Dicembre 2011

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Dicembre 2011
Numero a 24 pagine
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GIORNALE DELL’ASSOCIAZIONE MILANOSUD · ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011 · VISITATECI SU WWW.MILANOSUD.IT · INCONTRIAMOCI SU WWW.FACEBOOK.COM GRUPPO MILANOSUD
Misure antismog, ci scrive il sindaco Pisapia
Palazzo Marino
rimandato a gennaio
Il Don Giovanni al Ringhiera
Il 6 e il 7 dicembre doppio appuntamento in via Boifava
con il Maestro Barenboin e con il Teatro alla Scala
eggendo la lettera inviata ai milanesi dal nostro Sindaco (pubblicata a pagina 3), su una cosa possiamo essere tutti d’accordo: il compito di Pisapia e della sua Giunta è tutt’altro che facile. La sfida lanciata in campagna elettorale era chiara: “Ci batteremo per una città più vivibile…”. E poi c’è stato il parere della stragrande maggioranza dei cittadini che col referendum hanno chiesto
di ridurre traffico e smog. Dunque, non si scappa: il problema va risolto, seriamente, una volta per tutte. I milanesi lo pretendono. Sul
Provvedimento Anti Congestion, chiamato Area C (di cui abbiamo
già scritto in modo approfondito nel numero di novembre), piovono
critiche e va detto che, talvolta, è difficile non condividerne alcune.
Ad esempio, una per tutte: ok, salviamo il “salotto di Milano”, ma di
quel che succede fuori la cerchia dei Navigli chi si preoccupa? Certo
si invoca anche l’intervento della Regione e della Provincia, che non
possono stare solo a guardare… Il tavolo recentemente convocato
coi Sindaci dell’hinterland per affrontare l’emergenza Pm10 aveva
proprio questo intento: trovare una soluzione in modo corale, rapida
ed efficace. La Giunta ci è arrivata dopo una serie di giravolte (targhe alterne sì, targhe alterne no; stop ai diesel Euro 3 da subito, anzi
no…). Risultato: alla riunione del 28 novembre, alla presenza del
presidente Guido Podestà, i sindaci erano la metà di quelli convocati (74 su 134), per decidere un pacchetto di misure valide fino al 6 dicembre. Quindi, una vittoria a metà? «No, un primo passo per farne
di più grandi - secondo Pisapia, che aggiunge - ci siamo dati appuntamento per l’inizio di gennaio, per interventi più coraggiosi». In sintesi, si tratta di questo: dal 30 novembre fino a martedì 6 dicembre
(weekend escluso), diesel Euro 3 fermi a Milano e in 70 (su 134) Comuni milanesi. Uno stop, però, per fasce orarie: dalle 8,30 alle 18 i
privati non potranno circolare; via libera, invece, a commercianti e
artigiani dalle 10 alle 18. E le targhe alterne? «Su questo non c’è una
condivisione dei Sindaci», ha decretato Podestà, e la proposta è stata per ora accantonata. Con le misure sul traffico, infine, anche quella sui riscaldamenti: un grado e un’ora in meno di accensione delle
caldaie.
Lasciamo ora la parola al Sindaco e, per chiarirci ogni dubbio,
leggiamo anche nel dettaglio il Provvedimento Anti Congestion ,
ricordando che ha natura sperimentale e una durata di 18 mesi.
E soprattutto che, dice Pisapia: «Abbiamo stimato in 30 milioni
gli introiti del pass e abbiamo stabilito che siano tutti destinati a
migliorare il sistema pubblico dei trasporti: avremo più metropolitane, autobus, filovie, tram; amplieremo il bike sharing e la
rete delle piste ciclabili. Il ticket vuole spingerci a cambiare abitudini per il bene di tutti.
Altri lo hanno fatto. Stoccolma, ad esempio: il pedaggio di ingresso alla
città ha ridotto del 20 per
cento l’uso delle automobili; così ha fatto Copenhagen, dove il 36 per
cento degli abitanti si
muove in bicicletta…».
Anche se, viene da obiettare, Copenhagen non è
Milano: un luogo dove un
ragazzo può morire per
strada, forse non è una
città che si presta a essere percorsa in bicicletta.
L
Giovanna Tettamanzi
Servizio a pagina 3
Il Maestro Daniel Barenboim
on queste parole: «Il Don Giovanni sarà per tre
settimane la colonna sonora di Milano» l’assessore alla Cultura Stefano Boeri ha presentato il 1°
dicembre scorso, a Palazzo Marino, l’iniziativa che porterà il capolavoro di Mozart dagli stucchi e velluti rossi
della Scala nei cinema, nelle scuole, nelle carceri e al
Teatro Ringhiera di via Boifava.
Un programma di grande respiro culturale, che ha
nella presenza del Teatro alla Scala al Gratosoglio,
uno dei suoi momenti più significativi. «Il Ringhiera ha motivato in questo modo la sua scelta l’assessore
Boeri - è un esempio di teatro, dove operano attori
che non esito a considerare degli eroi sociali della nostra città. Al Ringhiera non si fa solo teatro ma si tessono relazioni sociali, per i giovani, per gli anziani,
C
per l’intera città e in questo modo si fa cultura nel
senso più ampio e ricco del termine. Con il Don Giovanni al Ringhiera abbiamo voluto dare un segnale:
gli eventi culturali più importanti dovranno sempre
più coinvolgere tutta Milano. Quest’anno la prima del
7 dicembre approda in via Boifava, i prossimi anni
sarà la volta di altri teatri, che nei quartieri periferici
hanno tenuto alto l’idea di una “bella politica”».
La compagnia Atir che, dal 2007 gestisce ed è anima
del Ringhiera, contattata pochi giorni fa dal Comune,
si è attrezzata molto velocemente, per ospitare il
grande evento culturale, che prevede un doppio appuntamento. Il 6 dicembre, alle ore 18, il Maestro Daniel Barenboim, che dirigerà il giorno seguente l’opera alla Scala, spiegherà il “suo” Don Giovanni. A
Sant’Ambrogio poi, sempre alle ore 18, ci sarà la
proiezione all’interno del teatro della diretta dalla
Scala dell’opera di Mozart.
Entrambi gli appuntamenti, considerata l’importanza dell’evento, saranno proiettati su un maxischermo
allestito all’esterno del teatro, nella piazza fiorita, dove saranno sistemati circa duecento posti a sedere,
che consentiranno a molta più gente di assistere alle
serate. «Dal canto nostro, per fare fronte ai rigori del
freddo – ha spiegato sorridente Nadia Fulco, presidente della compagnia Atir– offriremo ai presenti coperte, panettone, the caldo e del vin brulé che aiuteranno i nostri ospiti a riscaldarsi».
Servizio alle pagine 12 e 13
Milanosud, aperte le iscrizioni
D
Le nostre gite
Primo appuntamento il 28 gennaio del 2012: l’imperdibile mostra su Paul Cézanne a Palazzo Reale. Ultimi giorni
per iscriversi alla visita guidata.
Informazioni a pagina 14
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Pgt, l’assessore De Cesaris
incontra i cittadini
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Via Martinengo e altri problemi
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Si insedia il Consiglio di Zona
dei ragazzi e delle ragazze
Terrazze: schiamazzi e rogge,
promesse e fatti concreti
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Giornata internazionale contro
la violenza sulle donne
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La pagina della legalità
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La Casa di accoglienza
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La pagina dell’associazione
Cuoca a domicilio
La scuola di gomma
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Stefano Ferri
Con 22 euro si condivide il progetto del giornale e dell’associazione
a qualche settimana è possibile iscriversi all’associazione Milanosud per il 2012. Con 22 euro si può partecipare alla gite
dell’associazione, accedere alle convenzioni e usufruire del
“Pronto soccorso legale”. Ma soprattutto si aderisce al progetto che
Milanosud porta avanti da 14 anni: fare un’informazione libera e
aperta, che parla dei nostri quartieri e della nostra città, in un modo
che altrimenti non farebbe nessuno. Un progetto che in questi ultimi
anni è molto cresciuto (i nostri lettori spero ce ne diano atto), contribuendo a far valere i diritti di chi vive nelle periferie, a discutere e
confrontare opinioni. Favorendo, in questo modo in ultima analisi, la
partecipazione e l’affermarsi di una vera democrazia. Chi come noi,
crede in tutto questo, può concretamente contribuire iscrivendosi alla nostra associazione. Vi aspettiamo numerosi presso la nostra sede
di via S. Teresa 2/a tutti i martedì e giovedì, dalle 16 alle 18.
ALL’INTERNO
Libri, musica ed eventi
21 - 23
Negozi comunali
sfitti: diamoli
alle associazioni!
Piccolo Principe onlus, coop sociale 05, associazione Fare insieme, coop I percorsi.
Giovanni Fontana
Continua a pagina 5
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Milanosud
ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011
POST IT
Il fantasma di Ludendorff
vete presente un esercito in rotta?
Un esercito reduce da pesanti e
probabilmente decisive sconfitte,
ma non ancora irrimediabilmente vinto
sul campo di battaglia?
Questo era l’esercito tedesco nel novembre del 1918. In agosto la furibonda offensiva dello stato maggiore prussiano era fallita sui campi di Francia e il maresciallo
Ludendorff, lo stratega della “guerra totale”, definì l’8 agosto «Il giorno più nero della prima guerra mondiale». Da quel momento iniziò il confuso ripiegamento delle
armate tedesche.
Che tuttavia, ancora in autunno, operavano sul suolo straniero (Francia, Belgio),
A
mentre i confini della Germania restavano
intatti. Ma il paese era economicamente
allo stremo ed appariva chiaro a tutti che
più il tempo passava, più il prezzo della
sconfitta sarebbe risultato insopportabile.
Al governo provvisorio di Ebert, succeduto
al kaiser Guglielmo, non restò che firmare
l’atto di resa. L’11 novembre.
Un atto inevitabile, che tuttavia lo stato
maggiore tedesco giudicò una viltà. Contribuì a questo insensato mito dei macellai
prussiani lo stesso ingenuo Ebert, che così
acclamò gli eserciti al loro rientro in patria:«Saluto voi che rientrate invitti dai
campi di battaglia». Invitti? Naturalmente
no. Ma neppure vinti in modo irreparabile.
Proseguire la guerra voleva dire condannare la Germania a una “tabula rasa”, come
quella che si sarebbe realizzata alla fine
della seconda guerra mondiale. Ma questo
a Ludendorff assai poco importava. L’importante era sventolare la bandiera dell’esercito tradito: sentimento che l’umiliante
pace di Versailles avrebbe purtroppo potenziato, concorrendo ad indurre un rancore revanscistico che avrebbe poi prodotto il nazismo e la sua aberrate parabola.
In questi giorni sembrava di veder aleggiare sul parlamento italiano il fantasma di
Ludendorff, assistendo ed ascoltando le
patetiche esibizioni di muscolarismo - miastenico ma ciarliero - da parte di un anziano e sbroccolato uomo politico, che aveva
portato l’Italia sull’orlo del baratro (o forse
anche all’interno: valutazione di tutta la
comunità internazionale), per impotenza
e insipienza; che aveva registrato, numeri
alla mano, di non disporre più della maggioranza alla Camera dei deputati; che
aveva condotto l’Italia al guinzaglio delle
istituzioni europee; che non era stato in
grado di opporre alcun ostacolo al tracollo
de nostri titoli; e che, indotto a sloggiare
dalla sede del governo, spacciava le sue dimissioni come un gesto di generosità e fanfaronava di un suo potere di controllo sul
nuovo esecutivo (benevolmente esercitato, ça va sans dire), dal momento che «il
parlamento non l’aveva mai sfiduciato».
Capito a cosa servono certe volte gli atti
compiuti, quelli che sigillano formalmente
un ciclo e che traducono l’implicito in irrevocabilmente esplicito?
A Ludendorff occorreva un ultimo bagno di
sangue e l’occupazione della Germania da
parte degli eserciti alleati.
All’anziano primo ministro italiano occorreva il voto di sfiducia da parte di Scilipoti.
Ma siamo sicuri che, anche in questo caso,
se ne sarebbe restato tranquillo?
Piero Pantucci
Termovalorizzatore di Opera
L’APPROFONDIMENTO
Anche la Provincia dice no
Croce o Crocifisso?
alla lettera di San Giacomo:
«Fratelli, a che serve se uno dice: ‘Io ho la fede!’ e poi non lo
dimostra con i fatti? Forse che quella
fede può salvarlo? Supponiamo che
qualcuno dei vostri, uomo o donna, non
abbia vestiti o non abbia da mangiare a
sufficienza. Se voi gli dite: “Arrivederci
stammi bene. Scaldati e mangia quanto
vuoi”, ma poi non gli date quel che serve per vivere, a che valgono le vostre
parole? Così è anche per la fede: da sola, se non si manifesta nei fatti, è morta. Qualcuno potrebbe anche dire: c’è
chi ha la fede e c’è invece chi compie le
opere. Ma allora mostrami come può
esistere la tua fede senza le opere! Ebbene, io ti posso mostrare la mia fede
D
Giornale dell’Associazione
socio culturale Milanosud
via Santa Teresa 2A, 20142 Milano
telefono: 0284892068
e-mail: [email protected]
www.milanosud.it
Direttore Responsabile Stefano Ferri
Illustrazioni G. Gariani, L. Muzzi
Redazione P. Cossu, T. Galvanini, R. Iacono, M. T. Mereghetti, L. Miniutti, C.
Muzzana, P. Piscone, O. Romanova, G.
Tettamanzi.
Hanno collaborato F. Carcano, L.
Conti, S. Errico, G. Fontana, S. Francese, A. Fumagalli, A. Genzone, G. Granata, P. Grilli, L. Guardini, R. Landoni, G.
Lippoli, W. Luini, A. Magenes, F. Micheli, L.T. Mosconi, A. Muzzana, P. Pantucci, L. Pelliciari, G. Rossetti, S. Sinigaglia, M. Spelta, A. Stefanini, C. Stefanini, R. Tammaro, N. Tosoni, C. Zampagni.
Fotografie E. Paci, F. De Melis
Impaginazione L. Pantucci, E. Paci,
A.Rubagotti, F. De Melis
Raccolta Pubblicità A. Alemanno
cell. 345 3335 413
e-mail: [email protected]
Stampa Nuova Sebe S.p.A. Via Brescia 22 , Cernusco S/N tel 2/92104710
tiratura 16.000 copie Registrazione n°
744, novembre 1997 del Tribunale di Milano Numero ROC: 19637
L’associazione e il giornale Milanosud esprimono le più sincere condoglianze all’amico
Luigi e a suo padre Achille Muzzi, per la scomparsa della cara
Maria Angela, madre e compagna di una vita.
per mezzo delle opere, cioè con i fatti!
Ad esempio, tu credi che esiste un solo
Dio? È giusto. Ma anche i demoni ci
credono, eppure tremano di paura.
Sciocco, vuoi dunque renderti conto
che la fede non serve a niente se non è
accompagnata dai fatti?…
Insomma, come il corpo senza il soffio
della vita è morto, così la fede. Senza
le opere è morta».
Questo brano di lettera serve per
spiegare o chiarire meglio quanto successo in Regione nello scorso mese di
novembre in merito ad una proposta
presentata dalla Lega, su iniziativa di
Bossi junior (il Trota), che ha approvato di esporre negli atri e nelle aule
pubbliche dei palazzi di Regione Lom-
bardia il crocifisso.
A questo punto a molti è venuto da
chiedersi: «Ma gli esponenti della Lega e quelli che la sostengono, la affiancano e la votano sono veramente
cristiani? Agiscono secondo quanto
detto da Cristo e riportato nel Vangelo, oppure sfruttano questi fatti solo
per ottenere consensi elettorali o favori?». Per non parlare dei riti pagani
e dei matrimoni celtici.
Un’ultima notazione. Il rischio è che
si brandisca la croce (con rischi strumentali) e ci si dimentichi di chi è
morto in croce.
La croce sarà esposta, ma che fine ha
fatto il Crocifisso?
Claudio Muzzana
o scorso 9 novembre il presidente della Provincia di Milano Podestà, davanti alla Commissione Ambiente della
Regione, ha dichiarato che in provincia di
Milano non serve alcun nuovo impianto per
lo smaltimento dei rifiuti, né il potenziamento di quelli esistenti; anzi, ha auspicato
il miglioramento della raccolta dell’umido.
Nemmeno due anni or sono sembrava indispensabile. Il nuovo inceneritore - con localizzazione prevista nel Parco Sud zona Opera, con conseguente mobilitazione contraria
dei residenti di Milano e paesi limitrofi ad
Opera, non solo era stato inserito da Filippo
Penati nel Piano provinciale rifiuti a costo di
spaccare la maggioranza di centrosinistra,
ma era stato invocato dai vertici dell’Amsa
come necessario per evitare un’emergenza
rifiuti simile a quella di Napoli. Cambiata la
maggioranza in Provincia, e succeduto Po-
L
destà a Penati, tra le poche cose a non cambiare ci fu la convinzione di Palazzo Isimbardi che il nuovo inceneritore fosse indispensabile. Certamente è assai positivo che
si voglia puntare sulla raccolta differenziata
con l’obiettivo del 65% di rifiuti riciclati per
il 2012 (come prescrive il Decreto legislativo
152), ma bisognerebbe ricordare che oltre
quattro anni fa, il nuovo termo valorizzatore
serviva in realtà a conferire un maggiore valore ad Amsa che era confluita in Aem in vista della fusione con la bresciana Asm che
avrebbe dato vita ad A2A. Negli ultimi quattro anni il terremoto finanziario che ha scosso i mercati, i cambi di strategia delle multitulity e i grandi cambiamenti che potrebbero attraversare le partecipate hanno incenerito lo scenario in cui l’inceneritore era indispensabile.
Claudio Muzzana
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ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011
Il sindaco illustra le strategie di Palazzo Marino dopo i nuovi provvedimenti, i cambi di rotta e le recenti misure (per ora) parziali
Lotta allo smog: Giuliano Pisapia scrive ai giornali di zona
Cari milanesi,
rieccomi, per condividere con voi le ultime scelte importanti che abbiamo compiuto. Trasformare Milano nella città che
vogliamo non è una strada facile, richiede
a tutti noi di cambiare abitudini e sappiamo quanto sia difficile farlo. Ma quello
che abbiamo fatto è il primo passo per
rendere concreta la volontà che i milanesi hanno espresso con i referendum del 12
e 13 giugno, cioè quella di avere una città
dove si vive meglio. Ero diventato sindaco
da due settimane quando quasi 400mila
milanesi - il 79% di quelli che hanno votato - hanno chiesto di ridurre traffico e
smog, di potenziare i mezzi pubblici, di
estendere a tutti i veicoli il pedaggio per
avere accesso al Centro. Una richiesta
che è in linea con quanto accade in molte
città europee; un voto che ci ha vincolato.
A gennaio entrerà dunque in vigore quello che abbiamo individuato come lo strumento giusto per dare seguito a quelle indicazioni. È nata Area C - «C» come Centro, C come Congestion - che prevede dal
lunedì al venerdì e dalle 7.30 alle 19.30,
un pedaggio di 5 euro per circolare in
macchina nella Cerchia dei Bastioni con
l’obiettivo di ridurre il traffico del 20 per
cento. Mezzo milione di persone ogni
giorno piombano in macchina in centro,
son 40mila per ogni chilometro quadrato,
il «salotto» della città si trasforma in una
cittadella assediata ed è questo che la
maggioranza di voi non vuole più. Per definire i contorni del nostro intervento abbiamo ascoltato i milanesi: abbiamo fatto
77 incontri con oltre 90 associazioni; abbiamo parlato con tutte le categorie, abbiamo cercato una mediazione nobile tra
opinioni diverse. Abbiamo accolto ad
esempio la richiesta di ridurre il ticket
per chi scarica merce e per i residenti, i
quali avranno anche quaranta ingressi
gratuiti (il che, secondo i calcoli del nostro centro studi, rende praticamente
nullo il pedaggio). Del resto è questo, crediamo, il significato alto della politica:
ascoltare tutti, valutare e poi decidere.
«Area C» è una scelta necessaria perché
non ci piace che a Milano i bambini si ammalino solo perché
respirano; perché
non è possibile che
appena piove siamo
tutti in coda e che
impieghiamo troppo tempo per spostarci da una parte
all’altra della città.
Abbiamo stimato in
30 milioni gli introiti del pass e abbiamo stabilito che siano tutti destinati a
migliorare il sistema pubblico dei 1 dicembre 2011, Legambiente e Mamme antismog manifestano davanti a
trasporti: avremo Palazzo Marino a favore di provvedimenti antismog più severi
più metropolitane,
autobus, filovie, tram; amplieremo il bike
l provvedimento Area C - Anti Consharing e la rete delle piste ciclabili. Il
gestion entrerà in vigore il 16 genticket vuole spingerci a cambiare abitudinaio 2012 e sarà attivo, in via sperini per il bene di tutti. Altri lo hanno fatto.
mentale per 18 mesi, nei giorni feriali,
Stoccolma, ad esempio: il pedaggio di indal lunedì al venerdì, dalle ore 7.30 alle
gresso alla città ha ridotto del 20 per cenore 19.30. Sostituirà il provvedimento
to l’uso delle automobili; così ha fatto CoEcopass e regolerà l’accesso dei veicoli
penhagen, dove il 36 per cento degli abiprivati e dei mezzi commerciali alla ZTL
tanti si muove in bicicletta; per disincen– Cerchia dei Bastioni. Le modalità di
tivare il traffico Amburgo ha imposto il lipagamento sono in fase di elaborazione
mite di velocità a 30 chilometri. A Londra
e saranno introdotte con un provvedila congestion charge ha portato benefici
mento di prossima approvazione.
anche ai commercianti.
Il provvedimento Ecopass, istituito dalla
La Milano che vediamo all’orizzonte,
giunta Moratti, decadrà il 31 dicembre
quella che costruiremo tutti insieme, è
2011 e tra il 1 gennaio e il 15 gennaio
quella in cui l’unico obiettivo è realizzare
l’accesso alla Cerchia dei Bastioni non
l’interesse generale, anche a prezzo di
sarà sottoposto ad alcun provvedimento.
qualche sacrificio personale. Con la menA partire dal 1° gennaio 2012 sono inolte aperta: ci siamo anche dati un termine
tre revocati i provvedimenti relativi al
per valutare gli effetti di Area C, pronti, se
divieto di transito e sosta dalle ore 7.30
non dovesse realizzare gli obiettivi che ci
alle ore 21.00 di tutti i giorni, nei consiamo prefissi, a migliorare. Ora siamo
fronti di qualsiasi veicolo o complesso di
pronti a lavorare per migliorare la vivibiveicoli aventi lunghezza superiore a melità di altre zone. Vedrete, la “nostra” Mitri 7.
lano farà vivere meglio tutti. Ve l’ho detto,
che questo è solo un primo passo…
Regolamentazione d’accesso
Il vostro sindaco
In base al provvedimento Area C – Anti
Giuliano Pisapia
Congestion l’accesso alla Cerchia de Bastioni sarà regolato come segue. Sono
Come funziona l’“Area C - Anti congestion”
I
previste esenzioni e deroghe.
Accesso libero: veicoli elettrici ed autorizzati; veicoli ibridi, bifuel, alimentati a
metano e GPL che saranno esenti dal
pagamento per 1 anno. Per queste categorie di veicoli l’obbligo di pagamento
sarà introdotto a decorrere dal 1 gennaio 2013.
Accesso a pagamento: veicoli alimentati
a benzina Euro 1 e successivi; veicoli alimentati a gasolio Euro 4 e successivi.
Divieto di accesso e transito: veicoli con
lunghezza superiore a 7 metri; veicoli
alimentati a gasolio Euro 0, 1, 2, 3 eccetto autorizzati. È prevista una deroga di 1
anno al divieto di circolazione a favore
di: bus turistici alimentati a gasolio Euro 3; veicoli alimentati a gasolio Euro 3
di proprietà di soggetti che risultano residenti o equiparati all’interno della ZTL
Cerchia dei Bastioni; veicoli destinati al
trasporto cose, alimentati a gasolio Euro
3, rispondenti a specifici requisiti legati
all’espletamento di servizi di pubblica
utilità e di servizi a favore delle residenze
Esenti dal pagamento della tariffa: i veicoli adibiti a servizi di pubblica utilità limitatamente a interventi di emergenza
e di pubblico interesse; veicoli dei corpi
di polizia e forze armate; autoambulanze; veicoli adibiti al trasporto disabili;
veicoli adibiti a servizi pubblici di trasporto, servizio di taxi e di noleggio con
conducente sino a 9 posti; ciclomotori,
motocicli e velocipedi; veicoli di proprietà di Enti Pubblici.
Tariffe di accesso
Tutti i veicoli pagano 5 euro. La tariffa
dà diritto alla circolazione nell’Area C
per tutta una giornata.
I veicoli di proprietà di residenti (e assimilati) nella Cerchia dei Bastioni pagano 2 euro, previa registrazione. La tariffa è applicata a partire dal 41° accesso
su base annua. I primi 40, sempre su base annua sono gratuiti.
I veicoli adibiti a trasporto cose “di servizio” pagano 5 euro; la tariffa comprende la sosta gratuita per le prime 2 ore
sulle strisce blu dedicate alla sosta regolamentata, che si ottiene previa registrazione secondo. In alternativa la tariffa è
di 3 euro senza il beneficio della sosta
gratuita.
Il sistema di tariffazione relativo ai veicoli adibiti al trasporto cose resterà in
vigore per i primi sei mesi di durata del
provvedimento (fino a giugno 2012) al
fine di valutarne l’inserimento per l’intera durata della sperimentazione.
Sono considerati veicoli di servizio adibiti al trasporto cose quei veicoli che,
previa registrazione, entrano nella Cerchia dei Bastioni per: attività lavorative
che consistono in servizi a favore di residenze come, a titolo esemplificativo, gli
artigiani, gli installatori e i manutentori;
attività di carico e scarico merci a servizio della residenza e del sistema commerciale; attività di cantiere.
Tariffe residenti
I veicoli di proprietà di residenti (e assimilati) nella Cerchia dei Bastioni pagano 2 euro, previa registrazione. La tariffa è applicata a partire dal 41° accesso
su base annua. I primi 40, sempre su base annua sono gratuiti. L’applicazione
della tariffa agevolata di 2 euro sarà
sottoposta a preventiva identificazione
del veicolo e alla sua registrazione in
un apposito elenco.
Le agevolazioni per i residenti saranno
estese anche ai domiciliati nella Cerchia dei Bastioni, quando la domiciliazione sia attestabile dalla presenza di
un contratto di affitto per un immobile
residenziale situato nell’area o dall’intestazione di un’utenza gas, luce o telefono.
Protagonisti i ragazzi della scuola elementare di via Morosini
Il Pedibus di Zona 4: una risposta concreta all’inquinamento
ndare a scuola a piedi è facile, divertente, ecologico e salutare. Questa è
l’idea del Pedibus, il progetto che da
fine ottobre scorso finalmente “ha preso piede” anche nella Zona 4, presso la scuola elementare di via Morosini.
«Purtroppo, come zona, in quest’iniziativa
siamo rimasti un po’ indietro – conferma
Luigi Costanzo, il presidente della commissione all’educazione di via Oglio. –
Ora, per recuperare la situazione, l’abbiamo inserita tra le nostre linee guida. Proprio in questo periodo, in collaborazione
con Camina e MeglioMilano, le due associazioni delegate ad occuparsi della diffusione del Pedibus a Milano, stiamo organizzando degli incontri conoscitivi presso
tutte le sedi scolastiche di nostra competenza».
A
Il Pedibus al momento è attivo in 30 scuole delle varie zone di Milano. A differenza
di quanto possa apparire, non è un semplice programma di accompagnamento
casa-scuola. Prima
di tutto, è un progetto didattico con
lo scopo di insegnare ai ragazzi l’educazione stradale, la sostenibilità
ambientale e, soprattutto, a vivere
nella comunità.
È un progetto complesso. Richiede il
coinvolgimento e
la cooperazione di
diverse realtà: dalla polizia locale ai negozianti di zona, dai
genitori e i nonni agli insegnanti che si offrono volontari. L’attività di tutti questi attori deve essere programmata e coordina-
ta in modo da garantire ai bambini e ai loro accompagnatori l’assoluta sicurezza
durante il percorso. Infatti, per attivare il
Pedibus alla scuola di via Morosini ci è voluto un anno di lavoro.
Ma come si organizza?
«Per promuovere il Pedibus, prima di tutto, ci vuole la buona volontà della scuola
che deve inserirlo nel proprio Piano dell’Offerta Formativa» spiega Costanzo.
«Quindi il progetto si sviluppa attraverso
varie fasi operative realizzate dalle associazioni e supportate dai settori comunali
interessati a mobilità e trasporti».
Un’altra scuola della zona che vorrebbe
prendere parte all’iniziativa è quella di via
Martinengo del plesso Renzo Pezzani.
Presentato al collegio del 18 ottobre scorso, il progetto è stato ben accolto dai do-
centi e dai rappresentanti dei genitori.
Ora, formato il gruppo di lavoro, scelti i
volontari, tracciati i percorsi e eseguiti altri numerosi preparativi, speriamo di vedere anche in Corvetto i chiassosi sciami
di bambini con una colorata pettorina del
Pedibus attraversare le vie del quartiere.
Olga Romanova
4
Milanosud
ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011
La nuova delibera in Consiglio comunale tra gennaio e fabbraio prossimo
Pgt, ecco le idee della giunta
L’assessore De Cesaris spiega ai cittadini le linee fondamentali
del provvedimento e risponde alle domande sulla zona
erata affollatissima in Consiglio di
zona 5 per l’arrivo dell’assessore all’Urbanistica Lucia De Cesaris. Il tema del Pgt, da sempre caldissimo, ha attirato il 24 novembre scorso moltissimi cittadini. Tre ore di discussione fitta fitta,
che se non sono servite a illustrare soluzioni – e non poteva essere altrimenti poiché il Pgt targato Pisapia ancora non c’è hanno consentito da una parte di comprendere quali saranno le linee di indirizzo che la «Giunta presenterà in Consiglio
comunale - ha assicurato l’assessore - tra
fine gennaio e inizio febbraio»; e dall’altra
di far conoscere “dal vivo” all’amministrazione comunale quali sono i principali
problemi della zona 5.
La serata è stata introdotta dal presidente
Aldo Ugliano, che ha ricordato le principali questioni che la zona deve affrontare
- difesa e rilancio del Parco Sud, realizzazione di un sistema di parchi, recupero
degli scali ferroviari e questione della Milano Mortara; e il fatto che con la revoca
della delibera di approvazione del Pgt della giunta Moratti, questi temi ora possono
di nuovo essere affrontati. Partendo dall’esame delle quasi 5 mila osservazioni
fatte da cittadini, soggetti privati e pubblici, sostanzialmente ignorate dalla giunta
precedente.
L’assessore non si è tirata indietro e dopo
aver illustrato quali sono le linee politiche
che sta seguendo la giunta nella redazione
del nuovi Pgt e nella valutazione delle osservazioni, si è sottoposta, insieme ai suoi
numerosi collaboratori, alle domande dei
cittadini e dei consiglieri presenti.
Queste le principali questioni emerse nella
serata e la posizione dell’amministrazione.
S
Indici edificatori e Parco Sud
La Giunta si impegna a rivedere gli obiettivi di crescita della popolazione e degli
immobili della città. Coerentemente gli
indici edificatori saranno tutti rivisti al ribasso, in ragione di una concreta fattibilità delle trasformazioni e al fine di rilanciare la qualità urbana. In quest’ottica sa-
Casa dell’acqua
in zona 5
ranno rivisti tutti gli indici edificatori connessi al sistema perequativo del Parco
Sud ed esclusi dal sistema perequativo
numerosi ambiti urbanistici. L’obiettivo è
favorire le attività agricole e quelle legate
al tempo libero e alla cultura, per passare
dalla semplice conservazione del parco al
suo effettivo rilancio.
Mobilità e sostenibilità ambientale
Il nuovo Pgt non conterrà più il famoso
tunnel di attraversamento della città da
nord a sud «Anche perché non avremmo
mai fatto in tempo a realizzarlo per Expo»
ha spiegato l’assessore; mentre viene confermata l’idea di realizzare una “circle line” cittadina, collegando tra loro le stazioni ferroviarie periferiche. In ogni caso tutte le altre scelte saranno fatte nel Piano
della mobilità di prossima approvazione,
che nascerà anche dal confronto con le
zone e i comuni limitrofi e dal provvedimento per l’”Area C – Congestion charge”.
La sostenibilità ambientale dei nuovi edifici è garantita dalle recenti norme edificatorie, mentre per gli edifici più vecchi
«Il Comune inserirà nel Pgt una serie di
incentivi, anche sfruttando le normative
regionali e nazionali – ha illustrato l’assessore - per favorire interventi per il risparmio energetico e l’abbassamento dell’impatto ambientale».
Ambiti di trasformazione
e interventi edificatori
«La precedente giunta trattava le Ferrovie dello Stato e RFI come soggetti privati, per noi è invece un operatore pubblico
che deve fare la sua parte». Partendo da
questa posizione l’assessore ha spiegato
che verranno riconsiderate tutte le ipotesi relative agli ambiti di trasformazione,
che fanno capo agli scali ferroviari, per favorire più insediamenti pubblici e verde
pubblico «e non tollereremo – ha spiegato
l’assessore – forme di pressione indirette
da parte di RFI, come per esempio il non
controllo e abbandono al degrado degli
spazi, che hanno invece il dovere di presi-
diare». Anche per quanto riguarda la questione del tratto della Milano Mortara che
corre in zona 4, 5 e 6, l’assessore ha promesso l’impegno dell’amministrazione
per fare pressione sulle ferrovie per realizzare un intervento meno impattante.
In merito agli interventi edificatori, nel
Pgt saranno inserite delle norme per coinvolgere gli immobiliaristi in modo più significativo nella realizzazione di servizi e
infrastrutture nelle loro aree di intervento, secondo un progetto che sarà preventivamente specificato nel Piano dei servizi.
Nel caso che l’intervento immobiliare si
collochi in un ambito già adeguatamente
servito, le risorse confluiranno in un fondo per la realizzazione di servizi e interventi di “housing sociale”. «La logica che
seguiremo nella concessine delle licenze
edilizia – ha poi spiegato la De Cesaris sarà quella di favorire un mix abitativo,
che contempli in una medesima zona tutte le tipologie abitative: dalle case in affitto a basso costo alle quelle di lusso».
Cascina Campazzo e Basmetto
L’Amministrazione ha valutato in 300 mila
euro i costi per la messa in sicurezza della
Cascina Campazzo. Risorse che al momento il Comune dichiara di non avere,
ma di esserne alla “ricerca”. Contestualmente sta lavorando a un accordo per il
prolungamento del periodo di comodato
d’uso della cascina a favore del Comune,
stabilito da un accordo tra la proprietà e
la Giunta precedente. Anche l’attuale amministrazione ha escluso l’esproprio delle
aree e della cascina ancora private, mentre ha promesso l’inserimento esplicito
del parco nel Pgt.
Riguardo la Cascina Basmetto, l’assessore
ha ribadito che è intenzione dell’amministrazione sostenere l’agricoltore e le sue
attività, attraverso la riqualificazione degli edifici rurali e l’eventuale spostamento
di servizi per il quartiere nell’area della
cascina. In merito all’intervento immobiliare da 88 mila mc previsto tra la cascina
e via Chiesa Rossa, l’assessore – sollecita-
to da una domanda del Comitato Basmetto, che sta raccogliendo delle firme contro
questo intervento - ha detto che al momento non vi è nulla di definito. L’assessorato sta incontrando in queste settimane i
soggetti coinvolti e che l’operatore immobiliare ha dato la sua disponibilità a intervenire sulla cascina e sul quartiere per migliorarne la vivibilità, attraverso interventi da concordare con l’amministrazione.
Darsena e Porta Genova
Sulla Darsena l’assessore ha precisato
che, ora che la situazione e si è sbloccata
con la sentenza del Tar, l’amministrazione
ha la “responsabilità contabile” di riconsiderare il progetto approvato e finanziato
dalla giunta Albertini. Lo studio che allora
vinse il bando si è detto disponibile a rivedere il progetto alla luce delle nuove esigenze. Una commissione interassessorile
inizierà ad ascoltare tutti i soggetti interessati, per elaborare una sintesi tra le posizioni. La Giunta intende collocare gli interventi sulla Darsena all’interno di quelli
di Expo 2015, per cogliere l’occasione di
una riqualificazione più profonda «Ma a
questo proposito da Roma non abbiamo ricevuto alcuna informazione né sulle risorse disponibili né su quando arriveranno».
Sulla scalo di Porta Genova l’assessore ha
confermato l’esistenza di diversi progetti,
ma ha assicurato che prima di procedere
con qualsivoglia autorizzazione l’amministrazione si confronterà con la zona.
Pompeo Leoni e interventi non chiusi
L’amministrazione ha ripreso in mano gli
interventi legati al Pru (Piani di riqualificazione urbana) di Pompeo Leoni e in
particolare quelli sul parco e il verde, non
Cicogne al Parco Sud ai confini di Milano
nche quest’anno, nel loro percorso migratorio verso i paesi
più caldi, le cicogne hanno di
nuovo fatto tappa al Parco Sud. Ed è
davvero uno spettacolo ammirare questi grandi uccelli camminare elegantemente, tranquilli e indisturbati nelle
nostre aree agricole, ai confini della grande e chiassosa città, congestionata da traffico e rumori.
La foto, scattata il 28 novembre scorso
da Paolo Forti vice responsabile delle
Gev del Gruppo 5, ritrae due esemplari
di questi volatili in fondo a via dei Missaglia, mentre passeggiano accanto al
centro Vismara, di cui si scorge sullo
sfondo la rete.
A
’amministrazione comunale ha deciso
di incaricare MM di realizzare otto case
dell’acqua in ognuna delle otto zone cittadine, esclusa la zona 1 del centro. Le case
dell’acqua consentiranno ai milanesi di
rifornirsi gratuitamente di acqua refrigerata o gasata, contribuendo in questo modo
ad abbassare il consumo di acqua minerale
e conseguentemente l’inquinamento prodotto dai tir che la trasportano in giro per
l’Italia e dalle bottiglie di plastica vuote.
Il Consiglio di zona sta studiando l’ubicazione della struttura da proporre a Palazzo
Marino. I cui lavori dovrebbero iniziare l’anno prossimo.
L
ancora ultimati a distanza di oltre un decennio dall’approvazione, per trovare al
più presto una soluzione. «Come amministrazione – ha spiegato l’assessore De Cesaris – stiamo analizzando tutti i Pru rimasti aperti, che sono la maggioranza di
quelli avviati nel 1990, per capire cosa impedisce la loro conclusione, per risolvere i
problemi e chiuderli prima possibile». Per
quanto riguarda gli altri interventi aperti
in città o fermi a causa di mancati accordi
«Fermo restando il rispetto dei diritti acquisiti, stiamo ricontattando tutti gli operatori per risolvere le difficoltà. Il modello
– ha concluso l’assessore De Cesaris – è
quello adottato recentemente per risolvere la questione del mai finito albergo di
Italia 90 di via Bonfandini - Monluè, costruito in prossimità della tangenziale,
per il quale, sfruttando le normative contenute nel recente Decreto sviluppo, abbiamo raggiunto un accordo che ne prevede l’abbattimento e la trasformazione in
area verde, in cambio la proprietà potrà
variare la destinazione d’uso delle due
Torri di Garibaldi, per le quali dovrà comunque versare gli oneri».
Viabilità e lavori in via Ripamonti
Sui problemi della via Ripamonti l’assessore ha rimandato al Piano della mobilità,
invitando i cittadini ad avere fiducia nell’amministrazione e informando che sarà
aperto un tavolo con gli operatori della via
e della zona, per cercare soluzioni nell’interesse della città. Riguardo la richiesta
del presidente Ugliano di prolungare da
subito il 24 fino a Opera, fatta attraverso il
nostro giornale il mese scorso, l’assessore
non ha risposto.
Stefano Ferri
Il prolungamento
del 24 fino a Opera
lavori in corso sulla via Ripamonti porteranno la linea del tram 24 sino all’altezza
dello Ieo e del Cerba, i due grandi poli ospedalieri e di ricerca scientifica. Riguardo le
ipotesi di prolungamento fino ad Opera e Locate Triulzi esiste un progetto preliminare
contenuto nel Ptop (Piano triennale opere
pubbliche) che ne prevede la realizzazione in
collaborazione con privati, i quali dovrebbero
firmare la convenzione con finanziamento
entro la prossima primavera. Ci uniamo all’appello del presidente del Consiglio di Zona
5 Ugliano perché la convenzione venga al più
presto firmata e partono i lavori
Claudio Muzzana
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ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011
5
Negozi comunali sfitti: diamoli a giovani e associazioni!
Gli mmobili potrebbero essere utilizzati per attività sociali e microimprese. Il caso del quartiere Chiesa Rossa
Segue dalla prima pagina
nlus Ala; coop Cerchi d’acqua; teatro CRT; coop L’isola che non c’è;
coop Metamorfosi; coop L’impronta; HC; associazione Progetto Oikia; Banca del tempo 4 corti. Sono queste le realtà
del volontariato, delle onlus e della cooperazione sociale della zona che hanno
prontamente risposto al sondaggio fatto il
mese scorso dal presidente del Cdz 5 Aldo
Ugliano, in cui chiedeva «Chi di voi è alla
ricerca di una sede?». E ora incontreranno il 16 dicembre prossimo l’assessore alla Casa Lucia Castellano, per avere una
risposta alle loro esigenze.
L’iniziativa della presidenza ha preso le
mosse nelle settimane scorse da una semplice considerazione. I nostri quartieri sono pieni di edifici di proprietà comunale,
dove moltissimi sono i locali al piano terra vuoti da anni, perché i negozi se ne sono andati con l’arrivo della grande distribuzione. Il risultato di questa situazione è
che i quartieri sono sempre più abbandonati e simili a un dormitorio, il Comune
non incassa i soldi dell’affitto, ma anzi si
trova nelle condizioni di spenderli per il
riscaldamento e il presidio. Il quartiere
Chiesa Rossa è un esempio lampante
questa situazione. Praticamente tutti i
negozi - a parte la sede del nostro giornale Milanosud che si trova proprio in zona -
La risposta dell’assessore Castellano
O
S
sono tristemente vuoti: in sole quattro
vie: S. Teresa, Boifava, S. Giacomo e Giovanola; se ne contano quasi trenta!
«Per questo nelle settimane scorse ho incontrato il presidente dell’Aler Loris Sraffa, per chiedergli di intervenire. Saputo
che i locali in questione sono di proprietà
comunale – ha spiegato Aldo Ugliano – e
che spetta a Palazzo Marino definire le
procedure di assegnazione, ho chiesto, insieme alle associazioni, un incontro con
l’assessore Castellano».
Secondo Ugliano le soluzioni possibili all’orizzonte a questo punto sono di due ti-
pi. O un intervento in deroga da parte dell’assessore alle normative esistenti per
consentire alle associazioni di poter usufruire subito di una sede; o un’azione più
strutturata, di ridefinizione completa dei
bandi di assegnazione, che però rischia di
richiedere più tempo. «All’incontro con
l’assessore chiederemo anche – ha concluso Ugliano – qual è il destino dell’ex
comando della Polizia locale. Anche quelli sono locali che piuttosto che abbandonati a se stessi, potrebbero essere utilizzati per fini sociali».
Giovanni Fontana
osterrete la richiesta del Cdz 5 per
l’assegnazione dei locali sfitti alle
associazioni di zona?
«Come assessorato ci impegneremo al
massimo per il riutilizzo degli spazi sfitti
come strategia per la riqualificazione dei
quartieri popolari. Un quartiere in cui c’è
attività culturale, ricreativa e commerciale è un quartiere non solo più vivo ma
più sicuro».
Pensate di favorire nelle procedure e nei
costi l’attribuzione dei negozi sfitti degli
edifici di proprietà comunale ad associazioni e soggetti economici neocostituitisi?
«Come scritto nel programma di Pisapia,
la Direzione centrale Casa insieme agli
altri assessorati, stanno lavorando per fare un progetto sugli spazi sfitti insieme ai
consigli di zona che hanno il polso dei
quartieri e dei loro bisogni. Troveremo il
modo di lavorare a bandi specifici che favoriscano le associazioni di zona e che
possano ricreare un tessuto sociale relazionale soprattutto nelle periferie».
I quartieri Gratosoglio e Stadera sono interessati da numerosi episodi di criminalità e illegalità: come pensate di contrastarli? Anche la situazione degli immobili
è in alcuni casi di reale degrado: avete
programmato con Aler degli interventi
specifici?
«Stiamo per far ripartire i contratti di
quartiere che prevedono progetti di riqualificazione urbana e di accompagnamento sociale (attraverso i laboratori di
quartiere e la rete di associazioni) che
dovrebbero essere un utile strumento
proprio contro il degrado delle zone Gratosoglio e Stadera».
G. F.
L’assessore alla Casa Lucia Castellano
A tu per tu con lo sport
I problemi del Vigentino
L’assessore allo Sport Bisconti in Consiglio di Zona
per illustrare le linee programmatiche del Comune
Al circolo Pd Vassallo si è discusso dei problemi
della zona e delle prospettive di risoluzione
’assessore al Benessere,
Qualità della vita, Sport e
Tempo Libero Chiara Bisconti, accompagnata dalla consigliera comunale Anna De Censi, presidente della Commissione
Benessere, Qualità della vita,
Sport e tempo libero, e dal Dott.
Dario Moneta, direttore centrale
assessorato allo Sport, ha partecipato a un incontro guidato dal
presidente della commissione
Sport e tempo libero Bruno Pioli,
che si è tenuto presso il Consiglio
di zona lo scorso 23 novembre.
Obiettivo: incontrare le realtà
sportive di zona e i cittadini, per
illustrare le linee guida dell’assessorato, rispondendo alle sollecitazione dei presenti in relazione ad alcune questioni come, in
particolare, quella del centro
sportivo comunale Carraro, situato in via dei Missaglia.
L’assessore, dichiarando la sua
soddisfazione di incontrare le società sportive della zona, ha rilevato l’importante valenza educativa e sociale che esse sostengono e si è detta per questo impegnata con le Zone per risolvere le
problematiche legate agli impianti sportivi, a cominciare da
quelli attualmente gestiti da Mi-
L
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lanosport, che in molti casi sono
stati parecchio trascurati. Ha
confermato che la gestione degli
stessi impianti dovrà molto migliorare per poter offrire luoghi
idonei alla pratica, efficienti e
con tariffe trasparenti e alla portata dei praticanti. Inoltre, ha
fatto notare che le funzioni che
verranno assegnate ai Consigli di
zona attraverso il decentramento, potranno prevedere nuovi
compiti di gestione da parte degli stessi, in collaborazione con i
soggetti del territorio che già li
gestiscono o li utilizzano. Come
per esempio l’utilizzo delle palestre scolastiche alle società sportive locali. All’intervento dell’assessore Bisconti sono seguiti
quelli di alcuni esponenti di
realtà sportive locali che hanno
fatto conoscere meglio la situazione dello sport di base e chiesto chiarimento su questioni specifiche o di interesse generale.
Alle varie sollecitazioni, l’assessore Bisconti ha ricordato la necessità per il Comune di agire in
modo trasparente sulle concessioni attuali, per dare chiarezza a
coloro che usufruiscono degli impianti soprattutto per quanto riguarda l’applicazione delle tarif-
fe comunali. Inoltre, ha ricordato
la precarietà della situazione finanziaria delle casse comunali,
dichiarandosi favorevole a sponsorizzazioni private che possano
permettere la gestione delle attività. Ha poi fatto presente di essere a conoscenza delle criticità
della situazione del centro Carraro per le quali è impegnata a risolvere i problemi che spettano
al Comune stesso. Relativamente
ad altre questioni come l’uso delle palestre degli impianti scolastici e al progetto di “scuola aperta”, per dare la possibilità a
chiunque di frequentare le scuole oltre all’orario scolastico, ha
ricordato che il modello di lavoro
adottato intende coinvolgere le
scuole, la zona, le associazioni
dei genitori, le associazioni sportive cercando di dare ampia azione operativa alla zona per un
coordinamento con la scuola. Infine, l’assessore ha fatto un cenno al miglioramento della situazione dei parchi, perché possano
permettere l’attività sportiva e ai
Cam la cui attività volta al miglioramento del benessere e alla
cittadinanza sarà ancora legata a
MilanoSport fino al giugno 2012.
Angelo Fumagalli
l 18 novembre scorso il Circolo Pd Vigentino
Angelo Vassallo ha organizzato un’assemblea pubblica sui problemi del quartiere Vigentino, alla presenza di Aldo Ugliano, presidente del Consiglio di zona 5. Ai cittadini sono
state fornite informazioni utili per comprendere lo stato avanzamento di alcuni problemi, tra
i quali: la scuola materna di via Ghini chiusa
per amianto (la sua ricostruzione è tra le priorità nel Piano Triennale delle opere, ma occorre che i fondi siano effettivamente stanziati); i
problemi degli abitanti delle case di via Ghini/Largo Caccia Dominioni (rischiano di pagare
due volte anche a causa di una situazione diffusa di morosità degli abitanti delle case di proprietà del Comune; finalmente siamo riusciti a
mettere intorno al tavolo della trattativa anche
il Comune e l’Assessorato al demanio: un buon
segno!); la discarica di via Campazzino/Belcasule che pone grossi problemi per la natura del
materiale trattato e per i rischi derivanti dal
sollevamento polveri a causa del traffico di camion, nonostante le numerose irregolarità riscontrate dalla Polizia provinciale e del settore
Rifiuti e Bonifiche della Provincia di Milano;
l’ex campo sportivo Vigentino di via Verro, che il
vecchio Piano Regolatore vincolava ad aree per
servizi pubblici e attività collettive e che, se dovesse rimanere questa parte del Pgt della giunta Moratti, sarebbe oggetto di edificazione per
circa il 50% della sua superficie (ci batteremo
affinchè ciò non avvenga); il “rudere” ex Pirelli
di via Ripamonti 88 (dove un accordo di Programma approvato dalla giunta Albertini preve-
I
de che su 13.000 mq, ben 9.000 mq siano destinati ad uso commerciale, con impatti sul traffico e sui pochi esercizi commerciali che a fatica
resistono in via Ripamonti).
I numerosi cittadini intervenuti hanno portato
contributi relativi ad altre criticità della zona
ed hanno manifestato la loro disponibilità per
contribuire a migliorare la qualità del vivere nel
nostro quartiere. Per ulteriori informazioni, potete scrivere al seguente indirizzo mail:
[email protected]
Natascia Tosoni
Coordinatrice Circolo Pd Vigentino Angelo Vassallo
Mostra mercato
al Parco Ravizza
partire dall’11 dicembre la seconda e la quarta domenica del mese, al Parco Ravizza, in via Bach 2, si
terrà la mostra mercato “Ravizzino Arte e Mestieri”, organizzata dall’associazione Culturale Milano in Musica,
con il patrocinio del Consiglio di Zona 5.
Tra le bancarelle e le “esposizioni” sarà possibile vendere e acquistare fumetti, libri, manifesti, dischi e Cd usati e da collezione, modernariato e quanto i partecipanti vorranno porre in vendita. Sarà possibile anche assistere ad anteprime letterarie e musicali, autoproduzioni, incontrare collezionisti e amatori. L’iniziativa è
aperta anche ad artigiani/artisti che si autoproducono.
A
Milanosud
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ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011
Via Martinengo come via Solari?
Nella strada gli scolari ciclisti rischiano di essere travolti, ma invece della pista si realizza un marciapiede inutile
n punto critico dal punto di vista
della sicurezza ciclistica che ormai più volte abbiamo posto in
rilievo sul nostro giornale si trova davanti alla scuola elementare del plesso
Pezzani. Soprattutto alla luce della recente tragedia di via Solari, non possiamo non menzionarlo ancora. Perché i
presupposti che si possa ripetere una
simile disgrazia ci sono tutti: le mamme
e i bambini in bici, le macchine in doppia fila, i pullman che passano...
Solo pochi mesi fa era stato presentato
un progetto condiviso da Ciclobby che
letteralmente con una manciata di euro
avrebbe permesso la realizzazione di
una pista ciclabile. A settembre parte
invece un cantiere del quale in Comune
nessuno degli enti preposti sa nulla,
tantomeno chi sia l’appaltatore dei la-
U
vori. A fronte di ciò, il cantiere viene
fermato dando l’impressione che il
Comune sia disposto a dare ascolto
alla replica dei genitori, promettendo di prendere in mano la situazione e di risolverla in tempi brevi. Nonostante questo, dopo un periodo di
fermo, i lavori riprendono per terminare la realizzazione iniziata dal
“cantiere di nessuno”. Come risultato, oggi l’incrocio tra via Martinengo
e via Codogno, nonostante tutti gli
sforzi, vanta un tanto mastodontico
quanto inutile marciapiede dotato
di un luccicante corrimano d’acciaio
(vedi foto a fianco), senza alcuna traccia della tanto agognata pista ciclabile.
«Il piano studiato durante la passata legislatura che prevedeva il rifacimento
del marciapiede era stato già appaltato
e non c’era alcuna possibilità di modificarlo» è stata l’ultima risposta del nuovo assessorato alla Mobilità. «Ora è in
corso la definizione di un nuovo progetto con un nuovo bando d’appalto per la
costruzione della pista ciclabile».
Viene spontaneo chiedersi perché
presso detto assessorato nessuno
sapesse nulla del cantiere quando
invece risulta fosse regolarmente
appaltato.
Di fronte alla cocente delusione dei
genitori non perde la speranza la
Presidente del CdZ4 Loredana Bigatti che ha ribadito la mozione all’assessore Maran durante l’incontro avvenuto in via Beccaria l’11 novembre scorso: «Purtroppo, mettere in pratica quanto richiesto non
sarà fattibile a breve. I tempi di studio sono lunghi e gli impedimenti burocratici non sono indifferenti. Possiamo
ipotizzare la realizzazione della pista ciclabile non prima dell’inizio del nuovo
anno scolastico».
Ci si potrebbe soffermare sul vaniloquio
dell’ex assessore Masseroli che con le
sue promesse di una rapida realizzazione del progetto ha tratto in inganno più
di duecento genitori, firmatari della petizione. Ma ora è più importante capire
se si tratta di un caso di malamministrazione, di disorganizzazione e se
non sia stato davvero possibile, da aprile a settembre, inserire nel progetto
quelle poche modifiche che avrebbero
permesso di realizzare 100 metri di percorso ciclabile al costo di poco più un
barattolo di vernice. Ora invece, se il
progetto dovesse andare in porto – e ce
lo auguriamo di cuore - si parlerebbe di
migliaia di euro. Con buona pace dei
contribuenti, testimoni ancora una volta di come sia facile sprecare il denaro
pubblico, cioè il nostro.
Olga Romanova
LA PAROLA ALL’ Avvocato
Incidenti da “insidia stradale” (a volte) risponde il Comune
ari Lettori; questo mese parliamo della responsabilità penale da c.d. “insidia stradale”, ovvero sconnessioni
dell’asfalto, tombini aperti o mal chiusi, beole sporgenti, “bolle” bituminose e tutti quegli ostacoli che rischiano di farci cadere in motorino, in bicicletta e anche a piedi.
I reati a cui ci riferiamo sono indicati dal codice penale con i numeri 590 (lesioni colpose) e, nei casi più gravi 589 (omicidio colposo). Si tratta in entrambi i casi di reati cosiddetti “omissivi”, ovvero reati che si verificano perché il soggetto che avrebbe dovuto creare le condizioni per evitare che potessero accadere non lo ha
fatto, contribuendo in tal modo a causare l’evento nefasto. Secondo l’articolo 40 del codice penale infatti, non
impedire l’evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire equivale a cagionarlo.
Ma, dottrina a parte, la domanda a cui dobbiamo rispondere è “in caso di caduta in bici o a piedi dovuta da
una sconnessione stradale, a un rilievo dell’asfalto, a un tombino aperto o chiuso male, il Comune è penalmente responsabile? “
Purtroppo la risposta a questa domanda è meno semplice di quanto si possa pensare; infatti, scorrendo l’elenco delle sentenze che negli ultimi trent’anni hanno trattato questa materia, è possibile trovarne alcune
che tendono a riconoscere la responsabilità del Comune, e per esso generalmente del sindaco e del responsabile dell’ufficio tecnico, ma è altrettanto possibile trovarne di segno opposto. Tuttavia, vale la pena notare
che le sentenze più recenti sembrano adottare maggior rigore nella valutazione della responsabilità pubblica rispetto al passato; vale la pena segnalare infatti due sentenze recentissime, ovvero Cass. pen., sez. IV,
C
LA DENUNCIA
16.2.2011 nella quale sindaco e dirigente dell’ufficio tecnico sono stati ritenuti responsabili di lesioni colpose per aver omesso la manutenzione del passaggio pedonale fra il marciapiede e l’attraversamento della carreggiata, così permettendo il permanere di una “bolla” di materiale bituminoso rialzata rispetto al piano di
camminamento e pericolosa in quanto difficilmente visibile e non segnalata, che ha provocato la caduta di
una persona con conseguenti lesioni. Allo stesso modo, la sentenza Cass. Pen., Sez IV n. 27035 05.04.2011, ha
dichiarato la responsabilità comunale per lesioni colpose in caso di omessa manutenzione del suolo pubblico, in quanto tale omissione rendeva possibile il permanere di un tombino aperto e non segnalato che ha provocato danni fisici ad un passante.
Concludendo dunque, sembra possibile indicare quantomeno un criterio generale cui riferirsi in caso ci si
trovi di fronte ad un danno da “insidia stradale”, e il criterio, a grandi linee, si può riassumere così: più l’insidia appare imprevedibile e quindi inevitabile usando la normale diligenza (ad esempio appunto tombini
aperti e non segnalati in strade del tutto buie oppure rilievi dell’asfalto difficilmente visibili ad occhio nudo
ecc.), più probabile appare un giudizio di responsabilità nei confronti degli organi del Comune deputati alla
vigilanza e alla sicurezza pubblica; più facile è invece evitare l’insidia usando la normale diligenza, meno probabile sarà la condanna nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Avv. Mirko Spelta
[email protected]
Riceviamo e volentieri pubblchiamo
L’EVENTO
La rotonda di via Selvanesco/Missaglia
e il percorso di guerra di via Feraboli
a a alcuni giorni è operativa una
nuova rotonda tra via Selvanesco e
via Missaglia, progettata dalla precedente giunta comunale, in seguito a incidenti mortali lì verificatisi. Ci sono da fare a mio modesto parere alcune osservazioni relative alla funzionalità e sicurezza
dell’intervento. In particolare l’immissione da via dei Missaglia è potenzialmente
pericolosa, è infatti evidente che l’im-
D
za e
n
ie l
er nna
p
Es ente
tr
bocco di via Selvanesco non risulta
dolce come gli altri imbocchi, questo
perché le due aiuole potevano esser
fatte più rientranti, inoltre, provenendo da Rozzano verso il centro,
l’immissione è posta a circa 3 metri
fermata dell’autobus. Da via Stucchi
alla rotonda vi è praticamente seminascosto da un palo di illuminazione
il cartello di divieto accesso, con il
pericolo, che in caso di nebbia, una persona che non conosce la zona, rischierebbe di andare contromano verso via
dei Missaglia. Segnalo infine che per
questo intervento sono stati asfaltati
tratti di strada con relativi disagi, che a
mio parere e di altri cittadini era in ottimo stato, con conseguente cattivo utilizzo o meglio forse spreco di denaro che
poteva così esser altrove destinato, per
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esempio sul tratto via Stucchi
Un’altra situazione che mi preme segnalare rigarda le condizioni di via Feraboli.
Come mostra la foto che allego (pubblicata sotto) questo è il percorso che pedoni e mamme con carrozzine debbono
percorrere quando passano per via Feraboli, all’altezza dei numeri civici 33 e
35. Il marciapiede è privato ma possibile
che non si possa fare niente?
Lettera firmata
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Corde d’autunno
abato 26 novembre, la sala gremita
di pubblico, silenzioso ed attentissimo, ha reso omaggio al terzo concerto di chitarra del celebre chitarrista ceco
Pavel Steidl che, con le sue doti di musicista con la emme maiuscola, ha incantato il
parterre tanto da chiedere ben tre bis.
Anche il II Festival Corde D’Autunno è
giunto ormai alle battute finali, la cui
conclusione avverrà domenica 3 dicembre con l’esecuzione dell’orchestra di
chitarre che, in occasione del laboratorio di orchestra organizzato all’interno
del Festival stesso, si esibirà ed interpreterà delle composizioni molto interessanti e soprattutto scritte per quest’occasione.
Nato l’ottobre scorso sotto i migliori auspici, il Festival è divenuto un appuntamento fisso sia per i professionisti che
per gli amatori delle Seicorde (e non solo) che, durante questi week-end all’in-
S
Royal Garden
Lunedì chiuso
Da martedì a sabato
9-12,30/14,30-19
Domenica
9-12,30/15-18,30
Via G. Ripamonti, 436
(davanti all’Istituto
oncologico) Milano
tel. 02 57 30 13 13
Alberi d
natalizi, i Natale,
regalo d stelle di N addobbi
i ogni pr atale, id
a domic ezzo, consegnee
ilio.
e
segna della chitarra e della buona musica, si sono trovati nell’ambiente ideale
per potersi confrontare e scambiare
consigli a tuttotondo.
In questi due anni sono state moltissime le attività presentate - concerti,
conferenze, mostre di liuteria, laboratori d’orchestra, ed ancor più le personalità intervenute che, con il loro musica, hanno nobilitato questo magnifico strumento, risollevandolo da quel
torpore in cui giaceva orami da tempo.
Doveroso un ringraziamento al direttore artistico Marco Ramelli e a Marta
Dolzadelli nonché al Centro Asteria, in
particolare a Suor Elisabetta, i quali,
credendo fermamente in quest’iniziativa che, in una metropoli come Milano mancava, hanno reso possibile tutto questo.
Grazie!
Centro Asteria
7
ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011
Inaugurato il CdZ dei ragazzi e delle ragazze di Zona 5
Tra un anno l’elezione del Consiglio ma prima i ragazzi saranno chiamati a decidere come sistemare un’area verde
a mattina di giovedì 17 novembre l’ Aula Consiliare del Consiglio di zona 5, in
viale Tibaldi 41, è stata teatro di una
importante iniziativa voluta dalla Giunta di
Palazzo Marino, promossa dagli assessorati
all’Educazione e al Decentramento, presieduta dal presidente di zona Aldo Ugliano,
dalla presidente della Commissione Educazione Luisa Gerosa, dal vicepresidente del
Consiglio Comunale Andrea Fanzan e da Mirante dei Servizi Educativi: la nascita del
Consiglio di zona dei Ragazzi e delle Ragazze. Un evento che si è svolto in contemporanea anche nelle altri sedi dei consigli di zona
della città.
Prima di passare alla cronaca della mattinata facciamo, però, un piccolo passo indietro nella storia per capire meglio. I
Consigli Comunali dei Ragazzi nascono in
Francia nel 1979, anno Internazionale
dell’Infanzia, su iniziativa del sindaco di
Schiltinheim, piccolo comune della Francia dell’est, il quale ebbe l’idea di creare
una struttura in cui i giovani stessi potessero essere i portavoce dei loro interessi.
L’idea di questa forma di partecipazione
civica si diffuse in tutta la Francia e nel
1985; il Ministero dell’Educazione nazionale francese, in una circolare, indicava
questa esperienza come una forma di
educazione civica. Le finalità dei Consigli
dei Ragazzi fin dalla loro nascita sono
L
due: rispettare il diritto dei ragazzi ad
esprimere la loro opinione ed educare alla democrazia e alla cittadinanza responsabile. Con questi stessi intenti, negli anni novanta, i Consigli dei Ragazzi si diffondono anche in Italia. Negli ultimi anni,
nel nostro paese, il numero dei Consigli
dei Ragazzi è passato da poche decine ad
alcune centinaia, ed è in continuo aumento.
Torniamo ora ai nostri giorni in zona 5:
qui il progetto, che avrà inizialmente una
durata triennale, viene affiancato anche
dal Ciai ( Centro Italiano Aiuti all’Infanzia) Organizzazione non governativa
membro del Pidida (Coordinamento di
associazioni che opera per la promozione
e la tutela dei diritti dell’infanzia in Italia
e nel mondo) . Chiara Biffi , responsabile
della sede CIAI di zona, e coordinatrice
dello svolgimento dell’incontro, ha dato il
benvenuto ai tanti ragazzi presenti in sala
con i loro insegnanti, spiegando come non
a caso ciò avvenga a pochi giorni di distanza dal 20 novembre, Giornata Mondiale dell’Infanzia, ricorrenza che celebra
la data in cui la Convenzione Internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’Adolescenza venne approvata a New York dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite
(1989). Viene ricordato proprio l’art. 12
della Carta stilata in quell’occasione, che
si riferisce al diritto che i bambini e ragazzi hanno di partecipare alle decisioni
che li riguardano e che vengono prese dalle Istituzioni. Ed è proprio davanti ai rappresentanti adulti delle Istituzioni che i
ragazzi e le ragazze, dagli 8 ai 14 anni, delle scuole primarie Brunacci e di via Vallarsa, e delle medie inferiori Arcadia e di
via Tabacchi, hanno potuto a turno esporre le loro riflessioni, richieste e proposte
su ciò che li riguarda in prima persona e
che ha a che fare con la scuola e la zona in
cui vivono. Con ammirevole attenzione ed
ordine, ma anche emozione, hanno letto
e raccontato, proiettato elaborati powerpoint (presentazioni al computer), appeso colorati manifesti, mostrato brevi filmati e proposto curiosi sondaggi. Nulla
era improvvisato ma frutto di lavori molto
interessanti e curati realizzati in concerto
con insegnanti attenti e preparati. Si è potuto osservare come i più piccoli si siano
dedicati ad approfondire la conoscenza
del loro territorio evidenziandone alcune
manchevolezze e provando ad usare la
fantasia per esprimere desideri dai più
semplici (la cucina interna alla scuola
che prepari cibi più appetibili) a quelli
più avveniristici (una lavagna “touch” con
cui ogni allievo può interagire dal proprio
banco) o più naturali (poter fare giardinaggio o coltivare un orto). I ragazzi più
grandi, invece, hanno rivolto la loro attenzione a tematiche più complesse e sociali
quali l’approfondimento della Convenzione dei diritti e la sua violazione, la sicurezza, l’impegno personale, la solidarietà,
senza esimersi dal provare ad elaborare
proposte specifiche che reclamano soprattutto il bisogno di spazi e tempi adeguati alla loro età: cineforum, mercatini
di solidarietà, luoghi per studiare e leggere, piste ciclabili. Aldo Ugliano dopo aver
ascoltato i ragazzi , ha parlato della possibilità che questa nuova iniziativa, monitorata e sostenuta dal gruppo di lavoro delle responsabili Luisa Gerosa (presidente
della commissione Istruzione del Cdz 5) e
Viviana De Filippis (membro della commissione e consigliere), può dar vita ad
un rapporto con le scuole fecondo e duraturo, un ponte di collaborazione per il futuro. Luisa Gerosa ha parlato di questo
giorno come di un punto di partenza e ha
anticipato che in Bilancio c’è già un’idea
su cui i ragazzi saranno invitati ad esprimersi: la sistemazione di un’area verde in
una scuola della zona da scegliere.
Si prevede che tra circa un anno si svolgeranno le prime elezioni dei ragazzi e delle
ragazze. In zona 9, dove il progetto era
partito in via sperimentale a partire dal
2006, ciò è già avvenuto e i 50 ragazzi
(metà maschi e metà femmine) eletti in
11 scuole si sono attualmente insediati
nel CdZRR Consiglio di Zona dei ragazzi e
delle ragazze) e porteranno avanti il loro
lavoro sino a produrre delibere che vengono poi votate anche dal CdZ dei grandi.
Nell’augurare buon lavoro a queste giovani leve, mi piace ricordare ai più grandi
non solo di porre grande attenzione al rispetto dei diritti dei nostri ragazzi, ma di
provare davvero a considerarli non solo o
non tanto dei diritti ma prima di tutto dei
bisogni, alcuni dei quali davvero essenziali. Uno di questi è sicuramente avere dei
buoni modelli, delle basi sicure da cui
partire anche per potersi sentire sereni
nell’esprimere le proprie esigenze ed
opinioni. I ragazzi di oggi sono circondati da stimoli diversi rispetto a un tempo,
Cerco lavoro
e appaiono più competenti che in passato; non dobbiamo confondere, però,
informazione con comprensione, intelligenza con maturità. Anche nell’era delle
tecnologie multimediali per crescere sereni e fiduciosi i bisogni dei ragazzi continuano ad essere gli stessi e non si possono trascurare.
In linea con questo mio pensiero ho sentito le parole di Aldo Ugliano che ha chiesto ai ragazzi di chiudere la bella mattinata con un minuto di silenzio per ricordare un loro coetaneo, il giovane Giacomo, che ha tragicamente perso la sua vita in un incidente forse evitabile se ci
fosse stata più attenzione ai bisogni di sicurezza così evidenziati anche dai ragazzi nei loro lavori.
Maria Teresa Mereghetti
Scrivere un cv
Monica Cortez, 20 anni, ha studiato ragioneria. Madrelingua spagnola (Bolivia), si propone
come badante, collaboratrice domestica, portinaia, baby sitter, pulizia uffici, segreteria. Ha lavorato come commessa anche in negozi di vestiti per bambini. Sa utilizzare bene il pc. Cell.
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scrupolosa. Si propone anche come collaboratrice domestica o badante. Ha frequentato le
scuole dell’obbligo e ha studiato 2 anni in una scuola per la formazione nel settore tessile. Cell.
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Cuostantine Acatrinei, 38 anni, rumeno, è in possesso della patente B, è un bravo muratore professionista (bagni, piastrelle, imbianchino ma anche idraulica), è molto affidabile.Cell.
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Per segnalazioni alle rubriche “Cerco lavoro” e “Offro lavoro”: [email protected].
Lunghezza massima inserzione 500 battute, spazi inclusi.
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usicopoli e il CdZ 5 organizzano per
sabato 17, dalle ore 10 alle 18.30,
presso la sede del cdz di via Tibaldi 41, “Trovolavoro”, un mini corso su come scrivere
un curriculum e sostenere un colloquio di
selezione. Il corso è gratuito e rivolto a tutti, sia a chi cerca lavoro per la prima
volta sia a chi intende ricollocarsi nel mercato professionale. Introduce la giornata Livio Loverso, responsabile Osservatorio mercato del lavoro della Provincia di Milano.
Docente: Daniele Raccagni. Per iscrizioni
e informazioni: [email protected]
M
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FISIOTERAPIA
Istituto Tecnico Statale per il Turismo
Liceo Linguistico
SCUOLA APERTA
alle ore 10.15 nei giorni di sabato:
26 Novembre 2011
3 – 17 Dicembre 2011
14 – 21 – 28 Gennaio 2012
Inoltre Sabato 21 gennaio 2012 – alle ore 14.30 – verrà organizzato un
pomeriggio di “Scuola Aperta” presso la sede del nostro Istituto, al “Centro
Puecher” in via Ulisse Dini, 7, durante il quale saranno presenti alcuni docenti
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(per gruppi di materie) che forniranno ad alunni e genitori tutte le informazioni
su programmi e metodologie didattiche.
Il nostro Istituto si trova all’interno del
Centro Scolastico Puecher
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superiori e aiuto tesi universitarie.
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8
Milanosud
ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011
Schiamazzi alle Terrazze
in vista possibili soluzioni
Roggia Scodellina
da fogna a piccola oasi
L’assessore Granelli s’impegna ad aumentare i controlli della Polizia
municipale e a indurre la proprietà a intervenire sul residence
Deviati gli scarichi fognari responsabili dei
cattivi odori torna a vivere il corso d’acqua
essa in sicurezza delle parti abbandonate del Residence Arcobaleno e più controlli da parte
della Polizia Locale. Queste le due promesse ottenute a seguito dell’incontro
di martedì 15 novembre scorso, convocato dal presidente del Consiglio di Zona Aldo Ugliano per cercare una soluzione al problema degli schiamazzi notturni nei pressi del Residence Arcobaleno, al quartiere Terrazze.
L’incontro è avvenuto a seguito della lettera che lo scorso settembre un gruppo
di cittadini, coordinati dal locale Comitato di Quartiere, hanno scritto al sindaco
Pisapia. Nella missiva denunciavano che
«Da diversi anni, nelle ore notturne, nelle vie F.lli Fraschini, Romeo, Ettore Bu-
M
gatti e Remo Cantoni bivaccano gruppi
di giovani che, con autoradio a tutto volume, schiamazzano, tirano pallonate
contro i muri perimetrali del Residence
Arcobaleno, contro le saracinesche dei
negozi e danneggiano l’arredo urbano,
noncuranti del fatto che tutto ciò impedisce agli abitanti del quartiere di dormire e che nonostante le numerose sollecitazioni all’Amministrazione comunale e
diversi incontri con tutti i soggetti coinvolti in tutti questi anni la situazione non
era cambiata».
Presente all’incontro l ’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, che si è impegnato a incontrare la Sogepi, società di
facility management del Gruppo Fondiaria -SAI e a programmare un sopral-
luogo in quartiere, per individuare le zone abbandonate del Residence, rifugio
di coloro che disturbano. Dal canto loro
i Responsabili della Polizia Municipale
si sono impegnati a riprogrammare l’utilizzo delle pattuglie per un più efficace controllo delle irregolarità denunciate sulla sosta irregolare e nel monitorare le situazioni di potenziale pericolo
per i residenti. Allo studio anche la possibilità di trovare una soluzione alla
mancanza o non corretta dislocazione
di aree per l’esercizio di attività sportive
o comunque di aggregazione all’aperto,
valorizzando le zone verdi lontane dai
palazzi ma comunque ricomprese nell’area del quartiere Terrazze.
Renato Iacono
Ferrovia Milano Mortara il Comune
si schiera con il comitato
I cittadini chiedono un tunnel fonoassorbente sull’intero tratto
urbano e misure per ridurre le vibrazioni
o scorso 8 novembre si è tenuta l’attesa assemblea pubblica sull’impatto
ambientale del tratto ferroviario cittadino della Milano – Mortara sulle zona 4,
5 e 6 della città. Organizzata dal Comitato
cittadino omonimo, presso il salone della
Chiesa della Madonna di Caravaggio di via
Brioschi, la serata è stata coordinata da
Emanuela Duina, che dopo aver fatto una
breve cronistoria del comitato ne ha ribadito le richieste, ora appoggiate anche dall’assessore alla Mobilità e all’Ambiente Pierfrancesco Maran, che in un incontro con il
Comitato si è mostrato disponibile a prendere in esame il problema. I cittadini chiedono a gran voce che Rfi realizzi un tunnel
trasparente fonoassorbente lungo tutto il
tratto cittadino della ferrovia che dovrebbe
passare lungo viale Puglie, piazza Lodi, viale Isonzo, viale Toscana, viale Tibaldi e viale
Liguria, oltre che interessare alcune vie perpendicolari; e chiedono inoltre l’adozione di
accorgimenti tecnici per ridurre le vibrazioni, provocate dal passaggio del treno.
Alla serata è intervenuto Roberto Biscardini, presidente della commissione Urbanisti-
L
ca del Comune, che ha sottolineato come
sia importante la partecipazione dei cittadini nella gestione del territorio aggiungendo
che il problema della ferrovia Milano Mortara deve essere incluso nel Pgt in corso di
adozione, tenendo conto delle osservazioni
dei cittadini, ignorate dalla giunta precedente. È intervenuta all’incontro anche
l’avv. Marta Infuso che si è occupata del ricorso al TAR fatto dalla zona 4 contro la ferrovia, spiegando le motivazioni tecniche
che hanno portato al suo rigetto, sollecitando tutti a monitorare la pubblicazione del
progetto esecutivo di RFI, perché solo allora
si potrà presentare un nuovo ricorso.
L’attenzione agli sviluppi progettuali e la
continua mobilitazione per sollecitare l’Amministrazione comunale a intervenire per
imporre a Rfi le richieste dei cittadini sono
stati il comune denominatore degli interventi dell’assemblea.
Aldo Ugliano, presidente della Zona 5, da
sempre vicino alle posizioni del Comitato ha
sottolineato come sia fondamentale richiamare di continuo l’attenzione e coinvolgere
le istituzioni, anche mediante azioni di forte
impatto come manifestazioni, occupazioni
simboliche dei binari, conferenze stampaAttraverso un comunicato è intervenuto
sulla questione anche il consigliere Luca
Gandolfi, che segue la vicenda sin dalla
pubblicazione dei primi progetti e che per
primo ha denunciato l’impatto ambientale
dell’opera: «Il tunnel è la soluzione in grado
di tutelare i cittadini nei tratti più critici del
percorso. Stiamo parlando di circa 1700 metri di tunnel, per un costo che si aggirerebbe
tra i 15 e i 20 milioni di euro. Il progetto di
RFI – aggiunge Gandolfi – invece prevedeva il tunnel solo nel tratto da viale Puglia alla stazione dismessa di Porta Romana, mentre per il resto del percorso si limita a delle
barriere antirumore di 3, 5 o al massimo 7
metri, in grado di proteggere dal rumore solo i primi piani delle abitazioni, lasciando
scoperti i piani alti. Due giorni fa il Comitato, incontrando l’assessore Maran, ha scoperto che il progetto di Rfi consegnato in
assessorato non prevede più neppure
quel tratto di tunnel. Un’amara sorpresa».
Chiara Zampagni
ome riportato alcuni mesi fa dal
nostro giornale, il tratto a cielo
aperto della Roggia Scudellina
che si trova tra l’inizio della via Selvanesco e il Quartiere Le Terrazze costituiva un grosso problema per tutti gli
abitanti per le esalazioni maleodoranti
che la roggia emetteva. Da anni, le legittime lamentele degli abitanti erano
state ignorate.
L’intervento del vice responsabile delle
Guardie Ecologiche di Zona, Paolo Forti, e dei rappresentanti del Comitato di
Quartiere sono stati decisivi per convincere il Settore Bonifiche Ambientali
del Comune di Milano e della Metropolitana Milanese, competenti per il problema, a intervenire in modo radicale
per risolvere il caso scabroso. Nelle
scorse settimane il condotto sotterraneo della roggia, che avrebbe dovuto
convogliare le acque del Naviglio Pavese, ma nel quale confluivano invece innumerevoli scarichi di condomini, è
stato deviato nella fogna pubblica mediante un grosso manufatto interrato.
Successivamente, lungo tutto l’alveo e
le sponde della roggia sono state prele-
C
vate e smaltite tonnellate di sostanze
putrescenti, causa delle esalazioni.
La vicenda si potrà considerare totalmente conclusa quando la Metropolitana Milanese farà effettuare il collegamento tra la stessa roggia Scudellina e
la Roggia della Triulzia, permettendo il
ricambio delle acque sistematico delle
acque, anziché il ristagno.
Il tratto a cielo aperto della Roggia Scudellina è ora una piccola oasi naturale e
non è infrequente osservare pettirossi o
altri uccellini, anatroccoli che nuotano
al seguito della loro mamma. Un ringraziamento particolare alle GEV della nostra Zona.
Giovanni Fontana
Parcheggio interrato
in via Ripamonti
La struttura, dotata di 140 posti auto,
sarà inaugurata nel gennaio 2012
ra circa un mese, all’inizio del
2012, sarà inaugurato un parcheggio interrato di due piani all’angolo tra le vie Ripamonti e Quaranta. La gestione della infrastruttura, posta in una delle zona più congestionate
della città per quanto riguarda il traffico e la disponibilità di parcheggi, sarà
affidata a Parking Italy srl, società
esperta nel settore della gestione di
parcheggi di varia tipologia (cittadini
nonché aeroportuali) che già gestisce
altri parcheggi quali Milano via Vittadini e corso Sempione.
La società ha annunciato che verranno
proposte una seria di tariffe e conven-
T
zioni per i diversi utenti della zona, dal
residente del quartiere al pendolare
diurno che si reca in città o chi lavora
nelle vicinanze, cercando di soddisfare
al meglio le diverse esigenze della cittadinanza. I posti auto a disposizione sono 140 posti, tutti videosorvegliati attraverso un impianto dedicato, attivo
24h su 24h. Per garantire maggiore sicurezza gli abbonati saranno dotati una
speciale tessera di ingresso che gli consentirà di entrare ed uscire in ogni ora
della giorno e della notte.
Per qualsiasi informazione:
Tel 02-58.30.94.22
[email protected]
Gratosoglio, l’incredibile situazione dei civici 73/4 e 79
Tra i cattivi odori del Lambro Meridionale e i fumi sospetti di una fabbrica che colora pellami vivono numerose famiglie
untiamo il dito su una di quelle situazioni di cui fa decisamente tristezza
parlare. Passeggiando per il quartiere
Gratosoglio, si arriva a un punto fatidico, un
punto di non ritorno: quella parte di via Gratosoglio che comprende i civici 79 e 73/4. Seguendo i cattivi odori del tratto di Lambro
Meridionale (di cui non molto tempo fa si occupò anche il Corriere della Sera) che da Romolo arriva fino all’estrema periferia sud-est
portando con sé acqua color fango, rifiuti e
gabbiani in veste di spazzini arriviamo lì, in
quello che sembra appunto essere il concentrato dei problemi, una delle cloache massime di Milano. Si tratta di
una via chiusa, decisamente non curata, con buche nell’asfalto che
assomigliano a veri e propri crateri. La strada non dovrebbe ospitare
macchine parcheggiate vista la larghezza della stessa, ma così non è.
P
A destra della via si trovano appunto i due condomini (uno privato e uno
di proprietà comunale e gestito da Aler). Questi sono stati edificati da
una parte sulle sponde del fiume inquinato e dall’altra nelle prossimità
di una fabbrica (una colorificio di pellame) che emette cinque giorni su
sette, di giorno e di notte, fumi di cui non conosciamo l’entità e la sostanza.
La distanza che divide i due palazzi dal corso d’acqua è esigua (tanto che
spesso, come raccontano alcuni inquilini e come si può tranquillamente
constatare, si ha paura a portare a spasso i
cani perché ci si trova in compagnia di intere famiglie di grosse lontre. Le colonie di
gatti piazzate sul luogo dal Comune bastano a far sorridere). Sono invece circa una
decina di metri a dividere le abitazioni dalla fabbrica. Risultato: si vive tra fumi industriali, praticamente costanti, che arrivano
fino alle finestre e il “Lambretto” inquinato.
Abbiamo personalmente constatato come
alcune sere, camminando per la piccola via
chiusa “sgarrupata”, la puzza e l’odore chimico siano decisamente insopportabili. Alcuni condòmini del civico 73/4 ci hanno riferito che diversi anni fa dei
bocchettoni di scarico della fabbrica “sputavano” inquinamento direttamente sulla facciata del palazzo. Ci hanno detto che allora intervennero
i vigili per far girare dalla parte opposta almeno quegli scarichi. «Almeno quello!», abbiamo esclamato all’unisono.
A farci venire più che un dubbio sulla salute dei terreni su cui sorgono
queste abitazioni viene anche dal fatto che, ultimamente, si è appreso
che alcuni appezzamenti di terra (in cui sono presenti orti comunali)
nei pressi di via Chiesa Rossa (poco più a nord del caso che esaminiamo), a causa del passaggio del fiumiciattolo, siano talmente inquinati da
non permettere più la coltivazione o la costruzione di abitazioni.
Il Comune con Amsa sta pensando, come abbiamo anticipato nello scor-
so numero, a una ricicleria. Mentre alcuni abitanti della via lamentano
la situazione e si dicono sicuri di vivere in un ambiente malsano e, addirittura, ascrivono decessi e malattie alla situazione, a noi non resta,
quindi, che fare un appello alle Istituzioni e invitarle a provvedere almeno a fare chiarezza sui livelli d’inquinamento. Anche questa è Milano, anche questa è una faccia della città e del nostro quartiere che dobbiamo
conoscere.
Giovanni Fontana
9
ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011
Giornata Internazionale contro la violenza alle donne
Dare valore sociale e contenuti forti perché questa data non resti solo una vuota ricorrenza come tante
l 25 novembre: data scelta dall’Assemblea generale dell’Onu nel 1999 in ricordo del massacro, nel 1960, delle tre sorelle Mirabel che si
opposero alla dittatura del generale Trujillo nella
Repubblica Dominicana. Anche quest’anno in
molte città si sono svolti eventi e incontri per sensibilizzare, per informare e dare voce e aiuto alle
tante donne che vengono maltrattate e violentate.
Occasioni utili per parlare di un problema di cui
non c’è sufficiente consapevolezza delle dimensioni che ha raggiunto, perché le donne che subiscono violenza, soprattutto in famiglia, non denunciano il proprio marito o compagno, il proprio padre o
fratello.
È sempre difficile per chi ha provato umiliazioni e
preso botte raccontare ciò che ha subito e/o continua a vivere. E la situazione è tanto più grave perché in questi casi sono coinvolti anche i minori che
diventano a loro volta vittime. Una ricerca europea, Daphne III, spiega quale sia il “danno indiretto” provocato sui figli che assistono alle scene di
violenza; «Sono bambini aggressivi e disattenti –
spiegano gli esperti – hanno un forte senso del fallimento e sono dei potenziali bulli. Possono sviluppare violenza nei confronti delle loro madri e delle
donne».
Il Consiglio di Zona 5 ha promosso il 30 novembre
scorso un’iniziativa che si è svolta al teatro Ringhiera: una serata di parole, musica e immagini
sul tema, a cura di Cerchi d’Acqua, un centro antiviolenza che opera in questa zona. In dieci anni di
attività hanno incontrato 6500 donne che hanno
chiesto aiuto per maltrattamenti fisici, violenza
sessuale e psicologica e abusi consumati soprat-
I
tutto in famiglia. «Le donne che arrivano da noi
trovano accoglienza e ascolto – ha spiegato durante la serata la responsabile del centro – è garantito l’anonimato, cerchiamo di sanare le loro ferite
fisiche e psicologiche senza giudicare, le aiutiamo
a superare la convinzione che la colpa dei maltrattamenti sia loro». Si comincia a prendere in seria
considerazione che la violenza è un problema maschile. E che non si tratta di casi di persone malate, o di delitti passionali come riportano i media,
anche quando siamo di fronte a femminicidi crudeli e sempre più frequenti. E non bastano certo le
leggi sullo stalking o sullo stupro. È un problema
culturale. Si tratta di uomini che diventano violenti per paura di perdere il controllo e il potere
sulla donna.
Unanime il parere di molti esperti: l’educazione al
rispetto per l’altra, per l’altro deve cominciare sin
dalla più tenera età. E la scuola a tutti i livelli e
gradi deve tenerne conto e farsene carico, altresì
la famiglia e le istituzioni tutte devono tenere alta
l’attenzione.
È un problema che riguarda tutti, in tutti i gangli
della società, nessuno escluso. Angela Lanzi e
Fanny Marchese, rispettivamente presidente commissione Politiche Sociali e presidente commissione Pari Opportunità del Consiglio di zona 5, fanno
sapere che durante un consiglio è stato votato ad
unanimità un sollecito al Consiglio Regionale e all’assessore ala Sanità Luciano Bresciani ad impegnarsi per: «Affrontare e contrastare il fenomeno
della violenza contro le donne; attivare strumenti
di monitoraggio; a supportare con risorse economiche, professionali e strutturali le attività finora
svolte dai centri antiviolenza; attivare una politica
sanitaria affinché si facciano carico di istituire almeno un centro antiviolenza in ogni Asl territoriale».Non basterà certo una giornata, sia pure ricca
di promesse e di buoni propositi, a pacificare le nostre coscienze. Non basterà, no, alle donne che
ogni giorno subiscono violenze. E intanto, perché
non resti solo una ricorrenza e un’occasione di denuncia e di parole diamo alcuni recapiti di centri
di accoglienza, sostegnoe informazioni: Cerchi
d’Acqua (02.58430117) www.cerchidacqua.org,
Telefono Donna (02.64443043), Mangiagalli
(02.55032489 e 02.5555038585), Centro ambrosiano di solidarietà onlus con la comunità residenziale per mamme con bambini (031.756213).
Lea Miniutti
Al Varalli una ricerca sull’identità femminile
e studentesse dell’Istituto di
Istruzione Superiore (IIS) C.
Varalli partecipano al progetto
pilota sulla “identità femminile”. Il
progetto viene realizzato con la Società italiana di medicina dell’adolescenza, con la Clinica pediatrica dell’università di Novara e con la collaborazione di “Lei Web-RCS periodici”. Il dr. Maurizio Tucci, giornalista
scientifico, è l’ ideatore e il coordinatore delle diverse fasi del progetto
che si articola in nove focus-group
mirati ad esplorare i processi e i modelli che intervengono nella costituzione della consapevolezza di “genere” di una adolescente.
La ricerca intende stimolare una
riflessione sui percorsi formativi
l’identità di una ragazza, percorsi
indagati nella fase di passaggio
dalla prima adolescenza (15/16
anni) sino all’ orizzonte che già si
affaccia sulla dimensione adulta.
«Le donne- afferma Tucci- sono
oggi le più esposte a pressioni e
modelli esterni alle agenzie for-
L
mative tradizionali di famiglia e
scuola». I risultati della ricerca saranno raccolti in un audiovisivo
realizzato con l’aiuto di Lei-Web,
in cui le stesse ragazze saranno
sceneggiatrici e che sarà messo a
disposizione anche di altre scuole,
come spunto di un ulteriore confronto.
Il primo passo compiuto dal Varalli per dare corpo all’iniziativa è
stato quello di individuare 16 studentesse, frequentanti le classi seconde e terze, per costituire il
gruppo di lavoro.
Decisamente importante è stato,
in questa prima fase, il contributo
dato dagli insegnanti del Varalli ai
quali è stato presentato il progetto
pilota in Collegio docenti e al quale essi hanno dato una risposta
forte e partecipata.
L’adesione al progetto ha, naturalmente, coinvolto le famiglie alle
quali sono state fornite indicazioni sulla metodologia, sui ruoli e
sulle presenze adulte e sugli
obiettivi perseguiti. Il gruppo di
lavoro viene condotto da un team
di ricercatori di cui fanno parte
una psicologa, una pediatra e un
docente.
Il 20 gennaio 2012 si svolgerà, nella sala della Casa del Sole e della
Luna del Centro Puecher di via U.
Dini, una tavola rotonda di presentazione dei primi risultati dell’indagine e sarà anche l’occasione
per un confronto sulle tematiche
sottese al progetto pilota.
Alla tavola rotonda, prevista per le
ore 10, parteciperanno, oltre a
Maurizio Tucci, anche la dott.ssa
Zajczyk, delegata alle Pari opportunità del Comune; il prof. De Lillo, sociologo e studioso del mondo
giovanile; la dott.ssa Franzoni,
psicoterapeuta; il prof. Menziani,
docente; la dott.ssa Tedesco, giornalista; il prof. Bove, pediatra; oltre che il sottoscritto, prof. Del
Vecchio, preside IIS Varalli.
Michele Del Vecchio
Preside Istituto C. Varalli
Giorgi, quasi pronta la nuova sede di viale Liguria
Quattro chiacchiere sul futuro dell’Itis con il dirigente scolastico Annamaria Indinimeo
sempre più vicina l’apertura della nuova sede dello storico istituto tecnico Giorgi. L’investimento
di oltre 17 milioni di euro da parte dell’Amministrazione provinciale ha visto
trasformare in questi ultimi anni i vecchi edifici del Sieroterapico di viale Liguria 21 in un modernissimo polo scolastico, una strategica base di preparazione per futuri specialisti qualificati nei
settori elettronico, elettrotecnico e di
telecomunicazioni. L’ambizioso progetto è diviso in due fasi. La prima prevede la costruzione degli edifici destinati
ai laboratori e alle aule. La seconda dovrebbe concludersi con la realizzazione
dell’auditorium, il centro sportivo, i
campi esterni e la demolizione di tutte
le vecchie strutture farmaceutiche. A
lavori ultimati, il complesso scolastico
sarà completamente rinnovato, dotato
di servizi all’avanguardia nonché di un
impianto fotovoltaico integrato con la
facciata.
Come se la passa l’istituto che negli ultimi
anni ha subito forti scossoni: la destituzio-
È
ne del dirigente scolastico, l’affido in reggenza, il precariato, l’altissima percentuale delle bocciature?
«Ora la situazione del corpo docenti è
molto più stabile sia per quel che riguarda i corsi diurni che quelli serali, i
quali ultimamente hanno visto il maggior afflusso di iscritti» assicura la preside reggente Annamaria Indinimeo.
«Parlando invece dell’esiguo numero di
promossi, non metterei sotto accusa gli
insegnanti». Secondo la dirigente, il
problema per cui l’istituto è stato criticato molto aspramente alla fine dello
scorso anno scolastico nasce dal fatto
che molti iscritti sottovalutano il processo di studio, considerando gli Itis la
strada più facile per conseguire la maturità. «Forse lo era in passato» sostiene la preside «ma ora nel piano formativo abbiamo materie a 360°, di una certa
complessità, per affrontare le quali sono richiesti costanza e impegno.
Le moderne tecnologie che trattiamo
non ammettono sbagli, come cerchiamo di insegnare alle nostre matricole».
L’istituto punta molto sulla formazione
di figure professionali specifiche capaci
di inserirsi in realtà produttive differenziate e in rapida evoluzione tecnologica, e le richieste da parte delle imprese
non mancano. Da alcuni anni l’Itis Giorgi e il Feltrinelli lavorano in stretto contatto con l’Assolombarda con progetti
finalizzati alle reali esigenze delle imprese della Provincia di Milano.
Che consiglio dare ai ragazzi che si troveranno al bivio della scelta scolastica?
«Consiglierei di affrontare la scelta con
molto criterio» risponde la preside, che
in questo periodo coordina entrambi gli
istituti «facendosi aiutare dai genitori o
dagli amici più grandi con un’esperienza lavorativa alle spalle. Suggerirei di
non lasciarsi prendere da mode passeg-
gere, di valutare obiettivamente le proprie capacità e inclinazioni, di fare il
conto con le richieste del mercato».
Mentre per quel che riguarda la possibile
fusione tra i due istituti?
«Sia il Giorgi che il Feltrinelli fanno
parte del Polo Integrato Milano sud nell’ambito del quale da quest’anno è stata
costituita una classe di transito presso
l’Itis Giorgi, che attua un progetto didattico per percorsi modulari da gestire
congiuntamente, con una particolare
articolazione temporale e suddivisione
delle materie curriculari nell’ambito
dell’orario scolastico. Ma, come è giusto
che sia, i due istituti continueranno a
mantenere indirizzi tecnici diversi».
Olga Romanova
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ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011
XVI° Premio Nazionale Paolo Borsellino
Legalità
in primo piano
Rita Borsellino: «Una delle iniziative nazionali più importanti di confronto e dibattito
sui temi della lotta alla criminalità organizzata e della legalità»
iunta alla sua 16^ edizione, anche quest’anno i Comuni di Pineto, Giulianova e Roseto degli
Abruzzi hanno nell’ottobre scorso promosso e sostenuto la manifestazione
“Premio Nazionale Paolo Borsellino”.
Sono state premiate personalità di
grande levatura morale, impegno sociale e civile che attraverso l’esempio ‘etico del fare’ costituiscono per le nuove
generazioni un punto di riferimento
nell’impegno per la difesa della legalità, premessa necessaria per essere liberi. Un impegno etico per la democrazia che, se tradito, lascerebbe il posto
alle categorie dell’agire mafioso fatto di
compromessi, accondiscendenza, asservimento all’interesse del singolo.
Il Premio Paolo Borsellino è stato assegnato con le seguenti motivazioni (per
motivi di spazio pubblichiamo degli
estratti. Ndr) a: Gennaro Del Prete per
aver raccolto la fiaccola di suo
padre Federico, sindacalista ucciso dalla camorra per aver denunciato racket
e clan. Comune di Napoli, per il ruolo
G
di prevenzione, sensibilizzazione, attivazione di energie e soggetti nell’iniziativa antiracket e antiusura. Giuseppe
Lombardo, magistrato Dda di Reggio
Calabria, per aver resistito alla prepotenza della mafia e alla violenza mafiosa ndranghetista su postazioni di prima
linea. Anna Canepa, sostituto procuratore Direzione Nazionale Antimafia è
stata una dei “giudici ragazzini” alla
scuola di Paolo Borsellino. Luca Tescaroli, pubblico ministero antimafia,
per il suo impegno in difesa della legalità. È stato pubblico ministero nel processo per la strage di Capaci e alla morte del banchiere Calvi. Giuseppe Baldessaro, giornalista che crede nell’importanza di una analisi puntuale, approfondita sulle mafie, la corruzione, le
tante forme d’illegalità. Guardia di Finanza Regione Abruzzo, adempiendo al suo dovere, fronteggiando con crescente efficacia le insidie della
mafia che cerca di infiltrarsi nel territorio abruzzese. Piero Comito, giornalista, una penna che va al sodo, senza
tanti fronzoli, senza paura,
senza tentennamenti, schierata apertamente contro le
mafie che corrompono la sua
terra di Calabria. I Giganti,
complesso musicale degli anni
’60 per “Terra in bocca”, un album pubblicato nel 1971, contenente una forte accusa alla
mafia. Un progetto veramente
innovativo. L’album fu trasmesso solo da una radio, poi
fu la fine dei Giganti. Antonello Persico, ha fondato
l’associazione onlus Amico
che tra i suoi obbiettivi primari quello di essere al fianco dei genitori
che si trovano ad affrontare la malattia
dei loro bambini. Cooperativa i Colori, per il profondo e sentito impegno, rivolto al riscatto umano e sociale delle
fasce più deboli. Vittorio Arrigoni,
per il suo impegno di giornalista, scrittore, attivista morto a Gaza il 15 aprile
scorso. “Restiamo umani” è stato l’urlo
di Vittorio Arrigoni. Rodrigo
Jaimes Hidalgo, fondatore e presidente Ass. Lav. Immigrati In Italia ,voce
e difensore strenuo nel suo paese delle
libertà democratiche del suo popolo fino all’esilio. Si è fatto promotore e per
lunghi anni presidente della comunità
dei lavoratori stranieri in Italia strappando alla manovalanza della criminalità.
Paolo Piscone
[email protected]
Inizia con questa significativa notizia sul
Premio Borsellino e due “brevi” sulla nostra città un nuovo importante spazio di
informazione del nostro giornale su legalità, lotta alla mafia e impegno civile. Tematiche importantissime, che per molto troppo - tempo sono state sottovalutate da
settori importanti della società, della politica e delle istituzioni. Un lungo sonno dal
quale le cronache recenti ci hanno svegliato bruscamente, mettendoci di fronte a
una realtà preoccupante, che ha indotto la
magistratura milanese a paragonare le infiltrazioni mafiose della Lombardia a quelle della Calabria.
Una situazione di fronte alla quale non si
può rimanere indifferenti. Per questo contiamo, a partire da gennaio, attraverso servizi e interviste, di portare all’attenzione
dei nostri lettori le realtà di volontariato, il
lavoro delle istituzioni, di magistratura e
forze dell’ordine per contrastare le infiltrazioni mafiose.
La pagina verrà curata dal nostro redattore
Paolo Piscone, da sempre in prima linea su
questi temi, a Milano e in tutto il Paese.
IL COMUNE CONTRO LE MAFIE
SE LA ‘NDRANGHETA ENTRA IN CORSIA...
Protocollo d’intesa con “Libera”
Indagini all’ospedale San Paolo
Un protocollo d’Intesa per la
lotta contro le mafie è stato firmato due settimane fa nella
Sala dell’Orologio di Palazzo
Marino dal Sindaco Giuliano
Pisapia, dall’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, dal Presidente nazionale di Libera Don Luigi Ciotti e dalla referente di Libera per Milano e Provincia Ilaria Ramoni.
Milano, tra i primi grandi Comuni a firmare il documento della validità di tre anni, intende in questo modo riconoscere e valorizzare nelle opportune sedi la positiva esperienza di Libera e del mondo a essa collegato, impegnati nella promozione
della cultura della legalità e della formazione del
cittadino.
Libera, dal canto suo si impegna nei suoi compiti
di promozione della legalità, ma anche di prevenzione dei fenomeni di
criminalità e illegalità diffusa, oltre
che a sostenere le istituzioni democratiche, a favorire la partecipazione democratica e associativa.
L’amministrazione comunale e Libera, nel rispetto dei propri ruoli e in stretto raccordo le autorità scolastiche competenti, si impegnano a
collaborare per la definizione di percorsi finalizzati alla formazione, alla cultura della cittadinanza, alla democrazia, alla legalità.
Uno degli articoli più importanti del Protocollo è il
numero 6, che promuove espressamente l’utilizzo
sociale-produttivo dei beni confiscati alla mafia.
Si consideri infatti che nella sola città di Milano
sono 188 i beni immobili confiscati e 94 le aziende
tolte alla criminalità organizzata.
Gli uomini della DIA (Direzione investigativa antimafia), su ordine del procuratore aggiunto Ilda
Bocassini, hanno perquisito nelle settimane scorse gli uffici amministrativi dell’ospedale S. Paolo,
portando via alcuni documenti per indagare su
presunte irregolarità nell’assegnazione di appalti
e di servizi aggiudicati tra il 2008 e il 2010. L’inchiesta ipotizza il reato di associazione a delinquere per presunte infiltrazioni dell’ndrangheta e
fa parte della più ampia inchiesta “Infinito”, che a
portato a 110 condanne ad esponenti di spicco della ‘ndrangheta al nord. L’inchiesta nasce dalla
morte, su cui è stata aperta un’indagine, i Pasquale Libri, genero del boss Rocco Musolino, che si è
suicidato gettandosi dalla tromba delle scale dell’ospedale. Libri era funzionario del settore appalti dell’ospedale e non era accusato di nulla ma era
stato intercettato più volte mentre parlava con
Carlo Chiariaco, direttore dell’Asl di Pavia e tutt’ora in carcere per associazione mafiosa.
La morte di Libri non è mai stata chiarita del tutto
e la procura di Milano sta indagando per far luce
in quanto alcuni particolari e alcune testimonianze hanno lasciato aperte ipotesi alternative al suicidio. Nell’ufficio di Libri sono state sequestrate
numerose pratiche di appalti sui quali la ‘ndrangheta avrebbe allungato le mani, inoltre da appunti ritrovati sul suo computer si è capito che alcune procedure nell’assegnazione di questi appalti non avevano seguito l’iter regolare.
L’ordine di esibizione è stato notificato ai nuovi
vertici dell’azienda ospedaliera, in carica da meno
di una anno, e tutti i documenti saranno al vaglio
dei consulenti nominati dalla Direzione distrettuale antimafia.
Chiara Zampagni
Via Volvinio colpita dalle multe per sosta vietata
residenti, i commercianti e i cittadini che per vari motivi si recano in
via Volvinio dal 9 novembre scorso,
senza alcun preavviso, hanno subito pesanti multe per sosta vietata. Certamente ai cittadini che non conoscono la
situazione questa informazione può
sembrare strana. Ma, quando diversi
anni fa (2003) fu realizzata la linea metro tranviaria n.15, nella via Volvinio furono installati cartelli di divieto di sosta
su tutta la lunghezza. Da allora la sosta
fu consentita con un tacito accordo tra
cittadini, commercianti e vigilanza ur-
I
bana che nessuna sanzione amministrativa pecuniaria sarebbe stata comminata. Questo stato di tolleranza è
proseguito sino a inizio novembre, quando
è scattata la linea dura imposta dal Comune dopo la morte del
12enne in via Solari.
A fronte della decisione improvvisa dei vigili, lunedì 14 novembre, tardo pomeriggio, è scattata una
estemporanea protesta da parte di un
centinaio di persone che ha bloccato la
strada per circa 30 minuti, compresi i
mezzi pubblici, e dopo attimi di tensione solo l’intervento della polizia, Digos
compresa, della vigilanza e del consigliere di Zona Antonio
Morana, è stato interrotto il blocco.
Tutto ciò, probabilmente, si sarebbe potuto evitare se si fosse
preavvertita la cittadinanza con comunicazione esposta sui pali,
informando che le auto parcheggiate sareb-
bero state multate e/o rimosse con decorrenza da definire.
I commercianti già ora si stanno lamentando per il danno economico che stanno subendo a causa della ridotta presenza di clienti, mentre i residenti perché non trovano più posto per parcheggiare, così come i pazienti degli studi
medici presenti nella via. Diverse persone stanno pensando di richiedere al
Comune di realizzare posti di sosta proponendo di ridurre la larghezza dei
marciapiedi.
Giovanni Fontana
LETTERE
I comitati di quartiere al lavoro insieme
Il 19 novembre scorso i comitati della
zona 5 si sono ritrovati insieme a diversi cittadini, grazie all’ospitalità dal Circolo Arci Pessina di Chiaravalle, per
conoscersi e discutere sulle problematiche della zona e sulle possibili iniziative per risolverle, partendo dalle
esperienze vissute in questi mesi. Di
seguito propongo una sintesi dell’incontro.
L’Associazione Borgo di Chiaravalle ha
accolto tutti i partecipanti illustrando
le problematiche del Borgo e della zona circostante anche con filmati e fotografie, mettendo in evidenza come
un’area così ricca, dal punto di vista
umano, naturale e artistico, sia stata
per anni dimenticata dalle precedenti
amministrazioni, che non sono mai intervenute per limitare o arrestare le situazioni di degrado.
La necessità, quindi, in tale occasione
di presentare diversi progetti di riqualificazione del Borgo e delle strade che
collegano il Borgo al centro: possibilità
di piste ciclabili, miglioramento della
viabilità verso Milano, recupero della
cascina Grangia, coeva dell’Abbazia di
Chiaravalle (XII sec.) etc.
Il Comitato Romana-Vigentina-Ludo-
vica ha illustrato le situazioni della zona relative al Parco Baravalle, alla ferrovia Milano-Mortara, al quartiere Ticinese (Darsena, movida, etc.) e allo
scalo ferroviario di P.ta Romana e in
questi giorni sta proponendo un questionario di quartiere per verificare le
opinioni dei cittadini sulle problematiche della zona. Il Comitato Vigentino è
giunto ormai alla terza iniziativa del
bookcrossing, un baratto di libri per
tutte le età, che ha avuto un’alta partecipazione. Il Gruppo Gratosoul di Gratosoglio organizza corsi di scrittura, di
informatica aperti a tutti i cittadini.
Il Ticinese si riunisce settimanalmente e affronta i problemi della zona anche in collaborazione con la zona 6.
È inoltre intervenuto il Comitato della
Piscina Caimi per spiegare le attività
promosse per mantenere pubblica la
piscina. Le discussioni sono continuate nel pomeriggio con una mappatura
della zona sulla base di un lavoro svolto da alcuni studenti di urbanistica
dell’Università di Venezia, che hanno
analizzato alcuni quartieri (Chiaravalle – Corvetto – Darsena) e svolto interviste ai cittadini. Sono emerse varie
ipotesi progettuali, presentate con
dettagliate tavole e arricchite da contributi dei presenti. Non è che l’inizio.
Riprogettare il nostro quartiere partendo dai bisogni della gente e studiando soluzioni e proposte da presentare al Consiglio di Zona e al Comune è
l’obiettivo che ci proponiamo di realizzare. Iniziare quindi un percorso che
porti a soluzioni condivise. Questa, secondo noi, è “democrazia partecipata”.
Ulteriori analoghi incontri verranno
organizzati prossimamente in altri
quartieri della zona 5.
Marco Armanini
Comitato x Milano zona 5
Milanosud 11
ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011
«Dormitorio? No, un punto da cui ripartire»
Intervista a Cesare Prina, direttore della Casa d’accoglienza di viale Ortles, che illustra le molte novità della struttura
osì esordisce Cesare Prina,
trent’anni di carriera nei servizi
sociali del Comune e da due anni
direttore della Casa di Accoglienza di
viale Ortles: «Faccia attenzione. La permanenza nella casa non deve diventare
un parcheggio a tempo indeterminato
bensì rappresentare un momento di
promozione della persona in cui è l’ospite stesso che si attiva per ricostruirsi
un’autonomia e tornare a star nel mondo là fuori. Per questo motivo, da inizio
2011, abbiamo introdotto nella Casa
cinque educatori”. I quali, insieme ai
cinque assistenti sociali e allo psichiatra rendono praticabili quei piani di recupero individuali tarati sui singoli e
descritti come la novità più importante
della struttura.
Non solo. «Dentro ai piani di recupero
individuali – spiega il direttore – abbiamo introdotto due ulteriori novità di assoluto rilievo che sono uno Sportello
Casa e uno Sportello Mediazione Lavoro, appaltato alla cooperativa sociale
A&I; parliamo di servizi aperti agli ospiti, ma anche a tutti i cittadini della zona». Viale Ortles diventa luogo d’incontro e di valutazione di opportunità, poiché, come testimonia l’evento della
Giornata Aperta di sabato 19 novembre
«la struttura deve aprirsi all’esterno,
farsi conoscere di più e abbattere il pregiudizio che i milanesi sentono nei suoi
confronti per un retaggio storico che
non ha più ragione d’essere».
Il programma Emergenza Freddo
2011–2012 aumenta i posti letto in diverse strutture del sociale milanese.
Tra queste viale Ortles: ai 400 posti storici vengono aggiunte 100–110 unità
per far fronte all’inverno; inoltre, il rinnovamento di un padiglione porterà altri 80 posti, operativi questa volta tutto
C
l’anno. Forse è
proprio questa la
novità strutturale più rilevante.
“Il destino di
quel padiglione
rosso è ancora da
tracciare”, riflette Prina. Quei
posti letto potrebbero essere
destinati sia agli
ospiti ordinari
che a coloro che
la Convenzione
di Ginevra definisce “rifugiati politici”.
La Casa si è data da fare anche sotto
questo aspetto con due progetti nati nel
2009: da una parte quello dei Rifugiati
Politici (Milano ne accoglie 400, 70 sono già alla Casa) che prevede un accompagnamento della persona verso
una reintegrazione sociale ed abitativa,
dall’altra il progetto Emergenza Nord
Africa che porterà in viale Ortles venti
rifugiati provenienti dal centro d’accoglienza di Lampedusa. Il direttore ci
confida che «la cosa che genera sempre
stupore di fronte a tutto questo mosaico
fatto di sessanta nazionalità diverse,
delle più svariate classi d’età, di uomini
e donne, di disagi psichici, di alcolisti
che vogliono recuperare, delle più diverse tipologie d’emarginazione sta proprio nel fatto che litigi, risse, scontri sono pressoché nulli in tutta la struttura».
Le forze di sicurezza sono rappresentate da una sola guardia giurata operativa
di notte. Ben poca cosa, certo, ma con
l’emergenza freddo e l’arrivo di cento
nuovi ospiti tutti in un colpo - forse più
disabituati alle relazioni e alle regole rispetto a chi nella casa ci vive già tempo
- qualche attenzione in più agli aspetti
relazionali bisognerà prestarla.
Un anno è il tempo dato a ogni ospite
per il ritorno all’autonomia. Con alcune
eccezioni. Circa trentacinque persone
partecipano ogni giorno alle attività del
centro diurno; taglio e cucito, lavoro a
maglia, pittura e altre attività creative
di questo genere. La destinazione della
casa al semplice servizio di dormitorio è
stata sepolta molti anni fa. «Il centro
diurno è frequentato da persone con
comprovate fragilità – fisiche o psichiche; medici e assistenti sociali ritengono opportuno seguirle nella casa tutta
la giornata». Al contrario di molti che
girano in lungo e in largo la città ogni
giorno. «La Casa – ci conferma Prina –
rimane chiusa nella fascia oraria 11,3013,30; al di là di tale orario gli ospiti possono fermarsi quanto vogliono, ma di
fatto non avviene così». Molti sono abituati ad uscire per guadagnare qualche
cosa; lavori precari, privi di ogni inquadramento formale, del tutto insufficienti a garantire una vita autonoma fuori
da viale Ortles. Maggiormente combattivi si confermano gli ospiti più anziani
che rifiutano il passaggio alle case di riposo e si coltivano tutti i loro giri presso
le mense pubbliche o presso l’Opera
Cardinal Ferrari, poiché qui alla Casa
“non si sentono finiti” e hanno ancora
molto da dire.
Alla fase finale della Homeless World
Cup di Parigi, lo scorso agosto, si sfidavano cinquantotto nazionalità diverse e
cinque titolari della squadra italiana
venivano proprio da viale Ortles. Prina
è entusiasta della manifestazione almeno quanto i giocatori rientranti da Parigi: «È la società Dogma che gestisce la
Homeless Italian Cup; un torneo, svoltosi quest’anno a Desio, venuto dopo
undici allenamenti dove lo sport si uni-
sce a diversi elementi di crescita educativa. Abbiamo costituito una squadra,
cinque undicesimi venivano dalla Casa,
i restanti giocatori dal territorio nazionale. Lei s’immagini l’entusiasmo di
partecipare alla fase finale, la Homeless World Cup, a Parigi”.
Tra preparativi e organizzazione della
squadra sono stati coinvolti più di cinquanta ospiti.
Nel 2012 si replica. E la finale sarà a Rio
de Janeiro, in Brasile.
Stefano Francese
La festa della “Giornata Aperta”
on chiamatelo dormitorio, perché è una parola che evoca bruttura, sporcizia, storie di rancore,
sgualciti copertoni polverosi, brande
gelate, freddo, abbandono.
Alla Casa d’accoglienza di viale Ortles
scopriamo ospitalità e intrecci di storie e di genti. Non è il calore esploso
da enormi termosifoni bollenti, ma
quello di gente che si ritrova qui dopo
un giorno di lavoro potenzialmente in
nero a non più di duecento euro al
mese, quello d’assistenti sociali giovani, appassionati, quello di piccole storie come una tazza di the bollente da
sorseggiare in compagnia - mentre
fuori è buio, nebbia, pioggia.
Nell’ambito del Piano antifreddo
2011–2012, promosso dall’assessore
alle Politiche Sociali e Cultura della
salute Pierfrancesco Majorino, la Casa dell’Accoglienza Ortles ha promosso per il 19 novembre scorso una
“Giornata Aperta” dove tutti i milanesi interessati hanno potuto visitare i
passi che l’intera struttura, 504 posti
letto in stanze da due - nei diversi pa-
N
diglioni disponibili, sta percorrendo
nell’evoluzione da dormitorio a casa.
E sono passi da gigante.
Ci accompagnano Rosaria, educatrice
impiegata qui a tempo pieno e Vito,
pittore e siciliano doc ospite (o diremmo meglio, proprietario - come tutti)
della casa. Vediamo la mensa – gestita
da Milano Ristorazione e operativa la
sera a partire dalle 18,30. Vediamo
un’intera palazzina che fa da infermeria offrendo impiego su turni a medici
professionisti. Vediamo un padiglione
rosso in via di ristrutturazione con ruspanti lavori in corso, trapani e martellate in diretta – tutto da destinare
all’accoglienza dei richiedenti asilo
politico, molti dei quali verranno dal
cpt di Lampedusa. E poi ci sono l’orto,
la biblioteca, il tappetino sintetico per
giocare a bocce, la sala televisione e le
partite di Champions League. Al civico 69 di viale Ortles si paga un euro e
cinquanta per dormire e un euro e
cinquanta per cenare. Chi ha reddito
zero non paga. Si ritrova tanta compagnia.
Nel centro diurno gli ospiti, che Rosaria ci conferma essere equilibrati
quanto a provenienza dall’Italia e dall’estero, svolgono attività ricreative e
culturali. Tra caffè pasticcini e inviti a
grandi tombolate Vito ci mostra la sua
opera, un curioso ritratto di Giuseppe
Mazzini, tutto in bianco e nero, eseguito a matita e ben fatto nei giochi di
luci e di ombre che l’artista è riuscito
a riprodurre su quella figura austera.
Arriva Vittor che ci presenta i suoi dipinti provando a leggerci nel viso un
cenno di reazione; fotografie di città
stilizzate dove il vecchio viene superato dal moderno, e ritratti di volti di
persone piuttosto spigolosi pensanti
qualche cosa che sta lì, nella testa
dell’autore.
Al piano di sopra, in una biblioteca risistemata per la “Giornata Aperta”, c’è
spazio per un concerto dal vivo; si esibiscono Milan, chitarrista slavo, giacca di pelle, cappello da cowboy e Nunez, peruviana, fisarmonica al collo,
timidezza piccola timidezza. In pochi
minuti la sala si riempie degli operatori – educatori e assistenti sociali che si siedono ad ascoltare; alcuni si
alzano, tirano giù le tapparelle, spengono le luci e creano un’atmosfera.
Vecchine incontenibili battono le mani dalla prima fila per accompagnare
la schitarrata di Milan, che ride, riscuote applausi e parla un misto tra
slavo e americano. Arrivano tanti
ospiti della casa e prendono posto.
Molti vengono da diverse parti dell’Africa, ma in questo momento è tutta
storia vecchia; meglio stare qui, anche
a braccia conserte, ed ascoltare per
qualche istante un po’ di quel calore.
Stefano Francese
SAVE THE CHILDREN
COMUNITÀ OKLAOMA
Impacchetta i sogni di milioni di bambini
Volontari e soci cercasi
Din, Don, Dan ecco iniziano a suonare
le campane di Babbo Natale che ci ricordano a tutti che le festività si stanno
avvicinando e con esse anche l’imperdibile campagna “Natale di Save the
Children”:
I volontari milanesi dell’associazione
internazionale per l’aiuto ai bambini
del mondo – quest’anno insigniti della
Civica Benemerenza di Sant’Ambrogio saranno presenti dal 26 novembre al 24
dicembre tutti i weekend e nei giorni
festivi presso le librerie San Paolo e
Rizzoli di Milano e negli ipermercati
Carrefour (oltre a Milano anche a Como, Torino, Napoli e Palermo) nelle
giornate infrasettimanali del 22, 23 e 24
dicembre 2011 per offrire un servizio di
confezionamento regali in cambio di
donazioni libere!
I fondi raccolti andranno a sostenere la
campagna Every One per la salute ma-
terno infantile.
La raccolta fondi dello scorso anno è
stata trasformata in gesti concreti come medicine, ore di formazione per
operatori sanitari e ostetriche di campo
e attività di sensibilizzazione...
“Save the Children” che vi augura Buon
Natale e un 2012 ricco di cose belle e di
tanta solidarietà, vi aspettiamo: non
mancate!
Alessandra Magenes
È partita la campagna di adozione dei
volontari e soci della Comunità Oklahoma Onlus, che si occupa di assistenza a
minori, in grave stato di disagio sociale e
individuale, provenirnti da contesti familiari compromessi, dal carcere o che
sono immigrati senza dimora e/o in stato
d’abbandono. L’associazione, che ha sede in via Costantino Baroni 228, cerca
volontari e soci per: finanziare le nostre
attività a favore dei minori ospiti presso
la nostra Comunità; aiutare i nostri ospiti stranieri a svolgere i compiti; accompagnare i ragazzi a scuola, durante le gite, in occasione di spettacoli, durante le
visite mediche; presenziare al nostro
stand in occasione degli eventi di raccolta fondi; sbrigare attività e commissioni
all’interno e all’esterno della Comunità.
Per informazioni: Tel. 02/8264234 – email:
[email protected]
www.oklahoma.it
ATTIVITÀ CULTURALI
Conoscere Milano nascosta addentando un panino
Cosa c’è di meglio di un viaggio a chilometro zero? Se non lo
avete ancora fatto, provate con Città nascosta Milano, l’associazione culturale senza scopo di lucro, fondata poco più di
un anno fa da Manuela Alessandra Filippi, che ha come
obiettivo quello promuovere e divulgare le meraviglie nascoste di Milano. Suggestioni, memorie, aneddoti e curiosità, recuperati e riproposti in una ricca serie d’itinerari fuori dall’ordinario. Luoghi inaspettati, giardini segreti, palazzi inaccessibili, fatti di cronaca nera, e molto altro ancora, raccontati da un gruppo di ciceroni d’eccezione. Fiore all’occhiello
dell’associazione è il ciclo “La cultura si mangia! Un panino
con…”, delle pause pranzo con la cultura, tutti i martedì e
giovedì, dalle 13 alle 14.
Lanciato a gennaio di quest’anno, in partnership con la nota
azienda milanese “Panino giusto”, il ciclo è diventato in pochi
mesi un appuntamento imperdibile per tutti quelli che lavorano e per i cultori del gusto a 360 gradi. In compagnia di un
buon panino e una bibita, in 50 minuti, si può partecipare e
una visita guidata, cucita su misura per il break della pausa
pranzo, ogni volta diversa. Ce ne sono per tutti i gusti: a voi la
scelta!
Per informazioni: www.cittanascostamilano.it Tel. 347/3661174
servizi srll
Vuoi
V
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ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011
Evento speciale: tutti all’Opera
6 e 7 dicembre 2011: la cultura, l’emozione, la scoperta di un’opera universale
«La Scala al Ringhiera? Sembra un sogno ma è realtà»
Serena Sinigaglia, direttore artistico di Atir, orgogliosa dei risultati raggiunti e decisa a impegnarsi ancora
uando ho ricevuto la telefonata dall’assessorato alla cultura che mi proponeva di portare la Scala al Ringhiera, saltavo di gioia in
mezzo ai fiori del piazzale. Era proprio il genere di
proposta che speravo, era quello di cui ha bisogno
il Ringhiera, di esistere per la città e non solo per il
quartiere. La Scala per il Ringhiera, mi sembrava
quasi impossibile!
Q
Questa giunta, questo sindaco, questo assessore hanno voluto e permesso che la Scala fosse qui oggi. E
questo è potuto accadere anche grazie alla sensibilità
alla disponibilità e all’entusiasmo dimostrato dalla
Scala e dal maestro Daniel Barenboim. È un regalo
bellissimo. Li ringraziamo di cuore. È un gesto che
importantissimo: significa portare la cultura a tutti,
perché la cultura è un bene universale che unisce, è
un diritto inalienabile di ogni uomo.
L’Atir è un’associazione non a scopo di lucro che na-
sce nel 1996, con l’intento di fare cultura attraverso il
teatro. Pochi anni fa, dopo aver accumulato molte
esperienze e anche molto desiderio di avere un luogo nostro in città, abbiamo ottenuto dal Comune di
Milano la gestione del Teatro Ringhiera. Abbiamo lavorato duramente per “risvegliare” il quartiere, abbiamo riempito di fiori le crepe di un asfalto che nessuna amministrazione si è mai preoccupata di sistemare, abbiamo realizzato campus per bambini, abbiamo
tenuto corsi per anziani, e per adolescenti, abbiamo
diretto e animato una vera e propria scuola per diversamente abili ed educatori, abbiamo cercato di invitare artisti di qualità, capaci di toccare il cuore della
gente, da Laura Curino ad Ottavia Piccolo a Lella Costa, ma anche gruppi giovani da sostenere e incoraggiare, insomma abbiamo lavorato per definire sempre
più in profondità la nostra “mission”.
Mi pare sempre più evidente l’urgenza di ridefinire la
geografia culturale e teatrale della città di Milano
sulla base delle identità specifiche, delle singole missioni e dei bisogni. Si tratta di capire cosa sei più bravo a fare e cosa serve di più alla città. Con Atir siamo
stati capaci di traghettare un gruppo, che vuol dire
“una comunità”, per più di 15 anni in condizioni di
gravissimi disagi economici e di terribili sfaldamenti
culturali. Al di là degli spettacoli, il nostro vero valore
aggiunto è quello di saper aggregare le persone, di costruire comunità appassionate e resistenti. Questo
noi possiamo dare al Ringhiera.
Di cosa ha bisogno il Ringhiera? Ha bisogno di servizi
e di investimenti strutturali importanti. Ha bisogno
di panchine, bar, gelaterie, alberi, colori, ha bisogno
di spazi per le categorie a rischio di devianza quando
non già nettamente deviate. Non di una classica stagione teatrale ha bisogno la nostra piazza, ci sono già
Crt e Pim a farlo e a farlo bene, non degli spettacoli di
Ronconi, ci sono al Piccolo e va benissimo così. Questa piazza ha bisogno di un servizio culturale sul campo, di un impegno serissimo rivolto alla gente che abita il quartiere (e non solo!) e naturalmente ha bisogno della città. Il nostro scopo, quest’anno, è di trasformare il Ringhiera nel Teatro di Inclusione Sociale di Milano.
Si tratta di riqualificare gli spazi che ci sono già, che
sono moltissimi rispetto al pubblico che, seppur in
aumento, resta sempre troppo poco e sempre lo stesso. Non si può spremere all’infinito e stesse risorse.
Che lo si voglia o no, si muore. Bisogna smettere di
“consumare” e cominciare a “re-inventarsi” cose nuove partendo da ciò che già esiste. Io sono convinta
che solo così possiamo contribuire a costruire un futuro per le prossime generazioni.
Serena Sinigaglia
Direttore artistico Atir e Teatro Ringhiera
Don Giovanni, un’opera geniale con due padri
Il mito eterno del seduttore, metafora delle contraddizioni del genere umano, trova nel “dramma giocoso” di Mozart
e Da Ponte la sua espressione più alta. Un viaggio affascinante, coinvolgente e imperdibile.
ozart è un genio. Si sa. Basta
ascoltare Don Giovanni per
averne una dimostrazione che
non lasci dubbi. Eppure sarebbe ingiusto attribuire al compositore di Salisburgo l’unico merito nella composizione di quel capolavoro. Le creature si
concepiscono in due: l’altro padre che
ha generato Don Giovanni è Lorenzo Da
Ponte, figura difficile da inquadrare in
poche parole. Cittadino della Repubblica di Venezia, si trasferisce nella capitale dove prende gli ordini religiosi, ma lì
emerge un carattere libertino e spregiudicato: si fece molti nemici al punto
da venir esiliato dalla Repubblica.
M
Insomma, Lorenzo da Ponte è un Don Giovanni!
Dopo qualche peregrinazione - in cui scopre di poter guadagnarsi da vivere scrivendo libretti d’opera - approda a Vienna.
Come “poeta cesareo” ufficiale dell’imperatore conosce diversi compositori, ma
probabilmente in pochi saprebbero oggi
chi sia Lorenzo da Ponte se egli non avesse collaborato con il grande Mozart.
Sarebbe appassionante essere partecipi
dei dettagli di come si svolse il lavoro tra
questi due individui così diversi ma capaci, insieme, di dar forma a opere tanto durature. Tre i figli generati da un matrimonio artistico molto fortunato: Nozze di Fi-
garo, Don Giovanni, Così fan tutte. Chissà come collaboravano?
Magari non lavoravano nemmeno a quattro mani, ognuno si occupava del proprio. Chissà a chi
dei due venivano le idee più brillanti? Da chi partivano le iniziative? Non lo sapremo mai, sebbene nel caso del Don Giovanni
non sia sbagliato credere che il
pazzo a concepire un’iniziatica
così spregiudicata sia stato proprio Da Ponte. Nelle sue Memorie il prete birichino dichiara con
orgoglio che l’idea fu sua: un libertino che racconta la storia di
un altro libertino. Quasi una autobiografia.
La scelta di Don Giovanni non è
perciò causale: in molti avevano
narrato le gesta del nobile cavaliere di Siviglia, dedito alla seduzione a catena delle femmine.
Ogni autore ci mise del proprio
perché l’avventura del libertino
risultasse più avventurosa, più avvincente
o più ripugnante… Da Ponte no. La vicenda è ridotta all’osso: tre seduzioni, un
omicidio e le fiamme dell’inferno. E basta.
Anche meno, visto che il nostro grande seduttore, nel non breve spazio di quest’opera fa sempre cilecca; non riesce mai,
per sfortuna o per scelta, ad andare a segno. In un’opera in cui non si fa altro che
parlare di sesso, Don Giovanni non va a
letto con nessuna delle donne in scena:
né con Zerlina, né con Donna Anna, né
con Donna Elvira. Forse è che Da Ponte
ha intuito che per far capire il valore di
qualsiasi cosa, devi farla desiderare al
punto di sottrarla, farla sparire. Di conseguenza il miglior protagonista di una dissertazione sull’amore è proprio lui: il desiderio. Possiamo detestare Don Giovanni,
e facciamo bene a disprezzare l’abuso di
potere e l’imbroglio che il protagonista
sfoggia con tanta disinvoltura; tuttavia
non possiamo negare di assomigliare maledettamente al protagonista di quest’opera in quanto esseri umani: come lui
mossi da desideri pure assurdi, mentre gli
animali sono sempre spinti da desideri
dalla logica ferrea, frutto dell’istinto di natura; l’uomo smania per desideri illogici,
talvolta futili, spesso controproducenti, a
volte fatali, ma non per questo perde la
determinazione nel soddisfarli, anche a
costo della morte.
E Mozart? Che pensa di tutto questo? Difficile a dirsi. Don Giovanni, lo ama o lo
odia? Da che parte sta? Coi moralisti o coi
libertini? Forse fa il tifo perché quella
simpatica canaglia gli piace più di mille
bacchettoni. O invece scrive l’opera proprio per soddisfare il pubblico del tempo:
si racconta che nelle rappresentazioni di
piazza (ai tempi il personaggio di Don
Giovanni era famoso piuttosto come protagonista di spettacoli di marionette), al
momento della caduta agl’inferi del protagonista con tanto di fiamme e forconi, il
pubblico si alzava in piedi esplodendo in
applausi e urlando di gioia.
Risate? Trionfi?
Nel Don Giovanni di Mozart
c’è poco da stare allegri: tutta
la scena del banchetto con il
Convitato di pietra è invasa
da un’aria gelida e mortifera
che deborda dal palcoscenico
– anche acusticamente – per
avvolgere il pubblico in una
nebbia livida che ti entra nelle ossa: quasi fossimo noi
stessi imputati al processo
imposto dal Commendatore
al proprio ospite, la sala da
pranzo si trasforma in un tribunale definitivo. Allorché
Don Giovanni cade nei crepacci dell’inferno anche noi
precipitiamo, almeno un po’.
Per carità, resta pur sempre
un gioco teatrale: non ci sono
spargimenti di sangue, tant’è
che la storia va avanti e vede i
sopravvissuti avanzare trionfanti alla ribalta per proclamare la vittoria del bene e la
sconfitta del male.
“Questo è il fin di chi fa mal:
E de’ perfidi la morte
Alla vita è sempre ugual”
Ah, è così? Non c’è molto da aggiungere...
Fine della discussione: Don Giovanni è un
filibustiere la cui vita è una condotta senza speranza. Vita e morte sono la stessa
cosa per chi vive così. Ben gli sta.
Eppure…
Eppure le nostre orecchie hanno memoria. La musica di Mozart ci si è conficcata
nel cervello e non se ne andrà tanto facil-
mente. La musica da lieto fine che ci viene propinata stona con le tracce indelebili di melodia che portiamo dentro di noi.
“… Là ci darem la mano… Deh vieni alla
finestra… Scendi o gioia bella…”
Nel corso della vicenda quando Don Giovanni apre la bocca, escono da lui melodie
così indescrivibilmente soavi e semplici,
conturbanti e dirette che, volenti o nolenti, anche noi, tutti quanti, caschiamo tra
le braccia del libertino. La musica di Don
Giovanni è bella e ci fa innamorare. Questa è una verità più evidente di tutte le altre: da quel lontano debutto a Praga nel
1787 milioni di persone, senza distinzione
di sessi, corrono a farsi sedurre da Don
Giovanni e la sala dei teatri si affolla di
Zerline, Donne Anne ed Elvire…
Saranno in molti a ribellarsi a questa idea,
proponendo diversi distinguo tra sé e le
povere malcapitate sulla scena. Benissimo, obiezione accolta; in ogni caso la domanda sorge spontanea: che ci fa questo
sivigliano alle donne, per piegarle così alla propria volontà, umiliando in molti modi la condizione di donne e di persone?
Donna Anna introduce Don Giovanni nel-
l’intimo della camera da letto e ci vuole
molto, troppo tempo prima che la gentildonna si renda conto che quello sconosciuto non è Don Ottavio, il fidanzato;
Donna Elvira tollera di essere data in pasto a Leporello perché faccia con lei quello che il padrone non ha più voglia di fare;
Zerlina, fresca fresca di matrimonio è disposta a cornificare il povero Masetto, cedendo alle lusinghe di un bellimbusto da
strapazzo…
Strano… sembrano tre uomini distinti gli
amanti di queste tre donne così diverse
tra loro. Un uomo timido e dolce confondibile con il fidanzato della prima, ben diverso dal brutale gaglioffo che tanto piace
alla seconda; un altro pianeta il principe
azzurro che vuole sposare la povera contadinella…
Don Giovanni è un abile attore che cambia maschera e costume a seconda del
contesto che ha di fronte; di più: Don Giovanni è un abile regista che sa quale personaggio sia il più adatto per la riuscita
della messa in scena. Come un bravo regista egli sta a guardare, rimane a lungo ad
ascoltare le proprie prede prima di passare all’azione.
Quando agisce ovviamente non fallisce il
colpo perché le donne, tutte le donne,
giacciono in uno stato di sofferenza: l’uomo pare sordo e cieco, incapace di interazione autentica; quando perciò capita un
raro esemplare maschile che sa ascoltarti, che perciò ti comprende e che di conseguenza e ti dice le cose che vuoi sentirti dire, e compie le azioni che da tutta una
vita ti aspetti… non ci sono alternative:
chiunque tu sia, Anna o Elvira o Zerlina,
ci stai, cedi alle lusinghe del seduttore,
bello o brutto, giovane o vecchio, povero o
ricco che sia.
Addentrandoci nel Don Giovanni, la luce
si abbassa, le certezze vacillano, i dubbi si
moltiplicano, lo smarrimento si impadronisce di noi ma l’occasione per apprendere molte cose comincia proprio da lì: da
questo punto di vista nessuna altra opera
di Mozart e pochissime altre nella storia
del melodramma possono vantare tanto
potere, ma per fortuna….
“È aperto a tutti quanti, Viva la libertà!”
Francesco Micheli
Regista lirico e insegnante di regia
all’Accademia di Belle Arti di Brera.
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ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011
Evento speciale: tutti all’Opera
6 e 7 dicembre 2011: la cultura, l’emozione, la scoperta di un’opera universale
La trama dell’opera
tto primo - È notte, nel giardino
antistante la casa di Donna Anna.
Leporello passeggia annoiato in attesa del padrone, che si è introdotto mascherato in casa di Donna Anna per farla
sua (introduzione “Notte e giorno faticar”). La tentata violenza però non riesce:
Anna insegue il cavaliere cercando di scoprirne l’identità e viene poi soccorsa dal
padre, il Commendatore, che sfida Don
Giovanni a duello rimanendone mortalmente ferito. Compiuto il misfatto, Don
Giovanni e Leporello fuggono. Rientra
Donna Anna con un manipolo di servitori
e scopre il cadavere del padre. Assistita da
Don Ottavio, Anna fa giurare a quest’ultimo di compiere le sue vendette (duetto
“Fuggi, crudele, fuggi”). Frattanto Don
Giovanni s’appresta a nuove conquiste:
scorge di lontano una fanciulla tutta sola
e le si avvicina, ma scopre con raccapriccio che è Donna Elvira, una nobile dama
da lui sedotta e abbandonata pochi giorni
prima (aria “Ah chi mi dice mai”). Ella va
cercando disperata d’amore il libertino, e
nello scorgerlo chiede ragione del suo
comportamento: imbarazzato, Don Giovanni lascia al confuso Leporello il compito di giustificarlo e fugge. Il servo non può
far altro che spiegare a Donna Elvira la
natura del suo padrone, e le dà un significativo cenno del catalogo delle sue conquiste (“Madamina, il catalogo è questo”). Elvira non si dà comunque per vinta. Poco oltre, un gruppo di contadini festeggiano le nozze di Zerlina e Masetto.
Don Giovanni si accinge alla seduzione
della sposina, e spedisce il recalcitrante
Masetto a casa sua in compagnia di Leporello (“Ho capito, signor sì”): restato solo
con Zerlina, la invita a seguirlo e le promette di sposarla (“Là ci darem la mano”). Ma Donna Elvira mette in guardia la
giovane contadina dalle arti malefiche di
Don Giovanni. Sopraggiungono Donna
Anna e Don Ottavio, che chiedono a Don
Giovanni di assisterli nella ricerca dell’empio uccisore del Commendatore. Ancora una volta, però, Donna Elvira esorta
la nobile coppia a diffidare del cavaliere
(quartetto “Non ti fidar, o misera”), che
per contro accusa la donna di pazzia. Rimasta sola con Don Ottavio, Anna trasale:
dalla voce ha riconosciuto in Don Giovanni l’assassino di suo padre, e spinge quindi Ottavio a far giustizia (“Or sai chi l’onore” e aria di Don Ottavio per l’edizione
viennese “Dalla sua pace”). Leporello racconta a Don Giovanni come abbia allontanato Donna Elvira e condotto con sé Zerlina alla festa che il padrone gli ha comandato d’organizzare. Don Giovanni
esprime la sua volontà d’allungare in
A
quella notte la lista delle sue conquiste
(“Fin ch’han dal vino”). Nel giardino del
palazzo di Don Giovanni, Zerlina cerca di
far pace con Masetto (“Batti, batti bel Masetto”). Al giungere del cavaliere, Masetto
si nasconde per verificare la fedeltà della
moglie, ma è subito scoperto; Don Giovanni li invita allora al ballo. Dal balcone, intanto, Leporello scorge tre persone in maschera e le invita alla festa a nome del padrone. Si tratta di Donna Elvira, Donna
Anna e Don Ottavio. Don Giovanni li accoglie inneggiando alla libertà. Il cavaliere
balla una contraddanza con Zerlina e cerca di trarla i disparte per approfittarne.
Zerlina però urla fuori scena e tutti si precipitano in suo soccorso. Don Giovanni
cerca di scaricare la colpa della tentata
violenza su Leporello, ma le tre maschere,
rivelando la propria identità lo accusano
di tutti i suoi delitti e si fanno avanti per
arrestarlo, ma il dissoluto riesce a fuggire
(finale “Presto presto, pria ch’ei venga”).
Atto secondo - Sul far della sera, in una
strada vicino a casa di Donna Elvira, Leporello accusa d’empietà il suo padrone
(duetto “Eh via buffone”); Don Giovanni
lo tacita con un’offerta di danaro, e gli impone di scambiare con lui gli abiti, in modo da permettergli di far la corte alla cameriera di Donna Elvira, mentre Leporello, con gli abiti del cavaliere dovrà tenere
occupata la dama. Elvira cade nel tranello. S’allontana allora con Leporello travestito, mentre Don Giovanni fa la serenata
al suo nuovo oggetto di desiderio (canzonetta “Deh vieni alla finestra”). Sopraggiunge Masetto che, in compagnia d’altri
villici, dà la caccia a Don Giovanni per
trucidarlo. Il cavaliere, travestito da Leporello, riesce abilmente a disperdere il
gruppo. Rimasto solo con Masetto, lo copre di botte attirando l’attenzione di Zerlina, che soccorre il marito (“Vedrai carino”). Frattanto, Leporello non sa più come reggere il confronto con Donna Elvira
e cerca di fuggire: in breve si trova però
circondato da Donna Anna, Don Ottavio,
Zerlina e Masetto, i quali, credendolo Don
Giovanni, vorrebbero giustiziarlo (sestetto “Sola sola in buio loco”). Allora Leporello svela la propria identità e riesce a dileguarsi. Don Ottavio comunica a tutti la
sua intenzione di consegnare Don Giovanni alla giustizia, e prega gli amici di prendersi cura della sua fidanzata (“Il mio tesoro intanto”). Elvira rimane sola ed
esprime l’amarezza e la confusione del
suo animo, oscillante fra amore e desiderio di vendetta (aria per l’edizione di
Vienna “Mi tradì quell’alma ingrata”). È
ormai notte fonda, e Don Giovanni s’è rifugiato nel cimitero, dove attende Lepo-
In queste pagine, alcune immagini del Don Giovanni, Teatro alla Scala 1987, regia G. Strehler, direzione R. Muti, costumi F. Squarciapino, scene E. Frigerio.
rello. Quando quest’ultimo arriva, Don
Giovanni ride sonoramente al racconto
delle sue disavventure. La risata è però interrotta da una voce minacciosa: «Di rider finirai pria dell’aurora». Essa proviene dalla statua funebre del Commendatore. Resosi conto dell’evento miracoloso,
Don Giovanni sfida le potenze dell’al di là
imponendo a Leporello d’invitare a cena
la statua parlante (duetto “O statua gentilissima”): l’invito è accettato. In casa di
Donna Anna, Don Ottavio cerca di convincerla ad affrettare le nozze, ma ella lo prega d’aspettare che la vendetta su Don Giovanni sia compiuta. Tutto è pronto per la
cena nel palazzo di Don Giovanni (finale
secondo “Già la mensa è preparata”). Il
cavaliere si fa intrattenere da un’orchestra di fiati. Irrompe Donna Elvira e tenta
d’ottenere il pentimento di Don Giovanni,
ma viene solo derisa. Nell’allontanarsi,
grida terrorizzata. Il libertino ordina al
servo d’andare a veder cosa è stato. Leporello grida e rientra pallido come un morto: alla porta del palazzo c’è la statua del
Commendatore. Don Giovanni intima d’aprire e fronteggia a testa alta lo straordinario convitato. È la statua che questa volta invita Don Giovanni a cena, e chiede la
sua mano in pegno; senza lasciarsi intimorire, il cavaliere gliela porge impavido. La
stretta è fatale: pur prigioniero di quella
mano gelida, Don Giovanni rifiuta di pentirsi e sprofonda quindi in un abisso di
fiamme infernali. Troppo tardi giungono
gli altri personaggi: Leporello li informa
che il Cielo ha già fatto giustizia; a loro non
resta che cantare la morale del dramma.
(Tratto da il Dizionario dell’opera,
www.myword.it)
BIOGRAFIA DEL DIRETTORE D’ORCHESTRA
Chi è Daniel Barenboim
Daniel Barenboim è un pianista interprete di Mozart e Beethoven. Come direttore, è
specialista del repertorio tardo-romantico e del repertorio operistico. Ha esordito a
Bayreuth nel 1981. Nel 2001 sono sorte delle controversie in Israele in seguito alla direzione di musica di Wagner. Suo merito è stato l’aver compreso che non sussistono rapporti diretto o indiretti fra Wagner ed il Nazionalsocialismo.
Nel 1999, insieme allo scrittore Edward Said, ha fondato l’orchestra West Eastern Divan
Orchestra formata da musicisti israeliani e palestinesi, di cui è direttore musicale.
È direttore musicale a vita della Staatsoper unter den Linden di Berlino e della Staatskapelle Orchestra di Berlino. Dirige regolarmente i Berliner Philharmoniker, i Wiener
Philharmoniker e l’Israel Philharmonic Orchestra.
Dalla stagione 2007-2008 è ‘Maestro scaligero’ del Teatro alla Scala di Milano di cui
inaugura la stagione lirica con il Tristano e Isotta di Richard Wagner con la regia di Patrice Chéreau. Dal novembre del 2007 collabora con la Filarmonica della Scala di cui
inaugura la stagione 2007-2008.
Nel 2008 è vincitore del premio Colombe d’Oro per la Pace, premio assegnato annualmente dall’Archivio disarmo ad una personalità distintasi in campo internazionale.
IL DON GIOVANNI IERI E OGGI
Note storiche e interpreti del 7 dicembre
Il Don Giovanni, è un dramma giocoso in due atti di W. A Mozart (1756-1791), libretto di
Lorenzo Da Ponte (Il dissoluto punito, o sia Il Don Giovanni). La prima rappresentazione fu a Praga al Nationaltheater il 29 ottobre 1787. Al Teatro alla Scala l’opera sarà rappresentata dal 7/12/2011 al 14/01/2012. Durata dell’opera: 3 ore e 15 minuti.
Direttore: Daniel Barenboim e Karl Steffens nel mese di gennaio
Regia: Robert Carsen
Scene: Michael Levine
Costumi: Brigitte Reiffenstuel
Luci: Robert Carsen e Peter Van Praet
Coreografia: Philippe Giraudeau
Don Giovanni: P. Mattei e I.D’Arcangelo
Il Commendatore: K. Youn e A. Tsymbalyuk
Donna Anna: A. Netrebko e T. Iveri
Don Ottavio: G. Filianoti e J. Osborn
Donna Elvira: B. Frittoli e M. Agresta
Leporello: B. Terfel e I. D’Arcangelo
Zerlina: A. Prohaska e K. Sadovnikova
Masetto: Š. Kocán e K. Smoriginas.
Le altre occasioni per avvicinarsi a Mozart
Cinema, teatri, mostre, scuole, luoghi istituzionali e i carceri di Bollate e S. Vittore saranno il palcoscenico diffuso
dell’evento culturale che parte dal Teatro Ringhiera
Prende il via oggi “Il Don Giovanni in
città”, progetto promosso dal Comune di
Milano insieme a Edison, in collaborazione con la Fondazione Teatro alla
Scala. Queste le iniziative porteranno
l’opera di Mozart in tutta Milano.
Dal 2 all’11 dicembre, presso WOW,
lo Spazio Fumetto del Comune di Milano, in viale Campania 12, la mostra “Mozart a strisce” proporrà, con ingresso libero, un racconto a fumetti del genio
mozartiano, passando da Manara a Topolino.
Dal 3 al 6 dicembre, in collaborazione con Rai Radio 3, una selezione di die-
ci arie dal “Don Giovanni” accompagnerà
il passaggio dei milanesi in Galleria Vittorio Emanuele, dalle ore 18 alle 22.
Lunedì 5 dicembre, alle ore 21, presso
il Piccolo Teatro Strehler, andrà in scena la lezione spettacolo “Il Don Giovanni
e la commedia dell’arte”, di e con Dario
Fo, a cura di Franca Rame e con la regia
multimediale di Felice Cappa.
Martedì 6 dicembre, alle ore 18, il
Teatro Atir Ringhiera di via Boifava 17
ospiterà il Maestro Daniel Barenboim per
un incontro aperto a tutta la città, fuori
dal cerchio magico e privilegiato della
Sala del Piermarini e del centro storico.
Mercoledì 7 dicembre, alle ore 18, le
note del “Don Giovanni” giungeranno,
in contemporanea con il Teatro alla
Scala, in diversi spazi della città. La
“Prima”, infatti, sarà trasmessa in diretta presso il Teatro Atir Ringhiera, il Teatro della Cooperativa e all’Auditorium
di Zona 3, in via Valvassori Peroni 56.
Proiezione in contemporanea anche in
cinque cinema della città: Apollo, Gloria, Gnomo, Palestrina, Uci Bicocca. Gli
ingressi sono riservati agli anziani, alle
persone con disabilità e sono già stati
assegnati attraverso i 29 centri socio-ricreativi, i Centri Multiservizi per Anzia-
ni (CMA), i Custodi Sociali e i CAM dei
Consigli di Zona.
La Prima della Scala sarà proiettata
anche all’auditorium della Casa della
Carità in via Brambilla 10 per gli ospiti
della struttura, per gli anziani e gli abitanti del quartiere Crescenzago.
Diretta audio/video anche nel carcere
di San Vittore. Nel carcere di Bollate,
invece, la lirica varca le mura del carcere per la prima volta e il “Don Giovanni”
potrà essere visto e ascoltato da 150 detenuti nella ‘sala teatro’ dell’istituto.
In collaborazione con l’Accademia della
Scala, il “Don Giovanni” sarà portato
nelle scuole medie superiori con un
programma che prevede dieci l00 laboratori didattici in altrettanti istituti di
Milano.
Ultimo appuntamento, venerdì 16 dicembre presso la Caserma Magenta di
via Mascheroni, sarà quello con “Piano
City Preludio”: dalle ore 20 alle 24, una
non-stop di solo piano, in collaborazione con Ponderosa Music & Art e Accapiù, con 30 pianisti che si alterneranno
su 8 pianoforti dislocati in vari spazi
della caserma, eseguendo anche brani
musicali tratti o ispirati al Don Giovanni mozartiano. L’ingresso è gratuito.
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ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011
La pagina
dell’Associazione
a cura del GRUPPO CULTURA E TEMPO LIBERO
Lucca e Pisa, che belle! Un successo la gita autunnale
Due bellissime giornate hanno accompagnato i soci di Milanosud in gita a
Pisa e Lucca, il 19 e 20 novembre scorso. Allegria, divertimento e la possibilità di ammirare le bellezze uniche
delle due città toscane hanno fatto di
un semplice week end un momento
indimenticabile. Qui a fianco uno dei
tanti momenti immortalati: gli amici
di Milanosud, a Lucca, nel giardino di
Villa Torrigiani. Accompagnati da un
guida esperta e ospitati in accoglienti
alberghi i “Turisti per caso di Milanosud” hanno ammirato la bellezze di Pisa e di Lucca, e gustato le prelibatezze
della cucina toscana.
Prossima gita, dopo la visita della mostra dedicata a Cézanne... Seguitici su
Milanosud e lo scoprirete!
Paul Cézanne a Milano. Ultimi giorni per le iscrizioni
Appuntamento il 28 gennaio 2012 a Palazzo Reale per la visita guidata
l grande maestro Paul Cézanne (1839 1906), originario di Aix-en-Provence è il
protagonista della mostra ospitata a Palazzo Reale, mostra che visiteremo con Milanosud il 28 gennaio. Sono circa quaranta le
opere esposte, provenienti dai maggiori musei
del mondo: le prime opere di Paul Cézanne, i
magnifici ritratti, i paesaggi, le celebri nature
morte, sino agli ultimi straordinari dipinti degli inizi del Novecento. Ci accompagnerà la
nostra amica Paola, con la sua professionalità
e simpatia, che sempre ci conduce alla scoperta delle bellezze della nostra città. Opere
che trattano i temi a lui più cari: ritratti, paesaggi, nature morte e sullo sfondo il Midi della Francia, dove nacque e dove negli ultimi
I
Pronto soccorso legale
Riprende il servizio di “orientamente e pronto soccorso legale” per i lettori e soci dell’Associazione Milanosud, presso la sede di via Santa Teresa, con il nostro avvocato Alessio Straniero.
Il servizio non è di assistenza o patrocinio legale, ma si risolve in uno o due colloqui con il legale e fornisce un primo orientamento su questioni pratiche e casi quotidiani. Per fissare un incontro telefonare al n. 02/84892068 il martedì e il giovedì dalle 18 alle 20.
La novità di quest’anno è che l’avvocato sarà coaudiuvato da un gruppo di laureandi in Giurisprudenza, i quali potranno, con l’aiuto e al fianco dell’avvocato stesso, fare una esperienza di
approfondimento giuridico “sul campo”.
I giovani laurenadi interessati a partecipare all’iniziativa possono mandare una email all’indirizzo redazionemilanosud.it
www.van-ghe.it
Ambulatorio d’arte Van-Ghè
Laboratori, corsi, seminari,
serate teatrali musicali e poetiche
ma soprattutto trasversali
www. van-ghe.it
La differenza è strumento logico
di conoscenza
e di responsabilità condivisa.
[email protected]
anni della sua vita lavorò instancabilmente
nei due ateliers di Jas de Bouffan e di Lauves
presso l’amata Aix en Provence.
La visita guidata, che si terrà il 28 gennaio
2012 e l’appuntamento è alle alle ore 13,30 a
Palazzo Reale, verrà effettuata al raggiungimento di un minimo di 25 partecipanti.
Quote di partecipazione
La quota di partecipazione è 18 euro; per i soci 17 euro. Per prenotare, recarsi in sede dell’associazione, in via S. Teresa 2/A al martedì
e/o al giovedì dalle ore 16,00 alle 18,00 entro
giovedì 15 dicembre 2011.
Informazioni al 02/84892068 negli orari su indicati.
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verranno applicati all’atto del pagamento.
Milano da leggere
Milano raccontata in una trilogia scritta da
Clara Monesi Saibene e mirabilmente illustrata da Sergio Toppi: una lettura appassionante e sorprendente che continua a riscuotere consensi. Si tratta dei tre volumi
raccolti nel cofannetto “Raccontare Milano.
Storie della nostra città”.
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La Milano raccontata da Clara Monesi parla
attraverso i suoi protagonisti, la sua
gente, le sue tradizioni, i suoi
monumenti, le
sue pietre.
Le sue storie sono il cammino di
una città che ha oltre
due millenni e mezzo di vita, che è stata crocevia ed incontro di civiltà e di etnie diverse,
che non vanta l’archeologia romana, ma che
continua ad offrire sorprese a chi la vuol conoscere.
Leggendo queste pagine, chi non ama Milano, imparerà ad amarla; chi già l’amava,
avrà nuove ragioni per confermare il suo
sentimento.
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Sede di Milanosud, via S. Teresa 2/a (ogni
martedì e giovedì dalle 16 alle 18 fino al
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02/84892068 o scrivere a [email protected]
15
ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011
Gli arancini di Hanover Street, Boston
Identità italiana e statunitense in un gioco di influenza reciproca, dove è difficile distinguere i tratti originari
e vi bendassero, vi mettessero su un aereo e vi riaprissero gli occhi in Hanover St.,
nel quartiere North End di Boston,
ci mettereste un po’ a capire dove
siete. E che non siete più in Italia.
Passo dopo passo incontrereste insegne come quella del “Bar sport”
o della “Locanda italiana”, locali
come la rosticceria “Da Umberto” o
“La stanza dei sigari”. Notereste
adesivi con il tricolore su molte vetrine, poster della nazionale di calcio appese ai muri. Sentireste canzoni di Andrea Bocelli uscire dalle porte aperte dei
negozi, annusereste odori invitanti di soffritti d’aglio e sughi al pomodoro.
Ma vi accorgereste presto che i conti non tornano:
tanto per cominciare vedreste che sulle targhe
delle auto c’è scritto “Massachusets”; sentireste
che la gente non parla la vostra lingua. Notereste
anche che quell’arancino in vetrina non ha poi una
bella faccia (almeno rispetto a quello che avete
mangiato l’ultima volta che siete stati in Sicilia).
Viaggiando negli Stati Uniti è sorprendente – e
non solo in Hanover St., non solo a Boston – quanto l’italianità sia considerata un valore, un’etichetta da esporre e vendere, un marchio di garanzia di
qualità. Cucina e moda: se sono italiane, sono migliori. E poco importa se italiane non sono per davvero.
Sì. Perché qui è facile cadere nella trappola del
S
“made in Italy”. Se si cerca un prodotto “originale”
bisogna sapere in quali negozi entrare e da quali
stare alla larga: alcuni commercianti importano la
merce direttamente dall’Italia, così da poter offrire – non proprio a buon mercato – Parmigiano
Reggiano, pasta, salumi, caffè... Altri invece lavorano solo sull’etichetta e sul tricolore per vendere
surrogati che poco si avvicinano ai corrispettivi
mediterranei: mozzarella chees, Parmesan, salsiccia fosforescente.
Ma non si tratta solo di prodotti di consumo. Sarebbe troppo semplice dire che è tutta una speculazione ai danni dei consumatori, una furberia,
una forzatura. Qui in Hanover Street, dietro le vetrine dei bar e dietro ai banconi delle macellerie, ci
sono delle persone. Parlano un inglese con un accento a noi familiare; tra di loro si lasciano sfuggire espressioni nel loro dialetto d’origine,quasi sem-
pre del Sud Italia. Sono per lo più immigrati di vecchia data che hanno fatto piccole o grandi fortune,
che ora vivono qui da cittadini americani a pieno
titolo e sono parte della comunità locale.
Ed è questo il punto.
Difficile stabilire
cosa è italiano e cosa
è veramente americano
Passato lo stupore iniziale verso l’aspetto folkloristico di luoghi come questo, ciò che colpisce è la
naturalezza dell’incontro tra culture diverse.
Difficile separare due elementi che ormai si sono
combinati come due gocce d’acqua nello stesso
bicchiere. Qui le persone hanno abitudini “miste”,
se così possiamo descriverle: i migranti hanno con-
servato ciò che hanno potuto
(o voluto) ed hanno adattato
tutto il resto al nuovo contesto sociale. Allo stesso tempo
hanno trasformato il contesto americano ed hanno contribuito a farne ciò che è oggi. D’altra parte, Hanover St.
è un piccolo esempio di ciò
che sono gli Stati Uniti: da
quando il continente americano è stato scoperto, sul suo
suolo si sono incontrate
(quasi mai pacificamente)
genti diverse in tempi diversi, ciascuno mosso da
motivi propri. Ciò che ne risulta è una cultura nuova e mutevole, ogni giorno generata dall’incontro
di tutti coloro che vi partecipano e vi hanno partecipato in passato.
Quello che accade nel quartiere italiano di Boston
(come nella Chinatown di New York, o in viale Padova a Milano) è la nascita di qualcosa di nuovo ed
inedito. L’italianità, portata dal mercato, dai mass
media, dai nostri migranti vecchi e nuovi, incontra
la società americana nel contesto odierno. Ne nasce Hanover street, che non è una montatura, un’imitazione, né una trovata pubblicitaria: è una cosa
a sé, nuova. È la cultura, che per sua natura cambia e si mischia; che sfugge alle etichette rigide.
Non c’è da temere ma da partecipare, esserci dentro.
Andrea Genzone e Laura Pelliciari
a cura della Fondazione Milano Policroma
Cascina Campazzo, una ricca storia secolare
ello scorso articolo avevamo percorso la via
Campazzino fino alla cascina omonima, sita al civico 90; avevo inoltre indicato che,
poco prima dell’ingresso della cascina, sulla destra, si diparte un sentiero che porta alla Cascina
Campazzo; percorriamo allora idealmente (e se
volete anche realmente) questo bel sentiero che
diventa presto un viale alberato e dirigiamoci verso la Cascina Campazzo, più nota negli ultimi anni
N
per le vicende legate alla sua proprietà, che per le
sue caratteristiche storiche, artistiche ed architettoniche.
Iniziando dall’aspetto storico, possiamo dire che
come noto nella parte meridionale dell’attuale
città di Milano (riconducibile come più volte detto
a molte e diverse proprietà nel corso dei secoli) le
coltivazioni iniziarono nel tardo ‘200 ad opera dei
Cistercensi dell’Abbazia di Chiaravalle, con la bonifica delle paludi e
l’invenzione delle
marcite,
conseguenza della creazione di una fitta rete irrigua che consentiva la disponibilità di abbondante
foraggio; questo fatto favorì lo sviluppo
dell’allevamento bovino, portando alla
costruzione di cascine con la tipica
struttura lombarda
a corte chiusa che
raccoglieva tutte le
funzioni della vita
produttiva, sociale e
religiosa.
Occhio al tarlo selvatico!
Una telefonata può salvare molti alberi
li addetti alla manutenzione ne hanno avvistato le tracce sulle piante dei
giardini del quartiere Gratosoglio: in
via Lelio Basso, in via Saponaro e in via Baroni. Stiamo parlando del Tarlo Asiatico: dopo essersi insediato nel tronco di un albero,
si riproduce velocemente e ne divora l’interno fino a farlo morire.
Ad allertare i cittadini sull’attività dell’Anoplophora, è il dipartimento Agricoltura
della Regione Lombardia, che invita i cittadini a segnalarne l’eventuale presenza
telefonando al numero verde 800.318.318
G
o scrivendo a [email protected]. Ogni segnalazione può salvare centinaia di
alberi. L’”insetto “molesto”è
stato rinvenuto per la prima volta nel
2000, a Parabiago, e si è visto che ha una
preferenza per aceri, faggi, betulle, carpini, ippocastani, ontani, noccioli, platani,
lagerstroemie, meli e peri. Un insetto bello, di colore nero con macchie bianche sul
dorso e le antenne con segmenti alternati
nero bluastri e bianchi (vedi foto), e nocivo, da tenere d’occhio se si ha a cuore il
Ecco, la Cascina Campazzo si inserisce a pieno titolo in questo filone: è infatti incentrata a tutt’oggi
sull’allevamento di bovini e contiene al suo interno
una cappella sacra..
L’origine della cascina risale almeno al Seicento;
non vi è poi dubbio sull’etimo del suo nome (rifacentesi ad un “campaccio”, nome con cui la cascina compare sulla carta del Claricio del 1600), resta semmai la curiosità del perché di quel peggiorativo (forse non rendeva a sufficienza?) e di chi
l’abbia attribuito. Significativo è pure il fatto che
su una cartina del 1888 già compaia il sentiero sopra citato, a testimonianza di un reticolo di corsi
d’acqua e sentieri consolidato nel tempo.
Quanto alla struttura architettonica del complesso, come detto essa è a corte quadrata, orientata di
45° a sud-est, dove si trova l’ingresso, il lato sulla
destra entrando è adibito ad abitazione da parte
della famigila di fittavoli che se ne prende cura; il
lato sud (dove si trova l’ingresso), probabilmente
adibito un tempo a casa dei salariati, è stato ora riconvertito ad uso culturale (su cui tornermo nel
prossimo articolo) ed ospita la cappella (di cui
dirò più avanti); il lato sulla sinistra, al di là dell’ampia aia, è adibito a stalla e nel mezzo, a nord
dell’aia, sorge un’altra costruzione rurale, dietro
cui si trovani altri ambienti principalmente di disimpegno.
Vale poi la pena di ricordare che, a fianco delle
abitazioni, il complesso comprende un forno (di
recente riattato) che veniva un tempo alimentato con la legna raccolta durante la stagione
autunnale e invernale. Il forno a legna cuoceva
principalmente il pane garantendo l’autosufficienza di tutta la comunità della cascina, costituita da molte famiglie. Inoltre veniva utilizzato
per la modellazione o lavorazione termica degli
attrezzi da lavoro: ad esempio i manici delle pale, le forche, e le zappe venivano resi più resistenti bagnandoli con l’acqua e asciugandoli nel
forno.
Dal punto di vista artistico la cascina Campazzo, oltre ad avere interessanti edifici, alcuni dei
quali meriterebbero di essere recuperati e valorizzati, e che a tutt’oggi concedono scorci molto
suggestivi di vita agreste, ospita al suo interno
l’antico Oratorio di Sant’Ignazio, eretto nel 1802
da Antonio Luigi De Carli, parroco di San Giorgio in Milano, “scrittore, oratore, teologo” (come recita una lapide in loco), e se ne avvale anche per organizzare frequenti momenti culturali e per il tempo libero.
Ma del presente e del futuro di questa cascina,
collegato al Parco del Ticinello, parleremo nel
prossimo articolo.
(Continua)
Riccardo Tammaro
[email protected]
A sinistra, un esemplare femmina di Anoplophora: misura circa 35
mm. Il maschio è più piccolo (25 mm), ma ha antenne lunghe il
doppio del corpo. A destra, tra i segnali della presenza del tarlo asiatico, mucchietti di segatura prodotta dalle larve e fori nelle radici.
Foto: Costanza Jucker
verde intorno
alle proprie case. In questa
stagione non è difficile riconoscere le
tracce del suo passaggio: basta guardare
con un po’ di attenzione i tronchi che, se
attaccati dall’Anoplophora, sono tutti forellati alla base e nelle radici. Gli adulti di
Tarlo asiatico si possono invece vedere
dall’ultima decade di maggio sino a fine
agosto: appena fuoriusciti dalla pianta
ospite, si accoppiano e si dirigono verso la
chioma per alimentarsi a spese della
corteccia dei giovani rametti.
Dalla comparsa di questi “sorvegliati speciali” in Lombardia, il Servizio fitosanitario regionale si è subito mobilitato, e Regione Lombardia ed Ersaf sono fortemente impegnati nell’attuazione di un piano
triennale. La campagna d’informazione rivolta ai cittadini è partita nel 2008 e l’anno scorso il call center ha ricevuto 600 segnalazioni, permettendo ai tecnici del
Servizio fitosanitario di individuare un
nuovo focolaio a Gussago (BS). L’Istituto
di Entomologia agraria dell’Università di
Milano sta testando l’efficacia di metodi
di controllo basati sull’uso di mezzi chimici e biologici. Nella speranza di trovare un
antagonista naturale: cioè un insetto predatore che si cibi di Anoplophora, com’è
successo di recente con la “vespa sceriffo”
salva castagni. Ma questo è un altro capitolo…
Giovanna Tettamanzi
16
ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011
G I O R N A L E D E L L’A S S O C I A Z I O N E M I L A N O S U D
Pennelli e fornelli per pietanze “disegnate”
Intervista a Laura Quintavalle, chef a domicilio che ha studiato a … Brera
sulla bocca di tutti, capita
assai raramente di conoscere una chef donna e per
giunta diplomata a Brera.
Laura Quintavalle - il cui cognome richiama molto
Quinto Sole, il borgo dove
abita - dopo il diploma in pittura della celebre Accademia e un’importante esperienza lavorativa come illustratrice di libri per ragazzi
e visualizer presso il Corrierino dei piccoli, una decina
di anni fa ha dato una svolta
alla propria vita professionale, trasferendosi dalla
scrivania ai fornelli. Ma senza trascurare pennelli e colori.
Laura, dal disegno alla cucina: un percorso decisamenono passati esattamente ottant’anni
da quando Marinetti nel suo rivoluzionario “Manifesto della cucina futurista”, oltre ad abolire la pastasciutta in
quanto “vivanda passatista”, ha ufficialmente dichiarato la cucina una forma d’arte. Da quel momento la storia culinaria europea ha trascorso diverse fasi, passando
da stravaganti sperimentazioni a innovative ricerche gustative che hanno raffinato i
nostri palati. Ma se è vero che i nomi dei
cuochi che hanno trasformato le loro cucine in veri e propri atelier del gusto sono
S
te particolare.
«Non è stata la scelta propriamente mia. A
metà degli anni novanta, con il subentro
della computer grafica al posto del disegno
tradizionale e la chiusura del Corrierino,
all’età di 38 anni mi sono trovata senza lavoro. Per un paio d’anni sono rimasta disorientata e poi ho deciso di avvicinarmi alla
cucina. Tuttavia, vista l’età che avevo, per
non cominciare tutto daccapo, ho scelto il
percorso dell’apprendistato diretto prefissandomi l’obiettivo di lavorare con i migliori chef. Non è un segreto: in Italia i posti
d’onore nelle grandi cucine sono riservati
quasi esclusivamente ai maschi, mentre le
donne vi sono ammesse con “molta riserva”. Ho tenuto duro, cercando di resistere
e maturare esperienza. E ce l’ho fatta. Partendo dagli incarichi di importanza minore, a poco a poco sono arrivata a fare il capocuoco della scuola di cucina del mensile
“La Cucina Italiana” e del catering della
casa di moda Prada. Tra i bravissimi chef
con cui ho avuto fortuna di lavorare potrei
citare Pietro Leeman, Claudio Sadler della
scuola di cucina QB, Sergio Mei del Four
Season di Milano… Un anno fa, finalmente, ho aperto un catering tutto mio
(www.cuocaaltuodomicilio.com)».
Ciò nondimeno, la passione per il disegno
non ti è passata del tutto e, a differenza di
altri cuochi - a parte le mostre di quadri
che continui a fare - accompagni quasi tutte le tue vivande con delle illustrazioni fatte da te. Una domanda retorica: nasce prima il disegno o la pietanza?
«Il disegno, direi. Probabilmente è l’attitudine acquisita a disegnare. Specialmente
quando voglio creare un piatto o uno stuzzichino nuovo, prima di prendere in mano
gli attrezzi da cucina mi viene più naturale
tracciare un bozzetto sulla carta. Di regola,
per farmi capire meglio, più che spiegare
al cliente a voce o fornirgli una descrizione
scritta, gli presento i miei disegni delle pietanze che parlano da sé».
Quindi, più che di un cuoco “tradizionale”,
il tuo modo di operare è quello di un desi-
Il Campione cresciuto nel Borgo
Davide Giorgi è detentore del titolo italiano classe 50
gner che progetta un oggetto di valore?
«Spesso accade proprio così. Per me l’estetica ha un ruolo importantissimo, ovviamente, senza trascurare la bontà della vivanda».
La tua è una Cucina d’autore?
«Dipende cosa si intende come tale. All’inizio ero molto affascinata dalla cucina ricercata, stravagante, esageratamente attenta alla costruzione del piatto. Quella
che andava molto di moda una decina di
anni fa. Adesso si sente molto il desiderio
di semplicità, di ritorno alla tradizione e alle radici».
In ogni caso, esistono dei piatti di tua invenzione?
«Certo. Per esempio, le lasagnette barocche a due colori oppure i Finger Food (una
specie di stuzzichini. Ndr) che ho creato di
diversi tipi».
Confidi le tue ricette agli altri?
«Mai ai colleghi».
Qual è il principio della sua cucina?
«Sperimentazione e voglia di crescere».
Qual è la qualità più importante di uno
chef?
«Quella di fare del buon cibo».
E tu che tipo di chef sei?
«Creativo. Mi piace sperimentare e abbinare sapori diversi».
A proposito di creatività, raccontaci del
corso “Seduzione in cucina” che avete
ideato insieme a tuo marito, l’attore e il regista Marco Ghirlandi.
«Partendo dall’idea che la vera seduzione
comincia in cucina, abbiamo pensato di
unire le nostre competenze: la sua teatrale
e la mia culinaria. Come risultato, giocando su eros e cibo, un binomio antico quanto il mondo, siamo riusciti a creare un percorso ludico e divertente che possa essere
utile non solo per accendere i sentimenti
con partner appena conosciuti, ma anche
per risvegliarli nelle coppie semplicemente stanche. Nella prima parte Marco, tra il
serio e il faceto, lavora con aspiranti “seduttori” e “seduttrici” sull’espressività vocale e sul linguaggio del corpo. Quindi intervengo io con le mie ricette facili e gustose e - perche no? - con qualche ingrediente afrodisiaco».
E non sei gelosa di tuo marito?
«Non sono gelosa in generale. Nemmeno
quando insegna a fotomodelle il video acting. Più che insegnare a fare “le gatte morte”, è un corso che tende a tirar fuori il meglio di ognuno».
Tra poco è Natale. Cosa consiglieresti del
tuo menu?
«Come antipasto consiglierei sicuramente
i miei Finger Food. Poi ho una grande varietà di risotti, tra cui uno davvero speciale al cioccolato. Mi piacciono molto le carni invernali, quelle cotte a lungo, e la selvaggina. Come dolci quelli al cucchiaio».
E per brindare?
«Vorrei fare tanti auguri di Buon Natale a
tutti i lettori di “Milanosud”, brindando
con un buon Prosecco di Valdobbiadene».
Olga Romanova
Gli appuntamenti del Borgo
Le iniziative di Dicembre
Arci Pessina
ra i giovani di Chiaravalle c’è il
“Campione Italiano di Motorally 2011” classe 50. È Davide
Giorgi, nato a Sesto San Giovanni nel
1996, cresciuto a Chiaravalle, che
per seguire questa disciplina (detta
“Enduro”) si allena da anni su piste
da moto cross, seguito dall’allenatore
Oscar Polli, a sua volta campione del
mondo di Moto Rally nel 2008.
I rally sono una disciplina che presuppone una certa maturità fisica,
oltre che agonistica: i partecipanti
della Parigi Dakar, ad esempio, sono
quasi tutti sopra i 30 anni. Ma –
spiega Davide – all’Enduro ci si può
avvicinare anche in tenera età (e a
farlo non sono solo ragazzi, ma anche
molte ragazze).
Tra le iniziative nate per “coltivare” i
campioni di domani, c’è il “Progetto
Giovani Motorally” della Federazione
Italiana Motociclistica, fortemente
voluto dall’allenatore Oscar Polli.
Nato nel 2009, il Progetto si pone l’o-
T
Davide Giorgi mentre riceve il primo premio a
Roccaraso, in Abruzzo
biettivo di avvicinare i ragazzi alla disciplina sportiva preparandoli sia a
livello di tecnica di guida sia di navigazione. Particolare cura è dedicata
al comportamento in gara, che richiede un buon supporto psicologico.
Per affrontare argomenti che spaziano dalla meccanica all’ortopedia, la
Federmoto si avvale della collaborazione di esperti del Politecnico e del
Policlinico di Milano: durante gli allenamenti come in gara, è indispensable saper proteggere il proprio corpo, la proria vita e anche quella dei
compagni.
Davide è spesso impegnato in allenamenti in Italia e all’estero, ma ciò
non gli ha impedito di studiare e incontrare gli amici di Chiaravalle: frequenta infatti con profitto l’Istituto
Tecnico Carlo Cattaneo, e si allena
da anni con un giovane amico del
Borgo, Andrea Campana, condividendo con lui ore di palestra e allenamenti.
“Passeggiate per la sicurezza”
Cittadini, vigili, rappresentanti delle associazioni e delle istituzioni
mensilmente indicheranno le priorità di intervento sul borgo
l Consigliere di Zona Andrea Calì (Terzo Polo), in una mozione presentata il
13 novembre ha proposto le “Passeggiate per la sicurezza”. L’obiettivo? Il coinvolgimento attivo degli abitanti dei quartieri alla vita di Chiaravalle. Un progetto pilota per la nostra città, che funziona così:
con un gruppo di residenti e associazioni
operanti nel luogo interessato, i vigili di
quartiere, alcuni rappresentanti delle istituzioni, i responsabili del verde, dell’illuminazione e della pulizia delle strade, si organizza mensilmente un giro nel quartiere,
I
secondo un percorso previsto, con tappe
pianificate. A ogni tappa si scatteranno
delle foto, ciascuno annoterà i commenti
personali e i luoghi dov’è opportuno intervenire. Al termine del giro, raccolto il materiale prodotto, vengono stabilite le priorità di intervento. Si avrà quindi, in tempo
reale, una sorta di “diagnosi” del territorio.
Analizzare insieme i problemi e condividere le possibili soluzioni, sarà per tutti un’esperienza nuova e gratificante; sarà poi
molto importante seguire, di mese in mese,
le azioni concrete che seguiranno.
Le passeggiate per la sicurezza sono già
state praticate con successo in molte città
europee, come Lione (una delegazione
dell’Associazione Borgo di Chiaravalle vi
partecipò nel corso di una visita studio all’interno del progetto Interreg – Città Sane
nel 2007). Da noi, per tutto il 2011, è stato
adottato il metodo dell’incontro mensile
coi Vigili di Quartiere, che ha ben introdotto questa nuova possibilità di collaborazione tra cittadini e istituzioni, individuando
nel Vigile l’elemento di raccordo.
Tiziana Galvanini
Venerdì 2 dicembre alle ore 20.00, cena su prenotazione, a seguire Giuseppe Verdi
raccontato dalla Musicologa Consuelo Picchi.
Venerdì 16 dicembre alle ore 20.0, “Festa di Natale”: cena e concerto con Gypsy Jazz.
Giovedì 22 dicembre alle ore 16.30, spettacolo per bambini “A Babbo Natale hanno
rubato le renne”.
Sabato 31 dicembre alle ore 20.00, “Cenone di fine anno”.
Mercatino di Natale “Arti & Mestieri”: sabato 3 e domenica 4 dicembre, sabato 17 e
domenica 18 dicembre nel tendone Arci, a ingresso libero.
Ingresso con tessera Arci. Per informazioni e prenotazioni su spettacoli e cene, contattare [email protected] oppure 02/5398546.
Abbazia di Chiaravalle
Tutte le domeniche alle ore 16, visita guidata all’Abbazia: partenza sotto il portico
della Chiesa (salvo pioggia o cerimonie).
Sabato 17 dicembre alle ore 14,30, Sacra Rappresentazione dei ragazzi del Catechismo in Abbazia.
La Bottega dei Monaci. Prodotti delle Abbazie Cistercensi, aperta da martedì a domenica dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 18.00. Piccolo Bar dell’Abbazia di Chiaravalle. Aperto da martedì a domenica, dalle 9.00 alle 18.00 con orario continuato.
Antico Mulino dell’Abbazia
Visite guidate tutte le domeniche: il 7 e 8 dicembre, dalle ore 15.15 fino alle 17.30:
entrata adulti 3 euro; gratis bambini fino a 8 anni; sconti per gruppi.
Sabato 17 dicembre dalle ore 10 alle 13 e dalle 14.00 alle 17, “Carta e biglietti di Natale” (corsi per adulti, 36 euro).
Domenica 18 dicembre dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 14 alle 17, “Panettone e vini” panificazione e degustazione (corsi per adulti, 36 euro).
Iniziative a cura della cooperativa Koinè, in collaborazione con la Provincia di Milano e il Parco Agricolo Sud Milano. Per informazioni: Koinè coop. Sociale tel.
02/42292265 - [email protected]
LAVORI IN CORSO
Via S. Bernardo chiusa al traffico
Da lunedì 21 novembre, via San Bernardo, unica strada che taglia il borgo di
Chiaravalle e congiunge quest’ultimo
lembo di città a San Donato, permettendo
inoltre di entrare in autostrada comodamente, è chiusa al traffico. Lo stop è stato
richiesto in seguito ai periodici lavori di
risanamento a cura del Settore Tecnico e
Infrastrutture del Comune di Milano, che
hanno evidenziato alcuni cedimenti che
mettevano a rischio la tenuta della pavimentazione. Una situazione che ha imposto opere di consolidamento e, forse, an-
che il rifacimento del muro di sostegno
della carreggiata. Il tutto, nonostante la
strada sia stata chiusa per eseguire altri
lavori appena due anni fa. Lo stop al traffico si pensa che durerà circa 60 giorni;
per fortuna il tratto interessato riguarda
un’area in cui non vi sono case o negozi.
Per il borgo si prevede un po’ di tranquillità: il traffico dei residenti è sicuramente
meno veloce del transito di chi percorre
la via San Bernardo sfrecciando per raggiungere la città o l’hinterland.
Tiziana Galvanini
ANNO
2011
ANNOXVXVNUMERO
NUMERO1012OTTOBRE
DICEMBRE
2011
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ANNO XV NUMERO 912SETTEMBRE
DICEMBRE 2011
G I O R N A L E D E L L’A S S O C I A Z I O N E M I L A N O S U D
Da una storia vissuta in prima persona nasce una riflessione sul volontariato
L’Ancora: la fine di una storia, la fine di un servizio
egnatevi questa data: 31 dicembre
2011. Magari per la maggior parte
di voi non avrà significato, e forse
un giorno me ne dimenticherò anche io,
ma oggi riempie i miei pensieri. L’associazione l’Ancora alla fine di quest’anno
chiude e stavolta davvero, nonostante i
vari falsi allarmi degli anni passati che
erano già significativi segnali di crisi.
Ma torniamo un passo indietro: l’Ancora
è un’associazione che si occupa delle
problematiche giovanili connesse a stati
di dipendenza ed emarginazione. Nello
specifico stati di emarginazione sociale e
stati di dipendenza da alcool, droga, gioco d’azzardo, anoressia ecc. Sono stata
volontaria attiva di questa associazione
dal 1995 al 2005, ora invece mi definirei
piuttosto una “associata simpatizzante”
in quanto scelte diverse e vicissitudini
della vita mi hanno portata a dedicare
sempre meno tempo alle attività e così è
stato ed è anche per molte altre volontarie del gruppo. L’Ancora a fine anno ha
deliberato in consiglio direttivo la chiusura delle attività, stavolta è vero, stavolta è irreversibile! I sentimenti che regna-
S
no dentro di me sono vari: un velo di tristezza per quello che è stato e non sarà
più, un pizzico di amarezza per come il
mondo sta evolvendo e cancellando alcune delle conquiste raggiunte, un goccio
di sollievo per la fine di un sacrificio di
dedizione agli altri soprattutto da parte
di chi ha fatto di più e per più tempo nel
gruppo, un soffio di soddisfazione per il
lavoro fatto e a conti fatti ben finito, un
sorso di orgoglio perché in tutti questi
anni siamo state davvero brave! Si, brave
al femminile perché, a parte qualche rara eccezione che ha coinvolto anche la
nostra realtà, è statisticamente provato
che il volontariato sociale è una prerogativa femminile ed è importante e fondamentale ricordarlo sempre.
Ma passiamo alla storia. L’Ancora è una
realtà nata nel lontano 1989 e che inizialmente non aveva neppure una sede
ed è stata ospitata temporaneamente
presso la parrocchia Sant’Angelo dove
don Saverio, uno dei soci fondatori, prestava ‘servizio pastorale’. Poi l’Amministrazione comunale, in quegli anni particolarmente attenta e sensibile alle pro-
blematiche giovanili e connesse alla tossicodipendenza, individuò una sede stabile presso la Casa delle associazioni di
via garofani, location che ha ospitato la
sede fino ad oggi e che è diventata la nostra casa. La casa di noi volontarie, tutte
donne tranne un’eccezione che conferma la regola, dove tra una problematica
e l’altra, tra un corso di aggiornamento
sulle tematiche affrontate e l’altro, tra
un consiglio direttivo e l’altro, nascevano
chiacchiere e confidenze e rapporti interpersonali che hanno segnato la vita di
ognuna di noi. E che bello ripensare a come ci siamo avvicinate sempre più nonostante le differenze di età e di origine sociale a volte anche notevoli. Un punto di
riferimento importante per la mia giovinezza fin dagli inizi e che ancora oggi ricordo come un luogo che mi ha insegnato tanto sul valore del dare e su quello
del ricevere dalle persone a cui si dà.
Molta gente è passata, alcuni inosservati
o silenziosamente presenti, altri più rumorosi nella partecipazione attiva. Alcuni si sono fermati a dare una mano per
un po’, altri hanno curiosato e poi sono
andati oltre. Altri ancora sono venuti alla
ricerca di qualcosa da prendere, in una
concezione del ricevere prima di dare,
che è in antitesi con i principi del volontariato, e hanno spontaneamente deciso
di allontanarsi quando hanno capito che
l’attività svolta dall’associazione non corrispondeva alle loro aspettative. Altri ancora li abbiamo persi dopo che hanno dato molto e ce li ricordiamo con tanta riconoscenza e tanto affetto. Ognuno ci ha
dato qualcosa, ognuno ci ha lasciato
qualcosa e potrei fare un elenco lunghissimo di nomi. E allora grazie a Mariangela, Beatrice, Rita, Marina, Roberto, Manuela e a me...e a tutti gli altri che sono
passati più velocemente e un grazie anche da parte di tutti quelli che l’Ancora
ha aiutato…e si sono dimenticati di ringraziare. Un grazie anche a Fabio Rancati per la costanza, la professionalità e
l’entusiasmo con cui ha sempre portato
avanti il suo fondamentale e basilare
ruolo di psicologo e coordinatore.
Il mondo è cambiato e sta cambiando,
forse in positivo per alcuni aspetti e in
negativo per molti altri. Il volontariato
Fondazione Rudh: futuro in bilico
L’affidamento delle attività culturali all’Ama è rimandata al prossimo Consiglio comunale
ozzano sta vivendo un periodo piuttosto turbolento che pare avrà ripercussioni anche sulla Fondazione Rudh. Lunedì 21 novembre tra i temi in
discussione nell’ordine del giorno del Consiglio comunale c’era: “Affidamento alla
società Ama azienda multiservizi ambientali di Rozzano SpA dei servizi di promozione culturale e artistica”. Nonostante
non sia stato possibile discutere il tema,
che è stato riproposto per il Consiglio comunale successivo, ci chiediamo che cosa
possa significare.
Per servizi culturali si intendono sicuramente i servizi erogati dalla Fondazione
Rudh. Ricordiamo che la fondazione era
nata con l’aspirazione di poter gestire la
cultura del territorio non solo rozzanese e
l’ambizione di ottenere fondi anche da enti privati. La fondazione raccoglie intorno
a sé diverse realtà, il cinema teatro Fellini,
la scuola di musica e, fino allo scorso anno,
R
la Galleria Rudh presso la Cascina Grande, data ora in gestione allo Spazio Aurora.
Dall’ottobre 2009 si è visto un cambio
strutturale della gestione con un forte
controllo dei costi. Si diceva che la Fondazione avesse ereditato pesanti debiti dalla
gestione precedente. Tali debiti, nonostante una stretta sulle spese non sembrano rientrati al punto da rasserenare il Consiglio di Amministrazione. Da qui la decisione di cederne la gestione alla società
multiservizi AMA, cercando di garantire
soprattutto i posti di lavoro dei 7 dipendenti. Discernere quali siano i veri problemi della Fondazione non risulta semplice
e i cittadini fanno fatica a capire a chi e in
cosa credere. Anche su questo tema troviamo due fronti acerbamente contrapposti, frutto di vecchi contrasti nati nella
scorsa campagna elettorale. La vecchia
gestione affidata all’ex sindaco MariaRosa
Malinverno (peraltro molto amata e ri-
spettata) ha visto il periodo più ricco di
iniziative ed eventi. La Fondazione si proponeva quasi in antitesi con le iniziative
culturali del Comune stesso.
A valle delle elezioni amministrative è subentrato a fine 2009 un nuovo Consiglio di
Amministrazione i cui componenti sono
stati individuati tra le persone di fiducia
maggiormente legate all’Amministrazione
comunale. I bilanci non erano dei più rosei e le scelte furono indirizzate verso la
razionalizzazione dei costi e del personale
e l’azzeramento degli sprechi. Il Comune
purtroppo rimaneva e, nonostante gli sforzi atti a ricercare nuovi finanziamenti, rimane l’unico ente che sovvenziona la Fondazione e visti i tagli inferti dal Governo
negli ultimi anni, si è visto obbligato a ridurre il finanziamento. Mettiamoci pure
che l’Amministrazione comunale sicuramente non vive un periodo di prosperità
economica, senza risorse proprie diventa
difficile portare avanti la programmazione
e recuperare il debito accumulato.
Il consiglio ha deciso che senza fondi non
può continuare e ha rimandato sul sindaco la decisione di cercare di salvaguardare
i servizi e i posti di lavoro dei dipendenti
rimasti. La scelta di orientarsi verso lo
spostamento delle attività ad una municipalizzata probabilmente risponde a criteri
di controllo dei costi.
Da cittadina rozzanese devo ricordare che
le attività della Fondazione stanno a cuore
a tante persone di ogni età che partecipano alla pluralità delle iniziative e hanno
sempre dimostrato simpatia verso questa
tipologia di offerta culturale. Lo scopo di
qualsiasi decisione deve essere quello di
garantire la cultura tramite una gestione
oculata, ma tendente alla fruizione di
eventi e iniziative ad una base di cittadini
più ampia possibile. Attendiamo fiduciosi.
forse non ha più senso, è arrivato un po’
al capolinea o forse solo ad un momento
in cui urge una riflessione sul suo ruolo
nella società. Secondo me è arrivato il
momento che i servizi sociali lo sostituiscano, imparando a dare con il volto
umano che abbiamo sempre avuto noi e
imparando dai tanti esempi positivi di
welfare europeo che ci circondano. Perché, limitandoci alle problematiche affrontate dall’Ancora, avere una vita serena e ‘libera’ da schiavitù come droga, alcool, fragilità psichiche, gioco d’azzardo,
è un diritto di tutti come quello di avere
una casa, un lavoro, una vita normale insomma. E che queste persone stiano bene è un vantaggio per tutti, per tutta la
società in cui viviamo. E tutto ciò non
può essere superficialmente delegato al
mondo del volontariato che tra l’altro va
via via scemando perché sempre meno
aiutato dagli enti locali e privo di materia prima, i volontari stessi. In un gioco di
parole, grazie ancora Ancora, grazie con
tutto il cuore per tutto quello che mi hai
dato e insegnato!!
A. M. S.
Raddoppia l’Irpef
ema infuocato del Consiglio comunale del
21 novembre scorso è stato l’aumento a
partire dal 2012dell’addizionale comunale Irpef da 0,4% a 0,8%, fatta salva l’esenzione per
tutti i redditi al di sotto dei 7500 euro all’anno.
L’opposizione aveva presentato un emendamento per alzare la soglia di esenzione, si
pensi che a Milano l’esenzione è per i redditi fino a 33.500 euro. Ma ci fanno notare che la situazione a Rozzano risulta ben diversa con
redditi medi piuttosto bassi.
Se la necessità di un aumento dell’addizionale
ha sicuramente delle giustificazioni economiche (ed è volta alla garanzia dei servizi ai cittadini), ciò che ha lasciato sorpresi è la mancata
discussione in sede di commissione e l’assenza di apertura verso un’ipotesi di gradualità
del prelievo (ad es. a scaglioni). Tutte azioni legittime prima di arrivare al raddoppio dell’aliquota, decisione che proprio per la sua delicatezza aveva bisogno di un largo consenso.
Cecilia Stefanini
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SABAATO LIBERO
19
ANNOXV
XV NUMERO
NUMERO 912SETTEMBRE
DICEMBRE 2011
2011
ANNO
G I O R N A L E D E L L’A S S O C I A Z I O N E M I L A N O S U D
A rischio per la Scuola di Gomme dei bambini palestinesi
L’Ong Vento di Terra lancia un appello per scongiurare la demolizione della struttura fatta con pneumatici usati
na scuola che resiste da anni allo scirocco del deserto e alla minaccia delle ruspe. È il piccolo
grande miracolo realizzato nel 2009
dall’Ong milanese Vento di Terra per i
circa cento bimbi beduini della comunità Jahalin che vivono tra Gerico e Gerusalemme. Un miracolo possibile grazie anche al contributo della Cooperazione Italiana, dei comuni sud di Milano e della Cei, realizzato in sole due
settimane con una tecnica innovativa
sviluppata dal gruppo ARCò - Architettura e Cooperazione, utilizzando oltre
2.200 pneumatici usati.
«La sopravvivenza della scuola oggi è
minacciata da una richiesta di demolizione del movimento dei coloni alla
Corte Suprema israeliana», dice Anni-
U
bale Rossi, presidente di Vento di Terra
che spiega come proprio a causa della
presenza degli insediamenti illegali
che circondano il villaggio di Alhan al
Ahmar, i beduini vivano in condizioni di
isolamento e soffrano per la mancanza
di infrastrutture e servizi. La Scuola di
Gomme si trova nell’area C della Cisgiordania, una zona controllata dall’autorità israeliana. Gli edifici, per non
contravvenire ai regolamenti militari,
sono stati realizzati senza fondamenta
restando di fatto strutture “non permanenti” ma allo stesso tempo sicure ed
adeguate agli standard del ministero
dell’Istruzione palestinese. Oltre ai copertoni la squadra di beduini e volontari coinvolta in questo cantiere nel deserto ha utilizzato argille e pietre loca-
li ed in seguito ha installato alcuni pannelli fotovoltaici per rendere completamente autosufficiente la struttura.
mentre prima dovevano camminare per
chilometri su una strada trafficata e
pericolosa per raggiungere la scuola di
Gerico.
Per difendere il loro diritto all’istruzione Vento di Terra ha lanciato la campagna “Chi demolisce una scuola demolisce il futuro”, sostenuta tra gli altri da
due iniziative internazionali di Amnesty e dell’Unrwa (l’agenzia dell’Onu per
i profughi palestinesi). Le firme raccolte tramite il sito www.scuoladigomme.org saranno presentate a dicembre
al Consolato Italiano a Gerusalemme
per chiedere di scongiurare la demolizione della scuola e garantire un futuro
ai piccoli della comunità Jahalin.
L’esistenza e la “resistenza” della scuola permette ai bambini Jahalin di frequentare le lezioni nel loro villaggio,
Laura Conti
Vento di Terra Ong
Cap Holding con Federutility per le aziende pubbliche
Alessandro Ramazzoti: «Il pronunciamento della Consulta rafforza il percorso verso il Gestore Idrico Integrato»
o scorso 18 ottobre, all’interno di Federutility, la federazione che riunisce le aziende di servizi pubblici locali operanti nei settori Energia Elettrica,
Gas e Acqua, è nato il Gruppo di lavoro delle aziende in house, a cui fanno riferimento tutte le aziende pubbliche che hanno in
corso “affidamenti diretti” da parte degli
Enti Locali.
L’obiettivo dichiarato di Federutility era
quello di valorizzare la aziende pubbliche
associate e affiancare il processo di sviluppo normativo e regolatorio derivato dal risultato referendario. Secondo la federazio-
L
ne, infatti «l’abrogazione di alcune norme
per gli affidamenti e di norme sugli aspetti tariffari ha lasciato un vuoto di regole
che differenziava ulteriormente le posizioni delle diverse aziende che operano sul
territorio».
Come coordinatore del nuovo Gruppo di
lavoro vorrei esprimere la mia opinione in
merito alle conseguenze del referendum e
alla recente delibera della Consulta sulla
gestione del servizio idrico.
Ho sottolineato più volte come le date del
12 e 13 giugno 2011 siano state una tappa
cruciale per il settore idrico. Il risultato
del referendum ha segnato infatti una sostanziale vittoria per i cittadini italiani,
perché ha riconosciuto ai Comuni gli stessi diritti che hanno gli Enti Locali degli altri Paesi europei. Vale la pena sottolineare
infatti che in Europa esistono tre diverse
tipologie di gestione: l’affidamento diretto
a un soggetto pubblico in house providing,
la gara o la gestione mista pubblico-privata. In Italia invece la legge limitava di fatto a due le possibilità: prevedeva la gara e
la gestione mista, ma rendeva difficilmente praticabile la gestione in house, negando quindi ai cittadini italiani le stesse possibilità di scelta di quelli europei. Eppure
il grande patrimonio nazionale di reti e im-
Apertura
nuovi uffici
CAF
PATRONATO
presso la stazione di
Porta Genova
Piazza stazione N°4
pianti idrici italiani è il frutto del lungo e
intenso lavoro portato avanti nei decenni
proprio dai Comuni con i soldi dei cittadini. I cittadini quindi, attraverso i Comuni,
ne sono gli effettivi proprietari, e in quanto tali dovrebbero poter decidere a chi affidare la gestione del loro patrimonio idrico,
se a una società pubblica o a una privata.
Credo che le nostre aziende pubbliche non
dovrebbero salutare il risultato del referendum con un sospiro di sollievo per lo
scampato pericolo. La fiducia accordataci
dai nostri territori deve invece rappresentare uno stimolo a lavorare sempre meglio,
per testimoniare giorno dopo giorno che
abbiamo tutte le carte in regola, le competenze, il know how e le capacità per gestire il servizio idrico nel modo migliore.
Secondo gli studi che annualmente la fondazione Utilitatis realizza fotografando lo
stato del servizio idrico in Italia dal punto
di vista delle infrastrutture e delle gestioni, le risorse idriche del nostro Paese hanno urgente bisogno di investimenti per essere allineato agli standard europei, investimenti stimati in 65 miliardi da spendere
nei prossimi 30 anni.
Nel nostro territorio, noi siamo pronti a fare la nostra parte: CAP Holding ha adottato infatti un Piano triennale degli investi-
mento - con la forza del servizio all’utenza
propria del secondo soggetto. Questo processo, già in atto, é finalizzato a mettere
insieme, in modo efficiente, le tradizioni e
le esperienze di tante aziende del sistema
idrico permettendo così la costituzione di
soggetti industriali in grado di svolgere in
modo più efficace e adeguato l’attività.
La creazione di ‘’campioni territoriali’’ capaci di avere accesso al credito, di investire massicciamente per l’ammodernamento e il potenziamento delle reti e degli impianti e di garantire un servizio diffuso ai
cittadini, è una condizione indispensabile
per conquistare e rafforzare la fiducia delle amministrazioni locali che sono così
confermate nella scelta di affidare in modo diretto alle loro aziende la gestione del
servizio.
Solo così il processo di aggregazione risponderà in modo convinto e coerente all’indicazione emersa col referendum dalla
maggioranza dei cittadini italiani, che ha
detto con forza che la conduzione del servizio idrico dev’essere affidata a soggetti
pubblici.
menti da oltre 140 milioni di euro, che prevede oltre 370 interventi per realizzare
nuovi acquedotti, estendere reti fognarie,
potenziare depuratori, in base alle esigenze segnalate dai Comuni e verificate con la
nostra area tecnica.
A mio parere, per soddisfare le aspettative,
serve oggi un grande sforzo industriale
che chiami a raccolta le migliori aziende,
garantendo tariffe remunerative che permettano di investire in progetti a lungo respiro per avviare il necessario ammodernamento degli impianti e delle reti. Un’opinione, la mia, che si rafforza maggiormente all’indomani della delibera
320/2011 della Corte Costituzionale, tramite cui la Consulta ha confermato e
rafforzato il percorso di aggregazione in
corso negli Ambiti Territoriali Ottimali, fra
le varie società, per la costituzione di Gestori Integrati e direttamente partecipati
dai Comuni.
La distinzione della legge lombarda tra società patrimoniale di gestione e soggetto
erogatore, contestata dalla delibera della
Consulta, può infatti essere superata all’interno di un solo Gestore Integrato in
grado di esaltare la forza del patrimonio
esistente nella prima - che ha permesso
l‘attivazione di importanti piani di investi-
!
# " #
Alessandro Ramazzotti
Presidente CAP Holding
(Informazione pubblicitaria)
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20
ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011
le rubriche
4ªpuntata
La Scapigliatura, Roberto Ranzoni
Daniele Ranzoni - I tre amici - Raccolta Marzotto- Valdagno (Vicenza)
aniele Ranzoni nasce ad Intra nel
1843. Riceve i primi rudimenti del disegno da un insegnate di nome Litta
nella sua cittadina lacustre. In seguito è a
Milano e frequenta Brera, poi continua gli
studi artistici all’Accademia Albertina di Torino ed infine di nuovo a Brera dal 1863.
In questo suo secondo periodo milanese
ha come insegnante Bertini e come compagni di studi Tranquillo Cremona e Mosè
Bianchi. Ranzoni fa disperare il maestro
Bertini per la sua audacia, dipinge ad
esempio una Beatrice Cenci con i capelli
D
abbandonati al vento e nella lunga chioma l’associazione dei verdi, dei rossi e dei
gialli ottiene effetti di luce meravigliosi,
con aspetti simili a quelli della pittura divisionista.
Legatosi agli uomini della Scapigliatura
come lo scultore Grandi ed il musicista
Catalani, dà inizio alla sua “nuova vita” alternando i soggiorni ad Intra con quelli
milanesi. Già nelle sue prime opere, anche grazie agli insegnamenti ricevuti a
Torino dal Fontanesi, emerge la novità
della sua pittura, specie nelle ricerche riguardanti la divisione del colore.
Dopo un soggiorno ad Intra, ospite nella
villa dei Principi Troubetzkoy, si reca a
Londra nel 1877, invitato dall’ambasciatore inglese Paget, ma lo aspetta una grande delusione: i suoi quadri vengono respinti alla esposizione della Royal Accademy e Ranzoni sconsolato rientra in Italia.
A Milano apprende l’avvenuta morte di
Tranquillo Cremona, cui è legato da una
fraterna amicizia e dal quale si sentiva
protetto per i consigli e sorretto nei periodi di sconforto dovuti alla fragilità della
sua salute e dal suo carattere scontroso.
Scosso si ritira ad Intra e, dopo periodi di
totale inattività, la sua mente si adombra
e conseguentemente viene ricoverato per
alcuni mesi in un ospedale psichiatrico.
Rattristato anche da una infelice esperienza amorosa, conduce malinconicamente gli ultimi anni di vita, pur creando
a tratti alcune delle sue opere più belle.
Si spegne nella sua città natale a quarantasei anni, nel 1889. Ranzoni dipinge quasi esclusivamente ritratti, soprattutto di
donne e bambini, mentre nel paesaggio
troviamo dipinte le vedute del lago Maggiore. I ritratti femminili uniscono alla
soffusa delicatezza dei volti dolcemente
chiaroscurati e dagli sguardi profondi e
vellutati, una straordinaria freschezza, libertà di tocco nei tessuti armoniosamente fusi con gli sfondi. Nella sua pittura è
costante la ricerca di evanescenti e fragili note bianche, argentee, azzurrine ed è
sempre sensibile un elevato lirismo, che
libera la sua arte dal peso della composizione e dal fastidio di triti particolari.
Artista istintivo e ribelle porta più facilmente a termine le opere non di commissione, sorretto da un entusiasmo spontaneo, mentre rinvia di mesi l’esecuzione di
ritratti richiestigli. Se i suoi contemporanei a stento lo capirono, oggi la sua arte è
considerata come una delle più alte fra le
espressioni pittoriche dell’Ottocento italiano.
(Continua)
Roberto Landoni
www.robertolandoni.it
di Anna Muzzana
La solitudine degli “Invisibili”
a malattia
della solitudine ha una
lunga incubazione,
si prepara e si solidifica nel corso di anni e anni. Sotto accusa è un modo di
abitare la città, dove
manca il senso della
vicinanza, prevale il ripiegamento su se stessi e la propria famiglia,
il privato è favorito rispetto a qualsiasi esigenza di prossimità. L’attenzione verso “l’altro” è effimera, già dopo un attimo è rivolta altrove. Ed è così che “l’altro” si sente abbandonato, si sente un’isola
senza possibilità di comunicazione. Si parla sempre della depressione come malattia, ma esiste anche una depressione esistenziale che nasce dalla constatazione della propria morte sociale. Oggi
troppo spesso i rapporti si reggono solo su vantaggi che possono
dare: un’eredità, soldi, contatti importanti. Se tutto questo sparisce, si fa molto presto a dimenticare un legame. Siamo talmente
presi dai mille impegni quotidiani, appuntamenti, interessi... La
nostra memoria è sempre piena, a stento ricordiamo quello che riguarda noi, figuriamoci gli altri. Soprattutto se non ci servono più.
E allora ci dimentichiamo che, soprattutto d’inverno, un esercito
di “invisibili” si confonde fra la gente. Li incontri di giorno, li vedi la
sera, infreddoliti ed in cerca di un posto dove dormire. Persone che
hanno perso la loro identità, che confondono la loro figura, i loro
L
contorni con quelli della strada. Vivono nelle fabbriche dismesse,
per la strada, ogni tanto nei dormitori. Qualcuno canta, qualcuno
racconta brandelli di storie, ma più che altro tacciono. Si materializzano alla spicciolata, magari con un cane al guinzaglio, unico loro amico. Hanno cura di quel poco che hanno. Le loro storie sono
diverse. C’è qualche alcolista, qualche tossicodipendente, extracomunitari senza permesso di soggiorno; alcuni sono finiti per strada dopo divorzi o per avere perso il lavoro. Le cronache di questi
anni ci hanno insegnato a conoscere un po’ di più i nostri “barboni”. Finiti spesso sotto i ponti magari solo perché lo Stato, dopo
aver abolito i manicomi, si è dimenticato di trovare alternative decenti per coloro che non ce la fanno ad affrontare da soli l’esistenza e non hanno una famiglia in grado di farsi carico del fardello.
Oppure perché travolti da rovesci della vita. O sconvolti dal tradimento delle persone in cui credevano. O schiacciati da un dolore
troppo grande. E, a proposito di solitudine, ci risiamo. Come ogni
anno, e ogni anno sempre prima, i negozi ci annunciano che sta arrivando il Natale. Alberi e presepi a decine, candele, candeline, libri sul tema, neve finta, pigne, cartoline. Da ragazza amavo il Natale, ora molto meno. Ora, a dicembre, mi assale sempre di più una
leggera malinconia,un nodo alla gola da luminarie, zampogne, forse un po’ di depressione. E quasi mi vergogno al pensiero che, per
tanti “invisibili” ogni Natale è così uguale all’altro. Forse è dicembre il più crudele dei mesi.
Quasimodo: «Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un
raggio di sole: ed è subito sera».
Anna Muzzana
Capodanno tra le cime
Ciaspole, polenta e champagne
er i più bravi e i più preparati c’è
sempre il Capodanno in Grigna:
anche quest’anno con tanto di cenone (dedicato al nostro amico spread)
e la superba vista dal Rifugio Brioschi, a
2400 metri, per soli 70 euro, compreso
pernotto e prima colazione dell’anno
nuovo (www.rifugiobrioschi.com). Ma
forse non tutti se la sentiranno: se volete
comunque muovervi, ma senza misuravi
con troppe difficoltà, potete provare il Rifugio Savogno, sempre nel Lecchese, che
si raggiunge attraverso un certo numero
di gradini (ma in un’ora e mezza al massimo salgono tutti) avendo lasciato l’auto
a Borgonovo di Piuro seguendo la statale
del Maloja . Qui il pacchetto comprende
aperitivo, cenone, brindisi, pernotto e
prima colazione per 120 euro a persona:
si prenota il sito www.savogno.it oppure
P
Tacchino in salsa agrodolce
cco una ricetta per Natale. È abbastanza particolare, ma molto semplice da preparare. Vi assicuro piacerà
E
a tutti.
Ingredienti per 4 persone: 1 kg di
polpa di tacchino, sei cucchiai d’olio,
mezzo litro di brodo di dadi bollente, due
grosse cipolle, quattro cucchiai di aceto
di vino, due cucchiai di zucchero, una
punta di coltello per sorta di chiodi di garofano, senape e aglio in polvere, sale,
pepe bianco, due cucchiai di conserva di
pomodoro.
C
Preparazione: fate fumare l’olio in una
casseruola, adagiatevi dentro la carne e
fatela rosolare per 5 minuti, a fuoco vivace, da tutte le parti. Quindi abbassate la
fiamma, bagnatela con il brodo bollente e
lasciate cuocere la polpa di tacchino per
mezz’ora a fuoco moderato e a recipiente
coperto. Passato questo tempo, togliete il
tacchino dal recipiente e tenetelo al caldo. Tritate le cipolle, mettetele nel fondo
di cottura del tacchino, unitevi l’aceto, lo
zucchero, tutte le spezie in polvere e la
conserva di pomodoro: lasciate bollire
tutto per un attimo, mescolando molto
bene. Immergete in questa salsa la carne,
lasciatela scaldare per 15 minuti a fuoco
lentissimo e servitela poi in un piatto fondo da portata ben riscaldato.
Anna Muzzana
“I Mille Volti” piacevolmente mi stupiscono. Se li lascio andare a briglia
sciolta, si concentrano e concretizzano il loro pensiero, cavando da se
stessi il meglio. Felicemente esistono
e scrivono! Ma non solo …si appassionano a disegno, pittura, fotografia.
Un mosaico di voci e colori.
Maria Teresa Mosconi
Avvento
Nella fredda notte stellata
Dolce favola incantata …
In cielo una scia luminosa
Mi indica la via gloriosa.
Avvento di tanta speranza
Segno di divina alleanza!
Dio all’uomo si dona
Un lieto canto risuona
Si diffonde sull’intero universo
Di astro in astro nel cielo terso.
Giancarlo Fabbian
L’edicola di via Boifava
Laura Guardini
Ricetta di Natale
EDICOLANDO
ome i nostri lettori sanno le
edicole sono per Milanosud un
punto di distribuzione molto
importante e qualificato. Per questo,
da tempo, sul nostro giornale, pubblichiamo una foto di una delle “nostre”
edicole, per promuoverle e valorizzarle, soprattutto in questo difficile
momento economico, che ha visto
più di un chiosco cessare l’attività.
Chiudiamo il 2011 con un’edicola che
sta a due passi dalla nostra sede: l’edicola di via Boifava, quasi all’angolo
di via dei Missaglia. Un punto molto
fornito, con giornali, riviste, piccola
cartoleria, giochi per bambini e...
grande disponibilità.
chiamare al Tel. 0343\34699. Al rifugio
Carlo Porta, 1400 metri al Pian dei Resinelkli, invece, si può arrivare in auto: e il
Capodanno costerà 110 euro… Ci sono
anche il rifugio Shambalà (www.rifugioshambala.it) all’Alpe Giumello (Lc), la
Baita Isea’o (www.rifugioiseo.it); il rifugio Zoia in Val Malenco (www.rifugiozoia.it). In provincia di Bergamo, a pochi
chilometri da Schilpario, l’appuntamento è al rifugio Cimon della Bagozza
(0346/56.300), dove si fa anche la fiaccolata. Ma falò, passeggiate con ramponi,
sci o le ciaspole e brindisi sulle neve sono
in programma anche in molti altri rifugi
delle mon tagnae lombarde. Si possono
trovare indicazioni su www.rifugi.lombardia.it/ oppure anche su www.cailombardia.it.
La voce del silenzio
La voce del silenzio
è l’anima che ti parla,
è pace e silenziosità.
Voce del silenzio è Dio
è trasparenza, fluidità.
La voce del silenzio
sei tu, amore mio.
Rita Fagà
P er c h é ? .. .
Mano d’uomo
perché ti concedi cose innaturali?
Perché non segui il corso della vita
rispettando i tempi d’ognuno
e la lasci sfumare e cadere?...
Aidi Barbugian
Sòtta el ciel de Betlémm
cont i stèll che paren gèmm,
in ona misera gabanna
se sent cantà ‘na ninna nanna:
gh’è el Giusepp con la Maria
e in su la paja, el Messia!
In della stalla on lumin
ch’el ris’ciara el Bambin,
cont el fiaa, on boeu e on asin
riscalden el famos fagottin:
bianc e ross, biond come l’or
in dòss, nanca on vel e in gir frècc
e gel...
In lontananza se sent on coro:
Hinn i pastor, che in comitiva
a riven al sònn della piva...
Tucc se dirigen vèrs de Lù
guidaa da una stèlla la su,
‘sta stèlla sbarlusenda
che la dà ona lus d’argenta.
L’è ona mèta, l’è on segnal
per dì:<<Gent, l’è Natal!
Stemm visin cont amor
al noster redentor!>>...
Ogni ann se rinoeva la novèlla
de i pastor guidaa da la stèlla,
anca adèss ghe voraria el Messia.
Per portagh tucc in su la giusta
via
e fa ritornà, almen per on moment,
on poo de pas e bon sentiment!...
Graziella Granata
21
ANNO
2011
ANNOXVXVNUMERO
NUMERO1012OTTOBRE
DICEMBRE
2011
le rubriche
di Stefano Errico
12 proposte da acquistare, 1 da evitare e… Buon Natale!
isto che dicembre è il mese del Natale, e visto che il Natale della (in)civiltà moderna è
connotato da regali e pacchetti spesso inopportuni; visto che la crisi, finalmente riconosciuta
anche nel nostro Bel Paese nonostante i ristoranti
pieni tocca pesantemente le nostre tasche e ancora di più lo farà il Governo Monti; visto che un Cd
non costa uno sproposito...
Dieci Cd da regalare (o regalarsi...), più due per
l’atmosfera natalizia, più uno da evitare. In ordine
sparso.
Sigur Ros – Inni La consacrazione Live di una delle band più importanti degli ultimi vent’anni. I loro concerti sono riti collettivi tra il mistico e il parossistico, suoni ed effetti che si rincorrono creando sonorità da ghiacciai infuocati percorsi da vibrazioni emozionali indefinibili. Vederli è un’altra
cosa, ma ascoltarli è doveroso.
Ryan Adams - Ashes & Fire Un grande della canzone americana d’autore. L’ennesima prova di un artista vero che racconta se stesso ed il suo mondo
con un grado di sincerità fuori dal comune.
Aa.vv. - (Ahk-Toong Bay-Bi) covered Uno dei dischi
V
che hanno segnato la storia della musica rock
(Achtung baby – U2) “revisitato” una volta tanto in
maniera eccellente da nomi come Patti Smith, Depeche Mode, Garbage, Glasvegas... C’è bisogno di dire
altro?
Florence And The Machine –
Ceremonials Un grande ritorno, la londinese Florence
scrive canzoni tra il rock ed il
pop piacevoli ed intelligenti,
si fa ascoltare e canticchiare
sotto la doccia - ma non solo.
Tom Waits - Bad as Me Un altro grandissimo che finalmente - dopo qualche sperimentalismo di troppo, riscopre la dimensione della canzone, del blues, ritrova in maniera meravigliosa la strada del rock ruspante e sudato, lacrime
e sangue, con la grande voce di sempre.
Daniele Silvestri - S.C.O.T.C.H. Daniele è una persona onesta, coerente, ed uno splendido musicista. A
volte azzecca canzoni di una semplicità e delica-
tezza sorprendenti. Questo disco è forse uno dei
suoi migliori, con una descrizione dell’Italia dei
nostri giorni che a volte trapela addolorata, a volte
tracima disgustosa, sempre
intelligentemente e mai in
maniera volgare.
Subsonica – Eden Disco italiano dell’anno, per me. Forse non è il Microchip emozionale dei nostri giorni, ma
ascoltarlo emoziona, diverte, riempie. E quanto basta.
Adele – 21 Forse è inutile ripeterlo, ma lo facciamo lo
stesso. Una interprete così
non si vedeva da anni. Adele
è voce e carne, è l’emozione e la passione fatta musica e voce, è la musicalità che ribalta e sorprende
ad ogni ascolto. 21 è un disco meraviglioso.
Chris Cornell – Songbook Ex cantante dei Soundgarden, dei Temple of the Dog e di Audioslave, da
qualche anno gira per i teatri con una chitarra, e
suona e canta canzoni. Belle, ma che nelle sue ma-
Riscoprendo “Le luci nella notte”
C
coloso criminale è appena evaso dal
carcere...
Kahn esplora il rapporto di coppia andando a scavare nel buio del cuore dei
personaggi, regalandoci un thriller di
ottimo livello. Amore, odio, autocommiserazione e gelosia sono solo alcuni degli ingredienti che compongono il cocktail-bomba che esplode durante il film.
Il regista, che adatta qui il romanzo di
Georges Simenon, vuole parlarci, in
fondo, di una sorta di mal di vivere causato dalla mancanza di risposte esistenziali. Che significa vivere? E avere successo o fallire? Esistono parametri attraverso i quali si ha la possibilità di conoscersi, di valutarsi? La pellicola non
ha, intelligentemente, la presunzione
di indicare la via giusta per trovare la risposta a queste domande ma costringe
lo spettatore ad entrare forzatamente
in un imbuto scuro senza sapere come e
quando si uscirà. Il bene e il male fanno
parte delle particelle che compongono
l’Universo e, di conseguenza, anche l’es-
sere umano. Per Antoine e Hélène il difficile sembra proprio cercare di orientarsi tra questa dicotomia. Per loro perdersi sembra essere l’unica via per ritrovare qualcosa, per confrontarsi con i
lati scuri, per guardarsi in faccia. Il film,
candidato nel 2005 agli Indipendent
Spirit Awards (importante manifestazione statunitense che premia i registi
indipendenti), resta uno dei migliori lavori realizzati dal regista insieme alla
storia inquietante di “Roberto Succo”
(2001). Kahn regala un’atmosfera rarefatta e due interpreti decisamente di alto livello.
La dimensione onirica sembra prendere a tratti il sopravvento su quella reale
lasciando lo spettatore sospeso e ansioso di capire. Non resta che farsi guidare
dalla sapiente mano del regista in un
turbine di domande e dubbi.
Il film, distribuito da BIM e O1 distribution, è acquistabile online all’indirizzo: www.dvdland.it – Prezzo: 8,99 euro.
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con 4100 morti e
170.000 intossicati e
che il vicepresidente del Wwf è stato
Luc Hoffman, già direttore della ditta
farmaceutica svizzera Hoffman-La Roche, la multinazionale proprietaria
dell’impianto chimico dell’Icmesa di Seveso, nel quale il 10
luglio del 1970 un’esplosione produsse
una tragica nube di diossina. Usando
un paragone inflazionato come affidare a Dracula la gestione dell’Avis. Si può
leggere quasi come divertimento macabro l’opinione di Fulco Pratesi, nostro
ambientalista osannato, che proponeva
di eliminare bare, funerali e cimiteri,
operazioni inquinanti, e dare in pasto le
salme agli animali feroci in via di estinzione oppure farne carne in scatola per
cani e gatti.
Questa è l’etica e la sensibilità ambientalista. Rivogliamo Pecoraro Scanio.
Walter Luini
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Lou Reed & Metallica – Lulu Non fatevi fregare.
Nonostante il vecchio Lou rimanga uno dei veri
leoni del rock “intelligente”, qui il passo è decisamente falso. I Metallica fanno le loro cosine tra di
loro, sembra nemmeno provarci troppo a sembrare ciò che non sono - e come potrebbero? - mentre
Lou Reed sbraita e parlotta in preda ad un delirio
deprimente e depresso. Perché farsi del male?
Anche se non recentissimi sono
sempre di grande
attualità: due libri
da leggere e rileggere.
Il primo di Pietro
Ichino, titolo “I
nullafacenti”- Sottotitolo: “Perché e
come reagire alla
più grave ingiustizia della nostra
pubblica amministrazione”. Una denuncia dello spreco e
del malcostume nel pubblico impiego
per la quale Ichino ha ricevuto minacce
e accuse di terrorismo. Memorabile da
pagina 15 a pagina 28 il dialogo tra un
precario ed un sindacalista.
Il secondo di Riccardo Calcioli e Antonio Gaspari dal titolo “Le bugie degli
ambientalisti”, sottotitolo: “ I falsi allarmismi dei movimenti ecologisti”. Si può
leggere che il cofondatore del Wwf
(Word wide fund of nature), Mr. Russel
Train era stato nominato direttore per
il settore ambiente e sicurezza della
Union Carbide quella della fuga di gas
Studio Dentistico Montinari
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-Implantologia
-Chirurgia Orale
-Parodontologia
Da evitare
Due libri per discutere
di Federico Carcano
hi ama il cinema noir, espressione di vortici di passioni nebulose
e sovente nefaste, ama farsi trascinare giù, negli abissi della mente e
dell’animo umani. Se alcune pellicole
nere dalla contaminazione poliziottesca camminano spesso sul sentiero che
porta a una presunta verità, altre si limitano ad indagare e a porsi domande
piuttosto che cercare risposte. Quest’ultimo è il caso del lavoro, datato
2004, del regista francese Cédric Kahn,
“Luci nella notte”, titolo originale: Feux
Rouges”. La pellicola racconta di Hélène (Carole Bouquet) e Antoine (Jean
Pierre Darroussin), una coppia di quarantenni in viaggio in macchina da Parigi verso il sud della Francia per riconciliarsi con i loro due bambini in vacanza. Il tragitto diventa presto incubo e alcol, litigate e caldo aiutano gli umori a
rivelare rancori e incomprensioni forse
troppo a lungo taciute. Le strade dei
due si separeranno bruscamente. Intanto si apprende la notizia che un peri-
ni acquistano nuova luce, nuova forza, struggenti e
poderose come uno schiaffo (basta ascoltare la
sua versione di Billie Jean di Michael Jackson).
R.E.M. - Part heart, part truth, part arbage 19822011 Per finire la raccolta dell’anno, cronistoria
quasi perfetta della vita dei REM, con tre inediti
niente male. Utile per chi li conosca poco e voglia
entrare inevitabilmente nella schiera dei fan dell’ultima ora.
For Christmas- Micharl Bublè - Christmas e The
Puppini Sisters - Christmas With The Puppini Sisters Due raccolte di classici interpretati magistralmente tra il pop e lo swing. Atmosfera magica
oltre (finalmente) Frank Sinatra.
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ANNOXV
XV NUMERO
NUMERO12
10 DICEMBRE
OTTOBRE 2011
ANNO
2011
le rubriche
Fatti di cronaca divenuti storia
Accadde a dicembre
2/3.12.1967
Primo trapianto di cuore
Col primo trapianto di cuore, la scienza raggiunge uno dei più importanti traguardi nella lotta contro le patologie cardiovascolari. Ne
è artefice Christiaan Neethling Barnard, sudafricano, che per anni
ha sperimentato tale trapianto esercitandosi su scimpanzé, orangutan, babbuini e cani. Il 51° esperimento su un cane riesce, ma non è
ancora il momento di trasferire questa esperienza su esseri umani.
Per due anni soggiorna negli Stati Uniti, a fianco dei più illustri cardiochirurgi del tempo, arricchendo vieppiù le sue conoscenze specifiche. Tornato a Città del Capo attende pazientemente la giusta occasione per affrontare il difficile intervento. Il 2 dicembre 1967, in un
incidente, è coinvolta una ragazza di 25 anni che, a causa delle ferite riportate, ha le ore contate. Chiesta l’autorizzazione al padre della
ragazza, Barnard organizza la sua équipe per l’espianto/impianto.
Washkensky, il trapiantato, vive fino al 21 dicembre. Il secondo trapianto avviene il 2 gennaio e, questa volta, il dentista Philip Blaiberg
sopravvive 19 mesi. La strada dei trapianti di cuore è aperta, ma occorre affrontare il difficile problema del rigetto. La comunità scientifica internazionale si butta a capofitto per trovarne la giusta formula
ed oggi, sembra, che anche questo traguardo sia stato raggiunto con
successo. Barnard, dopo aver illustrato la sua tecnica in tutto il mondo (venne anche in Italia) muore, per un attacco acuto di asma, il 12
dicembre 2001, quando già aveva abbandonato la chirurgia a causa di
un’artrite reumatoide alle mani.
8.12.1980
Uccisione di John Lennon
A New York, uno squilibrato spara quattro colpi di revolver contro un
mito dei Beatles, John Lennon. Egli
non è solo un musicista compositore e cantante, ma anche autore di
testi poetici, pittore e, soprattutto,
attivista politico e paladino del pacifismo. Considerato un sovversivo,
sempre sottoposto ad indagini da
parte del Fbi., gli viene rifiutata più
volte la cittadinanza statunitense.
A cura di Pinuccia Cossu
Con Paul McCartney è artefice della maggior parte delle composizioni portate al successo dal famoso quartetto i cui componenti sono nominati, dalla Regina Elisabetta, baronetti per il lustro dato al Regno
Unito. Il dubbio sulla uccisione di Lennon persiste tuttora: un pazzo
o un killer assoldato?
8.12.1895
Viene inventata la telegrafia senza fili
Guglielmo Marconi, (fisico e inventore) fin dall’età di 16 anni conduce esperimenti di “elettrologia” a Villa Grifone (nei pressi di Bologna) dove ha trascorso la maggior parte della sua adolescenza. Con
modeste attrezzature, dopo svariati esperimenti, inventa la telegrafia senza fili, via onde radio. Ha inizio l’era delle radiocomunicazioni
per la cui invenzione Marconi riceve il Premio Nobel nel 1920.
10.12.1896
Muore Alfred Bernhard Nobel
Era nato a Stoccolma, in Svezia, nel 1833, ma è morto in Italia, a San
Remo Fu uno scienziato e ricercatore, noto soprattutto per aver inventato la dinamite ed aver ideato il premio Nobel, istituito nel novembre 1895 che premia, ogni anno, le più alte eccellenze scientifiche, letterarie e umanistiche in genere.
10.12.1948
Dichiarazione universale dei diritti umani.
L’art. 1 recita “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”. Perseguire
Questo pronunciamento sarebbe sufficiente per un mondo migliore.
17.12.1903
Comincia l’era dell’aviazione
Come Icaro, gli uomini hanno sempre sognato di poter volare. Leonardo da Vinci ci aveva ripetutamente provato studiando anche il volo degli uccelli; vincere la forza di gravità era uno dei suoi chiodi fissi: gli esperimenti erano iniziati anche con una specie di paracadute
sembra da lui stesso provato. Al Museo della Scienza e della Tecnica
di Milano si possono ammirare disegni di improbabili elicotteri (or-
nitotteri) mai realizzati, poiché mancava l’elemento propulsore per
potersi staccare da terra: il motore a scoppio. Quattro secoli dopo ci
riprovano i fratelli Wilbur e Orville Wright e, in una fredda mattina di
dicembre, nel Nord Carolina un velivolo di tela e legno percorre circa 36 metri a tre metri dal suolo, in 12 secondi. È sufficiente per incoraggiare i fratelli Wright e dare nuovo impulso ai successivi tentativi con sempre maggior successo tanto che, solo pochi anni dopo, gli
aerei sono usati anche durante la prima guerra mondiale.
25.12.1977
Muore Charlie Chaplin (Charlot)
Tuttora non vi è Natale senza che la Rai mandi in onda un film di
Charlie Chaplin. Genio comico incontrastato del cinema, inizia a calcare le scene, in teatro, a soli 5 anni. Nei film si caratterizza nel personaggio del tramp (barbone), con abito nero, bombetta sfondata e
bastone da passeggio. Ma l’originalità assoluta della sua filmografia è
quella della polemica sociale contro ogni sopraffazione dei deboli e
degli emarginati. Dalla febbre dell’oro (1925) che interpreta l’affamato che si cucina e mangia un vecchio scarpone, alla scena mirabile in cui fa divertire una a ragazza facendo ballare, come fossero dei
piedi, due panini infilzati in stecchini, a Luci della Città, (1931) a
Tempi Moderni (1936) con il quale si conclude, per lui a malincuore,
il ciclo dei suoi film muti. Infatti, riteneva che la mimica facciale, la
gestualità e l’ambientazione fossero più che sufficienti ad esprimere
il pathos comico/romantico. In Tempi moderni attacca radicalmente
lo sfruttamento dei lavoratori tanto che sarà accusato di “comunismo” in un’America che aveva messo al bando ogni manifestazione di
“sinistra”. Chi ha visto il Grande Dittatore, ha creduto fosse stato realizzato nel dopoguerra, mentre era del 1940 e fotografava con assoluta predizione lo sciagurato periodo hitleriano.
Nel 1947 Chaplin realizza Monsieur Verdoux, ispirato a Barbablù. Davanti ai giudici che lo condannano a morte, nella sua difesa finale il
protagonista accusa la società di legalizzare, paradossalmente, il
massacro di milioni di persone ma di non avere pietà per singoli crimini. Seguono altri capolavori come “Luci della Ribalta” e “Un Re a
New York”. Perseguitato dal maccartismo, preferisce, nel 1952, stabilirsi in Svizzera, dove morirà serenamente la notte di Natale del
1977. Si dice della sua opera che contiene valori e sentimenti universali, senza tempo.
Natale: riscoprire nuovi e vecchi significati
nell’antica
tradizione
che il Natale venga festeggiato come un importante passaggio stagionale, dal
buio dell’autunno, con le sue corte e uggiose giornate,
al ritorno alla luce del solstizio di inverno che, cadendo il 21 dicembre (giorno
più corto dell’anno), rappresenta la
partenza per una nuova stagione. Quindi un nuovo inizio, un ritorno alla luce,
un rinnovamento dei cicli naturali, anche se noi non cogliamo ancora i segni
di questo cambiamento. Per questo motivo, oltre che per tradizione religiosa,
questa è la festa più importante dell’anno, è la celebrazione dell’incontro con i
propri cari, con la magia di ciò non si
vede ma che si sente dentro, col fascino
di un momento magico, celebrato anche con la preparazione di piatti “speciali”.
È
Rendiamo questo Natale che sta per arrivare,
quindi, non il solito momento di stress, di inseguimento faticoso del
regalo per il nonno o
per l’amica, ma lasciamo che entri dentro di
noi con consapevolezza, restando attenti e presenti a ciò che di bello esso
rappresenta ogni volta. Cuciniamo con
amore anche un pasto semplice, più curato, non per forza all’insegna della
quantità, ma sicuramente della qualità.
Utilizziamo quello che la natura ci regala: broccoli, carciofi, cavolfiori, finocchi, porri, spinaci. E tutta la colorata famiglia degli agrumi, arance, pompelmi,
mandaranci e mandarini: questi ultimi,
ricordo, mia nonna faceva appendere
da noi bambini ai rami dell’albero di
Natale, considerandoli per tradizione
doni straordinari della natura.
Se non l’abbiamo mai fatto, potremmo
provare a impastare: fare il pane e la pa-
sta a mano ha sempre un grande fascino, anche per le donne impegnatissime
nel mondo del lavoro. E anche per qualche uomo: ormai sono sempre di più infatti gli uomini amanti della buona cucina che si cimentano in piatti particolarmente saporiti e curati. Ciò che impastiamo con le nostre mani riceve la
nostra personale energia, riceve l’impronta della nostra attenzione e cura,
trasformandola in forza nutritiva che
arricchisce il nostro piatto molto più di
qualsiasi preparato pronto comprato al
vicino supermercato. Questo le nostre
nonne lo sapevano.
Consiglio del mese
Ritagliamoci appena possiamo un momento per il nostro benessere, perché
in questo modo siamo portati ad essere
più sereni e ben disposti nei confronti
dei nostri compiti quotidiani.
In tutte le case italiane esiste un ingrediente sempre presente nella nostra
cucina che può fare molto bene al no-
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stro corpo: è l’olio di oliva, che deve essere extravergine e possibilmente biologico. Le sue grandissime proprietà
emollienti e vitaminizzanti lo rendono
la crema di bellezza più semplice ed efficace. Se vi procurate della curcuma in
polvere (presente in molti supermercati) potete preparare per il corpo un olio
ricchissimo di antiossidanti, che sono i
nemici numero uno dell’invecchiamento e di tutte le forme tumorali. Mezzo litro di olio e tre cucchiai di curcuma in
un barattolo si lasciano a riposare per
una settimana, agitando bene una volta
al giorno. Alla fine si filtra l’olio lentamente, tralasciando il fondo di curcuma e si versa in una bottiglia dal vetro
scuro per conservarlo meglio. Questo
preparato si utilizza dopo la doccia o il
bagno sulla pelle ancora umida.
Quando lo applicate approfittatene per
farvi un breve ma efficace automassaggio, insistendo sulle zone del corpo dove sentite tensione o dolore, con delicatezza, con un gesto circolare, partendo
da una piccola zona, ampliando sempre
di più il gesto fino a coprire tutta la parte dolente. In questo modo si porta rilassamento laddove sentiamo esserci
problemi, collo, pancia, gambe, piedi affaticati.
Non è un caso che ognuno di noi, quando ha un dolore, pone istintivamente la
propria mano sulla parte dolente è l’impulso spontaneo alla cura e alla guarigione che ognuno di noi possiede naturalmente. Tanti auguri per un Natale
sereno!
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Paola Grilli, naturopata
[email protected]
“Io amo l’Italia”
Fotografie
di Leonard Freed
La Fondazione Stelline di Milano ospita la
mostra del fotografo di Leonard Freed
(New York 1929 - 2006) dal titolo “Io amo
l’Italia”. La rassegna presenta cento immagini scattate in diverse località della Penisola, a partire dalla metà del Novecento fino ad arrivare agli inizi del nuovo secolo.
Si tratta di testimonianze del forte legame
tra il fotografo newyorkese e gli italiani,
una vera e propria storia d’amore durata
cinquant’anni. Oltre 45 viaggi compiuti
dal fotografo nella nostra terra.
La mostra, curata da Enrica Vigano, è organizzata dalla Fondazione Stelline, in collaborazione con l’Associazione Admira, con
il patrocinio del Consolato Generale degli
Stati Uniti d’America a Milano, della Regione Lombardia, della Provincia e del Comune di Milano.
Il volume della mostra è in edizione bilingue italiano-inglese, co-pubblicato da Admira Edizioni e Quantuck Lane Press di
New York e raccoglie 190 fotografie in
bianco e nero scattate da Leonard Freed
tra il 1955 e il 2003.
Sede espositiva: Fondazione Stelline, corso Magenta, 61. Dal 20 ottobre 2011 all’8
gennaio 2012. Orari: da martedì a domenica ore 10 – 20 (chiuso lunedì).
Website: www.stelline.it
Giuseppe Lippoli
Milanosud 23
ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011
le rubriche
Attività culturali di zona 5
Mese di dicembre 2011
Teatro
Martedì 6 - ore 18, Teatro Ringhiera,
Don Giovanni, presentazione dell’opera
del Maestro Daniel Barenboim. A cura
del Teatro alla Scala. Ingresso libero.
Martedì 7 - ore 18, Teatro Ringhiera,
Don Giovanni, proiezione dell’opera in
diretta dal Teatro alla Scala. A cura del
Teatro alla Scala. Ingresso libero
Mercoledì 14 - ore 19, Libreria Nuova Scaldapensieri. Racconti, apologhi e
lettere d’amore alla musica- A cura di:
Claudio Ronco (voce recitante e violoncello). Ingresso libero.
Da venerdì 16 a mercoledì 21 – ore
21, Teatro Pim-Off, La signora è fuori.
Spettacolo teatrale a cura di Pim Spazio Scenico. Ingresso a pagamento
(agevolazioni per i lettori di Milanosud).
Sabato 17 dicembre, Van-Ghè Ambulatorio d’arte, Serata Trasversale, con
Guido Catalano, Matteo Negrin
e Schegge di Liberazione. Ingresso a
pagamento.
Cinema
Martedì 13 - ore 20.45, Centro Asteria, In un mondo migliore . Film di Susanne Bier, inserito nel cineforum “Navigli Filmfamily”. Ingresso a pagamento.
Concerti
Domenica 11 - ore 16, Chiesa San
Luigi Gonzaga, Concerto di Natale. a cura di: Riccardo Villani (organo). Ingresso libero.
Mercoledì 14 - ore 21, Chiesa dell’Assunta in Vigentino, Concerto di Natale, a cura di Orchestra Assunta in Vigentino. Ingresso libero.
Sabato 17 - ore 21, Chiesa di S. Andrea, Concerto Natalizio, A cura di Coro
a cura della Fondazione Milano Policroma
“Milano”. Ingresso libero.
Domenica 18 - ore 18.30, Barrio’s
Cafè, Festa di Natale. A cura di: Scuola
di Musica “Born 4 Music”. Ingresso libero.
Domenica 18 – ore 15.30, Chiesa di
San Cristoforo, Virtuosismi vocali nella
Milano del XVIII secolo, Musiche di Carlo Monza, Giannandrea Fioroni, Gaetano Piazza, G. B. Sammartini. Soprano
solo Loredana Bacchetta, Organo Riccardo Doni, a cura dell’associazione Canone Inverso. Ingresso libero
Domenica 18 - ore 20.30, Parrocchia
Santa Maria di Caravaggio, Concerto di
Natale. Musiche di Bach e carols tradizionali natalizi, a cura di: Complesso Internazionale Cameristico. Ingresso libero.
Mercoledì 21 - ore 21, Barrio’s Cafè,
Concerto di Natale. A cura di: Scuola di
Musica “Roberto Bassi”
Ingresso libero.
Domenica 25 - ore 17, chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa,
Cantantibus Organis. Musiche di Weckman, Böhm, a cura di: E.Bellotti (organo). Ingresso libero.
Conferenze
Giovedì 1, lunedì 12, lunedì 19 –
ore 14.30, Fondazione Giancarlo
Quarta Onlus, L’autobiografia come cura
di sé, laboratorio di scrittura e narrazione
di Sonia Scarpante. Ingresso libero.
Mostre
Da mercoledì 9 novembre a venerdì
9 dicembre, Biblioteca Fra’ Cristoforo,
Illustrazioni delle mamme dell’ICAM,
Mostra delle mamme dell’Istituto a Custodia Attenuata per madri detenute. Ingresso libero.
Da mercoledì 23 novembre a domenica 11 dicembre negli orari di
apertura, Gibigiana Café, Butterflies
In My Room And In My Mind, Mostra fotografica di Carmine Arrivo. A cura di Rosaspinto. Ingresso libero.
Da martedì 15 novembre a martedì
13 dicembre negli orari di apertura, Da Luca e Andrea, Ny Shaking, mo-
stra fotografica di Margherita Vitellozzi;
curatore Fabrizio Gilardi. A cura di Action Art. Ingresso libero.
Da giovedì 1 a sabato 31 dicembre
negli orari di apertura negli orari
di apertura, Hotel Grand Visconti Palace, viale Isonzo 14, Ricordi d’Artista.
Mostra collettiva d’arte contemporanea. A
cura di Spirale di Luce. Ingresso libero.
Da giovedì 1 a sabato 31 dicembre
negli orari di apertura, Libreria
Mondolibri di Corso San Gottardo, Images from home, Mostra fotografica a cura
di Roberto Barbato. Ingresso libero.
Da giovedì 1 a sabato 31 dicembre
negli orari di apertura, Libreria
Mondolibri di Corso San Gottardo,
Omaggio alla Cultura Siciliana, In mostra
opere editate dalla Carlo Saladino Editore di Palermo. Ingresso libero.
Da mercoledì 14 dicembre a martedì 10 gennaio negli orari di apertura, Biblioteca Fra’ Cristoforo, Segni e
volti. A cura del Centro Diurno Disabili
Itaca. Ingresso libero.
Da venerdì 2 dicembre a martedì 31
gennaio negli orari di apertura, Libreria Nuova Scaldapensieri, Fluctuat.
Mostra fotografica di Ivano Borselli. Ingresso libero.
Happening
Domenica 11 - ore 9 – 19, Parco Ravizza, Ravizzino Arte e Mestieri dal Parco al parco, Mostra Mercato del Fumetto
(ed altro). A cura dell’ Associazione
Culturale Milano In Musica. Ingresso
libero
Sabato 17 - ore 14.30 – 18.30, CAM
Verro, Bookcrossing, Scambio libero di libri. A cura del Comitato Ripamonti Vigentino Fatima x Milano. Ingresso libero.
Riferimenti logistici
Barrio’s cafè, via Barona ang, via Boffalora, www.barrio.it
Biblioteca Fra’ Cristoforo, via Fra’
Cristoforo 6, Atm 59, 95, M2, www.comune.milano.it/biblioteche
tel. 02/88465806.
CAM Verro, via Verro 87, Atm 24, 95.
Centro Asteria, piazza Carrara 17,
Atm 3, 95, www.centroasteria.it,
tel. 02/8460919.
Chiesa di S. Andrea, via Crema 24.
Chiesa di San Cristoforo, via S. Cristoforo 3
Chiesa Santa Maria di Caravaggio,
via Francesco Borromini 38, Atm 3, 59,
71, 90/91
Info: www.parrocchie.it/milano/smcaravaggio,
tel. 02/58103165.
Chiesa San Luigi Gonzaga, via Tagliamento 10, Atm M3, 90/91
Chiesa dell’Assunta in Vigentino,
P.za dell’Assunta 1, Atm 24, 34, 99,
www.orchestradellassunta.it,
tel. 025391750
Chiesa di Santa Maria Annunciata
in Chiesa Rossa, Via Neera 24, Atm 3,
15, 79, M2, www.smacr.com,
tel. 02/89500817.
Da Luca e Andrea, Alzaia Naviglio
Grande 34, Atm 9, M2, Info: fabgilg o i n @ t i s c a l i . i t ,
www.actionart.jimdo.com.
Fondazione Giancarlo Quarta Onlus, via Baldissera 2/A, Atm 5, 23, 60,
tel. 02/29514725.
Gibigiana Cafè, Piazza di Porta Lodovica, 6, Atm 9, 15, 79, Tel. 02/58325538
Hotel Grand Visconti Palace, viale
Isonzo 14, Atm 90, 91, 92, M3, S9,
tel. 02/540341.
Libreria Mondolibri – Corso San Gottardo, 41 (interno corte), Atm 15.
Libreria Nuova Scaldapensieri, via
Don Bosco davanti al n° 39, Atm 34,
77, M3. Info: tel. 02/56816807,
www.nuovascaldapensieri.it.
Parco Ravizza, via Bach 3, Atm
90/91, 79
Teatro Pim-Off, via Selvanesco 75,
ATM 3, 15, www.pimoff.it, tel.
02.54102612.
Teatro Ringhiera, via Boifava 17, Atm
3, 15, M2, www.atirteatro.it, tel.
02/88458500.
Van Ghè ambulatorio d’arte, via Bastia, 15, Atm M3, 24,
www.van-ghe.it.
Riccardo Tammaro
[email protected]
APPUNTAMENTI TEATRALI DA NON PERDERE
Al Pim Off sconti
per i lettori di Milanosud
Gli “attori di legno”
di via Montegani
Per le vacanza di Natale il teatro Pim Off mette in scena “La
Signora è Fuori”, con una sorpresa per i lettori di Milanosud:
uno sconto di 10 euro sul biglietto. Lo spettacolo è di quelli
da non perdere se si vogliono passare un paio d’ore in allegria
con classico “varietà” (e di questi tempi ce n’è proprio bisogno!). Sul palcoscenico si alterneranno un comico, la spalla,
una soubrette, attorniata da uno sfavillante corpo di ballo
composto da sei ballerine, cinque musicisti, il mago, che intrattiene il pubblico nei cambi scena e, infine, la misteriosa Palma Rosa, che lega narrativamente i diversi momenti
dello spettacolo.
La scenografia è di Romeo Liccardo, che ha curato anche i
costumi. Sul piano musicale, gli arrangiamenti e le trascrizioni di Gipo Gurrado e Mel Morcone ridonano freschezza e
dignità ad uno stile musicale inconfondibile, che ha segnato
un’epoca. Tiene insieme le circa due ore di divertimento ed
emozioni, la regia di Roberto Recchia.
La Signora è Fuori è un “varietà” da non perdere, per rivivere le emozioni di un grande spettacolo popolare e per farci
cantare tutti insieme.
Al Teatro Pim Off (Via Selvanesco 75Tel. 02/54102612 - mail
[email protected]) dal 16 al 21 dicembre.
Inizio spettacolo ore 21.
Costo biglietti: intero 15 euro, ridotto convenzionati 12 euro,
under 25 anni 10 euro, over 60 anni 7 euro (con tessera). Per
i lettori di Milanosud che si presentano con una copia del giornale il costo del biglietto è di 5 euro.
Carlo III Colla è morto il 25 di ottobre scorso. Per conoscere la storia di questa famossisima famiglia di marionetisti occorre andare
indietro di più di due secoli, è però nel 1906 che avvenne il fortunato incontro con Gittardi, che dirigeva il Teatro Gerolamo: scontento per le ultime esperienze vissute con le compagnie di marionette, l’impresario aveva deciso di non ospitare più attori di legno.
Ma assistendo a Vigevano al “Pietro Micca”, spettacolo della Compagnia Carlo Colla e Figli, scritturò i marionettisti per quella e altre stagioni. Così la Compagnia fece il suo ingresso al Teatro Gerolamo di Milano, dove rimase fino al 1957, assumendo dal 1911 anche la gestione della sala di Piazza Beccaria.
Oggi l’Atelier, il teatro della Compagnia, si trova in via Montegani
35/1, «Che è la nostra sede operativa da almeno 25 anni», dice Piero Corbella, Presidente e Responsabile organizzativo. A lui chiediamo dei programmi della stagione: «siamo stati in tournée in Italia e all’estero - risponde Corbella - ma ora siamo di nuovo qui». Un
suggerimento per i lettori di Milanosud? «Non perdersi, il 16 dicembre, uno spettacolo che non si vede da almeno 60 anni: è il Gerolamo Sogna, Alla riscoperta del repertorio storico
della Carlo Colla e FigliAlla riscoperta del repertorio storico
della Carlo Colla e Figlicon voce di attori e canto dal vivo». E non è
tutto: dal 20 al 31 dicembre, la compagnia si sposta al Piccolo Teatro Grassi con “La bella addormentata nel bosco” mentre dal 6 gennaio al 5 febbraio è di nuovo al Teatro di via Montegani con “Il gatto con gli stivali”.
Per informazioni sull’Atelier Carlo Colla e Figli e sul cartellone
2011/2012: www.marionettecolla.org
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ANNO XV NUMERO 12 DICEMBRE 2011