Foucault Michel, La volonté de savoir , Editions

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Foucault Michel, La volonté de savoir , Editions
Foucault Michel, La volonté de savoir, Editions Gallimard, Paris
1976; tr. it. La volontà di sapere, Feltrinelli, Milano 1978
(2001); tr. di Pasquino Pasquale, Procacci Giovanna, pp. 146
Recensione di Cristina Richieri
28 febbraio 2006
Abstract
The book opens a series of studies which Foucault wished to be subjected to further
development and critical reactions. It is not on sexual behaviour in modern western
societies, but on how these kinds of behaviour have become an object of knowledge
through centuries. While studying the relationship between power, knowledge and
sex, Foucault wondered if the right procedure would be to focus on the notion of
repression. As a result, he came to develop a new analysis of the operation of power
in modern society by showing how forms of knowledge are constructed by specific
institutions.
Sexuality is just an example of a more general matter, namely how the production of
discourses which have been granted the value of truth, at least for a certain period,
are bound to various devices and power institutions.
Il libro apre una serie di studi che Foucault voleva mutevoli e aperti alle reazioni che
avrebbero suscitato.
Il libro non tratta dei comportamenti sessuali nelle società occidentali moderne, ma
piuttosto di come questi comportamenti siano diventati oggetto di conoscenza nel
corso dei secoli. Studiando i rapporti tra potere, conoscenza e sesso, Foucault si
pone il problema se sia corretto centrare l’
analisi sul concetto di repressione. Le sue
riflessioni lo portano a sviluppare una nuova analisi delle strategie del potere nella
società moderna illustrando come le forme di conoscenza vengano costruite da
specifiche istituzioni.
La sessualità è solo un esempio di come la produzione di discorsi a cui sia attribuito
un valore di verità , almeno per un certo periodo, sia intimamente collegata a vari
meccanismi e istituzioni di potere.
Recensione
La volontà di sapere è la prima parte di un progetto di sei libri sulla storia della
sessualità rimasto però incompiuto. Prima di morire Foucault riuscì a pubblicarne
solo altri due, L’
uso dei piaceri e La cura di sé . Appartiene alla fase più recente del
suo pensiero. Dopo essersi occupato del divenire storico (Storia della follia, 1961;
Nascita della clinica, 1963), e di epistemologia (Le parole e le cose, 1966;
L'archeologia del sapere,1969), con Sorvegliare e punire (1975) e La volontà di
sapere Foucault giunse a concepire un nuovo concetto di potere.
Anziché orientare le proprie ricerche sul potere inteso come l’edificio giuridico
della sovranità , degli apparati di Stato, e delle ideologie che l’
accompagnano,
cominciò a studiare la dominazione, gli operatori materiali, le forme di
assoggettamento, le connessioni ed
utilizzazioni dei sistemi locali di
quest’
assoggettamento, i dispositivi di strategie,1 proponendo una connessione tra
potere, verità e sesso.
Nella nostra società , afferma Foucault, come in qualsiasi società , le molteplici
relazioni di potere che attraversano il corpo sociale non possono funzionare senza la
1
Foucault M., Corso del 14 gennaio 1976, in Microfisica del potere, Einaudi, Torino 1977, p. 188.
-1-
produzione e la circolazione del discorso. L’
esercizio del potere è intimamente legato
alla produzione di verità :
Siamo sottomessi alla produzione della verità del potere e non possiamo
esercitare il potere che attraverso la produzione di verità . (… ) Siamo costretti o
condannati a confessare la verità o a trovarla. Il potere non cessa d’
interrogarci,
d’
indagare, di registrare, istituzionalizza la ricerca della verità , la
2
professionalizza, la ricompensa.
Perché studiare questo rapporto tra discorso-verità e potere partendo proprio
dalla sessualità ? Foucault stesso nella prefazione a La volontà di sapere osserva che
la sessualità è solo un ambito esemplificativo per porsi una domanda strategica:
(… ) in che modo nelle società occidentali moderne, la produzione di discorsi cui
si è attribuito (almeno per un certo periodo di tempo) un valore di verità è
legata ai vari meccanismi ed istituzioni di potere? (p. 8)
Il sesso è contemporaneamente l’
elemento nascosto e il principio produttore di
senso, è attraverso il sesso (… ) che ciascuno deve passare per avere accesso alla
propria intelligibilità (p. 138). Già in passato il sesso era stato individuato come la
fonte generatrice di verità quando
(… ) in modo probabilmente molto poco “scientifico”, gli innumerevoli teorici
ed esperti della carne avevano già fatto dell’
uomo il figlio di un sesso imperioso
ed intelligibile. Il sesso, ragione di tutto. (… ) la verità è laggiù; andate a
sorprendervela (pp. 70-71).
La sessualità è, dunque, l’
ambito privilegiato in cui il potere vuole indagare per
conoscere, controllare, ed è in questo ambito che Foucault intende cimentarsi per
definire le strategie messe in atto da questa volontà di sapere e, a partire dal caso
specifico della sessualità , si propone di costituire l’economia politica di una volontà
di sapere (p. 68).
L’
incipit è una semplice domanda: perché diciamo di essere repressi? O meglio,
attraverso quale spirale siamo giunti ad affermare che il sesso è negato, a mostrare
ostentatamente che lo nascondiamo, a dire che lo tacciamo (p. 14)?
Foucault inizia con l’
indagare la “trasposizione in discorso” del sesso, il “fatto
discorsivo”, quel meccanismo, cioè, grazie al quale nella nostra società occidentale a
partire dal Concilio di Trento si sia parlato di sesso sempre e comunque,
indipendentemente dal fatto che esso fosse negato o meno, e attraverso il “discorso”
analizza come sia stato possibile ottenere effetti di controllo e quindi di potere.
Ciò che importa per Foucault non è verificare se queste produzioni discorsive
abbiano prodotto verità o menzogna, conoscenza o conoscenza negata, importa
piuttosto mettere in evidenza il ruolo di supporto e di strumento della volontà di
sapere di cui il potere si è avvalso e studiarne le istanze e le loro trasformazioni nel
tempo (pp. 16-17).
Questa connivenza tra sesso e potere supera la concezione di un potere che si
suppone invece reprimere il sesso. La sessualità diventa un dispositivo del potere
stesso, creato e mantenuto come strategia di soggiogamento. Questo dispositivo del
potere si instaura nei rapporti interpersonali come in istituzioni di vario genere; i
ruoli non sono definiti e stabili, ognuno può risultare dominato o dominatore a
seconda delle circostanze e dei tempi. In tal modo Foucault contrappone la propria
microfisica del potere (… ) alla macrofisica, propria della teoria di Marx (… ) che dà più
spazio all'opposizione tra dominatori e dominati”.3
2
3
Id., ibid., pp. 179-180.
Fusaro D., Michel Foucault, disponibile alla pagina: <www.filosofico.net/foucault.htm>.
-2-
Foucault fa nascere la moderna repressione del sesso nel XVII secolo, in
coincidenza dello sviluppo del capitalismo e l’
instaurarsi dell’
ordine borghese, dopo
secoli all’
aria aperta e di libera espressione (p. 11).
Il fatto che negli ultimi tre secoli ci sia stata quella che Foucault chiama una
esplosione discorsiva intorno e a proposito del sesso (p. 19), non è da ascriversi ad
un mutato atteggiamento per cui il sesso non sia più stato sotto segreto. Non ha
coinciso con un progressivo percorso di liberazione. Ciò che è accaduto, invece, è che
si è incominciato a parlarne in modo diverso, magari con tecniche discorsive che
includevano la retorica dell’
allusione e della metafora, definendo però in modo rigido
il dove, il quando era o non era possibile parlarne, e ancora in quali situazioni, tra
quali locutori e in quali rapporti sociali.
Foucault contrappone la libertà di discorso propria del Medio Evo alle indicazioni
contenute nella pastorale cattolica in materia di confessione dopo il Concilio di
Trento. Queste suggerivano di usare discrezione durante la confessione per evitare di
entrare nei dettagli dell’
atto sessuale giacché questa materia è una pece, che in qual
si sia modo, che si tocchi, anche per allontanarla, imbratta.4
Ma queste trasformazioni non sono altro che castigazione della lingua, visto che la
Controriforma si adoperò, invece, per intensificare il ritmo delle confessioni e per
imporre regole di esame di coscienza accordando sempre maggiore importanza alla
penitenza, specie per i peccati che riguardavano la carne. Se ne doveva parlare con
prudenza, ma se ne doveva parlare integralmente, esaminando i turbamenti, i sogni,
i pensieri e le parole.
Questa trasposizione in discorso, già caratteristica dell’
epoca monastica, divenne
regola per tutti nell’
intento di produrre effetti di padronanza e di messa a distanza,
come pure di riconversione spirituale.
Con la fine del XVIII secolo il discorso sul sesso iniziò a diventare di interesse
pubblico. Si iniziò a parlarne in medicina, in politica, in economia, sottraendolo
all’
ambito morale per inscriverlo in quello della razionalità per l’
impellenza di
regolarlo attraverso discorsi utili e pubblici. Nasce l’
analisi dei comportamenti
sessuali: il sesso non è più confidato sottovoce o estorto in modo autoritario per
essere punito. È invece studiato e incitato a palesarsi perché è una questione di
rilevanza pubblica: si analizza il tasso di natalità , l’
età del matrimonio, le nascite
legittime e illegittime, la precocità e la frequenza dei rapporti sessuali, l’
effetto del
celibato o dei divieti, l’
incidenza delle pratiche contraccettive.
Fino alla fine del XVIII secolo le pratiche sessuali erano state regolate dal diritto
canonico, dalla pastorale cristiana e dalla legge civile. Questi tre grandi codici si
occupavano in prevalenza della vita sessuale dei coniugi, che venivano ossessionati
da regole e raccomandazioni, per contro sottacendo o restando indifferenti nei
confronti di altri aspetti della sessualità , come per esempio le devianze e la
sessualità infantile.
Con l’
avvento del XIX secolo ci si interroga a proposito di queste sessualità
periferiche intese come attacchi alle regolarità del comportamento naturale e le si
ascolta. Si parla di sesso in medicina, in sociologia, in demografia, in psicanalisi, in
psichiatria, in pedagogia, fino a produrre una vera e propria scientia sexualis , che
istituisce e governa la verità sul sesso. Si instaurano le spirali perpetue del potere e
del piacere (p. 45): potere che interroga, sorveglia, porta alla luce, e piacere che si
scatena nel tentativo di sfuggire al potere. E’uno scontro che porta al rafforzamento
reciproco e la verità , presente ma incompleta in colui che si apre, racconta, confessa,
può completarsi solo grazie alla funzione ermeneutica di chi ascolta e interpreta:
La verità non risiede soltanto nel soggetto che, confessando, la porterebbe
alla luce nella sua pienezza; si costituisce attraverso un doppio gioco: presente
ma incompleta in colui che parla, può completarsi solo in chi la raccoglie. (p. 62)
4
Segneri P., Il penitente istruito a ben confessarsi, Torino 1672, p. 241 (citato a p. 21).
-3-
Il potere non si sostanzia più nella repressione o nella costrizione, bensì in una
produzione di discorsi che normalizzano e consegnano una verità organizzata e
accettata dalla società . Non sono discorsi sottomessi ad un unico potere in modo
definitivo, ma sono contestualmente strumento ed effetto delle relazioni di potere
multiformi e mobili (p. 87) e danno luogo a punti di resistenza e di innesco di nuove
opposte strategie. Queste relazioni di potere-sapere diventano matrici di
trasformazioni (p. 88) e il potere, qualsivoglia sia il suo punto di origine, tramite
meccanismi di censure e gratificazioni messe in atto nei confronti degli individui e dei
loro corpi, opera processi di normalizzazione contenendo ogni forma di devianza.
La nuova tecnologia del sesso si occupa dell’
aspetto medico, dell’
esigenza di
normalità , e la questione della morte e della punizione pertinenti alla sfera morale,
viene sostituita dal problema della vita e della malattia (p. 104). Questa
trasformazione capitale è generata da un progetto medico e politico: il sesso e la
sua fecondità devono essere amministrati perché da fattori relativi alla dimensione
personale, diventano fenomeni di massa:
(… ) se il genocidio è il sogno dei poteri moderni, non è per una riattivazione
del vecchio diritto di uccidere; è perché il potere si colloca e si esercita a livello
della vita, della specie, della razza e dei fenomeni massicci di popolazione.
(p. 121)
Anche altrove Foucault spiega che la sessualità si inscrive e acquista efficacia
all’
interno di ampi processi biologici che non riguardano più l’
individuo bensì l’
unità
5
molteplice costituita dalla popolazione. L’
amministrazione dei corpi e la gestione
calcolatrice della vita determinano la nascita di un bio-potere e di una bio-politica
della popolazione. Il bio-potere ha come oggetto del proprio controllo i fenomeni
della nascita, della mortalità , della salute, della longevità sottoponendoli, come
osserva Stefano Catucci, ad un regime di protezione che modifica le forme
tradizionali dell’
assistenza ed elabora a questo scopo tecnologie fondate sul principio
della sicurezza.6
Questa nuova sessualità , così come viene descritta da Foucault, analizza il
problema dell’
ereditarietà ed introduce il concetto di responsabilità biologica nei
confronti della specie per le possibili malattie che ogni generazione può virtualmente
trasmettere a quelle future a causa delle proprie pratiche sessuali. È questa stessa
responsabilità biologica che ha aperto la strada alla medicina delle perversioni ed a
programmi dell’
eugenismo, le due grandi innovazioni della seconda metà del XIX
secolo (p. 105).
A questo proposito, pur addebitando alla psicanalisi di Freud un ruolo
normalizzatore, perché parte integrante della grande famiglia delle tecnologie del
sesso, Foucault riconosce alla psicanalisi il merito di aver liberato l’
istinto sessuale
dalle sue correlazioni con l’
ereditarietà e dunque con tutti i razzismi e tutti gli
eugenismi opponendosi rigorosamente agli effetti politici ed istituzionali del sistema
perversione-ereditarietà -degenerescenza. (p.106)
Se il potere, attraverso la sua vorace volontà di sapere tutto ciò che riguarda il
sesso, è così immanente nella nostra società , dove può allora l’
individuo esercitare il
proprio diritto di libertà ? Esiste una libertà
individuale oppure siamo
inconsapevolmente sottomessi al potere? Foucault stesso chiarisce la questione in
una intervista del 1984 in cui afferma che l’
individuo è libero proprio perché parte
integrante di un sistema di forze e strategie che costituiscono il potere stesso e
perciò ha la possibilità di cambiare le situazioni e influire sulla strutturazione di
questo sistema di forze:
5
Foucault M., Bisogna difendere la società , corso al Collège de France (1975-76), p. 217 (citato in
Cantucci S., Introduzione a Foucault, Laterza, Bari 2000, p. 116).
6
Cantucci S., op. cit., pp. 118-119.
-4-
Se non ci fosse resistenza non ci sarebbero rapporti di potere [… ] la
resistenza viene per prima cosa, ed è superiore a tutte le forze del processo;
7
obbliga, sotto il suo effetto, i rapporti di potere a cambiare”.
Il fatto che Foucault torni a parlare di soggettività , scrive Chiara Tortora, dopo
aver tentato di liberarsi proprio della soggettività e dall’antropocentrismo – propri di
tutta la tradizione filosofica europea moderna, può creare stupore. Una attenta
analisi, però, ci porta a comprendere cosa Foucault intenda con il termine
“soggetto”:
È chiaro che non intende il soggetto come un'interiorità sempre identica a sé,
stabile, collocata al centro della scena filosofica, sempre in grado di riconoscersi
e di ricondurre alla propria identità il differente. La soggettività di cui Foucault
parla è piuttosto un insieme di molteplici processi di individuazione che si
producono all'interno dei rapporti di forza. (… ) Non si tratta di un soggetto
identico a sé, dominatore del mondo; ma piuttosto di una soggettività che si
costituisce attraverso molteplici pratiche, che si modifica continuamente
assumendo svariate identità , che si disperde nelle sue infinite attività , per
8
mutare continuamente volto e forma.
La fecondità del pensiero di Foucault crediamo stia proprio in questa sua
concezione di soggetto, energia tra molteplici energie. Il suo pensiero, come scrive
Vegetti Finzi, è una mappa ineludibile per la costruzione del nostro personale libero
progetto di vita, non perché esso offra un repertorio di risposte, ma perché funziona
come operatore di domande.9
Indice
Prefazione all'edizione italiana
p. 7
I. Noialtri vittoriani
II. L'ipotesi repressiva
l. L'incitazione ai discorsi
2. L'insediamento perverso
III. Scientia sexualis
IV. Il dispositivo di sessualità
l. Posta in gioco
2. Metodo
3. Campo
4. Periodizzazione
V. Diritto di morte e potere sulla vita
p.
p.
p.
p.
p.
p.
p.
p.
p.
p.
p.
9
19
19
36
49
69
72
81
91
102
119
7
Foucault M., Michel Foucault, an Interview: sex, power and the politics of identity, in The
Advocate, n. 400, 7 agosto 1984, pubblicata in Foucault M., Dits et écrits, Gallimard, Paris, 1994, citato e
tradotto da Giori M., Michel Foucault, disponibile alla pagina:
<www.culturagay.it/cg/biografia.php?id=24>.
8
Tortora C., Michel Foucault, Linguaggio, potere, libertà , disponibile alla pagina:
<www.filosofia.unina.it/tortora/sdf/Quattordicesimo/XIV.1.html>.
9
Vegetti Finzi S., Il filosofo che negava l’
esistenza dell’
«io», in Il Corriere della Sera, 3 Aprile 2004.
(Articolo pubblicato a seguito del Seminario internazionale – Michel Foucault (1826-1984) vent'anni dopo,
tenutosi a San Servolo, nella laguna veneziana il 3 e 4 Aprile 2004).
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Autore
Michel Foucault (1926–1984) nasce a Poitiers, Francia. Negli anni dell’
università
studia psicologia e filosofia sotto la guida di Merleau-Ponty, Hyppolite e Althusser. La
sua omosessualità gli crea disagio e tenta di suicidarsi tre volte. Per qualche tempo
entra in analisi. Per un paio d’
anni è iscritto al partito comunista (1950-52), ma sarà
poi sempre molto critico nei confronti sia di Freud che dei regimi comunisti dell’
est.
Gli incarichi culturali lo portano in Svezia, Polonia e Germania. Nel 1960 pubblica la
sua prima opera importante, Storia della follia in età classica. Accetta un incarico a
Tunisi dove si trasferisce nel 1966, soprattutto in conseguenza del fatto che a Parigi,
dove la sua vita privata è poco gradita, gli viene ostacolata la carriera universitaria.
Nel 1966 pubblica Le parole e le cose che riscuote enorme successo e gli procura una
posizione di primo piano.
Alla fine degli anni ’
60 torna a Parigi. Insegna all’
università di Clermont-Ferrand e
a quella di Vincennes. Nel 1975 è invitato all’
università di Berkeley, che frequenterà
spesso negli anni successivi.
Tiene corsi di Storia dei Sistemi di Pensiero fino all’
anno della sua morte presso il
prestigioso Collège de France, dove aveva ottenuto l’
incarico nel 1971.
Foucault ha studiato i sistemi di concettualizzazione che determinano le modalità
in cui ogni epoca si auto-rappresenta le proprie produzioni culturali.
Si è occupato dei processi di normalizzazione, cioè delle varie forme di controllo
che la società occidentale moderna mette in atto nel tentativo di esercitare il proprio
potere nei confronti degli individui e i loro corpi allo scopo di contenere tutte le forme
di devianza rispetto alla norma costituita.
Alcuni punti fondamentali del suo pensiero:
• il divenire storico è l’
esito di una rimozione della devianza, fisica e psichica,
che avviene secondo brusche fratture;
• i presupposti metodologici della storiografia debbono avvalersi dei dati storici
come pure di reperti archeologici;
• il potere è un insieme di relazioni che trae forza da meccanismi di censura e
di gratificazione;
• il potere disciplina la società in senso economico e produttivo attraverso
discorsi sul soggetto, sulla follia e sulla sessualità ;
• l’
individuo non è contrapposto al potere, bensì ne è parte integrante nonché
complice nella produzione storico-sociale della verità .
Bibliografia essenziale dell’autore
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Folie et Déraison. Histoire de la folie à L’
à ge classique, Plon, Paris 1961.
Naissance de la clinique. Une archéologie du regard médical, Presses
Universitaire de France, Paris 1963.
Les mots et les choses. Une archéologie des sciences humaines, Editions
Gallimard, Paris 1966.
L’
archéologie du savoir, Éditions Gallimard, Paris 1969.
Surveiller et punir. Naissance de la prison, Editions Gallimard, Paris 1975.
La volonté de savoir, Editions Gallimard, Paris 1976.
Le souci de soi, Editions Gallimard, Paris 1984.
L’
usage des plaisirs, Editions Gallimard, Paris 1984.
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Links
<www.culturagay.it/cg/biografia.php?id=24>. [Dettagliata biografia dell’
autore a
cura di Mauro Giori]
<www.ilgiardinodeipensieri.com/storiafil/erika-0.html>.
[Dettagliata bibliografia a cura di Erika Panaccione - scritti di e su M. Foucault. Altra
fonte di dettagliata bibliografia si trova in Catucci Stefano, Introduzione a Foucault,
Laterza, Bari, 2000]
<http://www.lse.ac.uk/collections/sociology/pdf/RabinowandRoseIntrotoEssentialFoucault2003.pdf>. [Introduzione a cura di Paul Rabinow e Nikolas
Rose a Rabinow P., Rose N., The Essential Foucault: Selections from the Essential
Works of Foucault, 1954-1984, New Press, New York 2003, pp. vii-xxxv.
(Introduzione all’
analisi di alcuni scritti brevi di M. Foucault.)]
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