elica prua - SoloVela.net
Transcript
elica prua - SoloVela.net
www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela Cazza e lasca Primi passi Elica di prua 1 E’proprio indispensabile? di Giuseppe Mancini anti sono gli ausili che oggi abbiamo a disposizione a bordo delle nostre imbarcazioni. Sempre di più e sempre più sofisticati, aiutano e semplificano molte manovre, permettendo, al limite, di non essere esperti e provetti navigatori. Ma soprattutto, dando la possibilità di gestire un’imbarcazione in equipaggio ridotto. L’elica di prua - in inglese “bow thrust o “bow propeller” - può essere considerata tra questi. Di provenienza navale, è stata nel tempo adottata dalle imbarcazioni da diporto, montata inizialmente su quelle di grosse dimensioni. Poi, l’andamento del mercato - che ha visto la tendenza del primo acquisto orientarsi su barche sempre più grandi e, allo stesso tempo, più semplici da condurre, spostando in pochi anni la fascia media dai 31/33 piedi di una volta ai 39/42 piedi di oggi - ha suggerito ai cantieri di offrirla tra gli optional, anche per scafi intorno a 12 metri, se non più piccoli. Come in tutte le cose, anche l’elica di prua ha i suoi aspetti posi- T 82 Ottobre 2004 Per facilitare la vita in barca sono sempre di più gli accessori a nostra disposizione. Ma prima di farci ammaliare, pensiamo bene se i benefici sono reali tivi e quelli che fanno riflettere sull’opportunità di applicarla su imbarcazioni sotto i quindici metri. CHE COS’E’ E’ un elica di medio/piccole dimensioni, posta all’interno di un tubo (tunnel). Questo è montato nella zona prodiera, naturalmente sotto la linea di galleggiamento, in senso trasversale. L’elica, che quindi ha un piano di rotazione longitudinale, viene azionata con un comando elettrico dal timoniere nel corso di un ormeggio per contrastare lo spostamento della prua, per scarroccio o deriva. Il suo motore è solitamente elettrico, ma nei modelli di dimensioni maggiori è possibile che sia idraulico. Generalmente, i modelli più piccoli hanno un diametro del tubo che va da cm.10 a cm.16, mentre quelli azionati da un sistema idraulico arrivano a superare i 40 centimetri. Questo, insieme alla velocità di rotazione e al passo dell’elica, oltre al corretto montaggio del tunnel, determinano l’efficienza dell’apparato. PERCHE’ NO I principali aspetti negativi dell’avere un bow thrust sulla propria barca, sono legati al peso, al fattore idrodinamico e al consumo di energia elettrica (in caso di motori con questo tipo di alimentazione). Se prendiamo in considerazione un sistema piccolo (tunnel dal diametro di circa cm.11) solo il gruppo motore, piede ed elica, mediamente hanno un peso poco superiore a 10 chili, al quale va aggiunto il peso del tunnel che cambia in relazione alla natura del suo materiale: vetroresina, alluminio o acciaio, dovendo corrispondere allo stesso materiale di costruzione dello scafo. In più, si deve considerare una batteria dedicata che, per il modello in analisi, deve essere non inferiore a 90/100 Ah, dal peso di 25 chili; oltretutto, quest’ultima deve essere posta in prossimità del motore, per evitare dispersioni e l’uso di cavi con sezioni esagerate. In definitiva, montando un piccolo bow thrust avremmo un peso complessivo di circa 40 chili, che non sarebbero poi tanti se non fossero applicati all’estrema prua. Questo aumenta il beccheggio della nostra imbarcazione, peggiorando di molto il passaggio sull’onda e, quindi, le prestazioni e il comzfort generale in navigazione. Dal punto di vista idrodinamico, proviamo a immaginare i vortici creati da un tubo passante da fianco a fianco all’altezza del mascone, per capire il livello di resistenza che si viene a creare. PERCHE’ SI Ho visto molte barche in difficoltà nel corso di ormeggi resi impegnativi da un vento teso di traverso. In quei momenti, la prua tende a scadere sottovento, intraversando la barca, con conseguenze facilmente intuibili. Specie quando si manovra con una barca a trasmissione ad asse e non S-Drive, la tendenza a soffrire maggiormente l’effetto evolutivo dell’elica e la difficoltà a mantenere la prua in linea con l’ormeggio, sono decisamente amplificate. In questi casi, un bow thrust è di notevole aiuto. Un piccolo tocco sul suo interruttore porta la prua dell’imbarcazione verso il vento, consentendo un ormeggio meno affannoso e, soprattutto, lontano dal procurare danni alla propria e alle barche vicine. Attenzione però, perché ho visto anche guai generati proprio da un uso incauto dell’elica di prua, come, per esempio, quando per una distrazione congiunta del timoniere e dell’uomo in prua, una cima d’ormeggio è stata risucchiata dentro il tunnel, andandosi ad attorcigliare all’elica. Sopra, la sezione della parte prodiera dove è applicata un’elica di prua. A lato, la vista di un tunnel con, perfettamente in centro, l’elica CONCLUSIONI Sentendomi di sconsigliarlo per barche di lunghezza inferiore a 50 piedi, è importante pensare al bow thrust come un aiuto in casi estremi e non come un apparecchio insostituibile, senza il quale non si è più in grado di fare un ormeggio. Tutti hanno imparato a ormeggiare, provando e riprovando con perseveranza e umiltà, fino a trovare gli spazi giusti e le velocità adeguate a non far scadere la prua e arrivare al posto definito nel miglior modo possibile. Tutti hanno sperimentato i trucchi utili, in prossimità del posto barca o appena entrati nello stesso, a dare il tempo di portare la cima del corpo morto a prua, senza che questa andasse a picchiare contro la barca sottovento. Infine, consideriamo il numero di volte in cui, con la nostra barca avremmo reale necessità di un bow thrust, rapportato alla presenza costante di un peso in prua, fisso lì a rendere più sofferenti le nostre boline. Top Avanzato Primi passi Questi tre simboli indicano la tipologia di argomento trattato e il loro grado di difficoltà