Atelier 23 nov 2012[1] copia

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Atelier 23 nov 2012[1] copia
23
VENERDÌ
NOVEMBRE 2011
Teatro Vittoria
Mario Merz
Senza titolo
collages su folex, 1997-98
strutture metalliche e igloo
Camerata Zürich
Igor Karsko
Willy Merz* direttori
Maurice Bourgue oboe
Thomas Demenga violoncello
Alberto Giolitti luci
FELIX MENDELSSOHN-BARTHOLDY
(1809 - 1847)
Capriccio in mi minore op. 81 n. 3
WILLY MERZ
(1964)
La perspective renversée I,
concerto per oboe e archi*
(prima esecuzione assoluta)
EDWARD ELGAR
(1857 - 1934)
Serenade per archi op. 20
Allegro piacevole
Larghetto
Allegretto
Componenti visive a cura della
WILLY MERZ
La perspective renversée II,
concerto per violoncello e archi*
(prima esecuzione assoluta)
Mario Merz
Senza titolo
collages su folex, 1997-98
strutture metalliche e igloo
FELIX MENDELSSOHN-BARTHOLDY
Sinfonia n. 9 in do minore
(Schweizer Symphonie)
Grave – Allegro
Andante
Scherzo
Allegro vivace
a cura di Maria Centonze
allestimento di Mariano Boggia
Con il contributo di
Confluenze ritorna con un ciclo di quattro spettacoli.
La serata inaugurale consta dell’esecuzione di musiche, affidate alla Camerata Zürich, ai
suoi solisti e direttori, e della presenza di un’imponente opera di Mario Merz, il rappresentante per eccellenza dell’arte povera, la grande stagione delle arti visive nata a Torino
negli anni Sessanta. La programmazione si declina giocando le compresenze per coppie:
due volte con le arti visive e la musica; altre due con la musica e la danza.
Ci è sembrato che la coniugazione per due potesse sottolinearne in modo ancor più percepibile le reciproche interazioni, essendo l’assunto della stagione proprio quello di creare
occasioni d’incontro tra musica, arte e danza, donde suggestioni, spunti e riflessioni. Le
zone di interferenza dei diversi linguaggi espressivi, sembrano in realtà largamente in atto
in un mondo in cui messaggi di ogni genere tendono sempre più a intersecarsi e a interagire, a tutti i livelli colti e mass mediali.
Confluenze tende a provocarne e sottolinearne gli effetti, in una missione per un verso consona al luogo, un piccolo teatro, destinato per sua natura a eventi che sfruttino le potenzialità di una scena contenuta, e per l’altro coerente con il carattere sperimentale di
un’ampia parte della programmazione.
E il teatro appunto non solo permette di evidenziare tutto ciò, ma lo suggerisce fortemente per la specifica vocazione al pubblico giovanile, ideale destinatario di iniziative
nuove e diverse.
La stagione non si pone lo scopo di dimostrare alcunché sulle reciproche interazioni delle
arti, né vuole suggerirne una sommatoria a beneficio della funzione espressiva dell’insieme, né tanto meno vuol dimostrare l’assenza di nessi o addirittura insinuare il sospetto
di un’improponibile convivenza. Il solo proposito è quello di stimolare e verificare le reazioni, paradossalmente di passare all’altra parte e farsi spettatore.
L’Unione Musicale è grata a Willy Merz e alla Camerata Zürich ed in particolare alla Fondazione Merz per aver da subito aderito al progetto e deciso di giocare un ruolo nell’iniziativa.
Leopoldo Furlotti
Confluenze offre l’opportunità di un’azione congiunta tra linguaggi artistici che per
tradizione non hanno cercato un percorso comune pur arrivando, ciascuno attraverso la propria strada, e con l’impatto e la forza che le Arti sanno imprimere, alla
sensibilità di chi sa guardare e ascoltare. Vien da pensare che così L’Arte visiva e la
Musica creino un soggetto terzo, attraverso un’alchimia potente, comprensibile a
coloro che sono disposti ad aprire la propria mente alla conoscenza e il proprio spirito al “sentire”.
I linguaggi artistici con la forza data dall’intelleggibilità di ognuno di essi e dalla trasversalità dell’interazione, rimandano alla disponibilità di ogni spettatore la capacità
di catturarne la magia comunicativa.
Sul palco del Teatro Vittoria prendono posto le architetture di Mario Merz, figure oniriche accompagnate dai ricorrenti numeri di Fibonacci: parametri per misurare lo spazio fisico e musicale, convivono in modo naturale con gli elementi dell’orchestra, il
movimento degli archi, la scrittura musicale. Rompono gli schemi non gli equilibri, allocati in uno spazio abitato da tutti gli elementi in modo solenne e leggero, seppure
visivamente deflagrante. Questi grandi animali erranti, preistorici e inquietanti come
pure giovani e divertenti, sembra abbiano scelto da soli il luogo in cui sostare dopo
averlo attraversato, creando come spesso accade con le opere di questo maestro, un’atmosfera visionaria. La loro presenza tra i musicisti, ridefinisce lo spazio, imprimendo al
luogo e alle strutture del concerto un mutamento tale da incidersi nella memoria, mentre l’articolazione matematica sottostante ai brani di Willy Merz viene come “solidificata” dai neon che recano i numeri della serie Fibonacci.
L’Unione Musicale, tempio di un’arte colta, avverte e trasmette attraverso uno degli
artisti del nostro tempo, l’urgenza e la necessità di rendere davvero universale il messaggio della bellezza e della perfezione, che il genio creativo umano può e deve contrapporre a quella parte oscura e negativa dell’intelligenza priva di conoscenza artistica.
Maria Centonze
Fondata nel 1957 dal direttore svizzero Räto Tschupp, la Camerata Zürich svolge un ruolo
di assoluto rilievo nel promuovere la musica contemporanea in Svizzera, con oltre cento prime
esecuzioni, anche assolute. Accanto alla Nuova Musica, l’ensemble si dedica stabilmente al repertorio classico e romantico. L’attività della Camerata Zürich, documentata anche attraverso
numerose incisioni discografiche, si collega a innovativi progetti didattici, fra cui si ricordano
il primo concorso internazionale per bambini e giovani, il progetto educativo camerata@school
e il camerata club, ugualmente dedicato ai giovanissimi.
Igor Karsko ha studiato al Conservatorio di Košice con Karol Petroczi e all’Accademia Musicale di Praga con Jiří Tomáček; Yehudi Menuhin lo ha voluto nel 1991 a Gstaad e Claudio Abbado nella Gustav Mahler Jugendorchester. Membro del gruppo The Serenade Strings Trios, col
quale ha vinto numerosi premi, è Konzertmeister (primo violino) della Camerata Zürich e primo
violino ospite dei Musicien du Louvre di Marc Minkowski. Insegna alla Musikhochschule di
Lucerna e si dedica attivamente ai problemi della prassi esecutiva barocca. Suona il violino
detto “Il Viotti” di Lorenzo Storioni (Cremona, 1768) e un violino barocco di Nicola Gagliano.
Willy Merz è nato a Losanna nel 1964; stabilitosi in Italia, vi ha conseguito i diplomi di composizione e direzione d’orchestra presso il Conservatorio di Milano e ha proseguito gli studi
all’Accademia Chigiana di Siena con Franco Donatoni, poi all’IRCAM e infine con Ferdinand
Leitner per quanto riguarda la direzione d’orchestra. Ha ricevuto committenze da istituzioni musicali come il Teatro Colon di Buenos Aires, il Regio di Torino, i Suonatori della Gioiosa Marca,
e collabora con solisti come Lonquich, Bourgue, Cecilia Gasdia, Balestracci, il Trio Debussy.
Pubblica presso H-H Verlag di Würzburg e Periferia di Barcellona.
Maurice Bourgue, nato nel 1939, è oboista, compositore e direttore. Ha studiato al Conservatorio di Parigi e dopo il diploma si è fatto conoscere vincendo una serie di premi prestigiosi a Ginevra, Birmingham, Monaco di Baviera, Praga e Budapest; chiamato da Karl Münch
come primo oboe all’Orchestre de Paris nel 1967, vi è rimasto fino al 1979, conducendo in parallelo un’intensa attività solistica con direttori come Abbado, Barenboim, Chailly, Gardiner.
Ha fondato un gruppo di fiati attivo in tutto il mondo, l’Ensemble à vent M. Bourgue; ha portato a livelli di eccellenza l’Accademia Musicale Internazionale Bohuslav Martinu di Praga e dirige l’Accademia Sandor Vegh, insieme a un’intensa attività didattica.
Thomas Demenga nato a Berna nel 1954, ha avuto fra i suoi maestri Antonio Janigro, Leonard Rose e Mstislav Rostropovič. Compositore egli stesso, Demenga ha un repertorio che spazia dal barocco al contemporaneo, con numerose prime esecuzioni assolute; dedica particolare
attenzione all’improvvisazione e unisce all’impegno concertistico quello didattico, svolto in particolare alla Hochschule für Musik di Basilea. All’attività scolastica affianca la musica da camera, portandolo nei maggiori festival mondiali, da Berlino a Losanna, da Amsterdam a Zurigo,
dove dal 2011 è direttore artistico della Camerata Zürich.