Non c`è una Fontana anche per mio marito?

Transcript

Non c`è una Fontana anche per mio marito?
La Provincia
www.laprovinciacr.it
SPAZIO APERTO
Abbandonate dal Comune
le tombe dei caduti in guerra
Il profeta fiorentino mette
Letta con le spalle al muro
Signor direttore,
ho uno zio morto in guerra, nel
Montenegro, alcuni anni fa, le sue
spoglie tornarono a Cremona e dopo
una cerimonia militare nella chiesa di
San Michele, fu tumulato nella zona
dell’altare della Patria, alle spalle, nel
compartimento 1, loculo 7. Purtroppo,
la posizione è raso terra, a causa molto
probabile di una svista durante una
pulizia del terreno fatta dagli addetti,
da oltre due anni manca (anche ad
altri) per rottura, il supporto del
piccolo vaso porta fiori. Ho fatto
diverse segnalazioni su modelli
appositi all’ufficio cimiteriale,
sempre senza risposta. L’ultima volta,
alcuni mesi fa, mi lamentai con il
responsabile del cimitero e mi è stato
risposto che la responsabilità è degli
uffici di via Geromini. Scrissi al
responsabile del servizio e...
naturalmente non ottenni risposta. Mi
sono recato al cimitero per portare
fiori freschi sulle tombe dei miei
familiari e quando sono arrivato alla
tomba di mio zio, ho
trovato tutto come
precedentemente
lasciato. Grazie Comune
di Cremona, il costo del
ripristino del portavaso,
sarebbe costato meno di
un rabbocco di olio della
macchina blu del
responsabile ai servizi.
Gradirei che facesse un
giro nella zona che le ho
esposto, ci sono i tumuli
dei militari cremonesi,
caduti sia a Cremona sia
lontano, data l’età sono
pochi che hanno ancora
dei parenti che li
ricordano, sono tombe
anche abbandonate, sono
morti per la Patria
(eufemismo). A volte
guardando film o telefilm
si vedono cimiteri militari
tenuti in un modo magnifico, non dico
di arrivare a tanto, ma possibile che
non esista un’organizzazione, un
qualcosa che accudisca questi tumuli
in un modo decente? Grazie
dell’attenzione.
F.N.
(Cremona)
Egregio direttore,
nella sua ultima invettiva alla
Leopolda («Mai più larghe intese»), il
profeta fiorentino avrà inteso far da
sponda al governo e non piuttosto
metterlo con le spalle al muro?
Avvertite differenza tra le stucchevoli
manfrine del filosofo padano e le
fiorite circonlocuzioni del giullare
toscano? Che la maggioranza degli
italiani sia tanto gonza da lasciarsene
perennemente abbindolare? Vorrà
«morire» comunista o democristiana?
Massimo Rizzi
(Cremona)
..................................................................................... .
Fossi nelle Kyenge non vorrei
Balotelli come testimonial
Stimato direttore
in questo momento di grande
confusione, nell’era dell’inciuco
targato grandi intese, una signora
congolese, in Italia da pochi lustri, è
diventata ministro per l’integrazione
grazie al Pd. La signora Kyenge, da
quando è stata nominata al dicastero,
si è subito data un gran da fare per
favorire l’ingresso nella ricca e
prosperosa Italia di migliaia di
‘migranti, altre centinaia di migliaia
aspettano pazientemente il loro turno
sulle coste del nord Africa. Abile
esperta in comunicazione mediatica,
come testimonial e modello di
integrazione, ha scelto super Mario
Balotelli, calciatore del Milan e
goleador della nazionale, evitando
furbescamente di proporre l’altra
faccia della medaglia, il signor
Kabobo, sinistro giovane Ghanese che
armato di un piccone, a Milano, ha
massacrato tre persone innocenti. In
tutta umiltà, sconsiglio al ministro
Kienge di utilizzare l’immagine di
Balotelli come esempio da seguire,
perché potrebbe rivelarsi un
clamoroso boomerang. Mario infatti
non ha mai riconosciuto ufficialmente
la figlia Pia, avuta alcuni mesi fa dalla
signorina Fico, rifiutandosi inoltre, di
sottoporsi alla prova del Dna.
Troppi spunti leggendo ‘La
Provincia’, ogni copia riserva
argomenti che stuzzicano la mente,
bravo direttore, lei ci sa fare.
Andrea Zecchini
(Camisano)
..................................................................................... .
IL CASO
..................................................................................... .
Le Rsa si prendono bene cura
dei malati di Parkinson
Caro direttore,
in riferimento alla lettera della
signora Milena del 31-10 per il padre
affetto da morbo di Parkinson,
esprimo solidarietà per la difficile
esperienza descritta e, nel contempo,
vorrei lanciare una
freccia a favore dei
cosiddetti «ospizi», oggi
Rsa, per spiegare che chi
vi è accolto viene assunto
totalmente in carico, sia a
livello clinico, che
assistenziale e umano.
Chi scrive ha operato in
più Rsa a diretto contatto
con gli anziani e posso
assicurare che vengono
curati al 100%
intervenendo per ogni
loro bisogno, anche
quello psico-relazionale e
umano.
L’Rsa non è la soluzione
«per farli morire», ma è
una struttura in cui
professionisti a tutti i
livelli, si dedicano ai
nostri anziani per
accompagnarli nel loro
percorso di malattia, rallentando e
alleviando lo stato di sofferenza. E’ un
cammino che, nella maggior parte dei
casi, dura molti anni. Ecco perché
l’aspetto che più si sviluppa è quello
«umano» tra l’anziano e chi lo assiste
tutti i giorni, e spesso anche con i suoi
famigliari.
Angelo Canesi
(Malagnino)
..................................................................................... .
La famiglia di Ogliari lotta
ancora per avere giustizia
Egregio direttore,
quale legale della famiglia di Angelo
Ogliari ed in relazione a quanto
apparso in data, 2/11/2013 ‘Il caso’,
intendo precisare
quanto segue. Tuttora pende
impugnazione innanzi la Suprema
Corte di Cassazione avverso la
sentenza della Corte di Assise e di
Appello di Brescia che ha confermato
l’assoluzione , seppur ai sensi dell’art.
530 co. 2 c.p.p. , della moglie di Angelo
Ogliari e del di lei compagno, da
sempre unici indagati. Per il reato di
LA STORIA
DOMENICA
3 NOVEMBRE 2013
Commenta su www.laprovinciadicremona.it/spazioailettori
Non c’è una Fontana
anche per mio marito?
Gentile direttore,
in riferimento alla lettera del
27-10-2013 in cui veniva ringraziata
giustamente la deputata Cinzia Fontana per il lavoro svolto, le espongo ora il
mio problema. Premetto che nutro
grande rispetto per l’Avis (sono moglie
di un ex donatore e madre di un donatore attivo) e per tutte le persone che hanno usufruito della legge 104/1992.
Mio marito, classe 1952, 61 anni compiuti, 40 anni di lavoro, non è ancora in
pensione «grazie» alla legge Fornero
214 dell’11-2011 che ha reso la vita difficile a migliaia di lavoratori (le famose
lacrime, cara signora Fornero, le sta facendo scendere a noi). Non solo, la ditta
per la quale mio marito lavorava lo ha licenziato per «cessazione d’attività» il
25-6-2012. Ora, dopo un anno di indennità di disoccupazione, si ritrova senza
alcun tipo di compenso. La mia domanda diventa ora provocatoria: chi pensa a
mio marito e a tutte le persone nelle sue
condizioni? Trovare un lavoro a 61 anni
per poter raggiungere e 42 anni di contributi è veramente un’impresa impossibile. I curricula non vengono neppure
presi in considerazione. Non ci sarà una
sottrazione di minori, in data
21/10/2013,la Corte d’Appello di
Brescia, pur dichiarando il reato
prescritto, ha confermato il
risarcimento del danno in favore della
sorella di Angelo Ogliari, subentrata
al medesimo quale parte civile.
La famiglia di Angelo, pur avendo
scelto in rispettoso silenzio, non ha
certamente dimenticato il proprio
caro e continua a chiedere giustizia.
avvocato Laura Oliari
(Crema)
..................................................................................... .
Il naufragar m’è triste
nel grigiorosso mare
Caro direttore,
sono un tifoso cremonese che si è
divertito a comporre una poesia sulla
squadra grigiorossa, prendendo
spunto dall’Infinito di Leopardi. E’
un’analisi del brutto momento della
Cremonese,
tra le illusioni dei tifosi (la prima
parte della poesia) e lo scontro con la
dura realtà (la seconda parte). Eccola.
Sempre caro mi fu questo mio Zini,
e questa curva, che da tanta parte
del centro di Cremona il guardo
esclude.
Ma sedendo e mirando, triangolazioni
precise di fronte a quella, e un
sovrumano
L’ex ministro Elsa Formero
«Cinzia Fontana» anche per mio marito, in grado di cambiare le cose? Me lo
auguro...
Anna Maria Scotti
moglie di Angelo Superti
(Cicognolo)
omprendo la sua amarezza e la sua
paura per il futuro. La contestata
legge Fornero ha innescato una grande
‘guerra tra poveri’. In molti dicono di
volerla cambiare. Speriamo che non
siano solo parole.
C
Brighenti, e un velocissimo Abbate
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come Visconti
odo insultar tra questa gente, io quello
inguardabile gioco a questi sfottò
vo comparando: e mi sovvien l’altrui
scherno,
e le passate stagioni, e la presente
e viva, e i falli di Moi. Così tra questa
mediocrità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è triste nel
grigiorosso mare.
Mattia Lucca
(Cremona)
..................................................................................... .
C’è chi ha amnesie nel ricordare
il sangue delle vittime
Egregio direttore,
abituati ad esaltare l’esperienza
tragica del ventennio e a giustificarla
spargendo in modo maldestro cortine
fumogene revisioniste anche
nell’intento di rimuovere dalla
coscienza la vergogna della loro
partecipazione al regime,
periodicamente affiorano da
quell’oscuro magma per manipolare
fatti e orribili massacri ormai
accertati e che per molto tempo
furono ben nascosti in quell’armadio
della vergogna nel quale in
moltissime cartelle e su un grande
registro erano annotate ben 2274 voci
9
con i nomi delle vittime, degli
assassini e le località dove erano stati
commessi i crimini nazi-fascisti ai
danni di un intero popolo, il nostro.
Spalleggiandosi a vicenda per
generare vili negazioni tali loschi
individui si affannano oggi in
un’impresa dal punto di vista storico e
umano in cui nessun crimine potrà
essere cancellato al di sopra o contro
la verità.
L’ultimo atto in questa rubrica è del
solito Claudio Fedeli a sostegno di
Gian Alberto D’Angelo al quale ne
contestai la lettera ove affermava
falsamente che la lista dei 335 civili e
militari assassinati alle Fosse
Ardeatine «fu passata dai Gap
romani». Nulla di più assurdo da
gente abituata a mentire; vecchi
mercenari e nuovi adepti che si
commuovono leggendo pamphlet tipo
‘Il sangue dei vinti’ e che
vigliaccamente hanno amnesie
quando si tratta di ricordare il sangue
delle vittime alle cui famiglie
crudelmente massacrate non è stato
concesso neanche il più elementare
dei risarcimenti morali: la verità.
Sergio Noci
([email protected])
..................................................................................... .
A Bankitalia versamenti
anche attraverso bonifico
Signor direttore,
ho letto sulla provincia del giorno 29
ottobre u.s., a pag. 15 – Cronaca di
Cremona, l’articolo a cura di
Francesca Morandi intitolato «Mala
Burocrazia. Solo pagamenti in
contanti alla Banca d’Italia ... Bonifico
online al ministero non previsto …».
Al riguardo tengo a precisare che
quanto sostenuto nell’articolo non
corrisponde al vero e penso che prima
di fare articoli di questo tenore
sarebbe il caso di verificare presso la
Banca d’Italia stessa. Faccio infatti
presente che basta collegarsi al sito
web della banca www.bancaditalia.it
per aver accesso a tutta una serie di
informazioni, distinte per categoria
(interventi, servizi al pubblico,
tesoreria ecc..) attraverso le quali è
possibile anche scaricare
modulistiche varie.
Con riferimento all’argomento di cui
trattasi, nel suddetto sito, sotto la voce
Tesoreria- operazioni di Tesoreria –
Incassi, è possibile reperire ogni utile
informazione sulle diverse modalità
di versamento ai conti di Tesoreria
dello Stato attualmente previste.
Tengo a precisare che, per il caso
specifico, non sapendo con esattezza il
capitolo del Bilancio dello Stato a cui
la somma da riversare, a cura
dell’avvocato Raffaella Parisi, doveva
affluire, non posso asserire con
certezza che si potesse far ricorso al
bonifico bancario/postale ma
sicuramente tale forma di versamento
è contemplata per i versamenti a
favore della Tesoreria dello Stato,
così come si evince dal documento
allegato che è stato estrapolato dal
summenzionato sito web (...).
Emiliana Bonanni
(Piacenza)
..................................................................................... .
Commenta su www.laprovinciadicremona.it/spazioailettori
Signor direttore
la rubrica ‘Spazio Aperto’ del 25 ottobre riporta uno scritto di un attento lettore che fa
menzione del compleanno di un noto artista cremonese. Infatti il prossimo 10 novembre 2013 il professor Mario Coppetti
raggiungerà il secolo di vita. Ho un ricordo
personale del professore che risale a una
trascorsa commemorazione del 25 aprile
celebrata nella ormai soppressa caserma
Manfredini. In quella circostanza ebbi l’incarico di ricevere il maestro Coppetti alla
porta principale per poi accompagnarlo
nella sala dove assieme ad altri relatori
avrebbe dovuto far seguire un intervento.
Nel breve cammino questo alto e vigoroso
personaggio molto sinteticamente mi tracciò la sua vita politica rimarcando la sua
profonda idea socialista che sentiva prove-
UN 25 APRILE CON IL MAESTRO COPPETTI
CHE CELEBRÒ I FRATELLI ROSSELLI
nire dal fondo della sua coscienza morale e
dalla sua intensa vita intellettuale, condotta fra l’altro in esilio in Francia assieme con
altri esuli italiani perseguitati dal regime
tra i quali annoverava con orgoglio i fratelli
Carlo e Nello Rosselli che furono barbaramente assassinati con i pugnali da alcuni
militanti della Cagoule il 09 giugno 1937.
Coppetti rimase esule in Francia dal 1935
al 1940 e nonostante vivesse fuori dai confini nazionali fu ugualmente oggetto
dell’interesse della Dirczione generale della pubblica sicurezza la quale il 25 ottobre
1937 riteneva opportuno informare il si-
gnor questore di Cremona che «Il giovane
scultore Coppetti Mario. . . domiciliato a
Parigi, che ha formato oggetto di precedente corrispondenza, risulta aver recentemente modellato un medaglione riproducente il busto del defunto Carlo Rosselli». Lo scritto proseguiva poi con altre raccomandazioni da svolgere «col massimo
segreto» e riguardanti la censura accurata
della posta e gli spostamenti della relativa
madre. Questo cremonese perseguitato e
per tali fatti costretto all’esilio penso sia
uno degli ultimi, se non l’ultimo cittadino
italiano che ha avuto l’opportunità e l’ono-
re di trattare e di conoscere personalmente
i Fratelli Rosselli divenendone il testimone
vivente di questi due rappresentanti del socialismo liberale non marxista e ispirato al
laburismo inglese. Carlo Rosselli in un’intervista affermava: «... io sostengo che il socialismo è in primo luogo rivoluzione morale e in secondo luogo trasformazione materiale ... che come tale può attuarsi sin da
oggi nella coscienza dei migliori senza bisogno di attendere il sole dell’avvenire. . . .
che il socialismo in quanto alfiere dinamico della classe più numeroso, misera ed oppressa è l’erede del liberalismo...». Purtroppo in Italia questi insegnamenti sono
stati disattesi e per certi partiti ne è conseguita la totale dissoluzione.
Dante Benelli
(Drizzona)