è (o anche solo pare) non “perfetto”. Ricordare che anche i non perfetti hanno qualche diritto e qualche capacità, non fa male: ecco qui una lettera sul tema, basata non sui proclami ma sull’esperienza vissuta in prima persona. È una lettera pubblica da Avvenire ma può far bene anche ai nostri lettori. Direttore carissimo, sono un diversamente abile con invalidità del cento per cento, ho vissuto la mia condizione sforzandomi di fare, con le diverse abilità disponibili e nel modo a me possibile, quel- PROVINCIA DI TREVISO E 52 COMUNI: “FACCIAMO LA MOSSA GIUSTA” “F lo che fanno i normodotati. Sono diventato papà e docente universitario di ruolo. Ho lavorato sette ore e mezzo al giorno per i giovani laureandi fino al termine dei settantuno anni. Che cosa prevede la 194 per un embrione nelle mie condizioni, cioè con previsione d’invalidità del cento per cento? I recenti gravissimi fatti di cronaca hanno riaperto in me una ferita sanguinante dall’entrata in vigore della 194. Per me è stato come se mi avessero tolto la cittadinanza italiana. La 194 prevede l’aborto terapeutico e se si prospetta la nascita di un figlio con invalidità del cento per cento di fatto lo si elimina. Quindi l’Italia non accetta come proprio cittadino un diversamente abile al cento per cento come me. Quello che mi ha impressionato nel recente aborto terapeutico e selettivo al S. Paolo di Milano è che il fatto è finito sulle prime pagine di tutti i giornali perché hanno assassinato la gemellina sana, diversamente sarebbe stato un delitto di routine da archiviare. Da sotto la tetra coltre d’ipocrisia che hanno steso sul popolo italiano, tento d’alzare il mio grido di ribellione per squarciarlo. Franco Castelli Milano 22 E 23 SETTEMBRE A Maserada fiera Giornate dell’ambiente dell’equo e solidale acciamo la mossa giusta”. È questo lo slogan scelto per le Giornate provinciali per l’ambiente, organizzate in questi giorni, fino a domenica 23, dalla Provincia di Treviso in concomitanza con la “Settimana europea della mobilità”. Facendo riferimento alla metafora della scacchiera, la mossa giusta che viene proposta alla cittadinanza per vincere la partita contro l’inquinamento e lo spreco delle risorse è quella di ridurre i consumi, utilizzare meno l’automobile e spostarsi di più in bicicletta oppure a piedi. Alla proposta delle Giornate provinciali per l’ambiente, presentata nel Tavolo tecnico zonale sull’inquinamento atmosfe- rico, hanno aderito ben 52 comuni, tra i quali tutti i principali centri. In seguito a questa adesione massiccia sono in corso questa settimana centinaia di eventi di vario genere: conferenze, spettacoli, giochi in piazza, aperture straordinarie delle biblioteche, mostre e serate culturali, passeggiate, cicloescursioni e visite guidate. E stavolta non sono state previste ordinanze di blocco del traffico, provvedimenti di dubbia efficacia, specialmente se non cresce la consapevolezza dei singoli sulla necessità di stili di vita meno impattanti per l’ambiente. La scelta è stata quella di puntare sulla sensibilizzazione della cittadi- nanza riguardo alle problematiche ambientali, proponendo di fare la “mossa giusta”, di ridurre le occasioni di inquinamento, ma anche sperimentando tanti modi di utilizzare il tempo libero o di divertirsi senza per forza “pesare” sull’ambiente e sul territorio. Fuori della Marca, ma sempre in diocesi, anche il comune di Sacile aderisce alla “Settimana europea della mobilità sostenibile”, con alcune interessanti iniziative: venerdì 21 alle 16.30 una conferenza; domenica 23 in piazza del Popolo l’iniziativa “Il cantiere in movimento”; la presentazione di una rilevazione dei punti critici della viabilità rilevati con il progetto Pedibus. «L a terza fiera “Quattro passi verso un mondo migliore” vuole creare consapevolezza intorno al tema “Salviamo il clima!”. La modalità è tanto semplice quanto, speriamo, efficace: far conoscere ai cittadini e alle amministrazioni pubbliche comportamenti concreti e percorribili perché ciascuno possa vivere rispettando l’ambiente. E vogliamo anche dimostrare che, al contrario di quello che si crede, alcuni comportamenti responsabili fanno anche risparmiare denaro e tempo». Il ricco programma dei due giorni di fiera, sabato 22 e domenica 23 a Maserada, si può sintetizzare con le parole di Alessandro Franceschini, presidente della Cooperativa Pace e Sviluppo di Treviso, la più grossa realtà in provincia ad occuparsi di commercio equo e solidale e di finanza etica. Nel sito www.fieraquattropassi.org è possibile trovare gli orari degli spettacoli teatrali sull’Argentina, i temi e i relatori delle conferenze, le attività dedicate ai bambini e le degustazioni guidate, oltre all’elenco degli espositori che promuovono dal risparmio energetico all’agricoltura biologica, dalla corretta gestione dei rifiuti alle energie rinnovabili. Una sezione sarà destinata alle associazioni di volontariato, alle campagne di sensibilizzazione, alla solidarietà internazionale, al consumo critico. 6 e L’AZiON Attualità Domenica 23 settembre 2007 21 SETTEMBRE GIORNATA M La quotidiana battaglia dell’Associazione familiari La malattia che distrugge anche chi assiste i malati V enerdì 21 settembre: un giorno per l’Alzheimer. Un giorno in cui in tutto il mondo si pensa a quella malattia, terribile per chi ne è afflitto e per chi la vive nella propria famiglia. Una giornata di manifestazioni ed eventi, meritevoli sicuramente, ma che non devono concludersi proprio in quella stessa giornata. L’attenzione verso questa malattia che non ha cura, per la verità e per fortuna, è comunque alta. Ma non bisogna nemmeno dimenticare o, peggio, nascondere che ci sono ancora tanti problemi da risolvere. Paolo Manto, da presidente dell’Associazione familiari Alzheimer dell’Ulss 7, coglie proprio l’occasione della giornata mondiale per sottolineare le problematiche ancora aperte sul tavolo. Partiamo dalle novità legislative sui contributi assistenziali. «Con il nuovo “Assegno di cura” che riunisce i precedenti contributi economici, la Regione deve redigere le graduatorie degli aventi diritto ed erogare le somme alle famiglie. Fino all’anno scorso se ne occupava l’Ulss, che trimestralmente faceva pervenire l’assegno alle fami- glie. A 9 mesi dall’introduzione dell’assegno di cura, tuttavia, la situazione non è ancora risolta: solo il 6 settembre la Regione ha inviato ai Comuni l’elenco degli aventi diritto. Ora i Comuni dovranno inviarne comunicazione alle famiglie, e poi liquidare le somme, ma per farlo devono attendere i soldi dalla Regione, che non risulta averli ancora inviati. Il fatto di aver tardato così anche solo la comunicazione di chi riceverà o meno i contributi non è un aspetto secondario: è importante saperlo, per poter fare i propri conti». PER SAPERE COME COMPORTARSI Convegni, e corsi N el corso della settimana in diocesi ci sono diversi eventi legati alla malattia dell’Alzheimer. Venerdì 21 settembre,Treviso Convegno in provincia Giornata mondiale della malattia di Alzheimer:“Non c’è tempo da perdere” Alle 18 nella sala Marton della Provincia di Treviso, in occasione della Giornata mondiale per l’Alzheimer si svolge il convegno dal titolo “Fabbisogni e buone prassi nella malattia di Alzheimer nella provincia di Treviso”. Intervengono tra gli altri Massimo Calabrò, direttore di Geriatria a Treviso, Michele Maglio, dirigente unità complessa per la non autosufficienza della Regione, e i rappresentanti delle associazioni di volontariato. NONNI PIÙ FELICI, BIMBI PIÙ CONSAPEVOLI D opo il successo di una prima edizione sperimentale su 12 classi e 240 alunni delle classi quarte e quinte delle elementari di Sernaglia, Falzè, Moriago, Tarzo e Corbanese, l’Associazione familiari Alzheimer ha riproposto il progetto “Cara nonna”, estendendolo alle scuole di Pieve, Mareno, Conegliano e Vittorio. Il progetto mira a coinvolgere gli alunni delle classi quarte e quinte delle elementari per sensibilizzarli al problema sociale della malattia di Alzheimer attraverso la lettura del libro “Cara nonna”, che sarà distribuito gratuitamente a tutti gli alunni e agli insegnanti che hanno aderito all’iniziativa. Si è pensato di rivolger- si a questa fascia d’età, nella convinzione che le famiglie venete coinvolte da questo problema siano migliaia: è giusto che i bambini possano esprimere i propri sentimenti, ansie e paure, e viceversa sappiano anche interagire con i propri nonni. Il libro propone, attraverso una facile e piacevole lettura sotto forma di diario, la storia di una famiglia con due figli e una coppia di nonni, dove tutto scorre normalmente finché la nonna non inizia a manifestare i primi sintomi della malattia e il nonno ha un incidente domestico che lo porta all’ospedale. Gli equilibri familiari vengono sconvolti e tutti si devono dar da fare per affrontare questa nuova situazione, bambini com- presi. La nonna, che prima curava e custodiva i nipotini, ora deve essere lei stessa sostenuta ed affiancata anche dagli stessi bambini nelle più normali operazioni quotidiane. Ai docenti è proposto di leggere il libro insieme agli alunni, per riflettere sulle proprie sensazioni, a porre domande e suggerire soluzioni per non lasciare la nonna sola e per avere nonni più felici perché compresi da bambini più attenti. Oltre al percorso legato al libro, viene proposto anche un concorso per prosa e disegno. I partecipanti, con la guida degli insegnanti, dovranno realizzare dei disegni o dei testi in prosa aventi per oggetto la relazione tra nonni e bambini. Alle migliori opere verranno consegnati dei premi composti da libri o materiale didattico. I parametri per l’attribuzione dell’assegno nascondono qualche insidia. «Uno dei parametri è il limite di reddito del nucleo familiare. Si arriva al paradosso che un anziano ammalato accolto in famiglia, magari proprio per questo atteggiamento di sensibilità, faccia salire il reddito e tolga il diritto al contributo. Conviene allora lasciare i vecchi malati soli e magari lontani?». Spesso si ricorre all’aiuto delle badanti. «Il 90% dei malati di Alzheimer è assistito a casa, e questa assistenza comporta alla famiglia un enorme dispendio di energie e un carico di stress emotivo molto pesante. Spesso si ricorre all’aiuto delle badanti, e qui inizia un altro penoso cammino di frustrazioni, arrabbiature e sconforti. Negli ultimi anni è sempre più difficile trovare una persona che responsabilmente si dedichi ad un lavoro di assistenza di un malato difficile come l’Alzheimer. Le famiglie dei malati di Alzheimer che vengono alla nostra associazione sono ciclicamente in crisi perché a loro succede con maggiore frequenza di essere piantati in asso dalle badanti e perciò di dover Giovedì 27 settembre, Pieve di Soligo Inizio Corso di formazione Nella sala della biblioteca comunale di Pieve di Soligo alle 20.15 inizia il corso di formazione per familiari e volontari “Alzheimer che fare? La memoria perduta”. (vedi articolo in basso) Venerdì 28 settembre, Mareno Incontri per familiari Come di consueto con l’ultimo venerdì del mese alle 20.30 al centro sociale di Mareno, riprendono gli incontri di sostegno e reciproco aiuto per familiari. Il tema degli incontri sarà stabilito di volta in volta dagli stessi partecipanti. Gli altri incontri prima di fine anno si svolgeranno il 26 ottobre, 30 novembre e 21 dicembre. In particolare per il 30 novembre si sta preparando un incontro di tipo pratico con il servizio infermieristico domiciliare o altro esperto. Sabato 29 settembre, Conegliano Concerto canoro Al teatro Toniolo di Conegliano, alle 20.30, si esibirà il Piccolo Coro “Madonna delle Grazie” di Conegliano, in occasione della presentazione del progetto “Cara nonna” rivolto agli alunni delle scuole primarie. (vedi articolo in basso) PIEVE DI SOLIGO: ALZHEIMER CHE FARE? D opo i corsi svolti lo scorso anno a Oderzo e Vittorio Veneto, l’Associazione familiari Alzheimer di Conegliano propone un corso di informazione per familiari e volontari a Pieve di Soligo dal titolo “Alzheimer che fare? La memoria perduta”. Gli incontri. Giovedì 27 settembre: “La memoria: il funzionamento e l’invecchiamento”, intervengono il dottor Mauro Antoniazzi, geriatra, e la dottoressa Mara Azzalini, psicologa. Giovedì 4 ottobre; “La malattia di Alzheimer e le altre demenze: come si manifestano, la diagnosi, la cura”, interviene la dottoressa Lidia Zanetti, geriatra. Giovedì 11 ottobre: “La famiglia: come affrontare ricominciare la ricerca di una persona seria e dedicata al compito. Le badanti in regola cercano di evitare le situazioni di lavoro con assistenza ad un anziano difficile, d’altra parte se possono guadagnare lo stesso con meno sacrificio chi le può biasimare? Questo comporta che nei casi più complessi, come sono i malati di Alzheimer, siano disponibili solo le badanti appena giunte in Italia, senza lingua, esperienza e permesso di soggiorno!». il problema? Lo stress di chi assiste. L’Associazione dei familiari”. Intervengono la dottoressa Azzalini e Paolo Manto, presidente Associazione dei familiari. Giovedì 18 ottobre: “Il malato: i disturbi del comportamento nelle demenze e le tecniche riabilitative”, interviene la dottoressa Luisa Cirilli, geriatra. Giovedì 25 ottobre: “I servizi a sostegno nel territorio e la legislazione a tutela dell’ammalato”. Intervengono la dottoressa Elvina Bernardi, assistente sociale, e Alberto Virago, avvocato. Giovedì 8 novembre: Proiezione del filmato-documentario “Tempo vero” che propone varie testimonianze di familiari impegnati nell’assistenza del malato di Alzheimer. Gli incontri si svolgono nella sala della biblioteca civica Battistella-Moccia di Pieve di Soligo con inizio alle 20.30. Non è necessaria alcuna iscrizione. e L’AZiON Attualità Domenica 23 settembre 2007 7 MONDIALE PER L’ALZHEIMER stress per l’assistenza, si aggiunge quello del cambio continuo di badanti, la penosa ricerca, i ricatti economici, le delusioni dovute ad un’assistenza scadente. E spesso questo stress causa vere patologie». Il ricovero è una soluzione? «Le famiglie con cui siamo a contatto sarebbero disposte a tenere in casa il malato fino alla fine. Molte però non possono farlo perché non riescono a trovare adeguata assistenza e perciò decidono con grande sofferenza il ricovero permanente in una struttura. Probabilmente comunque c’è bisogno di più strutture con spazi adeguati e personale preparato per l’assistenza dei malati di demenza e Centri diurni con trasporto. Nelle tre Ulss della provincia ci sono diverse proposte assistenziali: sarebbe utile che le esperienze positive diventassero patrimonio di tutti i cittadini». VARI SERVIZI INTEGRATI L’impegno dell’Ulss 7 per i suoi tremila malati S ono tremila le persone afflitte da patologie cosiddette “età correlate”, come la demenza e l’Alzheimer, nell’Ulss 7: una conseguenza anche dell’innalzamento dell’età media, con il 20% della popolazione con più di 65 anni. Con queste premesse, l’Unità operativa di geriatria da anni si impegna nella diagnosi e nella cura di tale patologia. Dal 2000, in conformità alle direttive regionali, ha istituito il “Centro di approfondimento diagnostico per le demenze” (Coadd), presso la stessa Geriatria; l’Ambulatorio specialistico distrettuale per le demenze, presso il Distretto Sud; il Nucleo Alzheimer presso la casa di riposo Padre Pio di Tarzo. Con l’i- stituzione del “Focus group aziendale per l’Alzheimer e le altre demenze” si cerca di favorire la realizzazione di un percorso integrato tra ospedale e strutture territoriali e creare una rete di assistenza che offra interventi diagnostici, terapeutici e riabilitativi, “privilegiando – specificano all’Ulss – l’umanizzazione dell’atto sanitario”. Al reparto di Geriatria sono giunte in osser vazione oltre tremila persone, tre quarti donne, un quarto uomini, tra i 48 e i 95 anni: mediamente un’ottantina le persone visitate ogni mese, assieme ad una psicologa che, oltre alla valutazione neuropsicologica in fase diagnostica, si occupa anche del rapporto con i familiari. Il Coadd opera anche in CONVEGNO A SACILE SUI RISULTATI OTTENUTI CON LA MUSICOTERAPIA cronico. I casi di demenza sono in aumento ed è una patologia per la quale la medicina farmacologia non ha risposta. Ci sono degli studi al vaglio, ma con farmaci costosi; la risposta non può essere quella tradizionale ma bisogna passare ad un approccio bio-psico-sociale in cui interagiscono tre soggetti: il paziente, l’operatore sociale e la famiglia». Non una casa di riposo che sa di minestrone e pipì, dunque, ma qualcosa di diverso, a partire dal nome, tanto che: «Stiamo pensando di chiamare la nuova struttura di Sacile “Residenza gli scoiattoli” ha continuato Carniello. In questo contesto la tecnica complementare della musicoterapia, con la stimolazione musicale delle persone affette da demenza ed Alzheimer, si delinea come un valido apporto perché, come diceva Richard Wagner, “là dove si arresta il potere delle parole comincia la musica”». (EB) Invece accudire un malato di Alzheimer serve capacità di dialogo, di comprensione. «È necessario capire i suoi bisogni espressi magari con frasi confuse, tranquillizzarlo quando si sente perduto; creare un dialogo è importantissimo per il mantenimento delle abilità residue, ma come può farlo una badante che non sa parlare italiano? E appena lo impara e si inserisce, cerca e trova un lavoro meno faticoso. Per la famiglia, allo La musica aiuta L a lotta alle patologie legate alla demenza senile può contare su un alleato in più: la musica. E proprio ai “Suoni di vita” era dedicato l’incontro di mercoledì 5 settembre a Sacile nell’ex chiesa di San Gregorio, un appuntamento coordinato da Comune, Casa anziani di Sacile, cooperativa Itaca di Pordenone e associazione Aqua - Art for earth di Genova. Un’occasione per presentare il video documentario “Suoni di vita - Percorso di musicoterapia nelle demenze e nell’Alzheimer”, realizzato dal musicoterapeuta di Itaca, Alberto Chicayban, in cui vengono riportate esperienze, testimonianze degli ospiti della casa di riposo di Cervignano del Friuli e del centro diurno “Al centro gli anziani” di Gaiarine, le voci del direttore dell’Istituto Golgi di Abbiategrasso, dottor Antonio Guaita, e del primario di Geriatria dell’ospedale Galliera di Genova, dottor Ernesto Pallumeri, ma anche infermieri, operatori e coordinatori. Un progetto che si inserisce nel piano di riqualificazione della casa di riposo che verrà inaugurata tra un anno a Sacile, ora in fase di restauro, ma già attivo da alcuni mesi nella casa anziani. «Su 100 malati, 80 sono affetti da una malattia cronica e 20 da una malattia acu- ta» ha spiegato il dottor Giorgio Carniello, assessore alla Continuità assistenziale del comune di Sacile. «Urge individuare un modello innovativo che sia rivolto ai bisogni di una malattia di tipo SUONARE CON I MALATI PER ENTRARE IN SINTONIA «Q uando vita e malattia si confondono è importante sostenere e stimolare le capacità residue delle persone così da contrastare l’avanzata della patologia e portare ad uno stato di benessere». Così Alberto Chicayban musicoterapeuta brasiliano (nella foto), in Italia da anni, spiega il significato degli incontri che segue nelle case di riposo. «In questo modo si porta avanti un lavoro di cura della persona e della malattia. Nel campo delle demenze la vita si confonde con la malattia; per questo è necessario investire sulla stimolazione così da rallentare la malattia e l’ospedalizzazione degli anziani, con il conseguente aumento delle spese. Mi occupo di musicoterapia dal 1986, quello che cerco di fare con gli incontri è non suonare per le persone che li seguono, ma con le persone o forse sarebbe meglio arrivare a suonare le persone, entrando in armonia e sintonia con loro». Può sembrare una frase poetica, ma è quello che accade negli incontri. È martedì mattina e nella casa di riposo dell’ospedale di Sacile lentamente le sedie disposte a cerchio nell’aula si riempiono, alcuni iniziano a battere le mani. Qualcuno arriva da sé, altri accompagnati dagli animatori, dopo pochi minuti iniziano le attività. «Il repertorio è composto da canzoni popolari, in dialetto veneto o friulano, conosciute da tutti». Ed è così, il coro delle signore che segue Alberto si compone via via di più voci, qualcuno lo corregge se le parole che ricorda sono diverse. «Nel tempo abbiamo notato dei miglioramenti» spiega Giovanni, animatore della casa di riposo. «Qualche giorno fa i familiari di una signora ci hanno detto di averla portata a messa e che al termine della funzione si è fatta il segno della croce. Questo è un grande risultato, significa che sapeva in quale luogo si trovava, cosa stava facendo; all’inizio faticava ad uscire dalla sua stanza e anche agli incontri partecipava a fatica». «Con queste attività creano gruppo tra lo- ro, è un appuntamento che attendono anche nel corso della settimana» continua Silvia, animatrice. «Dal disinteresse o in alcuni casa anche rifiuto per il laboratorio si è passati al sorriso e all’accettazione». Spiega Chicayban. «A volte anche un anziano che sembra stia dormendo e non segua l’attività, d’un tratto diventa partecipe e canta qualche strofa. Qui la porta è aperta a tutti, familiari, anziani e collaboratori». Erica Bet collaborazione con l’Ambulatorio specialistico distrettuale per le demenze nell’attuazione di programmi di intervento integrati e per le attività del Nucleo Alzheimer nel quale, nei sei anni di attività, hanno trovato assistenza specializzata 73 persone malate e sostegno psicologico le relative famiglie. Dall’estate del 2001 i medici e la psicologa dell’Ambulatorio specialistico distrettuale per le demenze hanno effettuato oltre 600 visite domiciliari (valutazione della gravità della malattia e della gravità dei disturbi del comportamento), più altri circa 500 colloqui psicologici ambulatoriali. Inoltre, queste valutazioni sono servite alle Unità valutative multidimensionali distrettuali per assegnare il “contributo Alzheimer”, ora assegno di cura, che la Regione Veneto destina alle famiglie meno abbienti impegnate nell’assistenza domiciliare. Un supporto importante, soprattutto nelle fasi più avanzate di malattia, viene fornito dalle case di riposo. Una media di 250 persone malate di demenza sono accolte annualmente nelle strutture dell’Ulss 7. Inoltre, queste strutture accolgono in centro diurno una media 45 persone con demenza al giorno, numero destinato a crescere con l’aumento della disponibilità di posti come previsto dai Piani di zona recentemente approvati dalla Conferenza dei sindaci. L’impegno dell’Ulss, in collaborazione con l’assistente sociale e con l’Associazione familiari Alzheimer, è rivolto anche al sostegno alle famiglie: dal 2000 è attivo il progetto “Alzheimer, accanto ai familiari” che ha coinvolto fino ad ora circa 200 famiglie, e propone un corso annuale di formazione per assistenti, per diffondere conoscenze sulla malattia e di accrescere le capacità assistenziali dei familiari, favorendo la permanenza della persona malata nel proprio ambiente il più a lungo possibile; sono attivi anche dei gruppi di sostegno gestiti dalla psicologa del Coadd, per offrire ai familiari maggiormente provati dal carico assistenziale (circa 35 persone in 5 cicli di incontri) un supporto psicologico finalizzato all’accettazione della malattia, all’elaborazione delle reazioni emotive e alla riduzione dei livelli di stress. e L’AZiON Attualità / Economia Domenica 23 settembre 2007 9 Dopo 35 anni di musica e 97 canzoni scritte assieme Addio, Belumat. Il duo si scioglie L a data ufficiale del divorzio: 26 aprile 2007, l’ultimo concerto al “Careni” di Pieve di Soligo. Una data simbolica, il giorno dopo l’anniversario della Liberazione, fa notare Giorgio Fornasier, quello dei due, il cantautore, che ha preso la decisione di sciogliere una delle coppie più belle del mondo, dopo aver constatato che i percorsi artistici, suo e dell’amico poeta Gianni Secco, si erano divaricati da tempo. E i Belumat hanno finito lì, il loro cammino insieme, dopo 35 anni di attività artistica comune, 97 canzoni scritte a quattro mani, migliaia di esibizioni, in Italia e nel mondo, tra i nostri emigrati all’estero. Dopo un’amicizia lunga 46 anni. Chi ha assistito a quell’ultimo concerto non lo sapeva certo, ma ha avuto un grande privilegio: nessun altro mai più vedrà Giorgio e Gianni, i Belumat, suonare assieme. Quel giorno, mentre la gente scemava via dal teatro, soddisfatta, dietro le quinte il cantautore diceva addio al poeta. Per sempre. «Ma allora vuol dire che i Belumat sono finiti?» gli ha chiesto l’altro. «Sì, sono finiti – ha risposto lui –. Tanto quello che abbiamo fatto nessuno ce lo porta via. È che con te non faccio più serate». Queste, le ultime battute del copione prima della parola “fine”, che Fornasier sceglie oggi di raccontare in esclusiva a L’Azione, mosso da nessun intento polemico, ma solo dalla necessità di «informare la gente che vuole bene ai Belumat, che ci sti- ma». Informare la gente, e soprattutto i tanti che, quando lo incontrano per strada, sgranano gli occhi, stupiti di vederlo “ancora vivo”. Già, perché era da un bel po’ che Giorgio non appariva più, a fianco del socio, in tivù, nel programma di Antenna 3 A marenda coi Belumat. E il pubblico a chiedersi perché. Ma ben prima del suo volto, in verità, era scomparsa la sua chitarra, resa muta dalle esigenze del palinsesto. «Da 10 anni a questa parte è andata diminuendo, fin che è scomparsa, la vera immagine dei Belumat – spiega Fornasier –. I Belumat sono due persone, amici da 46 anni, uno poeta dialettale e l’altro musicista e compositore. Quindi noi siamo nati per scrivere canzoni assieme, e ne abbiamo scritte 97. Se si toglie l’aspetto musicale, come in effetti è avvenuto, si sna- turano i Belumat e si esclude uno dei due. E questo è quello che è avvenuto. Molte persone mi dicevano: “Ma cosa ci stai a fare tu, lì in televisione?”. Gli ultimi sei anni ho fatto da soprammobile: io portavo la chitarra per usarla, se era necessario, ma l’ho usata pochissime volte perché lui non voleva». Certo, il programma era stato ideato da Gianni. Ma i Belumat non erano forse un duo? Erano, appunto, ma ultimamente non più. «I Belumat sono diventati sempre di più una cosa sua – analizza Fornasier –. Sempre più improntata sul lavoro straordinario, meraviglioso, che sta facendo di recupero del patrimonio popolare, ma è una cosa diversa dai Belumat». I Belumat sono (erano) poesia e musica, e se si toglie la musica, si possono ancora chiamare Belumat? O meglio: i Belumat I ravamo il regalo che si mandava ai parenti al di là dell’oceano – racconta –. Una volta, nella Terra del Fuoco in Patagonia, sono entrato in una casupola e ho notato che sulla credenza c’erano tre cose: la foto del marito defunto della padrona di casa, l’immagine di papa Giovanni e un disco dei Belumat». Ma l’emozione più grande è stata quando al festival della canzone popolare “Kemnade” di Bochum (Germania), il rappresentante della comunità curda, ascoltata la loro canzone Emigrate, chiese che venisse tradotta nella sua lingua perché interpretava perfettamente i sentimenti del suo popolo in esilio. (FN) MovDesign premia i maghi dell’alluminio i svolge sabato 22 a palazzo Giacomelli di Treviso, sede di rappresentanza di Unindustria, la cerimonia di premiazione di MovDesign, concorso internazionale per il design industriale per valorizzare nuovi progetti capaci di esprimere in modo originale le potenzialità dell’alluminio, nella produzione di elementi di arredo e di accessori. Giorgio Fornasier collega non è stato in grado di riconoscere. Capita così anche alle coppie che si sono amate per una vita, quando scoprono che il tempo, maturandoli, ha stravolto la sincronia del loro passo. La porta che il cantautore si chiude alle spalle è certo pesante. Ma l’orizzonte artistico e umanitario su cui è proiettato è talmente vasto da non lasciar spazio ai rimpianti. Fondatore nel 1990 del Domenico Zipoli Ensemble, del quale è stato per anni tenore solista e di cui è attualmente presidente, Fornasier è impegnato nel recupero e nella divulgazione delle straordinarie musiche delle riduzioni gesuitiche del Paraguay. Paese CHI ERANO I BELUMAT niziò nel settembre 1972 la collaborazione artistica dei Belumat Gianni Secco e Giorgio Fornasier, che devono la loro fortuna alla defaillance di un coro. Fra i tanti artisti invitati al Palasport di Belluno c’era Gianni Secco, con le sue poesie dialettali. «Vieni qui, dobbiamo tappare un buco» telefonò all’amico Giorgio. Salirono sul palco e cominciarono a improvvisare. L’avventura iniziata quel giorno è durata 35 anni, ha prodotto quasi un centinaio di canzoni, ha regalato emozioni in tutto il mondo. Alcuni dei ricordi più belli che Fornasier conserva sono legati ai contatti con gli emigrati all’estero, veneti ma non solo. «E- SABATO 22 A TREVISO S erano Gianni e Giorgio e, senza l’uno o l’altro, sono ancora tali? Per Fornasier no, per Secco, evidentemente, sì. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’ultima decisione, unilaterale, del poeta di mettere il duo a servizio dello spettacolo tratto dal suo ultimo libro, opera in cui il cantautore non si riconosce. E per la prima volta, Fornasier ha scelto di non cedere alla volontà dell’amico. «Siamo stati una coppia felice perché uno dei due ha sempre ceduto – rivela –. Ma a 60 anni, uno si è stufato di cedere. Arrivati a una certa età non si può più buttare il tempo che si ha davanti, e io penso di valere un po’ di più di una semplice comparsa». Giorgio Fornasier ha da tempo spiccato il volo verso altri lidi, non solo artistici. Un volo che, forse, il Promotore del concorso è Eureka Srl, produttore di accessori a Gorgo al Monticano, che attraverso il concorso punta a valorizzare concretamente le idee creative che spesso non riescono a trovare realizzazione. La novità di MovDesign è, infatti, l’impegno di Eureka ad ingegnerizzare il progetto vincitore, of frendo così ai designer un’occasione Bepi Covre ef fettiva per entrare nel mondo della produzione. MovDesign conta su una giuria d’eccezione composta dagli architetti Luciano Ber toncini, Paolo Favaretto (presidente Adi Nord-Est), Tobia Scarpa e dagli im- prenditori Giuseppe Covre (contitolare di Eureka) ed Eugenio Perazza (titolare di Magis), che ha il compito di selezionare i quattro progetti vincitori, nelle due categorie Under 35 e Over 35, attribuendo una menzione speciale ad un quinto lavoro. Superiore alle attese la par tecipazione a questa prima edizione, che ha raccolto una settantina di progetti provenienti da tutta Italia e da alcuni paesi extraeuropei, anche da studi già af fermati, dimostrando quanto il mondo dei progettisti oggi sia alla ricerca di punti di riferimento. Giorgio Fornasier e Gianni Secco sudamericano che, nel 2005, ha voluto insignirlo con la sua massima onorificenza al merito, primo uomo di cultura italiano ad averla mai ricevuta. L’altro impegno internazionale di Giorgio, che (oltre al dialetto veneto) parla correntemente l’inglese e lo spagnolo, è la lotta alla sindrome di Prader-Willi, una delle 5 mila malattie rare, quella che ha colpito uno dei suoi figli. Nel 1998 è stato eletto presidente della International Prader-Willi Sindrome Organisation che, grazie a lui, oggi ha la sua sede mondiale a Vicenza, presso l’Istituto Baschirotto, e da 21 è passata a coinvolgere 79 paesi. E se Fornasier assicura che continuerà «a cantare fino che ho fiato», molto del suo fiato, d’ora in avanti, sarà impiegato a scopo di beneficenza, per raccogliere fondi per l’associazione, come sta facendo con lo spettacolo Sing and forget about it, un excursus sulla canzone italiana, che ha già avuto grande successo di pubblico negli Stati Uniti, in Brasile e in Canada. E non rinuncerà nemmeno ad allestire concerti autonomi di riproposta delle canzoni dei Belumat, a beneficio degli estimatori. Ma questa è solo una versione dell’ultimo atto della storia dei Belumat, una storia che, come insegna Giorgio, ha due protagonisti. Francesca Nicastro IN FIERA A PORDENONE Latteria di Tarzo, Montasio da premio N on è nuovo a certi risultati il casaro Martino Grillo della Latteria sociale di Tarzo e Revine Lago. Nell’ambito della Multifiera di Pordenone, si è svolta mercoledì 12 settembre la XXI edizione del Concorso “Formaggio Montasio” organizzata dalla Confcooperative Unione provinciale cooperative di Pordenone in collaborazione con Consorzio di tutela e Produttori formaggio Montasio, a cui hanno partecipato circa 25 produttori provenienti dal Veneto e dal Friuli Venezia Giulia. La Latteria sociale di Tarzo e Revine Lago ha visto aggiudicarsi con grande sorpresa ben due premi: 1º classificato nella categoria Montasio mezzano e 3º classificato nella categoria Montasio stagionato. e L’AZiON Presentati gli orientamenti pastorali per il nuovo anno Chiamati all’ascolto di Dio e dell’uomo L a continuità con il lavoro intrapreso da mons. Giuseppe Zenti, la gioia nel condividere ancora per un po’ l’impegno con mons. Alfredo Magarotto e l’attesa della nomina del nuovo vescovo, hanno caratterizzato la serata di presentazione degli orientamenti pastorali per il nuovo anno, tenutasi in seminario a Vittorio Veneto. «Vi saluto con grande gioia ed intima emozione ha affermato mons. Magarotto, aprendo con il suo intervento l’incontro -. Sono lieto di condividere con voi questo momento così importante nel quale state vivendo l’attesa del nuovo vescovo. Esso ci permette di pensare alla grazia di far parte di questa Chiesa e all’opportunità di riverificare e riaffermare la responsabilità di rendere la nostra diocesi sempre più viva, bella e unita. La Chiesa è di sua natura uno spirito di condivisione e sia sostenuta dal gruppo di riferimento. Il cammino formativo va da parte sua fatto insieme, parroco e fedeli. Infine quest’anno si cerchi di impostare gli incontri con i genitori dei bambini e degli adolescenti dando loro la possibilità di espressione. Poniamoci in ascolto dei loro bisogni di fede, di famiglia, di ascolto di Dio». Ai consigli pastorali parrocchiali sono state consegnate due schede quali strumento di lavoro. «È importante - ha affermato mons. Francesco Toffoli allenare i membri del gruppo a comunicarsi le esperienze di fede con la convinzione di essere ascoltati. Il compito principale del consiglio pastorale parrocchiale è quello di prendere gli orientamenti e renderli opportunità da realizzare». Fondamentale è anche porre cura nel preparare le sedute del consiglio pastorale parrocchiale. «Se cresce la disciplina degli incontri - ha detto mons. Francesco - cresce lo stile della comunicazione e quindi anche la comunione. E questo da soddisfazione e gusto ai partecipanti». Si provvederà poi a formulare un sussidio per la formazione comune. Maggior collaborazione tra gli uffici pastorali diocesani permetterà infine di dar vita ad iniziative coordinate in modo tale da e- vitare il sovraffollamento di proposte. Ricco si presenta il calendario delle attività della diocesi di San Tiziano, a partire dal primo appuntamento dato dalla veglia per i catechisti che sarà celebrata giovedì 4 ottobre nella chiesa della Madonna delle Grazie di Conegliano. Il calendario dettagliato racchiude, settore per settore, i vari appuntamenti proposti. La novità è invece data dall’idea di predisporre un secondo calendario con le date di rilievo a carattere diocesano. In questo caso sono 22 le segnalazioni. Nei prossimi mesi la Chiesa vittoriese sarà impegnata il 6 ottobre a Conegliano con l’Ac per l’incontro unitario di inizio anno, il 19 ottobre a Oderzo per la veglia missionaria diocesana, il 20 e 21 ottobre per l’assemblea Agesci di zona, il 17 novembre per l’assemblea delle Caritas parrocchiali, il 7 dicembre a San Polo per la veglia diocesana di Ac. Come di consueto, mensilmente verrà pubblicato su L’Azione il calendario delle attività pastorali. Sia i due calendari (dettagliato, e delle sole date di rilievo) che il testo completo degli Orientamenti pastorali sono scaricabili dal sito ufficiale della diocesi www.diocesi.vittorio-veneto.tv.it. Gerda De Nardi Mons. Magarotto:“La Chiesa è di sua natura popolo in cammino” Un momento dei lavori dell’assemblea pastorale: da sinistra mons. Toffoli, mons. Magarotto e mons. Zagonel popolo in cammino. Dall’alto la guida Gesù Cristo, Pastore dei pastori. La meta a cui dobbiamo tendere è la pienezza di comunione con lui e con i fratelli». La via da seguire in questo nuovo anno pastorale sarà quindi data dal «continuare ad ascoltare Dio, l’uomo e la sua storia». Nell’auditorium del Se- minario, strapieno di sacerdoti e operatori pastorali, mons. Martino Zagonel ha quindi illustrato il documento appositamente preparato e composto da una breve verifica della situazione di partenza, da una spiegazione delle motivazioni delle scelte attuate, dall’offerta di indicazioni concrete a livello pastorale e dall’illustrazione degli strumenti da affidare alle diverse parrocchie e necessari per operare. «L’esperienza dell’ascolto - ha detto mons. Martino - andrà attivata nell’ambito dei consigli pastorali parrocchiali. Inoltre è bene che la ministerialità laicale sia vissuta in LA VISITA ALLE OSPITI DI CASA SPERANZA”, A CODOGNÉ, DI MONS. MAGAROTTO LA VISITA A VITTORIO VENETO DEL VESCOVO DEL BENIN N’KOUE Tanti progetti per Natitingou U n gradito ospite ri di ristr utturazione situazioni e persone. è giunto qualche compiuti - racconta don Donne, spesso, con settimana fa a casa Spe- Sant- e si è interessato bambini. Donne del Maranza, la struttura di ac- alle storie delle donne rocco, del Senegal... ma coglienza per donne ospitate nella casa». anche italiane. Alla posche la Caritas gestisce a Storie spesso assai tri- sibilità di trovare a CoCodognè. Il visitatore e- sti, dolorose e delicate, dognè un rifugio sicuro ra il vescovo Alfredo, tanto che alcune donne e accogliente, si somma giunto in compagnia del arrivano a Codognè an- l’incontro con altri cuopar roco e del vicesin- che da molto lontano, ri generosi: come per udaco. Ad accompagnar- per lasciarsi alle spalle na mamma e il suo bambino ospitati da li nella visita, il Casa Provvidendirettore della CASA SPERANZA DI CODOGNE' Caritas mons. Apertura 6 dicembre 2006 za, che sono stati “adottati” dalFer r uccio Sant: Ospiti finora 16 la parrocchia di «Mons. Maga- Mamme 7 Por tobuf folè atrotto ha apprez- Bambini 9 traverso un conzato e si è mera- Permanenza media 2 mesi tributo mensile. vigliato dei lavo- Mons. Pascal N’Kouè è venuto in visita anche a L’Azione: qui nella foto con il direttore don Giampiero Moret È già di casa da noi in diocesi, da alcuni anni, monsignor Pascal N’Koue, vescovo della diocesi di Natitingou nello stato del Benin in Africa. Ha 48 anni, ed è vescovo da dieci. Si tratta di un vero e proprio gemellaggio tra le due diocesi, patrocinato dall’Associazione Fa- miglie Rurali, dalla Caritas e dal Centro missionario. Coordinano il tutto alcuni membri dell’Afr. Si tratta, nel complesso, di un “Progetto di sviluppo agro-pastorale” di un’area di quella diocesi. Progetto che sta per essere completato e che comprende: un centro di formazione per la prepa- razione dei leader di villaggio; il coinvolgimento della comunità locale; l’acquisizione di informazioni tecniche; la creazione di due mini-centri; iniziative per migliorare le condizioni dell’agricoltura, l’educazione sanitaria e la scolarizzazione. Progetti particolari sono anche: l’attivazione di un forno e ristorante presso il Vescovado della diocesi; la costruzione della casa di accoglienza per bambini in difficoltà; il recupero del poliambulatorio della diocesi, con trasformazione di un ospedale di 120 posti e costruzione di reparti di pronto soccorso, maternità, pediatria e sale operatorie. Inoltre sostegno a varie attività avviate con invio di attrezzature necessarie. A tale scopo vengono inviati uno o e L’AZiON Chiesa IL MESSAGGIO DEL PAPA PER LA XXIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ DI SYDNEY Lo Spirito che dà forza A sato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato (Rm 5,5). Tuttavia non basta conoscerLo; occorre accoglierLo come guida delle nostre anime”. Naturalmente questa stringata e parziale rilettura del messaggio del Papa non può non rinviare alla lettura integrale del messaggio che trovate anche sul nostro sito di pastorale giovanile, www.pgvv.it. Infine, lasciamo ancora a Papa Benedetto la parola: “…Cari giovani, vi attendo numerosi nel luglio 2008 a Sydney. Sarà un’occasione provvidenziale per sperimentare appieno la potenza dello Spirito Santo. Per i giovani del Paese che ci ospiterà sarà un’opportunità eccezionale di annunciare la bellezza e la gioia del Vangelo ad una società per molti versi secolarizzata. L’Australia, come tutta l’Oceania, ha bisogno di riscoprire le sue radici cristiane”. Don Fabio Soldan Responsabile del servizio diocesano della pastorale giovanile luglio il Papa Benedetto XVI ha scritto a tutti giovani del mondo il suo messaggio per la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolgerà a luglio 2008 a Sydney: Per questo evento di fede il Santo Padre vuole numerosi giovani da tutti i continenti per vivere insieme l’esperienza della fede in una rinnovata pentecoste. Consapevole anche dell’enorme distanza che ci separa dalla capitale dell’Australia, Benedetto XVI invita anche a vivere questo secondo anno dell’Agorà dei giovani, anno della testimonianza, “riflettendo sullo Spirito di fortezza e testimonianza, che ci dona il coraggio di vivere il Vangelo e l’audacia di proclamarlo. Diventa perciò fondamentale che ciascuno di voi giovani, nella sua comunità e con i suoi educatori, possa riflettere su questo Protagonista della storia della salvezza che è lo Spirito Santo o Spirito di Gesù, per raggiungere questi alti sco- pi: riconoscere la vera identità dello Spirito anzitutto ascoltando la Parola di Dio; prendere una lucida coscienza della sua continua, attiva presenza nella vita della Chiesa; diventare così capace di maturare una comprensione di Gesù sempre più approfondita e gioiosa e, contemporaneamente, di realizzare un’efficace attuazione del Vangelo all’alba del terzo millennio”. Il Papa nel suo messaggio aiuta a riconoscere la presenza dello Spirito nella Bibbia. E come lo Spirito sia, nell’evento della Pentecoste, il punto di partenza della missione della Chiesa. Cosi ci piace citarlo quando parla del cambiamento degli apostoli. “Lo Spirito Santo rinnovò interiormente gli Apostoli, rivestendoli di una forza che li rese audaci nell’annunciare senza paura: Cristo è morto e risuscitato!”. Liberi da ogni timore essi iniziarono a parlare con franchezza (cfr At 2,29; 4,13; 4,29.31). Da pescatori intimoriti erano diventati aral- di coraggiosi del Vangelo. Persino i loro nemici non riuscivano a capire come mai uomini senza istruzione e popolani (cfr At 4,13) fossero in grado di mostrare un simile coraggio e sopportare le contrarietà, le sofferenze e le persecuzioni con gioia. Niente poteva fermarli. Così nacque la Chiesa, che dal giorno della Pentecoste non ha cessato di irradiare la Buona Novella fino agli estremi confini della terra (At 1,8).” Così mi pare significativo riportare ancora un piccolo passaggio circa la missione della Chiesa: “La fecondità apostolica e missionaria non è principalmente il risultato di programmi e metodi pastorali sapientemente elaborati ed efficienti, ma è frutto dell’incessante preghiera comunitaria (cfr Paolo VI, Esort. apost. Evangelii nuntiandi, 75)”. E, circa lo Spirito Santo e noi, Benedetto XVI sottolinea: “Sì, lo Spirito Santo, Spirito d’amore del Padre e del Figlio, è Sorgente di vita che ci santifica, perché l’amore di Dio è stato river- due container l’anno. L’ultimo conteneva: un trattore, con relativa attrezzatura, una Panda, una macchina per gelati, una moto, porte e finestre, frigo, vestiario, attrezzature ospedaliere ed edili, e tante altre cose utili per bambini, scuole e parrocchie. È quasi terminata anche la nuova cattedrale, e quasi pronte per partire la campane della ditta De Poli. Partecipano a questa meravigliosa solidarietà diverse ditte e singole persone della diocesi, in par ticolare da San Vendemiano, Madonna della Grazie, Oderzo, Mareno di Piave. Tra le molte altre cose che quel vescovo ha in cantiere c’è anche la Radio diocesana. Giorni fa ha fatto visita a Sacile a Radio Palazzo Carli. L’incontro è stato particolarmente impor tante, sia perché ha permesso al vescovo di avere utili informazioni sul suo progetto, di rilasciare una sua inter vista alla nostra Radio e sia perché si è stabilita una reciproca e proficua collaborazione tra le due Radio. L’inter vista al vescovo Pascal sarà trasmessa a Radio Palazzo Carli lunedì 24 settembre alle 15.30 e, in replica, martedì 25 alle 18.30. Don Giovanni Dan PULLMAN DA BOCCA DI STRADA Il vescovo di Natitingou in visita a Radio Palazzo Carli Mons. Cancian consacrato vescovo «E mozionato ma sempre sorridente». Così il parroco di Bocca di Strada mons. Giacomo Da Frè ha visto, nel pomeriggio di sabato 15, il suo... parrocchiano mons. Domenico Cancian. Che in quell’occasione con 22 vescovi e 220 sacerdoti presenti alla celebrazione, è stato ordinato vescovo dal cardinale di Firenze Ennio Antonelli . La cerimonia si è svolta nel santuario di Collevalenza, dove nel 1972 il sessantenne mons. Domenico fu ordinato sacerdote e dove un anno prima si era consacrato “Figlio dell’Amore Misericordioso”, la congregazione fondata da Madre Speranza, di cui da tre anni era superiore generale. Strapieno sabato 15 il santuario di Collevalen- za, strapiena l’altra chiesa, gremito anche il piazzale esterno: tra i tantissimi presenti all’ordinazione anche oltre 400 fedeli della diocesi di Vittorio Veneto, tra cui anche la mamma del neovescovo, Camilla, il fratello Toni, la cognata Maria. Per tutti il viaggio è stata anche occasione di pellegrinaggio al santuario del Crocifisso, quasi di... esercizi spirituali. «Ed è stato lo stesso mons. Cancian, sabato mattina - racconta mons. Da Frè- a farci una piccola introduzione, sabato mattina, prima delle confessioni. Nel pomeriggio la messa di ordinazione, e poi la festa; la mattina di domenica, la prima eucaristia da vescovo di mons. Cancian, con tutti i vittoriesi a pregare con e per Domenica 23 settembre 2007 11 SEMINARIO: Gli educatori salesiani e il “sistema preventivo” di don Bosco “E sperienza in corso. Seminario di ricerca e di confronto sul Sistema Preventivo”. È questo il titolo dato al seminario organizzato dall’Ispettoria Triveneta Madre Mazzarello delle Figlie di Maria Ausiliatrice. che si svolgerà dal 21 al 23 settembre presso il villaggio Ge.Tur. di Lignano Sabbiadoro. I destinatari dell’incontro saranno religiose e laici che compongono le comunità educanti delle numerose case salesiane presenti nel territorio del Triveneto e dell’Ungheria. L’obiettivo consiste nell’attivare un’esperienza di formazione per abilitare le comunità educanti a porsi in atteggiamento di ricerca e di rielaborazione circa il “sistema preventivo”, nucleo del sistema educativo del fondatore san Giovanni Bosco, e studiare, a partire da questa riflessione, nuovi processi e percorsi di educazione. Questo evento si pone in continuità con un lavoro di ricerca sul “sistema preventivo” che sta coinvolgendo da tre anni tutte le Comunità Educanti delle case delle FMA d’Italia. E’ un progetto che intende dare nuovo slancio nell’impegno educativo tra i giovani. SPIRITUALITÀ: Le proposte della Casa degli Antoniani di Camposampiero L a Casa di Spiritualità dei Santuari Antoniani di Camposampiero (Padova) organizza una fitta serie di appuntamenti fino a dicembre: esercizi spirituali, lectio divine, week-end spirituali, percorsi con la Parola, corsi per formatori familiari e altre iniziative, rivolte a laici e religiosi. Per informazioni sul programma dettagliato delle iniziative contattare la Casa: 049. 9303003 o [email protected] o www.santantonio.org CARD. POLETTO: A Salgareda il 29 settembre per i 50 anni di sacerdozio I l 29 settembre prossimo sarà a Salgareda il cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino, per celebrare i cinquant’anni di sacerdozio, nel giorno di San Michele Arcangelo, patrono della parrocchia. Severino Giuseppe Poletto fu battezzato nel battistero della chiesa parrocchiale di Salgareda dall’allora parroco don Pietro Sartor, nel 1933. Il card. Poletto ritorna per ringraziare Dio e per ravvivare il legame con la terra d’origine, per arricchire la fede in Gesù Cristo che attraverso ai Sacramenti è presente ed efficacemente operante nel tempo e nello spazio. Questo il programma della giornata: ore 16 nell’aula magna della scuola media, conferimento della cittadina onoraria; ore 18 santa messa; ore 19.30 cena sociale nel palazzetto dello sport del Comune. Il giorno dopo sarà in parrocchia a San Nicolò (vedi pag. 35). lui, e a concelebrare i sei sacerdoti partecipanti al viaggio: oltre a mons. Da Frè anche l’arciprete di Mareno don Mario Fabbro, quello di Pieve di Soligo mons. Giuseppe Nadal, che è anche parente del neovescovo Cancian, il parroco di Ramera don Francesco Salton, quello di Collalbrigo mons. Antonio Della Giustina e mons. Oreste Nespolo. «Poi siamo andati a visitare Città di Castello racconta ancora il parroco di Bocca di Strada-, la città in cui mons. Cancian è ora vescovo. Il suo predecessore è un frate, e resterà lì ancora per qual- che giorno, per poi ritirarsi convento. Ho parlato con il vicario generale e mi sono raccomandato: Trattate bene il “nostro” vescovo! E lui: “Stia tranquillo, che i nostri vescovi li abbiamo sempre trattati bene”». C’è poi un ultimo particolare che dimostra che l’apprezzamento di mons. Da Frè per questo speciale fine-settimana è stato condiviso da molti: «In pullman, sulla strada del ritorno, ho proposto di fare un momento di condivisione di quanto vissuto... e siamo andati avanti per due ore a parlare. E tutti erano entusiasti!». 12 Domenica 23 settembre 2007 e L’AZiON Chiesa QUASI MILLE NELL’ESTATE AC 992 PARTECIPANTI AI CAMPI CON LORO 17 SACERDOTI Che numeri! G razie a qualche numero scorriamo l’estate dell’Azione cattolica appena trascorsa. E negli altri due articoli presentiamo in modo più approfondito un paio di esperienze di “campo”. 7, le coppie di “morosi” del campo fidanzati di Pellegai. Insieme alle quattro coppie di animatori si sono affacciati sui molteplici aspetti che rendono fecondo un amore. 10, i capicasa che per una settimana (o anche due!) hanno diretto la complessa casa Cimacesta. 14, i capicampo. Cuore e polmoni che per 7 giorni non smettono un attimo di pulsare per l’Ac. Tanto impegno educativo affidandosi sempre a Colui che ama. 17, i sacerdoti che hanno accompagnato l’Ac quest’estate. Hanno celebrato, confessato, ascoltato tanti giovani e adulti. Hanno annunciato la Parola arricchendola con il calore della loro umanità. 18, il numero totale tra D campiscuola e week-end organizzati quest’estate dall’Azione cattolica di Vittorio Veneto. 59, tra cuochi, cuoche e personale di cucina. Generosità nascosta per un servizio importante. Tanto lavoro e tanta gratuità. 67, il numero dei diciottenni e dei giovani che hanno partecipato al campo e alla camminata per i sentieri del Cadore. Esperienza preziosa per scavare nel profondo della propria interiorità. 93, gli educatori necessari ai 18 campi organizzati. Giovani e adulti instancabili che a dispetto di sonno e fatica sono stati esempio per tanti giovani e ragazzi. 104, gli adulti e le famiglie presenti ai due campi di Cimacesta. Incontri, riflessioni ma anche tanta gioia, svago e lo stupore di ritrovarsi a condividere un pezzo di strada insieme. 124, tra giovani e adulti che hanno partecipato alle due esperienze formative di studio e programmazione. La due giorni per responsabili e il I bambini partecipanti al campo per famiglie di Azione cattolica. Sotto: generazioni a confronto nel segno dell’Ac. Le due belle fotografie di questa pagina sono di Stefano Andreetta e Mauro Perinot. week-end per animatori (Campanac) sono stati momenti di studio prezioso per un’associazione che ha messo la formazione al centro della propria identità. 228, il numero dei ragazzi delle superiori coinvolti nei 5 campi 14-15enni e giovanissimi di Piniè e di Cimacesta. Tante attese e speranze per questi adolescenti che confrontandosi con i grandi ideali scoprono come sia bello e difficile crescere nella fede. 456, il numero di bambini e ragazzi di medie ed elementari che hanno riempito i 6 campiscuola di Cimacesta. Colorati e rumorosi sono stati la gioia degli educatori e il cruccio dei capicampo. 700, la stima dei familiari presenti nelle sei giornate dei genitori dei campi elementari e medie. Per tutti la possibilità di vivere nella fraternità una giornata intensa insieme ai loro figli. 992, il numero totale tra ragazzi, giovani e adulti che quest’estate hanno vissuto una settimana, o un week-end con Ac. Angelo Buffo UN CAMPO A MISURA DI FAMIGLIE che anche la stessa natura ci regalava. Uno slogan che riassuma il tema del campo? “Noi abbiamo riconosciuto l’amore che Dio ha per noi e vi abbiamo creduto” (dal Vangelo di Giovanni). Questo amore dobbiamo testimoniare in modo credibile, dedicandoci agli altri e in special modo avendo cura della santità nostra e delle persone che Dio ci ha affidato, dalla famiglia alla comunità in cui viviamo. Emanuela Baccichetto all’11 al 18 agosto ho partecipato al campo famiglie ad Auronzo, a Cimacesta. Prima del ritorno ho chiesto ad alcuni partecipanti di dire in una parola quello che per loro è stato importante dell’esperienza fatta insieme. Per i bambini la parola immediatamente condivisa è stata amicizia e hanno apprezzato la disponibilità delle animatrici. Gli adulti hanno sottolineato la sintonia, il clima di comunione, la facilità a creare nuovi legami e a integrarsi, l’atteggiamento di accoglienza reciproca, la familiarità dei rapporti fra persone, che prima non si conoscevano, favorita dalla fede comune; l’entusiasmo, la condivisione e l’arricchimento reciproco, una convivenza fra famiglie che permette di sperimentare la Grazia di Dio a dimostrazione della sua esistenza. Perché Dio è amore e noi abbiamo provato a respirare quest’aria di pace, di ascolto e di stima reciproca. Guidati da don Giorgio Maschio (un grazie particolare a lui da tutti noi), abbiamo letto e commentato l’enciclica “Deus Caritas Est” e questa ben si è adattata ad una revisione della nostra vita di coppia, di famiglia, in parrocchia e nella società. Ci siamo fatti un bel regalo perché non è frequente stare insieme a persone che sono sorridenti e, camminando in mezzo al bosco durante un’escursione, scambiarci le proprie riflessioni su argomenti e aspetti della vita che consideri importanti, oppure passare un dopocena a discutere e fare un po’ di autocritica su modalità di comportamento con i figli o di relazione di coppia; oppure semplicemente a scherzare o a giocare a pallavolo o a ping pong con i fi- gli. E tutto questo in un clima sereno e positivo, di libertà, avendo tutti il desiderio di aiutarci a vicenda, condividendo scelte e fatiche di ogni giorno. Abbiamo cercato di avere cura l’uno verso l’altro e i nostri figli si sono immersi in quest’atmosfera d’amicizia con una facilità che ha favorito anche per noi adulti un lasciarci abbracciare da questa tranquillità e pace CAMPO ADULTI DIOCESANO: LA PAROLA E LE PAROLE... C osa significa fare un campo adulti di Azione cattolica? Che si fa proprio vacanza, finalmente. Con tutti gli aspetti apparentemente scontati che scontati non sono, ovvero: tempo per alzarsi con calma, niente orari di lavoro, abbigliamento rigorosamente sportivo, pranzo e cena pronti (evviva le torte!), momenti organizzati e altri lasciati alla libertà di ognuno, la natura da gustare con respiro ampio. Vacanze come quelle di tutti, insomma, ma con il di più di vicinanza e di familiarità con gli altri e con se stessi che non si trovano nei “pacchetti ferie” disponibili nelle agenzie viaggi. Fare un campo adulti di Azione cattolica significa vivere con intensità quella che è una delle risorse più grandi dell’associazione: la ricchezza dei rapporti interpersonali. Fra generazioni diverse – eravamo più di sessanta persone – dai piccoli di pochi anni agli anziani con i capelli bianchi. Fra chi ha il dono della salute e chi deve fare i conti con le limitazioni imposte dall’età e dalla malattia. Tra chi è estroverso e solare e chi fa maggiore resistenza per raccontarsi pur conser vando dentro tesori preziosi. Tra chi vive una fede esplicita e diretta e chi ha soprattutto grandi interrogativi. Tra chi è sposato, chi non lo è mai stato, chi è in ricerca. Caleidoscopio di storie, di umanità, di bellezza. Su tutto la Parola e le parole. Quella di Dio, alla quale don Gianpietro Zago ci ha condotti, accostandoci al Vangelo della liturgia del prossimo anno, Matteo dunque, con la semplicità fraterna di qualcuno non più bravo o più avanti, solo più innamorato, e le parole che ci siamo scambiati tra noi, veicolo a volte povero, ma indispensabile per rafforzare quei legami che rendono più lieve la fatica del vivere. “Lasciarsi abbracciare dalla Parola” è uno dei suggerimenti di don Gianpietro. Che sentiamo sintesi di questo campo ma anche dell’esperienza associativa. La Parola che ci conduce e che rende vere quelle che noi diciamo su noi stessi e agli altri. E il verbo “abbracciare” che presuppone il desiderio di togliere barriere e rendere possibile vicinanza e sostegno. Nella semplicità di ogni giorno, al campo scuola e nel quotidiano di sempre. Scommessa di una felicità possibile. Elisa Moretto e L’AZiON Chiesa IL VIAGGIO IN CIAD, NELL’AMBITO DELL’INIZIATIVA “ESTATE CON” PROMOSSA DAL CENTRO MISSIONARIO Domenica 23 settembre 2007 INSEGNANTI DI RELIGIONE L’arte, linguaggio sacramentale L’Africa è soprattutto incontro D on Adriano Bellotto, Daniela Amistani, Mirco Andreon, Fabian Bejan e Andrea Boscariol, all’interno dell’iniziativa “Estate con” promossa dal Centro Missonario Diocesano sono stati in Ciad dal 4 al 27 agosto, ospiti di varie missioni italiane: dal 4 al 7 nella capitale N’Djamena; dal 7 al 22 a Sarh, con sosta non programmata il 7 a Am-Timan, parrocchia di don Tarcisio Bertacco; dal 23 al 25 a Mongo, per poi tornare in capitale. Non è facile parlare della loro esperienza. Mi faccio aiutare dai loro racconti, dalle foto e dai miei ricordi africani. Ma so che non basta. L’Africa ti entra nel cuore, ti sconvolge, ti interpella e poi non si fa dimenticare. La diversità è assoluta, i paesaggi ineguagliabili, gli incontri colmi di umanità e calore. La prima impressione è quella di un ambiente povero, poco sviluppato, che lascia sconcertati. Ma quando entrano in scena i protagonisti umani - i bambini, i giovani, le donne che ti guardano con uno stupore stranito e che ti trasmettono la loro serenità mista a soggezione - I gni ostacolo linguistico, con la gente ospitale che ti dona il poco che ha e che ti apre le porte della sua casa. Ogni esperienza acquista qui un valore diverso: ci si innamora del paesaggio, del cielo stellato, ci si lascia trasportare da canti e balli, si sperimentano nuove pietanze e nuovi sapori, si apprendono usi diversi. Non si pensa più ai disagi: alle strade colme di buche e di pozzanghere, ai ritardi endemici accettati con filosofia, alle difficoltà di comunicazione, alla presenza dei paramilitari. E si tocca con mano la povertà: la precarietà del- le condizioni igieniche, la mancanza di attrezzature sanitarie, il peso di anni di colonizzazione. Il soggiorno è stato scandito dalla visita a centri religiosi che operano da anni, ma anche a case di amici locali, da momenti toccanti come la preghiera sulla tomba di don Tarcisio a Mongo, ma soprattutto da un intreccio di storie e di volti che riempiono il cuore di gioia e di inquietudine. E anche noi con don Adriano, Daniela, Mirco, Fabian e Andrea ci innamoriamo dell’Africa, della sua bellezza e delle sue contraddizioni. Gaetano de Biase L’ESPERIENZA DI UNA “SCUOLA DI PACE” tanti. Rarissimi palazzi ancora anneriti e sforacchiati restano gli unici testimoni della tragedia. Dei simboli di un passato di convivenza pacifica tra culture, resta ancora da ricostruire – ci dice con infinita amarezza Zlatko, responsabile della Caritas di Sarajevo – la biblioteca. Perché? I tassisti della città – sempre bene informati – dicono che per due volte sono stati rubati i soldi destinati al recupero. Ma da chi? Si dice anche che a breve dovrebbero iniziare i lavori di restauro, grazie al contributo di una fonda- quell’ambiente prima insignificante si riempie di vita. Ti travolgono il caos delle strade e degli uffici da cui devi passare per farti registrare, l’adattamento sugli autobus, l’impatto con condizioni di vita diverse dalle nostre. Ma l’Africa è soprattutto “incontro”: innanzitutto con una Chiesa impegnata con gli ultimi, che nelle figure di suore e missionari che operano in silenzio incarna il messaggio evangelico della prossimità e della fraternità. E poi l’incontro con la popolazione locale: con i bambini che ti accolgono con i loro sorrisi e che giocano con te superando o- In viaggio sulle ceneri della guerra nell’ex Jugoslavia P resnace: parrocchia alla periferia della città di Banja Luka, in Bosnia Erzegovina, dove con un gruppetto di ragazzi italiani partecipo ad una “Scuola di pace” organizzata dalla Caritas, con ragazzi e ragazze bosniaci, croati e serbi. Non ci sono rovine della guerra. La chiesa, tra le cinque o sei distrutte nella zona, è stata ricostruita. Solo qua e là qualche casa abbandonata e intorno il terreno incolto. La vita scorre tranquilla. Ma... più di 1800 cattolici (erano 2000, ora solo 170) sono scappati emigrazndo in Europa, Canada o Australia, accerchiati dalla stragrande maggioranza serba e membri della Chiesa ortodossa. L’altra esigua minoranza è musulmana, ma la moschea è alla periferia di Banja-Luka. Si sa chi ha fatto saltare la chiesa e ha bruciati vivi il parroco e una suora-infer- 13 miera, ma... non si può dire. Sarajevo: una città splendida con le strade a sera affollate di gente a passeggio e i quartieri armoniosamente composti: quello dell’impero ottomano, quello maestoso dell’impero austro-ungarico e più a sud i palazzoni del re- gime, case adagiate sulle colline che circondano la conca divisa in due dal fiume Bosna. Tanti minareti, la cattedrale cattolica, quella ortodossa, la sinagoga, altre chiese. Qua e là tra le abitazioni della collina prati coperti dalle piccole “stele” bianche dei cimiteri... ITALIANI E BOSNIACI, INSIEME PER UNA PARTECIPAZIONE DAVVERO ATTIVA “U na bellissima esperienza”. Così Daniele Bombardi, ciliense operatore di Caritas Italiana in Bosnia Erzegovina, riassume la “Scuola di Pace”. Ma nella chilometrica e-mail che sul tema ha inviato alla Caritas diocesana c’è spazio per molte più approfondite considerazioni. Tra cui questo spunto interessante. “Il grande risultato è stata la partecipazione attiva, continuata e intensa dei ragazzi, sia italiani (ma questa era facilmente prevedibile dal momento che sono partiti dall’Italia ragazzi molto motivati), sia soprattutto bosniaci. Gli altri campi estivi che vengono organizzati da queste parti “dimenticano” di coinvolgere i ragazzi locali e diventano molto “autoreferenziali”; per la prima volta invece un nutrito gruppo di giovani locali (ben 10 su una parrocchia di 160 fedeli!) sono stati coinvolti in attività di volontariato e di costruzione della pace. È questo attualmente il bisogno più grande delle comunità di tutti i Balcani in generale: la partecipazione dei laici alla vita civile e sociale, l’attivazione di gruppi di giovani che animino la vita delle parrocchie e delle comunità, la proposta che “si può fare qualcosa di buono” anche senza percepire uno stipendio per il lavoro che si fa. n questo inizio di anno scolastico, gli insegnanti di religione cattolica della diocesi di Vittorio Veneto si sono visti alle prese con l’arte e la liturgia. Per loro ha preso il via il corso di aggiornamento proposto dall’Ufficio per la scuola e la pastorale scolastica. È toccato al direttore dell’Ufficio Catechistico di Verona, don Antonio Scattolini, appassionare i 150 insegnanti presenti all’utilizzo dell’arte nel loro insegnamento. «L’immagine - ha espresso don Antonio - può diventare più comunicativa rispetto alla parola. L’arte è un linguaggio sacramentale. Oggi ci si lascia sempre più affascinare dalla bellezza». Quindi l’arte sta diventando una questione centrale e “la via della bellezza”, come ha sottolineato il Pontificio Consiglio della cultura nel documento la “Via pulchritudinis” è una chance imperdibile in quanto cammino privilegiato di evangelizzazione e di dialogo. Don Scattolini ha poi offerto agli insegnanti alcune “chiavi” per aprire a livello didattico il prezioso scrigno che contiene i tesori dell’arte. Il passaggio successivo è stato affidato a mons. Giacomo Gava, direttore dell’Ufficio Scuola di Vittorio Veneto, il quale ha parlato di Cristo presente nella liturgia. «Dio - ha affermato mons. Gava - non si può conoscere nella sua essenza ma lo si può incontrare attraverso l’immagine che è Cristo. Si può trovare il vero volto di Cristo nella storia di un popolo che è la Chiesa, che vive costantemente il messaggio di Gesù». Fondamentale è quindi capire che la liturgia va collegata all’antropologia perché il suo linguaggio è dato dal rito ed il rito è espressione del corpo e della mente. «La conoscenza umana agisce attraverso tutta la sua corporeità. L’uomo conosce con il cuore e con la ragione. Dio non si può conoscere, ma incontrare. La liturgia è la storia meravigliosa di questo incontro con Dio». La liturgia è collegata anche alle diverse epoche storiche e al tempo stesso è teologia. «La preghiera per i cristiani esprime i contenuti della fede e la Parola di Dio ha la sua origine nella liturgia». Infine «la liturgia deve essere un’esperienza di vita e non uno spettacolo a cui si partecipa passivamente perché essa più che un “fare” è un “vivere”». Gerda De Nardi zione elvetica ed altri. Uno sguardo alla cartina socio-politica della Bosnia ed Herzegovina mette in evidenza l’intricata vicenda del Paese. Gli accordi hanno sancito la suddivisione dell’intera regione in tre relative autonomie. A nord, con al centro la città di Banja-Luka e una striscia che va lungo il confine della Croazia e della Serbia, la Republika Srpska. A sud la Bosne e i Hercegovina ora federate e un governo centrale a Sarajevo: sia questo che quelle con a capo un rappresentante delle tre etnie (bosniaca, serba e croata) e sopra, con diritto di veto su persone e decisioni governative, il rappresentan- te europeo e, a vigilare, la forza militare Eufor. Una imbragatura di cui tutti desiderano disfarsi in fretta. Ma con quali conseguenze? Mi trovo a camminare tra la gente. Viaggio sull’autobus che mi riporta a Banja-Luka e mi domando: la persona che mi passa vicino o mi siede accanto ha sparato e ucciso o si porta dentro il ricordo amaro e indelebile di un familiare, parente, amico morto-ammazzato? Non lo saprò mai. Potranno essere rimarginate le ferite mortali di un popolo, di tanti popoli? Forse, ma non sarà domani. Ci sarà bisogno di tante “Scuole di pace”. Don Benito Introvigne 14 e L’AZiON Chiesa Domenica 23 settembre 2007 LUNEDÌ 24 A PIEVE DI SOLIGO La prolusione di Bagnasco al Consiglio della Cei L’Italia, un Toniolo, esame del “miracolo” Paese spaesato L unedì 24, alle 17, si insedierà a Pieve di Soligo il tribunale diocesano per esaminare se la guarigione dell’imprenditore Francesco Bortolini fu dovuta a un miracolo di Giuseppe Toniolo, di cui è in corso la causa di beatificazione. Alle 18.30, nella chiesa arcipretale di Pieve, dove riposa Toniolo, sarà celebrata la santa messa, presieduta dal vescovo emerito Giuseppe Magarotto e dal postulatore della causa di beatificazione Domenico Sorrentino, per chiedere allo Spirito Santo di guidare le menti che si apprestano ad un così delicato compito. Durante il processo, che durerà tutta la settimana, saranno analizzati documenti, come le cartelle cliniche del giovane, e sentiti i testimoni - dai medici che lo curarono ai famigliari che lo assistettero durante il lungo ricovero ospedaliero, dagli amici che lo videro cadere, battere violentemente la testa contro il marciapiede e rimanere immobile per terra ai primi soccorritori. Il 4 giugno dello scorso anno, Bortolini, 35 anni, entrò in coma dopo un volo di 4 metri dalla rete metallica su cui si era La tomba di Giuseppe Toniolo, a Pieve arrampicato, nel tentativo di afferrare uno stendardo pubblicitario. Si trovava con alcuni amici alla Festa della Birra di Barbisano. Una bravata che rischiò di costargli la vita. Rimase infatti per dieci giorni sospeso tra la vita e la morte. Poi, l’insperato risveglio e il lungo percorso di riabilitazione, la ripresa del lavoro nella ditta di cui è titolare la famiglia, la BorMa. Il processo - fa sapere il vicepostulatore e parroco di Santa Maria delle Grazie a Conegliano mons. Magagnin - si chiuderà presumibilmente domenica 7 ottobre, anniversario della morte dell’economista trevigiano, una delle figure più autorevoli del laicato cattolico di tutti i tempi. Il tribunale diocesano, quindi, invierà il supplice libello alla Congregazione vaticana per la causa dei santi, a cui spetterà l’ultima parola, ovvero stabilire se la prodigiosa guarigione di Bortolini fu dovuta all’intercessione di Toniolo. E se davvero miracolo ci fu, come ritengono lo stesso imprenditore e la sua famiglia, la marcia verso la beatificazione dell’illustre economista pievigino potrebbe raggiungere la sua tappa decisiva. La speranza di monsignor Magagnin è che Toniolo venga proclamato beato nell’anno del 90º della sua morte, il 2008. «Siamo colmi di gioia» confida il vicepostulatore, che ha parole solo per la grandezza umana e spirituale di Toniolo: «È stato un faro per la dottrina sociale della chiesa, è colui che le ha dato grande spinta, ha contributo alla Rerum Novarum, è stato il fondatore delle Settimane sociali dei cattolici, di cui quest’anno ricorre il centenario - spiega - è stato un insigne docente universitario, un ottimo padre di famiglia, insomma un esempio di vita grande per noi tutti oggi». In una parola: un beato. Francesca Nicastro Si è riunito questa settimana, dal 17 al 19, il Consiglio Permanente della Cei, aperto, com’è consuetudine, dalla prolusione del Presidente mons. Angelo Bagnasco. Dell’ampio discorso riportiamo tre passaggi particolarmente interessanti. Ma la componente sana della società è ampiamente maggioritaria La situazione del Paese Vi sono situazioni e comportamenti socialmente deplorevoli, anzi criminali, che non riescono a trovare soluzione: pensiamo, ad esempio, al dramma recente e crescente degli incendi boschivi provocati dall’uomo che in questa ultima estate hanno messo in ginocchio intere zone del Paese. Alla luce di simili fatti, ma anche di altre tendenze comportamentali, sembra che diventi sempre più friabile il vincolo sociale e si prosciughi quel tipo di solidarietà su cui una comunità AMICI DE LA NOSTRA FAMIGLIA In Borgogna sulle orme di Benedetto “C hi è l’uomo che vuole la vita e arde dal desiderio di vedere giorni felici?”: a questa domanda, posta ai suoi contemporanei del V secolo dopo Cristo, Benedetto da Norcia - il santo fondatore del monachesimo occidentale - faceva rispondere con la Regola: “Ascolta, figlio mio…”. Il medesimo interrogativo ha mosso anche il Gruppo Giovani Amici de La Nostra Famiglia: sostenendosi nelle reciproche disabilità - in taluno più visibili, in tutti nascoste nelle pieghe dell’animo - in oltre settanta siamo partiti da Conegliano il 14 agosto per raggiungere, attraverso il Monte Bianco, la Borgogna, terra francese in cui attorno all’anno 1000 è fiorita l’esperienza monastica, tuttora riflessa nella pulizia dell’architettura delle chiese romaniche disseminate nella regione: tap- pe del pellegrinaggio attraverso un paesaggio collinare sereno e tuttora rispettato dalla mano dell’uomo. Le pietre bianche o rosate della cattedrale di Vezelay, dei capitelli e del timpano della cattedrale di Autun: invito a vedere ciò che non è vano; il complesso monastico di Fontenay, dalla compostezza costruttiva quasi eterea: restituito nitore della fede; il trionfo dei colori di dipinti, arazzi e coperture dell’antico ospizio HotelDieu di Beuane: ricchezza della vita anche quando è morente. Queste sono state alcune delle occasioni in cui i Giovani Amici hanno colto come la luminosità dei materiali con i quali sono stati realizzati quei manufatti e la cura con cui sono salvaguardati, diventino moderna metafora dell’uomo: bellezza voluta, ricercata, tradotta in pratica e custodita con at- Il Gruppo Giovani Amici in Borgogna tenzione dal Padre, che non cessa di “scolpire” e fare bella con la luce della sua presenza la fatica di chi lo cerca. Ci è apparso così più chiaro che la vita monastica è vita cristiana ridotta alla sua sostanza, in cui la Regola non è stata dettata per sovrapporsi alla Parola, ma per spezzarla a noi come tanti bocconi di pane. “Ascolta, figlio mio…”: una Parola inesauribile, che richiede un ascolto incessante: ecco allora che sulla collina della comunità ecumenica di Taizè, la festosa e multicolore mescolanza con altri tremilacinquecento giovani, di lingua e culture diverse, provenienti da tutta Europa, si è ricomposta natu- strutturata deve fare affidamento, se vuole essere un Paese-non-spaesato. Ebbene, a me pare illusorio sperare in un improvviso quanto miracolistico rinsavimento morale, se al punto in cui ci troviamo non avviene una ricentratura profonda, da parte dei singoli soggetti e degli organismi sociali, sul senso e sulla ragione dello stare insieme come comunità di destini e di intenti. E se, grazie anche al contributo della religione e alla considerazione ad essa riservata, non acquisteranno una evidenza nuova e una credibilità proporzionata i valori essenziali per una convivenza. Sono tuttavia convinto che la realtà del nostro popolo non sia assolutamente rappresentata, né tanto meno definita, dai fenomeni peggiori a cui tanta enfasi viene data nella pubblica opinione, rischiando di creare tendenza, quasi si trattasse di nuove scuole di pensiero e di vita. La componente sana della società è ampiamente maggioritaria: nel silenzio dignitoso e in spirito di sacrificio, con ancoraggio alla fede cristiana o per ispirazione a quell’umanesimo non astratto né generico che nel Vangelo trova radici sempre fresche, essa vive i propri doveri, vive la realtà della famiglia e le varie relazioni, vive la sfida irripetibile della propria esistenza terrena con serietà, onestà e dedizione. ralmente, senza fatica, in silenzio orante, in canti meditativi, in contemplazione rispettosa la sera del 17 agosto: in ascolto degli uomini, ma soprattutto in ascolto del Crocifisso. “Ascolta, figlio mio…”: una Parola che penetra nella tessitura dei gesti quotidiani, che ci ha fatto gustare i limiti della nostra umanità nei momenti di ser vizio e di convivialità, gaia e spontanea, che hanno segnato il viaggio. “Ascolta, figlio mio…”: una Parola vera, vita stessa della Chiesa nella quale ci riconosciamo, che ci sollecita anche nei giorni feriali a ricercare il suo Volto, ad ascoltare la sua Parola. Un pellegrino nei loro progetti sono annichiliti per il problema dell’abitazione che non si trova oppure è inavvicinabile per le loro risorse. Ci sono inoltre situazioni di promiscuità, dove famiglie diverse sono costrette a vivere in uno stesso appartamento, magari fatiscente, e per ciò stesso non in grado di garantire un vicendevole rispetto. Su questo fronte, la collettività ai vari livelli deve darsi uno slancio, e approntare quelle soluzioni di edilizia popolare che per vaste zone e in una serie di città appaiono veramente urgenti. Anche agli istituti bancari e di credito vorrei far presente questa emergenza perché, tenendo conto delle condizioni internazionali e secondo le loro possibilità e competenze, vogliano maggiormente contribuire con senso di equità ad una concreta soluzione del problema. I progetti di tanti giovani fidanzati annichiliti dal problema dell’abitazione Il problema casa Un altro problema particolarmente acuto, cui come Pastori veniamo continuamente interessati, è quello della casa. Mi riferisco in particolare al dramma di coloro - pensionati o famiglie con un solo reddito - che sono raggiunti da provvedimenti di sfratto e non trovano altre opportunità. Ma pensiamo anche ai giovani fidanzati che vorrebbero sposarsi e Vicenda Amnesty International Mi si permetta, al riguardo, un rapido ma accorato riferimento allo scenario internazionale. Ossia, alla vicenda che, nelle ultime settimane, ha visto protagonista Amnesty International, a proposito della clamorosa inclusione, tra i diritti umani riconosciuti, della scelta di aborto, magari anche solo nei casi di violenza compiuta sulla donna. Sono derive che ci rendono ulteriormente avvertiti del pericoloso sgretolamento a cui sono sottoposte le consapevolezze umane anche più evidenti, e della necessità quindi di una presenza qualificata a contrastare simili esiti. e L’AZiON Chiesa S i tiene domenica 23 alla basilica della Madonna dei Miracoli di Motta (nella foto) la Giornata diocesana del malato. Alle 15 avrà inizio la recita del rosario; alle 15.30 monsignor Magarotto presiederà l’eucaristia. LA SFIDA DELLA CHIESA: L’UMILTÀ La prudenza figlia della misericordia Prima settimana del Salterio “I l mondo è dei furbi!”. Questa espressione – nota a molti – sembrerebbe a prima vista non calzare affatto con lo stile del cristiano: onesto, corretto... Guardando, però, alla parabola di Gesù che in questa domenica viene proposta alla nostra riflessione (Lc 16, 1-13), credo dovremmo rivedere un po’ le nostre idee. Colpisce anzitutto notare come Luca collochi questa parabola sulla furbizia, per così dire, dopo le parabole sulla misericordia. Sembra quasi dirci che la prudenza è figlia della misericordia e che non esiste un’autentica misericordia che non sia stata ponderata dalla prudenza. Il Vangelo di oggi ci dice che “Il padrone lodò, o meglio ‘approvò’ l’amministratore ingiusto perché aveva agito avvedutamente”, prudentemente. Se il cristiano vuol competere col mondo, sembra insegnarci il Maestro, deve farsi furbo, o meglio... prudente. Se da un lato non dobbiamo scendere a compromessi con il modo di fare e le modalità di vivere la fede al giorno d’oggi, dall’altro non dobbiamo neppure ingaggiare battaglia! Ce lo fa capire chiaramente e senza equivoci il paragone che lo stesso Gesù usa: il debitore che doveva cento barili d’olio avrebbe dovuto dare quella quantità, né più, né meno. L’amministratore invece è stato capace di venirgli incontro e in que- Oggi che le forze scarseggiano alla chiesa serve una “buona tattica” sto è stato prudente. Non è stato semplicemente “misericordioso”, “buono”, ma è stato prudente: sapeva che avrebbe avuto maggior vantaggio ad avere come alleato quel debitore che a farselo nemico. Talvolta noi cristiani abbiamo molta chiarezza nella teoria, ma poca prudenza nella pratica! Spesso gli insegnamenti che si sentono nelle omelie, nelle riunioni hanno più il 15 GIORNATA DEL MALATO: Domenica 23 a Motta di Livenza OGGI Domenica Domenica 23 settembre - 25ª del tempo ordinario - anno C Am 8, 4-7; Sal 112; 1Tm 2, 1-8; Lc 16, 1-13 Lo sguardo del Signore è sopra il povero Domenica 23 settembre 2007 sapore di “dichiarazioni di guerra” che di prudenti ammonimenti. Quante volte il mio carattere rigido e spigoloso mi ha tratto in errore! Gesù queste cose le aveva capite molto bene, al punto di trarre quella conclusione che suona un po’ come un rimprovero per i suoi: “I figli di questo secolo nei loro rapporti con gli altri sono più avveduti dei figli della luce” (Lc 16, 8). Un tempo forse la Chiesa combatteva più con le sue forze: tanti preti, tante suore, fedeli obbedientissimi, folle di cristiani pronte ad un cenno del loro pastore... Oggi queste cose sono finite, le forze scarseggiano e dobbiamo cominciare a preparare una buona tattica cedendo magari qualcosa (come fece quell’amministratore!) e cominciando a farci alleati quelli che ci stanno nel cammino. Non ci viene chiesto di “abbassare il tiro” perché non ce la facciamo più, ma di non avere il “grilletto facile” col rischio di sbagliare mira. Penso che la sfida che attende la Chiesa d’oggi non sia tanto quella della nuova evangelizzazione quanto piuttosto quella dell’umiltà, di quella virtù che ci fa capire (volenti o nolenti) che il mondo è ancora... dei furbi! Don Federico De Bianchi A SACILE: Conferenza sul testamento biologico G iovedì 27, alle 20.45 a palazzo Flangini a Sacile, si tiene l’incontro “Il testamento biologico”. Relatori saranno il bioeticista Gian Antonio Dei Tos (nella foto) e l’avvocato Paolo Moro. Organizza l’associazione Scienza&Vita di Sacile in collaborazione con le sedi di Vittorio Veneto e Pordenone del Movimento per la vita. SABATO 29 A SUSEGANA: Riprende la “Peregrinatio Mariae” D opo la pausa estiva, culminata con i festeggiamenti dell’Assunta, festa principale per il santuario della Madonna dei Miracoli di Motta, riprende la “Peregrinatio Mariae”. Il pellegrinaggio nelle parrocchie della diocesi riprenderà sabato 29 settembre, quando l’immagine storica della Madonna lascerà la cripta con destinazione Susegana, per fare tappa nelle parrocchie della forania La Colonna. Per Ognissanti e la commemorazione dei defunti la Madonna farà tappa nella parrocchia di Negrisia in diocesi di Treviso. Il mese di novembre, infine, ad ospitare la Madonna sarà la forania di Sacile. (MG) AZIONE CATTOLICA: Giovedì 27 tre incontri con responsabili ed educatori L L’ESEMPIO DEL BUON SAMARITANO O gnuno di noi è portatore di una identità irriducibile che lo rende diverso dall’altro. La “diversità” nasce sempre da un confronto. A volte la percepiamo come netta e ci inquieta. È quello che è accaduto a me quando ho incontrato la realtà dell’Opera della Provvidenza di Sant’Antonio di Sarmeola. C’ero già stato anni fa, ma per un tempo talmente breve che non avevo avuto modo di entrare nella sua vita grondante di umanità. Ora il tempo è stato più lungo, ma ancora troppo breve perché si potesse stabilire un’empatia piena. Eppure i sentimenti provati sono stati fortissimi e ben definiti. Il contatto con persone segnate dalla disabilità fisica e mentale ha destrutturato le mie certezze, mi ha scoperto fragile ma allo stesso tempo desideroso di La gioia di farsi prossimo mettermi in gioco. La paura e l’inadeguatezza hanno lasciato presto il posto alla gioia dell’accogliere e del sentirsi accolti e allo sforzo difficile di mettersi nei panni dell’altro. Questo è stato reso possibile dall’essere in relazione, una relazione fatta di sguardi e di non verbale, di sorrisi inattesi e di carezze. E così si impara a essere accanto e a servire. Vedi concretizzate quelle icone evangeliche del Buon Samaritano che ha compassione di uno sconosciuto e se ne prende cura e del Buon Pastore che conosce le sue pecore una ad una e le conduce su strade sicure che lui stesso percorre. Non è semplice farsi prossimo secondo modelli così alti: intervengono il timore di mettersi in discussione e di violare l’altro, il pregiudizio, la difficoltà nel sintonizzarsi su forme di comunicazione diverse dalle solite. Perciò questa diversità sconvolge. Ma si apprende anche, in un rapporto continuo che rende possibile la fiducia e l’affidamento, ad ascoltare senza precomprensioni, a donare con umiltà, a non attendersi gratificazioni. Sono tornato arricchito Sarmeola ha destrutturato le mie certezze dall’esperienza vissuta all’Opsa: più rispettoso dell’Altro in generale, più attento ai bisogni e alle richieste altrui, più capace di guardare oltre. E ancora una volta quello che ho ricevuto è stato infinitamente di più di quello che ho dato. Sono stati, infatti, loro, i “diversi”, a donare con generosità, come il Buon Pastore, e a farlo in abbondanza. Ho capito, infine, che si può imparare a servire se si hanno occhi attenti a vedere sulle nostre strade “da Gerusalemme a Gerico” tutti quei prossimi bisognosi di aiuto che ci implorano di non passare oltre o dall’altra parte ma di avere compassione e di spendere tempi ed energie che non saranno mai sprecati. Gaetano de Biase a presidenza diocesana di Azione cattolica giovedì 27, alle 20.30, incontra i responsabili e gli educatori delle parrocchie per un ascolto della realtà, la presentazione dei sussidi per i settori e il calendario associativo del prossimo anno che vedrà, tra le altre cose, il cammino verso la XIII assemblea. Per favorire la partecipazione di tutti, sono stati previsti tre luoghi d’incontro: Casa Toniolo a Conegliano; la sala parrocchiale in piazza Duomo 8 a Sacile; il patronato Don Bosco a Motta di Livenza. SCUOLA DI TEOLOGIA: Sabato 22 l’avvio delle lezioni È fissato per sabato 22 alle 15 l’inizio delle lezioni della Scuola di teologia della diocesi per l’anno scolastico 2007/2008. Per informazioni: 0438-948443 o www.seminario-vittorioveneto.it/scuolateologica. FACOLTÀ TEOLOGICA DI PADOVA: Iscrizioni entro il 27 settembre C’ è tempo fino al 27 settembre per iscriversi ai diversi percorsi formativi proposti dalla Facoltà teologica del Triveneto, l’istituzione con sede centrale a Padova e sedi affiliate in tutto il territorio delle tre regioni del Nord-Est. Numerose le possibilità di formazione: dal ciclo istituzionale di cinque anni, che porta al Baccalaureato, alla licenza in teologia pastorale, al dottorato, al percorso “3+2” proposto dagli Istituti superiori di scienze religiose (Issr). Per informazioni contattare la segreteria della Facoltà teologica del Triveneto, dal lunedì al venerdì ore 9.30-12.30, telefono 049-664116, email [email protected], www.fttr.it. A VITTORIO VENETO: Riprendono i “Martedì della Parola” R iprendono i “Martedì della Parola”: prossimo appuntamento martedì 25 alle 20.30 alla casa di spiritualità in Castello vescovile a Vittorio Veneto. OSPITI DI SALAM SHALOM L’Italiopoli di Beha e Silver “S alam Shalom” a Caneva e Sacile, speriamo non solo nell’ultima settimana di settembre, quando ben quattro “incontri di civiltà” della rassegna omonima fanno tappa nei due comuni, aprendo un ventaglio ampio e variegato di approfondimenti. Il primo appuntamento è venerdì 21 alle 21 al parco di Villa Frova, a Stevenà, con il concerto della Maxmaber Orkestar, nata a Trieste nel 2003, che si esibirà in musiche popolari balcaniche. Sempre a Stevenà, nella centrale Enel, avrà luogo il secondo incontro, “Come resistere nella palude di Italiopoli”, domenica 23 alle 18. Il giornalista Antonio Bacci dialogherà con Oliviero Beha (che per primo ha denunciato il marcio nel mondo del calcio), affondando la lama nelle piaghe italiane, in “un potere barricato in un residence privo di cultura, che sostituisce la realtà con la sua rappresentazione televisiva”. Al centro di “Salam Shalom” ci sono sempre e comunque i giovani: li incontreranno al Teatro Ruffo di Sacile, lunedì 24 alle 10, sul tema “Lezioni di MIANE: Concerto per Art&Musica È la chiesa di Miane ad ospitare il prossimo appuntamento della rassegna itinerante di concerti per organo, coro, strumenti ed esposizioni di arti visive “Art&Musica”. L’iniziativa di Giogaia prevede per venerdì 21 alle 21 il concerto per organo del musicista coneglianese Remo Barazza. L’evento musicale coinciderà con la chiusura della mostra di vetrosculture dell’artista veneziano Alessandro Cadamuro. Il successivo appuntamento sarà ad ottobre a Tovena. legalità in una società che non rispetta più le regole”, Silver (l’autore del celebre fumetto Lupo Alberto) e Gherardo Colombo, ex pubblico ministero di “Mani pulite” che da qualche tempo ha lasciato la magistratura per dedicarsi ai giovani e instillare in loro il concetto di legalità. Sempre al Ruffo lunedì 24 alle 20.45 Colombo parteciperà anche al dibattito “Siamo tutti un po’ illegali”, con Olindo Canali, sostituto procuratore della Repubblica al Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) dove è arrivato, su sua domanda, il 22 maggio 1992, giorno prima della strage di Capaci; Felice Lima, giudice del Tribunale di Catania che negli anni ’90 ha condotto importanti inchieste sui rapporti tra mafia e potere politico ed economico; Bruno Tinti, procuratore aggiunto presso la Procura di Torino che si occupa di reati finanziari. Ha detto Gherardo Colombo: «L’indifferenza e il conformismo dilaganti costituiscono una piaga sociale che facilita l’insinuarsi dell’illegalità». Maria Pia Arpioni MASERADA SUL PIAVE Sabato 22, alle 21 all’auditorium San Giorgio, nell’ambito della terza edizione della Fiera per un’economia di giustizia “Quat- Sabato 22 il Duo Strawinsky suona Schubert a Follina P enultimo appuntamento con “Concerti in Altamarca 2007”, il festival internazionale di musica da camera organizzato dall’associazione culturale Quadrivium fra le abbazie, le ville e i castelli tra le colline del prosecco. Sabato 22 all’antico refettorio dell’abbazia di Santa Maria a Follina si esibirà il Duo Strawinsky. Alle 20.45, infatti, è in programma la serata dal titolo “Un flauto... all’Opera” che prevede l’esecuzione di musiche virtuosistiche di autori vari. L’ingresso al concerto è di 10 euro (intero), 7 (ridotto per under 25), 2 (ridotto per studenti dell’istituto musicale “Michelangeli” di Conegliano e degli istituti musicali dei comuni sede del festival). L’ultimo appuntamento con il festival avrà luogo, sempre all’antico refettorio dell’abbazia di Santa Maria, venerdì 28. Il tema del concerto sarà “Serata Schubert”: sulle musiche del viennese Franz Peter Schubert si esibirà il Gubbio Festival Ensemble con Francesco De Zan al pianoforte. VITTORIO V.: Da venerdì 21 il Concorso nazionale di violino P rende il via venerdì 21 a Vittorio Veneto la 28ª edizione del Concorso nazionale biennale di violino con le rassegne d’archi “Mario Benvenuti” comprendenti la 43ª Rassegna nazionale per violinisti studenti. Il concorso è organizzato da Comune, Regione, Provincia, Fondazione Cassamarca e Emcy. Il concerto di apertura si terrà venerdì 21 alle 21 al teatro Da Ponte con il quintetto d’archi dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia di Roma. Il concorso proseguirà fino a sabato 29. Quel giorno, infatti, è prevista la prova finale con l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Daniele Giorgi e la proclamazione del vincitore del Concorso nazionale di violino. TEATRI: Gli spettacoli della settimana da Fregona a Conegliano FREGONA Sabato 22, alle 17 al centro sociale, “Storie di lupi” allestito dalla compagnia Alberto De Bastiani nell’ambito della rassegna “Burattini e marionette”. Ingresso libero. FESTIVAL tro passi per un mondo migliore” la compagnia Alma Rosé presenta “Mapu. Terra. Appunti per un’inchiesta sulla Terra”. Ingresso 12 euro, ridotto 10. COSTA DI VITTORIO VENETO Sabato 22, alle 15.30 alle ex scuole elementari, il Collettivo di ricerca teatrale presenta “Storie dello spaventapasseri”. MASERADA SUL PIAVE Domenica 23, alle 17 all’auditorium San Giorgio, “Gente come uno. C’era una volta un Paese ricco e ora non c’è più” di e con Manuel Ferreira. Ingresso 12 euro, ridotto 10. CONEGLIANO Giovedì 27, alle 17.30 alla sala Informagiovani, Corrado Cipriano legge “Episodi danteschi: i seminatori di discordie”. Presentazione e commento di Carmelo Ciccia. Ingresso libero. La scrittrice sepolta a Pieve di Soligo al centro di un programma di rivalutazione che impegna anche il Comune E milia Salvioni, prima scrittrice di una “galassia sommersa” che Antonia Arslan intende riportare alla luce. Una giornata di studio al Festival della Letteratura di Mantova il 5 settembre ed un incontro a Susegana il 16 settembre, nell’ambito della Mostra nazionale della piccola e media editoria “Libri in cantina” hanno permesso di fare il punto su una scrittrice, la pievigina Emilia Salvioni, appunto, che pur avendo pubblicato per Mondadori, vinto premi letterari e diretto una collana di libri al femminile per la Cappelli, non riuscì mai ad affermarsi completamente sulla scena della cultura nazionale. «Abbiamo voluto buttare il cuore oltre l’ostacolo con un progetto che è una speranza ed una proposta – spiega la scrittrice Antonia Arslan –. In generale l’idea è quella di riscoprire quella galassia sommersa di autrici italiane di ieri e di oggi di cui si ignora l’esistenza, ma che sono di grande valore. E si è cominciato con Emilia Salvioni, una donna che scriveva per narrare ciò che di solenne e di minimo le stava intorno, per dare ai suoi lettori il senso della gioia e della fatica di esistere». Ascritta all’area delle scrittrici cattoliche, Emilia Salvioni, nata a Bologna nel 1895, è stata in realtà una figura inquieta, che spesso si è interrogata sulla giustezza della morale a cui era ispirata la sua educazione di ragazza rimasta precocemente orfana della madre. Una scrittura colta e semplice allo stesso modo caratterizza i suoi romanzi; una capacità di trasmettere emozioni che nascono dalla quotidianità davvero rara; un’ambientazione dei romanzi in cui il lettore della provincia si riconosce, e ancor di più si riconoscono i lettori di Pieve di Soligo, dove Emilia ha soggiornato a lungo e dove è sepolta dopo la mor- te che l’ha colta nella natia Bologna il 4 giugno 1968. Con la donazione di moltissimi documenti (lettere, minute, cartoline, fotografie, i dattiloscritti originali dei romanzi ed anche un inedito) al comune di Pieve di Soligo, da parte di Amalia e Maria Corrà e da Emilietta Schiratti, nella biblioteca civica è nato il “Fondo Salvioni”. Il progetto di valorizzazione della scrittrice pievigina ha così un punto fermo proprio nella documentazione depositata in un apposito spazio della biblioteca, ma è la ripubblicazione di tre opere della Salvioni (“Angeliche colline”, “Lavorare per vivere” e “Carlotta Varzi S.A.”) a rilanciare prepotentemente la figura della Salvioni. Si accorgono di lei le donne dell’Aidda, l’associazione delle donne imprenditrici e dirigenti d’azienda che rimangono incantate dalla figura di Carlotta, protagonista del romanzo riedito nel 2006 da Canova. Antonia Arslan ha proposto al Festival della letteratura di Mantova di occuparsi della “galassia sommersa” e così da quest’anno, unitamente ad Aidda, una giornata viene dedicata alla scrittura femminile e ad una autrice (nel 2007 sarà una scrittrice to- scana). Anche a Susegana, nell’ambito di “Libri in cantina”, Emilia Salvioni è stata protagonista con l’intervento del professor Carlo Caporossi (all’ultimo momento Arslan è stata impossibilitata ad intervenire) e l’interpretazione di alcune letture da parte dell’attrice Nicoletta Maragno. «Emilia Salvioni e tante altre scrittrici italiane che hanno pubblicato tra Ottocento e Novecento sono più conosciute in America che in Europa – spiega Siobhan Nash-Marshall, docente al Manhattanville College negli Usa –. Le nostre università hanno prodotto numerose ricerche sulle scrittrici italiane e sono oggetto di studio da parte dei nostri allievi». Da parte sua l’amministrazione comunale di Pieve di Soligo è ben decisa a valorizzare la figura di Emilia Salvioni e presto darà alle stampa un altro romanzo. «Sarà il comitato scientifico presieduto dalla professoressa Arslan a decidere quale opera di Emilia Salvioni ripubblicare – osserva l’assessore alla Cultura di Pieve di Soligo Luisa Cigagna –. Al momento l’orientamento è per “Danaro”, edito a suo tempo da Mondadori». Antonio Menegon Domenica 23 settembre 2007 17 IL RICORDO DI DON GIORGIO MASCHIO TOCCA SERRAVALLE E LENTIAI U È in diocesi un Benedetto XV, il papa itinerario tizianesco che sognava la pace L n Benedetto XV straordinario, e per molti versi inedito, quello presentato da don Giorgio Maschio (nella foto), arciprete a Portobuffolè nonché professore dello Studio teologico. L’occasione, il “Fuoridisera” dello scorso 13 settembre, a Ceneda, sotto la Loggia del Museo della Battaglia, dedicato quest’anno dall’associazione “Sintesi&Cultura” ai “Grandi uomini tra il dramma della guerra e il sogno della pace”. Il sogno della pace lo coltivava in particolare il genovese Giacomo Dalla Chiesa, che diventa papa con il nome di Benedetto XV un mese dopo lo scoppio della Grande Guerra. Il 24 maggio 1915 si butta nella mischia anche l’Italia. Evento che il papa ha cercato in tutti i modi di scongiurare, anche con trattative presso l’Imperatore d’Austria perché cedesse i territori contesi. «Con l’entrata in guerra dell’Ita- I SACRI VOLTI IN VOLUME È di sicuro interesse l’opera editoriale della casa editrice Vallecchi che si propone di selezionare oltre 120 immagini dei “Volti di Cristo” (volume di 340 pagine, presentato in un cofanetto di plexiglass con serigrafia in oro sul coperchio). Uno sforzo non indifferente: scelta iconografica iniziale, accordo con musei e collezioni di tutto il mondo e pubblicazione attraverso la speciale tecnica di stampa con retinatura stocastica. La resa delle immagini, inoltre, è valorizzata da riproduzioni spesso della stessa grandezza dell’opera originale, così da favorire la lettura di ogni minimo particolare. Sono tre le sezioni dell’opera: “L’idea del volto” che apre il volume; “Volti da contemplare, volti da dipingere” e “Il volto si fa corpo”. La prima comprende le raffigurazioni più antiche, la seconda le figurazioni devozionali di Cristo, la terza gli episodi della vita, la passione e la morte, e i miracoli del Risorto. MOSTRE lia, la Santa Sede – ha commentato don Giorgio – si trovava politicamente ad essere nel territorio di uno stato belligerante e, come tale, le rappresentanze della Germania e dell’impero asburgico dovettero andarsene da Roma. Di fatto, la censura italiana controllava le comunicazioni da e per il Vaticano, così come i giornali vaticani: l’Osservatore Romano e la Civiltà Cattolica». Benedetto XV è l’uomo che più d’ogni altro sottolineò “l’inutile strage” di “questa lotta tremenda”. «Non a torto l’opinione pubblica si concentrò su quell’espressione – ha puntualizzato don Maschio –. E su quella si manifestò il fastidio delle potenze, che nella guerra “risolutiva”“, invece, avevano creduto e ancora credevano». Era inoltre concreto il perico- VITTORIO V.: Incontro con Goisis V enerdì 28 nell’aula magna dell’Itis di Vittorio Veneto si terrà un incontro della rassegna “Scrittori editori a Nordest”. Alle 10.30 verrà presentato il saggio “Camminando lungo il crinale. Riflessioni su rischio, fuga e paura” del filosofo Giuseppe Goisis (Università di Venezia). Partecipano l’autore, lo scrittore Marco Franzoso e il moderatore Cesare De Michelis. VITTORIO VENETO Si inaugura domenica 23, alle 16.30 alla villa Rossa, la mostra della pittrice Gabriella Da Ros e dello scultore Natale D’Agostini. Orario (fino al 6 ottobre): festivi 1012.30 e 16-22, giovedì-sabato 16-20. MOTTA DI LIVENZA Si inaugura sabato 22, alle 21 al palazzo La Loggia, la mostra di pittura di Lionello Trabuio. Orario: tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19. SAN CASSIANO DI LIVENZA Chiude domenica 23 a villa Varda la mostra “Luoghi di transito” del pittore Dario Rosolen. Orario: sabato 14.30-19.30, domenica 10-12.30 e 14.30-19.30. TREVISO Si inaugura domenica 23, alle 10 a palazzo Bomben, la mostra “Vajont. Nuovo paesaggio”. Orario (fino al 7 ottobre): tutti i giorni 10-20. SUSEGANA Chiude domenica 23 nella chiesa del Carmine la mostra “Verso una luminosa lontananza. Tra le pieghe del divino, in viaggio sulle orme di un uomo chiamato Ghilgames” del pittore di Ponte della Priula Andrea Sossai. Orario: venerdì 16-20.30, sabato e domenica 9-12 e 14-21.30. del Seminario vescovile), anch’esso aperto per l’occasione. La visita è gratuita e ve la consigliamo anche al di fuori dell’evento espositivo bellunese, quale opportunità appetitosa e insolita per scoprire tesori più o meno nascosti del nostro patrimonio storico-artistico. Ecco gli orari di apertura: le chiese saranno visitabili il venerdì (14.30-17), il sabato (1012 e 14.30-17) e la domenica (14.30-17); il Museo diocesano aprirà invece la domenica (14.3018). “Madonna della Misericordia” di Marco Vecellio TIZIANO, L’ULTIMO ATTO NEL BELLUNESE S i è aperta a Pieve di Cadore e a Belluno la tanto attesa esposizione “Tiziano. L’ultimo atto”, capolavori autografi realizzati nell’ultimo ventennio di vita (1556-1576). Un Tiziano in malinconica meditazione, che tende verso una pittura tarda dagli echi manieristi, seppure sempre animata dai suoi insuperabili guizzi di luce e di colore: un Tiziano che sorprende, mettendo in discussione se stesso e la sua antica fiducia, tutta ri- nascimentale, di trasmutare la materia in immagine preziosa, come documentano i bellissimi capolavori esposti dell’“Ecce Homo”, di “Venere e Cupido con cagnolino e pernice”, dell’“Ultima cena” e di “San Giacomo camminatore”. Una mostra di ricerca, di scavo, di ricontestualizzazione storico-artistica, che affianca all’indagine sui processi creativi la riscoperta del Tiziano privato, grazie all’interessante appendice diaristico-epistolare e al ric- PIAVON Fino al 7 ottobre a Ca’ Lozzio è aperta la mostra di Erio Baracchi. Orario: mer.-domenica 10-12 e 15-24. vembre solo su appuntamento. CONEGLIANO Si inaugura venerdì 21, alle 18 alla casa museo G. B. Cima, la mostra “I particolari delle opere di Giambattista Cima visti da Mario Vazzoler”. Orario (fino al 28 ottobre): martedì-venerdì 15.30-19, sabato e festivi 10.30-12.30 e 15.30-19. VITTORIO VENETO Si inaugura domenica 23, alle 11 allo studio Exitarte, la mostra di Michelangelo Penso. Fino al 17 no- lo di soffiare sugli ammutinamenti in corso. 1918, ottobre, fine della Grande Guerra. «Il papa, davanti alle terribili conseguenze per i civili, organizza una vasta rete di soccorsi, mobilitando anche i vescovi Usa, specialmente per bambini affamati del centro Europa» ha ricordato infine don Giorgio. A Costantinopoli, nel 1919 i Turchi gli eressero una statua, malgrado egli fosse ancora vivente, con la scritta: “Al grande Pontefice della tragedia mondiale, Benedetto XV, benefattore dei popoli, senza distinzione di nazionalità o religione, in segno di riconoscenza, l’Oriente”. Un simile riconoscimento, assolutamente laico come si direbbe oggi, Benedetto XV non se lo poteva attendere in Europa. “Fuoridisera” si concluderà giovedì 27 alle 20.30 con la relazione di Lorenzo Cadeddu su “Cadorna e Diaz, due capi a confronto”. Mario Sanson a mostra “Tiziano. L’ultimo atto”, aperta a Belluno (palazzo Crepadona) e a Pieve di Cadore (palazzo della Magnifica Comunità di Cadore) fino al 6 gennaio 2008, comprende ben cinque itinerari di visita alla scoperta di numerose opere del maestro e della sua bottega sparse tra Bellunese e Trevigiano e volutamente mantenute per l’occasione nel loro contesto originale. Il primo itinerario coinvolge direttamente la nostra diocesi. I siti interessati sono la chiesa di Santa Maria Nova a Serravalle, che conserva il dipinto dell’Assunta, eseguito dal maestro e bottega, la Pieve di Sant’Andrea di Bigonzo, con due opere di Marco Vecellio, l’arcipretale di Lentiai, con il suo polittico, attribuito a Tiziano e bottega, e la parrocchiale di Castello Roganzuolo, per la quale il maestro eseguì il celebre trittico con la Madonna con il Bambino e i santi Pietro e Paolo. Quest’ultimo si trova oggi al Museo diocesano “Albino Luciani” (ultimo piano ILLEGIO Fino al 30 settembre alla casa delle esposizioni è aperta la mostra “Apocalisse. L’ultima rivelazione” con cento capolavori. Orario: martedì-domenica 10-19. Ingresso: intero 7 euro, ridotto (anche per religiosi e gruppi parrocchiali) 4,5, scolaresche 3. VITTORIO VENETO Fino al 7 ottobre all’ex Ghetto ebraico la mostra “Carlo Ciussi”. Orario: giovedì-sabato 17-19, domenica 15-19. PORTOBUFFOLÈ Fino al 7 ottobre a Casa Gaia da Camino è aperta la mostra di Mario Pauletto “Studi, prove e scarti d’atelier”. Orario: feriali su appuntamento (telefono 0422850020), sabato-domenica 10-12.30 e 15.3019.30. VENEZIA Fino al 7 ottobre al museo Correr è aperta la mostra “Enzo Cucchi”. Orario: 10-19 (chiusura biglietteria alle 18). VENEZIA Fino al 7 ottobre a palazzo Fortuny è aperta la mostra “Artempo”. Orario: mercoledì-domenica 10-18 (la biglietteria chiude alle 17). Biglietti: intero 8 euro, ridotto 5. MESTRE Fino al 14 ottobre al Centro culturale Candiani è aperta la mostra “Iran. Gente strade paesaggi” con le fotografie di Abbas Kiarostami, Riccardo Zipoli e 56 autori persiani contemporanei. Orario: lunedì-venerdì 1519, sabato-domenica 10-13 e 15-19. CONEGLIANO Fino al 14 ottobre alla galleria L’Officina dell’arte di via Manin è aper- co patrimonio bibliotecario vecelliano, ammirabili a Pieve di Cadore. “Tiziano. Belluno. L’ultimo atto”, fino al 6 gennaio 2008, Bellunopalazzo Crepadona e Pieve di Cadore-palazzo della Magnifica Comunità di Cadore; orari: domenica-giovedì dalle 9 alle 19; venerdì-sabato dalle 9 alle 20; costo del biglietto 10 euro; informazioni allo 0437-940083; sito web www.tizianoultimoatto.it. Elena Pilato ta la mostra personale di Luigino Ostet “Immagini del nostro tempo”. Orario: lunedì-sabato 16-19, festivi 10-12 e 16-19.30. POSSAGNO Fino al 1º novembre è aperta al Museo gipsoteca canoviana la mostra “Il principe Henryk Lubomirski come Amore”. Orario: martedì-domenica 9-19 (chiusura biglietteria alle 18). Biglietti: intero 7 euro, ridotto 4. VICENZA Fino al 18 novembre alle gallerie di palazzo Leoni Montanari è aperta la mostra “La rivoluzione dell’immagine.Arte paleocristiana tra Roma e Bisanzio”. Orario: martedì-domenica 10-18. Biglietto (mostra e gallerie): 5 euro, 4 ridotto. MOGLIANO VENETO Fino al 18 novembre è aperta al Brolo Centro d’arte e cultura la mostra “Armando Pizzinato. L’uomo, l’arte e la società (1950-1962)”. Orario: martedì-domenica 10-19. e L’AZiON Curiosando È DAVVERO IN CRISI IL MODELLO TRADIZIONALE? Famiglia vera e scombriccolata C i si chiede se la famiglia ha ancora senso. Rispondo affermativamente. È un’istituzione che ha diciotto secoli di vita e, pur considerando le mutazioni nel tempo, non ha mai perso la sua importanza. È un grave errore intorbidire la limpidezza della famiglia “vera” con un’esasperazione delle ambiguità e l’accentuazione degli egoismi. Non si tratta di ferma- re il tempo o di negare una realtà sociale che è sotto gli occhi di tutti, quanto di salvaguardare, con tutti gli strumenti possibili, un’istituzione che è considerata da una percentuale altissima di giovani il primo punto di riferimento della propria vita. Tutti noi siamo portati a pensare che il modello familiare sia composto da padre, madre, nonni, zii, cugini e così FIGLIO E NIPOTE D’ARTE Dario Salton, l’artista della pietra I n Vallata, sulle colline e la montagna a confine con Belluno, affiorano qua e là, com’è naturale, dei massi e delle grosse pietre. Di solito sono un fastidio per chi usa queste terre alte a prato, tuttavia la diversità geologica di questo materiale ha consentito a Dario Salton, 55 anni, di Cison di Valmarino di farsi un nome lavorando questi sassi fin da bocia. Dario è, però, figlio d’arte, giacché nonno Antonio e papà Ferruccio (i cosiddetti “Pupi”) erano impresari edili, specialisti proprio nel lavorare e posare la pietra. Dario ha, dunque, sempre spaccato sassi, ma con mano d’artista, sicché oggi è l’unico, almeno in provincia di Treviso, a modellare con grande successo questa materia povera e abbondante. Sue opere sono in importanti case restaurate, e altrettanto importanti sono e sono stati i suoi committenti, come del resto le sue presenze in televisione (in primis a “Sereno Variabile”, lo scorso febbraio). Salton lavora a Cison nel “Cortivo de Otimo”, dove vive ancora la mamma Anna, 86 anni, dei Buffon di Colle Umberto. Qui, l’artigiano (ma è, come si diceva, un artista vero) scalpella dai massi e dalle pietre stupendi sec- via. È difficile pensare che ci possano essere due mamme, tre padri e più nonni. Quest’ultima famiglia “scombriccolata” ha rinunciato alla cultura della famiglia “vera”, diffonde l’esperienza di vita in un gruppo composto da persone diverse, sposate e non sposate, con figli in rapporto di coppia oppure no, senza figli. Oggi è possibile che la stessa famiglia biologica di origine, e quindi chiai, eleganti fontane e tanti altri elementi d’abbellimento ma funzionali al vivere quotidiano. Salton usa specialmente il masegno (la trachite) e il fogher (la silice di Lago di Lago), le pietre più note e più abbondanti della sua Vallata. Sua, a Cison, anche la fontana dea Crosera, che butta vino quando c’è Artigianato Vivo. Dario è sommerso dal lavoro, ma qui ci vuole calma. È lavoro di braccia, ma anche tanto di testa, e oggi mancano in special modo le vocazioni. Ma Dario non dispera, giacché ha già come apprendisti alcuni nipoti e il compaesano Federico di 8 anni. Mario Sanson I consigli del pediatra a cura della dottoressa Nadia Padoin DISTURBO TIPICO DELL’ETÀ La “malattia da movimento” L a cinetosi o “malattia da movimento” è un disturbo molto frequente nell’età pediatrica, soprattutto in età scolare, spesso presente in più membri della stessa famiglia a dimostrarne una caratteristica trasmissione genetica. Tende ad attenuarsi con il passare del tempo, spesso scomparendo dopo l’adolescenza, a volte però il problema continua anche in età adulta. È dovuto ad una ipersensibilità delle strutture deputate al controllo dell’equilibrio situate nell’orecchio interno (apparato vestibolare) che, quando il corpo è sottoposto a sollecitazioni rapide come quelle indotte dal movimento, sollecita più del dovuto il sistema nervoso neurovegetativo. Que- sto, detto anche sistema nervoso autonomo, può attivarsi in modo improprio e produrre dei sintomi caratteristici. Di solito si manifesta in condizioni di movimento passivo, così che si parla di mal d’auto, mal di mare, mal d’aereo e anche di mal di treno, ma può manifestarsi anche salendo sulle giostre. I sintomi consistono in uno stato di ma- le persone che la costituivano, possano cambiare lungo la vita e ritrovarsi in famiglie organizzate diversamente, oltre che composte da persone diverse. Cerchiamo di vedere insieme cosa sta cambiando rispetto alla tradizione nella famiglia veneta. Cominciamo dalle relazioni. Credo si possa tranquillamente dire che, nel passato, non mancava Paolino Causin certo lo stare insieme e la famiglia veniva considerata la guida alla propria vita, un punto di riferimento sicuro e rassicurante. Oggi la vita sociale alimenta un individualismo esasperato che mal si concilia con l’esigenza del vivere insieme. «Siamo separati in casa – afferma Antonio di 18 anni –. Fino all’adolescenza sono stato parcheggiato dai nonni, in asili e scuo- le. Da adolescente è cominciato il distacco, entrambi i genitori lavorano, nel tardo pomeriggio ognuno ha impegni con diversi orari, il risultato è che ci si vede sì e no due volte al giorno». Qualcuno sostiene che non è importante la quantità delle comunicazioni ma la qualità. Spesso, troppo spesso, il poco tempo si trasforma in conflitto e i componenti della famiglia che vivono insieme, legati dai valori affettivi, diventano solo un gruppo di persone che abitano la stessa casa. In conclusione si può dire che un gradino fondamentale della scala del benessere è l’aumento delle relazioni positive intrafamiliari. Dottor Paolino Causin L’atlante dei sapori modesto, la stessa Vittorina. Si puliscono bene le quaglie, si mette una foglia di salvia per ognuna, una fettina di lardo tagliata sottile per rendere più morbida la carne e la si mette dalla parte della schiena e quindi, si infilzano sullo spiedo, stanomenica scorsa si è passeri, poi sono stati vie- do attenti che questo passi conclusa la sagra di tati e abbiamo iniziato con bene per il centro del volaVillanova di Prata, dopo due le quaglie». La ricetta è tile («Altrimenti non si rosettimane di festeggiamen- semplice secondo Vittorina: sola bene!» ammonisce piti. Il titolo della manifesta- si prendono delle quagliet- gnola Vittorina). Per cuozione, esplicativo, recita te, salvia («con le foglie cerli, a fuoco dolce, si unge “Sagra dei gusti e sapori”: strette e lunghe, non quel- la teglia con l’olio e si posaefficiente e di qualità lo l’altra che, invece, le ha lar- no gli osei dalla parte della stand enogastronomico al- ghe, è diverso il risultato» schiena, si salano, una spollestito presso la sede della specifica), lardo a fettine verata di pepe, bacche di giPro loco, un ambiente sottili, burro, sale, pepe, o- nepro e un po’ di brodo, perché non asciughi troppo. A confortevole e coperto. So- lio e bacche di ginepro. no state servite le specialità Il procedimento è lungo metà cottura, che dura cirdella zona, quali baccalà, e piuttosto complesso, co- ca un’ora e venti minuti, si trippe, formaggio alla pia- me ammette, pur con fare girano, e verso fine cottura si alza la fiamma aggiunstra e polenta e osei. gendo un poco di vino. Per Quest’ultimo piatto, concludere si aggiunge umolto apprezzato, tanto na noce di burro e si finida servirne un centinaio sce la rosolatura. a serata, è cucinato sotPer poter gustare poto l’attenta supervisione lenta e osei è necessario ardella signora Vittorina. rivare presto alla sagra: al«Abbiamo iniziato a farle otto i ghiottoni di queli 33 anni fa, qui a Villasto piatto sono già sazi! nova – spiega –. Ma a Francesco Benedet quel tempo c’erano i Il gruppo dei cuochi di Villanova con Vittorina (a destra) SAGRA DEI GUSTI E SAPORI Poenta e osei alla Vittorina: un successo D lessere generale con pallore, sudorazione fredda, ansietà cui seguono nausea e vomito che può diventare anche irrefrenabile. Il bambino piccolo, non ancora in grado di descrivere i sintomi, dimostrerà il suo malessere diventando pallido, agitato, piangendo, rifiutando il cibo e infine vomitando. Come prevenire questo disturbo? 1) Viaggiare con il bimbo legato nell’apposito seggiolino in modo che possa guardare davanti a sé. Evitare che si muova per la macchina: oltre a correre il rischio di traumi in caso di incidente, peggiorerebbe i sintomi della cinetosi. Se l’età lo consente, far sedere il bambino sul sedile ante- riore a fianco del guidatore. 2) Se sono almeno tre ore che non mangia fare un piccolo spuntino prima del viaggio e, durante il viaggio, specie se questo è lungo, fare spuntini frequenti con crackers, grissini o pane, meglio senza bere, evitando lunghi periodi di digiuno. 3) Somministrare alimenti solidi, facilmente digeribili, evitando grassi e frutta, bevande gassate e succhi di frutta. 4) Evitare di leggere o di giocare ai video giochi, inoltre evitare di guardare dal finestrino laterale o di fissare le onde o i punti in movimento; guardare invece davanti a sé. 5) Evitare fattori come il fumo, l’aria viziata, l’affollamento e il caldo, ad esempio delle sale comuni, assicurarsi invece un continuo ricambio d’aria (finestrino semiaperto in auto o in treno, una passeggiata sul ponte se in nave, l’aria delle bocchette di aerazione in aereo). 6) Cercare di distrarre il bambino giocando o cantando, ascoltando la musica o la radio; il sonno riduce di molto il disagio. Come sempre non esiste una soluzione valida per tutti e se il viaggio è lungo e i sintomi accusati dal piccolo di solito sono importanti, bisognerà ricorrere ai farmaci, interpellando il pediatra prima del viaggio. e L’AZiON Domenica 23 settembre 2007 23 E CAMINO TENTA IL BIS Cala il sipario su “Guarda che estate” con una partecipazione record e adesso aspettiamo le premiazioni... Parata finale G ongggggg! Tempo scaduto: mercoledì 19 era l’ultimo giorno utile per inviare a L’Azione le foto per partecipare a “Guarda che estate”, il concorso fotografico organizzato dal- l’associazione Noi Vittorio Veneto con la promozione del settimanale diocesano e la collaborazione della Pastorale giovanile diocesana. In queste pagine proponiamo una rassegna delle ultime foto arrivate: molti si sono fatti vivi proprio in prossimità della scadenza dei termini... e così, con uno scatto finale alla Cipollini, il concorso supera il numero di par tecipanti della TUTTI AMICI A SANTA GIUSTINA scorsa edizione, e fissa il suo record. Che speriamo di battere con il concorso 2008, per il quale abbiamo già qualche ideuzza di cambiamento (ne avete anche voi? Scrivetecele). Ora invece è il momento della giuria: il direttore de L’Azione don Giampiero Moret, un giornalista della redazione e un rappresentante della Manighetti Mg, ditta sponsor dell’iniziativa, valuteranno le oltre cento foto giunte. E presto annunceremo e pubblicheremo le vincitrici: alle parrocchie andranno i premi in materiale utile per i prossimi grest. U T ra le foto inviate dalla parrocchia di Chiarano per partecipare al concorso “Guarda che estate” c’è anche questa che raffigura i bambini del grest sotto il ten- done. amino, vincitrice di “Guarda che estate” edizione 2006, ci riprova. Tra le cinque che invia proponiamo questo scatto di Laura Battistella, così descritto: “Mettiamo sempre i bambini al primo posto... Questo sembrano dire Fabio ed Eros, due ex animatori del grest rimasti però entrambi ‘nel giro’. Al centro Irene, una delle partecipanti al grest più piccole”. CISON / DIANA E MIRIAM COLLABORANO U no scatto dal grest di Santa Giustina. Didascalia: “Animatori e bambini in un momento affettuoso di relax e di amicizia”. CHIARANO / TUTTI SOTTO IL TENDONE C n’immagine dal grest di Cison, scelta perché “rappresenta lo spirito collaborativo che abbiamo cercato di sviluppare nei ragazzi”. Interpreti: Diana e Miriam! A COLLALTO NON SI DORME MICA Q ui grest di Collalto. Che ci fa questa ragazza... assorta? Leggi la spiegazione della foto e capisci: “Alcune volte – scrivono da Collalto – ci si ferma a pensare se tutto ciò che noi facciamo abbia un senso... La vita ha un senso se glielo diamo noi e fermarci a pensare ne vale la pena. Nel nostro grest ogni mattina tutti i ragazzi facevano un momento di preghiera e riflessione... e Clarissa ne approfitta anche mentre prende il sole”. 24 Domenica 23 settembre 2007 COLFRANCUI: STRINGI I DENTI! S’ GrandEstate e L’AZiON A SAN FIOR PRIMA DI TUTTO SI GIOCA D intitola “Chi cerca trova” la foto che Valentina Martin ci spedisce da Colfrancui. Il motivo? Lo spiega lei stessa: “Per ottenere un buon risultato nella vita, a volte bisogna lottare e stringere i denti”. ue grestini che giocano al grest di San Fior. “Abbiamo cercato, quest’anno – raccontano dalla parrocchia –, di dare più spazio al gioco organizzato e non, perché i ragazzi potessero conoscersi meglio”. LA MARGHERITA DI TEMPIO NOI DI MESCHIO COLLABORIAMO “I l fior fiore dei nostri bambini in un’originale disposizione a margherita”, è la definizione che la parrocchia di Tempio fornisce. ODERZO/ È TEMPO DI PIZZA I n questa foto scattata durante il gioco dell’oca “Il senso di condivisione e di affetto che abbiamo potuto constatare durante le due settimane di Attività Arcobaleno”. Provenienza: parrocchia di Meschio. COLFOSCO: VAI CHE MI TUFFOOOO... U na delle cinque ricevute dalla parrocchia di Colfosco. Didascalia: “Pronte per il super tuffo: una delle nostre giornate in piscina!”. “L aboratorio cucina al grest di Oderzo: è il momento delle pizze e c’è chi ha una fame da lupi! I bambini, guidati da mamme e animatori, si improvvisano cuochi e preparano una deliziosa merenda per tutti i bambini del grest”. Domenica 23 settembre 2007 TELE comando IL ROTOCALCO “TV7” È UN BUON ESEMPIO DI SERVIZIO PUBBLICO. IL PROGRAMMA DI RAIUNO È CONDOTTO DA RIOTTA L’informazione che si capisce D a qualche tempo Raiuno si sta riappropriando del ruolo di servizio pubblico grazie a programmi come “Tv7”, il rotocalco sui principali fatti di cronaca della settimana (venerdì, 23.10 circa). La rubrica, nata nel lontano 1963, fu abbandonata per tanti anni e poi ripresa nel 1995. Ma solo nell’ultimo anno è riuscita ad imporsi all’attenzione del pubblico. Il merito è del conduttore e direttore del Tg1 Gianni Riotta (nella foto in basso), che ha realizzato un programma davvero ben fatto. La trasmissione lo vede come protagonista misurato ed attento, sia nell’intervistare (spesso in esclusiva) gli ospiti e sia nel presentare le notizie, che i giornalisti della redazione approfondi- scono con diversi servizi filmati. In particolare, la trasmissione è composta da un argomento principale (ad esempio di natura politica, economica o religiosa), che Gianni Riotta approfondisce in studio anche come moderatore di un dibattito con i suoi ospiti in esterna, e da altri temi, affron- tati con inchieste e servizi curati dai suoi redattori (David Sassoli, che a volte sostituisce Riotta alla guida del programma, Marco Franzelli, Barbara Modesti, Fabio Massimo Rocchi, Paolo Giani). Così la trasmissione è piuttosto varia, ma non per questo dispersiva, anche perché gli argomen- ti proposti, siano politici o religiosi, culturali o sportivi, sono pochi (al massimo cinque o sei). Inoltre, la durata del programma, circa un’ora, consente un valido ed equilibrato modo di fare informazione. Del resto sappiamo quanto siano fastidiose le divagazioni, come i gossip e la superficialità di certa televisione. Invece “Tv7” offre al pubblico la possibilità di capire realmente le notizie più importanti della settimana, proponendole in modo chiaro e sintetico. Il rotocalco indaga sui fatti del giorno, anche quelli più scottanti, mettendo sempre a confronto pareri diversi e dando a tutti la possibilità di e- 25 di Gianfranco Da Re SABATO 22 Raiuno, 17.15, A sua Conduce Andrea Sarubbi. Radio 24, 20, Möbius. Scienza e tecnologia. Conduce Federico Pedrocchi. Raiuno, 0.50, Alta fedeltà. Film commedia con John Cusack. immagine. sprimersi. Pensiamo alle recenti polemiche sui lavavetri, ai delitti dell’estate accompagnati dalla curiosità morbosa di certi giornalisti, oppure agli Organismi geneticamente modificati (i discussi alimenti Ogm), al caos negli aeroporti o agli incendi. In questi, come in altri casi, i giornalisti di “Tv7” danno spazio a politici, a esperti, come a semplici cittadini. Così l’informazione si arricchisce di tanti contributi ed il pubblico può comprendere la realtà da diversi punti di vista. Ecco quindi che l’informazione riflette un fondamentale bisogno di democrazia, che fa crescere i cittadini e li tiene lontani dalle ideologie e dai falsi miti. Guglielmo Masetti Zannini DOMENICA 23 Italia 1, 7, Motociclismo. GP del Giappone. Raidue, 10.05, Ragazzi c’è Voyager. “La piramide di Cheope”. Di e con Roberto Giacobbo. Italia 1, 20.40, Heroes. Telefilm con Santiago Cabrera. Rete 4, 0.25, The Company. Film musicale di Robert Altman. LUNEDÌ 24 Raitre, 15.15, Campionati europei di basket femminile. ItaliaRussia. Raidue, 20, 7 vite. Sit-com con Luca Seta. Raidue, 23.50, La storia siamo noi. Giovanni Minoli intervista Farouk Kassam. MARTEDÌ 25 IN ONDA IL GOVERNATORE GALAN, IL MINISTRO BONINO E MONS. PASCAL N KOUÈ L a Regione Veneto è più “virtuosa” del Friuli Venezia Giulia, ha costi della politica inferiori. Il presidente della giunta, il presidente del consiglio, il consigliere comunale costa il 34% in meno. E minore, quindi, è il costo che ogni abitante del Veneto deve affrontare per pagare i suoi politici. Quanta ragione ha Beppe Grillo di protestare contro la politica? Dovrebbe per lo meno distinguere, considerati i diversi trattamenti tra le regioni. Di questo e di altro si è parlato con il governatore Giancarlo Galan, in un’intervista che Radio Palazzo Carli metterà in onda sabato 22 alle 10.30 e domenica 23 alle 9.30 nella rubrica Settimana Rpc, curata da Antonio Rizzello e Francesco Dal Mas. In trasmissione anche il ministro per il Commercio con l’estero Emma Bonino, che spiega l’accordo sull’internazionalizzazione delle imprese della regione. Lunedì 24 alle 15.30 e martedì 25 alle 18.30 va in onda l’intervista a monsignor Pascal n Kouè, vescovo della diocesi di Natitingou in Benin, da tempo legata alla nostra con rapporti di collaborazione e solidarietà. A Linea azzurra Spazio Scuola, trasmissione di Titti Burigana in onda martedì 25 alle 17.15 e, in replica, sabato 29 alle 9.45, gli ascoltatori potranno ricevere informazioni sui testi della scuola media ascoltando poesie e narrativa con l’alunna Fulvia (seconda media). Si invitano tutte le scuole a partecipare al programma con ricerche, interviste e proposte da presentare alla sede di Radio Palazzo Carli (piazza Duomo 7 Sacile) o al numero telefonico 0434781477. Radio Deejay, 10, “IO NON SONO QUI”, BOB DYLAN IN SEI INTERPRETAZIONI C he cosa si può fare per raccontare una personalità complessa, senza perdersi nei labirinti della psicoanalisi? Seguire uno spunto che dà l’uomo se dice che quando si sveglia al mattino è una persona e che quando si corica alla sera sarà una persona diversa, che in lui sono sempre presenti passato, presente e futuro, e rappresentarlo con sei attori diversi. È così che Todd Heynes costruisce il ritratto, autorizzato, di Bob Dylan, nel film “Io non sono qui”, nel quale nessuno degli interpreti usa il suo nome. I diversi aspetti della personalità di Dylan si sovrappongono, come i periodi della sua vita, il colore si alterna al bianco e nero. Si incomincia con il ragazzo nero Woody (Marcus Carl Franklin), poi c’è il cantante folk Jack Rollins (Christian Bale), il divo del cinema Robbie (Heath Ledger) che non riesce a tenere il legame con la pittrice Claire (Charlotte Gainsbourg), e il musicista Jude (una strepitosa Cate Blanchett) in tournée a Londra, preso a fischi per aver abbandonato la musica acustica, e insofferente delle domande insidiose dei giornalisti. Si aggiungono il poeta Rimbaud (Ben Whishaw), uno dei suoi ispiratori, e Billy the Kid (Richard Gere), in ricordo del film di Sam Pechinpah per il quale Bob Dylan scrisse una memorabile colonna sonora. (GDR) LIBRI E FILM AGLI “INCONTRI DELLA STANZA GIALLA” L unedì 24 parte la quarta edizione di “Incontri della stanza gialla”, rassegna di incontri con l’autore con proiezione di film organizzata dalla Libreria Fenice di Vittorio Veneto. Lunedì Susanna Mati, filosofa pistoiese, presenta la sua opera “Ninfa in labirinto. Epifania di una divinità in fuga”, un excursus in cui si susseguono momenti filosofici e luoghi poetici che tratteggiano il carattere inafferrabile della ninfa. Seguirà alla Bottega d’arte Renoir la proiezione del film di Stanley Kubrick “Lolita”. Il 1º ottobre il giornalista Roberto Borin presenterà il suo libro “Caccia al vampiro”, guida atipica per un viaggio molto particolare nell’Est Europa, cui seguirà nella Bottega d’arte Renoir il film parodia di Roman Polanski “Per favore... non mordermi sul collo!”. Il 15 ottobre il giornalista Roberto Ferrucci sarà presente con il suo ultimo libro “Cosa cambia”, edito da Marsilio, romanzo reportage di denuncia di quanto accadde al G8 di Genova nel 2001. L’ultimo appuntamento avrà luogo martedì 23 ottobre con Maria Tasinato, filosofa padovana, che presenta “Passeggiando con la mimesis. Illusione teatrale tra antico e moderno”, edito da Ombre Corte. Gli incontri in Libreria Fenice iniziano alle 20.45. L’ingresso è libero. “HAPPY ENDING SUMMER” A SARMEDE L’ invito per venerdì 21 e sabato 22 è alla prima edizione di “Happy ending summer-Attraverso gli anni ’70” organizzata dalla Pro loco e dal Comune di Sarmede come omaggio ai grandi cantanti stranieri del periodo. All’aper- to in piazza Roma, con ingresso libero, dalle 21 venerdì suoneranno “Still Life Project” e “Lupus in Fabula” e sabato “Black Dogs” ed “Electrical Breath”. È prevista l’esposizione di prodotti musicali. Deejay chiama Italia. Con Linus e Nicola Savino. Raidue, 21.05, Criminal Minds. Telefilm con Joe Mantegna. MERCOLEDÌ 26 Radiouno, 15.05, Ho perso il trend. Con Ernesto Bassignano ed Ezio Luzzi. Italia 1, 19.10, Camera cafè. Sit-com con Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu. Raiuno, 21.10, Giuseppe Moscati. Miniserie con Beppe Fiorello. La7, 21.30, L’infedele. Attualità con Gad Lerner. GIOVEDÌ 27 Italia 1, 15, Veronica Mars. Telefilm con Kristen Bell. Raitre, 15.15, Cicli- smo. Campionati mondiali di Stoccarda. Cronometro maschile. Rete 4, 23.30, Sfera. Film di fantascienza con Dustin Hoffman. VENERDÌ 28 Radio 24, 19, La zanzara. Attualità con Giuseppe Cruciani. Canale 5, 21.10, Zelig. Cabaret con Claudio Bisio e Vanessa Incontrada. Italia 1, 22.55, Prison Break. Telefilm con Dominic Purcell. dai Nostri Paesi Vittorio V. SCOPERTO UN MARMORINO SETTECENTESCO Chiesa di San Giacomo: sistemato il soffitto, lavori verso il traguardo B uone notizie da solo il soffitto - continua S. Giacomo. Piccin- con la sostituzione «Per la fine del- delle centine irrecuperal’anno prevediamo sarà ul- bili con altre di legno di timata la parte principale pioppo, leggero e molto dei lavori» , annuncia l’ar- resistente, ma è stata conchitetto Carlo Piccin, che solidata anche l’intera si occupa della ristruttu- struttura della volta. Sono razione della state inoltre rechiesa parrocstaurate le pareti chiale, cominciadella navata e delta lo scorso dil’abside e, togliencembre. «Era do gli strati di pitl’infiltrazione tura che coprivadell’acqua, avveno i muri, si è rinuta prima dei portato alla luce il lavori di restaumarmorino origiro del tetto, il nario risalente al problema princiSettecento». pale dell’edificio. In fase di eseL’architetto Carlo Piccin Le centine cuzione dei lavori (struttura di legno por- è sorto un problema di ortante il soffitto) erano mar- dine artistico-filologico: le ce e i crolli parziali del pareti della navata e delcontrosoffitto, che si era- l’abside e gli stucchi pano già verificati, costitui- rietali sono stati in varie vano un pericolo per i par- fasi ricoperti con la tinrocchiani. Prima di proce- teggiatura. In particolare dere con i lavori, abbiamo ciò è evidente sul muro analizzato attentamente dell’abside dove con gli l’intera struttura portante strati di pittura è stato ocdella chiesa, cioè non so- cultato un drappeggio dilo il grado di deformazio- pinto ad affresco. «Ci siane e rovina causato da in- mo chiesti - continua Picsetti e infiltrazioni, ma an- cin- quale fosse l’azione che l’effetto delle vibra- più corretta da fare: se rizioni provocate dall’inten- muovere il drappeggio e so traffico presente in zo- parte delle decorazioni dona, che fortunatamente si rate degli stucchi per riè rivelato trascurabile». portare l’edificio alla sua Solo successivamente conformazione originaria, ha preso il via l’operazio- o lasciarli come testimone di restauro, super vi- nianza delle epoche che si sionata dalla Soprinten- sono succedute. Per ora denza per i Beni Architet- non sarà fatto alcunché, in tonici del Veneto Orienta- quanto non c’è un’unica le, e compiuta dalla ditta ragione prevalente. La RGA di Vittorio Veneto. chiesa risale a metà del «Non è stato sistemato Settecento, ma presenta VENERDÌ 21 Alle 15.30 presso l’itis assemblea associativa del’Università degli Anziani Ippolito Pinto. Alle 15.45 nella sala conferenze dell’istituto S. Raffaele il primo dei 3 incontri al femminile sul tema “Depressione: un disturbo femminile? Affrontare l’età adulta tra perdite e conquiste inaspettate” con due psicologhe, le dott.sse Giorgia Piccin e Maria Segat. Organizza il Centro Italiano Femminile. Alle 20.45 in biblioteca proiezione di “Il popolo più felice della terra”, primo episodio di “Heimat 3”. SABATO 22 Per le Giornate provinciali dell’ambiente, dalle 15 alle 19 chiusura al traffico del centro città: dalle 16 Ludobus in piazza del Popolo; alle 17 esperimenti sulle energie alternative per bambini e ragazzi dai 6 ai 12 anni a cura di Claudia Fedrigo. Alle 15.30 presso le ex scuole elementari in via Dalmazia Costa il Collettivo di Ricerca Teatrale propo- SANTI PIETRO E PAOLO: Festa con gli anziani “G li anta in festa” è il nome che la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo dà all’edizione 2007 della sua festa con gli anziani, in programma domenica 23. Previsti alle 10.30 la messa, poi aperitivo e pranzo alla Tenda e pomeriggio di giochi e danze tutti insieme. Per informazioni contattare la parrocchia allo 0438556235. DEDICATA AGLI ADOLESCENTI: Domenica festa dello sport D omenica dalle 14.30 alle 19 tra le piscine, la pista di atletica e il Marco Polo si svolge la Festa dello Sport, con la possibilità per i ragazzi dagli 11 ai 14 anni di cimentarsi in differenti attività sportive. Una ventina le realtà coinvolte, di Vittorio ma anche del vittoriese: dal calcio all’orienteering, dalla pallacanestro al karate. CENEDA: Il “Concerto per Michele” al torneo di calcio a sette A particolari tipici dell’Ottocento e vi è una coesione fra i due periodi». Un’altra importante modifica riguarda la sostituzione del vecchio e obsoleto impianto di riscaldamento ad aria, che rovinava non poco gli affreschi e l’organo a causa degli sbalzi termici, con uno più moderno e funzionale, elettrico e a pavimento. Tale intervento consente di eliminare la vecchia centrale termica che occupava parzialmente la sacrestia, e di ridare all’ambiente il suo aspetto originario. A breve sarà oggetto di attenzione anche la cantoria: di cui si valuterà la consistenza statica. (SA) ne lo spettacolo teatrale per bambini “Storie dello spaventapasseri”. Alle 20.45 al teatro Da Ponte concerto pro Unicef dell’orchestra La Rejouissance, diretta da Elisabetta Maschio DOMENICA 23 Si inaugura alle 11 presso lo spazio Exitarte in viale della Vittoria la mostra di Michelangelo Penso Si inaugura alle 16.30 presso la Villa Rossa in viale della Vittoria la mostra di quadri di Gabriella Ros e di sculture di Natale D’Agostini. GIOVEDÌ 27 Alle 20.45 in biblioteca “Colombia - Quien sabe?”, testimonianza del sacerdote colombiano Henry Ramires Soler. Organizza l’associazione Senza Frontiere. Alle 20.30 sotto la loggia del museo della Battaglia "Cadorna e Diaz: due capi a confronto", conferenza di Lorenzo Cadeddu per "Fuoridisera". Farmacia di turno: Comunale 2- San Giacomo piazza Fiume, 0438-500351 L’interno della chiesa di San Giacomo ll’interno dela quinta edizione del torneo di calcio a 7 del Duomo organizzato da Insieme per Ceneda giovani, è in programma per sabato 22 alle 21 la 2° edizione del "Concerto per Michele", per ricordare un amico che non c’è più, Michele Chies, scomparso in un incidente sul lavoro il 20 settembre 200. Per lui, nella piazza di Ceneda, suoneranno i gruppi The Insicure, e Bambini Cattivi. Ricavato in beneficenza. Domenica 23 si disputano dalle 21 le finali del torneo. 28 Proteste di 145 cittadini: troppi tir diretti alle cave! Caneva scava, Cordignano soffoca Le cave di Caneva, causa prima del traffico pesante in centro a Cordignano (a fianco) C hiedono di porre un divieto di transito agli autoveicoli che superano la portata di 7,5 quintali le famiglie che abitano lungo le strade che attraversano il centro di Cordignano. La situazione, affermano, è insostenibile perché quotidianamente un numero consistente di camion passa davanti alle loro case per raggiungere le cave di Caneva. Il primo ad essere coinvolto è il sindaco di Cordignano destinatario della petizione. Ma è nel vicino comune di Caneva che si sta operando da anni per risolvere definitivamente la questione. I cittadini: 145 firme contro i camion Un membro per ogni famiglia, 145 in tutto, ha firmato la petizione per chiedere al sindaco Roberto Campagna la chiusura al traffico pesante di via Roma, piazza Italia, via Brandolini, piazza Guanella e via per Caneva. Diverse le motivazioni che stanno all’origine di questa iniziativa. Prima di tutto la sicurezza degli abitanti e di chi, in particolare a piedi o in bicicletta, percorre le strade interessate. In secondo luogo a causa delle vibrazioni vengono provocati danni strutturali alle abitazioni, con tanto di tegole che cadono a terra. Ci sono persone che periodicamente sono costrette ad effettuare lavori di sistemazione del tetto. Inoltre sul tragitto ci sono monumenti vincolati dal Ministero per i Beni Architettonici e Ambientali come la chiesa parrocchiale, e immobili storici nel centro. Infine l’inquinamento che va unito ai danni psicofisici dovuti alla continua e forte rumorosità e alle numerose vibrazioni trasmesse dai veicoli. A nulla è servito, scrivono i firmatari della petizione, porre il limite di velocità di 30 chilometri orari in via Brandolini in quanto non viene rispetta- I cordignanesi lamentano inquinamento, pericoli, danni agli edifici to dai camion. Il sindaco di Cordignano: stiamo dalla parte dei cittadini «La petizione - afferma il sindaco di Cordignano, Roberto Campagna - va nella direzione in cui andiamo noi. La questione non è di facile soluzione. Si tratta di viabilità provinciale e bisogna capire quali possibilità esistono per risolvere il problema». L’amministrazione comunale di Cordignano si è già mossa ed ora intende proseguire sulla linea tracciata. «All’inizio dell’anno spiega Campagna - ho chiesto alla Provincia di Treviso il nulla osta per la chiusura del centro cittadino al traffico pesante e non mi è stato concesso perché avrebbe creato dei problemi. È in quella occasione che in Provincia ho ottenuto la limitazione a 30 chilometri orari per i camion che superano le 7,5 tonnellate. Ora, visto che c’è questa nuova sollecitazione da parte dei cittadini, ripartiremo e andremo nuovamente in Provincia per portare questa istanza». Il sindaco di Caneva: a breve la soluzione definitiva Due anni e mezzo, o al massimo tre. Sono questi i tempi di realizzazione della nuova bretella che collegherà Caneva all’auto- e L’AZiON iese Vittorio Veneto / Vittor Domenica 23 settembre 2007 strada. «Siamo consapevoli sottolinea il sindaco di Caneva, Renato Mirto Monte - che c’è un disagio per i cittadini di Cordignano. Questo è un problema che dura dalla notte dei tempi ma che ora si avvia ad una adeguata conclusione. Abbiamo lavorato nove anni, abbiamo trovato tutte le risorse e effettuato le varianti agli strumenti urbanistici. Ora siamo giunti all’appalto della nuova viabilità che collegherà la zona del bacino estrattivo di carbonato all’autostrada. Nella prossima primavera inizieranno i lavori che si concluderanno entro tre anni. Chiediamo ai cittadini di Cordignano un po’ di pazienza. Non è chiudendo le strade al traffico pesante e spostando le situazioni di pericolo in un’altra zona che si risolvono i problemi». La bretella interesserà Il sindaco di Caneva: portate pazienza, tra due anni e mezzo sarà pronta la bretella Cave-A28 i comuni di Caneva e Sacile. Il primo lotto sarà finanziato dal Comune di Caneva con 650 mila euro e dalla Provincia di Pordenone con 2,5 milioni euro. Il secondo lotto sarà a carico della Regione Friuli Venezia Giulia per 6,5 milioni di euro e verrà realizzato da Autovie Venete. Gerda De Nardi TOPONOMASTICA CENEDESE “Il ghetto non è solo quel magazzino” “I l Ghetto non è un edificio, ma un quartiere!” Lina Marchioro Scattolin, già presidente dell’Unitalsi diocesana, che in Ghetto ci vive, interviene per una necessaria precisazione a seguito degli appelli “Salvate il Ghetto” pubblicati dai giornali, tra cui anche L’Azione, e riferiti al recupero dei suggestivi exmagazzini Marin, oggi occasionale sede espositiva. E Lina ci spiega perchè è sbagliato chiamare “Ghetto” quello stabile che, al massimo, del Ghetto è parte. «Il professor Emilio Za- nette- inizia a spiegare Scattolin- nel suo Dizionario del dialetto di Vittorio Veneto, dice che il Ghetto “corrisponde alla parte più stretta di via Salsa, ora via Manin, presso la Biorca”; e che la Biorca è la “località di Ceneda dove la via Lorenzo Da Ponte si congiunge con via Salsa”». E qui, quindi, vivevano gli ebrei? «Nel nostro Ghetto, ed in particolare nella Biorca abitavano alcune famiglie di ebrei che qui ebbero, fin dal 1646, una Sinagoga inaugurata nel 1710. Il tempio si trova tra via Bella Venezia (dal DONO ALLA PARROCCHIA E anche Sonego suonerà l’organo C’ è un ospite in più quest’anno ai festeggiamenti patronali a Sonego. Un nuovo organo, o meglio il primo organo per la parrocchia, che finora se la cavava con l’harmonium. Lo ha regalato alla chiesa e alla comunità una coppia che non è neppure originaria di Sonego, ma che qui trascorre i mesi estivi. E che ha risposto con generosità alla segnalazione fatta dal parroco don Ermanno Crestani dal pulpito: “c’è una ragazza di Sonego che ha in casa l’organo e smette di suonarlo, se qualche benefattore potesse acquistarlo...”. E così alla messa di domenica 23 alle 10 i fedeli saranno tutt’orecchie: sarà la prima con (molti) interventi del nuovo organo, suonato da Aldo Ciciliot (nella foto). I festeggiamenti iniziano venerdì 21 sera; domenica 23 nel pomeriggio dalle 15 giochi per bambini a premi, alle 21 serata musicale con il chitarrista Giulio Ciciliot. Sonego festeggia così la sua patrona Madonna della Neve, la cui ricorrenza liturgica è il 5 agosto: ma fino a qualche decennio fa il 5 agosto tanti di Sonego erano agli alpeggi, con i loro animali... Nel frattempo, Sonego ha sempre l’urgenza dei lavori al tetto e alle grondaie, ed in subordine di ridipingere l’interno. «Abbiamo fatto il progetto, e lo abbiamo mandato a Roma, dove è stato approvato, con fondi del Ministero per 80 mila euro sui 110 mila necessari...ma non abbiamo ancora ricevuto nulla». CORDIGNANO: riparte la “Felet” R iprende la sua attività la scuola di musica “Felet” di Cordignano. Venerdì 21 si tiene un incontro per l’organizzazione didattica dei corsi tra allievi e insegnanti alle 18.30 presso la sede a Ponte della Muda. Venerdì 5 ottobre alle 18.30 al teatro Francesconi si terrà la presentazione ufficiale dei corsi. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi in biblioteca: 0438-995463. PINIDELLO: corso fidanzati P rende il via mercoledì 10 ottobre a Santo Stefano di Pinidello alle 20.30 la proposta di cammino di fede per un matrimonio cristiano “Realtà da costruire”. Nove gli incontri a Pinidello, sempre di mercoledì; conclusione sabato 1 dicembre alle 19.30 con la consegna del mandato durante la messa. 1854 via Labbi) e la strada comunale Calcalda, ora via Lorenzo Da Ponte (dal 1866). L’accesso avveniva attraverso un fabbricato situato nella medesima via, già proprietà delle sorelle Valenzini, ultima famiglia di religione ebraica residente nel Ghetto ed estinta nel 1956. Attualmente l’ingresso è in via Labbi e la Sinagoga è inutilizzata. Nel 1964 tutto l’arredo della stessa venne smontato e il tempio fu ricostruito nel Museo Israel a Gerusalemme». E l’edificio sede di mostre? «L’edificio di via Manin, che si trova nella zona nord del Ghetto, già appartenente alla Comunità israelitica di Ceneda e successivamente a famiglia di religione ebraica, censito anche nel catasto napoleonico come “fabbricato per uso di magazzini”, ha mantenuto Particolare di un capitello dell’ex magazzino Marin a Salsa, ribattezzato “Ghetto” invariata la sua estensione e la sua destinazione d’uso». E quale futuro avrà? «Mi auguro, come cittadina, che per il suo valore architettonico sia ristrutturato e convenientemente utilizzato. Ma nella malaugurata ipotesi che l’inter vento di recupero non si dovesse realizzare, il Ghetto non scomparirà». e L’AZiON Vallata / Bellunese Più interventi votati dal Consiglio Nuovi parcheggi in centro a Lago N iente più sosta selvaggia a Lago: il centro storico infatti avrà presto 26 nuovi parcheggi in via San Giorgio, a due passi dalla provinciale. Lo ha deciso all’unanimità il consiglio comunale, che ha approvato il progetto definitivo che prevede l’acquisizione di un terreno oggi adibito ad orto, in parte incolto, per realizzarci 18 posti auto scoperti e 8 coperti. Non ci sarà comunque nessuna edificazione, nemmeno per i posti coperti, perché il parcheggio si trova qualche metro sotto il livello di via San Giorgio, e quindi saranno ricavati sotto terra, o meglio sotto alcuni dei park scoperti. «Per gli abitanti del centro – afferma soddisfatto il sindaco Battista Zardet – erano davvero necessari: ma anche in funzione delle attività del vicino salone della comunità, e in prospettiva del restauro della canonica, era importante trovare uno spazio per le auto». L’avvio dei lavori è previsto per il prossimo anno. Ma il consiglio comunale ha anche approvato il terzo e ultimo stralcio dei marciapiedi lungo la provinciale, da Santa Maria a Lago: nel frattempo sono iniziati i lavori per completare il tratto da Revine a Santa Maria. Un tratto che costerà 400 mila euro (dei quali solo 70 mila a carico del Comune, mentre 190 arrivano dalla Provincia e 140 dalla Regione) e sarà pronto per Natale. L’ultimo tratto costerà altri 498 mila euro (89 del Comune, 160 dalla Provincia, 249 dalla Regione): l’opera dovrebbe essere appaltata per fine anno e pronta per l’estate. «Andare a piedi o in bici lungo la provinciale è un rischio continuo – spiega il sindaco – quando invece potrebbe essere un piacere. Con questo marciapiede che collegherà i tre centri finalmente saremo più sicuri, e soprattutto ci sarà un percorso pedonale che unirà tutte le frazioni del comune con la possibilità di raggiungere a piedi asilo, scuole, municipio e farmacia, risparmiando l’uso dell’auto anche in rispetto dell’ambiente». 313 mila euro costerà in- Battista Zardet vece l’acciottolamento di alcuni cortili del centro di Lago, con la realizzazione dei relativi sottoservizi e impianti di illuminazione ora inesistenti: 100 mila arrivano dalla Regione, il resto è a carico del Comune. Il consiglio ha approvato il progetto definitivo. Anche questo intervento va nella direzione del miglioramento e riqualificazione dei centri storici e dell’ambiente, con l’intento di stimolare il desiderio e il piacere di abitare nel centro storico e recuperare il patrimonio oggi in gran par- L’acciottolatura a Revine Lago MEL, CARVE, PELLEGAI Don Mirco Miotto vicario parrocchiale L a pastorale giovanile dello Zumellese: questo è l’incarico che è stato affidato a don Mirco Miotto, giovane sacerdote di 27 anni originario di Col San Martino, dall’inizio di settembre nuovo vicario delle parrocchie di Mel, Carve e Pellegai. Succede a don Luca Modolo, che ha ricoperto lo stesso incarico per sei anni e al quale ora è stata affidata la guida delle parrocchie di Sarone e Fiaschetti. Don Mirco è stato consacrato dal vescovo Zenti il 5 maggio di quest’anno e arriva a Mel dopo essere stato, per qualche mese, cappellano a Mareno di Piave. «Ho un po’ tentennato quando mi dissero che sa- rei stato inviato nello Zumellese, in quanto non avevo mai avuto occasione di conoscere Mel e un po’ perché questa zona è distante dal cuore della diocesi – racconta don Mirco –. Ma ora sono fiducioso, avendo ricevuto incoraggiamento anche dal mio parroco di Col San Martino, don Mario Battistin, cappellano negli anni Settanta a Mel, che mi ha raccontato della sua bella esperienza avuta in questa parrocchia. Un altro importante incoraggiamento l’ho ricevuto da don Piergiorgio Sanson, parroco di Cordignano, dove ho prestato servizio come seminarista per due anni, anch’egli per molti anni cappellano a Mel, impegnato don Mirco Miotto in modo particolare nella pastorale giovanile». «Mel ha un territorio particolare, con tante piccole frazioni – continua il giovane sacerdote – e questo mi permetterà di poter lavorare con le persone in profondità, cosa più difficile da farsi invece in parrocchie molto grandi. Sono contento della fraternità che da subito si è instaurata con il parroco don Egidio: condividiamo uno stesso stile di fare Chiesa, e credo sia importante essere noi sacerdoti per primi a dare testimonianza di comunità». te abbandonato. Infine lo scavo archeologico della chiesetta di San Martino: il consiglio ha approvato la variante urbanistica che concede la possibilità di recupero dall’attuale stato di degrado. Un contributo ministeriale di 25 mila euro (risalente al 2003) permetterà i primi lavori: per arrivare ad una pulizia dei reperti e all’approntamento di una piccola area archeologica ne serviranno 60 mila. «Procederemo per stralci, in dipendenza dai fondi che riusciremo a reperire a questo scopo. Anche questo intervento recupera un pezzo di storia della nostra comunità». Alla fine del corposo consiglio, il sindaco è soddisfatto, anche per il voto favorevole delle minoranze su queste opere. «L’intento è di migliorare la qualità della vita nel nostro paese, compatibilmente con i soldi a nostra disposizione (e con quelli che riusciamo a farci dare dagli enti superiori). Ma vogliamo anche lanciare uno sviluppo turistico legato alle caratteristiche dei nostri centri storici». Legati alla qualità della vita dei cittadini residenti e sempre con l’obiettivo di recuperare e creare un ambiente accogliente e favorevole al turismo sono anche i lavori in corso sulla riva di Lago: è stata acquisita una fascia di terreno per sistemare a dovere e ampliare l’area verde, la spiaggia e l’accesso al lago. Verrà anche realizzata una casetta di legno per i servizi dei bagnanti e dove troverà sede il Circolo Velico di Conegliano: il tutto sarà dato in gestione alla Pro loco. Alessandro Toffoli Viene spontaneo a questo punto chiedersi quando questo giovanissimo prete ha sentito che per lui la strada era diversa dalla maggioranza dei suoi coetanei. «La mia vocazione nasce fin da piccolo – risponde senza esitazione –. È andata quindi rafforzandosi nel periodo delle scuole superiori, partecipando ai gruppi parrocchiali e foraniali e agli incontri vocazionali. Anche la mia famiglia mi ha incoraggiato in questa scelta, e anch’essa ha percorso a fianco a me un cammino di ricerca e di crescita nella fede. Un figlio che decide di farsi prete pone del resto degli interrogativi, una riflessione di fede anche ai propri genitori». «Se oggi c’è un calo delle vocazioni sacerdotali – conclude don Mirco – il problema non è nella chiamata ma nella nostra risposta». Sergio Cugnach Domenica 23 settembre 2007 29 MIANE: Con la Lucciolata sono stati raccolti 1400 euro S abato 8, a Miane, un centinaio di amici hanno partecipato alla Lucciolata 2007, rallegrata da canti e balli dei ragazzi del grest, accompagnati dallo striscione portato dai loro animatori (nella foto). Un abbondante rinfresco, preparato dai volontari della Pro loco e offerto dall’Amministrazione comunale, ha concluso la bella serata. Il ricavato (mille 400 euro, di cui 200 offerti dalla comunità emigranti di Miane) è stato in seguito consegnato alla casa Via di Natale “Franco Gallini” di Aviano. MIANE: Modesta Mellere nuova centenaria a Combai M artedì 25 settembre Modesta Mellere supera il traguardo dei 100 anni. Nata nel 1907 a Combai, dove tuttora risiede con la figlia Giuliana e dove ha trascorso tutta la vita allontanandosene raramente e solo per breve tempo, è figlia di Modesto e di Orsolina Pieri, penultima di 10 fratelli. Sposata con Mario Buogo nel 1935, ha avuto due figli. Per tutta la vita è stata contadina, fino ai primi anni Ottanta. Domenica 23 settembre, alla vigilia del compleanno, dopo la messa delle 9, sarà festeggiata a Combai dagli amici, dai concittadini e dall’amministrazione comunale. «Andrò personalmente a fare gli auguri alla signora Modesta – afferma il sindaco di Miane, Claudio Mellere –, orgoglioso del suo traguardo e convinto che l’elisir della lunga e sana vita sia l’aria pura di Combai». REVINE LAGO: Tradizionale festa di San Matteo A nche quest’anno si svolge la tradizionale Festa di San Matteo a Revine. Il programma: venerdì 21 alle 19 messa del patrono e apertura stand enogastronomico; sabato 22 alle 15 orienteering, alle 19 cena con spiedo, alle 21 musica con gli “Albatros”; domenica 23 alle 14.30 un murales con il Progetto Giovani per tutti i bambini (piazza don Cumano), alle 15.30 scuola di tennis e partita amichevole di calcio, alle 19.30 cena con polenta e osei. CORBANESE: Incontro dibattito sui “mali” della gioventù S abato 22, a Corbanese, nella sala riunioni delle scuole elementari, alle 20.30, si terrà il dibattito pubblico sul tema “I ‘mali’ della nostra gioventù”. Interverranno don Antonio Zuliani (nella foto) e Michele Pagos, rispettivamente presidente e direttore della Piccola Comunità, e introdurrà la serata l’assessore alle Politiche giovanili di Tarzo Andrea De Polo. L’incontro è organizzato nell’ambito di Estatarzo 2007. FOLLINA: Un successo il concerto alla casa di riposo San Giuseppe L a suggestiva corte di palazzo San Giuseppe, sede dell’omonima Rsa, è stata cornice, la sera del 27 agosto, di una indimenticabile serata musicale grazie alla Chamber Orchestra “Notte Veneziana”. Hanno assistito al concerto circa 300 persone tra autorità politiche, dirigenti Ulss 7, ospiti della struttura, dipendenti, parenti e amici. Obiettivo dell’iniziativa era mettere in comunicazione con l’esterno gli anziani che vivono in strutture e coinvolgere chi sta fuori nel mondo dell’anziano istituzionalizzato. La direzione ringrazia quanti hanno contribuito alla buona realizzazione dell’evento e spera di poter ripetere l’esperienza in un prossimo futuro. 30 Domenica 23 settembre 2007 Progetto complessivo di recupero Farra, arriva la nuova piazza «S tiamo progettando un’opera destinata a durare non 3 e neanche 30 anni... Anzi, mi auguro duri 300 anni». Si condensa forse in questa battuta dell’architetto fiorentino Domenico Delfini, progettista e direttore dei lavori, lo sforzo amministrativo nel quale si sta profondendo, da due anni a questa parte, la giunta di Farra di Soligo per riportare a nuova vita la piazza municipale e l’adiacente sagrato della chiesa arcipretale dedicata a S. Stefano. Laddove per amministrativo si intende uno sforzo a 360 gradi, ovvero tecnico e politico, burocratico ed economico, sociale ed ecclesiale, storico ed ambientale. Sì, perché il progetto di riqualificazione urbanistica della piazza del capoluo- Così sarà la nuova piazza go (inter vento da 3 anni di cantiere per un costo pari a 1 milione e 172 mila euro) si propone, attraverso un’omogenea pavimentazione (ora in pietra di Luserna, ora in cotto), “di rendere univoche, pur mantenendone le rispettive identità, aree ora frammentate”, aprendo nuove prospettive di relazione sociale tra edifici e spazi, tra spazi e citta- e L’AZiON QdP / Bellunese Il primo stralcio in appalto a fine anno dini, tra cittadini e turisti. Perché non solo municipio e chiesa parrocchiale si rispecchieranno su un nuovo centro, ma anche l’ex chiesa di S.Stefano (sconsacrata e destinata a trasformarsi in un auditorium artistico), la piazza Caduti nei Lager (sino ad oggi adibita a pesa pubblica, ma destinata a diventare la nuova sede per le manifestazioni pubbliche all’aperto) e gli stessi stabili appartenenti al centro policulturale (l’ex “storica” cooperativa del forno economico che ospita tuttora un panificio) diventeranno dei nuovi punti di riferimento per la comunità e i visitatori. Senza dimenticare che le cucine della Pro Loco sono destinate a trovare alloggio proprio nei locali che il centro policulturale, grazie ad un’apposita convenzione con il Comune, è orientato a ristrutturare e senza dimenticare che tutte le attività commerciali che si affacciano sulla strada provinciale 32 (bar, pizzerie, banche, tabaccheria, salone di bellezza, fioreria) saranno coinvolte direttamente o indirettamente dal progetto di riqualificazione (per la realizzazione di marciapiedi o di plateatici). I lenti, ma graduali, sviluppi di questo futuristico progetto comunale infondono così un moderato ottimismo al sindaco Domenico Citron, diplomatico tessitore di una trama che, oltre ai suddetti soggetti, sta coinvolgendo pure dal 2005, sotto varie forme, anche Regione Veneto e Provincia di Treviso. «Credo che la giunta municipale stia dimostrando di meritare fiducia - chiosa il primo cittadino - e la prova tangibile della nostra capacità e tenacia amministrativa è data dalla ristrutturazione dell’ex chiesa di S.Stefano, in corso d’opera, ma oramai giunta alla fase finale, tanto che prevediamo di inaugurarla per Natale. È un gioiello, e sarà proprio questo nuovo gioiello culturale il primo tassello del “mosaico-piazza” di Farra.» Un “mosaico” che, nonostante i silenzi e le divergenze politiche dell’opposizione consiliare e il neonato comitato cittadino per “salvare il verde davanti alla chiesa”, ha incassato in queste settimane l’ok unanime dalla Sovrintendenza ai beni architettonici e al paesaggio e dall’Ufficio diocesano per l’arte sacra. Pur rinviando la puntualizzazione di un paio di “tasselli” (è stata richiesta una soluzione adeguata sia per la trincea absidale, sia per il verde/aiuola della chiesa), i due organismi hanno licenziato il primo stralcio del progetto esecutivo, che è così destinato ad essere appaltato entro fine anno. Glauco Zuan SABATO 15 A LENTIAI Inaugurato il nuovo asilo L’asilo parrocchiale di Lentiai È stata inaugurata sabato 15 la nuova scuola d’infanzia di Lentiai, intitolata a Nazareth, per richiamare il luogo in cui il Figlio di Dio volle condividere la condizione di bambino e farsi educare, ed eretta secondo i più moderni criteri di attenzione al bambino. Sorge accanto al nido Germoglio, già attivo dalla scorsa primavera. Insieme a mons. Martino Zagonel in rappresentanza del vescovo, il taglio del nastro ha vist presenti don Pier Amort, don Giulio Fabris, il parroco don Gabriele Secco. È toccato ai bambini aprire il momento celebrativo con il canto C’è qualcuno che mi ama, che ha aiutato i numerosi presenti a entrare nel senso della celebrazione: avviare nello sguardo di Dio un’opera educativa che, rivolta ai bambini, ha il segno della speranza. Madre Francesca, la superiora generale delle Figlie di S. Giuseppe, che hanno fortemente voluto questa struttura quale segno di continuità di un servizio collaborativo iniziato da oltre 80 anni con la comunità civile e parrocchiale di Lentiai, ha rivolto un cordiale ringraziamento ai sacerdoti, al sindaco e all’amministrazione comunale, particolarmente attenta e solidale in tutto il percorso di ideazione e realizzazione dell’opera, all’architetto Talamini, al geometra Limana e a quanti vi hanno lavorato in ogni settore, e specialmente alle educatrici e maestre dalla cui professionalità e umanità trarrà significato e qualità il servizio educativo. Nei diversi interventi, del sindaco di Lentiai, del rappresentante della CariVerona, prof. Conte, di esponenti della Sovrintendenza per le scuole dott.ssa Daniela Del Pizzol, dott. Martino, on. Armellin, è apparsa evidente una forte convergenza di sentire, che riconosce nell’educazione dei piccoli una efficace risposta al grande problema dell’emergenza educativa indicato dal Papa Benedetto ed echeggiato da ogni fronte. Gli interventi di plauso e di augurio si sono succeduti rapidi, poiché le parole di mons. Zagonel avevano già ben interpretato i pensieri fondamentali: «L’età dell’infanzia è la più delicata - aveva detto - quella che segna per la vita le persone, merita pertanto tutta la possibile dedizione. Aver cura dei piccoli in una scuola cattolica, significa aiutarli a impostare la vita secondo la parola e la vita di Gesù, vuol dire entrare in relazione collaborativa con le famiglie, creando un triangolo virtuoso: bambini-educatrici-genitori in una scuola che diviene scuola della comunità e civile e religiosa». Non è mancata una sottolineatura sulla grazia di una comunità di religiose a fare da perno in questa scuola perché - ha sottolineato lo stesso mons. Zagonel - una lunga esperienza carismatica è un dono che, condiviso, offre garanzia di solidità e di continuità». Era presente anche la signora Nives Cais che ha disegnato il logo della scuola: un narciso, fiore tipico dei monti di Lentiai, raffigura il bambino (il germoglio), sullo sfondo Nazaret, richiamo alla santa famiglia e all’opera educativa, due mani l’una ad accogliere, l’altra a proteggere, quasi a sintetizzare lo stile educativo di dolce fermezza. e L’AZiON Conegliano La Chiocciola benedetta da mons. Magarotto All’Ulss 7 ora c’è l’asilo aziendale S ono entrati lunedì scorso i primi sei piccoli ospiti de La Chiocciola, l’accogliente nuovo asilo nido aziendale dell’Ulss 7, inaugurato venerdì 14 settembre, con la benedizione del vescovo emerito Alfredo Magarotto. L’azienda socio-sanitaria di Pieve di Soligo è la quarta, nel Veneto, a dotarsi di un tale servizio per i propri dipendenti, dopo Cittadella (Pd), Legnago (Vr) e Asolo. Del fatto vanno orgogliosi sia i dirigenti Ulss 7 – in particolare il direttore generale Angelo Lino Del Favero e la direttrice ai Servizi sociali Marisa Durante, che ha seguito in prima persona il progetto – e i rappresentanti delle istituzioni locali. «Questa volta il pubblico ha battuto il privato» ha fatto notare, durante i discorsi ufficiali che hanno preceduto il taglio del na- stro, il vicepresidente della Provincia di Treviso Floriano Zambon, con un chiaro riferimento al secondo nido aziendale previsto nel comprensorio, quello di cui si parla da anni, che dovrà sorgere nella zona industriale di San Giacomo. Ma se è arrivato prima il pubblico del privato una ragione c’è. L’azienda socio-sanitaria di Pieve è infatti una delle più grandi imprese della Sinistra Piave, con i suoi 2 mila 300 dipendenti, di cui 900 impiegati all’ospedale di Conegliano. Lo ha fatto memoria lo stesso Del Favero, sottolineando il fatto che, tra l’altro, «il 73% dei dipendenti Ulss – mille 670 – sono donne e che il 60% ha un’età compresa tra i 20 e i 44 anni», ed è dunque potenzialmente interessata al servizio di asilo nido. La nuova struttura, collocata dietro il palazzo della direzione ospedaliera, in via Masaccio, ha 50 posti e può ospitare bambini dai 3 mesi ai 3 anni. Funziona 5 giorni alla settimana (al sabato su richiesta) dalle 6 alle 22, per 12 mesi all’anno. Il costo del servizio è a carico della famiglia, anche se «l’Ulss 7 potrà contribuire alle spese fino a 400 euro al mese per bambino» ha pre- cisato il direttore generale. La Chiocciola, che è stata costruita in un anno, è costata 635 mila euro, di cui 246 mila coperti da un finanziamento regionale. È gestita dalla cooperativa Codes, che ha vinto l’appalto, affiancata dal comitato genitori. Taglio del nastro anche per il nuovo parcheggio dell’ospedale, interessato da un intervento di riorganizzazione per fare spazio alla nuova rotatoria all’intersezione tra via Toniolo, via Brigata Bisagno e l’ingresso del park interrato San Marco. I posti auto ora sono 350, meglio illuminati e videosorvegliati. Ma la sfida più impegnativa per l’azienda sociosanitaria di Pieve sarà la ristrutturazione del fabbricato dell’ex caserma San Marco, acquistato dal Comune nel 2002, per insediarvi il distretto sud (attualmente in via Maset) e tutti i servizi dislocati ora in diverse sedi, come il centro Marusia in via Einaudi e lo Spisal di via Armellini. Il progetto, da realizzarsi in tre stralci, è già all’attenzione della Regione, e i primi due blocchi di interventi sono già finanziati, rispettivamente per 8 milioni e 700 mila euro e 3 milioni. Francesca Nicastro Domenica 23 settembre 2007 31 CONEGLIANO: Ostet espone a “L’officina dell’arte” S abato 15, la galleria di via Manin L’officina dell’arte ha inaugurato la personale del pittore coneglianese Luigino Ostet, pittore attento ai problemi sociali dell’oggi. Non per niente la mostra, che rimarrà aperta fino al 14 ottobre prossimo, si intitola “Immagini del nostro tempo”. La galleria osserva il seguente orario: dal lunedì al sabato dalle 16 alle 19, la domenica e i festivi dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.30. DOMENICA 23: Ventinovesima edizione di “Conegliano Pedala” D omenica 23 ritorna la Conegliano Pedala, giunta quest’anno alla 29ª edizione. Organizzata dal circolo Anspi “L. Murialdo” degli “Amici sportivi di San Martino”, la storica biciclettata partirà alle 9.15 da viale Carducci. Il percorso si snoderà attraverso i territori dei comuni di San Vendemiano e San Fior per poi ritornare a Conegliano. L’arrivo è in piazzale F.lli Zoppas, dove avverranno le premiazioni. Per iscriversi i gruppi hanno tempo fino a sabato 22 (presso l’Apt fino a venerdì, presso la palestra di San Martino, sabato), i singoli fino al giorno della partenza, presso i banchetti dislocati. Quest’anno la manifestazione è inserita nelle iniziative organizzate dal comune di Conegliano per la Settimana europea della mobilità sostenibile. 32 Domenica 23 settembre 2007 I 30 ANNI DEL CENTRO PER LA FAMIGLIA: LA TESTIMONIANZA DI UNA DONNA “Ho ritrovato me stessa” S ono tantissime le persone che il consultorio “Centro per la famiglia” ha aiutato in 30 anni di attività, e le loro storie, di sofferenza e di coraggio, le battaglie vinte e i traguardi raggiunti, sono i veri “mattoni” della “casa rossa” di via Caronelli, dal 1993 sede del servizio fondato da Silvia Dall’Anese tre decenni or sono. Uno di questi “mattoni” è una donna di mezza età (che tuttavia sembra una ragazzina) dai begli occhi mori, autentici. È approdata al consultorio famigliare, dopo una violenta crisi esistenziale, che aveva spazzato via certezze e punti di riferimento. La sua vita si era aggrovigliata a tal punto che venirne a capo sembrava impossibile. Saper chiedere aiuto, nei momenti bui della vita, è fondamentale. «Conoscevo la realtà del consultorio fin dalla sua nascita - è la sua testimonianza - pertanto non mi è stato troppo difficile chiamare e prendere appuntamento con uno degli psicologi della struttura. Avevo bisogno di condividere con qualcuno il peso dell’esperienza vissuta, e attraverso lo scambio con e L’AZiON nese Conegliano / Coneglia tamento cristiano -. Ho avuto dunque la possibilità di confrontarmi con una persona che era “altro” da me, che mi ha aiutato a mettere a fuoco il mio problema e a individuare i passi da compiere per superarlo.» A lei, quella volta, sono bastati 5-6 incontri. Poi ogni tanto, torna ancora. Quando ne ha bisogno. Quando le capita di smarrire di nuovo il filo dell’interiorità. Il servizio è lì per questo, per alleviare la fatica diDall’Anese vivere. Certo, se poi si La sede di Via Caronelli e Silvia tratta di casi più difficili, come ad esempio la sofferenpersone attente e prepara- za psichiatrica, il consultote, ho potuto mettere un po’ rio termina la sua missione di ordine dentro di me e re- e indirizza la persona a servizi più specialistici. cuperare l’equilibrio.» Forse perché più abiIl servizio non prevede sedute di psicoterapia, che tuato a guardarsi dentro, è può durare anche anni, ma soprattutto il gentil sesso a dà a chi lo richiede quel usufruire del “Centro per supporto momentaneo ca- la famiglia” di via Caronelpace di “rimetterlo in pie- li. «Sono donne il 70% dei di”. Anche perché, alle vol- nostri utenti, di un’età, in te, basta davvero poco per prevalenza compresa tra i ritrovare un po’ di luce den- 40 e i 50 anni - spiega Matro di sé. «Tante volte sono ria Pagano, segretaria-ecosassolini, quelli che abbia- noma e una dei soci fondamo dentro, che però diven- tori -. Il problema più ricortano pesanti come pietre, rente per cui si rivolgono a se te li rigiri da solo - rac- noi è la crisi di coppia. Venconta ancora la donna, che gono, tuttavia, anche tanti ha scelto il consultorio pri- ragazzi che hanno difficoltà vato anche per il suo orien- a relazionarsi con i genito- ri, e viceversa». Ogni anno il consultorio famigliare accoglie circa 200 persone e fornisce 500 consultazioni. L’offerta del “Centro della Famiglia”, comunque, va oltre la consulenza: uno dei pilastri è costituito dai corsi di educazione alla sessualità e all’affettività organizzati nelle scuole, che da qualche anno interessano anche le classi 4a e 5a elementari, non più, come un tempo, solo le medie. Il terzo pilastro è l’istruzione al metodo naturale Billings per il controllo della fertilità, per insegnare il quale vengono organizzati corsi individuali o di gruppo. Francesca Nicastro VENERDÌ 21 Alle 15.30, a Casa Cima, inizia la mostra fotografica “I particolari nelle opere di Giambattista Cima visti da Mario Vazzoler”. Orari: 15.30-19 da martedì a venerdì, 10.30-12.30 e 15.30-19 sabato e festivi, fino a domenica 28 ottobre. Alle 18.30, nelle osterie della città, inizia Gente & vino. I partecipanti potranno assaggiare i migliori vini italiani, abbinati a specialità gastronomiche con la spiegazione di enologi e sommeliers. Partecipazione gratuita. Alle 20, in via XX Settembre e piazza Cima,Cena della vendemmia, con canti e danze tradizionali. Informazioni: sede Dama Castellana 0438-455600 (da lunedì a venerdì dalle 15 alle 19), www.damacastellana.it. Quota di partecipazione: 22 euro. SABATO 22 Orario pomeridiano e serale, via XX Settembre e piazza Cima, Festa dell’uva 2007 “Vinama”: oltre 300 vini veneti e specialità gastronomiche da assaggiare. Alle 15, in parco Vivaldi a Parè, Sabati pitturasogni, laboratori creativi ed espressivi con animazione, danza, narrazione. DOMENICA 23 Alle 9, alla gradinata degli Alpini, Uva in gradinata, vendita a scopo benefico di uva da tavola, in collaborazione con il Gruppo dettaglianti ortofrutticoli Ascom e l’Associazione per la lotta contro i tumori Renzo e Pia Fiorot. Alle 16.30, ai giardini del Castello, Museo d’estate: statue e frammenti antichi immersi nel giardino per stimolare nei ragazzi la creatività, la fantasia, l’emotività. Alle 16, in viale Carducci, 13ª Super coppa Bilt Corriveloce, gara sportiva aperta ai ragazzi/e dai 6 ai 13 anni su un percorso di 60 metri. Alle 17, alla chiesetta di Sant’Orsola, Museo d’estate 2007-Musica magica in Sant’Orsola. Il duo Argit Butzke Caldura, soprano, e Elena Della Siega, pianoforte, presenta “Phantastische Nacht! Gli inCanti di Robert Schumann”. Si esibirà il coro polifonico Arturo Benedetti Michelangeli, diretto dal maestro Patrizia Tomasi. MERCOLEDÌ 26 Alle 21, al teatro Accademia, concerto di David Sylvian. Biglietti: poltrone platea e galleria 60 euro, poltrone loggia 50. Alle 21, nella saletta attigua alla sala Informagiovani, Autori alla prova-reading libero: i presenti propongono liberamente letture di loro testi, poesie e racconti e si confrontano con chi li ascolta. GIOVEDÌ 27 Alle 17.30, nella sala Informagiovani, Episodi danteschi: i seminatori di discordie (Inferno XXVIII) presentazione e commento del professor Carmelo Ciccia e lettura di Corrado Cipriano. Farmacia di turno: Erede Fiorenzato, via Veneto 14, telefono 0438-34800. DOMENICA 23 L’INAUGURAZIONE L’associazione Fiorot ha una nuova sede D omenica 23, si terrà il taglio del nastro della nuova sede dell’associazione Lotta contro i Tumori Renzo e Pia Fiorot di San Fior. La realtà, voluta e guidata da Silvano Fiorot, è sorta nel 1983 ed è, negli anni, cresciuta in maniera esponenziale. A dar vita a tutto questo è stata la frase rivolta dal giovane Renzo al padre Silvano poco prima di morire: «I miei giorni sono meno delle dita di una mano. Ma tu fa qualcosa. Se sarai riuscito a salvare anche una sola persona ne sarò felice». «Come uomo e come padre - afferma Silvano - non potevo disattendere un tale desiderio. Qualche tempo dopo con il sostegno di mia moglie Pia e con l’aiuto, anche economico, degli amici e dei compagni di lavoro, ho dato inizio all’associazione con sede a casa mia». Proprio nell’abitazione di via Isidoro Mel si incontravano allora i volontari per sviluppare, con l’aiuto La commossa soddisfazione di Silvano Fiorot di alcuni medici, le prime idee. L’associazione venne tenuta a battesimo nel gennaio del 1984. Inizialmente l’impegno maggiore fu rivolto alle scuole e ben presto la casa divenne troppo piccola rendendo necessario il trasferimento della sede nei locali del municipio di San Fior. Tra le nuove attività vennero attivati i corsi di formazione per assistere i pazienti a domicilio e per il trasporto dei malati ai centri attrezzati per le terapie. Successivamente fu aperto anche il centro oncologico nel vecchio ambulatorio del dottor Candiago. Da San Fior la sede venne poi spostata a Castello Roganzuolo in un appartamento appositamente ac- quistato. Nuove attività presero quota, quali quelle ambulatoriali, la ginnastica del gruppo donne operate al seno e il corso per fisioterapisti. Ma anche nella struttura di via XXV aprile si iniziò a stare un po’ stretti. Da qui si ripartì per intraprendere nuovamente la strada verso via Mel. A raccontare la genesi di questo nuovo trasferimento, non riuscendo a nascondere la commozione, è Silvano: «Per sbloccare la situazione decidemmo di far sapere la nostra necessità attraverso la stampa, avevamo bisogno di un terreno su cui erigere la nostra sede. Il giorno dopo la pubblicazione dell’articolo mi chiama un amico e mi dice: “Ho mangiato un panino, mi offriresti un’ombra?”. “Anche due” rispondo. Alle 9 l’amico arriva, beve el goto poi mi prende sottobraccio e mi porta sulla strada proprio davanti a casa mia, in via Isidoro Mel. Qui, indicandomi il terreno antistante, mi dice: La nuova sede dell’associazione “Sono 5 mila metri. Erano miei, adesso sono dell’associazione Fiorot”. Così è cominciata per me e per l’associazione una bella avventura: riportare in via Isidoro Mel quello che da questa stessa via era partito». Ed ora sarà festa grande per l’inaugurazione della nuova sede composta da dieci ambulatori, una sala conferenze, una palestra per donne operate al seno, un magazzino, uffici e servizi. La struttura ospita tutte le attività dell’associazione e a breve accoglierà anche l’Utap, una sorta di studio associato di medici di base, a servizio degli abitanti dei Comuni di San Fior, Godega e Orsago. Gerda De Nardi IL PROGRAMMA Il programma Domenica 23 Ore 10.30: messa nella chiesa arcipretale di San Fior. A seguire deposizione fiori in cimitero sulla tomba di Renzo e Pia Fiorot. Ore 11.30: avvio corteo verso la nuova sede, inaugurazione e interventi delle autorità. Ore 13: pranzo all’alpina. Giovedì 27 Ore 21: serata musicale con i “Quattro in italiano”. Venerdì 28 Ore 20: gara di briscola. Sabato 29 Ore 21: canzone d’autore con “Davide Camerin Group” e “Alberto Cantone Group”. Domenica 30 Ore 8.30: Corsa podistica non competitiva “1a Maratonina della Speranza”. Ore 18: concerto del coro Sette Note di San Fior. Ore 19: spiedo gigante. Ore 21.30: serata musicale con il “Gina’s Clapp Band”. e L’AZiON Coneglianese Tra le polemiche, via ai lavori A28, parte il lotto 29 M ai posa della prima pietra fu tanto animata (nemmeno la benedizione del vescovo emerito mons. Alfredo Magarotto è servita a calmare gli animi). La cerimonia per l’avvio dei lavori degli ultimi 5 km dell’A28, il lotto 29, tenutasi mercoledì 12, ha dato la stura agli umori e innescato polemiche. Sarà la stata la tensione, chissà, il peso di quei lunghi 13 anni di attesa, che si è sciolta, improvvisamente, davanti a quella piccola pietra. E anche prima. Ad aprire le danze è stato il vice governatore della Regione Luca Zaia, lanciando l’idea (peraltro non sua) dell’autostrada libera da pedaggio. «Questa strada deve essere realizzata subito e dovrà essere senza pedaggio - ha anticipato alla stampa, il giorno prima della cerimonia -. Non ha nessun senso far pagare il pedaggio per una via che congiunge naturalmente Conegliano a Sacile e che moltissimi cittadini devono percorrere quotidianamente». Le mamme di Pianzano. Ma ad alleviare i paesi fatto il nostro dovere. E questa è una cosa incredibile in un’Italia dove diventa incredibile il fatto che due amministratori facciano il loro dovere». Per poi affondare il colpo: «E adesso: chi paga? Chi paga gli indegni ritardi a cui ci hanno costretto? Chi paga per i morti sulla Pontebbana? Chi paga per le tonnellate di ossido di carbonio, per le porcherie, per l’inquinamento riversato sui nostri paesi? Gli ambientalisti forse?». Al centro dell’affondo di Galan c’è il “partito del non fare”, tutti coloro che, a suo dire, in questi anni avrebbero impedito la realizzazione del tratto veneto dell’autostrada 28 Portogruaro-Pordenone-Sacile. Nel gioco al rimpallo delle responsabilità è intervenuta, con una nota stampa, anche l’ex sindaco di Godega Donatella Santambrogio: «I discorsi fat- ti sembrano volutamente dimenticare che le responsabilità per i ritardi sono, da un punto di vista politico, da condividere: in questi 21 anni di attesa per ben 15 anni abbiamo avuto Provincia e Regione governati da coloro che oggi lanciano le accuse e, mi chiedo, quale ruolo o funzione hanno svolto essi stessi per dare un colpo all’acceleratore per la realizzazione dell’opera, soprattutto durante gli anni di governo del centrodestra loro amico.» L’autostrada infinita. A smorzare le polemiche ci ha pensato il governatore del Friuli-Venezia Giulia, la regione confinante, che, a differenza del Veneto, non ha dovuto attendere decenni per avere un’opera strategica, basti pensare che il tratto pordenonese fu inaugurato nel 1991, che i lotti 24 e 25 (da Pordenone Sud a Fonta- del comprensorio dalla morsa del traffico non sarà solo l’autostrada. Lo sanno bene il comitato dei genitori di Pianzano e i sindacati, che hanno sollecitato il completamento contestuale delle opere accessorie, a cominciare dalla bretella alla strada provinciale 41. «Non si dimentichino la bretella alla Sp 41, qui siamo soffocati dal traffico» è stato l’appello delle mamme e dei papà dei bambini che frequentano la scuola elementare di Pianzano. «La preoccupazione del sindacato è sulle opere accessorie - ha ribadito la Cgil -. Il ritardo provoca la perdita di competizione sul piano economico di tutto il territorio, senza contare la crescente congestione di traffico, inquinamento e poca sicurezza stradale». Il lotto 29 è stato intitolato a Manuela Dan, vittima della strada a soli 5 anni. Erica Bet Francesca Nicastro A SAN VENDEMIANO è fede». Nella nostra diocesi sono attualmente 12 i Centri di ascolto, come ha ricordato don Ferruccio Sant, direttore della Caritas diocesana. «Il Centro di ascolto - ha affermato - è una forma di servizio per una carità intelligente, perché offre alle persone in difficoltà la possibilità di un incontro e di un orientamento, a partire dalle risorse di cui esse stesse dispongono». Don Ferruccio ha poi ricordato come il Cento di ascolto necessiti della presenza di persone qualificate, sia attraverso la formazione, sia per specifiche competenze, quali medici e psicologi. «È essenziale collaborare con le istituzioni, quali l’amministrazione comunale e vari altri organismi- ha concluso-. I volontari dovrebbero poi ritrovarsi per chiedersi quali sono i problemi e le urgenze del territorio, spes- so nascosti o non percepiti». Alla serata sono intervenuti anche l’assistente sociale e l’assessore ai servizi sociali Renzo Zanchetta, i quali hanno ribadito la necessità di lavorare in rete per ottenere dei benefici per la comunità. La collaborazione tra Centro di ascolto e Comune diventa, quindi, una risorsa in più per aiutare le persone in difficoltà e per far sì che le istituzioni siano presenti in maniera capillare nel territorio. Alcuni dei membri del gruppo, che ha dato la disponibilità a gestire il Centro di ascolto, hanno già partecipato al corso di formazione proposto dalla Caritas diocesana. La sede, provvisoria, verrà allestita a breve nelle stanze sotto la canonica di San Vendemiano e l’orario di apertura settimanale sarà il sabato dalle 9 alle 12. Gerda De Nardi Il partito del “non fare”. Di fronte alle 200 persone accorse per lo storico evento, il governatore Giancarlo Galan ha esordito provocatorio: «Oggi non ringrazio nessuno e vi chiedo che nessuno ringrazi me e Illy. Abbiamo Nuovo centro di ascolto Caritas U nafredda) furono inaugurati nella primavera del 1993 e che i lotti 26, 27 e 27/A (da Fontanafredda a Sacile), svincoli compresi, furono aperti al traffico nel marzo 1996. «La Podernone-Conegliano è un’opera strategica: non solo collegherà le due regioni - ha detto Riccardo Illy - ma servirà a sfogare una parte del traffico.» Le cifre, del resto, stanno là a ricordare lo scandalo di una strada di appena 28,1 km che, quando sarà ultimata nel 2010, avrà richiesto 24 anni di tempo per essere realizzata. Risale, infatti, al 28 febbraio 1986 il progetto di massima, approvato il 30 giugno dello stesso anno dal cda dell’Anas. n’ottantina di persone, appartenenti alle tre parrocchie di San Vendemiale, Saccon e Zoppè hanno preso parte all’incontro, martedì 11, per dare avvio al nuovo Centro di ascolto dell’unità pastorale. È stata questa una tappa fondamentale di un cammino che è partito da alcuni mesi e che si sta svolgendo in piena sintonia con il Piano pastorale diocesano. «La Caritas dell’unità pastorale ha fatto un primo passo cercando di vedere la disponibilità delle persone di venire incontro a chi si trova in difficoltà - ha spiegato il parroco di San Vendemiano, don Pier Amort.- Ciò è sta- to fatto con un’inchiesta a tappeto, realizzata in Quaresima, portando in tutte le case una scheda contenente alcuni ambiti nei quali impegnarsi». Da qui è stata verificata la disponibilità a dare una mano nei diversi campi e nel caso specifico di collaborare con il Centro d’ascolto. «L’idea - ha proseguito don Pier - è di dare avvio al Centro di ascolto, tuttavia questa non può essere un’iniziativa di un “gruppuscolo” perché la carità non é questione legata a qualche persona di buona volontà. O la nostra fede celebrata nell’Eucaristia la viviamo nella carità, o non Domenica 23 settembre 2007 33 S. MARIA DI FELETTO: “Accogliamo la persona della porta accanto” S abato 29, presso il teatro della casa di riposo “De Lozzo Dalto” (in foto) si terrà il convegno “A tu per tu. Accogliamo la persona della porta accanto”, organizzato, in occasione dell’anno europeo delle pari opportunità per tutti, dalle fondazioni “Care” e “De Lozzo Dalto”. Obiettivo del convegno è abbattere le barriere tra “noi” e “loro”, cioè gli immigrati, che lavorano nelle professioni sanitarie delle nostre realtà. Porteranno la loro testimonianza la dott.ssa Iryna Kondakova, ginecologa russa in Italia come badante, e Jacinto Sosa Caceres Palomino, infermiere in Perù, operatore socio-sanitario nel nostro Paese. La psichiatra Licia Scantamburlo parlerà de “Il benessere della persona migrante”, mentre la dr.ssa Elisabetta Elio, vicedirettrice della Pia Opera Cicarelli (Vr) affronterà il tema “Eguaglianza formale ed eguaglianza sostanziale”. Durante la tavola rotonda sull’integrazione tra le persone nelle nostre comunità verrà, inoltre, presentato il progetto “Butta la luna”. Introdurrà i lavori Eddi Frezza, membro dell’Osservatorio regionale del lavoro Uneba, e li chiuderà Marisa Durante, direttrice dei Servizi sociali dell’Ulss 7. Il convegno, che vedrà anche la partecipazione del sindaco Maria Assunta Botteon, inizierà alle 9.30. SAN VENDEMIANO: mostra missionaria per l’Africa I n occasione dell’ottobre missionario il gruppo “Un cuore per le missioni” della parrocchia di San Vendemiale organizza, presso il salone adiacente alla chiesa, una mostra in cui saranno esposti e venduti i lavori dell’artigianato locale (ceramiche, ricami, biancheria ecc.). La mostra rimarrà aperta: sabato 22 e 29 settembre e 6 ottobre (17.30 alle 20); domenica 23 e 30 settembre (8.45-12 e 17-20); domenica 7 ottobre (8.45-12 e 16-20); nei giorni feriali dal 24 al 28 settembre (15-16.30) e dal 1° al 5 ottobre (14.30-16.30). Il ricavato andrà a sostenere l’attività del vescovo di Natitingou in Benin Pascal N’Koue per il completamento della casa di accoglienza per bambini stregoni (alla cui realizzazione il gruppo missionario ha già contribuito negli anni scorsi) e l’attività del vescovo di Inondo in Congo Philippe Nkiere Kena per la formazione di gruppi di animatori biblici per le comunità di base. SAN POLO DI PIAVE: le mamme ringraziano suor Corinna L e mamme della scuola materna di San Polo di Piave salutano e ringraziano suor Corinna, che ha lasciato asilo e parrocchia per essere trasferita a Oderzo. «Dirle grazie è ben poca cosa dopo cinque anni trascorsi sereni e con entusiasmo a servizio dei bambini, e non solo - precisano le mamme -, ma anche per aver seguito le diverse attività educative in patronato. Le si leggeva in viso che era abituata a stare in mezzo ai bambini e ne parlava come fossero tutti suoi figli, sempre presente e responsabile nella loro educazione». L’augurio rivolto a suor Corinna è che possa «continuare con gioia e ottimismo il suo apostolato». 34 Domenica 23 settembre 2007 NUOVO LIBRO SUL SANTUARIO DI MOTTA:ANCHE COSÌ CI SI PREPARA AL 500º DELL’APPARIZIONE MARIANA La Basilica secondo Papinutti C ontinuano alla Basilica i preparativi per il 2010, quinto centenario dell’apparizione mariana. Ecco spiegato il motivo per cui arriva il volumetto “Santuario Madonna dei Miracoli - Guida storico-artistica e spirituale del santuario”. Il libro, reperibile nel negozio dei souvenir del santuario, è soltanto l’ultimo di una serie di cinque libri editi nell’ultimo secolo di storia del santuario. Il primo fu di padre Prosdocimo Prodomi; due, invece, furono scritti da padre Damiano Meda. Un quarto porta la firma di padre Giuseppe Batocchio. L’ultimo della serie, quello appena uscito, è stato redatto da padre Emidio Papinutti, musicista, saggista e per vent’anni organista in San Pietro a Roma. Il libro, formato tascabile e di facile consultazione, è suddiviso in tre parti. La prima riassume in maniera piuttosto dettagliata la storia del santuario dal momento dell’apparizione fino ai giorni nostri, passando per il periodo buio legato alle soppressioni del 1700 e del 1800 quando divenne ospedale. La seconda parte riguarda l’aspetto artistico. In questa sezione sono raffigurate molte delle opere custodite sia all’interno della chiesa che nei chiostri del convento. Capitolo a se stante lo fa la toponomastica. Il libro, infatti, raccoglie l’elenco delle vie adiacenti al santuario. L’autore non dimentica poi di segnalarci alcuni dei frati che a Motta hanno lascia- C on il mese di set- rio “Madonna di Rosa” di tembre nel con- San Vito al Tagliamento. vento dei frati minori di Ci saluta anche il vicario Motta arrivano alcuni della comunità mottense: cambiamenti. A sancirli è padre Giambattista Casol’ultimo “Capitolo”, che nato, che, dopo tre anni, ha riguardato l’intera pro- è stato chiamato a guarvincia veneta (che rag- diano del Santuario gruppa Veneto e Friuli “Grotta di Lourdes” di Venezia Giulia). Chiampo, comunità nella La comunità mottense quale prestava il suo miaumenta di due nistero, come frati rispetto al reguardiano, procente passato: daprio prima di gli attuali 14 a 16. tornare a Motta A lasciare Motta dopo alcuni ansarà l’attuale retni di assenza. tore padre Oreste Per due che Marcato, che era par tono, sono arrivato solo lo quattro quelli in scorso anno e anarrivo. Da Lonidrà a reggere le go, dove ha esor ti del SantuaPadre Oreste Marcato sercitato il suo “Muratori, idraulici venite a Caboxangue!” I lavori di costruzione della scuola Sambù nel 2005: da allora se ne sono fatti di passi avanti! È quasi completata la scuola Sambù a Caboxangue, in Guinea Bissau, cioè il progetto a cui l’associazione Insieme per l’Africa di Gainiga in questi anni ha devoluto impegno, attenzione, denaro e giorni di lavoro, in Italia e in Guinea Bissau, di tanti suoi volonta- Padre Emidio Papinutti ARRIVANO TRE NUOVI FRATI AL CONVENTO DI MOTTA ASS. INSIEME PER L’AFRICA ri. “Il problema che si pone ora – spiega Gianfranco Lorenzon dal sito www.insiemeperlafrica.or g – è di continuare a garantire il nostro intervento a 360 gradi. Il rischio forte è di ritrovare la propria opera abbandonata perché il popolo guineen- Domenica 30 a Gainiga “pranzo solidale” pro scuola Sambù e L’AZiON Mottense / Veneziano se non riesce da solo a gestire la nuova struttura. La nostra associazione ha intenzione di seguire la scuola per un periodo da stabilirsi, realizzando di fatto un’adozione a distanza della scuola in modo da poter garantire l’integrazione degli stipendi esigui dei maestri, la colazione dei bambini, le spese didattiche, la guardiania e quant’altro serva a garantire la continuità delle attività scolastiche. Tutto questo con la mirabile gestione di padre Gianfranco Gottardi (missionario di Gainiga a Caboxangue) e con il consenso della direzione dei padri Francescani in Guinea Bissau». Nel frattempo però, per gli ultimi lavori alla scuola, “Insieme per l’Africa” invita muratori, carpentieri, idraulici e meccanici a dare la propria disponibilità per recarsi presso la missione di Caboxangue. Si chiede una permanenza di almeno due settimane, tra ottobre 2007 e aprile 2008. Per informazioni: 335-6284206. Per domenica 30, inoltre, è in programma il tradizionale “Pranzo solidale” dell’associazione, aperto a tutti, che si svolgerà a Gainiga. to molto più di una semplice impronta. L’ultima parte del libretto è strettamente legata ai preparativi per il quinto centenario dell’apparizione. Questa sezione contiene i due inni del santuario messi in musica da altrettanti frati francescani: padre Terenzio Zardini e padre Crescenzio Pasini. Marco Guerrato ministero come guardiano, arriva il nuovo guardiano della comunità mottense: padre Alfonso Cracco. Vicario della comunità e responsabile per la Peregrinatio, sarà invece padre Mario Saggioro, in arrivo da Chiampo. Dalla comunità di Gemona del Friuli arriverà padre Franceschino Miglioranza. Sempre dal vicino Friuli, ma da Cormons, è in arrivo padre Giorgio De Marchi. (MG) MOTTA: Don Giorgio Tolotto ospite del centro La Pira V enerdì 21 alle 20.45 al patronato Don Bosco di Motta sarà ospite don Giorgio Tolotto, mottense, a lungo missionario in Terra Santa e ora direttore della Domus Sanctae Marthae in Vaticano. Tratterà il tema “Medio Oriente: testimonianza di un missionario” su invito del Centro La Pira di Motta. MOTTA: Canti popolari con i cori Lucchesi e Pradevai I l primo concerto della nuova stagione per il coro Luca Lucchesi è fissato per sabato 22 settembre alle 21 in piazza Duomo a Motta. Si tratta della seconda edizione della rassegna di canto popolare “Cantando alla luna”. Ospiti della corale mottense, il coro “Pradevai” di San Fior, diretto da Mario Gava, e “I cantori del Caldone” di Cerlongo (Mn) diretto da Mario Ribecchi. In caso di maltempo, la rassegna si svolge al patronato Don Bosco. GORGO: Blocco della statale Postumia per chiedere più sicurezza V enerdì 21, alle 18 a Gorgo, ci sarà un blocco momentaneo della statale Postumia: le persone si fermeranno in mezzo alla strada. La manifestazione è stata promossa con voto quasi unanime dal consiglio comunale di Gorgo, ed ha raccolto varie adesioni dai vertici della politica e dell’economia locale. Scopo del blocco sarà la richiesta di maggiori forze dell’ordine, ma anche l’espressione dell’allarme sicurezza, percepito da molti, e ancora più forte dopo l’orrendo delitto. OSPITE MONS. POLETTO San Nicolò festeggia il cardinale compaesano L’ associazione “Insieme per San Nicolò” organizza a San Nicolò dal 28 settembre al 7 ottobre la Sagra della Beata Vergine del Rosario. Il gruppo è formato per la maggior parte da giovani, che si impegnano nelle diverse necessità della parrocchia. Per tutta la durata della festa sarà aperto lo stand gastronomico, protagonista soprattutto in due occasioni: sabato 29 con lo spiedo gigante e venerdì 5 con la serata dedicata al pesce. Inoltre si potranno gustare le prime castagne della stagione. Un visitatore speciale sarà presente domenica 30, si tratta del cardinale Severino Poletto (nella foto), arcivescovo di Torino, che festeggerà il 50º di sacerdozio con la messa delle 10.30. La celebrazione sarà preceduta dall’inaugurazione dei lavori al sagrato della chiesa (alle 10.15) e seguita da un rinfresco con i... compaesani, vista l’infanzia trascorsa a San Nicolò. A conclusione, domenica 7 ottobre alle 15 ci sarà la preghiera del Vespro e a seguire la processione con la Madonna del Rosario. La serata si chiuderà con l’estrazione dei biglietti della lotteria, il cui ricavato aiuterà la ristrutturazione del piazzale antistante la chiesa. Chiara Basei CENTO MARCHETTO RIUNITI A VILLANOVA rano circa un centinaio, giunti da tutto il circondario, i partecipanti all’incontro della famiglia Marchetto. La famiglia, originaria di Tempio di Ormelle, nel 1897 si è trasferita a Ponte di Piave, un’altra parte a Oderzo. Nel 1926 da Oderzo la famiglia è giunta a Villanova di Motta, dove sono divenuti mezzadri dei conti Ancillotto (per i quali tuttora lavorano), oltre che a Fossalta di Piave e San Donà. Nel 1950 una parte della famiglia patriarcale si trasferisce a Pordenone, nel 1956 altri raggiungono la cittadina friulana, mentre altri si trasferiscono a San Stino di Livenza e Francenigo. Attualmente la maggior parte della famiglia risiede ancora a Villanova di Motta, dove domenica 2 settembre è stata celebrata una messa dal parroco don Vittorio Battistuzzi nella chiesa di Sant’Agostino. (GR) E e L’AZiON o Opitergino / Venezian Domenica 23 settembre 2007 FORANIA DI ODERZO: “Parrocchie, interessatevi alla pastorale giovanile!” L’AMAREZZA DEI VOLONTARI Vandali e ladri infestano le sagre F urti e atti vandalici: l’estate delle sagre nell’opitergino-mottense è stata funestata da questi deprecabili episodi. Le auto parcheggiate visitate dai ladri, i congelatori svuotati, i dolci e i salumi spariti, i piatti di porcellana trafugati, e l’elenco potrebbe continuare fino all’ultimo, pericoloso atto vandalico messo a segno a Mansuè, dove i soliti ignoti hanno svitato il serbatoio del gas butano, lasciando all’improvviso le cucine nell’impossibilità di preparare i cibi. Vien da chiedersi: perché? Il motivo di questi ge- Una edizione della “Colfranculana” sti che assumono un carattere ancor più odioso se si pensa che vengono effettuati ai danni del volontariato, di persone che mettono a disposizione il loro tempo libero per l’organizzazione della sagra, un e- MOSTRA A SAN GIORGIO Con Gianni Brocca le foto sono storia O gni anno Gianni Brocca, vicepresidente del consiglio pastorale di S. Giorgio, ci propone interessanti mostre fotografiche in occasione del “Settembre Sangiorgese”. «Quest’anno- racconta Brocca- in “Sposi di ieri e di oggi” ho voluto raccogliere foto di sposi dal 1930 in avanti per confrontarle con quelle attuali. In particolare perché i nostri ragazzi si rendano conto della miseria di una volta, quando le coppie si sposavano sopra i carri che servivano per portare il fieno... Si ha inoltre la possibilità di confrontare i vestiti degli sposi con la so- brietà e semplicità di una volta rispetto all’esagerazione che caratterizza i matrimoni degli ultimi anni. Queste mostre nascono da una grande passione personale per la fotografia che ho da sempre. Sono inoltre felice di proporla in questo periodo in quanto molte persone hanno la possibilità di riconoscersi e di ricordare i vecchi tempi. La nostra sagra paesana è infatti soprattutto un momento di aggregazione e ritrovo per molte famiglie». La mostra è aperta ancora sabato 22 e domenica 23 settembre durante le serate dei festeggiamenti. Tamara De Lazzari CEGGIA/ MARCO RAGAZZO GUIDA 55 VELOCIRAPTORS I l Team Velociraptors di Ceggia organizza domenica 23 settembre la 9ª Pedalata jurassica, aperta a tutti gli amanti delle due ruote. Le iscrizioni si potranno effettuare domenica stessa dalle 8.30 alle 9.45 dietro il municipio di Torre di Mosto, da dove si partirà alle 10. La pedalata si snoderà per circa 8 km lungo gli argini del Livenza e gli organizzatori prevedono una partecipazione di 300 persone. Donne e ragazzi dai 12-15 anni effettueranno 2 giri, uno i ragazzi fino a 11 anni e le ragazze fino a 15 anni, gli altri ripeteranno il circuito 3 volte. A conclusione, dopo le premiazioni (alle 12 circa), ci sarà un buffet e verranno distribuiti gadget a tutti i partecipanti. I membri del direttivo precisano che la corsa si inserisce nell’ottavo Trofeo Livenza Bike, ma non essendo competitiva è aperta anche a chi non è iscritto al Team. I Velociraptors nascono a Ceggia nel ’99 e attualmente contano 55 i- vento che sta così a cuore alle nostre comunità. Mansuè: hanno rischiato grosso i "vandali del gas" «Davvero - afferma Flavio Marchesin, presidente dell’Associazione Sportivo Culturale di Mansuè - mi sono chiesto tante volte per quale motivo siano andati a svitare il tappo del nostro serbatoio. Correndo anche un serio rischio, perchè il gas non è cosa con la quale scherzare. Per questa ragione il serbatoio è collocato in un luogo sicuro, poco accessibile. Di fatti significa che l’azione è stata pensata. I nostri volontari hanno dato prova di grande intelligenza, reagendo con compostezza, provvedendo subito a collocare delle bombole in modo da ripristinare l’operatività delle cucine. Abbiamo denunciato l’accaduto ai Carabinieri, che hanno dato tutta la collaborazione possibile. Resta l’amarezza per quanto avvenuto. La mia opinione è che si tratti di ragazzacci, che forse neppure si sono resi conto del pericolo che 35 M Bruno Silvestrin hanno sfiorato e del danno che hanno fatto». Colfrancui: bisogna anche sorvegliare le auto A Colfrancui, dove da anni viene organizzata la corsa podistica “La Colfranculana”, l’associazione omonima ha predisposto un servizio di sorveglianza delle automobili parcheggiate. «Ci era capitato - spiega il presidente Giuseppe Furlan - che mentre la corsa era in pieno svolgimento, i ladri visitassero le automobili dei podisti parcheggiate. Così abbiamo organizzato una sorveglianza». Portobuffolè: ladri prima della Fiera di Santa Rosa Con i volontari che hanno dovuto inventarsi un altro compito, già non ci fossero state abbastanza cose da fare. «Da noi - racconta Bruno Silvestrin, presidente della Pro Loco di Portobuffolè nonché del Consorzio Pro Loco dell’opitergino-mottense - è capitato che i ladri siano venuti il giorno prima della Fiera di Santa Rosa. Soldi non ne hanno trovati, ci hanno portato via i dolci, i salumi, i biglietti invenduti del ballo. A mio avviso sono vandali, persone che non sanno in che altro modo passare il tempo, come divertirsi». Mancanza di rispetto per l’impegno altrui e noia di fondo: due aspetti che ritornano con frequenza nel disagio giovanile. Come dice Silvestrin, bisognerebbe incoraggiare i giovani a impegnarsi nel volontariato. E, forse, questi episodi sarebbero meno frequenti. Annalisa Fregonese I casi di Mansuè, Colfrancui e Portobuffolè scritti- «una decina sono ragazzi sotto i 16 anni», sottolinea il segretario David Mazzarotto, provenienti dalle zone di S.Stino, S.Donà, Torre, Ceggia. L’attuale presidente è il trentacinquenne Marco Ragazzo. Come mai la mountain bike? «I Velociraptors hanno l’intento di unire persone che amano i piaceri della vita all’aperto al di fuori dei percorsi classici e il nostro territorio, ricco di argini, zone verdi e percorsi sterrati ben si adatta a questo sport» ci spiega un membro del direttivo. L’idea di creare l’associazione fu di Francesco Gallo e alcuni amici, il nome invece lo si deve ai dinosauri protagonisti del film “Jurassic Park”. Chiara Basei ercoledì 26 alle 21 in patronato a Oderzo ci sarà un incontro di verifica e di programmazione per la Commissione foraniale di Pastorale Giovanile. Per chi ancora non lo sapesse, si tratta di un gruppo che si occupa di organizzare le veglie di preghiera foraniali ed il corso animatori, nonché di coordinare e tenere in contatto le varie realtà di pastorale giovanile nella Forania di Oderzo. Ma affinché funzioni a pieno regime, è necessario che sia rappresentativa, ed è per questo che don Roberto Bischer (nella foto) ed i componenti della Commissione lanciano un appello alle parrocchie ad inviare un rappresentante, in particolar modo a quelle che non lo hanno da tempo, o non lo hanno mai avuto. (AP) SALGAREDA: ancora una morte sul lavoro, vittima una ventunenne A ncora, purtroppo, una morte sul lavoro. Jasmine Marchesi (nella foto), 21 anni, di Stretti di Eraclea, lavoratrice interinale presso la 3B di Salgareda, è morta in fabbrica, schiacchiata da una pressa. Cgil e Cisl hanno reagito insistendo sull’importanza della formazione per i lavoratori sulle misure di sicurezza, chiedendo di accertare le responsabilità e proclamando una giornata di sciopero per lunedì 24 settembre, dopo quella già vissuta alla 3B martedì 18, all’indomani dell’incidente. SAN GIORGIO: Messa e processione con mons. Silvio Padoin D omenica 23 momento conclusivo del Settembre Sangiorgese: alle 17 la messa e a seguire la processione nella zona del centro sociale. Entrambe le celebrazioni saranno guidate da mons. Silvio Padoin, vescovo emerito di Pozzuoli (nella foto). SAN GIORGIO: irrinunciabile pedalata di settembre D omenica 16 settembre si è svolta a S. Giorgio di Livenza, la tradizione pedalata che da oltre 20 anni coinvolge bambini, ragazzi, famiglia la terza domenica di settembre. Il percorso, di circa 20 km, è molto semplice: arrivo e partenza sempre al Centro Sociale. All’arrivo i cartellini di iscrizione di ciascun partecipante sono stati inseriti in un’urna per l’estrazione di una simpatica lotteria, in cui primo premio era una bicicletta! Un grazie speciale agli organizzatori, in particolare a Valerio Perissinotto. GRASSAGA: Processione della Madonna della Cintura D omenica 23 alle 16 a Grassaga si terrà la tradizionale processione della Madonna della Cintura, che segna la conclusione degli omonimi festeggiamenti nella frazione di San Donà. TORRE: Classica e jazz nella parrocchiale di San Martino L’ amministrazione comunale di Torre di Mosto organizza per sabato 29 settembre, alle 20.30, presso la chiesa parrocchiale, il concerto di musica classica e jazz dell’ “Harmonie Brass Ensemble Quartet”. I friulani Diego Cal e Roberto Santagati alle trombe e Sergio Bernetti e Lorenzo Tommasini ai tromboni dimostreranno la versatilità e la dolcezza dei loro strumenti a fiato. Ingresso libero. Per informazioni, biblioteca comunale: 0421 324391. 36 PROFESSIONE PERPETUA DA SALESIANO GHIRANO Giorgio Bazzo dice “sì” con entusiasmo Venerdì 21 comincia la “Sagra del baccalà” D omenica 16 settembre, a Gazzera, località di Mestre, hanno fatto la loro professione religiosa perpetua una suora delle Figlie di Maria Ausiliatrice e quattro giovani salesiani, tra i quali il ventiseienne Giorgio Bazzo di Fiaschetti. Hanno partecipato alla cerimonia uno stuolo di parenti, amici e parrocchiani di Fiaschetti, insieme all’arciprete di Caneva don Ugo Cettolin, che già aveva avuto tra i suoi giovani Giorgio nel periodo in cui era stato parroco a Sarone e Fiaschetti. Giorgio Bazzo ha frequentato le scuole medie e superiori all’Istituto Don Bosco di Pordenone, dove ha avuto modo di accostarsi al mondo salesiano; nel 2001 ha iniziato con il noviziato salesiano a Pinerolo, poi ha frequentato gli studi filosofici a Nave (Bs) e attualmente frequenta il terzo anno di Teologia a Torino. Ora lo attendono ancora due anni di preparazione in vista delle due ultime grandi tappe: il diaconato nel 2008 e il presbiterato nel 2009. Il gruppo che lo ha avuto vicino domenica ha potuto ancora un volta apprezzare con gioia e sano orgoglio la sua simpatica esuberanza e soprattutto l’entusiasmo per la sua vocazione religiosa. Racconta di sé Giorgio in una intervista rilasciata a www.donboscoland.it: «Non c’è stato un momento preciso in cui ho capito che il Signore mi chiamava ad essere tutto suo, ma è stato come un cammino di scoperta del progetto di Dio su di me. Facendo l’esperienza di comunità con i salesiani durante il periodo delle superiori, ho pian piano scoperto cosa vuol CEGGIA / NESSUNO DIMENTICA PADRE EGIDIO e L’AZiON Friuli / Memorie Domenica 23 settembre 2007 dire avere una vita di preghiera profonda, ho visto come vivevano i salesiani e al tempo stesso ho assaporato che cosa vuol dire vivere tutto per il Signore. (....) Ho un po’ di paura a dire quel “per sempre” perché mi conosco bene e so che posso cadere. Ma è una paura che non mi blocca, perché so che il Signore che mi ha chiamato a seguirlo mi aiuterà anche nell’essere perseverante nella vocazione salesiana. A un giovane che sta pensando alla vita consacrata salesiana vorrei dire che… se ci fermiamo a guardare i nostri limiti, non faremo mai niente di grande nella nostra vita! Alziamo gli occhi verso Dio e “molliamo gli ormeggi” per navigare nel grande mare dell’Amore del Signore!». CONEGLIANO-DUOMO A A pre i battenti venerdì 21 la “Sagra del baccalà” di Ghirano. Attorno al prelibato piatto preparato secondo la tradizione locale, l’associazione Ghirano Porte Aperte ha ricamato undici serate di festeggiamenti. La prima data di rilievo è giovedì 27, alle 20.30, la serata di informazione medica organizzata in collaborazione con Avis, Aido, Admo, Fondazione Biasotto e Centro culturale “Conti Prata” sul tema “Universo acqua”: intervengono Fabio De Battisti e Dino De Franceschi del settore igiene dell’Asl 6. La Sagra del baccalà, che proseguirà fino al 7 ottobre, riprenderà venerdì 28 con l’atteso concerto dei Freeway (cover cartoon). SACILE: L’auto mutuo aiuto entra a scuola C ontinuano le attività del centro di auto-mutuo aiuto “La vela” di Sacile. Oltre 70 i contatti registrati dal centro in quattro mesi: soprattutto donne, tra i 25 e i 30 anni e tra i 50-60 anni, di cultura medio alta, che si rivolgono a “La vela” per problemi di ansia, panico, depressione e disagio suicida. Commenta il coordinatore Bruno Morassut: «Non mi era mai capitato di ricevere così tante segnalazioni». Con l’inizio delle attività scolastiche parte un progetto dedicato alle scuole, per la formazione di gruppi Ama interni alla scuola media di Sacile. Il gruppo di ascolto telefonico continua la propria attività allo 0434-736213, come pure il gruppo di “Pensiero positivo”. Inoltre un nuovo gruppo dedicato ai disagi giovanili, in particolar modo disturbi alimentari, si è aggiunto. Si chiama “Una barca di nome Erika in un mare di speranza” e si riunisce ogni mercoledì sera dalle 20 alle 21.30 nella sede dell’ospedale civile di Sacile, con il coordinamento di Mara Pasin. Per informazioni: 0434-736213. (EB) PRATA: I carabinieri festeggiano il trentennale di fondazione A Prata domenica 23 si celebra il 30º anniversario della fondazione dell’Associazione nazionale carabinieri, sezione di Prata e Pasiano. Programma: alle 9 raduno in piazza Indipendenza; alle 9.30 sfilata e deposizione corona al monumento ai caduti; alle 10.45 messa; alle 11.30 visita alla mostra di uniformi storiche dell’Arma e dell’attività svolta dalla sezione, allestita nei locali di piazza Wanda Meyer. 5ª Pedalata memorial Denis Zanette (nella foto); alle 21 serata danzante con gli “Arcobaleno”. VENERDÌ 21 Alle 18, il Ludobus fa tappa a San Liberale di Sacile. A San Michele prosegue fino al 30 settembre la sagra in onore del santo patrono. Alle 21 ballo con il gruppo “Bruciateli vivi”. Alle 21, a Caneva nel parco di villa Frova, concerto della Maxmaber Orkestar, musica popolare balcanica. Si chiudono alla biblioteca di Brugnera le iscrizioni al corso di inglese per adulti - livello base, che si svolgerà ogni martedì dal 25 settembre al 27 novembre, dalle 20.30 alle 22.30. Per informazioni, telefono 0434613112. A Brugnera, aperte fino al 26 settembre le iscrizioni al corso di formazione per amministratore di sostegno. Per maggiori informazioni, contattare l’associazione Aitsam al 3334379461 o 333-4991392. SABATO 22 Alle 17, a San Gregorio, Sacile, pomeriggio musicale organizzato dall’Ensemble Serenissima. DOMENICA 23 Alle 10, a villa Varda di Brugnera, 7ª edizione Trofeo giovanile province del NordEst; alle 12 7ª prova di orienteering Coppa Italia TrailO. Il gruppo alpinismo giovanile del Cai di Sacile organizza un’escursione alle grotte della vecchia diga di Barcis (gruppo CavalloCol Nudo). Per informazioni e iscrizioni, 0434-734848. In programma anche un’escursione al monte Punta (gruppo Pelmo). Alle 10, a San Michele di Sacile, LUNEDÌ 24 Comincia in biblioteca a Brugnera un corso di greco moderno di base, dalle 20.30 alle 22.30, ogni lunedì. Per iscrizioni e informazioni, telefono 0434613112. distanza di 15 anni dalla morte di padre Egidio Pasquon, religioso dei Servi di Maria, avvenuta all’età di 55 anni, in Messico dove era missionario, il ricordo del sacerdote è sempre vivo nei suoi familiari e tra i paesani di Ceggia. In tanti ricordano la testimonianza di fede lasciata da padre Egidio nei suoi ritorni dalla missione in famiglia per qualche periodo di vacanza. Vivo è il ricordo di lui tra i frati dell’Ordine dei Servi di Maria dove ha occupato posti di responsabilità. Presso la sua tomba, nel cimitero di Ceggia, spesso qualcuno sosta in preghiera. Grazie, padre Egidio, per il dono che sei stato. I familiari OGLIANO SCOMIGO SCOMIGO GAIARINE SUSEGANA SERNAGLIA MARIO CAPRARO n. 12.10.1922 - m. 28.9.2006 Nel primo anniversario della tua scomparsa ricordiamo la fede che vivevi nel mistero. Dal cielo proteggici e guidaci, aiutaci a superare le prove di ogni giorno. Ti ricordiamo con immutato affetto. I tuoi cari. Una messa sarà celebrata nella chiesa di Ogliano domenica 30 settembre alle 11. FIORE CASAGRANDE ved. TOFFOLI n. 27.8.1926 - m. 21.9.2006 GIROLAMO TOFFOLI n. 4.5.1922 - m. 22.9.1991 Cara mamma, nel primo anniversario della tua scomparsa, ci conforta il pensiero che ora sei nella pace del Signore e di nuovo insieme a papà Girolamo. Con l’amore di sempre, i vostri figli Vittore, Maria, Gianfranco con tutti i vostri cari. ENRICO TOFFOLI n. 22.6.1964 - m. 18.9.1997 Nel decimo anniversario della tua scomparsa ti ricordiamo con immutato affetto. I tuoi fratelli Vittore, Maria, Gianfranco e tutti i tuoi cari. FOSCA SALVADOR in BETTO 25.9.2005 - 25.9.2007 Cara Fosca, i momenti di smarrimento e tristezza sono confortati dal ricordo della tua vivacità e operosità nell’affrontare le cose quotidiane della vita. Con affetto, tutti ti ricordano. MARIO MORANDIN 23.9.1995 - 23.9.2007 Uniti nel ricordo, insieme alla mamma e ai familiari tutti, si affidano a te in particolare gli amati Andrea, Thomas, Giulia, Lucy e Pietro. BRUNO BALASSO n. 11.4.1929 - m. 21.9.1992 Caro nonno, era il mio primo giorno di scuola quando te ne sei andato per sempre. Sono trascorsi ormai 15 anni ma io conservo un bellissimo ricordo di te. Proteggimi sempre e illumina il mio cammino. Con affetto, Alice. padre EGIDIO PASQUON GUIDO BAUDINO n. 1.7.1925 - m. 21.9.1977 Nel trentesimo anniversario della tua morte, i tuoi cari ti ricordano con affetto. MARTEDÌ 25 A Prata, riapre oggi il Progetto Giovani nella nuova sede di via Manin (sopra la biblioteca civica), con il seguente orario: martedì e giovedì dalle 15 alle 18, venerdì dalle 15 alle 22. Farmacie di turno: Nassivera, via Santarossa 26, Maron di Brugnera, telefono 0434623561; Comunale, via Ettoreo 4, Sacile, telefono 0434-71410. IL PODISTA ESTREMO DI SAN POLO DI PIAVE HA RAGGIUNTO QUESTO TRAGUARDO ALL’ECOMARATONA La centesima di Cesconetto L’ Ecomaratona di domenica scorsa non è stata una gara qualsiasi per Daniele Cesconetto, e non (vinta dal vittoriese Fabio Bernardi) solo perché era la gara che collabora ad organizzare, per aiutare gli amici che la allestiscono. Per lui si è trattato, infatti, della maratona numero 100. Trent’anni, sanpolese, giardiniere a “La Nostra Famiglia”, Cesconetto ha cominciato a correre a vent’anni, partecipando a qualche marcia non competitiva. «Nel 1999 ho fatto la prima maratona – racconta – poi dal 2000 mi sono buttato sulle ultramaratone (le gare di lunghezza superiore ai canonici 42 km e 195 metri, ovvero a tempo, tipo corse di 6, 8 o 24 ore, ndr) arrivando anche a far parte della nazionale dei 100 km. Negli ultimi anni, però, mi sono buttato sulle ultramaratone di montagna». Una specialità, a guardare anche i calendari, che cresce. «Fino a tre anni fa in Italia c’era poco o niente, bisognava andare in Francia. Ora no, ci sono tante gare». A fine agosto, Cesconetto ha partecipato al terribile Utmb, Ultra trail del Monte Bianco, il giro del Monte Bianco in una sola tappa, 163 km, 8900 metri di dislivello. Una gara durissima, la più famosa, alla quale partecipano specialisti di tutto il mondo, che nel giro di 8 ore dall’apertura delle iscrizioni hanno esaurito i 2500 posti disponibili. Cesconetto ha chiuso in 29h35’05’’, 109º su oltre 1400 all’arrivo, quinto italiano. Ma che allenamento si deve fare per affrontare queste gare? «Guarda, io mi alleno un’ora al giorno durante la settimana, 4 ore il sabato e 4 la domenica. Se, invece, ho gare, sono l’allenamento per la gara successiva. Prima dell’Utmb ho percorso a fine giugno 46 km alle Tre Cime di Lavaredo, a fine luglio 97 km ad Imperia...». Fatica fisica, ma anche psicologica... «Se si dovesse badare alle gambe, ovvero alla fatica, dopo 4-5 ore ci si fermerebbe tutti. In quel momento subentra la testa. In 30 ore di gara, tante volte viene la tentazione di fermarsi, allora bisogna stare calmi e aspettare che passi». Mai pensato a tornare a correre le tradizionali maratone? «No, quando prendi il ritmo del trail, perdi il passo. Le nostre gare sono dure, ma si cammina anche tanto, nella maratona non si può». Il maratoneta punta sempre a migliorare il proprio primato per- SI CORRE SABATO 22 REVINE: Sabato 22 orienteering Centodieci auto al Rally Prealpi C on un mese di anticipo rispetto alla tradizione, torna sabato 22 il Rally Prealpi Trevigiane, inserito quest’anno nel Challenge Rally Italia. Come l’anno scorso, la gara, che è alla sua dodicesima edizione, partirà dal centro di Cordignano, alle 9 in punto. Nove le prove speciali in programma: la “Gaiardin”, in salita da Sarone verso il Cansiglio; la “Villa di Villa”, tutta in discesa fino al paese; la classicissima “Osigo” (l’unica speciale presente in tutte le dodici edizioni della corsa), con passaggio nel centro abitato e l’inversione per innestarsi sulla statale che sale al Cansiglio, dove la gente si affolla sempre numerosissima; ma la novità di questa edizione è la prova speciale finale, nella pista di guida sicura “Alle Cave” a San Giacomo: quattro giri di pista, lunga 800 metri, con partenze ogni 15", una vera manna per gli spettatori che si accomoderanno sulle tribune naturali dell’impianto. Poi l’arrivo, confermatissimo davanti al municipio di Fregona, con il primo equipaggio atteso alle 17.45. Gli iscritti alla corsa sono 110, numero molto importante, considerato che si è a fine stagione: non ci sarà l’auto “imbattibile”, e questo va a vantaggio dello spettacolo e dell’impegno dei piloti, cui non è impedito di sognare addirittura la vittoria finale. C’è grande attesa per vedere all’opera un nome nuovo: Jussi Tiippana, giovane finlandese che il pluricampione del mondo Juha Kankkunen ha consigliato agli amici trevigiani del Motoring Club, impegnato da un paio d’anni anche nelle gare del mondiale. Come succosa anteprima della gara, venerdì sera dalle 19 alle 23 a villa Brandolini in centro a Cordignano, una grande festa per piloti, meccanici, dirigenti e aperta a tutti gli appassionati. Tutta da vedere la gara di cambio gomme. (AT) S abato 22 a Revine si svolgerà la 6ª Prova del Trofeo centri storici del Veneto di orientamento, manifestazione sportiva di alto livello professionistico in quanto la gara è iscritta al calendario regionale e nazionale. L’organizzazione è curata dall’associazione sportiva Orienteering Tarzo che, grazie alla nuova carta particolareggiata omologata da orientamento di Revine, potrà promuovere ulteriori iniziative. Il ritrovo è alle 15 nell’area degli impianti sportivi di via Fornaci. I CICLISMO: I giovanissimi a Ramera, gli allievi a Cappella Maggiore N el prossimo fine settimana due corse sono in programma sulle strade diocesane. Sabato 22 a Ramera di Mareno di Piave si disputa la 6ª Ginkana Uc Ramera per giovanissimi. La partenza è alle 15.30 presso la zona industriale. Domenica 23, invece, si corre a Cappella Maggiore. Gli allievi, infatti, sono impegnati nel 5º Gran premio Bike Team Cansiglio. La partenza è alle 14.30. Il percorso di gara prevede la disputa di cinque giri di un circuito locale con finale in linea per un totale di 72,9 chilometri. CALCIO: Domenica 23 a Sacile va in scena il derby Sacilese-Sarone T sonale. E voi? «Da noi è meglio lasciare a casa l’orologio: l’unico obiettivo è arrivare al traguardo». Daniele, ma chi te lo fa fare? «Prendi lo spirito del maratoneta: qui aumenta la fatica, aumenta la sofferenza. E aumenta la soddisfazione quando arrivi». Non resta che provare per credere. Alessandro Toffoli ifoserie in fibrillazione. Domenica 23 alle 15 allo stadio di via 25 Aprile è in programma il derby calcistico diocesano di più alto livello. A Sacile, infatti, si disputa Sacilese-Sarone, sfida valevole per la quarta giornata di andata del campionato di serie D. È la prima volta che Sacilese e Sarone si affrontano nella massima categoria dilettantistica. Dopo tre giornate a stare meglio in classifica sono i padroni di casa allenati da De Agostini, secondi in classifica e ancora imbattuti. La matricola Sarone di mister De Pieri, dopo due sconfitte, domenica scorsa ha messo a segno la prima storica vittoria a Belluno. PODISMO: La 15ª edizione della “Tra le colline di Colle Umberto” D omenica 23 i podisti corrono a Colle Umberto. La Polisportiva San Marco, infatti, organizza la 15ª edizione della manifestazione podistica “Tra le colline di Colle Umberto”. Sono tre i percorsi fra i quali scegliere quello in cui cimentarsi: 7, 12 e 21 chilometri. La partenza della corsa, iscritta nel calendario delle non competitive del circuito Trevisando, è prevista fra le 8.30 e le 9 dalle scuole medie. Per ulteriori informazioni telefono 0438-260211. FESTA ALLA SB MARENESE Record mondiale per Pasin e Soligon A ttenti a quelle due! Le fuoriclasse della Marenese, Ilenia Pasin e Chiara Soligon (nella foto), hanno realizzato il nuovo record mondiale nella staffetta. In 5 minuti le due bocciofile hanno colpito 48 bocce sulle 54 lanciate. La straordinaria prestazione della pievigina Ilenia e della vazzolese Chiara, colta al quadrangolare internazionale di Chivasso (Cu- mpegnativi gli appuntamenti di questa settimana, cari amici della montagna. Si inizia con l’escursione in mountain bike organizzata domenica 23 dalla sottosezione Cai di San Polo di Piave. Meta delle pedalate la destra orografica del Maè e la val del Grisou in Val Zoldana, la parte della vallata, chiusa nelle sue vertiginose pareti, che va da Longarone a Forno di Zoldo, tra cascate, boschi vecchi, villaggi, radure e cime. La sezione Cai di Sacile punta, invece, domenica 23 alla conquista del monte Punta (1952 metri) nel gruppo del Pelmo, una cima che offre una panoramica a 360° su tutti i gruppi montuosi che racchiudono la Val Zoldana, Sfornioi e neo) cui hanno partecipato le rappresentative nazionali femminili di Croazia, Francia, Italia e Slovenia, migliora il precedente primato delle francesi Maugiron-Bruniaux e le cinesi Mei Wang-Guo Ziaomin che avevano colpito 46 bocce. La diciottenne Soligon è stata eccezionale, mettendo a segno un fantastico en plein: 26 bocce colpite su 26 lan- MONDO CAI Bosconero, Mezzodì e Pramper, San Sebastiano e Tamer, Moiazza e Civetta e il maestoso Pelmo. Tra le tappe spicca il Mas de Sabem, bellissima radura impreziosita da un antico tabià. Altro Cai altro monte. I veterani della sezione di Vittorio Veneto optano per una gita domenicale al monte Cengia (2559 metri), nelle dolomiti di Auronzo, un tozzo promontorio che fa parte del contrafforte occidentale della Croda dei Toni, punto di osservazione importante nel corso del primo conflitto mondiale. Il dislivello è di 1450 metri. I più giovani della sezione, invece, si cimentano al gruppo Ca- ciate. Tutta in rimonta, invece, la prova della ventottenne Pasin, che già è detentrice del record del mondo nel tiro progressivo, specialità in cui è campionessa iridata in carica. Dopo una partenza incerta, Ilenia ha colpito 16 bocce su 16. Alle due forti atlete diocesane sono andati i complimenti dell’intera comunità bocciofila. vallo-Col Nudo assieme ai colleghi di Sacile nella discesa delle grotte della vecchia diga di Barcis. L’uscita della sezione baby club del Cai di Motta di Livenza punta alla conquista del monte Grappa, scenario importante della prima guerra mondiale, luogo nel quale numerose associazioni di volontari hanno recentemente intrapreso un’importante operazione di recupero di vari tratti di trincee e suggestivi camminamenti di importanza storica. Dulcis in fundo, la solerte cooperativa Mazarol propone domenica 23 un’escursione faunistica alla valle di Sant’Agapito, a due passi da Cesio, affrontando un dislivello di 1000 metri. Angela Deganis 38 Domenica 23 settembre 2007 Lettere & interventi IL FANTASMA DELL’ANTIPOLITICA Il bene comune non è più nell’animo dei politici C aro Direttore, ho letto sull’ultimo numero de L’Azione il tuo articolo di fondo “Il fantasma dell’antipolitica” e l’ho trovato davvero magistrale. Di più e meglio non potevi dire. La tua analisi è perfetta, anche perché hai fatto vedere che l’antipolitica non è solo quella di Grillo, ma anche di tanti, troppi personaggi della politica di entrambi gli schieramenti, che non solo non hanno capito la situazione, ma pensano che tirare la corda dalla propria parte porti, prima o poi, alla sconfitta dell’altra. E questa è la vera antipolitica, ben più perniciosa di quella della piazza. Non si rendono conto che questo ping-pong lacera sempre più il consenso sociale, per cui la conclusione sarà funesta per tutti. E questo mi preoccupa per due motivi: anzitutto perché il bene comune è svaporato dall’animo dei nostri politici; in secondo luogo perché ho la netta impressione che, giunti a questo punto, la nostra classe politica sia ormai incapace di riformarsi. Esattamente quello che avvenne in Francia all’epoca della Rivoluzione francese. Non occorre essere degli storici per individuare le cause di quel rivolgimento epocale: da un lato, il bene comune svaporato dall’animo PELLEGRINAGGIO Che sensazioni sulle orme di Mosè! Testimonianza del pellegrinaggio in Terra Santa compiuto con un gruppo guidato da don Giuseppe Querin. G uardando le fotografie del viaggio “Sulle orme di Mosè”, ho potuto ripercorrere e rivivere le tappe che ha fatto il popolo ebreo per arrivare alla terra promessa, meta di tutti i pellegrini. Se l’obiettivo era di scoprire le radici della nostra fede cristiana, abbiamo visto come questa sia inseparabile dalla storia di Israele. Dal percorso che di tappa in tappa, attraverso prove, sofferenze, u- miliazioni, Dio ha portato il popolo eletto fuori dalla schiavitù d’Egitto alla libertà, anche noi come gli israeliti siamo partiti dal Cairo; abbiamo attraversato il Mar Rosso e il deserto, luogo della prova e delle tentazioni e delle ribellioni del popolo ebreo. Siamo arrivati al Monastero di S. Caterina al Sinai, al monte della teofania, dell’alleanza con Dio. Sotto un cielo stupendamente stellato, nella notte siamo saliti fino alla vetta dove Dio ha parlato a Mosè e gli ha dato le tavole della legge. Nonostante la fatica, SCRIVONO I PANIFICATORI Invece dei prezzi si guardi il servizio O ra che un po’ tutti hanno detto la loro, noi primi interessati vogliamo esporre la nostra opinione su questo prezzo del pane. Tutti hanno detto di tutto, facendoci passare da “sanguisughe” per il salasso a danno dei consumatori, ma pochi hanno deciso di chiederci il perché di questo eventuale aumento. Ogni consumatore della provincia di Treviso spende per il suo fabbisogno giornaliero di pane 32/36 centesimi di euro: ma allora dove sta questo salasso, questo “attenti che vi fregano” e così via? Una famiglia ti- po di tre persone spende mediamente la modica cifra di 96 centesimi di euro per il suo fabbisogno giornaliero, che diminuisce ancora quando entrano in concorrenza le mense scolastiche e aziendali. L’aumento della farina attualmente è sull’ordine del 25-30%, questo è stato il motivo o la scintilla che ha comportato automaticamente l’aumento. Noi il prezzo del pane lo abbiamo tenuto fermo per circa tre anni, senza considerare tutti gli aumenti che ci sono stati e che ci sono: i consumatori ne sanno qualcosa, perché anche loro ne sono toccati gior- e L’AZiON dei politici di allora, dall’altro l’assolutismo dello Stato, incapace di riformarsi. Risultato: la presa della Bastiglia il 14 luglio 1789… con tutto quello che ne seguì. Siccome però, non sono un catastrofista, penso che il rimedio a questa situazione esista, ma occorre far presto. Prima che un collasso politico generale travolga le istituzioni. Vedo nello sfondo un governo del presidente della repubblica, composto da tecnici, votato all’unanimità dal Parlamento, che faccia pulizia di tutto ciò che sa di casta, di privilegi, di esenzioni… e via dicendo. Collateralmente, vedo l’insediamento di una commissione di studiosi di rango per l’aggiornamento, a breve, della Costituzione e per una nuova legge elettorale da sottoporre poi l’una e l’altra al voto popolare e da qui ripartire. Un sogno? Forse! Aldo Cappellotto Oderzo impossibile descrivere le sensazioni provate! Abbiamo proseguito il viaggio nel deserto fra oasi di palme e paesaggi rimasti come tremila anni fa, fino al golfo di Aqaba, poi siamo arrivati a Petra, l’antica città nabatea. Stupenda poi l’escursione in jeep nella valle della luna, Wadi Rum, tra montagne di basalto, dune e sabbia rossiccia, abbiamo visitato fortezze crociate e città con resti romani, bizantini. Siamo passati davanti al luogo dove venne decapitato Giovanni Battista. Abbiamo raggiunto il monte Nebo dove è morto Mosè, da lì si gode una vista stupenda. Ci siamo immedesimati in quel popolo che aveva camminato per 40 anni e che ora finalmente vedeva la terra dove scorre latte e miele che Dio aveva promesso loro! Siamo ripartiti da Tel A- viv, dopo aver percorso la valle del Giordano passando per Gerico e abbiamo potuto fare visita breve ma intensa a Gerusalemme, la città santa, la culla della nostra fede. L’ultima tappa del nostro pellegrinaggio è stata la Chiesa del Santo Sepolcro, dove ci siamo inginocchiati nel luogo che ha visto l’evento centrale della nostra fede: Cristo che ci ha amati fino a morire per noi e che poi è anche risorto! Questo messaggio finale che abbiamo colto e che vorremmo testimoniare insieme all’invito di leggere la Bibbia e a fare questo perché la storia della salvezza si capisce meglio conoscendo anche i luoghi storici e geografici in cui è avvenuta, visitandoli apre nuove ed inaspettate porte spirituali. Piera Bronzetti San Giorgio di Livenza nalmente. Sono stati periodici quelli dei ser vizi e delle spese (energia, gas, strutture, personale...), non considerando poi i maggiori oneri fiscali, che in questi anni continuano ad essere veramente imponenti, e noi panificatori abbiamo sempre lavorato con la testa bassa senza protestare. C’erano insomma tutte le premesse per un aumento, nessuno ha mai percepito invece il silenzio nel ser vizio che noi diamo al cittadino ogni giorno. Ci consola la presenza nei nostri panifici della clientela, del consumatore, che vuol mangiare il pane genuino, fatto ogni mattina non ascoltando altre sirene, ma vedendo nei nostri laboratori la luce accesa. Se poi, qualche volta, gli capita di recarsi in ambienti concorrenziali, al mattino successivo la domanda è la seguente “ma da dove arri- va quel pane, che ieri ho preso in quel luogo, che scade fra 20 giorni e che costa un euro più del vostro? Ma è fresco?”. Nessuno ha recepito le nostre lamentele sul perché restano tante terre incolte nel nostro territorio, e andiamo a prendere il grano in luoghi magari assoggettati a trattamenti non del tutto naturali, o lasciamo che entri pane da paesi poco sicuri nei dovuti controlli, a discapito della qualità. Ai consumatori vogliamo dare garanzia e genuinità del prodotto pane, e qualità nel servizio, confidando in loro af finché non si facciano deviare da lacunose dialettiche fatte da persone che di pane ne sanno ben poco. Abbiate fiducia nel vostro panificatore, e non vi deluderà. Il Consiglio direttivo del Gruppo provinciale panificatori interventi BARBIANA E DON MILANI Il suo spirito soffia ancora C os’è Barbiana? A quarant’anni dalla morte del suo ultimo, famoso parroco, don Lorenzo Milani, non si può fare a meno di porsi questo interrogativo. Perché attorno a quella chiesuola abbarbicata su per il monte Giovi non è cambiato pressoché nulla: né la solitudine, né l’impressione di abbandono del luogo. Eppure, salendo lassù nel 2007, si ha la sensazione che il messaggio che il non-paese di Barbiana simboleggia non abbia perso né vigore né capacità di attrazione. Altrimenti non si spiega il continuo pellegrinaggio di persone d’ogni genere. Perché per arrivare a Barbiana non c’è nemmeno una freccia, un’indicazione che parli di don Milani o della “scuola” più famosa d’Italia. Perché lassù, alla fine di quella stradina polverosa, non si trovano fronzoli culturali, nè santini, né souvenir. Nella famosa aula-scuola si possono incontrare Michele Gesualdi o Giancarlo Carotti, due dei primi allievi di don Milani, che illustrano quegli oggetti: l’astrolabio costruito pezzo per pezzo dai ragazzi, come anche i tavoli, le sedie e gli scaffali; le carte geografiche fatte a mano, come anche i numerosi grafici lungo le pareti; la famosa scritta “I care”; i libri, tutti diversi per quella strana scuola funzionante per otto ore al giorno per 365 giorni all’anno. E Carotti ribadisce un aspetto che forse solo salendo qui si può cogliere: «Questa, più che una scuola, era una comunità di vita». Già! Quei sei primi allievi e quelli che si aggiunsero in seguito (in tutto furono 42), vissero tra il 1954 e il 1967 un’esperienza eccezionale di condivisione, con due cardini: «il Vangelo e la Costituzione, per farci diventare bravi cristiani e bravi cittadini». Trapela nelle parole e nel volto di Carotti un fremito di commozione, che egli prova a soffocare in silenzio. È la stessa commozione che emerge in chiesa mezz’ora dopo, ancor più evidente, sul volto di Nevio Santini, un altro ex allievo, quando afferma: «Dopo averci insegnato un sacco di cose – io lo chiamo il “miracolo di Barbiana” –, l’ultima cosa che ci ha insegnato è come si fa a morire, descrivendoci la sua malattia giorno per giorno… A tutt’oggi io lo sento soffiare sul collo e dirigermi»... Con lui ci sono anche Maresco Ballini e Luigi Lastrucci, allievi della prima “scuola” di don Lorenzo, quella dei sette anni da cappellano a San Donato di Calenzano, dal 1947 al 1954. Una scuola stavolta non a tempo pieno, ma serale: per sei sere alla settimana, per ragazzi dai 15-16 anni in su, per affrontare prima alcune materie scolastiche e poi per trattare questioni di attualità e approfondirle fino alle 23 circa. L’ultima tappa d’ogni visita a Barbiana è nel cimitero poco sotto, dove la tomba di don Lorenzo ha sempre fiori freschi. Davanti a quella sepoltura Luigi Lastrucci ricorda: «Era un sacerdote che è sempre stato dentro la Chiesa!». E anche lui si commuove… a conferma che don Milani dovette essere un personaggio davvero speciale se a 40-50 anni di distanza il ricordo muove ancora così tanto chi lo conobbe. Ecco cos’è Barbiana: un simbolo di vitalità fatto di cose poverissime, intrise delle opere e dei pensieri del prete don Lorenzo; un “pieno” di volontà e di speranza in un mondo più giusto, più attento alla persona, più cristiano. Franco Pozzebon Potete inviare le vostre lettere al direttore per posta elettronica all’indirizzo: [email protected] per posta all’indirizzo: L’Azione - via Jacopo Stella, 8 - 31029 Vittorio Veneto oppure per fax allo 0438. 555437