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6 IL SECOLO XIX MERCOLEDÌ 24 MARZO 2010 inchiesta VIAGGIO NELLA DIOCESI PIÙ CHIACCHIERATA D’ITALIA «Troppi preti gay» E ad Albenga scoppia la tempesta «SONO IN TRENTA E COALIZZATI È DRAMMATICO» Da “don Lu” al parroco che diventò donna Il blog “Trucioli Savonesi” pubblica l’allarmata lettera di un ex seminarista di Albenga: «L’invasione di preti gay sta sconvolgendo la diocesi» L’INCHIESTA dalla prima pagina Pur avendo smesso di celebrare sensibilità personale, il diritto cano nicononglielovietavasièfattosep pellire con la stola dei paramenti sa cri sugli abiti femminili. Hai voglia a dire:èsuccessotantotempofa.Lafa ma controversa della diocesi di Al bengaritrovainquestavicendaisuoi elementi costitutivi, la bizzarria, lo scandalo e persino una popolare, profonda umanità. «Vestiu da donna u l’ea bruttu», sospira la memoria storica del paese che si chiama Aida Vaghi e ha 88 anni, «ma come prete niente da dire. Esemplare». Ecco: l’unica condanna è il giudizio esteti co, il resto sono rispetto e compren sione: «Si vedeva che soffriva». E certamente soffrono oggi i preti che alimentano la leggenda della diocesi più peccatrice d’Italia, come ladefiniscepiùd’uno,attirandosudi sé i riflettori della magistratura e dei giornali, e il mormorare dell’opinio ne pubblica: tra l’altro nei giorni in cui il Vaticano vacilla sotto il turbi nio dei sospetti, e delle accuse, di pe dofilia e connivenze. Si va dal caso più grave di don Lorenzo Massafer ro, il parroco di Alassio in carcere da tre mesi con l’accusa infamante di aver molestato una ragazzina, alle vocisintetizzatedalblogTrucioliSa vonesi: «L’invasione di preti gay sta sconvolgendo la diocesi», denuncia laletteradiunanonimosacerdote.Il blog si è beccato una querela per dif famazione,maèverochesu180preti più di cento risultano forestieri, pro venienti soprattutto dal Norditalia, e la gerarchia ecclesiastica romana accomuna Albenga all’Aquila nella speciale classifica delle diocesi più caritatevoli: capaci cioè di riacco glierepersinoifigliolprodighialtrui, e anzi sacrificando per loro il vitello grasso secondo la più limpida tradi zione evangelica. Un esempio? Qualche anno fa Dionigi Tettaman zi, all’epoca arcivescovo della Super ba, buttò fuori dal seminario di Ge novaquattroallieviritenutinonido nei.Duefuronoaccoltiall’Aquila.Al tri due ad Albenga. Dove finirono i due esuli aquilani una volta ordinati preti? Ad Albenga, naturalmente. Tanto che il futuro pastore di Mila noselalegòalditoeallecelebrazioni Il vescovo di AlbengaImperia Mario Oliveri, nominato diciannove anni fa L’ARRESTO Il caso più grave riguarda la pedofilia: il parroco di Alassio è in carcere da tre mesi in onore di San Benedetto Revelli, vescovo ingauno del nono secolo, trovò una scusa per non cenare as sieme al di lui successore Mario Oli verieall’incolpevolevescovodiVen timigliaGiacomoBarabino,checiri mase malissimo anche perché, sus surrano i maligni, accertata la diserzione del commensale più im portante furono riportate in cantina due bottiglie di pregiato vino Rosse se. Tra gli affreschi del cinquecente sco palazzo Costa del Carretto, al l’ombra della Torre Merlata, il ve scovo Mario Oliveri sopporta le mal dicenze con stoicismo diplomatico. Genovese di Campoligure, già fre quentatore delle nunziature aposto liche di Londra e Parigi e nelle grazie pare dei cardinali Attilio Nicora e Giovanni Battista Re, quest’ultimo potente anche se pensionando re sponsabile della congregazione dei vescovi,Oliveririfiutadicommenta re persino la voce per lui più lusin ghiera, e cioè che da sempre accoglie nella sua diocesi le pecorelle smarri te proprio perché è un buon pastore, generoso e incline al perdono. In effetti ha perdonato molto, fin da quando è approdato ad Albenga una ventina di anni fa. E avrebbe si curamente perdonato don Carlo Pellagatta, il parroco transessuale di Rollo d’Andora, se fosse arrivato pri ma. La vicenda risale alla seconda metà degli anni Ottanta e il nome, il cognomeeilpaesinoligurerimasero segretissimi (tranne che per i pochi abitanti) ma «il caso del prete don na»feceammattirelegerarchievati cane.«Verodiscettòilcardinaleve nezuelano José Castillo Lara, presi dente della commissione pontificia per l’interpretazione del diritto ca nonico che il sacramento dell’ordi nazione sacerdotale, ricevuto una volta, rimane in perpetuo. Ma ri guarda sempre e comunque un uo mo. E se un uomo diventa un altro essere,unadonnaoppureuncavallo, o un albero... No. Neanche se diven tasse un angelo. Gli angeli non pos sono essere sacerdoti». E invece don Carlo «era un angelo» per Aida Va ghi, che nel suo tinello popolato di pelouche e tappezzato di fotografie dei nipotini, con il gatto Giovanni che se la ronfa su un cuscino, ricorda come quell’uomo fosse «pulito den tro e fuori, persino la canonica era uno specchio. Io gli andavo a fare le punture e aveva un pudore così toc Le torri di Albenga, cuore e simbolo (anche religioso) della città ingauna PECCATI GRAVI Un sacerdote manda a quel paese i fedeli, un altro vive con la maestra elementare. E un altro ancora... to una tormentata storia d’amore con una mamma di quattro ragazzi: in canonica gli trovarono materiale pornografico.DonGiovanniFerran do, parroco a Garlenda accusato di comportamento incompatibile con l’abito sacerdotale (auto sportive, casealmare,scarsaassiduitàinchie sa) che ribaltò le dicerie imputando ai fedeli la scarsa devozione e l’incli nazione a mentire: «Gente avara e gretta. Persino la cucina è pessima, sanno preparare solo roba surgela ta».DonAntonioBorzacchiello,par roco a Giustenice e Salea, che si por tò a vivere in canonica la maestra elementare che amava più che cri stianamente, promuovendola al rangodiperpetua...Quandoluimorì, lei non se ne voleva più andare e scoppiò il finimondo. Uno dei tanti, che magari non c’entrano nulla con la diocesi di Albenga il caso dell’ul timo prete sospettato di pedofilia è un tormento della curia di Savona ma contribuiscono al consolidarsi della sua fama. «Faccia caso ai numeri», riflette amaro un massiccio pretone di lun go corso: «Più della metà dei parroci sonodifuori,equestovuoldirechela diocesi sta perdendo la sua identità. Non solo: sui 54 allievi che frequen tavano il seminario nel 1960 siamo rimasti in 12. Vorrà dire qualcosa»? cante...». Don Carlo era un angelo per Antonella Orezza, «mai visto un sacerdote più serio», per Stefano Giorgini, «era un servo di Dio giusto e buono», per i superstiti di Rollo di Andora che si raccolgono attorno al la chiesa barocca della Santissima Trinità, sempre chiusa tranne la do menicaperchéilnuovoparrocodeve dividersi in tre. Anche l’allora vescovo di Albenga Alessandro Piazza era di consolidate virtù morali e intellettuali, capì e non fece una piega; e fedele alla sua millenaria saggezza la Chiesa di scusse a lungo ma non prese mai provvedimenti, e don Carlo non die de mai scandalo celebrando messa, e morì felice nella comunità di don Ciotti sentendosi insieme prete e donna, e soprattutto in pace con se stesso. PAOLO CRECCHI Però. Poi arrivarono don Giorgio (1 / continua) Calvi, parroco a Vellego ma abitante [email protected] di Laigueglia, accusato di aver vissu © riproduzione riservata BETORI IRONICO «SEI DI ALBENGA? SAPPIAMO...» Il vescovo di Firenze Giuseppe Betori incontra un prelato ligure che non si è annunciato e lo apostrofa ironicamente: «Sei di Albenga? Ti scuso...» «NON ERA UOMO? MA DON CARLO HA FATTO BENE» Rollo d’Andora, la parrocchia del prete donna Carlo Pellagatta oggi rimpianto dai pochissimi abitanti: «Era una persona buona e giusta»