lezione_2a_origini File
Transcript
lezione_2a_origini File
restauro architettonico le origini Rita Vecchiattini [email protected] DL n. 42 del 22 gennaio 2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio” art. 2 comma 1, art 29 comma 1 Per prevenzione si intende il complesso delle attività idonee a limitare le situazioni di rischio connesse al bene culturale nel suo contesto. Per manutenzione si intende il complesso delle attività e degli interventi destinati al controllo delle condizioni del bene culturale e al mantenimento dell'integrità, dell'efficienza funzionale e dell'identità del bene e delle sue parti. Per restauro si intende l'intervento diretto sul bene attraverso un complesso di operazioni finalizzate all'integrità materiale e al recupero del bene medesimo, alla protezione e alla trasmissione dei suoi valori culturali. 1 DL n. 42 del 22 gennaio 2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio” art. 2 comma 1, art 29 comma 1 Il patrimonio culturale è costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici. Sono beni culturali le cose immobili e mobili … che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico, archivistico e bibliografico e le altre cose individuate dalla legge o in base alla legge quali testimonianze aventi valore di civiltà. La conservazione del patrimonio culturale è assicurata mediante una coerente, coordinata e programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro… restauro originato da un atteggiamento critico che trova motivo e sostegno nella coscienza storica della distinzione tra passato e presente, nel distacco critico che permette di definire l’antico riportandolo nella sua reale e storica dimensione. (Bonelli, 1959) il restauro nacque alla fine del XVIII secolo, quando l’intervento di restauro divenne atto distinto dal processo di formazione dell’opera, teso alla sua conservazione e trasmissione al futuro. 2 Roma, Villa Farnesina, Loggia di Amore e Psiche 1518 – Raffaello “restaurata” nel 1693 dal pittore Carlo Maratta con “lapis e pastello” nel rispetto del’opera 850 grappe inserite da Maratta per ristabilire l'adesione tra l'intonaco e la muratura nella convinzione di rimuovere il celeste di Maratta nel 1930 si rimosse anche l'azzurro, oramai incupito, di Raffaello novi mundi, nova tempora Nel Seicento l’interpretazione della cronologia biblica aveva fissato in circa 6.000 anni l’età del mondo, con la creazione iniziava il tempo. Per i filosofi del XVII secolo il tempo a disposizione per pensare la storia era dunque di poche migliaia di anni, una misura accessibile quando l’uomo era misura di tutte le cose. Fra Seicento e Settecento si assiste alla dilatazione del tempo che investe, negli stessi anni, le scienze della natura e le scienze dell’uomo: la scoperta del tempo profondo combinò le percezioni di quelli che noi oggi chiamiamo teologi, archeologi, storici e linguisti, oltre che dei geologi. (Rossi, 1979) 3 il tempo profondo Il tempo, come era allora concepito, divenne insufficiente a spiegare lo spessore e la complessità degli strati e la progressiva estraneità delle forme organiche fossili (non più “scherzi della natura”) rispetto alle forme viventi. Sui fossili si svolse una discussione che occupò a lungo e con straordinaria intensità un numero rilevante di filosofi (La Peyrére, Bruno, Voltaire). Fra la fine del Seicento e la metà del Settecento le conchiglie hanno fatto sbocciare nuovi sistemi di filosofia legati alla profonda rivoluzione che è stata denominata la scoperta del tempo. rivoluzione francese 1789-1799 1789 alienazione dei beni ecclesiastici 1792 confisca dei beni della corona 1793 soppressione dei simboli feudali e monarchici da tutti i monumenti pubblici, civili e religiosi distruzione, ad opera dei rivoluzionari, dei beni culturali e artistici dell'ancien règime il “vandalismo” divenne legale Pierre-Antoine Demachy – 1791 Démolition de l'église Saint-Barthélemy à Paris Pierre-Antoine Demachy – 1723-1807 Dégagement de la colonnade du Louvre vue prise pendant le démolition des vestiges de l'hôtel du Petit Pierre-Antoine Demachy – 1723-1807 Démolition de l'église Jean en Grève 4 Fra il 1790 e il 1820 in Francia ripetute distruzioni di antichi monumenti per ragioni: o ideologiche, cancellare i segni dell'oppressione feudale e dell'antico regime o economiche e speculative, recuperare materiali di demolizione e terreni Sono distrutti, tra gli altri: a Parigi • la Bastiglia (1367-1382), fortezza di difesa voluta da Carlo V • il Grand Chatèlet (1684), palazzo di giustizia e prigioni ricostruito da Luigi XIV • le abbazie di Saint-Germain des Prés e di Saint-Denis, dove erano le tombe reali nel resto della Francia • • • • l’ Abbazia di Cluny la Sainte-Chapelle di Digione il Castello abbaziale di Vézelay … vandalismo e conservazione Henri-Baptiste Grégoire, capo della Chiesa costituzionale francese si oppose alla distruzione e coniò il termine “vandalismo” utilizzato nei suoi tre rapporti alla Convenzione Nazionale (1794) • 11 Gennaio 1794 Denuncia il vandalismo rivoluzionario, preoccupato per la distruzione del patrimonio artistico nazionale • 1 Settembre 1794 Fonda il Musée des Monuments françois (deposito dei Petits-Augustins), allo scopo di recuperare e salvaguardare il patrimonio artistico nazionale scampato al vandalismo rivoluzionario 5 In Lettres sur le vandalisme Charles de Montalembert (1810-70) attribuisce ai movimenti e alle sommosse propriamente rivoluzionarie effetti molto limitati, soprattutto la distruzione delle più fragili decorazioni esterne degli edifici, non la rovina d'intere abbazie o cattedrali. La vera causa di danno furono il vandalismo venale e d'uso che comportarono demolizioni miranti al recupero dei materiali: • a Troyes, le pietre del palazzo dei Conti di Champagne furono utilizzate, nel 1815, per costruire le chiuse del canale • quelle della cattedrale d'Agen per l'edificazione di un mercato e di una sala di spettacolo • il Saint-Nicaise di Reims servì per 22 anni come cava di materiale a disposizione della cittadinanza e dei villaggi vicini • dalla cattedrale di Cambrai un imprenditore, nel 1810, ricavava una sabbia bianca finissima, molto apprezzata, ottenuta dalla frantumazione statue medievali • … Nel 1801 Napoleone firmò il concordato con la Chiesa (Pio VII) in base al quale restituì al culto cattolico le chiese profanate ma non i beni espropriati, per cui soltanto lo Stato avrebbe potuto provvedere alla loro sistemazione Molte chiese ormai pericolanti furono demolite o vendute a privati per ricavarne materiale Iniziarono demolizioni urbanistiche per aprire strade e piazze e far posto ai nuovi edifici pubblici Non mancarono pretesti autorevoli (Quatremère de Quincy) che dichiaravano antiestetiche le costruzioni storiche, antichità di cattivo gusto e spesso ingombranti poiché in posizioni centrali. 6 A dieci anni dalla Rivoluzione, la Francia “ressemblait à un chantier de démolitions”, lo stesso Napoleone non riuscì a contenere la spinta distruttiva, né ad imprimere un sufficiente impulso alla ricostruzione per mancanza di mezzi adeguati, di uomini preparati e per i suoi impegni nella continua attività bellica Sorte più fortunata ebbero le chiese adibite ad usi profani per le quali continuarono le opere di manutenzione, come la SainteChapelle, deposito di farina prima e archivio della Corte dei Conti poi conservare = immagazzinare Nel 1790 era stato emanato un decreto sulla conservazione dei beni divenuti di proprietà nazionale e furono condannati gli episodi di saccheggio di un patrimonio ormai pubblico Lentamente iniziò a circolare l’idea che fosse necessario conservare la prova materiale dell’esistenza dell’ancien régime Aubin-Louis Milin (storico e antiquario francese) all’Assemblea Costituente parlò per la prima volta di monument historique La violation des caveaux des rois dans la basilique de Saint Denis Hubert Robert riferendosi a opere de l’ancien régime 7 conservare = immagazzinare Berliner Mauer 1961-1989 Per evitare l’emorragia del patrimonio francese era necessario sottrarre i monumenti all’oscurità della morte in cui giacevano e riportarli alla luce della vita, classificandoli e raggruppandoli in un unico luogo • • • • Fu nominata la Commission des Monuments, composta da eruditi e artisti, chiamati a: vigilare sulla conservazione delle chiese, dei conventi e dei beni che vi erano racchiusi redigere l’inventario dei beni accatastarli in diversi depositi (9 i depositi a Parigi) separare i monumenti o le opere d’arte “utili” all’istruzione pubblica dagli oggetti destinati alla vendita 8 Alexandre Lenoir (medievalista, 1761-1839) L’artista raccolse nell’ex convento dei Petits-Augustins frammenti di sculture e di architetture per i quali fosse decretata l’importanza di ricordo storico e li espose in ordine cronologico dal XIII al XVI secolo. Le sculture che ornavano la facciata di Nôtre-Dame, considerate erroneamente rappresentazioni dei primi re francesi e accusate di ricordare la mémoire exécrable des rois furono abbattute e gettate dietro l’abside della chiesa. Lenoir le recuperò, sepolte dall’immondizia, private della loro funzione e, come ogni rifiuto, della loro utilità. Articoli polemici contro il vandalismo si susseguirono negli anni ‘30 e ‘40 del XIX secolo su riviste quali Revue des deux mondes e Annales archéologiques. Concepire gli avanzi monumentali e gli oggetti di scavo come documenti storici significa assumere un atteggiamento di rispetto, garantirne la conservazione materiale, considerarli elementi del patrimonio comune della nostra civiltà. I monumenti iniziano a essere descritti come custodi di valori che la loro perdita annulla per sempre 9 Guerre aux démolisseurs! (Revue des Deux Mondes, 1825-1832) o Nel 1823 Victor Hugo scrive una lunga poesia sulla "Bande Noire", la banda che saccheggiava i monumenti francesi per delega dello stato, distruggendo il patrimonio architettonico. È una strenua difesa dei monumenti storici dall’ignoranza, dal fanatismo e dalla speculazione che rendevano prassi comune la loro distruzione o Nel 1825 pubblica la Guerre aux demolisseurs! in cui il ruolo di demolitori non viene riconosciuto solo ai rivoluzionari ma anche ai "restauratori" che, con arroganza, intervengono sui monumenti. Gli effetti della campagna contro la distruzione dei monumenti tenderanno a sensibilizzare l'opinione pubblica verso la conservazione del patrimonio materiale prima della promulgazione delle leggi di tutela. “…Victor Hugo, impegnato di persona a difesa dei monumenti medievali e autore d’un romanzo, Notre–Dame de Paris, che ha come protagonista non più l’uomo ma la grande cattedrale, forma espressiva dell’antica società … dal romanzo storico discende una più matura spinta verso la riflessione storiografica, grazie a cui la primitiva sterile pretesa di far rivivere il medioevo nei tempi moderni è sostituita da un più corretto atteggiamento, teso a restituire al loro mondo storicamente determinato le civiltà trascorse dell’Europa…” (Carbonara, 1997) “… nel 1825 Hugo affermava che nel monumento convivono due aspetti, il suo uso e la sua bellezza; mentre il primo appartiene al proprietario, la seconda è di tutti e la sua distruzione oltrepassa i diritti del singolo. Si può dunque facilmente intuire come negli anni successivi fosse vivo il dibattito politico sul diritto all’esproprio dei monumenti e delle “costruzioni parassitarie”, per ragioni di pubblica utilità, includendo fra queste la tutela. Nel corso di un trentennio (1841-74) si stabilì per legge, in modo sempre più restrittivo, il criterio secondo il quale i monumenti classificati non potevano più essere sottoposti a lavori senza una preventiva autorizzazione …” (Carbonara, 1997) 10 la Commission des monuments historiques au travail vers la fin du XIX l’inventario • 1798 Lenoir pubblica il catalogo Musée des monuments francais (8 volumi con più di 300 tavole) • 1819 il Ministero istituisce un fondo per i Monuments historiques • 1820 il barone Taylor e Charles Nodier pubblicano Voyages pittoresques et romantiques dans l’ancienne France nucleo iniziale del primo inventario statale • 1830 Guizot crea la carica di Inspecteur des monuments historiques (Ludovic Vitet, Prosper Mérimée) • 1837 è formata la Commission des monuments historiques per portare avanti il lavoro di inventario (la prima lista di 1034 monumenti è pubblicata nel 1840), distribuire i fondi e formare gli architetti che interverranno sui monumenti i primi monumenti dell’inventario 11 il catalogo (D.L n. 42 del 22/01/2004) Il Ministero, con il concorso delle regioni e degli altri enti pubblici territoriali, assicura la catalogazione dei beni culturali e coordina le relative attività (allegato 1/17) • La Soprintendenza ha competenza sulla catalogazione e sul censimento dei beni immobili di notevole interesse storicoartistico nel territorio di competenza – schede di tipo inventariale, di tutti gli immobili di competenza notificati ai sensi del D.L. n.42 del 22.01.2004 e delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali. Basilique de Sainte-Marie Madeleine de Vézelay 12 Solo a partire dal secondo quarto del 1800 si può parlare di restauro, ciò è dovuto a un atteggiamento nuovo, nei confronti del passato, proprio del “nostro tempo e di esso soltanto”: l'attitudine a studiare, analizzare, comparare, classificare il passato per studiarne gli sviluppi e il progresso. Questo “metodo nuovo” di studiare le cose del passato, sia d'ordine materiale che spirituale rappresenta la nostra principale eredità per i secoli futuri. (Viollet le-Duc) 13