é uno dei - Ordine degli Avvocati di Milano

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é uno dei - Ordine degli Avvocati di Milano
Presidente, Gentili Colleghi,
La migrazione, l’oggetto del mio intervento, ed i compiti connessi degli avvocati – é uno dei
temi piú discussi, dividenti nella vita pubblica, anzi fra amici e famiglie europei.
Siamo giuristi, dunque preferiamo usare termini precisi. Ma qundo devo apostrofare in
generale le persone provenienti da terzi paesi fuori valichi di confine? Gia la terminologia
usata é delicata nella parlata pubblica: é obbligatorio usare il rifugiato? É un’offesa di usare
la parola il migrante?
Chi sono le migliaie, che in numero sempre piú elavato desiderano e tentano entrare e
vivere nei paesi dell’Unione Europea, prevalentemente in Germania Scandinavia e Grand
Bretagna.?
Rifugiati dalle zone gravate di guerre o dagli Stati praticanti metodi disumani? Oppure
migranti chi partono per l’Europa, nella speranza di migliore vita, lasciare tutto indietro?
Invasori islamici? Terroristi? O tutto ció insieme? Chi lo sa!
Dovrebbe peró saperlo, perché esaminando l’attuazione di esse, sussistono notevoli
problemi - malgrado le numerose convenzioni internazionali, direttive e norme europee,
disposizioni nazionali le quali regolano la procedura di asilo, il soggiorno, trattamento, diritti
ed obbligi degli richiedenti di protezione internazionale.
Mi permettete di avanzarvi un quadro riassuntivo di questa problematica in base alle
esperienze degli colleghi avvocati ungheresi.
Inanzitutto devo esporre le tre fasi dell’evoluzione ed eventi della migrazione in Ungheria
nell’arco di tre anni precedenti.
Questi fasi riscuotono infatti le attivitá adeguate degli avvocati ungheresi.
I trafficanti uomini scelgono le strade considerate le meno rischiose, e siccome le loro canali
interni di informazioni sono precisi e veloci, la direzione ed intensitá delle onde di
migrazione possono cambiarsi.
Ma quello che sicuro che ci sono due corridoi principali: la via balcanica (Turchia Grecia
Bulgaria, Macedonia Serbia) e la via marittima da Libia in Italia.
Ungheria é toccata al corridoio balcanico.
Prima del 2015 annualmente sono entrati in Ungheria circa 2-3 mila migranti ed hanno
presentato domande per il riconoscimento lo status di rifugiato.
É cambiata gravamente la situazione nel 2015, quando – dal 110 paesi del mondo – sono
venuti piú di 300 mila migranti. L’estate era un periodo quando al confine serbo, nella zona
di Szeged, sono entrate in Ungheria senza controllo 5-8 mila persone al giorno!!!!!
Le autoritá accertante, le organizzazioni d’asilo, sono state inpreparate a tale flusso.
Mancava personale sufficiente alla procedura d’asilo, mancavano interpreti, rappresentanti
legali a mantenere i tempi reali della procedura.
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Buona parte degli entranti irregolari non neanché aspettavano il risultato della procedura
d’asilo, ma sono scappati dagli centri di ritenimento ed in via illegale sono usciti
dall’Ungheria in direzione di Germania. Molte volte era anché scarsa la volonta della
collaborazione da parte dei rifugiati con le autoritá ungheresi: non avevano, o giá fuori
Ungheria hanno buttato via i loro documenti di identificazione, hanno rifiutato la presa di
impronta, foto ecc.)
Visto che la massa enorme la quale giorno per giorno é venuto alla frontiera aperta, (tutto é
pianura senza ostacoli naturali) ed anché le informazioni balcanici prevedevano di arrivare
ancora centinaia mila di persone, il governo si é trovato in un grosso dilemma:
Come paese partecipante del codice frontiere Schengen, é tenuto di proteggere il confine
dell’Unione Europea se la Grecia non poteva adempierlo. É tenuto inoltre di identificare
l’entranti irregolari e alle loro richieste incominciare la procedura d’asilo entro tre giorni
lavorativi.
Da un altro lato –maggiormente nutrita dalla stampa e media – é incrementata la pressione
di lasciare uscire senza „ostacoli burocratici” la onda di migrazione ai paesi di scopo – prima
di tutto alla Germania.
La situazione diventó caotico verso luglio. Vorrei sottolineare che i campi di ritenimento
permanenti e provvisori sono giá stati pieni , le stazioni ferroviari pure, al corridoio –
Szeged, Budapest, Győr - sono stati gruppi chi „marciavano” sull’autostrade per Vienna.
In questa situazione il governo ha deciso di frenare l’influsso illegale delle persone, e dal
decorso del 15. settembre 2015. – ha fatto modificare dal Parlamento il Codice Penale - ha
dichiarato a reato l’entrata irregolare in Ungheria.
Contemporaneamente sono state costituite due „zone di transito” al confine serbo e dopo
ancora due al confine croato, dove i migranti possono arrivare regolarmente, possono
registrarsi e presentare la domanda di protezione.
Era prevedibile che ci saranno centinaie di processi giudiziari, in consequenza hanno
rinforzato la capacita del Tribunale e Corte di Appello di Szeged i quali sono stati designati
come fori competenti a procedere in questi delitti.
Da tutta l’Ungheria molti giudici e persone amministrative sono stati predisposti ad assistere
ai colleghi locali.
Il Tribunale di Szeged ha chiesto l’Ordine degli Avvocati di Szeged di ampiare la lista degli
avvocati che assumono la nomina a difensore designato. (appointed lawyer)
Le organizzazioni umanitarie, stesso modo hanno battuto il campanello di allarme, hanno
chiesto alle ordini di avvocati a collaborare nell’attivita umanitaria, offrendo capacitá per i
legali nella formazione specifica.
Dall’introduzione della „criminalizzazione” dell’entrate illegali fino la chiusura fisica della
frontiera si svolgevano qualche centinaia di processi – molto meno del previsto.
Le condanne –quasi in tutti i casi – dispongono di rimpatrio, e non contenevano pene piú
gravi (p.e reclusione) sebbene ció é previsto come sanzione al CP.
Gli avvocati dell’ Ordine di Szeged sono stati sufficienti per partecipare ai processi in qualitá
di difensore designato.
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(Gli avvocati vengono solo in pochissimi casi incaricati dagli accusati stessi o dai suoi
parenti.)
Secondo le esperienze degli avvocati (difensori) le udienze sono abbastanza formali (in che
modo sono venuti? Nel modo irregolare? Da dove siete venuti? Dalla Serbia? Serbia é un
terzo paese considerato a sicuro, dunque dovete tornarci).
I tempi, scadenze sono troppo stretti. Tal volta quando un rappresentante legale potrebbe
allaciarsi al processo e conoscere i documenti, é giá tardi. Eppure, gli avvocati hanno
ottenuto anché successi negli processi. Molte volte hanno convinto il giudice, che il suo
cliente personalmente fu maltrattao da parte dall’autoritá serba, pertanto potrebbe
ottenere l’allontanamento a questo paese.
Con la condanna l’entrante illegale perde il diritto di richiedere lo status di rifugiato, perché
non é arrivato al valico di frontiera.
É cambiata la situazione di migrazione dopo il 5 luglio 2016. da quando lo Stato ungherese
ha costruito un cancello in lunghezza di 175 km alla frontiera serba, poi lo allungato anche al
tratto di Croazia.
La motivazione fondamentale fu, che Ungheria non é capace al futuro di proteggere il
confine in modo efficacie e conformemente al codice frontiere Schengen. La situazione
variabile in Turchia, i nidi di fuochi bellici al Medio Oriente ed Africa, le misure insufficienti in
Grecia – come primo paese di Schengen - involgono flussi e pressioni continui dei migranti –
con massima attivita dei trafficanti d’uomini.
Integrando il CP diventó ad un reato la distruzione o l’ostacolare del cancello, poi dopo tale
data i cittadini di paesi terzi i quali sono ritrovati senza permesso d’ingresso nella zona larga
di 8 km dal confine vengono accompagnati all’altro lato del cancello tramite porte apposite,
dotati con tutte le informazioni dove trovano le zone di transito per presentare domanda di
protezione internazionale.
Con questi provvedimenti é calato notevolmente (a 40-50 persone al giorno) il numero di
tentativi a penetrare in Ungheria sforzando il cancello o altri modi illeciti.
Alle due zone di transito presso la citta Szeged, pero, la capacitá delle autoritá accertante é
ancora molto poco. Possono registrare solo 30 persone al giorno, cosí in Serbia nei campeggi
di frontiera, hanno creato un sistema di preclassifica fra rifugiati, ed avendo i numeri di
ordine lasciano entrare i richiedenti alla zona di transito. (Famiglie, minori, adulti singoli.)
Alle zone di transito si puó trattenere i richiedenti al massimo 28 giorni, e possono ritornare
sempre al lato libero in Serbia.
La decisioni vengono presi per gli adulti singoli quasi sempre entro qualche ora. La decisione
idem, il rimpatrio, con la motivazione come sopradetto: Serbia é sicura ecc. ecc.
Strano, che se il richiedente non torna (parte) volontariamente, l’allontanamento non puó
avvenire in Grecia – nel senso le norme Dublin III. – perché il Tribunale di Strassburgo in una
sentenza ha dichiarato la Grecia ad un paese non sicuro.
(fra virgolette: alcuni paesi di Scandinavia propongono di dichiarare a questo status anché
per l’Ungheria)
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Il ruolo degli avvocati in questa situazione:
Un po’ prima ho giá menzionato l’attivitá degli avvocati aiutanti delle organizzazioni
humanitari e designati dai fori amministrativi e giudiziari.
É ovvio che non ci puó tranqullizzare questo silenzio „prima del temporale”.
I centri di trattenimento sono abbastanza pieni, le circostanze non sono ideali visto che i
richiedenti d’asilo rappresentano varie culture, abitudini esigenze.
Molti di loro non capiscono perche devono essere trattenuti, cosa sta succedendo con loro,
perché devono aspettare?
Le informazioni communicati loro alla registrazione – anché se sono regolari - ma sono
abbastanza formali, espressi in un linguaggio burocratico.
Non parlano tutti in inglese o in lingue piú diffusi. L’interpretazione e difficile sulle lingue
esotiche o dialetti.
La CCBE (Associazione degli Ordini d’Avvocati Europei) giá nel corso del 2015 ha alzato la
voce per sottolinere il primato dello Stato costituzionale e la tutela dei fondamentali diritti
umani nei confronti del ragionamento politico ed economico. Ha determinato dunque come
principio e scopo: proteggere i diritti fondamentali,
-tutelare la dignitá umana dei richiedenti d’asilo,
-creare fonti finanziari per rendere opportunitá ai migranti ad accesso l’assistenza legale in
ogni istanze della procedura d’asilo,
- garantire la communicazione riservata fra i trattenuti migranti e il loro rappresentante
legale,
- attirava inoltre l’attenzione delle Ordini Forense nazionali di intensificare la formazione
degli avvocati al specifico diritto d’asilo,
Seguendo queste raccomandazioni, anché l’Ordine degli Avvocati Ungheresi si metteva in
moto e ha organizzato formazioni in materia e segue gli svolgimenti quotidiani e l’attivitá
delle’ordini interessate nella zona sud – est di Ungheria.
É un fatto comunque, che nelle zone di transito l’assistenza legale é fattibile solo con la
collaborazione degli organismi ed organizzazioni umanitari (Comissione di Helsinki,
Comissariato Generale degli rifugiati della ONU, le quali tengono il rapporto diretto con le
autoritá di frontiera.
E alla fine ma non per ultimo devo parlare di un documento recentissimo, predisposto dalla
UIA – una delle piú vecchie e numerose associacione mondiale del mondo.
L’Associazione Internazionale degli Avvocati – con sede a Parigi – tiene in questi giorni il
Congresso annuo in presenza piú di mille partecipanti a Budapest.
Oggi, in giornata – forse in queste ore – l’Assemblea dell’UIA approva un manifesto
nominato „Principi di Budapest” sui principi fondamentali dello status dei rifugiati.
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Questo manifesto emanato nelle tre lingue ufficiali (inglese-francese-spagnolo) stabilisce e
precisa nozioni, da compiti, raccomandazioni agli Stati, ed associazioni forense al fine di farsi
valere i diritti ed obblighi dei rifugati in conformitá delle convenzioni e norme inerenti.
Il direttore del congresso mi ha autorizzato di consegnare una copia del documento al
Presidente Dusi.
Cari Colleghi,
Questo é il passato prossimo, e il presente. Il futuro? Chi lo sa? Noi abbiamo bloccato la
frontiera Schengen. Austria, Francia, Slovenia costruisce cancello dentro il territorio
Schengen, venendo in Italia ho dovuto calcolare di nuovo con i tempi di coda per il controllo
al confine austriaca. Migliaia di gente stanno in Serbia, milioni in altri paesi. I traficanti
d’uomini divantano straricchi privo di forte caccia contro di loro.
Se siamo ottimisti possiamo solo sperare che i grandi poteri hanno finalmente la volonta di
prendere le decisioni e misure a condurre il nostro mondo ad una situazione dove tutti i
popoli possono trovare la pace e la degna vita umana dove sono nati.
Se siamo pessimisti? Meglio non pensarne.
Ma siamo avvocati, e non profeti. Il nostro compito e ruolo é di adempiere con massima
professionalita e devozione l’assistenza, la rappresentanza e la tutela degli interessi dei
nostri clienti, qiunque siano. Ne ci impegna il nostro giuramento e la nostra coscienza.
Grazie per l’attenzione!
dr.Dezső Havasi
Avvocato
Presidente BA County Győr-Moson-Sopron
Vicepresidente HBA
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