History of KK Split, woman

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History of KK Split, woman
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SPORT
lalaVoce
Voce
del popolo
del popolo
sabato, 14 novembre 2015
di Igor Kramarsich
|| Una squadra del 1946: Nila Bakić, Smiljana Tudor, Zagorka
Krstulović, Eta Sinovčić e Vera e Vušković Gizdavčić
L
a pallacanestro in Dalmazia è decisamente uno degli sport più popolari
insieme al calcio e alla pallanuoto. Però
quando si pensa alla pallacanestro si pensa
in primo luogo ai campioni europei dello
Split, ai gloriosi anni di Zara e allo Šibenik
campione della Jugoslavia. Le città di
Spalato, Zara e Sebenico hanno sfornato nei
decenni tantissimi ottimi giocatori. Come
dimenticare i vari Toni Kukoč, Dino Rađa,
Dražen Petrović, i campioni dei periodi più
recenti, oppure le stelle di prima grandezza
come Krešimir Čošić solo per citare uno dei
nomi più prestigiosi del passato. Però qui
si tratta esclusivamente della pallacanestro
al maschile. Quella sezione che negli anni
si è distinta di più e della quale anche si sa
di più. Quasi inevitabilmente, come in qualsiasi altro sport. Di regola, purtroppo, ben
poco si sa invece delle sezioni femminili.
Emergono di raro in primo luogo negli sport
di squadra. Abbiamo ripercorso un mese fa
la storia delle ragazze del softball del Nada
di Spalato. Una storia breve ed intensa, finita nel nulla. Così rischiano di finire quasi
tutte le sezioni femminili o in generale i
club al femminile in buona
parte degli sport,
non soltanto in
Dalmazia.
Troppo spesso sono lasciate da sole.
Siccome rimangono ai margini del
mondo dell’informazione che conta,
seguite da poche persone, per giunta
immerse in un contesto sportivo sempre
più esigente, dominato dai professionisti, è difficile che non vadano incontro
a gravi problemi in primo luogo economici. Spesso le sezioni femminili sono
costrette a chiudere i battenti, come il
club spalatino di softball, oppure a congelare la propria attività o a scendere
di rango, come nel caso dell’Ombla di
Ragusa (Dubrovnik) di calcio. Infatti
le ragusee dopo un ottimo terzo posto
nella prima lega di calcio sono scese di
rango e per anni, pur vincendo il proprio girone di seconda lega non hanno
potuto accettare la promozione.
Un gioco tra due canestri
Però torniamo a Spalato. La pallacanestro fece il suo esordio nel capoluogo
dalmata poco prima del Secondo conflitto mondiale. Quasi in sordina e
guardando dall’o-
|| Una compagine del 1952: Olgica Korošec, Asja Piplović, Zlata Bradarić, Neda Grubišić, Jaka
PALLACA
Grubišić, Irena Rančić, Dragana Kovačić, Elvira Carbonini e Tatjana Zoković
UN GIOCO... AL
INCREDIBILE, MA VERO. A SPALATO IL BASKET
INIZIALMENTE È STATO VISTO COME UNA
DISCIPLINA PER IL GENTIL SESSO
dierna prospettiva in modo strano e anomalo.
Infatti questo sport venne inizialmente praticato dalle donne. Agli esordi fu considerato uno
sport al femminile. Veniva descritto come “un
gioco femminile tra due canestri”, “uno sport
ideale per la gioventù femminile”. Dall’altra
parte i primi giocatori venivano attaccati per il
fatto di “giocare uno sport femminile”.
Ebbene sì, la pallacanestro a Spalato è iniziata
al femminile. Una città con un enorme potenziale sportivo non solo a livello regionale e
con forti società di calcio, pallanuoto, nuoto,
canottaggio e vela, si creda o no, all’inizio
non era pronta per la pallacanestro.
Ufficialmente il primo pallone era stato
portato da Praga. La stessa Praga
che aveva giocato un ruolo di fondo
nella fondazione dell’Hajduk di calcio. A portarlo furono due attivisti
della locale Sokol, Uroš Tominić
e Natko Lahman nel 1938. Però
sapevano ben poco delle regole
del gioco. Queste le trovarono in
Italia dove all’epoca aveva sede
la Federazione mondiale, la FIBA.
Così alla fine degli anni ‘30 organizzarono a Spalato la prima
partita dimostrativa di questo
sport. Giocarono gli attivisti della
Sokol contro i militari della locale
sezione dell’aviazione.
Si riprese dallo Stari plac
Poi arrivò la guerra e inevitabilmente il tutto si fermò. Nel 1945
si tentò di andare avanti. A dare
impulso a questa disciplina furono
le ragazze che vivevano vicino
all’ex stadio di calcio, lo Stari plac,
dove su un campo improvvisato e
con canestri di fortuna, e per di più
la Voce
dalmazia
del popolo
sabato, 14 novembre 2015
|| Le campionesse della Croazia del 1949
|| Tatjana Zoković in azione
ANESTRO
L FEMMINILE
con un pallone di calcio, iniziarono a praticare
questo nuovo sport. Visto l’entusiasmo si decise
di fondare una sezione cestistica presso la polisportiva dell’Hajduk. Così il 6 novembre del
1945 nacque la pallacanestro a Spalato. Primo
presidente fu Uroš Tominić e prima segretaria
Elvira Carbonini Čulić. E proprio la Carbonini
diede l’impulso decisivo allo sviluppo del basket locale. Infatti fu subito una delle migliori
giocatrici di questo sport e non solo a livello cittadino o regionale, ma pure a quello nazionale.
All’inizio furono invitate a praticare questo
sport svariate ragazze, in primis di alta statura. Si giocava all’aperto, accanto al campo di
calcio. Sulla terra battuta. Decisamente una pallacanestro d’altri tempi che solo poche ragazze
riuscirono a giocare a lungo. Infatti parecchie
furono costrette a interrompere in quanto le
famiglie vedevano questo sport come poco morale visto che si giocava a “gambe scoperte”. Le
ragazze però non mollarono e continuarono
gli allenamenti anche sotto la pioggia e con
tanto fango. Alla fine furono premiate e il 16
dicembre allo Stari plac andò di scena la prima
partita ufficiale di pallacanestro al femminile. A
disputarla furono le locali contro una squadra
di Zara. Vinsero le zaratine per 14-9 (9-3). Un
risultato d’altri tempi. A difendere i colori spa-
latini furono: Nila Bakić, Elvira Carbonini
Čulić, Teny Gizdavčić, Dragana Kovačić,
Mirjana Lučić, Mirjana Matulić, Sonja Prkić
e Valerija Zavagni. Bisogna ricordare un
fatto storico. Anche se questa fu la prima
partita di pallacanestro a Spalato, ad assistervi accorsero ben 16.000 spettatori! Un
numero oggi irripetibile; però bisogna pure
far notare che questa partita fu parte del
programma andato in scena prima dell’incontro di calcio tra l’Hajduk e il CDKA di
Mosca. A mettere a segno il primo canestro
per le spalatine fu Valerija Zavagni. Buona
parte di quelle giocatrici poi fece poi delle
carriere di tutto rispetto. Rimasero a lungo
legate a questo sport tenendo alto il nome
della pallacanestro spalatina.
La migliore cestista spalatina
Tra le prime stelle bisogna sicuramente
citare Tatjana Zoković-Krvavica. Nata nel
1931 la Zoković-Krvavica oggi è considerata la migliore cestista spalatina di tutti i
tempi. Fu una giocatrice completa, molto
veloce, ottima nei salti, resistente, con
buona visione del gioco. Insomma aveva
tutto quello che serviva per primeggiare
in questo sport. All’epoca veniva chiamata
|| Vedrana Grgin-Fonseca
il Vukas della pallacanestro. Ricordando la
fama di Bernard Vukas nel calcio, si può
intuire quanto forte fosse stata la ZokovićKrvavica. Rimase per tutta la vita legata al
basket. Giocò per oltre 20 anni per la sua
Spalato. Dal 1950 al 1961 fu pure nazionale
jugoslava. Con i colori della nazionale della
Jugoslavia disputò 64 partite segnando 778
canestri. Partecipò a tre campionati europei
(1954 Belgrado, 1956 Praga e 1958 Lodz)
e a un mondiale (1959 Mosca). Tanti i
successi pure individuali. Due quelli principali: nel 1956 fu eletta migliore giocatrice
degli europei e nel 1959 venne inserita nel
miglior quintetto ai mondiali. E pure nel
1959 venne eletta miglior sportiva della
Jugoslavia. E pensare che alla pallacanestro
si era avvicinata quasi per caso. Infatti il
suo primo amore fu il tennis. Poi un giorno
la notò Uroš Tominić e le propose di cimentarsi con il basket. Era il 1946 e da allora
fino alla morte, sopraggiunta nel 2003,
rimase legata alla pallacanestro. L’unico
rimpianto fu quello di non aver mai vinto
il titolo nazionale. Per le spalatine la Stella
Rossa di Belgrado era troppo forte. Furono
a più riprese vicine al traguardo, ma non
vinsero mai il titolo nazionale.
Una stella di prima grandezza
|| Una foto della storica prima partita del 1945. In maglietta bianca da sinistra: Valerija Zavagni (capitano),
Elvira Carbonini Čulić, Nila Bakić, Dragana Kovačić, Teny Gizdavčić, Mirjana Matulić e Mirjana Lučić
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Però oltre alle citate Elvira Carbonini
Čulić e Tatjana Zoković-Krvavica non
possiamo dimenticare una stella molto
più recente. Una stella della nuova pallacanestro più veloce e professionale:
Vedrana Grgin Fonseca. Si tratta della nipote della Carbonini che si è fatta valere
non solo a livello nazionale, ma pure sul
piano internazionale ai massimi livelli. La
Grgin Fonseca, nata a Spalato il 13 gennaio del 1975, ha cominciato a giocare
nella culla della pallacanestro spalatina, le
Gripe all’inizio degli anni ‘90. Ben presto
è stata notata dagli scout e ha iniziato a
girovagare per il mondo. La prima tappa
è stata l’Italia dove ha militato nelle file
dell’Ahena Cesena e della Pool Comense.
Poi la troviamo nello Sporting Atene, nel
Fluminense e nel Parana in Brasile. Nel
2000 è arrivato il grande salto. Si è recata
negli Stati Uniti d’America a giocare nella
massima lega mondiale, la WNBA per i Los
Angeles Sparks. Qui è rimasta per tre stagioni disputando in totale 54 partite. In
due stagioni ha vinto il titolo nazionale.
Poi è ritornata in Europa dove da vera
girovaga ha giocato nell’ordine per Lotos
Gdynia, Barcellona, Villeneuve-d’Ascq,
Bourges, Villeneuve-d’Ascq, Valenciennes,
Spartak Mosca, Hainaut Basket, ZKK
Spalato, per chiudere la carriera nel
2010 nello ZKK Athlete Celje. In Europa
ha vinto pure parecchi titoli individuali
e campionati nazionali, ben 12! Il risultato più importante è stato quello con lo
Spartak di Mosca, con il quale ha vinto il
titolo europeo a squadre. In nazionale ha
giocato poco, dal 1995 al 1999, ma è riuscita comunque a vincere un titolo, ossia la
medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo
del 1997 a Bari.
Anche se Spalato ha dato i natali a grandi
cestiste, la squadra spalatina non ha
registrato grandi risultati nelle competizioni nazionali. Nel campionato della
Jugoslavia, le spalatine giunsero in ben
cinque occasioni alle finali nazionali, però
le persero tutte contro la Stella Rossa
di Belgrado. Erano gli anni 1950, 1953,
1954, 1955 e 1957. D’altro canto non
arrivarono mai alla finale della coppa nazionale. Poi è arrivata la Croazia sovrana e
indipendente. Però per le spalatine le soddisfazioni sono state sempre troppo poche.
E dire che l’inizio è stato eccome promettente, visto che i primi tre campionati sono
stati vinti proprio dalla Splićanka, come si
chiamava all’epoca la società. Però dopo
il nulla. La compagine è rimasta costantemente in prima lega, ma le campionesse
sono state altre, pure dalmate, visto che
la squadra di Sebenico si è imposta in tre
campionati. L’inizio degli anni ‘90 è stato
ottimo per quanto concerne la coppa nazionale, dedicata a Ružica Meglaj-Rimac.
Le spalatine hanno vinto la prima nel
1992, per poi perdere in finale quelle del
1993 e 1994. Poi il nulla.