10 `11 - Teatro di roma

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10 `11 - Teatro di roma
Notiziario del Teatro di Roma
febbraio.luglio
n
10
’11
www.teatrodiroma.net
ARGENTINA
INDIA
n quarantasette anni di teatro ho avuto l’occasione di recitare tante volte al Teatro Argentina.
Il Teatro Argentina è il teatro in cui tutti gli attori italiani sognano di recitare. Peché?
Perché il Teatro Argentina è il teatro di Roma. E con questo si è già detto tutto.
E ora, dirigere il Teatro di Roma, di una città meravigliosa e complessa come Roma, è un incarico che mi ‘carica’,
appunto, di preoccupazione. Sarò capace? Farò bene? Noi tutti viviamo un tempo ‘perturbante’ di disagio.
Noi tutti uomini dell’Occidente viviamo il tempo del disagio del pensiero. Che cos’è?...
Da dove viene questa specie di disagio, di malessere in cui tutti ci sentiamo stretti, angustiati?...
«Io che sono?» si domandava Leopardi.
Il Teatro mette in scena proprio questa domanda: la domanda dell’Essere.
Ricordate «Essere o non Essere questa è la domanda...»?
Il Teatro pone di fronte all’uomo la Domanda su se stesso. E in questo modo l’uomo incontra ‘se stesso’.
I
Gabriele Lavia
ARGENTINA
T E AT R O
8_27 FEBBRAIO .11
TEATRO STABILE DELL’UMBRIA
COMPAGNIA LAVIA ANAGNI
IL MALATO IMMAGINARIO
DI MOLIÈRE
REGIA GABRIELE LAVIA
SCENE ALESSANDRA CAMERA
COSTUMI ANDREA VIOTTI
MUSICHE GIORDANO CORAPI
LUCI SIMONE DE ANGELIS
CON GABRIELE LAVIA, PIETRO BIONDI, GIANNI DE
LELLIS, GIORGIO CRISAFI, BARBARA BEGALA,
MAURO MANDOLINI, VITTORIO VANNUTELLI, GIULIA
GALIANI, ANDREA MACALUSO, MICHELE DEMARIA E
LUCIA LAVIA
1_13 MARZO .11
ARENA DEL SOLE - NUOVA SCENA
TEATRO STABILE DI BOLOGNA
TEATRO STABILE DEL VENETO
VESTIRE GLI IGNUDI
DI LUIGI PIRANDELLO
REGIA LUCA DE FUSCO
SCENE FABRIZIO PLESSI
COSTUMI MAURIZIO MILLENOTTI
MUSICHE ANTONIO DI POFI
LUCI GIGI SACCOMANDI
CON (IN O. A.)
GAIA APREA, ANITA BARTOLUCCI,
ALBERTO FASOLI, ALDO OTTOBRINO,
GIOVANNA MANGIÙ, PAOLO SERRA, ENZO TURRIN
Il malato immaginario, l'ultima opera di Molière, pone a partire dal titolo, due problemi. Il titolo è ambiguo e, probabilmente, vela il senso
profondo. È la storia di un Malato (soggetto) immaginario (predicato), oppure è l'Immaginario (soggetto) malato (predicato)? In fondo basta
spostare l'enfasi su una parola piuttosto che un'altra e cambia tutto....
I due grandi filosofi del tempo di Molière sono Cartesio e Pascal che hanno ‘due visioni del mondo diverse’. Cartesio direbbe che il ‘Malato’ è
soggetto e ‘Immaginario’ predicato. Pascal, al contrario, direbbe che è l'’Immaginario’ soggetto e ‘malato’ predicato.
Nei "Pensieri", l'opera più importante di Pascal, ce n'è uno, il più lungo, che ha come titolo "Immaginazione". È proprio in questo ‘pensiero’ che Pascal
parla dei Medici e dei Dottori: «Se i Medici non avessero sottane e babbucce, i Dottori non avessero berrette quadrate e toghe ampie quattro volte tanto
mai avrebbero ingannato il mondo... Altro principio di errore dell'immaginazione sono le malattie. Esse corrompono il Giudizio e la Percezione... »
È evidente, leggendo questo ‘pensiero’, che Molière conoscesse l'opera di Pascal e fosse vicino alla sua filosofia.
Ma leggiamo quest’altro Pensiero di Pascal: «È pericoloso dire al popolo che le leggi non sono giuste poiché obbedisce ad esse solo perché le
crede giuste.... Perciò bisogna dirgli, in paritempo, che alle leggi bisogna ubbidire in quanto tali, così come bisogna ubbidire ai Superiori non
perchè siano giusti, ma perchè sono superiori...»
Nella ‘Stanza-Mondo’ del Malato di Molière c'è una legge assoluta a cui si deve obbedire ciecamente pena la Morte. La Legge del Clistere.
Rifiutare l'“introduzione anale” del Clistere del Professor Dottor Purgone è un «delitto atroce di lesa facoltà”.
C'è altro da dire?....
All'alzarsi del sipario del nostro spettacolo vediamo un uomo maturo, ma non vecchissimo, che sta ‘registrando’ su un vecchio magnetofono i
resoconti delle sue purghe e dei suoi clisteri imposti dal suo medico curante, il Professor Dottor Purgone.
Come una specie di Krapp di Beckett, registra le sue memorie purgativo-clisteriche un uomo solo, irritato, antipatico e violento che passa la sua
esistenza tra il letto e il cesso: nella luce fioca di una stanza della malattia dell'Immaginario che diventa specchio del mondo.....
L'Immaginario è il lato oscuro e malato di quest'uomo solo e succube del Potere e del suo edificio ideologico. Il Potere sono i Medici, l'Edificio
Ideologico è la Malattia...
Chi è quest'uomo che si è chiuso in un Immaginario malato? Argante è malato e per questo chiama i medici o è il ‘Potere’ dei
medici che ha imposto ad Argante la Malattia dell'Immaginario per poter essere chiamati a esercitare il loro potere? Argante
è l'oggetto del desiderio dei medici o sono i medici l'oggetto del suo desiderio?....
C'è un solo modo per sfuggire alla tirannia del Potere – medico: imparentarsi con il Potere – medico e far parte della famiglia
del Potere – medico. Non avendo un figlio maschio,
non resta che la figlia Angelica....
I brani che Argante ascolta dal registratore sono
‘pezzi’ di Malone muore di Beckett.
Gabriele Lavia
Una ragazza sfortunata, che ha vissuto amori sbagliati e vicende travagliate, si suicida, ma mentre agonizza compie un atto incredibile per
una persona che sa di non avere un futuro: concede una intervista a un giornale popolare in cui si “rappresenta” in modo molto diverso dalla
realtà, creando una immagine di sé nobile ed edificante. La ragazza viene poi salvata dalla morte e, sopravvivendo, prova a inventarsi una
nuova se stessa “né quella né questa: un’altra”.
Purtroppo la finta Ersilia, questo il suo nome, che tutti avrebbero rispettato se fosse morta, non regge il peso della realtà e per vedersi
restituire l’onore perduto, è costretta a suicidarsi davvero, questa volta con successo.
Questa trama potrebbe essere una storia del nostro tempo: Ersilia, se non fosse per il suo nome demodé, sembra una cugina della ragazza
inglese che ha recentemente venduto alla tv la diretta della propria agonia, fino al termine dei suoi giorni.
Deve infatti esserci qualcosa di irresistibile che spinge le persone a “rappresentarsi”, a raccontare i propri moti più intimi in pubblico,
trasfigurandoli e cercando il riscatto da grigie esistenze con brillanti affabulazioni delle stesse.
Queste riflessioni mi hanno spinto a immaginare un Vestire gli ignudi televisivo, in cui si aggiorna la volontà di auto rappresentazione dalla
carta stampata al mezzo tipico del nostro tempo e in cui tutta la vicenda sembra raccontata e insieme spiata dalla televisione.
L’idea è talmente semplice ed efficace da avermi subito fatto cercare qualcosa che la rendesse più rarefatta e astratta, più universale e meno
cronachistica. Credo di aver trovato la soluzione affidando la scenografia a un artista come Fabrizio Plessi. Fabrizio ha inventato un modo
creativo e sottilmente teatrale per usare il mezzo più inflazionato del nostro tempo: i video, questa idea lo ha reso famoso in tutto il mondo.
Man mano che lavoravamo assieme, che vedevo comparire i suoi mobili astratti, si è andato sempre più assottigliando il senso di spettacolo
televisivo e sempre più il nostro spazio è andato assomigliando a quella che Giovanni Macchia chiama “la stanza della tortura”. Macchia
definisce in questo modo la scena pirandelliana: un luogo dove i personaggi della sua drammaturgia hanno la straziante esigenza di
raccontarsi, di mettere a nudo i propri grovigli interiori alla ricerca di una improbabile assoluzione. Questo clima giudiziario in cui i monologhi
assomigliano a deposizioni ha a poco a poco, durante le prove, spostato l’asse dello spettacolo. Dal reality show rarefatto siamo passati ad
una sorta di stanza delle ispezioni. Un regista occulto (forse lo stesso Pirandello?) spia, scruta, infila la telecamera negli angoli più nascosti,
addirittura fa calare un microfono per ascoltare meglio la scena madre del testo, che i due personaggi tendono a recitare con segretezza.
I due filoni dello spettacolo rappresentano due grandi temi
della drammaturgia di Pirandello, quello della voglia di auto
rappresentazione dei personaggi (si pensi solo alla Trilogia del
teatro nel teatro) e il crudele talento di scavo, tra l’entomologo e
lo psicoanalista con cui Pirandello tortura i suoi personaggi i
fantasmi della sua psiche. Nel finale i due fili si riuniscono in un
monologo di Ersilia che è insieme la sua grande messa a nudo e
l’apice dell’ispezione del regista occulto.
Luca De Fusco
febbraio.maggio
STAG IONE
www.teatrodirroma.net
10.11
29 MARZO_29 APRILE .11
TEATRO DI ROMA
EMILIA ROMAGNA TEATRO
LA RESISTIBILE ASCESA
DI ARTURO UI
DI BERTOLT BRECHT
REGIA CLAUDIO LONGHI
MUSICHE HANS-DIETER HOSALLA
TRADUZIONE MARIO CARPITELLA
DRAMATURG LUCA MICHELETTI
SCENE ANTAL CSABA
COSTUMI GIANLUCA SBICCA
LUCI PAOLO POLLO RODIGHIERO
CON UMBERTO ORSINI
NICOLA BORTOLOTTI, SIMONE FRANCIA
OLIMPIA GRECO, LINO GUANCIALE
DIANA MANEA, LUCA MICHELETTI
MICHELE NANI, IVAN OLIVIERI
GIORGIO SANGATI, ANTONIO TINTIS
prima nazionale
"Buffa" e mordace parabola satirica sulla corruzione del
potere, La resistibile ascesa di Arturo Ui racconta la
cronaca nera della Berlino degli anni Trenta invasa dalle
squadracce naziste, trasferita per invenzione dell'autore in
una coeva Chicago in cui l'industria magnatizia del
commercio dei cavolfiori prospera all'ombra sinistra del
gangster Arturo Ui, satirico "alias" di Adolf Hitler.
Scritta tra il 1940 e il '41 dall'esilio finlandese, Brecht
definirà in seguito l'opera una «farsa storica», dato il piglio
ironico, salace ed «epico» al contempo con cui essa
ricostruisce la tragicomica epopea di un trust scalcagnato in una città corrotta, ammiccante alla
situazione economico-politica in dissesto nella Germania dello stesso periodo.
Con Umberto Orsini assoluto protagonista nel ruolo del titolo, affiancato da una troupe giovane e
affiatata, lo spettacolo intende assecondare pienamente l'ispirazione grottesca del copione,
conferendo all'apologo una dimensione "circense", dove l'incisiva brevità dei singoli "numeri",
l'equilibristica retorica della sopraffazione mafiosa, la serie rocambolesca dei fatti di cronaca narrati e
messi alla berlina attraverso la lucida comicità di cui Brecht si serve come arma storico-critica,
traducono la parabola in una "rivista" briosa e nitida, caustica ed elegante sul tragico nonsenso del
nostro passato.
3_15 MAGGIO .11
L’ACCADEMIA FILARMONICA ROMANA
AL TEATRO ARGENTINA
STAGIONE .10.11
TEATRO STABILE DI TORINO
OPERETTE MORALI
DI GIACOMO LEOPARDI
ELEMENTI SCENICI MIMMO PALADINO
REGIA MARIO MARTONE
CON RENATO CARPENTIERI, MARCO CAVICCHIOLI
ROBERTO DE FRANCESCO, MAURIZIO DONADONI
GIOVANNI LUDENO, PAOLO MUSIO, TOTÒ ONNIS
FRANCA PENONE, BARBARA VALMORIN
Le Operette morali sono una raccolta di ventiquattro componimenti in prosa, dialoghi e
novelle, che Giacomo Leopardi scrive tra il 1824 ed il 1832. In essi troviamo l’anima più
profonda dell’autore: il rapporto dell’uomo con la storia, con i suoi simili e in particolare con
la Natura; il raffronto tra i valori del passato e la situazione statica e decaduta del presente;
la potenza delle illusioni e della gloria. I temi affrontati sono fondamentali, primari: la
ricerca della felicità e il peso dell’infelicità, la natura matrigna, la vita che è dolore, noia. In
questo panorama di atmosfere astratte e glaciali la ragione si distingue come unico
strumento per sfuggire alla disperazione. Le Operette rappresentano una perfetta
orchestrazione di toni sulla vita e sulla morte: nella visione leopardiana, l’uomo si muove
all’interno di una natura cieca, dalla quale non può ottenere nulla. Sprezzante verso l’idea
di progresso, scientifico e spirituale, il poeta irride le conquiste dell’umanità come pure
finzioni, chimere di un progresso senza costrutto. Cosa rimane dunque all’uomo?
Martone riprende il filo del suo spettacolo del 2004, l’Opera segreta, il trittico la cui ultima
parte era dedicata al lungo soggiorno napoletano di Giacomo Leopardi, e torna al poeta
recanatese, mettendo in scena le Operette morali nello spazio raccolto della sala
ottocentesca del Teatro Gobetti:
«un testo che - spiega il regista la drammaturgia contemporanea
ci mostra oggi in tutte le sue
potenzialità teatrali».
GIOVEDÌ 10 MARZO .11
CON SCHUBERT – INSEGUIRE LA FELICITÀ
GIOVEDÌ 21 APRILE .11
QUARTETTO CASALS
CON SCHUBERT – INSEGUIRE LA FELICITÀ Mozart, Beethoven e Kurtàg
QUARTETTO SAVINIO
Stabat mater: D’Amico e Schubert GIOVEDÌ 5 MAGGIO .11
CON SCHUBERT – INSEGUIRE LA FELICITÀ
QUARTETTO PROMETEO
Fedele e Schubert
TEATRO
febbraio.luglio
STAG IONE
campagna abbonamenti stagione
www.teatrodiroma.net
10.11
9_20 febbraio .11
27 aprile_8 maggio .11
La sirena
4_12 giugno .11
Line
Don Chisciotte
tratto dal racconto Lighea di Giuseppe Tomasi di Lampedusa
drammaturgia di Luca Zingaretti
reading di Luca Zingaretti
22 febbraio_6 marzo .11
di Israel Horovitz
con Alessandro Averone, Paola De Crescenzo
Luca Nucera, Massimiliano Sbarsi, Nanni Tormen
a cura di Walter Le Moli
regia Antonio Latella
con Massimo Bellini e Stefano Laguni
14_19 giugno .11
La canzone di Nanda
I Promessi sposi alla prova
dai diari 1917-1973 di Fernanda Pivano
di e con Giulio Casale
regia Gabriele Vacis
di Giovanni Testori
regia Federico Tiezzi
con Pierluigi Corallo, Marion D’Amburgo, Iaia Forte
Sandro Lombardi, Caterina SImonelli
Massimo Verdastro Debora Zuin
15_19 giugno .11
Lavori in corso
8_13 marzo .11
di Claudio Fava
regia Ninni Bruschetta
con Maurizio Marchetti, David Coco, Antonio Alveario
Faisal Taher, Toni Canto
Il Dio conteso
drammaturgia di Adriana Martino
da testi di Spinoza, Nietzsche, Hans Kung,
Abraham Yehoshua, Elena Loewenthal, Gershom Scholem
Hannah Arendt, Sigmund Freud, Piergiorgio Odifreddi
Riccardo Calimani, Marina Cafiero
regia Adriana Martino
21_26 giugno .11
Atto senza parole
e altri testi
di Samuel Beckett
regia Pierpaolo Sepe
con Tommaso Bianco, Benedetto Casillo, Gigi De Luca
Franco Javarone
15_20 marzo .11
Terra matta
dall’autobiografia di Vincenzo Rabito
adattamento, regia e impianto scenico Vincenzo Pirrotta
con Vincenzo Pirrotta, Amalia Contarini
Marcello Montalto Alessandro Romano
Salvatore Lupo, Giovanni Parrinello, Mario Spolidoro
22 marzo_3 aprile .11
Finale di partita
di Samuel Beckett
regia Massimo Castri
con Vittorio Franceschi, Milutin Dapcevic
Diana Hobel, Antonio Giuseppe Peligra
3_8 maggio .11
Extremities
22_26 giugno .11
di William Mastrosimone
regia Bruno Armando
con Alessandro Averone, Federica Bognetti
Laura Cleri, Paola De Crescenzo
La rivoluzione siamo noi
da un’idea di Ginestra Paladino e Marco Alemanno
interpretato da Ginestra Paladino
11_15 maggio .11
28 giugno_2 luglio .11
Nella pietra
Orazi e Curiazi
di Christa Wolf
adattamento, progetto di scena e regia di Enrico Frattaroli
con Anna Paola Vellaccio
Mariateresa Pascale, Valentina Rosaroni,
Ivan Marcantoni
di Bertolt Brecht
regia Fabrizio Arcuri
18_26 maggio .11
Auntie & Me
Mia zia ed io
di Morris Panych
regia Fortunato Cerlino
con Alessandro Benvenuti e Barbara Valmorin
17_21 maggio .11
Faccia da cucchiaio
Spoonface
di Lee Hall
adattamento, regia, scena e costume Marco Carniti
con Melania Giglio
25_29 maggio .11
Alexis, una tragedia greca
ideazione e regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò
con Silvia Calderoni
28 maggio_5 giugno .11
Orson Welles’ Roast
29 marzo_2 aprile .11
con Giuseppe Battiston
regia Michele De Vita Conti
Grimmless
di ricci/forte
regia Stefano Ricci
con Anna Gualdo, Valentina Beotti, Andrea Pizzalis
Giuseppe Sartori, Anna Terio
5_9 aprile .11
Edipo
uno spettacolo scritto e diretto da Nanni Garella
ispirato all’opera di Pier Paolo Pasolini
con Silvia Giulia Mendola
e gli attori di Arte e Salute
7_17 aprile .11
Freddo
www.teatrodiroma.net
Molto di più di un teatro.
Biglietteria
Teatro India
Lungotevere Vittorio Gassman
apertura dalle ore 17,00
Teatro Argentina
Largo di Torre Argentina, 52
06.684000311
mar-dom ore 10-14, 15-19
lunedi riposo
In assenza di spettacolo lun-sab
domenica riposo
di Lars Norén
regia Marco Plini
Ufficio Promozione
12_21 aprile .11
Largo di Torre Argentina, 52
06.684000346
Il vecchio e il cielo
scritto e diretto da Cesare Lievi
con Gigi Angelillo, Ludovica Modugno, Giuseppina Turra
[email protected]
mar-gio ore 10-14, 15-18
venerdì ore 10-14, 15-17
Info
06.6840001
Contact center
del Comune di Roma
060608
Call center
prenotazione Card
06.684000345
lun-ven ore 10-17
Per i concerti
dell’ Accademia
Filarmonica Romana
info su biglietti e abbonamenti
06.3201752
www.filarmonicaromana.org