il costume e gli accessori

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il costume e gli accessori
Regione Siciliana.
Assessorato regionale Beni Culturali e dell’identità Siciliana
Dipartimento dei Beni Culturali e delI’identità Siciliana
Università degli studi di Palermo
Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali
Centro Regionale
per la Progettazione e il Restauro
Corso di Laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei BB. CC
PF.P3: Materiali e manufatti tessili e pelle
Lezioni Applicate e Attività Pratiche
Tirocinio I e II Semestre A.A. 2011/2012
Laboratorio opere tessili e pelle CRPR
Obiettivi Formativi:
Introduzione ai manufatti tridimensionali: il costume e gli accessori
(Studi e approfondimenti sui rilievi e sui modelli)
Panoramica fotografica sull’evoluzione storica del costume nel corso del tempo
Il lessico degli elementi costituent un costume e i relativi accessori - VeAC La compilazione della scheda conservativa di
un’opera tridimensionale
Schedatura: comparazione schede OA, carta del rischio, restauro
Tecniche storiche del restauro; fenomenologia del deterioramento dei manufatti; Tecniche diindagine analitica Tecniche
di osservazione microscopica
L’intervento di pulitura e di consolidamento: approfondimenti tecnici e casistica delle problematiche legate ai manufatti
tessili tridimensionali
La conservazione preventiva dei tessili tridimensionali: l’abito e gli accessori
L’esposizione museale dell’abito antico: le problematiche legate ai manichini e alle sottostrutture
Progettazione ed esecuzione di un intervento di restauro su opere tridimensionali
Restauratrice:
Angela Lombardo
Studenti:
2° anno: Costanza Rita, Milia Azzurra, Petta Giorgia
4° anno: Caccamo Sonia, Casiglia Simona, Cirrincione Claudia, Cusimano Giusy, Lo Buono Anna Lisa, Pasta Daniele
5° anno: Mannina Loredana
ESAME MATERIA “STORIA DELLA MODA II” A.A. 2010/2011
ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI PALERMO
Monte ore lezioni svolte 24
PROFESSORE: Vittorio Ugo Vicari
STUDENTI: 4° anno: Caccamo Sonia, Casiglia Simona, Cirrincione Claudia, Cusimano Giusy, Lo Buono Anna Lisa
Esame 24/09/2012
Cantieri Culturali della Zisa
PERCORSO FORMATIVO PF P3, A.A. 2011/2012:
Monte ore svolto 10
PROVA TECNICA DI CUCITURA DEGLI ABITI ANTICHI (vengono date indicazioni e un riferimento come campione) ore
previste 6
Ogni allievo dispone di strisce di tessuto che verranno cucite due a due in una prova a catena con i vari punti utili per la
cucitura degli abiti antichi.
I punti utilizzati applicati alla manifattura dell‟abito antico. Scelta dei punti da eseguire:
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PUNTO INDIETRO nelle varie tipologie per la cucitura di due teli
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PUNTO FILZA per la formazione di pieghe
Tra i metodi di fermatura dei bordi interni:
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PUNTO FILZA ripiegando il lembo
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PUNTO SOPRAGGITTO
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PUNTO QUADRO detto anche OCCHIELLO
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Cucitura con PUNTO FILZA DI FETTUCCIA
ESERCITAZIONE
GIORNO 31/08/2012 Ore 2
PRESENTI: Costanza Rita, Milia Azzurra, Caccamo Sonia, Cirrincione Claudia, Cusimano Giusy, Lo Buono Anna
Lisa, Pasta Daniele.
GIORNO 07/09/2012 Ore 3
PRESENTI: Costanza Rita, Milia Azzurra, Petta Giorgia, Casiglia Simona, Cirrincione Claudia, Cusimano Giusy,
Lo Buono Anna Lisa, Pasta Daniele, Mannina Loredana.
GIORNO 13/09/2012 Ore 5
PRESENTI: Costanza Rita, Milia Azzurra, Petta Giorgia, Caccamo Sonia, Casiglia Simona, Cirrincione Claudia,
Cusimano Giusy, Lo Buono Anna Lisa, Pasta Daniele, Mannina Loredana.
Costanza Rita (2° anno)
Milia Azzurra (2° anno)
Petta Giorgia (2° anno)
Caccamo Sonia (4°
anno)
Casiglia Simona (4°
anno)
Cirrincione Claudia (4°
anno)
Cusimano Giusy (4°
anno)
Lo Buono Anna Lisa (4°
anno)
Pasta Daniele (4° anno)
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UN PROGETTO A CURA DI VITTORIO UGO VICARI:
Newyorkers “costumi” della grande mela ne L‟età dell‟innocenza di Wharton-Scorsese-Pescucci
LEZIONI APPLICATE
svolte nell‟ambito del Laboratorio sartoriale extracurriculare
Corso di I livello in Progettazione della moda
Accademia di Belle Arti di Palermo
Monte ore svolto 40.
PROFESSORE: Vittorio Ugo Vicari
STUDENTI:
2°anno: Costanza Rita, Milia Azzurra, Petta Giorgia
4° anno: Caccamo Sonia, Casiglia Simona, Cirrincione Claudia, Cusimano Giusy, Lo Buono Anna Lisa, Pasta Daniele
5°anno: Mannina Loredana
Obiettivi formativi: progettazione e realizzazione di abiti maschili e femminili della tradizione sartoriale europea ed
americana nel periodo 1870-1910, per una migliore conoscenza tecnico esecutiva di modelli sartoriali che gli studenti
ritroveranno certamente in collezioni museali pubbliche e private nella loro carriera di restauratori dell'abito antico e dei
suoi accessori.
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RELAZIONI E OSSERVAZIONI DEGLI STUDENTI DEL PERCORSO PF P3
RITA COSTANZA
MODELLO 46
L'abito che ho scelto di realizzare, è un abito da giorno del 1895, conservato in “Gallery of English Costume”; il progetto
è tratto dal volume Patterns of Fashion 2: English women' sDresses & Their Construction C. 1860-1940 di Janet Arnold.
Janet Arnold ha contribuito a rivoluzionare l‟impianto critico della storia della moda; dagli anni ‟60 inizia a studiare
sistematicamente e a restaurare gli abiti documentando ogni fase del lavoro e riportando anche i disegni delle sagome
degli abiti.
Ho preferito quest‟abito agli altri perché sono affascinata dalla manica a
Gigot o a Zampa di Montone, in voga solo nell‟ ultimo decennio del „800;
caratterizzata da una foggia "a palloncino" che si protende oltre la piegatura
del gomito, per poi restringersi drasticamente. Hanno questo nome
particolare perché la foggia originale ricordava quella della coscia di una
pecora o montone, caratterizzata da un muscolo molto sviluppato e da uno
zoccolo più piccolo.
Manica a Gigot
L‟ abito originale è fatto in taffetà grigio-argento e decorato con motivi irregolari di puntini ricamati color porpora. Polsini,
collare, cintura e ali oltre le maniche, sono tutte in porpora-viola assemblate con il taffetà del vestito. Ogni parte della
gonna pieghettata è congiunta con un irrigidimento legato alla vita. Il sottogonna è attraversato da una fascia elastica
che tiene le pieghe e cuciture in posizione.
Dal 1869 viene abbandonata la cultura delle grandi cerchiature
a favore della mezza crinolina che appiattisce il davanti e
concentra i panneggi sul retro.
Sottostruttura della gonna chiamata demi
tournure
Il vestito vuole essere indossato sopra un corsetto disossato con fronzoli d‟oro. Il corpetto è congiunto col manicotto
pieno, cucito su due file al sottomanica ed è tutto rinforzato con carta per irrigidirlo. Il pannello centrale è raccolto a mò di
sacchetto e montato sul taffetà del corpetto. Il collare è interfacciato con una fodera grigia. Tutto il corpetto è foderato per
nascondere le cuciture ed è fornito di tubazioni rigide.
L‟ altezza complessiva dell‟ abito è di 141 cm con un girovita di 56 cm; dai cartamodelli è possibile evincere le misure
precise dell‟ indossatrice perché i corsetti dai primi anni ‟70 in poi vengono realizzati col taglio Princesa che sagoma il
busto e inguaina i fianchi in una “campana”.
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VISIONE GLOBALE DEL MODELLO
AZIONI DEL PROGETTO
Ho riportato il progetto del carta modello in scala reale e ricavato tutti i pezzi in carta velina.
Ho ragionato sull‟ assemblaggio dei 30 pezzi che compongono l‟abito.
In seguito sarà realizzato il manichino su misura utilizzando le proporzioni tipiche della fine del 1800, tagliata la stoffa
e cucita; in fine decorata secondo un modulo elaborato da me sulla base delle decorazioni del tempo.
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AZZURRA MILIA
MODELLO 12
Le vicende narrate nel film di Scorzese si svolgono in un arco temporale compreso tra il 1870 e il 1910, dunque la scelta
dell'abito da realizzare ricade tra le proposte della moda dell'epoca, documentate nel volume “Patterns of Fashion 2:
Englishwomen'sDresses and Their Construction C.1860-1940 “di Janet Arnold (conservatrice tessile al Victorian Albert
Museum negli anni sessanta) dove sono riportati una serie di abiti rappresentativi della moda a cavallo tra i due secoli e i
relativi cartamodelli, con alcune indicazioni utili ai fini della realizzazione dell'abito.
L'abito che ho scelto tra le proposte di Janet Arnold è un abito da sera del 1893, realizzato da J.J. Fenwick.
Concordemente con i dettami della moda della seconda metà del diciannovesimo secolo, la gonna risulta dritta e
semplice sul davanti in modo da enfatizzare la parte posteriore dell'abito, arricchita da una voluminosa pieghettatura .
Nel decennio antecedente al 1890 Quest'effetto era realizzato anche attraverso l'uso di mezze crinoline, strutture
posticce che conferivano alla silhouette femminile una forma a “anatra”, in quest'abito notiamo invece una linea più
morbida sui fianchi, che asseconda in maniera più naturale la silhouette della donna. Il punto vita risulta leggermente più
in alto rispetto al naturale. La forma assunta dalla gonna è detta a “campanula” o calice rovesciato, e imita appunto le
forme floreali della natura (riprese dal liberty e dall'art nouveau dei primi del 900). Le maniche dell'abito , secondo lo stile
del periodo, risultano molto voluminose. Contestualmente si diffonde la moda di accorciare per la prima volta le maniche
delle sottovesti, dunque l'aspetto voluminoso della manica dell'abito è ottenuto con l'ausilio d‟imbottiture. L'abito originale
di J.J Fenwick è stato realizzato in seta color crema, decorato da strisce di raso in rosa pallido, nero, giallo, turchese e
argento. L'abito veniva indossato sopra una sottoveste e un busto imbottito, realizzato con il taglio sartoriale “princess”
che assecondava maggiormente la struttura fasciante del busto.
La scelta di quest'abito è legata proprio alla sua linea semplice (movimentata esclusivamente dal drappeggio posteriore
e dalle maniche voluminose) che consentirebbe quindi di concentrarsi maggiormente sula decorazione della stoffa,
realizzando un modulo decorativo più ricco, che verrebbe messo in mostra dalla gonna dritta e ben si sposerebbe con la
linea semplice dell'abito. L'abito incontra inoltre il mio personale gusto estetico in quanto la sua linea semplice e la
scollatura moderata, ma non eccessivamente dissimulata come avveniva per molti abiti coevi, si avvicinano di più al
gusto contemporaneo mantenendo comunque il fascino della sua epoca conferito dalla vita alta, le maniche voluminose
e lo strascico posteriore.
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AZIONI DEL PROGETTO
Il cartamodello va riportato su carta velina dopo aver convertito tutte le misure da pollici in cm (1 pollice = 2,54 cm.
L‟operazione verrà eseguita quadrettando il foglio di carta velina e riproducendo a mano i vari pezzi che costituiscono
l‟abito seguendo i punti determinati dalla quadrettatura. Ultimato il disegno i vari pezzi verranno ritagliati e utilizzati per
tagliare la stoffa.Dopo il taglio si procederà con la tintura della stoffa ,il successivo assemblaggio dell‟abito e il decoro
dell‟abito utilizzando un pattern da noi scelto. Parallalamente si procede con la realizzazione di un manichino che verrà
utilizzato per l‟esposizione dell‟abito.
NOTE BIBLIOGRAFICHE
ARNOLD JANET, Patterns of Fashion 2: Englishwomen's Dresses & Their Construction C. 1860-1940, Macmillan/QSM
1977
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GIORGIA PETTA
MODELLO
1894-5 The LondonMuseum: Abito con colletto removibile
L‟abito in analisi appartiene alla prima metà degli anni ‟90 del 1800, periodo in cui è ambientato “The age of Innocence”
(Usa, 1993) di Martin Scorsese. Su questo film, e sul magistrale lavoro della costumista Gabriella Pescucci che ne
realizzò gli abiti, si basa il laboratorio di sartoria cui stiamo partecipando.
Dal volume “Patterns of Fashion 2: Englishwomen'sDresses and Their Construction C.1860-1940“ di Janet Arnold sono
stati estrapolati i cartamodelli per la realizzazione del nostro progetto.
Il vestito qui in analisi fu probabilmente importato e venduto a Londra, come riporta il timbro viola sulla fascia su cui vi è
scritto “Amelie Howe. Robes Paris”.
Il XIX secolo era governato da tendenze puritane che volevano le donne coperte, e solo i grandi avvenimenti
richiedevano ampie scollature. Caratteristica di quest‟abito è, infatti, il colletto removibile – foderato in raso verde - che lo
rende un abito adatto sia per il giorno sia per eventi mondani.
Vi è la presenza di un corpetto su corsetto con stecche e una gonna con strascico, che rimarca la sua natura di abito da
sera.
La linea del vestito si adatta perfettamente alla moda di quel periodo: realizzato in seta verde oliva a coste con una
striscia damascata, il modello asseconda le forme del corpo femminile, sostituendo le tournure (introdotte da Charles
Worth nel 1867) e allargandosi dalla vita in giù. La forma a calice rovesciato riprende quelle teorie d‟interpretazione della
natura che sono caratteristiche dello stile dell‟”art nouveau”, che ebbe origine proprio in quegli anni.
La figura femminile assume dunque l‟andamento più „verticale‟: la gonna perde d‟importanza e viene alleggerita dagli
elementi di decoro, prendendo una forma a campana. Pur conservando il busto steccato e i riferimenti di tipo storico,
l‟abito si alleggerisce e si semplifica. Il volume si sposta verso il tronco con una corsetteria che inguaina la forma
donando una vita da vespa, grandi maniche e gonna a svasare.
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L‟abito presenta, infatti, delle maniche voluminose e molto ampie, continuando così il filone che andava sviluppandosi in
quegli anni di maniche cosiddette a “coscia di montone” o a “gigot” (“inventate” dallo stesso Worth), che altre non erano
che una ripresa della moda italiana del periodo rinascimentale. Questo tipo di maniche (unitamente ai guanti lunghi) era
molto usato per gli abiti da passeggio della moda parigina, cui la sartoria inglese si rifaceva.
In questo caso, la seta verde a macchie nere è stata montata sulla parte superiore di una fodera in taffetà verde e le
maniche sono state tese con del cotone nero irrigidito e montate su una sottomanica più piccolo in taffetà di seta verde
oliva scuro.
Per quanto riguarda la gonna, la parte superiore viene divisa da quella inferiore con tela rigida inamidata da gomma
arabica e da una passamaneria che mantiene la gonna in posizione. La tela rigida è anche presente sul davanti in modo
da tendere perfettamente la gonna, mentre, sul retro, le balze vengono create da taffetà verde cucito all‟interno del bordo
e ripiegato su se stesso.
I segni sbiaditi e alcuni filamenti indicano che originariamente doveva esserci una guarnizione di pizzo nero, merletto e
lustrini sulla parte superiore del corpetto e sulla testa della manica. Doveva essere un pizzo pregiato, poiché fu rimosso
per guarnire un altro abito. Doveva essere presente anche un nastro nero che originariamente adornava il collare del
colletto, ma anch‟esso fu rimosso. Il collare è montato su una tela grossolana e rigida e i gancetti che lo chiudono sono
nascosti tra il collare e la fodera. Sul colletto ci sono segni di cuciture e tracce di chiffon e paillettes nere.
Il corpetto attillato rivela al suo interno delle stecche rivestite da bordature bianche, confezionate in modo da sembrare
cucite a mano. Il fondo della fodera è bordato con strisce trasversali in seta verde.
Il nome e l‟indirizzo del realizzatore, J Bourely et Cie, Robes et Manteaux, 35 Bvd de Capucines, Paris, è stato stampato
sulla striscia di gros-grain.
La mia scelta è ricaduta su quest‟abito sia per la sua relativa semplicità, sia per la sua versatilità: essendo un abito
adatto per più occasioni, tenterò di mantenere questa sua polivalenza sia nella fase di tintura (usando colori idonei a un
abito da sera), sia nella decorazione.
NOTE BIBLIOGRAFICHE
ARNOLD JANET, Patterns of Fashion 2: Englishwomen's Dresses & Their Construction C. 1860-1940, Macmillan/QSM
1977
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SONIA CACCAMO
MODELLO 58
EVENING DRESS c 1909-10 THE LONDON MUSEUM
La partecipazione al progetto Newyorkers, esposto nel progetto, ha previsto la realizzazione di un abito femminile in uso
nel periodo compreso tra il 1870 e il 1910. Questi abiti denominati princesse creati da Ch. F. Worth nel 1864, si
caratterizzano per l‟assenza di cuciture in vita e per l‟essere modellati tramite tagli, pinces e arricciature.
Le fonti fornite per la realizzazione del progetto sono sia bibliografiche che cinematografiche. Per quanto riguarda le fonti
bibliografiche si tratta di fare riferimento al testo “Patterns of Fashion – Englishwomen‟sdresses and theircostruction”
dell‟autrice Janet Arnold, la quale presenta una vasta varietà di abiti dal 1500 agli anni 40 del Novecento comprensivi dei
cartamodelli di riferimento. Per quanto riguarda le fonti cinematografiche si tratta di fare riferimento a tre film di
ambientazione storica: “Senso” del 1954, “il Gattopardo” del 1963 e “L‟età dell‟innocenza”. I primi due, diretti dal famoso
regista Luchino Visconti, l‟altro, più recente, diretto da Martin Scorzese, si caratterizzano per l‟attenzione con cui
vengono trattati gli aspetti del costume, nella cura del minimo dettaglio, tipica della regia viscontiana.
Con il 1909 si inizia ad affermare un nuovo modello di abito che segna una profonda rottura con la moda precedente.
La vita cessa, infatti, dopo parecchi decenni, di essere il punto focale della linea femminile e i nuovi abiti sono invece
caratterizzati da una linea dritta e slanciata, a vita leggermente alta.
Le forme sono morbide e drappeggiate, e si fa un grande uso di stoffe leggere e trasparenti, sovrapposte fra loro, spesso
ricamate o decorate di strass e perline.
Le gonne diventano lunghe e aderenti, a volte tanto strette attorno alle caviglie da costringere la donna ad avanzare a
piccoli passi; i corpini apparentemente morbidi, erano però ancora spesso irrigiditi da stecche. La sera si sfoggiano
ampie scollature, strascichi e maniche corte ed aderenti. I colori, abbandonati i toni pastello del decennio precedente,
tendono sempre più a tinte sgargianti. Anche la biancheria si adatta a questa nuova linea. Il busto, abbandonata la linea
a S, scende ora fino ai fianchi, per appiattire le curve troppo generose, e le sottovesti, sempre eleganti e ricercate,
diventano però meno numerose e ingombranti.
A fare da contrasto ai nuovi abiti di linea dritta, ci sono cappelli dalle tese larghissime carichi di decorazioni. Le scarpe
più diffuse hanno nastri di raso che si avvolgono intorno alla caviglia e prendono il nome dal nuovo ballo importato
dall'argentina, il tango.
L'abito preso in esame, riportato in figura, è il modello 58 del volume Patterns of Fashion 2:
Englishwomen'sDresses&Their Construction C. 1860-1940 di Janet Arnold.
L‟abito è stato donato al museo da Miss Edith Craig, realizzato da Madame Hayward e indossato da Lady Maud
Warrender. Il nome “Lady Maud Warrender” è scritto a matita su una parte di seta che venne cucita alla cinta. L‟abito da
sera è costituito da una rete di seta nera ricoperta da minuscole paillettes in argento e da una sottogonna in raso avorio
con pieghe a fisarmonica dal ginocchio. La base del vestito è il corpetto in raso avorio, rivestito da rete di seta nera, e su
di esso sono state montate paillettes. Al di sotto del corpetto è presente una fascia di velluto nero e le decorazioni sulla
fascia, sul corpetto e sull‟orlo dell‟abito sono in paillettes in bronzo. Un doppio strato di chiffon di seta avorio è cucita sul
davanti per fare una base per la fascia di paillettes e alla rete drappeggiata.
La mia scelta è ricaduta proprio su questo periodo e su questo modello per la sua sobrietà che ben si coniuga con la
ricchezza del drappeggio e del ricamo.
Grafico del modello
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Cartamodello
AZIONI DEL PROGETTO
Scelto il modello da eseguire, ho realizzazione i carta modello su carta velina. Dopo aver convertito tutte le misure da
pollici in cm (1 pollice = 2,54 cm) ho quadrettato il foglio di carta velina e ho disegnato i 20 pezzi del modello.
Dopodiché si procederà con il taglio della stoffa, la tintura con coloranti sostantivi (aniline) e la costruzione di un
manichino per adattare la misure del modello. Successivamente, verranno cuciti tutti i pezzi del modello per la
costruzione dell‟abito ed infine, alcune parti dell‟abito verranno decorate con coloranti per tessuti.
NOTE BIBLIOGRAFICHE
ARNOLD JANET, Patterns of Fashion 2: Englishwomen's Dresses & Their Construction C. 1860-1940, Macmillan/QSM
1977
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SIMONA CASIGLIA
MODELLO 58
EVENING DRESS c 1909-10 THE LONDON MUSEUM
Newyorkers è il progetto che ha come scopo lo studio, l‟analisi e la costruzione degli abiti dal 1870 al 1910. Per quanto
riguarda l’abbigliamento femminile, attorno al 1870, al posto della crinolina venne utilizzato un sostegno nella sola parte
posteriore, detto "tournure", da cui si dipartivano drappeggi, ornamenti e un lungo strascico. In questo periodo trionfò
l'eclettismo e si moltiplicano passamanerie e applicazioni e la parte frontale dell’abito cade dritto concentrando gran
parte del suo volume sul retro, arricchito da panneggi e arricciature e spesso un piccolo strascico; invece,a partire circa
dal 1883 gli abiti ricominciano ad acquistare volume sui reni. A partire dal 1893 le maniche, sempre piu' voluminose,
diventano anche ricadenti, e le gonne assumono la tipica forma a campana, favorita dalle pesanti sete di cui sono fatte,
spesso foderate per rimanere rigide. Sotto alla gonna sono spariti tournure e ora il volume sui fianchi e lasciato alla sua
forma naturale.
All’inizio del secolo si afferma un nuovo modello di busto che spinge in fuori il seno, appiattisce lo stomaco e irrigidisce la
schiena, conferendo alla figura alterigia e slancio.Tutto questo crea la linea tipica dei primi dieci anni del XX secolo: la
cosi’ detta linea a S, caratterizzata, appunto, dal petto spinto innaturalmente in avanti e dalla vita minuscola. Le gonne,
fascianti sui fianchi, si allargano sul fondo, talvolta culminando in un corto strascico. I corpini, aderenti sulla schiena, si
gonfiano sul petto. Per aumentare ulteriormente quest’effetto a curve, le cinture assecondano la forma dei corpini
abbassandosi sul davanti.Una linea sinuosa che trae spunto dagli eleganti motivi dell’art nouveau, in voga in questi anni.
L'abito preso in esame, riportato in figura, è il modello 58 del volume Patterns of Fashion 2:
Englishwomen'sDresses&Their Construction C. 1860-1940 di Janet Arnold.
L‟abito è stato donato al museo da Miss Edith Craig, realizzato da Madame Hayward e indossato da lady Maud
Warrender. Il nome “lady Maud Warrender” è scritto a matita su una parte di seta che venne cucita alla cinta. L‟abito da
sera è costituito da una rete di seta nera ricoperta da minuscole paillettes in argento e da una sottogonna in raso avorio
con pieghe a fisarmonica dal ginocchio. La base del vestito è il corpetto in raso avorio, rivestito da rete di seta nera, e su
di esso sono state montate paillettes. Al di sotto del corpetto è presente una fascia di velluto nero e le decorazioni sulla
fascia, sul corpetto e sull‟orlo dell‟abito sono in paillettes in bronzo. Un doppio strato di chiffon di seta avorio è cucita sul
davanti per fare una base per la fascia di paillettes e alla rete drappeggiata.
L‟abito da realizzare che segna una profonda rottura con la moda precedente, è stato scelto per la sua linearità, per le
forme morbide, drappeggiate, eleganti e ricercate, rispetto alla moda precedente con abiti ingombranti.
Ricostruzione grafica del modello
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Cartamodello
AZIONI DEL PROGETTO
Dopo aver scelto il modello da eseguire, si è preceduto alla realizzazione del carta modello su carta velina. Inizialmente,
si sono convertite tutte le misure da pollici in cm (1 pollice = 2,54 cm) e successivamente si è preceduto a quadrettare il
foglio di carta velina e a disegnare i 20 pezzi del modello.
Dopodiché si procederà con il taglio della stoffa, la tintura con coloranti sostantivi (aniline) e la costruzione di un
manichino per adattare la misure del modello. Successivamente, verranno cuciti tutti i pezzi del modello per la
costruzione dell‟abito ed infine, alcune parti dell‟abito verranno decorate con coloranti per tessuti.
NOTE BIBLIOGRAFICHE
ARNOLD JANET, Patterns of Fashion 2: Englishwomen's Dresses & Their Construction C. 1860-1940, Macmillan/QSM
1977
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CLAUDIA CIRRINCIONE
MODELLO 12 (p. 42-43)
EVENING DRESS c1893 THE LONDON MUSEUM
Il progetto Newyorkers ha come fine l'analisi degli abiti in un preciso periodo storico che va dal 1870 al 1910, periodo
storico dominato dalle creazioni del couturier Charles Frédéric Worth il quale inventa una linea di abiti femminili
caratterizzata da tagli e cuciture verticali in corrispondenza del corpetto che modellano le forme femminili. È lo stesso
Worth a denominare il capo con il nome della Princess of Wales che lo indossò nel 1863. A differenza dai precedenti
modelli, il taglio princess è realizzato in un solo pezzo e, dunque, non presenta tagli in vita, eliminando così la divisione
esistente fino a questo momento tra corpetto e gonna.
Da tale moda s'impone la visione della donna inguainata in una corazza, un busto/corpetto steccato e modellato che
arriva ai fianchi sia sul davanti che sul retro, sottolineando la silhouette del corpo.
La gonna ha già subito un cambiamento radicale durante gli anni precedenti: la crinolina ampia degli abiti romantici è
decaduta in favore di una forma drasticamente ridotta sul davanti e con l'ampiezza spostata sul dietro a formare un
breve strascico: ciò fa si che la parte anteriore venga arricchita di decorazioni a complicare la linea retta dell'abito e i
metri e metri di stoffa della coda vengano raccolti dietro con spiegoni o sistemi di arricciamento a la polonaise. Ciò ha
comportato un cambiamento anche nella sottostruttura utilizzata che diventa una tournure, già abbandonata nel periodo
di sviluppo dell'abito princess a favore di strutture più leggere e semplici che accompagnassero la naturale forma del
corpo.
L'abito da me preso in esame, riportato in figura, è il modello 12 a pag. 42 del volume Patterns of Fashion 2:
Englishwomen'sDresses&Their Construction C. 1860-1940 di Janet Arnold.
È un abito da sera del 1893 circa, successivo quindi all'uscita del taglio princess. Gli anni ottanta dell'800 vedono, infatti,
un revival di modelli vestimentari di epoche e stili del passato. La tendenza al decorativismo ha fatto sparire le linee
verticali dei primi anni Ottanta per tornare alla moda della tournure che rivive a partire dal 1883, ma questo ritorno dura
solo un decennio. La gonna viene alleggerita di tutti gli elementi di decoro che la tagliano orizzontalmente per prendere
la cosiddetta forma a campana. Pur conservando il busto steccato e i riferimenti di tipo storico, l'abito si alleggerisce e si
semplifica. La gonna a campana con il breve strascico viene a volte accompagnata con corpetti aderenti così come nel
mio caso studio, in cui ritorna la divisione tra gonna e corpetto. Quest'ultimo presenta le caratteristiche del taglio princess
che disegna una guaina nella parte superiore del corpo della donna e termina in maniche a sbuffo, espressione del
ritorno alle ampie maniche del Cinquecento promosse ancora una volta da Worth nel suo modello della manica à gigot.
La scelta dell'abito è ricaduta sul modello in esame per le visibili corrispondenze con l'abito femminile oggetto di tesi: il
corpetto aderente al busto e steccato, la forma delle maniche, l'ampia gonna se pur con differente tipologia di
raccoglimento delle pieghe della parte posteriore.
Approcciami nella ricostruzione di questa tipologia di abito mi aiuterà nell'estrapolazione e ricostruzione del modello
dell'abito oggetto di tesi.
Ricostruzione grafica del modello (da sinistra in senso orario: 12A, 12B, 12C, 12D)
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12A. Un abito da sera in seta color crema finemente cordata con strisce di raso larghe 1/8 pollici distanziate 1/2 pollici.
Parte delle strisce sono in rosa chiaro, nero e giallo e le altre in turchese chiaro, nero e argento. L'abito è stato creato da
J. J. Fenwick, al 62/63 di New Bond Street a Londra. La gonna è rifinita con un rotolo imbottito di velluto turchese opaco.
È molto simile alla gonna “fan” descritta nel Le Moniteur de la Mode, the Ladies Magazine Agosto 1891... “molto nuova e
alla moda, che definisce chiaramente e strettamente la figura intorno alla vita ed è abbastanza dritta davanti, ma cade in
un completo ventaglio plissettato sul retro”. Il vestito potrebbe essere stato indossato sopra un corsetto ossato, forse
imbottito e una sottoveste intagliata con fronzoli.
12B. Le righe in taffetas e il velluto turchese opaco sono montati sulla parte superiore del corpetto di seta verde. Sia il
velluto che gli strati di seta a righe delle maniche vengono tagliate a dritto filo e montati sulla parte superiore del
sottomanica in seta verde.
12C. Il dettaglio mostra la vita della gonna con l'abbondanza posteriore raccolta in 3 pollici e l'incrocio, le strisce di
velluto turchese opaco cucite sulla parte superiore.
12D. Il rotolo imbottito di velluto turchese opaco decora l'orlo della gonna e aiuta a tenerlo in fuori. La decorazione
traforata all'interno dell'orlo è in seta verde mela opaco.
Cartamodello
AZIONI DEL PROGETTO
Successivamente alla scelta del modello da eseguire, si è proceduto con la trasposizione del modello su carta velina
effettuando la trasformazione dell'unità di misura da pollici a cm. Dopo aver quadrettato un foglio, utilizzandolo come
riferimento, ho disegnato e tagliato tutte le parti del modello (19 pezzi).
15
Quadrettatura foglio
Taglio modello dimensioni reali
Si procederà poi con il taglio della stoffa, la tintura con coloranti sostantivi (aniline) e la definizione del modulo decorativo
con la scelta della seconda tipologia di stoffa da adottare.
Sarà costruito il manichino a stampo su manichino di forme ottocentesche da adattare alle misure del modello ricostruito.
Verrà infine decorata la stoffa, cucito e assemblato l'abito e rifinito.
NOTE BIBLIOGRAFICHE
ARNOLD JANET, Patterns of Fashion 2: Englishwomen's Dresses & Their Construction C. 1860-1940, Macmillan/QSM
1977
MORINI ENRICA, Storia della moda XVIII-XX sec., Skira, Milano 2006
16
CUSIMANO GIUSY
MODELLO 16 (p. 50-51)
RECEPTION GOWN c1901-2 THE LONDON MUSEUM
La partecipazione al progetto Newyorkers, come precedentemente esposto nel progetto, ha previsto la realizzazione di
un abito appartenente al periodo storico che và dal 1870 al 1910. Questi abiti femminili denominati princesse creati da
Ch. F. Worth nel 1864, si caratterizzano per l‟assenza di cuciture in vita e per l‟essere modellati da tagli, pinces e
arricciature.
In questo periodo storico nasce la tipica linea a forma a “S” , caratterizzata dal petto spinto innaturalmente in avanti,
grazie all‟uso della guaina, ossia di un indumento di biancheria intima che serviva a rendere la vita sottile, a trattenere la
pancia e a spingere il seno esageratamente in avanti tanto da sembrare un‟unica massa, così da essere denominato
“monopetto sbalzato”.
La guaina era costituita da una fascia elastica che copre il busto da sotto il seno fino ai fianchi, spesso è resa rigida da
stecche cucite all‟interno.
L‟abito preso in esame dalla sottoscritta, riportato in figura, è il modello 16 a pp. 50-51 del volume di Janet Arnold,
Patterns of fashion: English women’sDresses&their Construction C. 1860-1940, London, Mcmillan 1977.
Il modello preso in considerazione è un abito da sera del 1901-2, esso era una copia dell‟abito indossato dall‟attrice
EllaineTerris nel film Sweet and Twenty, prodotto dal Teatro Vaudeville dell‟aprile del 1901. L‟abito appartiene al periodo
storico della Belle Epoque, in quanto caratterizzato dalla cosiddetta linea a “S”, dalla vita segnata e dalla gonna liscia sul
davanti e riccamente drappeggiata sul di dietro.
L‟abito è costituito da una sottoveste in raso e da una sopravveste in rete di colore avorio. La gonna presenta la
caratteristica forma a sirena, costituita da 4 teli con cuciture sul centro posteriore e sul centro anteriore, aderente fino al
ginocchio e svasata sul fondo, per agevolare i movimenti. La gonna, inoltre, tende a scendere dritta sul davanti,
allargandosi di dietro formando una coda arricchita da panneggi e presenta le caratteristiche del taglio princesse,
precedentemente citato.
La sottoveste morbida segue le linee del vestito e nello stesso tempo serve a creare i giusti volumi nella gonna. L‟abito
è costituito da un bolero, ossia da una giacchetta corta lunga fino a sotto il seno, chiusa sul davanti da una rosellina di
stoffa, questo capo, fatto sul modello del costume dei toreri spagnoli, divenne popolare verso il 1864; venne ripreso
all‟inizio del novecento, come è possibile intuire dal modello in esame, per gli abiti stile “Sans-Ventre”. Inoltre, il bolero
presenta delle maniche a tre quarti con gale asimmetriche.
Il corpetto, presenta una sottostruttura con stecche in vita e una sovrastruttura morbida fissata nella parte laterale con
ganci e occhielli.
L‟abito è stato scelto per le sue caratteristiche estetiche, in particolare per le peculiarità stilistiche della gonna, che
richiama il modello a sirena con uno strascico riccamente drappeggiato, e del bolero che presenta dei chiari riferimenti
con la cultura spagnola.
Figurino dell‟abito da ricevimento del 1901-2 Museo di Londra del libroPatterns of fashion: English
women’sDresses&their Construction C. 1860-1940, p. 50
17
16A. Un abito bianco da ricevimento realizzato con tulle di seta bianco e nastri di raso increspato su un fondo di raso di
color avorio. Il vestito è una copia dell‟abito indossato dall‟attrice EllaineTerriss nel film Sweet and Twenty, prodotto dal
Teatro Vaudeville dell‟aprile del 1901.
La linea della gonna risulta ammorbidita dall‟utilizzo del taglio princesse, mediante l‟ausilio di pinces, e dall‟assenza di un
rivestimento rigido.
Nella parte anteriore del corpetto si intravede una lieve sacca, creata dalla modalità di chiusura utilizzata nel caso
specifico. L‟abito doveva essere indossato sopra una guaina, ossia una corsetto che appiattiva la pancia e donava alla
donna la cosiddetta forma a “S”.
16 B. Questo dettaglio del corpetto mostra le bande di raso che si incrociano intorno alle maniche che sono completate
da delle gale asimmetriche. Il bolero realizzato con una rete risulta rifinito e decorato con nastri di raso. Il corpetto è
fissato al bordo della parte anteriore centrale con ganci e occhielli.
AZIONI DEL PROGETTO
Cartamodello dell‟abito da ricevimento del 1901-2 Museo di Londra del libro Patterns of fashion: English women’s
Dresses & their Construction C. 1860-1940, p. 51
La fase successiva alla scelta del modello da realizzare è stata la trasposizione del modello su carta velina, mediante la
conversione dell‟unità di misura da pollici a centimetri.
Prima di realizzare il cartamodello è stata eseguita la quadrettatura del foglio di carta velina, in seguito sono state
disegnate le diverse parti che costituiscono il modello (23 pezzi).
18
Quadrettatura
Ritaglio del modello in dimensioni reali
La fase successiva al disegno e al taglio del cartamodello sarà il taglio e la tintura della stoffa, il disegno del modulo
decorativo, dimensione 10X10 cm, e del figurino con rappresentato il modulo decorativo in una scala ridotta.
Inoltre, verrà realizzato un manichino aventi le caratteristiche forme di fine 1800 inizi 1900, le cui misure
corrisponderanno al modello dell‟abito preso in esame, in seguito verrà assemblato l‟abito e decorato specifiche tecniche
artistiche
NOTE BIBLIOGRAFICHE
ARNOLD JANET, Patterns of Fashion 2: Englishwomen's Dresses & Their Construction C. 1860-1940, Macmillan/QSM
1977
ROSITA LEVI PIZETSHY, Storia del costume in Italia, vol. V, Istituto Editoriale Italiano, Milano 1964.
ANNA CANONICA SAWINA, Dizionario della Moda, Sugarco Edizioni, Varese 1994.
19
ANNALISA LO BUONO
MODELLO 16 (p. 50-51)
RECEPTION GOWN c1901-2 THE LONDON MUSEUM
Il progetto Newyorkers prende spunto dallo studio precedente dei costumi creati dal costumista Piero Tosi, in
collaborazione con Luchino Visconti, nei due film “Il senso” del 1954 e il “Gattopardo” del 1963, che hanno come tema
l‟Unità d‟Italia: da questo studio sono stati realizzati due abiti dagli allievi dell‟Accademia di Belle Arti di Palermo, ispirati
ai personaggi di Angelica e Fabrizio del “Gattopardo”.
Da questo deriva la nascita di questo progetto, dove è stato affrontato lo studio degli abiti di un altro periodo storico, nella
New York del 1890-1910 del film “L‟età dell‟innocenza” del 1993 di Martin Scorzese, la cui costumista Gabriella Pescucci
era allieva proprio di Piero Tosi.
Dopo aver visionato il film e osservato le tipologie di abiti vestiti dalle attrici, dal secondo giorno si è proseguito con lo
studio dei cartamodelli storici disegnati da Janet Arnold, degli abiti dal caratteristico taglio Princesse composti da 3 pezzi:
la gonna e 2 corpetti, uno da giorno e uno da ballo.
Dopodiché ognuno ha scelto un abito tra quelli della Arnold, di cui si sarebbe dovuto disegnare il cartamodello in scala
1:1.
L‟abito da me scelto si trova al Museo di Londra, databile al 1901-2, del quale il cartamodello è presente nel libro di
Janet Arnold, Patterns of fashion: Englishwomen’sDresses&their Construction C. 1860-1940, London, Mcmillan 1977,
pp. 50-51.
Figurino dell‟abito da cerimonia del 1901-2 Museo di Londra del libroPatterns of fashion: English women’sDresses&their
Construction C. 1860-1940, p. 50
16 A. Un abito in rete bianca puntinata su una base di raso avorio, ornata di bande incrociate di raso avorio e nastri di
raso che creano le ruches. Il vestito è una copia di quello indossato da EllaineTerris, l'attrice in “Sweet and Twenty”,
prodotto presso il Teatro Vaudeville nel mese di aprile 1901. La linea della gonna è ammorbidita. Gli spicchi vengono
tagliati con una curva invece della linea retta degli anni '90, e lasciato senza un rivestimento rigido. Il vestito sarebbe
stato poi indossato sopra un corsetto, con una fascia frontale che appiattisce lo stomaco, e la sottoveste morbida che
segue le linee del vestito che danno la forma ad S al corpo.
16 B. Il dettaglio del corpetto mostra le fasce di raso delle maniche che crea l‟alternanza di pieni e increspature
trasparenti. Il bolero è fatto anche di rete puntinata e rifinito con nastro di raso a ruches e bande di raso incrociate. Il
corpetto è fissato bordo a bordo nella parte anteriore centrale con ganci e occhielli.
20
Cartamodello dell‟abito da cerimonia del 1901-2 Museo di Londra del libroPatterns of fashion: English
women’sDresses&their Construction C. 1860-1940, p. 50
AZIONI DEL PROGETTO
Il cartamodello è stato disegnato partendo dal disegno della Arnold, riportandolo con le misure reali trasformate da pollici
in centimetri e infine è stato ritagliato per posizionarlo sul tessuto.
Disegno del cartamodello a partire dalla quadrettatura
Taglio della carta velina del modello in misure reali
Il primo step del progetto si è concluso con la realizzazione del cartamodello, dopodiché si procederà con un secondo
step che avrà luogo dal 3 al 7 settembre 2012.
La fase successiva prevede il disegno di un figurino con una proposta di colore dell‟abito e la realizzazione di un pattern
decorativo di 10x10 cm sulla base di modelli di William Morris e dell‟Art &Craft degli ultimi anni dell‟800 e i primi del „900.
Questo pattern avrà poi dei colori compatibili con la proposta di colore dell‟abito e verrà riprodotto sul figurino ripetendolo
modularmente sull‟intero abito o su parte di esso.
21
Dopo aver scelto il colore dell‟abito e il pattern definitivo si procederà con la tintura del tessuto con aniline e con la
realizzazione del pattern, come da figurino, scegliendo una tra varie tecniche possibili (pittura su stoffa, ricamo, ricamo
applicato, perline, paillette, ecc).
Parallelamente alla realizzazione dell‟abito, verrà realizzato anche un manichino dal taglio tipico di questi anni, a petto di
piccione, dove verrà modellata anche la forma della sottostruttura della gonna a demi-tournure.
NOTE BIBLIOGRAFICHE
ARNOLD JANET, Patterns of Fashion 2: Englishwomen's Dresses & Their Construction C. 1860-1940, Macmillan/QSM
1977
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DANIELE PASTA
MODELLO 17
A DAY DRESS C 1902-3 THE GALLERY OF ENGLISH COSTUME
Ricostruzione grafica del modello (da sinistra in senso orario: 17A, 17B)
17 A
Abito da giorno realizzato in seta e cotone, le decorazioni sulla gonna sono realizzate con passamanerie arricciati color
crema con fior da lisi in avorio satinato e bordato da altre passamanerie. La parte frontale del corpetto e la parte delle
spalle sono entrambe in crepeline di seta color avorio. La blusa nella parte frontale è molto pronunciata. A 1/8 della
gonna ogni pannello della gonna è ricurvo e la parte inferiore del sotto gonna ha un ampia bordura in taffetas. Il vestito
sarebbe dovuto essere accompagnato anche da un corsetto tagliato con le stesse linee della gonna.
17 B
La giacca sopra il corpetto è in crepeline di seta color avorio. La giacca copre il fronte del corpetto e una piega si forma
alla sinistra al disotto del corpetto.
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Cartamodello
AZIONI DEL PROGETTO
Successivamente alla scelta del modello da eseguire, si è proceduto con la trasposizione del modello su carta velina
effettuando la trasformazione dell'unità di misura da pollici a cm. Dopo aver quadrettato un foglio, utilizzandolo come
riferimento, ho disegnato e tagliato tutte le parti del modello (19 pezzi).
Quadrettatura foglio
Taglio modello dimensioni reali
Si procederà poi con il taglio della stoffa, la tintura con coloranti sostantivi (aniline) e la definizione del modulo
decorativo.
Sarà costruito il manichino a stampo su silhouette femminile della fine del XIX secolo e da adattare alle misure del
modello ricostruito.
24
Verrà infine decorata la stoffa attingendo al repertorio decorativo diffuso nel periodo di riferimento, come ad esempio i
decori tessili di William Morris ottenuti attraverso la sovrapposizione di forme geometriche o facendo ricorso alle più
slanciate strutture a onda; per poi passare alla cucitura e all‟assemblaggio definitivo dell‟abito.
NOTE BIBLIOGRAFICHE
ARNOLD JANET, Patterns of Fashion 2: Englishwomen's Dresses & Their Construction C. 1860-1940, Macmillan/QSM
1977
MORINI ENRICA, Storia della moda XVIII-XX sec., Skira, Milano 2006
EUGÉNE GRASSET, Art Nouveau disegni floreali, Orsa Maggiore, Torriana (FO) 1988
25
LOREDANA MANNINA
MODELLO 58
EVENING DRESS c 1909-10 THE LONDON MUSEUM
La selezione dell‟abito da riprodurre doveva essere fatta tra un campionario di abiti che fossero cronologicamente
compresi tra il 1870 e il 1910.
Si tratta di un abito da sera del 1909- 10 conservato presso il LondonMuseum. L‟abito originale è realizzato in due parti:
uno strato più lungo di fondo in raso color avorio con estremità asimmetrica e uno strato di seta nera ricamata che lo
ricopre per quasi tutta la lunghezza.
E‟ stato scelto perché cronologicamente compreso nel periodo di esame e in funzione alla particolarità del doppio strato
eseguito con differenti tessuti e dunque caratteristiche e problematiche differenti che porteranno ad avere una visione più
ampia della tecnica sartoriale del tempo.
Realizzazione dell’abito
Per la realizzazione dell‟abito si prevedono i seguenti step:
-
Studio del modello;
Realizzazione del cartamodello;
Realizzazione del manichino con forme e misure tipiche del 1800;
Tintura delle stoffe;
Taglio delle stoffe;
Cucitura dell‟abito;
Realizzazione del pattern decorativo (misura 10X10 cm);
Decorazione dell‟abito col motivo decorativo scelto.
Si decide di proseguire singolarmente nella realizzazione dell‟abito che dovrà essere ultimato nella prima settimana di
Settembre in occasione della ripresa delle lezioni in Accademia.
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PERIODO: II SEMESTRE A.A. 2011-2012
Lezioni applicate dal 12 al 16 Novembre 2012
GIORNO: 12 Novembre 2012
ORARIO: 09,30 – 13,30
LUOGO: Auletta Didattica, CRPR
RELATORI: V. U. Vicari
ARGOMENTO: Attività descrittiva dei manufatti assimilabili ad abiti e vesti tramite lo standard catalografico
Durante la prima parte della lezione è stata fatta una panoramica sulla questione delle deformazioni corporali nei secoli,
che servisse a fornire soluzioni al problema delle forme dei supporti nel restauro dell‟abito antico.
Abbiamo individuato le misure auree con le quali ci dobbiamo confrontare nel restauro dell‟ abito antico (fino al 1910).
Ci è stato illustrato l‟evolversi delle mode e dei supporti che, indossati sotto gli abiti, scolpivano il corpo degli uomini e
delle donne in maniera sostanziale e irreversibile.
La costrizione del corpo transitava dagli ambienti marziali a quelli domestici, finche il busto non divenne un accessorio
utilizzato sia da uomini che da donne sin da giovane età.
Abbiamo perciò conosciuto l‟incisività del farsetto maschile, indossato sotto l‟armatura a usberghi, come vestimento da
guerra durante le Crociate e gli standard del busto femminile con i corrispondenti modelli semiotici (che mettono in
evidenza gli apparati riproduttivi e dativi ovvero fianchi larghi e seni posti in evidenza).
Sono stati individuati i periodi storici in cui si concedeva l‟uso di un busto meno coercitivo ovvero Il periodo postrivoluzione francese, intorno al 1789.
Alla luce di ciò si è parlato delle strutture e delle aziende, in Italia e nel mondo, che hanno già affrontato la problematica
delle forme dei supporti nel mondo del restauro dell‟abito antico per poi introdurre l‟utilità della catalogazione dell‟abito
antico e contemporaneo secondo il modello della scheda VeAC.
Farsetto in stoffa imbottito (XIII sec a.C.)
Busto femminile (XII sec a.C.)
Busto femminile
(ultimo trentennio del XVIII sec)
27
GIORNO: 14 Novembre 2012
ORARIO: 09,30 – 13,30
LUOGO: Galleria Interdisciplinare Regionale di Palazzo Abatellis
RELATORI: A. Lombardo,
presenti E. Andriolo, C. Giannilivigni (operatori restauro della Galleria Palazzo Abatellis)
ARGOMENTO: Casi studio del patrimonio tessile della Galleria di Palazzo Abatellis
La lezione applicata, presso i depositi di Palazzo Abatellis, si è articolata in tre momenti differenti. Inizialmente sono stati
illustrati due casi studio della collezione tessile, ovvero l‟abito mutilo neoclassico della fine del XVIII sec. e il giubbino in
matelassè del XVIII sec., e le problematiche relative alla conservazione.
L‟opportunità unica è stata il potere osservare i manufatti tessili custoditi nel deposito di Palazzo Abatellis all‟interno di un
cassettone ligneo seicentesco, i manufatti prevalentemente abiti da statuaria, panciotti, mantelle, merletti, accessori,
hanno permesso di completare per una prima conoscenza l‟ambito dell‟abito e dei suoi accessori. Particolare interesse,
tra i manufatti della collezione, ha destato un presumibile abito in tulle aggrovigliato e riconducibile ad un ammasso di
rete, ma con ricami visibili policromi in ciniglia e in lamina metallica dorata custodito all‟interno di una scatola di cartone,
interessante proprio per lo stato di conservazione pessimo, che potrebbe consentire uno studio sulla metodica più
consona per un abito ridotto in poltiglia e di tessuto impalpabile.
Nell‟ultima parte della visita, la collezione di parati sacri, e il loro intervento di manutenzione programmata durante il
cantiere relativo al tirocinio del triennio area organica dell‟ A.A. 2009/2010, è stato argomento per affrontare la
conservazione e la conservazione di un nucleo di tessili facenti parte di una collezione.
Descrizione dell‟abito mutilo neoclassico del XVIII sec.
Giubbino realizzato con la tecnica del matelassè
Scialle con ricami policromi e in lamina metallica
custodito all‟interno del cassetto 7 del cassone
seicentesco
Abito in tulle con ricami policromi in ciniglia e applicazioni
in lamina metallica, custodito nel cassetto 7 del cassone
seicentesco (Inv. 9240)
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GIORNO: 16 Novembre 2012
ORARIO: 9,30 – 13,30
LUOGO: Auletta didattica, CRPR
RELATORI: V. U. Vicari
Argomento: Attività descrittiva dei manufatti assimilabili ad abiti e vesti tramite lo standard catalografico VeAC
In questa seconda parte della lezione sull‟utilizzo e l‟applicazione della scheda VeAC, il professore ha spiegato in cosa
consistono i vari campi e come si compilano in base all‟oggetto che si deve catalogare. Per non ripetere quanto già era
stato approfondito con gli studenti di 4° anno ha voluto trattare l‟abito contemporaneo, per delinearne le differenze con
l‟abito antico, dovute alla presenza di indicazioni della casa di alta moda e dello stilista,e anche perché oggi anche questi
sono considerati Beni Culturali. Per fare ciò serviva procurarci un abito di alta moda corredato da accessori, è stato un
abito rosso di Valentino alta moda in seta con cappello e scarpe.
Comprendere il metodo di catalogazione, studiare le fogge e la materia costituenti l‟abito,fanno parte di un percorso
comune per qualsiasi tipologia di abito, e apre le strade per chi volesse intraprendere la via della conservazione
dell‟abito, un ambito intrapreso solo da qualche decennio e ancora non molto conosciuto.
Frontespizio della scheda ministeriale per la catalogazione di
abiti e vestimenti antichi e contemporanei.
Modello di Scheda VeAC.
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