CONCEZIONI PSICODINAMICHE DELLA PERSONALITA`

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CONCEZIONI PSICODINAMICHE DELLA PERSONALITA`
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CONCEZIONI PSICODINAMICHE DELLA PERSONALITA’
Nelle teorie biologiche o ambientali la personalità e le differenze individuali appaiono come il risultato di
forze modellanti agenti dall’esterno e nulla o scarsa attenzione è riservata alla soggettività, intesa come
capacità dell’io di interagire con le varie forme di condizionamento, di elaborare attivamente proprie
strategie d’adattamento, di organizzare il comportamento secondo criteri e finalità creati internamente.
L’approccio psicodinamico allo studio della personalità, comprendente un variegato insieme di teorie sorte
dalla rivoluzione freudiana, rappresenta pertanto un’inversione di tendenza: la relativa sottovalutazione degli
stimoli ambientali e dei processi d’apprendimento in favore delle dinamiche istintuali sposta il baricentro
dell’interesse dall’esterno verso l’interno.
La psicanalisi freudiana
Il nucleo della concezione freudiana della personalità è costituito dall’ipotesi che il comportamento sia
attivato da un complesso sistema d’energie psichiche, le pulsioni istintuali, in particolare sessuale e
aggressiva. Esse affondano le radici nello strato biologico dell’organismo: la teoria freudiana presenta
elementi d’affinità più con gli approcci biologistici che non con quelli ambientalisti (per Freud “la biologia è
un destino”, che sembra trascurare le influenze culturali e sociali).
Tali energie, di natura inconscia , premono costantemente per il raggiungimento diretto dei loro obiettivi (il
piacere o la riduzione della tensione) scontrandosi però con ostacoli sia esterni (ad esempio le regole sociali)
che interni (ad esempio le esigenze della coscienza morale).
A causa di questo conflitto le pulsioni istintuali si trovano costrette ad elaborare tutta una serie di strategie
alternative (il mascheramento, la trasformazione degli obiettivi, i meccanismi di difesa, ecc), responsabili
della complessità della vita psichica (che segue la logica dell’inconscio) e che determinano l’adattamento
alla realtà oppure l’insuccesso e la nevrosi.
Un ulteriore componente del modello freudiano è poi lo stretto determinismo psichico, l’idea che nessun
aspetto del nostro comportamento esterno od interno è casuale (nemmeno i lapsus, le dimenticanze o le
paraprassie) ma è sempre condizionato dalle dinamiche inconsce, da cui spesso siamo agiti a nostra insaputa.
Questo nucleo centrale si articola poi in una serie d’ipotesi più specifiche relative alla struttura ed alla
dinamica dei processi mentali, che si possono così sintetizzare:
Suddivisione della vita mentale in due principali livelli: quello conscio e quello inconscio.
La vita psichica non coincide con la consapevolezza, ma è in massima parte costituita da elementi inconsci,
inaccessibili all’Io. L’inconscio è dinamico, è la riserva delle forze motivazionali che determinano il
comportamento. Tra la parte conscia e inconscia si colloca il preconscio, sede delle esperienze mentali
attualmente fuori della consapevolezza, ma che possono essere riportate alla coscienza.
Identificazione di tre principali istanze della struttura mentale: Es, Io e SuperIo.
L’Es è la fonte energetica della personalità, la sede degli impulsi sessuali (libido) e aggressivi (destrudo).
Esso funziona secondo la logica del principio del piacere e dei processi primari, caratterizzati dalla ricetta
della gratificazione immediata e da processi che non seguono la logica della vita mentale conscia (ad es. il
principio d’identità e di non contraddizione), come avviene anche nelle esperienze oniriche.
L’Io è la parte consapevole della personalità. Coincide con quella che comunemente è indicata come mente
ed è la sede delle funzioni della percezione, memoria, linguaggio e motricità. Esso si svilupperebbe dall’Es
per la necessità di ricercare un adattamento con le esigenze della realtà. L’Io opera dunque secondo il
principio di realtà ed i processi secondari cioè utilizzando le risorse della razionalità e la valutazione
obiettiva delle richieste dell’ambiente. Il SuperIo è l’istanza costituita dall’interiorizzazione delle norme
parentali e sociali e contiene anche i valori e i modelli d’identificazione (ideale dell’io). E’ anch’esso
parzialmente inconscio.
Natura conflittuale della vita psichica
Nella concezione freudiana la vita psichica è caratterizzata da un continuo conflitto tra le spinte pulsionali
dell’Es e le forze inibitorie che provengono dall’ambiente e dal SuperIo. Tale conflitto è generatore d’ansia,
la quale spinge l’io a cercare forme di compromesso per adattarsi alla realtà. Espressione di questo conflitto è
l’elaborazione di vari meccanismi di difesa mediante cui l’io mette in atto una serie di mascheramenti degli
obiettivi originali della pulsione (come ad esempio nel caso della formazione reattiva, della
razionalizzazione, ecc.) o modifica l’oggetto su cui vengono investiti gli impulsi (come ad esempio nel caso
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della sublimazione).Le motivazioni profonde emergono quando c’è un allentamento dei processi difensivi,
come ad es. nei sogni e nelle varie manifestazioni della cosiddetta psicopatologia della vita quotidiana
(lapsus, dimenticanze, ecc.).
Dinamiche evolutive delle pulsioni
Un ulteriore punto caratterizzante l’approccio freudiano alla personalità è il ruolo determinante assegnato
alle esperienze precoci infantili. Freud pone l’accento sul fatto che le pulsioni istintuali seguono un percorso
evolutivo scandito in fasi ciascuna delle quali è caratterizzata da specifici oggetti-meta (ad esempio di natura
orale, anale, fallica), da specifici conflitti (ad esempio l’angoscia di castrazione, il complesso edipico) e
modalità di adattamento alla realtà. Il modo in cui tali fasi sono vissute lascia impronte sulla struttura del
carattere mediante il gioco delle fissazioni e delle regressioni.
Psicoanalisi e Tipi di Personalità
Accanto ai contributi descritti relativi all’organizzazione della personalità e del comportamento, ulteriori
spunti di grande interesse sono forniti da Freud e dai suoi seguaci in relazione al tema delle differenze
individuali. La gran varietà delle forze in campo, le loro vicissitudini e stadi evolutivi, le diverse strategie
adattive, le differenti soluzioni ai conflitti, il gioco delle fissazioni e delle regressioni, ecc., possono
assumere un’ampia gamma di configurazioni individuali e dar luogo quindi ad un articolato spettro di
tipologie caratteriali.
Seguendo la sistematizzazione di Fenichel possiamo categorizzare tali quadri differenziali con riferimento a
tre principali variabili:
1. Rapporti tra le istanze della personalità.
2. Tipo di meccanismi di difesa prevalentemente usati le fissazioni.
3. Regressioni alle varie fasi evolutive..
Tipologie basate sui rapporti tra istanze della personalità
Nello scritto “Tipi libidici” Freud distingue tre tipi caratteriali in base alla predominanza dell’una o dell’altra
delle tre istanze della personalità. Il tipo erotico si lascia dirigere dalle esigenze dell’Es, il tipo narcisistico è
centrato sui bisogni di conservazione di sè e si impone come una forte personalità, il tipo ossessivo si
caratterizza per la dominanza di un Superio rigido. Fenichel sviluppa tale approccio identificando alcuni
quadri più analitici all’interno di ciascuna tipologia. Così, tra le personalità dominate dall’ Es parla di:
- Tipo frigido: tende ad evitare tutte le emozioni o a viverle soltanto a livello immaginativo (ad
esempio si appassiona alla matematica, all’arte, ecc.);
- Tipo razionalizzatore: colui che può accettare di seguire le pulsioni e le emozioni solo se queste sono
“giustificate” (un caso emblematico è rappresentato dal fanatismo ideologico);
Tra le personalità dominate dal SuperIo:
- Tipo con Superio assente o incompleto: manca di freni inibitori e di sensi di colpa, è caratterizzato
da impulsività, condotte antisociali e delinquenziali;
- Tipo dominato dal senso di colpa e dai continui tentativi di conciliarsi un Superio severo: la sua
esperienza è caratterizzata da vissuti di punizione, espiazione, rimorso, proiezione della
responsabilità sugli altri, moralismo, masochismo;
- Tipo con superio “eteronomo”, dipendente dalle reazioni altrui per la definizione della propria
autostima: eccessivamente sensibile alle critiche e alle punizioni (ansietà sociale), ricerca
costantemente l’approvazione e la conferma, ha in genere un comportamento estremamente
sottomesso o altruista, allo scopo di conciliarsi l’ambiente.
Tipologie basate sui meccanismi di difesa utilizzati
Il carattere, consistendo in una certa rigidità delle soluzioni adattive scelte dall’io, può essere definito anche
con riferimento al tipo di meccanismi di difesa prevalentemente adottati. La scelta dei meccanismi di difesa
dipende dalla natura delle pulsioni contro cui si rivolgono e dalla fase evolutiva in cui ha avuto luogo il
conflitto.
Da questo punto di vista, introiezione, proiezione e rimozione hanno un carattere più arcaico, mentre la
formazione reattiva e la sublimazione esigono un io più differenziato.
Con riferimento ai meccanismi di difesa, Fenichel distingue due tipi di caratteri: i sublimativi, in cui l’io,
invece di opporre rigidamente una diga alla corrente istintuale, la canalizza e riesce a scaricare la pulsione,
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trasformandone le mete; ed i reattivi che si oppongono alla pulsione con misure difensive, non riuscendo né a
soddisfare completamente le esigenze istintuali, né a sublimarle.
Più in particolare, all’interno dei tipi reattivi si possono distinguere:
- Caratteri fobici: le cui condotte reattive si limitano ad evitare le situazioni desiderate.
- Caratteri isterici: tendono ad erotizzare i rapporti normali, a provare accessi emotivi irrazionali, ad
avere tendenza e piacere per la drammatizzazione, ecc.
- Caratteri ossessivi: dominati dal meccanismo delle formazioni reattive.
Tipologie Basate sulle Fasi Psicosessuali
Ogni fase psicosessuale è caratterizzata da una specifica tipologia di bisogni istintuali, da determinati
conflitti e da problematiche d’adattamento alla realtà. Attraverso il gioco delle fissazioni e delle regressioni,
la personalità finale di un individuo contiene in sé le tracce della sua storia evolutiva sotto forma di tratti
riconducibili alle varie fasi.
Distinguiamo così i principali tratti collegati alle varie fasi:
Tratti collegati con la fase orale
- Orientamento passivo-dipendente e recettivo: bisogno insaziabile di essere accuditi, di
rassicurazione, dipendenza dagli altri per la definizione della propria autostima. Come formazione
reattiva comportamento estremamente attivo e mascolino per compensare le tendenze passive.
- Difesa dall’ansia mediante introiezione orale: tendenza a cercare gratificazioni legate al cibo, fumo,
bevande (rischio alcolismo).
- Atteggiamenti pessimistici o sadici derivanti da vissuti di deprivazione orale.
- Identificazione con l’oggetto parentale: sviluppo di atteggiamenti materni e protettivi (madre buona)
o viceversa atteggiamenti egoistici e di chiusura agli altri (madre frustrante).
- Voracità intellettuale: spostamento del bisogno fame ad altri ambiti di attività.
Tratti collegati con la fase anale
- Taccagneria: deriva dall’abitudine anale alla ritenzione in cui vi è la concezione del contenuto
intestinale come qualcosa di prezioso, che non si vuole cedere. Da una successiva identificazione tra
feci e denaro deriva una tendenza ad accumulare, alla taccagneria e al collezionismo.
- Ordine e perfezionismo: riflettono un atteggiamento d’obbedienza e sottomissione alle richieste dei
genitori di acquisire il controllo delle funzioni fisiologiche e nel contempo rappresentano un
meccanismo di difesa contro le esigenze istintuali che si oppongono a tali richieste (bisogno e
desiderio di sporcarsi). Seguire cerimoniali rigidi, la compulsione all’ordine, prevedere e sistemare
tutto sono una difesa e rassicurazione contro il caos rappresentato dalla libido.
- Testardaggine: fissazione della ribellione contro le esigenze di regolazione delle funzioni escretorie
imposte dai genitori.
I tratti collegati alla fase anale hanno natura dalla formazione reattiva e spesso si rivoltano nel loro
contrario: ad esempio la parsimonia può cedere temporaneamente il passo a spese irrazionali e dissolute.
Tratti collegati alla fase uretrale
- Ambizione e competitività: derivano dalle rivalità urinarie e rappresentano una reazione al
sentimento di vergogna e di ridicolo provato dal bambino che si bagna.
Tratti collegati alla fase fallica.
- Risolutezza, decisione, temerarietà, dominanza, vanità ed esibizionismo: reazioni e compensazioni al
complesso di castrazione. Come formazioni reattive si ritrovano in eccessiva modestia, timidezza e
vulnerabilità.
Tratti collegati alla fase genitale.
- Il concetto di carattere genitale è ideale e implica la capacità di regolare le energie istintive
sublimadole e superando l’ambivalenza nelle relazioni oggettuali.
W. Reich e le Armature Caratteriali
Secondo Reich (un seguace di Freud) il carattere individuale è il risultato delle varie soluzioni di
compromesso tra le esigenze istintuali e le richieste della realtà e si concretizza in una specie d’armatura più
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o meno flessibile. Il carattere nevrotico è rigido mentre quello genitale è flessibile, dotato di migliori capacità
di adattamento. La tipologia dei principali tipi di cartattere è:
- Orale: immobilizzazione della pulsione aggressiva.
- Masochista: pulsione aggressiva rivolta verso l’interno
- Isterico: permette in minima parte la scarica lipidica, paura al cedimento della sessualità.
- Fallico-Narcisistico: è caratterizzato dalla paura inconscia per l’attività genitale.
- Passivo-Femminile: caratterizzato da transfert positivo esagerato.
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La Psicoanalisi dell’Io
I principali esponenti di questa corrente sono Hartmann, Rapaport, Anna Freud ed Erickson.
Hartmann esprime il concetto di “sfera dell’io libera da conflitti” in cui concepisce l’Io come
ontogeneticamente indipendente dall’Es: l’Io non è un derivato dell’influsso dell’ambiente sulle pulsioni
istintive, ma entrambi, Io e Es, si differenziano nell’evoluzione a partire da uno stesso elemento comune
indifferenziato (nella mente primitiva del bambino).
L’Io non è totalmente al servizio dell’Es: nel suo compito di assicurare l’adattamento ha la capacità di
imporre dei cambiamenti alle finalità delle pulsioni e di incanalarne l’energia.
L’Io presiede inoltre alle funzioni biologiche che regolano la motricità, la percezione e il pensiero.
Erickson si pone a metà strada fra le teorie freudiane e le psicoanalisi dell’Io. Amplia la teoria dello sviluppo
libidico di Freud con i concetti di “modi di funzionamento” (dominanti e ausiliari), di “modalità sociali” e di
“attitudine di base”: ad ogni tappa evolutiva è assegnato un compito o conflitto specifico il cui esito
determina l’acquisizione di particolari tratti di personalità positivi o negativi.
Stadio Orale-Sensoriale
La zona corporea dominante è quella della bocca e il modo di funzionamento caratteristico è quello
incorporativo. La bocca è emblematica del modo di rapportarsi con la realtà caratterizzata dal ricevere
(nutrimento, calore, cure, ma anche percepire attraverso le altre modalità sensoriali).
Prima gli stimoli sono assorbiti in maniera passiva (modo incorporativo passivo), poi,con la comparsa dei
denti e la maturazione delle capacità motorie (afferrare e guardare), in maniera più attiva (modo
incorporativo attivo). Gli alti modi di funzionamento (ritentivo ed eliminativo) sono subordinati a quello
dominante e assumono rilievo come indice di qualche disadattamento alla realtà.
La modalità sociale che il bambino sperimenta è quella del ricevere: accettare ciò che viene offerto
costituisce la base primordiale del rapporto di interazione.
Il tratto derivante dal buon esito di questa fase è il senso di “fiducia basica”, il cattivo esito porta
all’acquisizione di un sentimento di “sfiducia basica”.
Stadio Anale-Muscolare
Il compito del bambino in questa fase è di padroneggiare il funzionamento sfinterico e più in generale la
muscolatura e la motricità. Il sistema muscolare è caratterizzato dall’alternanza tra tensione e rilassamento,
alla stessa maniera questo periodo è dominato dal modo ritentivo e dal modo eliminativo, è un periodo
caratterizzato dall’ambivalenza.
La modalità sociale che viene appresa è quella del “concedere –trattenere” (accondiscendere vs opporsi).
La caratteristica di personalità positiva è quella del raggiungimento dell’autonomia, quella negativa è la
dubbiosità, intesa come permanere dell’insicurezza e dell’ambivalenza.
Stadio Fallico-Locomotore
L’interesse per la sessualità che si manifesta nella fase fallica è l’aspetto di un più generale modo di
rivolgersi del bambino alla realtà: bisogno di conoscere, di esplorare, di utilizzare le capacità motorie
acquisite per penetrare il mondo circostante.
Il modo dominante è quello maschile intrusivo (conquista dello spazio) e femminile inclusivo
(personalizzazione dello spazio). Modi ausiliari possono permanere dando caratteri passivi ai maschi e rifiuto
della femminilità nelle femmine.
La modalità sociale di questa fase è quella del fare, perseguire un obiettivo, che si trasforma nell’attitudine
positiva all’iniziativa. In caso di deficitario superamento della fase si avrà un senso di forte inferiorità, di
passività, di dipendenza, rivalità e ostilità con fughe in fantasie compensatorie sintetizzato da Erikson col
termine “colpevolezza”.
Nella fase di latenza il conflitto è tra industriosità e inferiorità e in adolescenza tra identità e diffusione
dell’io (nel caso di cattiva conclusione del processo di costruzione della propria identità personale). (vedi
Scheda 1 per il grafico della sequenza delle fasi).
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La psicologia analitica di Jung
La psicologia analitica di Jung si differenzia dalla psicoanalisi freudiana in relazione a numerosi aspetti. In
primo luogo possiamo citare il diverso ruolo attribuito al passato: per Jung la personalità è il risultato della
combinazione di causalità e di teleologia: la sua organizzazione non dipende solo dai condizionamenti
infantili, ma anche dagli obiettivi attuali e dagli orientamenti verso il futuro. In secondo luogo, per quanto
concerne la dottrina delle pulsioni. il termine libido non è legato strettamente alla pulsione sessuale, ma è
inteso in senso più ampio, come “energia vitale”, ed il quadro motivazionale è più articolato rispetto alla
semplice suddivisione freudiana in sessualità ed aggressività.
Differente è anche la concezione dell’inconscio: accanto all’inconscio personale, sede delle esperienze e dei
ricordi infantili rimossi e dei complessi, Jung postula l’esistenza anche di un inconscio collettivo, contenente
le tracce della storia ancestrale della specie. I contenuti dell’inconscio collettivo sono sedimentati negli
archetipi, che emergono nei sogni, nei miti, nelle religioni, nei simbolismi. I principali archetipi sono: la
Persona (la parte socializzata della nostra personalità), l’Ombra (la parte nascosta di noi stessi, quella che
spesso contiene aspetti non accettati dal Superio e dalla coscienza collettiva), l’Anima (il lato femminile di
ciascuno), l’Animus (la componente maschile), il Vecchio Saggio, la Grande Madre, ecc. Fondamentale
nella concezione junghiana della personalità è poi il cosiddetto processo di individuazione, la capacità del
soggetto di essere, di diventare, di scegliere e di realizzare se stessi, in un “orientamento attivo verso
l’autenticità”. Dal punto di vista metodologico Jung introduce poi il concetto di amplificazione, che integra il
metodo delle associazioni libere, interpretando i contenuti onirici con riferimento non solo ai dati biografici
del soggetto, ma anche ai significati universali contenuti negli archetipi.
I Tipi Psicologici Junghiani
Jung identificazione di alcuni tipi psicologici sulla base delle varie combinazioni di due “orientamenti”,
atteggiamenti di base,e di quattro “funzioni psicologiche”.
I due orientamenti fondamentali sono:
1. l’estroversione: espansività o tendenza dell’energia psichica a riversarsi sul mondo esterno;
2. l’introversione: concentrazione dell’energia psichica nel mondo interiore.
Nella prospettiva di Eysenck tali dimensioni erano poste in relazione a variabili biologiche, Jung le definisce
in termini di orientamento dell’energia psichica verso il mondo esterno (estroversione) o il mondo interno
(introversione).
Le quattro funzioni sono:
• la sensazione: percezione sensoriale della realtà;
• l’intuizione: la funzione che va al di là dei fatti osservabili, penetrando la natura profonda della realtà
• il pensiero: che elabora modelli razionali per comprendere la realtà;
• il sentimento: che rappresenta la risonanza della realtà in rapporto al soggetto, la sua attribuzione di
valori alla realtà stessa.
Pensiero e sentimento sono denominate funzioni “razionali”, perché implicano ragionamento, giudizio e
astrazione. Per contro, intuizione e sensazione sono “irrazionali”, basandosi su ciò che concreto e particolare.
Ciascun soggetto utilizza prevalentemente uno dei due orientamenti ed una delle quattro funzioni, che
diventano dunque dominanti e coscienti; quelli meno sviluppati e differenziati rimangono inconsci; gli altri,
infine, risultano ausiliari. Dalla combinazione tra funzioni e atteggiamenti derivano 8 tipi psicologici che si
possono sinteticamente definire come:
Tipi Estroversi
L’interesse e l’attenzione dell’estroverso sono rivolti all’esterno. Egli s’inserisce quindi facilmente nella
realtà, anche se rischia in tal modo di sacrificare se stesso e le sue esigenze profonde incorrendo in disturbi
psichici e somatici che hanno valore di compensazione giacché costringono il soggetto a un involontaria
autolimitazione
- Il tipo in cui domina il pensiero:
È caratterizzato da razionalità e da condotta morale rigida, ispirata a verità universali. Spesso si dedicano a
grandi ideali, in modo lungimirante e generoso, ricavandone plauso dalla società ma trascurando i propri
affetti privati. Per altro verso possono anche essere cavillatori, perfezionisti, ultracritici. Le esperienze legate
ai sentimenti sono sacrificate o rimosse e la vita intellettuale tende pertanto a diventare rigidamente
dogmatica.
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- Il tipo in cui domina il sentimento:
si lascia guidare dai giudizi di valore, di accettazione o rifiuto da parte dell’ambiente, quindi è interessato al
successo e al riconoscimento sociale.
- Il tipo in cui domina la sensazione:
si lascia guidare da ciò che percepisce tramite i sensi ed ha un interesse costante a sentire l’oggetto avere
sensazioni e trarne piacere. E’ una persona gradevole, sovente è capace di godere in modo piacevole e vivo,
talora è un allegro compagnone, talora un esteta pieno di gusto.
- Il tipo in cui domina l’intuizione:
è sempre pronto a cogliere nuove possibilità, non tollera la stabilità ed è costantemente alla ricerca del
nuovo, ama il rischio. E’ un promotore d’iniziative, un leader capace di stimolare attitudini e infondere
fiducia negli altri.
Tipi Introversi.
Caratterizzato da un’ipervalorizzazione del polo dell’interiorità che gli appare come un porto sicuro e che
tende a proteggere dalle intrusioni, cui fa riscontro una forte ansietà nei confronti dell’oggetto, che
percepisce come negativo, importuno, minaccioso. Spesso teme di essere suggestionato dagli altri e
trasportato dalle influenze esterne. Tale atteggiamento quando è portato all’estremo, è quello di virare verso
l’egocentrismo, la sopravvalutazione di sé e di instaurare un rapporto troppo negativo con 1’oggetto.
- L’introverso fondato sul pensiero:
manca di capacità pratiche, costruisce un suo mondo di idee, che non ama confrontare con gli altri, rifiuta
ogni forma di pubblicità, è un taciturno che si isola e comunica con difficoltà. Può apparire scontroso,
scostante, altezzoso e pieno di pregiudizi.
- L’introverso fondato sul sentimento:
presenta uno scollamento tra interno ed esterno: mentre può apparire come una persona fredda e apatica, in
realtà i sentimenti sono celati in profondità. Ad esempio la compassione si manifesta nell’estroverso
concretamente, con parole e comportamenti, mentre nell’introverso, pur essendo ugualmente sentita, non dà
luogo ad espressioni esteriori. Di fronte ad eventi che in genere suscitano entusiasmo, coinvolgimento,
passione, il tipo introverso basato sul sentimento si mostra neutrale e distaccato, standosene in disparte.
L’altro ha sempre l’impressione di contare poco o nulla nella relazione. I canali espressivi più utilizzati sono
l’arte, la poesia, la musica ecc., che il soggetto tende però a tenere gelosamente lontani dagli altri.
- L’introverso fondato sulla sensazione:
centrato sulle risonanze interne delle sensazioni che gli provengono dagli oggetti, quindi si può presentare
come un uomo tranquillo, passivo, che si accontenta del proprio isolamento (ad esempio un collezionista),
con qualche propensione allo sviluppo di atteggiamenti ossessivi e perfezionisti.
- L’introverso fondato sull’intuizione:
può essere esemplificato con figure come il sognatore, il contemplativo, il veggente, il ‘genio incompreso”,
l’uomo fantasioso e l’artista, ecc., che creano mondi ideali lontani dalla realtà concreta.
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Scheda 1
Schema della sequenza delle fasi di Erikson durante il ciclo di vita di una persona.