Il MAAM, Museo dell`Altro e dell`Altrove L`Altra Arte ha un nome.

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Il MAAM, Museo dell`Altro e dell`Altrove L`Altra Arte ha un nome.
Il MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove
L’Altra Arte ha un nome.
Nel marzo del 2009 la vecchia fabbrica ‘Fiorucci salumi’ di Roma, viene occupata e convertita in Space
Metropoliz, uno spazio abitativo, ospitante una comunità autogestita di oltre 200 persone e una
moltitudine di bambini provenienti da circa 17 paesi del mondo.
Qui, nel 2012, da un’idea dell’antropologo e cineasta Giorgio de Finis, nasce il “MAAM - Museo
dell’Altro e dell’Altrove” di "Metropoliz_città meticcia", laboratorio di creatività e oggetto d’arte
condiviso e collettivo, indipendente e senza finanziamenti.
Il Maam è un museo di arte contemporanea vastissimo e fecondo, attraversato dai macchinari dell’exfabbrica dove oltre un centinaio di artisti di fama nazionale e internazionale, tra i quali M. Pistoletto, P.
Echaurren, Kobra, Hogre, P. Buggiani…, hanno prodotto opere site specific: murales; sculture,
istallazioni d’immenso valore artistico e sociale, che interagendo tra loro e con il pubblico, si
compenetrano, in una suggestiva cornice urbana unica nel suo genere.
Sabato 21 aprile 2016, in occasione del “compleanno” del MAAM, festeggiato con eventi, performance
e una nuova sala donata dal Museo Castello Rivoli di Torino, la Prof.ssa di Discipline Pittoriche Lorena
Benatti, ha organizzato un tour della struttura e diversi incontri ai quali non potevamo mancare.
Di grande impatto emotivo le performance a cui abbiamo assistito.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Monica Pirone, una delle artiste, che ne ha realizzata una sul
tema della migrazione. Mentre un musicista l’accompagnava suonando la tromba all’impronta, lei
interpretava, ballando, i suoni. Poi, sdraiatasi sul pavimento, rimanendo pressoché immobile, ecco
sopraggiungere ed emularla, alcuni artisti, altri solo spettatori. Non vi era altro canovaccio che
l’empatia stessa. Qual è il suo processo di creazione? Parte da un’immagine o da un’idea? O altro?
“L’idea nasce da un momento di emozione sviluppata su un’improvvisazione empatica. Su questo
tema ho lavorato sulle sensazioni opposte che esso ispira: paura, angoscia, possibilità di morte, ma
anche la speranza di arrivare in un nuovo luogo/mondo.”
Come nasce il MAAM? Giorgio De Finis così racconta.
Abbiamo bussato a METROPOLIZ con una provocazione, un grande “gioco” (il gioco dell’arte e del
cinema) e con la voglia di raccontare quella realtà in un modo che non provocasse la solita reazione del
girarsi dall’altra parte (povertà, marginalità, sono cose che nessuno vuole vedere, tanto meno oggi che
sempre più rischiamo di finire tutti nella discarica come “vite di scarto”). La nostra proposta era
costruire un “razzo” per andare sulla Luna, il più grande spazio pubblico ancora rimasto, dove è vietata
la proprietà privata e bandito l’uso delle armi, metafora di un mondo dove tutto è ancora possibile, un
foglio bianco dove riscrivere insieme le regole del vivere insieme. Ci abbiamo messo un anno – forti
delle parole d’ordine “Luna al popolo” e degli slogan “no al razzismo (con la z dura di razza), sì al
razzismo (con la z dolce di razzo)”! – a portare Metropoliz sulla Luna, o meglio la Luna a Metropoliz.
Perché, nonostante il progetto annunciasse l’inizio dell’era delle migrazioni esoplanetarie, l’idea non
era quella di fuggire, ma di costruirla sulla Terra la Luna. E lo abbiamo fatto con l’aiuto di filosofi,
scienziati, astronauti, e decine di artisti, che si sono dimostrati la carta vincente.
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MAAM - Museo dell’Altro e dell’Altrove Via Prenestina 913 Roma
https://www.facebook.com/museoMAAM/?fref=ts
Grazie a Carlo Gori instancabile cicerone e ad Artribune
#stanchimafelici
Firmato - Laura Cocciolillo
Foto di: Ilaria Iannini
Hanno inoltre partecipato: Alice Di Ronza; Anna Tronci; Giulia Mariani; Benedetta Orfino; Eleonora
Castellani; Marina Lodi; Alessandra Farci.